Ferrara, 16/03/2012 Gli impatti ambientali connessi agli impianti a biogas da FORSU: analisi su base normativa e caso di studio Francesco Fatone Dipartimento di Biotecnologie - Università di Verona Master Interateneo “Ingegneria Chimica della Depurazione delle Acque e delle Risorse Rinnovabili” – Treviso Contenuti • Premessa: l’attuale attenzione del mondo scientifico e le indicazioni comunitarie • Inquadramento normativo-autorizzativo nei due scenari principali • La digestione anaerobica della FORSU e l’impatto sulle matrici ambientali • Il caso Treviso • Considerazioni conclusive Gerarchia di gestione dei rifiuti Sostenibilità massima Minimizzazione Minimizzare la produzione Riuso Riciclo e compostaggio Recupero materiale e/o energia Smaltimento Sostenibilità minima Massimizzare il recupero di materia Massimizzare il recupero di energia Minimizzare il ricorso in discarica Anaerobic treatment…è un must, attualmente si studiano sistemi decisionali per ottimizzare i casi sito-specifici Gli obiettivi comunitari per la gestione del RSU e il destino della FORSU • L’obiettivo di raccolta differenziata è fissato dal D.Lgs. 152/2006 al 65% a livello di ambito entro il 31/12/2012, mentre l’ obiettivo di recupero di materia è fissato dalla direttiva comunitaria al 50% entro il 2020. • Tali obiettivi possono essere raggiunti solo se viene garantito un adeguato livello di raccolta differenziata della componente organica dei rifiuti. Inoltre, l’intercettazione della componente organica del rifiuto urbano prima dello smaltimento, è necessaria anche in relazione al fatto che la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, recepita nell’ordinamento italiano dal D.Lgs. 36/2003, fissa limiti precisi in Kg/anno per abitante allo smaltimento in discarica di rifiuti urbani biodegradabili (RUB). I quantitativi di RUB collocati a discarica sono fissati in quantitativi inferiori a 115 kg/anno per abitante nel 2011 e a 81 Kg/anno per abitante nel 2018. Il biorifiuto • La normativa italiana ha recepito la definizione europea di “biorifiuto” (bio-waste - Dir. 2008/98/CE) all’interno del D.Lgs. 152/06 in cui si legge: - «rifiuto organico»: rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dall’industria alimentare raccolti in modo differenziato. (art. 183 definizioni, comma 1, let. d). Come gestire il biorifiuto: indicazioni comunitarie • La gestione del biorifiuto è indicata come contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, aiuto al miglioramento della qualità dei suoli (compostaggio) e al raggiungimento degli obiettivi per l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (biogas) (COM(2010)577) Infatti… • In Europa sono presenti 293 impianti che trattano FORSU o frazione organica da selezione meccanica (FO), sia come unico substrato che in codigestione con altre matrici. Il 41% di questi impianti sono situati in Germania, seguono Austria, Svizzera, Danimarca, Spagna, Svizzera e Italia. • In Italia sono attualmente presenti 18 impianti, concentrati principalmente nelle regioni del nord Italia, con due esempi in Emilia Romagna e uno in Sardegna. Del totale si hanno 4 impianti che trattano FORSU in combinazione con fanghi, mentre quasi il 50% tratta esclusivamente frazione organica (Fonti: ONR 2011; Progetto C-Step) Il quadro autorizzativo: recupero (R) o smaltimento (D)? 2 scenari principali • Digestione anaerobica di FORSU • Trattamento di rifiuti in impianti di depurazione (co-digestione fanghiFORSU) Operazioni di recupero • • • • • • • • • • • • • • R1 Utilizzazione principale come combustibile o come altro mezzo per produrre energia R2 Rigenerazione/recupero di solventi R3 Riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche) R4 Riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici R5 Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche R6 Rigenerazione degli acidi o delle basi R7 Recupero dei prodotti che servono a captare gli inquinanti R8 Recupero dei prodotti provenienti dai catalizzatori R9 Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli R10 Spandimento sul suolo a beneficio dell'agricoltura o dell'ecologia R11 Utilizzazione di rifiuti ottenuti da una delle operazioni indicate da R1 a R10 R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11 R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti) R14 Deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti i rifiuti qualora non vengano rispettate le condizioni stabilite dalla normativa vigente) Digestione anaerobica (e post-compostaggio) di sola FORSU - Procedure ordinarie e semplificate • I PROCEDIMENTI AUTORIZZATIVI ORDINARI SONO QUELLI DISCIPLINATI DAGLI ARTT. DAL 208 AL 211 DEL D.LGS 152/2006 (EX ARTT. 27-28 DLGS 22/97); • I PROCEDIMENTI COMUNICATIVI, IN “REGIME AGEVOLATO O SEMPLIFICATO” SONO QUELLI DISCIPLINATI DAGLI ARTT. 214 AL 216 DEL D.LGS 152/2006 E DAI D.M.5/02/1998 E S.M. (PER RIFIUTI NON PERICOLOSI) E D.M. 161/2002 (PER RIFIUTI PERICOLOSI) (EX ARTT. 31-33 DLGS 22/97) Co-digestione anaerobica fanghiFORSU in depuratori pubblici La sezione di digestione anaerobica è inserita in impianti attualmente non autorizzati ai sensi della Parte IV del D.Lgs. 152/2006 (disciplina dei rifiuti), in quanto si tratta di impianti realizzati per il trattamento delle acque reflue civili. L’inserimento di rifiuti, cioè di materiali soggetti alla disciplina della Parte IV del D.Lgs. 152/2006, nel ciclo di depurazione dei fanghi comporta una nuova valutazione del regime di autorizzazione dell’impianto di depurazione in quanto ai sensi dell’art. 110, comma 2 dello stesso decreto è vietato l'utilizzo degli impianti di trattamento di acque reflue urbane per lo smaltimento di rifiuti. Quadro autorizzativo: quantitativi FORSU vs fanghi di depurazione Relativamente alla dimensione dell’impianto rispetto ai quantitativi trattati, si tiene conto soltanto dei quantitativi di FORSU introdotti nel sistema e non dei fanghi di depurazione che comunque continuano ad essere conferiti e trattati. I fanghi infatti completano il proprio processo di stabilizzazione presso l’impianto di digestione connesso al depuratore, come previsto all’art. 127 e pertanto non sono ancora da inquadrare come rifiuti come confermato da recente Sentenza Cass. Pen. Sez. III n. 36096 del 05/10/2011 Recupero o Smaltimento? Un’interpretazione ragionevole L’operazione di co-digestione della FORSU con i fanghi da depurazione, è inquadrabile come un’operazione di recupero ed in particolare, ai sensi del D.Lgs. 152/2006, come operazione R3, cioè il recupero delle sostanze organiche. Nei casi in cui il digestato è post-compostato e reso ammendante compostato misto, il recupero R3 è sia di materia che di energia La classificazione dell’operazione R3 è indipendente dalla successiva destinazione del digestato. Non si tratta infatti in questo caso di recupero di materia, ma di energia, che si conclude con il recupero energetico del biogas prodotto. Il digestato è quindi considerato come un rifiuto dell’operazione di recupero, e potrà essere avviato a successive operazioni di recupero di materia (compostaggio) o a ulteriore recupero di energia (termovalorizzazione) previa essiccazione. Le emissioni e le interazioni con l’ambiente Biogas Emissioni Impianto di digestione anaerobica Digestato (solido) Surnatanti (liquido) Potenziali impatti In un impianto di Digestione Anaerobica, i potenziali impatti ambientali sono originati principalmente nei reparti di ricezione, stoccaggio delle matrici organiche, trattamento e stoccaggio del digestato e conversione energetica del biogas: • Emissioni in atmosfera • Emissioni in ambiente idrico • Rumore • Traffico • Utilizzazione energetica del biogas Potenziali impatti: emissioni in atmosfera Principali emissioni (diffuse e convogliate): • sostanze volatili e materiale particolato • Ammoniaca e sostanze odorigene • Gas serra Principali fonti: • Stoccaggio e movimentazione delle matrici organiche • Sezione di metanizzazione • Trattamento e stoccaggio del digestato e del surnatante BILANCIO COMPLESSIVO DELLE EMISSIONI DI CO2 IN IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO E DIGESTIONE ANAEROBICA DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI Regione Veneto/ dati ARPAV – Osservatorio regionale per il Compostaggio Compost una fonte di nuova fertilità (2009) VALUTAZIONE AMBIENTALE PER IPOTESI ALTERNATIVE DI UTILIZZO DEL BIOGAS E SMALTIMENTO DEL DIGESTATO - Ipotesi 1: biogas inviato ad un motore cogenerativo e digestato essiccato a mezzo di essiccatore termico e poi avviato a smaltimento finale nel vicino termovalorizzatore. - Ipotesi 2: biogas interamente utilizzato nella caldaia per il riscaldamento dei digestori e per l’essiccatore ; il digestato essiccato è smaltito a mezzo del termovalorizzatore -Ipotesi 3: biogas utilizzato in un motore cogenerativo, digestato inviato al compostaggio. - Ipotesi 4: biogas utilizzato per il riscaldamento dei digestori (caldaia) e per l’essiccamento dei fanghi (essiccatore termico); il biogas residuo è inviato in cogenerazione. Fonte: Progetto C-Step 2011 Sostanze odorigene: “digestione anaerobica + postcompostaggio” vs “compostaggio aerobico diretto” Post-compostaggio dopo Compostaggio aerobico digestione anaerobica Alcoli g/tonFORSU 283,6 0,033 Chetoni g/tonFORSU 150,4 0,466 Terpeni g/tonFORSU 82,4 2,2 Esteri g/tonFORSU 52,7 0,003 Organosolfuri g/tonFORSU 9,3 0,202 Aldeidi g/tonFORSU 7,5 0,086 Eteri g/tonFORSU 2,6 0,027 VOCtot g/tonFORSU 588,5 3,017 NH3 g/tonFORSU 158,9 97,6 747 101 Dati di riferimento: Mata-Alvarez et al., 2004 Totale (VOC + NH3) g/tonFORSU Misure di prevenzione e contenimento Ing. Palumbo, Regione Emilia-Romagna, Ecomondo 2011 Atmosfera: misure di mitigazione Stoccaggi non superiori a 24-48 ore Inserimento di tutte le operazioni di pre-trattamento della FORSU in ambienti chiusi e in depressione Trattamento delle emissioni per l’abbattimento dell’ammoniaca e delle sostanze odorigene Monitoraggio: localmente possono esistere dei valori guida a cui fare riferimento (i.e. valori di unità odorigene misurate con metodi di olfattometria dinamica; misure della concentrazione di composti ridotti dell’azoto) Emissioni da cogenerazione Per l’autorizzazione all’emissione, le concentrazioni di: • carbonio organico totale (COT) • monossido di carbonio (CO) • ossidi di azoto (espressi come NO2) • Composti inorganici del cloro sotto forma di gas o vapori (come HCI) sono almeno inferiori ai limiti del D.Lgs. 128/10 (modifica al D.Lgs 152/06) Potenziali impatti: rumore, traffico e utilizzazione energetica del biogas Rumore derivante dalle apparecchiature utilizzate nelle varie sezioni • Relazione di previsione di impatto acustico in funzione dei punti sensibili • Accorgimenti per l’attenuazione dei livelli sonori Traffico veicolare in relazione ai flussi di materiale IN e OUT • Piano del traffico (adeguatezza della viabilità locale e misure volte a mitigare eventuali criticità riscontrate) • Produzione di FORSU media 0.15-0.2 kg/ab*giorno. (1 automezzo da 5.7 tonnellate (Daimler-Translift) al giorno copre una popolazione superiore a 25000 abitanti) Combustione del biogas • Dispositivi di sicurezza per la combustione del biogas quando non è avviato ai consumi finali Quanta strada percorre la FORSU? Ad oggi alcune zone di produzione distano anche più di 100 chilometri dall’impianto di compostaggio. Necessità di un approccio territoriale diffuso…opportunità di sfruttamento dei digestori esistenti! Inquinante Cd CH4 CO Cr Cu N2O NH3 Ni NMVOC NOx PM10 Se SOx Zn Inquinante CO2 Inquinante Diossina Fattore di emissione (g/km*1000 veicoli) 0,00291 120,12 3932,35 0,00728 0,01748 30 3 0,00874 2146 11267,99 797,48 0,00291 291,36 0,00874 Fattore di emissione (kg/km*1000 veicoli) 915,77 Fattore di emissione pgTEQ/Km 10,9 Effluente solido: il digestato • Il digestato è il risultato della stabilizzazione, con buone capacità fertilizzanti, per l’elevato contenuto di azoto e fosforo e ammendanti soprattutto per la capacità di ritenzione di umidità e di contenuto organico (sostanze umiche per il terreno). • Si tratta di una miscela con un contenuto in secco generalmente variabile tra il 15 e il 30%. • Un’opzione interessante e da perseguire è quella di avviarlo a recupero di materia in impianti di compostaggio per formare un ammendante con buone proprietà nutritive previsto dal nostro ordinamento normativo sui fertilizzanti (ammendante compostato misto). Qualità minime ammendante compostato misto ex D.Lgs 75/2010 (Allegato 2) Fanghi massimi miscela Tenore materiali plastici e inerti > 2mm Tenore materiali plastici e inerti > 5mm Umidità massima pH Corganico sul secco minimo C umico e fulvico Azoto organico C:N massimo p/p 35% Piombo totale mg/kgSS 140 p/p 0,50% Cadmio totale mg/kgSS 1,5 p/p % mg/kgSS mg/kgSS mg/kgSS mg/kgSS 100 500 230 1,5 mg/kgSS 0,5 5% 50 6-8,5 20% 7% 80% 25 Nichel totale Zinco totale Rame totale Mercurio totale Cromo esavalente totale Inoltre in Italia, come in altri paesi europei, è attivo un programma di certificazione volontaria del compost di qualità di cui è promotore il Consorzio Italiano Compostatori. Trasformazioni ed eventuali vie di rimozione dell’azoto in digestione anaerobica: l’ammonificazione Strippaggio ed emissione di NH3 con il biogas Azoto IN = 100 25/40 sospeso 60/75 liquido 40/60 ammoniaca Precipitazione come STRUVITE: MgNH4PO4·6H2O dipendente da pH e dal contenuto di P e Mg dipendente da pH e temperatura di lavoro Idrolisi proteine e conversione ad ammoniaca Azoto OUT ~ 100 10/15 sospeso 85/90 liquido > 80 ammoniaca Effluente liquido: il surnatante • Il surnatante rappresenta la frazione liquida in uscita dal processo. Si tratta di un flusso concentrato con elevato contenuto di azoto ammoniacale e fosforo. • A causa dell’elevato carico in termini di COD e azoto, il surnatante viene generalmente ricircolato in testa alla linea acque dell’impianto di depurazione. Il contributo di tale flusso deve essere pertanto valutato al fine di garantire l’efficienza depurativa dell’impianto, in quanto aggrava la richiesta di nitrificazione e di denitrificazione con conseguenza richiesta di carbonio organico. • Nel caso di codigestione con altre matrici, si può prevedere una maggiore concentrazione dei nutrienti nel surnatante. Per tale ragione, in letteratura sono riportati numerosi studi tesi a sviluppare processi adeguati Valorizzazione o trattamento del surnatante: tecnologie efficaci e consolidate • In particolare, per quanto concerne i possibili pre-trattamenti di tipo biologico, l’attenzione è posta in processi di tipo autotrofo, ovvero che non richiedono la presenza di carbonio organico ma inorganico, e in condizioni anaerobiche che consentono di trasformare l’azoto ammoniacale in azoto gassoso (processo ANAMMOX, Strous et al., 1999), con evidenti risparmi dal punto di vista energetico. • Esperienze interessanti su reflui concentrati, tra cui in particolare il surnatante hanno dimostrato la possibilità di recuperare le sostanze fertilizzanti (azoto e fosforo) a mezzo della precipitazione di sali, in particolare la struvite, un fosfato di magnesio ed ammonio che si ottiene aggiungendo magnesio al surnatante (Battistoni et al., 2002). La struvite ha dimostrato di possedere delle buone capacità fertilizzanti, tuttavia l’attuale norma italiana in materia (D.Lgs. 75/2010) non prevede l’utilizzo di fertilizzanti derivati da rifiuti, come è considerato il surnatante, se escluso dal ciclo del trattamento di depurazione. Impianti di depurazione: lo schema di processo ottimale per recuopero di energia e materia To aerobic postcomposting Salute e igiene pubblica Il caso di studio: l’impianto di trattamento integrato di Treviso Impianto all’interno del parco regionale del fiume Sile Il processo AF-BNR-SCP di Treviso Civil Wastewater BNR Liquid phase Controlled fermentation Sewage sludge codigestion Clean water Co generat ion OFMSW sludge biogas FBR crystallisation struvite Schema di processo area FORSU Refuses fraction to headline Iron removal Iron to recovery Sewage sludge from WWTP Plastic refuses Inox removal Iron to recovery Plastic fraction to clean Refuses clean-up Wastewater to headline Inert fraction to clean Waste to landfill Shredding pump Sludge/ OFMSW to digester Il destino della FORSU di Treviso negli anni 20072008 Anno 2007, delle 5 850 tonnellate di FORSU raccolte: •circa il 50% è stato inviato all’impianto di compostaggio di Trevignano, di proprietà del Consorzio TV3; •circa il 26% all’impianto di Treviso; •il restante 23%, non conferibile negli impianti di Trevignano e Treviso per limitazioni di accesso e/o autorizzative, è stato inviato alla stazione di travaso di Contarina Spa di Lovadina. Nel 2008, dopo la fusione tra la società Contarina e il Consorzio TV3, non è stato più possibile conferire il rifiuto umido all’impianto di Trevignano. Pertanto la FORSU del Comune di Treviso viene conferita all’impianto Sant’Antonino nelle quantità consentite (attualmente 1 300 ton/anno), mentre la restante parte viene inviata alla stazione di travaso della società Contarina SpA che li trasporta agli impianti di: •Consorzio Azienda Intercomunale Bacino TV3 •Sesa SpA di Este •Etra di Bassano del Grappa Fonte: Trevisoservizi Domanda/offerta: trattamento FORSU Offerta Treviso tFORSU/ora Offerta Treviso tFORSU/giorno Offerta Treviso tFORSU/anno Domada-Offerta Bacino: Comune Treviso (tFORSU/anno) Scenario 00 Nota 0 Nota 0 1300 6146 Scenario 1a 2 20 6260 1186 Scenario 2b 2 48 17520 -10074* 0 Stato di funzionamento attuale, come da autorizzazione vigente a Impianto funzionante per 10 ore al giorno e 6 giorni a settimana b Impianto funzionante a ciclo continuo, 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno * Alla potenzialità di collaudo funzionale dell’impianto si ottiene una plus-offerta rispetto alla domanda del territorio comunale trevigiano Sovraccarico di N e P da surnatanti alla linea acque per il trattamento di FORSU di 6000 ton/anno Parametro Unità Valore assunto Flusso di massa alla disidratazione Kg TSS/d 960-1200 1080 Contenuto in secco del fango da disidratare %TS 4 Percentuale di cattura sul secco % 95 Portata di surnatanti generata m3/d Flusso di N ricircolato in testa impianto con i surnatanti KgN/d da 10,8 a 14,4 14,4 AE 1200 Flusso di P ricircolato in testa impianto con i surnatanti KgP/d 3,24 3,24 AE 3271 22,9 Da quanto riportato sopra si evince che le volumetrie di reattore disponibili presso l’impianto Sant’Antonino, sia in linea acque che in linea fanghi, lasciano ampio spazio al trattamento sia dei rifiuti liquidi di origine urbana che della FORSU, il cui carico influente potrebbe anche essere portato quindi al massimo quantitativo trattabile dalla linea di selezione, pari a 2 ton/ora Il trattamento delle emissioni gassose Venturi-scrubber a doppia fase (acidobase) Biofiltro E il contenimento delle emissioni sonore Il trattamento dei surnatanti anaerobici e il potenziale recupero di fertilizzanti Struvite (MAP – Magnesio Ammonio Fosfato) Impianto di cristallizzaziome della struvite Considerazioni conclusive • Recupero energetico • Recupero di materia come compost di qualità • Emissioni odorigene poco significative e tecnologie consolidate per il loro contenimento • Valida soluzione territoriale • Impatti globali sull’ambiente significativamente positivi E il futuro? Il biometano…in ricerca e sviluppo Sono ormai numerose le esperienze, in particolare nei paesi nord europei, di impianti di DA che associano la produzione di biometano e l’alimentazione di flotte di mezzi dedicati a sevizi pubblici locali o al rifornimento di automezzi privati (Svizzera, Svezia, Austria, Francia, Spagna). Un recente studio italiano (Veneto Agricoltura) individua in almeno 500 m3/h la produzione di biogas grezzo di interesse per la trasformazione, mentre ritiene non siano interessanti produzioni inferiori ai 250 m3/h. La trasformazione opera l’abbattimento delle sostanze indesiderate (umidità, componenti acide corrosive, particolato) e l’eliminazione della CO2 in eccesso (25-45% a seconda della qualità del biogas). I primi due processi sono quelli maggiormente diffusi sul mercato sono l’adsorbimento a pressione oscillante (PSA) e il lavaggio ad acqua ad alta pressione (PWS). Il contenuto finale in biometano risulta intorno al 98% in entrambi i processi. Ferrara, 16/03/2012 Grazie per l’attenzione Francesco Fatone Dipartimento di Biotecnologie - Università di Verona Master Interateneo “Ingegneria Chimica della Depurazione delle Acque e delle Risorse Rinnovabili” – Treviso