Economia e politica del territorio
Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali (S.E.A.)
Corso di Laurea in
Economia e Gestione dei servizi turistici
Prof. Filippo Bencardino
Economia e politica del territorio
Lo spazio è una variabile
significativa nell’analisi economica
Non tutti i territori hanno le
stesse opportunità di sviluppo
La scelta localizzativa delle imprese è
importante al pari delle scelta dei fattori
produttivi e delle tecnologie
Economia e politica del territorio
Prime riflessioni
sull’introduzione dello spazio
nelle teorie economiche
Teorie della
localizzazione delle
attività industriali
1) Economie di
agglomerazione
2) Costi di
trasporto
Favorisce fenomeni di concentrazione spaziale e
vantaggi economici derivanti da …
- economie interne all’impresa
(o economie di scala)
- economie esterne all’impresa ed interne al settore
( o economie di agglomerazione)
- economie esterne all’impresa ed esterne al settore
( o economie di urbanizzazione)
Economia e politica del territorio
1) Lo sviluppo locale legato a fenomeni di agglomerazione si dice
sviluppo regionale di tipo polarizzato
Economie di
agglomerazione
- localizzazione industriale
- localizzazione residenziale
- sviluppo delle vie di
comunicazione e dei servizi
- flusso di merci, di informazioni,
di idee
….. ma anche…
- squilibrio territoriale tra regioni
polarizzate e regioni periferiche
Diseconomie di
agglomerazione
- minore efficienza dei servizi pubblici
- incremento del costo delle abitazioni e
dei servizi
- degrado ambientale
- congestionamento del traffico e
inquinamento acustico
Costi crescenti in termini di prezzo
dei fattori meno mobili e più scarsi
(terra e lavoro)
Depolarizzazione
Dispersione della produzione
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2) Costi di
trasporto
In condizioni di concorrenza perfetta
• fattori produttivi estremamente mobili
• materie prime fisse
• domanda perfettamente distribuita sul territorio
i costi di trasporto possono controbilanciare
i vantaggi derivanti dalle agglomerazioni
Variabile essenziale perché elemento che differenzia e rende
più/meno appetibile uno spazio …
- Costo economico dello spostamento
- Costo opportunità in termini di tempo
- Costo psicologico del viaggio
- Costo e difficoltà di comunicazione a distanza …
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Le economie di agglomerazione e i costi di trasporto sono forze che
agiscono sui processi localizzativi:
 teorie orientate alla minimizzazione dei costi
> la scelta localizzativa delle imprese ha come obiettivo la
riduzione al minimo dei costi di trasporto
Domande a cui rispondere: Dato il prezzo, le materie prime e il mercato di sbocco, come
cambia la localizzazione delle imprese? La presenza di economie di agglomerazione
influenza le scelte localizzative?
 teorie orientate alla massimizzazione dei profitti
> la scelta localizzativa delle imprese e l’estensione del suo mercato ha
come obiettivo la massimizzazione dei profitti ed è influenzata
dal consumatore e dalle scelte localizzative di altre imprese
Domande a cui rispondere: Data la distribuzione spaziale della domanda, come i
produttori si dividono il mercato? Data la localizzazione di un produttore, come si
localizzano le altre imprese?
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Modello della localizzazione delle attività industriali (Weber, 1909)
Ipotesi semplificatrici:
 il mercato è in condizioni di concorrenza perfetta
 il mercato del bene finale è puntiforme
 due mercati delle materie prime sono puntiformi ed equidistanti l’uno dall’altro
 la domanda del bene finale è rigida al prezzo
 esiste un’unica tecnica di produzione e quindi i costi di produzione sono dati e costanti
La scelta localizzativa è il risultato di un calcolo
complesso effettuato in tre stadi
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Il Modello della “localizzazione industriale” di Weber (1909)
Il modello si fonda su alcune ipotesi semplificatrici :
 Lo spazio è isotropico ed isomorfo;
 Unico mercato di sbocco puntiforme;
 I due mercati delle materie prime sono puntiformi ed equidistanti (M1 e M2);
 I costi di trasporto sono funzione lineare della distanza;
 Vige un regime di concorrenza perfetta;
 La domanda del bene finale è rigida al prezzo ed illimitata;
 Un’unica tecnica di produzione
costi di produzione sono dati e costanti
..... e sulla classificazione dei fattori produttivi in:
 Ubiquitari : distribuiti uniformemente sulla superficie
 Ubicati : presenti solo in particolari aree
costi di trasporto nulli
..... e dei materiali impiegati in:
 Puri : non perdono peso nel corso del processo produttivo
 Lordi : perdono parte del loro peso nel corso della lavorazione (scarti)
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Obiettivo:
Individuare i fattori che inducono un industria a
localizzarsi in un territorio piuttosto che in un altro
L’autore perviene ad un Modello di localizzazione industriale basato sulla
minimizzazione dei costi di trasporto totali
Costo di
trasporto
delle materie prime dai luoghi di approvvigionamento Costo di
al luogo dove è ubicata l’impresa
trasporto
totale
dei prodotti finiti dal luogo in cui è ubicata l’impresa
(CTT)
al luogo di consumo
Distanza del luogo di produzione dalle fonti di approvvigionamento e dal mercato di distribuzione dei beni
Peso delle materie prime (non ubiquitarie) e del prodotto finito
Secondo Weber la localizzazione ottimale si ha nel punto dove i
costi totali di trasporto sono minimi
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Considerando l’ipotesi (maggiormente realistica) in cui si hanno
due fattori produttivi ed un unico mercato di sbocco
la localizzazione dell’impresa può avvenire:
C
 In prossimità del Mercato di sbocco (C)
 Alla fonte delle materie prime (M1 o M2)
 In un punto intermedio
P
Il triangolo delimita lo spazio entro cui
individuare la localizzazione ottimale (P)
M1
Triangolo localizzatore
Al fine di minimizzazione i costi totali dove si localizzerà
effettivamente l’impresa?
DIVERSI CASI
M2
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Se il costo di trasporto del prodotto finito
supera la somma dei costi di trasporto
delle materie prime
I° CASO:
Localizzazione
in C
Si verifica quando le materie prime ubiquitarie hanno un peso
maggiore nella composizione del prodotto finito
II° CASO:
Se la somma dei costi di trasporto delle
materie prime supera il costo di
trasporto del prodotto finito
Localizzazione
in M1 o M2
Si verifica quando le materie prime ubicate hanno un peso maggiore nella
composizione del prodotto finito; in particolare, l’impresa si localizzerà in
M1 se la materia prima in essa ubicata è lorda (perdente peso);
nel caso inverso si localizzerà in M2
III° CASO:
Se il costo di trasporto di ogni singolo
componente (materie prime e prodotto
finito) non eccede la somma di tutti gli altri
Localizzazione
in P
Nel punto P si ha un perfetto equilibrio tra le forze attrattive:
i costi totali di trasporto sono minimi
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Economia e politica del territorio
Nella realtà, pur semplificando, ci sono una molteplicità di
imprese che producono un medesimo bene
Dove si localizzano?
Isolinea:
La localizzazione avviene
nell’area limitrofa al punto di
minimizzazione dei costi totali di
trasporto. In tale area i costi di
trasporto sono identici
La distanza fra due isolinee
(linea chiusa) di uno stesso
sistema dipende dal costo
unitario di trasporto ed é
inversamente proporzionale al
peso del materiale trasportato
Fonte
Mercato
Isodapane:
Luoghi entro i quali il costo
totale di trasporto è
costante
Le isolinee e le isodapane assumono
valori crescenti man mano che ci si
allontana dal centro
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Pregio della teoria weberiana:
- Introduce l’ipotesi di dover affrontare costi addizionali di trasporto per
affrontare una nuova localizzazione a vantaggio di economia di
agglomerazione
Limiti della teoria weberiana:
- natura statica del modello
- è eccessivamente transport oriented (1° stadio)
- difficoltà di calcolo della località a costo minimo
- mancano ipotesi di interazione tra le imprese
- natura supply oriented senza alcun accenno ai fattori della domanda
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Dimensione del mercato e costi di trasporto
Per Weber, la domanda
è puntiforme
il mercato è privo di
dimensione fisica ed economica
non esistono agglomerazioni urbane
Per Greenhut,
se la domanda è distribuita in
maniera disomogenea non sempre le imprese sceglieranno una
localizzazione a costo minimo: infatti, la presenza di un mercato di
vaste dimensioni può compensare il maggior costo di trasporto che
l’impresa deve sopportare localizzandosi in un’area più lontana dai
mercati delle materie prime e di sbocco dei beni finali.
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Per altri studiosi (Fetter, Hotelling, Palander, …) in ipotesi di distribuzione della
domanda omogenea, la coesistenza di economie di agglomerazione e di costi di
trasporto identifica la divisione spaziale del mercato tra produttori
Ipotesi semplificatrici:
 la domanda è distribuita in maniera omogenea sul mercato
 la domanda del bene finale è rigida al prezzo
 esistono due produttori che offrono lo stesso prodotto con identiche funzioni di costo
 la localizzazione dei produttori è data
 il costo di trasporto è costante per unità di prodotto
 il costo di trasporto è a carico del consumatore
Conseguenze:
 man mano che ci si allontana dal luogo di produzione aumenta il prezzo del
bene per i consumatori
 i consumatori tenderanno a scegliere il bene del produttore più vicino
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Se
 uno dei produttori può offrire beni a costi inferiori, dati i più bassi costi di
produzione derivanti dal godimento di economie di scala
……… muterà la soglia di delimitazione dei mercati dei due produttori
Novità del modello:
- vantaggio dei consumatori localizzati in prossimità dei produttori
(se non vi è discriminazione di prezzo)
- il produttore è monopolista all’interno della sua area di mercato e può
quindi discriminare sul prezzo di vendita del bene
- la distanza fisica svolge il ruolo di barriere all’ingresso nei mercati locali
(ogni impresa compete solo con le imprese più prossime)
“Il modello di competizione tra le imprese in un mercato spaziale è quello della
concorrenza monopolistica di Chamberlin e Lancaster per il quale la discriminazione
sul prezzo non si basa sulla differenziazione del prodotto ma sulla distanza che
separa acquirente e venditore”
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Il “raffinamento” di Hoover
Ipotesi semplificatrici:
 mercato lineare in cui la domanda è distribuita in maniera omogenea
 esistono due produttori che offrono lo stesso prodotto con identiche funzioni di costo
 la produzione per entrambi è caratterizzata da economia di scala fino ad una certa quantità
 il costo di trasporto è a carico del produttore
Per vendere un prodotto in un luogo lontano il produttore deve sostenere un
costo proporzionale alla distanza da percorrere
La relazione distanza – costo rimane negativa fino a quando vale l’ipotesi delle
economie di scala (che riducono i costi di produzione)
Raggiunto il livello di produzione efficiente le economie di scala si tramutano in
diseconomie e la relazione distanza- costo diviene positiva
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Lösch: La domanda spaziale e….
La domanda spaziale individuale dipende:
- dalla distanza dell’individuo dall’impresa
- dal prezzo di produzione del bene
- dalle condizioni di produzione
In ipotesi di mercato lineare:
- la domanda spaziale del mercato è la semplice somma delle singole
quantità domandate dai consumatori alle diverse distanze e quindi dall’area
sottostante la curva di domanda moltiplicato per la densità della popolazione
In ipotesi di mercato come pianura omogenea
- la domanda spaziale del mercato è data dall’area
del cono ottenuto facendo ruotare la curva di domanda
q
intorno all’asse verticale moltiplicato per la
densità della popolazione
d
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…. L’equilibrio del mercato e la localizzazione dell’impresa
Ipotesi semplificatrici:
 all’interno di ogni singola area l’imprenditore si comporta da monopolista
 il produttore produce in condizione di massimizzazione del profitto ed
esistono extra-profitti
 il mercato è formato da tante aree non sovrapposte ma divise da aree
non servite
Nuove imprese sono incentivate ad entrare sul mercato e a
localizzarsi nelle aree non servite
1) Il mercato spaziale si satura e genera sovrapposizioni di aree
2) Si erodono i margini di profitto delle prime imprese
Equilibrio di lungo periodo
Equilibrio di
breve
periodo
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Dai modelli precedenti:
 Data localizzazione dei produttori
 Domanda distribuita omogeneamente
 Mercato suddiviso in aree in cui opera un solo produttore
Il modello di Hotelling: l’interdipendenza nelle scelte localizzative
Ipotesi semplificatrici:
 esistono due soli produttori (duopolio)
 mercato lineare sul quale è omogeneamente distribuita la domanda
 domanda anelastica al prezzo
 costi di rilocalizzazione nulli
In ipotesi di riallocazione di uno dei due produttori la spartizione del
mercato cambia e genera la reazione del secondo produttore…
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L’equilibrio localizzativo si raggiunge quando i due produttori si localizzano
al centro del mercato, spartendosi a metà il mercato spaziale.
- Esiste una naturale tendenza delle imprese a concentrarsi nello spazio
- La soluzione competitiva ottenuta forze di mercato non fa l’interesse pubblico
Critiche al Modello:
 non è ammessa una possibilità cooperativa tra i produttori
 non è ammessa la possibilità di nuovi entranti
 se la domanda non fosse anelastica, la localizzazione centrale verrebbe messa in discussione
Economia e politica del territorio
I pregi dei modelli orientati alla definizione delle aree di mercato
 analisi delle scelte localizzative in relazione a due sole variabili
 spiegano i fenomeni agglomerativi senza ricorso ad aspetti geografici
 scelte orientate al controllo del mercato
 interdipendenza del comportamento dei diversi produttori
 ruolo della distanza nell’analisi economica
I limiti dei modelli orientati alla definizione delle aree di mercato
 rigidità della domanda al prezzo
 mercato spaziale omogeneo
 eccessiva incidenza dei costi di trasporto sul bene finale
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