Non profit: competizione e strategie di comunicazione Corso di Laurea in Economia delle Imprese Cooperative e delle organizzazioni non profit Forlì 10 marzo 2005 Federica Bandini 10 Marzo 2005 1 Definizione • “qualsiasi pubblicità che identifica in modo esplicito o implicito un concorrente o beni o servizi offerti da un concorrente” Direttiva Europea • è lo strumento di advertising (tecnica della pubblicità) che determina un confronto tra prodotti: il bene o servizio pubblicizzato, o alcune sue peculiarità qualitative o di prestazione, vengono rapportate ad uno o più prodotti o servizi offerti da un concorrente, con l’intento di sottolineare le differenze tra gli stessi. Federica Bandini 10 Marzo 2005 2 Leggi di riferimento • La pubblicità comparativa è stata introdotta in Italia dal DLgs25 febbraio 2000 n.67 (pubblicato nella GU n72 del 27/03/00), il quale dà attuazione alla direttiva 97/55/CE che modifica la Direttiva 84/450/CE in materia di pubblicità ingannevole. Federica Bandini 10 Marzo 2005 3 Scopo da Dlgs 67/2000 • “tutelare dalla pubblicità ingannevole e dalle sue conseguenze sleali i soggetti che esercitano un’attività commerciale, industriale, artigianale o professionale, i consumatori e, in genere, gli interessi del pubblico nella fruizione di messaggi pubblicitari, nonché di stabilire le condizioni di liceità della pubblicità comparativa Federica Bandini 10 Marzo 2005 4 Origini • Nasce nei primi anni ’60 negli USA ove si riteneva che rappresentasse uno strumento utile sia per imprenditori che per consumatori: i primi potevano porre a confronto i propri prodotti con quelli dei concorrenti e esaltarne la qualità ed i secondi potevano fruire di elementi utili alla scelta dell’articolo migliore Federica Bandini 10 Marzo 2005 5 Tipologie • Diretta: nella quale il prodotto concorrente viene individuato in modo palese, o comunque riconoscibile attraverso espliciti riferimenti citandone, ad esempio, il nome o il marchio, e comparazione • Indiretta nella quale è desumibile, anche indirettamente, un riferimento non ad un singolo prodotto bensì ad una classe di prodotti concorrenti non specificatamente individuati (“il tuo solito dentifricio”) Federica Bandini 10 Marzo 2005 6 Criteri che la distinguono da altre forme di comunicazione 1. il prodotto è posto a confronto con due, o più, prodotti ( o servizi) concorrenti espressamente nominati (pubblicità comparativa esplicita) o facilmente riconoscibili (pubblicità comparativa implicita); 2. la comparazione è basata su uno o più attributi del bene o servizio; 3. viene dichiarato che sono state raccolte dimostrazioni effettive, basate su ricerche svolte internamente o su test effettuati da organismi indipendenti alla base delle dichiarazioni (generalmente, ma non necessariamente, di superiorità) del prodotto. Federica Bandini 10 Marzo 2005 7 Obiettivi e vantaggi Differenziazione: evidenziare gli attributi distintivi del proprio prodotto, differenziandolo da quelli concorrenti o dimostrandone la superiorità. Diminuire la confusione tra le marche esistenti sul mercato ed esaltare i benefici peculiari della propria. Risposta all’ondata di campagne pubblicitarie a forte contenuto emozionale, ma a scarso contenuto informativo, riguardo ai benefici del prodotto. Nella comunicazione tradizionale, il consumatore rimane colpito dalla pubblicità in sé, ma non ne riceve informazioni sufficienti a giudicare se il prodotto gli è in qualche modo utile, necessario e soprattutto accessibile. La validità di quest’ultima è fortemente dipendente dalla veridicità, oggettività e completezza delle informazioni Federica Bandini 10 Marzo 2005 8 • Associazione: sfruttare la notorietà delle marche altrui, al fine di generare un atteggiamento positivo e una certa fiducia verso la propria marca. • per prodotti con piccola quota di mercato, o in fase di lancio, paragonati con marche già note. • non vengono generalmente confrontati gli attributi distintivi, bensì quelli posseduti da entrambe le marche, esaltando non tanto, o non solo, la superiorità quanto anche i tratti comuni Federica Bandini 10 Marzo 2005 9 Attenzione! • Non svilire eccessivamente il prodotto concorrente (per evitare che il consumatore rifiuti le informazioni proposte) • Evitare una sovrabbondanza di dati per evitare confusione nel pubblico • Presentare dati di superiorità oggettiva • Mettere in evidenza gli “attributi”che per i consumatori/donatori rappresentano le discriminanti “essenziali” per la decisione Federica Bandini 10 Marzo 2005 10 Panoramica internazionale • I paesi che l’accettano - Danimarca, Francia, Irlanda, Spagna, Svezia, Gran Bretagna e Olanda, USA- lo fanno perché ritengono: • Sia positiva per i consumatori, un momento di trasparenza e di apertura delle imprese verso il mercato, grazie alla diffusione di un maggior numero di informazioni e attraverso la divulgazione di messaggi contenenti dati oggettivi e controllabili; • possa stimolare la concorrenza, con benefici diretti per i consumatori. Federica Bandini 10 Marzo 2005 11 Condizioni presenti in tutte le legislazioni correttezza dell’informazione: il messaggio comparativo non deve essere strutturato e formulato in modo da creare confusione per il consumatore; completezza dell’informazione presenza di dati affidabili e verificabili alla base delle affermazioni: in ogni giudizio relativo al tema della pubblicità comparativa, costituiscono un requisito irrinunciabile. assenza di denigrazione nei confronti dei concorrenti: renderebbero i messaggi uno strumento di concorrenza sleale. Federica Bandini 10 Marzo 2005 12 • I paesi che la scoraggiano: Belgio, Lussemburgo, Austria, Finlandia, Grecia, Svizzera, Germania, Norvegia e Portogallo. • Spesso carenza di regolamentazione esplicita e ci si rifà alle leggi sulla concorrenza sleale Federica Bandini 10 Marzo 2005 13