Ordigni esplosivi residuati bellici: intervista ad Amedeo Postiglione di Giovanni Lafirenze Premessa La volontà di mantenere sempre alta l’attenzione degli appassionati, e più in generale di tutte le persone che frequentano i luoghi in cui avvennero degli scontri bellici, sulla pericolosità degli ordigni bellici inesplosi e l’ennesimo ritrovamento di una bomba avvenuto a Cassino, mi hanno indotto a chiedere all’amico Giovanni Lafirenze di scrivere alcune righe per il nostro sito. Da qui l’iniziativa di Giovanni di intervistare Amedeo Postiglione, proprio lo specialista impegnato a Cassino per la messa in sicurezza della bomba d’aereo americana ritrovata il 22 novembre 2012. Intervista Amedeo oltre ad essere istruttore B.C.M presso la Scuola Genio della Cecchignola (Roma), è forse l’ultimo dei romantici della bonifica bellica BCM; ovviamente lo conosco da sempre e più volte il lavoro ha voluto che incrociassimo i nostri percorsi specialistici. D) Sig. Postiglione da quanti anni opera per eliminare residuati bellici? R) Sono circa 30 anni che lavoro come artificiere e assistente tecnico B.C.M. presso il 10° Reparto Infrastrutture dell’Esercito – Ufficio B.C.M. – Napoli. Questo Ufficio esplica l’attività di bonifica da ordigni esplosivi residuati bellici interrati nell’area di giurisdizione assegnata che va dall’Umbria alla Sicilia (tutto il centro-sud Italia). Prevalentemente mi occupo di tutti quegli interventi di bonifica sistematica di piccole aree pubbliche e private per la presunta presenza di ordigni interrati su richiesta delle Prefetture competenti per territorio. D) Sempre “in giro” con gli stessi colleghi? R) Quando ho iniziato, i miei primi colleghi erano già quasi maturi per la pensione, infatti alcuni facevano parte di quella generazione di rastrellatori che aveva sminato il paese dai campi minati subito dopo la guerra. Gli stessi sono stati i miei primi maestri ricordo con piacere il D.T. Di Stefano, l’A.T. Meo Camillo e il rastrellatore Di Matteo. Successivamente si sono alternati ottimi ufficiali come il Col. Pagliuca e il Col. Scognamiglio affiancati da sottufficiali come Palumbo e D’Antonio. Attualmente con la partenza del dott. Attardi è succeduto al comando dell’ufficio B.C.M. il D.T. Vitale. I miei colleghi d’avventura sono da diversi anni gli artificieri D’Avino, Ferraiuolo, Iuliano, Russo e soprattutto Salvatore Beneduce. Tutti diretti, da pochi anni, dal Col. Cannarile Comandante del 10° Reparto Infrastrutture. D) Il territorio di Cassino è davvero ancora colmo di residuati bellici? dalvolturnoacassino.it - Ordigni esplosivi residuati bellici: intervista ad Amedeo Postiglione Gennaio 2013 R) Il territorio del Cassinate, come è noto a molti, fu teatro di pesanti bombardamenti aerei, tiri di artiglieria, passaggio e sosta delle truppe delle opposti fazioni belligeranti che hanno reso il terreno notevolmente intriso di ordigni, infatti ogni volta che siamo interessati dalla Prefettura di Frosinone per effettuare una bonifica, l’esito è sempre positivo. Pochi giorni fa, infatti, in via Selvotta a Cassino, dopo un’attenta e puntuale ricerca è stata rinvenuta una grossa bomba d’aereo americana. Postiglione con la bomba di via Selvotta a Cassino. Prima della rimozione della bomba. D) Ricorda qualche rinvenimento particolare? dalvolturnoacassino.it - Ordigni esplosivi residuati bellici: intervista ad Amedeo Postiglione Gennaio 2013 R) Sempre nel Cassinate ricordo un intervento eseguito in una casa di campagna. Durante il periodo bellico, prima che iniziassero i bombardamenti su Roma, parecchie famiglie romane lasciarono la città perché ritenuta pericolosa a causa dei bombardamenti aerei e si rifugiarono, chi poteva, nelle campagne. Anche la famiglia che ho conosciuto in occasione di questa particolare bonifica lasciò Roma e cercò rifugio in una piccola casetta in un paesino del Cassinate. La piccola proprietà situata tra due colline, tra Cassino e San Giorgio al Liri, sembrava il posto ideale per trascorrere tranquillamente quei momenti terribili di guerra. Dopo circa due settimane dal loro arrivo, per loro sfortuna, sulle due colline si posizionarono e guerreggiarono i tedeschi e gli anglo-americani. La battaglia durò circa una settimana e lasciò sul terreno numerosi morti. La casetta fu bersaglio continuo di colpi d’artiglieria che per una pura fatalità non riuscirono ad abbatterla, ma un grosso proiettile penetrò nell’abitazione conficcandosi nel pavimento a circa 2 metri di profondità senza esplodere. Successivamente il foro di entrata del proiettile fu rinchiuso e sopra ci si costruì un focolare di pietra. Qualche anno fa, dovendo effettuare lavori di ristrutturazione, uno dei figli del proprietario della casa si ricordò che il papà diceva sempre che prima di muovere anche solo una mattonella di dovevano avvisare gli artificieri. Così, dopo circa 70 anni siamo arrivati noi e dopo una estenuante bonifica siamo riusciti a tirare fuori dal pavimento un grosso proiettile di artiglieria. Il proiettile rimosso da sotto il pavimento. D) Mai rinvenute penne esplosive? Sono mai esistite? R) No mai. Non saprei. In passato abbiamo rinvenuto trappole esplosive e congegni esplosivi antiuomo. D) Ancora oggi qualche “recuperante” continua a ferirsi a causa delle esplosioni dei residuati bellici. dalvolturnoacassino.it - Ordigni esplosivi residuati bellici: intervista ad Amedeo Postiglione Gennaio 2013 R) Non so di chi parla quando si riferisce a “qualche recuperante”, ma se per lei i “recuperanti” sono persone come quelle che anche nelle ultime due settimane sono “saltate in aria”, allora capisco a chi si riferisce. Comunque nella mia carriera non ho mai conosciuto persone, non specializzate nel settore, che dedicano il loro tempo a recuperare residuati bellici inesplosi, anche perché credo sia illegale ma soprattutto è pericolosissimo. Faccio una premessa: poiché sono napoletano, a San Silvestro, nella mia città, c’è la cattiva abitudine di festeggiare l’arrivo del nuovo anno con i fuochi d’artificio. Ricordo che quando ero bambino mio padre mi diceva che non bisognava mai e poi mai raccogliere i petardi inesplosi da terra perché era pericoloso; ora mi sembra superfluo dire che se lo scoppio di un petardo può provocare la perdita di una mano o la perdita di un occhio, rimuovere un ordigno residuato bellico inesploso non conoscendo le sue condizioni di stabilità chimico-fisica e/o meccanica può essere altamente pericoloso. Consiglio a queste persone, quando vedono un ordigno nei boschi, in montagna o in qualche altro posto, di denunciarlo alle Autorità di Polizia locali. *** dalvolturnoacassino.it - Ordigni esplosivi residuati bellici: intervista ad Amedeo Postiglione Gennaio 2013 Tollo-Ortona 2008 Tra i tanti lavori portati a buon fine grazie alla professionalità di Amedeo, mi piace ricordare un solo significativo esempio: le venti bombe d’aereo di nazionalità italiana rinvenute a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Tollo-Ortona nel luglio del 2008. Questi enormi ordigni erano ancora collegati fra loro per mezzo di una miccia a lenta combustione inserita in una canaletta in plastica. Erano presenti anche gli amici dell’XI Reggimento Genio Guastatori di Foggia. Grazie a tutti! dalvolturnoacassino.it - Ordigni esplosivi residuati bellici: intervista ad Amedeo Postiglione Gennaio 2013