RICERCHE La ricerca è stata coordinata da Riccardo Mercurio e Stefano Consiglio. Alla realizzazione dello studio hanno partecipato Gabriele Malavasi, Stefano Impastato, Pierluigi Coppola, Paolo Canonico e Riccardo Staffa. Centro Studi e Ricerche Sistemi di Trasporto Collettivo IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI REGIONALI FERROVIARI EUROPEO a cura di Stefano Consiglio Paolo de Vita Riccardo Mercurio Editoriale Scientifica Il presente volume riporta le conclusioni della ricerca: «Il comportamento di acquisto degli esercenti regionali ferrotranviari europei» finanziata dal MIUR (Decreto Direttoriale 9 ottobre 2002 prot. n. 1105/2002, rif. Progetto n. 251). ISBN NON VALIDO! © Copyright 2008 Editoriale Scientifica s.r.l. Via San Biagio dei Librai, 39 80138 Napoli ISBN 978-88-95152-92-9 Indice sommario Introduzione di Stefano Consiglio Paolo de Vita Riccardo Mercurio 1. Il comportamento di acquisto delle organizzazioni: il caso del materiale rotabile 1.1 Introduzione: obiettivi del capitolo e nota metodologica 1.2 Il comportamento di acquisto delle organizzazioni: la stato dell’arte 1.2.1 L’evoluzione degli studi sul comportamento d’acquisto 1.2.2 I modelli di comportamento di acquisto delle organizzazioni 1.2.3 Le nuove tendenze nello studio dei processi di acquisto delle organizzazioni 1.2.4 Le dimensioni per l’analisi del comportamento di acquisto delle organizzazioni 1.3 Definizione del settore oggetto di indagine e contesto territoriale della ricerca 1.4 L’analisi del processo di acquisto di materiale rotabile: lo schema di riferimento Bibliografia 2. L’impatto delle modifiche istituzionali e normative sull’assetto degli esercenti europei 2.1 Introduzione 2.2 L’evoluzione della normativa europea: dalla direttiva 440/91 al nuovo regolamento UE in corso di preparazione 2.2.1 Le Direttive Comunitarie relative al trasporto ferroviario 9 23 23 24 24 33 42 51 65 76 84 91 91 91 91 6 INDICE SOMMARIO 2.2.2 L’evoluzione della normativa europea: le conseguenze della sentenza Altmark 2.2.3 Le direttive comunitarie sull’interoperabilità 2.2.4 il sistema di affidamento dei servizi di trasporto ferroviario in Italia 2.3 L’evoluzione degli esercenti europei in Europa 2.3.1 Il sistema ferroviario regionale in Italia 2.3.2 Il sistema ferroviario regionale negli altri paesi europei 2.3.3 L’evoluzione degli esercenti privati europei 2.3.4 La trasformazione organizzativa del sistema ferroviario in Campani 2.4 L’evoluzione dell’assetto organizzatio dei sistemi ferroviari in Europa 2.4.1 La trasformazione organizzativa delle DB in Germania: il modello ad integrazione societaria 2.4.2 La trasformazione organizzativa delle SNCF in Francia: il modello ad integrazione contrattuale 2.4.3 Il modello del quasi mercato 2.4.4 La trasformazione organizzativa delle imprese ferrorie in Gran Bretagna: il modello del mercato regolamentato 2.4.5 Riflessioni conclusive sull’evoluzione dell’assetto organizzativo dei sistemi ferroviari in Europa 2.4.6 L’evoluzione degli esercenti privati europei Bibliografia 3. L’impatto dei fabbisogni innovativi della clientela sul processo di acquisto di materiale rotabile 3.1 Introduzione 3.2 Le caratteristiche della clientela del trasporto ferroviario regionale 3.3 La percezione sulla qualità del servizio della clientela 3.4 Il materiale rotabile: fabbisogni della clientela 3.5 Le esigenze della clientela e le ricadute sul sistema dell’offerta 3.6 Le esigenze del cliente/esercente Bibliografia 95 96 99 104 104 110 113 115 104 123 127 131 133 137 141 158 159 159 163 168 172 179 190 194 INDICE SOMMARIO 4. Il comportamento di acquisto degli esercenti ferroviari regionali europei 4.1 Introduzione 4.2 La Stakeholder analysis nella letteratura 4.3 La stakeholder analysis ed il comportamento di acquisto degli esercenti ferroviari 4.4 I risultati dell’indagine 4.5 Confronti e considerazioni conclusive Bibliografia 5. L’analisi delle procedure di acquisto di materiale rotabile 5.1 Introduzione 5.2 La normativa europea degli appalti e per l’armonizzazione 5.3 L’identificazione e la selezione degli avvisi e delle procedure di gara 5.4 La definizione dei parametri di analisi delle procedure di acquisto 5.5 L’analisi delle 76 gare di appalto analizzate 5.6 Considerazioni conclusive 7 197 197 199 204 214 223 240 243 243 246 269 277 289 309 Introduzione Questo libro è frutto di un lungo ed articolato lavoro sviluppato dal gruppo di ricerca del Cesit nell’ambito di un progetto finanziato dal MIUR1 mirante ad un duplice obiettivo di fondo. Il primo, di carattere teorico, volto ad indagare un filone di studio di grande interesse, ma non sempre adeguatamente valorizzato all’interno della comunità scientifica, quale quello dei processi di acquisto da parte di organizzazioni complesse (industrie ma anche imprese di servizi) e aventi ad oggetto molto spesso beni di investimento quali impianti, attrezzature. Su questo filone di studi esistono scuole di pensiero, un’ampia letteratura manageriale e modelli di riferimento spesso variegati e di matrice differente (gestionale, organizzativa, finanziaria, ecc.). In questo lavoro si è inteso effettuare uno sforzo di lettura ed aggiornamento, orientando in particolare l’attenzione sugli elementi di complessità di tali processi, dovuta non soltanto alla natura intrinseca degli “oggetti” (prodotti) e dei “soggetti” (organizzazioni piuttosto che semplici individui), quanto alla compresenza di molteplici “attori” (privati e pubblici) che vi intervengono a vario titolo e con vari ruoli. L’altro obiettivo, di carattere empirico, ha inteso ripercorrere il tema all’interno di un contesto specifico, caratterizzato negli ultimi anni da un esteso ed intenso ritmo di accelerazione, quale quello dell’acquisto di materiale rotabile da parte degli esercenti il trasporto ferroviario regionale. La scelta di questo ambito settoriale particolarmente specifico è dipesa da un lato dall’imprinting scientifico e di ricerca del Cesit, che è appunto da sempre focalizzato sulle tematiche 1 Il Progetto dal titolo “Il comportamento di acquisto degli esercenti regionali europei” è stato finanziato nell’ambito del Bando di contributo straordinario agli istituti e/o enti culturali di ricerca e/o formazione pubblici e privati con sede operativa nelle aree ricomprese nell’obiettivo1decreto direttoriale 9 ottobre 2002 prot. n. 1105/2002. 10 INTRODUZIONE del trasporto ferroviario, dall’altro dall’oggettivo insieme di motivi di interesse che ruotano intorno al settore. Tra questi si possono ricordare lo sviluppo delle politiche di mobilità tese alla riduzione dell’uso del mezzo privato e alla crescente valorizzazione del “ferro” come soluzione privilegiata dei problemi del trasporto locale soprattutto perché non dipendente dalla congestione viaria (efficienza del servizio) e perché non produttore (se non in misura marginale) di congestione, inquinamento e scadimento della qualità della vita all’interno delle comunità urbane e regionali. Pari rilevanza hanno assunto anche altri elementi quali l’intensità del ritmo di innovazione che caratterizza il settore in termini di rafforzamento e rinnovamento delle reti e di dimensione degli investimenti in gioco, come pure la crescente pressione competitiva e tecnologica generata sui prodotti (il materiale rotabile appunto) dall’introduzione di nuove norme (sollecitate ormai oltre quindici anni fa dalla direttiva CEE N° 91/440) tese a regolare in maniera del tutto differente dal passato l’erogazione del servizio pubblico di trasporto secondo criteri di efficienza, attenzione alle esigenze degli utenti, concorrenzialità e svincolo dalla gestione di esclusiva competenza pubblica. A quest’ultimo aspetto è legata altresì la scelta di dare alla ricerca un respiro sovranazionale, riferendola non tanto allo scenario italiano (per quanto ricco di sfaccettature variegate di notevole interesse) quanto a quello europeo, dal momento che è proprio dal contesto normativo comunitario che sono partiti gli stimoli innovativi sulle modalità di funzionamento dei sistemi di trasporto pubblico locali, imponendo agli esercenti da un lato ed alla stessa industria ferrotranviaria dall’altro la necessità di confrontarsi con mercati meno protetti rispetto al passato ed aperti ad un più genuino confronto competitivo. La modificazione delle politiche di acquisto avviata dalle aziende impegnate nel cambiamento rappresenta un processo molto importante per riuscire a coniugare il miglioramento dei livelli di servizio al cliente e la drastica riduzione dei costi. Le scelte di approvvigionamento delle aziende esercenti in passato sono state organiche alla missione che queste aziende perseguivano, e cioè quella di assicurare un servizio di trasporto ferroviario sicuro ed al tempo stesso capace di svolgere un ruolo di “ammortizzatore sociale”. In questa logica, quindi, le scelte di acquisto da un lato sono state finalizzate a dotare le aziende di un patrimonio infrastrutturale e INTRODUZIONE 11 di un parco rotabile in linea con le esigenze di servizio, e dall’altro a garantire i livelli occupazionali delle aziende industriali ferrotranviarie nazionali. Con l’avvio dei processi di ristrutturazione che hanno vissuto numerosi esercenti nazionali, regionali ed urbani, le scelte di acquisto hanno subito una profonda revisione. La causa principale di cambiamento va individuata nel mutamento della missione stessa delle aziende, che hanno abbandonato il loro ruolo tradizionale per assumere una forte caratterizzazione aziendalistica. Il processo di mutamento è stato provocato però non soltanto da fattori interni, ma anche da variabili esterne ed in particolare: – l’innovazione tecnologica che, con l’affermazione della tecnologia informatica ed elettronica ha aumentato il grado di complessità dei sistemi e messo in crisi il ruolo in passato egemonico svolto dagli esercenti nell’attività di progettazione esecutiva di prodotti e sistemi; – la legislazione dell’Unione Europea che, mediante l’apertura dei mercati pubblici, ha rotto il sistema di protezione dei mercati nazionali e, di conseguenza, ha obbligato gli esercenti a svolgere gare europee per l’assegnazione degli ordini, esponendo le industrie nazionali alla concorrenza internazionale. Tali fattori hanno fatto in modo che gli obiettivi del processo di ridefinizione dei rapporti azienda-fornitore abbiano assunto una valenza squisitamente aziendale e la politica di acquisto è diventata uno degli strumenti utilizzati per migliorare il servizio e ridurre i costi. La variabile principale su cui incide la politica di approvvigionamento è sicuramente quella degli aspetti tangibili, costituiti in larga misura dai veicoli in cui si svolge il servizio (insieme naturalmente ad altri importanti componenti, quali le infrastrutture di stazione e collegamento e i sistemi meno visibili che presidiano, sia a bordo che lungo le linee, la sicurezza e la regolazione del traffico). L’esercente è in grado di mettere in servizio vetture che rispondono alle esigenze del viaggiatore (comfort, estetica, pulizia, ecc.) e che impattano sulla qualità percepita in modo molto significativo. Le scelte di acquisto condizionano anche l’affidabilità e la sicurezza del servizio sia perché la qualità dei veicoli si riflette sui rischi di guasto e connessi incidenti e cancellazioni di corse, sia perché il sistema veicolo offre opportunità 12 INTRODUZIONE di grande innovazione riguardo alle prestazioni ed al livello di controllo e sicurezza delle operazioni. La politica di approvvigionamento, oltre che essere funzionale al miglioramento della qualità del servizio, deve anche essere finalizzata a contribuire al riequilibrio della situazione economico-finanziaria mewdiante riduzione dei costi. Tale obiettivo va perseguito attraverso due azioni, una finalizzata a suscitare nel mercato spinte concorrenziali portatrici di efficienza e competitività; l’altra, di politica industriale, riguardante l’indirizzo da dare al settore bandendo ogni forma di assistenzialismo e pianificando le politiche degli acquisti in funzione del naturale rafforzamento della parte più sana del settore stesso. Lo scenario di mutamento evidenziato, però, è estremamente complesso e difficile da gestire; è necessario infatti, affinché si trasformi in realtà, che siano superati una serie di forti resistenze ed ostacoli. È possibile riscontrare infatti che mentre alcuni esercenti sono più avanti su questa strada, altri evidenziano difficoltà e lentezza. Lo studio si è quindi proposto di verificare: – in primo luogo, se la legislazione europea sia riuscita a favorire la modificazione dei processi di acquisto lasciando alle spalle pratiche collusive, assistenziali e protezionistiche per adottare modelli di comportamento ispirati al recupero di produttività e alla omogeneizzazione delle reti di trasporto europee; – in secondo luogo, se e quali sono le eventuali distorsioni e vischiosità che ancora si manifestano nei processi di acquisto delle aziende esercenti il trasporto ferroviario e che rallentano l’adozione di modelli di comportamento ispirati alla concorrenzialità; – in terzo luogo, quali nuovi provvedimenti e regolamenti sembrano accelerare i processi di cambiamento e concorrere a superare i vincoli che ancora si frappongono all’adozione dei processi di approvvigionamento innovativi, sulla base di analisi svolte su casi di successo. Alla luce di questi obiettivi di fondo, la ricerca ha applicato una metodologia basata sulle seguenti opzioni chiave: – il modello di analisi del comportamento d’acquisto è caratterizzato dalla scelta del punto di vista dell’acquirente (Customer oriented) piuttosto che del fornitore (Supplier oriented e Industrial marketing); INTRODUZIONE 13 – si è ipotizzato che il processo di acquisto sia del tipo Multiple Decision Participants, non solo perché all’interno delle organizzazioni i soggetti partecipanti alla decisione sono molti, e tra loro differenziati (sia funzionalmente che gerarchicamente), ma soprattutto perché i processi stessi vedono la partecipazione di molti attori “esterni” all’organizzazione (network), ma spesso dotati di potere di influenza o addirittura decisionale in senso proprio, secondo formule, ruoli e gradi di coinvolgimento variabili; – al fine di valutare la validità dei processi di acquisto in atto e il grado di condizionamento che su di essi esercitano i sistemi di regolazione, si è adottato un approccio retrospettivo che ha indagato sulle reali scelte d’acquisto effettuate nel recente passato e rispetto alle quali è stato possibile effettuare analisi interpretative e dedurre indicazioni qualitative. Il primo capitolo del libro introduce i confini oggettivi e metodologici in cui si è mosso il lavoro, soffermandosi in primo luogo sugli aspetti inerenti al tema del comportamento di acquisto attuato da organizzazioni complesse e fornendo una lettura ragionata di sintesi della letteratura scientifica. Emerge che nella letteratura di Industrial Buying Behaviour sono stati sviluppati diversi modelli concettuali che tentano di rappresentare in maniera integrata i diversi fattori determinanti del comportamento di acquisto delle organizzazioni industriali e di servizi. Tali modelli sono stati studiati, in alcuni casi, nella logica delle aziende venditrici o fornitrici, in altri adottando come punto di vista l’azienda acquirente o cliente. In sostanza possono identificarsi quattro tipologie di modelli concettuali: – modelli “Task oriented” orientati ad indagare il ruolo di alcuni principali determinanti che guidano i processi di acquisto come il prezzo, il costo di gestione, o gli elementi connessi a vincoli tecnici e socio-organizzativi nei confronti dei fornitori (Minimum Price Model, Lowest Total Cost Model, Rational Buyer Model, Source Loyalty Model etc.); – modelli non “Task oriented” che spiegano i processi di acquisto industriale sulla base di logiche non direttamente connesse agli obiettivi ma a condizioni di contesto significative come il 14 INTRODUZIONE diverso grado di rischio derivante dalla scelta di uno o di un altro fornitore, o di effetti indotti da spinte innovative tecnologiche che caratterizzano un determinato settore di riferimento (Perceived Risk Model, Diffusion of Innovation Model, etc.); – modelli incentrati sul processo decisionale ovvero sul sistema di elementi che danno vita a meccanismi decisionali complessi legati a molteplici dimensioni di analisi, a molteplici tipologie di fasi e soggetti decisori e così via (Buy Phace Model, Industrial Adoption Process Model, Purchase Decision Process Model etc.) – modelli complessi che tentano in maniere diverse di inglobare prospettive di osservazione più ampie ed integrare (Buy Grid Model, Webster e Wind Model, Sheth Model, Industrial Market Response Model). In riferimento al comportamento d’acquisto degli esercenti ferroviari è emerso che la produzione scientifica è stata senz’altro limitata. Possono ricordarsi, tra i più recenti, le analisi del Cesit del 1984 e del 1996; lo studio di Booz Hallen e Hamilton del 1985 e della Mercer del 1996. In ogni caso, tutte le ricerche ricordate non sono focalizzate sul tema del comportamento di acquisto, ma lo trattano all’interno di un’analisi più ampia avente come oggetto le strategie e gli assetti delle aziende industriali del settore di produzione ferrotranviaria (logica Client Oriented). Non sono emersi, inoltre, studi o ricerche che abbiano collegato chiaramente le scelte di comportamento aziendali con la variabile giuridico-normativa, elemento che invece risulta determinante in un settore ad elevato interesse pubblico e sociale come quello del trasporto ferroviario e dove il mancato rispetto di standard e vincoli di sicurezza è più che mai condizionante. Il lavoro, nel prosieguo del capitolo, ha cercato viceversa di focalizzare l’attenzione proprio sulla definizione dell’acquisto di materiale rotabile come processo decisionale ed organizzativo complesso, rappresentato da uno schema di sintesi opportunamente elaborato. La parte conclusiva del capitolo si sofferma sulla definizione del settore oggetto di indagine, ponendo in evidenza, con particolare riferimento allo scenario europeo, la notevole disomogeneità che caratterizza il concetto di trasporto “regionale”, interpretato nei vari Paesi secondo criteri di ampiezza di raggio territoriale molto variabile (sia in relazione alla dimensione complessiva dei singoli Paesi sia in rapporto INTRODUZIONE 15 alla diversa scala in cui viene interpretata la dimensione amministrativa regionale). Questi aspetti sono rilevanti anche sotto il punto di vista delle caratteristiche tecnologiche del materiale rotabile “regionale”, che talvolta sconfinano con quello metropolitano talaltra con quello di scala nazionale, con evidenti difformità in termini di parametri tecnici, performance del servizio, costo degli investimenti e gestione del materiale rotabile. Nel secondo capitolo vengono evidenziati i processi di cambiamento in atto negli esercenti regionali, alla luce delle modifiche istituzionali e normative realizzate nel corso di questi anni nei diversi paesi europei. In particolare, per ciò che concerne i fattori di trasformazione, si è concentrata l’attenzione sui cambiamenti tecnologici, “ambientali”, legislativi e su quelli intervenuti negli assetti societari ed organizzativi degli esercenti Il trasporto ferroviario regionale in Europa ha conosciuto, a partire dagli anni ’90, un rilevante processo di liberalizzazione, iniziato con l’emanazione della direttiva 91/440 e tuttora in via di completamento. In Italia, i decreti legislativi di recepimento delle disposizioni comunitarie (D.Lgs. 422/97 e 400/99) hanno conferito alle Regioni compiti di programmazione e gestione delle Ferrovie localizzate sul territorio regionale, regolando altresì il passaggio dei beni e delle infrastrutture alle amministrazioni ed alle imprese ferroviarie. Le Regioni hanno assunto inoltre compiti di programmazione e di amministrazione dei servizi di interesse regionale e locale, procedendo poi in molti casi a stipulare contratti di servizio con le imprese ferroviarie. In questo scenario, il tema della disponibilità e dei processi di approvvigionamento del materiale rotabile da destinare all’esercizio in ambito regionale assume un rilievo notevole, considerata l’entità degli investimenti in gioco e la situazione differenziata in termini di ruoli e responsabilità rispetto alla proprietà di tali beni. Sulle tratte oggetto di aggiudicazione mediante gara, in particolare, il nodo da sciogliere riguarda la praticabilità dell’ipotesi di conferire il servizio ad un esercente diverso da quello che lo ha erogato fino a quel momento, utilizzando il proprio materiale rotabile. È evidente che, qualora un concorrente diverso dovesse essere messo nella condizione di procurarsi esso stesso i rotabili (mediante acquisto o altra forma di approvvigionamento o comunque di messa a disposizione), verrebbe a trovarsi in una situazione oggettivamente svantaggiata rispetto all’incumbent. 16 INTRODUZIONE Per garantire la possibilità di realizzare una gara in situazione di maggiore equilibrio tra tutti i potenziali partecipanti, in taluni casi le amministrazioni regionali hanno scelto di mettere a disposizione dei concorrenti il materiale rotabile, acquistando direttamente i treni e concedendoli (in uso gratuito o in locazione) al vincitore della gara, in tal modo sopportando in prima istanza l’onere finanziario di un tale investimento. Anche in altri paesi europei, peraltro, il processo di liberalizzazione si scontra con ostacoli simili a quelli presenti nel sistema italiano. In Germania, ad esempio, le Autorità regionali richiedono frequentemente la disponibilità ad investire in materiale rotabile con caratteristiche specifiche, e cicli di ammortamento diversi dalla durata media delle concessioni (10-12 anni). Ne è derivata la situazione attuale nella quale più del 95% del materiale rotabile è di proprietà di DB Regio (la controllata di Deutsche Bahn che eroga il servizio di trasporto ferroviario regionale, con una quota di mercato complessiva dell’87%). Alcuni di questi vincoli all’effettivo dispiegarsi della concorrenza sono però in corso di attenuazione, come la possibilità di locazione potenzialmente prevista da alcuni bandi di gara. Una possibile soluzione sarebbe, rispetto alle soluzioni descritte, se gli enti affidatari potessero includere nella base d’asta anche un ammontare che compensasse le spese di ammortamento del materiale rotabile: in tal modo ciascun concorrente avrebbe la possibilità di procurarsi i treni o mediante acquisto diretto o eventualmente ricorrendo a contratti di leasing da stipulare con altri attori, cioè aziende specializzate nell’acquisto e nella locazione di flotte di treni (come avviene in Gran Bretagna, dove a seguito della riforma delle British Railways il materiale rotabile è stato conferito alle cosiddette ROSCOs (Rolling Stock Companies). Per quanto concerne lo scenario italiano, l’evoluzione futura in termini di aggiudicazione dei servizi e di processi di acquisto di materiale rotabile dipenderà dalle scelte operative che, nelle diverse Regioni, saranno effettuate dalle amministrazioni responsabili della progettazione delle procedure ed alle quali sarà demandata la responsabilità del controllo. Il terzo capitolo sposta l’attenzione dalla componente normativa a quella di mercato, per inquadrare e spiegare i processi innovativi che si stanno determinando nel settore e che coinvolgono anche il modo di decidere l’acquisto di veicoli ferroviari. In particolare l’analisi ha cercato di individuare, alla luce di numerode ricerche effettuate dagli eser- INTRODUZIONE 17 centi e anche dall’industria produttrice, i nuovi fabbisogni espressi (o latenti) della clientela del trasporto regionale, (nuovi bisogni di sicurezza, security, accessibilità, informazione, immagine). Da questo punto di vista si è inteso preliminarmente cercare di delineare la diversa composizione interna del concetto generico di clientela, tenendo conto dei principali segmenti che compongono un mercato molto ampio ma al suo interno alquanto differenziato, con accentuazioni differenti su determinate esigenze e fabbisogni percepiti nell’impiego del trasporto regionale ferroviario. In relazione alle varie componenti del mercato (utenza spinta da motivi di lavoro e di studio e frequentazione sistematica, utenza giovane e meno giovane, utenza non sistematica, utilizzatori di brevissime tratte regionali o di tratte molto estese e talvolta con cambi di linee e veicoli, e così via) è possibile organizzare il ventaglio dei fabbisogni di base e quelli innovativi più sofisticati, per comprendere come oggi la percezione della qualità del servizio venga sempre condizionata da non solo da elementi prestazionali tradizionali (dati ormai per scontati dal cliente ma ancora non sempre presenti sui veicoli come i servizi igienici), quanto da altri componenti più innovativi e costosi da introdurre e da manutenere (come i sistemi di comunicazione a bordo o la rumorosità che caratterizza pesantemente ancora molti veicoli attualmente in produzione). Questa crescente attenzione e sensibilità del cliente verso le diverse componenti dell’offerta, e in primo luogo quella costituita proprio da materiale rotabile con cui l’utenza entra più direttamente e frequentemente in contatto diretto, produce forti spinte innovative sia nei confronti degli esercenti il servizio sia dell’industria fornitrice. La triangolazione cliente-esercente-industria pone in primo piano il ruolo degli esercenti, che costituiscono l’anello di congiunzione tra fabbisogni espressi dalla clientela e i percorsi innovativi di prodotto e di processo dei fornitori industriali. Questi ultimi, in particolare, appaiono tra loro sempre più in competizione nel saper fornire risposte adeguate e vincenti in termini di proposte progettuali, prestazionali ed economiche in linea con le direttrici dell’evoluzione della domanda finale (gli utenti) ed intermedia (gli esecenti), e meno tutelati (come si è visto nel precedente capitolo) dai modelli tradizionali di acquisto quasi-protezionistici nei confronti delle industrie nazionali. È anche vero, però, che i processi di apertura al mercato risentono ancora di forti vischiosità rispetto al passato, per cui di fatto il legame industria-esercente 18 INTRODUZIONE non sempre appare svincolato del tutto da condizionamenti storici e politici e gli esiti delle procedure di gara dimostrano ancora ampiamente il permanere di tale situazione. Nei capitoli quarto e quinto pertanto l’attenzione si sposta sull’aspetto centrale del problema, quello cioè specificamente inerente alla verifica concreta dei nuovi indirizzi di comportamento desumibili dal cambiamento graduale della condizioni di contesto, ed orientate, in linea teorica, verso la razionalizzazione dei processi d’acquisto e la ricerca di soluzioni ottimali sul piano della qualità della risposta e dell’efficienza economica delle scelte. Il capitolo quarto è propedeutico a tale valutazione, in quanto guarda, al di là degli esiti finali, alle forme intraprese dai processi decisionali di acquisto per comprenderne la loro strutturazione, le caratteristiche di funzionamento e le eventuali difformità o disomogeneità riscontrabili tra le aziende esercenti nei diversi Paesi europei. L’indagine si è basata su una metodologia di ricerca rientrante nella logica della stakeholder analysis, coerente con alcune impostazioni teoriche individuate e descritte nel primo capitolo. Il processo di acquisto viene visto in tal senso come un insieme molto articolato e complesso di “relazioni” che vedono al centro un soggetto (il compratore) materialmente non sempre coincidente con una medesima figura istituzionale (authority, azienda pubblica, esercente privato, ecc.) intorno al quale si muove, con ruoli ed intensità relazionali diversi, una molteplicità di attori che – ciascuno per la propria parte – contribuiscono a condizionare, orientare o comunque qualificare il processo di scelta e di comportamento di mercato dell’acquirente. Più dettagliatamente è stata effettuata l’esplicitazione delle diverse fasi in cui i processi di acquisto vengono a realizzarsi, tenendo conto dell’impatto che possono avere elementi come le categorie di prodotto acquistato, il livello tecnologico, il peso strategico di ogni fase decisionale nel quadro complessivo del processo di acquisto, le modalità ed i criteri di assegnazione delle commesse. Tali elementi sono stati utilizzati per disegnare una metodologia empirica di analisi applicata concretamente su un ampio numero di casi di acquisto da parte di aziende europee. La metodologia si è basata sul concetto di intensità relazionale, secondo il quale qualsiasi processo di acquisto, come atto organizzativo, è il prodotto di una molteplicità di scambi relazionali tra molteplici at- INTRODUZIONE 19 tori in contesti oggettivamente e soggettvamente non omogenei, e il cui mix (intensità relazionale appunto) dà luogo a modelli differenziati e in qualche maniera isolabili in un numero limitato di idealtipi. L’analisi empirica ha fornito interessanti conferme a tali ipotesi, evidenziando da un lato elementi di omogeneità fra i diversi casi analizzati circa la non sempre piena “apertura”, in occasione dei processi di acquisto, delle aziende esercenti verso sistemi forti di scambio relazionale con soggetti esterni, ma dall’altro mostrando anche un quadro piuttosto differenziato delle reti relazionali sia per ampiezza e numerosità delle relazioni, sia per qualità e intensità, sia per natura delle ragioni o “basi” che sostengono le relazioni. In particolare si è potuto ricostruire l’esistenza di modelli alquanto definiti: alcuni privilegiano le relazioni che gli esercenti acquirenti detengono con soggetti istituzionali dotati di potere formale forte (ad esempio organi di governo locali, authority, holding societarie cui essi stessi appartengono, ecc.) da cui ricevono grossi condizionamenti decisionali; altri sono caratterizzati da più significative relazioni con altri soggetti portatori di comuni interessi a collaborare sul piano della convenienza tecnologica o economico-gestionale (imprese costruttrici, società finanziarie, ecc.); altri infine risentono più sensibilmente dell’influsso di altri organismi con cui non sono direttamente connessi attraverso rapporti economici collaborativi (associazioni di utenti, organi di certificazione, ecc.) ma che tuttavia riconoscono come soggetti rilevanti e di conseguenza condizionanti sulle scelte di acquisto. L’introduzione di un’altra variabile chiave nel modello di analisi, costituita dal grado di accentramento/decentramento decisionale interno all’organizzazione acquirente nelle varie fasi del processo di acquisto, ha consentito di completare l’interpretazione: sotto quest’altra prospettiva è stato possibile rilevare, nei casi empirici analizzati, uno sfondo generale di accentrameno decisionale alquanto marcato, pur se accompagnato da spinte variamente intense verso il decentramento, che fanno desumere una certa sensibilità delle imprese esercenti a coinvolgere nel processo diversi organi aziendali interni, allo scopo di ottimizzare e condividere maggiormanete le scelte secondo obiettivi di economicità, competitività e qualità. Nel quinto ed ultimo capitolo si è cercato di identificare i criteri utilizzati dai principali esercenti ferroviari europei per delineare le scelte di acquisto di materiale rotabile. In particolare, si è voluto com- 20 INTRODUZIONE prendere in che modo i modelli di comportamento delineati nel capitolo precedente condizionano le decisioni relative alla definizione di elementi chiave quali: i parametri qualitativi dei prodotti; le modalità di fissazione del prezzo; le modalità di comunicazione con i fornitori. A tale scopo è stato condotto preliminarmente uno studio della normativa europea degli appalti e relativa agli obiettivi di armonizzazione che si intendono perseguire nel sistema, al fine di estrapolare i modelli normativi di riferimento per l’esperimento di procedure di gara. Il cuore dell’analisi si è incentrato sulla raccolta e la valutazione degli avvisi pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea tra il mese di gennaio del 2002 ed il mese di ottobre del 2006, giungendo ad analizzare in dettaglio 76 procedure di acquisto, alcune delle quali integrate con interviste dirette a responsabili aziendali. In particolare dall’indagine è emerso che, sotto un profilo di carattere strettamente normativo, la regolamentazione europea sugli appalti per i settori speciali, pur fornendo una serie di vincoli ai quali le stazioni appaltanti devono attenersi, consente un certo margine di libertà nella scelta della procedura, permettendo di ricorrere, di volta in volta, a procedure aperte, negoziate o ristrette in funzione delle caratteristiche delle forniture e delle esigenze dell’acquirente. Tuttavia, il sempre più ampio ricorso a procedure di tipo negoziato (70% delle gare esperite), in luogo di quelle ristrette che hanno per lungo tempo caratterizzato il comparto anche al fine di favorire le industrie nazionali, è un segno evidente del cambiamento che ha attraversato e sta ancora attraversando il sistema del trasporto ferroviario regionale dei passeggeri. In questo quadro complessivo si fanno sempre più strada modalità collaborative tra esercenti e produttori che, avviandosi appunto nell’ambito di procedure negoziate, consentono di interagire in maniera molto ampia, mettendo in atto, di volta in volta, anche progetti innovativi che, pur partendo nella maggior parte dei casi da “piattaforme” di prodotti esistenti, si orientano sempre più spesso verso rotabili in grado di rispondere specificamente a particolari esigenze di impiego, esercizio, interoperabilità, manutenibilità e costo complessivo, sia di acquisto che di gestione richieste dall’esercente. La chiave di lettura delle scelte procedurali adottate nei diversi contesti nazionali può probabilmente essere collegata, per quanto riguarda i Paesi dell’Unione nella sua configurazione ante 2004, all’obiettivo, attraverso il ricorso a procedure ristrette, di definire percorsi INTRODUZIONE 21 di gara tali da ridurre il numero dei concorrenti o per proteggere e sostenere il contesto produttivo nazionale; mentre per i Paesi “nuovi entranti” l’adozione quasi totale di procedure aperte può forse essere attribuibile dalla valutazione di opportunità ad aprire procedure in cui il confronto tra i diversi potenziali concorrenti alle gare sia tale da favorire l’acquisizione di prodotti e servizi a livelli di prezzo più competitivi o con varianti di miglioramento significative. Dall’indagine, inoltre, è emerso chiaramente che accanto ai parametri di carattere tecnico ed a quelli relativi alla sicurezza, i fattori legati all’economicità non solo dell’acquisto, ma soprattutto della gestione e quelli connessi alla clientela risultano molto rilevanti, evidenziando un netto cambiamento nelle richieste degli esercenti rispetto ai parametri ante liberalizzazione, che si concentravano sui fattori di carattere tecnico e di sicurezza, non prendendo in alcuna considerazione né le aspettative della clientela, né le problematiche di economicità della gestione (operando in sistemi in cui la rimessa del “pubblico” andava a coprire in automatico le inefficienze gestionali). Emergono, inoltre, fattori di grande innovazione, legati alla certificazione ed all’interoperabilità, ma anche alla riduzione dell’impatto ambientale, attenzione derivante da logiche di competizione con le altre opportunità modali. In conclusione, pur con ovvie differenze, derivanti dalle logiche del sistema in cui operano, dal grado di influenza del settore pubblico e degli stakeholders istituzionali, appare palesarsi un approccio degli esercenti alle scelte di acquisto, sotto il profilo tecnico/economico, che tende verso modelli similari, determinato dalla sostanziale e progressiva omogeneità dei singoli sistemi nazionali e dall’aumento – seppure graduale – della competizione. Il lavoro di ricerca durato più di due anni è stato portato a termine grazie all’impegno di tutti i ricercatori del Cesit, ma anche dalla collaborazione di numerosi esperti e manager di diverse imprese nazionali ed internazionali. In particolare va il nostro profondo ringraziamento al prof. ing. Ennio Cascetta - Assessore ai Trasporti della Regione Campania; al prof. Enrico Chiesa - Dip. Ingegneria dei Trasporti Politecnico di Milano; Thomas Avanzata - Unione Europea, Direzione Generale Energia e Trasporti, Directorate A-Internal market and competition; Drewin Nieuwenhuis e Annika Nierobisch - UNIFE - General Manager UNIFE ed International Affairs Manager; a Maurizio Galli e 22 INTRODUZIONE Giorgio Stagni, Graziano Ugazio - Dirigente U.O. Servizio Ferroviario Regionale D.G. Infrastrutture e Mobilità Regione Lombardia; Susan Raschig - DB Regio AG Tendering; Yan-Ling Xu, Manager, DB Regio AG, al dott. Giancarlo Schisano - ex AD Trenitalia Div. Trasporto Regionale; all’ing. Grilletta - Trenitalia; all’ing. Alessandro Rizzardi - AD Ente Autonomo Volturno; a Maurizio Cutolo - ex Dir. Gen. Ente Autonomo Volturno Div. Trasporto Regionale; all’ing. Maurizio Fantini Assistente Amm. Unico Ferrovie Nord Milano; Stefano Isler - Direttore Investimenti, FER Emilia Romagna; all’ing. Giuseppe Racioppi A.D., Metrocampania Nordest; Francesco Murolo - Dir. di esercizio, SEPSA; Fernando Origo Amministratore Unico di Circumvesuviana; l’ing. Roberto Assereto, AD AnsaldoBreda, l’ing. Davide Zanchi, la dott.ssa Cristiana Cusani e l’ing. Carlo Pellegrini di AnsaldoBreda; Luca Giammarinaro - Angel Trains Responsabile Italia; Keith Bastow, Arriva International, Group Development Director; Paul Berdugo Head of bid management Angel Trains International; Alberto Lacchini, Direttore Commerciale, Bombardier, Iain M. Lanaghan, Chief Financial Officer, Abellio Rail, Maurizio Russo, Responsabile ricerca e sviluppo Firema Trasporti, Gianvito Lionetti, Direttore Divisione Transportation Systems Siemens Italia, Massimo Maggioni, Direzione Commerciale Alstom Italia. Si ringraziano, inoltre, tutte le aziende Ose Grecia, Syntus B. V. Olanda, SNCB Belgio, NIR Irlanda e VR group Finlandia per la disponibilità dimostrata. Il rapporto finale della ricerca che qui presentiamo rappresenta una sintesi dei vari rapporti realizzati nel corso del progetto, in particolare hanno curato il capitolo 1, il prof. Stefano Consiglio e la dott.ssa Mariavittoria Cicellin; il capitolo 2, il prof. Marcello Martinez ed il dott. Paolo Canonico; il capitolo 3, il prof. Paolo de Vita ed il dott. Riccardo Staffa; il capitolo 4, il prof. Stefano Consiglio e il prof. Paolo de Vita; il capitolo 5, Prof. Luigi Moschea ed il dott. Paolo Canonico. Infine un grande ringraziamento va fatto alla dott.ssa Barbara Marino che ha seguito questa impegnativa ricerca sin dal primo giorno supportando tutti i componenti del gruppo di lavoro con la sua professionalità, simpatia e disponibilità. Stefano Consiglio Paolo de Vita Riccardo Mercurio 1. Il comportamento di acquisto delle organizzazioni: il caso del materiale rotabile 1.1 Introduzione: obiettivi dell’analisi e nota metodologica Il primo capitolo introduce i confini oggettivi e metodologici della ricerca effettuata, soffermandosi in primo luogo sugli aspetti inerenti al tema del comportamento di acquisto attuato da organizzazioni complesse e fornendo una lettura ragionata di sintesi della letteratura scientifica; in secondo luogo definendo i confini del settore oggetto di indagine e del contesto territoriale della ricerca. Nella prima parte del capitolo sono presentati i risultati di una approfondita analisi bibliografica. Nei primi paragrafi viene presentata una rassegna dei principali studi in materia di Industrial Buying Behavior. L’obiettivo della prima parte del capitolo consiste, infatti, nell’analisi degli studi che approfondiscono il tema dell’Organizational Buying Behavior (OBB). Da diversi anni il comportamento di acquisto delle organizzazioni è oggetto di analisi e di approfondimento, per l’importanza che, secondo alcuni studiosi, rivestono le decisioni e le dinamiche di acquisto delle organizzazioni industriali (approccio Client Oriented). Tale approccio si affianca (e sta assumendo negli ultimi anni un crescente spessore) al modello concettuale che sceglie, invece, di analizzare esclusivamente il comportamento delle aziende fornitrici/venditrici (approccio Supplier Oriented) che influenzano le decisioni di acquisto delle organizzazioni industriali. Dopo un’analisi della letteratura, la seconda parte del capitolo definisce il settore di indagine e di riflessione della ricerca. In particolare, sulla base delle considerazioni teoriche iniziali, l’obiettivo conoscitivo è di individuare, negli studi sul comportamento di acquisto industriale, quegli schemi concettuali e quelle tipologie di modelli che possono es* Il capitolo 1 è stato realizzato da Stefano Consiglio (par. 1.1, 1.4), Maria Vittoria Cicellin (par. 1.2.1, 1.2.2, 1.2.3, 1.2.4) e Paolo de Vita (par. 1.3). 24 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI sere efficacemente correlati e opportunamente contestualizzati in un settore ad elevato interesse pubblico e sociale come quello ferroviario. Ciò sarà possibile illustrando nel dettaglio come si svolge e quali sono le fasi e gli attori che partecipano al processo di acquisto di materiale rotabile degli esercenti ferroviari regionali europei, includendo l’analisi delle principali dinamiche di comportamento di acquisto. Il settore ferroviario è caratterizzato, infatti, da una serie di fattori tipici degli studi di OBB: innovatività del settore, specificità dell’acquisto e della tipologia di prodotto, articolabilità del processo di acquisto e pluralità di ruoli e attori coinvolti. Ciò permetterà di evidenziare come cambia il comportamento d’acquisto delle aziende europee, alla luce dei nuovi fabbisogni innovativi che caratterizzano il business ferrotranviario e delle profonde modifiche normative ed organizzative in atto all’interno di tale comparto. Nella seconda parte del capitolo, invece, sono identificati i confini del settore oggetto di indagine, evidenziando la magmaticità del comparto degli esercenti regionali ferroviari. 1.2 Il comportamento di acquisto delle organizzazioni: lo stato dell’arte 1.2.1 L’evoluzione degli studi sul comportamento d’acquisto L’analisi e lo studio del comportamento d’acquisto delle organizzazioni è da tempo oggetto di ricerche scientifiche e aziendali (Moriarty 1983) finalizzate a concettualizzare le forze che influenzano le decisioni d’acquisto delle aziende industriali1. Webster e Wind sostengono che il comportamento d’acquisto delle organizzazioni è molto di più di una semplice formulazione di ordini ad un fornitore2. Esso implica, infatti, una complessa serie di 1 Si veda Robinson e Faris, 1967; Fisher, 1969; Kotler, 1973; Webster e Wind, 1972; Sheth, 1973; Gadde e Hǻkansson H., 1993; Ganesan, 1994; Hǻkansson e Snehota, 1995; Wilson, 1996. Tuttavia Moriarty (1983), evidenzia che molte di queste ricerche non sempre sono state supportate da indagini empiriche. Si veda Moriarty R.T. (1983), Industrial Buying Behavior, Lexington Books. 2 Si veda Webster E.E., Wind Y. (1996), A general Model for Understanding Organizational Buying Behavior, Journal of Marketing, vol.4, n.4 e Webster E.E., Wind Y. (1972), Organizational Buying Behavior, Prentice-Hall Inc., Englewood Cliffs, New Jersey. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 25 eventi che consentono all’impresa acquirente di partire dal riconoscimento di un bisogno di acquisto, passare attraverso la definizione delle specifiche tecniche di un bene e la scelta del potenziale fornitore, per raggiungere e completare la decisione di acquisto. Il comportamento di acquisto, tuttavia, si determina anche in virtù di una serie di fattori e condizioni che influenzano le motivazioni di acquisto, la ricerca delle informazioni e l’organizzazione del centro decisionale di acquisto, dando luogo ad un lungo e complesso processo di decision making e di relazioni fra i vari membri delle organizzazioni coinvolte e di queste con altre aziende ed istituzioni. La letteratura in materia ha sviluppato ed analizzato diversi modelli concettuali che tentano di rappresentare in maniera integrata i diversi fattori che determinano ed influenzano il comportamento di acquisto delle organizzazioni industriali, nonché il comportamento delle imprese fornitrici che con le stesse entrano in contatto3. I diversi modelli si differenziano per il fatto che, mentre alcuni di essi hanno scelto di analizzare il punto di vista delle aziende acquirenti/clienti (approccio Client Oriented) altri invece hanno adottato il punto di vista delle aziende fornitrici/venditrici (approccio Supplier Oriented). È importante tuttavia sottolineare che il comportamento e le scelte di acquisto delle organizzazioni assumono connotazioni differenti in relazione al settore merceologico considerato4. In riferimento al comportamento di acquisto di materiale rotabile, gli studi e le ricerche sono piuttosto limitati. Possono menzionarsi, a tal proposito, le analisi del Cesit del 1984, del 1996 e del 2005; lo studio di Booz Hallen e Hamilton del 1985 e della Mercer del 1996. Tuttavia, tali ricerche non sono focalizzate sul tema specifico del comportamento di acquisto, ma esso viene trattato all’interno di una più ampia analisi avente ad oggetto le strategie e gli assetti delle aziende industriali del settore di produzione ferroviaria. Gli studi di marketing industriale: il punto di vista dell’azienda fornitrice La struttura dei mercati industriali, definiti molto più spesso mer3 Per un’analisi dei diversi modelli concettuali a confronto si veda: Moriarty R.T. (1983), op. cit. e Gadde L., Hǻkansson H. (1993), Professional Purchasing, Routledge. 4 Si veda Giacomazzi F. (2002), Marketing Industriale, McGraw-Hill. 26 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI cati business to business (B2B)5, si contraddistingue, rispetto ai mercati dei beni di consumo (business to consumer), per alcuni aspetti specifici e complessi, come ad esempio: la molteplicità dei fattori che influenzano il processo e la decisione di acquisto, le diversità delle relazioni che si instaurano tra cliente e fornitore, ma anche il carattere intenso e dinamico di queste e le tecnologie dell’informazione. Tali specificità spiegano, oltretutto, l’esistenza di una disciplina (il marketing B2B) e di una letteratura a sé stante (invero abbastanza recente) che ne facilita la comprensione e orienta precise strategie ed azioni e promuove lo sviluppo di nuovi strumenti e concetti. I primi studi di marketing industriale risalgono agli anni sessanta e ai primi inizi degli anni settanta6, tuttavia, fino agli anni ottanta, solo un numero ristretto di autori, specialmente di estrazione accademica, si è occupato di questa materia7. La letteratura sull’argomento segue due impostazioni8: la prima adotta i principi e gli schemi di base (marketing-mix) del paradigma dominante; in particolare un gran numero di autori americani, tra gli anni ’30 e ’70, si è ispirato a questa impostazione e ha studiato gli adattamenti che è necessario apportare a questi schemi di base in conseguenza della specificità degli acquirenti e dei prodotti commercializzati. Tale prospettiva, comunque, è oggi sempre più ritenuta marginale9. 5 Per definizione “il mercato B2B è costituito da imprese, organizzazioni, enti pubblici o società senza fini di lucro che acquistano prodotti e/o servizi per produrre altri beni e servizi da trasferire a terzi o per supportare le proprie attività operative”. Si veda Giacomazzi F. (2002), op. cit. 6 Si veda Alexander, Cross e Cunningham, 1956; Levitt, 1965; Wilson, 1966; Robinson, Faris, Wind, 1967; Dening, 1968; Fisher, 1969; Lagioni, 1971; Webster e Wind, 1972. 7 “Le ragioni possono essere ricercate nel prevalente rilievo che in molti casi assumono gli aspetti tecnici, rispetto alle politiche commerciali, nel determinare la capacità competitiva delle imprese di questo settore e nella grande varietà di situazioni che si riscontrano negli ambiti oggetto di indagine. Queste peculiarità hanno portato a privilegiare analisi di settore e a rendere complessa la possibilità di approfondire e sviluppare questa materia in base a schemi unitari”. Vedi Marcati A. (1992), Relazioni tra imprese e marketing industriale, Giappichelli, Torino. 8 Si veda Penati L. (1981), Manuale di marketing industriale, Milano, Franco Angeli; Fiocca R. (1991), Dalla gestione del marketing mix al marketing relazionale nei settori ad alta tecnologia, Sinergie, n. 24. 9 Si veda Drucker P.F. (1942), The Future of Industrial Man, The John Day Company; Borden, N.H. (1964), The concept of the marketing mix, Journal of Ad- 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 27 La seconda impostazione, il cosiddetto filone di studio europeo sviluppatosi tra gli anni ’80 e ’90, rivolge una radicale critica al paradigma dominante e sostiene la necessità di adottare, in questo campo, un paradigma alternativo, che ponga al centro dell’attenzione le relazioni tra fornitore e acquirente. La scuola che ha dato maggior impulso a questo nuovo indirizzo è stata la Scuola Svedese di Marketing Industriale, i cui principali esponenti sono Hakansson, Johansson, Snehota dell’Università di Uppsala e Mattsson dell’Università di Stoccolma10. A questa scuola è collegato il gruppo dell’Industrial Marketing Purchasing, che comprende studiosi quali: Cunningham e Turnbull dell’Università di Manchester, Ford e Easton dell’Università di Bath e Valla, Spencer e Cova dell’Università di Lione11. A seguito di alcune tendenze (la ricerca di una sempre maggiore flessibilità e di nuove modalità di creazione del valore per i clienti, accordi orizzontali e verticali fra le imprese, ecc.), negli ultimi dieci anni l’attenzione verso lo studio delle relazioni tra imprese è notevolmente cresciuta anche negli Stati Uniti, dove, però, solo in pochi casi l’approccio relazionale è stato considerato alternativo al paradigma dominante. Piuttosto, sono state cercate forme di integrazione tra le due impostazioni o è stato adottato un approccio contingente, volto ad evidenziare in quali casi ognuno dei due orientamenti deve prevalere. Tra gli autori più noti che adottano questa impostazione si inseriscono Webster, Anderson, e Chambers, Jackson, Spekman12. vertising Research, vol. 4, June; McCarthy, E.J. (1960), Basic Marketing: A Managerial Approach, Richard D. Irwin, Homewood, IL. 10 Tra gli studi più significativi si veda: Hakansson H. (1982), International Marketing and Purchasing of Industrial Goods, John Wiley & Sons, New York; Johanson J., Mattsson L.G. (1985), Marketing and Market Investments in Industrial Networks, International Journal of Research in Marketing, vol. 2, n. 3; Hakansson H., Snehota I. (1995), Developing Relationships in Business Network, Roudedge. 11 Tra gli studi più significativi si veda: Johanson J., Mattsson L.G. (1985), Marketing and Market Investments in Industrial Networks, International Journal of Research in Marketing, vol. 5; Ford D. (1990), Understanding Business Markets Academic Press London; Axelsson B., Easton G. (1992), Industrial Networks. A New View of Reality, Routledge, London; Hakansson H., Snehota I. (1995), op. cit. 12 Si veda Webster F.E. (1984), Industrial Marketing Strategy, John Wiley & Sons; Jackson B.B. (1985), Winning & Keeping Industrial Customers. The Dynamics of Customer Relationships, Lexington Books; Anderson P.F., Chambers T.M. 28 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI In Italia il marketing business-to-business ha finora riscosso un interesse marginale. All’inizio degli anni ottanta ci sono state alcune pubblicazioni di Fiocca, Marino, Penati, Brondoni e Burresi13, a cui sono seguiti per il resto del decennio solo articoli e testi focalizzati su specifici aspetti della materia (ad esempio Fiocca, 1988, 1991; Valdani, 1984)14. All’inizio degli anni ’90 si è risvegliato un interesse per queste tematiche, testimoniato dalla pubblicazione dei testi di Ferrero (1992), Grandinetti (1993), Marcati (1992). Alcuni autori sostengono che tra il marketing dei beni di consumo ed il marketing business-to-business esista una base comune di conoscenze, principi e teorie, ma affermano anche che i mercati industriali presentano delle specificità che implicano una diversa impostazione delle politiche di marketing ed un adeguamento di alcuni modelli interpretativi (ad esempio, del comportamento d’acquisto)15. Numerosi sono i settori industriali che presentano tali caratteristiche: agricoltura, pesca, imprese di costruzioni, imprese manifatturiere, imprese di trasporti, assicurazioni ecc. Alcuni di questi sono costituiti da un numero limitato di attori di grandi dimensioni, mentre altri da una quantità enorme di imprese medio-piccole, ciascuna delle quali detiene solo una piccola frazione del mercato totale. Le imprese che operano nei mercati B2B hanno normalmente un numero di clienti inferiore rispetto a quelle che operano nel mercato B2C (business to consumer), tuttavia si tratta di acquirenti che acquistano lotti dimensionali più grandi e che sono geograficamente più concentrati. (1986), A Reward/Measurement Model of Organizational Buying Behavior, Journal of Marketing, vol. 49; Spekman R. (1988), Strategic Supplier Selection: Understanding Long-Term Buyer Relationships, Busines Horizons, luglio/agosto. 13 Si veda Fiocca R. (1981), Il marketing dei beni industriali, vol. 1, Giuffrè, Milano; Marino A. (1981), Il marketing dei beni industriali, vol. 2, Giuffrè, Milano; Penati L. (1981), Manuale di marketing industriale, Milano, F. Angeli; Brondoni S.M. (1983), Politiche di mercato dei beni industriali, Giuffrè, Milano; Burresi A. (1983), Il marketing dei macchinari e degli impianti ad alta tecnologia, Tipografia G. Capponi, Firenze. 14 Si veda Fiocca R. (1988), La concorrenza cliente-mercato nel marketing industriale, Economia & Management, settembre; Fiocca R. (1991), Dalla gestione del marketing mix al marketing relazionale nei settori ad alta tecnologia, Sinergie, n. 24; Valdani E. (1984), Definizione e segmentazione del mercato, Giuffrè, Milano. 15 Si veda Hutt D.M., Speh T.W. (1995), Business Marketing Management, The Dryden Press. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 29 La domanda di beni e servizi industriali ha natura derivata ed è trainata dalla domanda a valle di beni di consumo. Una conseguenza della domanda derivata è la sua maggior fluttuazione. Infatti, un incremento della domanda finale non si traduce in un aumento proporzionale della domanda a monte, ma è invece soggetta ad un incremento via via maggiore (cosiddetto effetto accelerazione16). Allo stesso modo, in caso di caduta della domanda finale, il livello degli ordini a monte diminuisce ad una velocità maggiore. Essa inoltre, ha un elevato grado di concentrazione. Gli ordini sono spesso di importo elevato e, in molti casi, la maggior parte del fatturato di un’impresa viene realizzato con pochi acquirenti. Le analisi e le previsioni della domanda di beni e servizi industriali sono dunque piuttosto complesse, in quanto l’orizzonte di osservazione deve andare al di là dei propri clienti diretti per considerare anche il comportamento dei clienti. La complessità aumenta quando le imprese fornitrici si trovano a servire, per la natura stessa dei propri prodotti, più settori. Ancora, tra gli altri aspetti propri del mercato B2B è possibile evidenziare che: gli acquirenti industriali spesso acquistano direttamente dai produttori senza il passaggio attraverso i rivenditori, soprattutto nel caso di beni particolarmente complessi e costosi; si parla in questo caso di acquisto diretto. Essi, inoltre, spesso scelgono fornitori che, a loro volta, sono clienti dell’impresa; in alcuni paesi questa reciprocità dei rapporti di vendita e acquisto è vietata in quanto ritenuta lesiva della libertà di concorrenza (reciprocità dei rapporti di vendita e acquisto). Infine gli acquirenti industriali si stanno rivolgendo sempre più all’utilizzo del leasing, in particolare per prodotti quali le costruzioni pesanti, macchine utensili, mezzi di trasporto; noti tra l’altro sono i vantaggi di chi vende e acquista in leasing. Le connotazioni di questo mercato inevitabilmente influenzano, mettendolo in risalto, il processo d’acquisto di beni e servizi industriali. La molteplicità di aspetti del processo d’acquisto delle organizzazioni influenza, infatti, in modo significativo il comportamento del16 L’ “effetto accelerazione” è dovuto all’esigenza di adattare i livelli di stock dei vari attori alle oscillazioni della domanda in relazione alle loro politiche di gestione delle scorte o del rimpiazzo di macchinari. Si veda Giacomazzi F. (2002), op. cit. 30 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI l’impresa fornitrice. Infatti per essa si rivela di fondamentale importanza comprendere a fondo le logiche decisionali adottate dall’impresa acquirente. Se non si arriva a conoscere perfettamente il meccanismo con il quale il cliente acquista, risulterà impossibile proporre un’offerta (value proposition) che soddisfi pienamente le aspettative del cliente e crei valore per l’impresa. In particolare, le imprese fornitrici, per poter competere con successo, devono pianificare una strategia di marketing che consideri le dinamiche, le influenze e le interazioni di alcune specifiche variabili, che sono17: – la rilevanza strategica ed economica dei beni e servizi per l’impresa acquirente; – le caratteristiche delle diverse categorie merceologiche oggetto di un processo di acquisto; – le caratteristiche ed i rischi del mercato di approvvigionamento; – il know-how dell’impresa acquirente sul bene/servizio in questione e sul mercato di fornitura; – le problematiche e i rischi di natura generica connessi all’intero processo di acquisto; – l’importanza del cliente per il fornitore e viceversa; – l’esistenza di eventuali normative da rispettare; – l’organizzazione e le relazioni interne all’impresa acquirente. Gli studi di Organizational Buying Behavior: il punto di vista dell’azienda acquirente Il marketing industriale ha sempre dedicato grande attenzione allo studio del processo di acquisto delle organizzazioni ed all’analisi del comportamento d’acquisto delle stesse secondo il punto di vista delle aziende fornitrici (cosiddetto approccio Supplier Oriented). Ciò nondimeno, nonostante gli ambiti di riferimento non siano così nettamente distinti, il comportamento di acquisto B2B è da tempo oggetto di riflessione e di approfondimento da parte di quanti ritengono necessario interpretare il tema anche secondo il punto di vista dell’azienda acquirente (cosiddetto approccio Client Oriented). Al riguardo, i primi studi sull’Organizational Buyin Behavior (OBB) risalgono alla fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70. I prin17 Per un approfondimento sulle caratteristiche e sulle logiche delle variabili si rimanda alla letteratura sul tema. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 31 cipali esponenti di questo filone di studi sono sicuramente Webster e Wind18, ma sul loro esempio, fino alla prima metà degli anni ’90, molti sono gli autori (Sheth, 1973; Thomas, 1980; Moriarty, 1986; Kauffman, 1996; Lewin e Johnston 1996) che pongono al centro dell’OBB l’assunto che l’acquisto industriale è tutt’altro che un singolo ed isolato atto, bensì si tratta di un lungo e complicato processo decisionale che le organizzazioni devono formalizzare e gestire al meglio19. Webster e Wind definiscono l’acquisto delle organizzazioni come acquisto istituzionale, ossia come “il processo decisionale attraverso il quale le organizzazioni complesse definiscono le loro necessità in termini di prodotti e servizi ed identificano, valutano e scelgono fra le diverse alternative e i diversi fornitori”20. Esso infatti, rispetto all’acquisto del consumatore finale, è più complesso sia sul piano formale, sia per il numero delle persone coinvolte e per i tempi di attuazione decisamente più lunghi; ma anche per il numero e la rilevanza delle transazioni, per l’impiego di strumenti tipici (richieste di offerta, offerte, gare ecc.) e l’esplicitazione di specifiche tecniche. Gli acquirenti industriali presentano comportamenti di maggiore razionalità rispetto al consumatore e poggiano su motivazioni di natura organizzativa o istituzionale e non di natura individuale. Anche se le decisioni sono influenzate da una pluralità di fattori, essi sono maggiormente in grado di autospecificare le proprie aspettative e, quindi, sono meno condizionabili, sono in grado di mettere a confronto offerte diverse e hanno capacità di controllo sulla rispondenza della prestazione ricevuta rispetto alle specifiche concordate. L’acquirente industriale, perciò, non può essere considerato alla stregua di un interlocutore, in un certo modo passivo, quale il consumatore finale, bensì deve essere visto come un soggetto “attivo” del mercato e cioè portatore di un “buying concept” che lo pone sullo stesso piano del venditore. Inol18 Si 19 Si veda Webster E.E., Wind Y. (1972), op. cit. veda Sheth J.N. (1996), Organizational buying behavior: past performance and future expectations, Journal of Business & Industrial Marketing, vol. 11, n. 3/4; Moriarty (1983), op. cit.; Johnston W.J., Lewin J.E. (1996), Organizational Buying Behavior: Toward an Integrative Framework, Journal of Business Research, vol. 35; Kauffman R.G. (1996), Influences on organizational buying choice processes: future research directions, Journal of Business & Industrial Marketing, vol. 11, n. 3/4. 20 Si veda Webster E.E., Wind Y. (1996), op. cit. 32 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI tre, il suo potere contrattuale è solitamente superiore a quello degli acquirenti di beni di consumo. Non a caso la letteratura in materia definisce questo tipo di processo d’acquisto, come “processo d’acquisto professionale”21. Il processo d’acquisto “professionale” ha una sua specificità, che giustifica una trattazione a sé e che si sostanzia nel fatto che: – oltre ad essere complesso, varia sensibilmente in relazione all’oggetto di acquisto; – coinvolge attori e livelli gerarchici diversi; – è quasi sempre negoziale; – segue procedure formalizzate; – è condizionato da fattori ambientali (politici, economici, tecnologici), organizzativi (struttura dell’impresa, composizione del centro d’acquisto), sociali ed individuali (obiettivi delle persone coinvolte nella decisione, loro capacità di influenza, valutazioni di convenienza individuale e di gruppo) (Webster e Wind, 1972); – le nuove tecnologie dell’informazione ne modificano continuamente il funzionamento; – influenza in maniera rilevante il risultato economico delle imprese coinvolte22. Per la specificità del tema dell’Organizational Buying Behavior, i paragrafi che seguono sono dedicati all’analisi di modelli che si sono sviluppati in letteratura e che hanno come obiettivo comune e primario quello di comprendere quali e quante variabili (economiche e non) influiscono su una decisione di acquisto industriale. In particolare, dopo una breve rassegna dei principali modelli sviluppati in letteratura sono presentate le “tendenze emergenti”, ovvero su tutte quelle nuove variabili che sono diventate sempre più determinanti ai fini di una decisione di acquisto industriale. 21 Si veda Webster E.E., Wind Y. (1972); Rawnsley A. (1978); Moriarty R.T. (1983); Gadde L.E., Hakansson H. (1993); 22 La rilevanza del processo è facilmente comprensibile considerando il fatto che per un’impresa industriale circa il 60% del costo del venduto è rappresentato dal valore degli acquisti di materiali “diretti” (che cioè entrano a far parte del prodotto finito). Una percentuale significativa delle spese di vendita, generali ed amministrative è anche l’incidenza degli acquisti di materiali e servizi “indiretti”. Tale percentuale è pari a circa la metà del valore degli acquisti diretti. Si veda Stephens Inc. Industry Report (30 gennaio 2001), Strategic Sourcing: Applications to Turn Direct Materials Procurement into a Competitive Advantage, p. 24. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 33 1.2.2 I modelli di comportamento di acquisto delle organizzazioni La messa a punto di opportuni modelli, ad opera di studiosi statunitensi, ha rappresentato un decisivo contributo all’analisi delle modalità di comportamento dell’acquirente industriale e dei molteplici aspetti connessi all’acquisto di beni e servizi industriali. Infatti, grazie a tali modelli è stato possibile mettere in evidenza il rapporto funzionale tra le variabili caratteristiche dei processi di acquisto dei beni di produzione ed i meccanismi decisionali che li presiedono. Tali studi cercano di fare luce sui fattori influenzanti le decisioni d’acquisto nei mercati business to business e di analizzare le relazioni tra i fattori e gli attori coinvolti in un determinato processo d’acquisto. È intuibile che, come tutti i modelli, (intesi come la rappresentazione di un sistema complesso e articolato) anche questi comunque, incontrano dei limiti di applicabilità in rapporto alle reali situazioni operative. Per questo motivo è giusto comprenderne la loro significatività in relazioni alle specifiche situazioni di mercato, attraverso opportuni adattamenti. Dall’analisi della letteratura in tema di OBB è possibile classificare gli studi ed i modelli sviluppati in quattro principali tipologie23: 1. i modelli “Task Oriented”; 2. i modelli “Non Task Oriented”; 3. i modelli complessi; 4. i modelli incentrati sul processo decisionale24. 1. I modelli “Task Oriented” considerano ed enfatizzano prevalentemente variabili “task”, ossia variabili specifiche, legate ad un particolare acquisto e strettamente economiche (ad es. il prezzo); e tra i più accreditati si possono indicare: il Minimum Price Model, il Lowest Total Cost Model, il Rational Buyer Model, il Source Loyalty Model25. 2. I modelli “Non Task Oriented” spiegano il comportamento di acquisto delle organizzazioni sulla base di variabili che sono collegate solo indirettamente al “problema di acquisto”, appunto “non task”. Si tratta di variabili non strettamente economiche, in particolare organiz23 Si veda Moriarty R.T. 24 Queste categorie sono (1983), op. cit. state originariamente proposte da Webster e Wind. Si veda Webster E.E., Wind Y. (1972), op. cit. 25 Per maggiori approfondimenti su questi modelli si veda Moriarty R.T. (1983), op. cit. 34 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI zative, sociali e psicologiche (ad esempio: le emozioni, gli atteggiamenti e gli interessi personali coinvolti nel raggiungimento di determinati obiettivi, le relazioni venditore-acquirente, le politiche organizzative “informali” coinvolte in un processo di acquisto ecc.). Tali variabili sono comunque determinanti ai fini di una decisione di acquisto. Essi sono: il Perceived Risk Model26, e il Diffusion of Innovation Model27. 3. I modelli incentrati sul processo decisionale nascono negli anni ’50 ad opera di Cyert, Simon e Trow28. Essi studiano il processo di acquisto da un punto di vista puramente empirico e suddividono le decisioni di acquisto in base alla loro complessità (decisioni programmate o well-defined, decisioni ripetitive, decisioni non programmate). Anche Robinson, Faris e Wind, prima di giungere all’elaborazione definitiva del Buy Grid Model (si veda punto successivo), elaborano il Buyphase Model che concentra l’attenzione sulla definizione delle fasi del processo decisionale di acquisto, indipendentemente però dalle tipologie di acquisto29. Sullo stesso approccio negli anni successivi nascono l’Industrial Adoption-Process Model30 e il Purchase Decision-Process Model31. 4. I modelli complessi considerano più tipologie di variabili, e per questo motivo sono i più completi e i più attendibili, ed includono sia variabili economico-manageriali (Task Oriented), sia variabili organizzative, psicologiche e sociali (Non Task Oriented) (Figura 1.1). Questi modelli hanno il merito di aver, per primi, compreso, l’importanza di 26 Tra gli autori che hanno contribuito a sviluppare questo modello si veda Bauer R.A. (1960), Consumer Behavior as Risk Taking, in (a cura di) Hancock R.S., Dynamic Marketing for a Changing World, American Marketing Association, Chicago e Sweeney T.W., Mathews H.L., Wilson D.T. (1973), An Analysis of Industrial Buyers’ Risk Reducing Behavior: Some Personalità Correlates, American Marketing Association Proceedings, Chicago. 27 Si veda Rogers E., Shoemaker F.F., Communication of Innovations: A Cross-Cultural Approach, New York Free Press. 28 Si veda Cyert R.M., Simon H.A., Trow D.B. (1956), Observation of a Business Decision, Journal of Business, n. 29. 29 Si veda Moriarty R.T. (1983), op. cit. 30 Si veda Ozanne U.G., Churchill G.A. (1971), Five Dimensions of the Industrial Adoption Process, Journal of Marketing Research, n. 8. 31 Si veda Hillier T.J. (1975), Decision Making in the Corporate Industrial Buying Process, Industrial Marketing Management, vol. 4 e Moriarty R.T., Galper M. (1978), Organizational Buying Behavior: A State of the Art Review and Conceptualization, MSI Working Paper. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 35 Fig. 1.1 - Modelli Task e Non Task Fonte: Adattamento da Webster F.E., Wind Y. (1996), A General Model for Understanding Organizational Buying Behavior. considerare il comportamento di acquisto delle organizzazioni come un processo composto da fasi sequenziali e attività ben delineate ed imprescindibili. Tra i modelli più significativi e coerenti, su cui la letteratura si è maggiormente soffermata nell’analisi si sottolineano, quello di Sheth e quello di Webster e Wind (quest’ultimo definito anche buying centre model)32. Altri sono: l’Industrial Market Response Model33 e il Buy Grid Model (Buyphase model)34. In particolare, il Buy Grid Model si concentra sulla natura del processo decisionale che viene scomposto in stadi sequenziali e che cor32 Entrambi verranno illustrati per una maggiore chiarezza espositiva, in relazione alle caratteristiche del mercato B2B e dei suoi processi di acquisto nei paragrafi 1.3.1 e 1.3.2. 33 Si veda Choffray J.M., Lilion G. (1978), Assessing Response to Industrial Marketing Strategy, Journal of Marketing, n. 42. 34 Si veda Robinson P.J., Faris C.W., Wind Y. (1967), Industrial Buying and Creative Marketing, Boston Allyn and Bacon 36 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI Fig. 1.2 - Il Modello di J.N. Sheth Fonte: J.N. Sheth (1973), A Model of Industrial Buyer Behavior. rispondono a fasi ben definite alle quali è attribuibile un’importanza relativa in rapporto alle diverse tipologie di acquisto che in concreto possono manifestarsi. Un elemento di qualificazione di questo modello, è il concetto introdotto da Wind di unità decisionale di acquisto, che successivamente con il contributo e gli studi di Webster, nel 1972, diventa centro decisionale di acquisto, con il quale, pur riservando un ruolo primario alla figura del compratore, si prevede la partecipazione diretta di vari specialisti aziendali all’elaborazione della decisione finale. Inoltre Wind, delinea una situazione dinamica per le fasi di acquisto, cioè per i diversi stadi attraverso cui si concretizza il processo di acquisto industriale, inquadrando tali fasi in una logica decisionale anziché meramente procedurale35. Il modello di Sheth Il modello di Sheth (Figura 1.2) rappresenta uno dei primi contributi essenziali per la comprensione del comportamento di acquisto industriale, in cui l’autore mette in luce l’importanza dell’atteggiamento 35 Si veda Moriarty R.T. (1983), op. cit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 37 psicologico degli attori coinvolti in un processo di acquisto, individuando quali siano i fattori che conducono un singolo soggetto a prendere decisioni in maniera autonoma o piuttosto di concerto con gli altri soggetti che partecipano al processo stesso. L’autore, in particolare, si sofferma ad analizzare questo secondo caso ed i conseguenti conflitti che si determinano tra i vari soggetti. Il modello, parte dall’assunto che, contrariamente a quello che può apparire, le decisioni di approvvigionamento non fanno capo unicamente agli addetti all’ufficio acquisti, ma ad almeno altre tre tipiche funzioni aziendali i cui soggetti risultano sistematicamente coinvolti nel processo di acquisto. Si tratta, della funzione di approvvigionamento in senso stretto (purchasing agents), della produzione (users) e del controllo di qualità (engineers). Molto spesso, possono prendere parte al processo anche il direttore generale ed il “controller”. Tra questi vari soggetti, che normalmente sono chiamati a decidere congiuntamente, si sviluppa un processo di accentuata ed inevitabile interazione. Diventa allora, essenziale analizzare gli atteggiamenti che ne derivano. Alla base di tali atteggiamenti il modello colloca le diverse aspettative che ciascun soggetto ripone nei confronti del fornitore. Occorre tenere conto, cioè, del modo con cui i partecipanti al processo percepiscono e valutano le capacità dei diversi fornitori, in ordine al soddisfacimento di obiettivi espliciti (qualità, quantità, consegne, assistenza tecnica e prezzo) o impliciti (reputazione e immagine del fornitore, personalità e stile del venditore, accordi di reciprocità, ecc.). Le difformità rilevabili nelle aspettative di acquisto sono all’origine del conflitto che può nascere tra i vari gruppi di soggetti; quest’ultimo costituisce uno degli aspetti salienti del processo decisionale. Sheth sostiene che queste differenze nelle aspettative sono riconducibili a quattro fattori: – Il background culturale e l’orientamento professionale. La differente base culturale ed educativa di ciascuno tenderà, infatti, a riflettersi, influenzandoli, sui rispettivi obiettivi e valori professionali; – Le fonti e la ricerca attiva delle informazioni. L’origine ed il genere di informazioni a cui i vari soggetti risultano esposti, nonché la loro più o meno attiva partecipazione alla ricerca di tali informazioni concorrono a creare diverse aspettative; 38 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI – Le distorsioni in sede di percezione. Nel senso che ogni soggetto tenderà ad adattare, o comunque a rendere coerente l’informazione con le proprie aspettative o conoscenze preesistenti, attraverso un processo definito di distorsione sistematica; – Il grado di soddisfazione ricavato dalle precedenti esperienze di acquisto. È evidente, infatti, che, poiché ciascun soggetto partecipa al processo di acquisto con obiettivi diversi, privilegiando determinati criteri di scelta rispetto ad altri, la marca di un prodotto o il fornitore specifico non possono accontentare tutti nella stessa misura. Una volta messi in evidenza questi fattori il modello di Sheth prosegue nel distinguere tra decisioni autonome, e cioè sostanzialmente delegate ad un solo soggetto e decisioni congiunte (le più ricorrenti e significative), cioè riconducibili ad una pluralità di persone. Al riguardo, il modello identifica due categorie di fattori dalla cui rilevanza dipenderà la prevalenza delle decisioni congiunte o di quelle autonome. La prima categoria riguarda le caratteristiche del prodotto (product specific factors), la seconda quelle dell’organizzazione acquirente (company specific factors). In seguito all’individuazione di questi gruppi di fattori, Sheth sottolinea l’importanza delle decisioni congiunte all’interno delle unità decisionali che rivestono decisamente maggiore interesse. In questo modo, infatti, il processo decisionale viene articolato in varie fasi principali: apertura del processo, raccolta delle informazioni, valutazione delle fonti alternative di rifornimento e risoluzione del conflitto tra le parti coinvolte nella scelta. L’aspetto più importante e delicato dell’intero processo è tuttavia costituito dall’assimilazione di tali informazioni da parte dei vari soggetti coinvolti. È in questo frangente infatti, che si manifesta quasi inevitabile, il sorgere di un conflitto. Sheth rileva che il conflitto è sempre presente allorquando si tratti di prendere una decisione congiunta in un gruppo di persone che hanno percezioni ed obiettivi differenti; il conflitto, egli afferma, rappresenta una normale conseguenza di un qualsiasi processo decisionale che coinvolga più persone36. Non è detto comunque che il conflitto in sé debba risultare necessariamente negativo ai fini della funzionalità dell’organizzazione, è importante osser- 36 Si veda Sheth J.N. (1996), op. cit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 39 vare le modalità attraverso i quali esso può risolversi a seconda delle specifiche circostanze37; che sono essenzialmente quattro: 1. il problem solving; 2. la persuasione; 3. la negoziazione (bargaining); 4. la coercizione (politicking)38. 1. Qualora il conflitto tra le varie categorie di partecipanti alla decisione sia dovuto alla mancata integrazione delle singole aspettative nei confronti del fornitore è probabile che esso venga risolto mediante un approccio del tipo “problem solving”. Si tratterà, cioè, di procedere ad una più attiva ricerca di ulteriori elementi di giudizio, soprattutto nel senso di riconsiderare con maggiore attenzione i fornitori prima trascurati o scartati, e di giungere ad una più approfondita valutazione delle vecchie e delle nuove informazioni, appunto con lo scopo di minimizzare il conflitto. 2. Se il motivo del contrasto riguarda l’applicazione di qualche criterio di valutazione nei confronti dei fornitori, ad esempio la qualità, la puntualità nelle consegne, ecc. (fermo restando il consenso delle parti circa gli obiettivi di massima dell’acquisto), allora si cercherà di risolvere il conflitto stesso attraverso un’opera di persuasione e cioè di convincimento del soggetto in disaccordo, mettendo in risalto il fatto che di fronte all’interesse superiore dell’azienda, quello particolare del singolo deve passare in secondo piano. In un caso del genere non si rende tanto necessaria l’acquisizione di nuove informazioni, quanto una più intensa interazione e comunicazione tra i vari partecipanti. 3. Quando il conflitto risulta più radicale e riguarda gli obiettivi e gli scopi di fondo che ciascun soggetto, o gruppo di soggetti, ripone nell’acquisto (ad esempio, nel caso di decisioni di particolare importanza economica, come quelle aventi per oggetto degli investimenti in beni ca37 La situazione di conflitto, più esattamente, è suscettibile di assumere due forme distinte. Nella prima si potrà avere un contrasto in termini di obiettivi e, quindi, di criteri decisionali, tra due soggetti che partecipano al processo; nella seconda, un conflitto tra il singolo soggetto e l’organizzazione nel suo complesso. Si veda Moriarty R.T. (1983), op. cit. 38 Per la messa a punto di queste modalità di risoluzione del conflitto è necessario richiedere la partecipazione del top management a cui spetterà il compito di ricercare una soluzione soddisfacente, per mezzo di un’azione di mediazione e di integrazione tra le parti in contrasto o, eventualmente, di coercizione. Si veda Moriarty R.T. (1983), op. cit. 40 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI pitali) questo tende ad essere risolto soprattutto mediante negoziazioni e compromessi tra le parti, secondo un approccio di “bargaining”. 4. Il contrasto, in altri casi, può vertere, più che sugli obiettivi dell’acquisto, su quelli che si possono definire gli stili di decisione, ovvero coinvolgere fattori relativi al mancato, reciproco gradimento delle personalità interessate. La soluzione del conflitto verrà in questo caso ricercata attraverso manovre coercitive (cosiddette tattiche di “politicking”), come pure con il ricorso a “colpi bassi” o altri comportamenti del genere. Va sottolineato che il conflitto tra le aspettative concernenti il fornitore, o per i relativi criteri di valutazione, possono anche risultare positive dal punto di vista dell’organizzazione nel suo complesso, nel senso che sia l’approccio del tipo problem solving che quello in chiave di persuasione tendono a rendere la soluzione più razionale, anche se maggiormente dispendiosa in termini di tempo e di risorse. Il modello di Webster e Wind La premessa da cui muovono i due studiosi è che l’acquisizione dei beni industriali dà luogo ad un processo di natura complessa nel quale risultano coinvolti una pluralità di soggetti. Tali soggetti costituiscono il cosiddetto centro decisionale di acquisto e fanno ricorso a criteri di scelta potenzialmente contrastanti. Questi soggetti sono portatori di specifici ruoli di acquisto e risultano motivati da un complesso di obiettivi individuali ed organizzativi. Tale nucleo decisionale si colloca nel contesto della struttura organizzativa e quest’ultima, a sua volta, si inserisce nell’ambito socio-economico circostante. Sulla base di queste affermazioni il modello di Webster e Wind evidenzia l’esistenza di determinate variabili/fattori che in diverso modo influenzano le scelte degli acquirenti industriali e che possono essere classificate in quattro tipologie (Figura 1.3)39: 1. i fattori ambientali; 2. i fattori organizzativi; 3. i fattori sociali/interpersonali; 4. i fattori individuali. Webster e Wind evidenziano che ciascuna delle quattro tipologie di fattori influenzanti risulta caratterizzata da variabili “task” e da variabili “non-task”. 39 Si veda Webster F.E., Wind Y. (1996), op. cit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 41 Fig. 1.3 - I fattori influenzanti il processo d’acquisto delle organizzazioni Fonte: Webster F.E., Wind Y. (1996), A General Model for Understanding Organizational Buying Behavior. Le variabili del primo tipo implicano, come già visto, il ricorso a criteri di acquisto razionali, ad esempio la “giusta” qualità e quantità del prodotto/servizio, il “giusto” prezzo, ecc. Le variabili del secondo tipo, invece, fanno riferimento alle motivazioni di carattere personale che guidano una decisione di acquisto e possono a loro volta distinguersi in due categorie: – variabili relative al desiderio di affermazione del soggetto; – variabili relative alla riduzione del rischio. Questo secondo punto è evidentemente connesso al problema dell’incertezza, che il modello spiega può essere di tre tipi: – incertezza relativa alle alternative di scelta disponibili; – incertezza relativa ai possibili risultati economici di tali alternative; – incertezza relativa alle reazioni degli altri soggetti coinvolti. La ricerca di maggiori informazioni rappresenta uno dei modi più ovvi per circoscrivere il margine d’incertezza, mentre è sconsigliabile la scelta di sottrarsi o di rinviare la decisione di acquisto oppure di ridurre obiettivi. 42 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI È comunque probabile che il mantenimento dello “status quo” rappresenti il modo più comune per la riduzione del rischio, in quanto esso tende ad eliminare l’incertezza ed a minimizzare la possibilità di risultati negativi. Ciò tra l’altro, affermano sempre gli studiosi, spiegherebbe anche il considerevole grado di fedeltà al fornitore e alla marca che caratterizza la maggior parte degli acquisti industriali. In conclusione, c’è da dire che non sono pochi gli autori che da sempre sostengono che il comportamento di acquisto industriale ha trovato, con questo modello, una spiegazione sistematica e coerente alla quale è indispensabile riferirsi ai fini di una qualsiasi puntualizzazione o futuro sviluppo delle ricerche in materia40. 1.2.3 Le nuove tendenze nello studio dei processi di acquisto delle organizzazioni Come già sopra accennato, le quattro tipologie di variabili influenzanti il processo di acquisto delle organizzazioni descritte nel modello di Webster e Wind non sembrano più da sole sufficienti a definire una decisione di acquisto. Infatti, lo studio sull’Organizational Buying Behavior costituisce un laboratorio particolarmente interessante per individuare e mettere a fuoco alcune tematiche emergenti di grande rilevanza, vale a dire nuove variabili che concorrono fortemente ad influenzare il comportamento d’acquisto di beni e servizi industriali. Una di queste è sicuramente quella relativa alla natura dei rapporti che si instaurano tra fornitore e cliente, caratterizzante di queste relazioni buyer-seller è, poi, il fattore fiducia che orienta gli acquirenti industriali verso un fornitore piuttosto che verso un altro. Un terzo fattore è quello relativo alla costituzione di network tra fornitori, che intervengono sulla natura, sull’importanza e sulla solidità delle relazioni con i clienti che con i network entrano in contatto. Un ultimo elemento emerso concerne il peso dei fattori istituzionali (specifici in alcuni settori) che in qualche modo “altera” e addirittura annulla il valore delle precedenti variabili. 40 Si veda Johnston W.J., Lewin J.E. (1996), Organizational Buying Behavior: Toward an Integrative Framework, Journal of Business Research, vol. 35; Kauffman R.G. (1996), Influences on organizational buying choice processes: future research directions, Journal of Business & Industrial Marketing, vol. 11, n. 3/4; Harmon H.A., Conrad C.A., Brown G. (1997), Industrial Buyer Behavior: Toward an Understanding, The Journal of Marketing Management. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 43 Le relazioni buyer-seller Il rapporto che si stabilisce tra fornitore e cliente è sicuramente un elemento distintivo degli scambi tra imprese. Questa relazione si caratterizza per l’importanza del legame che si crea tra gli interlocutori, per l’esistenza di un rapporto di lungo periodo, per un relativo equilibrio tra le parti, per la dipendenza reciproca: in altre parole per l’instaurarsi di una sorta di “bipolarità”41. Ciò che è importante sottolineare è il coinvolgimento del cliente che in questo contesto si determina e che contribuisce al superamento dell’ottica riduttiva, tipica dei beni di consumo, in cui tutta l’attenzione è rivolta al fornitore, e comporta quindi, anche l’instaurazione di un certo equilibrio tra le parti. La dipendenza, monodirezionale, che la relazione tra fornitore e cliente finale presenta nei mercati di consumo (in particolare, di largo consumo), lascia il posto ad una dipendenza reciproca; si instaura un rapporto ad elevato contenuto di collaborazione e dai toni molto più ricchi e variegati, che tende ad assumere caratteristiche di continuità e stabilità ma anche di forte complessità, e quindi con un orizzonte di lungo periodo42. Fornitore e cliente sono entrambi attivi nel processo di acquisto ed il secondo gioca a volte un ruolo di rilevanza strategica per il primo. Le attività dei clienti sono funzionali alle strategie e alle attività del fornitore, non soltanto in termini di vendite, ma anche per l’acquisizione di risorse di vario genere: reputazione, know-how, informazioni competitive e di mercato, accesso ad un mercato strategico o ad uno specifico network di imprese. Ai clienti non si chiede soltanto di comprare ma anche di aiutare nella messa a punto di nuovi prodotti e, in definitiva, di essere parte attiva nel rapporto e di competere con successo nel loro settore per sviluppare una capacità competitiva congiunta. I clienti giocano pertanto un ruolo di grande rilievo nelle strategie e politiche di marketing del loro fornitore, come “mercato di sbocco” e al tempo stesso come “serbatoio di risorse”43. Anche da questo punto di vista, il modello di marketing tradizionale, in cui vi è totale dipendenza degli acquirenti dal fornitore e i 41 Si veda Gadde L.E., Hakansson H. (1993), Professional Purchasing, Rou- tledge. 42 Si veda Spekman R.E. (1988), op. cit. 43 Si veda Dwyer F.R., Shurr P.H. (1987), Devoloping Buyer-Seller Relations- hips, Journal of Marketing, vol. 51, aprile. 44 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI primi si limitano unicamente a comprare i prodotti del secondo, mal si adatta ai beni industriali, perché non permette di mettere in luce questo ruolo attivo dei clienti nei processi di scambio. Il ruolo attivo si esplica in azioni rivolte ad individuare e selezionare i possibili fornitori, ad influenzare i loro comportamenti, ad ottenere un adeguamento delle prestazioni alle proprie specifiche esigenze. Gli acquirenti e i venditori possono dunque essere considerati come parti di uno stesso processo, come due facce della stessa medaglia, ed è dalla loro interazione che dipendono le condizioni degli scambi posti in atto. Entrambi sviluppano attività di ricerca sul mercato, concorrono a definire le specifiche del prodotto ed operano per controllare il processo di scambio. Ciò significa che un’adeguata conoscenza dei mercati industriali può essere raggiunta solo con un esame dei comportamenti relazionali sia dal lato del fornitore, che da quello dell’acquirente. Particolare importanza assumono in questo contesto la negoziazione, i rapporti di potere, le forme di cooperazione, la gestione dei conflitti, ovvero aspetti solitamente trascurati dagli approcci tradizionali di marketing. In questa situazione, particolare importanza riveste “l’atmosfera” della relazione, definita da variabili quali, i rapporti di forza tra imprese (potere e dipendenza), la collaborazione o il conflitto e la conseguente necessità di coordinare i rapporti e le operazioni, le aspettative che si creano tra le parti, la fiducia che ciascuna di esse ripone nell’altra, la percezione della vicinanza (o lontananza) rispettiva. Il marketing, secondo questa impostazione, deve, innanzi tutto, essere inteso come “management delle relazioni” deve cioè essere rivolto a creare, sviluppare e mantenere un network di relazioni che assicurino la sopravvivenza e la crescita dell’impresa. In secondo luogo deve essere interattivo, ovvero basato su rapporti bilaterali fra le attività dell’acquirente e del fornitore finalizzati alla produzione ed al trasferimento dei beni e dei servizi, privilegiando i rapporti personali alle comunicazioni di massa. In terzo luogo, deve essere gestito in un’ottica di lungo termine, poiché le relazioni richiedono tempi lunghi per essere costruite e mantenute44. Tuttavia c’è da dire che la particolarità del rapporto è legata alla particolarità del prodotto industriale. Infatti, nella generalità dei casi, 44 Si veda Ganesan S. (1994), Determinants of Long-Term Orientation in Buyer-Seller Relationships, Journal of Marketing, vol. 58, aprile. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 45 il bene industriale non costituisce di per sé un’entità fisica con una destinazione d’uso sostanzialmente univoca ed oggettivamente pre-identificata, bensì pare più opportunamente definibile come un complesso di relazioni tecniche, economiche e talora perfino personali che vengono ad instaurarsi tra l’azienda offerente e le organizzazioni acquirenti. Ai beni industriali sono in effetti connaturati molteplici elementi che in prima approssimazione sono identificabili con l’assistenza tecnica, la garanzia di forniture continuative, i rapporti interaziendali ed interpersonali a livello tecnico e commerciale, la notorietà (dichiarata o presunta) e l’immagine delle aziende fornitrici. Queste ultime assumono, spesso, un ruolo rilevante nelle decisioni di acquisto dei beni industriali. Ciò si verifica, in particolare, quando i beni presentano e mantengono degli elementi di identificazione, e la loro presenza costituisce per la clientela un importante fattore di differenziazione dell’offerta. Un ulteriore carattere distintivo delle relazioni venditore-acquirente sono i numerosi servizi integrativi attivabili precedentemente e successivamente alla negoziazione di singoli acquisti. In tal senso, i rapporti di interdipendenza possono manifestarsi per varie cause, ad esempio: la disponibilità di forniture continuative, puntuali e di qualità costante, la possibilità di offrire servizi di manutenzione e di riparazione affidabili e in grado di assicurare nei tempi dovuti, parti e pezzi di ricambio, la concessione di credito in varie forme, ecc. Al riguardo bisogna dire che anche il prezzo, le forme di pagamento e le modalità di consegna sono generalmente oggetto di negoziazione tra il fornitore e l’acquirente. La complessità delle esigenze dell’acquirente o dei prodotti forniti spesso implica lo sviluppo di forme di collaborazione con il fornitore, che richiedono adattamenti reciproci e rapporti di fiducia e lealtà che durano nel tempo. Questi aspetti assumono importanza fondamentale nell’ambito del marketing relazionale e sono considerati dagli autori che appartengono a questa corrente di pensiero solo come una delle tante variabili da valutare45. Un rapporto di fornitura consolidato permette, inoltre, lo sviluppo di forme di collaborazione e lo scambio di informazioni tecniche, che non sono più rivolte esclusivamente a conoscere le aspettative dell’ac45 Si veda Si veda Webster E.E., Wind Y. (1972), op. cit.; Robinson P.J., Faris C.W., Wind Y. (1967), op. cit.; Sheth J.N. (1973), A model of industrial Buyer Behavior, Journal of Marketing, n. 37; Johnston W.J., Lewin J.E. (1996), op. cit. 46 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI quirente o ad orientarne le percezioni, ma si rivelano molto importanti per la progettazione di prodotti e la gestione di numerosi processi aziendali. Queste relazioni possono richiedere molti anni di contatti per diventare operanti e si basano su rapporti personali nei quali le componenti soggettive assumono notevole rilievo; un cambiamento nei fornitori vanifica le risorse destinate a promuovere queste relazioni. Ciascun rapporto è gestito in modo specifico e si sviluppa attraverso processi di adattamento che prevedono azioni e reazioni, fasi di conflitto e di collaborazione. Esiste, quindi, una grande varietà di situazioni: ogni relazione presenta caratteristiche diverse e mutevoli nel tempo. La fiducia nei rapporti buyer-seller L’incertezza è uno degli aspetti sicuramente più rischiosi di tutte le transazioni B2B. Essa è legata alla delicatezza degli acquisti (soprattutto quando si tratta di acquisti ex novo oppure di riacquisti modificati) ma soprattutto ai comportamenti dell’“altra parte” coinvolta. È per questo motivo che molti autori in letteratura affermano che sia le imprese acquirenti che le imprese fornitrici dedicano, nei processi di acquisto industriali, gran parte della loro attenzione e del loro tempo alla creazione ed al consolidamento di rapporti di fiducia46. Anderson e Narus, con riferimento al comportamento di acquisto, sostengono che il fidarsi di un’organizzazione è cosa ben diversa dal fidarsi di una singola persona47. Le imprese, in questa situazione, sono portate ad esaltare la natura informale dei rapporti, questo basso grado di formalizzazione che si riscontra, indica che esse preferiscono fondare i loro rapporti su una fiducia reciproca piuttosto che su accordi formali, ciò secondo Gadde e Hakansson permette alle stesse di evitare spiacevoli sorprese sin dall’inizio del legame48. Dasgupta e Williamson parlano al riguardo di un “calculative process”, in cui le organizzazioni acquirenti definiscono il 46 Si veda Dwyer F.R., Shurr P.H. (1987), op. cit.; Gadde L.E., Hakansson H. (1993), op. cit.; Doney P.M., Cannon J.P. (1997), An Examination of the Nature of Trust in Buyer-Seller Relationships, Journal of Marketing, vol. 61, aprile. 47 Si veda Anderson J.C.; Narus J.M. (1990), A model of Distributor Firm and Manufacturer Firm Working Partnerships, Journal of Marketing, n. 54. 48 Si veda Gadde L.E., Hakansson H. (1993), op. cit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 47 comportamento d’acquisto calcolando appunto, i costi o i vantaggi della relazione in base alla reputazione ed alla fiducia che l’organizzazione fornitrice e i suoi dipendenti ispirano49. Un rapporto di fiducia si costruisce, come è naturale, nel tempo e segue di solito un processo tipico: esso viene infatti “testato”, passando da piccoli incarichi a grandi commesse di fornitura. Il cliente industriale, ad esempio, attribuisce una particolare importanza alle modalità di consegna, nell’aspetto sia della continuità e regolarità che della tempestività e rapidità. Il rispetto dei tempi e delle modalità di fornitura dei vari tipi di materiali, o delle attrezzature, è non meno essenziale della loro rispondenza qualitativa. L’acquirente, allora, tenderà a ricercare nel fornitore una garanzia di affidabilità, nel senso di poter contare sulla fonte in qualsiasi circostanza, in modo da evitare il rischi di interruzioni improvvise nei rifornimenti e di trovarsi repentinamente in carenza dei materiali indispensabili per il processo produttivo. Sotto questo profilo l’acquirente, che sa di poter fare affidamento sul fornitore di fiducia, anche in situazioni particolarmente difficili, finisce col trovarsi legato in un rapporto molto stretto, nell’ambito del quale le considerazioni di prezzo possono assumere una logica diversa, in quanto la garanzia di rifornimenti certi e regolari, potrà essere ripagata con un prezzo anche superiore a quello ottenibile presso altri fornitori con cui non si sono precedentemente instaurati rapporti consolidati di fiducia50. È il prezzo che gli autori Rao e Bergen chiamano “premium price”51. L’analisi dei network I rapporti e le dipendenze che si instaurano tra aziende fornitrici ed aziende acquirenti sono fortemente influenzate dalla formazione di 49 Si veda Dasgupta P. (1988), Trust as a Commodity, in (a cura di), Gambetta D., Trust: Making and Breaking Cooperative Relations, Basil Blackwell Inc.; Williamson, O.E. (1991), Calculativeness, Trust and Economic Organization, Journal of Law and Economics, vol. 26. 50 Al riguardo, obiettivo del prossimo capitolo – relativo al processo di acquisto di materiale rotabile – è analizzare se, nonostante i vincoli della normativa nella selezione dei fornitori (ad esempio le gare) e nelle modalità e nei comportamenti di acquisto, possano venirsi a creare dei rapporti consolidati e continuativi di fiducia buyer-seller. 51 Si veda Rao A., Bergen M. (1992), Price Premium as a Consequence of Lack of Buyers’ Information, Journal of Consumer Research, n. 19. 48 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI network nell’universo dei fornitori, caratterizzando così ulteriormente il comportamento di acquisto delle organizzazioni acquirenti Secondo Gadde e Hakansson (1993) i network industriali sono, infatti, un insieme di relazioni fortemente interconnesse (relazioni tra aziende acquirenti e singole aziende fornitrici e tra le stesse aziende fornitrici) che hanno l’obiettivo primario di garantire gli scambi tra fornitori e acquirenti52. Gli autori concentrano l’analisi su tre componenti dei network: gli attori, le attività e le risorse utilizzate; dalla interdipendenza di questi elementi le imprese del network danno vita ad una serie di azioni e di comportamenti, che a loro volta determinano reazioni, effetti indiretti e altrettanti nuovi comportamenti, spesso contrastanti, da parte di altre aziende del network e così via. È evidente che questo continuum concorre a delineare le percezioni ed a influenzare le scelte e le decisioni delle aziende acquirenti che con il network entrano in contatto. Per le organizzazioni acquirenti è, infatti, molto importante osservare le dinamiche di un network: la posizione di una o più imprese fornitrici al suo interno, la loro cultura, l’importanza e la solidità delle relazioni che esse intrattengono con altre, l’unicità del know-how e delle tecnologie possedute. All’interno dei network, le imprese fornitrici, seppur indirettamente, selezionano i potenziali clienti, preparano strategie per sviluppare con loro relazioni di lungo termine, creando le condizioni tecnologiche, organizzative e sociali affinché si determinino rapporti interattivi di collaborazione, che consentano di valorizzare ed accrescere le reciproche competenze e risorse in funzione degli obiettivi da perseguire. Inoltre, è molto frequente per queste imprese la tendenza alla specializzazione produttiva, ossia alla scelta di una nicchia nella quale crearsi uno specifico vantaggio competitivo, che permetta di sviluppare rapporti stabili con un limitato gruppo di clienti per i quali creare prodotti strategici “su misura”. Tale fenomeno di specializzazione produttiva può portare alla formazione di concentrazioni territoriali di imprese specializzate in un certo prodotto o in un certo processo o fase di lavorazione; concentrazioni territoriali che, oltre a fornire una notevole capacità produttiva per quel determinato prodotto o lavorazione, si caratterizzano per il massiccio consumo delle medesime forniture. La stessa situazione si delinea anche a livello internazionale, faci52 Si veda Gadde L.E., Hakansson H. (1993), op. cit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 49 litata dalla riduzione delle barriere doganali e protezionistiche, per cui si trovano vaste aree geografiche, anche molto lontane dai principali mercati di sbocco, in cui particolari condizioni (la possibilità di conseguire economie di scala e di scopo) favoriscono vasti insediamenti produttivi. La rilevanza dei network si è, negli ultimi anni, ulteriormente rafforzata in seguito all’avvento della tecnologia dell’e-procurement nei mercati elettronici B2B53. L’e-procurement è un modello di Business to Business legato soprattutto al numero di soggetti che interagiscono. La tecnologia, infatti, consente di identificare la presenza di molti venditori a fronte di un unico grande acquirente che può, in questo modo, confrontare una pluralità di offerte in tempi brevissimi e soprattutto automatizzare l’intero processo. Kauffman e Dai sostengono che ormai il valore di beni e servizi venduti nei mercati elettronici B2B attraverso la tecnologia dell’eprocurement rappresenta oltre il 30% dell’intero mercato B2B54. Bisogna sottolineare che l’attivazione delle piattaforme di e-procurement e quindi la nascita di network elettronici di fornitori ha facilitato e, a volte persino, imposto forme di collaborazione ed alti livelli di coordinamento tra gli stessi fornitori. Tuttavia i vantaggi sono considerevoli e riconducibili alla possibilità di offrire i propri prodotti/servizi a più buyers contestualmente. 53 L’e-procurement è un insieme di processi e strumenti a valore aggiunto, tecnologie, procedure, operazioni, e modalità organizzative, nell’ambito dell’area e-business, per integrare e correlare tutte le fasi dell’intero processo di acquisto e consentire l’acquisizione di beni e servizi on-line. La tecnologia innovativa dell’eprocurement è utilizzata soprattutto in settori ad alta concentrazione di buyer ed elevata frammentazione di seller e i vantaggi in termini di tempo e costo per la valutazione di un’offerta molto ampia possono essere significativi. Si tratta essenzialmente di integrare il catalogo di una serie di fornitori selezionati nell’intranet aziendale, in modo tale che gli addetti possano effettuare direttamente da questa i loro ordini e che l’intero processo possa svolgersi sotto il controllo costante del sistema ERP (Enterprise Resource Planning) dell’impresa. È quindi garantita la rispondenza degli acquisti con le politiche di procurement (approvvigionamento) dell’azienda. In questo modo è possibile scegliere le migliori condizioni d’acquisto tra i vari fornitori, migliorare l’efficienza e la rapidità del processo di procurement e mantenere centralizzate le funzioni di controllo e di audit. Si veda Dai Q., Kauffman R.J. (2001), Business Models for Internet-Based E-Procurement Systems and B2B Electronic Markets: An Exploratory Assessment, Proceedings of the 34th Hawaii International Conference on System Sciences - 2001. 54 Si veda Dai Q., Kauffman R.J. (2001), op. cit. 50 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI Sempre più numerose, infatti, sono le aziende buyer che si rivolgono ai fornitori in e-market per selezionare il proprio gruppo di fornitori, avviare contatti e contrattare acquisti, con consistenti vantaggi in termini di costi amministrativi, operativi e di ricerca e selezione dei potenziali fornitori e senza avere restrizioni di tempo e di spazio55. I fattori istituzionali In alcuni settori specifici del mercato B2B, ad elevato interesse pubblico e sociale, come ad esempio il settore dei trasporti ferroviari, i processi di acquisto sono molto più complessi e non procedono interamente lungo i percorsi finora analizzati. Queste differenze si riscontrano soprattutto nella gestione dei rapporti buyer-seller, dove il comportamento delle organizzazioni acquirenti nella scelta dei potenziali fornitori e nelle politiche di approvvigionamento è fortemente condizionato da fattori giuridico-normativi. Gli attori istituzionali, infatti, stabiliscono e impongono, alle organizzazioni standard uniformanti che conducono verso l’isomorfismo istituzionale56. Non sono, infatti, da trascurare tutta la serie di normative che le imprese devono rispettare e che coinvolgono gli interessi di un gran numero di interlocutori (stakeholders) con cui l’impresa normalmente, deve attuare rapporti sociali, relazioni di scambio e di informazione. Le normative di solito variano da paese a paese e sono principalmente: – le normative di sicurezza sul lavoro, da applicare ai reparti produttivi, agli stabilimenti, agli impianti e ai macchinari ecc.; – le normative di tutela ambientale, da applicare sia ai materiali che agli impianti industriali; – le normative per gli acquisti da parte della pubblica amministrazione; come è noto oltre una determinata soglia del valore dei beni e servizi, secondo la normativa comunitaria, bisogna ricorrere ai bandi di gara pubblici estesi a tutti i paesi dell’Unione Europea57. 55 Per un approfondimento sui mercati elettronici B2B e sull’utilizzo della tecnologia dell’e-procurement si rimanda alla letteratura sul tema. 56 Si veda Powell W.W., Di Maggio P. (1991), The New Istitutuionalism in Organizations, Research in Organizational Behavior, n. 12. 57 Le motivazioni di quest’ultima affermazione sono da ricercarsi da un lato nell’esigenza di garantire la massima economicità dell’acquisto attraverso la competizione tra le imprese e dall’altro nell’esigenza di garantire pari opportunità a tutte le imprese comunitarie. Si veda Giacomazzi F. (2002), op. cit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 51 1.2.4 Le dimensioni di analisi del comportamento di acquisto delle organizzazioni L’approfondita analisi della letteratura manageriale sul tema dell’OBB favorisce numerosi spunti di riflessione per meglio comprendere l’evoluzione dei comportamenti di acquisto del materiale rotabile da parte degli esercenti regionali europei. In particolare, dall’analisi della letteratura emergono quattro questioni che richiedono di essere approfondite per le implicazioni reali che esse hanno nel momento in cui si andranno ad analizzare, nel prossimo capitolo, le scelte di acquisto degli esercenti europei. Nello specifico, le quattro tematiche da approfondire concernono: 1. le caratteristiche comuni del comportamento di acquisto; 2. le caratteristiche del prodotto/servizio industriale oggetto del processo di acquisto; 3. l’analisi delle fasi del processo di acquisto e degli attori coinvolti nel processo di acquisto. Le caratteristiche comuni del comportamento di acquisto Nonostante le diverse tipologie di decisione che di volta in volta si devono affrontare, è possibile delineare delle analogie, cioè delle caratteristiche comuni a tutti i comportamenti d’acquisto industriale. In particolare, si è riscontrato che tradizionalmente il comportamento può essere58: – formale; – strutturato; – razionale; – vincolante; – coordinato. Si parla di comportamento formale perché il numero elevato di persone che, a diversi livelli gerarchici, diversi ruoli, diverse responsabilità e diverse esigenze partecipa alla decisione d’acquisto determina la necessità di agire all’interno di regole formali e rispettare i livelli di potere determinati dai ruoli di ciascun partecipante. Il gruppo decisionale, inoltre, agisce nell’ambito delle politiche, dei programmi e dei vincoli stabiliti dall’organizzazione. Il processo d’acquisto prevede il rispetto di fasi procedurali note58 Si veda Marcati A. (1992), op. cit. 52 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI volmente rigide e l’impiego di strumenti tecnici organizzativi specifici (preventivi, proposte, ordini, riunioni). Tutto ciò implica anche una tempistica particolare e determina di conseguenza un comportamento strutturato. È importante sottolineare, inoltre, il concetto della razionalità del comportamento dell’acquirente industriale, in quanto il processo d’acquisto è professionale, compiuto da operatori preparati e consapevoli sotto i vari aspetti tecnici. Sebbene si possa affermare che nei mercati B2B non esistono acquisti d’impulso, tuttavia una certa componente motivazionale (se non anche irrazionale) non è così rara in un acquisto industriale. Tale componente è insita nella natura umana dei soggetti coinvolti nell’unità decisionale (ed è legata al loro ruolo gerarchico). Può avere un certo peso nella scelta del fornitore, soprattutto nel caso di prodotti o servizi poco differenziabili, in cui può giocare un ruolo decisivo l’immagine della marca, il prestigio del fornitore, la nazionalità, ma soprattutto il tipo di rapporto umano esistente a livello individuale (rapporto cliente-fornitore). Nelle situazioni in cui esiste una reciprocità di rapporti fra cliente e fornitore, nel senso che il fornitore di un’azienda ne diviene cliente per altri acquisti, si può parlare di comportamento vincolato, ossia condizionato da fattori che vanno oltre le singole decisioni d’acquisto e coinvolgono considerazioni di altra natura, legate cioè alla reciprocità dei rapporti. Il sistema della reciprocità, infatti, può condurre ad acquisti non idonei, per il timore di possibili future ritorsioni negative da una parte e dall’altra, che compromettono l’efficienza e l’efficacia del sistema59. Quando le aziende operano in un contesto di reti o filiere si ha un tipo di atteggiamento, determinato dalla necessità di sviluppare una mentalità collaborativa. In questa situazione, è dunque, possibile parlare di comportamento coordinato; reso possibile grazie alla condivisione della medesima cultura, degli stessi valori aziendali e degli stessi obiettivi, cancellando i tradizionali rapporti di antitesi fra le parti e sostituendoli con rapporti di collaborazione. Non sono tuttavia da sottovalutare i possibili aspetti negativi60. 59 Si veda Gadde L.E., Hakansson H. (1993), op. cit. 60 Un primo aspetto negativo è legato all’ingerenza delle imprese capofila. Ciò può essere un vantaggio, in quanto consente una diffusione di efficienza, di strumenti di pianificazione e controllo, di orientamento al marketing più attuali, ma può causare anche profonde crisi di identità nelle piccole imprese che devono 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 53 Le caratteristiche del prodotto/servizio oggetto del processo di acquisto Il processo di acquisto delle organizzazioni, sebbene sia caratterizzato da alcuni fattori comuni, presenta numerose diversità a seconda delle peculiarità del prodotto/servizio che le imprese decidono di acquistare. In particolare, il processo di acquisto tende a differenziarsi al variare di quattro elementi: 1. la tipologia di prodotti/servizi acquistati; 2. il grado di conoscenza dei prodotti acquistati; 3. le caratteristiche del mercato di fornitura dei prodotti/servizi; 3. la rilevanza strategica ed economica dei prodotti/servizi acquistati. Per quanto riguarda la tipologia di prodotti/servizi acquistati, il concetto di bene industriale acquisito dalla dottrina e dalla prassi aziendale è quello che si basa non solo sulla natura fisica dei prodotti, ma anche sulle caratteristiche dell’utilizzatore del bene stesso. Esso assume dunque una portata molto ampia61. Nella categoria dei beni industriali non rientrano solo i tradizionali macchinari, impianti e materie prime ma, ad esempio, possono considerarsi tali tutti i prodotti alimentari di largo consumo (se sono acquisiti nell’ambito della ristorazione collettiva); possono divenire prodotti industriali i capi d’abbigliamento, i prodotti di igiene della persona, ma anche servizi quali turismo (convegni, convention, viaggi incentivi), spettacoli, servizi ricreativi e culturali, salute, istruzione. I beni di utilizzo industriale presentano tipologie difformi. Una prima classificazione di carattere generale suddivide i beni industriali in due grandi categorie62: 1. I beni industriali che vengono utilizzati come strumenti o mezzi tecnici per compiere operazioni di produzione manifatturiera. (fusioni, laminazioni, estrusioni, trafilature, tranciature, stampaggi, torniture, assemblaggi filature, tessiture, miscelazioni, distillazioni, ecc.). subire questa rapida “colonizzazione”, determinando nel management la difficoltà a prendere decisioni secondo i nuovi schemi e causando situazioni di frustrazione. Il secondo aspetto negativo è legato al fatto che quando un’impresa si trova a far parte di più di una filiera, le esigenze di adattamento a culture di imprese gerarchicamente superiori aumentano e si sovrappongono, causando ulteriori conflitti con la situazione preesistente. Si veda Marcati A.,(1992), op. cit. 61 Si veda Marcati A. (1992), op. cit. 62 Si veda Giacomazzi F. (2002), op. cit. 54 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 2. I beni industriali che costituiscono l’oggetto dei processi di trasformazione economico-tecnici da attuarsi per mezzo degli strumenti appartenenti alla categoria precedente. Si tratta di beni destinati, appunto, a trasformarsi, ad incorporarsi o comunque a dar origine ai beni di consumo finale, o agli stessi beni strumentali, attraverso le lavorazioni e gli altri tipi di processi produttivi a cui prima si accennava. Vengono anche denominati “beni intermedi” e consistono in materie prime, prodotti di fase, semilavorati, componenti, ecc. In sostanza, mentre la prima delle due classi considerate è costituita dai beni strumentali in senso stretto, ovvero dalle attrezzature produttive in genere; la seconda comprende i beni definiti come intermedi, cioè i beni che sono destinati ad ulteriore lavorazione prima di diventare dei beni di consumo veri e propri. Nella realtà, numerosi autori, negli anni passati, hanno elaborato classificazioni dei beni industriali alternative, basate sulla natura fisica dei beni, sulla loro funzione nel processo produttivo, sull’impegno decisionale e finanziario legato alla loro acquisizione. Gadde e Hakansson distinguono cinque principali tipologie: macchinari, impianti ed assimilati; componenti; materie prime; forniture per le attività di riparazione e manutenzione; servizi63. Brand e Buckner, invece, ricorrono alle seguenti fondamentali categorie: impianti e macchinari; materiali; componenti64. Robinson e Faris distinguono differenti gruppi di beni individuando: i beni di investimento; le parti e le componenti; i materiali ausiliari65. Fisher, a sua volta, individua le seguenti classi: beni di investimento; materie prime, semilavorati e componenti; prodotti di consumo; servizi66. Ancora, Hill e Hillier considerano le seguenti tipologie: prodotti direttamente pertinenti al processo produttivo (materie prime; semilavorati incorporati nel prodotto; parti e componenti; servizi accessori al processo produttivo); materiali ausiliari e servizi (prodotti per la manutenzione e le riparazioni; materiali accessori, servizi acquistati al63 Si 64 Si veda Gadde L.E., Hakansson H. (1993), op. cit. veda Brand G.T. (1972), The Industrial Buying Decision, New York John Wiley and Sons. 65 Si veda Robinson P., Faris C., Wind Y. (1967), op. cit. 66 Si veda Fisher L. (1969), Industrial Marketing, Business Book Co. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 55 l’esterno); beni che richiedono decisioni di investimento (installazioni costituenti la struttura produttiva; attrezzature e macchinari ausiliari)67. Nella classificazione di Kotler i beni industriali vengono invece distinti in funzione della loro partecipazione al prodotto relativo: beni che entrano nel prodotto in modo completo (materie prime, materiali e parti); beni che entrano nel prodotto solo parzialmente: beni capitali (impianti e attrezzature accessorie); beni che non entrano nel prodotto (materiali ausiliari e servizi)68. In conclusione, l’approccio probabilmente più consolidato nella pratica aziendale è quello che individua quattro categorie di beni industriali. Le attrezzature industriali che comprendono: le attrezzature principali e le attrezzature accessorie; i materiali industriali che comprendono: le materie prime, i materiali semilavorati, i materiali lavorati e i materiali complementari; le forniture industriali che comprendono: i materiali per imballo e confezionamento, le forniture energetiche ed operative, le parti e pezzi di ricambio e infine i servizi industriali che comprendono: gli equipment services, i facilitating services, i consultative services69. La gestione del processo d’acquisto dell’impresa acquirente può essere più o meno complessa a seconda della conoscenza che questa ha dei beni/servizi in questione e del mercato di fornitura. Questo know-how, in particolare, diminuisce gradualmente man mano che l’impresa acquirente si muove lungo tre tipi di scenari d’acquisto, definibili come classi di acquisto e che sostanzialmente determinano il grado di novità del bene, ossia il suo potenziale innovativo. Esse si identificano con70: 1. l’acquisto di sostituzione o riacquisto invariato; 2. il riacquisto modificato; 3. l’acquisto ex novo; L’acquisto di sostituzione o il riacquisto invariato implica il semplice riordino di quanto è stato acquistato in precedenza secondo schemi ripetitivi, negoziando con fornitori già selezionati. La scelta fra 67 Si 68 Si veda Hill R.M. et al. (1975), Industrial Marketing, III ed., Homewood. veda Kotler P. (1973), Marketing Management, Torino. L’Impresa Edi- zioni. 69 Si 70 Si veda Fiocca R. (1981), op. cit. veda Robinson P., Faris C., Wind Y. (1967), op. cit. 56 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI i fornitori è fatta sulla base di una lista in cui viene tenuta presente la capacità di ogni fornitore di soddisfare le esigenze dell’impresa. In questo contesto i criteri di riferimento sono standardizzati e hanno il carattere di routine, quindi il processo sarà più snello e veloce. Il riacquisto modificato indica invece una situazione di acquisto di beni o servizi già utilizzati dall’azienda, ma relativamente ai quali si manifestano nuove esigenze che inducono a ricercare e a valutare fonti alternative di approvvigionamento. Diverse sono le cause che possono innescare questo processo: scarsa qualità dei fornitori precedenti, fornitori nuovi o potenziali più appetibili, la tensione al continuo miglioramento del processo d’acquisto da parte di alcuni attori organizzativi. In genere, in una situazione di modifica della procedura di riacquisto il numero di persone che partecipa alla decisione aumenta rispetto al caso di riacquisto invariato, si rendono necessarie nuove e ulteriori informazioni affinché si proceda alla riconsiderazione delle alternative di scelta a suo tempo individuate. I fornitori abituali si trovano nella situazione di difendere le posizioni già acquisite, i fornitori potenziali, invece, si trovano nella situazione di dover formulare l’offerta migliore e conquistare nuovi clienti. L’acquisto ex novo è la situazione che si verifica quando si tratta di acquistare un prodotto o un servizio per la prima volta. Si tratta di una situazione piuttosto complessa per la quale risulta inoltre indispensabile l’apporto congiunto di diverse competenze funzionali e nella quale risultano fondamentali le prime fasi del processo decisionale di acquisto (l’identificazione delle connotazioni del problema da soddisfare, l’individuazione dei potenziali fornitori, il reperimento di informazioni, la definizione dei criteri di valutazione di fonti alternative). Trattandosi di un bene assolutamente nuovo per l’azienda acquirente, è logico che la sfera dei soggetti coinvolti risulti particolarmente ampia. Più è elevata la spesa o il rischio legato alla scelta, maggiore sarà il numero di persone da coinvolgere nella decisione e più attenta la ricerca di informazioni. Le fonti di informazione sono diverse e rivestono un peso differente nelle diverse fasi. Le informazioni attraverso i mezzi di comunicazione di massa sembrano essere estremamente importanti soprattutto nella prima fase, le informazioni attraverso i contatti con il personale di vendita è fondamentale nel momento in cui si l’interesse diventa più preciso e definito e si devono vagliare i potenziali fornitori; mentre le fonti di informazione tecniche diventano le più importanti nella fase di scelta finale del fornitore. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 57 L’acquisto ex-novo rappresenta l’occasione più interessante per l’impresa venditrice, la quale dovrà non solo mantenere elevato il livello di informazioni e assistenza, ma soprattutto mettere in campo venditori particolarmente specializzati e persuadenti. Minore sarà il livello di conoscenza di beni e mercato da parte dell’impresa acquirente, maggiore sarà il numero di attori da coinvolgere, ciascuno con le proprie competenze specifiche. A ciò, ovviamente, corrisponderà un processo decisionale più lungo, più incerto e più articolato. Al riguardo, Ozanne e Churchill sostengono che il numero di decisioni che l’acquirente deve prendere in un processo d’acquisto aumenta passando dalla situazione d’acquisto abituale a quella di primo acquisto - acquisto ex novo71. In quest’ultima l’acquirente deve determinare le specifiche di prodotto, i limiti di prezzo, i tempi e i termini di consegna, i termini di pagamento, i fornitori da prendere in considerazione. C’è da dire che ciascuna decisione viene influenzata dai diversi partecipanti e l’ordine in cui le varie decisioni vengono assunte non è sempre omogeneo. Tuttavia, è importante sottolineare che i livelli di complessità del processo di acquisto non si esauriscono con l’acquisto del prodotto. Infatti, non poche sono le problematiche connesse all’acquisto stesso. Le diverse classi di acquisto, dunque, possono essere esaminate anche con riferimento ai livelli di complessità dell’acquisto stesso. Al riguardo si possono identificare quattro tipologie di prodotti: i prodotti di routine; i prodotti che potrebbero provocare problemi operativi; i prodotti che potrebbero provocare problemi di performance; i prodotti che potrebbero provocare problemi “politici”72. Il processo di acquisto è inoltre condizionato dalle caratteristiche del mercato di fornitura dei prodotti servizi. Alcune caratteristiche del mercato di approvvigionamento possono, infatti, avere serie ripercussioni sul processo e sulle logiche d’acquisto, tra queste: – il grado di concentrazione (numero di fornitori potenziali); – i rapporti di forza tra clienti e fornitori; – situazioni più o meno prolungate di sovra o sotto capacità produttiva; – la localizzazione geografica dei fornitori; 71 Si veda Ozanne U.G., Churchill G.A. (1971), Five Dimension of the Industrial Adoption Process, Journal of Marketing Research, n. 8. 72 Si veda Giacomazzi F. (2002), op. cit. 58 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI – la difficoltà di reperimento di fornitori in grado di assicurare adeguati livelli qualitativi; – il contesto socioeconomico e politico. Da queste caratteristiche del mercato possono derivare una serie di rischi quali: – rischi di interruzione della produzione per indisponibilità generale o dei fornitori abituali, con difficoltà di reperimento di materiali o fornitori alternativi; – rischi sulla qualità del prodotto; – rischi di lievitazione eccessiva dei costi d’acquisto a causa di rapporti sbilanciati a favore dei fornitori. Un bene o un servizio che non presenta particolari risvolti in termini di vantaggio competitivo, ma che invece presenta alcuni elementi di rischio (tra quelli sopra indicati), richiederà modelli di gestione in grado di rimuovere tali rischi, senza per questo attuare partnership o alleanze con i fornitori. Al contrario, un bene o un servizio che presenta già di per sé differenziali competitivi e che si caratterizza anche per numerosi elementi di rischio, richiederà molto probabilmente un’attenzione speciale e quindi lo sviluppo di partnership strategiche se non addirittura di forme di integrazione verticale o partecipazione azionaria. Le decisioni di acquisto di un’impresa sono, infine, fortemente guidate ed influenzate dalle caratteristiche dei prodotti e dei servizi industriali: ed in particolare dalla loro rilevanza strategica ed economica. La rilevanza strategica di un prodotto/servizio è determinata dalla misura in cui questo ha effetto sul core business di un’impresa e sulla sua futura competitività. Rientrano in questa categoria componenti o materie prime particolarmente importanti per la realizzazione del prodotto finito, spesso direttamente percepiti dal cliente finale, o comunque tali per cui un problema di fornitura potrebbe incidere negativamente sulle vendite e sul posizionamento competitivo dell’impresa. In ogni caso, la decisione su cosa debba ritenersi “strategico” dipende dalle peculiarità di ogni singola impresa in relazione alla sua particolare situazione competitiva. La rilevanza economica di un prodotto/servizio, invece, si determina in base al valore dell’acquistato su base annuale73. 73 Si veda Giacomazzi F. (2002), op. cit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 59 Fig. 1.4 - Modelli tendenziali di approvvigionamento Fonte: Giacomazzi F. (2002), Marketing Industriale. Sulla base dei concetti appena espressi (rilevanza strategica ed economica) è possibile determinare dunque, dei “modelli di approvvigionamento” (Figura 1.4) per orientare razionalmente i comportamenti delle imprese acquirenti e le relazioni tra queste e i fornitori. Una gestione degli acquisti differenziata, secondo questi modelli espressi nei quattro quadranti della matrice, consente di allocare al meglio le risorse disponibili e di massimizzare l’efficacia e l’efficienza del processo d’acquisto. Nel quadrante corrispondente ad un’alta rilevanza sia strategica che economica rientrano i beni ed i servizi che richiedono grande attenzione e cautela nella gestione del processo d’acquisto per il raggiungimento di vantaggi competitivi, di riduzione dei costi e di minimizzazione dei rischi. Per questi motivi, occorre porre attenzione alla scelta dei relativi fornitori, che dovranno essere identificati e selezionati secondo alcune specifiche caratteristiche, ad esempio: il rispetto dei requisiti di qualità, la disponibilità di un’adeguata capacità produttiva attuale e futura, la capacità di contribuire efficacemente allo sviluppo di nuovi prodotti (leadership tecnologica di prodotto e processo), l’affidabilità delle consegne, la capacità di far fronte a variazioni impreviste sui volumi e sul mix e capacità di integrazione con i processi e i sistemi informativi del cliente. Verificate tutte o gran parte di questi aspetti, sarà appropriato instaurare con essi rapporti di partnership o alleanze a lungo termine; 60 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI cioè il fornitore dovrà essere considerato il più possibile come un’estensione dell’impresa cliente. È, allora, necessario un diretto coinvolgimento dei top management di entrambe le parti, lo sviluppo di forme di integrazione di processi e la definizione costante di obiettivi di miglioramento congiunti. Sarà necessaria, fin dall’inizio, una chiara definizione anche in forma contrattuale, delle caratteristiche della partnership, con equa ripartizione degli sforzi e dei benefici. Il fornitore inoltre, dovrà (lungo tutta la durata della partnership) dimostrare di essere più competitivo degli altri, così da mantenere il rapporto preferenziale che fino a quel momento si è sviluppato. Ciò presuppone, ovviamente, una serie di condizioni di base, innanzitutto che azienda cliente ed azienda fornitrice siano reciprocamente importanti. Quando accade che una delle due parti non è importante per l’altra, quest’ultima cercherà di minimizzare il costo legato alla gestione del rapporto (con l’altra parte), costringendo evidentemente l’altra ad adeguarvisi. Quando invece nessuna delle due parti è importante per l’altra, entrambe le parti tenderanno a minimizzare il costo, rendendo la relazione estremamente debole. I beni e i servizi che rientrano nel quadrante corrispondente ad un’alta rilevanza strategica ed una bassa rilevanza economica, meritano anch’essi attenzione, seppure con un livello di intensità moderato, con l’obiettivo di minimizzare i rischi di fornitura. A tale scopo, per l’impresa acquirente sarà proficuo stipulare contratti di medio/lungo termine, ossia contratti di periodo che stabiliscano (una tantum) gli ordinativi con i quantitativi di prodotti, i prezzi e le modalità di fornitura, in modo da calibrare i fabbisogni del momento e ridurre al minimo i costi di gestione della relazione. È ovvio che questo tipo di rapporto richiede inizialmente degli investimenti di tempo e cura nell’individuazione del fornitore ottimale. Il quadrante relativo ad una bassa rilevanza strategica e ad un’alta rilevanza economica comprende quelle tipologie di beni e servizi che meritano un cospicuo investimento in termini di tempo per trovare l’offerta migliore (proprio in ragione dell’elevata rilevanza economica che li contraddistingue) perché i risparmi ed in generale i benefici di tipo qualitativo conseguibili possono essere cospicui. La bassa rilevanza strategica non richiede lo sviluppo di alleanze o partnership strategiche di lungo periodo; in questo contesto l’approccio tipico è quello della gara (con un processo più o meno strutturato) dove i fornitori sanno 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 61 perfettamente di essere in competizione tra loro. Generalmente tra gli acquisti di questa categoria sono compresi: gli acquisti “una tantum” (ad esempio fabbricati per una nuova sede o unità produttiva) e acquisti ripetitivi di valore unitario non particolarmente elevato (ad esempio pc) ma con elevato valore di spesa complessiva annua74. Dopo l’assegnazione della gara, sarà opportuno non stipulare contratti di fornitura di periodo su orizzonti temporali troppo lunghi, specie per prodotti caratterizzati da una rapida evoluzione tecnologica o di prezzo. Nell’ultimo quadrante, bassa rilevanza sia strategica che economica, corrispondono quei fabbisogni (ad esempio la cancelleria) che possono essere gestiti con il minor dispendio possibile di tempo e attenzioni in tutte le fasi del processo di acquisto. Gli ordini di rifornimento possono essere generati automaticamente, oppure la gestione dello stock può essere direttamente affidata al fornitore stesso (vendor managed inventory). Anche la gestione amministrativa dovrebbe essere semplificata il più possibile. In questo ambito non è raro ricorrere al contratto di outsourcing verso operatori specializzati che siano in grado di: – fornire un servizio efficiente di gestione delle diverse fasi del processo di acquisto; – aggregare la domanda di più committenti per negoziare condizioni favorevoli con i fornitori; – gestire efficacemente i rapporti con i fornitori, misurandone e valutandone le performance, introducendo nuovi fornitori, rinegoziando di volta in volta le condizioni di fornitura più favorevoli e supportando i clienti finali nella pianificazione dei fabbisogni. L’analisi delle fasi e degli attori coinvolti nel processo d’acquisto La particolare complessità della situazione d’acquisto si riflette nella possibilità di individuare delle fasi in cui è possibile scomporre una procedura di acquisto caratteristica di una impresa industriale. In particolare, possono identificarsi otto momenti, corrispondenti ad altrettanti fasi sequenziali75: 74 Si 75 Si veda Giacomazzi F. (2002), op. cit. veda Robinson P., Faris C., Wind Y. (1967), op. cit. Altri studiosi hanno proposto nel corso del tempo suddivisioni del processo 62 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. la fase di individuazione e ricognizione del problema; la fase di descrizione generale del bisogno; la fase di definizione delle specifiche di prodotto; la fase di ricerca del fornitore; la fase di richiesta e acquisizione delle proposte; la fase di scelta del fornitore; la fase di emissione dell’ordine; la fase di valutazione dei risultati. C’è da dire che tutte le otto fasi esistono in ragione di un acquisto ex-novo. Nelle restanti situazioni alcune fasi possono essere ridotte o omesse. Infatti, è evidente che nel caso di un acquisto di sostituzione o di un riacquisto invariato le fasi riguardanti, ad esempio, la ricerca e la scelta del fornitore non hanno grande ragione di esistere ed è quindi certo che l’azienda decida di non avviarle; stessa situazione nel caso del riacquisto modificato con la prima fase di individuazione del bisogno76. Al sopraggiungere di ogni fase il numero dei potenziali fornitori interessanti diminuisce perché non sono in grado di rispondere alle esigenze del cliente; quindi per ogni fornitore è importante entrare a far parte del processo d’acquisto sin dalle prime fasi di svolgimento dello stesso. Il processo d’acquisto nei mercati industriali (B2B) coinvolge un gran numero di attori, che ricoprono ruoli differenti all’interno dell’impresa acquirente e sono, quindi, portatori di competenze differenziate. Le funzioni aziendali in qualche modo interessate all’acquisto sono molto numerose, in pratica tutte, per cui è facile comprendere come i relativi centri decisionali risultino costituiti da una varietà di partecipanti, una composizione di soggetti ampia e diversificata, portatori di interessi e contributi molto diversi gli uni dagli altri (Figura 1.5). In realtà, proprio l’attuazione del processo, come visto nelle diverse fasi in cui si esplica, richiede, molto spesso, il coinvolgimento di numerose competenze, legate alla natura e alla complessità di ciò che viene acquistato. d’acquisto differenti da quelle di Robinson et al. Tuttavia quest’ultima è sicuramente la più utilizzata. 76 Nel paragrafo dedicato alle caratteristiche dei prodotti industriali si provvederà a fornire il significato di “acquisto di sostituzione”, di “riacquisto invariato” e di “riacquisto modificato” che corrispondono alle cosiddette classi di acquisto. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 63 Inoltre, quando l’impresa è organizzata a livello nazionale e/o internazionale secondo più unità, vi possono essere diversi livelli di coinvolgimento e responsabilità centrali e periferiche. La molteplicità di persone che prendono parte, con differenti responsabilità, all’elaborazione della decisione finale costituisce un elemento chiave di numerosi acquisti industriali. La complessità delle decisioni influenti sull’acquisto varia notevolmente, soprattutto in rapporto alle difformità riscontrabili nella struttura organizzativa delle aziende acquirenti. Queste ultime possono infatti estendersi dalle piccole imprese con uno o pochi addetti alla funzione di acquisto, alle gigantesche società con grossi uffici acquisto centralizzati. Inoltre, in alcuni casi, coloro che effettuano l’acquisto prendono la decisione in assoluta autonomia sia per quanto riguarda le specifiche dei prodotti che per la scelta del fornitore; in altri casi, sono responsabili solo per la scelta del fornitore; in altri ancora, non prendono nessuna decisione, ma si limitano solo a trasmettere gli ordini. L’autorità del compratore varia a seconda delle imprese ed a seconda delle diverse categorie di prodotti. Fig. 1.5 - Attori potenzialmente coinvolti in un processo d’acquisto Fonte: Giacomazzi F. (2002), Marketing Industriale. Ogni situazione di acquisto industriale tende, pertanto, ad evidenziare differenti e specifici ruoli. Webster e Wind riconoscono, all’interno di un’impresa acquirente, cinque principali ruoli di un processo di acquisto, che poi vanno a formare il cosiddetto centro decisionale 64 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI d’acquisto, ossia il gruppo informale dei membri che prendono parte e interagiscono nelle decisioni d’acquisto77: – Iniziatori: coloro che percepiscono un bisogno e che ritengono possa essere soddisfatto con l’acquisto di un bene e/o servizio. – Compratori (Buyer): coloro che hanno l’autorità formale ed il potere di contrattare con il fornitore e di definire le modalità di acquisto. Possono anche dare consigli per definire le specifiche di prodotto, ma la loro principale funzione riguarda le trattative d’acquisto, che nel caso di acquisti molto importanti può vedere la partecipazione di alti dirigenti dell’impresa. – Influenzatori: coloro che influenzano direttamente o indirettamente il processo decisionale, fornendo informazioni e criteri di valutazione per la scelta tra varie alternative di acquisto. Il personale tecnico ha un’influenza particolarmente importante. – Decisori: coloro che hanno l’autorità (formale o informale) di scegliere tra le alternative esistenti, o comunque di approvare la scelta del fornitore78. – Utilizzatori: i membri dell’organizzazione che utilizzano effettivamente il bene e/o servizio acquistato79. La tipologia dei ruoli d’acquisto può contemplare anche quello dell’informatore (gate-keeper), ossia controllore del flusso informativo 77 Si veda Webster E.E., Wind Y. (1996), op. cit. 78 Va osservato che mentre risulta riconoscibile il collegamento tra il ruolo e la relativa funzione operativa sia nel caso dell’utilizzatore che del compratore, non altrettanto può dirsi, come già fatto presente, in quello del decisore. Quest’ultimo, in effetti, non costituisce tanto un ruolo a sé stante, cioè che trovi riscontro in una funzione espressamente prevista dalla struttura organizzativa, quanto piuttosto un ruolo assunto di volta in volta, quasi a titolo accessorio, dai portatori dei vari altri ruoli di acquisto e, soprattutto, dagli utilizzatori. Si veda Webster E.E., Wind Y. (1996), op. cit. 79 “Utilizzatore può essere considerato non solo il soggetto, o i soggetti, o il nucleo funzionale, che fa uso del bene nel senso di trasformarlo o adoperarlo come strumento di produzione, ma anche colui o coloro che, ad esempio, dovranno collocare sul mercato i prodotti che se ne ricavano (responsabili del marketing) e ancora chi attraverso i flussi connessi alle vendite ed agli acquisti ha il compito di garantire l’equilibrio finanziario dell’azienda (soggetti della direzione finanziaria) o chi ne persegue gli obiettivi di carattere strategico (soggetti della direzione generale). L’intera azienda, con altre parole, “fa uso” del bene, e non potrebbe essere diversamente per cui tutti i suoi soggetti, in quanto “utilizzatori”, risultano legittimati a prendere parte alle relative decisioni di acquisto.” Si veda Maggini M. (1984), Markeiting dei beni industriali, ETS, Pisa. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 65 rilevante ai fini delle decisioni di approvvigionamento80. Si tratta di un ruolo di primaria importanza, sostanzialmente inerente a quello principale di decisore e che mette in risalto l’importanza critica dell’informazione nelle decisioni di acquisto dei beni industriali. La numerosità e la composizione delle persone che ricoprono questi ruoli può variare a seconda del tipo di acquisto, della sua ripetitività o meno e delle caratteristiche del bene/servizio. Anche il peso in ambito decisionale dei ruoli varia; in funzione del contesto di acquisto, del tipo di organizzazione (dimensioni, stili di management ecc.), del contenuto tecnologico del bene/servizio, del suo prezzo. I ruoli elencati possono coincidere anche in una persona sola, ma è importante tenerli logicamente distinti per le implicazioni di carattere organizzativo sia per l’impresa acquirente che per l’impresa che offre il prodotto e/o il servizio. Tuttavia, all’interno del centro decisionale d’acquisto è opportuno tenere presente l’elemento del potere81. Infatti, il processo decisionale è un processo dialettico, nel quale giocano elementi razionali e non, dove conta non solo il ruolo o la posizione, ma anche il profilo caratteriale della persona che occupa quella posizione, in altre parole chi detiene il maggior potere e di che tipo di potere si tratta. Infatti di frequente accade che persone formalmente dotate di un potere limitato hanno la possibilità di bloccare e/o ostacolare la presa di contatto con i vari attori del processo di acquisto o proprio l’acquisto stesso, oppure, viceversa, di facilitarlo. 1.3 Definizione del settore oggetto di indagine e contesto territoriale della ricerca Lo studio di un mercato, indipendente dalla tipologia specifica, richiede in primo luogo la definizione dei suoi confini per una serie di ragioni alquanto intuitive, ma non sempre scontate. Tali confini possono essere di diversa natura: merceologica, tecnologica, territoriale (dal punto di vista della domanda o dell’offerta), 80 Si veda Maggini M. (1984), op. cit. definisce il potere “come la reale capacità di un individuo di modificare l’opinione altrui”. Si veda Bonoma T.V., Johnston W.J. (1978), The Social Psychology of Industrial Buying and Selling, Industrial Marketing Management, n. 7. 81 Bonoma 66 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI ecc., e naturalmente possono essere applicati sia in senso “restrittivo” sia in senso limitativo, a seconda degli scopi perseguiti dal ricercatore. Si può dunque parlare ad esempio del mercato dei tessuti stampati in fibra sintetica nei paesi dell’Estremo Oriente, ovvero del mercato dei tessuti di fibra sintetica (tout court) in Italia, ecc. Tendenzialmente, i processi di globalizzazione da un lato e quelli di “de-strutturazione” dei sistemi industriali a livello mondiale dall’altro (dovuti a processi di ridefinizione delle tecnologie, di esternalizzazione di attività non core, ecc.), comportano difficoltà crescenti nell’operare nette delimitazioni ai mercati ed ai settori industriali, gran parte dei quali assumono connotazioni sempre più estese e spesso poco differenziate sia sotto il profilo della domanda sia sotto quello dell’offerta: la mobilità dei confini diventa infatti una caratteristica dominante della struttura dei settori, e la comprensione di tale mobilità ed indefinitezza è indispensabile per inquadrare correttamente molti fenomeni di cambiamento dei sistemi di produzione e di commercializzazione tradizionalmente intesi. Generalmente, tuttavia, i criteri di delimitazione di un mercato, soprattutto in ottica di marketing strategico, hanno una loro funzione per aiutare i decisori (aziende industriali o di servizi o di distribuzione) a meglio interpretare le caratteristiche del mercato stesso e di conseguenza meglio definire i propri lineamenti di condotta strategica: la segmentazione in tal senso è la logica che ha dominato dagli anni sessanta nei metodi di analisi di mercato, sulla base di una metodologia variamente definita ed articolata, ma finalizzata comunque ad una logica di “semplificazione” della complessità, e dunque di supporto a processi decisionali pragmatici aventi immediate ricadute sui sistemi di business delle imprese. Tale logica, storicamente sviluppata fin dagli anni cinquanta-sessanta all’interno delle realtà di mercato dei beni di largo consumo, si è andata rapidamente estendendosi (con interventi di adeguamento e adattamento metodologico) anche a molti altri aggregati di business: dai beni di consumo durevole, ai beni ad uso industriale (impianti, prodotti di consumo industriale, ecc.), ai servizi alla persona ed alle imprese, alle attività senza scopo di lucro (no profit, pubblica amministrazione), ecc., in quanto rispondente ad un’esigenza comune a qualsiasi organizzazione operante in queste attività: qual è il proprio 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 67 Fig. 1.6 - Le tre dimensioni per definire i confini del business mercato di riferimento e quale posizione si intende occupare in questo mercato. In via sintetica, va ricordato che tra i capisaldi della logica di interpretazione di un mercato dal punto di vista micro aziendale, vi sono stati i criteri di segmentazione “prodotto-mercato” (Ansoff, anni sessanta e settanta) e succes-sivamente (anni ottanta) quello della matrice “cliente-funzione-tecnologia”, ideata da Abell e successivamente ripresa ed ampliata da tanti autori, che ha costituito una felice sintesi della precedente impostazione, con un più esplicito richiamo alla doppia faccia del “prodotto”: in chiave cioè di espressione di un saper fare (know-how tecnologico) e allo stesso tempo di indicazione funzionale circa i bisogni espressi dal mercato di riferimento (cliente). L’utilità di tali forme di interpretazione del concetto di mercato e di settore industriale è molteplice: – consentono di avere una visione allargata ed evitare i rischi della così detta “marketing miopia” (Levitt), anticipando i processi di trasformazione e innovazione; – permettono di valutare i caratteri di un mercato secondo una chiave di lettura multipla o multidisciplinare: tecnologica ed 68 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI economico-commerciale, superando vecchie quanto sterili antagonismi disciplinari e contribuendo all’evoluzione delle logiche manageriali più in generale; – forniscono uno strumento di “semplificazione” della complessità oggettiva della realtà esterna, sufficientemente governabile dai sistemi di informazione aziendali e dai modelli gestionali di business. In generale va detto che lo sforzo di definizione dei confini di un settore industriale sta proprio nella “soggettività” delle scelte che esso comporta: non esiste, né ha senso che esista, un criterio univoco e rigido; non sono stabilite definizioni immutabili; non si dispone di informazioni standardizzate universal-mente accettate od omogenee. Spesso è necessario operare defatiganti sforzi di sintesi per riportare ad unità insiemi disaggregati e disomogenei di informazioni, ciascuno ritagliato su criteri e logiche definitorie e classificatorie differenti. Nel campo dei trasporti, inteso in tal senso sia sotto il profilo dell’offerta (industria e servizi) sia della domanda (utenti), il problema si ripropone nella identica modalità qui richiamata. Sono alquanto note ed accettate logiche di articolazione interne a questo sterminato campo di attività economica, quali quelle basate sulla domanda (trasporto di passeggeri, trasporto di merci, trasporti collettivi, individuali, ecc.), o sulle soluzioni tecnologiche utilizzate o “modalità” (trasporto su gomma, su ferro, aereo, ecc), o ancora su modalità gestionali del mix domanda-offerta dei servizi (trasporti pubblici, trasporti privati), o infine sulle soluzioni organizzative adottate (basate ad esempio sulle distanze percorse: trasporto a lunga distanza, trasporto urbano, trasporto extraurbano, ecc.). Ancora, si fa riferimento al concetto dell’economia industriale di “filiera” di trasporto, quando il quadro si amplia alla visione integrata di carattere econo-mico-produttivo, considerando all’interno di una certa “modalità” l’insieme delle attività deputate a realizzarla: dalla produzione dei mezzi di trasporto, a quella delle infrastrutture, alla gestione del servizio, a quella delle attività di supporto tecnico-manutentivo, a quelle di carattere distributivo-commerciale, e così via. Quest’ultima visione ha assunto ad esempio particolare rilievo nell’ottica della moderna pianificazione dei sistemi di trasporto, sensi- 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 69 bili a cogliere le ricadute ad ampio spettro che questi possono determinare sull’economia di una nazione o di un’area. Anche nella realtà dei trasporti le spinte della globalizzazione (o meglio dell’allargamento dei confini territoriali), l’attenzione per i processi di interazione economica e tecnica presenti al loro interno tendono, nonché la crescente sensibilità per i bisogni della domanda, spingono ad utilizzare il termine “mobilità” come sostitutivo di “trasporto”, che al di là di una mera questione semantica, vuole esprimere la capacità di cogliere non solo l’elemento meramente funzionalistico del problema, ma piuttosto quello più allargato di “alternative di risposta a bisogni di un mercato” e – strettamente collegato a questo – di necessità di costante “integrazione” tra le diverse modalità. Il trasporto ferroviario regionale Sulla base delle considerazioni di metodo testé accennate, ed entrando più direttamente nel contesto del tema della presente ricerca, è possibile affrontare il problema della definizione del campo di analisi, dal momento che, soprattutto in ambito internazionale, per trasporto ferroviario regionale possono intendersi cose alquanto differenti. Il trasporto ferroviario regionale, infatti, non assume una identica connotazione per tutti i paesi. In realtà ci si trova di fonte a defini-zioni che derivano da origini diverse, sia territoriali, ma anche amministrative ed economiche. Il trasporto regionale implica evidentemente un concetto di “regionalità”, che può essere soggetto ad interpretazioni differenti dovute a varie ragioni: – dimensione dell’entità nazionale (le regioni italiane sono in numero e dimensioni diverse da quelle della Grecia o del Belgio); – significato amministrativo e dell’entità regione (i “lander” presentano caratteristiche politico-amminnistrative e geo-sociali proprie diverse dalle regioni greche); – varietà e differenziazioni territoriali e socio-economiche, con particolare riferimento alla modalità di trasporto su ferro. A titolo puramente esemplificativo, si può considerare che l’Italia ha 20 regioni con una superficie media di 15.000 chilometri quadrati e 2.900.000 abitanti circa, mentre in media una delle 17 regioni spagnole misura 30.000 chilometri quadrati con 2.260.000 abitanti. 70 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI Se la logica geo-amministrativa non è priva di disomogeneità, altrettanto può dirsi se si ricorre a quella “funzionale”. Da questo punto di vista, una linea o una rete ferroviaria “regionale” viene definita in Fig. 1.7 - Le regioni nei paesi europei 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 71 modo “positivo” (ciò che è) o “negativo” (ciò che non è): in quest’ultimo caso la si colloca ad un livello intermedio tra quello sub-urbano e quello nazionale; nel primo, si assume la definizione di “servizio di trasporto che si sviluppa esclusivamente all’interno di un confine territoriale regionale”, e – più specificamente – finalizzato a collegare tra loro più comuni di una regione o i centri minori di una regione con le aree urbane/metropolitane più importanti (es. capoluogo di regione o capoluoghi di provincia in Italia). Questa prospettiva può essere strettamente collegata a quella “tecnologica”, intendendo per tale l’osservazione dei sistemi tecnici, ed in particolare delle reti e dei veicoli, utilizzati per i collegamenti in ambito regionale. Anche in questo caso si osservano nella realtà situazioni alquanto differenziate e non certo standardizzabili. Tab. 1 - Caratteristiche delle regioni nei paesi europei (Unione Europea prima dell’allargamento del 2004) * Secondo la definizione assunta dalla Strategic Railway Authority (nel Regno Unito non esiste l’entità amministrativa regionale, ma, dopo il livello delle quattro “Countries”, sono contemplate solo le contee, equivalenti però ad una dimensione provinciale). 72 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI Si può ad esempio rilevare sia che la lunghezza di una linea “regionale” può andare dai 10 ai 150 km, sia che una stessa tipologia di rotabili opera su linee molto diverse per lunghezza, sia ancora che percorsi di lunghezza e tipologia analoga sono serviti da veicoli diversi (metropolitani e regionali). In via generale, sotto il profilo tecnico, il materiale rotabile destinato al trasporto regionale viene generalmente classificato secondo parametri strutturali, di servizio e prestazionali che lo differenziano sia dai veicoli metropolitani (di tipo pesante e leggero), sia da quelli progettati per collegamenti intermedi di carattere metropolitano/suburbano (vedi tabella 2). Tab. 2 - Esempio di classificazione del materiale rotabile per il trasporto locale Fonte: Cesit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 73 Fig. 1.8 - Posizione del trasporto regionale Dal punto di vista tecnico-gestionale il trasporto regionale è governato da una authority a livello regionale (regione, lander, stato federato), e gestito da una o più aziende operanti sul territorio regionale: può tuttavia accadere che una o più di queste aziende operi non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale (è il caso di Trenitalia in Italia, di DB in Germania, di RENFE in Spagna, di SNCF in Francia) o urbano (è ancora il caso di Trenitalia in Italia e di DSB in Danimarca). In tali casi si riscontra generalmente una distinzione formale tra divisione di trasporto nazionale e divisione di trasporto regionale in seno alla stessa azienda, con conseguenze relative sia ai contratti di servizio, sia all’organizzazione fisica del personale e delle reti in esercizio. Accade, tuttavia, di fatto che una parte dei servizi resi dalla rete nazionale o interregionale che attraversi vari centri interni ad una regione, siano utilizzati dall’utenza per trasferimenti (spesso sistematici) di natura tipicamente locale. Ciò può creare problemi sia dal punto di vista dell’utilizzo corretto delle informazioni sul traffico e in generale sul servizio, sia distorsioni in merito alle caratteristiche strutturali e di performance riscontrabili negli stessi segmenti di trasporto ma su veicoli notevolmente differenti. 74 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI Fig. 1.9 - Un esempio di rete regionale: Bayeriche Railways Stante la situazione sopra descritta che presenta evidenti problemi di assenza di un’unicità di criteri definitori, ai fini della presente ricerca, focalizzata appunto sui processi di acquisto del materiale rotabile destinato ai trasporti regionali, si è ritenuto di assumere come “confine” dell’ambito di analisi quello rappresentato da: – tipologia di collegamenti: sono pertanto considerati i veicoli e le linee che operano collegamenti non urbani/metropolitani, né interregionali o nazionali, ma prevalentemente dedicati al traffico locale, finalizzato a collegare i centri di una regione (amministrativamente definita, o, in mancanza, delimitata secondo criteri socio-territoriali) tra loro e con i principali poli metropolitano della regione stessa; tali collegamenti possono costituire una rete più complessa e differenziata e sono tipicamente posti in relazione (nodi) sia con le reti urbane/metropolitane presenti in regione sia con quella interregionale/nazionale mediante sistemi di integrazione specificamente istituiti; – tipologia di veicoli in esercizio: sono considerati i veicoli rientranti nelle categorie sopra indicate con le lettere c) e d), e comprendenti pertanto sia quelli definibili “regionali ordinari” (categoria c), sia quelli che pur avendo caratteristiche adeguate al trasporto regionale, possono adibiti anche a tipologie di collegamenti a più lunga distanza (es. interregionali). I criteri considerati (vedi tabella) sono, tra gli altri, quelli della velocità, ac- 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 75 celerazione, numero di porte, numero di posti a sedere, disponibilità di servizi igienici, numero di livelli di carico. Come è noto, il processo di allargamento dell’Unione Europea è in atto, con la graduale estensione dei Paesi aderenti a quelli dell’area est europea82. Fig. 1.10 - Unione Europea: paesi membri, nuovi entranti e candidati Le origini dell’Unione Europea Il 9 maggio 1950, con il discorso del ministro degli Affari esteri francesi Robert Schuman, venne lanciata l’idea di una Europa Unita. Il Trattato di Roma del 25 marzo 1957 ha costituito la Comunità Economica Europea (CEE) formata da sei Paesi: Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi. Danimarca, Irlanda e Regno Unito hanno aderito nel 1973, la Grecia nel 1981, la Spagna ed il Portogallo nel 1986. Con L’Atto unico del 17 febbraio 1986 è nata l’Unione Europea (UE) alla quale, nel 1995, hanno aderito Austria, Finlandia e Svezia. 82 Al 2006 (epoca della ricerca) i Paesi membri dell’Unione erano 25 e comprendevno: Austria, Belgio, Cipro (parte greca), Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria. Di questi i “nuovi entranti” (2004) sono 10: Cipro (parte greca), Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria. A questi Paesi se ne aggiungono quattro (Bulgaria, Croazia, Romania e Turchia), che sono stati riconosciuti nel 2004 come “paesi candidati”; nel 2007 L’UE si è allargata a Bulgaria e Romania; Croazia e Turchia sono in “stand by”. 76 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI Fino al 2006 la composizione dell’Unione ha compreso: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia. È tra questi Paesi che si sono finora consolidate le relazioni politiche, giuridiche ed economiche che hanno dato corpo ai caratteri unitari odierni. È su questa struttura che il presente studio focalizzerà la sua attenzione, pur non trascurando gli aspetti di maggior rilievo riguardanti i Paesi che hanno recentemente aderito, e all’interno dei quali alcuni (per ragioni legate soprattutto alla loro dimensione territoriale e demografica) presentano profili particolarmente interessanti in ordine al tema del trasporto ferroviario, ai processi di sviluppo, alle opportunità di mercato e ai problemi di adeguamento normativo ed organizzativo. 1.4 L’analisi del processo di acquisto di materiale rotabile degli esercenti ferroviari regionali: lo schema di riferimento Il processo di acquisto industriale è fortemente condizionato dalle tipologie di beni e servizi che le imprese sono chiamate a comprare. Come si è avuto modo di osservare nel precedente paragrafo Gadde e Hakansson (1993) distinguono cinque principali tipologie: macchinari, impianti ed assimilati; componenti; materie prime; forniture per le attività di riparazione e manutenzione e servizi83. L’acquisto di materiale rotabile rientra senza dubbio nella prima tipologia di materiale da acquistare. La caratteristica principale di questa tipologia di bene è legata al fatto che esso viene solitamente utilizzato per un lungo periodo di tempo ed è, quindi, in grado di condizionare in modo significativo il futuro livello di servizio dell’impresa di trasporto. L’acquisto di materiale rotabile è caratterizzato e preceduto da un lungo, approfondito e complesso processo decisionale e negoziale in cui è necessario: 1. definire le caratteristiche funzionali e di design del prodotto; 2. evidenziare le interdipendenze e le connessioni con il materiale esistente e con le caratteristiche della rete in cui il materiale rotabile sarà utilizzato; 83 Si veda Gadde L.E., Hakansson H. (1993), op. cit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 77 3. considerare in che modo l’acquisto condizionerà le scelte future di acquisto di ricambi, di manutenzione e di eventuale revamping del materiale rotabile; 4. valutare il livello di servizio da richiedere ai potenziali fornitori (anni di garanzia, servizi di manutenzione, formazione). In questo paragrafo sono, quindi, illustrate le categorie di prodotti nel comparto del materiale rotabile ed il loro livello tecnologico e le caratteristiche principali del processo di acquisto di materiale rotabile. Le categorie di prodotti nel comparto del materiale rotabile Il materiale rotabile è costituito da tutti i veicoli che si muovono sulla rete ferroviaria. I prodotti del settore materiale rotabile possono essere distinti in due principali categorie: veicoli di trazione e veicoli trainati. I primi sono dotati di motore di trazione e sono distinguibili in veicoli trainanti, la cui funzione è di trainare altri veicoli come carri e carrozze, e automotori, cioè veicoli equipaggiati per il trasporto di persone. I secondi, invece, non sono dotati di motori e, pertanto, non possono circolare autonomamente. Essi sono destinati al trasporto di passeggeri, ossia le carrozze ed al trasporto di merci, ossia i carri. Come emerge dalla Figura 2.1, ciascuna di queste categorie di prodotti comTav. 1.1 - Il materiale rotabile Fonte: Elaborazione da AGCM, 1995, “Indagine conoscitiva nel settore del materiale rotabile”. 78 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI prende vari tipi di materiale rotabile, che si distinguono in relazione alla loro destinazione d’uso. Nel considerare i prodotti del settore è utile tenere conto che il materiale rotabile si compone di elementi a tecnologia meccanica, come, ad esempio, gli organi di trasmissione, ed elementi a tecnologia elettrica ed elettronica, quali i motori per la trazione elettrica, gli organi di controllo della potenza e captazione della corrente e gli apparati di segnalamento di bordo. Le componenti meccaniche costituiscono l’elemento caratterizzante di tutte le unità di prodotto trainate e dei veicoli di trazione tradizionali, mentre le componenti elettriche assumono particolare rilievo nei veicoli di trazione. La distinzione fra componenti meccaniche ed elettriche corrisponde, dal lato dell’offerta, ad una suddivisione del settore del materiale rotabile in due comparti produttivi, elettrico e meccanico, a cui corrispondono, chiaramente, imprese caratterizzate da diverse matrici tecnologiche. Le imprese del settore si dividono tra quelle a vocazione meccanica, che svolgono come attività prevalente la produzione di veicoli trainati (carri e carrozze), di alcune tipologie di veicoli trainanti (locomotori diesel, automotrici termiche) e di tutti i sottoinsiemi meccanici dei veicoli trainanti e degli automotori elettrici (carrelli, casse, trasmissioni) e quelle a vocazione elettrica, che sono specializzate nella produzione dei veicoli trainanti elettrici (generalmente locomotori elettrici le cui casse e carrelli sono fornite dalle aziende meccaniche) e di tutti i sottoinsiemi elettrici necessari al funzionamento dei veicoli trainanti e dei veicoli di trazione (motori, convertitori e apparecchiature di controllo e captazione, ecc.). Questi comparti presentano caratteristiche strutturali e concorrenziali ben distinte, ma sono al tempo stesso strettamente collegati in virtù dei legami instauratisi, nel corso degli ultimi trenta anni, in relazione alla necessità di soddisfare congiuntamente la domanda di un prodotto come il materiale rotabile, la cui realizzazione richiede sia tecnologie meccaniche che elettriche. Inoltre, il settore ferroviario è stato investito da un’ondata di innovazioni tecnologiche che hanno determinato una progressiva integrazione delle due tecnologie di costruzione, con importanti riflessi sulla struttura del settore. Il processo di acquisto di materiale rotabile è condizionato, però, non solo dalla tipologia di prodotto/servizio che si intende acquistare, ma anche dalle caratteristiche tecniche del prodotto stesso. In partico- 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 79 lare, è importante sottolineare la distinzione tra: macchinari ed impianti di serie e macchinari ed impianti realizzati su commessa. Nel secondo caso, soprattutto, il processo di acquisto evidenzia un grado di complessità sicuramente superiore rispetto al primo. Nell’acquisto di macchinari ed impianti su commessa, il processo di acquisto prende le mosse da un’attenta analisi dei fabbisogni dell’impresa acquirente e dalla definizione delle caratteristiche funzionali del prodotto che si intende acquistare. In questo caso il fornitore deve essere in grado di progettare e realizzare un prodotto specifico che sia in grado di venire incontro alle richieste di quel particolare acquirente. La peculiarità di questo processo di acquisto è la lunga durata; dal momento in cui l’acquirente identifica il suo fabbisogno al momento in cui il prodotto è consegnato dal fornitore possono passare anche degli anni. Il livello tecnologico dei prodotti Il materiale rotabile può essere classificato oltre che sulla base delle caratteristiche funzionali appena descritte, anche sulla base della complessità della tecnologia necessaria per la sua realizzazione. Al riguardo, uno studio dell’AGCM classifica i gruppi di prodotti analizzati sulla base del tipo di tecnologia distintiva. In particolare, la tavola 2 distingue tra tecnologia meccanica, elettrica e completa. Quest’ultima identifica situazioni produttive in cui esiste sia un elevato livello di integrazione fra le varie tecnologie meccaniche, elettriche ed elettroniche, che la capacità di gestire in modo unitario le diverse fasi del ciclo di realizzazione del prodotto, dalla progettazione all’assemblaggio84. Tali condizioni si verificano nella realizzazione dei prodotti per l’Alta Velocità e dei veicoli utilizzati nella trazione urbana ed extraurbana, nonché nella produzione di materiale rotabile per la trazione automotore. Tuttavia mentre la realizzazione dei prodotti appartenenti alle prime tre categorie è caratterizzata da un elevato livello di complessità tecnologica, la produzione dei veicoli di trazione automotore richiede una tecnologia completa di media complessità. La tavola mostra inoltre che i veicoli trainanti necessitano di una tecnologia elettrica sofisticata, mentre i trainati richiedono una tecnologia meccanica di media o bassa complessità. 84 Si veda Addis F. (1993), Studio sull’industria del materiale rotabile ferrotranviario, a cura dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. 80 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI Tav. 1.2 - Classificazione del materiale rotabile per livello di complessità e per tecnologia Livello e tipo di tecnologia ALTA MEDIA BASSA MECCANICA Carri intermodali, Veicoli passeggeri, Veicoli merci Carrelli innovativi locomotive di manovra ELETTRICA Veicoli trainanti Locomotive tradizionali COMPLETA Alta Velocità, Trazione urbana ed extraurbana Trazione automotore Fonte: F. Addis, Studio sull’industria del materiale rotabile ferrotranviario, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, novembre 1993. Le caratteristiche del processo di acquisto di materiale rotabile Dall’analisi della letteratura manageriale sul tema dell’Organizational Buying Behavior, sono emersi tre aspetti, tre dimensioni di analisi che spiegano il comportamento di acquisto delle organizzazioni. Esse, come si ricorderà, corrispondono: 1. alle caratteristiche del comportamento di acquisto; 2. all’analisi delle fasi del processo di acquisto; 3. all’analisi degli attori coinvolti nel processo di acquisto. In questa sede si focalizzerà, nuovamente, l’attenzione su questi aspetti al fine di comprendere l’evoluzione dei comportamenti di acquisto di materiale rotabile da parte degli esercenti regionali europei nonché tutte le peculiarità e le implicazioni connesse al processo stesso di acquisto. 1. Le caratteristiche del comportamento di acquisto. Come si ricorda, il processo di acquisto B2B presenta numerose diversità che dipendono, in sostanza, dalle peculiarità del prodotto/servizio che le imprese decidono di acquistare. Tra gli aspetti caratterizzanti il processo di acquisto di materiale rotabile c’è sicuramente la tipologia di acquisto, ossia il grado di conoscenza dei prodotti ferroviari acquistati. Le decisioni di acquisto delle imprese ferroviarie possono essere distinte in tre tipologie principali, definite dalla letteratura anche classi di acquisto85. Il grado di conoscenza che le imprese ferro85 Si veda Robinson P., Faris C., Wind Y. (1967), op. cit. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 81 viarie hanno dei prodotti/servizi che si accingono ad acquistare diminuisce lungo questi tre scenari che vanno dal riacquisto invariato, in cui il processo decisionale ha carattere di routine; attraverso la situazione di riacquisto modificato, in cui l’acquirente deciderà di cambiare solo alcune specifiche relative al prodotto ed al prezzo, fino allo scenario dell’acquisto ex-novo, in cui vi è una situazione di acquisto totalmente nuova che necessita di una negoziazione completa. L’acquisto di materiale rotabile per le imprese ferroviarie rientra nella tipologia del nuovo acquisto, che rappresenta la classe di acquisto più complessa ed articolata. In questo contesto la gestione del processo di acquisto si presenta altamente rischiosa e dispendiosa, a causa dei numerosi soggetti chiamati a prendere parte al processo di acquisto, ma anche a causa della necessità da parte delle imprese di ricercare continuamente informazioni dettagliate. Inoltre, ciò che concorre a rendere ulteriormente complessa la gestione di un processo di acquisto di materiale rotabile è la numerosità di sub-decisioni che ruotano attorno alla decisione di acquisto principale. In particolare, si tratta di sub-decisioni che riguardano: la definizione delle specifiche di prodotto e delle specifiche amministrative, l’individuazione delle modalità di selezione del fornitore, la fissazione dei tempi di consegna, dei requisiti per l’ammissione alla gara, delle modalità e dei tempi di pagamento, dei criteri di valutazione dell’offerta, ecc. 2. Le fasi del processo di acquisto. Data la particolare complessità della situazione di acquisto di materiale rotabile e per approvvigionarsi dei beni e dei mezzi necessari per la realizzazione del servizio, le imprese ferroviarie sviluppano un articolato processo di acquisto all’interno del quale possono essere individuate circa dieci macroattività raggruppabili in quattro fasi86. Queste si identificano nella: Fase di pianificazione dell’intervento che comprende: – l’individuazione e la ricognizione del problema che corrisponde 86 Le dieci macroattività corrispondono per grandi linee alle otto fasi analizzate nel capitolo precedente. In questa sede una maggiore attenzione è dedicata alla fase che riguarda tutta la gestione della gara di appalto, dall’indizione all’aggiudicazione, aspetto sicuramente caratterizzante il processo di acquisto di materiale rotabile da parte degli esercenti regionali. 82 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI alla necessità di disporre di nuovo materiale rotabile per fare fronte al programma di esercizio futuro dell’azienda; – la descrizione generale del bisogno che consiste nella specificazione delle caratteristiche generali del materiale rotabile sia in termini quantitativi (di quanti mezzi l’azienda ha bisogno), sia in termini qualitativi (di che tipi di mezzi l’azienda ha bisogno). Fase di programmazione tecnico-finanziaria-amministrativa che comprende: – l’individuazione della copertura finanziaria, ossia la ricerca e l’identificazione dell fonti di finanziamento necessarie per far fronte all’investimento che si deve realizzare; – la definizione delle specifiche tecniche che consiste nell’identificazione delle caratteristiche specifiche che il materiale rotabile di cui si necessita deve possedere e che si concretizza nella redazione del capitolato tecnico; – la definizione delle specifiche amministrative che consiste nella definizione delle norme per la partecipazione alla gara, delle modalità di aggiudicazione, del prezzo a base di asta, dei tempi di consegna e dei tempi di esecuzione della fornitura, delle modalità di pagamento, del tipo di garanzia e di manutenzione richiesta e delle modalità di collaudo; tutto ciò si concretizza nel capitolato amministrativo. Fase di gestione operativa della procedura che comprende: – l’indizione della gara che consiste nella predisposizione formale di tutta la documentazione di gara, nell’approvazione degli atti relativi alla gara da parte degli organi preposti e nella relativa pubblicazione di questi; – la gestione della gara di appalto che si compone di una pluralità di attività, tra cui: la ricezione delle domande di partecipazione, la gestione delle problematiche relative alle eventuali richieste di chiarimenti da parte di potenziali fornitori, la preselezione dei fornitori, l’identificazione della commissione di gara, la valutazione delle offerte, l’eventuale attività di negoziazione e l’individuazione della graduatoria e la relativa proposta di aggiudicazione; – l’aggiudicazione della gara che consiste nella scelta del fornitore aggiudicatario della commessa, e cioè la redazione della delibera di aggiudicazione e l’approvazione della delibera. 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI 83 Fase della esecuzione contrattuale che comprende: – la gestione dei rapporti con il fornitore e di conseguenza, l’insieme delle attività che l’impresa è chiamata a svolgere per avviare il processo di fornitura e per verificare il rispetto delle clausole contrattuali (tempi di consegna, verifica delle caratteristiche tecniche, collaudi, garanzie, manutenzione, ecc.); – la valutazione dei risultati in cui si procede all’analisi ed alla verifica dei risultati conseguiti e delle prestazioni di materiale rotabile fornito. 3. Gli attori coinvolti nel processo di acquisto La complessità e la significatività economica dell’investimento che le imprese sono chiamate a sostenere per questo tipo di acquisto comporta, come d’altronde in tutti processi di acquisto B2B, che il gruppo di acquisto sia costituito da una pluralità di soggetti operanti nelle differenti unità organizzative. Come si è già osservato, ogni situazione di acquisto tende a individuare ed a coinvolgere un gran numero di individui e gruppi che, con differenti e specifici ruoli e competenze, partecipano al processo decisionale di acquisto, condividendone obiettivi di fondo e i rischi che dalla decisione possono provenire. Questi attori compongono il centro decisionale di acquisto, così definito da Webster e Wind (1972), e svolgono uno dei cinque ruoli individuati nell’ambito del processo di acquisto, che come si ricorda corrispondono ai ruoli di utilizzatore, influenzatore, decisore, acquirente, custode87. Attraverso l’analisi della letteratura si è provveduto a fornire un profilo generale di questi ruoli. Di seguito si descriveranno gli stessi ruoli calandoli nel contesto specifico dell’acquisto di materiale rotabile per comprenderne peculiarità e dinamiche comportamentali. Utilizzatori: sono gli attori che utilizzano effettivamente il prodotto/servizio ferroviario da acquistare e quindi nello specifico, le direzioni di esercizio delle imprese ferroviarie. Influenzatori: sono gli attori che esercitano in qualche modo un’influenza sul processo di acquisto. In genere gli influenzatori sono 87 La letteratura manageriale, come già visto, individua anche il ruolo di iniziatore, ossia colui che percepisce un bisogno che ritiene possa essere soddisfatto con l’acquisto di un bene e/o di un servizio. Nel caso specifico dell’acquisto di materiale rotabile questo ruolo coincide con quello di utilizzatore o di acquirente. 84 1. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DELLE ORGANIZZAZIONI rappresentanti del personale tecnico (responsabili e tecnici del materiale rotabile e della manutenzione) e contribuiscono a definire i dettagli del materiale rotabile da acquistare. Decisori: sono gli attori che, in genere, hanno il potere formale o informale di definire, o comunque approvare, la scelta del fornitore e quindi, nel caso specifico, di solito si tratta del vertice amministrativo dell’azienda esercente acquirente. Acquirenti: sono gli attori che hanno l’autorità formale per scegliere il fornitore e definire le modalità di acquisto. La loro funzione riguarda non solo le specifiche di prodotto, ma soprattutto la gestione della gara, l’eventuale attività di negoziazione e la relativa individuazione del fornitore, nel caso dell’acquisto di materiale rotabile, si tratta della funzione acquisti e/o amministrativa, solitamente supervisionata direttamente dal vertice direttivo dell’azienda. Custodi: sono attori, che al di là della posizione ricoperta, hanno un forte profilo caratteriale ed il potere, sia pur limitato, di impedire o ostacolare la presa di contatto con i vari protagonisti del processo di acquisto (ad esempio: impedire ai venditori di contattare decisori ed utilizzatori). Alcuni di essi possono essere i tecnici, i responsabili amministrativi, ma anche le segretarie di direzione che spesso hanno accesso a materiale riservato. Riferimenti bibliografici Ackoff R.L. (1974), Redesign the Future, John Wiley, New York. Addis F. (1993), Studio sull’industria del materiale rotabile ferrotranviario, a cura dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Anderson P.F., Chambers T.M. (1986), A Reward/Measurement Model of Organizational Buying Behavior, Journal of Marketing, vol. 49. Ansoff I. (1965), Corporate Strategy, McGraw-Hill, New York. Bauer R.A. 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L’impatto delle modifiche istituzionali e normative sull’assetto degli esercenti europei * 2.1 Introduzione Il capitolo illustra i processi di cambiamento in atto negli esercenti regionali ferroviari europei, in particolare alla luce delle modifiche istituzionali e normative realizzate su scala comunitaria, ed il loro possibile collegamento con le mutazioni sopravvenute negli ultimi anni in termini di comportamento di acquisto di materiale rotabile. Il capitolo presenta i risultati dell’analisi delle normative di riferimento e delinea i principali cambiamenti del contesto giuridico amministrativo del trasporto ferroviario regionale in Europa, mirando in particolare ad esaminare l’iter ancora in via di definizione della proposta di regolamento UE relativa all’azione degli Stati membri in tema di obblighi di servizio pubblico e di aggiudicazione di contratti di servizio pubblico nel settore del trasporto di passeggeri per ferrovia. Si presentano inoltre approfondimenti relativi ad alcuni tra i principali esercenti regionali ferroviari europei. 2.2 L’evoluzione della normativa in tema di affidamento di servizi di trasporto ferroviario passeggeri 2.2.1 Le Direttive Comunitarie relative al trasporto ferroviario Il trasporto ferroviario regionale in Europa ha conosciuto a partire dagli anni ’90 un rilevante processo di liberalizzazione, tuttora in via di completamento. Il primo vero intervento di “apertura” dei mercati ferroviari è stato * Il capitolo 2 è stato realizzato da Marcello Martinez (par. 2.1, 2.3, 2.4.1, 2.4.2, 2.4.3, 2.4.4, 2.4.5) e Paolo Canonico (par. 2.2, 2.4.6). 92 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE posto in essere con la Direttiva n. 91/440 relativa allo sviluppo delle ferrovie comunitarie, emanata per migliorare l’efficienza e la competitività dei trasporti ferroviari – considerati elementi essenziali per realizzare la migliore forma di integrazione del mercato unico. Nel giugno del 1995, sono state poi emanate due ulteriori Direttive: la 95/18, relativa al rilascio delle licenze alle imprese ferroviarie per lo svolgimento dell’attività di trasporto, e la 95/19, concernente la ripartizione della capacità infrastrutturale. Le due Direttive non hanno ampliato il campo di applicazione della 9l/440, ma hanno fornito specifiche indicazioni in merito: ai soggetti ai quali può essere riconosciuto il diritto di accesso al soggetto competente a ripartire la capacità di infrastruttura ferroviaria ed i criteri di ripartizione delle tracce orarie; ai requisiti cui viene subordinato l’esercizio del diritto di accesso licenza e certificato di sicurezza); alle tariffe per l’utilizzo della rete. Nel 1996 – al fine di sottolineare la necessità di una effettiva separazione di compiti e responsabilità tra Stato e imprese – la Commissione ha presentato il Libro Bianco intitolato “Una strategia di rilancio delle ferrovie comunitarie”. Anche a seguito dei rilievi formulati nel Libro Bianco del 1996, nel luglio 1998, il Consiglio Europeo proponeva una serie di modifiche alle Direttive 91/440, 95/18/CE e 95/19. Tali proposte si sono concretizzate nel cosiddetto “Primo Pacchetto Ferroviario” costituito di tre Direttive: la Direttiva sull’accesso all’infrastruttura (Direttiva n. 2001/12), la Direttiva sulle licenze ferroviarie (Direttiva n. 2001/13) e, infine, la Direttiva sulle capacità e pedaggi (la Direttiva n. 14/2001). La funzione delle tre Direttive è quella di introdurre un complesso di regole comuni a tutti gli Stati membri, con l’obiettivo di contribuire all’apertura del mercato dei servizi ferroviari per il trasporto di merci. La Direttiva n. 2001/12 prevede che le imprese ferroviarie debbano separare la contabilità relativa ai servizi di trasporto passeggeri da quella inerente i servizi di trasporto merci. La Direttiva n. 2001/13, che modifica la direttiva 95/18/CE relativa alle licenze delle imprese ferroviarie, stabilisce le condizioni (finanziarie, economiche e di sicurezza) necessarie per l’ ottenimento della licenza per l’esercizio dei servizi di trasporto ferroviario (da parte di imprese stabilite o che si stabiliranno negli Stati membri). Le licenze sono valide su tutto il territorio della Comunità. La licenza è condi- 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 93 zione necessaria, ma non sufficiente, per operare. Infatti, un’impresa ferroviaria necessita di una specifica capacità infrastrutturale (oltre alla relativa certificazione di sicurezza). Le modalità di ripartizione della capacità e di imposizione dei diritti per l’utilizzo dell’infrastruttura sono disciplinate nella Direttiva n. 2001/14. Tale Direttiva, che tratta anche aspetti legati alla certificazione di sicurezza, sostituisce la Direttiva n. 95/19. Essa prevede che il gestore dell’infrastruttura debba elaborare e pubblicare una dichiarazione contenente: le informazioni sulla natura e sulle limitazioni (tecniche) della rete, le condizioni di accesso alla medesima e le regole sulla ripartizione di capacità (processo di assegnazione). La Direttiva dispone altresì una serie di regole per le infrastrutture “saturate”, per l’assegnazione di capacità, per il funzionamento dell’organismo di regolamentazione e per la soluzione delle controversie tra imprese ferroviarie. Sempre nel 2001 è stato pubblicato un ulteriore Libro Bianco intitolato: “La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte”. Tale documento, prendendo atto della sostanziale insufficienza delle misure messe in atto per risolvere alcuni dei problemi cronici del trasporto in Europa, ha inteso delineare gli obiettivi per la futura politica del trasporto europeo. La Commissione sviluppa le sue considerazioni a partire da un duplice ordine di considerazioni: pur se la concorrenza ha contribuito diminuire i prezzi e ad aumentare la mobilità, nel settore permangono, tuttavia, forti criticità: congestione, inquinamento e disequilibrio modale, sintomo, quest’ultimo, della mancata internalizzazione dei costi esterni (inquinamento, incidenti, …) generati da alcuni modi di trasporto. L’equilibrio modale è, quindi, il principale obiettivo del programma d’azione così delineato. Con specifico riferimento alle ferrovie, ciò si traduce non solo nella necessità di “rivitalizzarle”, ma pure nell’opportunità di porre in essere una vera rete di trasporto transeuropea, adottare una efficace politica di tariffazione, e, infine, riconoscere diritti e obblighi degli utenti. Insomma, nel campo ferroviario è necessaria una vera e propria “rivoluzione culturale” volta a rendere competitivo il settore. A tal fine, il documento profila una serie di specifiche misure regolamentari (un ulteriore “pacchetto ferroviario”) intese a favorire la creazione di un effettivo mercato interno. In proposito, si ribadisce 94 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE l’importanza dell’ effettiva separazione tra rete e servizi di trasporto e della promozione dell’ accesso dei nuovi entranti alle infrastrutture degli incumbent. La Commissione propone, inoltre, l’estensione della liberalizzazione del traffico merci a tutti i servizi strutture (è possibile introdurre tariffe che tengano conto dei costi ambientali, ove questi siano sostenuti anche dalle modalità concorrenti). Infine, al fine di armonizzare il quadro normativo complessivo, il Libro Bianco annuncia una nuova direttiva intesa a definire i principi della tariffazione e una struttura di prezzo analoga per tutte le modalità di trasporto. La metodologia dovrà considerare i costi esterni e specificherà le condizioni della concorrenza tra modalità. Per le ferrovie si prevedono infine, meccanismi per la allocazione delle tracce orarie, graduate secondo la scarsità di infrastrutture e il peso sui fattori ambientali. Il Libro Bianco affronta, infine, i problemi derivanti dall’allargamento dell’ orizzonte del trasporto europeo ai paesi in procinto di entrare nell’Unione. Anche in questo caso le maggiori criticità sono rappresentate dalle infrastrutture di trasporto, che dovranno far fronte ad una vera e propria esplosione degli scambi di merci e persone. Data la scarsità di risorse comunitarie destinate allo sviluppo di queste infrastrutture, si auspica la mobilitazione di fondi privati per risolvere i problemi posti dalle strozzature ai confini e per modernizzare la rete ferroviaria. Nell’ottica del riequilibrio modale, il Libro Bianco auspica che tali paesi mantengano le proprie infrastrutture ferroviarie applicando al settore i principi della riforma in corso di attuazione negli Stati membri. Nell’ambito del procedimento di approvazione del terzo pacchetto ferroviario, nel settembre 2007 il Parlamento Europeo ha deliberato di concedere alle imprese ferroviarie, entro il 1° gennaio 2020, il diritto di accesso all’infrastruttura di tutti gli Stati membri per l’esercizio di servizi di trasporto internazionale di passeggeri. Il diritto di accesso all’infrastruttura degli Stati membri per i quali la parte del trasporto internazionale di passeggeri per ferrovia rappresenta più del 50% del fatturato viaggiatori delle imprese ferroviarie nello Stato membro in questione, dovrà essere concesso, invece entro il 1° gennaio 2012. Durante lo svolgimento di questo servizio, le imprese ferroviarie avranno anche il diritto di incarrozzare passeggeri in stazioni situate lungo il percorso internazionale. Lo scopo è di garantire a questi servizi la possibilità di essere economicamente validi e di non mettere i potenziali concorrenti in na situazione sfavorevole rispetto agli opera- 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 95 tori presenti sul mercato che possono già usufruire di questa possibilità. È tuttavia precisato che ciò «non dovrebbe essere usato per determinare l’apertura del mercato dei servizi di trasporto nazionale di passeggeri», bensì «servire semplicemente le fermate ausiliarie al percorso internazionale. La direttiva dovrebbe pertanto interessare i servizi finalizzati principalmente a trasportare i passeggeri sulle tratte internazionali. La Commissione presenterà entro il 31 dicembre 2012 una relazione di valutazione sull’applicazione di questa direttiva per valutare le possibilità di un’ulteriore apertura del mercato nazionale. 2.2.2 L’evoluzione della normativa europea: le conseguenze della sentenza Altmark L’introduzione di meccanismi di affidamento concorsuale dei servizi di trasporto ferroviario regionale è stata profondamente influenzata dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea nella causa Altmark Trans GmbH. Infatti, rispetto ai contenuti della sentenza la Commissione Europea ha reagito rapidamente proponendo, fin dal febbraio 2004, una serie di misure che precisano le conseguenze della pronuncia della Corte. La causa Altmark vedeva opposti due piccoli operatori di trasporto pubblico della regione tedesca di Stendal (Sassonia-Anhalt). Nel 1994 ad uno di essi (Altmark) era stata affidata – senza espletare gara pubblica – la licenza di esercizio di alcune linee di autobus. L’impresa concorrente, ritenendo di aver subito un pregiudizio, contestava la decisione di concessione impugnando dinanzi ai tribunali i sussidi erogati al concorrente dall’Autorità aggiudicatrice locale. Poiché la legge tedesca consente la concessione di determinati tipi di sussidi soltanto come esito di una gara pubblica, al tribunale tedesco era stato chiesto di dichiarare se tali assegnazioni rientrassero nella categoria consentita. A tal fine il Tribunale amministrativo federale tedesco ha presentato alla Corte, nel 2000, una domanda di pronuncia relativa all’interpretazione degli articoli 73 e 87 del Trattato di Maastricht e del regolamento (CEE) n. 1191/69. Nella sentenza, pronunciata il luglio 2003, la Corte si espresse a favore della possibilità di assegnare contratti di servizio pubblico anche senza il ricorso a procedure di gara, purché i sussidi erogati siano 96 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE calcolati sulla base di un confronto con “un’impresa tipica, ben gestita e provvista di mezzi di trasporto in modo adeguato”. A seguito della sentenza Altmark, la Commissione Europea ha deciso di presentare un’ulteriore proposta di regolamento. Essa prevede solo due modalità di aggiudicazione del contratto: l’appalto pubblico e l’affidamento diretto (in house). In particolare si riconosce alle autorità competenti la facoltà di fornire esse stesse – oppure attraverso un operatore interno – i servizi pubblici di trasporto senza esperire procedure concorsuali. Questa facoltà è tuttavia strettamente subordinata al rispetto di norme di trasparenza e alla fissazione di criteri precisi. Inoltre, essa può essere esercitata a condizione che l’attività dell’autorità competente o del suo operatore interno resti circoscritta ad una zona geografica limitata. Il riconoscimento di questa possibilità di autoproduzione dei servizi di trasporto può nei fatti applicarsi a qualsiasi modalità di trasporto (autobus, tram, metropolitana, treno, servizi integrati…); potrebbe quindi ritenersi che i servizi ferroviari su scala regionale e a lunga distanza siano caratterizzati dalla dispensa dell’obbligo di affidamento concorsuale. 2.2.3 Le direttive comunitarie sull’interoperabilità Rilevanti appaiono poi le direttive formulate dall’Unione Europea in materia di interoperabilità nel trasporto ferroviario. La Direttiva 96/48 è relativa alla interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo ad Alta Velocità e suddivide il sistema ferroviario transeuropeo ad alta velocità nei seguenti 8 sottosistemi – infrastrutture, energia, controllo-comando e segnalamento, materiale rotabile, manutenzione, ambiente, esercizio, utenti – che devono soddisfare determinati requisiti per la interoperabilità della Rete ad Alta Velocità. Questi sottosistemi, a loro volta, sono costituiti da singoli componenti (interoperability constituents) che determinano, singolarmente ed interagendo tra di loro, la reale interoperabilità dei sottosistemi. Ogni sottosistema deve essere conforme ai requisiti precisati in una STI (Specifica Tecnica di Interoperabilità). L’altra Direttiva comunitaria in materia di interoperabilità, la 2001/16, relativa all’interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale, non è ancora stata oggetto di recepimento nell’ordinamento italiano. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 97 L’esercizio commerciale di treni lungo la rete ferroviaria transeuropea richiede, in particolare, una forte coerenza tra le caratteristiche dell’infrastruttura e quelle del materiale rotabile, ma anche un’efficace interconnessione dei sistemi di informazione e di comunicazione dei diversi gestori ed operatori dell’infrastruttura. Da questa coerenza e da questa interconnessione dipendono il livello delle prestazioni, la sicurezza, la qualità ed il costo dei servizi e su questa coerenza e su questa interconnessione si basa principalmente l’interoperabilità del sistema ferroviario convenzionale transeuropeo. L’interoperabilità è appunto la capacità del sistema ferroviario convenzionale di consentire la circolazione sicura e senza soluzione di continuità dei treni garantendo il livello di prestazioni richiesto per le linee. Tale capacità si fonda sull’insieme delle prescrizioni regolamentari, tecniche ed operative che debbono essere soddisfatte per ottemperare ai requisiti essenziali. Le differenze principali rispetto alla questione dell’interoperabilità della rete all’alta velocità (affrontata nella direttiva 96/48/CEE) risiedono evidentemente in primo luogo nell’adeguamento dell’ambito geografico di applicazione, e poi nell’estensione dell’ambito tecnico di applicazione per tener conto, in particolare, dei risultati dello studio sopra menzionato, nonché nell’adozione di un approccio graduale nella soppressione degli ostacoli all’interoperabilità del sistema ferroviario che includa la definizione di un ordine di priorità e di un calendario per l’elaborazione dello stesso. Tale direttiva ricalca sostanzialmente il testo della Direttiva 96/48, riconfermando quindi pienamente i principi e gli orientamenti in essa contenuti ed estendendoli anche alle linee ed al materiale rotabile convenzionale. Le normative nazionali, i regolamenti interni e le specifiche tecniche applicati dalle ferrovie regionali presentano rilevanti differenze dal momento che spesso esse incorporano tecnologie proprie delle industrie nazionali e prescrivono dimensioni e dispositivi particolari, nonché caratteristiche speciali. Questa situazione ostacola soprattutto le logiche di apertura alla concorrenza che l’Unione ha deciso di perseguire su tutto il territorio comunitario. Con il passare degli anni infatti questa situazione ha creato stretti legami tra le industrie ferroviarie nazionali e le ferrovie nazionali, a detrimento dell’apertura effettiva dei mercati. Tali industrie, per poter svi- 98 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE luppare la loro competitività su scala mondiale, devono disporre di un mercato europeo aperto e concorrenziale. Si è pensato pertanto di definire per tutta la Comunità requisiti essenziali da applicare al sistema ferroviario transeuropeo convenzionale. È possibile individuare come appartenenti alla materia disciplinata dalla direttiva sul trasporto convenzionale: – le linee di grande comunicazione nazionale: – le linee di interesse interregionale (intercity); – le linee di prevalente interesse regionale; – le linee a carattere metropolitano con elevati volumi di traffico; – le linee locali a scarso traffico. Le prime due categorie sono caratterizzate dalla necessità di una progressiva estensione dell’interoperabilità. Ciò lascia presumere su tali linee una possibile spinta alla liberalizzazione o quantomeno alla garanzia di interoperabilità, in quanto gli operatori di trasporto che effettueranno servizi sulla rete Alta Velocità ne richiederanno l’utilizzo. All’altro estremo vi sono invece le linee locali a scarso traffico, per le quali non vi sarà interesse a realizzare gli investimenti necessari per l’adeguamento infrastrutturale e tecnologico all’interoperabilità e che, per essere mantenute in servizio, necessitano di una gestione finalizzata al contenimento dei costi di gestione. Ciò significa impianti estremamente semplificati, normative di esercizio e modelli di gestione disegnati specificamente sulle caratteristiche tecniche e di traffico delle singole linee, anche fortemente differenziati da quelli delle ferrovie tradizionali. L’interoperabilità di tali linee con le altre reti ferroviarie sarà forzatamente limitata, anche perché è assai poco probabile che su una linea locale a scarso traffico vi possa essere l’interesse di più operatori del trasporto. Anche per le linee ferroviarie con caratteristiche metropolitane, con grandi volumi di traffico, che possono essere individuati come sistemi chiusi, sembra di difficile ipotesi, almeno in una prima fase, l’applicazione dei criteri di interoperabilità. In queste ferrovie il rapporto esistente tra infrastruttura ferroviaria e materiale rotabile è molto vincolante: sovente in esse il raggiungimento di elevati livelli di capacità e di efficienza nella gestione è raggiunto attraverso peculiarità della linea, del segnalamento, del materiale rotabile e dei programmi di esercizio in funzione del traffico ferroviario (in genere fortemente omogeneo) che si vuole soddisfare. In una posizione intermedia invece appaiono posizionarsi le ferrovie di prevalente interesse 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 99 regionale che, a seconda delle situazioni, potranno rappresentare ferrovie per le quali prevale l’interesse per l’interoperabilità o viceversa quello per una gestione specifica e distinta dal resto della rete. In ogni caso l’allegato 1 della direttiva 2001/16/CEE definisce la rete ferroviaria convenzionale, per la quale si deve tendere a realizzare l’interoperabilità, quale composta dalle seguenti categorie di linee: – linee previste per il traffico ‘passeggeri’; – linee previste per il traffico misto (passeggeri, merci); – linee specialmente concepite o adattate per il traffico ‘merci’; – nodi ‘passeggeri’; – nodi merci, compresi i terminali intermodali; – linee di collegamento degli elementi sopra elencati. Queste infrastrutture comprendono i sistemi di gestione del traffico, di posizionamento e di navigazione, impianti tecnici di elaborazione dati e di telecomunicazione previsti per il trasporto di passeggeri su lunga distanza e il trasporto di merci su tale rete al fine di garantire un esercizio sicuro e armonico della rete e una gestione efficace del traffico. 2.2.4 Il sistema di affidamento dei servizi di trasporto ferroviario in Italia La riforma del settore del trasporto pubblico locale (TPL) introdotta nel nostro Paese attraverso il D.Lgs. 422/97 ha conferito alle Regioni e agli Enti locali tutti i compiti e le funzioni relativi al servizio pubblico di trasporto di interesse regionale e locale. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, sono delegati alle Regioni le funzioni ed i compiti di programmazione e di amministrazione per i servizi di interesse regionale. Tale riforma ha inoltre introdotto l’obbligo di stipulare contratti di servizio che assicurino la completa corrispondenza tra oneri per i servizi e risorse disponibili; è richiesto che sia garantita la copertura dei costi operativi (al netto dei costi per infrastruttura) con i ricavi da traffico per una percentuale almeno pari al 35%. La riforma del TPL ha anche introdotto procedure che mirano ad una liberalizzazione del settore, nell’ottica di una forma di concorrenza per il mercato; in particolare con le integrazioni apportate dal D.Lgs. 400/99 viene introdotto anche per il trasporto ferroviario regionale l’obbligo di affidamento del servizio mediante il ricorso a procedure concorsuali. 100 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE A causa di una serie di vicissitudini normative, che hanno ritardato i tempi stabiliti per l’espletamento delle gare stabiliti dal D. Lgs. 400/99, l’attuale regime di affidamento del servizio è ancora in buona parte quello dell’affidamento diretto, regolato tramite contratto di servizio. La normativa prevede il passaggio all’affidamento mediante gara, allo scopo di creare una forma di concorrenza per il mercato che salvaguardi l’impostazione sussidiata del TPL, ma al contempo garantisca la pluralità di operatori. In attuazione di quanto previsto dal D.Lgs. 422/97, nell’anno 2000 sono state trasferite alle Regioni tutte le competenze e le risorse relative al trasporto ferroviario regionale. Va notato che complessivamente l’ammontare delle risorse da ripartire è stato determinato sulla base dei trasferimenti effettuati nell’anno 2000, senza alcuna previsione di incremento, neppure per adeguamento all’inflazione, mentre i servizi prestati sono rimasti i medesimi. Va sottolineato come nel caso italiano la liberalizzazione delle ferrovie riguardi unicamente i servizi e non l’infrastruttura, che rimane di proprietà e sotto la gestione di un unico soggetto. Per il trasporto ferroviario regionale, la normativa richiede che i servizi vengano affidati mediante procedure concorsuali (nell’ottica della creazione di una forma di concorrenza per il mercato). A tal proposito il quadro normativo potrebbe essere ulteriormente integrato con l’approvazione del Ddl 772/2006 c.d ‘Lanzillotta’ sulle liberalizzazioni. Tale testo si propone di “provvedere al riordino della normativa nazionale che disciplina l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali, al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi”(art. 1). Nel testo attualmente disponibile ed approvato in Commissione Affari Costituzionali del Senato, la regola prevista per l’affidamento dei servizi è la gara, ma sono previste possibili alternative: la gestione “in economia” dei servizi da parte dell’Ente; -l’affidamento dei servizi ad un’“azienda speciale”; -il modello dell’affidamento in house o a società mista, con obbligo esplicito di motivazione della scelta e solo per un periodo di tempo limitato. Le gare per l’aggiudicazione di servizi di trasporto ferroviario possono essere di tipo diverso: nel caso degli affidamenti net cost, gli introiti dei biglietti restano all’impresa ferroviaria (in aggiunta al cor- 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 101 rispettivo pagato dall’Ente); nel caso degli affidamenti gross cost, gli introiti dei biglietti appartengono all’Ente appaltante e l’unica entrata dell’impresa è rappresentata dal corrispettivo. Il vantaggio del sistema net cost è naturalmente quello di indurre l’impresa ferroviaria ad aumentare la propria clientela, poiché ad ogni nuovo viaggiatore corrisponde un guadagno diretto. Tuttavia quest’impostazione conserva alcuni lati negativi, già oggi presenti: difficoltà di allocazione degli introiti nei casi di integrazione tariffaria tra più aziende; ruolo delicato della Regione che, fissando le tariffe, condiziona un aspetto fondamentale quale quello della strategia commerciale delle imprese. La gara si svolge secondo un iter simile a ogni altro appalto di beni e servizi: – l’ente appaltante (tipicamente la Regione) emette un bando, in cui indica che servizi vuole dare in appalto e che requisiti devono avere i partecipanti alla gara; il bando indica anche la base d’asta, cioè l’ammontare complessivo del corrispettivo che verrà erogato per effettuare il servizio; – i concorrenti interessati presentano domanda; – nel frattempo la Regione predispone un Capitolato, un documento di dettaglio che descrive tutti gli obblighi a cui sarà tenuto l’aggiudicatario; – se il partecipante soddisfa i requisiti, viene ammesso a presentare un’offerta; la lettera di invito che gli viene consegnata precisa anche il sistema di valutazione, cioè il meccanismo a punteggi con cui si stabilirà il vincitore; di norma, oltre a punteggi sulla qualità del servizio, è sempre prevista una valutazione del prezzo, cioè del ribasso d’asta offerto dal concorrente; – la commissione di gara, nominata dalla Regione, utilizza il sistema di valutazione per selezionare un vincitore, che potrà iniziare a svolgere il servizio nei tempi previsti dal Capitolato. Dal punto di vista strutturale, uno degli ostacoli rilevanti allo svolgimento delle gare è legato al problema del reperimento del materiale rotabile necessario per effettuare il servizio. A tale proposito è opportuno ricordare che nel nostro paese al momento della separazione societaria delle Ferrovie dello Stato tra gestore delle infrastrutture (RFI) e gestore del servizio (Trenitalia) la proprietà dei mezzi è stata riconosciuta a Trenitalia, indipendentemente dalle modalità con cui gli stessi 102 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE erano stati acquistati. Pertanto, la quasi totalità del materiale rotabile ad oggi circolante risulta essere di proprietà di Trenitalia. Secondo quanto disposto dell’art. 18 D.Lgs. 422/97 (come modificato dall’art. 45 L. 166/02) “il bando di gara deve garantire che la disponibilità a qualunque titolo delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali essenziale per l’effettuazione del servizio non costituisca, in alcun modo, elemento discriminante per la valutazione delle offerte dei concorrenti. Il bando di gara deve altresì assicurare che i beni di cui al periodo precedente siano, indipendentemente da chi ne abbia, a qualunque titolo, la disponibilità, messi a disposizione del gestore risultato aggiudicatario a seguito di procedura ad evidenza pubblica”. In base all’articolo citato, alcune amministrazioni hanno ritenuto che il materiale rotabile dovesse ritenersi incluso nelle “altre dotazioni patrimoniali” necessarie per l’effettuazione del servizio. A questo proposito è intervenuta l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (AGCM) nell’anno 2003, con la “Segnalazione sul materiale rotabile ferroviario necessario per l’espletamento delle gare per l’aggiudicazione dei servizi ferroviari di competenza regionale”. In tale circostanza, l’AGCM ha ritenuto che il materiale rotabile non sia qualificabile come essential facility. Sebbene si tratti di un bene essenziale per lo svolgimento dell’attività di trasporto, è infatti parere dell’Autorità che esso possa considerarsi duplicabile a costi socialmente sostenibili. A sostegno di questa argomentazione viene posta la considerazione che l’attribuzione al materiale rotabile del carattere di essential facility avrebbe come inevitabile conseguenza l’obbligo a contrarre in capo a Trenitalia. L’Autorità ritiene che la disponibilità in capo all’impresa del materiale rotabile dovrebbe essere comprovata da adeguata documentazione. Nella disposizione si legge che “l’amministrazione regionale dovrebbe mettere in condizioni l’aggiudicatario di disporre del materiale rotabile, a tal fine prevedendo che l’attività dell’aggiudicatario stesso abbia inizio solo dopo che sia trascorso il più breve tempo compatibile con quello necessario [quantificabile in 24-36 mesi] perché il vincitore della gara reperisca sul mercato il materiale rotabile indispensabile per lo svolgimento dei servizi”. In realtà una tale previsione pone non pochi problemi dal punto di vista applicativo. In primo luogo, non è chiaro cosa debba intendersi con ‘adeguata documentazione’; inoltre la previsione di un tempo di due o tre anni per il reperimento del materiale rotabile (dalla progettazione in base alle caratteristiche previste 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 103 nel capitolato di gara alla effettiva consegna da parte del produttore) sembra un tempo abbastanza ottimistico. L’AGCM ha dunque fornito un’interpretazione restrittiva della norma giuridica, prevedendo che le Regioni non possano imporre al gestore uscente di mettere a disposizione dell’aggiudicatario della gara la proprietà del materiale rotabile. Tuttavia, l’Autorità è molto esplicita nell’esprimere giudizio favorevole sulle modalità di sviluppo del processo di liberalizzazione in atto (così come previsto dal D.Lgs. 422/97), e soprattutto sullo strumento delle gare per l’affidamento dei servizi. Tra i principali fattori che rendono difficoltoso l’accesso al mercato di produzione e commercializzazione del materiale rotabile ferroviario si possono ravvisare: – la specificità della domanda: a livello europeo gli standard tecnici sono differenti; inoltre la domanda è differenziata anche su base regionale. Non è pertanto possibile identificare un prodotto-tipo idoneo a soddisfare le esigenze di tutti i richiedenti; – l’assenza di un mercato secondario: anche a causa della specificità della domanda il materiale rotabile da destinare ad un mercato secondario risulta quantitativamente limitato e presenta caratteristiche tecniche e qualitative generalmente inadeguate. Va notato che nel caso di trasporto passeggeri è verosimile che i bandi di gara prevedano anche il rispetto di determinati standard qualitativi, difficilmente raggiungibili con l’utilizzo di mezzi di vecchia produzione; – i tempi di produzione di materiale rotabile nuovo che vanno dai 2 ai 4 anni; pertanto, se non si dispone di un lasso di tempo sufficientemente ampio, difficilmente le esigenze della domanda di materiale rotabile possono essere soddisfatte con la produzione di mezzi nuovi. In pratica tanto la Liguria quanto il Veneto hanno affrontato il problema del materiale rotabile caricando l’onere della sua acquisizione sul concorrente. Il tempo lasciato a disposizione tra l’aggiudicazione e l’avvio del servizio è tuttavia particolarmente limitato: 18 o 24 mesi, tanto che tutti gli osservatori (e gli stessi costruttori di treni) concordano nel ritenere che solo chi avesse già a sua disposizione l’intera flotta fosse effettivamente in grado di soddisfare una tale richiesta. La Lombardia, al contrario, con le tre gare, ha provato a testare tre diversi metodi di acquisizione dei rotabili: si noti in particolare la dif- 104 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE ferenza nel costo kilometrico a base d’asta tra le gare 1 e 2, rispettivamente senza e con la quota di ammortamento del rotabile a carico del concorrente. La gara del Passante (seconda gara aggiudicata in Italia, dopo quella vinta da Trenitalia, unico concorrente in Veneto) è stata assegnata nel mese di marzo 2005. L’unico concorrente straniero che aveva presentato offerta, l’operatore francese Connex, è stato escluso perché il pacco contenente l’offerta non era stato debitamente sigillato (prescrizione esplicitamente richiesta dal capitolato). In questo modo hanno perso rilevanza tutte le questioni connesse con l’ammissibilità di un’impresa ferroviaria francese (”vincolo di reciprocità”) ed è risultato vincitore l’unico altro concorrente, cioè il Raggruppamento temporaneo di imprese formato da Trenitalia, Ferrovie Nord Milano Trasporti e Azienda Trasporti Milanesi. L’offerta di questo raggruppamento, tra i punti salienti, ha comportato: – due nuovi treni TSR offerti dal concorrente (in aggiunta ai 15 messi a disposizione dalla Regione; – un ribasso d’asta del 15%; – nuove corse aggiuntive, che portano la frequenza del servizio a 30 minuti anche sulla tratta periferica Varese-Gallarate; – alcune interessanti offerte commerciali, come le biciclette trasportate gratuitamente nei festivi. In particolare, il ribasso d’asta, i nuovi treni e le nuove corse possono essere tradotti in un sensibile “ribasso equivalente”, e quindi in un certo risparmio per la Regione (al netto dell’investimento di circa 108 ml Euro per i 15 treni TSR) (Stagni G., 2006). 2.3 L’evoluzione delle imprese ferroviarie in Italia 2.3.1 La trasformazione organizzativa di Trenitalia 2.3.1.1 L’assetto complessivo del sistema Nel 2001 è stata realizzata la separazione societaria tra il soggetto gestore della rete e delle infrastrutture (Rete Ferroviaria Italiana Spa, RFI) e l’impresa che offre il servizio (Trenitalia Spa). Entrambe sono interamente possedute della holding Ferrovie dello Stato Spa (a sua 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 105 Tav. 2.1 - Il modello di organizzazione dei servizi ferroviari nazionali Contratto di servizio Corrispettivo Per vett.k m Impresa Trenitalia ferroviari a Contratto di programma Stato Regione Ministero Infras. Ministero Trasp. Concessione delle infrastrutture Trasferimenti per manutenzion ordinaria e e straordinaria Contratto di accesso Canone proporzionale alle vett.km erogate Gestore RFI rete volta di proprietà del Ministero del Tesoro); non si tratta dunque né di società private né di strutture indipendenti tra loro. Dal punto di vista organizzativo, la suddivisione dei compiti (di gestione della rete e di gestione dei servizi) tra due soggetti giuridicamente distinti ha il chiaro vantaggio di favorire una maggiore chiarezza sui compiti e sulle responsabilità di ciascuno; essa consente inoltre a più soggetti di prestare servizi sulla medesima rete. Il modello di organizzazione dei servizi ferroviari nazionale incentrato su Trenitalia presenta dunque le seguenti caratteristiche: – si effettua una separazione organizzativa e societaria fra impresa ferroviaria e gestore della rete – esiste una concessione che regola l’affidamento delle infrastrutture: – esiste un contratto di programma che regola il trasferimento dei fondi per la manutenzione e gli investimenti dall’ente affidatario al gestore della rete. – esiste un contratto di servizio che regola il trasferimento del corrispettivo per l’erogazione del servizio, da calcolarsi rispetto a quello attuale senza i costi della manutenzione che verrebbero trasferiti direttamente al gestore – esiste un contratto di accesso che regola le condizioni di pagamento dei canoni Il Canone trasferito dall’impresa ferroviaria al gestore dell’infrastruttura copre i costi variabili connessi al servizio (e non la manuten- 106 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Tav. 2.2 - Il modello di organizzazione di Trenitalia Fonte: Trenitalia. zione), viene modificato in base ad un meccanismi di price cap, finalizzato a ridurre le extra rendite del gestore dell’infrastruttura. Obiettivo del modello è evidentemente incentivare il gestore dell’infrastruttura a rendere accessibile la rete nelle migliori modalità possibili, dato che il pareggio del suo bilancio si consegue con la massimizzazione dell’accesso. 2.3.1.2 L’assetto organizzativo di Trenitalia e la Direzione Acquisti Per migliorare le performances del servizio di trasporto, a novembre 2006 Trenitalia ha modificato il proprio modello organizzativo con scelte indirizzate a ridefinire le responsabilità e i perimetri di intervento delle Direzioni centrali.Le tre aree di business, riorganizzate nelle Divisioni Cargo, Passeggeri N/I e Passeggeri Regionale, vengono così focalizzate sullo sviluppo e sulla gestione complessiva dei rispettivi business mentre le Direzioni di corporate, a supporto dell’AD, acquisiscono la responsabilità delle linee guida e di tutti i presidi autorizzativi e di controllo. Il Responsabile di Direzione Acquisti è alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato vi è inoltre con la missione di assicurare 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 107 l’efficacia del sistema di acquisti attraverso la definizione delle politiche generali, l’effettuazione accentrata degli acquisti di Trenitalia e la relazione contrattuale unitaria con Ferservizi, perseguendo la generazione di valore per Trenitalia. In coerenza con gli indirizzi e le politiche aziendali e di Gruppo, il Responsabile di Direzione Acquisti: assicura il presidio del processo di acquisto in Trenitalia, dalla raccolta dei fabbisogni alla valutazione dei fornitori, garantendo la rispondenza degli acquisti con le specifiche in termini di qualità, quantità e tempi, e pianificando le attività aziendali in termini di ottimizzazione dei risultati; realizza le analisi di mercato per l’individuazione e la selezione dei fornitori; assicura la definizione delle logiche di costruzione, alimentazione ed aggiornamento del Sistema di Qualificazione dei Fornitori e la relativa gestione e valutazione; assicura l’espletamento delle procedure negoziali per gli acquisti di materiale rotabile/sottosistemi, materiali di ricambio e di consumo, di servizi di pulizia, servizi di ristrutturazioni del materiale rotabile/sottosistemi, nonché di altri beni e servizi non specialistici ; costituisce interfaccia unitaria verso Ferservizi per l’acquisto di beni e servizi generici di competenza della medesima; assicura, con il supporto della Direzione Affari Legali e Societari, la definizione degli schemi contrattuali di riferimento; supporta la competente struttura di Direzione Risorse Umane e Organizzazione nella gestione e amministrazione del personale di competenza; – assicura, per le strutture e gli impianti di competenza, il rispetto di procedure e standard, in materia di sicurezza del lavoro e ambiente. L’unità organizzativa Marketing di acquisto si occupa di realizzare analisi di mercato monitorando costantemente l’evoluzione del mercato fornitori (segmentazione, ricerca nuovi fornitori, identificazione rischi e vincoli d’acquisto), l’andamento dei prezzi e l’innovazione di settore; svolge attività di sourcing fornitori, in coerenza con le politiche d’acquisto, la standardizzazione delle specifiche tecniche e funzionali e i tempi di ricerca stabiliti; conduce analisi interne sulle modalità di acquisto, sulla struttura produttiva e sui piani di sviluppo futuri, volte all’adeguamento delle analisi di mercato alla specifica realtà aziendale; conduce, con il supporto di Ricerca, Ingegneria e Costruzioni, analisi del prodotto allo scopo di determinare i trend qualitativi, quantitativi e di prezzo ed individuare tempestivamente eventuali prodotti sostitutivi; effettua il breakdown dei costi di produzione del prodotto e delle componenti del prodotto; ricerca e propone fornitori al- 108 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE ternativi al fine di garantire il miglior prodotto/servizio alle migliori condizioni economiche in ottica di Total Cost; provvede all’esame e all’approvazione dei Piani di Qualità dei Fornitori. L’unità organizzativa Sistema Pms in coerenza con gli indirizzi e le politiche aziendali e di Gruppo: garantisce il presidio del Sistema PMS al fine di assicurare il controllo del progetto PMS in termini di avanzamento temporale, fisico ed economico, garantendo la valutazione delle criticità realizzative per l’adozione delle soluzioni adeguate e l’elaborazione di adeguata reportistica; assicura lo scambio di informazioni tra gli attori del processo in tempo reale, attraverso l’uso consistente del sistema, al fine di monitorare il processo di acquisto e i relativi valori economico finanziari associati; contribuisce alla definizione e aggiornamento delle specifiche del sistema, interfacciandosi con le competenti strutture della Direzione Sistemi Informativi e Pianificazione Network. L’unità organizzativa Qualificazione e Rating Fornitori procede ad elaborare le procedure di alimentazione ed aggiornamento del Sistema di Qualificazione dei Fornitori; presidia il processo e il sistema delle procedure per la qualifica dei fornitori e valuta l’affidabilità degli stessi; elabora i criteri logici e formali alla base degli strumenti di orientamento e controllo delle attività di acquisto della Direzione (indicatori di performance del processo di acquisto); gestisce gli strumenti di orientamento e controllo del processo di acquisto di competenza della Direzione; assicura l’acquisizione e il controllo dei dati relativi ai parametri ed agli indicatori di performance individuati per le attività svolte dalla Direzione; aggiorna le informazioni contenute nel Tableau de Bord della Direzione Acquisti; supporta il Responsabile durante la fase di definizione e formalizzazione delle logiche di valutazione dei Fornitori (vendor rating); controlla il rispetto del livello di servizio del fornitore definito in sede contrattuale, in termini di tempi di consegna e conformità agli standard di qualità dei prodotti, sulla base dei feed-back ricevuti dai Buyers e dalle strutture committenti, provvedendo ad alimentare il sistema di vendor rating. L’unità organizzativa Qualificazione Fornitori cura la gestione e la manutenzione delle informazioni contenute nel Sistema di Qualificazione, e assicura la disponibilità di tali informazioni alle strutture interessate; implementa nuovi gruppi merce ai Sistemi di Qualificazione * (PMS: Purchases Management System). 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 109 Tav. 2.3 - La struttura organizzativa della Direzione Acquisti Fonte: Trenitalia. in funzione dell’attività di sourcing del Marketing d’Acquisto e delle richieste dei clienti; cura l’archiviazione e l’aggiornamento della documentazione relativa alla qualificazione fornitori, secondo la normativa vigente in materia; verifica la coerenza dei meccanismi di funzionamento della Direzione con il Sistema Qualità. L’unità organizzativa Gare e Contratti definisce gli schemi contrattuali -con il supporto della Direzione Affari Legali e Societari- per tutti gli acquisti della Direzione, con esclusione degli acquisti dei rotabili e dei servizi manutentivi; assicura la gestione di tutte le attività amministrative per la finalizzazione di bandi di gara o di contratti con i fornitori, con esclusione degli acquisti di rotabili e servizi manutentivi, a supporto delle strutture di acquisto della Direzione; assicura la gestione delle attività amministrative, di natura non contabile, successive alla aggiudicazione della gara o alla stipula del contratto con esclusione degli acquisti di rotabili e dei servizi manutentivi. L’unità organizzativa Pianificazione Acquisti Assicura, sulla base delle esigenze delle DGO, delle Staff e delle Direzioni Tecniche, la pianificazione degli acquisti di Trenitalia; assicura il monitoraggio della pianificazione degli acquisti di Trenitalia, proponendo, in ottica integrata, gli eventuali interventi correttivi da proporre ai responsabili di acquisto; elabora d’intesa con Direzione Amministrazione, Finanza e Controllo il budget consolidato della Direzione Acquisti e ne controlla l’andamento. 110 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE In particolare, l’unità organizzativa Acquisti Rotabili e Servizi Manutentivi assicura il presidio tecnico-economico delle attività di gara, sulla base del piano di acquisto stabilito dalle strutture di Pianificazione Acquisti, e nel rispetto delle specifiche di qualità, quantità e tempi richiesti dalle strutture committenti, ricercando le migliori condizioni economiche ottenibili sui mercati di riferimento; assicura l’attività negoziale; contribuisce, attraverso la gestione del rapporto con i fornitori, alla definizione degli elementi necessari al presidio continuo sul mercato di fornitura delle tipologie di beni e servizi, interfacciandosi con Qualificazione e Rating Fornitori; assicura tempestivamente la fornitura durante la gestione delle emergenze. 2.3.2 La trasformazione organizzativa di Ferrovie Nord Milano Il Gruppo Ferrovie Nord Milano (FNM) ha operato storicamente nel settore ferroviario tramite le proprie controllate FNME (Ferrovie Nord Milano Esercizio) e FNMI (Ferrovie Nord Milano Ingegneria). FNME ha svolto negli anni le attività di gestione delle infrastrutture ferroviarie dei rami di Milano e Iseo, arrivando a gestire 318 km di rete ferroviaria, di cui 210 km del ramo di Milano e 108 km del ramo di Iseo. Al presidio delle attività di trasporto pubblico locale su ferrovia si è storicamente dedicata FNMT (Ferrovie Nord Milano Trasporti), società costituita mediante conferimento del ramo d’azienda da FNME e attiva dal 1° gennaio 2004. A compimento del profondo processo di trasformazione e di riorganizzazione societaria di cui negli ultimi dieci anni è stato protagonista, l’assemblea straordinaria degli azionisti del 29 aprile 2006 ha annunciato l’adozione di una nuova corporate identity per il Gruppo FNM, più coerente con il nuovo posizionamento. Il progetto coinvolge sia la capogruppo Ferrovie Nord Milano S.p.A., che ha modificato la propria denominazione sociale in FNM S.p.A. (e relativo cambio di logo), quanto le società operative, in particolare quelle che operano nell’area del trasporto ferroviario, core business del Gruppo, con modifiche delle denominazioni sociali, dei loghi e dei colori aziendali. Si è ottenuto il risultato di affidare la gestione di tali attività a soggetti giuridicamente distinti. Ad esito dell’operazione di riorganizzazione dell’assetto societario del gruppo, FNM spa ha accentuato il proprio ruolo di holding del 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 111 Tav. 2.4 - Le principali società del gruppo FNM Vecchia denominazione Nuova denominazione Ruolo Ferrovie Nord Milano S.p.A. FNM S.p.A. Holding Ferrovie Nord Milano LeNORD S.r.l. Trasporti S.r.l. Malpensa Express S.r.l. Gestione dei servizi di trasporto ferroviario di passeggeri Ferrovie Nord Milano Esercizio S.p.A. FERROVIENORD S.p.A. Gestione della rete infrastrutturale Ferrovie Nord Milano Autoservizi S.p.A. NORDBUS S.p.A. Gestione dei servizi di trasporto automobilistici Ferrovie Nord Cargo S.r.l. NORDCARGO S.r.l. Gestione dei servizi di trasporto merci Ferrovie Nord Milano Ingegneria S.r.l. NORD_ING S.r.l. Progettazione degli interventi nella rete e negli impianti Gruppo, con conseguente maggiore efficacia nello svolgimento dell’attività direttiva nei confronti delle controllate; la società Ferrovienord ha assunto le attività di gestore delle infrastrutture ferroviarie sulla rete di Ferrovie Nord Milano Esercizio (divenuta FerrovieNord), rami Milano e Iseo, sulla base delle concessioni rinnovate fino al 17.03.2016 con decreto dirigenziale del Ministero dei Trasporti; mentre Le Nord ha la responsabilità dei servizi di trasporto ferroviario di passeggeri La scissione ha risposto inoltre alla specifica esigenza di attuare una definitiva separazione tra l’esercizio del servizio di trasporto pubblico locale e la gestione della relativa infrastruttura, in conformità agli indirizzi della disciplina normativa di settore. La Regione Lombardia è proprietaria delle infrastrutture ferroviarie e di gran parte del materiale rotabile dato in gestione al Gruppo FNM. Il bilancio consolidato 2004 del Gruppo FNM evidenzia un utile di 11,6 milioni di euro, a fronte del risultato 2003 di 2.961.000 euro. Gli investimenti complessivamente realizzati nel corso dell’anno 2005 ammontano a 64.809 milioni di euro. I dipendenti del Gruppo FNM sono complessivamente 2.329, divisi fra gestione della rete (FNME - 1139 dipendenti) e trasporto passeggeri (FNMT - 1190 dipendenti). 112 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Tav. 2.5 - Il modello di organizzazione dei servizi ferroviari regionali nel gruppo FNT Contratto di servizio Corrispettivo Per vett.km Regione Controllo proprietario Contratto di programma Concessione delle infrastrutture Corrispettivi per la gestione della rete Holding Le Nord Impres a ferroviaria FerrovieNord Gestore rete Al presidio delle attività di trasporto pubblico locale su ferro e dei processi di acquisizione/manutenzione del materiale rotabile, in LeNord sono attualmente dedicate le Unità Trazione, Manutenzione rotabili, Gestione rotabili e Passeggeri direttamente alle dipendenze dell’Amministratore Delegato. A seguito del completamento del processo di separazione giuridica e societaria fra gestione della rete ed erogazione dei servizi, il modello di organizzazione dei servizi di trasporto regionale incentrato in Lombardia sul gruppo FNT è contraddistinto dalle seguenti specificità: – si opera una separazione organizzativa e societaria fra impresa ferroviaria e gestore della rete; – esiste una concessione che regola l’affidamento delle infrastrutture; – esiste un contratto di programma che regola il trasferimento dei fondi per gestione della rete e richiede il calcolo del costo operativo standard per km di rete; – esiste un contratto di servizio che regola il trasferimento del corrispettivo per l’erogazione del servizio, da calcolarsi rispetto a quello storico dal quale si deducono i costi di gestione della rete; – i corrispettivi per la gestione delle rete coprono: gestione della circolazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, revisioni periodiche della rete, mantenimento delle condizioni di sicurezza, attività amministrative e commerciali a supporto della gestione. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 113 Obiettivo del modello è affidare a due società diverse la gestione della rete e quella dell’esercizio e ha richiesto la valutazione e il monitoraggio di indicatori di efficienza della gestione della rete (costo operativo per km di rete) che riguardano anche la manutenzione. 2.3.3 La trasformazione organizzativa del sistema ferroviario in Emilia Romagna FER - Ferrovie Emilia Romagna s.r.l. si costituisce l’11 aprile 2000 (diventando operativa dal 1 gennaio 2001) in attuazione del D.L.vo 422/97 (legge Bassanini), quale azienda ferroviaria, cui vengono affidate la gestione dell’infrastruttura ferroviaria e l’esercizio del trasporto pubblico delle quattro Ferrovie regionali in Gestione Commissariale Governativa (Ferrovie Padane; Ferrovia Suzzara - Ferrara, Ferrovia Bologna - Portomaggiore, ramo aziendale Parma - Suzzara delle Ferrovie Venete), comprendenti anche servizi di trasporto su gomma nei bacini di Rimini, Bologna e Ferrara. Gli obiettivi strategici di FER s.r.l. sono principalmente i seguenti: – favorire, nell’ambito della valorizzazione dell’autonomia territoriale emiliano-romagnola, l’adozione di politiche atte a promuovere uno sviluppo più equilibrato della mobilità, capace di ridurre i costi sociali e ambientali e di modificare l’attuale ripartizione modale a vantaggio del trasporto collettivo e di quello ferroviario in particolare; – garantire una centralità al ruolo del cittadino-utente il quale rappresenta, con le proprie necessità ed i propri comportamenti, Tav. 2.6 - Il modello di organizzazione dei servizi ferroviari in riferimento a FER Regione Contratto di servizio Corrispettivo Per vett.km Contratto di programma Concessione delle infrastrutture Controllo proprietario FER Corrispettivi per gestione della rete 114 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE il primo elemento di riferimento e di giudizio cui approntare ogni politica di gestione ed investimento nei servizi e cui rapportare ogni valutazione in merito a qualità, efficacia ed efficienza del prodotto offerto. A seguito di successive modifiche societarie, a partire dalla Assemblea Straordinaria del 24/11/2003: il capitale sociale di FER srl è controllato dalla Regione Emilia Romagna con una quota pari a 59,42% e dalle Province di Bologna, Ferrara, Mantova, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini, ciascuna con una quota pari al 5,07%. Gli elementi essenziali del modello di organizzazione dei servizi di trasporto ferroviario incentrato su FER sono i seguenti: – si considera legittimo e possibile che l’impresa ferroviaria e il gestore dell’infrastruttura coincidano; – esiste una concessione che regola l’affidamento delle infrastrutture; – esiste un contratto di programma che regola il trasferimento dei fondi per gestione della rete e che richiede il calcolo del costo operativo standard per km di rete; – esiste un contratto di servizio che regola il trasferimento del corrispettivo per l’erogazione del servizio, da calcolarsi rispetto a quello storico, da quel sono stati dedotti i costi di gestione della rete; – i corrispettivi trasferirti dalla Regione per la gestione della rete coprono: gestione della circolazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, revisioni periodiche della rete, mantenimento delle condizioni di sicurezza, attività amministrative e commerciali a supporto della gestione. Obiettivo del modello è separare contabilmente la gestione della rete da quella dell’esercizio, in riferimento a un eventuale affidamento concorsuale dei servizi. Il modello richiede la valutazione e il monitoraggio di indicatori di efficienza della gestione della rete (costo operativo per km di rete) che riguardano anche la manutenzione. Il modello può essere considerato temporaneo e propedeutico alla stima di indicatori utili per il calcolo del canone basati sul costo operativo di gestione della rete per vettura.km erogata. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 115 2.3.4 La trasformazione organizzativa del sistema ferroviario in Campania In Campania la L.R. n. 3 del 28/03/2002 ha introdotto principi di regolazione e meccanismi operativi di funzionamento del sistema di trasporto regionale per conciliare le esigenze dei diversi soggetti istituzionali e sociali: i cittadini che richiedono servizi di trasporto qualitativamente e quantitativamente migliori; la Regione chiamata ad attuare la riforma e responsabile del finanziamento del sistema; gli enti locali (Province e Comuni) responsabili della qualità e quantità di servizi di trasporto e spesso proprietari delle aziende di trasporto pubblico; le 9 aziende pubbliche stesse, impegnate già da tempo in difficili interventi di riorganizzazione e recupero di efficienza; le 123 imprese private che hanno investito e scommesso sul settore; i sindacati impegnati nella tutela dell’occupazione e nello sviluppo professionale dei lavoratori. La rete ferroviaria ricadente nel territorio regionale della Regione Campania è attualmente costituita da circa 1200 km di linee distribuite in 4 sub-reti, corrispondentemente gestite da 4 diverse società. Tav. 2.7 - Estensione in km della rete ferroviaria campana e ripartizione fra le società di gestione Gestore Rete Ferroviaria Italiana (RFI) 923 Circumesuviana srl (CRV) 142 MetroCampania Nordest srl (MCN) 90 Sepsa spa (FSP) 47 TOTALE 1.202 A seguito della applicazione della normativa nazionale la Regione Campania ha acquisito la proprietà delle tre società ferroviarie (Sepsa, la Circumvesuviana e Metrocampania del Nord Est) ed ha provveduto a costituire una holding intermante controllata, EAV srl cui ha trasferito il controllo azionario delle stesse. La struttura organizzativa di EAV prevede in staff all’Amministratore Unico un’Area di coordinamento e controllo economico gestionale (nella quale nella quale confluiscono i settori: Coordinamento e Controllo Giuridico Amministrativo; Programmazione Investimenti e 116 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Controllo di Gestione; Coordinamento e Controllo Finanziario; Sviluppo strategico e Controllo; Risorse Umane e Organizzazione) e in posizione di line unità organizzative che svolgono attività accentrate e/o specifiche per il funzionamento dell’Ente. Il ruolo principale svolto dalla holding EAV è di coordinare e programmare il complesso sistema di investimenti nelle infrastrutture di trasporto ferroviario rientranti nel progetto di metropolitana regionale avviato dalla Regione Campania. In particolare estremamente rilevante è il flusso informativo e amministrativo che collega l’EAV alle sue controllate (flusso a valle) e alla Regione (flusso a monte). L’analisi della macrostruttura delle tre società ferroviarie ha messo in evidenza una serie di specificità che riguardano la distribuzione delle competenze e dei ruoli tra le unità organizzative interne relative alla gestione dei processi di programmazione e realizzazione dei progetti di investimento infrastrutturale e le modalità di supervisione e di coordinamento delle attività ad essi connesse. In MetroCampania Nordest, i processi di investimento infrastrutturale sono gestiti da una specifica Direzione Investimenti, affidata ad un Dirigente dedicato a tale ruolo, che svolge anche le funzioni di RUP. Alla Direzione fa riferimento una unità tecnica complessa, cui afferiscono un Responsabile e 4 addetti tecnico-amministrativi. La Direzione opera in forte collaborazione con l’Amministratore Unico, ad eccezione delle manutenzioni e degli investimenti finanziati dalla 910/86 la cui realizzazione è affidata alle Direzioni di Esercizio. In Circumvesuviana, i processi di investimento infrastrutturale sono di responsabilità del Direttore Generale, il quale svolge il ruolo di RUP con l’ausilio di un nuovo organo di staff, denominato Area Lavori in Concessione (ALAC) affidata ad un Responsabile di unità tecnica complessa, che si avvale di 3 addetti con competenze prevalentemente segretariali e amministrative. Gli aspetti amministrativi della gestione dei progetti di investimento sono curati dalla stessa ALAC. Si è ritenuto, recentemente, di integrare tali competenze mediante la stipulazione di un contratto a progetto conferito ad un ingegnere dei trasporti. L’Unità ALAC, data probabilmente la sua limitata dimensione, oltre ad avvalersi di consulenze esterne, interagisce fortemente con il Servizio Lavori anch’esso, affidato ad una posizione dirigenziale alle dirette dipendenze della Direzione Generale. In Sepsa, la responsabilità dei processi di investimento infrastrutturale è stata attribuita ad una direzione, direttamente controllata dal 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 117 Tav. 2.8 - Il modello di organizzazione dei servizi ferroviari regionali nel gruppo EAV Regione Contratto di servizio Corrispettivo per il servizio e per la gestione della rete Concessione delle infrastrutture Controllo proprietario Holding EAV Controllo proprietario 3 Imprese ferroviarie - Circumvesuviana - Metrocampania NE - Sepsa vertice, ma la cui responsabilità operativa è affidata ad un dirigente con il ruolo di vice direttore che svolge le funzioni di RUP. La vice-direzione è supportata da Unità tecniche complesse con competenze sia tecniche sia amministrative. Gli elementi essenziali del modello di organizzazione dei servizi di trasporto ferroviario incentrato sul gruppo EAV sono i seguenti: – si è costituita una holding per favorire l’integrazione dei processi di investimento nelle infrastrutture ferroviarie affidate alle tre imprese e avviare modalità di omogeneizzazione dei principali processi operativi di gestione dei servizi e della rete; – si considera legittimo e possibile che l’impresa ferroviaria e il gestore dell’infrastruttura coincidano; – esiste una concessione che regola l’affidamento delle infrastrutture; – esiste un contratto di servizio che regola il trasferimento del corrispettivo per l’erogazione del servizio, da calcolarsi rispetto a quello storico, e per trasferimento dei fondi per gestione della rete; – i corrispettivi trasferirti dalla Regione per la gestione della rete coprono: gestione della circolazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, revisioni periodiche della rete, mantenimento delle condizioni di sicurezza, attività amministrative e commerciali a supporto della gestione, 118 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Obiettivo del modello è favorire una separazione contabile fra la gestione della rete da quella dell’esercizio, in riferimento a un eventuale affidamento concorsuale dei servizi. Il modello richiede la valutazione e il monitoraggio di indicatori di efficienza della gestione della rete (costo operativo per km di rete) che riguardano anche la manutenzione. Il modello può essere considerato temporaneo e propedeutico alla stima di indicatori utili per il calcolo del canone basati sul costo operativo di gestione della rete per vettura.km erogata. 2.4 L’evoluzione dell’assetto organizzativo dei sistemi ferroviari in Europa Il processo di riforma dei sistemi ferroviari nazionali ha sicuramente ricevuto un forte impulso dalla direttiva europea n. 440, sebbene in alcuni casi era già stato avviato prima del 1991 in quanto ritenuto imprescindibile per note esigenze di recupero di efficienza e miglioramento della qualità del servizio offerto dalle imprese ferroviarie. Le soluzioni riscontrate nei casi osservati, infatti, presentano delle similitudini che appaiono “forti” dal punto di vista dei problemi che è stato necessario affrontare con urgenza, ed “inevitabili” quando sono riferite ai vincoli imposti dalla direttiva 440 (come nel caso della separazione contabile fra gestore dell’infrastruttura e impresa ferroviaria responsabile del servizio). Emergono invece forti differenze sulle altre aree per le quali è stata lasciata una maggiore possibilità di scelta ai governi dei paesi membri. Ne è un esempio significativo la molteplicità dei canoni di accesso all’infrastruttura attualmente applicati in Europa e la cui omogeneità avrebbe potuto, invece, rappresentare un elemento di grande importanza per un equilibrato processo di liberalizzazione del settore ferroviario. Si è osservato che una particolare configurazione dei criteri di definizione dei canoni, pur se nota e trasparente, può influenzare in modo determinante le possibilità di ingresso di nuovi operatori nel settore. Una corretta progettazione dei canoni, naturalmente, richiede una nota predeterminazione dei costi relativi alla gestione dell’infrastruttura che lo Stato intende far ricadere sulle imprese ferroviarie, e una consapevole strategia di incentivo e disincentivo dei comportamenti dell’impresa e del gestore. Tuttavia, le indicazioni della 440/91, come anche quelle prove- 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 119 Tav. 2.9 - I costi tipici del gestore dell’infrastruttura ferroviaria Costi Attività Costi di manutenzione e rinnovo Manutenzione ordinaria e rinnovo dei binari dei binari e delle relative infrastrutture, quali passaggi a livello, canali di drenaggio, pannelli etc. Costi di manutenzione delle opere Manutenzione ordinaria e rinnovo di ponti, civili viadotti, tunnel, pontili, etc. Costi di rinnovo e manutenzione Manutenzione ordinaria degli impianti di sedei sistemi di comando e controllo gnalamento, di comunicazione, delle stazioni di smistamento etc. Costi di gestione dei sistemi di se- Prevalentemente associati all’impiego del gnalamento personale dedito al controllo del traffico Costi di erogazione di energia Acquisto o produzione di energia elettrica e fornitura alle imprese ferroviarie Costi di manutenzione della rete Manutenzione e rinnovo degli impianti di tradi trasmissione dell’energia smissione dell’energia elettrica Costi di pianificazione degli orari Includono sia la realizzazione degli orari sia e controllo del traffico la gestione delle richieste provenienti dalle imprese ferroviarie in merito alla fattibilità di precedenti o nuovi servizi Costi manageriali e amministrativi Direzione, gestione e coordinamento del personale e delle tecnologie Costi aggiuntivi Sono relativi all’erogazione di servizi accessori come i servizi antincendio, custodia, gestione delle stazioni. Costi di congestione della rete Costi opportunità relativi alle perdite di ricavi derivanti dall’impossibilità di consentire l’accesso ad ulteriori imprese ferroviarie Fonte: NERA, 1998. nienti dalle direttive successive, la n. 18 e la n. 19 del 1995, hanno in ogni caso lasciato un elevato margine di discrezionalità ai singoli Stati europei e hanno comportato l’adozione di misure dapprima estremamente eterogenee sia in termini di canoni di accesso sia in termini di aree di attività affidate alla responsabilità del gestore. La tavola 2.9 in particolare, evidenzia tutte le diverse tipologie di costi riferibili alle attività potenzialmente attribuibili alla responsabilità dell’organizzazione che gestisce l’infrastruttura. Le soluzioni adottate dai diversi paesi sono state il risultato sia 120 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE delle scelte effettuate in funzione degli obiettivi da perseguire con le strutture dei canoni sia delle configurazione e le attività assegnate al gestore dell’infrastruttura. Tuttavia dal 2005 in poi si è assistito ad una ulteriore progressiva traformazione dell’assetto dei sistemi ferroviari europei, e i gestori dell’infrastruttura hanno assunto configurazioni più simili in termini di compiti e responsabilità. Nella tavola 2.10 sono riepilogate le principali caratteristiche strutturali e organizzative dei gestori dell’infrastruttura in alcuni paesi europei. Come è evidente, la soluzione più moderata in termini di separazione organizzativa appare essere quella realizzata in Germania, con una società responsabile dell’infrastruttura, DB Netz AG, collocata all’interno dell’impresa ferroviaria nazionale, e che è dotata di un elevato di addetti in rapporto alla rete assegnata, ed è responsabile anche di attività operative di manutenzione e rinnovo della rete. Completamente diversa la scelta del Governo francese: la RFF è un’azienda pubblica controllata dallo Stato (EPIC) separata dalle SNCF ha dimensioni contenute ed ha prevalentemente compiti amministrativi di pianificazione e finanziamento degli investimenti, controllo e regolazione dell’accesso e di controllo dei servizi offerti da SNCF cui è affidata la rete mediante un contratto con RFF. Anche in Olanda si è costituita una azienda a controllo pubblico, la ProRail in cui sono confluite le attività di gestione della rete prima assegnata all’operatore nazionale NS. La riforma del sistema ferroviario in Spagna del 2005 ha implicato una forte separazione fra erogazione del servizio, lasciata alla Renfe e gestione della rete. È stata costituita una autorità pubblica la ADIF (Adminitrador de Infrastructuras Ferroviarias) cui sono state assegnate ampie responsabilità in merito alla rete. Anche l’organizzazione svedese Banverket è un’unità amministrativa separata dalla SJ, e svolge anche attività di manutenzione, dal 2006 definisce i canoni, e riceve i pagamenti dalle imprese ferroviarie. La NetworkRail, infine, ha acquisito l’infrastruttura dalla Railtrack, unico esempio di azienda proprietaria dell’infrastruttura ferroviaria che è stata prima privatizzata, e addirittura quotata in borsa. La Networkrail è una “non dividend company” e seppure privata è regolata dallo Stato. Essa inoltre agisce all’interno di un sistema di incen- 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 121 Tav. 2.10 - Dati strutturali e compiti dei gestori dell’infrastruttura in alcuni paesi europei Paesi Gestori dell’infrastruttura Francia Germania RFF Gran Bretagna Svezia Olanda Spagna DB Netz Networkrail Banverket ProRail ADIF 34.121 16.600 9.975 6.500 12.991 31.584 6.551 2.900 14,287 Dati strutturali Km rete N. addetti 29.200 791 44.000 Addetti complessivi di gruppo dedicati alla infrastruttura 54.000 75.000 Assetto organizzativo Società Società Società pubblica del gruppo privata pubblico regolata Autorità Società Autorità pubblica pubblica pubblica Attività svolte direttamente Pianificazione degli Investimenti SI SI SI SI SI SI Realizzazione degli Investimenti SI NO SI SI SI SI Gestione della rete infrastrutturale NO SI SI SI SI SI Manutenzione della rete infrastrutturale NO SI SI SI SI SI Allocazione delle tratte alle imprese ferroviarie SI SI SI SI SI SI Pianificazione degli orari NO SI SI SI SI – Definizione e negoziazione canoni NO NO SI SI SI SI Riscossione canoni SI SI SI SI SI SI tivi alquanto complesso e che coinvolge anche le imprese ferroviarie franchisee. La Network Rail, inoltre, ha la possibilità di negoziare, per nuovi servizi promossi dalle imprese ferroviarie, canoni differenziati di accesso all’infrastruttura e di partecipare finanche a forme di Revenue Share Agreement per lo sviluppo di nuove linee. Di conseguenza ad una più attenta osservazione delle logiche che regolano tuttora i principali sistemi nazionali di trasporto ferroviario in Europa, non può sfuggire che si è in presenza di sistemi diversi, soprattutto in riferimento a quattro aspetti: 1) l’assetto giuridico e organizzativo attribuito all’azienda responsabile dell’infrastruttura; 2) i compiti e le responsabilità attribuiti all’azienda responsabile dell’infrastruttura; 122 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 3) il ruolo e le strategie assegnate all’impresa ferroviaria nazionale; 4) la presenza o l’assenza di forme di concorrenza nel mercato o per il mercato. In tutti i casi osservati, infatti, è stata realizzata, in ottemperanza alle direttive comunitarie, una separazione contabile, anzi anche organizzativa, fra l’azienda esercente il servizio e il gestore dell’infrastruttura. Tuttavia, il grado di indipendenza del secondo rispetto al primo è estremamente variabile da paese a paese. E, di conseguenza, considerando le scelte compiute in Germania, in Francia, in Gran Bretagna ed in Svezia è possibile classificare quattro modelli secondo una prospettiva che evidenzi il diverso grado di autonomia attribuito agli operatori e in particolare il diverso grado di indipendenza del gestore dell’infrastruttura dalle decisioni ed interessi dell’impresa ferroviaria nazionale. Si possono così riconoscere: 1) un modello ad integrazione societaria, adottato in Germania e nel quale il gestore dell’infrastruttura è incorporato come società all’interno dell’impresa ferroviaria nazionale che a sua volta è controllata direttamente dallo Stato; 2) un modello ad integrazione contrattuale, adottato in Francia e nel quale il gestore e l’impresa ferroviaria sono separati giuridicamente, ma sono entrambi controllati direttamente dallo Stato; ed i loro rapporti sono regolati mediante norme e contratti che ne predefiniscono le reciproche interazioni; 3) un modello del quasi mercato, adottato in Svezia e nel quale lo Stato, da un lato, controlla (come nel caso precedente) sia il gestore dell’infrastruttura sia l’impresa ferroviaria, dall’altro tuttavia consente l’ingresso di nuovi operatori e, dunque, stimola una forma di concorrenza pubblico-privato; 4) un modello del mercato regolamentato, adottato in Gran Bretagna e nel quale la società di gestione dell’infrastruttura è separata e svolge un ruolo regolamentato, mentre l’impresa ferroviaria nazionale è stata sostituita da numerose imprese private (entrate ex novo nel settore) che competono fra di loro per il mercato o sul mercato, e in cui lo Stato svolge il ruolo di regolatore e garante degli interessi della collettività. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 123 2.4.1 La trasformazione organizzativa delle DB in Germania: il modello ad integrazione societaria In Germania, successivamente alla fusione fra le due aziende ferroviarie dell’est e dell’ovest, che ha generato il gruppo Deutsche Bahn, lo Stato ha portato a termine, sin dalla seconda metà degli anni novanta, un progressivo disegno di riforma delle ferrovie basato sulla divisionalizzazione e poi societarizzazione delle business unit del gruppo. Nel sistema ferroviario tedesco, pertanto, Deutsche Bahn si occupa direttamente, tramite la sua articolazione in società, di entrambe le fondamentali necessità funzionali del trasporto su ferro: la gestione dell’infrastruttura affidata a DB Netz AG e l’erogazione del servizio, fornito dalle società DB Fernverkehr AG (lunga distanza passeggeri), DB Regio AG (regionale), DB Stadtverkehr GmbH (trasporto locale) e da numerose società controllate responsabile del trasporto merci in Europa e nel Mondo (Railion, Shenker, Stinner, Bax Global, ed altre). Un’apposita unità organizzativa si dedica al processo di approvvigionamento di materiale rotabile regionale, attualmente con un organico di 38 unità. Le attività svolte nella funzione consistono nel monitoraggio delle gare di trasporto ferroviario regionale in Europa, nella gestione delle procedure di approvvigionamento del materiale rotabile in parallelo con lo svolgimento delle gare, nella predisposizione delle specifiche tecniche da soddisfare e nel fornire un supporto tecnico nelle fasi successive, in cui il materiale rotabile è effettivamente approvvigionato e pronto per l’esercizio. Le competenze presenti nell’unità organizzativa in questione sono: – operative (project managers con esperienza nel ciclo di produzione di materiale rotabile e conoscenza del mercato e dei fornitori); – tecniche (ingegneri meccanici ed elettronici); – commerciali; – giuridiche (avvocati esperti in diritto industriale e contratti di fornitura di beni durevoli). Dal punto di vista dell’assetto giuridico e organizzativo, la DB Netz AG fa parte del gruppo DB AG, ed opera all’interno di una Business Unit che dal 2005 include sia le Infrastrutture (rete, stazioni, energia) sia i Servizi (Sistemi, telecomunicazione, manutenzione del materiale rotabile) con un totale di 75.000 addetti. 124 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Tav. 2.11 - Il modello ad integrazione societaria del sistema tedesco Tasse federali Tasse regionali Finanziamenti Governo Cittadini/imprese Länder Compensi per contratti di servizio Compensi per contratti di servizio Altre imprese ferr. Ricavi da vendita dei servizi DB Pass. Altre imprese ferr. Railion acc ni no Ca o sso ss ce di Canoni di accesso ce ac ac di di Concorrenza sul mercato ni ni Concorrenza per il mercato no no Finanziamenti per investimenti infrastrutturali Ca Ca ess o DB Regio. Ca DB Netz no d ni ia cc es so DB AG Costi di gestione e manutenzione Imprese private Fonte: DB. Occorre ricordare che il gruppo DB si presenta fortemente integrato dal punto di vista verticale ed ha continuato una sua strategia di espansione fondata su acquisizioni anche nel settore della logistica e del trasporto merci, non ultima qulla della EWS principale operatore ferroviario in Gran Bretagna. Ma è innegabile che la collocazione del gestore della rete all’interno della DB (che con le sue divisioni si occupa di erogare servizi di trasporto ferroviario nei business del trasporto passeggeri su lunga distanza, regionale, urbano e delle merci) ha creato non pochi problemi, soprattutto a causa dei compiti e responsabilità che gli sono stati attribuiti. Infatti la DB Netz, oltre all’attività di manutenzione e sviluppo della rete, svolge in prima persona anche compiti di estrema rilevanza per la regolazione del sistema, come quelli connessi all’individuazione dei canoni di accesso e alla train path allocation. La duplicità del ruolo (amministrativo e commerciale) attribuito alla DBNetz non ha mancato infatti di suscitare perplessità sul tema del conflitto di interessi che è sorto nel momento in cui si sono definiti canoni di accesso (e conseguenti politiche di sconto) che hanno 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 125 evidentemente privilegiato l’operatore DB rispetto ad altri concorrenti attuali o potenziali. Sono comunque stati attuati significativi interventi di regolazione volti a garantire un accesso equo e corretto alla rete tedesca, anche in considerazione della sua posizione centrale rispetto ai paesi dell’Unione Europea collocati ad est della Germania. Alcuni enti governativi, come la Federal Network Agency (Bundensnetzagentur) o la Federal Network Agency for Electricity, Gas, Telecommunication, Post and Railroads), sono responsabili per garantire che l’accesso all’infrastruttura ferroviaria avvenga su base non discriminatoria. Molto plausibilmente, la soluzione adottata dal governo tedesco è coerente con la volontà (tra l’altro espressa anche nelle comunicazioni dell’Unione Europea) di assicurare un certo grado di protezione (moderation of competition) all’operatore nazionale sul segmento del trasporto passeggeri. Da un punto di vista strettamente formale è possibile per qualsiasi impresa ferroviaria presentare una richiesta di accesso alla rete tedesca, e sebbene il ruolo di DB sia ancora dominante, come è lecito aspettarsi in una condizione in cui è presente un incumbent importante come le DB, tuttavia il numero di treni.km assegnati a 328 imprese ferroviarie private è aumentato significativamente: da 13 milioni nel 1998 a 128 milioni nel 2006. Nel 2007 la quota di mercato complessiva delle ferrovie non DB è stimata pari al 13%. È evidente, infatti, che dalla riforma del 1994 alle DB è stata assegnata una strategia di sviluppo ancora ambiziosa nel medio e lungo termine, la quale ha già consentito alle sue Business Unit, di espandere il proprio mercato di riferimento ben oltre i confini del paese, ed inserirsi su quelle tratte internazionali ritenute più convenienti. Nel 2006 il gruppo ha conseguito importanti risultati economici, finanziari e di competitività internazionale, tali da far prevedere una privatizzazione parziale da attuarsi sin dal 2008. In sostanza nel modello tedesco si evince come la principale area nella quale è possibile rilevare la reale presenza di una forma di concorrenza per il mercato è quella relativa al trasporto regionale, mentre come in altri paesi europei nel trasporto merci esiste un confronto nel mercato. Nel caso del trasporto regionale si tratta, come già evidenziato, di una tipica forma di concorrenza per il mercato, nella quale le DB com- 126 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE petono con centinaia di altri operatori per aggiudicarsi contratti di servizio relativi a tratte regionali. Anche in tale situazione di “mercato” le DB indubbiamente sono avvantaggiate da una posizione competitiva privilegiata, fondata su economie di scala, controllo di materiale rotabile e possibilità di compensazioni interne fra business. In particolare, DB Regio, la società di DB dedicata al trasporto ferroviario regionale, ha circa 25.700 addetti e trasporta ha un fatturato di circa 6,5 milioni di euro di cui un terzo derivano da ricavi da traffico. Operatori stranieri privati sono tuttavia presenti: ad esempio Veolia Transport gestisce dieci linee ferroviarie regionali inclusi le NordWestBahn, NordOstseeBahn e le Lausitzbahn. Recentemente ha acquisito anche le linee Marschbahn e le Nordharzbahn; mentre il gruppo Arriva è presente in Baviera, Nord Reno Westfalia, Brandeburgo, Berlino, Pomerania, Sassonia, Turingia. Si stima tuttavia che nel medio termine la quota di mercato di DB regio si ridurrà fino al 70%, anche se un cambiamento nelle regole di affidamento dei servizi è auspicabile, in modo da ampliare la libertà imprenditoriale delle imprese ed evitare solo un semplice confronto fra costi del personale consentendo invece innovazioni nei servizi, mediante la ricerca di forme di integrazione con altre modalità o con investimenti nel materiale rotabile e anche nel sistema tariffario. Tav. 2.12 - La competizionae sul trasporto feroviario regionale in Germania Fonte: DB. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 127 Nel caso del trasporto merci, invece, in linea con le indicazioni dell’Unione Europea anche in Germania vi è libero accesso alla rete e le DB si trovano a competere con operatori internazionali. Tuttavia, una forte strategia di espansione basata anche su acquisizioni ha condotta le controllate Railion (trasporto ferroviario delle merci) e Shenker (logistica e trasporti) a posizionarsi rispettivamente al primo posto in termini di treni-km erogati per il trasporto ferroviario delle merci e al primo posto in termini di fatturato (fonte DB 2006). 2.4.2 La trasformazione organizzativa delle SNCF in Francia: il modello ad integrazione contrattuale La Sncf , operatore nazionale ferroviario francese, ha risposto alle direttive europee, introducendo, in via sperimentale, nel 1992 la separazione contabile delle attività e potenziando i metodi di contabilità analitica per centri di costo. Nel 1993 la separazione contabile è diventata definitiva e ha permesso di dar avvio a un processo di valutazione dei risultati economici delle due distinte aree di responsabilità. Il 13 febbraio 1997 il Parlamento francese ha votato la legge 135-97, che ha condotto alla creazione del Résau Ferré de France (Rff) che, come SNCF, è un’azienda pubblica nazionale a carattere industriale e commerciale (Établissement Public national à caractère Industriel et Commercial - Epic), nuovo proprietario delle infrastrutture, in funzione di un rinnovo del trasporto ferroviario e di una effettiva separazione delle responsabilità tra proprietà della rete e gestione dei servizi ferroviari. In accordo con le differenti confederazioni sindacali, il governo ha emanato successivi decreti che hanno permesso l’implementazione del progetto complessivo di riforma. Il primo tratta, in sintonia con la direttiva europea 91/440, dei beneficiari del diritto di accesso alla rete ferroviaria; il secondo riguarda la ripartizione delle attività del patrimonio tra la Sncf e la Rff; l’ultimo si sviluppa intorno al tema della tariffazione a carico degli utenti della rete. L’atto del 5 Gennaio 2006, il Decreto n. 2006-1534 del 7 Dicembre, ha poi definitivamente stabilito la mission di entrambe RFF e SNCF e le modalità amministrative con cui realizzare gli obiettivi loro assegnati. Con la riforma la Sncf conserva la maggior parte delle attribuzioni che essa esercitava in proprio e restituisce a RFF le responsabilità che, in sostanza, esercitava per conto dello Stato: pianificazione, sviluppo 128 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE e miglioramento del sistema ferroviario, controllo degli accessi, acquisizione dei canoni di utilizzo della rete, finanziamento dei progetti relativi a tali dotazioni infrastrutturali, compensazione della Sncf per la gestione dell’infrastruttura. Quale azienda statale, il principale obiettivo della Rff è di promuovere a lungo termine lo sviluppo del trasporto ferroviario in Francia, in accordo con la nozione di Obbligo di Servizio Pubblico. RFF si sostituisce, inoltre, allo Stato nel remunerare Sncf per la sua gestione dell’infrastruttura, non più sulla base di una contribuzione sconnessa dalla prestazione fornita, ma nel quadro di una convenzione che lega prestazione e remunerazione (Infrastructure Management Agreement). Dal 2006 RFF deve anche garantire l’equo accesso alla rete di tutte le imprese ferroviarie nel mercato del trasporto delle merci. L’assetto organizzativo e giuridico assegnato alla RFF dal processo di riforma del sistema ferroviario nazionale francese è praticamente quello di un’azienda pubblica che gradualmente al 2008 sostituirà i finanziamenti pubblici con le entrate derivanti dai canoni di accesso alla rete (pari già al 70% del fatturato nel 2006). I compiti che sono stati attribuiti alla RFF sono prevalentemente rivolti alla pianificazione e sviluppo, nonché ottimizzazione dell’uso della rete: la RFF deve, in sostanza, amministrare il bene pubblico coTav. 2.13 - Il modello ad integrazione contrattuale del sistema francese Tasse federali Tasse regionali Autorità Regionali Governo Contratto di programma Finanziamenti per investimenti Contratti di servizio Compensi per attività di gestione della rete RFF Concorrenza per il mercato Concorrenza sul mercato SNCF Canoni di accesso Imprese ferroviarie merci Cittadini/imprese Ricavi da vendita dei servizi 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 129 stituito dall’infrastruttura ferroviaria e le competono attività quali la riscossione dei canoni per l’accesso all’infrastruttura; la definizione dei contratti con SNCF cui sono affidate (a fronte di un corrispettivo economico) le attività di manutenzione, rinnovo e gestione della rete; la pianificazione dei progetti di investimento per lo sviluppo della rete. RFF dal 2006 è responsabile anche dl processo di acquisizione dei finanziamenti e può stabilire anche della partnership con soggetti provati. Sebbene sia stata compiuta una separazione giuridica fra il gruppo SNCF e la RFF, le relazioni fra le due organizzazioni si svolgono all’interno di un quadro normativo e contrattuale estremamente vincolante e che, in pratica, non lascia “aperto” nessuno spazio per l’ingresso di nuovi operatori. Dal confronto con il modello tedesco, dove l’integrazione fra impresa ferroviaria e gestore dell’infrastruttura si attua all’interno del gruppo DB, nel modello francese si evince sicuramente una separazione più accentuata sul piano giuridico e societario fra le due organizzazioni. Tuttavia, la soluzione adottata appare favorire la persistenza di un’intensissima cooperazione fra SNCF e RFF, consolidata peraltro dal ricorso ai meccanismi contrattuali tipici del sistema amministrativo pubblico di cui continuano a far parte, anche se a diverso titolo, entrambe le organizzazioni. Le SNCF rappresentano, tra l’altro, ancora l’unica impresa ferroviaria cui per legge per i servizi di trasporto passeggeri è concesso di chiedere l’accesso alla rete, nel pieno rispetto, tuttavia delle indicazioni presenti nell’art. 10 della direttiva europea 440/91. I rapporti fra SNCF e Stato sono definiti da un contratto di programma, con il quale si definisce una tariffa chilometrica (determinata in funzione del costo medio), si predeterminano i criteri di riduzione dei costi in funzione del volume di traffico prodotto, si identificano gli investimenti prioritari. A SNCF è indubbiamente assegnato dal governo francese un ruolo ancora preponderante nel contesto del trasporto ferroviario del paese. Ad esempio, è sempre all’impresa ferroviaria nazionale che spetta non solo di gestire, in una condizione di vero e proprio monopolio legale, il servizio di trasporto su lunga distanza, di trasporto regionale dei passeggeri, ma anche di manutenere e la rete e realizzare i piani di investimento nell’infrastruttura predisposti da RFF. SNCF ha attraversato a sua volta un processo di riorganizzazione e articolazione per unità di business che ha condotto il gruppo ad ot- 130 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE timi risultati nel 2006 soprattutto grazie alla divisione trasporto su lunga distanza. Le altre BU, invece, la Divisione merci, Trasporto Pubblico Regionale e Infrastruttura hanno registrato risultati economici negativi. In particolare la Divisione Trasporto Pubblico ha conseguito un fatturato pari a 5.780 milioni di euro pari a circa il 26% del totale di gruppo con una perdita di 25 milioni di euro. Può, invece, ragionevolmente ritenersi che la riforma del sistema ferroviario francese si sia adattata dal 2006 alla normativa europea anche per quanto riguarda l’ingresso di nuovi operatori nel trasporto delle merci: 5 nuove imprese ferroviarie (tra cui SNCB, Veolia Carco e Euro Cargo Rail) sono entrate nel mercato aperto solo nel 2006 e si prevede che la quota non SNCF possa raggiungere il 20% nel 2012. In ogni caso a fronte di un totale di 538,2 treni.km solo 0,5 sono stati offerti da altri operatori nel 2006. Anche nel segmento del trasporto regionale, inoltre, tranne alcuni casi marginali riscontrabili in sistemi di trasporto urbano, gli enti locali per i servizi denominati TER stipulano contratti direttamente con SNCF senza applicare alcun meccanismo di competitive bidding. In più tramite la partecipazioni in altri gruppi anche con soggetti privati (Keolis ed Effia) la SNCF partecipano a gare per l’affidamento di servizi di tipo urbano ed anche all’estero (Gran Bretagna, Germania, Svezia, Olanda) Il sistema prodotto dalla riforma, dunque, vuole mantenersi all’interno dei confini tracciati dalla direttiva 440/91 e dalle successive direttive europee ma si fonda sul principio di dover affrontare la forte concorrenza esercitata sulle ferrovie dalle altre modalità di trasporto e di evitare, di conseguenza, di introdurre forme di concorrenza diretta all’interno del sistema ferroviario stesso. In questo senso la gran parte dei principali attori sono legati da contratti predefiniti, e stipulati senza modalità di affidamento concorsuale: – contratto di programma fra Stato e SNCF per l’erogazione dei servizi su lunga distanza – contratti di servizio fra le Autorità Regionali e SNCF per i servizi ferroviari regionali (RER) – contratto di gestione della rete fra RFF e SNCF per la gestione e manutenzione dell’infrastruttura – contratto di accesso alla rete fra SNCF e altri operatori e RFF. 131 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 2.4.3 Il modello del quasi mercato La riforma del sistema di trasporto ferroviario svedese è stata sviluppata già dal 1988 quando si decise anche la separazione fra l’impresa ferroviaria nazionale SJ e il gestore dell’infrastruttura. L’organizzazione allo scopo costituita, la Banverket, dal punto di vista dell’assetto giuridico e organizzativo è parte integrante dell’amministrazione dello Stato: formalmente è un’organizzazione indipendente, ma in sostanza, i suoi costi sono interamente coperti da fondi pubblici e non svolge alcun tipo di attività commerciale. Dal 2004 con il recepimento della direttiva 2001/14/EG alla Banverket è stato assegnato il compito di allocare la capacità infrastrutturale a chiunque sia dotato di licenza e riscuotere i canoni di accesso all’infrastruttura. Gli ulteriori compiti che sono assegnati alla BV la caratterizzano sia come un organo di regolazione che, attraverso la sua unità di controllo del traffico, definisce le priorità di accesso alla rete, sia come azienda produttiva, responsabile della manutenzione della rete, nonché della pianificazione e implementazione dei progetti di investimento finanziati dal Governo per il rinnovo e l’ampliamento dell’infrastruttura. Proprio sul tema dei nuovi investimenti la netta separazione fra BV e Tav. 2.14 - La concorrenza nel modello del quasi mercato sviluppato in Svezia Tasse nazionali Tasse regionali Sussidi al trasporto pubblico Governo Agenzie regionali Trasferimento di fondi Risktrafiken Trasferimento di fondi per investimenti per la manutenzione e la costruzione della rete infrastrutturale Canoni leasing Veicoli Compensi per contratti di servizio su linee non commerciali Ricavi da traffico sulle linee commercial Gross cost Cittadini Compensi per contratti di servizio su linee regionali Altre imprese ferr.Canoni leasing Veicoli SJ Ricavi da traffico sulle linee commercial Net costi Trasporto merci BV Canoni di accesso alla rete infrastrutturale Concorrenza per il mercato Concorrenza sul mercato 132 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE SJ, ha sollevato in passato rilevanti problemi di coordinamento cui si è cercato di dare una risposta con l’istituzione di gruppi di progetto trasversali e comuni alle due organizzazioni. La riforma attuata in Svezia ed integrata dalle recenti modifiche ha consentito però, in maniera più consistente di quanto è accaduto in Germania e, ovviamente, in Francia, di applicare meccanismi concorrenziali per il mercato. In ogni caso, il sistema svedese è caratterizzato dal fatto che lo Stato interviene, mediante la sua controllata SJ e l’unità amministrativa BV direttamente nella gestione del servizio e dell’infrastruttura, ma sia pure formalmente, accetta che si sviluppino forme di concorrenza fra operatori pubblici e privati, sulle tratte interregionali non commerciali, su quelle regionali e dal 2007 sui servizi notturni e charter. Occorre evidenziare che il Svezia le locomotive, le carrozze ed i vagoni ferroviari non sono di proprietà delle imprese ferroviarie new comer, ma sono invece di altri soggetti come le SJ che gestiscono i contratti di leasing con gli operatori ferroviari titolari di contratti rilasciati dalla Risktrafiken (Agenzia Nazionale per il trasporto pubblico), o alcune municipalità o anche da AB Trasitio, un’organismo di cooperazione che ha il compito di acquistare i veicoli ferroviari per il trasporto regionale e che è un consorzio fra agenzie di trasporto locale o regionale. Coerentemente al principio di moderation of competition, per tutelare l’esercente nazionale in Svezia si è tuttavia garantito alle SJ il monopolio sulle tratte commerciali interregionali, e si sono messe a gara, bandite dalla JVS invece, sia quelle interregionali non commerciali sia quelle regionali. Diverse sono le tipologie di contratti adottate nei due casi: Net Cost Contract nel caso dell’acquisto di servizi ferroviari da parte del Governo per le tratte interregionali non commerciali e Gross Cost Contract nel caso dei contratti stipulati con le autorità regionali e locali. Di tale “apertura” si sono avvantaggiati sia alcuni gruppi ferroviari svedesi, sia anche gruppi internazionali come i tedeschi della DB tramite la controllata Railion, il britannico Arriva (dal 2007), e i francesi Keolis e Veolia che sono presenti in Svezia con società controllate e che competono con SJ per aggiudicarsi le concessioni ed i contratti sulle tratte interregionali non commerciali e su quelle regionali. Complessivamente in Svezia operano circa 26 imprese ferroviarie di cui circa 10 nel trasporto passeggeri. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 133 È da ricordare, in ogni caso, che il passaggio ad un’accesa concorrenza fra operatori non si è attuato, dato che come già a DB e a SNCF, anche a SJ è stata assicurata, grazie soprattutto alle rendite derivanti dalla posizione di monopolio che l’impresa ha sulle tratte più redditizie (le cosiddette linee commerciali), una posizione più vantaggiosa rispetto a potenziali nuovi entranti. Infatti, SJ fino ad oggi ha “vinto” molte le gare per l’aggiudicazione delle linee interregionali non commerciali e la maggior parte di quelle relative al trasporto regionale. 2.4.4 La trasformazione organizzativa delle imprese ferroviarie in Gran Bretagna: il modello del mercato regolamentato Il modello britannico di riforma del trasporto ferroviario rappresenta un caso unico non solo nel panorama europeo ma anche in quello mondiale, in quanto non solo applica la normativa europea in merito alla separazione societaria tra gestione dell’infrastruttura e gestione del servizio, ma trasforma completamente le “regole del gioco”, creando in definitiva un vero e proprio settore economico nel quale operano una pluralità di operatori, ciascuno rivolto all’esecuzione di differenti attività della filiera che consente l’erogazione del servizio di trasporto. Il programma di riforma del sistema di trasporto ferroviario della Gran Bretagna può dirsi iniziare nel 1980, quando il Transport Act ha comportato la privatizzazione di tutte le controllate delle British Railways non strettamente connesse all’esercizio del servizio di trasporto ferroviario. Il vero e proprio processo di privatizzazione ha inizio, in realtà, nel 1993 quando, con il Railways Act in vigore tuttavia dall’aprile del 1994, il Governo britannico decide la “frantumazione” delle British Railways in una pluralità di aziende (circa cento) e pone la metà del 1997 come data finale per il completamento del processo. I principi chiave di tale provvedimento sono rappresentati da: In termini concreti, nel 1994 l’implementazione del Railway Act ha comportato: a) la costituzione di un operatore responsabile dell’infrastruttura Railtrack Plc; b) la costituzione di Train operating Companies (TOCS) preposte all’esercizio del trasporto passeggeri; 134 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE c) la costituzione di Freight Companies (FOCS) per il trasporto delle merci; d) la costituzione di società per la manutenzione delle infrastrutture (infrastructure maintenance unit, IMU’s) e di società per il rinnovo della linea (Track Renewal Unit, TRU’s); e) la costituzione di Rolling Stock leasing companies (ROSCOS) cui è stata conferita la proprietà dei mezzi trainati e trainanti (che esse provvederanno a cedere in leasing operativo alle Tocs). Tale assetto ha attraversato numerose trasformazioni per quanto riguarda sia gli organismi di regolazione sia l’assetto giuridico delle imprese stesse. Ad esempio, il Franchising Director responsabile dell’affidamento concorsuale dei contratti è stato sostituito prima dalla Strategic Rail Authority e poi quest’ultima dal Dipartment of Transport. Differentemente che negli altri paesi, qui non si è più in presenza di un unico operatore ferroviario incumbent, ma come descritto, si sono invece introdotti meccanismi di concorrenza per il mercato quali le concessioni di linee mediante la formula del franchising, si è privatizzato il trasporto delle merci, si è addirittura privatizzata l’azienda cui è stata trasferita la proprietà dell’infrastruttura, la Railtrack, il cui capitale è stato pertanto collocato in Borsa. Successivamente, nel 2002 una società privata, Network Rail, ha acquisito la rete da Railtrack ed ha riassorbito le attività di manutenzione (2004). La Networkrail, tuttavia è una azienda “not for dividend” che si impegna a reivestire tutti gli eventuali profitti nella infrastruttura ferroviaria. L’assetto giuridico e organizzativo della Networkrail, in particolare, la qualifica come una vera e propria società privata, cui però lo Stato facilita, attraverso la determinazione dei canoni di accesso all’infrastruttura, e l’erogazione di un contributo (Network Grant) una potenziale equilibrata redditività. Oltre a tali compensi predeterminati, l’azienda di gestione dell’infrastruttura può assicurarsi ulteriori ricavi partecipando allo sviluppo e all’introduzione di nuovi servizi proposti degli operatori. Il principio alla base del sistema è, comunque, che la NetworkRail acquisisca anche autonomamente le risorse finanziarie necessarie per effettuare gli investimenti necessari per la gestione, lo sviluppo e l’adeguamento della rete. Le circa 23 imprese ferroviarie (Tocs) controllate da circa 10 gruppi internazionali sono responsabili per erogazione del servizio di trasporto passeggeri e operano nell’ambito di concessioni mediante 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 135 Tav. 2.15 - Il mercato regolamentato del sistema britannico Tasse regionali Enti locali Tasse nazionali Governo Fondi regionali Cittadini/imprese Fondi nazionali Transport Authorities locali Contributi regionali Contributi governativi Ricavi per Department Ricavi per vendita servizi vendita biglietti Foc’s of Transport Canoni per contratti di Compensi per contratti di franchising pagati al franchisee Network Grant accesso alla rete TOC’s Networkrail Canoni per contratti di leasing del materiale rotabile Concorrenza per il mercato Roscos Concorrenza sul mercato procedure di affidamento concorsuale di contratti di franchising della durata prestabilita erogati dal Department of Transport (dal 2006). Tutti i contratti di franchising prevedono a fronte dell’erogazione di un corrispettivo, degli specifici obblighi che le aziende hanno assunto per migliorare la qualità del servizio offerto e, in genere, l’attribuzione di un contratto ad uno specifico operatore è stata facilitata dall’impegno che esso ha assunto in riferimento all’acquisto di nuovo materiale rotabile. La differenza fra la breve durata dei contratti di franchising e la maggiore durata della vita del materiale rotabile (30 o anche 40 anni) rende evidentemente impossibile, per un operatore coinvolto nella gestione di una tratta, assumere nel proprio bilancio il costo relativo ad un asset potenzialmente ammortizzabile in 40 anni. Dunque, nell’ambito del processo di riforma del sistema britannico sono state costituite e cedute a privati aziende cui si è trasferita la proprietà del materiale rotabile denominate Roscos, (Rolling Stock Leasing Company) in quanto la loro attività consiste nel trasferire alle Tocs il materiale rotabile mediante contratti di leasing operativo. Le Roscos cedono il materiale rotabile di loro proprietà alle Tocs mediante dei contratti di leasing operativo che nella pratica anglosassone non rappresentano dei finanziamenti ma solo dei contratti di uso 136 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE del bene. Di conseguenza, il rischio relativo al valore residuo del materiale rotabile viene compensato alle Roscos dalla possibilità che esse hanno di “ricollocare” lo stesso materiale rotabile stipulando nuovi contratti con nuovi operatori o con operatori diversi. In sostanza, nel sistema britannico si è assistito all’introduzione di numerosi meccanismi competitivi, per stimolare confronti concorrenziali per il mercato (riconoscibili nelle gare per l’aggiudicazione dei contratti di franchising) ma anche sul mercato. Infatti, occorre sottolineare che, dalla riforma del sistema ferroviario nazionale delle Gran Bretagna, sono emerse diverse aree significative dove è riconoscibile una concorrenza diretta fra operatori ferroviari. a) Un mercato del materiale rotabile, nel quale competono le ROSCOS, le aziende industriali di produzione, le aziende di manutenzione e le stesse TOC’S che offrono agli operatori contratti di leasing operativo di veicoli ferroviari. b) Un mercato dei servizi ferroviari di trasporto delle merci, nel quale competono: EWS, il principale operatore ferroviario britannico recentemente acquisito dalle DB; Freightliner, società privata non confluita all’interno di EWS; e altri pochi operatori. c) un mercato di servizi open access nel quale imprese ferroviarie erogano servizi senza finanziamenti pubblici nel quale operano imprese come Eurostar, First Group, BAA con Heatrow Express. Il confronto fra operatori ferroviari nel mercato o per il mercato nel segmento del trasporto passeggeri è inserito in un sistema caratterizzato dalla presenza di numerosi organi di vigilanza, di controllo e di regolazione. Il Department of Transport (dal 2006) e l’Office of Rail Regulation (2005), in particolare, svolgono un ruolo fondamentale di indirizzo e di guida del settore. L’elemento più caratteristico del modello può, dunque, essere rinvenuto nello sforzo congiunto, da un lato, di sviluppare contratti vincolanti e meccanismi di regolazione del sistema, dall’altro di lasciare, anzi incentivare, la possibilità che i gruppi concessionari introducano nuovi servizi laddove ne ravvisino la convenienza economica. Il modello può rappresentare, quindi, l’applicazione più articolata di mercato regolamentato, nel quale cioè agiscono operatori privati liberi di seguire le proprie valutazioni imprenditoriali e nel quale, tuttavia, è comunque presente lo Stato, con il compito di finanziatore e regolatore del business. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 137 2.4.5 Riflessioni conclusive sull’evoluzione dell’assetto organizzativo dei sistemi ferroviari in Europa Sebbene i modelli presentati siano apparsi contraddistinti da profonde differenze istituzionali e organizzative, è possibile sottolineare alcune dinamiche di fondo che possono essere considerate peculiari del processo di liberalizzazione del sistema ferroviario europeo e che riguardano specificamente: 1) il settore del trasporto ferroviario dei passeggeri su lunga distanza; 2) il settore del trasporto ferroviario delle merci; 3) il settore del trasporto regionale dei passeggeri. 1) I processi di riforma dei sistemi ferroviari nazionali europei non hanno finora generato reali e significative forme di confronto concorrenziale fra operatori nel segmento del trasporto passeggeri a lunga distanza. Le cause principali identificabili alla base di tale diffusa moderazione della competizione sono: a) la diffusa convinzione che tutte le imprese ferroviarie nazionali abbiano bisogno di essere tutelate da una forma di concorrenza diretta, per fronteggiare più adeguatamente la competizione proveniente dalle altre modalità di trasporto. b) La convinzione che l’introduzione di criteri manageriali di gestione commerciale del servizio richieda profondi e lunghi cambiamenti culturali, organizzativi e nelle competenze del personale delle imprese ferroviarie; di conseguenza è apparso necessario rendere “graduale” la riforma e non assestare alle aziende “colpi” che potrebbero in realtà causare danni economici e organizzativi estremamente rilevanti. c) Le stesse direttive promulgate dall’Unione Europea hanno consentito, più o meno consapevolmente, agli Stati membri di introdurre forme di definizione di canoni di accesso e criteri di allocazione delle tratte in grado di assicurare all’impresa ferroviaria nazionale una posizione di vantaggio competitivo rispetto ad eventuali altre imprese concorrenti; lo stesso vincolo che impone alle imprese di costituire associazioni internazionali fra imprese per offrire servizi di trasporto internazionali ha, in realtà, consolidato la tendenza delle imprese nazionali incumbent a stabilire fra di loro relazioni di collaborazione, escludendo potenziali nuovi entranti e assicurandosi così un clima di reciproca tutela sui singoli mercati nazionali. 138 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE d) È riconoscibile la presenza di barriere all’entrata che impediscono l’accesso al mercato da parte di nuovi operatori o di altre imprese ferroviarie nazionali. In particolare, la disponibilità del materiale rotabile adeguato alle singole reti infrastrutturali può rappresentare un vantaggio competitivo di cui si può agevolmente avvalere l’incumbent nazionale. È evidente, infatti, che l’elevato valore e la lunga durata del materiale rotabile da acquistare rendono, estremamente consistente e rischioso, dal punto di vista del valore residuo dei veicoli, l’investimento che dovrebbe sostenere una qualsiasi impresa nuova entrante. L’eliminazione delle differenze tecniche e lo sviluppo dell’interoperabilità (promossi dall’Unione Europea) potrebbero invece favorire la creazione di un mercato secondario del materiale rotabile e la diffusione di formule contrattuali come il leasing operativo che contribuirebbero alla liberalizzazione effettiva del mercato. 2) Anche se il segmento del trasporto ferroviario delle merci è caratterizzato dal 2007 da una formale concorrenza sul mercato, il libero accesso da parte di altre imprese ferroviarie nazionali è ovviamente condizionato dalla presenza o assenza di vincoli o agevolazioni istituzionali; in ogni caso le politiche di alleanza e joint venture fra operatori testimoniano il fermento e l’interesse che tale business sta suscitando. In questo segmento è diffusa la convinzione che l’introduzione di meccanismi concorrenziali di confronto diretto fra operatori ferroviari possa migliorare la competitività delle singole imprese. Tuttavia è parimenti affermata l’idea che tale apertura dei mercati stia avvenendo gradualmente, in coerenza a quanto indicato dalla comunicazione della Commissione europea, e dunque su quote limitate della capacità di offerta della rete. A sostegno di tali convinzioni si possono riportare le seguenti osservazioni: a) laddove si è consentito il libero accesso alla circolazione di imprese ferroviarie per il trasporto delle merci, si sono comunque riscontrate delle limitazioni all’agire di reali meccanismi concorrenziali. È quanto accaduto, ad esempio, in Svezia e in Francia, in Gran Bretagna, in Germania. Nel primo caso, sebbene si sia completamente liberalizzato l’accesso alla rete per le imprese ferroviarie dedite al trasporto delle merci, comunque le ferrovie nazionale SJ e SNCF hanno mantenuto una posizione di vantaggio fondata su economie di scala, sul controllo delle risorse critiche (materiale rotabile) sulla loro capacità di influenza politica. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 139 Nel caso britannico, invece, sebbene il progetto di riforma avesse previsto la presenza di una pluralità di imprese ferroviarie per il trasporto delle merci, alla fine si è assistito ad un processo di concentrazione. Anche alla base di tale strategia di sviluppo imprenditoriale è stata enunciata la necessità di conseguire una dimensione aziendale consistente per conseguire adeguate prospettive di rendimento e di crescita economica. In particolare il Germania la DB vanta una quota di mercato nel trasporto complessivo delle merci pari al 14,3%, a fronte di una quota del 70% del trasporto privato stradale e del 2,8% di altre imprese ferroviarie. È comunque da notare che mentre il mercato complessivo è cresciuto del 7%, e quelle DB del 9%, la quota delle altre imprese ferroviarie è aumentata del 55% dal 2004 al 2005 e del 28% dal 2005 al 2006. In Germania le DB con la Railion e l’acquisizione della Shenker della Bax Global, della Star trans e della Roll Spedition, sono un fortissimo operatore logistico in grado sicuramente di condizionare il mercato ed hanno manifestato un elevata capacità di penetrazione anche in altri paesi europei come in Gran Bretagna e Spagna. b) In molti paesi europei la competitività del trasporto ferroviario delle merci può essere condizionata dalla necessità di “pagare” elevati canoni di accesso all’infrastruttura (comprensivi ad esempio dei costi di gestione e ampliamento della stessa e, eventualmente delle esternalità negative prodotte dall’operatore), laddove i principali concorrenti, e cioè gli autotrasportatori, non sostengono costi di eguale valore per accedere alla rete autostradale, né sono sottoposti ad una politica di imposizione fiscale che gli attribuisca adeguatamente i costi che essi generano a svantaggio delle collettività, in termini, ad esempio, di impatto ambientale, congestione stradale, manutenzione delle reti stradali nazionali e provinciali (per le quali, in genere, non è previsto alcun pedaggio). c) La reale competitività internazionale delle imprese ferroviarie addette al trasporto delle merci non può che fondarsi sulla capacità delle stesse di controllare (in misura diretta o indiretta) anche il servizio da compiere sulle tratte domestiche, che collegano i punti di carico con le tratte adibite al trasporto internazionale. È evidente, infatti, che altrimenti sarebbe possibile per imprese ferroviarie concorrenti mettere in atto comportamenti e strategie in grado di ostacolare il perseguimento di obiettivi di qualità del servizio. Lo sviluppo delle Freeway e il controllo da esercitare sulle modalità di 140 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE accesso agli one stop shop, rappresentano dunque un fondamentale progetto di regolazione di un sistema che comunque dovrà assumere una maggiore connotazione di mercato, sempre però nel rispetto di una concorrenza chiara ed equilibrata (fair competition). 3) Il trasporto regionale dei passeggeri rappresenta il segmento dove si sono presentate le maggiori opportunità per introdurre forme di concorrenza fra imprese ferroviarie. Nella maggior parte dei casi, si è assistito allo sviluppo di meccanismi di concorrenza per il mercato, ma non vanno dimenticate le iniziative di Public Private Partnership attuate per coinvolgere operatori privati nelle attività di finanziamento, costruzione e gestione di sistemi di trasporto regionali e locali. Il processo di regionalizzazione delle responsabilità sul trasporto locale è stato attuato, con modalità diverse, in tutti i principali paesi europei. Aver trasferito dallo Stato agli Enti locali le competenze e le responsabilità in merito ai finanziamenti da erogare per la gestione di servizi di trasporto sulle tratte regionali, generalmente non redditizie ma ad elevato impatto sociale, ha indotto molte amministrazioni regionali a riflettere sulle possibili alternative contrattuali cui ricorrere per assicurarsi un servizio adeguato al minor costo possibile. Di conseguenza, in questo segmento si è assistito all’introduzione di forme di concorrenza per il mercato, contraddistinte da: a) lo sviluppo di contratti di servizio con imprese ferroviarie nazionali (anche controllate dallo Stato) che ha consentito di sostituire forme di controllo di tipo gerarchico con soluzioni più flessibili e incentivanti. b) Lo sviluppo di gare (competitive bidding) cui hanno partecipato imprese ferroviarie pubbliche e private (private public competition); si è potuto così stimolare gli operatori pubblici ad attuare interventi di riorganizzazione e razionalizzazione interna, per essere in grado di presentare offerte competitive per l’aggiudicazione del servizio. c) L’ingresso nel segmento di imprese appartenenti a grandi gruppi internazionali che si sono aggiudicati gare per la gestione di servizi di trasporto regionale. Si è assistito, infatti, ad un processo di espansione, a volte veramente rapidissimo, attuato da gruppi britannici quale Stagecoach e Arriva o dai gruppi francese Veolia e Keolis che sono “entrati” con proprie società controllate nel segmento del trasporto ferroviario in Germania, in Gran Bretagna, in Svezia, in Olanda. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 141 d) Lo sviluppo di forme di partnership pubblico privato, quali i contratti B.O.T., ai quali partecipano non solo imprese ferroviarie, ma anche aziende industriali di produzione del materiale rotabile e di sistemi di comando e controllo, che hanno acconsentito ad assumersi il rischio e la responsabilità di numerose attività di finanziamento, costruzione e anche gestione commerciale, un tempo considerate di esclusiva competenza degli enti locali e dello Stato. 2.4.6 L’evoluzione degli esercenti privati europei Negli ultimi anni gli esercenti privati operanti nel trasporto ferroviario regionale europeo sono stati interessati da un rilevante percorso di ristrutturazione, in parallelo con il diffondersi delle nuove opportunità di business offerte dalla liberalizzazione e dai processi di apertura alla concorrenza realizzatisi in molti paesi dell’Unione. L’analisi dello scenario competitivo vede una conferma dei processi di concentrazione dei maggiori operatori europei sui principali mercati. L’ingresso nei nuovi mercati da parte degli operatori leader è stato tipicamente realizzato tramite strategie incentrate principalmente su accordi di partnership con operatori locali. È il caso di rilevare come il processo di concentrazione del mercato abbia in realtà iniziato a prendere forma già negli anni ’70-’80, ancora in presenza di affidamenti diretti dei servizi da parte delle autorità locali. La recente evoluzione degli strumenti di regolazione verso procedure concorsuali è avvenuta, dunque, in presenza di gruppi industriali già consolidati, che hanno acquisito una posizione dominante sul mercato interno e hanno intrapreso la conquista di mercati internazionali. In generale, i principali players europei si caratterizzano per una forte propensione all’internazionalizzazione e per un elevato livello di integrazione ferro-gomma. In termini di passeggeri-km quattro paesi (Italia, Germania, Francia e UK) rappresentano complessivamente i due terzi del mercato europeo del trasporto pubblico locale e regionale. Il mercato europeo presenta un ampio divario dimensionale tra i maggiori operatori inglesi e francesi e la maggioranza degli altri operatori. Sul fronte dei costi è opportuno notare come i grandi operatori privati europei inglesi e francesi si caratterizzino per un’incidenza del co- 142 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Tav. 2.16 - Il mercato europeo del trasporto pubblico locale e regionale Fonte: Elaborazione ATAF/Earchimede su dati European Conference of Ministers of Transport, Eurostat. sto del personale sul totale dei costi di produzione significativamente inferiore a quanto accade in aziende del comparto pubblico. Il bisogno di efficienza è avvertito in modo costante da operatori che si muovono da anni secondo logiche di concorrenza. Di seguito si analizzeranno l’assetto e alcune caratteristiche organizzative e gestionali dei maggiori operatori privati affermatisi sul mercato. Tav. 2.17 - Il fatturato delle principali imprese di trasporto pubblico locale e regionale europee Fonte: Elaborazione ATAF/Earchimede su dati European Conference of Ministers of Transport, Eurostat. 143 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Tav. 2.18 - Incidenza del costo del personale sul totale dei costi di produzione (2002, %) **First Group, Stagecoach, Arriva, NationalExpress, Go Ahead. ***Keolis, Transdev, Veolia (Connex) Fonte: Elaborazione ATAF/Earchimede su dati European Conference of Ministers of Transport, Eurostat. Nella tabella seguente si riepilogano le aziende oggetto di analisi mettendone in evidenza la provenienza, la presenza geografica in termini di operatività e le tipologie di servizi di trasporto offerti. Azienda Paese Presenza geografica Transdev Francia Francia, UK, Spagna, Portogallo, Italia, Australia X X X X Keolis Francia Francia, UK, Belgio, Olanda, Germania, Danimarca, Svezia, Canada X X X X Arriva UK X Veolia (Connex) Francia 19 paesi europei, Oceania, America X Go-Ahead UK UK X X Firstgroup UK UK, USA X X Stagecoach UK UK, USA, Canada X National Express UK UK, USA, Spagna X UK, Germania, Spagna, Portogallo, Italia, Olanda, Danimarca, Svezia Bus Tram Metro Ferrov. X X X X X X X 2.4.6.1 Transdev Il gruppo francese Transdev costituisce in termini dimensionali il quarto operatore di trasporto pubblico in Europa. La proprietà del gruppo è così distribuita: Caisse des Depots 68%, RATP 25%, Sanpaolo IMI 7%. Il gruppo opera dal 1990 con una presenza concentrata 144 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE primariamente nel settore del trasporto urbano e interurbano su ferro e gomma. Il trasporto ferroviario costituisce un’area di affari allo stato residuale, ma con interessanti prospettive di crescita. Lavorano per Transdev circa 27600 dipendenti, di cui 11400 fuori dalla Francia. Tra il 2004 ed il 2006 i principali indicatori di bilancio segnalano un andamento positivo del gruppo che ha visto progressivamente acTav. 2.19 - I dati economico-finanziari di Transdev Fatturato (in milioni di euro) Utile (in milioni di euro) ROE Dipendenti N. mezzi gomma N. mezzi su ferro 2004 2005 2006 690 33,1 14% n.d. n.d. n.d. 800 37,1 13,2% n.d. n.d. n.d. 1002 48,7 10,3% 27600 9897 1033 Ripartizione del fatturato consolidato per area geografica – Francia – Regno Unito – Portogallo – Italia – Germania e Spagna – Australia 47,7% 26,1% 7,8% 7,7% 1,4% 9,3% Ripartizione del volume d’affari gestito per settore di attività (in milioni di €) Rete urbana con tram e metro Francia Fuori Francia (40,3%) 485,9 278,2 Rete urbana bus Francia Fuori Francia (33,7%) 270 369,5 Rete interurbana pullman Francia Fuori Francia (24,1%) 330 128,1 Altri Ferroviario Fluviale Servizi e consulenza (1,9%) 7 9,8 18,4 Fonte: Bilanci societari. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 145 Tav. 2.20 - La struttura organizzativa di Transdev C.d.A. Innovazione e sviluppo Executive committee Transamo subsidiary Management Ile de France & Outremer Francia del Sud Francia del Nord UK Penisola iberica Italia Australia crescersi il fatturato, pur con un andamento discontinuo del ROE (Return on Equity ratio). La presenza nel settore ferroviario regionale è peraltro residuale, come si evince dalla ripartizione del fatturato per ambiti di attività. La struttura organizzativa è stata progettata per bilanciare la necessità di coordinamento centrale in termini di elaborazione di strategie e linee di sviluppo, e le inevitabili diversità dei mercati locali. A questo proposito dal 2007 viene utilizzata una struttura divisionale per aree geografiche (corrispondenti ai Paesi in cui Transdev ha significative presenze di business), con la presenza al vertice del top management (executive committee e management committee), cui si affianca la funzione Innovazione e sviluppo e la società controllata Transamo, che si occupa di fornire servizi di consulenza per la progettazione e l’esecuzione di infrastrutture di trasporto. Transamo fornisce inoltre consulenza alle Autorità locali aggiudicatrici dei servizi di TPL. In accordo con le linee strategiche provenienti dall’Executive Committee, le divisioni hanno ampia autonomia in termini di organizzazione delle attività e definizione dei relativi percorsi di sviluppo di business. Questo consente al livello corporate di focalizzarsi su compiti di elaborazione di strategie generali. Al Management Committee 146 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE spetta invece il compito di supervisionare gli aspetti legati alla finanza e all’allineamento dei livelli operativi locali con la strategia generale del gruppo. Transdev ha in particolare raggiunto livelli di eccellenza nelle tranvie: 11 reti in esercizio, Grenoble (1987), Madrid (2007), Melbourne (1999), Montpellier (2000) , Mulhouse (2006), Nantes (1985), Nottingham (2004), Orléans (2000), Strasburgo (1994), Tenerife (2007), Valenciennes (2006). Due reti tranviarie (Edimburgo, Reims) sono allo stato in costruzione. Transdev gestisce complessivamente 91 reti di trasporti urbani, e 39 reti controllate nei trasporti interurbani. La strategia degli ultimi anni ha puntato ad un allargamento dell’offerta ai trasporti specializzati: navette aeroportuali, turismo, servizi di collegamento con le stazioni invernali, trasporti stagionali o frontalieri. 2.4.6.2 Keolis Keolis è il più grande operatore privato francese nel settore del trasporto passeggeri. Quest’azienda è nata dalla fusione nel 1999 tra VIA Transport – la più grande compagnia che gestiva le attività di trasporto urbano in grossi centri come Lille e Lione – e Cariane, sussidiaria del monopolista ferroviario francese SNCF e di altre compagnie locali specializzata nel trasporto interurbano, che copriva circa il 38% dell’attività di trasporto nazionale al di fuori dell’Ile de France. Keolis è un gruppo molto dinamico, con un tasso di crescita medio del 16% e molte acquisizioni alle spalle. Tav. 2.21 - L’assetto proprietario di Keolis Fonte: Bilanci societari. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 147 A fine 2004 il gruppo di fondi guidato da 3i ha rilevato il 52% di Keolis da SNCF Partecipations (holding di investimenti di SNCF), BNP Paribas e Vivendi Universal. SNCF Partecipation è rimasta nell’azionariato con il 45,5%. Il restante 2,5% è andato al top management. Keolis è il maggior operatore al mondo per l’esercizio di sistemi di metropolitana senza conducente: in particolare gestisce il network di Lille, il più esteso al mondo per più di 50 miglia. Le attività di trasporto ferroviario coprono invece oltre 1500 miglia di linee. In questo ambito gestisce due tra le principali linee di pendolari della Greater London: le franchises Southern ed Thameslink. In Gran Bretagna Keolis è anche presente come azionista delle società Govia e Transpennine Express. La strategia per il futuro prevede un approccio diversificato nei vari paesi in cui l’azienda è presente. In Francia si propone di mantenere la leadership di mercato, cogliendo le opportunità offerte dalla legislazione in favore della privatizzazione dei servizi pubblici e aumentando la redditività attraverso una strategia di contenimento costi. In Gran Bretagna l’idea è invece di sfruttare al massimo le ampie possibilità di crescita offerte dal mercato ferroviario. In Scandinavia invece Keolis punta a diventare un top player, partecipando al processo di liberalizzazione delle linee di autobus. Tratto comune delle differenti opzioni strategiche è comunque l’intenzione di crescere anche per acquisizioni. Tav. 2.22 - I dati economico-finanziari di Keolis Ripartizione del fatturato per zona geografica Trasporto urbano in Francia Trasporto regionale in Francia Estero 40% 20% 40% 2004 Fatturato (in milioni di euro) Utile (in milioni di euro) ROE Dipendenti N. mezzi gomma Km di linea ferroviaria Fonte: Bilanci societari. 2005 2006 2200 2374 2594 26,7 48 60 n.d. 4,57% 5,4% 30800 29600 33500 Ca. 12000 Ca. 12000 Ca. 12000 2400 2700 2700 148 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Tav. 2.23 - Le principali tratte ferroviarie regionali di Keolis Denominazione Proprietà Km Passeggeri/ Fatturato anno (milioni di euro) Thameslink (UK) Go Ahead (65%) Keolis (35%) 250 41 milioni 250 Southern (UK) Go Ahead (65%) Keolis (35%) 600 115 milioni 450 Transpennine Express (UK) FirstGroup (55%) Keolis (45%) 866 13 milioni 230 Citypendeln (Svezia) Keolis (100%) 200 65 milioni 120 Rhenus Keolis (Germania) Keolis (50%) 255 Groupe Rhenus (50%) Syntus (Olanda) Keolis (33,3%) Connexxion (33,3%) NV (33,3%) n.d. 160 97 milioni 67 45 Fonte: Bilanci societari. 2.4.6.3 Arriva plc Arriva International è uno dei principali operatori di trasporto passeggeri in Europa. Gestisce servizi di trasporto in otto paesi europei: Regno Unito, Germania, Spagna, Portogallo, Italia, Olanda, Danimarca, Svezia. Arriva ha circa 33 000 dipendenti, impiegando 24000 veicoli e trasportando oltre un milione di passeggeri all’anno, generando un fatturato di circa 1,8 milioni di sterline. Arriva è quotata al London Stock Exchange ed il suo capitale si ripartisce tra un azionariato diffuso. I principali dati di gestione degli ultimi esercizi sono riepilogati nella tavola seguente. Tav. 2.24 - Dati economico-finanziari di sintesi di Arriva Fatturato (in milioni di sterline) Utile (in milioni di sterline) ROE Dipendenti Fonte: Bilanci societari. 2004 2005 2006 1759 83,3 19,3% 33186 1571 86,3 17,1% 32404 1729 104,7 18,7% 32780 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 149 La composizione dei ricavi e del fatturato per divisioni di business relative al trasporto passeggeri evidenzia la seguente situazione. Tav. 2.25 - Composizione dei ricavi e del fatturato di Arriva Fatturato UK bus (in milioni di sterline) Fatturato UK ferroviario (in milioni di sterline) Fatturato da operazioni in altri paesi europei (bus+ferroviario) (in milioni di sterline) Totale fatturato Trasporto Passeggeri 2004 2005 2006 651,5 509 525,6 710,6 239,4 634 762,8 253,9 752,3 1686,1 1584 1769 Fonte: Bilanci societari. È interessante poi osservare come Arriva abbia attraversato nell’ultimo decennio un percorso di profonda revisione delle opzioni di business fondamentali. Come si vede nella figura che segue, il proprio fatturato nel 1998 era basato su attività quali Motor retailing, Contract Hire o Vehicle rental che sono state progressivamente dismesse per concentrarsi sul core business del trasporto passeggeri. La presenza nel mercato del trasporto passeggeri dell’Europa continentale ha assunto oggi un ruolo di primo piano. Il settore ferroviario regionale rappresenta per Arriva un business in forte crescita, a cui dedicare sempre maggiore attenzione. Tav. 2.26 - L’articolazione del fatturato di Arriva nel 1988 e nel 2006 Fonte: Bilanci societari. 150 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Per quanto riguarda la struttura organizzativa, questa prevede unità divisionali specializzate per tipologia di modalità di trasporto, che tuttavia operano localmente dando luogo ad aziende autonome direttamente espressione di Arriva o in joint venture con operatori locali. Tav. 2.27 - L’articolazione del fatturato di Arriva nel 1988 e nel 2006 C.d.A. UK Bus Germany Netherlands UK Trains Scandina via Mainland Europe Spain Central Europe Portugal Italy Czech Republic Fonte: Presentazione interna Arriva, 2007. In Germania Arriva gestisce servizi di trasporto ferroviario regionale in sei Lander, tra cui spiccano per importanza la regione di Berlino e la Baviera. Nel Paese la presenza di Arriva nel settore ferroviario si caratterizza per 800 dipendenti e la gestione di 130 treni. In particolare nel 2004 Arriva si è collocata in una posizione di preminenza in vista di un presumibile ampiamento delle aggiudicazioni di servizi di trasporto ferroviario regionale mediante bandi di gara, acquistando un’azienda di trasporto ferroviario tedesca: il gruppo Prignitzer-Eisenbahn, (che opera nei Lander di North-Rhine Westphalia, Brandeburgo e Mecklenburg-Pomerania) e che a sua volta aveva di recente iniziato a gestire tratte di trasporto regionale su due bacini. Nella Penisola Iberica, in Portogallo Arriva ha realizzato una joint venture al 50% alleando la propria azienda di trasporto su gomma Transportes Sul do Tejo (operante nella regione a sud di Lisbona) con la divisione di servizi ferroviari e su gomma del gruppo locale Barraqueiro. 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 151 In Olanda la presenza di Arriva nel settore ferroviario è ottenuta attraverso la proprietà di NoordNed, azienda che opera nella regione del Friesland, con 51 treni e 2700 dipendenti. In Danimarca, con Arriva TOG il gruppo gestisce i servizi ferroviari della regione dello Jutland impiegando 3800 dipendenti e 43 veicoli ferroviari. Nel Regno Unito Arriva gestisce i servizi di trasporto ferroviario in Galles e nelle contee limitrofe con 116 rotabili e 1800 dipendenti. La strategia di Arriva si segnala per l’attuazione di una decisa azione di sviluppo commerciale del mercato servito, nel settore dei passeggeri ed in quello delle merci, volta ad incrementare la quota di mercato nei diversi segmenti del servizio ferroviario, con uno sviluppo dei volumi e dell’offerta anche nei segmenti e nelle aree ad elevata domanda potenziale, laddove il trasporto ferroviario esprime una capacità di attrarre clientela; per la riorganizzazione del ciclo produttivo e la messa a punto di nuovi modelli di esercizio e di organizzazione del lavoro, in modo da raggiungere livelli di efficienza competitiva verso altre modalità di trasporto e verso altre reti; per la disponibilità delle leve necessarie per le politiche e le azioni commerciali di sviluppo. La tavola seguente evidenzia gli aspetti salienti del processo di cambiamento strategico in Arriva negli ultimi anni collegati ai principali drivers del cambiamento del settore. Tav. 2.28 - Aspetti del cambiamento di Arriva. Aspetti del cambiamento del settore Aspetti del cambiamento di ARRIVA -ritorni sull’investimento insufficienti; -scarsa produttività degli assets; -necessità di ingenti capitali da investire; -cambiamento delle dinamiche competitive; -cambiamento delle relazioni con i fornitori; -cambiamento delle richieste dei clienti; -cambiamento legislativo nazionale ed europeo; -relazioni industriali conflittuali; -nuove tecnologie; -tipologie di ristrutturazione: -per le imprese pubbliche, liberalizzazione e privatizzazione; -per le imprese private, unbundling di asset, servizi e diritti di aggiudicazione -spinta al miglioramento delle performance finanziarie; -pressioni per dimostrare rendimenti adeguati al capitale investito; -migliore organizzazione del servizio per rispondere alla concorrenza del trasporto su gomma; -spinta a massimizzare i ricavi; -razionalizzare le risorse umane; -elevato commitment per soddisfare le richieste delle Autorità aggiudicatici; Riposizionamento strategico -pressione per migliorare l’offerta di servizi; -transizione progressiva verso un modello market-driven e customer oriented 152 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 2.4.6.4 Veolia Transport (Connex) Veolia Transport, parte del Veolia Environnement Group, opera servizi di trasporto ferroviario e servizi logistici, ed è il secondo operatore in Francia (24% delle reti urbane) e la prima compagnia privata in Europa nel settore dei trasporti pubblici. Gestisce 6.700 chilometri di linee ferroviarie in Europa (Francia, Germania, Svezia e Repubblica Ceca), Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda, e trasporta oltre 1,5 miliardi di passeggeri all’anno. Nel 1998, la multinazionale francese Générale des Eaux ha dato vita al gruppo Vivendi. Nel 2001, Vivendi venne separata in due gruppi: Vivendi Environnement (VE) e Vivendi Universal (VU). Nel 2002 Vivendi Universal vendette la sua partecipazione in Vivendi Environnement e nella primavera del 2003 Vivendi Environnement venne ridenominata Veolia Environnement, per evidenziare la scomparsa del legame con Vivendi Universal. Nel frattempo, nel 2000, sul mercato del trasporto regionale passeggeri si era verificata la trasformazione di CGEA Transport (azienda operante in UK, Europa centrale e Scandinavia) in Connex, poi acquistata da Veolia. Tra il 1998 ed il 2004 il volume di affari di Connex è passato da 270 a 1555 milioni di euro. In ragione della crescita dimensionale di Connex e per mantenere un attento presidio delle attività operative, nel 2005 Connex Transport è stata divisa in Connex Central Europe e Connex Northern Europe. Nel 2005 Veolia Environnement ha deciso di portare tutte le divisioni sotto la comune denominazione Veolia. Sono state così costituite quattro divisioni: Veolia Water, Veolia Energy (Dalkia), Veolia Enviroenmental Services (Onyx) e Veolia Transport (Connex). Nel febbraio 2006, Connex Northern Eu- Tav. 2.29 - Il fatturato del gruppo Veolia diviso per settori (2004) Milioni di euro Europa di cui: Francia Resto d’Europa America Resto del mondo Totale Fonte: Bilanci societari. Idrico Rifiuti Energia 4,368.8 6,095.5 1,990.8 568.1 1,150.4 9,804.8 8,086.3 2,802.4 1,566.4 1,325.6 525.6 6,220.0 4,951.1 3,074.7 1,876.4 47.9 36.5 5,035.5 Trasporti 3,064.6 1,466.5 1,598.1 276.7 271.7 3,613.0 Totale 20,470.7 13,439.1 7,031.6 2,218.2 1,984.4 24,673.3 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 153 rope ha mutato denominazione in Veolia Transport Northern Europe. Nel maggio 2006, Connex Central Europe è passata a chiamarsi Veolia Transport Central Europe. Le tavole seguenti evidenziano il fatturato del gruppo Veolia-Connex realizzato nel business del trasporto, in comparazione a quelli di altri settori; le principali informazioni economiche sul gruppo, e un organigramma al 2004. Tav. 2.30 - Dati 2006 su Veolia Transport 2006 Fatturato (in miliardi di euro) Numero di dipendenti 4,9 81897 Principali aree di attività Francia Fatturato (in milioni di euro) 1996,1 Numero di dipendenti 30456 Germania Fatturato 498,8 Numero di dipendenti 4664 Olanda Fatturato 242,1 Numero di dipendenti 4086 Irlanda Fatturato 26,9 Numero di dipendenti 219 UK Fatturato 38,4 Numero di dipendenti 1068 USA Fatturato Numero di dipendenti Fonte: Bilanci societari. 645 14374 154 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Tav. 2.31 - L’organizzazione di Connex - 2004 2.4.6.5 Go-Ahead Go-Ahead è uno dei più rilevanti operatori di servizi di trasporto in Gran Bretagna, attivo nei segmenti autobus, trasporto ferroviario, e servizi di supporto all’aviazione civile. La divisione autobus ha a disposizione circa 3600 mezzi e trasporta ogni anno 505 milioni di passeggeri, per un totale di 236 milioni di vetture-km. Tav. 2.32 - Dati economico-finanziari di sintesi di Go-Alcad Fatturato (in milioni di sterline) Utile (in milioni di sterline ) Numero di dipendenti Principali divisioni Bus Fatturato (in milioni di sterline) Numero di dipendenti Trasporto ferroviario regionale Fatturato Numero di dipendenti Servizi aviation Fatturato Numero di dipendenti Fonte: Bilanci societari. 2004 2005 2006 1244 –35,6 19500 1302,1 57,9 20000 1463,6 53,7 25000 2004 2005 2006 387,5 9565 412,9 9485 460 10803 619,9 4360 617,9 4482 744,9 7477 217,5 5084 271,3 5803 258,7 5974 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 155 Go-Ahead offre servizi di trasporto esclusivamente nel Regno Unito, in quattro aree: Nord-est; West Midlands, Southern England, e a Londra. La divisione trasporto ferroviario regionale opera con un parco di 630 rotabili, trasportando 280 milioni di passeggeri all’anno. Il trasporto ferroviario è concentrato nell’Inghilterra meridionale: entrambe le franchises controllate da Go-Ahead (Southern e Southeastern) offrono un servizio di trasporto regionale nella zona a sud di Londra, nel Kent, nel Surrey e nel Sussex. La divisione servizi di supporto all’aviazione civile svolge attività di cargo handling, passenger check-in, baggage handling, information desks, executive lounges, ground handling e customs clearance. 2.4.6.6 Firstgroup FirstGroup plc è un operatore multimodale di trasporto regionale attivo in Gran Bretagna e negli USA. È il maggiore operatore in UK in termini di servizi di autobus, con un parco di 9000 veicoli, per trasportare 2,9 milioni di passeggeri al giorno. Rispetto al servizio ferroviario, Firstgroup possiede le franchises First Great Western, First Capital Connect, First TransPennine Express and First ScotRail. Negli USA il gruppo si articola in tre divisioni: scuolabus, transit contracting e manutenzione. Tav. 2.33 - Dati economico-finanziari di sintesi di Go-Alcad Esercizio al mese di marzo 2004 2005 2006 Fatturato (in milioni di sterline) Utile (in milioni di sterline ) Numero di dipendenti 2479 92,2 – 2693,4 114,6 – 3030,9 117,4 74000 Principali divisioni 2004 2005 2006 906,2 111,2 960,7 115,2 1031,2 108,6 945 49,8 1059,7 64,5 1164,9 79,6 620,7 63,5 665,8 62,4 826,3 67,1 UK Bus Fatturato (in milioni di sterline) Margine Operativo UK Rail Fatturato Margine Operativo Nord America Fatturato Margine Operativo Fonte: Bilanci societari. 156 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE 2.4.6.7 Stagecoach Il gruppo Stagecoach è attivo in UK, USA e Canada. Ha circa 31000 dipendenti ed è attivo nei segmenti di offerta bus, coach, treno e tram. Il gruppo è strutturato in base a tre divisioni principali: UK Bus, UK Rail e Nord America. Nella divisione Bus ciascuna sede regionale è gestita da un Managing Director che riporta direttamente al direttore della UK Bus division. In ambito ferroviario Stagecoach gestisce circa un quarto della rete nazionale inglese. La Divisione Rail è guidata da un Chief Executive, che riporta direttamente all’amministratore delegato del gruppo. Stagecoach ha inoltre una partecipazione del 49 % in Virgin Rail Group, che opera le franchises West Coast e CrossCountry. Tav. 2.34 - Dati economico-finanziari di sintesi di Stagecoach Fatturato (in milioni di sterline) Utile (in milioni di sterline ) Numero di dipendenti Principali divisioni America & Commonwealth Fatturato (in milioni di sterline) Margine Operativo UK Bus Fatturato Margine Operativo UK Trains Fatturato Margine Operativo 2004 2005 2006 1502 129,7 30000 1420,5 132,9 30000 1568,5 136,1 31 000 2004 2005 2006 205,3 74,8 213,7 15,5 247,6 18,5 650,2 14,8 720,3 87,7 775,7 88,6 438,9 10,7 479,4 50,0 506,7 58,9 Fonte: Bilanci societari. 2.4.6.8 National Express National Express è uno dei maggiori operatori del trasporto regionale al mondo. Attivo storicamente nel settore degli autobus di media-lunga percorrenza, ha una presenza europea concentrata in UK e Spagna, attraverso la controllata Alsa, che offre servizi di autobus a media-lunga percorrenza. National Express opera inoltre negli USA dove ha una presenza estesa e ramificata. 157 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Tav. 2.35 - Organigramma di National Express Nell’ambito del trasporto ferroviario gestisce nel Regno Unito le franchises C2c, Central Trains, Gatwick Express, Midland Mainline, ‘One’, Silverlink. Tav. 2.36 - Dati economico-finanziari di sintesi di Natioinal Express Fatturato (in milioni di sterline) Utile (in milioni di sterline ) ROE Divisioni UK Coaches Fatturato (in milioni di sterline) Margine Operativo Numero di dipendenti UK Bus Fatturato Margine Operativo Numero di dipendenti UK Trains Fatturato Margine Operativo Numero di dipendenti Alsa (Spagna) Fatturato Margine Operativo Numero di dipendenti Nord America Fatturato Margine Operativo Numero di dipendenti Fonte: Bilanci societari. 2004 2005 2006 2354,5 58,6 21,9% 2216 2,7 0,8% 2525,5 77,3 22,3% 2004 2005 2006 195,6 19,3 1867 200,5 21,5 1803 207,3 23,7 1694 239,8 41,6 6263 268,6 41,5 7089 300,8 40,7 7165 1712,1 61,3 11536 1497,2 64,2 11565 1497,6 49,1 9477 – – – – – – 249,3 44,3 3720 213,2 29,6 13776 241,8 35,0 15880 283,7 39,1 18376 158 2. L’IMPATTO DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E NORMATIVE Riferimenti bibliografici Arriva plc, Bilanci societari, 2004-2005-2006. Boitani A., Cambini C., La riforma del trasporto pubblico locale in Italia: problemi e prospettive, Hermes, 2001. Cambini C., Margari B., Le gare nelle ferrovie locali, Hermesm 2005. Cambini C., Galleano F., Le gare per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale in Italia, Hermes, 2005. Carminucci C., Il trasporto pubblico locale in Italia, presentazioni Isfort, 2007. Deutsche Bahn, Competition Report 2004-2005-2006. Ferrovie Nord Milano, Il profilo del gruppo, Nota di Bilancio, 2006. Firstgroup, Bilanci societari, 2004-2005-2006. Isfort, Lo statp di attuazione della riforma del TPL nelle regioni italiane, Rapporto di ricerca, 2006. Keolis, Bilanci societari, 2004-2005-2006. Petretto A., Processi di riorganizzazione industriale e liberalizzazione dei servizi pubblici locali, CRS, paper n. 01/39, 2001. Stagni G., La riforma delle ferrovie italiane, www.miol.it/stagniweb, 2006. Transdev, Bilanci societari, 2004-2005-2006. Trenitalia, Ordini di servizio n. 438/AD, 2006. Veolia Transport, Bilanci societari, 2004-2005-2006. 3. L’impatto dei fabbisogni innovativi della clientela sul processo d’acquisto del materiale rotabile 3.1 Introduzione La riforma del sistema dei trasporti ferroviari, avviata in Europa a partire dall’emanazione della direttiva n. 91/440, il cui impatto, in relazione ad alcuni Paesi, è stato ampiamente analizzato nel capitolo precedente, non solo ha inciso sulla regolamentazione del sistema e sui ruoli e le funzioni svolte dai diversi attori dello stesso, ma ha avviato un processo di profondo cambiamento anche nella percezione che i clienti stessi hanno dei servizi di trasporto ferroviario. Nel corso degli ultimi venti anni in tutti i paesi europei si è riscontrato un progressivo incremento della domanda complessiva di mobilità, anche alla luce dei fenomeni di redistribuzione territoriale delle attività economiche e residenziali, nonché per effetto dei processi di mutamento in atto nelle grandi aree metropolitane. Questa crescente richiesta di mobilità, per quanto concerne le brevi e le medie distanze e in particolare nelle aree metropolitane estese, è stata in larga parte soddisfatta attraverso il ricorso al trasporto privato individuale (auto), sia a causa della crescita limitata, in alcuni paesi, del livello quantitativo e qualitativo del trasporto pubblico, sia per la maggiore flessibilità (spaziale e temporale) dell’auto rispetto alle altre modalità di trasporto. Il trasporto pubblico, ed in misura maggiore quello ferroviario, in questo processo di incremento della domanda ha scontato la sua caratteristica di rigidità, derivante dalla sua discontinuità territoriale (relazioni sul territorio di tipo “puntuale”) e temporale (servizi erogati in base ad orari prefissati), che ne limitano l’accessibilità comprimendone i potenziali di crescita. Nella maggior parte dei paesi europei questi caratteri “fisiolo* Il capitolo 3 è stato realizzato da Riccardo Staffa (par. 3.2, 3.3) e Paolo de Vita (par. 3.1, 3.4, 3.5 e 3.6). 160 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA gici”, unitamente ad aspetti di contesto riconducibili, come già accennato, ad un livello di offerta di poco invariato rispetto alla crescente domanda di trasporto, hanno condotto, nell’arco degli ultimi venti anni, ad una riduzione del peso percentuale del trasporto su ferro (nonostante un suo aumento in valore assoluto) sul totale delle opportunità modali a disposizione dei cittadini per gli spostamenti all’interno dei diversi territori “regionali”, passando dal 10,4% al 6,4% sul totale delle diverse modalità di trasporto (Fonte: Office for Official Publications of the European Communities, 2003). In tutta l’Europa il peso del trasporto su ferro, in termini percentuali, si è progressivamente ridotto nell’ambito delle diverse modalità di trasporto, ma nonostante ciò, proprio in ragione della domanda crescente, in valore assoluto, il numero complessivo di passeggeri è aumentato; il numero complessivo di passeggeri/km è infatti passato dai 219 milioni del 1970 ai 307 milioni del 2002, su di un totale per tutte le modalità pari, rispettivamente, a 2.105 e 4.797 milioni di passeggeri/km. (Fonte: European Commission - Directorate General for Energy and Transport, 2003). Questo fenomeno, rilevato in via generale nell’intero sistema del trasporto su ferro europeo è presumibile (anche in assenza di dati certi per tutti i paesi considerati) si sia verificato anche nell’ambito dei trasporti regionali, ed ha messo in evidenza un contenuto, ma costante e graduale, rallentamento del trend di crescita della quota modale auto ed un contestuale alleggerimento del trend negativo registrato dalla modalità pubblica. Questa circostanza sembrerebbe mettere in luce i primi effetti di un mutamento dei criteri di scelta modale dei cittadini, in parte derivanti dalle policy di dissuasione all’impiego dell’auto (almeno nelle grandi aree urbane), ma anche, probabilmente, dall’affermazione di un approccio diverso alle opzioni modali disponibili: queste infatti vengono ormai valutate non solo come modalità alternative di mobilità, ma anche alla luce della loro diversa capacità di incidere su fattori rilevanti per la qualità della vita (inquinamento, congestione, incidentalità, ecc.). Questo mutato approccio, che nasce da una nuova consapevolezza della “popolazione mobile”, fa presagire la possibilità di adottare, con maggiore prospettiva di successo, politiche di redistribuzione modale della domanda a favore del modo pubblico e, ancor più, di quello ferroviario. 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 161 A questo nuovo atteggiamento dei clienti nei confronti dell’offerta di trasporto pubblico su ferro si affianca (diventandone causa ed effetto), soprattutto nelle aree territoriali in cui si rilevano una forte ed estesa urbanizzazione o legami funzionali complessi, una progressiva attenzione degli esercenti e dei pianificatori politici e territoriali all’attuazione di progetti diretti ad introdurre nuove ed articolate logiche di offerta informate a criteri di unitarietà, flessibilità, attrattività, accessibilità ed integrazione modale, in grado di favorire il desiderato progressivo ampliamento della richiesta di trasporto su ferro, a scapito, soprattutto, del mezzo privato; orientandosi, nel contempo, al perseguimento delle politiche di mobilità sostenibile – ossia in grado di garantire una maggiore efficienza nell’uso delle risorse e di ridurre gli impatti negativi in campo ambientale e sulla sicurezza – espresse a livello europeo. In questo quadro evolutivo, la corretta quantificazione della domanda dovrebbe rappresentare un passaggio imprescindibile per la programmazione della capacità complessiva di traffico – per volumi – esprimibile dai diversi sistemi (che, comunque, già per loro natura sono in grado di garantire elevata capacità). Va però sottolineato che, in via generale, la corretta determinazione del numero complessivo di passeggeri che usufruiscono dei trasporti ferroviari regionali nei diversi Paesi considerati risulta estremamente complessa sia a causa delle limitata disponibilità di dati specifici in tal senso, sia per la diversa considerazione della “regionalità” adottata nelle diverse nazioni, derivante da criteri di ordine amministrativo/territoriale, dalle caratteristiche orografiche del territorio ed anche dalla presenza, o meno, di operatori che si classificano come operatori regionali. A ciò si aggiunga che anche laddove si identifichi con chiarezza un contesto “regionale”, le commistioni esistenti con tratte di percorrenza a media distanza e con tratte suburbane ed urbane, nonché le politiche di integrazione tariffaria adottate in molte aree, rendono spesso impossibile, se non in presenza di specifiche analisi sulla mobilità dei cittadini in contesti territoriali definiti, la quantificazione della domanda “regionale”. In questa sezione della ricerca, tuttavia, più che procedere alla precisa quantificazione della domanda di trasporto regionale su ferro, si punta alla analisi della valutazione qualitativa che i clienti hanno di tale modalità, alla luce del fatto che questa genera i suoi riflessi nella de- 162 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA finizione delle caratteristiche strutturali dell’offerta, con particolare riferimento al tema degli investimenti in materiale rotabile (determinazione dei volumi di acquisto, tipologie di mezzi, caratteristiche tecnico-funzionali). In questa ottica, la corretta definizione ed il raggiungimento di livelli di qualità dell’offerta aderenti alle aspettative dei clienti rappresentano un obiettivo da conseguire per il miglioramento di efficacia ed efficienza dei servizi erogati, ma costituiscono essi stessi un fattore rilevante per la spinta all’utilizzo sempre più diffuso della modalità pubblica su ferro. Il più volte richiamato processo di liberalizzazione, oltre alle modifiche del sistema delle competenze e delle responsabilità in materia di trasporto pubblico, ed ai risvolti di carattere economico-finanziario, ha introdotto in quasi tutto il contesto europeo, una nuova logica di concorrenza all’interno del sistema ed ha affermato il ricorso alle gare quali procedure obbligatorie per l’attribuzione della gestione dei servizi; questi fattori hanno modificato profondamente l’approccio al mercato. Si sta assistendo, infatti, anche in paesi in cui le logiche di monopolio erano consolidate, ad un progressivo mutamento del rapporto tra aziende e clienti: da un sistema di tipo burocratico-legale (che imponeva il rispetto di procedure su base amministrativa) condizionato dai rapporti con il soggetto di controllo e/o finanziatore, ad un sistema che pone il cliente al centro del processo di pianificazione ed erogazione del servizio. La progressiva diffusione, affermazione ed adozione di quelli che nel nostro Paese vengono definiti “Contratti di Servizio” e delle relative “Carte dei Servizi” ormai, anche in Paesi non avvezzi all’approccio al cliente in questa ottica, travalica la mera rispondenza agli obblighi normativi o contrattuali, per assumere la funzione di sistema “quadro” per il perseguimento ed il miglioramento continuo della qualità dell’offerta, sul quale, sempre più spesso, si vanno innestando metodologie di rilevazione continuativa della customer satisfaction e, in alcuni casi, veri e propri sistemi di qualità certificati. L’analisi è stata condotta attraverso la disamina di un’ampia documentazione, acquisita da fonti indotte, relativa alla maggior parte dei Paesi considerati, con particolare riferimento a quelli in cui le logiche di “regionalità” sono più diffuse, quali Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna. 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 163 La documentazione analizzata è di varia natura, spaziando da vere e proprie analisi di customer satisfaction orientate a logiche di marketing a verifiche della valutazione della clientela in relazione ai principali parametri dei contratti di servizio, da studi di carattere generale a sezioni dedicate ai risultati di analisi sulla qualità percepita dalla clientela, più o meno ampie ed approfondite, contenute nei report annuali allegati ai bilanci aziendali. È evidente che la forte eterogeneità delle fonti non ha permesso un loro confronto puntuale; per ovviare a tale problematica si è proceduto a verificare le caratteristiche comuni in relazione ai fattori ed ai fenomeni indagati, allo scopo di ricostruire l’analisi su criteri omogenei e delineare un quadro di insieme, utile a fornire ulteriori spunti di riflessione ed analisi. 3.2 Le caratteristiche della clientela del trasporto ferroviario regionale Prima di passare alla disamina dei fattori che determinano, nella percezione della clientela, la qualità dei servizi di trasporto su ferro e della loro valutazione in termini di rispondenza o meno alle aspettative, risulta utile comprendere da chi sia composta la popolazione “mobile” che usufruisce dei trasporti regionali e quali siano le motivazione prevalenti di spostamento. In linea generale, aggregando i dati e le analisi provenienti da diversi studi sulla mobilità condotti nei Paesi considerati (tra questi, per ampiezza e prondità delle analisi condotte, si segnalano: Department of Transport of Ireland, 2004; Isfort e Asstra, 2004; Isfort-Fondazione Bnc, 2002 e 2003; Regione Lombardia - Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità, 2002; UITP, 2001; UITP, 2006; World Bank Department for International Development, 2000) la popolazione mobile in ambito regionale con mezzi pubblici, tra cui anche quelli su ferro, è largamente rappresentata da persone di età compresa tra i 20 ed i 6065 anni, le cui motivazioni di spostamento sono prevalentemente, ma non esclusivamente, legate allo studio ed al lavoro. Si tratta pertanto di una popolazione mobile con caratteristiche di stabilità, di continuità ed anche di concentrazione in fasce orarie specifiche, tutte circostanze che incidono largamente sui livelli strutturali 164 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA dei diversi sistemi necessari a garantire il soddisfacimento della domanda. Nell’ambito di questa domanda appare prevalente l’uso dei mezzi pubblici da parte della popolazione più giovane, impiego che diminuisce via via che si innalza il livello di età dei soggetti analizzati, ma ciò non è vero in tutti i paesi. In realtà le scelte modali vengono largamente influenzate sia dal livello complesivo di offerta di trasporto pubblico su ferro, sia da caratteristiche socioculturali, sia dal livello di distribuzione delle “funzioni” nei diversi territori. In Paesi come il Regno Unito e la Germania, in cui il livello dell’offerta appare molto elevato e l’uso della modalità su ferro è largamente consolidata nella gestione quotidiana della mobilità della popolazione residente, il ricorso al mezzo privato appare più basso; così come in questi stessi Paesi le politiche di redistribuzione spaziale delle “funzioni” del territorio, orientate ad una loro diffusione e riequilibrio, evidenziano (sempre in presenza di adeguata offerta in termini quantitativi e qualitativi) un maggiore ricorso alla modalità pubblica, rispetto ad altri Paesi, come la Spagna o l’Italia, in cui si rileva un forte accentramento delle “funzioni” in determinate aree (tipicamente le grandi città) che rendono più “vischiosi” e complessi gli spostamenti, spingendo in molti casi, per la maggiore flessibilità prima richiamata, al ricorso al mezzo privato. Mentre nei primi Paesi, nelle diverse aree regionali considerate, il ricorso alla modalità pubblica è spesso superiore al 40% della popolazione mobile, negli ultimi due tale scelta interessa in media solo il 1012% della popolazione. Alle motivazioni di spostamento connesse allo studio ed al lavoro (che rimangono prevalenti), si affiancano quelle relative al tempo libero ed alla gestione familiare. In tutti i Paesi analizzati queste ultime motivazioni di spostamento sono quelle che vedono un minore ricorso alla modalità pubblica e quindi anche a quella su ferro. Un altro fattore interessante da rilevare è connesso alla lunghezza media degli spostamenti. In tutti i casi disponibili analizzati si evidenzia che le brevi e medie percorrenze risultano quelle più rilevanti, mettendo chiaramente in luce che la maggiore complessità della domanda (e conseguentemente dell’offerta e della gestione della stessa) si concentra nella aree metropolitane estese e nei territori che, pur relativamente estesi, presentano forti legami funzionali tra le loro diverse parti. 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 165 In questo quadro, nel perseguimento di politiche dirette ad influenzare le scelte modali indirizzandole verso il pubblico (ed il ferro) risultano chiaramente avvantaggiate tutte le aree metropolitane estese ed i contesti regionali in cui, per caratteristiche della distribuzione degli insediamenti, disponibilità e politiche infrastrutturali e, soprattutto, per la realizzazione di strategie di “sistema” nella gestione del trasporto pubblico, ma anche di politiche di deterrenza all’uso del mezzo privato, il grado di appeal del modo pubblico è via via cresciuto. Nella maggior parte dei casi analizzati, inoltre, risalta la circostanza che anche i fruitori della modalità pubblica su ferro sono in realtà soggetti che operano scelte plurimodali, spesso ricorrendo a cambi modali su percorsi più o meno lunghi; ulteriore circostanza da tenere in considerazione nella programmazione dei servizi e nella loro integrazione con altri servizi di supporto (es. parcheggi di interscambio) allo scopo di conseguire elevati livelli qualitativi dell’offerta, aderenti ai fabbisogni della clientela. Ferme restando le ovvie differenze legate alle caratteristiche delle diverse aree considerate, ai fattori strutturali, a quelli culturali, nonché a quelli specifici di talune categorie di clientela (alcuni dei quali verranno messi in evidenza successivamente), sembra emergere una sostanziale omogeneità nelle caratteristiche generali, nei comportamenti e nelle scelte modali della popolazione mobile nelle aree urbane ed extraurbane estese e complesse. In questo senso, riprendendo quanto già anticipato, in via generale è possibile affermare che la clientela tipo del trasporto ferroviario regionale è costituita, in larga parte, da persone occupate e studenti, di età compresa tra i 20 ed i 65 anni, le cui motivazioni di spostamento non si esauriscono nell’ambito di quelle legate all’accesso ai luoghi di studio e/o di lavoro (anche se la mobilità sistematica, o “pendolare”, rimane prevalente) ed al relativo rientro presso la propria abitazione, che impiegano il mezzo pubblico, e più specificamente la modalità su ferro, in molti casi quale modalità di trasporto inserita in percorsi plurimodali di tipo locale o di media percorrenza, utilizzando diffusamente forme di tariffazione con abbonamento. Differenze sostanziali sussistono in relazione alla lunghezza dei percorsi ed al livello di “intermodalità” del percorso. Infatti, mentre nel “corto raggio” e nel “locale” il peso relativo delle motivazioni di spostamento legate a questioni di ordine personale risulta prevalente, nelle 166 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA percorrenze di media distanza e lunga distanza, la rilevanza delle motivazioni di studio e di lavoro cresce significativamente e nel contempo sembrerebbe ridursi il grado di intermodalità dello spostamento. In linea generale, secondo i diversi criteri di segmentazione della clientela impiegati (seppur con diverse sfumature e risultati) nei diversi documenti analizzati, ed in funzione della sistematicità degli spostamenti, delle distanze percorse e del livello di intermodalità prescelto, è possibile identificare due fondamentali categorie di clientela (sistematici e non sistematici), che a loro volta si articolano in sottogruppi che sembrano avere comportamenti omogenei. Di seguito si riporta una breve descrizione delle caratteristiche fondamentali dei diversi segmenti che dovrebbero comporre il mercato del trasporto ferroviario regionale (Fonte: Staffa R., 2005). – Sistematici per lavoro: sotto il profilo numerico sembra essere, in tutti i casi analizzati, la categoria di clientela più rilevante per il trasporto su ferro; si tratta, in prevalenza, di lavoratori di categorie impiegatizie (del settore privato e pubblico), di età compresa tra i 20 ed i 65 anni (per quanto nelle fasce estreme il ricorso a tale modalità si rileva più basso) che ricorre spesso a scelte plurimodali a causa della distanza dal luogo di lavoro o allo scopo di evitare difficoltà di ingresso e spostamento all’interno dei centri urbani. La domanda, sotto il profilo temporale, in tutte le aree considerate, tende a concentrarsi nell’ora di punta mattutina e, di nuovo nel pomeriggio, con una maggiore fluidità. – Sistematici per studio: numericamente è la categoria più importante subito dopo quella dei lavoratori; si concentra prevalentemente nelle fasce di età comprese tra i 18 ed i 34 anni, sembra ricorrere poco a scelte plurimodali e sembra utilizzare diffusamente (come peraltro il precedente segmento), data la sistematicità degli spostamenti, formule tariffarie in abbonamento. Questo segmento, come il precedente, esprime la sua domanda in orari ben definiti della giornata, in particolare nella mattinata. – Non sistematici per lavoro: si tratta di una categoria residuale del gruppo che utilizza la modalità su ferro per motivazioni di 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 167 lavoro; sono imprenditori, lavoratori autonomi, venditori, artigiani e impiegati che si muovono al di fuori della propria sede stabile di lavoro allo scopo di incontrare clienti, concludere affari, erogare o avere accesso a servizi; effettuano, in genere scelte plurimodali e forme di bigliettazione ordinaria. Dal punto di vista temporale la domanda si distribuisce con le stesse modalità della prima categoria analizzata. – Non sistematici per motivazioni personali e accesso a servizi pubblici e privati: si tratta di una categoria numericamente rilevante le cui caratteristiche socio-demografiche sono alquanto ampie e sfumate (anche se sotto il profilo dell’età dovrebbero rientrare nella fascia 20-65 anni che caratterizza l’uso della modalità su ferro) e possono appartenere ad una delle categorie precedenti. In genere, se esprimono la loro mobilità all’interno delle diverse aree urbane nelle quali risiedono, ricorrono a forme plurimodali, ma soprattutto di tipo pubblico; se si tratta invece di soggetti che si muovono su tratte di media distanza, il ricorso anche al mezzo privato sembra essere più rilevante. Risulta complesso identificare con chiarezza la distribuzione temporale della domanda che, tuttavia, per l’accesso ai servizi e disbrigo di pratiche dovrebbe concentrarsi, in larga parte nel corso della mattina, mentre per le altre motivazioni di spostamento risulta più fluida. – Non sistematici per turismo e tempo libero: anche in questo caso, almeno per quanto riguarda le motivazioni legate al tempo libero, si tratta di una categoria dai contorni difficilmente definibili; le motivazioni di spostamento sono di tipo occasionale e si generano su direttrici non facilmente identificabili. La domanda si esprime soprattutto nel pomeriggio dei giorni feriali e nel corso del fine settimana. Per quanto riguarda i turisti, si tratta di soggetti che non si muovono in gruppi organizzati (se non nell’ambito dei contesti urbani), che utilizzano il trasporto su ferro su ben identificabili direttrici e quale unica possibilità di accesso ai luoghi artistici, storici, culturali e paesaggistici di proprio interesse. La domanda non presenta caratteristiche specifiche di articolazione temporale nell’arco della giornata, ma, almeno nella sua dimensione complessiva, si allinea agli anda- 168 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA menti stagionali dei flussi turistici, laddove esistenti, nei diversi territori considerati. L’adozione di strategie e politiche orientate alla qualità ha assunto un ruolo strategico nell’intera gestione aziendale degli esercenti il trasporto pubblico, orientando sempre di più le aziende al mercato, diventando il fulcro delle scelte aziendali e supportando anche la concreta definizione delle politiche del trasporto pubblico in senso più ampio. Sebbene, in alcuni casi, il livello di qualità dell’offerta risulti fortmente influenzato dal comportamento di altri attori del sistema (è il caso, per esempio, dell’accessibilità, in cui larga parte delle responsabilità, ed i relativi impegni finanziari, come accennato, rimangono in capo a soggetti estranei alle aziende esercenti il servizio di trasporto), la sua verifica continuativa è ormai diventata prassi necessaria e consolidata. 3.3 La percezione della clientela sulla qualità del servizio In questa sezione del documento si riportano i risultati di diverse rilevazioni del livello di soddisfazione della clientela condotte da esercenti su ferro regionali di alcuni Paesi europei (tra i numerosi studi analizzati, riportati in bibliografia, si segnalano: Cercanias Renfe, 2004; Circumvesuviana S.r.l., 2003; DB Regio AG, 2005; NSB Group, 2004; S.E.P.S.A. S.p.a., 2003; South West Trains, 2005; Stagecoach Group, 2002-2005; Transportation Research Board, 1998; Trenitalia S.p.a., 2001). Come anticipato, i criteri e le modalità di rilevazione, nonché i fenomeni rilevati e gli obiettivi adottati in ciascuno dei documenti analizzati presentano un discreto livello di disomogeneità, tuttavia si rilevano in tutti i documenti numerose variabili oggetto di rilevazione comuni e soprattutto emerge una sostanziale omogeneità del comportamento della clientela delle tratte regionali, circostanza che mette in luce la possibilità di considerare le caratteristiche, strutturali e qualitative, del trasporto regionale su ferro, nella maggior parte delle aree considerate, come sostanzialmente similari, evidenziando che le problematiche di carattere gestionale risultano comuni e conseguemntemente, pur con ovvie differenze derivanti dalla peculiarità di ciascun sistema, anche le strategie e le politiche adottate. 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 169 Di seguito si fornirà un quadro di sintesi, prendendo in considerazione i principali fattori rilevati nelle diverse analisi sottoposte a verifica. Tab. 3.1 - Principali variabili di analisi presenti negli studi analizzati • • • • • • • • • • • Affidabilità e sicurezza dei mezzi Comfort del viaggio Costo dei biglietti Disponibilità di posti a sedere Disponibilità di servizi igienici Frequenza ed orari Grado di accessibilità per i soggetti “deboli” Livello di connessioni intermodali e presenza di parcheggi di interscambio Livello e qualità delle comunicazioni e della segnaletica Pulizia dei mezzi e delle stazioni Sicurezza personale a bordo e in stazione In tutte le rilevazioni prese in considerazione il livello di soddisfazione della clientela appare mediamente elevato, con differenze in relazione ai diversi fattori e nei diversi ambiti territoriali considerati. In generale, la valutazione in merito al grado di affidabilità e sicurezza dei mezzi, appare sempre abbastanza elevata; tale valutazione discende evidentemente da una significativa percezione di sicurezza del mezzo su ferro rispetto ad altre modalità di trasporto, influenzata dalla scarsa, e in alcuni casi nulla, incidentalità riscontrata. In alcuni casi, tuttavia, questo elevato livello di soddisfazione risulta ridotto, soprattutto nelle rilevazioni in cui i clienti dichiarano una scarsa soddisfazione in relazione al grado di pulizia dei mezzi e delle stazioni, spesso trasferendo all’affidabilità tecnica dei mezzi fattori derivanti invece dalla ridotta attenzione alla manutenzione corrente dei mezzi, peraltro non di carattere tecnico. In numerosi casi, si rileva una ridotta soddisfazione in relazione proprio al grado di pulizia delle vetture e delle stazioni, anche se va messo in evidenza che in alcune aree, come la Germania o il Belgio, tale valutazione risulta largamente positiva.In realtà lo stato delle vetture e delle stazioni è spesso ricollegabile non solo al livello di attenzione dell’esercente alla pulizia reiterata e continuativa, quanto invece al comportamento della clientela, che in alcuni contesti territoriali appare meno attenta a non incidere negativamente, con il proprio comportamento, sul livello di pulizia di treni ed aree di stazione. 170 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA Le valutazioni in merito al comfort del viaggio appaiono abbastanza diversificate, mettendo in luce un maggiore grado di soddisfazione nelle aree in cui è stato immesso in servizio materiale rotabile più recente (dotato pertanto, ad esempio, di aria condizionata, meno rumoroso e con ulteriori servizi a bordo, come quelli di informazione), mentre risulta più bassa laddove sono in servizio convogli più datati che non offrono i vantaggi prima indicati. Per quanto riguarda il costo del trasporto, si registra un fenomeno interessante: infatti sembra emergere che nelle aree in cui questo appare ben più rilevante rispetto ad altre (è il caso, ad esempio, del Regno Unito e del Belgio se messi a confronto con il nostro Paese) il livello di soddisfazione è mediamente più elevato di quelle in cui si registrano costi di accesso al servizio più ridotti. In realtà tale valutazione è da collegare al fatto che i Paesi del primo tipo sono molto spesso quelli in cui l’uso della modalità su ferro è stata da sempre più diffusa ed in cui le politiche di dissuasione all’impiego dei mezzi privati, unitamente a quelle dirette ad accrescere la consapevolezza della clientela sui vantaggi dell’impiego della modalità pubblica, si sono avviate molto prima ed oggi dispiegano pienamente i propri effetti. In relazione alla disponibilitàdi posti a sedere e di servizi igienici si registra una sostanziale omogeneità nella valutazione della clientela nei diversi Paesi analizzati, influenzata dalla lunghezza delle tratte di percorrenza. Mentre per le tratte di breve distanza, orientate a logiche spinte di alta frequentazione, il grado di soddisfazione in relazione alla disponibilità di posti a sedere appare in genere positivo, la valutazione dei viaggiatori che percorrono tratte via via più lunghe cade fino a diventare fortemente negativa; per quanto concerne la disponibilità dei servizi igienici si registra lo stesso fenomeno, mente non c’è una particolare esigenza per i clienti che usufruiscono di tratte di breve distanza; mano a mano che le tratte diventano più lunghe, per evidenti esigenze di ordine pratico, l’esigenza risulta più sentita e la valutazione in termini di soddisfazione – considerato che molto spesso anche su queste tratte il materiale rotabile è lo stesso di quello impiegato sulle tratte brevi – peggiora. Questo fenomeno mette in evidenza, come facilmente comprensibile, che i criteri di valutazione in relazione alla qualità sono fortemente influenzati dalle caratteristiche di impiego del servizio, ma anche da fattori di carattere demografico (quali l’età) o culturale, che ren- 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 171 dono necessario, nei diversi casi, e se le analisi sono dirette a fornire indirizzi in termini di scelte di marketing, un livello di maggiore approfondimento delle rilevazioni, orientato a logiche più sofisticate di segmentazione della clientela. In media appare elevata la soddisfazione per la frequenza delle corse e gli orari offerti, in tutti i casi considerati, evidenziando una forte attenzione degli esercenti a definire una articolazione dei servizi aderente alle esigenze specifiche di mobilità della clientela, collegata soprattutto a motivazioni di lavoro e di studio. Anche per quanto riguarda la puntualità, la valutazione dei clienti appare mediamente positiva, segno che le corrette attività di programmazione dei flussi di traffico e la disponibilità di un numero adeguato di mezzi e di sistemi di segnalamento e controllo avanzati, mettono in grado gli esercenti di rispettare pienamente gli impegni assunti in fase di definizione degli orari del servizio. In relazione al livello di integrazione modale, si riscontrano alcune differenze di valutazione; tuttavia, in generale, considerato che la maggior parte delle aree analizzate si caratterizzano per la presenza di elevata urbanizzazione e di processi di programmazione territoriale diretti al decongestionamento delle stesse, il livello di offerta di interscambio modale è mediamente elevato e, nella maggior parte dei casi, rispondente alle aspettative della clientela. La valutazione relativa al grado di accessibilità per i soggetti “deboli”, intendendo per tali non solo i “diversamente abili” ma anche categorie quali i bambini e gli anziani, risulta ampiamente positiva in tutti i Paesi in cui la rimozione delle barriere architettoniche, la disponibilità di mezzi diretti a facilitare l’accesso al servizio (scale mobili, servoscale, ascensori) e la disponibilità di banchine e di mezzi in grado di garantire l’incarrozzamento a raso sono largamente diffusi. In questo quadro scontano una valutazione negativa tutte le aree in cui i processi di innovazione del materiale rotabile e delle infrastrutture sono ancora in fase di avvio o di completamento (è il caso dell’Italia), facendo registare un grado di soddisfazione mediamente basso e, in tauni casi, fortemente negativo. Infine, per quanto riguarda il livello di sicurezza personale e patrimoniale in stazione e a bordo, in utti i casi analizzati si registrano sostanziali differenze in relazione alla lunghezza delle tratte, nonché al livello di pericolosità complessiva delle aree territoriali considerate. In 172 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA linea di massima la valutazione appare negativa nelle aree metropolitane più complesse e caratterizzate dalla presenza di microcriminalità, nonché sulle tratte di media percorrenza. Maggiore appare, invece, il livello di soddisfazione in territori meno “pericolosi” e soprattutto nell’ambito delle tratte urbane vere e proprie, nelle quali il livello di presenza delle forze dell’ordine, ma anche il maggiore affolamento in quasi tutti gli orari rendono più ridotto il verificarsi di episodi di microcriminalità. Infine, in relazione ai livelli di informazione e comunicazione, appare mediamente più elevata la soddisfazione dei clienti dei sistemi più innovativi e dotati di tecnologie complesse di comunicazione a bordo ed in stazione, in alcuni casi integrati con soluzioni avanzate, quali la telefonia cellulare e l’impiego della rete internet. 3.4 Il materiale rotabile: fabbisogni della clientela Molti dei fattori per i quali si registra un grado di soddisfazione non particolarmente elevato sono relativi alle caratteristiche del materiale rotabile (almeno nelle sue componenti più visibili ai viaggiatori), alla gestione complessiva del sistema ed alle sue infrastrutture di accesso. Tralasciando gli ambiti di carattere infrastrutturale e gestionale, l’obiettivo di questa analisi è quello di mettere in evidenza l’esistenza di bisogni, espressi o latenti, della clientela, che emergono quando è a bordo del materiale rotabile ed è su queste esigenze emergenti che si vuole concentrare l’attenzione dopo aver messo brevemente in evidenza alcuni fenomeni di possibile sviluppo che potranno incidere, in tutti i Paesi considerati, alla luce della più volte richiamata omogeneità delle caratteristiche degli ambiti territoriali e del sistema domanda/offerta. Il trasporto regionale in Europa è presumibile che nei prossimi anni verrà influenzato da alcune dinamiche di cambiamento già in atto, in relazione a fattori demografici, sociali, tecnologici e di approccio alla mobilità.Tra i numerosi fenomeni che è possibile prendere in considerazione quelli che maggiormente potranno influenzare l’ambito analizzato sono: – crescita complessiva della domanda, collegata anche ad un significativo aumento degli spostamenti; – modifiche dell’attuale ripartizione delle motivazioni di spostamento; 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 173 – modifiche nelle direttrici di traffico per effetto di nuove politiche di redistribuzione territoriale delle funzioni; – maggiore impiego del mezzo pubblico, in virtù di una crescita, quantitativa e qualitativa, dell’offerta; – maggiore ricorso a scelte plurimodali, grazie alla maggiore diffusione territoriale dei punti di accesso al trasporto pubblico su ferro; – crescita numerica determinata dall’attrazione di alcuni punti nodali del sistema che acquisiscono nuove e più complesse funzioni (servizi commerciali e pubblici, svago, ecc.); – sviluppo determinato dalla maggiore consapevolezza ambientale. I processi evolutivi in atto e la modifca del profilo di comportamento dei viaggiatori fanno emergenere dunque una serie di fabbisogni (espressi o latenti) della clientela del trasporto regionale su ferro. Si tratta in molti casi di valutazioni di carattere assolutamente generale in relazione al servizio, la cui portata innovativa è ridotta e quindi non è in grado di fornire significativi spunti di evoluzione nel livello e nelle caratteristiche dei servizi. Tuttavia, data l’ormai riconosciuta centralità del cliente nelle attività di indirizzo strategico ed operativo nell’erogazione dei servizi di trasporto, anche le indicazioni che potrebbero definirsi “banali”, scaturendo dalle valutazioni della clientela, rappresentano un patrimonio informativo importante. La ridotta portata innovativa delle esigenze della clientela è, in larga parte, attribuibile alla scarsa conoscenza delle effettive caratteristiche tecniche e tecnologiche del servizio di trasporto su ferro e delle potenzialità di innovazione legate alla migliore utilizzazione delle tecnologie esistenti o all’introduzione di nuovi servizi aggiuntivi, attraverso l’impiego di tecnologie comunque disponibili e consolidate. Nella parte finale di questa sezione dedicata all’analisi della clientela si considera opportuno non limitarsi alla verifica delle esigenze della clientela con caratteristiche assolutamente innovative, ma invece prendere in considerazione tutte quelle emerse o, comunque, individuabili, anche attraverso la disamina dei risultati delle analisi di customer satisfaction, allo scopo di fornire un quadro abbastanza completo ed esaustivo. Alcune delle esigenze emerse in molti casi hanno già avuto concrete risposte attraverso applicazioni e sperimentazioni da parte dei co- 174 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA struttori e degli esercenti. In questa sezione queste esperienze non verranno (se non in qualche caso) richiamate, dato che l’obiettivo di questa breve analisi è solo quello di fornire un quadro descrittivo di massima dei fabbisogni della clientela, fornendo una visione complessiva che ha finalità di indirizzo di carattere generale. Analizzando nel loro complesso le richieste della clientela, è possibile effettuare una loro ripartizione in tre grandi categorie, all’interno di ciascuna delle quali è possibile racchiudere ed individuare diverse tipologie di valutazioni e di fabbisogni di carattere “trasversale”: livello e caratteristiche generali del servizio; caratteristiche dei luoghi di accesso al servizio; caratteristiche del materiale rotabile. Per quanto riguarda il livello e le caratteristiche generali del servizio, le variabili che emergono sono relative a: frequenza del servizio, comodità degli orari, puntualità, costo del servizio, disponibilità di parcheggi e maggiore connessione intermodale, attenzione all’ambiente. Le esigenze emerse in relazione alle caratteristiche dei luoghi di accesso al servizio sono di vario ordine e comprendono sia valutazioni ed esigenze di tipo generico (seppure importanti ai fini della qualità del servizio), sia valutazioni di portata più significativa. Uno dei principali motivi di insoddisfazione, in numerosi casi analizzati, è relativo alla pulizia delle stazioni, ma tralasciando questa problematica (la cui portata, in un’ottica di innovazione del servizio è di ridotta rilevanza), risulta di maggiore interesse concentrarsi su altre, e più significative, esigenze. Si rileva una forte richiesta di un numero adeguato di servizi igienici, soprattutto in stazione. Questa esigenza, se connessa all’obiettivo di accrescere il livello di servizio delle stazioni o, addirittura, di aggiungere un numero crescente di funzioni all’interno delle stesse, risulta di essenziale importanza. La crescita dei livelli di base del servizio nelle stazioni si esprime in diversi ambiti, alcuni dei quali di facile soluzione (quali la maggiore disponibilità di panchine per l’attesa o di telefoni pubblici), altri più complessi e che vedono la necessità di immaginare soluzioni di “sistema”. Una importante esigenza emersa è relativa ai livelli di sicurezza personale e patrimoniale (problematica che riguarda sia le stazioni che i treni). Sono ormai numerose, in diversi Paesi europei, le esperienze di incremento del livello di sicurezza dei viaggiatori attraverso l’adozione di modalità che prevedono sia un maggiore coordinamento con le forze 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 175 dell’ordine, sia l’introduzione di idonee tecnologie di allarme e sorveglianza. Una ulteriore esigenza di grande rilevanza è quella del livello di accessibilità, sia delle stazioni che dei treni, in particolare per le fasce di clientela debole. Più in generale, il fabbisogno di accesso alle informazioni è molto sentito dalla clientela e a bordo potrebbe realizzarsi, come già fatto da numerosi esercenti, attraverso modalità che utilizzano le nuove tecnologie (totem multimediali, siti internet, sms che avvisano su problemi di esercizio, ecc.), contenenti non solo notizie in relazione al servizio in sé, ma in grado di fornire indicazioni più specifiche rispetto a singole esigenze (ad esempio la definizione del percorso ottimale tra origine e destinazione del cliente, oppure l’individuazione delle linee da utilizzare per raggiungere determinati siti di interesse storico, artistico e culturale, o luoghi di servizio) o consentire l’acquisto degli abbonamenti e dei titoli di viaggio (o la loro ricarica). Per quanto riguarda, in particolare, le esigenze espresse dalla clientela in relazione alle caratteristiche del materiale rotabile, queste sono ovviamente influenzate dalla ridotta conoscenza delle reali esigenze di servizio, delle tecnologie dei mezzi ed anche delle possibilità di integrazione di diverse tecnologie a bordo. In via generale, rianalizzando le considerazioni espresse dai viaggiatori, è possibile identificare alcune esigenze chiave, legate alla sicurezza (fisica e patrimoniale), al comfort del viaggio, all’accessibilità, all’utilizzazione del tempo, alla disponibilità di informazioni e di accesso alla comunicazione. Per quanto riguarda la sicurezza, è possibile operare una distinzione tra la sicurezza del trasporto e quella personale e patrimoniale. Nel primo caso ci si riferisce a problematiche di sicurezza connesse alle caratteristiche dei rotabili e della rete. La progettazione e la realizzazione di mezzi con maggiore resistenza all’urto ed un layout e materiali interni ed esterni (es. ignifughi) diretti a ridurre i rischi in caso di impatto sono un primo punto importante per garantire sicurezza ai viaggiatori. Allo stesso modo, l’eliminazione (laddove esistenti) di punti critici dei tracciati, la realizzazione di idonei impianti di segnalamento e controllo (con adeguati sistemi di interfacciamento a bordo), l’impiego di tecnologie di radiolocalizzazione tramite gps, nonché l’installazione di sistemi avanzati di sicurezza attiva (frenatura, contatto 176 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA radio permanente, ecc.) e passiva (attraverso sistemi elettrici ed elettronici che garantiscano una totale compatibilità elettromagnetica a bordo), sono altre tipologie di interventi che accrescono significativamente il livello di sicurezza. Anche la corretta comunicazione del comportamento da assumere in caso di pericolo (ad esempio attraverso l’affissione di cartelli che informano i passeggeri in merito alle operazioni da eseguire in caso di evacuazione urgente della vettura), costituisce un importante fattore di sicurezza e di “rassicurazione” della clientela. La sicurezza personale e patrimoniale rappresenta, come accennato, una importante esigenza espressa dalla clientela. Anche in questo caso, sono in atto alcuni interventi da parte degli esercenti regionali (es. sistemi di videosorveglianza) che, tuttavia, non assurgono sempre ad interventi di sistema e pertanto, pur avendo una valenza significativa sulle singole tratte di impiego, non sono in grado di fornire al cliente una copertura totale sulla rete. L’installazione su tutti i mezzi di sistemi di videosorveglianza, di “allertamento” delle forze dell’ordine in caso di pericolo, di comunicazione con il personale di bordo e tra questo e le sale operative di controllo, costituiscono una significativa modalità di innalzamento complessivo del livello di sicurezza, con una funzione di forte deterrenza al compimento di eventuali atti criminosi a bordo, rendendo più sicuro il cliente ed accrescendo la sua propensione all’uso della modalità su ferro. Ulteriori interventi strutturali per garantire una maggiore sicurezza a bordo sono anche relativi alla disponibilità di convogli con carrozze intercomunicanti, allo scopo di evitare rischi di “isolamento” all’interno di una specifica carrozza e garantendo, al tempo stesso, anche una maggiore “mobilità” all’interno dei convogli. Il comfort del viaggio, rispetto al quale, comunque, le valutazioni della clientela non sono negative, è un altro fattore in grado di incrementare il livello di appeal dell’offerta modale su ferro. In primissima battuta, come evidenziato dalle lamentele dei viaggiatori, la disponibilità su tutti i mezzi di sistemi di condizionamento efficienti potrebbe essere realizzata con relativa facilità. Ovviamente, il comfort del viaggio non si limita alla climatizzazione dei convogli, ma si esprime anche attraverso la realizzazione di spazi e sedute più adeguati, di materiale rotabile idoneo alle specifiche esigenze del servizio che espleta, all’adozione di sospensioni idropneumatiche o sistemi ad assetto variabile, oppure, ancora, alla riduzione della rumorosità e all’isolamento termico; tutte caratteristiche 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 177 tecniche dei mezzi, la cui progettazione ed implementazione (fermi restando i relativi costi ad esse connessi) sono certamente realizzabili, andando ulteriormente incontro alle esigenze del cliente. Ulteriori fattori di comfort del viaggio sono certamente rappresentati dalla disponibilità di servizi igienici a bordo (possibilmente disabled-friendly) o, anche da servizi di catering, almeno per le tratte di media e lunga percorrenza. Infine, la disponibilità di idonei spazi per servizi aggiuntivi (bagagli, bici, self-service, ecc.) accrescerebbe la comodità del viaggio. Anche per il materiale rotabile una esigenza sentita è quella dell’accessibilità, sia in senso generale che, in particolare, per le categorie più deboli. La disponibilità di convogli con layout o sistemi che consentano l’incarrozzamento a raso e che facilitino e riducano i tempi delle operazioni di accesso e di deflusso è un obiettivo percorribile e realizzabile. Oltre a ciò la maggiore disponibilità di punti di aggancio delle carrozzine risponderebbe ulteriormente a questa esigenza. Le medesime soluzioni adottate in stazione per le problematiche di accesso e fruizione del servizio per tutte le categorie di soggetti che presentano disabilità visive è certamente un’altra soluzione percorribile. Inoltre, l’adozione di sistemi di comunicazione sonora anche a bordo (possibilmente multilingue) sarebbe in grado, come prima già evidenziato, di rispondere contemporaneamente ad una generale esigenza di comunicazione attiva, alle esigenze dei disabili visivi ed alle necessità informative della clientela straniera. L’utilizzazione del tempo di trasporto, soprattutto sulle tratte di media e lunga percorrenza, costituisce un ulteriore fabbisogno da prendere in considerazione per la costruzione di una offerta innovativa. Alcuni studi condotti in diversi Paesi europei sugli spostamenti per motivi di lavoro e studio in quella regione, mettono in evidenza che è molto elevata la percentuale di clienti che lamenta l’impossibilità di condurre altre attività nel tempo di viaggio che, a tutti gli effetti, veniva considerato come “perso”. È immediatamente percepibile che il miglioramento del comfort complessivo di marcia (se ci riferiamo alle tratte di media e lunga percorrenza) consente lo svolgimento di attività di conversazione o piuttosto di studio e lavoro. Se a ciò si aggiunge la possibilità di fornire le 178 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA carrozze di una serie di servizi aggiuntivi, la possibilità di impiegare utilmente il tempo di viaggio aumenta considerevol-mente. La disponibilità di prese elettriche per i personal computer o altri apparecchi, oppure di prese per il collegamento alla rete internet è ormai una esperienza diffusa nei sistemi di trasporto su ferro più innovativi. In un’epoca in cui la diffusione delle applicazioni informatiche e delle telecomunicazioni ha ormai una valenza pervasiva, ed in progressiva accelerazione, la possibilità di offrire questi servizi aggiuntivi potrebbe rappresentare un importante fattore di scelta modale. Si pensi, ad esempio, alle numerose persone che potrebbero, costrette a permanere in treno per periodi più o meno lunghi, controllare la propria posta elettronica, accedere e lavorare ai propri file, “anticipare” lavoro da fare in ufficio o, più semplicemente, utilizzare la connessione internet per accedere ad altre tipologie di servizi di informazione o commerciali. La connessione alla rete internet potrebbe realizzarsi anche con le innovative tecnologie wireless che ne garantirebbero la disponibilità non solo a bordo, ma anche in stazione (come già oggi avviene, ad esempio, in alcuni aeroporti nazionali). Si tratta di una tecnologia dai costi non particolarmente elevati, da poter offrire alla clientela anche con formule che prevedano, ad esempio, contestualmente all’acquisto dell’abbonamento, la concessione in comodato o in noleggio delle schede necessarie all’accesso. La disponibilità della connessione a bordo, già da parte di alcuni operatori, viene garantita sia attraverso sistemi wireless (laddove non vi siano tratte in galleria), sia attraverso idonee tecnologie GSM o UMTS. Le esigenze di comunicazione e di accesso all’informazione sono fortemente sentite e l’accessibilità alla rete cellulare rappresenta una esigenza spesso espressa, unitamente ad un più generale bisogno di informazione che potrebbe essere garantito attraverso sistemi audio e video (a bordo e in stazione) attraverso i quali fornire, in via continuativa, informazioni di carattere generale (es. news) e specifiche (relative al servizio e non). Le soluzioni da impiegare per rispondere a tali esigenze, come sono in realtà, in molti casi, già adottate e sono comunque disponibili ed implementabili e pertanto mettono a disposizione di tutti gli esercenti i servizi di trasporto la possibilità di realizzare livelli di servizio realmente aderenti con le aspettative della clientela atti non solo a fa- 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 179 vorire la soddisfazione di quella già esistente, ma a spinegere verso l’adozione di scelte di ripartizione modale sempre meno orientate all’impiego del mezzo privato. 3.5 Le esigenze della clientela e le ricadute sul sistema dell’offerta del trasporto ferroviario regionale In questo paragrafo si tracceranno alcune linee interpretative utili ad inquadrare il tema dei processi innovativi dell’offerta nel settore del materiale rotabile regionale. Si cercherà di rispondere alle domande: cosa si intende per offerta? Cosa si intende per innovazione del materiale rotabile? Tali processi, infatti, attraversano percorsi alquanto complessi, nei quali ritroviamo, con vario peso e coinvolgimento, molti diversi soggetti (stake-holders), che concorrono a determinare l’ “offerta” del settore. Inoltre gli interventi innovativi sul materiale rotabile hanno riflessi di vario tipo sul sistema del trasporto e la loro portata va compresa, al di là degli aspetti puramente tecnici, in ragione proprio delle implicazioni che esse hanno sul funzionamento del sistema e sulla soddisfazione della domanda. A tale scopo è utile partire da una schematizzazione che distingue due aspetti, quello dell’offerta e quello degli elementi che compongono il servizio di trasporto: – il primo evidenzia i diversi “soggetti” (stakeholders) del sistema ferroviario regionale e aiuta ad individuare quelli che concorrono a determinare l’offerta; – l’altra componente, invece, guarda alla composizione del servizio di trasporto ferroviario, ed aiuta a comprendere in particolare come il materiale rotabile sia di fatto solo una delle molteplici componenti di tali sistemi di servizio. Come si vede dalla tabella successiva, il quadro di sintesi è di per sé abbastanza complesso. Ciò significa che, quando si parla di offerta del servizio, si intende certamente in primo luogo il soggetto esercente, ma non va trascurato il ruolo che può avere un’authority locale, o quello svolto dall’industria produttrice di materiale rotabile, o dalle società di manutenzione. È facile constatare che, in diverso grado e all’interno di ruoli de- 180 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA terminati, questi soggetti possono condizio-nare e concorrere alle innovazioni che l’utente finale percepisce quando sale a bordo di un treno regionale. Le innovazioni possono riguardare non soltanto il veicolo in senso stretto, ma uno spettro molto ampio di componenti “tecnologiche” ed organizzative che insieme partecipano al processo di erogazione: veicoli, stazioni, sistemi di segnalamento, parcheggi, fino a comprendere i sistemi tariffari ed i programmi di esercizio. Tutti questi componenti possono costituire innovazioni all’interno del sistema e partecipare così all’evoluzione ed al miglioramento dell’erogazione del servizio. Tab. 3.2 - Il sistema dell’offerta nel trasporto ferroviario regionale STAKESTAKE-HOLDERS (Soggetti) COMPONENTI DEL SERVIZIO (Elementi tecnologici dell’offerta) Gestori del servizio Infrastrutture • Authority regionale tecnica (società o enti di gestione e controllo) • Authority regionale politica (dipartimenti o assessorati regionali) • Società esercenti il servizio • Società proprietarie delle infrastrutture • Società di commercializzazione del servizio (consorzi pubblici o misti locali, altre forme di strutture di commercializzazione) • • • • • • Fornitori di materiali e servizi • Società di leasing del materiale rotabile • Società di manutenzione delle infrastrutture • Società di manutenzione dei rotabili • Società fornitrici di altri servizi (pulizie, sicurezza, bigliettazione, ecc.) • Industria ferrotranviaria (produzione e vendita di materiale rotabile e di sistemi di alimentazione e controllo): produttori e sub-fornitori • Industria edile e impiantistica (specializzata nella realizzazione di infrastrutture di linea e di stazione) Altri • Organi di governo locale e nazionale, Sistema normativo e regolamentare, Sistema normativo europeo, Finanziatori pubblici e privati, Organismi rappresentativi dei consumatori, dei lavoratori, degli operatori del settore, ecc. Binari e impianti relativi Opere civili di linea Opere civili di stazione Sistemi di alimentazione elettrica Sistemi di segnalamento e controllo Sistemi informativi amministrativocommerciali Materiale rotabile • Motrici - Locomotori (caratteristiche estetiche, fisiche e prestazionali) • Carrozze (caratteristiche estetiche, fisiche e prestazionali) • Materiale rotabile di servizio e manutenzione Personale • • • • di Bordo di Stazione Amministrativo Altro 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 181 Per poter comprendere il reale significato delle innovazioni di cui ciascuna componente può essere portatrice, è però necessario fare una considerazione importante: le componenti tecnico-organizzative non sono che degli strumenti o dei “mezzi” per il raggiungimento di un fine sovrastante, che è definibile come insieme dei “benefici” percepiti dalla clientela, e che ne condizionano il livello di soddisfazione. I benefici percepiti non sono altro che la traduzione in termini “immateriali” (ovvero di servizio erogato) delle componenti tecnologiche utilizzati e di come esse sono utilizzate all’interno della rete ferroviaria: ad esempio la faciltà di “incarrozzamento” dei viaggiatori è data dalla combinazione di diverse componenti: l’altezza del marciapiedi delle stazioni, l’altezza del corridoio delle carrozze, il numero e la pendenza dei gradini delle carrozze, l’ampiezza e la velocità dell’apertura delle porte, la comodità e l’ergonomia dei sostegni, il tipo di sistema di apertura delle porte (automatica, semi automatica, ecc.). O ancora la “durata del viaggio” è ottenuta dalla combinazione di diversi “mezzi” tecnologici ed organizzativi quali: potenza dei motori, velocità massima, accelerazione, sistemi di controllo in tempo reale, sistema di attribuzione di priorità sulla linea, esistenza di doppio binario, e così via). Come si vede, a fronte di ciascun “beneficio” si devono considerare molte componenti tecnologiche ed organizzative diverse. 182 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA Nell’esempio della figura successiva vengono in particolare evidenziate le relazioni tra componenti del materiale rotabile (di trazione e trainato), elencati nella colonna di sinistra all’interno del riquadro, con i benefici percepiti dall’utilizzatore (colonna destra). COMPONENTI DEL SERVIZIO BENEFICI PERCEPITI (Elementi tecnologici dell’offerta) (in grassetto i benefici connessi al materiale rotabile) INFRASTRUTTURE FUNZIONALITA’ DEL VIAGGIO - Linee ferrate Raggiungibilità stazioni - Opere civili di linea Comodità di cadenzamento partenze - Opere civili di stazione Faciltà di incarrozzamento e discesa - Sistemi di alimentazione elettrica Durata del viaggio - Sistemi di segnalamento e controllo Puntualità dei treni - Sistemi informativi amministrativo-commerciali Possibilità di modificare il programma di viaggio (integrazione) Possibilità MATERIALE ROTABILE - di passare rapidamente da stazione a parcheggio bus Motrici – Locomotori (caratteristiche estetiche, fisiche e prestazionali) SICUREZZA Es.: Velocità massima Del viaggio: Accelerazione da fermo Limitare i danni fisici in caso di scontro Tempi di frenatura Limitare i danni fisici in caso di frenata brusca Rumorosità motori Rumorosità veicolo Personale Essere protetti nelle stazioni - Carrozze Essere protetti nei parcheggi (caratteristiche estetiche, fisiche e prestazionali) Essere protetti a bordo Es.: Poter comunicare in caso di emergenza nelle stazioni Spaziosità del veicolo (es. piano singolo, doppio piano…) Poter comunicare in caso di emergenza a bordo Capacità del veicolo Numero posti a sedere COMFORT Altezza del corridoio Rumorosità Illuminazione Possibilità di sedere durante il viaggio Design e materiali posti a sedere Possibilità di utilizzare telefoni cellulari a bordo Servi igienici a bordo Possibilità di alimentare un computer a bordo Rumorosità carrello (db) Possibilità di utilizzare internet con wi-fi in stazione Isolamento acustico Temperatura gradevole a bordo Climatizzazione Comfort durante le attese in stazione Collegamenti internet a bordo Livello di illuminazione adeguato a bordo Rete mobile per cellulari a bordo Componenti carrozzeria INFORMAZIONI Allestimento interno Essere informati a bordo sulla sequenza delle fermate Sistemi di informazione ottica (statica) Essere informati in stazione sulla sequenza delle fermate Sistemi di informazione ottica (video) Essere informati circa imprevisti durante il viaggio Sistemi di informazione audio pre-registrata Essere informati sui treni in partenza in stazione Sistemi di informazione audio atttiva Essere informati a bordo sulle prossime coincidenze Ecc. Ricevere via internet informazioni sulla regolarità del servizio 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 183 - Materiale rotabile di servizio e manutenzione COSTI Percezione di convenienza complessiva PERSONALE di Bordo di Stazione (tecnico e commerciale) Amministrativo Altro Vantaggi derivanti dall’abbonamento Possibilità di combinare tariffe ferroviarie con altri mezzi Vantaggi sul costo del parcheggio ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO Sistema tariffario (es. tariffa unica integrata) Articolazione delle linee Numero di fermate Orari Frequenze Coincidenze con altre linee della rete Integrazione servizio) Organizzazione della manutenzione ordinaria delle carrozze Organizzazione della manutenzione straordinaria delle carrozze Organizzazione delle operazioni di pulizia Fonte: de Vita, 2005. Solo alcuni di questi benefici (in grassetto) dipendono da fattori di pertinenza del materiale rotabile (es. “possibilità di sedere durante il viaggio” è connessa al numero di posti a sedere presenti nelle carrozze; “temperatura gradevole a bordo” dipende dalla presenza nelle vetture di sistemi di climatizzazione, ecc.). Molti altri benefici sono collegati ad altri componenti tecnologico-organizzativi dell’offerta, estranei alle caratteristiche dei veicoli (es. “essere protetti nei parcheggi” dipende dalla presenza di sistemi di video-sorveglianza o di personale dedicato nelle aree di sosta delle auto). In alcuni casi il beneficio per l’utente dipende da un mix di fattori tecnologici relativi sia al materiale rotabile sia ad altre componenti: è il caso della “possibilità di essere informati a bordo circa disfunzioni o imprevisti del servizio”, resa possibile dall’interazione di sistemi avanzati di comunicazione terra-treno, la cui realizzazione coinvolge sia i rotabili sia gli impianti fissi. Altri componenti tecnologico-organizzativi riguardanti il materiale rotabile (mezzi) hanno importanti riflessi sulle caratteristiche del servizio erogato (fini o benefici): ad esempio l’organizzazione della manutenzione ordinaria delle carrozze ha evidenti effetti sui tempi di rientro delle vetture sottoposte periodicamente a manutenzione e, in ultima analisi, sulla regolarità e puntualità del servizio. In tal caso, si può addirittura osservare che tale aspetto dipende, a monte, anche da determinate condizioni contrattuali di acquisto o di leasing del materiale rotabile (delega della manutenzione al fornitore, periodi di garanzia, ecc.). 184 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA Ciò, in senso generale, significa che quando si definiscono in sede di gara i punti di un capitolato di appalto per l’acquisto di materiale rotabile, l’azienda acquirente dovrà tenere conto delle importanti relazioni intercorrenti tra performance attese (benefici) ed elementi tecnologici del materiale acquistato (insieme di mezzi impiegati). Determinate caratteristiche di quest’ultimo, infatti, possono interferire con i risultati finali dell’erogazione del servizio ed essere più o meno in linea con gli obiettivi di qualità che l’azienda esercente persegue. Va inoltre osservato che, così come si fa riferimento alle attese dell’utente finale, è determinante tenere presenti i benefici, considerati i dal punto di vista dell’azienda esercente. Si tratta in questo caso di prestazioni per così dire “interne”, di carattere economico-tecnico, non sempre visibili e percepibili dalla clientela finale, ma essenziali sul piano gestionale: riduzione dei costi di investimento e dei costi di gestione, soluzione di problemi organizzativi di movimentazione delle carrozze all’interno di differenti segmenti delle reti, miglioramento della qualità del lavoro del personale di movimento e di stazione, e così via. Molto spesso tali elementi costituiscono dei “vincoli” alla libertà di acquisto di determinate tipologie di materiale rotabile posti dell’esercente: per questa ragione l’industria produttrice pone costantemente attenzione, insieme alle performance tecniche del proprio materiale, anche i conseguenti vantaggi legati all’organizzazione ed all’economia di gestione dello stesso dal punto di vista dell’esercente-utilizzatore In conclusione, il “prodotto” materiale rotabile è per il sistema dell’offerta (esercenti) uno dei mezzi impiegati per la erogazione del servizio di trasporto (che è il reale “prodotto” dell’esercente) ed i suoi contenuti e requisiti andrebbero definiti dall’insieme di benefici che essi sono in grado di apportare al sistema dell’offerta: benefici valutabili sia in termini di prestazioni visibili dall’utente finale, sia di performance non visibili se non dall’operatore che lo utilizza per produrre il servizio. Tale prospettiva andrebbe utilmente impiegata così dagli esercenti come dall’industria fornitrice, che avrebbero nel sistema dei “benefici” un punto comune di valutazione, di confronto e di dialogo anche in vista dei processi di innovazione e miglioramento dei prodotti ferrotranviari. Tenendo presente il quadro concettuale complessivo sopra deli- 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 185 neato (stakeholders, componenti del servizio e benefici), si comprende agevolmente come l’innovazione nel materiale rotabile regionale non sia che un aspetto (seppure rilevante) di uno spettro molto più ampio di variabili, che comprendono anche altri elementi dell’offerta del servizio (es. stazioni, sistemi di controllo, sistemi tariffari, ecc.). Innovare per intercettare i cambiamenti della domanda in maniera efficace, e soprattutto in relazione alla concorrenza svolta dalle altre modalità di trasporto, significa per l’azienda (e in senso più ampio) per il sistema che gestisce il trasporto ferroviario locale, disegnare il quadro complessivo del suo essere sul mercato, e specificare le caratteristiche del mix di offerta rispondente in maniera adeguata ed economicamente efficiente a tale quadro. Sfida questa difficile anche perché la frequenza con cui questi processi di adeguamento sono posti in atto è notevolmente bassa, anche in rapporto alla loro elevata portata economica, alla lunga durata degli investimenti sopportati, ed alla difficoltà di porre rimedio a scelte eventualmente sbagliate. Le innovazioni (tecnologiche e gestionali) introdotte nei sistemi di trasporto ferroviario in generale tendono a riflettersi in maniera piuttosto omogenea nei diversi segmenti dei sistemi stessi; sono tuttavia i segmenti della lunga distanza e quello urbano-metropolitano ad anticipare tipicamente molte innovazioni, successivamente trasferite o adattate nei segmenti a scala locale-regionale. Ciò è spiegato sia dalla maggiore pressione esercitata su questi due sistemi dalla domanda finale, che costituisce dovunque una quota nettamente prevalente sul traffico complessivo, sia dalla maggiore rilevanza assunta dagli esercenti, che sia nel caso del trasporto a lunga distanza sia in quello del traffico metropolitano, presentano dimensioni e consistenze finanziarie di notevole rilievo (ad esempio nel caso di 186 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA realizzazione di impianti metropolitani ex novo), sia infine dall’orientamento della stessa industria ferrotranviaria, storicamente legata ai grandi esercenti nazionali, dai quali in passato provenivano chiare direttive e indicazioni circa il profilo innovativo del materiale rotabile. Orientamento questo che ancora oggi, nonostante i diffusi processi di liberalizzazione, appare in parte ancora presente in molte realtà. Tuttavia il trasporto regionale oggi comincia ad assumere un ruolo più significativo in termini di driver di cambiamento, e ciò è rilevabile sia nei profili tecnologici dei sistemi (materiale rotabile e infrastrutture di linea e di stazione), sia in quelli a carattere gestionale e organizzativo. Dal punto di vista più circoscritto al materiale rotabile, le reti ferroviarie regionali stanno gradatamente assumendo un ruolo più visibile nei processi di cambiamento e innovazione, inducendo nell’industria una sensibilità maggiore a tale tipologia di mercato, e spingendola ad investire risorse in programmi innovativi che riguardano le dimensioni e le capacità di trasporto (treni ad alta frequentazione, doppio piano), la possibilità di interoperabilità tra reti locali ed interscambio di convogli (in chiave di integrazione e flessibilità); a ciò si aggiungono innovazioni “importate” dai segmenti nazionali e metropolitani, che contribuiscono ad innalzare notevolmente il livello qualitativo e le prestazioni del rotabile impegnato sulle linee regionali, tanto da renderlo spesso confrontabile con quello dei più evoluti sistemi “maggiori” (nazionale e metropolitano). In questo modo le ferrovie regionali stanno perdendo il ruolo tradizionale di “comprimarie” nello scenario allargato del mercato ferrotranviario, ruolo, che, soprattutto negli ultimi trent’anni, in Europa è stato indotto principalmente dal fatto che la rete regionale non ha subito significativi ampliamenti, anzi in molti casi ha mostrato evidenti contrazioni e razionalizzazioni (a differenza sia delle reti metropolitane, in continua crescita ed ampliamento sia di quelle nazionali con l’introduzione dell’alta velocità). Ciò evidentemente si è accompagnato a politiche di gestione del parco rotabile piuttosto prudenti, caratterizzate dalla quasi totale assenza di fabbisogni aggiuntivi di nuovo materiale da destinare a nuove linee, e limitate al solo campo del rimpiazzo dei veicoli obsoleti, spesso sostituito peraltro da diffuse e più economiche pratiche di revamping e refurbishment del parco esistente. Rimandando alle fasi successive della ricerca la trattazione ap- 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 187 profondita delle dinamiche dell’innovazione sia da parte del mondo degli esercenti sia dell’industria ferrotranviaria, in questa parte della ricerca si è cercato di evidenziare in maniera esemplificativa gli aspetti salienti connessi all’innovazione di prodotto (rotabili) nel segmento regionale che il sistema dell’offerta dei servizi (esercenti) esprime in maniera abbastanza diffusa (Malavasi, 2005). La disamina delle diverse fonti che concorrono a delineare gli orientamenti e le indicazioni innovative più rilevanti e diffuse (clientela, esercenti, fornitori industriali, ecc.), consente di fornire un quadro di sintesi abbastanza chiaro degli aspetti di fondo ritenuti più critici. Le caratteristiche ed i requisiti che discendono da tale disamina sono collocabili in uno spettro estremamente ampio per natura e tipologia, motivazioni, implicazioni tecnico-gestionali ed economiche, tali da non consentirne una valutazione omogenea e indipendente da contesti specifici e vincoli di sistema. In particolare, la loro significatività può avere riscontri e portate differenti nel quadro del sistema di trasporto regionale in Europa, che, come si è visto, è costituito da componenti di rete disomogenee sotto il profilo dei caratteri delle infrastrutture, delle tipologie di servizio esercite, dei vincoli operativi e gestionali. È possibile tuttavia fornire un quadro di massima delle principali spinte, esigenze e sollecitazioni che danno origine alle caratteristiche e requisiti innovativi suggeriti per il futuro. Benefici attesi dalle innovazioni principali del materiale rotabile Stakeholders Sollecitazione verso crescente concorrenza tra imprese istituzionali fornitrici (Unione Europea, Riduzione costi e miglioramento qualità Autorità Garante Certificazione dei prodotti e delle attività di manutenConcorrenza zione e Mercato) Imposizione di sistemi di Sistemi di Qualità ai fornitori potenziali in sede di prequalificazione negli appalti Categorie deboli Miglioramento accessibilità e fruibilità dei rotabili Spazi interni Ausili tattili e visivi per l’orientamento Dispositivi DFTS per non udenti Pilotaggio a raggi infrarossi Porte d’accesso ai rotabili dedicate con pedane mobili Stake-holders 188 Esercenti 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA Benefici interni (economico-gestionali): Abitabilità, ergonomia e comfort cabina guida Condizioni di sicurezza di condotta Modularità Ridondanza nei sistemi di sicurezza a bordo Utilizzo materiali ignifughi Radiolocalizzazione tramite gps e altre tecnologie Videosorveglianza Pianale ribassato, incarrozzamento a filo marciapiede (velocizzazione nell’accessibilità) Velocità commerciale media più elevata Sicurezza attiva (sistemi di frenatura, contatto radio permanente e localizzazione, struttura del veicolo (frame rigidità, meccanismi anti-impatto, crumple zones) Sicurezza passiva (sistemi elettrici che non interferiscono con i sistemi di controllo, segnalamento, comunicazione e protezione del treno; potenza dei sistemi di frenatura compatibili con il tracciato (ponti, tunnel, sistemi di segnalamento); comunicazioni passeggeri-macchinista e viceversa; luci di emergenza con sufficiente autonomia e luminosità; uso materiali ignifughi, ecc.) Bassi life-cycle-costs (investimento, manutenzione e costi operativi (legati principalmente alla modularità e alla standardizzazione dei componenti) Standardizzazione componenti di modelli diversi della stessa gamma Maggiore disponibilità “commerciale” Maggiore disponibilità tecnica Reliability Riduzione tempi tra aggiudicazione commessa, consegna e piena disponibilità del primo veicolo Benefici percepibili da Clienti-viaggiatori: Aspetti estetici/design Servizi aggiuntivi (prese elettriche (ad es. per PC), collegamenti internet) Spazi per servizi aggiuntivi (trasporto bici, sci, bar e macchine bar self service, ecc.) Zone 1ª e 2ª classe WC disabled-friendly Isolamento termo-acustico Comfort Spazio/layout Abitabilità 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 189 Rumorosità interna Luminosità Ridondanza dei sistemi di condizionamento Incarrozzamento a filo marciapiede/accessibilità in generale informazioni a bordo acustiche e visive (sul viaggio, sull’interscambio (orari, coincidenze ecc.) Videosorveglianza Sicurezza attiva e passiva Sistemi di bigliettazione a bordo user-friendly Compatibilità elettro- magnetica a bordo Velocità commerciale media più elevata (riduzione tempi di viaggio) Benefici per la Collettività: Rumorosità esterna Riduzione rumorosità e impatto ambientale in generale Utilizzo materiali non inquinanti Risparmi energetici Riciclabilità (di alcuni materiali e componenti) Fonte: de Vita, 2005. Una considerazione a parte merita l’aspetto legato ai processi di integrazione tra reti ferroviarie diverse operanti nello stesso sistema regionale. Si tratta di un aspetto non sempre presente nello scenario regionale europeo, ma tipico di alcune aree, come ad esempio l’Italia, la Francia, la Germania, dove all’interno di una stessa regione operano aziende con infrastrutture e materiale rotabile distinti. Le prospettive di una maggiore integrazione in questi sistemi impongono una particolare attenzione circa i requisiti del materiale rotabile, in considerazione delle prestazioni e delle particolari esigenze dei sistemi integrati, che possono essere così riassunte (de Vita, 2005): – velocità commerciale; – uniformità nei tempi di percorrenza; – puntualità e rispetto degli orari; – accessibilità al veicolo; – comfort e qualità di marcia; – diffusione delle informazioni sul servizio offerto. – facilità di composizione e scomposizione dei convogli; – interoperabilità rispetto alle diverse reti infrastrutturali. 190 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA In particolare, la flessibilità nella formazione dei convogli mediante l’adozione di veicoli modulari e la riduzione dei tempi di composizione e scomposizione dei convogli, facendo ricorso ad automatismi delle manovre di aggancio e sgancio, consente di dimensionare l’offerta in relazione alla domanda effettiva e di far fronte alle sue fluttuazioni periodiche realizzando le percorrenze del materiale rotabile effettivamente necessarie con benefici in termini di usure, consumi ed esigenze di manutenzione. Per quanto attiene all’interoperabilità, l’integrazione dei servizi può comportare, come del resto già avviene, la necessità di realizzare con lo stesso materiale rotabile dei servizi che utilizzano infrastrutture appartenenti a reti ferroviarie diverse. Tale possibilità comporta una compatibilità dimensionale strutturale e impiantistica. In presenza di reti con caratteristiche impiantistiche differenti la compatibilità può essere garantita ricorrendo a particolari soluzioni tecnologiche nella progettazione del materiale rotabile. Rientrano tra questi, ad esempio, gli impianti di trazione e di segnalamento. In questi casi l’adozione di veicoli policorrente e di sistemi di segnalamento multipli può risolvere il problema della compatibilità e consentire ad uno stesso veicolo di muoversi su infrastrutture con sistemi differenti. L’effettiva possibilità di circolazione comporta, per il materiale rotabile, comunque l’osservanza di una serie di prescrizioni tecniche caratteristiche di ciascuna rete. È importante osservare che l’interoperabilità se da un lato richiede un aumento della complessità dei veicoli, dall’altra consente una flessibilità nella disponibilità del materiale rotabile che può rivestire una particolare importanza nella programmazione dell’offerta di servizi in relazione alle variazioni periodiche della intensità e di localizzazione della domanda. 3.6 L’innovazione del materiale rotabile da parte dell’industria Negli ultimi anni l’industria ferrotranviaria, spinta anche dai nuovi scenari competitivi e dai nuovi fattori di contesto, si è dimostrata più sensibile verso una serie di aspetti del prodotto “materiale rotabile” prima ritenuti marginali o comunque non significativi per l’aggiudicazione di una commessa. Parallelamente i forti processi di innovazione di prodotto e di pro- 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 191 cesso hanno permesso la fornitura di veicoli con nuove concezioni e più vicini alle esigenze gestionali e di esercizio dei committenti e di funzione d’uso dei clienti finali (viaggiatori). Il fenomeno ha interessato sia il materiale rotabile per l’alta velocità, che è stato uno dei primi prodotti su cui l’industria ha concentrato i processi di innovazione, sia i segmenti del trasporto passeggeri locale, regionale e a lunga percorrenza. Tab. 3.3 - I principali interventi innovativi per i diversi destinatari Committente Cliente-viaggiatore Collettività Aspetti funzionali e Abitabilità, ergonomia e comfort Aspetti estetici/design Rumorosità esterna legati alla vivibilità cabina guida Prese elettriche e telematiche per PC Spazi per servizi aggiuntivi (trasporto bici, sci, bar e macchine bar self service, ecc.) Isolamento termo-acustico Abitabilità Rumorosità interna Luminosità Aspetti tecnologici (collegati anche al miglioramento dell’esercizio e della condotta) e Aspetti con ricaduta economica Ridondanza nei sistemi di sicurezza a bordo Utilizzo materiali ignifughi Radiolocalizzazione tramite gps e altre tecnologie Videosorveglianza Pianale ribassato, incarrozzamento a filo marciapiede (velocizzazione nell’accessibilità) Velocità commerciale media più elevata Sicurezza attiva (sistemi di frenatura, contatto radio permanente e localizzazione Sicurezza passiva (sistemi elettrici che non interferiscono con i sistemi di controllo) Potenza dei sistemi di frenatura Comunicazioni passeggeri-macchinista Modularità e standardizzazione componenti per bassi costi di manutenzione Fonte: de Vita, 2005. Sistemi di condizionamento Incarrozzamento a filo marciapiede Sicurezza attiva e passiva Sistemi di bigliettazione a bordo user-friendly Riduzione rumorosità e impatto ambientale in generale Utilizzo materiali non inquinanti Risparmi energetici Riciclabilità (di alcuni materiali e comInformazioni a bordo acu- ponenti) stiche e visive Videosorveglianza Velocità commerciale media più elevata (riduzione tempi di viaggio) 192 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA Le caratteristiche e le direzioni di sviluppo dei nuovi prodotti sono analizzabili secondo differenti dimensioni di analisi (funzione d’uso, tecnologia e aspetti economici, in particolare: aspetti tecnici, funzionali, estetici, legati al comfort, ecc.) e in funzione dei beneficiari principali (committenti, macchinisti, clienti-viaggiatori, collettività in generale). Anche in questo caso, dunque è opportuno considerare i requisiti innovativi proposti alla luce dei “benefici” attesi e percepibili dai diversi gruppi di stake-holders dell’industria, primi fra tutti i clienti committenti (aziende esercenti o autorità locali). Nella tavola precedente sono state riportate le principali tipologie di interventi rilevabili nelle diverse dimensioni (funzionali, tecnologiche, economiche) nell’ottica sia dei committenti (esercenti) sia dei clienti viaggiatori, sia della collettività in senso più ampio. Le modalità attraverso le quali l’industria sviluppa e propone innovazione passano attraverso una sempre maggiore sua sensibilità nel comprendere ed anticipare gli orientamenti innovativi espressi dagli esercenti, e nel facilitare, lungo le diverse fasi di relazione commerciale con questi ultimi, l’introduzione di elementi innovativi che vadano anche oltre i requisiti tecnico-prestazionali dei veicoli (disponibilità commerciale, condizioni di pagamento, prezzi, modalità di manutenzione, ecc.). Limitando qui l’analisi ai soli aspetti tecnico-prestazionali, nella tavola seguente sono elencati alcuni dei prodotti utilizzati da un campione di aziende esercenti regionali italiane ed europee. Si evidenziano in particolare solo alcune caratteristiche prestazionali chiave (velocità massima, accelerazione massima, peso, posti seduti), che evidenziano come l’industria riesca a soddisfare alcuni requisiti dal mercato in maniera efficace (ad esempio elevando la velocità massima dai 90 km/h degli anni ’70 ai 160 km/h odierni, o riducendo il “peso specifico” dei veicoli da 2,49 a 0,50 ton/m attraverso opportune soluzioni progettuali e di impiego di materiali leggeri), mentre per alcuni altri non si registrano innovazioni particolarmente significative: accelerazione massima che rispetto al passato non aumenta visibilmente oltre 1 m/s2, densità di posti a sedere che non supera certi limiti anche in ragione delle diverse caratteristiche di viaggio delle linee su cui i veicoli sono impiegati, e anzi conosce in alcune circostanze discrete contrazioni). Fonte: de Vita, 2005. ITALIA Circumvesuviana - Campania Circumvesuviana - Campania Circumvesuviana - Campania Alifana Alifana - Campania SEPSA-Campania SEPSA-Campania Italtrafo Ferrovia Circumetnea-Sicilia Ferrovie Nord Milano-Lombardia Ferrovia Bari Nord-Puglia Trenitalia-Regioni varie Trenitalia-Regioni varie ESTERO London Suburban Service Regno Unito Germania DB - Germania DB - Germania Assetto Variabile DB - Germania S-Bhan Berlino Slovenia Grecia SNCF-Francia Regioni varie SNCF-Francia Regioni varie SNCF-Francia Regioni varie OBB - Austria SNCF, CFL (Lux), DB Arriva Tog AS - Danimarca VR Limited - Finlandia Norvegia ESERCENTE/Regione Casa costruttrice Class319 Desiro Desiro VT642 Talent BR644 VT610 Siemens ET2000TT BR481 Desiro EMG312 Desiro X-ter (diesel) Avanto Avanto Talent ETV Coradia Ater Coradia Lint Coradia Classe 72EMU 1980-90 2000 2000 – 120 – – 2000 2002 – – – – – – – – – DWA AD Tranz DWA AD Tranz Siemens Siemens Gec Alsthom Gec Alsthom Gec Alsthom Bombardier Alsthom Alsthom Alsthom Ansaldobreda 1,0 160 160 140 160 160 100 100 140 140 120 160 160 160 150 120 120 1,99 120 – 110 160 130 0,6 – – 2004 2004 90 90 90 124 123 100 Velocità max [km/h] Inizio ’70 Fine ’70 Inizio ’90 1991 1981 1990-92 Anno di immissione in esercizio Gec Alsthom Siemens Siemens Bombardier BREDA-ASGEN-SOFER BREDA-ASGEN-SOFER BREDA-ASGEN-SOFER FIAT FIAT Ansal do Breda Fiore Sofer 90 FIREMA Ansaldobreda Alsthom Minuetto (elettrico) Alsthom Minuetto (diesel) Alsthom Fe 220 Fe 220 T21 Aln663 Aln668 ET400 EN300-RN300 1976 M88 TSR Tipo/Modello 1,62 – – 1,0 1,0 0,6 0,9 0,9 0,9 0,6 0,6 – 0,9 0,6 1,0 1,1 1,0 1,0 0,8 7,19 1,0 – 1,0 1,0 1,0 1,0 Accelerazione max [m/s2] 5,96 1,93 1,74 1,82 – – – – 1,82 – 1,57 – – 1,10 0,37 1,64 1,62 0,14 2,48 0,50 0,62 1,77 1,89 1,40 1,40 1,45 1,61 1,57 1,72 Massa a tara per metro [t/m] 0,52 – 2,57 – – – 6,49 – – – – – – 9,80 5,29 5,11 5,96 13,0 7,18 8,82 6,65 6,65 7,30 7,30 7,60 5,65 5,35 10,30 – – – – – – – – – – – – 0,40 0,65 0,58 0,52 0,14 0,41 0,24 0,42 0,42 0,42 0,42 0,39 0,47 0,54 0,14 Posti seduti per Posti seduti unità di lunghezza su posti totali [posti/m] [ps/pt] 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA 193 194 3. L’IMPATTO DEI FABBISOGNI INNOVATIVI DELLA CLIENTELA È, in altri termini, interessante osservare come il concetto ed i contenuti dell’innovazione siano in questo settore fortemente condizionati dall’attenzione e dall’interesse mostrato dai committenti oltre che dalle capacità propositive dei produttori. Bibliografia AA.VV., July 2005, Timely Information Consolidates customer loyalty: German Rail’s new passenger information system delivers improved quality of information especially when timetables are disrupted, International Railway Journal. Cercanias Renfe, 2003, Memoria de sostenibilidad, Madrid Cercanias Renfe, 2004, Condiciones generales de los servicios, Madrid. Circumvesuviana S.r.l., 2003, Monitoraggio della qualità del servizio 2002, Napoli. Department of Transport of Ireland, 2004, Annual Report 2003, Dublin. 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Nello scenario complessivo del tema della ricerca, l’analisi dei processi organizzativi posti in essere dagli acquirenti assume una rilevanza centrale, considerata l’entità degli investimenti in gioco e la situazione differenziata in termini di ruoli e responsabilità assunti da molteplici soggetti (stakeholder) coinvolti nei processi di acquisto stessi. Le problematiche connesse ai processi di acquisto da parte delle aziende esercenti il trasporto ferroviario regionale rappresentano un aspetto di interesse rilevante sul piano della ricerca empirica e quanto mai attuale, non soltanto in considerazione della complessità intrinseca delle decisioni d’acquisto, quanto del fatto che tali processi sono il frutto di una rete articolata ma non sempre chiaramente esplicitata di relazioni, condizionamenti, orientamenti tra attori dei quali l’acquirente rappresenta il punto centrale, ma certamente non quello esclusivo. Questo aspetto assume particolare rilievo laddove le aziende acquirenti (generalmente coincidenti con l’esercente il servizio fer- * Il capitolo 4 è stato realizzato da Stefano Consiglio (par. 4.1 e 4.3); Paolo de Vita (par. 4.4 e 4.5) e Maria Vittoria Cicellin (par. 4.2). 198 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI roviario)1 operano in contesti in continua evoluzione, in relazione all’emergere di nuovi bisogni ed esigenze di stakeholders che continuamente interagiscono con le stesse aziende esercenti. In particolare, l’obiettivo centrale dell’analisi è stato quello di evidenziare se e in quale misura la definizione dei criteri e dei parametri utilizzati nelle procedure di acquisto discendano da fenomeni di scambio relazionale e condizionamenti esercitati dagli stakeholder (produttori industriali, autorità governative centrali e locali, consulenti, associazioni di utenti e così via), rispetto ad una logica di influenza che si riflette sui modelli organizzativi, concorsuali (gare) e contrattuali da adottare e all’individuazione di vincoli strutturali e/o procedurali che possono condizionare i processi di acquisto degli esercenti. L’indagine, pertanto, è stata orientata secondo metodologie note in letteratura ed opportunamente rivisitate, fondate sull’analisi delle relazioni di scambio di potere, influenza e interesse rilevabili all’interno di strutture organizzative reticolari (“stakeholder analysis”), di cui nel paragrafo successivo si farà riferimento teorico. A tal fine la metodologia dell’indagine empirica della ricerca si è concretizzata in due principali fasi: rilevazione presso aziende ferroviarie europee tramite questionario ed interviste face-to-face semistrutturate con interlocutori privilegiati di aziende esercenti coinvolti di recente in processi di acquisto di materiale rotabile da destinare al trasporto regionale. Questa seconda fase, in particolare, ha avuto come obiettivo l’analisi approfondita della questione in oggetto, ma ha soprattutto fornito al gruppo di ricerca la possibilità di verificare, sulla base di specifici processi di acquisto di materiale rotabile regionale di cui le aziende sono state impegnate negli ultimi 5 anni, l’esistenza di modelli di comportamento differenziati2, nonché prefigurare possibili scenari inerenti al processo in cui i diversi stakeholders assumono nei confronti dell’acquirente un ruolo più o meno determinante di condizionamento. 1 In taluni casi l’acquirente non è l’azienda esercente il servizio, bensì l’authority locale o un’organizzazione espressione di quest’ultima. 2 Bisogna sottolineare, tuttavia, che i modelli di buying behavior emersi dalle indagini sul campo non sono definiti come modelli standard e tipici di comportamento applicabili a tutti i processi di acquisto e a tutte le gare intraprese dalle aziende ferroviarie. Le specificità che emergono sono frutto dell’analisi in genere di un sola procedura di acquisto presa in esame. 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 199 4.2 La Stakeholders Analysis nella letteratura La teoria dell’impresa basata sulla Stakeholder Analysis si fa nascere di solito con un libro di Evan e Freeman del 1988, dal titolo: “A Stakeholder Theory of Modern Corporation: a Kantian Capitalism”. La Stakeholders Analysis (da qui S.A.) ha le sue origini nelle scienze economiche e manageriali, ma oggi abbraccia campi di indagine eterogenei: dalle scienze politiche, umane e ambientali, alla teoria dei giochi. Il termine stakeholder è nato intorno agli anni ’60 in contrapposizione al termine stockholder (azionista), per spiegare che in un’impresa esiste una pluralità di attori, diversi dagli azionisti, che hanno una enorme posta in gioco (“stake”) nei processi decisionali che l’impresa stessa mette in atto. Freeman definisce gli stakeholders come coloro che possono effettivamente o potenzialmente influenzare ed essere influenzati dalle decisioni, dai programmi e dagli obiettivi che un’impresa intende perseguire3. Ackoff, Ansoff e Dill, invece, offrono un’interpretazione degli stakeholders più ristretta (“the narrow sense of stakeholder”), ovvero li definiscono come tutti quei soggetti che non necessariamente influenzano, ma sicuramente partecipano all’attività di un’organizzazione e dai quali la stessa organizzazione può trarre vantaggi per la sua sopravvivenza. Gli autori, infatti, sottolineano il passaggio dall’idea di “stakeholder influence” a quella di “stakeholder participation”4. Per “stakeholder”, in sostanza, si intende una vasta gamma di soggetti che hanno rapporti con l’impresa: fornitori, clienti, dipendenti, azionisti, sindacati, la comunità locale, Pubblica Amministrazione, varie associazioni di categoria, organismi di certificazione, ecc. Questi possiedono un interesse legittimo nei confronti dell’impresa e i diri3 Il termine stakeholder è stato utilizzato nel 1963 in un memorandum dello Stanford Research Institute per indicare “quei gruppi senza il cui appoggio l’organizzazione cesserebbe di esistere”. Si veda, Freeman R.E. (1984), Stategic Management. A Stakeholders Approach, Pitman, Londra e Goodpaster K.E. (1991), Business Ethics and Stakeholder Analysis, Business Ethics Quarterly, vol. 1, n. 1. 4 Si veda Ackoff R.L. (1974), Redesign the Future, New York John Wiley; Ansoff I. (1965), Corporate Strategy, New York McGraw-Hill; Dill W.R. (1975), Public Participation in Corporate Planning: Strategic Management in a Kibitzer’s World, Longe range Planning, p.57-63. 200 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI genti dell’impresa stessa, in questa visione, sono titolari di un dovere speciale nei confronti di tutti gli stakeholders5. Secondo questo approccio, Freeman sostiene che l’impresa e il sistema economico non devono essere analizzati soltanto perché producono reddito e capitale ma anche perché assicurano benessere e sviluppo. Nell’ultimo ventennio si è assistito ad un cambiamento abbastanza radicale della teoria dell’impresa e in generale della visione della funzione del sistema economico capitalistico. Infatti, ad una concezione tipicamente gerarchica e istituzionalistica dell’impresa si è andata sostituendo progressivamente nel tempo una concezione pluralistica e contrattualistica dell’impresa6. Il modello analitico più diffuso all’interno di tale concezione pluralistica e contrattualistica è appunto la cosiddetta “Stakeholder Analysis” (SA) che si è affermata nel tempo in contrapposizione alla cosiddetta “shareholder analysis” (o stockholder analysis). La shareholder analysis, promossa, tra gli altri, da Milton Friedman, tende a sostenere che lo scopo primario dell’impresa sia soddisfare le pretese economiche degli azionisti e che il fine ultimo dell’impresa è né più né meno che la produzione del profitto7. La Stakeholder Analysis, al contrario, invece, esamina l’impresa come l’esito di un equilibrio tra le esigenze di tutti coloro che contribuiscono al funzionamento dell’impresa stessa e comunque ne sono legittimamente interessati. L’idea di fondo di questo modello è che la dirigenza di impresa non debba avere di mira solo la tutela degli interessi dei titolari dei diritti di proprietà, ovvero gli azionisti, ma anche e soprattutto quella di tutti coloro che hanno rapporti perduranti con l’impresa8. 5 Si veda Freeman E., Evan W. (1988), A Stakeholder Theory of the Modern Corporation: Kantian Capitalism, in (a cura di) Beauchamp T.L., Bowie N., Ethical Theory and Business, Englewood Cliffs, Prentice-Hall. 6 Si veda Maffettone S. (2005), È il capitalismo moralmente accettabile?, Filosofia e questioni Pubbliche, n. 2. 7 Si veda Friedman M. (1970), The Social responsibility of Business is to Increase its Profits, New York Time Magazine, 13 settembre. Tra gli altri si veda anche Hall P., Rieck R. (1998), The Effect of Positive Corporate Social Actions on Shareholder Wealth, Journal of Financial Strategic Decision, vol. 11, n. 2. 8 La stakeholder analysis è strettamente connessa al concetto di responsabilità sociale e alla disciplina di impronta anglosassone della Business Ethics. Per un approfondimento sugli argomenti si rimanda alla letteratura sul tema. 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 201 Al riguardo, Ackoff sostiene che diversi problemi sociali e organizzativi delle imprese possono risolversi grazie al supporto e all’interazione con gli stakeholders nei sistemi, nelle procedure e nelle strategie aziendali9. C’è da sottolineare, tuttavia, che gli stakeholders sono portatori di interessi talmente eterogenei e spesso contrastanti tra loro, da creare anche grossi limiti all’agire del management. Freeman, infatti, sostiene che le organizzazioni si trovano costantemente di fronte ad un dilemma: qualsiasi azione messa in atto produrrà inevitabilmente una serie di reazioni e pressioni da parte di tutti gli interlocutori socioeconomici con cui le organizzazioni stesse sono in relazione, collaborazione e finanche alleanza10. Il fatto che un’impresa sia capace di individuare responsabilità extra-economiche e di equilibrare e tener conto, nei suoi momenti decisionali rilevanti, degli interessi e dei valori di tutti coloro che sono influenzati dalla sua attività, le garantisce la legittimazione ed il consenso di tutti i soggetti interni ed esterni all’organizzazione, a beneficio della sua sopravvivenza, della sua continuità e del suo consolidamento. La letteratura in materia di stakeholder si è più volte posta il problema di analizzare cosa, di fatto, determina la capacità e la facoltà di questi interlocutori di influenzare le decisioni dell’impresa. Una risposta è nella Resource Dependence Theory11. Pfeffer e Salancik (1973), infatti, affermano che le organizzazioni non sono, nel loro agire, completamente autonome, indipendenti ed autosufficienti, al contrario esse dipendono per le risorse molto dall’ambiente esterno ed in particolare dagli attori (cosiddetti stakeholders esterni) che in questo ambiente operano. Questa dipendenza, afferma Freeman, consente e “legittima” gli stakeholders esterni ad influenzare ed esercitare (sia direttamente che indirettamente, attraverso altri interlocutori) pressioni sull’agire organizzativo e sui risultati organizzativi12. Quanto più marcata sarà la dipendenza di un’organizzazione da un gruppo di stakeholders e 9 Si veda Ackoff R.L. (1974), op. cit.. veda Freeman R.E. (1999), Divergent Stakeholder Theory, Academy of Management Review, vol. 24, n. 2. 11 Si veda Frooman J. (1999), Stakeholder influence strategies, Academy of Management Review, vol. 24; Kassinis G., Vafeas N. (2006), Stakeholder Pressures and Environmental Performance, Academy of Management Journal, vol. 49, n. 1. 12 Si veda Freeman J. (1999), op. cit.. 10 Si 202 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI quanto più ampio e forte il potere di questo gruppo, maggiore sarà la possibilità di influenzare l’organizzazione in questione. Tecnicamente la SA può essere definita come un processo di raccolta ed analisi sistematica di informazioni, di natura sia qualitativa che quantitativa, che un’impresa mette in atto per determinare quali interessi dovranno essere tenuti in considerazione in fase di avvio di un nuovo programma o di una nuova operazione, ed in generale in fase di decision-making13. Lo strumento della SA, utilizzato in fase preventiva, consente a manager e dirigenti di individuare e analizzare il possibile impatto della nuova decisione su stakeholder interni ed esterni all’impresa e, in ultima analisi, di agire su quei gruppi di stakeholders che potrebbero, per divergenze di idee o proprio perché contrari al nuovo programma da implementare o alla nuova decisione da prendere, ostacolare in qualche modo l’operazione stessa. La letteratura individua tre caratteristiche, tre attributi fondamentali della SA: il potere (power), l’interesse (interest/urgency), la legittimazione/influenza (legitimacy) di ciascuno stakeholder in relazione al nuovo programma o alla nuova decisione ed il gruppo al quale ciascuno stakeholder appartiene e le eventuali coalizioni con altri gruppi di stakeholders14. Analizzare queste caratteristiche è indispensabile per determinare il grado/livello di priorità che il management deve attribuire a ciascuno stakeholder coinvolto. La letteratura comunemente definisce il “potere” come l’esercizio da parte dello stakeholder di un’autorità formale, in grado di condizionare, seppur contro la sua volontà, l’agire di un’organizzazione15. Per “interesse” la letteratura fa riferimento al grado di coincidenza tra gli obiettivi propri dello stakeholder e gli esiti del programma da 13 Si veda Mitchell R.K., Agle B.R., Wood D.J. (1997), Toward a Theory of Stakeholder Identification and Salience: Defining the Principle of Who and What Really Counts, The Academy of Management Review, vol. 22, n. 4. 14 Si veda Mitchell R.K., Agle B.R., Wood D.J. (1997), op. cit.. L’ultima caratteristica, ovvero quella relativa al gruppo e alle coalizioni di appartenenza degli stakeholders, non è considerata dalla letteratura in sede di classificazione degli stakeholders. Per approfondimenti si veda Mitchell R.K., Agle B.R., Wood D.J. (1997), op. cit.. 15 Si veda Salancik G.R., Pfeffer J. (1974), The bases and use of power in organizational decision-making: The case of universities, Administrative Science Quarterly, vol. 19. 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 203 implementare o della decisione da prendere16. Diversi autori sostengono, invece, che piuttosto che di “interest” sarebbe opportuno parlare di “urgency”, definito come il grado col quale lo stakeholder chiede attenzione in relazione ai propri obiettivi17. Per “legittimazione/influenza”, invece, si intende la capacità dello stakeholder di esercitare un’influenza sui processi e sui programmi dell’organizzazione che gli deriva dall’inserimento in un sistema di relazioni in cui esso è inserito al pari di una pluralità di altri attoristakeholders, anche al di là di posizioni di potere formali. Dall’analisi di questi attributi la letteratura distingue tre classi di stakeholder18: Latent Stakeholders; Expectant Stakeholders; Definitive Stakeholders. 1. I Latent Stakeholders influenzano l’agire organizzativo sulla base di un solo attributo posseduto. A loro volta i Latent Stakeholders si suddividono in tre classi: I Dormant Stakeholders, il cui attributo rilevante, per imporre la propria volontà, è unicamente il potere; I Discretionary Stakeholders, in possesso della sola legittimazione per agire ed imporre la propria volontà; I Demanding Stakeholders, il cui unico attributo rilevante è l’interesse o l’urgenza. In questa categoria rientrano gli stakeholders, in assoluto, meno influenti e anche il loro peso nei confronti dell’impresa risulta del tutto modesto. 2. Nella categoria degli Expectant Stakeholders rientrano tutti quegli interlocutori che influenzano l’agire organizzativo sulla base di due dei tre attributi individuati. Anche gli Expectant Stakeholders, a loro volta, si suddividono in tre classi: I Dominant Stakeholders, che influenzano l’agire organizzativo attraverso il potere e la legittimazione; I Dependent Stakeholders, posseggono l’interesse e la legittimazione ad imporre la propria volontà, ma per raggiungere i propri obiettivi ed influenzare l’agire organizzativo hanno bisogno di dar vita a coalizioni con altri gruppi di stakeholders che hanno il potere effettivo di influenzare le relazioni con il management (perciò “dependent”); 16 Si 17 Si veda Salancik G.R., Pfeffer J. (1974), op. cit.. veda Mitchell R.K., Agle B.R., Wood D.J. (1997), op. cit.. 18 Si veda Mitchell R.K., Agle B.R., Wood D.J. (1997), op. cit.. 204 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI I Dangerous Stakeholders, sono considerati gli stakeholders più pericolosi per l’organizzazione (appunto “dangerous”) con cui sono in relazione, perché essendo in possesso del potere e dell’interesse ad agire ed influenzare, ma non essendone legittimati, possono arrivare ad imporre la propria volontà con coercizione e persino violenza (cosiddetto “illegitimate status”) e generare difficoltà e restrizioni sostanziali all’agire aziendale. 3. Nella categoria dei Definitive Stakeholders, rientrano come suggerisce il termine stesso, gli stakeholders in possesso di tutti e tre gli attributi precedentemente individuati. Questi interlocutori hanno un ruolo predominante nelle relazioni con l’impresa e il più delle volte appartengono a coalizioni molto forti. Qualsiasi nuova decisione o nuovo programma da avviare non può prescindere dal sistema di vincoli-opportunità che questi stakeholders, esplicitamente e non, determinano. Da questi soggetti, quindi, è possibile ottenere un sostegno decisivo per l’attività dell’impresa. 4.3 La Stakeholder Analysis ed il comportamento di acquisto degli esercenti ferroviari Come si è detto sopra, l’indagine empirica è stata condotta sulla base della metodologia della Stakeholders Anaysis allo scopo di comprendere ed analizzare le modalità di condizionamento dei principali stakeholders (attori esterni all’organizzazione) nel processo di acquisto di materiale rotabile e la misura in cui il condizionamento si riverbera sugli effettivi comportamenti di acquisto industriale (Organizational Buying Behavior). Dette condizioni sono state altresì poste in relazione anche alle specificità che riguardano la distribuzione delle competenze e dei ruoli tra le unità organizzative interne all’azienda acquirente (stakeholders interni all’organizzazione), relative alla gestione dei processi di programmazione e realizzazione dei progetti di investimento e le modalità di supervisione e di coordinamento di tutte le attività connesse. Gli strumenti di rilevazione impiegati sono stati una griglia di rilevazione, somministrata via fax, via e-mail e via posta prioritaria, e interviste face-to-face a soggetti selezionati (direttori generali o responsabili direzione acquisti). 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 205 La struttura della griglia di rilevazione segue il percorso di un processo di acquisto suddividendolo in sette fasi, che sono: Fase 1: Individuazione del fabbisogno e descrizione generale del bisogno Consiste nella specificazione delle caratteristiche generali del materiale rotabile in termini quantitativi (di quanti mezzi si necessita) e qualitativi (di quali tipologie di mezzi si necessita). Fase 2: Individuazione della copertura finanziaria Consiste nell’identificazione e nello stanziamento delle fonti di finanziamento necessarie per fare fronte all’investimento che si intende realizzare. Fase 3: Definizione delle specifiche tecniche Consiste nell’identificazione delle caratteristiche specifiche del materiale rotabile (inclusa la procedura di certificazione Cesifer, Ustif, Ministero dei Trasporti, ecc.) di cui si ha bisogno e si concretizza nella redazione del capitolato tecnico. Fase 4: Definizione delle specifiche amministrative Consiste nella definizione delle norme per la partecipazione alla gara, delle modalità di copertura, delle modalità di aggiudicazione, dei tempi di consegna e dei tempi di esecuzione della fornitura, delle modalità di pagamento, del tipo di garanzia e di manutenzione richiesta e delle modalità di collaudo. Tale fase si concretizza nel capitolato amministrativo. Fase 5: L’indizione della gara Consiste nella scelta della tipologia di gara, nell’approvazione degli atti di gara, nella relativa pubblicazione di questi e nell’identificazione della commissione di gara. Fase 6: La gestione della gara Consiste nella predisposizione formale di tutta la documentazione di gara, nella ricezione delle domande di partecipazione, nella gestione delle richieste di chiarimenti da parte dei potenziali fornitori, nella preselezione dei fornitori, nella valutazione tecnica ed economica delle offerte, nella aggiudicazione e nella eventuale attività di negoziazione. 206 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Fase 7: La gestione dei rapporti con il fornitore Consiste nell’insieme delle attività che l’impresa è chiamata a svolgere per avviare il processo di fornitura (emissione dell’ordine) in capo ai soggetti aggiudicatari e per verificare il rispetto delle clausole contrattuali (tempi di consegna, verifica delle caratteristiche tecniche, collaudi, garanzia, ecc.). Gli stakeholders da analizzare sono stati distinti in esterni ed interni, rispetto all’organizzazione con la quale interagiscono. Tra gli stakeholders esterni maggiormente rappresentativi si sono riconosciuti: – l’eventuale Holding di Controllo Societario dell’azienda acquirente; – l’Agenzia di Mobilità facente capo all’amministrazione pubblica locale; – l’Assessorato ai Trasporti Regionale; – il Ministero dei Trasporti Nazionale; – le Associazioni degli Utenti; – le Aziende Fornitrici di Materiale Rotabile; – le Associazioni di Categoria delle Aziende Fornitrici di Materiale Rotabile; – gli Organi di Certificazione; – il Gestore della Rete; – altre Imprese Ferrotranviarie; – gli Intermediari Finanziari. Gli stakeholders interni ritenuti maggiormente rappresentativi, invece, sono: – il Vertice Strategico (cda, amministratore unico, direzione generale) – la Direzione Esercizio; – la Direzione Trasporto; – il Responsabile Acquisti; – il Responsabile Officina Manutenzione; – la Direzione Investimenti; – i Sindacati Aziendali; – gli Organismi di Certificazione interni. L’obiettivo della rilevazione rispetto agli stakeholders esterni è consistito nel registrare la natura e misurare l’intensità della relazione tra stakeholders ed azienda esercente ed in particolare, il potenziale 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 207 condizionamento che essi possono esercitare sulle prime quattro fasi del processo di acquisto così come sopra individuate. La natura della relazione è stata classificata rispetto a tre variabili chiave: potere, interesse e influenza19. – per potere (P) ci si riferisce all’esercizio da parte dello stakeholder di un’autorità formale in grado di condizionare il processo di acquisto di materiale rotabile da parte dell’azienda esercente; – per interesse (I) si fa riferimento al grado di coincidenza tra gli obiettivi propri dello stakeholder e gli esiti del processo di acquisto realizzato dall’azienda esercente (ossia grado di interesse dello stakeholder sugli esisti del processo di acquisto); – per influenza (IN) si intende la capacità dello stakeholder di esercitare un’influenza sul processo di acquisto che gli deriva dall’inserimento in un sistema di relazioni in cui esso è inserito al pari di una pluralità di altri attori-stakeholders; tale influenza quindi non è dipendente né dal potere formale attribuito eventualmente al soggetto né da specifici interessi di business, ma, ad esempio, da capacità, competenze, esperienze, patrimoni di relazioni importanti detenuti dal soggetto stesso. La misura dell’intensità relazionale è stata definita dall’intervistato su ciascuna delle tre variabili ed in relazione alle prime quattro fasi individuate del processo di acquisto, attraverso l’attribuzione di un punteggio con scala di rilevazione da 1 (basso) a 10 (alto). Questo approccio ha consentito al gruppo di ricerca, come si spiegherà in seguito nel dettaglio, di pervenire all’identificazione di un “profilo” per ciascuno stakeholder esterno in base alla sua relazione in ognuna delle fasi e al condizionamento esercitato su queste. Più dettagliatamente è stato possibile isolare sette “tipologie di intensità relazionale” che gli stakeholder esterni possono manifestare, ciascuna caratterizzata da un particolare mix dei fattori chiave: Relazione Istituzionale piena. Relazione caratterizzata da una base forte di potere formale istituzionale detenuta dallo stakeholder, cui si associano altrettanto forti componenti di reciproco interesse a collaborare e di influenza sostanziale, indipendente cioè dal ruolo for19 Si veda Mitchell R.K., Agle B.R., Wood D.J. (1997), op. cit.. 208 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI male detenuto dallo stakeholder, ma motivate da reali competenze, esperienze, patrimoni relazionali, ecc.; Relazione Istituzionale collaborativa. Relazione fondata su una base formale di potere istituzionale dello stakeholder associata ad un altrettanto forte convergenza di interessi a collaborare tra i soggetti; Relazione con Influenza istituzionale. Si tratta di una relazione fondata su una base forte di potere istituzionale formale e da un’altrettanto forte influenza di carattere sostanziale, non accompagnata tuttavia da convergenza di interessi comuni; Relazione con Influenza collaborativa. Relazione svincolata da potere istituzionale dello stakeholder, ma basata su una convergenza di interessi a collaborare, e su una forte influenza sostanziale esercitata dallo stakeholder; Relazione Istituzionale subita. Condizionamento relazionale causato esclusivamente da subordinazione di potere istituzionale nei confronti dello stakeholder, con scarso interesse a collaborare e bassa legittimazione sostanziale; Relazione Collaborativa. Relazione fondata esclusivamente su convergenza di interessi, ma poco su potere formale o su capacità di influenza sostanziale da parte dello stakeholder; Relazione con Influenza non istituzionale. Relazione fondata esclusivamente su una forte capacità di influenza sostanziale dello stakeholder, ma non basata né su ruoli forti di potere istituzionale né su un reciproco interesse a collaborare. In sintesi, la tavola seguente schematizza quanto i sette modelli relazionali individuati. Tav. 4.1 - Classificazione delle Tipologie di relazione P-I-IN P-I P-IN I-IN P IN I Istituzionale piena Istituzionale collaborativa Influenza istituzionale Influenza collaborativa Istituzionale subita Influenza non istituzionale Collaborativa Legenda: P = Potere istituzionale I = Interesse a collaborare IN = Influenza sostanziale 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 209 Per definire le tipologie di relazione sulla base dei punteggi attribuiti dall’intervistato ai diversi tipi di base relazionale (su una scala 110 per ciascun tipo, per un massimo di 30 punti complessivi per ciascuna fase del processo analizzato), si è seguito il seguente criterio, riferito alla percentuale di punteggio complessivo (0-100%) conseguito da ciascuno stakeholder in tutte le fasi del processo di acquisto (con un massimo di 210 punti pari a 30 punti per 7 fasi). Tav. 4.2 - Parametri (soglie) per la classificazione P-I-IN P-I / P-IN / I-IN P / I / IN Tutte e tre variabili tra 25% e 40% Due variabili tra 36% e 49% Almeno una variabile oltre 50% Relativamente invece agli stakeholders interni all’organizzazione dell’acquirente, per analizzarne il condizionamento si è identificato il ruolo svolto da ciascuno di essi rispetto alle medesime sette fasi del processo di acquisto sopra esplicitate. In particolare, si sono distinti tre possibili ruoli: – decisori (D), cioè gli organi aziendali che esercitano il potere formale o informale di definire la scelta del fornitore; – autorizzatori (A), cioè gli organi aziendali che hanno il potere di autorizzare, o comunque approvare, le scelte del decisore; – influenzatori (I), cioè gli organi aziendali che hanno la possibilità di condizionare il processo d’acquisto. Anche in questo caso si è fatto ricorso ad un sistema di punteggi (0-10) attribuiti dall’intervistato a ciascuno stakeholder per ognuno dei tre ruoli sopra richiamati (quindi con un punteggio massimo per stakeholder di 30 punti per ogni fase analizzata), tenendo conto che ciascuno stakeholder può esercitare contemporaneamente più ruoli, magari in diversa misura. In appendice al capitolo è esposta la griglia di rilevazione che all’intervistato era richiesto di compilare. Come già accennato nella premessa, in un primo passaggio, la griglia di rilevazione è stata inviata a mezzo fax, e-mail e posta priorita- 210 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI ria a 132 operatori ferroviari europei20, dei quali 10 hanno fornito una risposta completa21. Di seguito si riporta l’elenco dettagliato degli operatori ferroviari presi in esame e la tavola riepilogativa dei contatti avvenuti, degli invii e delle risposte ricevute (in grassetto sono stati evidenziati gli operatori che hanno fornito risposte utilizzate nell’elaborazione successiva). In un secondo passaggio, la stessa griglia di rilevazione è stata somministrata a 10 operatori regionali europei (7 italiani e 3 appartenenti al resto dell’Europa) attraverso interviste mirate “face-to-face” della durata di circa 60 minuti22. La modalità di rilevazione delle informazioni è stata quella dell’intervista semistrutturata. Nel corso dell’incontro si è innanzitutto somministrata e compilata la griglia di rilevazione. Successivamente si è lasciato spazio a domande finalizzate ad esplorare aspetti non previsti emersi durante l’incontro, allo scopo di ottenere una serie di informazioni particolareggiate e di confrontarsi in maniera approfondita con l’intervistato dando luogo a vere e proprie discussioni. I risultati ed i dati emersi dalle interviste dirette sono stati elaborati attraverso valutazioni quantitative e confronti qualitativi che hanno permesso al gruppo di ricerca di completare l’analisi. 20 Al riguardo lo strumento è stato preventivamente testato per verificarne la validità e la concretezza e successivamente tradotto in inglese. In particolare si sono effettuati due invii. Il primo a tutte le 132 aziende attraverso la posta prioritaria e immediatamente dopo attraverso fax ed e-mail (allegando nuovamente lo strumento) per preannunciarne l’arrivo. Il secondo invio (dopo circa un mese dal primo) è stato fatto di nuovo a tutti gli operatori via e-mail e fax, ad esclusione di quelli che avevano già risposto ed inviato la griglia di rilevazione compilata e di quelli che avevano invece risposto in maniera negativa. 21 Cinque hanno compilato e inviato lo strumento in ogni sua parte; gli altri 5 operatori hanno risposto che non lo avrebbero compilato: nello specifico, 4 di questi hanno motivato di essere operatori ferroviari merci e quindi non in grado di rispondere alle esigenze del richiedente, il restante ha affermato che a causa di una ristrutturazione aziendale, di ruoli ed uffici in corso non sapeva a chi far compilare materialmente lo strumento e di conseguenza formulare una risposta adeguata. 22 I contatti con i soggetti intervistati sono stati creati attraverso l’invio di una lettera di presentazione allo scopo di illustrare chiaramente la griglia di rilevazione, le finalità della ricerca, gli obiettivi e quindi l’utilità dell’intervista da realizzare. 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 211 Tav. 4.3 - Elenco operatori ferroviari nazionali ed internazionali interpellati 001 002 003 004 005 006 007 008 009 010 011 012 013 014 015 016 017 018 019 020 021 022 023 024 025 026 027 028 029 030 031 032 033 034 035 036 037 038 039 040 041 042 043 044 Paese Austria Austria Austria Austria Austria Belgio Danimarca Danimarca Danimarca Danimarca Danimarca Danimarca Danimarca Finlandia Francia Francia Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Operatore (in grassetto i rispondenti) Graz-Köflacher Bahn u Busbetrieb GmbH GKB Salzburg AG - Salzburger Lokalbahn Steiermärkische Landesbahnen StLB Wiener Lokalbahnen AG Stern & Hafferl Light Railways SNCB/NMBS aDSB Arriva Tog Lokalbanen A/S Vestsjællands Lokalbaner A/S - Værkstedet VL VLTJ - Lemvigbanen Nordjyske Jernbaner A/S A/S Lollandsbanen VR Ltd, Finnish Railways CP - Chemins de fer de Provence RATP - Régie Autonome des Transports Parisiens ABELLIO GmbH AKN Eisenbahn AG Albtal-Verkehrs-Gesellschaft mbH Burgenlandbahn GmbH Bayerische Oberlandbahn GmbH (Connex) Bodensee-Oberschwaben-Bahn GmbH & Co. KG Breisgau - S - Bahn GmbH Connex Sachsen GmbH EMN Eisenbahnbetriebe Mittlerer Neckar GmbH EVB - Eisenbahnen und Verkehrsbetriebe Elbe-Weser GmbH FEG - Freiberger Eisenbahngesellschaft mbH FKE - Frankfurt-Königsteiner Eisenbahn AG HEX - HarzElbeExpres (Veolia Verkehr Sachsen-Anhalt GmbH) HzL - Hohenzollerische Landesbahn AG DB Regio Deutsche Bahn AG HLB - Hessische Landesbahn GmbH ME - metronom Eisenbahngesellschaft mbH NBE - Nordbahn Eisenbahngesellschaft mbH NEB - Niederbarnimer Eisenbahn NOB - Nord-Ostsee-Bahn (Connex) ODEG - Ostdeutsche Eisenbahn GmbH OPB - Oberpfalzbahn OSB - Ortenau-S-Bahn PEG - Prignitzer Eisenbahn-Gesellschaft RBG - Regental Bahnbetriebe GmbH (Länderbahn) Regio-Bahn GmbH RTB - Rurtalbahn GmbH & Co. KG 212 045 046 047 048 049 050 051 052 053 054 055 056 057 058 059 060 061 062 063 064 065 066 067 068 069 070 071 072 073 074 075 076 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Germania Grecia Irlanda Irlanda Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia SHB - Schleswig-Holstein-Bahn GmbH SHG - S-Bahn Hamburg GmbH STB - Süd-Thüringen Bahn SWEG - Südwestdeutsche Verkehrs AG TDR - trans regio Deutsche Regionalbahn GmbH Vectus - Vectus Verkehrsgesellschaft VIAS - VIAS GmbH (Odenwald-Bahn) WB - WestfalenBahn EMN Eisenbahnbetriebe Mittlerer Neckar GmbH SWEG - Südwestdeutsche Verkehrs AG Albtal-Verkehrs-Gesellschaft mbH WEG - (Connex) OSE - Organismos Sidirodromon Ellados IE - Iarnrod Eireann/Irish Rail NIR - Northern Ireland Railways FS - Trenitalia SpA ACT - Azienda Consorziale Trasporti (Reggio Emilia) ATCM - Azienda Trasporti Collettivi e Mobilità CV - Circumvesuviana FAL - Ferrovia Appulo Lucane FAS - Ferrovia Adriatico-Sangritana FC - Ferrovie della Calabria FCE - Ferrovia Circumetnea FCU - Ferrovia Centrale Umbra FdS - Ferrovie della Sardegna FER - Ferrovie Emilia Romagna FG - Ferrovie del Gargano FNM - Ferrovie Nord Milano Spa FSE - Ferrovie del Sud-Est Ft - Ferrotramviaria GTT - Gruppo Torinese Trasporti LFI - La Ferroviaria Italiana e TFT - Trasporto Ferroviario Toscano SpA 077 Italia MCNE - MetroCampania Nord Est Srl 078 Italia Met.Ro - Metropolitana di Roma s.p.a. 079 Italia SAD - Trasporto Locale S.p.a. 080 Italia SEPSA - Societá per l’Esercizio di Pubblici Servizi SpA 081 Italia ST - Sistemi Territoriali S.p.a. 082 Italia TT - Trentino Trasporti Spa 083 Lussemburgo CFL - Société Nationale des Chemins de Fer Luxemburgeois 084 Repubblica di Estonia AS GoRail 085 Repubblica di Estonia Edelaraudtee Aktsiaselts 86 Ungheria MÁV Co. Ltd. Headquarters 087 Ungheria Győr-Sopron-Ebenfurti Vasút Zrt. (GYSEV Corp.) 088 Repubblica di Lituania Lietuvos Gelezinkeliai 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 089 090 091 092 093 094 095 096 097 098 099 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 Repubblica Slovacca Olanda Olanda Olanda Portogallo Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito Spagna Spagna Spagna Spagna Spagna Svezia Svezia Svezia Repubblica Slovena Polonia Polonia Polonia Polonia Polonia Polonia Polonia Polonia Polonia Polonia 127 128 129 130 131 132 Polonia Repubblica Ceca Repubblica Ceca Repubblica Ceca Repubblica Ceca Repubblica Ceca Železničná spoločnosť Slovensko, a. s. (ZSSK) NS - Nederlandse Spoorwegen AN - Arriva Nederland Syntus - Syntus B.V. CP - Comboios de Portugal ATW - Arriva Trains Wales Ltd. c2c CR - Chiltern Railways Ltd. CT - Central Trains Ltd. FCC - First Capital Connect Ltd. FSR - First ScotRail Ltd. GNER - Great North Eastern Railway Ltd. HT - Hull Trains ME - Merseyrail Electrics (2003) Ltd. ONE - London Eastern Railway Ltd. SE - Southeastern Railway SL - Silverlink Train Services Ltd. SN - New Southern Railway Ltd. SWT - South West Trains Ltd. RENFE EuskoTren FEVE - Ferrocarriles Españoles de Via Estrecha FGC - Ferrocarrils de la Generalitat de Catalunya FGV - Ferrocarrils de la Generalitat Valenciana SJ AB - Statens Järnvägar CS - Connex Sverige UppTåget - Upplands Läns Trafik AB Holding Slovenske železnice, d.o.o. Koleje Mazowieckie - KM sp. z o.o. Szybka Kolej Miejska Sp. z o.o. Warszawska Kolej Dojazdowa Sp. Z.o.o Chem Trans Logistic Holding polska Sa Euronaft Trzebinia Sp. z o.o. Kopalnia Piasku Kuźnica Warężyńska S.A. ORLEN KolTrans Sp. z o.o. Pol-Miedź Trans PCC Rail Szczakowa SA Przedsiębiorstwo Transportu Kolejowego i Gospodarki Kamieniem S.A. w Rybniku Rail Polska Sp. Z.o.o. Jindrichohradecke mistni drahy, a.s. OKD, Doprava, akciova spolecnost Kolejova Doprava a.s. (SD) VIAMONT, public limited company ZD Zeleznice Desna 213 214 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Tav. 4.4 - Riepilogo contatti, invii e risposte Paese Austria Belgio Danimarca Estonia Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lettonia Lussemburgo Paesi Bassi Polonia Portogallo Regno Unito Repubblica Ceca Slovenia Spagna Svezia Ungheria N. contatti 5 1 7 2 1 2 40 1 2 23 1 1 3 11 1 14 5 2 5 3 2 Invii Primo A tutti via posta ordinaria, e-mail e fax con griglia di rilevazione allegata Secondo Via e-mail e fax a tutti, ad esclusione di quegli operatori che hanno risposto (dopo un dichiarando di non poter compilare la griglia di rilevazione per motivi di mese dal scelte aziendali, perché non svolgono trasporto passeggeri regionale (ad es. primo invio) svolgono trasporto merci Risposte negative (non possono compilare e/o svolgono attività diversa): 5 Questionari compilati : 5 132 Fra le 15 aziende rispondenti ne sono state selezionate 10, sulla base dei seguenti criteri: – numerosità e lunghezza delle tratte operate; – numero di treni acquistati; – periodo dell’acquisto non anteriore al 2000; – garanzia della sostanziale aderenza alle tematiche oggetto dell’indagine. 4.4 I risultati dell’indagine: modelli relazionali emergenti L’analisi quantitativa dei risultati dell’indagine è articolata in due macro fasi: a) elaborazione e commento dei risultati riferiti ai singoli operatori esercenti intervistati; b) commento complessivo e confronto tra operatori (v. par. 4.5). L’analisi dei risultati a livello di singolo esercente si articola a sua volta in tre step: 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 215 1. il primo ha lo scopo di indagare sul grado complessivo di intensità della rete relazionale: ossia comprendere in quale misura l’operatore fonda il proprio comportamento d’acquisto su un substrato di rapporti con altri soggetti e con quali di questi l’intensità appare più rilevante (modello di intensità relazionale); 2. il secondo è finalizzato a “qualificare” le forme con cui, a seconda dei diversi stakeholder, le relazioni si manifestano, ovvero a comprendere il modello delle “basi” relazionali che caratterizzano il rapporto tra esercente e soggetti esterni; 3. il terzo ha lo scopo valutare la struttura di potere e di relazioni interne all’organizzazione dell’operatore, che contribuisce insieme a quella esterna alla definizione delle scelte. Modello dell’intensità relazionale L’elaborazione quantitativa dei dati forniti dalle interviste è consistita nella totalizzazione dei punteggi attribuiti dall’intervistato a ciascuno stakeholder (per ognuna delle quattro fasi del processo di acquisto), punteggi ricalcolati in percentuale sui valori teorici massimi totalizzabili. In tal modo si è pervenuti ad una quantificazione “soggettiva” (secondo la percezione dell’intervistato) del concetto di intensità relazionale, riferito sia ad ogni singolo stakeholder sia al sistema relazionale dell’operatore nel suo complesso. La quantificazione dei risultati ha reso possibile la costruzione di un grafico rappresentativo del modello di intensità relazionale, fondato su due parametri: l’intensità complessiva totalizzata dallo stakeholder e l’ampiezza del suo coinvolgimento (numero di fasi del processo in cui esso assume un ruolo di rilievo)23. L’osservazione dei risultati ha consentito di pervenire all’identificazione di alcuni “modelli” di intensità relazionale, differenziati sia in base alla numerosità degli stakeholder coinvolti (quindi forme concentrate o diffuse di relazioni) sia in base alla diversa natura degli stakeholder stessi (soggetti rappresentativi della realtà politico-ammi23 All’interno del grafico esplicativo sono stati presi in considerazione soltanto gli stakeholder di un certo rilievo; nello specifico la soglia quantitativa minima è stata di 15 punti complessivi (su un totale potenziale massimo di 120). Gli stakeholder esclusi dalla rappresentazione grafica sono pertanto attori considerabili effettivamente marginali. 216 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI nistrativa ovvero rientranti nelle istituzioni regolatrici o autorizzatici, o ancora del mercato come aziende fornitrici o associazioni degli utenti). Alcuni dei modelli più ricorrenti sono i seguenti: – il modello “burocratico centrale”: in questo tipo di struttura relazionale si osserva una prevalenza dei ruoli esercitati in forza di legge o di supremazia istituzionale-burocratica da soggetti istituzionalmente connessi all’operatore, e rappresentativi delle istituzioni di governo politico-amministrativo centrale (Ministeri ed altri enti governativi centrali; organismi nazionali di certificazione); – il modello “burocratico locale”: questo modello si distingue dal precedente perché l’esercente è maggiormente connesso con soggetti aventi ruoli istituzionali di governo politico-amministrativo ma di carattere locale (Assessorati regionali, agenzie di mobilità, società pubbliche controllanti) ed a cui è legato da vincoli contrattuali o patrimoniali (controllo societario); – il modello ad “influenza tecnocratica” in cui l’operatore acquirente risente maggiormente dell’influenza di soggetti ad esso vicini per contiguità tecnico-economiche (es. aziende fornitrici, associazioni di categoria delle aziende fornitrici, gestore della rete di trasporto regionale) che contribuiscono ad orientare le scelte di acquisto; – il modello ad “influenza di mercato” nel quale le relazioni più significative sono intrattenute con soggetti espressione dei fabbisogni e delle esigenze del mercato (associazioni degli utenti, ma anche aziende fornitrici e relativi organismi associativi); – quello “polarizzato”, che vede la netta supremazia da parte di un soggetto portatore di interessi, che può, a seconda delle situazioni specifiche, coincidere o con un’istituzione locale o centrale, ovvero con un’impresa fornitrice, o ancora con organismi rappresentativi del mercato; – il modello “burocratico temperato”, in cui al ruolo chiave esercitato da uno o più stakeholder di matrice istituzionale (centrale o locale) si affiancano, attutendone l’influenza, anche altri soggetti capaci di esprimere influenze di peso consistente, ma aventi natura diversa (fornitori, altre imprese esercenti, organismi rappresentativi degli utenti). A titolo di esempio, si può prendere in esame il risultato dell’a- 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 217 nalisi relativa ad una delle società esercenti italiane (Circumvesuviana SpA) operante in Campania, da cui emerge un modello complessivo di influenza definibile “burocratico locale”. Tale definizione nasce dall’analisi della natura degli interlocutori maggiormente coinvolti, insieme agli organi decisionali aziendali, nel processo di acquisto, che risultano essere due: l’Holding di controllo societario EAV (Ente Autonomo Volturno) e l’Assessorato ai Trasporti della Regione Campania e dal relativo sistema di regole e norme in cui si inserisce Circumvesuviana. EAV ha un forte coinvolgimento nelle quattro fasi ad oggetto, l’Assessorato ha un coinvolgimento molto forte nelle prime due fasi (individuazione del fabbisogno quali-quantitativo di rotabili e definizione della copertura finanziaria) e meno significativo nell’ultima (gestione della fornitura). Il grado medio complessivo dell’intensità delle relazioni di Circumvesuviana è alquanto limitato (4,2 su un massimo potenziale di 10). – Posizionamento complessivo degli stakeholder esterni di Circumvesuviana CIRCUMVESUVIANA Potere (P) MODELLO COMPLESSIVO DI INFLUENZA “BUROCRATICO LOCALE” 4 FASI Interesse (I) HOLDING EAV 91 ALLARGATO/AMPIO Influenza (IN) PIIN 3 FASI I ASSESSOR. FORNITORI REGIONALE 62 82 PIIN AMPIEZZA COINVOLGIMENTO 2 FASI I-IN 1 FASE CONCENTRATO PIIN PIIN MINISTERO/ ASS. UTENTI GEST.RETE USTIF 26 33 42 30 BASSA 60 90 INTENSITA’ RELAZIONALE COMPLESSIVA 120 ALTA I numeri misurano la semplice somma dei punteggi attribuiti (ogni stakeholder può ottenere in ciascuna fase un punteggio massimo di 30 per un totale di 120 nelle 4 fasi; graficamente ciascuno stakeholder si considera coinvolto in una o più fasi del processo se ottiene un punteggio complessivo in ciascuna fase per le tre variabili di almeno 15) 218 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Al riguardo, la tipologia di relazione che si viene ad instaurare con questi due stakeholder rientra nella tipologia definita “istituzionale piena” (P-I-IN). La holding EAV e l’Assessorato, infatti, oltre ad esercitare influenza sull’organizzazione del processo e ad avere un interesse specifico rispetto agli esiti, esercitano anche un considerevole potere formale/politico: EAV per quanto riguarda il coordinamento e il monitoraggio delle decisioni di acquisto e del relativo sistema di investimenti della controllata Circumvesuviana e la Regione Campania in quanto delegante dell’acquisto e proprietaria del materiale rotabile acquistato. Il condizionamento degli altri stakeholder, come si evince dal grafico, è circoscritto solo ad una delle fasi del processo di acquisto. Per il gestore della rete ferroviaria (che coincide con il soggetto Circumvesuviana) e il Ministero la fase cruciale di intervento formale è quella della definizione delle specifiche tecniche e la relazione, anche in questo caso, è stata definita “istituzionale piena”; invece per quanto concerne le associazioni degli utenti la fase in cui è più intenso il coinvolgimento è quella dell’individuazione del fabbisogno quali quantitativo di rotabili. La relazione in questo caso, come si evince dai punteggi assegnati, è di “influenza collaborativa” (I-IN), seppur non particolarmente intensa, in quanto sostenuta prevalentemente da convergenza di interessi e dal riconoscimento di un’influenza sostanziale (più che istituzionale o formale) da parte di Circumvesuviana, dovuta a oggettive competenze e capacità di orientamento riconosciute a questa tipologia di stakeholder: Situazione diversa si può apprezzare nel caso della divisione regionale della RENFE (esercente nazionale francese), in cui il grado medio complessivo dell’intensità delle relazioni con gli stakeholders esterni è decisamente apprezzabile (5,1), soprattutto se messo a confronto con il livello di intensità degli stakeholder delle altre aziende europee prese in esame. Il numero degli stakeholder coinvolti non è elevato, tuttavia l’intensità dei rapporti appare decisamente “robusta” in quasi tutte le fasi preliminari del processo; ciò denota senza dubbio l’ampio rilievo riconosciuto agli interlocutori con cui Renfe entra in contatto. Lo stakeholder più importante per Renfe è il gestore della rete (ADIF), che, ad esclusione della fase di individuazione della copertura finanziaria, esercita una forte influenza nelle restanti fasi. Dall’analisi del rapporto si denota la propensione da parte dell’operatore ad avva- 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 219 lersi di questa relazione e del relativo condizionamento in alcune fasi della procedura. Anche il ruolo della Holding di controllo è molto elevato in tutte le fasi. L’Holding soprattutto nella individuazione della copertura finanziaria detiene un notevole potere formale, nonché interesse rispetto agli esiti dell’approvvigionamento. Il potere formale esercitato, sostiene l’azienda, si esplica in un’assidua attività di programmazione e pianificazione del trasporto regionale e ovviamente della sicurezza. La relazione ha una natura istituzionale e collaborativa. Il condizionamento delle Associazioni Utenti e delle aziende fornitrici completano il quadro delle relazioni “di mercato” di Renfe. Il condizionamento delle aziende fornitrici è uniforme e piuttosto intenso in tutte le fasi preliminari l’indizione della gara. Stesso discorso vale per le Associazioni Utenti, che presentano un grado di influenza minore nella fase relativa all’individuazione della copertura finanziaria. Renfe dichiara, in relazione a questo stakeholder, che l’interesse circa la definizione di nuove esigenze di acquisto e sulla qualità dei prodotti in circolazione è molto forte ma allo stesso tempo voluto e cercato da Renfe stessa. Tav. 4.5 - Posizionamento complessivo degli stakeholder esterni di RENFE (Francia) RENFE Potere (P) 4 FASI Interesse (I) MODELLO COMPLESSIVO DI INFLUENZA “TECNOCRATICA” I-IN PIIN I-IN FORNITORI HOLDING 80 89 ALLARGATO/AMPIO Influenza (IN) GEST.RETE ADIF 111 I-IN 3 FASI ASS. UTENTI 76 AMPIEZZA COINVOLGIMENTO 2 FASI PIIN 1 FASE ORGANI DI CERT 34 CONCENTRATO 30 BASSA I numeri misurano la semplice somma dei punteggi attribuiti 60 90 INTENSITA’ RELAZIONALE COMPLESSIVA 120 ALTA 220 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI È significativo notare, in opposizione al modello precedente, la quasi totale assenza di influenza da parte di soggetti politico-istituzionali (locali ma anche centrali). Modello delle basi relazionali L’analisi delle basi relazionali, ovvero dei fattori che sostengono le relazioni tra operatori acquirenti e stakeholder, distingue – come si è detto – tra basi fondate sul potere formale-istituzionale, basi fondate su convergenza di interessi e basi fondate su meccanismi di influenza “sostanziale”, indipendenti quindi da motivazioni di carattere formale. Il diverso mix delle basi (è infatti possibile che queste coesistano in misura più o meno equilibrata) dà luogo alle sette possibili tipologie interpretative descritte nel paragrafo 4.3. L’elaborazione quantitativa dei dati per pervenire a tali valutazioni si è basata anche in questo caso su sistemi di punteggio, attribuiti, per ciascuna fase del processo di acquisto, dall’operatore intervistato ai diversi stakeholder, distinguendo il peso attribuito alle tre basi relazionali (si veda più sopra il dettaglio). Il punto finale di questo step consente di chiarire, per ciascuno stakeholder con cui l’operatore intrattiene rapporti in occasione delle procedure di acquisto di materiale rotabile, non solo il peso della relazione, ma soprattutto la natura della stessa (e dunque i vantaggi e i limiti da essa derivanti). Rispetto ai due casi esemplificativi riportati sopra, emerge (tav. 4.6 3 4.7) una differenza sostanziale anche sul fronte delle basi relazionali, sia nella distribuzione complessiva sia in merito alla loro diversa natura per analoghe tipologie di stakeholder. Tav. 4.6 - Basi dell’intensità relazionale: classificazione per stakeholder (valori percentuali per stakeholder) - Circumvesuviana CIRCUMVESUVIANA Stakeholder EAV (Holding) ASSESS. REGIONALE MINISTERO/USTIF ASSOCIAZIONI UTENTI AZIENDE FORNITRICI ORGANI CERTIFICAZIONE GESTORE RETE (coincide con soggetto) Potere Interesse Influenza Totale Classificazione 31,9 31,7 33,3 23,1 6,5 23,5 36,3 34,1 33,3 42,3 64,5 23,5 31,9 34,1 33,3 34,6 29,0 52,9 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 P-I-IN P-I-IN P-I-IN I-IN I IN 33,3 33,3 33,3 100,0 P-I-IN 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 221 Modello della struttura interna di potere (stakeholder interni) Il profilo del modello di influenza interno evidenzia, come detto, il grado di accentramento o decentramento decisionale che caratterizza l’ambiente manageriale interno all’operatore acquirente, ed in particolare identifica i soggetti che assumono ruoli chiave nel processo stesso. Il modello evidenzia in particolare la natura del processo di influenza, considerando i tre ruoli principali che i componenti dell’organizzazione possono assumere: quello di decisore (D), di autorizzatore (A), di influenzatore (I), e tenendo conto, anche in questo caso, delle eventuali differenziazioni emergenti a seconda della fase del processo decisionale. Nella tavola seguente viene presentato il risultato emerso dall’analisi in Circumvesuviana. Dalla griglia emerge in questo caso il ruolo decisamente dominante del Vertice Strategico (Consiglio di Amministrazione e Direzione Generale), che appare esercitare, nell’ambito della procedura di acquisto analizzata, un potere complessivo interno di notevole peso (143/ 1680). In questo caso il ruolo è prevalentemente quello di autorizzatore di decisioni, ma anche di influenzatore, quando contribuisce ad inTav. 4.7 - Basi dell’intensità relazionale: classificazione per stakeholder (valori percentuali per stakeholder) - Renfe RENFE Potere Interesse Influenza Totale Classificazione Stakeholder HOLDING di CONTROLLO MINISTERO ASSOCIAZIONI UTENTI AZIENDE FORNITRICI ORGANI CERTIFICAZIONE GESTORE RETE (ADIF) 32,6 33,3 5,3 5,0 29,4 27,9 33,7 33,3 47,4 50,00 35,3 36,0 33,7 33,3 47,4 45,0 35,3 36,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 P-I-IN P-I-IN I-IN I-IN P-I-IN I-IN Parametri (soglie) per la classificazione P-I-IN Tutti e tre tra 25% e 40% P-I / P-IN / I-IN Due tra 36% e 49% P / I / IN Almeno uno oltre 50% Classificazione delle Tipologie di relazione P-I-IN Istituzionale piena P-I Istituzionale collaborativa P-IN Influenza istituzionale I-IN Influenza collaborativa P Istituzionale subita IN Influenza non istituzionale I Collaborativa Indiv. Fabbis. Cop. Fin. Spec. Tecn. Spec. Ammin. Indizione gara Gestione gara Gestione rapporti fornitori Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6 Fase 7 10 53 143 6 41 8 8 5 8 10 A 10 49 I 1 1 1 6 6 8 23 77 1 1 1 10 8 8 29 6 25 1 1 1 8 8 Responsabile acquisti D A I 10 10 5 8 10 8 8 5 8 6 A 3 3 3 24 22 0 22 77 26 26 15 24 26 0 26 143 1 30 80 8 1 8 6 6 A 6 36 8 4 6 6 6 I 1 18 1 8 1 6 1 1 18 54 1 8 1 6 1 1 18 1 8 1 6 1 Direzione investimenti D A I 1 14 6 1 4 1 1 D Direzione esercizio 3 24 3 18 3 0 3 54 8 80 22 6 18 13 13 8 28 121 1 1 6 6 6 A I 10 48 8 6 8 8 8 1 6 1 1 1 1 1 1 6 25 1 1 1 1 1 1 13 1 1 8 1 1 Sindacati aziendali D A I 10 45 8 1 10 8 8 D Direzione trasporti N.B.: Il Responsabile Officina Manutenzioni coincide con la Direzione trasporti e gli Organismi di Certificazione risultano assenti. Indiv. Fabbis. Cop. Fin. Spec. Tecn. Spec. Ammin. Indizione gara Gestione gara Gestione rapporti fornitori Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6 Fase 7 D Vertice strategico Tav. 4.8 - Analisi del ruolo degli stakeholder interni all’impresa ferroviaria Circumvesuviana SpA 3 3 10 3 3 0 3 25 28 121 17 8 24 22 22 222 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 223 dirizzare le linee generali tecnico-economiche a monte e durante il processo di fornitura. Tale rilevanza è condivisa soprattutto con due altre aree direzionali interne: la Direzione Esercizio e la Direzione Trasporti. Quest’ultima, in particolare, è l’unica a totalizzare (secondo la scala quantitativa impiegata nella rilevazione) un punteggio complessivo non lontano da quello del vertice aziendale (121/1680), in quanto interviene in misura consistente su quasi tutte le fasi cruciali del processo di acquisto, ed esercita il proprio ruolo centrale in quella successiva alla conclusione della gara, ovvero di relazione diretta con i fornitori assegnatari. 4.5 Confronti e considerazioni conclusive La lettura trasversale dei risultati emersi dalle rilevazioni effettuate per ciascun operatore consente di giungere ad un quadro interpretativo complessivo dell’assetto e delle dinamiche dei network analizzati, sia per rilevare gli aspetti di differenziazione/omogeneità riscontrati, sia per collegare i caratteri dei modelli relazionali alla natura ed al profilo dei diversi operatori presi in esame. È importante sottolineare che la metodologia seguita si basa su rilevazioni riferite (per ciascun operatore) alla storia di una specifica esperienza di approvvigionamento di materiale rotabile: ciò è dipeso da una scelta metodologica che ha privilegiato l’approfondimento e l’accuratezza delle rilevazioni, che sarebbe stata fortemente compromessa in ipotesi di un riferimento generico e ritenuto “medio” o “rappresentativo” dal singolo intervistato. Ciò non consente, ovviamente, una generalizzazione meccanica dei risultati (che appunto possono viceversa dipendere anche dal contesto storico della singola procedura oggetto di analisi); tuttavia si può ritenere che, a prescindere dalle specificità dei singoli “episodi” analizzati, possa esistere nei diversi network in cui gli operatori si muovono un’impronta di sfondo che caratterizza il network e le sue modalità di funzionamento. Sulla base di questa premessa, l’analisi trasversale si concentra sulle tre dimensioni utilizzate per l’esame delle singole realtà, ovvero: – i modelli di intensità relazionale complessiva; – i modelli delle basi relazionali; – i modelli organizzativi interni. 224 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Dall’analisi dettagliata dei casi è emerso che l’acquisto del materiale rotabile può costituire per gli operatori ferrotranviari regionali europei, quali essi siano e dovunque essi operino, un’importante e spesso irripetibile occasione per utilizzare e rafforzare fitte reti di relazioni che ciascuno di essi intesse con l’ambiente circostante. Ciò si potrebbe tradurre infatti sia in un affinamento e (laddove possibile) un’ottimizzazione dei processi decisionali di acquisto (condizioni tecniche, economico-finanziarie, di risposta alle esigenze del mercato) sia in un arricchimento della trama di rapporti sociali tra imprese, di grande utilità per la valorizzazione ed il consolidamento delle competenze organizzative nonché per lo scambio e l’aggiornamento delle conoscenze. I casi registrati permettono di verificare che le reti relazionali rispondono a questa esigenza nella misura in cui la loro strutturazione e modalità di funzionamento si traduce in flussi di “valore aggiunto” utilizzabile dagli operatori (gli esercenti il servizio) per migliorare i processi decisionali di acquisto, compatibilmente con le loro logiche organizzative interne ed i loro profili culturali e manageriali. Allo stesso tempo, tuttavia, i casi svelano l’esistenza di una certa varietà di modelli, tipologie e modalità di funzionamento a seconda dei caratteri dei singoli operatori di volta in volta considerati e della natura dei singoli acquisti programmati. Per fornire un quadro interpretativo trasversale dei dieci casi analizzati, si ritiene utile fare riferimento ad alcuni aspetti che aiutano a descrivere nella loro generalità i sistemi relazionali indagati ed il modo in cui le imprese appaiono affrontarli. Il primo di questi è l’ampiezza della rete relazionale, ovvero il numero di relazioni intrattenute con una quantità più o meno ampia di soggetti (stakeholder). Un altro importante elemento discriminante è l’intensità dei rapporti che prendono corpo nella rete, concetto che ha guidato gran parte delle analisi individuali dei singoli casi. Un ulteriore elemento di riflessione, utile soprattutto a determinare il grado di omogeneità/varietà dei casi, è costituito dal profilo qualitativo del sistema relazionale, profilo che, come è stato dettagliatamente illustrato e verificato nel precedente paragrafo, dà luogo a veri e propri modelli reticolari diversi, in cui non solo cambia la densità e l’intensità delle relazioni, ma dove è altresì possibile riscontrare una 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 225 notevole eterogeneità nelle tipologie di soggetti coinvolti, sia nell’influenza da questi esercitata sull’acquirente nell’assunzione delle diverse decisioni chiave, sia nel grado di maggiore o minore formalizzazione/istituzionalizzazione nella partecipazione al processo stesso. In particolare si ritiene che elemento distintivo per differenziare i modelli sia la “distanza” organizzativa dei diversi stakeholder dall’azienda acquirente24. La “centralità” dei vari stakeholder nel network non appare infatti uniforme, bensì soggetta a svariate posizioni, che in qualche caso offrono interessanti ed originali spunti di riflessione. L’insieme di questi elementi chiave conduce all’individuazione di modelli relazionali che sono più avanti discussi e che aiutano a fornire un quadro interpretativo complessivo dei sistemi aziendali esaminati. a) ampiezza della rete relazionale Guardando all’ampiezza (o estensione) del tessuto relazionale dei singoli operatori, si può rilevare come questa non sia omogenea nelle diverse aziende, ed oscilli anzi in misura molto consistente. Per offrire una rappresentazione indicativa del fenomeno, si può ricorrere alla quantificazione delle relazioni (in termini di punteggi) fornita di responsabili aziendali intervistati. La somma dei valori indicati da ciascun operatore può costituire infatti una misurazione indiretta dell’ampiezza delle relazioni intrattenute dal soggetto acquirente. Tav. 4.9 - Ampiezza e intensità relazionale delle aziende esercenti DB Regio Germania Le Nord Italia Sepsa Italia NIR Irlanda OSE Grecia SNCB Belgio Abellio Germania FER Italia Circumvesuviana Italia VR Group Finlandia Syntus Olanda Trenitalia Italia Metrocampania Italia Renfe Spagna Ampiezza 251 257 282 283 296 302 302 348 353 361 Intensità 0,190 0,306 0,460 0,393 0,411 0,229 0,229 0,414 0,420 0,339 371 398 429 429 0,386 0,474 0,447 0,596 N.B. I punteggi sono ricavati dalla sommatoria dei punti attribuiti a tutti gli stakeholder citati dai singoli operatoti intervistati. 24 Si veda più avanti al punto c). 226 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Osservando i dati, può dirsi che complessivamente l’estensione assoluta delle relazioni con gli stakeholder delle imprese esercenti non appare particolarmente consistente25. Dal grafico è altresì evidente come tale caratteristica non sia omogenea tra le imprese considerate, oscillando essa quasi del doppio tra il caso in cui è più contenuta (DB Regio - Germania) e quelli dove invece è massima (Renfe - Spagna e Metrocampania – Italia). Ciò è segnale dell’esistenza di una diversa propensione delle imprese ad utilizzare le reti relazionali in occasione dei processi di acquisto di materiale rotabile e la diversa capacità organizzativa e manageriale ad intrattenere tali relazioni26. Fig. 4.1 - Le aziende esercenti per valori crescenti di ampiezza relazionale Ampiezza relazionale (totale casi) 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 Ita lia la O S yn tu s Fi up ro G R V M et ro ca m a nd di an nl a an vi su ve um irc C Tr en ita lia a lia Ita Ita lia FE R ia lli o G er m an B el gi o be A a ci re O S E G Irl IR N S N C B da an Ita lia Ita lia Le N or d an m er G io eg R B D S ep sa ia - b) intensità delle relazioni Il parametro definito come “intensità” delle relazioni può aiutare a descrivere meglio il fenomeno; in tal caso si considera la valenza attribuita a ciascuna relazione in termini di importanza e consistenza di contenuti27. L’intensità relazionale può altresì essere letta come indica25 Per interpretare i dati, è opportuno considerare che il valore massimo accumulabile sarebbe stato pari a 1440 per azienda. Essendo 14 le aziende, il punteggio massimo complessivo del set considerato, avrebbe potuto raggiungere il valore di 20.160. Si riscontra invece che la dimensione rappresentativa del fenomeno “ampiezza” della rete è complessivamente pari a 4.661, un valore pari a circa il 23% del massimo conseguibile. 26 Su questo aspetto si veda oltre al punto d). 27 In questo caso si è considerato il rapporto tra il punteggio totalizzato e il valore massimo che teoricamente era possibile conseguire (il valore massimo è va- 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 227 tore del grado di “decentramento” del processo decisionale all’esterno dei confini organizzativi delle aziende. Un’elevata intensità denota infatti un rilievo consistente riconosciuto agli stakeholder esterni nel partecipare alle fasi del processo decisionale (nelle vesti di influenzatori o di detentori di potere formale, e così via). Gli operatori, anche sotto questo aspetto, presentano un’accentuata differenziazione (l’indice di riferimento varia infatti da un minimo di 0,190 (DB Regio - Germania) a un massimo di 0,596 di Renfe - Spagna, con un valore medio di 0,378. Fig. 4.2 - Le aziende esercenti per intensità relazionale 0,700 0,600 0,500 0,400 0,300 0,200 0,100 Ita lia Tr en ita lia Ita lia Re nf e Sp ag na Se ps a SE G re ci a Irl an da O NI R FE Ci rc R um Ita ve lia su via n a M Ita et ro lia ca m pa ni a Ita lia DB Re gi o G er m an ia SN CB Be lg Ab io el lio G er m an ia Le No r VR d Ita G lia ro up Fi nl an di a Sy nt us O la nd a 0,000 La coincidenza tra gli operatori posti agli estremi delle due scale (ampiezza e intensità relazionale) non deve far ritenere che i due fenomeni siano tra loro necessariamente correlati, pur se nell’insieme questo legame sembra sussistere (indice pari a 0,679). Si osservano infatti diversi casi in cui ad un valore elevato di un carattere corrispondono valori bassi dell’altro. Ciò sta a significare che nel processo di acquisto gli operatori si avvalgono del rapporto con soggetti esterni in misura maggiore o minore, ma l’intensità reale delle relazioni che si vengono ad instaurare non sono assolutamente omogenee e necessariamente dipendenti dalla dimensione della rete relazionale (numerosità di relazioni). riabile in questo caso in quanto dipendente dalla quantità di stakeholder effettivamente richiamati da ogni azienda intervistata). Il rapporto è un indice che varia da 0 a 1. 228 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Fig. 4.3 - Posizionamento delle aziende esercenti per ampiezza e intensità relazionale g p p Ampiezza e intensità relazionale (totale casi ) 0,700 Media Intensità relazioni 0,600 Ristretta ma intensa 0,500 0,400 Estesa e intensa Media 0,300 Estesa ma debole Ristretta e debole 0,200 0,100 0,000 - 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 Ampiezza relazioni In particolare sono osservabili i casi di reti relazionali poco dense (ampiezza bassa), quindi con un limitato numero di relazioni, ma con elevata intensità (quadrante in alto a sinistra nel grafico): si possono citare a riguardo Sepsa e Le Nord (Italia) e NIR (Irlanda): queste tipologie possono essere sintetizzate in una forma di modello decisionale “decentrato” verso l’esterno in termini di peso dei referenti esterni, ma polarizzato su pochi partner. Dall’altro lato si osservano i casi di Syntus (Olanda) e VR Group (Finlandia) per i quali, all’interno di reti relazionali alquanto “affollate”, si registrano rapporti di intensità contenuta (quadrante in basso a destra). Gli operatori, in queste circostanze, sono maggiormente proiettati verso un modello di fatto accentrato, in cui cioè le relazioni, sebbene numerose, si rivelano “deboli” nella sostanza. Nelle restanti aziende (quadranti in basso a sinistra e in alto a destra) c’è notevole correlazione tra ampiezza e intensità delle relazioni: a reti dense corrispondono relazioni intense; a reti “rarefatte” corrispondono relazioni deboli. c) distanza organizzativa degli stakeholder esterni Nei rapporti con i singoli stakeholder gli operatori ferrotranviari mostrano altresì orientamenti non omogenei. Questo aspetto può essere rappresentato dal concetto di “distanza” relazionale, che esprime ap- 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 229 Fig. 4.4 - Principali stakeholder presenti nelle reti relazionali delle aziende esercenti (totale campione) AGENZIA MOBILITA’ GESTORE RETE ASSESS. REGION ALE ASSOCIAZ. FORNITORI FORNITORI HOLDING ALTRI ESERCEN TI ACQUIRENTE MINISTERO ORGAN. CERTIF. ASSOC. UTENTI INTERMEDIARI FINANZ . punto il diverso grado e intensità delle relazioni instaurate a favore di alcune tipologie di stakeholder rispetto ad altre. Il sociogramma illustra che il referente con cui si intessono rapporti di gran lunga più intensi è la società proprietaria dell’azienda esercente (holding). Per le aziende italiane Circumvesuviana, Metrocampania, Sepsa, la greca OSE, l’irlandese NIR e la finlandese VG la holding occupa il primo posto nella rete di relazioni e influenze. ViceTav. 4.10 - Ampiezza delle relazioni per tipo di stakeholder (totale campione) Stakeholder HOLDING GESTORE RETE AZIENDE FORNITRICI ASSESS. REG. ORGAN.CERTIF. ASS.UTENTI MINISTERO AGENZIA MOBILITA' INTERMEDIARI FINANZIARI ALTRE IMPR. FERR. ASS.AZ. FORNITRICI altri stakeholders totale (punteggi cumulati) 812 672 647 571 448 386 364 331 166 152 91 22 4662 230 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI versa ha scarsa influenza nei casi della belga SNBC e della tedesca DB Regio. Il secondo livello di influenza è invece detenuto da soggetti con cui gli operatori sono strettamente legati da rapporti contrattuali più che proprietari: il gestore della rete ferroviaria ed i fornitori di materiale rotabile. Nel primo caso (gestore) la relazione si incentra soprattutto sulla definizione dei fabbisogni a monte della procedura di programmazione dell’acquisto (costituisce il più importante stakeholder per la spagnola Renfe e l’olandese Syntus), mentre con le industrie fornitrici è la definizione delle specifiche tecniche che rappresenta l’area di maggiore cooperazione. Per la società belga SNBC i fornitori hanno occupato la prima posizione tra i principali referenti del processo di acquisto analizzato. Il livello successivo è dominato da soggetti aventi prevalentemente un ruolo politico-amministrativo, principalmente a livello locale (Assessorati regionali ai Trasporti), posti ai vertici delle graduatorie per le italiane FER e Le Nord e per la tedesca DB Regio. Le strutture politico-amministrative centrali (Ministeri dei trasporti) sono viceversa considerate ad un livello di coinvolgimento inferiore (in nessun caso al primo posto delle graduatorie), laddove un peso rilevante assumono gli organismi centrali di certificazione, che costituiscono in qualche modo l’espressione tecnocratica del potere regolamentare centrale. Nei casi esaminati i rapporti di influenza con i soggetti esterni si distribuiscono (nel complesso) in maniera abbastanza equilibrata nelle diverse fasi che costituiscono le procedure di acquisto. Fig. 4.5 - Distribuzione dell’intensità relazionale fra le macro-fasi delle procedure di acquisto (totale campione) Intensità relazionale nelle fasi delle procedure d'acquisto Specifiche Amministrative 20% Specifiche Tecniche 29% Indiv. Fabbisogni 31% Copertura Finanziaria 20% 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 231 La necessità (o in alcuni casi il vincolo) di sottoporre le decisioni al consenso o comunque alla verifica da parte di organismi esterni all’azienda emerge principalmente nelle fasi a monte di definizione dei fabbisogni di trasporto locale, che conducono alla definizione delle tipologie, quantità e dimensioni economiche degli acquisti da effettuare. In tale contesto il flusso relazionale rappresenta il 31% di quello complessivo (intera procedura). Ciò non toglie comunque che un’intensa rete di relazioni sia finalizzata a perfezionare anche le fasi successive dei processi decisionali: quella della definizione delle specifiche tecniche (29% dell’intensità relazionale complessiva) finalizzate alla redazione dei capitolati tecnici, e quelle non meno importanti (20% ciascuna) della individuazione e reperimento delle fonti di finanziamento degli acquisti, e della definizione delle specifiche amministrative per la gestione delle gare di acquisto e degli altri elementi contrattuali. d) modelli di sintesi Nel loro insieme le diverse tipologie dell’intensità relazionale possono essere sintetizzate (secondo i criteri esposti nel paragrafo 4.3) in pochi modelli rappresentativi, fondati sulla prevalenza di alcune linee relazionali maggiormente caratterizzanti: – una linea di caratterizzazione “burocratico-societaria” (relazioni orientate verso soggetti politico-istituzionali come assessorati, agenzie di mobilità, ministeri, organi di certificazione ma anche società collegate da rapporti patrimoniali come holding di riferimento); – una linea di caratterizzazione “tecnocratica” (relazioni incentrate prevalentemente su soggetti connessi per omogeneità di natura gestionale e tecnologica come gestori della rete di trasporto, altre imprese esercenti); – una linea di caratterizzazione “di mercato” (relazioni principali tenute con fornitori, stakeholder rappresentativi degli interessi dei consumatori, intermediari finanziari). Le tre tipologie sono distinguibili, al loro interno, in forme “polarizzate” o “temperate” a seconda che la dominanza dei diversi tipi di stakeholder sia pressoché assoluta rispetto agli altri o viceversa solo parziale. Nel grafico (fig. 4.6) si può apprezzare in maniera sintetica quanto è emerso. I modelli polarizzati sono individuati all’interno della linea della 232 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Fig. 4.6 - Posizionamento delle aziende esercenti per tipologie dei modelli relazionali adottati DOMINANZA BUROCRATICA LOCALE CENTRALE temperato Circumvesuviana – I Metrocampania – I SEPSA – Trenitalia – I FER - I DB Regio – D VR – Finl. Le Nord - I polarizzato OSE – Grecia Syntus – Ol Renfe - E NIR - Irl DOMINANZA TECNOCRATICA temperato Abellio – D SNBC - B temperato DOMINANZA DI MERCATO dominanza burocratica ed in quella della dominanza tecnocratica. La prima è presente in cinque aziende, tutte quante italiane: Circumvesuviana, Metrocampania, SEPSA, Trenitalia, FER. In tutte emerge con particolare enfasi la dipendenza decisionale da soggetti istituzionali, tra cui spiccano gli Assessorati Regionali ai Trasporti. Data la concentrazione di questi casi in una stessa regione (la Campania), è da ritenersi che il profilo relazionale caratterizzante possa essere anche dovuto, più che solo ad una scelta aziendale, al ruolo particolarmente accentuato giocato sul piano politico-amministrativo dalla struttura di governo regionale nei confronti delle aziende ferroviarie. Questa ipotesi può in parte essere rafforzata dal fatto che l’unico altro esercente non operante in Campania presenta caratterizzazioni diverse. Il modello a dominanza tecnocratica è rilevabile in tre aziende di diversa origine nazionale (OSE - Grecia, Renfe - Spagna e Syntus Olanda). In queste si osserva una prevalenza ricorrente del Gestore della Rete come punto di riferimento centrale nelle procedure di acquisto: un ruolo che si accompagna a quello delle aziende capogruppo (ad esclusione del caso Trenitalia) le quali sembrano conservare una significativa capacità di influenza su alcune delle fasi cruciali (soprat- 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 233 tutto quella programmatica di definizione dei fabbisogni di acquisto e quella di ricerca dei finanziamenti). Accanto a questi due modelli caratterizzati più nettamente da una particolare dominanza (polarizzati), se ne individuano altri tre, nei quali è osservabile una più ampia ed equilibrata partecipazione di diversi stakeholder, nessuno dei quali appare emergere in maniera forte sugli altri. I primi due si collocano sulla linea della (relativa) dominanza tecnocratica: uno (NIR - Irlanda) vede un ruolo discretamente forte del Gestore della Rete e degli Organi di Certificazione; un altro comprende situazioni intermedie, in cui al Gestore della Rete si accompagnano altri soggetti di matrice “burocratica” (Assessorato Regionale, Agenzia Regionale, holding): le aziende sono DB Regio tedesca, VR Finlandese, e l’italiana Le Nord. Infine un modello (anche questo alquanto debole in termini di grado di dominanza) comprende l’Abellio tedesca e la belga SNBC, nelle quali i soggetti esterni che sembrano influenzare maggiormente i processi di acquisto non provengono né dal settore politico-amministrativo né da quello dei soggetti tecnologicamente connessi (gestori reti), ma dal mondo del “mercato”, in particolare gli intermediari finanziari ed i fornitori. Va detto, tuttavia, che tale prevalenza è in realtà molto tenue, sia per il suo valore assoluto sia perché risulta temperata dal ruolo di altri stakeholder (Assessorati, organismi di certificazione, Ministero). Nelle strutture relazionali analizzate, che come si vede si muovono su formule differenziate ma limitate a poche e ben distinguibili tipologie, è interessante rilevare in conclusione anche l’aspetto delle “basi” di sostegno delle relazioni, che, come si è potuto vedere nelle analisi di dettaglio, possono farsi risalire a tre dimensioni: potere formale, interesse a collaborare ed influenza sostanziale. La diversa combinazione delle tre descrive sette possibili modelli richiamati in dettaglio nel paragrafo 4.328. 28 Si riporta qui per comodità lo schema proposto nel paragrafo 3.3. Classificazione delleTipologie di relazione P-I-IN Istituzionale piena P-I Istituzionale collaborativa P-IN Influenza istituzionale I-IN Influenza collaborativa P Istituzionale subita IN Influenza non istituzionale I Collaborativa 234 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Tav. 4.11 - Gli stakeholder nelle reti relazionali istituzionali delle aziende esercenti Principali stakeholder e tipi di basi relazionali Circumvesuviana - Italia Metrocampania - Italia SEPSA - Italia Trenitalia - Italia FER - Italia Le Nord - Italia NIR - Irlanda Abellio - Germania Holding P-I-IN Holding P-I-IN Holding P-I-IN Holding P-I-IN Holding P-I-IN Assessorato P-I-IN Gestore Rete P-I-IN Intermed. Finanz. P-I-IN Assessorato Reg. P-I-IN Assessorato Reg. P-I-IN Assessorato Reg. P-I-IN Assessorato Reg. P-I-IN Assessorato Reg. P-I-IN Gestore Rete P-I-IN Relazione Istituzionale piena Istituzionale piena Istituzionale piena Istituzionale piena Istituzionale piena Istituzionale piena Istituzionale piena Istituzionale piena Ricostruendo un quadro di insieme anche su questo aspetto, e focalizzandolo sugli stakeholder principali, si può certamente ritenere che il modello prevalente sia quello della relazione “istituzionale piena”, nella quale cioè non si ravvisa la prevalenza di una o l’altra delle tre dimensioni, ma in cui esse appaiono ugualmente miscelate nello svilupparsi della relazione (P-I-IN). Questa condizione si ritrova in diversi casi (gran parte dei quali di matrice italiana); anche negli altri è possibile riscontrare questa situazione, pur se limitata ad uno soltanto dei principali stakeholder. Tav. 4.12 - Gli stakeholder nelle reti relazionali miste delle aziende esercenti Principali stakeholder e tipi di basi relazionali Relazione Syntus - Olanda Renfe - Spagna OSE - Gracia DB Regio - Germania VR - Finlandia Holding P-I-IN Holding P-I-IN Holding P-I-IN Assessorato I-IN Holding P-I-IN SNBC - Belgio. Fornitori I Gestore Rete I Gestore Rete I-IN Gestore Rete I-IN Gestore Rete P-I-IN Gestore Rete I-IN Agenzia Reg. I Burocratico-tecnocratico Tecnocratico-burocratico Tecnocratico-burocratico Temperato burocratico-di mercato Temperato burocratico-di mercato Temperato di mercato In questi contesti le relazioni principali trovano una soddisfacente equilibrio tra la componente del potere “formale” e quelle di una più sentita legittimazione dello stakeholder dovuta sia a convergenza di interessi congiunti sia al riconoscimento di concrete capacità, competenze ed altri elementi che ne rendono desiderabile la partecipazione (anche indiretta) al processo decisionale. Potrebbe interpretarsi in qual- 235 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI che modo come una condizione di maturità ed equilibrata autonomia in contesti decisionali complessi e comunque alquanto vincolati. Negli altri casi le aziende mostrano di orientarsi con maggiore frequenza verso relazioni la cui base di sostegno risale a convergenza di interessi comuni (I) unita talvolta al riconoscimento di un’autorevolezza sostanziale (non già formale) dello stakeholder. In conclusione si può affermare che, in un quadro complessivo di intensità relazionale non particolarmente intenso in nessuna realtà aziendale osservata, le imprese ferroviarie operanti il servizio regionale evidenziano, all’atto della realizzazione di processi di acquisto di materiale rotabile, una prevalente dipendenza-influenza rispetto alle strutture politico-amministrative cui fanno riferimento, mentre meno accentuata è la densità del dialogo con la componente esterna tecnologica e di mercato. e) rete interna e decentramento Tale ultima osservazione può essere accompagnata ad alcune ulteriori indicazioni attinenti alla dinamica organizzativa dei processi di acquisto, ovvero al modo in cui la rete interna (soggetti chiave operanti dentro alla struttura) si muove e assume ruoli più o meno determinanti. Come si è visto nella disamina dei singoli casi, il grado di accentramento/decentramento dei processi decisionali nelle loro diverse fasi non può dirsi omogeneamente caratterizzato; così anche il livello di coinvolgimento delle diverse funzioni aziendali. La lettura sintetica di tali risultanze lo esprime alquanto chiaramente29. Tav. 4.13 - Intensità della partecipazione decisionale degli stakeholder interni OPERATORE DB Regio Germania Le Nord Italia Sepsa Italia NIR Irlanda OSE Grecia SNCB Belgio Abellio Germania FER Italia Circumvesuviana Italia VR Group Finlandia Syntus Olanda Trenitalia Italia Metrocampania Italia Renfe Spagna TOTALE CAMPIONE Incidenza % VERTICE ESERCIZIO TRASPORTO 118 33 4 128 79 4 21 174 129 147 128 assente 69 40 57 204 assente assente 105 47 4 119 40 assente 143 80 121 92 91 89 173 125 115 162 147 123 159 182 147 139 131 110 1779 1297 903 28,67 20,90 14,55 ACQUISTI assente assente assente FUNZIONI MANUTENZ 49 13 assente 126 63 assente assente assente 77 assente 102 assente 121 INVESTIM SINDACATI ORG. CERTIF. 128 119 14 61 35 84 24 68 assente 21 assente 12 151 54 93 assente assente 64 assente 105 123 assente assente 612 428 667 9,86 6,90 10,75 15 6 52 37 21 21 3 8 25 assente assente assente assente assente 21 assente assente assente assente 38 39 28 31 assente 324 5,22 44 70 60 195 3,14 29 La qualificazione del grado di accentramento deriva dalla valutazione degli intervistati al peso dei diversi organi aziendali secondo una metrica predefinita. 236 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Nell’insieme del gruppo di aziende analizzato un ruolo centrale nella definizione del processo d’acquisto di materiale rotabile è da ascriversi al vertice aziendale e alla direzione esercizio. In molti casi, tuttavia, si riscontra l’intervento determinante di altre funzioni, in primo luogo la direzione trasporto, ma anche, seppur con una certa distanza, e limitatamente ad alcuni casi specifici, la direzione investimenti. Scarso è invece il peso della funzione acquisti, assente del resto in molte organizzazioni in quanto accorpata in altre aree funzionali, così come quello dell’area manutentiva. Sindacati ed organi di certificazione interni sembrano ricoprire altresì ruoli molto marginali. Fig. 4.7 - Fasi principali di impegno dell’attività degli stakeholder interni nel processo di acquisto Individuazione Fabbisogni 18,49 17,86 SpecificheTecniche Specifiche Amministrative 15,52 Gestione rapporti fornitori 15,14 13,98 Indizione gara Copertura finanziaria 12,12 6,90 Gestione gara 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 12,00 14,00 16,00 18,00 20,00 Nel grafico sono indicate le fasi delle procedure di acquisto nelle quali sono impegnati in misura maggiore gli organi della struttura interna. Come si è accennato, ai primi posti si pongono le attività di carattere strategico (individuazione dei fabbisogni di mobilità e di acquisizione di nuovo materiale rotabile), ma subito dopo queste assume grande centralità lo studio e la definizione delle specifiche tecniche e di quelle amministrative. La gestione delle gare, viceversa, è una delle fasi in cui la struttura interna risulta meno direttamente coinvolta (affidamento a commissioni a composizione mista). 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 237 Il prevalente peso dell’alta direzione (CdA, Amministratore delegato, Direzione Generale) non implica tuttavia una netta e generica valutazione di accentramento decisionale. Per poter valutare questo aspetto è infatti necessario considerare i diversi pesi relativi attribuiti all’area del vertice strategico, in rapporto a quelli riservati a tutte le altre aree funzionali delle aziende. Sulla base di queste risultanze (v. tav. 4.14) il gruppo di aziende si ripartisce in equa misura fra imprese più accentrate (in cui il peso relativo del vertice supera quello medio) ed imprese relativamente più decentrate (pero inferiore alla media). Tav. 4.14 - Accentramento decisionale (peso del vertice strategico) e intensità relazionale esterna nei processi di acquisto del materiale rotabile OPERATORE SNCB Belgio Abellio Germania Le Nord Italia FER Italia DB Regio Germania Syntus Olanda MEDIA CAMPIONE Circumvesuviana Italia Metrocampania Italia Renfe Spagna NIR Irlanda OSE Grecia Trenitalia Italia VR Group Finlandia Sepsa Italia Peso % del Vertice Strategico 64,97 58,33 36,68 36,06 34,01 30,95 28,67 28,60 27,60 26,03 25,21 22,33 21,12 19,70 5,38 INTENSITA' RELAZIONALE 0,229 0,229 0,306 0,414 0,190 0,386 0,378 0,420 0,447 0,596 0,393 0,411 0,474 0,339 0,460 Anche le diverse fasi attraversate dal processo di acquisto di materiale rotabile mostrano gradi di accentramento decisionale non omogenei: la ricerca delle modalità di finanziamento delle operazioni di acquisto è quella che maggiormente vede coinvolto il vertice strategico delle aziende, seguita da quella dell’indizione delle gare e della loro gestione (accentramento). Viceversa altri aspetti, in verità rilevanti, come quelli relativi alla definizione delle specifiche tecniche o alla gestione dei rapporti con i fornitori affidatari, all’individuazione dei fabbisogni in ordine agli acquisti da programmare e la definizione delle specifiche amministrative presentano un maggior coinvolgimento dei vari organi funzionali e dunque un grado di decentramento relativamente più ampio (v. fig. 4.8). 238 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI Fig. 4.8 - Grado di accentramento organizzativo interno nelle fasi del processo di acquisto Copertura finanziaria 37,14 Indizione gara 32,31 Gestione gara 30,65 Specifiche Amministrative 28,48 Individuazione Fabbisogni 28,12 Gestione rapporti fornitori 26,05 SpecificheTecniche Media 20,12 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 30,00 35,00 40,00 Incrociando il dato dell’accentramento con quello dell’intensità relazionale esterna analizzato in precedenza, la distribuzione delle imprese si presenta variegata, ma evidenzia una interessante linea di tendenza. Fig. 4.9 - Posizionamento delle aziende esercenti per grado di accentramento decisionale interno e intensità delle reti relazionali esterne Accentramento interno 70,00 Media 60,00 50,00 Accentrate – Rete debole Accentrate – Rete intensa 40,00 30,00 Media 20,00 10,00 0,00 0,000 Decentrate – Rete intensa Decentrate – Rete debole 0,100 0,200 0,300 0,400 0,500 0,600 0,700 Intensità relazionale esterna Si riscontra infatti un accentuato grado di correlazione inversa tra il livello di intensità relazionale e l’accentramento decisionale interno: ciò significa che nelle imprese considerate, al decentramento decisio- 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 239 nale interno si affianca una maggiore propensione per la cura dei rapporti con gli stakeholder esterni e, in senso opposto, le imprese più accentrate mostrano una minore intensità dei rapporti con interlocutori esterni. In altre parole la condivisione decisionale interna è connessa a quella esterna. Il gruppo di imprese italiane si colloca in maniera netta in questa linea di tendenza ed in particolare mostra elevati gradi di decentramento interno ed intensità relazionale esterna; analogamente tra le straniere vi sono alcune divisioni regionali di gruppi ferroviari nazionali (Renfe, OSE, NIR, VR). Sebbene l’esiguità dei casi osservati e la non rappresentatività del campione non consentano di avanzare ipotesi di generalizzazione di tale corrispondenza, è tuttavia possibile provare ad interpretarla alla luce di alcune considerazioni. In primo luogo va osservato che la possibilità di intrattenere relazioni forti con l’esterno richiede alle aziende risorse dedicate, alquanto differenziate culturalmente fra loro e sufficientemente responsabilizzate, caratteristiche queste più di organizzazioni decentrate che non accentrate. È in questo modo che il sistema di relazioni diventa produttivo per gli interessi dell’organizzazione, perché viene a presidiare un flusso di informazioni-conoscenze-rapporti sociali spendibili nelle diverse fasi decisionali e condivise tra più aree funzionali delle aziende. Anche la necessità di non ridurre le relazioni instaurate con gli stakeholder in occasione di un processo di acquisto a mero fatto episodico, richiede che la struttura interna sia messa nelle condizioni di disporre di “ruoli organizzativi di confine” specialistici (collocati presso le funzioni aziendali), dotati di un sufficiente grado di autonomia e di spazi di manovra. Tutto questo sembra spiegare, in linee generali, ed al di là delle singole specificità, il sensibile grado di connessione emergente fra decentramento decisionale interno e capacità di gestire reti relazionali di notevole ampiezza e complessità. In sintesi, a conclusione di questa lettura complessiva, si può concludere evidenziando alcuni punti emersi dal confronto tra i comportamenti delle diverse imprese analizzate: 1. L’ampiezza della rete relazionale osservata nei processi di acquisto è in generale alquanto limitata; 2. L’intensità delle relazioni instaurate con gli stakeholder esterni è più forte quando la rete è più densamente popolata; 3. Le figure di stakeholder più vicini alle aziende sono le holding (quando esistono), i gestori della rete ferroviaria e l’industria (fornitori di materiale rotabile); 240 4. IL COMPORTAMENTO DI ACQUISTO DEGLI ESERCENTI FERROVIARI 4. Nelle aziende italiane prevale in particolare il modello a dominanza burocratica, con riferimento specifico agli apparati politico-amministrativi locali; 5. Nei modelli relazionali complessivi si assiste ad un buon equilibrio tra i ruoli derivanti da potere formale e quelli basati invece su convergenza reciproca di interessi e influenza sostanziale degli stakeholder maggiormente coinvolti; 6. All’interno delle organizzazioni il processo decisionale appare alquanto accentrato (soprattutto in alcune fasi cruciali) e l’accentramento è fortemente correlato con la bassa densità delle relazioni con stakeholder esterni; quando c’è maggior decentramento interno si osserva anche una più spiccata propensione per la cura delle relazioni decisionali con soggetti esterni. Tali evidenze, sebbene caratterizzino il gruppo di imprese analizzate in profondità in questa ricerca evidenziando interessanti orientamenti di condotta, si accompagnano, come sottolineato, ad un apprezzabile grado di eterogeneità di situazioni, dipendente sia dai diversi profili strutturali e istituzionali delle imprese del settore, sia dalla specificità di ciascuna procedura di acquisto. Ciò induce a considerare con grande attenzione le specifiche circostanze in cui gli acquisti vengono programmati ed avviati, non avanzando generalizzazioni, ma piuttosto guardando all’ampia gamma di elementi che di volta in volta aiutano a comprendere ed interpretare più correttamente i profili ed i comportamenti delle imprese. Riferimenti bibliografici Axelsson B., Easton G. (1992), Industrial Networks. A New View of Reality, Routledge, London. Anderson P.F., Chambers T.M. (1986), A Reward/Measurement Model of Organizational Buying Behavior, Journal of Marketing, vol. 49. Ansoff I. 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Partendo dai risultati delle analisi condotte nelle fasi precedenti della ricerca, si è cercato di comprendere l’esistenza di specifiche relazioni esistenti tra il sistema degli stakeholders ed i processi di acquisto, ma anche di verificare l’esistenza di modelli di comportamento in relazione ai principali parametri di scelta (prezzo, manutenibilità, lyfe cycle cost, ecc.) e di evidenziare l’eventuale progressiva emergenza di parametri innovativi. Per conseguire tale obiettivo si è proceduto sia attraverso analisi condotte con modalità di tipo desk, mediante la raccolta e lo studio di materiali provenienti da fonti indotte (nel caso specifico bandi e capitolati di gara), sia con analisi dirette su campo (come peraltro già fatto nel corso di tutte le precedenti fasi della ricerca), incontrando direttamente gli attori del processo (esercenti e produttori), allo scopo di approfondire ed ampliare la conoscenza delle logiche e dei criteri che lo ispirano e che lo governano. Preliminarmente è stato condotto uno studio della normativa europea degli appalti e relativa agli obiettivi di armonizzazione che si intendono perseguire nel sistema, al fine di estrapolare i modelli norma* Il presente capitolo è stato realizzato da Luigi Moschera (par. 5.1), Paolo Canonico (par. 5.2, 5.5.1) e Riccardo Staffa (par. 5.3, 5.4, 5.5. 3 5.6). 244 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE tivi di riferimento per l’esperimento di procedure di gara, i vincoli da questi imposti nella definizione delle caratteristiche dei bandi e dei capitolati e le influenze che il processo di armonizzazione impone negli acquisti. In una fase immediatamente successiva si è proceduto all’analisi degli avvisi pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (GUCE) Serie S in relazione al codice “CPV” di interesse (specificamente 35220000) nel periodo intercorrente tra l’anno 2002 ed il mese di ottobre del 2006. Questa attività di recupero, scrematura e analisi degli avvisi, dei bandi e dei capitolati di gara è stata finalizzata all’individuazione, in primo luogo, dei bandi relativi ad acquisti di materiale rotabile destinato al servizio regionale, ed, in secondo luogo, attraverso l’individuazione di alcune variabili sistematicamente presenti all’interno dei bandi stessi, alla verifica dell’esistenza di similarità di comportamento nel processo di acquisto che consentissero di ricostruire categorie omogenee di operatori in funzione delle modalità impiegate per la conduzione degli appalti. Il materiale a disposizione ha permesso analizzare nel dettaglio 76 procedure di acquisto relative specificamente a rotabili ferroviari destinati al servizio regionale. Sono stati, infine, presi in considerazione alcuni esempi di gare esperite da esercenti regionali, allo scopo di evidenziare, rispetto allo specifico appalto, alcune modalità di esecuzione, e di esemplificare alcuni comportamenti tipici di acquisto. Tra queste è stato possibile individuare alcuni casi specifici che, in funzione della dimensione della gara, della tipologia di operatore, della localizzazione, della peculiarità o della innovatività delle scelte effettuate nell’esperimento delle gare, sono risultati di particolare interesse. A supporto dell’attività di questa fase di lavoro sono stati condotti una serie di incontri con esercenti ferroviari regionali europei e con alcuni produttori di materiale rotabile, impiegati, questi ultimi, anche al fine di trarre spunti ed indicazioni utili alla conduzione della successiva fase di lavoro1. 1 In particolare, tra il mese di maggio del 2006 e il mese di febbraio del 2007 sono state condotte le seguenti interviste: – Alberto Lacchini, Direttore Commerciale, Bombardier, Vado Ligure 19/5/06 – Dante Zanchi, Vice President Marketing Sales, AnsaldoBreda, Napoli 29/5/06 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 245 Nel corso dei contatti preliminari attivati per la conduzione delle interviste si è, inoltre, proceduto in alcuni casi all’acquisizione (laddove ancora incompleta) della documentazione relativa alla gara individuata come di interesse per lo studio in corso. Le interviste con gli esercenti si sono focalizzate sul processo generale delle gare realizzate e sui più rilevanti aspetti regolamentari, tecnici ed economici che hanno informato le procedure di definizione, emissione ed aggiudicazione delle gare. In particolare, i temi trattati sono stati relativi alle caratteristiche ed alle dimensioni del parco rotabile posseduto, alle motivazioni della gara di appalto, alla provenienza dei fondi, ai criteri di definizione delle caratteristiche tecniche e prestazionali, ai fattori di innovazione perseguiti, alla definizione dei criteri di accesso e di aggiudicazione, alle modalità di contatto con i concorrenti all’appalto, nonché, infine, ai processi di cambiamento in atto nelle procedure di acquisizione di materiale rotabile. Gli incontri realizzati hanno permesso di ricostruire il quadro evolutivo delle procedure di acquisto degli esercenti, evidenziandone i fattori innovativi e quelli che invece producono ancora “resistenze” all’attuazione di logiche di gestione competitiva. Negli incontri le tematiche trattate sono state relative ai processi di cambiamento in atto nel comparto, in relazione alle eventuali modifiche di comportamento degli acquirenti, alle modalità di gestione delle gare ed a valutazioni generali sui processi di acquisto ed i loro riflessi sui comportamenti dei costruttori. I materiali raccolti ed analizzati e le interviste, oltre a permettere la ricostruzione delle modalità di gestione delle procedure di appalto, hanno consentito di individuare quali siano i fabbisogni innovativi emergenti e come questi si traducano in scelte di acquisto. Questa parte della ricerca disegna dunque un breve inquadramento dello scenario di riferimento per poi passare ad una analisi della nor– Stefano Isler - Direttore Investimenti, FER Emilia Romagna, Ferrara 18/7/06 – Maurizio Fantini Assistente A.D., Le Nord Milano, Milano - 27/10/06 – Giuseppe Racioppi - A.D., Metrocampania Nordest, Napoli - 29/12/2006 – Maurizio Cutolo - Dir. Gen. Ente Autonomo Volturno, Napoli - 22/12/2006 – Francesco Murolo - Dir. Di esercizio, SEPSA, Napoli - 21/12/2006 – Yan-Ling Xu, Manager, DB Regio AG, Francoforte - 23/0/07 – Iain M. Lanaghan, Chief Financial Officer, Abellio Rail, Essen - 6/2/07 246 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE mativa europea sugli appalti e sulla liberalizzazione del settore, essenziale per comprendere i vincoli legislativi del sistema ed i cambiamenti in atto. Nei paragrafi successivi vengono analizzati gli avvisi ed i capitolati di gara al fine di estrapolare dal novero complessivo degli avvisi pubblicati in Europa tra il 2002 ed il 2006 quelli chiaramente riferibili al materiale rotabile regionale. Su questi si è focalizzata l’analisi in profondità, che ha consentito di comprendere le caratteristiche delle procedure di acquisto ed i principali parametri qualificanti, nonché di trarre utili indicazioni per l’identificazione delle tendenze in atto nel comparto europeo. A tale analisi segue, a titolo esemplificativo, la descrizione di tre casi di acquisti di materiale rotabile da parte di esercenti ferroviari regionali, che evidenziano alcune più innovative modalità di conduzione del rapporto esercente-fornitore. 5.2 La normativa europea degli appalti e per l’armonizzazione 5.2.1 Lo scenario di riferimento: il processo di liberalizzazione Il trasporto ferroviario regionale in Europa ha conosciuto a partire dagli anni ’90 un rilevante processo di liberalizzazione, iniziato con l’emanazione della direttiva 91/440 e tuttora in via di completamento. In questo scenario, il tema della disponibilità e dei processi di approvvigionamento del materiale rotabile da destinare all’esercizio in ambito regionale assume un rilievo notevole, considerata l’entità degli investimenti in gioco e la situazione differenziata in termini di ruoli e responsabilità rispetto alla proprietà di tali beni. Sulle tratte oggetto di aggiudicazione mediante gara, in particolare, il nodo da sciogliere riguarda la praticabilità dell’ipotesi di conferire il servizio ad un esercente diverso da quello che lo ha erogato fino a quel momento utilizzando il proprio materiale rotabile. È evidente che qualora un concorrente diverso dovesse essere messo nella condizione di procurarsi esso stesso i rotabili (mediante acquisto o altra forma di approvvigionamento o comunque di messa a disposizione) verrebbe a trovarsi in una situazione oggettivamente svantaggiata rispetto all’incumbent. Per garantire la possibilità di realizzare una gara in situazione di maggiore equilibrio tra tutti i potenziali partecipanti, in taluni casi le amministrazioni regionali hanno scelto di mettere a disposizione dei 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 247 concorrenti il materiale rotabile, acquistando direttamente i treni e concedendoli (in uso gratuito o in locazione) al vincitore della gara, in tal modo sopportando in prima istanza l’onere finanziario di un tale investimento. Nei principali paesi europei, peraltro, il processo di liberalizzazione si scontra con ostacoli simili a quelli presenti nel sistema italiano. In Germania, ad esempio, le Autorità regionali che appaltano l’erogazione del servizio di trasporto ferroviario richiedono frequentemente al fornitore la disponibilità ad investire in materiale rotabile con caratteristiche specifiche e cicli di ammortamento diversi dalla durata media delle concessioni (10-12 anni). Ne è derivata la situazione attuale nella quale più del 95% del materiale rotabile è di proprietà di DB Regio (la controllata di Deutsche Bahn che eroga il servizio di trasporto ferroviario regionale, con una quota di mercato complessiva dell’87%). Alcuni di questi vincoli all’effettivo dispiegarsi della concorrenza sono però in corso di attenuazione, come la possibilità di locazione potenzialmente prevista da alcuni bandi di gara e la garanzia dell’utilizzo futuro del materiale rotabile acquistato da un’impresa ferroviaria nel caso di mancato rinnovo del contratto alla scadenza, al fine di ridurre i rischi potenzialmente affrontabili da un nuovo entrante. È questa la caratteristica innovativa messa in pratica da Abellio in Germania: questa azienda esercente ricorre infatti alla locazione di oltre il 90 % del materiale rotabile in uso. Una possibile soluzione sarebbe, rispetto alle soluzioni descritte, se gli enti affidatari potessero includere nella base d’asta anche un ammontare che compensasse le spese di ammortamento del materiale rotabile: in tal modo ciascun concorrente avrebbe la possibilità di procurarsi i treni o mediante acquisto diretto o eventualmente ricorrendo a contratti di leasing da stipulare con altri attori, cioè aziende specializzate nell’acquisto e nella locazione di flotte di treni (come avviene soprattutto in Gran Bretagna, dove a seguito della riforma delle British Railways il materiale rotabile è stato conferito alle cosiddette ROSCOs, Rolling Stock Companies). Indagando i processi di acquisto nei paesi nei quali le ROSCOs hanno avuto modo di operare, emerge l’alta specializzazione di questi operatori e l’attento esame dei flussi futuri di ritorno degli investimenti realizzati, affiancando l’impresa ferroviaria nella definizione delle specifiche dei rotabili da acquistare. In definitiva, l’evoluzione futura dello scenario europeo in termini 248 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE di aggiudicazione dei servizi e di acquisto di materiale rotabile dipenderà dalle scelte operative che, nelle diverse Regioni, saranno effettuate dalle amministrazioni responsabili della progettazione delle procedure ed alle quali sarà demandata la responsabilità del controllo. L’affidamento concorsuale del trasporto ferroviario regionale appare ormai un tratto caratteristico del processo di liberalizzazione, ma l’effetto che nel concreto esso potrà nei fatti determinare sui costi e sulla qualità dei servizi, nonché sull’efficienza degli operatori, sarà inevitabilmente influenzato dalle scelte in merito ai modelli organizzativi, concorsuali e contrattuali che verranno adottati. 5.2.2 Analisi della normativa europea degli appalti L’analisi dei capitolati di gara che costituisce l’oggetto centrale di questa ricerca abbraccia un arco temporale relativamente esteso, all’interno del quale la normativa europea e nazionale che ha regolato la materia si è evoluta a più riprese. Appare quindi opportuno riportare ed analizzare il complesso degli interventi normativi in questione, anche se le norme emesse in tempi più recenti hanno sostituito quelle precedenti, e molti dei bandi di gara analizzati sono stati disciplinati da normative poi parzialmente o totalmente modificate, anche a volte in corso d’opera. La Direttiva 93/38/CEE del 14 giugno 1993 è la “norma base” relativa alle procedure di appalto nei cosiddetti settori “esclusi” (idrico, energia elettrica, telecomunicazioni e trasporti). Questi rappresentano settori strategici per l’economia comunitaria e per i quali storicamente l’Unione Europea ha definito regole peculiari, per il loro stretto legame con l’esercizio di servizi pubblici considerati essenziali ed in relazione alla difficoltà di definire regole omogenee adattabili ad enti aggiudicanti disciplinati in parte da norme di diritto pubblico ed in parte da norme di diritto privato. Tale direttiva è entrata in vigore il 1 luglio 1993 ed è stata recepita dallo Stato Italiano con Decreto Legislativo n. 158 del 17.03.95. Essa prevede che, per il settore dei trasporti per ferrovia, i Gestori delle Infrastrutture e le Imprese di Trasporto per contratti d’importo al netto della IVA, pari o superiore a: – 400.000 Euro nel caso di appalti di forniture e di servizi, – 5.000.000 Euro nel caso di appalti di lavori (comprese le costruzioni di impianti tecnologici), 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 249 debbano: – ricorrere a gare internazionali; – ricorrere, ove previsto, a sistemi di qualificazione dei fornitori pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea che permettano l’accesso ad imprese appartenenti a tutti i paesi dell’Unione o assimilabili a questi; – predisporre i capitolati di gara facendo riferimento unicamente a norme europee ove esistano. L’obiettivo esplicito di questa Direttiva è di ampliare i mercati e favorire al massimo la concorrenza tra le imprese fornitrici di queste tipologie di servizi essenziali come quelli ferroviari, per abbattere i costi e migliorare i prodotti impiegati e, quindi, smantellare i monopoli nazionali provocati dalle specifiche tecniche emesse negli anni dalle singole reti ferroviarie europee. Nel sistema normativo italiano le disposizioni del decreto legislativo n. 158 del 1995 disciplinano l’aggiudicazione degli appalti di lavori, forniture e servizi, nei settori esclusi da parte dei soggetti che operano in detti settori. Gli appalti di lavori, forniture e servizi relativi alle attività diverse da quelle dei settori esclusi rimangono invece oggetto della disciplina ordinaria propria di ciascun soggetto, o delle altre normative comunitarie in materia di appalti. Il decreto legislativo individua quali possibili soggetti aggiudicanti: – le amministrazioni dello Stato, le Regioni, le province autonome di Trento e Bolzano, gli enti territoriali e locali, gli altri enti pubblici non economici, gli organismi di diritto pubblico comunque denominati e le loro associazioni; – le imprese pubbliche; – i soggetti privati che per l’esercizio delle attività previste dalla direttiva si avvalgono di diritti speciali ed esclusivi. Il corretto svolgimento delle procedure di appalto richiede adeguate condizioni di pubblicità e trasparenza, che garantiscano pari opportunità a tutti i potenziali concorrenti che intendono partecipare a procedure aperte oppure manifestare il proprio interesse nell’ambito di procedure ristrette o negoziate. Il citato decreto legislativo n. 158 del 1995 riproduce all’articolo 12 le tradizionali procedure conosciute dall’ordinamento comunitario, 250 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE riconducibili a tre diversi modelli le cui differenze riguardano sostanzialmente le modalità di partecipazione degli aspiranti contraenti: la procedura aperta, la procedura ristretta e la procedura negoziata (quest’ultima caratterizzata dalla circostanza di potervi fare ricorso, ai sensi dell’articolo 13, anche in assenza di una preventiva pubblicazione del bando di gara). Il decreto precisa che per le amministrazioni pubbliche il pubblico incanto costituisce procedura aperta, la licitazione privata e l’appalto concorso costituiscono procedure ristrette, la trattativa privata configura una procedura negoziata. La giurisprudenza in materia (cfr. Relazione 2003 della Corte dei Conti sulla gestione del trasporto pubblico locale e lo stato di attuazione della riforma a livello regionale) è arrivata in una certa fase alla conclusione di ritenere la procedura ristretta quella che meglio soddisfa l’esigenza di garantire la necessaria trasparenza nei meccanismi di selezione dei concorrenti e, nello stesso tempo, l’altrettanto necessaria individuazione di un’impresa dotata di requisiti tali da porre l’ente aggiudicante nella condizione di non temere ricadute sul piano della qualità della fornitura o del servizio erogato. Per entrare nel dettaglio delle numerose alternative applicabili o meno ai comportamenti di acquisto oggetto della ricerca si presentano nel dettaglio le seguenti tipologie di procedura: – la procedura aperta; – la procedura negoziata; – la procedura ristretta; – l’appalto-concorso e la licitazione privata; e le opzioni procedurali e i criteri adottabili per la selezione: – la selezione dei concorrenti; – la lettera d’invito a presentare l’offerta; – i criteri di aggiudicazione. La procedura aperta Per procedura aperta s’intende quella in cui sono ammessi a presentare offerta tutti i soggetti che attestino di possedere le condizioni minime di partecipazione predeterminate dall’ente aggiudicante ed esplicitate nell’avviso di gara. In pratica, i concorrenti possono formulare le offerte subito dopo la pubblicazione del bando di gara, saltando la fase intermedia della prequalificazione, consistente nella presenta- 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 251 zione delle sole domande di partecipazione sulla base delle quali l’ente aggiudicante selezionerà le imprese da invitare ed ammettere alla formulazione dell’offerta vera e propria. Tale procedura è difficilmente applicabile alle forniture di prodotti ferroviari, in considerazione del carattere generalizzato dell’accesso e dell’impossibilità di inserire nel solo bando di gara tutte le informazioni e tutti i requisiti di ordine tecnico, economico e organizzativo che l’ente aggiudicante deve assolutamente e prioritariamente valutare nella scelta di un’impresa destinata a fornire prodotti dalle specifiche altamente formalizzate quali quelli del materiale rotabile. La procedura negoziata Con la procedura negoziata il soggetto aggiudicante consulta candidati di propria scelta e negozia con uno o più di essi i termini del contratto. Tale procedura si caratterizza per l’elevato margine di discrezionalità di cui gode l’ente aggiudicante sia nella selezione dei partecipanti, prevedendosi la preventiva consultazione di soggetti liberamente scelti in base a giudizi di opportunità e di convenienza, sia nella valutazione delle offerte, avendo l’ente la possibilità di negoziare con uno o più dei soggetti prescelti l’insieme delle condizioni contrattuali e non soltanto la componente prezzo. Rispetto alla procedura ristretta, di cui riprende la fase procedurale di selezione dei concorrenti (allontanandosene per la maggiore discrezionalità nei criteri di scelta e nel numero degli invitati), la procedura negoziata preceduta dalla pubblicazione del bando si differenzia essenzialmente perché alcuni elementi del contratto non sono predeterminati dall’amministrazione prima di bandire la gara ma attraverso la negoziazione con i partecipanti alla trattativa. In sostanza, superata la fase di prequalificazione, nella procedura ristretta le offerte pervenute sono oggetto di reciproca comparazione in funzione o del solo prezzo o di una pluralità di elementi esplicitati nel bando o nel capitolato, risultandone poi meccanicamente individuata l’offerta migliore. Nella procedura negoziata, viceversa, una volta pervenute le offerte, queste sono sottoposte ad un’analisi meno vincolata e regole predeterminate, per venire successivamente trattate e quindi riassunte in un accordo contrattuale i cui termini saranno quelli che l’ente ha ritenuto più convenienti o comunque di maggiore affidamento. 252 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE In determinate ipotesi, disciplinate dall’articolo 13 del decreto legislativo n.358/95, la procedura negoziata può essere utilizzata anche in assenza di previa pubblicazione del bando di gara. L’elevata discrezionalità di cui gode l’ente appaltante unita alla sostanziale restrizione dei meccanismi concorsuali inducono a considerare la procedura negoziata come un metodo di contrattazione da utilizzare in ambiti di applicazione peculiari per venire incontro ad esigenze da motivare opportunamente. La procedura ristretta Nella procedura ristretta sono ammessi a concorrere per l’aggiudicazione dell’appalto solo i candidati che, dopo aver manifestato il proprio interesse attraverso la presentazione di una domanda di partecipazione conseguente alla pubblicazione di un avviso di gara, siano espressamente invitati dall’ente aggiudicatore a formulare e presentare l’offerta. Se, quindi, nella procedura aperta non si possono conoscere o predeterminare il numero dei partecipanti fino al momento in cui, scaduto il termine per presentare le offerte, si ha il quadro completo di quelle pervenute, nella procedura ristretta, invece, i concorrenti sono predeterminati dall’amministrazione aggiudicante. Ciò nel senso che, una volta pubblicato il bando di gara e pervenute le domande di partecipazione, si instaura una fase di prequalificazione in cui l’amministrazione aggiudicatrice seleziona motivatamente un certo numero di partecipanti alla gara, tra quelli che offrono sufficienti garanzie di idoneità, serietà e capacità professionali, e spedisce loro la lettera di invito a formulare l’offerta contenente tutte le specificazioni sommariamente indicate nel bando di gara. A differenza della procedura negoziata, la procedura ristretta, superata la fase di prequalificazione, diventa una procedura rigida nel senso che, una volta aperte le buste contenenti le offerte, queste non possono più essere negoziate con riguardo ad elementi fondamentali del contratto (in particolare il prezzo) le cui variazioni possano falsare il gioco della concorrenza. Come precisato in una dichiarazione congiunta del Consiglio e della Commissione europea, sono ammesse discussioni al solo scopo di far precisare o completare a candidati od offerenti il contenuto delle rispettive offerte in funzione delle esigenze degli enti aggiudicanti e sempre che ciò non abbia effetti discriminatori. 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 253 L’appalto-concorso e la licitazione privata Nell’ambito della procedura ristretta rientrano due diversi modelli di contrattazione: l’appalto-concorso e la licitazione privata. Secondo il quarto comma dell’articolo 12 del D.Lgs. n.158/95, l’appalto-concorso è quella procedura ristretta nella quale il concorrente compila, in base alla richiesta formulata dal soggetto aggiudicante, il progetto dell’opera, della fornitura o del servizio, così concorrendo alla determinazione del contenuto del contratto da stipulare, ed indica le condizioni ed i prezzi ai quali è disposto ad eseguire l’appalto. In tale ipotesi, quindi, sarebbe rimessa all’impresa la puntuale definizione della tipologia di materiale rotabile posto a gara sulla base di un programma di massima predisposto dall’ente appaltante in relazione alle finalità che intende perseguire e nel rispetto dei requisiti minimi dallo stesso individuati. Con questo meccanismo la gara non è riconducibile ad una scelta automatica, ma è incentrata su di una valutazione comparativa dei vari progetti (dal punto di vista tecnico) e delle varie offerte (dal punto di vista economico). Ne consegue che il criterio di aggiudicazione non potrà essere quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Nella licitazione privata, viceversa, l’offerente è chiamato ad esporre il prezzo accettato come corrispettivo per l’assunzione del contratto, del quale l’ente aggiudicante predetermina caratteristiche e contenuti prestazionali. Peraltro, pur prevedendo una minore flessibilità dell’offerta, tale sistema non configura necessariamente una gara calibrata unicamente sull’elemento prezzo, così come non impedisce all’impresa concorrente di proporre varianti al progetto elaborato dall’ente aggiudicante. Il criterio di aggiudicazione adottato potrà anche essere quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, laddove i parametri tecnici e qualitativi saranno riferiti a concrete caratteristiche del prodotto, sotto il profilo del comfort, dell’assistenza, della sicurezza ecc. Quando il criterio di aggiudicazione adottato è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, i soggetti aggiudicanti possono prendere in considerazione le varianti presentate dagli offerenti, migliorative o modificative rispetto al progetto posto a base di gara. Trattandosi di semplici varianti, queste dovranno soddisfare i requisiti minimi preventivamente indicati dall’ente aggiudicante il quale avrà cura di delimitare i confini entro cui deve necessariamente contenersi la proposta degli offerenti, per evitare di ritrovarsi con offerte e soluzioni 254 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE totalmente diverse rispetto all’oggetto dell’appalto e, come tali, difficilmente comparabili tra loro. A tal fine gli enti aggiudicanti indicheranno nel capitolato d’oneri la possibilità di presentare varianti, nonché le condizioni minime che esse devono rispettare, con particolare riferimento al limite tollerato di scostamento rispetto all’idea centrale del progetto guida, e le relative modalità di presentazione. La selezione dei concorrenti Il procedimento di scelta dell’appaltatore mira a conseguire non solo la migliore offerta in senso economico, ma anche la garanzia di affidabilità, in senso tecnico e finanziario, del soggetto proponente, che deve presentare requisiti in grado di testimoniare la sua capacità di adempiere le obbligazioni assunte con l’aggiudicazione del contratto di appalto. Abbiamo visto che nella procedura ristretta, prima di essere ammesse a formulare le offerte, le imprese devono superare una fase di prequalificazione durante la quale la stazione appaltante, ricevute le domande di partecipazione da parte dei candidati, le esamina per individuare i richiedenti che possiedano i requisiti di ammissione già esplicitati nel bando di gara. Da questo punto di vista, la normativa applicabile ai settori esclusi si caratterizza per una maggiore elasticità nell’individuazione dei requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi i quali, a differenza di quanto avviene nella normativa applicabile agli altri settori, non sono rigidamente elencati. Ne deriva la possibilità per l’ente appaltante di adottare criteri di prequalificazione ancora più selettivi. Tale facoltà è attribuita in relazione all’esigenza di ridurre il numero dei candidati ad un livello tale da garantire il giusto equilibrio tra le caratteristiche specifiche della procedura d’appalto e i mezzi richiesti per la sua realizzazione; in ogni caso, comunque, il numero dei candidati prescelti deve tener conto della necessità di garantire una concorrenza sufficiente. Nell’avviso di gara, dunque, potranno essere richieste informazioni riguardanti la situazione propria dell’imprenditore ed indicate le condizioni minime di carattere economico e tecnico che da assolvere. La lettera d’invito a presentare l’offerta Una volta operata la selezione dei candidati sulla base dei requisiti di partecipazione sopra descritti, il soggetto aggiudicante invita si- 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 255 multaneamente e per iscritto i candidati prescelti mediante la lettera d’invito. Di regola la lettera d’invito è accompagnata dal capitolato d’oneri e dai documenti complementari; peraltro, se questi sono eccessivamente voluminosi per una trasmissione in allegato alla lettera d’invito, questa dovrà indicare l’indirizzo al quale possono essere richiesti i documenti ed il termine per la richiesta d’invio. In questo caso l’ente aggiudicante dovrà spedire il materiale entro i sei giorni dalla ricezione della richiesta, se avvenuta nei termini. A margine si osserva che, per non alterare la parità di condizioni tra i concorrenti, tutte le volte che uno di essi richieda delle precisazioni in merito alla documentazione di gara in seguito alle quali si rendano necessarie delle rettifiche o delle integrazioni, queste ultime dovranno essere comunicate anche a tutti gli altri concorrenti utilizzando le modalità celeri previste dall’articolo 18, comma 5 (telegramma, telex, telefax, telefono). Le disposizioni contenute nella lettera d’invito sono equiparabili a quelle contenute nel bando di gara da un punto di vista strutturale e funzionale (anche se il bando assolve all’autonoma funzione di fornire legale conoscenza dell’appalto). La lettera d’invito può anche stabilire ulteriori prescrizioni in aggiunta a quelle contenute nel bando, a condizione che queste siano finalizzate a garantire il rigore della procedura (e non per imporre eccessivi oneri ai partecipanti), e sempre che non venga alterato il principio della parità di trattamento tra i partecipanti (non è possibile, ad esempio, dopo aver indicato nel bando quali sono i criteri per la partecipazione alla gara, introdurre ulteriori criteri di scelta intesi a restringere il numero dei partecipanti). I contenuti della lettera d’invito, in tutto complementari alle prescrizioni indicate nel capitolato speciale, sono riassumibili in alcune indicazioni di carattere obbligatorio (indicazioni minime) ed in altre aggiuntive in relazione alla specifica natura dell’oggetto da aggiudicare. La lettera dovrà contenere il termine per la ricezione delle offerte, l’indirizzo al quale devono essere trasmesse e la lingua o le lingue in cui devono essere redatte, l’indicazione dei documenti che devono essere allegati, i criteri di aggiudicazione dell’appalto, se non figurano nel bando di gara, e ogni altra condizione particolare richiesta per la partecipazione alla gara. Inoltre, la lettera d’invito potrà indicare le modalità di presenta- 256 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE zione dell’offerta, individuando le inosservanze che comportino l’esclusione dalla gara, la descrizione delle operazioni di aggiudicazione, l’eventuale ammissibilità di offerte alla pari o in aumento, rispetto alla base d’asta, se si farà luogo all’aggiudicazione anche in presenza di una sola offerta valida. I criteri di aggiudicazione Per quanto riguarda i criteri di aggiudicazione la direttiva 93/38 appare allineata alle direttive generali: dall’articolo 24, comma 1, del D.lgs n.158/95, si evince che gli appalti relativi ai settori esclusi possono essere aggiudicati sulla base di uno dei seguenti criteri: a) il prezzo più basso, che mira a conseguire il massimo vantaggio dal punto di vista strettamente economico, consentendo l’affidamento dell’appalto all’impresa che abbia offerto il ribasso più consistente; b) l’offerta economicamente più vantaggiosa, che invece tiene conto di una pluralità di elementi di valutazione tra i quali, in via di esemplificazione, l’articolo 24 include: il termine di esecuzione o di consegna, il costo di gestione, il rendimento, la qualità, le caratteristiche estetiche e funzionali, il valore tecnico, il servizio successivo, l’assistenza tecnica, l’impegno in materia di pezzi di ricambio, la sicurezza di approvvigionamento, il prezzo. Nel caso del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, è di immediata evidenza come nella fornitura di materiale rotabile la componente prezzo sia solo una delle componenti prese in considerazione e come reciti un ruolo fondamentale la scelta del peso che l’ente aggiudicatore attribuirà a tale componente in rapporto alle altre. Se, infatti, l’ente aggiudicatore attribuisse al prezzo un peso del 70% e agli altri parametri complessivamente considerati solo il 30%, l’offerente sarà messo in condizione di comprendere che, per aspirare all’aggiudicazione dell’appalto, egli dovrà concentrare i propri sforzi nel contenimento dei costi di produzione, privilegiando la componente prezzo e trascurando di ricercare il conseguimento di obiettivi di qualità. 5.2.2 I nuovi riferimenti normativi A livello europeo la direttiva 93/38/CEE è stata in vigore fino al 31/1/2006. L’1/2/2006 sono entrate in vigore le direttive 17/2004/CE e 18/ 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 257 2004/CE1 del 31 marzo 2004, relative rispettivamente al coordinamento delle procedure di appalto degli enti erogatori di acqua ed energia e degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali e delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi. Tali direttive, alla data indicata, hanno acquisito un carattere self-executing indipendentemente dai processi di recepimento degli Stati dell’Unione. L’1/7/2006 in Italia è entrato in vigore il nuovo Codice dei Contratti. Tuttavia con la legge 12 luglio 2006, n. 228 è stato convertito il decreto-legge 12 maggio 2006 n. 173 (cd. “decreto milleproroghe”), al quale è stato aggiunto un nuovo art.1-octies (intitolato : “Modifiche al decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163”), ai sensi del quale per tutti i contratti (lavori, servizi e forniture, nei settori sia ordinari che speciali), le seguenti disposizioni si applicano alle procedure i cui bandi o avvisi siano pubblicati successivamente al 1 febbraio 2007: – articolo 49, comma 10 (in tema di avvalimento2); – articolo 58 (dialogo competitivo); – articolo 59 (accordi quadro), limitatamente ai settori ordinari (nei settori speciali erano già previsti dalla normativa previgente). Il codice ha un ambito di applicazione molto più ampio delle direttive: – unifica la disciplina dei settori ordinari e speciali; – disciplina sia gli appalti di rilevanza comunitaria, che quelli sotto soglia; – non si limita a disciplinare la fase della gara, ma si occupa anche della fase a monte (programmazione e progettazione) e di quella a valle (esecuzione); – non si limita a disciplinare soltanto gli appalti, ma prende in considerazione tutti i contratti stipulati dalle amministrazioni aggiudicanti e dagli altri soggetti tenuti all’applicazione del codice, ivi compresi i contratti esclusi. 2 Con l’avvalimento un operatore economico che partecipa ad una procedura selettiva per l’affidamento di un contratto può comprovare il possesso di requisiti di capacità speciale (economico-finanziari o tecnico-organizzativi) dichiarando di avvalersi di quelli di altro operatore economico. La materie dell’istituto è comunitaria. Il codice dei contratti pubblici, introdotto dal D.lgs. 163 del 12 aprile 2006, disciplina l’istituto all’articolo 49. 258 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Il codice disciplina i contratti delle stazioni appaltanti, degli enti aggiudicanti e dei soggetti aggiudicanti, aventi per oggetto l’acquisizione di servizi, prodotti, lavori e opere (art. 1). I «contratti» o i «contratti pubblici» sono i contratti di appalto o di concessione aventi per oggetto l’acquisizione di servizi, o di forniture, ovvero l’esecuzione di opere o lavori, posti in essere dalle stazioni appaltanti, dagli enti aggiudicanti, dai soggetti aggiudicanti (art. 3, c. 2). L’art. 2 del codice enuclea i principi generali cui si deve sempre ispirare l’attività contrattuale della pubblica amministrazione. Nell’art. 2 confluiscono sia principi di derivazione nazionale (economicità, efficacia, tempestività e correttezza), sia principi di matrice comunitaria. L’affidamento deve infatti rispettare anche i principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, nonché quello di pubblicità con le modalità indicate nel codice. Le soglie del valore stimato al netto dell’IVA ai fini dell’applicazione integrale del codice sono fissate attualmente in: – € 137.000 per gli appalti pubblici di forniture e di servizi aggiudicati dalle autorità governative centrali indicate nell’allegato IV (tutti i Ministeri e la CONSIP); – € 211.000 per gli appalti pubblici di forniture e di servizi aggiudicati dalle altre amministrazioni e per alcuni servizi aggiudicati da qualunque amministrazione; – € 422.000 per le forniture ed i servizi nei settori speciali; – € 5.278.000 per gli appalti e le concessioni di lavori in ogni settore. Il Codice abbandona la tradizionale classificazione delle procedure di gara risalente alle norme di contabilità di Stato (pubblico incanto, licitazione privata, appalto concorso e trattativa privata) per allinearsi alla classificazione comunitaria Per l’individuazione degli operatori economici che possono presentare offerte per l’affidamento di un contratto pubblico, le stazioni appaltanti utilizzano le procedure aperte, ristrette, negoziate, ovvero il dialogo competitivo. Normalmente l’amministrazione aggiudica mediante le procedure aperte o ristrette. Inoltre, alle condizioni specifiche espressamente pre- 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 259 viste, le stazioni appaltanti possono aggiudicare i contratti pubblici mediante il dialogo competitivo. Infine, nei casi e alle condizioni previste, le stazioni appaltanti possono affidare i contratti pubblici mediante una procedura negoziata, con o senza pubblicazione del bando di gara. L’articolo 56 del codice recepisce fedelmente l’art. 30 della direttiva 18/2004. Prevede la disposizione che le stazioni appaltanti possono aggiudicare i contratti pubblici mediante procedura negoziata, previa pubblicazione di un bando di gara, nelle seguenti ipotesi: 1) quando, in esito all’esperimento di una procedura aperta o ristretta o di un dialogo competitivo, tutte le offerte presentate sono irregolari ovvero inammissibili in relazione ai requisiti degli offerenti e delle offerte (in tale caso può omettersi la pubblicazione del bando se sono invitati a partecipare tutte le imprese che, pur in possesso dei requisiti di cui agli artt. 38 e segg., hanno presentato offerte irregolari); 2) in casi eccezionali, qualora si tratti di lavori, servizi, forniture, la cui particolare natura o i cui imprevisti, oggettivamente non imputabili alla stazione appaltante, non consentano la fissazione preliminare e globale dei prezzi; 3) limitatamente ai servizi ed alle prestazioni di natura intellettuale, quali la progettazione di opere, se la natura della prestazione da fornire renda impossibile stabilire le specifiche del contratto con la precisione sufficiente per poter aggiudicare l’appalto selezionando l‘offerta migliore secondo le norme della procedura aperta o della procedura ristretta; 4) nel caso di appalti pubblici di lavori, per lavori realizzati unicamente a scopo di ricerca, sperimentazione o messa a punto, e non per assicurare una redditività o il recupero dei costi di ricerca e sviluppo. I candidati sono invitati simultaneamente a negoziare e nel corso della negoziazione le stazioni appaltanti garantiscono la parità di trattamento tra tutti gli offerenti. Le stazioni appaltanti possono prevedere che la procedura negoziata si svolga in fasi successive per ridurre il numero di offerte da negoziare. L’aggiudicazione avviene con il criterio del prezzo più basso o dell’offerta economicamente più vantaggiosa. I criteri di aggiudicazione sono due: prezzo più basso ed offerta economicamente più vantaggiosa. Il Codice conferma la piena equipollenza dei due criteri e lascia la scelta alla stazione appaltante. 260 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE L’avvalimento può essere definito l’istituto in forza del quale un’impresa priva dei requisiti di carattere speciale previsti dal bando, può comunque essere ammessa a partecipare ad una gara pubblica. Il “dialogo competitivo” è una procedura nella quale la stazione appaltante, in caso di appalti particolarmente complessi, avvia un dialogo con i candidati ammessi a tale procedura, al fine di elaborare una o più soluzioni atte a soddisfare le sue necessità e sulla base della quale o delle quali i candidati selezionati saranno invitati a presentare le offerte; a tale procedura qualsiasi operatore economico può chiedere di partecipare. Si tratta, senza dubbio, di una degli aspetti più innovativi della nuova direttiva. I presupposti previsti dall’art. 58 per l’utilizzo di questa procedura sono due: 1) che si tratti di appalti particolarmente complessi; 2) che le stazioni appaltanti ritengano che il ricorso ad una procedura aperta o ristretta non consenta l’aggiudicazione. Ai fini del ricorso alla procedura in esame, un appalto pubblico è considerato “particolarmente complesso” in due casi, e cioè quando la stazione appaltante non è oggettivamente in grado: – di definire i mezzi tecnici atti a soddisfare le sue necessità o i suoi obiettivi, o – di specificare l’impostazione giuridica o finanziaria di un progetto. In via esemplificativa, possono essere considerati particolarmente complessi gli appalti per i quali la stazione appaltante non dispone, a causa di fattori oggettivi ad essa non imputabili, di studi in merito alla identificazione e quantificazione dei propri bisogni o all’individuazione dei mezzi strumentali al soddisfacimento dei predetti bisogni, alle caratteristiche funzionali, tecniche, gestionali ed economico-fìnanziarie degli stessi e all’analisi dello stato dì fatto e dì diritto di ogni intervento nelle sue eventuali componenti storico-artistiche, architettoniche e paesaggistiche, nonché su componenti di sostenibilità ambientale, socio-economiche, amministrative o tecniche. L’accordo quadro è un accordo concluso tra una o più stazioni appaltanti e uno o più operatori economici e il cui scopo è quello di stabilire le clausole relative agli appalti da aggiudicare durante un dato 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 261 periodo, in particolare per quanto riguarda i prezzi e, se del caso, le quantità previste. L’istituto era già presente sia nel nostro ordinamento che nelle direttive europee previgenti, all’interno della disciplina dei c.d. settori “ex esclusi” o speciali. La disposizione recepisce l’istituto dell’accordo quadro introdotto dall’art. 32 della direttiva 2004/18, in passato previsto solo nei i settori speciali. L’accordo quadro non è un contratto di appalto per l’affidamento di una specifica commessa, ma un “programma”, un accordo di carattere generale, sulla base del quale saranno stipulati, a valle, una pluralità di contratti di appalto. 5.2.3 La normativa europea sull’armonizzazione dei rotabili e l’influenza delle normative sul sistema delle forniture dei rotabili Le normative nazionali, i regolamenti interni e le specifiche tecniche applicati dalle ferrovie regionali europee presentano rilevanti differenze dal momento che spesso esse incorporano tecnologie proprie delle industrie nazionali e prescrivono dimensioni e dispositivi particolari, nonché caratteristiche speciali. Questa situazione ostacola soprattutto le logiche di apertura alla concorrenza che l’Unione ha deciso di perseguire su tutto il territorio comunitario. Con il passare degli anni infatti questa situazione ha creato troppo stretti legami tra le industrie ferroviarie nazionali e le ferrovie nazionali, a detrimento dell’apertura effettiva dei mercati. Tali industrie, per poter sviluppare la loro competitività su scala mondiale, devono disporre di un mercato europeo aperto e concorrenziale. Si è pensato pertanto di definire per tutta la Comunità requisiti essenziali da applicare al sistema ferroviario transeuropeo convenzionale. A tale riguardo va ricordato che, in tema di interoperabilità ferroviaria l’Europa ha sviluppato da tempo azioni separate relativamente al sistema transeuropeo ad Alta Velocità ed a quello convenzionale. Relativamente all’Alta Velocità, la Direttiva 96/48/CEE del 23 luglio 1996 suddivide il sistema ferroviario transeuropeo nei seguenti 8 sottosistemi – infrastrutture, energia, controllo-comando e segnalamento, materiale rotabile, manutenzione, ambiente, esercizio, utenti – che devono soddisfare determinati requisiti per la interoperabilità della Rete ad Alta Velocità. Questi sottosistemi, a loro volta, sono costituiti 262 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE da singoli componenti (interoperability constituents) che determinano, singolarmente ed interagendo tra di loro, la reale interoperabilità dei sottosistemi. Ogni sottosistema deve essere conforme ai requisiti precisati in una STI (Specifiche Tecniche di Interoperabilità). Queste STI, tra l’altro, devono: – specificare i requisiti essenziali per la interoperabilità, – stabilire i parametri di base, – stabilire le condizioni realizzate per ottenere delle specifiche prestazioni, – stabilire, in ogni caso, quali dei moduli definiti dalla Decisione del Consiglio 93/465/CEE o, dove appropriato, quali specifiche procedure devono essere utilizzate per verificarne la conformità. L’aderenza di un componente o di un sottosistema con i requisiti essenziali applicati allo stesso, deve essere stabilita in relazione ad ogni rilevante specifica europea esistente. Se alcuni componenti di interoperabilità sono oggetto di altre direttive comunitarie concernenti altri aspetti, la dichiarazione CE di conformità o di idoneità allo impiego dovrà specificare, in questo caso, che i componenti di interoperabilità rispondono anche ai requisiti delle altre direttive europee di armonizzazione tecnica e di tutela dell’ambiente. L’altra Direttiva comunitaria in materia di interoperabilità, la 2001/16/CEE del 21 marzo 2001, relativa all’interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale, viceversa, non è ancora stata oggetto di recepimento nell’ordinamento italiano. L’esercizio commerciale di treni lungo la rete ferroviaria transeuropea richiede, in particolare, una forte coerenza tra le caratteristiche dell’infrastruttura e quelle del materiale rotabile, ma anche un’efficace interconnessione dei sistemi di informazione e di comunicazione dei diversi gestori ed operatori dell’infrastruttura. Da questa coerenza e da questa interconnessione dipendono il livello delle prestazioni, la sicurezza, la qualità ed il costo dei servizi e su questa coerenza e su questa interconnessione si basa principalmente l’interoperabilità del sistema ferroviario convenzionale transeuropeo. L’interoperabilità è appunto la capacità del sistema ferroviario convenzionale di consentire la circolazione sicura e senza soluzione di continuità dei treni garantendo il livello di prestazioni richiesto per le linee. Tale capacità si fonda sul- 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 263 l’insieme delle prescrizioni regolamentari, tecniche ed operative che debbono essere soddisfatte per ottemperare ai requisiti essenziali. Nel Libro bianco su “Una strategia per il rilancio delle ferrovie comunitarie” del 1996 la Commissione ha annunciato una misura nel settore della ferrovia convenzionale ed ha successivamente ordinato uno studio sull’integrazione dei sistemi ferroviari nazionali i cui risultati sono stati resi pubblici nel maggio 1998. Lo studio ha raccomandato l’adozione di una direttiva basata sull’approccio seguito per l’alta velocità suggerendo di non affrontare in prima battuta tutti gli ostacoli all’interoperabilità, bensì di risolvere progressivamente i problemi secondo un ordine di priorità da stabilire in funzione del rapporto costibenefici di ciascun progetto di misura. Lo studio ha rilevato che l’armonizzazione delle procedure e delle regole in vigore e l’interconnessione dei sistemi di informazione e comunicazione risultano essere più vantaggiose delle stesse misure concernenti, ad esempio, le infrastrutture. Le differenze principali rispetto alla questione dell’interoperabilità della rete all’alta velocità (affrontata nella direttiva 96/48/CEE) risiedono evidentemente in primo luogo nell’adeguamento dell’ambito geografico di applicazione, e poi nell’estensione dell’ambito tecnico di applicazione per tener conto, in particolare, dei risultati dello studio sopra menzionato, nonché nell’adozione di un approccio graduale nella soppressione degli ostacoli all’interoperabilità del sistema ferroviario che includa la definizione di un ordine di priorità e di un calendario per l’elaborazione dello stesso. Tale direttiva ricalca sostanzialmente il testo della Direttiva 96/48, riconfermando quindi pienamente i principi e gli orientamenti in essa contenuti ed estendendoli anche alle linee ed al materiale rotabile convenzionale. Vista la portata e la complessità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale, è risultato necessario, per motivi pratici, così come avvenuto per il sistema ferroviario transeuropeo ad alta velocità, operare una scomposizione in sottosistemi. Per ciascuno di questi sottosistemi occorrerà che siano precisati, per tutta la Comunità, i requisiti essenziali, e che siano determinate le specifiche tecniche necessarie, particolarmente per i componenti e le interfacce, al fine di soddisfare tali requisiti. Ogni sottosistema è oggetto di una STI. Ove necessario un sottosistema può essere oggetto di più STI, in particolare per trattare 264 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE separatamente le categorie di linee, nodi o materiale rotabile, oppure per risolvere alcuni problemi prioritari di interoperabilità. Nel periodo precedente la pubblicazione delle STI (prevista per il 2004), gli Stati membri comunicano agli altri Stati membri e alla Commissione, per ciascun sottosistema, l’elenco delle regole tecniche in uso per l’applicazione dei requisiti essenziali. L’obiettivo perseguito a livello comunitario è che l’attuazione delle disposizioni relative all’interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale non crei ostacoli ingiustificati, dal punto di vista del rapporto costi-benefici, al mantenimento della coerenza della rete ferroviaria esistente in ogni Stato membro, pur sforzandosi di conservare l’obiettivo dell’interoperabilità. Come nel caso della direttiva 96/48, le STI sono elaborate, su mandato della Commissione, dall’organismo comune rappresentativo dei gestori dell’infrastruttura, delle imprese ferroviarie e dell’industria (AEIF). Per soddisfare le disposizioni appropriate relative alle procedure di appalto nel settore ferroviario e, in particolare, la direttiva 93/38/CEE, gli enti appaltanti devono includere le specifiche tecniche nei documenti generali o nei capitolati d’onere propri di ogni appalto. Scopo delle STI è quindi anche quello di creare un insieme di specifiche europee che servano da riferimento generale a questo scopo. Gli enti appaltanti definiscono poi le specifiche supplementari necessarie per completare le specifiche europee o le altre norme, che soddisfino i requisiti essenziali armonizzati a livello comunitario cui deve rispondere il sistema ferroviario transeuropeo convenzionale. L’idea di fondo è quella di elaborare, per quanto possibile, le procedure basate sul sistema garanzia di qualità onde favorire lo sviluppo delle industrie interessate. Le STI relative alla direttiva sull’interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale: a) definiscono l’ambito di applicazione interessato (parte della rete o del materiale rotabile); b) precisano i requisiti essenziali per il sottosistema interessato e le loro interfacce verso gli altri sottosistemi; c) definiscono le specifiche funzionali e tecniche che il sottosistema e le sue interfacce devono rispettare verso gli altri sottosistemi. Se necessario, le specifiche possono variare a seconda 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 265 dell’utilizzazione del sottosistema, per esempio a seconda delle categorie di linee, di nodi e/o di materiale rotabile; d) determinano i componenti di interoperabilità e le interfacce che devono essere oggetto di specifiche europee, tra cui le norme europee, necessarie per realizzare l’interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale; e) indicano, in ogni caso previsto, le procedure di valutazione della conformità o dell’idoneità all’impiego; f ) indicano la strategia di attuazione della STI, precisando in particolare le tappe da superare per passare progressivamente dalla situazione attuale alla situazione finale di rispetto generalizzato della STI; g) indicano, per il personale interessato, i requisiti di qualifica professionale e d’igiene e di sicurezza sul luogo di lavoro richiesti per il funzionamento e la manutenzione del sottosistema interessato nonché per l’attuazione della STI. Le STI mirano comunque a preservare in modo adeguato la coerenza del sistema ferroviario esistente di ciascuno Stato membro. A tal fine potranno essere previsti per ciascuna STI casi specifici sia per quanto riguarda l’infrastruttura sia per quanto riguarda il materiale rotabile; una particolare attenzione è rivolta alla sagoma, allo scartamento o all’interasse fra i binari e ai vagoni in provenienza o a destinazione dei paesi terzi. L’ordine di priorità per l’adozione delle STI è il seguente: il primo gruppo di STI riguarda il controllo-comando e il segnalamento, le applicazioni telematiche per il trasporto merci, l’esercizio e la gestione del traffico, i carri merci, il rumore riconducibile al materiale rotabile e all’infrastruttura. Inoltre, gli aspetti seguenti debbono essere trattati in funzione delle risorse della Commissione e dell’organismo comune rappresentativo: applicazioni telematiche per i passeggeri, manutenzione, con particolare riguardo alla sicurezza, vetture passeggeri, locomotori e automotrici, infrastruttura, energia, inquinamento atmosferico. Una valutazione da porre in essere rispetto alla concreta attuazione del quadro legislativo comunitario riguarda la delimitazione dell’ambito delle ferrovie convenzionali. Tale ambito è ampio e articolato, includendo tutte le reti che non sono state progettate per l’alta velocità o che non siano state adattate per tale scopo. 266 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE È possibile individuare come appartenenti alla materia disciplinata dalla direttiva sul trasporto convenzionale: – le linee di grande comunicazione nazionale, integrative del sistema Alta Velocità e dei corridoi merci internazionali; – le linee di interesse interregionale (intercity); – le linee di prevalente interesse regionale; – le linee a carattere metropolitano con elevati volumi di traffico; – le linee locali a scarso traffico. Le prime due categorie sono caratterizzate dalla necessità di una progressiva estensione dell’interoperabilità, costituendo infatti il naturale completamento della rete Alta Velocità e dovendo garantire l’estensione dei servizi Alta Velocità, senza rotture di carico, verso aree di grande importanza per il trasporto viaggiatori e merci, nelle quali non è prevista la realizzazione di linee Alta Velocità. Ciò lascia presumere su tali linee una possibile spinta alla liberalizzazione o quantomeno alla garanzia di interoperabilità, in quanto gli operatori di trasporto che effettueranno servizi sulla rete Alta Velocità ne richiederanno l’utilizzo. All’altro estremo vi sono, invece, le linee locali a scarso traffico, per le quali non vi sarà interesse a realizzare gli investimenti necessari per l’adeguamento infrastrutturale e tecnologico all’interoperabilità e che, per essere mantenute in servizio, necessitano di una gestione finalizzata al contenimento dei costi di gestione. Ciò significa impianti estremamente semplificati, normative di esercizio e modelli di gestione disegnati specificamente sulle caratteristiche tecniche e di traffico delle singole linee, anche fortemente differenziati da quelli delle ferrovie tradizionali. L’interoperabilità di tali linee con le altre reti ferroviarie sarà forzatamente limitata, anche perché è assai poco probabile che su una linea locale a scarso traffico vi possa essere l’interesse di più operatori del trasporto. Anche per le linee ferroviarie con caratteristiche metropolitane, con grandi volumi di traffico, che possono essere individuati come sistemi chiusi, sembra di difficile ipotesi, almeno in una prima fase, l’applicazione dei criteri di interoperabilità. In queste ferrovie il rapporto esistente tra infrastruttura ferroviaria e materiale rotabile è molto vincolante: sovente in esse il raggiungimento di elevati livelli di capacità e di efficienza nella gestione è raggiunto attraverso peculiarità della linea, del segnalamento, del materiale rotabile e dei programmi di esercizio in funzione del traffico ferroviario (in genere fortemente omogeneo) che si vuole soddisfare. 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 267 In una posizione intermedia, invece, appaiono posizionarsi le ferrovie di prevalente interesse regionale che, a seconda delle situazioni, potranno rappresentare ferrovie per le quali prevale l’interesse per l’interoperabilità o viceversa quello per una gestione specifica e distinta dal resto della rete. In ogni caso l’allegato 1 della direttiva 2001/16/CEE definisce la rete ferroviaria convenzionale, per la quale si deve tendere a realizzare l’interoperabilità, quale composta dalle seguenti categorie di linee: – linee previste per il traffico ‘passeggeri’; – linee previste per il traffico misto (passeggeri, merci); – linee specialmente concepite o adattate per il traffico ‘merci’; – nodi ‘passeggeri’; – nodi merci, compresi i terminali intermodali; – linee di collegamento degli elementi sopra elencati. Queste infrastrutture comprendono i sistemi di gestione del traffico, di posizionamento e di navigazione, impianti tecnici di elaborazione dati e di telecomunicazione previsti per il trasporto di passeggeri su lunga distanza e il trasporto di merci su tale rete al fine di garantire un esercizio sicuro e armonico della rete e una gestione efficace del traffico. La definizione delle Specifiche Tecniche di Interoperabilità per le ferrovie convenzionali consentirà di verificare quali possono essere gli interventi necessari per l’adeguamento delle linee esistenti ed i relativi investimenti. Tuttavia è possibile prevedere sin da oggi che alcuni possibili requisiti inerenti il tracciato, la geometria della linea, le caratteristiche delle banchine che saranno mutuati dalle norme per le linee adattate per l’Alta Velocità, potranno essere realizzati sulle ferrovie convenzionali che costituiscono parte integrante del sistema Alta Velocità, ma non certo sulle linee regionali che pure sono destinate ad essere interoperabili sia per il trasporto viaggiatori che merci. Inoltre, nell’ottica dell’interoperabilità della rete regionale, l’adeguamento dei sistemi di supervisione e regolazione della circolazione e dei relativi sistemi di informazione ai viaggiatori, in modo che sia possibile lo scambio di informazioni sulla marcia dei treni, diviene di primaria importanza: ciascun gestore dell’infrastruttura non potrà correttamente operare sulla propria rete senza avere le connessioni con le reti confinanti e con i centri che controllano l’origine e la destinazione dei treni che percorrono le proprie linee. Parimenti rilevanti possono 268 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE essere i vincoli organizzativi e gestionali che contribuiscono a rendere difficile l’interoperabilità anche in situazioni di sostanziale indifferenza degli aspetti infrastrutturali e tecnologici: è il caso ad esempio dei cambi nel passaggio tra due reti della numerazione del treno, della documentazione cartacea di scorta al treno, o delle funzioni assegnate al personale di bordo. L’obbligatorietà di inserire nei capitolati di fornitura le norme Europee CEN, CENELEC e ETSI previsto dall’art.18 della Direttiva 93/38/CE ha dato vita fin dal 1990 alla costituzione, per il settore dei trasporti guidati (ferrovie, metropolitane, tranvie) al Joint Programming Committee for Railway (JPCR). In tal caso, la individuazione delle norme europee a cui fare riferimento nelle specifiche di gara è un atto “volontario” dell’entità aggiudicatrice ed oggetto di contrattazione con il fornitore e viene definito pertanto “campo volontario”. Nel caso invece del rispetto della direttiva sull’interoperabilità del sistema ferroviario convenzionale imporre il rispetto delle STI (che avranno valore di direttiva) è un obbligo delle entità aggiudicatrici. In questo caso si parla di campo regolamentare o obbligatorio. I prodotti ferroviari dovranno rispettare i requisiti previsti dalle norme europee. È possibile che una medesima norma contenga requisiti che riguardano il campo volontario e requisiti che devono essere rispettati obbligatoriamente. Il modo di accertare i requisiti previsti da una norma non cambia ed è quindi probabile, anzi auspicabile, che gli organismi di certificazione di prodotto che opereranno nel campo ferroviario possano svolgere la loro attività sia nel campo volontario che in quello regolamentare. L’obiettivo da raggiungere è che un prodotto ferroviario, una volta accertata la sua conformità ai requisiti di una norma europea, sia accettato senza ulteriori prove in ogni paese della Comunità. Per ottenere questo non basta che lo stesso sia stato realizzato facendo riferimento alle norme, ma occorre anche che siano armonizzati i modi con cui sono verificati i requisiti e che sia armonizzato il modo di operare degli organismi di certificazione. A tal fine nel febbraio del 1994, un gruppo di esperti costituito da esponenti dell’UNIFE, UIC, SNCF e DB.AG, noto come gruppo dei “2+2”, fu incaricato di elaborare un documento su “La valutazione 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 269 della Conformità e l’accettazione dei prodotti ferroviari” a partire da alcuni progetti di fiches già esistenti ed elaborati dall’UIC. Per affrontare i vari problemi inerenti alla interoperabilità delle Reti ferroviarie Europee fu costituita nel 1994, come esplicitamente previsto dalla Direttiva 96/48/CE, a Bruxelles l’AEIF in veste giuridica di associazione internazionale di diritto belga, che si è visto essere l’organismo costituito per redigere le STI. Vi fanno parte la UIC Union Internationale des Chemins e la CCFE Communauté des Chemins de Fer Européens, la UNIFE (Union des Industries Ferroviaires Européennes) e la UITP (Union Internationale des Trasports Pubblics). L’AEIF ha avuto ufficialmente l’incarico di costituire e coordinare le attività dei Gruppi di Lavoro incaricati di preparare le Specifiche Tecniche di Interoperabilità relative ai sottosistemi previsti dalla Direttiva 96/48/CE. Il Consiglio d’Amministrazione dell’AEIF ha inoltre deciso di dar vita a un “Comitato Ferroviario Europeo” considerando uno dei gruppi di lavoro prima citati, il “Conformity Group”, come “l’embrione” da cui far nascere questo Comitato dandogli l’incarico di definire ruolo, missione e modello organizzativo dello stesso. Il compito affidato a questo European Rail Committee (ERC) è di definire le condizioni per la certificazione di conformità dei prodotti ferroviari, indicare i requisiti che dovrebbero aver gli organismi di certificazione che opereranno in campo ferroviario, tenere un elenco aggiornato di questi organismi ed essere la sede per arbitrare eventuali ricorsi. 5.3 Le gare effettuate in Europa: identificazione e selezione degli avvisi Come si è detto, la ricerca ha inteso procedere ad una verifica delle gare esperite in Europa da tutti gli esercenti regionali per la fornitura di materiale rotabile in un periodo alquanto ampio e rappresentativo (gennaio 2002 - ottobre 2006). Il lavoro è stato condotto, in una prima, fase attraverso la raccolta, la sistematizzazione, l’analisi e la successiva scrematura di tutti gli avvisi pubblicati sulla Serie S della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea per le forniture connesse al codice CPV 35200000 (Locomotive 270 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Fig. 5.1 - L’Unione Europa a 25 e i Paesi candidati e materiale rotabile e parti associate ferrotranviarie)3, allo scopo di avere il quadro completo degli avvisi emessi nel periodo considerato e strettamente riferibili al settore ferrotranviario. L’analisi è stata condotta in riferimento all’intero ambito europeo, prendendo in considerazione tutti i Paesi dell’Unione, effettuando tuttavia una distinzione tra i Paesi entrati a far parte dell’Unione Europea nel 2004 e quelli già presenti prima di quella data; ciò allo scopo di tener conto delle diverse caratteristiche dei rispettivi sistemi ferroviari e verificare nell’ambito dei “nuovi entranti” quelli che presentavano interessanti dinamiche di sviluppo e/o procedure particolari nei comportamenti di acquisto. 3 Il CPV è un sistema di classificazione unico per gli appalti pubblici volto a unificare i riferimenti utilizzati dalle amministrazioni e dagli enti appaltanti per la descrizione dell’oggetto degli appalti. 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 271 Fig. 5.2 - I codici analizzati 35000000: Mezzi di trasporto 35200000: Locomotive e materiale rotabile e parti associate ferrotranviarie 35210000: Locomotive ferroviarie e tender 35211000: Locomotive ferroviarie elettriche 35212000: Locomotive diesel elettriche 35213000: Locomotive ferroviarie diesel 35214000: Tender per locomotive 35215000: Funicolari 35220000: Materiale ferroviario rotabile 35221000: Veicoli per manutenzione o servizio ferroviario 35222000: Carrozze ferrotranviarie per servizio passeggeri e filobus 35222100: Carrozze tranviarie per passeggeri 35222200: Carrozze ferroviarie per passeggeri 35222300: Filobus 35222310: Vagoni ferroviari 35222400: Bagagliai e vagoni speciali 35223000: Vagoni merci 35230000: Pezzi di ricambio di locomotive o di materiale rotabile 35231000: Pezzi di ricambio per locomotive o materiale rotabile 35231100: Ruote monoblocco 35231200: Respingenti e organi d'attacco 35231300: Sedili per materiale rotabile 35231400: Assi e cerchioni ed altre parti di locomotive o materiale 35232000: Apparecchiatura segnaletica meccanica e di controllo Pertanto, i Paesi analizzati sono stati i seguenti: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. Come accennato, l’analisi si è concentrata nell’ambito dell’intero codice CPV 35200000. Dalla prima verifica è emerso che nell’arco temporale oggetto di analisi il numero complessivo di avvisi emessi sulla GUCE nell’intero ambito dell’Unione Europea e riferiti al settore è stato pari a 3.217. Tuttavia, a questo numero complessivo di avvisi pubblicati non corrisponde un identico numero di appalti esperiti essendo pubblicate sulla GUCE diverse tipologie di avviso, che spaziano da vere e proprie procedure di appalto, fino a più semplici avvisi di pre-informazione. Tale circostanza ha reso necessario un complesso ed impegnativo lavoro di scrematura che ha permesso di giungere fino alla identificazione dei soli avvisi di gara connessi a materiale rotabile destinato all’impiego da parte di esercenti ferroviari regionali. 272 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE L’attività di progressiva scrematura ha comportato, inoltre, la necessità di procedere alla traduzione degli avvisi pubblicati, la cui disponibilità in forma estesa è solo nella lingua originale del paese del soggetto. 5.3.1 Il percorso metodologico di analisi e scrematura (dall’universo al campione di casi) e prime riflessioni sulle procedure adottate nei processi di acquisto Al fine di chiarire il percorso metodologico adottato nel processo di analisi seguito lo si ripercorre brevemente, riportando di volta in volta i risultati della scremature intermedie condotte, che comunque forniscono interessanti spunti di riflessione. Come accennato, nel periodo considerato, il numero complessivo di avvisi pubblicati sulla Serie S della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea per le forniture connesse al codice CPV 35200000 (Locomotive e materiale rotabile e parti associate ferrotranviarie) è stato di 3.217. Di questi, 2.689 (pari all’84% del totale) sono relativi ai Paesi europei nella configurazione dell’Unione precedente al 2004, con la ripartizione territoriale riportata nella figura successiva. Tra questi spiccano, per numero di avvisi emessi, la Francia, la Germania e l’Italia (oltre il 50%), indicando che nei quattro anni considerati gli investimenti ferroviari (tra nuovi acquisti, interventi di reFig. 5.3 - Avvisi emessi nei Paesi dell’Europa a 16 (2002 - ott./2006) 700 653 634 Numero totale di avvisi pubblicati: 2.689 500 384 400 300 257 173 200 158 113 69 100 45 15 71 37 27 19 19 15 ia na to ez Sv Sp ag llo ni U o gn Re as si ga rto Po eg ia iB Pa es rg o or v N lia bu Ita em ss Lu a da an Irl ia ci re G a an m er G a ci an Fr ca di an nl im an D Fi io ar lg us tri Be a A Numero di avvisi pubblicati per Paese 600 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 273 Fig. 5.4 - Avvisi emessi nei Paesi nuovi entranti (2004 - ott./2006) 240 250 Numero di avvisi pubblicati per Paese Numero totale di avvisi pubblicati: 528 200 147 150 100 38 50 27 26 17 13 14 6 ria U ng he en ov Sl ch ac ov Sl ia ia ia an m Ro ca Re p. Ce a ni lo Po ia Li tu an a ni tto Le Es to ni a 0 vamping, opere, parti e componenti, servizi, ecc.) sono l’effetto di significativi cambiamenti ed ammodernamenti in atto nei rispettivi sistemi di trasporto su ferro. Nei Paesi entrati a far parte dell’Unione Europea nel 2004 il numero complessivo di avvisi riferiti al comparto pubblicati sulla Serie S della Gazzetta Ufficiale (nel periodo, tuttavia, intercorrente tra il 2004 ed il mese di ottobre del 2006, non essendo le stazioni appaltanti di questi Paesi nel periodo precedente al 2004 tenute alla pubblicazione sulla GUCE) è stato invece pari a 528, con l’articolazione per Paese che viene indicata di seguito. Tra questi spiccano, con un numero di avvisi di gran lunga superiori agli altri, la Polonia e la Repubblica Ceca, che evidenziano l’esistenza di un significativo impegno nel settore del trasporto su ferro nel periodo considerato. Il passaggio successivo è stato quello di scremare tutti gli avvisi pubblicati, individuando solo quelli strettamente riferiti a “gare esperite” per le diverse tipologie di forniture di prodotti e servizi afferenti al generico codice CPV 3520000, rimandando ad una fase successiva l’ulteriore scrematura necessaria a focalizzare l’attenzione sui soli avvisi di gara riferiti al materiale rotabile (locomotive, carrozze, convogli diesel o elettrotreni) destinato al trasporto su reti “aperte”. Nei periodi presi in considerazione in relazione ai due diversi gruppi di Paesi analizzati, il numero complessivo di avvisi di gara emessi è stato pari a 1.116. Di questi, con la ripartizione territoriale ri- 274 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE portata nella figura successiva, 888 sono riferiti ai Paesi dell’Europa a 16, mentre i restanti 228, con l’articolazione dopo indicata, sono relativi ai Paesi entrati a far parte dell’Unione nel 2004. È interessante notare che analizzando gli avvisi di gara (quindi connessi a procedure di appalto) si modifica leggermente la posizione dei diversi Paesi considerati. Sebbene Francia, Germania, Italia e Spagna rimangano tra i primi Paesi per numero di avvisi pubblicati (in questo caso di gara), si rileva che la Germania presenta il maggior numero complessivo (con una incidenza degli avvisi connessi a procedure di appalto sul totale degli avvisi pubblicati, pari al 56,5%), mentre la Francia, l’Italia e la Spagna presentano rapporti percentuali di gran lunga inferiori (oscillanti tra il 19,4 ed il 27,2%) e che quest’ultima viene sopravanzata dal Regno Unito per numero assoluto di avvisi di gara emessi, Paese che presenta un rapporto tra avvisi complessivi ed avvisi di gara pari al 52,5%. Fig. 5.5 - Avvisi di gara emessi nei Paesi dell’Europa a 16 (2002 - ott./2006) Numero di avvisi di gara pubblicati per Paese 250 217 Numero totale di avvisi di gara pubblicati: 888 200 171 150 123 100 83 70 50 43 36 38 34 14 5 13 17 13 4 7 ia na to ez Sv ag ni U o Re gn Sp llo a si Po rto ga as gi ve es iB Pa N or lia rg o Ita bu ss em Lu a da ia ci an Irl re G a ci an m er G a di an Fr ca ar an nl im an D Fi io lg Be A us tri a - Per quanto riguarda i Paesi entrati nell’Unione nel 2004, il numero complessivo di avvisi di gara emessi nel periodo considerato è stato pari a 228. In questo caso, non fosse altro per l’enorme differenza già registrata in relazione agli avvisi generali pubblicati sulla GUCE, la Polonia e la Repubblica Ceca presentano il maggior numero di avvisi di gara. 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 275 Fig. 5.6 - Avvisi di gara emessi nei Paesi nuovi entranti (2004 - ott./2006) 114 Numero di avvisi di gara pubblicati per Paese 120 Numero totale di avvisi di gara pubblicati: 228 100 80 57 60 40 20 9 12 7 9 8 7 5 ria U ng he en ov Sl ch ac ov Sl ia ia ia an m Ro ca Re p. Ce a ni lo Po ia Li tu an a ni tto Le Es to ni a 0 Un ulteriore passaggio, preliminare all’analisi di dettaglio dei contenuti degli 1.116 avvisi di gara individuati, è stato quello diretto a verificare le modalità procedurali alle quali facevano riferimento le gare di appalto esperite. In particolare, la verifica è stata diretta ad analizzare l’incidenza percentuale delle procedure aperte, ristrette e negoziate (oltre i limitati casi di procedura accelerata), al fine di trarre indicazioni sulle modalità complessive di comportamento procedurale adottato nei singoli Paesi considerati. La fase di scrematura immediatamente successiva a quella della verifica delle procedure adottate è stata diretta ad eliminare progressivamente dal consistente numero degli avvisi di gara individuati tutti quelli non riferibili al materiale rotabile destinato al trasporto di passeggeri in senso stretto (ossia locomotive, carrozze, treni diesel o elettrici), rimandando in una fase successiva la verifica più stringente di quello specificamente destinato al trasporto regionale. Si è pertanto proceduto ad eliminare dal novero complessivo degli avvisi da analizzare tutti quelli riferibili al codice CPV 35230000 (pezzi di ricambio di locomotive o di materiale rotabile ferrotranviario; apparecchi meccanici di controllo del traffico). A seguito di questa ulteriore scrematura, il numero complessivo di avvisi di gara si è ridotto a 677, di cui 535 relativi ai paesi dell’Unione ante 2004 ed i restanti 142 avvisi di gara relativi ai Paesi “nuovi entranti”. Considerato che nell’ambito dei codici CPV 35210000 e CPV 276 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 35220000 sono incluse diverse tipologie di forniture – che spaziano da veicoli per la manutenzione a veicoli speciali (es. cisterne antincendio) nonché tram, filobus, sistemi ed ancora forniture specifiche – si è reso necessario procedere ad un ulteriore approfondimento che consentisse di estrapolare dal novero degli avvisi di gara prima individuati tutti quelli riferibili a materiale rotabile con caratteristiche tali da essere considerato come impiegabile nel trasporto regionale o emessi da operatori notoriamente focalizzati sul trasporto regionale di passeggeri. Questa fase di scrematura ha richiesto una verifica dettagliata, avviso per avviso, delle gare di appalto precedentemente individuate, con la necessità di procedere anche ad una loro parziale traduzione, in considerazione del fatto che la descrizione più dettagliata delle caratteristiche della fornitura richiesta è disponibile solo nelle lingue di origine, che nel caso specifico sono state ben 25. A seguito di questa ulteriore fase di analisi è stato possibile individuare con chiarezza un numero complessivo di avvisi di gara riferibili a materiale rotabile destinato al trasporto regionale di passeggeri pari a 112 (su un totale originario di 3.217). Fig. 5.7 - Avvisi di gara riferibili a materiale rotabile per il trasporto regionale di passeggeri Numero di avvisi di gara pubblicati per Paese 25 24 20 20 Numero totale di avvisi di gara: 112 16 15 10 10 9 6 5 3 1 1 2 4 3 1 1 1 2 2 1 1 1 2 1 A us tri a Be lg i Fr o an G cia er m an ia G re ci Irl a an da Lu I ss tali em a bu N rgo or Pa veg es ia iB Po ass rto i Re ga gn llo o U ni t Sp o ag na Sv ez i Es a to ni Le a tto n L i ia tu an Po i a l Re onia p. Ce R o ca m Sl ani ov a ac ch Sl ia ov en ia - Per quanto concerne le procedure di gara adottate per gli avvisi individuati, come si vedrà in maggiore dettaglio più avanti, si rileva la netta prevalenza del ricorso a procedure aperte per i Paesi nuovi en- 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 277 tranti e la sostanziale predominanza delle procedure negoziate per quanto concerne i paesi facenti già parte dell’Unione prima del 2004. 5.4 I parametri utilizzati per l’analisi delle procedure di acquisto Per acquisire un quadro informativo più dettagliato in relazione alle gare riferibili a materiale rotabile destinato al trasporto regionale si è reso indispensabile procedere ad una ulteriore fase di approfondimento dei 112 avvisi, acquisendone i dati salienti, collocandoli all’interno di idonee griglie di analisi e valutazione ed anche recuperando, laddove è stato possibile (considerando che si trattava in numerosi casi di appalti già chiusi e per i quali risultava difficile ottenere i capitolati di gara) ulteriori documentazioni connesse alla procedura. La possibilità di condurre la suddetta fase di analisi, per quanto laboriosa e complessa, è stata garantita dalla struttura standardizzata degli avvisi pubblicati sulla Serie S della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (che si riporta successivamente), dalla quale sono stati estrapolati i dati relativi alle variabili più significative che, nel caso specifico, sono state le seguenti: tipo di procedura, tipologia di fornitura, entità della fornitura, eventuali opzioni, criteri di accesso e di aggiudicazione, parametri di valutazione adottati. In tutti i casi di appalti aggiudicati ed in quelli per i quali è stato possibile recuperare almeno i capitolati, se non tutta la documentazione di gara, sono stati presi in considerazione anche altri parametri di particolare rilevanza, quali: importo della fornitura, eventuali modalità di interazione con i concorrenti alla gara, azienda aggiudicataria. Considerato che il livello di approfondimento delle informazioni rilevabili dagli avvisi di gara pubblicati sulla GUCE è alquanto diversificato e che solo per alcune delle gare individuate è stato possibile acquisire in via diretta la documentazione completa di gara (sia perché, come già accennato, si tratta, in molti casi, di gare esperite ed affidate per le quali la documentazione non era più disponibile; sia perché molto spesso la documentazione completa di gara viene rilasciata solo previo pagamento, talvolta anche molto oneroso), nel corso di questa fase conclusiva di analisi si è proceduto ad una ulteriore scrematura, orientata proprio dal livello di approfondimento delle informazioni rilevabili dagli avvisi pubblicati, o da eventuali ulteriori documentazioni di gara acquisibili, che ha ridotto il numero complessivo di procedure analizzate 278 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Struttura standard degli avvisi di gara pubblicati sulla GUCE Serie S Paese-Città: Oggetto del bando Anno/Serie e N° Gazzetta N° avviso Bando di gara d’appalto - Settori speciali Tipo di appalto (es. forniture) L’appalto rientra nel campo di applicazione dell’accordo sugli appalti pubblici (AAP): (sì/no) SEZIONE I: Ente aggiudicatore I.1) I.2) I.3) I.4) Denominazione e indirizzo ufficiale dell’ente aggiudicatore Indirizzo presso il quale è possibile ottenere ulteriori informazioni Indirizzo presso il quale è possibile ottenere la documentazione Indirizzo al quale inviare le offerte/le domande di partecipazione SEZIONE II: Oggetto dell’appalto II.1) Descrizione II.1.1) Tipo di appalto di lavori II.1.2) Tipo di appalto di forniture II.1.3) Tipo di appalto di servizi II.1.4) Accordo quadro: (si/no) II.1.5) Denominazione conferita all’appalto dall’ente aggiudicatore II.1.6) Descrizione/oggetto dell’appalto II.1.7) Luogo di esecuzione dei lavori, di consegna delle forniture o di prestazione dei servizi II.1.8) Nomenclatura II.1.8.1) CPV (vocabolario comune per gli appalti) II.1.8.2) Altre nomenclature rilevanti (CPA/NACE/CPC) II.1.9) Divisione in lotti: (si/no) II.1.10) Ammissibilità di varianti: (si/no) II.1.11) Deroga all’uso delle specifiche europee: (si/no) II.2) Quantitativo o entità dell’appalto II.2.1) Quantitativo o entità totale: II.2.2) Opzioni. Descrizione e indicazione del momento in cui possono venire esercitate II.3) Durata dell’appalto o termine di esecuzione SEZIONE III: Informazioni di carattere giuridico, economico, finanziario e tecnico III.1) Condizioni relative all’appalto III.1.1) Cauzioni e garanzie richieste III.1.2) Principali modalità di finanziamento e di pagamento e/o riferimenti alle disposizioni applicabili in materia: (provenienza dei fondi e modalità di erogazione) III.1.3) Forma giuridica che dovrà assumere il raggruppamento di imprenditori/fornitori/prestatori di servizi aggiudicatario dell’appalto: 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 279 III.2) Condizioni di partecipazione III.2.1) Indicazioni riguardanti la situazione propria dell’imprenditore/del fornitore/del prestatore di servizi, nonché informazioni e formalità necessarie per la valutazione dei requisiti minimi di carattere economico e tecnico che questi deve possedere III.2.1.1) Situazione giuridica - prove richieste: III.2.1.2) Capacità economica e finanziaria - prove richieste: III.2.1.3) Capacità tecnica - prove richieste: III.2.1.4) Altre informazioni: III.3) Condizioni relative all’appalto di servizi III.3.1) La prestazione del servizio è riservata ad una particolare professione: (sì/no) III.3.2) Le persone giuridiche saranno tenute a comunicare i nominativi e le qualifiche professionali del personale responsabile della prestazione del servizio: (sì/no) SEZIONE IV: Procedure IV.1) Tipo di procedura: (es. negoziata) IV.1.1) Eventuali pubblicazioni precedenti relative allo stesso appalto IV.1.1.1) Avviso periodico concernente lo stesso appalto: IV.1.1.2) Altre pubblicazioni precedenti: IV.1.2) Numero di imprese che si prevede di invitare a presentare un’offerta: IV.2) Criterio di aggiudicazione: (es. offerta economicamente più vantaggiosa e criteri di valutazione) IV.3) Informazioni di carattere amministrativo IV.3.1) Numero di riferimento attribuito al dossier dall’ente aggiudicatore IV.3.2) Documenti contrattuali e documenti complementari - condizioni per ottenerli IV.3.3) Scadenza fissata per la ricezione delle offerte o delle domande di partecipazione IV.3.4) Spedizione degli inviti a presentare offerte ai candidati prescelti IV.3.5) Lingua/e utilizzabile/i nelle offerte o nelle domande di partecipazione IV.3.6) Periodo minimo durante il quale l’offerente è vincolato dalla propria offerta IV.3.7) Modalità di apertura delle offerte IV.3.7.1) Persone ammesse ad assistere all’apertura delle offerte IV.3.7.2) Data, ora e luogo SEZIONE VI: Altre informazioni VI.1) Bando non obbligatorio: (si/no) VI.2) Precisare, all’occorrenza, se il presente appalto ha carattere periodico e indicare il calendario previsto per la pubblicazione dei prossimi bandi: VI.3) L’appalto è connesso ad un progetto/programma finanziato dai fondi dell’ue: (sì/no) VI.4) Informazioni supplementari: VI.5) Data di spedizione del presente bando 280 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE a 76, pari al 68% delle gare riferibili al materiale rotabile destinato al trasporto regionale di passeggeri rilevate nell’ambito europeo. Si è reso evidentemente necessario individuare alcune variabili chiave che fossero sempre presenti nei diversi avvisi e definire dei criteri di classificazione che, nonostante la significativa diversità esistente nei diversi avvisi in relazione ad alcuni fattori (ad esempio i criteri per l’accesso alla gara o, piuttosto, i criteri di valutazione delle offerte), hanno permesso l’attribuzione di un posizionamento di carattere qualitativo o, laddove possibile quantitativo, alle variabili prese in considerazione. In particolare, le variabili prese in esame, fondamentali per la comprensione delle procedure sottostanti i processi di acquisto, sono state: – Tipologia di procedura; – Tipologia di fornitura; – Dimensione della fornitura; – Importo della fornitura; – Opzioni; – Criteri di accesso; – Criterio di aggiudicazione; – Parametri di valutazione; – Dimensione operatore; – Caratteristiche del sistema Al fine di chiarire il processo di analisi, si riportano, di seguito, le logiche seguite per la definizione delle griglie di valutazione dei singoli parametri considerati. Tipologia di procedura Sono state prese in considerazione le procedure previste dai singoli bandi di gara, che hanno presentato le note forme della procedura aperta, ristretta o negoziata. Tipologia di fornitura In questo caso si è verificato il contenuto della fornitura, analizzando se si trattasse della fornitura del solo prodotto, o se a questo si associasse, di volta in volta, in forme più o meno articolate, la fornitura dei ricambi per periodi di tempo diversificati, i servizi di manutenzione, la formazione del personale per l’impiego e la manutenzione dei rotabili, il full service. Non in tutti i casi è stato possibile rilevare 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 281 con assoluta chiarezza la fornitura delle prestazioni aggiuntive rispetto al prodotto. Dimensione della fornitura Questo parametro è stato analizzato prendendo in considerazione, laddove disponibile e/o rilevabile, il valore complessivo della fornitura o, nei casi in cui non fosse disponibile o rilevabile (soprattutto per alcune procedure negoziate, in cui il valore della fornitura si determina solo al termine della negoziazione stessa), dal numero e dalle caratteristiche dei rotabili che hanno permesso, considerati i valori medi delle diverse categorie di prodotto, di determinare un valore approssimativo dell’appalto e di collocare la fornitura in tre macrocategorie: piccola (fino a 20 milioni di euro); media (tra i 20 ed i 50 milioni di euro); grande (oltre i 50 milioni di euro). Opzioni Questo parametro è stato preso in considerazione allo scopo di valutare in quante gare fosse presente l’ipotesi di una opzione di acquisto di altri rotabili oltre a quelli previsti dalla gara esperita in relazione al primo lotto di consegna. Infatti, in numerosi casi, la gara prevede che l’appalto si riferisca ad un numero specifico di mezzi, con una riserva ad acquistare, soprattutto in funzione della successiva disponibilità di risorse finanziare o in funzione di mutate esigenze di esercizio, altri mezzi, alle medesime condizioni (in termini di prezzo, garanzie, tempi di consegna, ecc.) previste per il primo lotto di acquisto. Nella maggior parte dei casi, la possibilità di esercizio di opzioni si collega alla definizione della gara di appalto sotto forma di “accordo quadro” di durata pluriennale. Criteri di accesso Si è inteso verificare, nelle diverse gare analizzate, quali fossero i vincoli per la partecipazione alla gara. In questo senso, sono stati analizzati i criteri stabiliti nelle tre tipiche categorie: giuridica, economico/finanziaria e tecnica. Mentre per la prima si rileva una sostanziale uniformità delle prove richieste per la partecipazione, diversa è la situazione in relazione alle altre due. Per quanto concerne le prove della capacità economica e finanziaria, infatti, si rilevano in alcuni casi una serie di vincoli abbastanza onerosi (ad esempio la dimensione del fatturato realizzata per 282 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE forniture similari o piuttosto la dimostrazione di capacità di accesso al credito) che, di fatto, rendono più difficile per i potenziali concorrenti il possesso delle condizioni minime di base per la partecipazione all’appalto, spingendo, in alcuni casi, alla costituzione di raggruppamenti temporanei, soprattutto in relazione alle forniture di maggiori dimensioni. Analoga circostanza si registra in riferimento ai vincoli tecnici, per i quali, in diversi casi, il possesso di certificazioni, di una struttura organizzativa con specifiche caratteristiche o l’esistenza di impianti nel paese nel quale realizzare la potenziale fornitura, diventano essenziali per la partecipazione. In relazione a questi parametri, con valutazioni di carattere meramente qualitativo, si è proceduto a suddividere le gare verificate in due grandi categorie: quelle che richiedevano vincoli per l’accesso considerati come medi e quindi non particolarmente onerosi in riferimento alle caratteristiche tipiche delle aziende produttrici, e quelle che invece indicavano vincoli per l’accesso più elevati e quindi complessi da dimostrare per tutte le aziende di produzione del comparto. Non sempre, tuttavia, è stato possibile dagli avvisi di gara rilevare i parametri per l’accesso, la cui definizione, in alcuni casi, veniva rimandata ai capitolati specifici della gara in oggetto. Criterio di aggiudicazione Questo parametro si riferisce alla logica che sottende la valutazione e la successiva aggiudicazione della gara, che può essere determinata, anche sulla base della normativa vigente, sulle due opzioni del prezzo più basso o dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Quest’ultima richiede una più complessa analisi dei fattori di offerta che, unitamente al prezzo, comprendono anche i parametri di valutazione, dei quali si fa cenno al punto successivo. Parametri di valutazione adottati Sono stati analizzati i criteri sulla base dei quali, in ciascuna gara, sono state, o saranno effettuate le valutazioni per la definizione dei punteggi da attribuire a ciascun concorrente e per la successiva aggiudicazione. I parametri utilizzati nelle diverse gare, sebbene riconducibili a criteri comuni, sono molto ampi, spaziando da quello ordinario del prezzo, fino ad arrivare a valutazioni sull’estetica dei rotabili, passando per le caratteristiche tecniche degli equipaggiamenti ed il livello dei consumi. In via generale, è possibile riportare i parametri di valutazioni in poche grandi categorie, tuttavia, si è ritenuto interessante 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 283 considerarli nella loro ampiezza per verificare se, in ciascuna gara, si ricorresse a parametri definibili come standard (quali il prezzo, i tempi di consegna, i costi dei ricambi, le garanzie) o articolati, ossia non solo riferibili a fattori diversi e più ampi rispetto a quelli definiti come standard, ma anche molto più dettagliati ed allargati nelle macrocategorie dei parametri standard. L’attribuzione nella categoria necessaria all’analisi è stata effettuata attraverso una verifica che tenesse conto sia del grado di complessità dei singoli parametri sia della loro numerosità. Allo scopo di inquadrare la procedura in relazione al contesto nel quale è stata realizzata, sono state prese in considerazione la dimensione dell’operatore (o dell’acquirente, trattandosi, in alcuni casi, di società di leasing o di soggetti pubblici) e le caratteristiche del sistema di trasporto ferroviario esistente nel paese. Dimensione operatore In relazione alla dimensione dell’operatore, si è fatto riferimento, nei casi relativi ad esercenti, alla dimensione della rete gestita, considerando la dimensione dell’esercente secondo questi criteri: piccola una rete inferiore ai 100 km.; media una rete compresa tra 100 e 500 km.; grande una rete superiore a 500 km. Caratteristiche del sistema Per quanto concerne, infine, le caratteristiche del sistema – determinate dall’eventuale attuazione del processo di liberalizzazione e dal suo stato di avanzamento, dalla maggiore o minore influenza del settore pubblico, nonché dall’adozione di forme avanzate di gestione connesse alla avvenuta o meno divisione tra gestione della rete ed esercizio – i criteri adottati sono stati i seguenti: – tradizionale: unico grande operatore nazionale e pochi piccoli operatori locali (es. Belgio); forte influenza del pubblico sul sistema, spesso attraverso la proprietà delle aziende esercenti; – moderno: sistema caratterizzato dalla presenza di uno o più grandi operatori a carattere nazionale e numerosi operatori di piccola e media dimensione operanti in ambito regionale o pluriregionale (es. Italia); influenza del settore pubblico ancora elevata; – avanzato: sistema caratterizzato dalla presenza, oltre che di uno o più grandi operatori a carattere nazionale, soprattutto di numerosi operatori di dimensione variabile presenti in ambiti re- Dimensione esercente Media Media Media Grande Grande Grande Media Piccola Grande Grande Grande Media Media Media Operatore/ acquirente Ferrovia AdriaticoSangritana Ferrovie Emilia Romagna Ferrovie Nord Milano Trenitalia SNCF SNCF Collectivité territoriale de Corse Arriva Trains Nederlandse Spoorwegen Deutsche Bahn DB Regio Prignitzer Eisenbahn Circumvesuviana Ferrovie della Calabria Italia Italia Germania Germania Germania Moderno Moderno Avanzato Avanzato Avanzato Moderno Avanzato Regno Unito Olanda Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno Sistema di riferimento Francia Francia Francia Italia Italia Italia Italia Paese 2003 2003 2002 2002 2002 2002 2002 2002 2002 2002 2002 2002 2002 2002 Anno appalto Ristretta Aperta Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Ristretta Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Aperta Negoziata Tipologia di procedura Grande Media Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Grande Piccola Prodotto + ricambi Grande Prodotto + manutenzione Prodotto Grande Grande Prodotto + manutenzione Prodotto Grande Media Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Media Prodotto Grande Grande Prodotto + manutenzione Prodotto Piccola Piccola Dimensione della fornitura Prodotto + manutenzione Prodotto Tipologia di fornitura n.r. 37.992.524,70 n.r. n.r. 164.373.173,10 15.780.000,00 103.291.380,00 n.r. n.r. n.r. 248.000.000,00 8.400.000,00 6.200.000,00 166.000.000,00 Importo della fornitura No No Si Si Si Si Si No Si Si No Si No Si Opzioni Medi Medi Medi Medi Medi Complessi Medi Medi Medi Medi Medi Complessi Medi Medi Criteri di accesso Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Prezzo + basso Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. n.r. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Criterio di aggiudicazione Standard Standard Standard Articolati Standard Articolati Standard Standard Standard Articolati Standard Articolati Standard Standard Parametri di valutazione Fig. 5.8 - Griglia di analisi degli avvisi di gara relativi a materiale rotabile per il trasporto regionale (2002-10/2006) in ordine temporale di pubblicazione 284 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Grande Grande Grande Media Grande Renfe Feve Iarnród Éireann AB Transitio Storstockholms Lokaltrafiks NS Railplan B.V. (x mercato UK) Olanda Svezia Irlanda Spagna Spagna Francia Media Piccola Media Media Piccola Nord-Ostseebahn Rhein-MainVerkehrsverbund Ferrovie Appulo Lucane Ferrovia Centrale Umbra Sistemi Territoriali Italia Italia Italia Germania Germania Germania Grande SNCF Belgio Italia Media Grande SNCB - Société Nationale des Chemins de fer Belges Germania Piccola Società Subalpina di Imprese Ferroviarie Italia Italia Media Piccola Gruppo Torinese Trasporti Bietergemeinschaft Hamburger Hochbahn Aktiengesellschaft / AKN Eisenbahn AG Fahrzeugmanagement Region Frankfurt Rhein-Main Media Ferrovie della Sardegna Moderno Moderno Moderno Avanzato Avanzato Avanzato Avanzato Moderno Avanzato Tradizionale Moderno Moderno Moderno Tradizionale Moderno Moderno Moderno 2004 2004 2004 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 2003 Aperta Ristretta Ristretta Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Piccola Piccola Prodotto + manutenzione Media Grande Prodotto Prodotto Prodotto + manutenzione Media Media Prodotto + manutenzione Prodotto Grande Grande Grande Grande Piccola Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Prequalificazione + negoziata Negoziata Prodotto Grande Grande Prodotto + manutenzione Prodotto Grande Piccola Prodotto + ricambi Prodotto + manutenzione Media Media Prodotto + manutenzione Prodotto + ricambi Aperta Negoziata Negoziata Negoziata Ristretta Negoziata Aperta 8.475.648,00 37.500.000,00 30.670.000,00 n.r. 17.748.000,00 20.000.000,00 18.000.000,00 26.400.000,00 72.000.000,00 n.r. 27.000.000,00 n.r. n.r. 380.000.000,00 n.r. 536.000.000,00 540.000.000,00 Si Si No No No No Si Si No No Si No Si Si No Si Si Medi Medi Complessi n.r. Medi Complessi Complessi Complessi Complessi Complessi Medi Medi Complessi Complessi Medi Medi Medi Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. n.r. n.r. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. n.r. n.r. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. n.r. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Standard Standard Articolati Standard Standard Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Standard Standard Articolati Articolati Articolati Articolati Standard 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 285 Grande Media Media Media Grande Grande n.a. Media Media Grande Media Piccola Piccola Media Grande Media Media Trenitalia Conseil général de la Nièvre CFTA - Chemins de fer de Provence Ferrocarrils de la Generalitat Valenciana Renfe - Cercanias Renfe - Cercanias Arriva Plc Laing Rail (franchisee) - Chiltern Railways Innsbrucker Verkehrsbetriebe und Stubaitalbahn GmbH DB Regio Bietergemeinschaft Hamburger Hochbahn / Hessische Landesbahn Abellio Abellio WestfalenBahn OBB Urzd Marszakowski Województwa Mazowieckiego Ferrovie del Sud Est Italia Polonia Austria Germania Germania Germania Germania Germania Austria Moderno Tradizionale Moderno Avanzato Avanzato Avanzato Avanzato Avanzato Moderno Avanzato Avanzato Regno Unito Regno Unito Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno Spagna Spagna Spagna Francia Francia Italia 2005 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 2004 Ristretta Aperta Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Aperta Negoziata Aperta Negoziata Grande Grande Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Grande Prodotto + manutenzione Media Grande Prodotto+ manutenzione + servizi finanz. Piccola Media Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Media Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Media n.r. Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Media Prodotto Grande Grande Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Grande Media Prodotto + manutenzione Prodotto Media Grande Prodotto Prodotto + manutenzione 59.525.000,00 81.000.000,00 n.r. n.r. n.r. n.r. 53.000.000,00 44.075.238,12 5.000.000,00 237.000.000,00 n.r. n.r. 241.726.546,00 259.556.065,00 n.r. n.r. 234.959.742,80 Si No Si Si Si Si n.r. n.r. Si Si Si No No No No Si No Complessi Complessi Complessi Complessi Medi Medi Medi Complessi Medi Complessi Complessi Medi Medi Medi Medi Medi Medi Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. n.r. n.r. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. n.r. Prezzo + basso Articolati Articolati Articolati Articolati Standard Standard Standard Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Standard Standard Standard Articolati 286 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Polonia Polonia Media Media Piccola Media Grande Grande Grande Grande Media Grande Media Media Media Media Grande Piccola Met.Ro. Met.Ro. SEPSA Région Provence Alpes Côte d'Azur Renfe Renfe Renfe - Cercanias Iarnród Éireann Hamburg Hochbahn / Prignitzer Eisenbahn DB Regio AS Elektriraudtee AS Elektriraudtee Dopravní podnik Województwo ódzkie PKP Przewozy Regionalne ATCM - Azienda Trasporti Collettivi e Mobilità Italia Rep. Ceca Estonia Estonia Germania Germania Irlanda Spagna Spagna Spagna Francia Italia Italia Italia Italia Piccola Metrocampania Nordest Italia Media Ferrovia Circumetnea Moderno Tradizionale Tradizionale Tradizionale Tradizionale Tradizionale Avanzato Avanzato Tradizionale Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno Moderno 2006 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 2005 Negoziata Aperta Aperta Aperta Aperta Aperta Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Ristretta Ristretta Aperta Aperta Aperta Ristretta Media Prodotto + manutenzione Piccola Piccola Prodotto + manutenzione Prodotto Grande Grande Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Grande Prodotto + manutenzione Media Grande Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Grande Media Grande Prodotto + manutenzione Prodotto Grande Prodotto + manutenzione Grande Prodotto + manutenzione Piccola Media Prodotto + manutenzione Prodotto Media Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Grande Media Prodotto + ricambi Prodotto + ricambi n.r. 11.068.382,00 60.000.000,00 28.194.965,58 30.000.000,00 50.842.108,79 34.000.000,00 n.r. 37.000.000,00 2.532.000,00 553.900.000,00 n.r. n.r. n.r. n.r. 300.000.000,00 493.486.650,00 463.000.000,00 No No No No No No Si No Si No No No No Si Si Si Si Si Medi Complessi Medi Medi Complessi Medi Complessi Medi Complessi Complessi Complessi Complessi Medi Medi Medi Medi Complessi Medi Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Prezzo + basso Off. ec. + vant. Prezzo + basso Prezzo + basso Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Standard Articolati Standard Standard Standard Standard Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Articolati Standard 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 287 Media Piccola Grande Grande Grande Media Media Media Media Media Ferrovie Emilia Romagna Ferrovie del Gargano SNCF Stagecoach Great North Western Hamburger Hochbahn AVG - AlbtalVerkehrs-Gesellschaft NedBahnen Deutschland Hamburger Hochbahn Hamburger Hochbahn Avanzato Regno Unito Germania Germania Germania Germania Avanzato Avanzato Avanzato Avanzato Avanzato Avanzato Regno Unito Germania Moderno Moderno Moderno Francia Italia Italia 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 2006 Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Negoziata Ristretta Aperta Piccola Grande Grande Media Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Prodotto + manutenzione Media Media n.r. Grande Piccola Piccola Prodotto Prodotto Prodotto + servizi finanz. Prodotto + manutenzione Prodotto Prodotto Prodotto + manutenzione n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 12.495.000,00 8.867.924,22 Si Si Si No Si No No Si No No Complessi Complessi Complessi Medi Medi Medi Complessi Medi Medi Medi Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Off. ec. + vant. Standard Standard Standard Standard Standard Standard Articolati Articolati Articolati Standard 288 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 289 gionali, interregionali e/o nazionali con forte dinamismo e soluzioni organizzative avanzate (es. Regno Unito); scarsa influenza del settore pubblico. Di seguito si riporta la tabella di sintesi delle valutazioni condotte in relazione alle 76 procedure di gara sulle quali si è focalizzata l’analisi. 5.5 L’analisi delle 76 gare di appalto selezionale Una prima valutazione del complesso di gare europee esaminate ha riguardato la distribuzione territoriale delle stesse. La distribuzione per Paese degli avvisi di gara evidenzia una netta prevalenza del sistema italiano, seguito da quelli tedesco, francese e spagnolo. Tale circostanza è da attribuirsi sia all’avvio di significativi programmi di investimento nel sistema dei trasporti regionali in Italia, determinato dai mutamenti in atto e dalla sostanziale vetustà del parco rotabile rispetto alle attuali esigenze di esercizio, sia alla circostanza che gli altri paesi europei nei quali il sistema del trasporto regionale riveste un ruolo importante nel complesso del trasporto su ferro, già prima del 2002 avevano avviato programmi di investimento molto consistenti diretti al rinnovo del parco rotabile. È il caso, ad esempio, di SNCF in Francia che tra il 2001 ed il 2003 (con gare eseguite con la pubblicazione degli avvisi tra il 1999 ed il 2000), ha realizzato investimenti per oltre 680 milioni di euro con l’acquisto, da diversi fornitori, di 246 tra motrici e convogli. Ancor più Fig. 5.9 - Avvisi analizzati per Paese (2002 - ott./2006) 22 19 Numero totale di avvisi di gara analizzati: 76 8 8 5 ia ez Sv ag na ca 1 Sp Ce p. U o gn Re lo ni to ni a 1 Re lia nd a O la Ita da an ia an m er G Irl ci a a ni an Fr io lg to Es 2 2 Po 2 1 Be A us tri a 2 3 290 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE rilevante la situazione del Regno Unito, in cui, nel medesimo periodo, diversi operatori, sia esercenti sia Rosco (tra cui Stagecoach, Angel Trains, Connex, Govia e Hull Trains) hanno spiccato ordini per quasi 2,4 miliardi di euro, per l’acquisizione di poco più di 1.400 unità tra motrici e convogli completi. Per quanto concerne l’articolazione in base alla dimensione degli esercenti facenti parte dell’universo analizzato, si registra la prevalenza di operatori di media dimensione (con reti gestite di lunghezza compresa tra 100 e 500 km.), mentre ridotta appare l’incidenza percentuale di operatori di piccola dimensione, evidenziando la tendenza nel trasporto regionale ad un dimensionamento più elevato di quello tipico degli operatori impegnati in stretti ambiti locali, funzionale anche al conseguimento di idonee economie di scala ed alla integrazione su contesti più vasti di quelli connessi alle aree metropolitane, per quanto estese. Fig. 5.10 - Ripartizione degli esercenti per dimensione Altro 1,3% Grande 34,2% Piccola 14,5% Media 50,0% Dal punto di vista delle procedure adottate, si registra, come prevedibile, una sostanziale prevalenza del ricorso alla procedura negoziata, ma anche una maggiore presenza, rispetto alla media rilevata per le gare relative al materiale rotabile in generale, del ricorso a procedure ristrette, che evidenzia in prevalenza nell’ambito del sistema italiano e francese, soprattutto per gli operatori di piccola e media dimensione. Si conferma il ricorso, nell’ambito dei paesi nuovi entranti nell’Unione, alle procedure aperte, in linea con la tendenza generale già evidenziata, attribuibile, come accennato all’adozione di modelli di appalto in cui la concorrenza più ampia diventa non solo fonte di possibili vantaggi per l’acquirente in termini di offerta complessiva, sia tecnica che economica, ma si trasforma in una opportunità per acquisire 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 291 Fig. 5.11 - Incidenza % delle tipologie di procedure di gara adottate Aperta 22,3% Negoziata 64,5% Ristretta 13,2% competenze e nuove conoscenze in tutti i casi in cui la gara preveda la conduzione di attività di assistenza e manutenzione con l’addestramento del personale dell’esercente e ancora di più nei casi in cui, come in Polonia, si prevede che parte della produzione debba avvenire all’interno del Paese stesso. Per quanto riguarda la tipologia di fornitura, ridotta appare la scelta in relazione all’ipotesi “prodotto più ricambi”; la prevalenza riguarda l’ipotesi di acquisizione non solo dei ricambi, ma anche dei servizi di manutenzione, spesso in full service, con la conduzione di attività di formazione per il personale dell’esercente e talvolta, soprattutto per i sistemi avanzati, associati a servizi relativi all’area finanziaria (leasing). È evidente la tendenza all’acquisizione dei rotabili in una logica di costo globale di esercizio e non più meramente legata al costo di acquisto. L’adozione di criteri di determinazione del costo della fornitura basati sul life cycle cost e sulla manutenibilità – che includono pertanto tutti gli oneri connessi alla manutenzione, compresi i ricambi, i costi per i servizi e in taluni casi anche la formazione del personale – indicano chiaramente la modifica sostanziale nelle modalità di gestione degli esercenti. A fronte della modifica dei criteri che regolamentano il sistema, della separazione tra reti ed esercizio e dell’aumento della competizione, che si apre anche su scenari internazionali, la scelte di acquisto si focalizzano verso logiche di mercato (intese come capacità di risposta agli oneri di servizio, ma anche alle aspettative dei passeggeri) e di economicità della gestione, piuttosto che sui vecchi criteri della “durata” dei prodotti, facendo inoltre emergere nuovi e più articolati rapporti con i fornitori che, modificano la loro posizione, superando la semplice funzione di venditore ed assurgendo, in molti casi, a veri e propri partner strategici, in grado di incidere significativamente sulle strategie e sulle scelte operative degli esercenti. 292 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Fig. 5.12 - Incidenza percentuale delle tipologie di fornitura Prodotto Prodotto e ricambi Prodotto, manutenzione e altri servizi 26,3% 67,1% 6,6% Come ipotizzabile sussiste una sostanziale relazione tra la complessità dei criteri di accesso alla gara e quella dei criteri di valutazione per l’assegnazione della stessa. Gli appalti che presentano complessi criteri di accesso nell’86% dei casi indicano anche criteri di valutazione molto articolati. Fig. 5.13 - Gare suddivise per criteri di accesso e di valutazione Criteri di accesso Medi 33% 67% Articolati Standard Complessi 86% 14% Criteri di valutazione Il 55% delle gare di grande dimensione presenta, contestualmente, criteri complessi di accesso e criteri di valutazione articolati e di queste l’80% è relativo ad operatori di grande dimensione. Per quanto riguarda, infine, i criteri di aggiudicazione, la formula del prezzo più basso riveste ormai un ruolo marginale e si rileva o nei paesi nuovi entranti o, per i paesi con sistemi avanzati, nel caso di forniture di prodotti consolidati o con tecnologie equivalenti tra i diversi fornitori. L’azione delle procedure negoziate e della scelta in base all’offerta economica più vantaggiosa, sulla base di una serie articolata e complessa di parametri di carattere tecnico/economico, rispecchia il processo di evoluzione del sistema del trasporto regionale dei passeggeri. 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 293 Fig. 5.14 - Incidenza percentuale dei criteri di aggiudicazione Prezzo più basso 6,6% Offerta economicamente più vantaggiosa 93,4% Gli operatori, come prima accennato e come emerso dalle altre analisi condotte nel capitolo precedente, interagiscono con i fornitori con modalità via via più ampie ed articolate, influenzati da un sistema in cui le esigenze di gestione e quelle provenienti dal sistema di mercato e della concorrenza sono sempre più pressanti ed articolate. Nel suo complesso, la crescita della competizione nel comparto è evidenziata dalla vivacità dell’iniziativa rilevata nel quadriennio osservato, che è testimoniata, oltre che dal numero di procedure attivate, anche dal loro importo complessivo, pari ad oltre 5.700 milioni di euro (almeno in relazione a quelle analizzate). Va evidenziato, sebbene sia interessante la dinamica dei paesi “nuovi entranti”, che la stragrande maggioranza dei fabbisogni è comunque espressa da esercenti regionali dei grandi paesi europei, i cui impegni economici coprono oltre il 90% del totale. È tuttavia indicativo il fatto che l’importo di maggiori dimensioni (554 milioni di euro) si sia registrato nella Repubblica Ceca (operatore Dopravnì Podnik), con una gara vinta dall’industria nazionale (Skoda Transportation). Tra i primi più grandi lotti si registrano comunque operatori di paesi dell’Europa dei 16, con in testa la belga SNBC (540 milioni), seguita da SNCF (Francia, 336 milioni). È significativo che al quarto, quinto, ottavo e nono posto tra i primi 10 si trovi la spagnola Renfe (in veste di capogruppo o tramite la regionale Renfe-Cercanias), con importi tra i 493 e i 241 milioni di euro: tre di queste gare sono state aggiudicate alla CAF, primo produttore ferroviario spagnolo ed una all’Alstom. Nel gruppo dei primi dieci più grandi lotti si collocano sempre società ferroviarie nazionali, come la svedese AB, l’irlandese Iarnròd Eierann, l’austriaca OBB: in tutti questi casi è risultata assegnataria la Bombardier. 294 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE In sostanza, dunque, a fronte di una diffusa partecipazione al processo di ammodernamento delle flotte comprendente piccoli e medi operatori, il cuore del business appare ancora nelle mani delle più grandi organizzazioni nazionali, le quali pesano per oltre il 65% del valore complessivo degli acquisti. La parte restante è in prevalenza attribuibile alle organizzazioni medie e medio grandi, con un numero cospicuo di procedure di gara (38 su 73) ed un valore che raggiunge il 30% del totale. Le piccole società locali esprimono invece un potenziale di mercato ancora poco rilevante nel complesso per numero di bandi (11 in tutto di cui 7 in Italia); tuttavia va osservato che in questo ambito si registrano importi di notevole rilievo (oltre 50 milioni di euro in 3 casi) e aggiudicazioni anche a favore di gruppi industriali leader. 5.5.1 Alcuni esempi di operatori e procedure di acquisto Gruppo Ferrovie Nord Milano Nella gara analizzata le caratteristiche dei treni sono: elettrotreni a 2 piani ad alte prestazioni, tutte vetture motrici. È la gara più grossa del 2002 (166 milioni di euro). La modalità è stata quella della prequalifica con successivo invito a presentare offerte economiche. Avevano presentato domanda 4 soggetti: l’italiana Ansaldobreda (che ha vinto), il gruppo francese Alstom, la CKD della Repubblica Ceca (non ha poi presentato offerta), la spagnola CAF. Il prodotto Alstom era coerente ma richiedeva un prezzo alto con minori caratteristiche di modularità. Il servizio sconta il ritardo di consegna dei 70 nuovi treni Tsr, un’evoluzione del Taf, prodotti da AnsaldoBreda, i quali entreranno in servizio entro la primavera del 2009. I primi, che ora sono in fase di omologazione, arriveranno dunque in ritardo rispetto alla prima scadenza concordata per il 2006. Attualmente, circa i due terzi del materiale rotabile LeNord ha più di 20 anni, di cui il 30,12 per cento più di 50 anni. Si rammenta che AnsaldoBreda ha ottenuto nel complesso 572 milioni di euro di ordini di fornitura per la Lombardia, oltre a opzioni per altri 70 milioni. Il Gruppo Ferrovie Nord Milano ha operato storicamente nel settore ferroviario tramite le proprie controllate FNME e FNMI. FNME ha svolto negli anni le attività di gestore delle infrastrutture ferroviarie dei rami di Milano e Iseo sulla base delle concessioni 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 295 rinnovate con decreto dirigenziale del Ministero dei Trasporti e della Navigazione n. 3239/2000, nonché della legge n. 472/99 che le attribuisce la concessione della tratta ferroviaria Bivio Sacconago-Malpensa, sempre sino al 17 marzo 2016. Complessivamente FNME è arrivata a gestire 318 km di rete ferroviaria, di cui 210 km del ramo di Milano e 108 km del ramo di Iseo. Il corrispettivo per lo svolgimento di tale attività è determinato dal Contratto di Servizio per la gestione dell’infrastruttura ferroviaria (ex Contratto di Programma), stipulato con la Regione Lombardia; lo stesso è stato rinnovato a tutto il 31 dicembre 2007 per un importo annuo di 78.129.880 euro + IVA. L’infrastruttura ferroviaria è interessata da un’importante programma di interventi per il suo ammodernamento/potenziamento, così come individuato nel Contratto di Programma per gli investimenti, sottoscritto con la Regione Lombardia a valle dell’accordo ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. n. 281/97 sottoscritto da Regione Lombardia e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in data 12 novembre 2002 e “rimodulato” con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 2652 del 14 giugno 2005. In tale settore opera FNMI, che svolge le attività di programmazione, progettazione e direzione lavori. Quest’ultima attività, nell’ambito della riorganizzazione del Gruppo, è stata ceduta a FNME, la quale pertanto svolgerà a partire dal corrente anno direttamente la direzione lavori anche per gli interventi di ammodernamento e potenziamento finanziati con fondi pubblici. Gli investimenti complessivamente realizzati nel corso dell’anno 2005 ammontano a 64.809 milioni di euro. La rete gestita da FNME è attualmente dedicata, in modo esclusivo, alla produzione dei servizi di TPL (compreso il collegamento Milano-Malpensa) da parte di FNMT e non è previsto alcun canone per il suo utilizzo. Peraltro il D.Lgs 188/03 individua l’infrastruttura gestita da FNME come “rete interconnessa alla rete nazionale”. Con successivo decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 5 agosto 2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 256 del 3 novembre 2005, sono state dettate le regole operative per l’accesso alla rete da parte di altre società ferroviarie. L’effettiva “apertura” operativa della rete avverrà solo dopo la formalizzazione delle regole da parte della Regione Lombardia. Al presidio delle attività di trasporto pubblico locale su ferrovia è 296 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE dedicata FNMT, società costituita mediante conferimento del ramo d’azienda da FNME e attiva dal 1° gennaio 2004. Scaduta in data 31.12.03 la concessione già in capo a FNME, la società FNMT gestisce i propri servizi sulla base di Contratti di Servizio con la Regione Lombardia di durata biennale. Scaduto al 31 dicembre 2005, il contratto è in fase di rinegoziazione per il biennio 2006-2007, sulla base di un corrispettivo annuo di 65 milioni di euro per una produzione di 8.500.000 treni/km per anno. Per quanto riguarda più in generale il settore del TPL in Italia, è da rilevare che il processo di liberalizzazione, previsto dal D.Lgs. 422, sta scontando significativi ritardi ed incongruenze particolarmente acute nel TPL ferroviario. Ad oggi solo quattro Regioni hanno, almeno formalmente, avviato il processo di liberalizzazione: Lombardia, Liguria, Veneto ed Emilia Romagna. Solo in Lombardia e Veneto si è giunti alla aggiudicazione della gara. Per quanto riguarda la Lombardia, il servizio è quello programmato sulle linee S5 Pioltello-Gallarate-Varese, aggiudicato al raggruppamento d’imprese Trenitalia/ATM/FNMT, il cui avvio è previsto per la metà del 2008. Gli elementi discriminanti per una effettiva liberalizzazione sono rappresentati dalla disponibilità del materiale rotabile, dalla dimensione dei lotti messi in gara e dal monte risorse a base d’asta. In relazione ad essi, mentre la Regione Lombardia ha compiuto una scelta chiaramente orientata a favorire una reale concorrenza (lotto di piccole dimensioni e treni messi a disposizione del vincitore da parte del regolatore), nelle altre Regioni si sono compiute scelte che certamente non portano a rendere “contendibile” il servizio storicamente offerto da Trenitalia. Ad esito dell’operazione di riorganizzazione dell’assetto societario del gruppo Le Nord ha assunto le attività di gestore delle infrastrutture ferroviarie sulla rete di Ferrovie Nord Milano Esercizio, rami Milano e Iseo, sulla base delle concessioni rinnovate fino al 17.3.2016 con decreto dirigenziale del Ministero dei Trasporti. Di conseguenza FNM ha accentuato il proprio ruolo di holding del Gruppo, con conseguente maggiore efficacia nello svolgimento dell’attività direttiva nei confronti delle controllate. Al contempo, FNME ha ridimensionato il ruolo di subholding sinora svolto, e potrà quindi progressivamente concentrarsi sul proprio core business consistente nella gestione delle infrastrutture ferroviarie. La scissione risponde inoltre alla specifica esigenza di attuare una 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 297 definitiva separazione tra l’esercizio del servizio di trasporto pubblico locale e la gestione della relativa infrastruttura, in conformità agli indirizzi della disciplina normativa di settore. Tali attività erano originariamente svolte da FNME; con il conferimento del ramo d’azienda dedicato all’esercizio del trasporto pubblico locale a favore di FNMT si è ottenuto il risultato di affidare la gestione di dette attività a soggetti giuridicamente distinti. L’operazione ha portato quindi a definitivo compimento la separazione tra il trasporto ferroviario e la gestione dell’infrastruttura; infatti tali attività sono ora esercitate da due soggetti giuridici sottoposti a comune controllo ma non direttamente dipendenti l’uno dall’altro. A compimento del profondo processo di trasformazione e di riorganizzazione societaria di cui negli ultimi dieci anni è stato protagonista, l’assemblea straordinaria degli azionisti (Regione Lombardia 57,57%; Ferrovie dello Stato 14,75%, Aurelia 3,07%, altri soci 24,61%) del 29 aprile 2006 ha annunciato l’adozione di una nuova corporate identity per il Gruppo FNM, più coerente con il nuovo posizionamento. Il progetto coinvolge tanto la capogruppo Ferrovie Nord Milano S.p.A., che ha modificato la propria denominazione sociale in FNM S.p.A. (e relativo cambio di logo), quanto le società operative, in particolare quelle che operano nell’area del trasporto ferroviario, core business del Gruppo, con modifiche delle denominazioni sociali, dei loghi e dei colori aziendali. Le società del gruppo FNM che hanno mutato denominazione sono: Vecchia denominazione Nuova denominazione Ferrovie Nord Milano S.p.A. Ferrovie Nord Milano Trasporti S.r.l. Ferrovie Nord Milano Esercizio S.p.A. Ferrovie Nord Milano Autoservizi S.p.A. Ferrovie Nord Cargo S.r.l. Cargo Clay S.r.l. Ferrovie Nord Milano Ingegneria S.r.l. Avio Nord S.r.l. Malpensa Express S.r.l. FNM S.p.A. LeNORD S.r.l. FERROVIENORD S.p.A. NORDBUS S.p.A. NORDCARGO S.r.l. CARGOCLAY S.r.l. NORD_ING S.r.l. AVIONORD S.r.l. VIENORD S.r.l. 298 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Fig. 5.15 - Le relazioni tra gli attori del trasporto ferroviario in Lombardia Ferrovie dello Stato (Holding) Impresa ferroviaria: TRENITALIA Contratto di accesso all’infrastruttura DIVISIONE CARGO (trasporto merci) Ferrovie Nord Milano S.p.A. (Holding) Gestore infrastruttura: RFI (Rete Ferroviaria Italiana) Contratto di Programma DIVISIONE TRASPORTO REGIONALE: suddivisa nelle singole Direzioni Regionali Regione 2 Regione Lombardia … altre S.p.A. e S.r.l. (es. Nord Cargo) Impresa ferroviaria: FNMT (Ferrovie Nord Milano Trasporti) Prospetto Informativo Rete (PIR) DIVISIONE PASSEGGERI (tutta Italia) Regione 1 Gestore infrastruttura : FNME (Ferrovie Nord Milano Esercizio) Nessun legame contrattuale esplicito Contratto di Servizio REGIONE LOMBARDIA Contratto di Servizio Programma Triennale dei Servizi Ferroviari Fonte: Stagni G., La rifoma delle ferrovie italiane (www.miol.it/stagniweb), 2006. Nella configurazione attuale Ferrovie Nord acquista il materiale rotabile. La Regione Lombardia ha stanziato circa 600 milioni di euro in due riprese (2001 e 2006), per l’acquisto di 70 convogli per il servizio pendolari, che entreranno in servizio entro la primavera del 2009. Si tratta di treni TSR, un’evoluzione del Taf; il produttore è Ansaldo Breda. Il materiale rotabile di LeNORD sul ramo Milano è oggi composto da un totale di 408 rotabili, di cui 139 per la trazione (tra locomotori elettrici, elettrotreni, elettromotrici) e 269 carrozze. Con questo materiale, LeNORD danno vita a 93 composizioni per 759 corse al giorno. La Regione Lombardia finanzia interamente il materiale rotabile che serve a LeNord per i servizi nell’ambito del contratto con la Regione. 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 299 FER - Ferrovie Emilia Romagna La gara espletata da FER Ferrovie Emilia Romagna (2002) ha avuto un importo di 9 milioni di euro incluse parti di ricambio per locomotiva “464” ed è stata aggiudicata alla canadese Bombardier (unico offerente). La gara è stata preparata ed espletata nell’arco di due mesi. La consegna era prevista entro 14 mesi dall’assegnazione. FER - Ferrovie Emilia Romagna s.r.l. si costituisce l’11 aprile 2000 (diventando operativa dal 1 gennaio 2001) come risposta e prodotto della forte volontà della Regione Emilia Romagna di attuare in pieno lo spirito riformatore del D.L.vo 422/97 (legge Bassanini), quale azienda ferroviaria, cui vengono affidate la gestione dell’infrastruttura ferroviaria e l’esercizio del trasporto pubblico delle quattro Ferrovie regionali in Gestione Commissariale Governativa (Ferrovie Padane; Ferrovia Suzzara - Ferrara, Ferrovia Bologna - Portomaggiore, ramo aziendale Parma - Suzzara delle Ferrovie Venete), comprendenti anche servizi di trasporto su gomma nei bacini di Rimini, Bologna e Ferrara. Gli obiettivi strategici di FER s.r.l. sono principalmente rivolti a: – favorire, nell’ambito della valorizzazione dell’autonomia territoriale emiliano-romagnola, l’adozione di politiche atte a promuovere uno sviluppo più equilibrato della mobilità, capace di ridurre i costi sociali e ambientali e di modificare l’attuale ripartizione modale a vantaggio del trasporto collettivo e di quello ferroviario in particolare; – garantire una centralità al ruolo del cittadino-utente il quale rappresenta, con le proprie necessità ed i propri comportamenti, il primo elemento di riferimento e di giudizio cui approntare ogni politica di gestione ed investimento nei servizi e cui rapportare ogni valutazione in merito a qualità, efficacia ed efficienza del prodotto offerto. A seguito di successive modifiche societarie, a partire dalla Assemblea Straordinaria del 24/11/2003: il capitale sociale di FER srl è pari ad Euro 890.888,00; i Soci di FER srl sono la Regione Emilia Romagna con una quota pari a 59,42% (€ 529.368,00) e le Province di Bologna, Ferrara, Mantova, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini, ciascuna con una quota di € 45.190,00 pari al 5,07%. 300 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Fig. 5.16 - Soci e relative quote di Ferrovie Emilia Romagna Prov. di Bologna 5,07% Reg. Emilia Romagna 59,42% Prov. di Ferrara 5,07% Prov. di Mantova 5,07% Prov. di Reggio Emila 5,07% FER Prov.di Modena 5,07% Provincia di Rimini 5,07% Provincia di Parma 5,07% Prov. di Ravenna 5,07% GESTIONE DI RETE FERROVIARIA (246 km di linea) – Linea FERRARA-CODIGORO(-POMPOSA): 57 km – Linea SUZZARA-FERRARA: 82 km – Linea PARMA SUZZARA: 44 km – Linea BOLOGNA-PORTOMAGGIORE(-DOGATO): 63 km – (Linea BOLOGNA-VIGNOLA: 24 km) SERVIZIO FERROVIARIO PASSEGGERI (circa 2.700.000 treni*km) RETE FER 1,8 mln treni*km (140 treni/giorno) – Ferrara-Codigoro: 0,4 mln treni*km – Suzzara-Ferrara: 0,58 mln treni*km – Parma-Suzzara: equivalenti 0,29 mln treni*km – Bologna-Portomaggiore: 0,53 mln treni*km RETE RFI 0,62 mln treni*km (36 treni/giorno + 6 festivi) – Parma-Fornovo e Fidenza-Fornovo: 0,08 mln treni*km Servizi per conto Trenitalia spa: 0,54 mln treni*km – BOLOGNA-VIGNOLA 0,33 mln treni*km (30 treni/giorno) 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 301 Considerata la valenza dell’utilizzo del mezzo ferroviario e del trasporto collettivo (di minor impatto ambientale e potenzialmente più conveniente e competitivo sul piano della Considerata la valenza dell’utilizzo del mezzo ferroviario e del trasporto collettivo (di minor impatto ambientale e potenzialmente più conveniente e competitivo sul piano della qualità, della affidabilità, della sicurezza del servizio, ecc.), si prevede la realizzazione di interventi di potenziamento e riorganizzazione delle infrastrutture ferroviarie presenti sul territorio ferrarese al fine di sviluppare un servizio di tipo suburbano/metropolitano per il collegamento fra il centro della città e gli insediamenti limitrofi. Sono di particolare interesse le seguenti direttrici ferroviarie principali: – direttrice EST, rappresentata dalla attuale linea ferroviaria Ferrara-Codigoro nella tratta dalla Stazione Centrale di Ferrara FS alla Stazione di Cona FER; – direttrice OVEST, rappresentata dalla attuale linea ferroviaria Ferrara-Suzzara nella tratta fra la Stazione Centrale di Ferrara FS e Vigarano. DB Regio In Germania, successivamente alla fusione fra le due aziende ferroviarie dell’est e dell’ovest, che ha generato il gruppo Deutsche Bahn, lo stato ha portato a termine, nella seconda metà degli anni novanta, il 302 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE prudente disegno di riforma delle ferrovie in base al modello dell’integrazione interna, nel quale DB Netz AG è la holding preposta alla gestione della rete, mentre la sua controllata Fahrweg si occupa direttamente della vendita delle tracce e del potenziamento e mantenimento dell’infrastruttura. Nel sistema ferroviario tedesco, pertanto, Deutsche Bahn si occupa direttamente, tramite la sua articolazione divisionale, di entrambe le fondamentali necessità funzionali del trasporto su ferro: l’erogazione del servizio, fornito dalle divisioni DB Reise (lunga distanza passeggeri), DB Regio (trasporto locale e regionale), DB Cargo (trasporto merci); l’organizzazione, manutenzione e sviluppo della rete infrastrutturale grazie a DB Fahrweg, che si occupa anche di individuare i canoni di accesso per terzi operatori e di coordinare la circolazione sulle linee. Il ruolo predominante del governo centrale nella determinazione delle scelte strategiche e nel controllo diretto dei vertici aziendali è uno dei requisiti su cui si fonda l’integrazione del sistema, che è poi l’obiettivo principale del modello adottato. Oltre che nella duplice azione di coordinamento e controllo, lo stato assume assoluta centralità nella gestione finanziaria dell’impresa di stato. Il sostegno economico a Deutsche Bahn per una parte dei costi del personale, per il costo dell’indebitamento pregresso e per gli eventuali incrementi dei costi fissi pianificati, è istituzionalizzato nel procedimento amministrativo attraverso un organo federale pubblico appositamente creato (il Bundeseisenbahnvermögen - BEV). Paradossalmente, tuttavia, la forte presenza pubblica nel dirigere la politica ferroviaria non dà luogo ad un governo totalmente accentrato del settore, e tanto meno ad una sua impermeabilità nei confronti di un libero mercato dei trasporti. Al contrario, la struttura federale dello stato si ripercuote sulla apertura del sistema competitivo, favorendo forme di concorrenza nel segmento del trasporto regionale. I Länder possono acquistare i servizi di trasporto ferroviario su tratte regionali ritenute non redditizie, scegliendo fra l’esercente pubblico (Deutsche Bahn) e circa 100 operatori privati, e utilizzando forme di competizione per il mercato come la concessione o il leasing (Cesit 1998). È pur vero, però, che l’assetto del gruppo Deutsche Bahn offre diversi spunti critici relativi al conflitto di interessi che incombe sull’azienda ferroviaria nazionale, laddove, in particolare, la divisione infrastrutturale DB Fahrweg assume il duplice ruolo di amministratore e di agente commerciale della rete, favorendo così surrettiziamente le divi- 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 303 sioni consorelle nei confronti dei concorrenti privati mediante politiche di sconto mirate e opportunamente “mascherate”. Il problema si pone non soltanto nel trasporto regionale, segmento in cui l’apertura competitiva agli operatori privati è un fatto acquisito, ma soprattutto nel trasporto merci, dove, a fronte delle potenzialità del mercato, si scorge un perdurante atteggiamento protezionista nei confronti dell’operatore pubblico dovuto sia alla scarsa competitività inframodale dell’esercente DB Cargo, sia alla concorrenza intermodale con il trasporto su gomma che gode dell’accesso gratuito sulla rete autostradale, mentre gli operatori ferroviari devono sostenere i costi del transito sulla rete ferroviaria. La politica del trasporto ferroviario è coordinata dal Ministero dei Trasporti; la proprietà di Deutsche Bahn è invece nelle mani del Ministero delle Finanze. Entrambi i ministeri, assieme a quello dell’ambiente, esprimono propri rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione di DB. Le questioni concernenti la contendibilità del mercato del trasporto ferroviario sono regolate dal Ministero dell’Economia. Le Autorità Locali di ciascun Lander sono responsabili dell’offerta dei servizi di trasporto ferroviario regionale. Per finanziare tali servizi, ricevono annualmente una cifra pari a 6,5 miliardi di euro dal governo federale. I servizi di trasporto ferroviario regionale sono aggiudicati ad aziende private. In alcuni Lander, l’amministrazione locale è essa stessa Autorità aggiudicatrice (e.g. Baviera, Schleswig-Holstein, Brandenburg); in altri questo compito è stato delegato ad un’Agenzia appositamente costituita. In altri ancora il ruolo di Autorità aggiudicatrice è rivestito da un’associazione di circoscrizioni e municipalità espressione degli enti locali (i.e. Zweckverband o Verkehrsverbund; e.g. North-Rhein Westphalia; Sassonia; Hessen). Si è venuta dunque a configurare una situazione in cui ciascuno stato regionale ha organizzato il relativo sistema di trasporto ferroviario. Lo strumento finanziario principale per lo sviluppo della infrastruttura ferroviaria è il Piano Federale per le Infrastrutture di trasporto (BVWP) che copre gli investimenti in autostrade federali, ferrovie e rotte marittime. Il Piano ha una copertura di 15 anni (2001-2015) e propone una complessa architettura di finanziamento che ruota attorno al Ministero dei Trasporti. 304 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE I suoi elementi principali sono: – richiesta di investimenti dei Lander: secondo un’antica consuetudine gli investimenti infrastrutturali nei trasporti seguono quote regionali relativamente predeterminate; – analisi della domanda: si identificano i fabbisogni di trasporto di medio e lungo periodo; – analisi di impatto ambientale e analisi costi-benefici per ottenere un ordine di priorità relativo agli investimenti tecnicamente fattibili; – pubblicazione del piano e avvio del confronto con le parti sociali. Gli operatori hanno quindi una duplice opportunità per dichiarare i fabbisogni di investimento: possono sia scegliere di influenzare la richiesta di investimenti dei Lander, sia attivarsi in un momento successivo nella fase di confronto pubblico sui contenuti del Piano. Una debolezza evidente di tale processo di pianificazione consiste nella mancanza della valutazione delle possibilità di finanziamento. Il legame naturale tra investimento infrastrutturale e sviluppo dell’opera si interrompe così in modo deliberato. In particolare, nell’ambito del trasporto ferroviario regionale i concorrenti di DB lamentano la mancanza cronica di risorse in questo comparto del trasporto, a beneficio dei progetti per l’Alta Velocità. Il Piano 2001-2015 in corso di validità contiene investimenti nella rete regionale per 725 milioni di euro. L’infrastruttura ferroviaria è finanziata dallo Stato attraverso stanziamenti disciplinati da una apposita legge (Bundesschienenwegeausbaugesetz). Le Autorità aggiudicatrici locali hanno varia autonomia: alcune subiscono uno stretto controllo del Ministero dei Trasporti, altre, in particolare le maggiori Verkehrsverbund, godono di ampia discrezionalità nella presa di decisioni e nell’implementazione delle proprie scelte politiche. La legge tedesca, in linea di principio, richiede per l’aggiudicazione dei servizi di trasporto ferroviario la messa a gara, prevedendo la possibilità di deroga allorché si verifichino determinate condizioni. L’aggiudicazione dei servizi di trasporto ferroviario, dal 1 dicembre 2002 al 31 dicembre 2014, è anche possibile attraverso un contratto di lungo periodo negoziato direttamente con la controparte se una parte Identificazione delle caratteristiche del servizio da fornire e del relativo materiale rotabile Ricerca di informazioni sui prossimi bandi di gara Ricognizione sulle tipologie di servizio previsto e sulle relative specifiche del materiale rotabile Ricerca di informazioni sui prossimi bandi di gara per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale Ricerca di informazioni sui prossimi bandi di gara Ricognizione sulle tipologie di servizio previsto e sulle relative specifiche del materiale rotabile Autorità aggiudicatrice DB Regio (vertice strategico) DB Regio (unità Acquisti materiale rotabile) Valutazione delle domande nella gara per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale Pubblicazione del bando di gara per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale Pianificazione della gara per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale Verifica della disponibilità di materiale rotabile Pubblicazione bando di gara per la fornitura di materiale rotabile Elaborazione dell’offerta Fase 3 DB Regio elabora l’offerta e attiva la procedura di approvvigionamento di materiale rotabile (5 mesi) Fase 2 DB Regio valuta lo sforzo richiesto (2-3 settimane della pubblicazione del bando di gara) Fase 1 DB Regio realizza un’investigazione preliminare (1-12 mesi prima della pubblicazione del bandi di gara) Fig. 5.17 - Processo di acquisto di materiale rotabile in caso di partecipazione a gare per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale 1 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 305 DB Regio (unità Acquisti materiale rotabile) DB Regio (vertice strategico) Autorità aggiudicatrice Fase 1 DB Regio realizza un’investigazione preliminare (1-12 mesi prima della pubblicazione del bandi di gara) Ricerca di informazioni sui prossimi bandi di gara Ricognizione sulle tipologie di servizio previsto e sulle relative specifiche del materiale rotabile Ricerca di informazioni sui prossimi bandi di gara per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale Pianificazione della gara per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale Consulenza al vertice strategico di DB Regio su: -tipologie di servizio previsto e sulle relative specifiche del materiale rotabile -Possibilità di approvvigionarsi di materiale rotabile tramite l’esercizio di diritti di opzione su lavorazioni esistenti -Valutazione dei costi di transazione per l’acquisto -Valutazione del ciclo di vita del materiale da impiegare -Identificazione delle tecnologie da installare sul materiale rotabile Registrazione nel database delle procedure di acquisto di materiale rotabile di DB regio Incarico al team di specialisti della tipologia di materiale rotabile da acquisire Overview dei requisiti di partecipazione a gare per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale Istruttoria per la partecipazione alla gara per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale: -pianificazione dell’offerta da presentare -definizione delle caratteristiche del servizio da proporre -verifica del materiale rotabile già a disposizione di DB Regio Fig. 5.18 - Processo di acquisto di materiale rotabile in caso di partecipazione a gare per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale 2 306 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE DB Regio (unità Acquisti rotabile) Analisi del bando di gara Pubblicazione del bando di gara per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale Specifiche del bando di gara inoltrate al personale dell’unità materialeAcquisti materiale rotabile DB Regio (vertice strategico) Autorità aggiudicatrice Fase 2 DB Regio valuta lo sforzo richiesto (2-4 settimane della pubblicazione del bando di gara) Formazione del team di specialisti rispetto alla tipologia di materiale rotabile in questione Aggiornamento dell’overview sulla gara per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale Draft preliminare dell’offerta Esame delle tipologie di servizio previsto e delle relative specifiche del materiale rotabile Verifica del materiale rotabile già a disposizione di DB Regìo Consulenza al vertice strategico di DB Regio su: -tipologie di servizio previsto e sulle relative specifiche del materiale rotabile -Possibilità di approvvigionarsi di materiale rotabile tramite l’esercizio di diritti di opzione su lavorazioni esistenti -Valutazione dei costi di transazione per l’acquisto -Valutazione del ciclo di vita del materiale da impiegare -Identificazione delle tecnologie da installare sul materiale rotabile -Possibile revamping di materiale esistente Decisione sulla tipologia di materiale rotabile e sulla necessità di approvvigionamento esterno Fig. 5.19 - Processo di acquisto di materiale rotabile in caso di partecipazione a gare per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale 3 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 307 Azienda produttrice di materiale rotabile DB Regio (unità Acquisti materiale rotabile) Preparazione della documentazione per la qualificazione alla partecipazione alla gara Invito a presentare candidature per la fornitura di materiale rotabile Esame della documentazione presentata Valutazione dei parametri commerciali della fornitura Presentazione delle offerte per la fornitura di materiale rotabile Preparazione delle specifiche tecniche del materiale rotabile Valutazione dei parametri tecnici della fornitura Fase 3 DB Regio elabora l’offerta e attiva la procedura di approvvigionamento di materiale rotabile (5 mesi) Identificazione della famiglia di materiale rotabile da reperire Fig. 5.20 - Processo di acquisto di materiale rotabile in caso di partecipazione a gare per l’aggiudicazione del servizio di trasporto regionale 4 DB Regio (vertice strategico) 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Negoziazione sulle offerte per la fornitura di materiale rotabile Presentazione dell’offerta per l’aggiudicazione del servizio di trasporto 308 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 309 significativa dei servizi aggiudicati viene a scadere nel periodo di riferimento citato in precedenza e l’Autorità aggiudicatrice prevede di assegnare il contratto successivo mediante procedura di gara. In sostanza, è previsto un periodo transitorio di 12 anni durante il quale si possono concordare contratti con procedure diverse, in vista però di una migrazione al regime delle gare. Allo stato attuale la maggior parte dei contratti di servizi di trasporto ferroviario regionale sono assegnati direttamente a DB Regio o alle sue controllate: solo il 19% dei servizi è assegnato attraverso una modalità competitiva. Negli anni scorsi, tuttavia, il mercato tedesco dei servizi di trasporto ferroviario regionale ha cominciato ad attrarre l’interesse di aziende straniere. Nel 2000 la gara per l’aggiudicazione del contratto da 6 milioni di vetture-km per i servizi nel Lander del Rhein-Neckar (vinta da DB Regio) aveva rappresentato il bacino di servizi più ampio appaltato dalla riforma del 1996, costituendo un precedente di rilievo e inducendo ulteriori aspettative di bacini appaltati con meccanismo competitivo negli anni successivi. Nel 2002 invece il Lander della Turingia ha chiuso mediante trattativa diretta con DB un contratto decennale di 1,5 miliardi di euro per un bacino di 17 milioni di vetture-km. Similmente il Lander della Sassonia-Anhalt ha firmato un contratto analogo con DB per 2 miliardi di euro. Nel giugno 2002, due aziende straniere concorrenti hanno fatto ricorso alla giustizia amministrativa impugnando il procedimento, e la successiva sentenza della Corte di Magdeburgo ha stabilito che tutti i servizi di trasporto ferroviario regionale devono essere assegnati tramite gara, con un dimensionamento dei lotti che incoraggi l’ingresso di nuovi operatori. La sentenza di Magdeburgo ha dato il via ad un intenso processo di lobbying da parte di DB, risultato nel provvedimento di proroga fino al 2014 citato in precedenza. 5.6 Considerazioni conclusive Le analisi condotte in relazione alle caratteristiche ed ai contenuti delle procedure di gara degli esercenti ferroviari regionali europei consentono, unitamente a dati ed informazioni di carattere più generale (riferite, ad esempio, alle tendenze in atto nel comparto delle produzioni ferrotranviarie, alle sollecitazioni che provengono dagli stakeholders ed a quelle della clientela del trasporto regionale su ferro), di evidenziare alcuni processi di mutamento che si presentano di grande rile- 310 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE vanza e si diffondono in quasi tutti i sistemi analizzati, evidenziando alcuni aspetti critici che influenzano largamente le scelte di acquisto. È evidente che, per quanto sia possibile rilevare alcune tendenze e fenomeni di ampia diffusione, le concrete ricadute sui processi di acquisto derivano comunque da una serie di variabili molto ampie (per natura e tipologia, motivazioni, implicazioni tecnico-gestionali ed economiche), tanto da non permettere che possano essere condotte valutazioni dettagliate in modo totalmente estraneo ed indipendente dai contesti specifici nei quali si realizzano gli investimenti e dai vincoli (istituzionali, infrastrutturali, economici e culturali) dei diversi sistemi regionali. Sotto un profilo di carattere strettamente normativo, la regolamentazione europea sugli appalti per i settori speciali, pur fornendo una serie di vincoli ai quali le stazioni appaltanti devono attenersi, consente comunque un certo margine di libertà nella scelta della procedura, permettendo di ricorrere, di volta in volta, a procedure aperte, negoziate o ristrette in funzione delle caratteristiche delle forniture e delle esigenze dell’acquirente. Soprattutto nel caso di acquisti di elettrotreni o comunque di sistemi treno destinati al trasporto regionale (ma anche di più lunga percorrenza), le scelte in relazione alla tipologia di procedura sono spesso determinate non solo dalla volontà dell’acquirente, ma anche da fattori oggettivi, quali il ristretto numero di aziende in grado di produrre e fornire determinate tipologie di rotabili o, talvolta, dalla necessità di disporre di prodotti le cui caratteristiche tecniche e prestazionali siano tarate “su misura”, in base a specifiche esigenze di funzionamento e di esercizio dell’acquirente. Ma anche obiettivi di natura diversa possono incidere, come già accennato, su tale scelta, come la volontà di acquisire competenze nel settore o, piuttosto, la ricerca di parametri di economicità dell’acquisto a fonte di tipologie di prodotto che presentano caratteristiche in un certo senso standard. Tuttavia, il sempre più ampio ricorso a procedure di tipo negoziato, in luogo delle logiche di ricorso a procedure ristrette che hanno per lungo tempo caratterizzato il comparto, anche al fine di favorire le industrie nazionali, è un segno evidente del profondo cambiamento che ha attraversato e sta ancora attraversando, il sistema del trasporto ferroviario regionale dei passeggeri. Il processo di liberalizzazione, con la sempre più diffusa distinzione tra gestione della rete ed esercizio, l’allargamento del contesto 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 311 competitivo a questo connesso, che si traduce in opportunità di operare in contesti più ampi di quelli prima consentiti (svincolati dalla rete) che addirittura si estendono oltre i confini nazionali (si veda il caso di Connex, di Arriva Trains o di Veolia), i profondi mutamenti di carattere organizzativo che hanno spesso portato alla scomparsa delle strutture tecniche che invece rappresentavano un perno fondamentale della capacità operativa degli esercenti, la sempre più ampia pressione esercitata dalla clientela che si traduce nella necessità di offrire un servizio in linea con le attese dei passeggeri (con ovvi riflessi sulle caratteristiche dei rotabili) sono tutti fattori che riverberano il loro impatto sulle procedure e sulle scelte di acquisto. L’esigenza degli esercenti si rivolge non solo in prevalenza a fattori di carattere tecnico, ma anche e soprattutto a fattori connessi all’economicità della gestione, alla manutenibilità, alle logiche del costo legato al ciclo di vita del prodotto, alle possibilità di impiego dei rotabili su reti diverse – all’interno dello stesso paese o in nazioni diverse – e ad una serie di variabili rilevanti ai fini dell’accrescimento costante del grado di soddisfazione della clientela, in un’ottica di crescente competizione con altre modalità di trasporto. In questo quadro complessivo si fanno sempre più strada modalità collaborative tra esercenti e produttori che, avviandosi nell’ambito di procedure negoziate, consentono di interagire in maniera molto ampia, mettendo in atto, di volta in volta, veri e propri progetti innovativi che, pur partendo nella maggior parte dei casi da “piattaforme” di prodotti esistenti, si orientano sempre più spesso verso l’ideazione e la realizzazione di rotabili in grado di rispondere a specifiche esigenze di impiego, esercizio, interoperabilità, manutenibilità e costo complessivo, sia di acquisto che di gestione. È evidente, comunque, che i processi adottati dai diversi esercenti e nei diversi Paesi è influenzato in maniera determinante dalle caratteristiche del sistema, e in tal senso si rileva chiaramente che l’adozione di procedure negoziate con le caratteristiche prima indicate sono maggiormente presenti nei Paesi con sistemi innovativi o almeno “moderni” (nell’accezione utilizzata per l’analisi delle gare). Partendo da tali considerazioni la verifica condotta ha fatto emergere interessanti risultati, che, pur non delineando in maniera netta tipologie di comportamento attribuibili a specifiche categorie di operatori (individuabili secondo quei parameri prima indicati di dimensione, 312 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE caratteristiche del sistema, ecc.), consentono di effettuare alcune considerazioni sul comportamento generale degli operatori dei diversi Paesi europei in relazione alle procedure adottate. Tale comportamento, infatti, sembra essere ancora in buona parte determinato dalla presenza o meno di aziende di produzione ferrotranviaria all’interno degli stessi paesi, ma anche, e soprattutto, come prima indicato, dal livello di evoluzione del sistema dei trasporti su ferro. Dalla verifica del tipo di procedura (aperta, negoziata, ristretta, accelerata o periodica) adottata nelle gare di appalto, fatta salva una limitata presenza di procedure accelerate (6 in tutto nei Paesi e nel periodo considerato), emerge che nel contesto dei Paesi membri dell’Unione Europea fino al 2004 il ricorso alla procedura negoziata (ad esclusione della Grecia nella quale si registra il ricorso pressoché esclusivo a procedure aperte) appare di gran lunga prevalente (poco più del 70% delle gare esperite hanno impiegato questa procedura), seguito dall’adozione di procedure aperte (circa il 19% del totale); le procedure ristrette hanno invece pesato soltanto per il 10,1% del totale dei bandi gara emessi. Fig. 5.21 - Incidenza % delle tipologie di procedure di gara adottate nei Paesi dell’Europa a 16 100% Incidenza % tipologia di procedura adottata Negoziata Ristretta Aperta Accelerata o periodica 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% A us tri a Be D lgio an im ar Fi ca nl an di a Fr an G cia er m an ia G re ci a Irl an da It Lu ss alia em bu r N go or v Pa egia es iB Po assi rto Re gal lo gn o U ni to Sp ag na Sv ez ia 0% Situazione di gran lunga diversa si registra, invece, per i Paesi “nuovi entranti” nei quali – fatta eccezione per la Polonia e l’Ungheria Paesi in cui, rispettivamente per il 5% e per il 33,3% del totale delle gare esperite, le stazioni appaltanti hanno fatto ricorso a procedure negoziate – il ricorso alla procedura aperta appare pressoché esclusivo (94,7% del totale). 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 313 La chiave di lettura delle scelte procedurali adottate nei diversi contesti nazionali può probabilmente essere collegata, per quanto riguarda i Paesi dell’Unione nella sua configurazione ante 2004, all’obiettivo, attraverso il ricorso a procedure ristrette, di definire percorsi di gara tali da ridurre il numero dei concorrenti o per proteggere e sostenere il contesto produttivo nazionale; mentre per i Paesi “nuovi entranti” l’adozione quasi totale di procedure aperte può forse essere attribuibile dalla valutazione di opportunità ad aprire procedure in cui il confronto tra i diversi potenziali concorrenti alle gare sia tale da favorire l’acquisizione di prodotti e servizi a livelli di prezzo più competitivi o con varianti di miglioramento significative. Fig. 5.22 - Incidenza % delle tipologie di procedure di gara adottate nei Paesi nuovi entranti 100% 90% Incidenza % tipologia di procedura adottata Negoziata Ristretta Aperta Accelerata o periodica 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% ria U ng he en ov Sl ch ia ia ia ac m ca an ov Sl Ro a ia ni lo Ce p. Re Po a ni an tu Li tto ni to Es Le a 0% In quest’ultimo caso sembra anche emergere che, a fronte della sostanziale assenza di produzioni ferrotranviarie nel proprio paese, gli operatori (spesso largamente influenzati dagli stakeholders istituzionali, che in molti casi sono proprietari delle società esercenti ed erogano i fondi per la realizzazione degli investimenti) esprimano la volontà di sviluppare competenze, anche, come emerge dai contenuti dei capitolati, attraverso l’obbligo per gli aggiudicatari di effettuare parte delle produzioni o dei servizi (per esempio di manutenzione in full-service) nel paese stesso e impiegando risorse locali, generando ricadute di carattere economico ed occupazionale e favorendo l’acquisizione di conoscenze e competenze in grado, in futuro, di accrescere il livello di autonomia dei singoli esercenti nella gestione di fasi o parti delle attività di produzione e/o servizio connesse al sistema del trasporto su ferro. 314 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE Un chiaro segnale del mutamento intervenuto è rilevabile dalla verifica dei parametri di valutazione adottati dagli esercenti per l’attribuzione delle gare. L’analisi di dettaglio condotta ha evidenziato il ricorso a parametri ben più ampi ed articolati di quanto non avvenisse in passato e tale circostanza è da attribuire, in larga parte, proprio alle mutate esigenze degli esercenti, sia in relazione alle problematiche della gestione, sia relativamente a fattori tipicamente di mercato, ma anche a fenomeni nuovi che spingono a porre l’attenzione a fattori innovativi, quali ad esempio l’impatto ambientale. Di seguito si riportano i principali parametri di valutazione adottati nelle procedure, indicando per ciascuno di essi a quali fabbisogni risponde. Emerge chiaramente che accanto ai parametri di carattere tecnico ed a quelli relativi alla sicurezza, i fattori legati all’economicità non solo dell’acquisto, ma soprattutto della gestione, e quelli connessi alla clientela risultano molto rilevanti, evidenziando un netto cambiamento nelle richieste degli esercenti rispetto ai parametri ante liberalizzazione, che si concentravano sui fattori di carattere tecnico e di sicurezza, non prendendo in alcuna considerazione né le aspettative della clientela (non considerata “utenza” ancora fino a pochi anni fa) né le problematiche di economicità della gestione (operando in sistemi in cui la rimessa del “pubblico” andava a coprire inefficienze gestionali). Emergono, inoltre, fattori di grande innovazione, legati alla certificazione ed all’interoperabilità, ma anche alla riduzione dell’impatto ambientale, attenzione derivante da logiche di competizione con le altre opportunità modali. In conclusione, pur con ovvie differenze derivanti dalle logiche del sistema in cui operano, dal grado di influenza del settore pubblico e degli stakeholders istituzionali, appare palesarsi un approccio degli esercenti alle scelte di acquisto, sotto il profilo tecnico/economico, che tende verso modelli similari, determinato dalla sostanziale e progressiva omogeneità dei singoli sistemi nazionali e dall’aumento – seppure graduale – della competizione. A questo nuovo quadro delle esigenze degli esercenti l’industria dovrà rapidamente adattarsi (ed in parte ciò è già avvenuto) introducendo nuove logiche in cui alla relazione puntuale venditore-acquirente si sostituiscono logiche di partnership esercente-fornitore, ma anche più ampie logiche di collaborazione tra gli stessi produttori. 5. L’ANALISI DELLE PROCEDURE DI ACQUISTO DI MATERIALE ROTABILE 315 Finito di stampare nel mese di febbraio 2008 da Litonew, Napoli per conto di Editoriale Scientifica s.r.l.