Andrea Bajani Cordiali saluti: organizzazione, lavoro e società con gli occhi della narrazione Cosa hanno da dire gli scrittori sul mondo del lavoro, sull’economia, sul mondo delle imprese? Moltissimo, secondo noi. Colpisce la capacità dei narratori di far emergere la complessità dei fenomeni con descrizioni che valgono molto più dei concetti che si trovano nella letteratura organizzativa. Durante una iniziativa a Scuola Coop Pier Luigi Celli, Direttore generale della Luiss, annunciò la lettura di una poesia per introdurre un concetto. Ci fu una risatina tra il pubblico a cui rispose così: prima di tutto ci sono i poeti che comprendono le cose. Poi arrivano gli scienziati che cercano di spiegare ciò che i poeti hanno già capito. Infine arrivano i manager, che banalizzano tutto! Andrea Bajani, scrittore tra i più bravi e originali, in Italia lo si definisce giovane. Comunque è nato nel 1975. Ci interessa averlo con noi per discutere del mondo del lavoro da lui magnificamente descritto attraverso il romanzo “Cordiali saluti”, il cui protagonista, soprannominato il killer, è uno scrittore di lettere di licenziamento. Compone congedi pirotecnici, appassionati e struggenti come lettere d’amore, raccoglie gli elogi della dirigenza e vede sfilare i colleghi in esubero con le scatole dei loro effetti personali sottobraccio. Il meccanismo perfetto verrà stravolto da due bambini con il papà in ospedale che mettono a soqquadro la sua vita insegnandogli i rituali teneri e un po' anarchici di una dolorosa paternità d'emergenza. E in pochi istanti spazzano via logiche di rendimento e controllo qualità, premi di produzione e gestione delle risorse umane. Un personaggio, quello del libro di Bajani, che davvero non vorremmo avere come collega nelle nostre cooperative, ma che molto ci può dire sull’interpretazione dei ruoli nel teatro del lavoro. Ma gli scritti di Bajani non finiscono qui e altri due libri, tra gli altri, ci sembrano degni di attenzione per i nostri interessi: “Mi spezzo ma non mi impiego. Guida di viaggio per lavoratori flessibili.” e “Domani niente scuola” Nel primo si descrive l’infinita gamma dei lavori precari. Ne emerge un affresco amaramente esilarante di un pezzo consistente del mondo del lavoro, ma anche del modo con cui la nostra società, l’economia e la politica pensano, anche linguisticamente, alla persone. Soprattutto ai giovani. Il secondo libro è la commovente e divertente storia delle gite scolastiche di alcune classi di scuole superiori di Firenze, Torino e Palermo, alle quali Bajani ha partecipato con l’intento di scrivere sull’universo giovanile e verificare se gli stereotipi che il mondo dei mass media ci consegna sui giovani sono veri. Anche qui l’affresco che ne emerge testimonia l’onestà intellettuale di Andrea Bajani. Un adulto talvolta in difficoltà a capire e vivere i codici dei giovani d’oggi. Ma anche in grado di valutare gesti, sentimenti, paure, bisogni dei giovani che non sembrano molto diversi da quelli delle generazioni che li hanno preceduti. Insomma un libro letto il quale gli stereotipi negativi nei confronti dei giovani vengono fortemente ridimensionati. Un testo che molto ci racconta sulla relazione tra adulti e giovani, genitori e figli. Perché davvero sembra che pensare all’universo giovanile come un mondo separato da quello degli adulti, e dal mondo del lavoro, sia un errore concettuale grossolano. Mercoledi 22, Ore 17:00, Auditorium