Introduzione alla storia del fumetto La storia può essere fatta risalire all'epoca delle caverne, quando cioè i primi esseri umani realizzarono i graffiti per raccontare le loro battute di caccia ed episodi di vita quotidiana. Il personaggio che diede il via all'industria del fumetto statunitense come fenomeno di massa fu Yellow Kid, il bimbo vestito di giallo su cui vestito venivano scritte le battute che diceva nato dalla fantasia di R.F. Outcault, tanto che tale personaggio dà nome a un importante premio italiano del fumetto. Stando a ricerche successive, però, il primo fumetto moderno risalirebbe a molto prima, e precisamente ai personaggi di Max e Moritz creati tra il 1827 e il 1833 dal poeta Wilhelm Busch, a sua volta influenzato dall'opera dell'autore ginevrino Rodolphe Töpffer. Tra i primi e più citati, oltre a Outcault, Winsor McCay, Lyonel Feininger. Da allora in poi, grazie ai quotidiani di racconti, lentamente, diventati il principale mezzo di diffusione di questo nuovo genere, il fumetto ha raggiunto una buona popolarità, pur restando, in alcuni paesi, un mercato di nicchia. È passato dalle riviste a fumetti, fino alle graphic novel verso la fine del Novecento: in Italia (cenni al Corriere dei Piccoli e con le didascalie in rima baciata, ecc.); in Giappone Cenni essenziali sulla composizione di un fumetto sceneggiatura, la descrizione dettagliata di tutta la storia. La sceneggiatura comprende la descrizione di luogo e tempo dell’azione, dell’azione stessa, dei dialoghi, delle didascalie e delle onomatopee. Sovente include indicazioni sulle inquadrature e sul numero di vignette in cui suddividere la tavola. Ogni sceneggiatore usa indicazioni e metodi di scrittura diversi; documentazione, tutto il materiale, sia visivo che testuale, necessario alla realizzazione dell’opera. Vengono spesso usati riferimenti fotografici, nel caso di fumetti con ambientazioni realistiche, documenti storici, iconografici, etc.; matite, si procede quindi ad un ulteriore definizione. Lavorando su un formato uguale o più grande di quello di stampa, la tavola viene disegnata in ogni dettaglio; inchiostrazione, le matite vengono ripassate a china. Gli strumenti più usati sono il pennello di martora, pennini, pennarelli. La quantità di neri pieni, e lo spessore del tratto varia molto, in base allo stile di disegno; colorazione, al disegno in bianco e nero vengono aggiunti i colori. Quasi tutti i fumetti oggi vengono colorati con l’uso di software. Gli strumenti più usati oltre al computer sono acquerelli ed ecoline; lettering i testi vengono apposti nei balloon e nelle didascalie in buona grafìa, operazione eseguita a mano fino alla fine del secolo scorso, oggi il lettering è realizzato al computer, tranne in alcuni casi particolari; Le origini del fumetto... Le origini europee Sono diverse le nazioni che rivendicano la primigenitura del fumetto. Così la Gran Bretagna (Charles Henry Ross con Ally Sloper, 1867), Francia (Georges Colomb con La famille Fenouillard, 1889), Germania (Wilhelm Busch con Max und Moritz, 1865), Svizzera (Rodolphe Topffer con Monsieur Jabot, 1833) e Stati Uniti (Richard Outcault con Yellow Kid, 1895, e James Swinnerton con Little Bears, 1892). Noi puntiamo l'attenzione su Rodolphe Topffer. E' nel 1827 che il maestro di scuola svizzero Rodolphe Töpffer, inizia a realizzare "Sette racconti per immagini" riuniti poi in volumetti di formato oblungo (e stampati nel 1833). L'idea piace e viene seguita dai francesi che, a partire dal 1839, fanno uscire alcuni periodici illustrati ("Illustration" di Amédée de Noé, 1839). Histoire d'Albert Rodolphe Töpffer Scrive Gianfranco Goria, uno dei maggiori studiosi di fumetto: "Circa le "origini" della Letteratura Disegnata e nello specifico del cosiddetto "fumetto moderno", la data convenzionale ufficiale è, da molti anni ormai (nonostante la "critica" italiana se ne sia accorta solo da pochi), spostata al 1827/1833, con la realizzazione (1827) e la stampa (1833) della prima delle storie dello svizzero Topffer. Il ruolo dell'americano Yellow Kid è stato definitivamente ridimensionato, grazie anche proprio alle ristampe dell'opera di Outcault: non è mai stato il primo personaggio a fumetti, ma solo quello scelto ad arte dallo storico Coulton Waugh per dimostrare, a posteriori, che il fumetto era "un'arte autoctona statunitense" (come si fece per il Jazz). A partire dal 1895, anno nel quale il fumetto diventa business sui giornali in USA, la storia del fumetto è la storia del progressivo affermarsi di questa forma di espressione, da un territorio marginale e "popolare" o relegato al mondo dell'infanzia, alla cultura dotta. E, nel momento in cui si afferma tale, il compito degli storici di ritrovare gli "antecedenti" storici del genere: risalendo alle incisioni rupreste di età neolitica, fino ai bassorilievi della colonna traiana a Roma, e i 70 metri di tessuto dell'arazzo di Bayeu che trasforma in cartoon la conquista normanna dell'Inghilterra. E alle "storie a episodi" dell'incisore inglese William Hogarth (1697-1764). WILLIAM HOGARTH YELLOW KID Il fumetto moderno appare nel 1896, sulle pagine del supplemento domenicale a colori di un quotidiano newyorkese, il protagonista è The Yellow Kid, creato due anni prima da Richard Felton Outcault. Quello che più ci interessa riguardo la nascita del fumetto non è tanto stabilire il nome di colui che è considerato il primo vero autore, né di quello che rappresenta il modello per i primi anni, The Yellow Kid. Dove: il fumetto nasce negli Stati Uniti, un paese in rapidissimo sviluppo, in cerca di una forte identità culturale. Quando: siamo alla fine dell’ottocento. Ecco perché il fumetto è così fortemente legato allo sviluppo della società di massa, alla produzione industriale in serie, e, coincidenza non casuale, col nascente linguaggio cinematografico. In che modo: il fumetto nasce sulle pagine di un quotidiano. È un punto da sottolineare: Roman Gubern sostiene che “la differenza tra i fumetti e i loro presunti antecedenti storici riguarda non solo i loro livelli quantitativi di diffusione, ma anche i decisivi fattori formali derivanti dal condizionamento dello spazio disponibile e dalla conseguente economia estetica, come tante altre esigenze tecniche ed industriali proprie della loro natura giornalistica. La produzione di massa del fumetto in USA nasce "casualmente nel periodo in cui la star era Yellow Kid di Outcault, al centro della dura guerra di conquista da parte dei due principali gruppi giornalistici degli Stati Uniti. Per cui il massimo del primato che si può assegnare a Yellow Kid è quello di essere stato il segnale dell'avvento del fumetto come fenomeno di massa (ma ci fosse stato un altro dei tanti personaggi di allora in quel momento, il primato sarebbe toccato a quello, giacché la "massificazione" fu dovuta all'opera incontenibile dei due grandi editori concorrenti Hearst e Pulitzer e non del fumettista), per quei pochi anni che Yellow Kid, di sicuro non l'opera milgiore di Outcault, fu in auge. A riguardo di Yellow Kid.... Il personaggio aveva debuttato, sempre in forma anonima in alcune illustrazioni realizzate da Outcault per il periodico Truth, ma è soltanto la tavola muta intitolata "At the Circus in Hogan's Alley", la prima di questa serie ambientata in un affollatissimo e miserabile ghetto della periferia americana, che ne consacra i natali Yellow Kid prende il nome proprio dal colore del suo camicione, giallo nella versione a colori (scelta effettuata quasi per caso, motivata soltanto dalle ridotte capacità tipografiche dell'epoca) e, perlomeno all'inizio, si limita quasi sempre ad apparire in un angolo nelle ricche tavole illustrate da Outcault, commentando gli eventi, politici e culturali, dell'epoca con cartelli e, soprattutto, scritte pungenti e spesso sgrammaticate (per sottolineare l'ignoranza dei vari personaggi presi di mira), che appaiono di volta in volta impresse sul suo camicione. Molto presto, tuttavia, Outcault introdurrà nelle serie quegli elementi (i balloon in primis) che contribuiranno a fare del personaggio il capostipite del moderno fumetto internazionale. La tavola che segna la svolta è quella del 16 febbraio 1896 ed a parlare tramite le nuvolette non è un umano ma bensì un pappagallo. “una creatura che, anche se è evidentemente un bambino, deve essere passato attraverso le principali esperienze della vita nel corso dei suoi primi sei mesi. E' piccolo, ma ha un'aria importante. Ha un testone calvo, con orecchie a sventola, e una faccetta saggia, vagamente cinese: guarda diritto negli occhi del lettore con un un sorriso enigmatico, interrogativo, metà timido e metà spavaldo, come se capisse fin troppo bene gli straordinari avvenimenti che si svolgono attorno a lui" Colton Waugh, da "The Comics"