Genova Dalle origini all’età romana • Il nome GENUA (o Janua nella corruzione dotta del latino medievale) non è indicativo di un gruppo etnico o di una particolare fondazione. • Secondo alcuni storici deriva dal latino JANUA, cioè PORTA. Altri ritengono derivi dal mito di Giano Bifronte, protettore delle navi e delle monete. Altri ancora fanno riferimento alla conformazione “a ginocchio” della città. Sullo stemma genovese compaiono Giano bifronte (divinità latina dell’inizio, con due facce richiama direttamente alla leggenda della fondazione di Ianua, la città di Genova. Poi lo scudo crociato, che riporta direttamente al culto di San Giorgio(che Genova condivide con l'Inghilterra con lo stesso nome di Croce di San Giorgio, croce rossa in campo bianco), la cui venerazione risale all'anno 1099, quando il santo venne eletto, in occasione della prima crociata protettore e gonfaloniere. L'iconografia classica lo rappresenta a cavallo nell'atto di trafiggere il drago, armato di asta e scudo crociato. La croce rossa in campo bianco, adottata anch'essa come insegna al tempo delle crociate, ha lo scopo di ricordare la passione di Cristo e simboleggiare contestualmente i valori della Vittoria e della Liberazione. Il primo insediamento • Secondo una leggenda, narrata da Jacopo da Varagine, Genova fu fondata dall’eroe Giano, giunto da Troia dopo un lungo viaggio per mare, nella zona di Sarzano, sulla collina di Castello. • I ritrovamenti archeologici hanno confermato questa • Già nota nel sec. VII a.C., nel III secolo a.C. divenne base navale e militare di Roma. A quest’epoca risale la costruzione di importanti strade: la via Aemilia Scauri, la Postumia e la via Julia Augusta. • In quanto alleata dei Romani, nel 205 a.C. fu distrutta da Magone, fratello di Annibale. Ricostruita come città federata, al tempo di Cesare l’antica Genua divenne il principale porto della Gallia Cisalpina. • Nel IV sec. d.C. venne unita all’Emilia e alla Transpadana, conservando il nome di Liguria et Aemilia, con capitale Milano. • Le principali testimonianze della storia più antica di Genova sono conservate nel Museo di Archeologia Ligure di Pegli. Nel panorama dei giardini storici, sia locale che nazionale, il parco romantico di villa Durazzo Pallavicini occupa un posto di rilievo. Fu costruito per volere di Ignazio Alessandro Pallavicini che ne affidò la progettazione e realizzazione a Michele Canzio, scenografo del Carlo Felice nonché maestro presso l’Accademia di Belle Arti. I lavori, realizzati tra il 1840 e il 1846, diedero compimento ad un’opera considerata oggi tra le più alte espressioni di giardino romantico ottocentesco, interpretato secondo l’esperienza teatrale di Michele Canzio che, nel disporre le diverse scenografie, ha saputo comporre un itinerario di ispirazione melodrammatica, per mezzo di un racconto che si svolge in tre atti più un prologo introduttivo ed un epilogo ludico. Il visitatore si trova così a "viaggiare" attraverso viali contornati da architetture neoclassiche, neogotiche,rustiche, ora affiancate da palme e piante esotiche, ora da lecci e allori. Da evidenziare la scenografia del Lago Grande, immagine catartica del Paradiso, a cui si arriva dopo aver visitato le grotte: qui la maestria scenografica del Canzio si rivela in pieno, con tempietti e ponticelli che si affacciano sul bacino del laghetto. Oltre a numerose opere d’arte scultoree, attribuite per lo più a G.B. Cevasco, numerosi sono gli esemplari vegetali che spiccano per vetustà, rarità e monumentalità. Tra questi ricordiamo la canfora e il viale di camelie secolari. Nonostante l’aggressione dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, villa Durazzo Pallavicini resta uno dei migliori esempi delle "residenze di villa" nobiliare, che nei secoli passati furono tradizione delle potenti famiglie aristocratiche genovesi e che oggi arricchiscono di storia e cultura tutto il territorio del Comune di Genova. Il Museo di Archeologia Ligure offre un ampio panorama sul passato più antico della nostra regione: dai giganteschi orsi delle caverne che 80.000 anni fa svernavano nelle nostre grotte durante i rigori dell’ultima glaciazione fino alle importanti città romane della Liguria, Genova in particolare come confermano le recenti scoperte urbane per questo periodo. Il percorso espositivo, recentemente ampliato e dotato di numerosi supporti didattici, si snoda attraverso "scoperte" di sensazionale importanza, quali le sepolture paleolitiche, più cospicue e meglio conservate d’Europa di cui la più antica, circa 20.000 anni fa, è detta del "Principe" delle Arene Candide per la straordinaria ricchezza del corredo; le tombe dei primi abitatori di Genova, fondata nel 500 a.C., sulle rotte commerciali fra l’Etruria e la greca Marsiglia, una grande necropoli che ha restituito alla luce ceramica greca a figure rosse, bronzi etruschi, vasi di alabastro e di vetro di produzione mediorientale; la prima delle statue-stele ritrovate in Lunigiana, enigmatiche presenze di eroi-guerrieri dell’età del Rame; la Tavola di Polcevera che riporta, inciso nel bronzo, il primo atto giuridico della nostra regione. I Liguri sono ricordati come una delle popolazioni principali dell’Occidente dalle fonti greche gia nel 7° e 6° secolo a.C. Occupavano un territorio molto esteso fra la Provenza e la Toscana, il Piemonte, la Lombardia e l’Emilia. I contrasti con la Marsiglia greca prima e con Roma poi, influenzano certamente il giudizio negativo dei greci e dei romani che li considerano spesso “selvatici”, “Barbari”, “analfabeti e bugiardi”, ma anche “audaci e valenti in guerra”, abili commercianti e pirati. Le testimonianze archeologiche documentano soprattutto la vita degli antichi liguri e le loro usanze funebri. Si tratta per la maggior parte di individui, cremati secondo il nuovo rito che si diffonde in Italia a partire dalla fine del II millennio a.C.,dove le ceneri sono poste in urne di ceramica chiuse da ciotole e sepolte in una cassetta di lastre di pietra. Il Museo di Pegli conserva la statuetta funeraria, il sarcofago e la mummia del sacerdote egizio Pasherienaset, seguace del dio Horus. Statua-stele proveniente da Luni Il Medioevo • Decaduta in età imperiale, subì il dominio bizantino, durante il quale avvenne l’evangelizzazione cristiana. In seguito fu occupata dai longobardi e dai carolingi. Il battistero di Albenga (SV), del V secolo, è il più antico edificio paleocristiano della Liguria. • Secondo la leggenda nel IV secolo il vescovo San Siro (a cui fu dedicata la prima cattedrale di Genova, precedentemente intitolata ai Dodici Apostoli) sconfisse e rinchiuse in un pozzo il drago Basilisco, rappresentazione dell’eresia ariana. Il primo nucleo abitato: la collina di Castello • Superata Porta Soprana – edificata assieme alla cinta muraria tra il 1155 e il 1161 per difendere la città dall’imperatore Federico Barbarossa – percorrendo salita del Prione si giunge a piazza delle Erbe, nell’abitato di Castello. Piazza Sarzano • Salendo lo stradone di Sant’Agostino si raggiunge la già citata piazza Sarzano, un antichissimo campo in cui avevano luogo le manifestazioni ufficiali, delimitato a nord dal chiostro di Sant’Agostino e dal monastero di San Silvestro (oggi sede della Facoltà di Architettura) e a sud dalla chiesa di San Salvatore. Quest’ultima, caratterizzata da una splendida facciata barocca con decorazioni a trompe-l’oeil, è ora utilizzata come Aula Magna della Facoltà di Architettura. Campo Pisano • Da piazza Sarzano, passando dietro l’abside di San Salvatore, si può raggiungere Campo Pisano, romantica piazzetta con un recente risseau (una sorta di mosaico realizzato con sassi bianchi e neri) realizzato dal mosaicista Armando Porta. La storia di questo luogo, però, non è affatto romantica: infatti, vi furono portati i prigionieri pisani catturati durante la battaglia della Meloria; molti di loro, a causa della fame e del freddo, qui morirono e furono sepolti. C’è chi afferma di aver visto, nelle notti di tempesta, i loro fantasmi in catene salire, con atroci lamenti, dalla Marina verso la piazza. Santa Maria di Castello • Fondata nel 658, durante il dominio longobardo, fu probabilmente la prima chiesa cittadina. Assunse forme romaniche nel XII secolo. All’interno, nelle cappelle private, vi sono numerose opere d’arte. • L’adiacente convento venne costruito nel Rinascimento e fu sede di un cenacolo umanistico. • Il complesso ospita un museo di arte antica e rinascimentale. • I rilievi dell’architrave risalgono al III secolo. La Torre degli Embriaci • Il palazzo e l’annessa torre, la più alta della città (41 m) risalgono al XII. La Torre ricorda Guglielmo Embriaco, condottiero crociato conquistatore di Gerusalemme nel 1099, che portò a Genova le ceneri di San Giovanni Battista, patrono della città. Sant’Agostino Le origini del complesso conventuale risalgono al XIII secolo. La chiesa e il monastero hanno subito diverse trasformazioni nei secoli e sono oggi adibite a museo e ad auditorium. Giovanni Pisano, Monumento funebre di Margherita di Brabante (Museo di Sant’Agostino) San Donato Fondata nel XII secolo, ha subito vari rifacimenti, ma conserva il fascino e la sobrietà dell’architettura romanica. La cattedrale di San Lorenzo • Dopo la distruzione nel 935 della cattedrale di San Siro, ad opera dei saraceni, fu deciso di costruire una nuova basilica, meno esposta e più difendibile, dedicata a San Lorenzo. • Dopo l'incendio del 1296, causato dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini, l'edificio fu in parte restaurato e in parte ricostruito. • La consacrazione a cattedrale segnò l'inizio della ricostruzione dell'edificio in forme romaniche. • Dell’epoca romanica (XII sec.) si sono conservati i due portali laterali, dedicati a San Giovanni e a San Gottardo. Tra il 1307 e il 1312 fu completata la facciata in stile gotico genovese, caratterizzato da fasce orizzontali bianche e nere. Delle due torri ai lati, la più alta è il campanile della chiesa. Nello stesso periodo si rifecero i colonnati interni coi capitelli e i falsi matronei, mantenendo le strutture romaniche ancora in buono stato ed affreschi a soggetto religioso. Le sculture del portale centrale, eseguite da una maestranze francesi, rappresentano, a destra, l’Albero di Jesse (la genealogia dei re d’Israele e i Profeti) e a sinistra le Storie dell’infanzia di Cristo. Nella mensola destra “Il patriarca Giacobbe benedice i nipoti Efraim e Manasse” Nella mensola, a sinistra, è raffigurata L’Ecclesia che nutre gli apostoli Pietro e Paolo. La “Visitazione” Maria, incinta di Gesù, incontra la cugina Elisabetta, in attesa di San Giovanni Battista La strage degli innocenti La fuga in Egitto • I due leoni che fiancheggiano la scalinata risalgono all'Ottocento (1840) e sono opera dello scultore Carlo Rubatto. • Diversi altari e cappelle furono eretti tra il XIV ed il XV secolo. Nel 1550 l'architetto perugino Galeazzo Alessi, su commissione delle magistrature cittadine elaborò la ricostruzione dell'intero edificio, riuscendo ad attuare solo la copertura delle navate, il pavimento la cupola e la zona absidale, cui si diede compimento nel corso del XVII secolo. • Un complesso progetto di restauro attuato tra il 1894 e il 1900 ha permesso la conservazione del duomo ed è oggi ancora possibile ammirare quelle parti medievali, che ancor oggi lo contraddistinguono. IL MUSEO DEL TESORO DI SAN LORENZO • Dalla navata sinistra è possibile accedere al Museo del Tesoro di San Lorenzo.Di piccole e preziose dimensioni ha il fascino straordinario di uno scrigno colmo di storia, arte e devozione. • Ad un livello sotterraneo rispetto al cortile dell’Arcivescovado, il Museo espone capolavori di oreficeria e argenteria (dal IX sec. fino ai giorni nostri) in dotazione al Duomo di Genova oltre ad alcuni documenti preziosi della sua storia.