Politiche Energetiche
dei Paesi Membri dell’AIE
ITALIA
Esame 2009
Sintesi
Politiche Energetiche
dei Paesi Membri dell’AIE
ITALIA
Esame 2009
Il Governo Italiano ha segnato progressi sostanziali in numerosi settori della politica energetica
rispetto all’ultimo esame dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) del 2003. La riuscita
realizzazione del sistema dei certificati verdi e bianchi, così come i progressi significativi della
riforma dei mercati dell’energia elettrica e del gas naturale sono solo alcuni esempi di un
impegno politico coerente con le raccomandazioni contenute nel precedente esame dell’AIE;
ma il futuro prossimo riserva ancora molte sfide.
Il Governo Italiano vede con chiarezza l’esigenza di diversificare il suo schema di
approvvigionamento energetico per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili di importazione
e per diminuire le emissioni di gas a effetto serra, che sono ancora in crescita. Nel 2008 il
Governo ha annunciato l’impegno di riavviare il programma nucleare civile e l'intendimento
di avviare la realizzazione del primo nuovo impianto elettronucleare entro il 2013. Per
raggiungere questo obiettivo l’Italia deve darsi un insieme di regole efficaci, per identificare
le criticità del sistema energetico, includendo l’energia nucleare, e per affrontare senza
indugi il processo di selezione dei siti e di concessione delle licenze d’esercizio.
L’Italia dovrà affrontare un’altra difficile sfida riguardo al “pacchetto energia-ambiente”
dell’Unione Europea per adeguarsi agli obiettivi concordati per la diffusione delle
energie rinnovabili e per la limitazione delle emissioni. L’Italia dunque deve ancora
intensificare i suoi sforzi per rispettare i nuovi impegni, realizzando una strategia
incisiva per la lotta al cambiamento climatico per gli anni a venire, fino al 2020.
Nell’estate del 2009 il Parlamento Italiano ha approvato un insieme di
provvedimenti legislativi che mette le basi di una strategia energetica
solida e di lungo termine. Il Governo deve cogliere questa opportunità
per elaborare, con il contributo dell’Industria, un nuovo piano
strategico di lungo termine del settore energetico.
Questo esame dell’AIE analizza le sfide che l’Italia deve affrontare in
ambito energetico; formula alcune critiche specifiche per settore
e propone alcune raccomandazioni per ulteriori affinamenti
della politica energetica italiana; in ultima analisi, l’obiettivo
principale di tutto questo lavoro è di avviare l’Italia verso
un futuro energetico più sostenibile.
Politiche Energetiche
dei Paesi Membri dell’AIE
ITALIA
Esame 2009
Sintesi
ITALIAN TRANSLATION of
Energy Policies of ITALY - 2009 Review © OECD/IEA, 2009
L’AIE è autore della versione originale finale, ma non si assume responsabilità riguardo
all’accuratezza o completezza della presente traduzione. Questa pubblicazione viene tradotta sotto
la responsabilità unica della Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’OCSE.
AGENZIA INTERNAZIONALE DELL’ENERGIA
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) è un’agenzia autonoma istituita nel novembre del
1974. Ha un doppio compito: promuovere la sicurezza energetica tra i Paesi membri attraverso
una risposta collettiva a eventuali interruzioni nella fornitura di petrolio ed indirizzare i Paesi
membri verso una politica energetica solida.
L’AIE porta avanti un programma di cooperazione energetica tra 28 economie avanzate, ciascuna
delle quali è obbligata a mantenere una riserva equivalente a 90 giorni di importazioni nette di
petrolio. L’obiettivo dell’Agenzia è:
n Assicurare l’accesso di Paesi membri ad ampie e affidabili forniture di tutte le forme di energia.
n Promuovere politiche di energia sostenibile che incoraggino la crescita economica e la protezione
ambientale.
n Migliorare la trasparenza dei mercati internazionali attraverso la raccolta e l’analisi di dati
sull’energia.
n Sostenere la collaborazione globale sulle tecnologie energetiche per assicurarsi
forniture energetiche sicure e mitigare l’impatto ambientale, anche attraverso
un’efficienza energetica ottimizzata, lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie
a basse emissioni di carbonio.
n Individuare soluzioni per le sfide energetiche globali attraverso
l’impegno e il dialogo con Paesi non membri, l’industria.
Paesi membri AIE:
Australia
Austria
© OECD/IEA, 2010
Agenzia Internazionale dell’Energia
9 rue de la Fédération
75739 Paris Cedex 15, France
Belgio
Canada
Corea (Repubblica di)
Danimarca
Finlandia
Francia
Germania
Giappone
Grecia
Irlanda
Italia
Lussemburgo
Norvegia
Nuova Zelanda
Paesi Bassi
Polonia
Portogallo
Regno Unito
Repubblica Ceca
Repubblica Slovacca
Spagna
Stati Uniti
Svezia
Svizzera
Turchia
Ungheria
La presente pubblicazione è soggetta a
restrizioni specifiche che ne limitano l’utilizzo
e la distribuzione. Termini e Condizioni
sono disponibili online all’indirizzo:
www.iea.org/about/copyright.asp
Anche la Commissione
europea partecipa
ai lavori dell’AIE
Sintesi e principali
raccomandazioni
Sintesi
Il Governo italiano ha compiuto notevoli progressi in diversi settori da quando
è stata presentata l'ultima analisi approfondita della politica energetica nel
2003. Il successo dei programmi in materia di certificati verdi e certificati
bianchi, la riorganizzazione e l'incessante riforma dei settori dell'elettricità e del
gas naturale e l'attuazione di programmi di incentivi per l'energia rinnovabile
rappresentano risultati notevoli. Tra le altre realizzazioni si annoverano nuovi
investimenti in programmi di ricerca, sviluppo e dimostrazione della cattura e
dello stoccaggio del carbonio (CCS) e l'adozione di procedure di pianificazione
semplificate per le principali infrastrutture in materia di energia pulita. Tutte
queste notevoli iniziative sono state intraprese sulla base delle raccomandazioni
contenute nel rapporto del 2003.
Il Governo ha fatto un grande sforzo nella ricerca di una soluzione per risolvere
alcune delle principali problematiche energetiche che l'Italia deve affrontare,
rafforzando così la sicurezza energetica del Paese. Ha sviluppato un quadro di
riferimento destinato a incoraggiare l'attuazione di una politica energetica che
sia coerente con le esigenze dell'Unione Europea. Inoltre, il Governo è riuscito
a diversificare i percorsi di approvvigionamento del gas, almeno in materia di
transito del gas dai gasdotti, ad aumentare notevolmente la capacità produttiva
di elettricità, ed è in procinto di avviare un ulteriore processo di diversificazione
dei combustibili per la generazione di energia elettrica. Inoltre, è stato inoltre
attuato un Piano di Allocazione per il sistema di scambio delle quote di emissione
di gas serra dell’Unione Europea (ETS) ed è stata potenziata e rafforzata
l'indipendenza del regolatore del settore, l'Autorità per l'Energia Elettrica e il
Gas (AEEG). È stata commissionata la costruzione di un terminale off-shore
per il gas naturale liquefatto (GNL), sono in fase di costruzione altre strutture
destinate al GNL e nel primo semestre del 2009 è stata approvata una legge
destinata ad autorizzare la costruzione di un certo numero di centrali nucleari
dopo una moratoria durata più di vent'anni. L'AIE esprime apprezzamento per
gli incessanti progressi compiuti dall'Italia.
Nonostante il successo del programma in materia di certificati bianchi e di altri
programmi che offrono incentivi fiscali, l'Italia deve prendere maggiori iniziative
per sviluppare una strategia di efficienza energetica più vasta, coerente e basata
su dati comprovati. Anche se a tale riguardo il primo Piano d'Azione nazionale
sull'efficienza energetica rappresenta un valido progresso, alcuni aspetti possono
1
essere migliorati: non è chiaro infatti quante misure proposte a favore del risparmio
energetico potranno essere attuate o se il piano potrà ottenere i significativi livelli
di risparmio energetico auspicati. In seguito all'entrata in vigore della legge
N°99/2009, il Governo sta preparando un nuovo piano d'azione per l'efficienza
energetica, in grado di risolvere i numerosi punti deboli individuati nell’attuale
politica energetica.
L'Italia, il solo Paese membro del Gruppo degli otto Paesi più industrializzati (G8)
che non produce energia nucleare, ha riconosciuto la necessità di diversificare
il mix energetico per ridurre la sua grave dipendenza dall'importazione di
combustibili fossili e di elettricità e anche per limitare, almeno nel lungo termine,
i suoi livelli di emissione di CO2. L’Italia è stata uno dei primi Paesi in Europa ad
adottare un programma per la produzione di energia nucleare, abbandonato nel
1987 in seguito a un referendum. Nel maggio del 2008, il nuovo Governo italiano
ha annunciato l’intenzione di rilanciare il programma nucleare del Paese che
prevede l'avvio della costruzione di una nuova centrale nucleare entro il 2013. Nel
luglio 2009, il Governo ha approvato una legge a questo proposito che fornisce
un quadro normativo per affrontare le problematiche in materia di localizzazione
delle centrali, smaltimento dei rifiuti radioattivi, gestione dei rischi e disattivazione
degli impianti. La nuova legge permetterà inoltre all'Italia di ripristinare gli enti
regolatori competenti e di formare il personale necessario per gestire e regolare il
funzionamento degli impianti nucleari.
Nonostante alcune difficoltà verificatesi nelle prime fasi della liberalizzazione e
delle riforme di mercato portate avanti nel mercato elettrico, negli ultimi anni
sono stati compiuti validi progressi, permettendo così di creare un solido quadro
di riferimento per lo sviluppo di un mercato energetico italiano competitivo e
per una fornitura di elettricità caratterizzata da efficienza e sicurezza sul lungo
termine. L'Italia ha creato gli enti necessari e un modello di mercato che favorirà
lo sviluppo di un mercato elettrico competitivo e ha già tratto vantaggio da un
gran numero di benefici derivanti da tale quadro di riferimento, che comprendono
l’entrata di nuovi operatori nel mercato della generazione di elettricità, un più
elevato livello di concorrenza, una migliore pianificazione sul lungo termine della
rete infrastrutturale e validi incentivi per sviluppare nuove capacità di produzione
laddove risultino maggiormente necessarie. Tali progressi, tuttavia, non devono
occultare il fatto che in alcuni campi rimangono ancora iniziative da finalizzare, in
particolar modo nel mercato al dettaglio dove non sembra stiano emergendo una
reale concorrenza e miglioramenti della situazione del cliente finale.
Da quando è stato pubblicato il rapporto precedente, la situazione del mercato del
gas naturale ha subito numerosi cambiamenti e sviluppi. Il Governo ha intrapreso
una serie di misure volte a imporre cambiamenti, tuttora in corso, alla struttura del
mercato del gas al fine di assicurare un accesso equo ai gasdotti e una concorrenza
efficace nell'approvvigionamento. All'operatore storico del gas, che in precedenza
era un'impresa verticalmente integrata, sono stati imposti obblighi di separazione
per le attività di trasmissione, approvvigionamento e stoccaggio del gas. Sono
stati fatti notevoli progressi in materia di gasdotti destinati all'importazione:
alcuni impianti che permetteranno di aumentare la capacità d’importazione
sono in corso di costruzione mentre altri sono in una fase avanzata di sviluppo.
Nonostante recenti risultati positivi, invece, alcune strutture per l'importazione
di GNL rimangono ancora in una fase di progettazione e il potenziamento della
capacità di esportazione dei gasdotti rimane limitata. Inoltre, rimane ancora
molto da intraprendere nel mercato al dettaglio prima che i clienti finali possono
beneficiare appieno delle riforme del mercato.
Nonostante il Governo investa nella ricerca e lo sviluppo in campo tecnologico e
siano state introdotte varie misure in momenti diversi e da vari enti governativi,
la strategia generale sulla ricerca e lo sviluppo in campo energetico non
sembra chiaramente definita a causa del decentramento di autorità e di una
frammentazione delle responsabilità, che a volte complicano il processo decisionale
e riducono potenzialmente l'impatto nazionale delle politiche. Ciononostante,
l’azione del Governo per aumentare i fondi disponibili per programmi di ricerca e
sviluppo in materia energetica deve essere salutata con apprezzamento.
Principali sfide da affrontare
Il pacchetto clima-energia dell'Unione Europea (UE) rende ancora più difficile il
compito che attende i responsabili politici italiani. Gli obiettivi fissati per il 2020
in materia di riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra (GHG), di energie
rinnovabili e di efficienza energetica eserciteranno una grande influenza sulla
politica energetica dell'Italia e di altri Stati membri dell'UE nel decennio a venire.
In base al pacchetto clima-energia, l'Italia dovrà ridurre le emissioni dei settori non
ETS del 13% rispetto ai livelli del 2005. Per quanto riguarda gli obiettivi fissati
dal protocollo di Kyoto, le emissioni dell'Italia sono aumentate del 12% rispetto al
1990, il che rappresenta un differenziale del 18,5% senza possibilità di invertire la
tendenza sul medio termine. Anche se l'Italia preparasse e attuasse rapidamente
una strategia unificata di misure nazionali, integrata con un maggior uso dei
meccanismi flessibili previsti dal protocollo di Kyoto, è molto probabile che gli
obiettivi previsti per il 2012 non possano essere raggiunti.
Dall'analisi dei vari settori emerge un elemento comune a tutti gli operatori che
realizzano infrastrutture energetiche: la difficoltà di far avanzare i progetti dalla
fase di pianificazione iniziale alla fase di completamento. Nonostante numerose
iniziative prese a livello dell'amministrazione pubblica centrale in questi ultimi
anni, rimangono ancora problemi essenziali da risolvere come testimoniano i ritardi
nella costruzione di nuove strutture destinate al GNL e alla fase di produzione
upstream di petrolio e gas, di nuove infrastrutture per la trasmissione di energia
elettrica e di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Nelle
circostanze attuali, è probabile che le proposte in materia di energia nucleare
adottate recentemente possano incontrare ostacoli simili. La legge n. 99/2009
contiene una serie di disposizioni che possono permettere di trovare una soluzione
a varie problematiche. Il Governo deve continuare a intraprendere nuove azioni
basandosi sul potenziale offerto dalla nuova legge con l'obiettivo di creare un
processo più efficiente, integrato e trasparente. L'obiettivo da porsi dovrebbe
essere quello di chiarire a tutte le parti interessate, compreso il pubblico, quali
sono i costi e benefici della nuova infrastruttura e di coinvolgere nel processo, sin
dall'inizio, tutte le parti in causa.
Il Governo deve adottare una visione integrata di lungo termine che permetterà di
procedere allo sviluppo efficiente del settore energetico. La posizione dell'Italia in
materia di energia rimane vulnerabile sotto vari aspetti e, in un passato prossimo,
non era ancora stata elaborata una strategia coerente ed equilibrata per risolvere
queste problematiche, nonostante sviluppi promettenti in molti settori. La sicurezza
energetica continua, in particolar modo, a rappresentare una grave preoccupazione.
L'aumento della capacità produttiva di elettricità è stato reso possibile soprattutto
dall'utilizzo di gas, portando a un'accresciuta dipendenza dalle importazioni di
gas. Tale dipendenza, però, potrebbe potenzialmente diminuire sul lungo termine
se i programmi per lo sviluppo della capacità nucleare fossero portati a buon fine.
La capacità di importazione dei gasdotti per il gas naturale è aumentata ma le
interconnessioni con altre reti europee di gas naturale rimangono limitate. Questa
situazione si è verificata nel contesto dei ritardi nel piano di diversificazione
previsto per passare dal trasporto di gas via gasdotto al GNL, in parte a causa
delle lungaggini necessarie per le autorizzazioni e lo sviluppo dei terminali GNL.
Altri ritardi hanno inoltre caratterizzato lo sviluppo delle energie rinnovabili, la
conversione di impianti di generazione elettrica a partire dal petrolio in impianti a
carbone e il rilascio delle licenze di esplorazione e di produzione degli idrocarburi;
va altresì ricordato che la recente normativa ha permesso di introdurre molte
procedure semplificate.
Principali raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
 Creare una strategia globale di lungo termine per lo sviluppo del settore
energetico nazionale che sia coerente con i principi che regolano un mercato
energetico liberalizzato.
 Continuare a implementare un processo efficiente al fine di identificare
dove è necessario creare le infrastrutture energetiche essenziali, anche in
materia di energia nucleare, e assicurarsi che la procedura prevista per
la localizzazione di tali infrastrutture e il rilascio delle autorizzazioni, sia
efficiente e semplificata.
 Accelerare gli sforzi per rispettare gli obblighi imposti dall'UE al 2020, in
particolar modo sviluppando e attuando una strategia globale in materia
di cambiamento climatico fino al 2020.
Politica energetica generale
Presentazione del Paese
L'Italia, fatta eccezione per la pianura padana, è un Paese prevalentemente
montagnoso. Il suo territorio (301 300 km² di cui 165 200 km² di terre arabili)
comprende le isole della Sicilia, della Sardegna, dell'Elba e circa 70 isole minori.
Nel Paese vivono 59 milioni di abitanti e tra questi 22 milioni hanno accesso
a un’occupazione attiva. La lingua ufficiale è l'italiano ma in alcune regioni vi
sono minoranze di lingua tedesca, francese e slovacca.
Il potere legislativo della Repubblica Italiana è affidato a un Parlamento
bicamerale, formato dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati.
Il Consiglio dei Ministri è guidato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e
i Ministri che lo compongono sono nominati dal Presidente della Repubblica
in base alla capacità di formare un governo che goda della maggioranza
parlamentare. Le recenti elezioni dell'aprile 2008 hanno portato alla formazione
dell'attuale Governo guidato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio
Berlusconi. La maggioranza parlamentare, alleanza dei principali partiti politici
che siedono in Parlamento, è formata dal Popolo della Libertà, che comprende
Forza Italia, Alleanza Nazionale, Democrazia Cristiana per le Autonomie e
vari altri partiti minori. Le prossime elezioni sono previste per l'aprile 2013. Il
Presidente della Repubblica, eletto ogni sette anni dal Parlamento in seduta
comune e dai rappresentanti regionali, è privo di poteri esecutivi. L'attuale
presidente, Giorgio Napolitano, eletto nel maggio del 2006, resterà in carica
fino al maggio 2013.
Secondo i principi fissati dalla Costituzione, il Paese è formato da 20
regioni, cinque delle quali sono dotate di uno statuto speciale di autonomia.
Recentemente l'Italia ha avviato un rapido processo di trasferimento della
potestà legislativa e regolamentare alle regioni. Vari emendamenti costituzionali
del 2001 hanno creato un nuovo quadro di riferimento per la condivisione
delle competenze regolamentari, anche nel settore energetico, tra lo Stato e
le regioni, particolarmente in quei campi in cui la competenza a legiferare è
concorrente (statale e regionale) e nei campi in cui la competenza a legiferare è
oggi esclusiva delle regioni.
L'economia
L’Italia, membro fondatore dell’Unione Europea, appartenente al gruppo dei
Paesi del G8, registra un PIL pro capite appena superiore alla media europea.
Si prevede che l’attuale recessione mondiale continui a colpire il Paese fino
2
alla fine del 2009, con una lenta ripresa nel 2010. Il calo delle esportazioni
e il deterioramento delle condizioni finanziarie hanno colpito duramente gli
investimenti. Dopo un calo abbastanza drastico, gli investimenti dovrebbero
indurre la ripresa. Data la debolezza della posizione di bilancio di fondo
dell’Italia, il Governo non ha intrapreso un’espansione di bilancio discrezionale
significativa, ma ha invece deciso di riorientare alcune spese di investimento
all’interno dell’attuale stanziamento di bilancio per sostenere maggiormente
la domanda interna, soprattutto il consumo privato. Ciononostante, il deficit
di bilancio aumenterà notevolmente nel 2009 in seguito agli effetti nefasti
della recessione sulle entrate e potrebbe aumentare in maniera relativamente
significativa nel 2010 nonostante il risanamento di bilancio previsto.1
Offerta e domanda energetica
Nel 2008 l’offerta totale di energia primaria (TPES) dell’Italia ammontava a
174,5 milioni di tonnellate di equivalente petrolio (Mtep). 2 Tra il 1990 e il 2008,
la TPES è aumentata del 19%. L’Italia produce volumi ridotti di gas naturale e
petrolio, ma la maggior parte dei combustibili fossili è importata e a questa si
aggiunge una certa quantità di energia prodotta nel Paese da fonti rinnovabili.
La dipendenza dalle importazioni sta aumentando ed è particolarmente elevata
per l’energia elettrica (par al 15,4% circa).3 Nel 2008, le importazioni al netto
delle esportazioni rappresentavano l’89% della TPES.
Nel 2007 il totale del consumo finale di energia (TFC) ammontava a
139,3 Mtep, un valore leggermente inferiore all’anno precedente. Dal 1990 al
2007, il consumo finale è aumentato in misura leggermente maggiore rispetto
al PIL (23,4%). Tale consumo è inoltre aumentato ad un ritmo leggermente
superiore rispetto alla TPES, il che implica alcune variazioni in materia di
efficienza energetica. Nel 2007 il settore dei trasporti si attesta al primo posto
in materia di consumo energetico, poiché ha consumato il 29,7% dell’energia,
pari a 41,4 Mtep. Sempre nel 2007, il settore industriale si attesta al secondo
posto per consumo energetico, avendo consumato il 27,2% dell’energia, pari a
37,8 Mtep.
Se paragonato alla media dei Paesi dell’area OCSE, negli ultimi anni il consumo
di petrolio registra livelli elevati (pari al 40% della TPES nel 2008) mentre
il livello del consumo di carbone è basso (9,7% della TPES nel 2008). La
produzione di elettricità non ha certo raggiunto l’obiettivo di zero emissioni di
CO2, ma ciò potrebbe cambiare a lungo termine se i progetti per il lancio del
programma nucleare italiano arrivassero a buon termine e la percentuale di
energie rinnovabili aumentasse come previsto.
1. OECD Economic Outlook No. 85 – Italy, OCSE Parigi, 24 giugno 2009.
2. Bilancio previsionale dell’offerta energetica 2008 – Energy Balances of OECD Countries, Statistiche dell’AIE
Parigi, 2009.
3. E lectricity Information, AIE/OCSE Parigi, 2009.
Tabella 1
Offerta totale di energia primaria, 1973-2030
* Non rilevante
Fonte: Energy Balances of OECD Countries, AIE/OCSE Parigi, 2009 e dati forniti dai paesi.
Tabella 2
Produzione di energia per fonte, 1973-2030
* Non rilevante
Fonte: Energy Balances of OECD Countries, AIE/OCSE Parigi, 2009 e dati forniti dai paesi.
Istituzioni
Ministero dello Sviluppo Economico
Il Ministero dello Sviluppo Economico (MSE), precedentemente denominato
Ministero delle Attività Produttive, è responsabile della politica energetica
nazionale. Sotto l’attuale Governo le questioni energetiche hanno assunto
importanza strategica, portando a un aumento del personale ministeriale e delle
risorse allocate. È stato creato un nuovo Dipartimento dell’Energia, a cui fanno
capo tre Direzioni Generali (DG): DG per le risorse minerarie ed energetiche,
DG per la sicurezza dell’approvvigionamento e per le infrastrutture energetiche
e DG per l’energia nucleare e le energie rinnovabili. A quest’ultima Direzione
Generale è stato affidato il compito di guidare l’Italia sulla strada del ritorno
all’energia nucleare.
Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è responsabile
del coordinamento della politica in materia di cambiamento climatico. Inoltre,
in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, è preposto
alla promozione e allo sviluppo delle energie rinnovabili e dell’efficienza
energetica.
Le Regioni
Recentemente l’Italia ha avviato un rapido processo di trasferimento della
potestà legislativa e regolamentare alle regioni. Queste ultime godono
della potestà legislativa per ogni materia non espressamente riservata alla
competenza esclusiva del Parlamento. Tali materie comprendono i principali
settori economici quali commercio al dettaglio, agricoltura, turismo, trasporti e
istruzione professionale. La tutela ambientale e le risorse culturali fanno parte
delle competenze esclusive dello Stato. Per altre materie, specificatamente
indicate dalla Costituzione, come la produzione, il trasporto e la distribuzione
di energia, lo Stato e le regioni hanno competenza legislativa concorrente. Ciò
significa che le regioni hanno competenza a legiferare, a condizione che questa
potestà non entri in conflitto con i principi quadro adottati a livello statale.
Inoltre, nel caso delle infrastrutture energetiche, come centrali elettriche,
rete per il gas naturale, rete elettrica e impianti di rigassificazione del GNL,
l’autorizzazione deve essere concessa dai Ministeri competenti in accordo con la
regione interessata.
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Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG)
L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas è un’autorità indipendente istituita
con la legge 481 del 14 novembre 1995 con lo scopo di disciplinare e
vigilare i settori dell’elettricità e del gas naturale. L’autorità è finanziata da un
contributo annuale versato dalle aziende dell’industria energetica e ha il potere
di formulare giudizi e osservazioni in maniera del tutto autonoma rispetto
al Governo. Tra i vari poteri che le sono conferiti, l’AEEG ha la funzione di
determinare le tariffe al dettaglio, di definire gli standard di qualità dei servizi e
di determinare le condizioni tecniche ed economiche che stabiliscono l’accesso
e l’interconnessione alle reti energetiche.
Autorità Garante della Concorrenza
e del Mercato (AGCM)
L’AGCM è un’autorità indipendente istituita con la legge 287 del 10 ottobre
1990 (Norme per la tutela della concorrenza e del mercato). L’Autorità ha lo
stato di ente pubblico e le sue decisioni sono prese sulla base della legge 287
senza possibilità di interferenza da parte del Governo. Nel settore energetico,
i principali compiti dell’AGCM comprendono la disamina dei reclami per gli
abusi di posizione dominante e il controllo delle possibili operazioni di fusione
e acquisizione. L’Autorità può anche fornire raccomandazioni al Governo e al
Parlamento a proposito dell’impatto di possibili ristrutturazioni del mercato sulla
concorrenza. In passato l’Autorità ha proceduto ad un certo numero di indagini
conoscitive legate ai mercati energetici: gli oggetti di indagine comprendevano
presunte pratiche abusive nel mercato all’ingrosso dell’elettricità, abuso di
posizione dominante nel mercato della distribuzione dell’energia elettrica e
nei segmenti downstream del mercato dei prodotti petroliferi, nonché fusioni
e acquisizioni. Le decisioni dell’AGCM sono impugnabili innanzi al Tribunale
Amministrativo Regionale del Lazio e al Consiglio di Stato.
Principali politiche
Nel recente passato, alla politica energetica italiana mancava una visione di
lungo termine chiara e integrata per lo sviluppo del settore. Questa situazione,
tuttavia, potrebbe cambiare in seguito all’introduzione della legge n. 99/2009
approvata nello stesso anno. La nuova Strategia Energetica Nazionale che sarà
sviluppata in seguito all’implementazione della legge n. 99/2009 può fornire
all’Italia i mezzi per far emergere una visione di lungo termine chiara e integrata.
Questa nuova Strategia Energetica Nazionale, una volta definita, avrà la capacità
di modificare radicalmente le prospettive del Paese in materia di politica
energetica. La legge n. 99/2009 fornisce la base normativa per la formulazione
.Legge 23 luglio 2009, n. 99: “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia
di energia” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 176 del 31 luglio 2009 - Supplemento ordinario n. 136
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di una nuova politica e deve permettere di raggiungere i seguenti obiettivi:
Diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di
approvvigionamento;
Miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e sviluppo
delle sue infrastrutture nella prospettiva del Mercato unico europeo;
Promozione delle fonti di energia rinnovabile e dell’efficienza energetica;
Costruzione di impianti di produzione di energia nucleare sul territorio
italiano e promozione della ricerca nucleare sulle centrali di IV generazione
e sulla fusione;
Aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e
partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica;
Garanzie di livelli adeguati di protezione sanitaria della popolazione e dei
lavoratori.
Al fine di stilare la nuova Strategia Energetica Nazionale, il Ministero dello
Sviluppo Economico (MSE) organizzerà una conferenza nazionale sull’energia
e l’ambiente in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare. Il MSE avrà poi il compito di redigere un piano da includere
nel documento sul bilancio previsionale triennale del Governo.
Tabella 3
Totale dei consumi finali per fonte, 1973-2030
* Non rilevante
Fonte: Energy Balances of OECD Countries, AIE/OCSE Parigi, 2009 e dati forniti dai paesi.
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Tabella 4
Totale dei consumi finali per settore, 1973-2030
* Comprende i settori: commerciale, pubblica amministrazione, agricoltura, pesca e altri settori non specificati.
Fonte: Energy Balances of OECD Countries, AIE/OCSE Parigi, 2009 e dati forniti dai paesi.
Sicurezza dell’approvvigionamento
Il black out del sistema elettrico che ha colpito tutto il territorio italiano nel
2003 nonché la crescente dipendenza dalle importazioni di energia elettrica e
la difficoltà di ingresso nel mercato della produzione hanno indotto il Governo
a prendere ulteriori misure per rafforzare la sicurezza energetica nel settore
del gas naturale e in quello dell’elettricità. Lo sviluppo di nuove capacità di
generazione di energia è stato incoraggiato dalla semplificazione e dallo
snellimento dei processi autorizzativi per la realizzazione di nuovi impianti di
produzione energetica e dall’introduzione di nuove misure volte a incoraggiare
gli investimenti in infrastrutture per l’importazione nonché in infrastrutture per
la trasmissione di energia sul territorio nazionale. La strutturazione del mercato
all’ingrosso dell’elettricità è stata migliorata e la separazione proprietaria del
precedente operatore storico è stata completata.
La recente introduzione della legge n. 99/2009 favorirà procedure autorizzative
semplificate in materia di infrastrutture delle reti elettriche. La stessa legge
introduce misure che favoriranno lo snellimento delle procedure amministrative
per lo sviluppo della rete di trasmissione nazionale e precisa la competenza
sostitutiva rispetto all’Amministrazione centrale in caso si verifichi una situazione
di stallo a livello locale. Inoltre il Decreto n. 103/2009 ha stabilito che il
Governo può nominare un “Commissario straordinario” per accelerare le
procedure autorizzative per la trasmissione e la distribuzione di energia in caso
di paralisi del processo di pianificazione.
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Riforme del mercato energetico
Settore del’elettricità
L’Italia ha compiuto notevoli progressi in tema di riforme del settore elettrico
da quando è stata presentata l’ultima analisi e tutte le direttive in proposito
riguardanti il mercato dell’UE sono state trasformate in legge nazionale. Dal
luglio 2007 tutti i consumatori di elettricità possono scegliere liberamente
il loro fornitore. Nonostante la situazione stia cambiando progressivamente,
la concorrenza nella distribuzione al dettaglio rimane limitata nel mercato
destinato ai clienti domestici e ai piccoli consumatori e i prezzi al dettaglio sono
i più elevati di tutta l’area dei Paesi OCSE.
Settore del gas naturale
Il settore del gas è stato aperto alla concorrenza nel gennaio 2003. Tuttavia,
nonostante queste disposizioni normative piuttosto innovatrici, il livello
di concorrenza non è molto elevato, soprattutto in materia di offerta. Il
Governo sta preparando nuove misure per rimediare a questo stato di cose,
come l’autorizzazione per la realizzazione di nuove infrastrutture destinate
all’importazione e un programma graduale di cessione del gas.
Imposte energetiche
I prezzi energetici in Italia sono generalmente più elevati rispetto al resto dei
Paesi europei dell’area OCSE. L’Italia applica varie aliquote in materia di imposta
sul valore aggiunto (IVA) e di accise su tutti i tipi di energia a livello nazionale.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze è responsabile della politica fiscale
mentre le autorità regionali sono responsabili dell’applicazione delle imposte di
loro competenza.
Sui prodotti petroliferi gravano accise e IVA. L’aliquota dell’IVA per la benzina,
il gasolio e il gas di petrolio liquefatto (GPL) è del 20%. È concesso il recupero
dell’IVA sulle spese sostenute per scopi commerciali nell’industria, nella
generazione di elettricità e per quanto riguarda il gasolio per automobili. Sui
clienti domestici grava un’aliquota IVA generale del 20% sull’acquisto di olio
combustibile leggero e gasolio.
Il gas naturale è assoggettato ad accise e IVA nonché ad imposte addizionali a
livello degli enti locali. Dal 2008 i consumatori industriali sono assoggettati ad
un’accisa di 14,23 euro/107 kcal per un consumo non superiore a 1,2 milioni di
metri cubi (ml mc)/anno e 8,54 euro/107 kcal per un consumo superiore. Sul
gas naturale grava inoltre un’imposta addizionale regionale che può andare fino
a 7,11 euro/107 kcal secondo la regione.
14
Dal 2008, l’aliquota IVA applicata è del 10% per i consumi inferiori a 480
metri cubi (mc) l’anno e del 20% per i consumi oltre tale limite. Prima del 2008,
l’aliquota IVA per il consumo domestico di gas era del 10% per gli usi domestici
di cottura di cibi e per la produzione di acqua calda limitatamente a 250 mc
annui. L’accisa è di 0,75 euro per metro cubo per un consumo superiore a 1,2
ml mc annui.
Sull’uso domestico di elettricità grava l’aliquota IVA standard del 10%. Dal
maggio 1991, l’accisa non viene applicata se si consuma fino a 150 kWh/
mese (forniture fino a 3 kW). Per i consumi oltre tale limite, l’accisa ammonta
a 0,0186 euro per kWh e 0,0204 euro per kWh per la seconda casa. Per i
consumatori industriali, l’accisa è pari a 0,0031 euro per i consumi inferiori
a 1200 MWh mensili e le imposte addizionali degli enti locali di 0,0093 euro
gravano sui consumi inferiori a 200 MWh mensili.
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
Sviluppare gli scenari energetici e sfruttarne appieno tutte le implicazioni,
utilizzandoli come materia per alimentare il dibattito pubblico e come base
nella definizione della propria politica; promuovere lo sviluppo della Nuova
Strategia Energetica nazionale; contribuire alla ricerca di soluzioni per onorare
i gravosi impegni del Paese in materia di cambiamento climatico; continuare
a promuovere una politica volta alla diversificazione dell'approvvigionamento
energetico e alla riduzione dei costi per i consumatori.
 S viluppare un processo efficiente che renda possibile l'identificazione delle
infrastrutture energetiche essenziali, assicurandosi che tali infrastrutture siano
sottoposte a procedure efficienti e semplificate in materia di localizzazione
degli impianti e di rilascio delle autorizzazioni che riguardino tutte le autorità
competenti; promuovere, inoltre, un dibattito pubblico costruttivo in materia,
che metta a disposizione del pubblico tutte le informazioni necessarie.
 C
ogliere l'opportunità rappresentata dall'abolizione della moratoria
sull'energia nucleare e incoraggiare un vasto dibattito pubblico che interessi
tutte le parti in causa, comprese le autorità regionali e provinciali.
 A
ssicurarsi che le priorità di lungo termine per la R&S in campo energetico
del Programma Nazionale della Ricerca riflettano le esigenze in materia di
politica energetica e siano coerenti con il più vasto quadro della politica
industriale, economica e di quella dell'istruzione.
15
16
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0.7
Nota: dati non disponibili per la Nuova Zelanda.
Fonte: Energy Prices and Taxes, AIE/OCSE Parigi, 2009
0.0
0.8
0.9
1.0 1.1
USD/litre
1.2
1.3
1.4
1.5
1.6
1.7
1.8
1.9
2.0
2.1
19.1% United States
15.2% Mexico
32.8% Canada
36.8% Australia
52.4% Japan
56.7% Korea
57.9% Poland
56.1% Hungary
56.1% Spain
57.3% Switzerland
56.3% Greece
59.3% Czech Republic
62.7% Austria
56.6% Luxembourg
65% Ireland
62.6% Slovak Republic
59.2% Spain
64.5% Sweden
67.6% France
62.3% Italy
63.6% Portugal
63.5% Denmark
66.2% Finland
63.1% Belgium
68.4% Netherlands
64.2% Norway
64% Germany
63.7% Turkey
Tax component
(tax as a percentage
of total price)
Ex-tax price
Prezzi e imposte per la benzina senza piombo nell’area OCSE, secondo trimestre 2009
Tabella 5
Tabella 6
Prezzi del carburante, 2008
Consumo industriale
Consumo domestico
Fonte: Energy Prices and Taxes, AIE/OCSE Parigi, 2009
17
Cambiamento climatico
Visione d’insieme
L’Italia, membro dell’Unione Europea e firmataria della Convenzione quadro
delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e del Protocollo di
Kyoto, si è impegnata ad agire in materia di cambiamento climatico. Nel 2008
il Governo ha pubblicato un Piano di Azione basato su cinque pilastri, in cui
esprimeva la sua determinazione a frenare il cambiamento climatico grazie a
misure volte a modificare il mix energetico al fine di includere una maggior
produzione di energia a basso tenore di carbonio. La riduzione delle emissioni
di gas a effetto serra e l’ottenimento di una maggior efficienza energetica sono
le basi fondamentali di una politica energetica sostenibile per l’Italia.
L’UNFCCC è stata ratificata dall’Italia nel 1994 con la legge n. 65 del 1994. Il
protocollo di Kyoto, adottato nel dicembre 1997, è stato ratificato nel giugno 2002
con la legge n. 120 del 2002. La legge di autorizzazione alla ratifica prevedeva
la creazione di un Piano di Azione Nazionale per la riduzione delle emissioni di
gas a effetto serra, che è stato adottato dal Comitato Interministeriale per la
Programmazione Economica (CIPE, delibera n. 123/2002) nel dicembre 2002.
Il protocollo di Kyoto è entrato in vigore nel febbraio 2005. In quanto firmataria
dell’UNFCCC e del protocollo di Kyoto, l’Italia si è impegnata a sviluppare,
pubblicare e aggiornare regolarmente il suo inventario nazionale delle emissioni
di gas a effetto serra (GHG) nonché a creare e implementare programmi per la
riduzione di tali emissioni.
In base agli obblighi imposti dal protocollo di Kyoto e dall’accordo di
condivisione degli oneri della UE, l’Italia deve ridurre le emissioni di gas serra
del 6,5% rispetto all’anno di riferimento nel primo periodo di azione (20082012). L’obiettivo del protocollo di Kyoto è quindi pari a 483,3 Mt CO2 eq. In
base agli ultimi dati disponibili, l’Italia registrerà emissioni superiori del 12,13%
rispetto a questo obiettivo ed è quindi necessario adottare un rigoroso piano
di azione per rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto entro il termine del
primo periodo di azione. Nonostante sia stata prevista l’attuazione di ulteriori
politiche e misure in questo senso, le tendenze attuali indicano che l’Italia non
raggiungerà quest’obiettivo.
. APAT, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici, 2007.
19
3
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
•Accelerare gli sforzi per rispettare gli obblighi imposti dal protocollo di
Kyoto, in particolar modo sviluppando e attuando una strategia globale
sul breve periodo fino al 2012.
•Dare il massimo rilievo alla riduzione delle emissioni non contemplate
dal sistema ETS e promuovere politiche che affrontino le problematiche
emergenti in questi campi. A supporto di tale politica, il Governo deve
anche prevedere un piano che faccia maggior uso dei meccanismi flessibili
in caso di probabili inadeguatezze delle misure nazionali; deve inoltre
creare un efficiente sistema di monitoraggio per misurare costantemente
gli scostamenti rispetto all'obiettivo previsto.
•Definire e implementare un quadro orientativo in linea con l'obiettivo
stabilito dall'Unione Europea che prevede una riduzione del 20% entro il
2020; creare una situazione favorevole all'ottenimento degli investimenti
occorrenti e all'attuazione delle attività necessarie valutando il potenziale
legato alla riduzione delle emissioni nazionali insito in tutti i settori;
implementare i necessari cambiamenti del quadro orientativo a tutti i livelli
del Governo per coinvolgere gli enti subnazionali.
20
Efficienza energetica
Visione d’insieme
L’Italia, se confrontata con altri Paesi membri dell’AIE, ha sempre registrato un
basso valore di intensità energetica (pari al rapporto tra domanda energetica
totale e PIL) ed anche un basso livello di emissioni di CO2 per PIL. Tali indicatori
hanno subito un calo continuo negli altri Paesi membri dell’AIE negli ultimi
vent’anni, mentre in Italia i progressi in materia sono rallentati ed oggi il Paese
si attesta ampiamente nella media europea dei Paesi dell’AIE. Nonostante
quest’evidente tendenza di lungo periodo, l’intensità energetica è calata
dell’1,9% nel periodo che va dal 2002 al 2007. Tale diminuzione è risultata più
marcata tra il 2005 e il 2007 quando l’intensità energetica è calata del 4,8%.
Nel 2007 il consumo finale totale di energia (TFC) dell’Italia ammontava a
139,3 Mtep. Sempre nel 2007, il settore dei trasporti è stato il più energivoro,
consumando il 30% dell’energia totale. L’industria ha consumato quasi il 26%
del totale mentre altri settori tra cui quello domestico rappresentavano il 37%
del consumo totale. A titolo di paragone, i livelli equivalenti medi dei Paesi
europei dell’area OCSE sono pari al 23% per l’industria, al 33% per i trasporti
e al 34% per gli altri settori compreso quello domestico. Secondo le stime del
Governo italiano, l’intensità energetica dovrebbe registrare un calo significativo
nel periodo che va da oggi al 2030, in linea con le tendenze degli altri paesi
industrializzati.
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
•Affidare all'ENEA il compito di fungere da agenzia di monitoraggio
dell'efficienza energetica nazionale al fine di valutare, monitorare e calcolare
il rapporto costo/efficacia di tutte le politiche di efficienza energetica;
implementare, inoltre, tutte le misure possibili al fine di affidare tale compito
all'ENEA.
•Condurre un'analisi costi-benefici del programma in materia di certificati
bianchi al più presto possibile, al termine del primo periodo regolatorio come
suggerito dalla maggioranza delle parti interessate.
•Portare avanti l'implementazione del Piano straordinario di efficienza
energetica definito dalla legge n. 99/ 2009.
21
4
Energie rinnovabili
Visione d’insieme
Offerta totale di energia primaria
Nel 2008, in Italia, le energie rinnovabili hanno contribuito alla copertura della
TPES con una quota pari all’8,2% (14,23 Mtep), il che rappresentava un valore
inferiore del 9,4% rispetto alla media dei Paesi europei dell’area OCSE ma
superiore del 7,1% rispetto alla prestazione totale dei Paesi membri dell’AIE.
La maggior parte delle fonti di energia rinnovabile in Italia è rappresentata
dall’energia idroelettrica e geotermica, che insieme ammontavano al 63,5%
del totale delle energie rinnovabili prodotte nel 2008, molto al di sopra della
media dell’energia dei Paesi dell’area OCSE proveniente da queste fonti, pari
al 42,4%. La produzione da fonti rinnovabili è aumentata rispetto al 2000,
quando rappresentava il 5,9% della TPES, un livello leggermente superiore
alla media dei Paesi dell’AIE che era pari all’epoca al 5,6%. In Italia, quindi, la
crescita relativa è stata relativamente debole negli ultimi anni, specialmente se
confrontata con Paesi quali Spagna, Portogallo e Austria.
Energia rinnovabile in Italia
I capi di Stato e di Governo europei si sono accordati nel marzo 2007 per
perseguire l’integrazione degli obiettivi in vista di un aumento della percentuale
di rinnovabili nel mix energetico. Entro il 2020, la quota di energia da fonti
rinnovabili dovrebbe essere pari al 20% del consumo finale di energia dell’UE
(8,5% nel 2005). Per raggiungere tale obiettivo comune, ogni Stato membro
deve aumentare la produzione e l’utilizzo di energia rinnovabile nei settori
dell’elettricità, del riscaldamento e raffreddamento e dei trasporti. Gli obiettivi
di ogni Stato membro in materia di energia da fonti rinnovabili sono calcolati
in funzione del rapporto tra il consumo di energia rinnovabile e il consumo
energetico lordo finale. Il consumo di energia da fonti rinnovabili comprende
l’uso diretto di energia rinnovabile (come i biocarburanti) più la parte di
elettricità e calore prodotta da fonti rinnovabili (vento, acqua). Il denominatore
del rapporto delle fonti energetiche rinnovabili (FER) comprende anche le
perdite di distribuzione dell’elettricità e del calore e il loro consumo nel processo
di produzione di elettricità e calore. Nel caso dell’Italia, è stato fissato un
obiettivo pari al 17% (5,2% nel 2005).
.Energy Balances of OECD Countries, AIE/OCSE Parigi, 2009.
23
5
Nonostante la crescita di energia da fonti rinnovabili in settori quale l’eolico onshore, il biogas e il biodiesel, l’Italia è ben lontana dal raggiungere gli obiettivi
fissati a livello europeo. Le cause di una tale situazione sono varie: le principali
sono legate ai vincoli amministrativi quali le complesse procedure autorizzative
a livello locale per la costruzione di impianti e il consolidamento della rete.
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
•Assicurarsi che gli ostacoli di natura non economica allo sviluppo delle
energie rinnovabili, come la lentezza e l'imprevedibilità delle procedure
autorizzative a livello locale, i vincoli legati alla rete e gli elevati costi di
connessione alla rete, siano minimizzati e, ove possibile, rimossi.
•Riformare e semplificare il programma di scambio di certificati verdi e
attuare un insieme coerente e sistematico di meccanismi di incentivazione
per le energie rinnovabili, che comprenda anche una revisione dell'attuale
struttura delle tariffe di riacquisto per garantire che i consumatori ottengano
il miglior rapporto qualità prezzo come ritorno del loro investimento.
•Avviare misure che permettano di concentrare maggiori sforzi sulla
produzione di energia non elettrica da fonti rinnovabili per il raggiungimento
degli obiettivi prefissati.
24
Elettricità
Visione d’insieme
L’Italia è al quarto posto tra i Paesi europei membri dell’AIE per consumo di
elettricità dopo Germania, Francia e Regno Unito. Nel 2007 la produzione netta
di elettricità in Italia era pari a 301,3 TWh, con un aumento di circa l’1,2%
rispetto all’anno precedente, mentre nello stesso periodo il consumo finale
è aumentato molto lievemente passando da 308,8 TWh a 309,3 TWh. Nel
2007 il volume di energia elettrica importata, soprattutto dalla Francia dalla
Svizzera, pari a 48,9 TWh, ha permesso di colmare il divario tra la produzione e
la domanda. A causa di un alto livello di dipendenza dalle importazioni, pari a
circa il 15,6% del consumo finale nel 2007, il mercato elettrico italiano presenta
differenze rispetto a molti altri grandi mercati elettrici europei. La generazione
elettrica dal gas ammontava al 52% della produzione di energia elettrica nel
2007, un valore che rappresenta il 48% della capacità di generazione elettrica.
In seguito a black out di gravi proporzioni verificatisi nel 2003, il Governo
ha adottato misure per aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento di
elettricità e far affluire ulteriori investimenti verso questo settore. Ciò ha
provocato un notevole aumento del livello di investimenti negli impianti di
generazione elettrica e una riduzione graduale della percentuale del mercato
della generazione elettrica controllata dall’Enel, il precedente operatore storico.
Anche se l’Enel resta uno dei principali operatori sul mercato, la percentuale
del mercato controllata dal Governo è stata notevolmente ridotta, passando
dal 60% (al momento dell’ultima analisi del 2003) al 31,2%. La società Terna,
operatore indipendente del sistema di trasmissione, è oggi proprietaria della rete
di trasmissione, di cui assicura anche la gestione.
È probabile che il mix della generazione elettrica subirà cambiamenti nei
prossimi anni, poiché si stanno delineando piani per la conversione di centrali
a carbone e a petrolio in impianti che utilizzano combustibili alternativi,
compresi impianti che producono energia con carbone più pulito. Attualmente
si stanno costruendo centrali a gas che permetteranno di aumentare la capacità
produttiva di 7 GW e altri impianti che forniranno ancora 5 GW hanno ricevuto
le autorizzazioni necessarie o sono stati pianificati. È stata anche programmata
a breve termine la conversione di centrali a petrolio in centrali a gas, che
forniranno 2,5 GW di elettricità.
25
6
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
•Basarsi sulle disposizioni contenute nella legge n. 99/2009 e continuare a
migliorare il processo di sviluppo delle infrastrutture attraverso l'impegno, il
dialogo e la trasparenza con le le comunità locali, continuando nello stesso
tempo a snellire il processo autorizzativo.
•Dare maggiore sostegno allo sviluppo di una rete nazionale implementando
un vasto piano di sviluppo della rete.
•Continuare il processo di liberalizzazione del mercato elettrico, applicando
severi controlli normativi per prevenire abusi di posizione dominante sul
mercato.
•Contribuire allo sviluppo del mercato a termine dell'energia elettrica,
che incoraggerà l'emergere di nuovi entranti, il potenziamento
dell'approvvigionamento sul lungo termine e lo sviluppo delle infrastrutture.
•Monitorare con attenzione il mercato di bilanciamento per garantire che
all'operatore del sistema di trasmissione siano garantiti sufficienti incentivi
per abbassare il più possibile tali costi, senza compromettere il livello di
sicurezza della rete.
•Concentrarsi sullo sviluppo del mercato al dettaglio, innanzittutto mediante
la revisione del livello e del sistema dei prezzi del servizio pubblico, in modo
che nuovi fornitori possano entrare nel mercato offrendo prezzi al dettaglio
fissati in funzione del mercato.
•Sfruttare la propria modernissima infrastruttura di contatori intelligenti
attualmente in costruzione per continuare a sviluppare la domanda
proveniente da tutte le categorie di clienti, compresi i clienti domestici, ma
anche la creazione di nuovi tipi di contratti proposti da fornitori concorrenti.
26
Gas naturale
Visione d’insieme
L’Italia possiede un mercato del gas naturale ben sviluppato, che è il terzo
mercato europeo tra i Paesi membri dell’AIE, dopo quello del Regno Unito e
della Germania. Negli ultimi 25 anni la domanda di gas naturale è più che
raddoppiata e, dalla situazione del settore energetico degli anni Sessanta quando
l’approvvigionamento proveniva dall’Italia, si è passati ad un mercato del gas
naturale molto dipendente dalle importazioni. Il consumo totale di gas naturale
è quasi raddoppiato tra il 1990 e il 2008, aumentando da 39 Mtep a 69,5 Mtep,
facendo così passare la quota del gas naturale nel consumo energetico totale
dal 26% ad un livello leggermente superiore al 40% per lo stesso periodo. A
causa dei vincoli esistenti in materia di ambiente e pianificazione, ma anche in
seguito all’abbandono dell’energia nucleare risalente al 1987, il gas naturale è
diventato il principale tipo di combustibile su cui si basano gli investimenti per
la generazione di energia.
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
•Sviluppare una strategia chiara in materia di infrastrutture per
l'approvvigionamento di gas naturale sul medio e lungo termine, che garantisca
l'ulteriore potenziamento del processo di sviluppo di tali infrastrutture grazie
all'impegno, al dialogo e alla trasparenza nei confronti delle comunità locali
e grazie ad un ulteriore snellimento del processo autorizzativo.
•Proseguire il programma di separazione tra le attività di trasporto,
approvvigionamento e stoccaggio; ridurre la percentuale di queste attività
sotto il controllo dello Stato; migliorare le disposizioni che riguardano
l'accesso allo stoccaggio del gas per inviare al mercato segnali appropriati in
materia di investimento.
•Potenziare ulteriormente la creazione di un mercato del gas liquido e aperto
alla concorrenza, che favorirà lo sviluppo di un punto di scambio virtuale del
gas (PSV) utilizzato come borsa del gas e faciliterà anche l’emergenza di un
mercato a termine per il gas e di nuovi fornitori.
•Implementare misure per la riorganizzazione della struttura del mercato del
gas a livello distributivo al fine di aumentare i livelli di efficienza del settore
e di realizzare economie di scala.
27
7
•Favorire un'ulteriore fase di integrazione a livello regionale del mercato
italiano del gas grazie all'interconnessione e all'armonizzazione delle reti e
ad investimenti che rendano possibile il trasporto in controflusso nei gasdotti
di transito del Nord.
•Potenziare lo sviluppo del mercato al dettaglio, in particolar modo modificando
il sistema basato sui prezzi di riferimento, utilizzato per difetto, in modo che
nuovi fornitori possano entrare nel mercato offrendo prezzi al dettaglio fissati
in funzione del mercato.
28
Petrolio
Visione d’insieme
I combustibili fossili rappresentano la quasi totalità dell’approvvigionamento
energetico italiano ed in tale campo la diversificazione rimane limitata se
paragonata ad altri Paesi europei o a Paesi membri dell’AIE. L’approvvigionamento
energetico italiano dipende in gran parte dal petrolio e dal gas, che, nel 2008,
rappresentavano quasi l’80% dell’offerta totale di energia primaria, pari a 174
Mtep. Nel 2008, il petrolio (al netto delle esportazioni di prodotti petroliferi) ha
rappresentato 70,5 Mtep, il gas 69,5 Mtep e il carbone 16,9 Mtep, mentre le altre
voci della bilancia erano rappresentate dalle importazioni di energia rinnovabile
e di elettricità. Il Paese registra una forte dipendenza dalle importazioni, poiché
circa il 92,8% del suo approvvigionamento energetico è fornito da importazioni
di energia.
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
•Sviluppare una strategia di medio e lungo termine in materia di
infrastrutture per l'approvvigionamento di petrolio, che preveda anche
ulteriori miglioramenti del processo autorizzativo e di quello per la
pianificazione delle infrastrutture.
•Modificare le disposizioni legislative nei segmenti midstream e downstream
del mercato dei prodotti petroliferi al fine di far beneficiare appieno i
consumatori dei vantaggi legati a una maggiore concorrenza.
•Valutare le misure adottate in materia di restrizione della domanda nel
settore dei trasporti. A causa della crescente quota di petrolio utilizzata
in questo settore, la restrizione della domanda rappresenta il mezzo più
efficiente per realizzare economie di petrolio in caso di crisi.
•Creare un'agenzia di stoccaggio (di qualsivoglia tipo) che assuma il
controllo delle scorte di emergenza in maniera da garantire la disponibilità
delle scorte in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento.
•Esaminare la disponibilità di scorte commerciali per potenziare la capacità
di immettere quantità supplementari di petrolio sul mercato in caso di
perturbazione.
29
8
CARBONE
Visione d’insieme
La domanda di carbone in Italia è coperta quasi completamente dalle
importazioni, ed era pari a 16,7 Mtep (24 milioni di tonnellate di equivalente
carbone) nel 2008, il che rappresentava quasi il 9,6% della TPES, se sommato
alla produzione locale. La generazione elettrica da carbone ha rappresentato il
15,7% dell’approvvigionamento di energia elettrica nel 2008, pari a 49,14 TWh.
Ciò costituiva un leggero aumento rispetto all’anno precedente e rappresenta
un valore superiore di quasi il 25% rispetto al 2002. La diversificazione
delle fonti di importazione è molto elevata e nel 2008 le principali fonti per
l’approvvigionamento del carbone erano rappresentate da Indonesia, Sudafrica,
Colombia, Australia e Stati Uniti.
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
•Sviluppare una visione chiara per il futuro del carbone in Italia, in
collaborazione con il settore industriale e gli istituti di ricerca, che prenda
anche in considerazione la cattura e lo stoccaggio del carbonio.
. 1 tec = 0,7 tep
31
9
Energia nucleare
Visione d’insieme
L’Italia, al primo posto per importazione netta di elettricità tra i Paesi membri
dell’AIE, è il solo Paese del Gruppo degli Otto (G8) che attualmente non produca
energia nucleare. Lo sfruttamento commerciale dell’energia nucleare in Italia
ebbe inizio nel 1964 e nel 1981 erano state commissionate quattro centrali
nucleari. Durante tale periodo, attività riguardanti il ciclo del combustibile
nucleare, come la fabbricazione di combustibile a partire da uranio e plutonio
e il trattamento di combustibile irradiato, erano state sviluppate grazie a
progetti pilota su scala laboratorio e industriale dal Comitato Nazionale
Energia Nucleare (CNEN), poi trasformato nell’attuale ENEA (Ente per le Nuove
Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente).
Dopo l’incidente della centrale nucleare di Chernobyl avvenuto nel 1986, tuttavia,
si aprì in Italia un vasto dibattito pubblico sulle implicazioni dell’uso dell’energia
nucleare e, in seguito al referendum del novembre 1987, un nuovo Piano Energetico
Nazionale impose la rinuncia all’energia nucleare. Di conseguenza, venne decisa
la chiusura delle centrali nucleari di Latina, Trino e Caorso, oltre a quella di
Garigliano, chiusa nel 1982, per la quale era stata iniziata la disattivazione degli
impianti nel 1985.
Allo stesso tempo, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica
(CIPE) chiese all’Enel, l’Ente Nazionale per l’Energia elettrica, di iniziare i lavori per la
disattivazione degli impianti di queste centrali nucleari. Dal 1999 la disattivazione
di queste quattro centrali nucleari è stata portata avanti dalla SOGIN (Società
Gestione Impianti Nucleari). Nonostante l’intensa attività esercitata in passato e
la vasta esperienza acquisita, l’Italia non ha avviato praticamente nessuna attività
nel campo dell’energia nucleare per 15 anni.
In seguito alle elezioni del maggio 2008, il nuovo Governo italiano aveva annunciato
la sua intenzione di lanciare un nuovo programma nucleare entro cinque anni.
Scopo del Governo è la produzione del 25% dell’energia elettrica italiana a partire
dall’energia nucleare entro il 2030. Per raggiungere quest’ambizioso obiettivo
sarà necessario costruire da otto a dieci reattori nucleari.
Nel giugno del 2009, il Governo ha introdotto una serie di disposizioni legislative
che comprendono misure volte a: creare un ente nazionale per lo sviluppo e la
ricerca nucleare; istituire una nuova Agenzia per la Sicurezza Nucleare; adottare
nuove procedure autorizzative semplificate per la costruzione e la gestione degli
impianti; definire criteri per la scelta della localizzazione degli impianti nucleari;
selezionare i tipi di reattori che possono essere costruiti in Italia; sviluppare misure
compensatorie destinate alla popolazione locale toccata dalle nuove disposizioni.
33
10
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
•Seguire sistematicamente tutte le fasi necessarie per la creazione di un
programma nucleare, compreso lo sviluppo di piani dettagliati per la
gestione dei rifiuti radioattivi; garantire la presenza di personale sufficiente
per la gestione del programma nucleare.
•Creare un'Autorità per la sicurezza nucleare dotata di forti poteri e
indipendenza, che sia separata dall'attività di ricerca e sviluppo, in
conformità con le disposizioni presentate nella legge n. 99/2009.
•Sviluppare e implementare un processo efficiente per la localizzazione di
nuove infrastrutture in materia di energia nucleare, assicurandosi che ad
esso sia associato un processo efficiente e semplificato per la localizzazione
degli impianti e il rilascio di autorizzazioni; tali misure devono comprendere,
inoltre, un vasto programma volto al supporto delle popolazioni locali
interessate direttamente da tali piani.
34
Tecnologia, ricerca
e sviluppo energetico
Visione d’insieme
In seguito all’approvazione della legge finanziaria 2007, il Ministero dell’Università
e della Ricerca, quello dello Sviluppo Economico e il Ministero per le Riforme e
l’Innovazione della Pubblica Amministrazione hanno firmato una dichiarazione
comune impegnandosi a sostenere congiuntamente la partecipazione italiana
ad iniziative europee in materia di ricerca e sviluppo. Enfasi particolare è stata
posta su iniziative tecnologiche congiunte e su programmi di ricerca congiunti
in conformità con l’Articolo 169 del Trattato CE, comprendenti la preparazione di
specifici piani nazionali che coinvolgano tutte le parti interessate e competenti
del settore pubblico e privato. In seguito all’insediamento del nuovo Governo nel
maggio 2008, il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero dell’Università
e della Ricerca furono accorpati ancora una volta. Oggi è quindi presente un solo
Ministero che si occupa di istruzione, università e ricerca.
Il Programma Nazionale della Ricerca (PNR) è il principale documento
programmatico sulla ricerca e lo sviluppo in Italia. Il PNR viene redatto con
cadenza triennale e aggiornato ogni anno. Il precedente programma riguardava
il periodo che va dal 2005 al 2007 ed era stato preparato in accordo con le linee
guida del Governo per la politica in materia di scienza e tecnologia. Il Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (ex Ministero dell’Università
e della Ricerca) ha coordinato la sua preparazione. Il documento è stato
stilato dopo intense consultazioni con le parti interessate, tra cui Ministri,
amministrazioni regionali, comunità scientifica, Confindustria, Accademia delle
Scienze e sindacati. Il piano ha lanciato 12 programmi strategici per rafforzare
la competitività dell’Italia, tra cui un programma per l’energia.
Un nuovo Programma Nazionale della Ricerca per il periodo 2008-2010 è in
attesa di approvazione. Il finanziamento per questo piano è stato concesso in
base alle quattro macroaree definite nelle linee guida del Governo per il 20022006 in materia di R&S:
Ricerca fondamentale, che comprende l'energia.
Ricerca con impatto di medio termine.
Ricerca e sviluppo industriale.
Sviluppo locale (distretti high-tech).
35
11
È stata data priorità a programmi in materia di: ambiente, trasporto, energia,
agroalimentare, salute, innovazione e comunicazione tecnologica (ICT), nuovi
materiali e nanotecnologia, sistemi di produzione e beni culturali.
Raccomandazioni
Il Governo italiano dovrebbe:
•Assicurarsi che le priorità di lungo termine per la R&S del Programma
Nazionale della Ricerca riflettano le esigenze in materia di politica energetica
e siano coerenti con esigenze più generali in materia di politica economica,
industriale e dell'istruzione.
•Sviluppare un approccio globale e integrato per le politiche e il finanziamento
della ricerca e sviluppo in campo tecnologico che incoraggi maggiori
investimenti privati nella R&S in campo energetico.
•Monitorare e valutare il programma Industria 2015 per assicurarsi che possa
raggiungere gli obiettivi prefissati di commercializzazione di nuove tecnologie
in materia energetica.
•Continuare a migliorare la coordinazione tra le spese in materia di R&S a
livello europeo, nazionale e regionale.
•Continuare le iniziative di collaborazione a livello internazionale per
sviluppare rigorose politiche in tema di tecnologia CCS.
36
ALLEGATO
ANNEX
ENERGY
BALANCES AND
KEY STATISTICAL
DATA
Bilanci energetici
e principali
dati statistici
Unit: Mtoe
SUPPLY
1973
1990
2005
2006
2010
2020
2030
TOTAL PRODUCTION
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste1
Nuclear
Hydro
Wind
Geothermal
Solar
20.4
0.3
–
1.1
12.6
0.2
0.8
3.2
–
2.1
–
25.3
0.3
–
4.5
14.0
0.8
–
2.7
–
3.0
0.0
27.8
0.1
–
6.3
9.9
3.5
–
3.1
0.2
4.8
0.0
27.4
0.0
–
6.1
9.0
3.9
–
3.2
0.3
5.0
0.0
30.4
0.1
–
5.7
8.8
6.3
–
3.7
0.6
5.3
0.0
33.1
0.1
–
5.0
6.0
9.8
–
3.8
1.3
7.1
0.0
45.2
0.1
–
4.6
5.0
11.7
8.8
3.8
2.0
9.2
0.0
TOTAL NET IMPORTS2
Coal
Exports
Imports
Net Imports
Oil
Exports
Imports
Int’l Marine and Aviation Bunkers
Net Imports
Gas
Exports
Imports
Net Imports
Electricity Exports
Imports
Net Imports
99.5
0.4
8.2
7.7
29.0
127.3
8.3
90.1
–
1.6
1.6
0.2
0.3
0.1
123.2
0.1
13.9
13.7
19.7
104.8
4.0
81.1
0.0
25.3
25.3
0.1
3.1
3.0
153.4
0.2
16.5
16.4
29.7
108.2
6.2
72.3
0.3
60.1
59.8
0.1
4.3
4.2
156.7
0.2
16.8
16.6
28.2
106.9
6.5
72.2
0.3
63.4
63.1
0.1
4.0
3.9
166.2
0.3
17.4
17.0
13.7
92.7
7.1
72.0
..
71.8
71.8
–
5.1
5.1
185.8
0.3
20.0
19.8
9.3
84.6
8.4
66.9
..
94.1
94.1
–
4.7
4.7
185.9
0.3
24.8
24.6
8.1
82.8
9.4
65.2
..
92.0
92.0
–
3.7
3.7
–0.8
–1.8
1.6
–3.0
–
–
–
TOTAL SUPPLY (TPES)
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste1
Nuclear
Hydro
Wind
Geothermal
Solar
Electricity Trade4
119.1
8.1
–
90.3
14.2
0.2
0.8
3.2
–
2.1
–
0.1
146.7
14.6
–
83.5
39.0
0.9
–
2.7
–
3.0
0.0
3.0
182.9
16.5
–
79.3
70.6
4.2
–
3.1
0.2
4.8
0.0
4.2
181.1
16.7
–
78.2
69.2
4.8
–
3.2
0.3
5.0
0.0
3.9
196.5
17.1
–
77.7
80.5
6.5
–
3.7
0.6
5.3
0.0
5.1
218.9
19.8
–
71.9
100.1
10.2
–
3.8
1.3
7.1
0.0
4.7
231.1
24.6
–
69.8
97.0
12.1
8.8
3.8
2.0
9.2
0.0
3.7
Shares (%)
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste
Nuclear
Hydro
Wind
Geothermal
Solar
Electricity Trade
6.8
–
75.8
11.9
0.2
0.7
2.7
–
1.8
–
0.1
10.0
–
56.9
26.6
0.6
–
1.9
–
2.0
–
2.0
9.0
–
43.3
38.6
2.3
–
1.7
0.1
2.6
–
2.3
9.2
–
43.1
38.2
2.7
–
1.8
0.1
2.7
–
2.1
8.7
–
39.5
41.0
3.3
–
1.9
0.3
2.7
–
2.6
9.1
–
32.9
45.7
4.6
–
1.8
0.6
3.2
–
2.1
10.7
–
30.2
42.0
5.2
3.8
1.6
0.9
4.0
–
1.6
TOTAL STOCK CHANGES
3
0 is negligible, – is nil. .. is not available.
37
A
Unit: Mtoe
DEMAND
FINAL CONSUMPTION BY SECTOR
1973
1990
2006
2007
2010
2020
2030
TFC
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste1
Geothermal
Solar
Electricity
Heat
96.6
3.3
–
69.9
12.8
–
–
–
10.6
–
115.0
3.4
–
61.5
30.6
0.9
0.2
0.0
18.5
–
142.4
2.9
–
64.0
42.9
1.8
0.2
0.0
25.9
4.6
141.5
2.8
–
63.8
40.9
2.3
0.2
0.0
26.6
5.0
149.7
4.0
–
62.9
45.1
3.5
0.2
–
29.6
4.2
173.8
4.6
–
63.0
56.5
6.6
0.3
–
35.9
7.0
178.8
6.1
–
61.8
55.1
8.0
0.8
–
40.6
6.5
Shares (%)
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste
Geothermal
Solar
Electricity
Heat
3.4
–
72.4
13.2
–
–
–
11.0
–
2.9
–
53.5
26.6
0.8
0.2
–
16.0
–
2.1
–
44.9
30.2
1.3
0.1
–
18.2
3.2
2.0
–
45.1
28.9
1.6
0.2
–
18.8
3.5
2.7
–
42.1
30.1
2.3
0.1
–
19.8
2.8
2.6
–
36.2
32.5
3.8
0.2
–
20.6
4.0
3.4
–
34.6
30.8
4.5
0.5
–
22.7
3.6
TOTAL INDUSTRY5
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste1
Geothermal
Solar
Electricity
Heat
47.3
2.6
–
29.4
8.7
–
–
–
6.6
–
44.4
3.3
–
16.7
14.6
0.2
–
–
9.5
–
47.1
2.9
–
15.4
16.1
0.3
–
–
12.5
–
46.9
2.8
–
15.5
15.7
0.3
–
–
12.7
–
48.9
4.0
–
14.1
13.9
0.7
–
–
14.4
1.8
54.1
4.4
–
11.8
17.7
0.6
–
–
16.7
2.9
56.7
5.8
–
11.5
17.7
1.5
–
–
17.5
2.7
Shares (%)
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste
Geothermal
Solar
Electricity
Heat
5.6
–
62.1
18.3
–
–
–
14.0
–
7.4
–
37.7
33.0
0.5
–
–
21.5
–
6.2
–
32.6
34.2
0.6
–
–
26.4
–
5.9
–
33.1
33.4
0.6
–
–
27.0
–
8.2
–
28.9
28.4
1.5
–
–
29.4
3.6
8.1
–
21.8
32.7
1.2
–
–
30.9
5.4
10.3
–
20.3
31.3
2.6
–
–
30.8
4.7
TRANSPORT3
19.0
32.9
40.8
41.2
43.7
49.2
52.0
TOTAL OTHER SECTORS6
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste1
Geothermal
Solar
Electricity
Heat
30.3
0.5
–
22.2
4.0
–
–
–
3.6
–
37.7
0.1
–
12.7
15.7
0.6
0.2
0.0
8.3
–
54.4
0.0
–
9.2
26.4
1.4
0.2
0.0
12.6
4.6
53.4
0.0
–
8.5
24.8
1.8
0.2
0.0
13.0
5.0
57.1
0.0
–
7.7
29.9
2.3
0.2
–
14.4
2.5
70.4
0.2
–
7.1
36.1
4.7
0.3
–
18.1
4.1
70.1
0.3
–
5.7
33.2
4.5
0.8
–
21.9
3.8
Shares (%)
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste
Geothermal
Solar
Electricity
Heat
1.6
–
73.3
13.2
–
–
–
12.0
–
0.3
–
33.7
41.7
1.7
0.5
–
22.1
–
–
–
16.9
48.6
2.5
0.4
–
23.1
8.5
–
–
16.0
46.4
3.4
0.4
0.1
24.4
9.3
0.1
–
13.6
52.3
4.1
0.4
–
25.3
4.3
0.3
–
10.1
51.2
6.6
0.4
–
25.7
5.8
0.4
–
8.1
47.3
6.4
1.1
–
31.3
5.4
38
Unit: Mtoe
DEMAND
ENERGY TRANSFORMATION AND LOSSES
1973
1990
2006
2007
2010
2020
2030
ELECTRICITY GENERATION7
INPUT (Mtoe)
OUTPUT (Mtoe)
(TWh gross)
27.9
12.4
143.9
43.1
18.3
213.1
57.6
25.5
296.8
58.9
26.5
307.7
69.1
27.2
316.7
80.7
34.5
401.1
93.5
40.4
470.2
Output Shares (%)
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste
Nuclear
Hydro
Wind
Geothermal
Solar
3.6
–
62.4
3.1
0.9
2.2
26.1
–
1.7
–
16.8
–
48.2
18.6
–
–
14.8
–
1.5
–
16.6
–
15.9
50.3
2.1
–
12.2
0.8
1.8
0.4
16.4
–
14.9
51.4
2.2
–
12.0
1.0
1.8
0.3
17.0
–
11.7
50.5
2.9
–
13.5
2.1
1.9
0.4
17.5
–
5.7
57.1
2.5
–
11.1
3.8
2.0
0.4
18.7
–
4.5
50.0
3.0
7.1
9.4
5.0
2.1
0.3
22.3
31.7
39.5
39.5
46.9
47.5
55.2
15.5
–1.6
8.3
24.8
–2.4
9.2
27.4
1.3
10.8
27.5
2.2
9.9
37.6
–0.5
9.8
39.2
–0.5
8.8
46.6
–0.5
9.2
0.3
0.0
1.0
0.1
–0.0
–2.3
–3.0
2010
2020
2030
TOTAL LOSSES
of which:
Electricity and Heat Generation8
Other Transformation
Own Use and Losses9
Statistical Differences
INDICATORS
1973
1990
2005
2006
187.54
937.40
56.72
0.16
0.17
2.59
0.09
0.12
2.03
397.8
12.4
258.83
1135.80
58.61
0.16
0.15
3.12
0.07
0.13
2.43
453.8
19.1
265.96
1157.00
58.86
0.16
0.15
3.08
0.07
0.12
2.40
448.0
20.0
73–79
79–90
90–05
05–06
06–10
10–20
20–30
1.7
4.3
–
0.1
8.1
23.4
–2.9
3.4
–
0.1
–
1.0
3.1
–
–0.7
5.1
0.8
–100.0
–3.3
–
3.0
–
1.5
0.8
–
–0.3
4.0
10.4
–
0.9
–
3.2
12.7
–1.0
1.2
–
–1.4
–2.1
15.7
–
2.5
26.7
3.7
26.7
2.1
0.6
–
–0.2
3.9
7.8
–
3.7
21.7
1.7
–5.7
1.1
1.5
–
–0.8
2.2
4.6
–
0.4
8.8
2.9
2.9
0.5
2.2
–
–0.3
–0.3
1.7
–
–0.1
4.4
2.7
–
1.3
0.9
1.4
–0.6
1.4
1.5
0.3
4.0
0.1
–0.3
3.7
–1.9
–2.3
3.0
1.9
–0.8
2.5
–1.5
–1.5
2.3
0.6
–0.8
1.3
0.2
0.1
2.6
–1.5
–0.2
1.9
–2.5
–2.4
2.8
2.6
–0.1
1.1
0.8
0.4
1.9
0.9
–0.7
1.5
–0.4
–
1.2
3.2
–0.3
1.5
–0.9
–1.2
GDP (billion 2000 USD)
127.87
GDP (billion 2000 USD)
575.50
Population (millions)
54.75
0.21
TPES/GDP10
Energy Production/TPES
0.17
11
2.18
Per Capita TPES
10
Oil Supply/GDP
0.16
10
TFC/GDP
0.17
Per Capita TFC11
1.76
Energy–related CO2 Emissions (Mt CO2)12 331.1
CO2 Emissions from Bunkers (Mt CO2)
26.0
275.57 335.92 393.71
1209.47 1403.64 1628.98
58.50
58.10
57.00
0.16
0.16
0.14
0.16
0.15
0.20
3.36
3.77
4.05
0.06
0.05
0.04
0.12
0.12
0.11
2.56
2.99
3.14
..
..
..
..
..
..
GROWTH RATES (% per year)
TPES
Coal
Peat
Oil
Gas
Comb. Renewables & Waste
Nuclear
Hydro
Wind
Geothermal
Solar
TFC
Electricity Consumption
Energy Production
Net Oil Imports
GDP
Growth in the TPES/GDP Ratio
Growth in the TFC/GDP Ratio
Please note: Rounding may cause totals to differ from the sum of the elements.
39
Bilanci energetici e principali dati statistici: note
1.
I “rifiuti e rinnovabili” comprendono biomasse solide, biomasse liquide e
biogas, rifiuti industriali e urbani. I dati sono spesso basati su stime parziali
e non possono essere raffrontati tra paesi.
Oltre a carbone, petrolio, gas ed elettricità, il “totale importazioni nette”
2.
comprende i rinnovabili.
Esclude i bunkeraggi marittimi internazionali e i bunkeraggi dell’aviazione
3.
internazionale.
L’offerta totale di elettricità rappresenta il commercio al netto. Un numero
4.
con segno negativo nel valore della TPES indica che le esportazioni sono
maggiori delle importazioni.
L’industria include l’uso non energetico.
5.
Gli “altri settori” comprendono i settori: residenziale, commerciale, servizio
6.
pubblico, agricolo, forestale, pesca e altri settori non specificati.
Gli “input alla generazione elettrica” includono input all’elettricità e
7.
impianti CHP. “Output” si riferisce solo alla generazione di elettricità.
Le perdite derivano dalla produzione di elettricità e riscaldamento delle
8.
aziende la cui attività principale è la produzione di energia e degli
autoproduttori. Per la generazione elettrica da fonti non fossili, le perdite
teoriche sono basate sull’efficienza degli impianti, pari a circa il 10% per il
geotermico e al 100% per l’idro, l’eolico e il fotovoltaico.
I dati riguardanti le “perdite” degli anni in previsione comprendono spesso
9.
notevoli differenze statistiche che coprono le differenze tra l’offerta attesa
e la domanda attesa e in genere non rispecchiano le aspettative reali sui
guadagni e le perdite di trasformazione.
Tep per mille dollari USA in base ai prezzi e ai tassi di cambio del 2000.
10.
Tep pro capite.
11.
Per la stima delle “emissioni di CO2 legate al consumo energetico” si è
12.
utilizzato il metodo settoriale dell’IPCC, livello I, tratto dalle linee guida
dell’IPCC Revised 1996 IPCC Guidelines. In base alla metodologia
dell’IPCC, le emissioni derivanti dai bunkeraggi marittimi internazionali e
da quelli dell’aviazione internazionale non sono incluse nei totali nazionali.
Per il calcolo delle emissioni previste per petrolio e gas è stato utilizzato il
rapporto tra le emissioni e l’utilizzo energetico del 2006 e si è applicato
tale fattore alle previsioni dell’offerta di energia. Le emissioni di carbone
previste sono basate su proiezioni dell’offerta di prodotti specifici e sono
calcolate in base alla metodologia e ai fattori in materia di emissioni
dell’IPCC e dell’OCSE.
40
ALLEGATO
“Obiettivi condivisi” dell’Agenzia
Internazionale dell’Energia
I Paesi membri* dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) si prefiggono
l’obiettivo di creare condizioni nelle quali i settori energetici delle loro economie
possano dare il maggior contributo possibile a uno sviluppo economico
sostenibile e al benessere dei loro popoli e dell’ambiente. Nella definizione delle
politiche energetiche, un punto di partenza fondamentale è rappresentato dalla
creazione di mercati liberi e aperti alla concorrenza, sebbene i Governi debbano
anche porre una particolare enfasi sulla sicurezza energetica e sulla protezione
ambientale. I Paesi membri dell’AIE riconoscono l’importanza di una sempre
maggiore interdipendenza in campo energetico a livello mondiale e si pongono
quindi l’obiettivo di promuovere il funzionamento efficace di mercati energetici
internazionali e di incoraggiare il dialogo con tutti partecipanti. Per garantire
il raggiungimento dei loro obiettivi, i Paesi membri mirano a creare un quadro
orientativo coerente con i seguenti principi:
1. Diversità, efficienza e flessibilità
all’interno del settore energetico
sono condizioni indispensabili per una
sicurezza energetica di lungo termine:
i combustibili utilizzati dai vari settori,
presi singolarmente o nella loro totalità,
e le fonti di tali combustibili dovranno
essere i più diversificati possibili. I
combustibili non fossili, in particolar
modo l’energia nucleare e idroelettrica,
rappresentano
un
contributo
sostanziale alla diversificazione
dell’approvvigionamento energetico
dei Paesi membri dell’AIE presi nel
loro insieme.
2. I sistemi energetici dovrebbero
avere la capacità di reagire in maniera
rapida e flessibile in situazioni di
emergenza energetica. In certi casi ciò
necessita l’utilizzo di azioni e meccanismi
collettivi: i Paesi membri dell’AIE
cooperano nel quadro dell’Agenzia
per rispondere congiuntamente alle
situazioni di emergenza in materia di
approvvigionamento petrolifero.
3. Un rifornimento energetico ed
un consumo dell’energia sostenibili
dal punto di vista ambientale sono
fondamentali per il raggiungimento di
questi obiettivi comuni. I responsabili
delle politiche nazionali dovrebbero
cercare di minimizzare le conseguenze
nefaste che le attività energetiche
possono avere sull’ambiente, e le
decisioni ambientali dovrebbero
altresì prendere in considerazione le
* Australia, Austria, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania,
Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Giappone, Repubblica della Corea, Lussemburgo, Paesi Bassi,
Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Repubblica Slovacca, Spagna, Svezia, Svizzera,
Turchia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
41
B
conseguenze energetiche. Qualora sia
possibile, gli interventi dei Governi
dovrebbero rispettare il principio «chi
inquina paga».
4. È
necessario
incoraggiare
e sviluppare l’utilizzo di fonti
energetiche che abbiano un minor
impatto sull’ambiente. L’utilizzo pulito
ed efficiente dei combustibili fossili
risulta essenziale. Un’altra priorità è
rappresentata dallo sviluppo di fonti
non fossili economicamente praticabili.
Un certo numero di Paesi membri
dell’AIE è favorevole all’adozione e
allo sviluppo dell’opzione nucleare
per il futuro, nelle massime condizioni
di sicurezza possibili, poiché l’energia
nucleare non produce emissioni di
anidride carbonica. Anche le fonti
rinnovabili ricopriranno un ruolo
sempre più importante.
5. Il miglioramento dell’efficienza
energetica può favorire la protezione
ambientale e la sicurezza energetica
ad un costo ragionevole. Esistono
notevoli opportunità di ottenere una
maggiore efficienza energetica in
tutte le fasi del ciclo energetico, dalla
produzione al consumo. I Governi
e tutti i consumatori di energia
dovranno compiere grandi sforzi per
concretizzare tali opportunità.
6. La ricerca, lo sviluppo e
l’immissione nel mercato su base
permanente di tecnologie energetiche
nuove e sempre più performanti
rappresentano un contributo essenziale
al raggiungimento degli obiettivi
di cui sopra. Politiche in materia di
tecnologia energetica dovrebbero
essere affiancate a politiche
energetiche di più vasto respiro. I
Governi dovrebbero incoraggiare la
cooperazione internazionale per
42
lo sviluppo e la diffusione delle
tecnologie energetiche, che preveda
la partecipazione e la collaborazione
del settore industriale con Paesi non
membri.
7. Prezzi energetici non sottoposti
a distorsione consentono un
funzionamento più efficiente dei
mercati. I prezzi energetici non
dovrebbero
essere
mantenuti
artificialmente sotto il livello dei costi
di approvvigionamento per favorire
obiettivi di carattere sociale o legati
a settori industriali. Per quanto
sia necessario e possibile, i costi
ambientali della produzione e del
consumo di energia dovrebbero essere
riflessi sui prezzi.
8. Un mercato libero e aperto alla
concorrenza e un quadro di riferimento
stabile in materia di investimenti
favoriscono l’emergenza di mercati
energetici efficienti e contribuiscono
alla sicurezza energetica. È necessario
evitare distorsioni in materia di mercati
e di investimenti energetici.
9. La cooperazione tra tutti gli attori
dei mercati energetici permette di
migliorare il livello di informazione
nonché la comprensione reciproca e
incoraggia lo sviluppo di sistemi e
mercati energetici mondiali che siano
efficienti, flessibili e con un ridotto
impatto ambientale. Questi ultimi
sono indispensabili per contribuire
alla promozione dell’investimento,
degli scambi e della fiducia necessari
al raggiungimento degli obiettivi in
materia di sicurezza energetica e di
ambiente a livello mondiale.
(Questi obiettivi comuni sono stati
adottati dai Ministri dei Paesi membri
dell’AIE in occasione della riunione
del 4 giugno 1993 tenutasi a Parigi).
ALLEGATO
Glossario e abbreviazioni
Le abbreviazioni utilizzate in questo rapporto sono rappresentazioni ridotte di un
certo numero di termini linguistici propri all’Agenzia Internazionale dell’Energia.
In generale tali termini sono esplicitati in occasione della loro prima occorrenza
e in seguito abbreviati. Questo glossario potrà essere utilizzato come rapido
promemoria per trovare il significato di molte abbreviazioni utilizzate.
AEEG
Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas
mld mc miliardi di metri cubi
CCS cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica
MSP Meccanismo di Sviluppo Pulito (in base al Protocollo di Kyoto)
CHP combined heat and power: produzione combinata di elettricità e
calore
mc metri cubi
CO2 anidride carbonica
GRD gestore della rete di distribuzione
ENEAAgenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo
economico sostenibile
ERU emissions reduction unit: unità di riduzione delle emissioni
UE
Unione Europea
ETS Emissions Trading Scheme: sistema di scambio delle quote di
emissione di gas serra dell’Unione Europea
EUReuro (valuta)
PILProdotto Interno Lordo
G8 Gruppo degli Otto paesi industrializzati (Canada, Francia, Germania,
Italia, Giappone, Russia, Regno Unito e Stati Uniti d’America)
GHGgreenhouse gas: gas a effetto serra
GW gigawatt, pari a un miliardo di Watt o 1 x 109
HFC idrofluorocarburo
AIE
Agenzia Internazionale dell’Energia
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C
JI joint implementation: implementazione congiunta (in base al
protocollo di Kyoto)
kWh kilowattora , pari a 1 watt x 1 ora x 10³
GNL
gas naturale liquefatto
m²
metro quadrato
Mb milioni di barili
ml mc milioni di metri cubi
MSE
Ministero dello Sviluppo Economico
Mt milione di tonnellate
Mt CO2 eq milione di tonnellate di CO2 equivalente
Mtec
milione di tonnellate equivalente carbone
Mtep milione di tonnellate equivalente petrolio, si veda tep
MW megawatt, pari a 1 watt x 106
44
© OECD/IEA, 2010
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9 rue de la Fédération, 75739 Paris Cedex 15, France.
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