Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
3° Lezione
LA NATURA DELL’INFANZIA
Età in anni
Fasi dello sviluppo
da concepimento a
nascita
Periodo prenatale
0-2/3
Infanzia
3-5
Età prescolare
6-10
Fanciullezza - età scolare
10-13
Preadolescenza
13-18/20
Adolescenza
20-40
Giovinezza
40-65
Mezza età
oltre 65
Vecchiaia
1
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
I CONTESTI EDUCATIVI
2
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
CONTESTO
Macrosistema
Politica sociale e dei servizi
Esosistema
Condizioni di vita e di lavoro
Mesosistema
Relazioni tra microsistemi
Microsistema Microsistem
a
Coetanei
Scuola
Microsistem
a
Famiglia
Approccio ecologico di Broenfenbrenner 3
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
CONTESTO EDUCATIVO
Insieme delle risorse materiali, umane e
simboliche che una istituzione educativa
organizza e realizza allo scopo di educare,
sviluppare e far appremdere i bambini
> L’ambiente fisico, relazionale, sociale.
> Le azioni, gli interventi, le strategie educative
> L’organizzazione del lavoro tra gli educatori, i
rapporti con le famiglie, le attività professionali
degli educatori, i rapporti con altre agenzie
educative, ecc.
4
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Lo sviluppo e l’apprendimento possono
essere analizzati a 4 livelli (Doise)
1. Intraindividuale: caratteristiche del funzionamento
cognitivo individuale
2. Interindividuale: caratteristiche relative alle
interazioni e relazioni tra il bambino e suoi partner
(adulti, bambini)
3. Posizionale: caratteristiche dello status sociale
(alunno-insegnante, figlio-genitore, ecc.)
4. Normativo e culturale: caratteristiche delle
concezioni generali sul bambino, lo sviluppo,
l’apprendimento, l’educatore, ecc.
5
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
LE RELAZIONI DEL BAMBINO
con gli adulti
con gli altri bambini
6
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Lo sviluppo del bambino nelle relazioni
 Lo sviluppo del bambino avviene all’interno di contesti
sociali
 Le relazioni forniscono il contesto in cui si sviluppano le
funzioni psicologiche
 Instaurare relazioni è uno dei compiti più importanti
dell’infanzia
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
La relazione con il caregiver
 In ambito anglosassone il termine “caregiver” indica la
persona che si prende cura del bambino, sia essa la
madre, il padre o chiunque altro.
 Le relazioni sono un fenomeno complesso non
direttamente osservabile.
 Le relazioni possono essere definite come interazioni tra
due partner che si caratterizzano per stabilità e coerenza
nel tempo
 Le relazioni nascono dallo scambio tra due persone,
ovvero dalle interazioni, che sono osservabili
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
La relazione con il caregiver
Tutte le relazioni comportano
un’ampia gamma di
dimensioni, tra le quali molto
importante è l’attaccamento
9
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
 L’attaccamento del bambino
alla madre è stato studiato da
Bowlby che ha elaborato una
teoria all’inizio degli anni ’60
 Questa teoria è la più
importante per comprendere lo
sviluppo sociale e affettivo, e ha
dato un forte impulso alla
ricerca empirica
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
La teoria dell’attaccamento
Bowlby teorizza l’attaccamento come:
 una predisposizione biologica del piccolo verso chi si
prende cura di lui, assicurandogli la sopravvivenza
 una motivazione intrinseca e primaria basata sulla
ricerca di contatto e conforto che si attiva nelle
situazioni di pericolo
 un sistema di controllo di tipo cibernetico con lo
scopo di mantenere un equilibrio omeostatico tra
vicinanza ed esplorazione
 un comportamento orientato ad uno scopo comune:
la sopravvivenza e il successo riproduttivo
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
 una predisposizione
biologica del piccolo
verso chi si prende cura
di lui, assicurandogli la
sopravvivenza
 una predisposizione
biologica degli adulti a
trovare attraenti i
cuccioli
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
La teoria dell’attaccamento
L’attaccamento è definito come un legame emotivo duraturo
con un certo individuo.
L’attaccamento è:
 selettivo verso persone
specifiche
 implica la ricerca di
vicinanza fisica con la figura di
attaccamento
 fornisce benessere e
sicurezza
 produce ansia da
separazione quando la
vicinanza non possibile
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
La teoria dell’attaccamento
L’attaccamento si rende manifesto attraverso i
comportamenti di attaccamento.
I comportamenti di attaccamento nel bambino sono di
due tipi:
 di segnalazione che hanno l’effetto di avvicinare la
madre al bambino (pianto, sorriso, vocalizzi, richiami,
gesti)
di accostamento che hanno l’effetto di avvicinare il
bambino alla madre (aggrapparsi, seguire, suzione per
fini non alimentari)
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
La teoria dell’attaccamento
Bowlby individua 3 categorie di condizioni che attivano i
comportamenti di attaccamento:
 condizioni del bambino:
stanchezza, fame, malattia,
dolore, freddo
 spostamenti e
comportamenti della madre:
assenza, allontanamento,
scoraggiamento alla
vicinanza
 condizioni ambiente:
avvenimenti allarmanti,
mortificazioni da parte di altri
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Fasi di sviluppo del legame di attaccamento
Fase 1:
0-2 mesi
Preattaccamento: comportamenti di segnalazione e di
avvicinamento rivolti a più persone
Fase 2:
3-6 mesi
Sviluppo dell’attaccamento: ricerca selettiva di
contatto e prossimità con le figure familiari che si
occupano di lui
Fase 3:
6-24 mesi
Attaccamento ben sviluppato: creazione dell’effettivo
legame orientato e preferenziale, protesta alla
separazione e paura dell’estraneo
Fase 4:
>24 mesi
Relazione in funzione dell’obiettivo: relazione più
orientata alla reciprocità, che persegue scopi comuni
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Il sistema comportamentale di attaccamento
La figura di attaccamento
è sufficientemente vicina,
sintonica, capace di
risposte sensibili?
Sì
Sente
sicurezza,
benessere
No
Comportamenti di
attaccamento: ricerca
visiva, segnalazione del
bisogno di contatto,
accostamento, aggrapparsi
Non si sente sicuro
e non prova
benessere, ma
paura e angoscia
17
Il sistema comportamentale di attaccamento
La figura di attaccamento
è sufficientemente vicina,
sintonica, capace di
risposte sensibili?
No
Comportamenti di
attaccamento: ricerca
visiva, segnalazione del
bisogno di contatto,
supplicare, aggrapparsi
Sì
Si sente
sicurezza,
amore
fiducia in
se
stessi
Paura
Atteggiamento
angoscia
Giocoso,
sorridente,
esplorativo,
socievole
Evitamento,
atteggiamento
guardingo,
diffidenza
difensivo
Ambivalenza
aggrapparsi,
rabbia
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Distanza tra madre e bambino durante il gioco all’aperto
Età
Metri
1 anno
6,9
2 anni
15,1
3 anni
17,3
4 anni
30,6
19
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
La Strange Situation di M. Ainsworth (1978)
Procedura osservativa standardizzata
che si realizza in laboratorio e viene videoregistrata
Destinata a bambini tra 12 e 18 mesi di età
Valutare l’equilibrio l’equilibrio tra l’attaccamento del bambino
alla madre e la sua capacità di esplorare l’ambiente in modo autonomo
Comprende 8 episodi della durata di circa 3 minuti ciascuno,
In cui il bambino sperimenta 2 separazioni e 2 riunioni con la madre
Indicatori : ansia da separazione,
esplorazione, paura dell’estraneo, ricongiungimento alla madre
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Tipologie dell’attaccamento
ATTACCAMENTO SICURO
BAMBINO: Mostra segni di disagio alla separazione, ma al ritorno della madre si
lascia consolare. Vi è equilibrio tra vicinanza ed esplorazione; prova sicurezza e
fiducia.
ATTACCAMENTO INSICURO-EVITANTE
BAMBINO: mostra indifferenza alla separazione e al contatto con la madre al
suo rientro. Non ha fiducia in una risposta adeguata da parte della madre.
Presenta un eccesso di autonomia e distacco.
ATTACCAMENTO INSICURO ANSIOSO-AMBIVALENTE
BAMBINO: Mostra forte disagio alla separazione, inconsolabile al ritorno della
madre. Incerto rispetto alla disponibilità materna, non riesce a utilizzarla come
base sicura e ne è assorbito completamente.
21
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Tipologie dell’attaccamento
ATTACCAMENTO SICURO
BAMBINO: Mostra segni di disagio alla separazione, ma al ritorno della madre si
lascia consolare. Vi è equilibrio tra vicinanza ed esplorazione; prova sicurezza e
fiducia.
MADRE: sensibile alle richieste e ai segnali di disagio del bambino
ATTACCAMENTO INSICURO-EVITANTE
BAMBINO: mostra indifferenza alla separazione e al contatto con la madre al
suo rientro. Non ha fiducia in una risposta adeguata da parte della madre.
Presenta un eccesso di autonomia e distacco.
MADRE: insensibile ai segnali del bambino; rifiutante sul piano del contatto
fisico.
ATTACCAMENTO INSICURO ANSIOSO-AMBIVALENTE
BAMBINO: Mostra forte disagio alla separazione, inconsolabile al ritorno della
madre. Incerto rispetto alla disponibilità materna, non riesce a utilizzarla come
base sicura e ne è assorbito completamente.
MADRE: imprevedibile nelle risposte, dettate più dai suoi bisogni che da quelli
del bambino.
22
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Tipologie dell’attaccamento
ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
BAMBINO: comportamenti contradditori, azioni mal dirette, stereotipate e
asimmetriche, congelamento, immobilità, disorientamento. Non dispone di
strategie stabili.
MADRE: dominata da esperienze traumatiche irrisolte, non risponde alle
richieste del bambino
23
4° Lezione
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LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Differenze culturali
Sicuro
Insicuro
Evitante
Insicuro
Disorganiz.
Ambivalente
Stati Uniti
65%
21%
14%
Inghilterra
75%
22%
3%
Germania
57%
35%
8%
Italia
44%
40%
16%
Italia
42%
23%
14%
Giappone
68%
5%
27%
Mali
69%
0
8%
21%
23%
24
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Modelli operativi interni
La teoria dell’attaccamento ipotizza la continuità dell’attaccamento
nel tempo, grazie alla creazione di modelli mentali delle figure
affettive e di Sé, che funzionano come prototipo per le relazioni
successive
Sicuro
• Figura di attaccamento :
disponibile e rispondente in
modo coerente.
• Sé : senso di essere degno
di amore, certezza che le
proprie esigenza avranno uno
spazio e una risposta
Insicuro
• Figura di attaccamento : non
disponibile alle richieste,
ostile, rifiutante,
• Sé : senso di non essere
degno di amore; incapacità di
esprimere le emozioni in
modo appropriato
25
Altri metodi di valutazione dell’attaccamento
Separation Anxiety Test
Adult Attachment Interview
Procedura che si avvale di una
serie di illustrazioni di
situazioni di separazione più o
meno impegnative in cui
vengono indagate sia le
emozioni e le modalità di far
fronte alla separazione sia le
reazioni comportamentali per
bambini dai 5 ai 9 anni
Intervista strutturata che
esplora in età adulta,
attraverso il racconto, quali
siano i ricordi delle esperienze
infantili, sottolineando
l’importanza della valutazione
personale delle medesime
26
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Conseguenze dell’attaccamento
 i bambini con attaccamento sicuro sono più
competenti linguisticamente
i bambini sicuri a 4 anni sono più competenti
cognitivamente
 bambini sicuri a 4 anni sono più competenti a livello
socioemotivo
27
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4° Lezione
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Critiche
 troppa enfasi sul legame di attaccamento; esito di
sviluppo positivo con diversi stili di cura
 trascura importanza/ruolo dell’attaccamento ad altre
figure, come fratelli, nonni ecc.
 trascura ruolo della socializzazione/pratiche educative
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4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Le relazioni tra pari
In tutte le culture i bambini trascorrono
una gran quantità di tempo
in compagnia dei pari: anzi, a partire
da un’età abbastanza precoce, passano più tempo
con altri bambini che con gli adulti
(Ellis, Rogoff, Cromer, 1981)
29
4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
È utile suddividere le relazioni in due categorie (Hartup,1989)
Relazioni verticali
Relazioni orizzontali
• tra individui con diverso
grado di potere
• tra individui con lo stesso
grado di potere
• tra individui con diverso
livello di conoscenza e abilità
• tra individui con stesso livello
di conoscenza e abilità
• caratterizzate da
complementarietà
• caratterizzate da reciprocità
• funzione:
protezione e sicurezza
apprendimento
• funzione:
ludica e affettiva
acquisizione competenza
sociale
30
4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Prime relazioni con i pari
Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i coetanei,
accresce la capacità del bambino di interagire e valutare la prospettiva
degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali.
Prima dei 3 anni, le relazioni coi pari sono caratterizzate da:
• unidirezionalità: all’azione di un bambino non corrisponde l’azione
coordinata dell’altro
• interazioni speculari contemporenee : i bambini tendono a fare la
stessa cosa contemporaneamente
• interazioni speculari differite : il bambino imita l’azione dell’altro
bambino
31
4° Lezione
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LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Evoluzione del rapporto coi pari
Età
prescolare
Dopo i 3 anni, le interazioni diventano
complementari e reciproche. Si sviluppano le
attività di gruppo grazie all’incremento della
capacità di comunicare e delle capacità
simboliche. Compaiono i giochi di finzione
Età scolare
Le relazioni diventano sempre più selettive,
basate sulle affinità, sulla comunanza di
interessi e di attività. In questa fase si nota
una spiccata tendenza a scegliere compagni
dello stesso sesso (segregazione sessuale)
Adolescenza
Le relazioni diventano stimolo per il
confronto, fonte di sostegno e supporto
all’autostima
32
4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Grado di partecipazione sociale nel gioco (Parten)
• Gioco solitario
il bambino è vicino ad un altro bambino, ma il suo
gioco non è influenzato dalla presenza dell’altro né
nella scelta degli oggetti né nel tipo di attività
• Gioco parallelo
più bambini giocano indipendentemente ma in un
contesto che li accomuna; i bambini giocano da
soli, ma le loro attività sono simili. Giocano accanto
piuttosto che insieme
33
4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
• Gioco associativo
più bambini svolgono attività uguali o simili,
rivolgendo interesse al carattere comune
dell’azione; i bambini conversano tra loro, si
scambiano oggetti e prestano attenzione a ciò che
fanno gli altri, anche se la partecipazione di
ciascuno non è essenziale al funzionamento del
gioco; non vi è né condivisione dei compiti né
obiettivo comune.
34
4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
• Gioco cooperativo
più bambini giocano insieme perseguendo un
obiettivo comune in vista del quale i partecipanti
cooperano, dividendosi il lavoro e assumendo ruoli
diversi
35
4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Caratteristiche delle relazioni amicali
Prima infanzia
Età prescolare
• amicizia come bisogno di • rapporti meno esclusivi
vicinanza e di
• rapporti più flessibili
rassicurazione emotiva
• interazioni basate su
• creazione di legami
scambi verbali
affiliativi caratterizzati da
affettività, difesa
dell’esclusività, prossimità
fisica, reciprocità, e
rispondenza dei segnali
• creazione di un mondo
comune condiviso
36
Stadi di consapevolezza dell’amicizia secondo Selman
L’autore evidenzia la connessione tra sviluppo del senso dell’amicizia e
abilità di role-taking
Stadio 0: 3-5 anni
• compagni di gioco momentanei
• amicizia come ricerca di contatto
fisico
• assenza di comprensione dei
pensieri altrui
Stadio 2: 9-12 anni
• cooperazione in circostanze
favorevoli
• capacità di coordinare diversi
punti di vista
• iniziale consapevolezza della
reciprocità del rapporto
Stadio 1: 6-8 anni
• amicizia come aiuto unilaterale
• natura soggettiva del legame
• iniziale considerazione delle
caratteristiche psicologiche
dell’altro
Stadio 3: dai 12 anni
• condivisione mutualistica
• amicizia solida e duratura
caratterizzata da intimità e fiducia
reciproca
• ricerca di compatibilità
psicologica
37
4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Comportamenti favoriti dai legami di amicizia
I legami di amicizia:
• promuovono i comportamenti prosociali
• facilitano la cooperazione, la solidarietà e l’aiuto
• aiutano ad appianare i conflitti
• consentono di superare le emozioni negative di ira e
paura favorendo la collaborazione
• incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro
• aumentano le risposte simpatetiche
• incrementano la prontezza all’intervento per alleviare il
disagio altrui
38
4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Amicizia e risoluzione dei conflitti
Le relazioni di amicizia agevolano la risoluzione delle
divergenze e la ricerca di punti di consonanza
nell’appianare i conflitti
Il conflitto assume un valore funzionale, come
occasione di confronto utile a rafforzare l’identità
Già in età prescolare i bambini sono capaci di utilizzare
strategie di mitigazione e di risoluzione positiva del
conflitto, impiegando il compromesso, la
controproposta, la giustificazione e la riconciliazione39
4° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
LO SVILUPPO DELLE RELAZIONI
Difficoltà associate alla mancanza di amicizia
• problemi emotivi
• difficoltà ad assumere prospettive diverse dalla propria
• minore altruismo
• accettazione nel gruppo, difficoltà nel gioco di squadra e
nella gestione dei conflitti
• minore competenza sociale e socievolezza
• minore adattamento a scuola
• minore profitto scolastico
40
10° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
CONTESTO PARI
LA CONDIZIONE DEL BAMBINO NEL GRUPPO
DEI PARI
I bambini possono essere valutati:
- individualmente
(sulla base di caratteristiche come l’intelligenza, ansia, ecc);
- oppure in qualità di componenti di un gruppo, attraverso varie
tecniche sociometriche, le quali forniscono indici
quantitativi della posizione sociale degli individui all’interno di
un gruppo, relativa all’accettazione, al rifiuto, all’isolamento del singolo
bambino all’interno del gruppo stesso (ad esempio la popolarità).
41
10° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
CONTESTO PARI
Il livello di accettazione da parte dei coetanei può avere
importanti conseguenze sugli adattamenti successivi e
sulla salute mentale del bambino.
Predire l’adattamento psicosociale nelle fasi successive
dello sviluppo è più semplice in condizioni di stabilità
ambientale.
Le valutazioni dei pari risultano essere pertanto validi indici
predittivi della successiva comparsa di sintomi
comportamentali di disadattamento, come nel caso dei
bambini rifiutati.
42
10° Lezione
CONTESTO PARI
MODELLO CAUSALE
Comportamento
deviante. Ad es.
aggressività,
timidezza/tendenza
all’isolamento
Bassa accettazione
dei pari
Esperienze e
opportunità di
socializzazione
deviante
Conseguenze
disadattive. Ad
es. abbandono
scolastico,
crimine,
psicopatologia
Due modelli del ruolo dell’accettazione dei pari nel produrre effetti di
disadattamento (Parker e Asher, 1987)
43
10° Lezione
CONTESTO PARI
MODELLO INCIDENTALE
Disturbi di base
Comportamento
deviante . Ad es.
aggressività,
timidezza/tendenz
a all’isolamento
Conseguenze
disadattive. Ad
es. abbandono
scolastico,
crimine,
psicopatologia
Bassa accettazione da parte
dei pari
Due modelli del ruolo dell’accettazione dei pari nel produrre effetti di
disadattamento (Parker e Asher, 1987)
44
10° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
CONTESTO PARI
IL LIVELLO DI POPOLARITA’ TRA I PARI
L’attenzione è stata rivolta soprattutto alle differenze tra i bambini
nel livello di popolarità tra i coetanei.
Con gli strumenti sociometrici sono state definite cinque condizioni
sociali corrispondenti a generi di bambini molto diversi: bambini
popolari, rifiutati, trascurati, controversi e nella media. Le prime tre
categorie sono quelle di maggior interesse.
I bambini controversi piacciono solo ad alcuni mentre i bambini
classificabili nella media sono quei bambini che rientrano nella
media delle valutazioni dei pari senza suscitare particolari
sentimenti.
45
10° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
CONTESTO PARI
LE CARATTERISTICHE DELLA PERSONALITA’ DEI
BAMBINI POPOLARI, RIFIUTATI E TRASCURATI
Bambini popolari
- carattere allegro e positivo
- bell’aspetto
- numerose interazioni diadiche
- livello elevato di gioco cooperativo
- disposti a condividere
- abili a sostenere un’interazione
- considerati buoni leader
- poco aggressivi
46
10° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
CONTESTO PARI
Bambini rifiutati
- comportamento molto irruente
- asociali e litigiosi
- estremamente attivi
- loquaci
- frequenti tentativi di approccio sociale
- scarso gioco cooperativo, non inclini a condividere
- attività per lo più solitarie
- comportamento inadeguato
Bambini trascurati
- timidi
- raramente aggressivi, si ritirano di fronte alle aggressioni altrui
- comportamento un po’ asociale
- mancanza di assertività
- molte attività solitarie
- evitamento delle interazioni diadiche, trascorrono più tempo
47 con
gruppi numerosi.
10° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
CONTESTO PARI
Studi di follow-up hanno dimostrato che la condizione del
bambino nel gruppo dei pari è un indice predittivo del futuro
sviluppo psicologico e comportamentale del bambino negli anni
a venire.
- i bambini popolari mostrano generalmente un livello più alto
di socializzazione e maggiori abilità cognitive rispetto agli altri,
oltre un livello minimo di aggressività e di isolamento sociale;
- i bambini trascurati tendono ad essere meno socievoli e
un po’ passivi ma non presentano grossi problemi di
adattamento;
- i bambini rifiutati sono invece a rischio di disturbi psicologici
futuri.
48
10° Lezione
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
CONTESTO PARI
I BAMBINI RIFIUTATI DAI PARI
Possono essere suddivisi in due sottogruppi, entrambi a rischio
di disturbi psicologici futuri:
- bambini rifiutati/aggressivi sono rifiutati a causa del loro
comportamento aggressivo e irruento. Rischiano di
sviluppare problemi di esteriorizzazione (cioè disturbi del
comportamento con tendenza all’acting out, come
l’aggressività,la violenza e la delinquenza);
- bambini rifiutati/trascurati sono rifiutati a causa della loro
tendenza all’isolamento e sono estremamente inibiti. Rischiano
di sviluppare problemi di interiorizzazione (ossia disturbi del
comportamento che si manifestano con sintomi tendenti
all’interiorizzazione, come l’ansia e la depressione).
49
10° Lezione
CONTESTO PARI
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
I BAMBINI ISOLATI
Da un punto di vista sociometrico l’isolamento è la posizione più
difficile da esaminare nel gruppo. Questa non deve essere
considerata come un indice numerico assoluto, indipendentemente
dal modo in cui il gruppo è organizzato.
E’possibile distinguere l’isolamento nelle seguenti tipologie (Corsano
1999):
- isolamento “solitario-reticente” in cui il bambino è isolato perché
ansioso, timido e ha difficoltà ad inserirsi nel gruppo;
- isolamento “solitario-attivo” in cui il bambino è isolato
perché poco capace di inserirsi in un gruppo in quanto immaturo,
chiassoso, fastidioso, ostile. Pertanto i compagni lo evitano;
- isolamento “solitario-passivo” in cui il bambino non è tanto
isolato, quanto solitario. Il bambino è capace di stare solo perché
più interessato a giocare con gli oggetti che con le persone.
Il primo isolamento è dovuto a timore, il secondo a tentativi non
riusciti di contatto sociale, il terzo è invece dovuto a una certa50
capacità di restare da solo.
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Che cos`è la psicologia infantile?