Dai gesti alle parole: strumenti di valutazione Sabine Pirchio Corso di Laurea Triennale Terzo anno Dai gesti alle parole: perché? • Lo sviluppo delle prime parole e le loro prime combinazioni sono un tappa fondamentale nello sviluppo del bambino. • Lo studio del lessico è fondamentale sia per indagare i processi universali che caratterizzano l’acquisizione e l’uso del linguaggio sia per descrivere e predire la competenza linguistica dell’individuo. Dai gesti alle parole: perché? • Il sistema gestuale e quello verbale sono profondamente interconnessi nell’individuo (McNeill 2000; Gallese et al.1996; Capirci & Volterra 2008) • La produzione delle prime parole segue una serie di comportamenti prelinguistici da parte del bambino: – Babbling e produzione di proto-parole (Stark 1979; Locke 1989; Bortolini 2002) – Produzione di gesti comunicativi (Caselli 1990; GoldinMeadow & Morford 1990; Iverson & Thelen 1999) Dai gesti alle parole: perché? • La produzione precoce di gesti è strettamente correlata al successivo sviluppo linguistico (Bates et al. 1979; Camaioni et al. 1991) • La produzione di gesti è un predittore precoce di disturbo linguistico in bambini a rischio (late bloomers vs. DSL) (Thal & Tobias 1992) • Ruolo del gesto anche nella produzione di combinazioni di più parole (Capirci et al.1996; Butcher & Goldin-Meadow 2000; Ozçaliskan & Goldin-Meadow 2005). • Diverse ipotesi alla base della relazione tra gesto e sviluppo linguistico: specifica (Bates et al. 1979) o generale (Petitto 1988) Come valutare • Obiettivo di valutare lo sviluppo linguistico del bambino attraverso l’analisi della sua produzione gestuale. – Finalità descrittiva – Finalità predittiva • Il processo di valutazione clinica è molto costoso, lo sforzo comune di clinici e ricercatori è quindi di rilevare il maggior numero di informazioni da un’indagine adeguatamente circoscritta. • Regole della valutazione (Booney Vance & Awadh 1998): – Corretta selezione dello strumento di valutazione – Interpretazione dei risultati della valutazione – Etica dell’applicazione della misura di valutazione Tecniche di valutazione • Osservazione diretta: rilevazione del comportamento mentre si manifesta. Permette l’indagine qualitativa del comportamento gestuale: – – – – quali e quanti gesti, in che tipi di enunciato o produzione, con quale funzione comunicativa, l’eventuale co-occorrenza del parlato … • Osservazione indiretta: rilevazione dei comportamenti attraverso la mediazione di un “testimone”, in un momento diverso da quello in cui il comportamento si manifesta effettivamente. Permette di – superare i problemi dovuti ai limiti dei bambini piccoli, – tenere conto della contestualizzazione della produzione comunicativa del bambino (Bornstein et al. 2000) – compiere screening e valutazioni su ampi campioni Osservazione indiretta Attenzione! • Garantire l’attendibilità del questionario somministrato ai genitori: – Valutazione di comportamenti emergenti – Rilevazione ricognitiva – Consegna Strumenti di valutazione della comunicazione precoce • Osservazione diretta: – Prova di Imitazione/Produzione Verbale e Gestuale dai 12 ai 36 mesi – Osservazione e codifica della produzione comunicativa spontanea, durante la somministrazione di prove strutturate (es. di vocabolario) e durante compiti di narrazione (cartoni animati, storie figurate) • Osservazione indiretta: – Questionario sull’uso del gesto di indicare nel bambino (Q-Point) – Questionario sullo sviluppo comunicativo e linguistico nel secondo anno di vita (QSCL) – Primo Vocabolario del Bambino (PVB) Strumenti di valutazione diretta della comunicazione gestuale e verbale Test di comprensione / produzione verbale e gestuale • Assunto che la produzione gestuale e il gioco simbolico siano alla base e predittivi delle abilità linguistiche (Thal & Bates,1988). • Esiste una forte relazione tra la funzione ludica, ed in particolare l’attività simbolica, con lo sviluppo cognitivo e linguistico. Il gioco del far finta, come il linguaggio, implica l’uso di simboli. • Da utilizzare con bambini da 12 a 36 mesi. • Utile sia a livello di screening che nella fase di approfondimento diagnostico. • Evidenzia la relazione da 22 a 28 mesi di età tra l’articolazione delle sequenze simboliche e lo sviluppo sintattico. Somministrazione della prima parte del test • Il somministratore presenta al bambino uno ad uno i giochi stimolo attirando la sua attenzione e si osserva la produzione spontanea del bambino relativamente all’oggetto proposto. • Se il bambino esita o non rivolge l’attenzione sull’oggetto il somministratore può sollecitarlo genericamente. • Si trascrive la produzione del bambino come: – Gestuale: se il bambino ha prodotto lo schema d’azione con l’oggetto – Verbale: se il bambino ha prodotto il nome dell’oggetto • Per 5 dei 10 oggetti proposti si propone anche l’imitazione gestuale con oggetto neutro. Somministrazione della seconda parte del test • L’esaminatore mostra al bambino 3 sequenze di gioco che chiede al bambino di riprodurre: – fare il bagno ad un orsetto di peluche; – mettere a dormire l’orsetto di peluche; – dare da mangiare all’orsetto di peluche. • Il somministratore prende nota delle fasi della sequenza prodotte dal bambino, del loro ordine e del linguaggio eventualmente prodotto durante l’esecuzione. Sistema di codifica dei gesti (Pirchio et al. 2003) • Strutturato sulla base della letteratura (Ekman & Friesen 1969; Krauss et al. 2000; McNeill 1992) • Pointing: estensione dell’indice verso un oggetto o persona o evento di interesse. • Gesti Iconici: riproducono nella forma il significato del referente rappresentandone la forma o la funzione. Possono essere definiti come lessicali. • Gesti Convenzionali: definiti culturalmente per riferirsi a oggetti, luoghi, persone o più frequentemente eventi. • Gesti Interattivi: gesti con funzione di regolare l’interazione. • Gesti Ritmici o Beats: movimenti semplici e ripetitivi senza un significato codificato. Uso del sistema di codifica • Fornisce una descrizione del repertorio e della frequenza d’uso dei gesti da parte dei bambini. • Utilizzato per comparare gruppi di bambini differenti per età, livello di sviluppo cognitivo e linguistico, presenza di sindromi o disturbi in diverse situazioni comunicative (Bello et al. 2004, Pirchio et al. 2003). Schema di codifica delle combinazioni di gesti e parole (Capirci et al. 1996) • Indagare il ruolo che viene svolto dai gesti nelle combinazioni di più parole. • Lo schema di codifica si applica a videoregistrazioni tre tipi di interazione tra madre e bambino per la durata totale di 45 minuti: – Gioco con oggetti nuovi – Pasto o merenda – Gioco libero • Le combinazioni sono espressioni composte da più elementi comunicativi (linguistici o gestuali) in contemporanea o in rapida successione. Codifica delle combinazioni • Tipo di combinazione: – unimodale gesto-gesto: es. Indica una bottiglia e il bicchiere. – crossmodale gesto-parola: es. Indica il libro e dice “eccolo”. – unimodale parola-parola: es. “piccolo miao” • Contenuto informativo: – Equivalenti: es. Fa ciao e dice “ciao” – Complementari: es. Indica i fiori e dice “fiori” – Supplementari: es. Indica il gioco dice “mio” Uso del sistema di codifica • Indagare il ruolo dei gesti nello sviluppo sintattico. • I bambini mostrano di poter combinare più elementi in uno stesso messaggio prima di poterlo fare utilizzando esclusivamente il mezzo verbale (Capirci et al. 1996). • L’età di produzione di combinazioni supplementari gestoparola è altamente correlata all’età di comparsa delle prime combinazioni di due parole (Iverson & Goldin-Meadow in press). Strumenti di valutazione indiretta della comunicazione gestuale e verbale Questionario sull’uso del gesto di indicare nel bambino (Q-point) • Identificare e valutare con quale intenzione i bambini usano il pointing (Perucchini & Camaioni 1999; Perucchini 2002) • Riferimento alla letteratura che rileva un décalage nella presentazione delle due intenzioni che implicherebbe un diverso status cognitivo (oltre che funzionale) delle due funzioni del pointing (Camaioni 1993; 1997; Perucchini 1997). • Va somministrato a bambini che hanno appena iniziato ad indicare, indipendentemente dall’età cronologica. • Due sezioni di 11 item che specificano situazioni differenti in cui l’indicazione può essere usata dal bambino: – Indicazione richiestiva – Indicazione dichiarativa Struttura del Q-Point • Ai primi 8 item si chiede di indicare quanto il bambino produce l’indicazione in varie situazioni specifiche. – Es. richiestiva: “indica un luogo dove vuole andare” – Es. dichiarativa: “indica un animale in casa o fuori” • Ad ogni item si attribuisce un punteggio da 1 a 3 (mai/talvolta/spesso): il punteggio massimo è 16. • L’item 9 è una domanda aperta su altre situazioni in cui il bambino produce l’indicazione. • Gli item 10 e 11 riguardano i comportamenti del bambino quando l’adulto soddisfa o non soddisfa l’intenzione attribuita al gesto del bambino. Risultati e uso del Q-Point • Dai punteggi riportati il profilo del bambino può essere: – – – – Assenza: non padroneggia nessuna delle due intenzioni Richiestivo: padroneggia solo l’intenzione richiestiva Dichiarativo: padroneggia solo l’intenzione dichiarativa Compresenza: padroneggia entrambe le intenzioni • Il profilo più frequente è di compresenza: – compilazione in un lungo intervallo di tempo dalla comparsa dell’indicazione (20-40 giorni) – molte delle indicazioni riportate fanno riferimento a routines di gioco ritualizzato: rimane il dubbio sulla capacità di utilizzare l’indicazione anche fuori da queste routines. • Prima valutazione della capacità del bambino di usare l’indicazione per comunicare le proprie intenzioni: strumento di screening in programmi di prevenzione per la popolazione infantile. Questionario sullo sviluppo comunicativo e linguistico nel secondo anno di vita (QSCL) • Paradigma teorico socio-costruttivista: i prerequisiti cognitivi del bambino interagiscono con il contesto sociale di acquisizione linguistica (Bruner 1983). • Questionario compilato dai genitori, dagli educatori o dagli operatori che conoscono bene il bambino. • Da utilizzare nel periodo dalla nascita della comunicazione intenzionale alle prime parole, tra 12 e 20 mesi. • Dispone di un manuale con le istruzioni per la somministrazione e la codifica. • Dispone di dati normativi sulla popolazione italiana, su un campione di 50 bambini 12, 16 e 20 mesi. Struttura del QSCL • Esistono due forme: - Forma I: per bambini di 12/16 mesi - Forma II: per bambini di 20 mesi • Questionario a risposte strutturate sulla frequenza (mai/ qualche volta/ spesso) di comportamenti comunicativi e non, prodotti dal bambino in 6 contesti di vita quotidiana. - Forte dipendenza della produzione linguistica del bambino dal contesto fisico e sociale dello scambio. - Importanza del considerare i contesti di gioco oltre a quelli di routine di cure materiali. • Lista di 7 e 8 item sulle abilità motorie (forma I) • Lista di 15 parole (entrambe le forme) • Lista di 15 gesti comunicativi (entrambe le forme) Codifica delle risposte al QSCL e variabili criteriali • • • • • • • • • • • • Pianto Ricorso all’adulto → forma I e II Comportamento solitario Indicazione → forma I e II Gesti referenziali Vocalizzi Parole Indicazione + parola Frasi → forma II Numero di gesti referenziali → forma I Numero di parole → forma I e II Abilità motorie → forma I Qualità psicometriche e uso del QSCL • Attendibilità: buona sia per andamenti evolutivi “stabili” che in cambiamento. • Validità predittiva: l’indicazione, i gesti referenziali e il ricorso all’adulto a 12 e 16 mesi correlano positivamente con l’ampiezza di vocabolario a 20 mesi. • Valutazione del livello di sviluppo comunicativo linguistico • Screening dei bambini di popolazioni a rischio • Screening di ampie popolazioni per scopi preventivi e per controllo epidemiologico Primo vocabolario del bambino (PVB) • MacArthur – Bates Communicative Development Inventory (MCDI) (Fenson et al. 1993). • Esistono versioni in 40 lingue (www.sc.sdsu.edu) tra cui l’adattamento italiano che nasce parallelamente alla versione americana (Caselli & Casadio 1995). • Questionario per la valutazione della comunicazione e del linguaggio nei primi anni di vita. • Esistono due differenti forme del questionario: – Scheda Gesti e Parole – da 8 a 17 mesi – Scheda Parole e Frasi – da 18 a 30 mesi Scheda Gesti e Parole • Rivolta a bambini di età compresa tra gli 8 e i 17 mesi ed è composta da tre parti: • PARTE I – Comprensione globale: valuta la comprensione del linguaggio da parte del bambino. • PARTE II – Lessico vocale: valuta la comprensione e la produzione lessicale su un elenco di 408 parole. • PARTE III – Azioni e gesti: valuta la comunicazione non verbale attraverso una lista di 63 gesti. • Al termine una scheda informativa raccoglie i dati anamnestici. Parte I: Comprensione globale A. Primi segnali di comprensione B. Frasi Si chiede al genitore se il figlio comprende una serie di semplici frasi estratte da contesti altamente familiari Es. Risponde quando è chiamato per nome? Es. Capisce Apri la bocca? Parte II: Lessico vocale • C - prime parole: si chiede con quale frequenza il bambino imita le parole udite e se nomina gli oggetti che vede (non ancora, a volte, spesso). • D - lista di parole: indaga la comprensione e la produzione lessicale di un elenco di 408 parole divise in 19 categorie semantiche. – Per la produzione, oltre a selezionare gli item che il bambino produce, è possibile scrivere la forma semplificata effettivamente usata dal bambino (ad es. apua per acqua). Parte III: Azioni e gesti (continua) • Indaga la produzione di una lista di 63 gesti e azioni suddivisi in 5 categorie: A. Primi gesti comunicativi: – includono i deittici (mostrare, dare, richiedere, indicare) e i convenzionali (ad es. fa sì con la testa) – segnalano la comparsa della comunicazione intenzionale e sono validi indici predittivi del successivo sviluppo linguistico. B. Giochi e routines: – mostrano le capacità di interazione sociale del bambino (ad es. batte le mani). C. Azioni con oggetti: – implicano l’uso funzionale degli oggetti (ad es. lancia la palla). (continua) Parte III: Azioni e gesti D. Facendo finta di essere la mamma o il papà: – capacità simbolica di trasferire azioni rappresentative su bambole o animali giocattolo (ad es. mette a letto un pupazzo). E. Imitando le azioni dell’adulto: – capacità di rappresentarsi gli oggetti e il loro uso appropriato; costituiscono una sorta di “denominazione non verbale”. F. Giocare a far finta con degli oggetti: – indaga la capacità del bambino di sostituire un oggetto con un altro chiedendo anche al genitore di fornire degli esempi. – Queste sostituzioni rappresentano per eccellenza il gioco simbolico che risulta fortemente legato allo sviluppo linguistico. Attribuzione dei punteggi • Si procede per sezioni sommando le risposte affermative e gli item lessicali selezionati dal genitore • Per la produzione, se una parola risulta generalizzata (es. “brum-brum” viene prodotto per riferirsi a veicoli come auto, camion, moto) si conterà come una sola parola prodotta. • Nell’ultima domanda, relativa al gioco di finzione, si richiedono degli esempi che vengono valutati qualitativamente. Valori normativi • Valori normativi relativi ad un campione di 315 bambini italiani suddivisi in 5 fasce di età: – 8-9 mesi, 10-11 mesi, 12-13 mesi, 14-15 mesi, 16-17 mesi. • Si confrontano i risultati ottenuti dal bambino in osservazione con quelli dei pari età cronologica o di sviluppo, per verificare se il suo sviluppo sia adeguato per l’età (cronologica o mentale). • Per le sezioni A, C e F è stata calcolata la percentuale di bambini, per ogni fascia di età, che mostra i comportamenti descritti. • Per la sezione B viene fornito il numero medio di frasi comprese ad ogni età. Valutazione del repertorio gestuale e verbale • Per il vocabolario ed il repertorio gestuale vengono fornite le medie e le deviazioni standard delle parole comprese, di quelle prodotte e dei gesti prodotti, e i relativi valori percentili. • Il bambino in osservazione si considera a rischio per il successivo sviluppo linguistico quando i suoi punteggi si collocano al di sotto del 10° percentile. Il repertorio gestuale • Per tutte le fasce d’età osservate, i gesti più prodotti sono quelli legati a GIOCHI E ROUTINES e i gesti DEITTICI. • La percentuale di bambini che usa i GESTI COMUNICATIVI è molto simile a quella di bambini che usa schemi appropriati di AZIONI CON OGGETTI • Imitare le azioni dei “grandi” è un processo più complesso che i bambini raggiungono solo intorno ai 15/16 mesi. • La capacità di giocare a FARE FINTA si presenta successivamente, quando il bambino raggiunge livelli cognitivi più elevati. La relazione gesti - parole • La percentuale dei bambini che usano azioni e gesti aumenta all’aumentare del lessico prodotto. • All’emergere della comprensione (1-50) e produzione (15) più dell’80% dei bambini produce GESTI DEITTICI e ROUTINES SOCIALI; • Con l’ampliamento del vocabolario (100-200 parole in comprensione e 6-20 parole in produzione) quasi tutti i bambini usano anche AZIONI DIFFERENZIATE per gli oggetti e GESTI COMUNICATIVI (sì, no, ciao). • Successivamente, con comprensione > 200 parole e produzione > 50, circa l’80% dei bambini è anche in grado di IMITARE le azioni dei “grandi”. • Pochi i bambini con alta comprensione (>300) e produzione (>50), che mostrano capacità di FARE FINTA. Qualità psicometriche e uso del PVB • La validazione (Caselli e Casadio, 1995), anche attraverso il confronto con dati raccolti con altri strumenti (Modena e Caselli, 1996, Devescovi e Caselli, 2001) ha evidenziato una buona validità di costrutto e attendibilità. • Progetti di screening • Valutazione di bambini a rischio o con problemi di linguaggio: sindromi di Down (Caselli et al. 1998), di Cri-du-Chat (Piccardi et al. 2005), late talkers (D’Odorico et al. 2000), nati pre-termine (Sansavini et al. 2004) e gemelli (Longobardi et al. 2005) Sintesi • La valutazione della competenza e del comportamento comunicativo del bambino può e deve avvalersi di strumenti che permettano di cogliere la sua individualità. • La collocazione della prestazione del bambino all’interno di un range di “normalità” o rischio è solo il primo passo cui deve seguire una valutazione qualitativa delle strategie messe in atto, dei punti di forza e delle criticità del comportamento comunicativo del bambino e del suo contesto. • Solo una valutazione qualitativa, inoltre, permette di prendere decisioni adeguate rispetto agli eventuali interventi di recupero o educazione. Prossima lezione • Esercitazione su un protocollo di valutazione delle abilità comunicative e linguistiche precoci. • Saranno proposti test, questionari e video di osservazioni relativi alla comunicazione gestuale e verbale nei primi anni di vita, da codificare e interpretare in piccolo gruppo.