REGIONE CAMPANIA
PROVINCIA DI AVELLINO
COMUNI DI
CONZA DELLA CAMPANIA
E SANT'ANDREA DI CONZA
PROGETTO DEFINITIVO PER LA REALIZZAZIONE
DI UN PARCO EOLICO NEI COMUNI DI CONZA
DELLA CAMPANIA E SANT'ANDREA DI CONZA
proponente:
WESTWIND S.r.l.
Via Santa Lucia, 90
80132 Napoli (NA)
progettisti:
Ing. Luigi Marano
Arch. Serena Femiano
P
RELAZIONE PAESAGGISTICA
data: maggio 2012
Rev 00
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
SOMMARIO
1.
PREMESSA .................................................................................................................... 4
1.1
2.
3.
CRITERI E METODOLOGIA ..................................................................................................................... 4
QUADRO PROGETTUALE.............................................................................................. 7
2.1
CRONISTORIA E SCELTE PROGETTUALI ................................................................................................ 7
2.2
CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’IMPIANTO ................................................................................. 10
QUADRO CONOSCITIVO .......................................................................................... 12
3.1
INQUADRAMENTO TERRITORIALE ......................................................................................................... 12
3.1.1 Dati catastali...................................................................................................................................................................12
3.2
LE MATRICI NATURALISTICHE .............................................................................................................. 12
3.2.1 Caratteristiche geologiche e idrogeologiche .........................................................................................................12
3.2.2 Caratteristiche anemologiche ....................................................................................................................................13
3.3
LE MATRICI ANTROPICHE ....................................................................................................................... 14
3.3.2 Le emergenze archeologiche.....................................................................................................................................16
3.3.3 Le emergenze architettoniche e le risorse ambientali ...........................................................................................17
4.
QUADRO NORMATIVO ............................................................................................. 20
4.1
PIANIFICAZIONE ENERGETICA: DALLA COMUNITARIA ALLA REGIONALE .................................. 20
4.2
LINEE GUIDA PER L’INSERIMENTO DELL’EOLICO .............................................................................. 21
4.3 AREE PROTETTE........................................................................................................................................... 22
4.4.1 La rete ecologica Natura 2000 ...................................................................................................................................24
4.4.2 Siti d’importanza comunitaria (SIC) ............................................................................................................................24
4.4.3 Zone di Protezione Speciale (ZPS) ...............................................................................................................................25
4.4.4ImportantBirdAreas (IBA) ...............................................................................................................................................25
4.5
PIANIFICAZIONE DI BACINO ............................................................................................................... 26
4.3
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE REGIONALE ..................................................................................... 27
4.3.1 La Carta dei paesaggi della Campania ..................................................................................................................31
4.6
PIANIFICAZIONE PROVINCIALE .......................................................................................................... 35
WESTWIND S.r.l.
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4.7
PIANIFICAZIONE COMUNALE ............................................................................................................. 36
4.8
VINCOLI E FASCE DI RISPETTO ............................................................................................................ 36
4.8.1Vincoli paesaggistici ......................................................................................................................................................36
4.9
5.
6.
COERENZA DEL PROGETTO CON PROGRAMMI E PIANI ............................................................... 41
QUADRO DEGLI IMPATTI SUL PAESAGGIO E LE SUE COMPONENTI ....................... 43
5.1
FASE DI CANTIERE ................................................................................................................................. 44
5.2
FASE DI ESERCIZIO ................................................................................................................................ 45
5.3
STIMA DEGLI IMPATTI ............................................................................................................................ 46
5.4
VALUTAZIONE DELLA SENSIBILITA’ PAESAGGISTICA ....................................................................... 48
5.5
METODO DI VALUTAZIONE DELLA SENSIBILITA’ PAESAGGISTICA ................................................. 52
5.6
AREE DI IMPATTO EFFETTIVE ................................................................................................................ 58
5.7
SIMULAZIONI 3D .................................................................................................................................... 62
QUADRO DEGLI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E DI COMPENSAZIONE................... 73
6.1
INTERVENTI DI MITIGAZIONE E DI COMPENSAZIONE ...................................................................... 73
6.1.1 Protezione del suolo contro la dispersione di oli e altri residui ...............................................................................75
7.
CONCLUSIONI ........................................................................................................... 75
WESTWIND S.r.l.
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WESTWIND S.r.l.
3
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
1.
PREMESSA
La presente relazione paesaggistica, redatta ai sensi del DPCM del 12 dicembre 2005 e nel rispetto delle
Linee Guida per l’inserimento paesaggistico degli impianti eolici redatte dal Mistero per i Beni e le Attività
Culturali (MIBAC), s’inserisce all’interno del progetto di un impianto di produzione di energia elettrica da
fonte eolica da ubicare nei comuni di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (Av), tra le località
Fontana dei Fiori, Monte Travaglio, Zampa di Cavallo, Fontana di Vauza, Masseria Giorgio, Piano
dell’Incoronata.
Il parco eolico, proposto dalla società WESTWIND S.r.l., vede l’installazione di n° 11 aerogeneratori da 3
MW ognuno, per una potenza nominale complessiva di 33 MW.
Lo scopo della Relazione paesaggistica è quello di illustrare sia lo stato dei luoghi, prima dell'esecuzione
delle opere previste, sia delle caratteristiche progettuali dell'intervento, nonché rappresentare nel modo più
chiaro ed esaustivo possibile lo stato dei luoghi dopo l'intervento, tale da fornire tutti gli elementi necessari
a evidenziare la qualità dell’intervento e stimare gli impatti visivi che il parco eolico determini nel contesto
paesaggistico.
La Relazione paesaggistica, quale strumento di valutazione delle trasformazioni del paesaggio,
intende illustrare un inserimento non semplicemente compatibile con i caratteri dei luoghi, ma appropriato:
un progetto capace di ripensare i luoghi, attualizzandone i significati e gli usi, tale che le trasformazioni
diventino parte integrante dell’esistente.
1.1
CRITERI E METODOLOGIA
L’ evoluzione culturale affermatasi a livello europeo e che ha avuto come momento cardine la Convenzione
Europea del Paesaggio, sottoscritta a Firenze nell’ottobre 2000, ha introdotto nuovi elementi di attenzione
al paesaggio che ne hanno rafforzato la valenza: il paesaggio è inteso non solo più come il luogo
dell’eccellenza e patrimonio culturale del Paese ma anche come grandissima risorsa per lo sviluppo
sostenibile, nonché elemento fondamentale per il benessere individuale e sociale.
Dalla nuova concezione europea di paesaggio, inteso come comprensivo di tutto il territorio e quindi non
più solo dei paesaggi d’eccellenza ma anche i paesaggi del “quotidiano” e quelli degradati, il Codice dei
beni culturali e paesaggistici, approvato con D.Lgs 22 gennaio 2004, n.42,individua quale fulcro e motore
della tutela e della valorizzazione, la pianificazione paesaggistica e tratteggia nuovi approcci collaborativi
tra lo Stato e le Regioni.
Emerge, dunque, l’attenzione al paesaggio inteso nella sua interezza e l’esigenza di individuare una serie
di indicazioni pratiche finalizzate alla progettazione e quindi alla richiesta della autorizzazione
paesaggistica.
Il D.P.C.M. del 12 dicembre 2005 si inserisce in un quadro normativo sulla tutela del paesaggio segnato, in
questi ultimi anni, da una profonda evoluzione dei profili legislativi che, a partire dalla promulgazione della
Convenzione Europea del Paesaggio, fino alla emanazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio,
ha definito un nuovo concetto di paesaggio e disposto nuove regole per la tutela. Al concetto di
paesaggio oggi viene attribuita un’accezione più vasta ed innovativa, che lo caratterizza per la presenza
WESTWIND S.r.l.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
delle risorse ed elementi naturali, dei segni lasciati sul territorio dal lento evolversi della storia, della
presenza dell’uomo e delle loro interrelazioni.
Il DPCM 12/12/2005 definisce le finalità, i criteri di redazione, i contenuti della “relazione paesaggistica che
correda l’istanza di autorizzazione paesaggistica, congiuntamente al progetto dell’intervento che si propone
di realizzare ed alla relazione di progetto”, ai sensi degli art. 146 comma 2 e159 comma 1, del Codice dei
Beni Culturali e del Paesaggio.
Il DPCM è costituito da una premessa normativa di quattro brevi articoli e da un Allegato Tecnico
denominato “Relazione Paesaggistica”, che rappresenta il vero e proprio strumento operativo.
Nella ricerca metodologica finalizzata all’affermazione di tale concetto di paesaggio, il DPCM può ricoprire
due ruoli fondamentali:
1. contribuire a formare la conoscenza collettiva preliminare alla tutela del paesaggio, sviluppando
nelle popolazioni il loro senso di appartenenza, attraverso la conoscenza dei luoghi;
2. realizzare una nuova politica di sviluppo del paesaggio-territorio, attraverso il coinvolgimento delle
Istituzioni centrali e locali, nelle azioni di tutela e valorizzazione del paesaggio, riconoscendo a
questo una valenza che può agire per lo sviluppo socio economico, attraverso l’individuazione di
scelte condivise per la sua trasformazione.
La Relazione
Paesaggistica
intende costituire
un supporto
di metodo
per
la
progettazione
paesaggisticamente “compatibile” degli interventi, svolta sia da tecnici sia da committenti privati e pubblici;
intende inoltre costituire un riferimento metodologico anche per la valutazione degli interventi, dal punto di
vista dei loro effetti paesaggistici, sia per i luoghi tutelati, che per quelli ordinari, che per i casi dove occorre
una specifica procedura di valutazione di impatto ambientale.
Lo studio vuole fornire una lettura integrata delle diverse componenti del contesto paesaggistico dell’area
di progetto, partendo dall’analisi dei suoi caratteri strutturali, sia naturalistici che antropici, e tenendo conto
dell’ interpretazione qualitativa basata su canoni estetico - percettivi.
La conoscenza delle caratteristiche specifiche dei luoghi, dunque, ha un ruolo fondativo in ogni progetto di
trasformazione, sia esso di conservazione, che di innovazione, che di riqualificazione.
In particolare, l’Allegato Tecnico del DPCM afferma che la conoscenza dei luoghi si realizza attraverso
l’analisi dei caratteri della morfologia, dei materiali naturali e artificiali, dei colori, delle tecniche costruttive,
degli elementi e delle relazioni caratterizzanti dal punto di vista visivo, ma anche percettivo coinvolgendo gli
altri sensi (udito, tatto, odorato); attraverso una comprensione delle vicende storiche e delle relative tracce
nello stato attuale, non semplicemente per punti (ville, castelli, chiese, centri storici, ecc.), ma per sistemi di
relazioni (sistemi di paesaggio); attraverso una comprensione dei significati culturali, storici e recenti che si
sono depositati su luoghi e oggetti (percezione sociale del paesaggio); attraverso la comprensione delle
dinamiche di trasformazione in atto e prevedibili.
Le analisi e le indagini, volte ad approfondire il valore e la specificità degli elementi caratterizzanti il
paesaggio e ad individuarne i punti di debolezza e di forza, diventano necessari presupposti per una
progettazione consapevole e qualificata, affinché, come suggeriscono le linee guida “il progetto eolico
diventi caratteristica stessa del paesaggio e le sue forme contribuiscano al riconoscimento delle
WESTWIND S.r.l.
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sue specificità, instaurando un rapporto coerente con il contesto esistente. Il progetto eolico deve
diventare cioè, progetto di nuovo paesaggio”.
Il presente elaborato prende riferimento:
−
le Linee Guida per l’insediamento paesaggistico degli interventi di trasformazione territoriale
(2006), redatte dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni
Architettonici e Paesaggistici;
−
le Linee Guida Nazionali ai sensi del D.M. 10-09-2010 “Linee guida per l'autorizzazione degli
impianti alimentati da fonti rinnovabili” redatte dal Ministero dello Sviluppo Economico.
WESTWIND S.r.l.
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2.
QUADRO PROGETTUALE
Il progetto è frutto di scelte e considerazioni tecniche che, coniugando il rispetto dei vincoli territoriali,
l’adeguata distanza dai ricettori sensibili ricadenti nell’area di studio, l’esigenza della collettività hanno
portato alla definizione di un layout di progetto da inserirsi in maniera organica nel contesto paesaggistico.
La proposta progettuale prevede l’installazione di 11 aerogeneratori della potenza di 3 MW ognuno, per
una potenza complessiva di 33 MW. L’impianto produrrà energia da fonte rinnovabile (vento) con lo scopo
di migliorare sia la disponibilità energetica, sia la qualità del servizio elettrico tale da fronteggiare le
crescenti richieste di energia da parte della clientela pubblica e privata.
L’energia elettrica prodotta dall’impianto, verrà trasferita ad una stazione elettrica di trasformazione
mediante cavi interrati a 30 kV e qui elevata a 150 kV, per essere successivamente immessa nella Rete di
Trasmissione Nazionale (RTN).
Il collegamento si sviluppa interamente in cavidotto interrato MT dall’insieme degli aerogeneratori fino alla
stazione di utente.
Il sito Conza della Campania – Sant’Andrea di Conza appare ben servito da una rete stradale locale con
caratteristiche complessivamente adeguate ai requisiti richiesti.
L’area d’impianto,il cui accesso si sviluppa su viabilità locale, è delimitata a nord dalla S.P. Ofantina e dal
nuovo centro urbano di Conza della Campania in località "Piano delle Briglie", a sud in parte con la S.S. 7
Appia e in parte con la strada comunale coincidente il limite comunale fra Conza e Castelnuovo di Conza.
Nessuno di questi assi viari sarà oggetto di interventi di adeguamento essendo stati considerati idonei al
transito dei mezzi di cantiere.
2.1
CRONISTORIA E SCELTE PROGETTUALI
Il lay-out del parco eolico Conza della Campania- Sant’Andrea di Conza (Fig.1) nasce, su proposta della
WESTWIND S.r.l., dalla fusione nonchè dalla rimodulazione di due scelte progettuali distinte, ricadenti in
aree contigue, ognuna delle quali, aveva avviato e percorso un proprio iter autorizzativo (Fig.2) con codici
progetto distinti (CONZA2 cod. prog. 500-023 e CONZA-SANT’ANDREA cod. prog. 387-532).
Di seguito, per ogni progetto, si riportano le fasi salienti del procedimento autorizzativo.
CONZA 2 cod. prog. 500-023
•
con propria nota del 15/07/2009, la WESTWIND S.r.l. ha presentato, presso l’A.G.C.12 Settore 04Regolazione dei Mercati, un’ istanza di Autorizzazione Unica, ai sensi dell’art. 12 del D.lgs
29/12/2003 n. 387, per la costruzione e l’esercizio di un impianto eolico per la produzione di
energia elettrica, della potenza di 30 MWp e relative opere elettriche connesse mediante
l’installazione di n.15 aerogeneratori da 2MW da ubicarsi nel Comune di Conza della Campania
(AV) nelle località Monte Travaglioso, Piano Molinaro, Zampa di Cavallo, Piano delle Briglie;
•
con nota prot. 326017 del 22/04/2011, la Regione Campania A.G.C. 12 Settore 04 - Regolazione
dei Mercati ha comunicato avviso di convocazione della prima Conferenza dei Servizi per il giorno
23/06/2011;
WESTWIND S.r.l.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
•
il giorno 23/06/2011 come da verbale della Conferenza dei servizi, l’Ente procedente ha accettato
la richiesta della WESTWIND S.r.l. di accorpare questo progetto con quello relativo al Parco eolico
cod. prog. 387-532;
•
con propria nota del 29/03/2011, la WESTWIND S.r.l. ha presentato presso la Regione Campania
A.G.C. 5 Settore Tutela dell’Ambiente, un’ istanza di assoggettabilità alla procedura di Valutazione
di Impatto Ambientale;
•
con nota prot. 326017 del 22/04/2011, la Regione Campania A.G.C. 12 Settore 04 -Regolazione
dei Mercati ha richiesto alla WESTWIND S.r.l. di procedere all’elaborazione di uno Studio d’Impatto
Ambientale unico per i progetti ancora da valutare afferenti alla stessa ditta e ricadenti in aree
contigue. Inoltre, la nota suggerisce di sottoporre tali impianti alla procedura di Valutazione di
Incidenza.
CONZA-SANT’ANDREA cod. prog. 387-532
•
con propria nota del 30/01/2009, la WESTWIND S.r.l. ha presentato, presso l’A.G.C.12 Settore 04Regolazione dei Mercati, un’ istanza di Autorizzazione Unica, ai sensi dell’art. 12 del D.lgs
29/12/2003 n. 387, per la costruzione e l’esercizio di un impianto eolico per la produzione di
energia elettrica, della potenza di 36 MWp e relative opere elettriche connesse mediante
l’installazione di n.18 aerogeneratori da 2MW da ubicarsi nei Comuni di Conza della Campania e di
Sant’Andrea di Conza (AV) nelle località Caperroni, Piano di Campo, Piano dell’Incoronata, Piano
la Specchia;
•
con nota prot. 324516 del 21/04/2011, la Regione Campania A.G.C. 12 Settore 04- Regolazione
dei Mercati ha comunicato avviso di convocazione della prima Conferenza dei Servizi per il giorno
22/06/2011;
•
il giorno 23/06/2011 come da verbale la Conferenza dei servizi, l’Ente procedente ha accettato la
richiesta della WESTWIND S.r.l. di accorpare questo progetto con quello relativo al Parco eolico
cod. prog. 500-023;
•
con propria nota del 06/03/2009, la WESTWIND S.r.l. ha presentato presso la Regione Campania
A.G.C. 5 Settore Tutela dell’Ambiente istanza di Valutazione di Impatto Ambientale.
WESTWIND S.r.l.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Fig. 1 _ PARCO EOLICO CONZA DELLA CAMPANIA- SANT’ANDREA DI CONZA _ layout
Fig. 2 _ PARCO EOLICO CONZA 2 cod. prog. 500-023 E CONZA-SANT’ANDREA cod. prog. 387-532_
layout
WESTWIND S.r.l.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
2.2
CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’IMPIANTO
Un parco eolico è un’opera singolare, in quanto presenta sia le caratteristiche di installazione puntuale, sia
quelle di un’infrastruttura: la sua costruzione comporta una serie articolata di lavorazioni tra loro
complementari, la cui esecuzione è possibile solo attraverso una perfetta organizzazione del cantiere.
Nella tipologia di installazione puntuale rientrano la stazione elettrica e le postazioni degli aerogeneratori,
ubicate in posizione ottimale rispetto alle direzioni prevalenti del vento e lontano dai principali recettori
sensibili alla costruzione dell’opera.
Le postazioni devono essere distanziate l’una dall’altra, evitando il più possibile l’effetto scia tra le
macchine, cioè la perdita di efficienza in seguito alla schermatura del flusso ventoso da parte di altre
turbine nelle immediate vicinanze. Le singole postazioni degli aerogeneratori e la stazione elettrica sono tra
loro collegate dalla viabilità di servizio e dai cavi di segnalazione e potenza, generalmente interrati a bordo
delle strade di servizio.
La viabilità ed i collegamenti elettrici in cavo interrato sono opere infrastrutturali.
Le infrastrutture e le opere civili si sintetizzano come segue:
−
Realizzazione della nuova viabilità interna al sito;
−
Adeguamento della viabilità esistente esterna ed interna al sito;
−
Realizzazione delle piazzole di stoccaggio e installazione aerogeneratori;
−
Esecuzione delle opere di fondazione degli aerogeneratori;
−
Esecuzione dei cavidotti interni alle aree di cantiere;
−
Realizzazione della sottostazione di trasformazione da media ad alta tensione.
Le opere impiantistiche - infrastrutturali si sintetizzano come segue:
−
Installazione aerogeneratori;
−
Collegamenti elettrici in cavidotti fino alla stazione di trasformazione da media ad alta tensione:
−
Realizzazioni e montaggio dei quadri elettrici di progetto;
−
Realizzazione del sistema di monitoraggio e controllo dell’impianto.
Tenuto conto delle componenti dimensionali del generatore, la viabilità di servizio all’impianto e le piazzole
andranno a costituire le opera di maggiore rilevanza per l’allestimento del cantiere.
Aerogeneratori
Le specifiche tecniche generali degli aerogeneratori adottati per la progettazione preliminare dell’impianto
sono:
−
Macchine tipo : Vestas V112
−
Altezza mozzo : 100 m
−
Numero Aerogeneratori : 11
−
Potenza Totale : 33,0 MW
Accessi e viabilità di servizio
Per quanto riguarda la viabilità, oltre all’adeguamento di quella esistente sarà anche prevista la
realizzazione di una nuova viabilità di servizio della larghezza media di 5 - 6 metri per garantire il transito
dei mezzi che trasporteranno le componenti della pala eolica.
WESTWIND S.r.l.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Il trasporto delle pale e dei conci delle torri avviene di norma con mezzi di trasporto eccezionale, le cui
dimensioni possono superare i cinquanta metri di lunghezza e per tale motivo le strade da percorrere
devono rispettare determinati requisiti dimensionali e caratteristiche costruttive (pendenze, stratificazioni
della sede stradale, ecc.), stabiliti dai fornitori degli aerogeneratori.
Il più delle volte la viabilità esistente non ha le caratteristiche necessarie per permettere il passaggio di
questi mezzi eccezionali e quindi si dovranno eseguire degli interventi di adeguamento, che generalmente
consistono nell’ampliamento della sede stradale (larghezza minima di 5 m) e modifica del raggio di
curvatura (raggio interno della curva 25-30 m).
Le singole postazioni degli aerogeneratori e la stazione elettrica sono tra loro collegate dalla viabilità di
servizio e dai cavi di segnalazione e potenza, generalmente interrati a bordo delle strade di servizio. Le
canalizzazioni hanno solitamente una larghezza non inferiore ai 50 cm, una profondità che varia da 110 a
150 cm, e sono costituite da tubi in PVC posati su uno strato di sabbia o terra vagliata alto 10 – 15 cm e
ricoperti da un manto di 30 cm di terreno vegetale.
WESTWIND S.r.l.
11
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
3.
QUADRO CONOSCITIVO
3.1
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Il sito ricade in agro ai Comuni di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza, in provincia di Avellino,
tra le località Fontana dei Fiori, Monte Travaglio, Zampa di Cavallo, Fontana di Vauza, Masseria Giorgio,
Piano dell’Incoronata.
L’area in esame è delimitata:
−
a nord dalla S.S. Ofantina e dal nuovo centro urbano di Conza della Campania, in località "Piano
delle Briglie";
−
a sud, in parte con la S.S. Appia n. 7 e in parte con la strada comunale coincidente il limite
comunale fra Conza e Castelnuovo di Conza;
−
ad ovest con la congiungente il Varco appenninico (Sella di Conza) con i tre Valloni;
−
ad est con il Vallone Arso.
Si estende a quote variabili fra 500 e 750 mt circa s.l.m.
3.1.1 Dati catastali
Gli aerogeneratori verranno posizionati su terreni sia di proprietà privata, così come riportato nel piano
particellare descrittivo allegato al presente progetto (cfr. elaborato PPE.01), con i quali verrà stipulata
apposita servitù o contratto di fitto. Per la realizzazione delle opere accessorie al funzionamento delle
macchine, come la viabilità di servizio e le linee elettriche interrate, saranno presi opportuni accordi con
l’Amministrazione comunale e con i privati. Si fa presente che la società WESTWIND s.r.l. proponente del
progetto in esame sta provvedendo (in maniera bonaria) a stringere degli accordi con i proprietari dei
suddetti beni, allo scopo di acquisire la disponibilità dei suoli (diritti di superficie) evitando così l’attivazione
della procedura di esproprio.
3.2
LE MATRICI NATURALISTICHE
3.2.1 Caratteristiche geologiche e idrogeologiche
Il versante in esame è ubicato a sud della sinclinale del fiume Ofanto che, a sua volta, è delimitata a sud
dall’anticlinale di Pescopagano e a nord dall’anticlinale di M. Mattina. I nuclei di entrambe le strutture sono
costituiti da terreni calcareo-marnosi e silico-quarzo arenitici delle unità Lagonegresi
(flysch galestrino, flysch rosso e flysch numidico), da piccoli lembi delle unità Irpine, nonché dalle Argille
Varicolori.
Nell’area indagata i litotipi affioranti sono costituiti prevalentemente da alternanze di strati calcarei,
marnosi, arenacei ed argillosi quasi sempre in giacitura caotica, costituenti i corpi di antichi colamenti
verificatisi nel Quaternario medio e ormai stabilizzatisi.
L’attività erosiva del fiume Ofanto ha interessato terreni di natura prevalentemente argillosa facilmente
erodibili ed ha determinato, quindi, la formazione di un’ampia valle caratterizzata da una morfologia
generalmente dolce e sostanzialmente uniforme.
WESTWIND S.r.l.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
La piana alluvionale immerge dolcemente verso il fiume e non è interessata da deformazioni plastiche di
tipo superficiale o profondo. Le blande pendenze e il limitato sviluppo dell'erosione, sostanzialmente di tipo
lineare e localizzata in canali come linee d’impluvio, nonché l’assenza di elementi morfoevolutivi
significativi denotano che non sussistono problemi di stabilità.
L’idrografia locale si esplica mediante il fiume Ofanto, nonchè le aste torrentizie e le linee d’impluvio più o
meno incise che direttamente o indirettamente ad esso afferiscono.
I corsi d’acqua secondari, a regime pluviale e a carattere torrentizio, sono asciutti nel semestre estivo e in
piena nei periodi di massima piovosità coincidenti con i mesi autunnali ed invernali. Le acque incanalate di
fondo valle esercitano una vivace ed attiva azione erosiva lineare e laterale con conseguenti richiami
spondali. L’evacuazione più o meno rapida dei detriti di frana comporta un’esaltazione dei movimenti
franosi già innescatisi. Il reticolo idrografico più significativo in linea di massima è ben marcato e
profondamente inciso.
Dal punto di vista idrogeologico la coltre detritica eluvio-colluviale, di spessore variabile da 1.00 a 2.50
metri e punte anche dell’ordine di 5.00 mt, denota bassissima permeabilità per porosità e al suo interno è
possibile riscontrare modesti corpi idrici discontinui arealmente e nel tempo.
Anche gli argilloscisti ed i marnoscisti sono caratterizzati da bassa permeabilità per porosità, mentre gli
ammassi arenacei denotano permeabilità variabile da bassa a medio-bassa a seconda del grado di
fessurazione.
Al contatto ed in corrispondenza della sequenza a prevalente componente calcareo-marnosa e/o
calcarenitica, che in questa circostanza funge da roccia serbatoio, è possibile rinvenire locali e discontinui
corpi idrici di modestissima importanza.
Il territorio comunale, infine, ricade all’interno di una fascia allungata in direzione NW-SE che è andata
soggetta a notevoli sollevamenti e, pertanto, risente in modo sensibile dei sismi che si originano in
profondità lungo le strutture sismogenetiche del margine orientale coincidente in superficie, con
l'allineamento che partendo dall'alta valle dell'Agri, attraverso l'alta valle del Sele e dell'Ofanto, raggiunge il
Matese orientale.
3.2.2 Caratteristiche anemologiche
La scelta del sito è avvenuta attraverso una serie di analisi basate su dati anemometrici desunti da
rilevamenti limitrofi e sulla scorta delle informazioni fornite dall’Atlante Eolico Italiano.
Dall’analisi dei dati raccoltisi può affermare che il sito rientra nell’intervallo tipico di ventosità delle centrali
eoliche in Italia.
La morfologia del sito è tale da determinare per molti mesi dell’anno un vento intenso, con direzione
prevalente orientata quasi perpendicolarmente ai crinali.
La WESTWIND S.r.l. ha avviato una campagna di misura anemometrica sul sito in oggetto allo scopo di
definire nel modo più attendibile possibile, una previsione di producibilità del parco eolico in esame. La
strumentazione necessaria all’individuazione delle potenzialità anemometriche del sito rispetta gli standard
richiesti per la validazione delle misure effettuate e sarà installata seguendo le norme IEC 61400.
WESTWIND S.r.l.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
In particolare sono state installate 3 stazioni anemometriche di cui due nel Comune di Sant’Andrea di
Conza ed una nel Comune di Conza della Campania.
Ogni stazione anemometrica è costituita da un sostegno tubolare di altezza pari a 60 m con sensori di
velocità a 60, 40 e 30 m s.l.s.: completano le misurazioni i sensori di direzione fissati a 60 e 40 m s.l.s..
Alla base dei tre sostegni è fissato un contenitore che ospita l’acquisitore dati, che è di tipo Nomad2, il
quale pre-elabora i dati campionati e li registra su apposita memoria magnetica.
Informazioni dettagliate relative alle direzioni prevalenti del vento, alla distribuzione di frequenza della
velocità del vento nel tempo e alla potenzialità energetica del sito sono dettagliatamente riportate
nell’elaborato R.03 “ Studio anemologico” accluso al presente progetto.
3.3
LE MATRICI ANTROPICHE
CONZA DELLA CAMPANIA
Conza, dal latino “compsa” e dal greco “kompseia”, l’equivalente di eleganza e raffinatezza, ha le sue
origini e splendori in età romana e altomedievale: decadde in età moderna anche a causa dei frequenti
terremoti che ne decimarono la popolazione. Uno tra i più disastrosi nella sua storia fu quello del 25 ottobre
990, ricordato da molte fonti, dopo il quale la città «restò per metà adeguata al suolo, né da quel tempo è
più risorta». Ciò che restava dell'antica Compsa finì per raccogliersi su una collina, con le case
raggruppate l'una sull'altra intorno al castello.
Il territorio circostante, ricco di acque, boschi e cacciagione, con terreni fertili coltivati a grano e a vigneto,
forniva risorse più che sufficienti alla piccola comunità.
La città fu sede vescovile dal VI secolo. Alla fine del XV secolo Conza aveva perso l'importanza avuta nei
secoli precedenti, ma conservava numerose memorie degli antichi splendori.
La città, che apparteneva ai Gesualdo con il titolo di contea, era circondata da una potente cinta di mura: le
strade conservavano la pavimentazione di età romana, oltre a diversi ruderi di edifici antichi. Sulla sommità
della collina sorgeva il palazzo baronale, disposto intorno a un cortile, dal quale si accedeva anche al
vicino giardino, coltivato in parte a vigneto e in parte a frutteto.
Il palazzo era quasi sempre abbandonato, poiché a causa del clima poco salubre della città i feudatari
preferivano abitare nei castelli di Gesualdo o di Calitri, più comodi in tempo di pace e più sicuri in tempo di
guerra. Gli arcivescovi di solito risiedevano a Conza, bensì a Santomenna, d'inverno, per il clima più mite o
a Sant'Andrea, d'estate, per il clima più fresco.
La cattedrale, intitolata alla Vergine Assunta, era sorta sui resti di una basilica di età romana, della quale
aveva mantenuto l'impianto a tre navate, con la navata principale, più alta delle laterali, conclusa da
un'abside semicircolare. La chiesa, giudicata “di buon disegno” e “assai bella”, tra il XV e il XVI secolo,
accolse le sepolture dei conti di casa Gesualdo che costruirono all'estremità della navata destra la loro
cappella gentilizia, con l'altare privilegiato intitolato a Santa Maria delle Grazie: la cappella era ornata da
finissime sculture in marmo, tra cui quattro bassorilievi raffiguranti le virtù cardinali.
La diminuzione di popolazione fu causata anche dai due terremoti del 1561 e del 1627; quest'ultimo in
particolare dovette arrecare molti danni alla città, sebbene non distrusse la cattedrale, come testimonia una
descrizione datata al 1637.Dopo l’ultimo terribile terremoto del 1980,il centro abitato è stato delocalizzato
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dal vecchio sito, trascorrendo un periodo caratterizzato da sconforto ma nuovo coraggio, rivolto a
riprendere a vivere, decisi e tenaci nel volersi riappropriare dell’identità di popolo coraggioso, combattivo
ed orgoglioso della propria storia, da onorare.
Fig. 3 _ CONZA DELLA CAMPANIA _ il centro abitato di Conza della Campania prima del sisma del 1980
SANT’ANDREA DI CONZA
La storia "documentata" ha inizio con un atto di donazione redatto nel 1161 da Gionata di Conza e di
Carinola con il quale il Conte Normanno, col consenso della sposa Stefania e dei figli Riccardo e Goffredo,
cedeva "la chiesa di S. Andrea, che è situata tra il territorio della città di Conza e quello del castello di
Pescopagano unitamente alla giurisdizione sugli abitanti del luogo e alle terre situate intorno alla stessa
chiesa”. Secondo alcuni autori, dopo il terremoto del 990, che distrusse la città di Conza, e per il dilagare
della malaria, i Vescovi abbandonarono la sede abituale di Conza e si stabilirono nel territorio di S. Andrea,
dove da tempo degli agricoltori conzani si erano insediati in un nucleo abitativo intorno alla chiesa dedicata
a S. Andrea. Altri farebbero risalire le origini all'alto Medio Evo, quando durante l'occupazione longobardica
(VI-VII sec.), si diffuse il culto di S. Andrea Apostolo ad opera dei Bulgari, chiamati in Italia dagli stessi
Longobardi per ripopolare alcune zone al centro Meridione desolate a seguito della guerra con i Bizantini.
Mente i Longobardi rimanevano nei centri maggiori in rocche fortificate, i Bulgari si distribuivano nei "vichi"
che presero il nome di "Casale di S. Andrea". Dal 1161 fino alla soppressione della feudalità, il feudo di
S.Andrea appartenne alla mensa Arcivescovile. In seguito esercitarono il potere feudale le famiglie Del
Balzo (XIV sec.), Gesualdo (XV sec.) e, sia pure in parte, le famiglie Ludovisi e Mirelli (XVII - XVIII
sec.). Dopo
il
Concilio
di
Trento,
fu
istituito
nella
diocesi
il
Seminario
Metropolitano.
L'Episcopio di S. Andrea divenuto residenza abituale estiva degli Arcivescovi di Conza (quella invernale
era Santomenna), fu oggetto di continui restauri e numerose modifiche ed abbellito con opere di pregio
artistico. Durante il Rinascimento, il Casale si trasformò in un vero e proprio Paese, sviluppandosi intorno
alla Chiesa Madre, e la popolazione crebbe notevolmente (55 fuochi nel 1494, 180 nel 1669 e nel 1700,
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282 fuochi nel 1732). Nel 1607, fu decisa, con pubblico parlamento, la costruzione del convento dei padri
francescani minori riformati. L'opera fu realizzata nel luogo ove preesisteva la chiesa di S. Maria della
Neve, una chiesa "semplice e rurale", e portata a termine nella prima metà del secolo XVII.
A cavallo tra il XVII e il XVIII sec. vi fu un periodo di intensa attività sismica: ricordiamo per tutti i disastrosi
terremoti del 1694 e del 1732. L'Arcivescovo Gaetano Caracciolo (1682 - 1709) fece ricostruire il Seminario
ed edificare la vice cattedrale di San Michele in cui fu sepolto alla sua morte, arredandola con le preziose
tele di Andrea Miglionico, pittore del seicento napoletano, allievo di Luca Giordano. Alla fine del '700, la
terra di S. Andrea aveva un preciso assetto urbanistico, con le sue emergenze architettoniche, i suoi mulini
ad acqua e le sue porte di accesso, tra cui quella tuttora esistente, denominata "porta della terra". Con la
venuta dei francesi e la costituzione della "Repubblica Partenopea", il paese fu inserito nel dipartimento
dell'Ofanto con capitale Foggia, nel cantone di Pescopagano. Nell'età della Restaurazione, dopo una fase
di turbolenze sociali civili e politiche, S. Andrea visse una seconda rinascita, soprattutto per merito
dell'arcivescovo Michele Arcangelo Lupoli (1818 - 1832). Il paese ha vissuto anche il brigantaggio e le
contrade furono lo scenario di scorribande e tentativi di ribellione di ogni sorta. la storia di questo secolo è
storia comune per tutti i paesi del sud, segnata dalle sue guerre, dalla crisi di lavoro, dall'emigrazione, dalle
passioni politiche della giovane democrazia italiana.
Fig. 4 _ SANT’ANDREA DI CONZA _ facciata della Chiesa di San Michele
3.3.2 Le emergenze archeologiche
Antichissime sono le origini di Conza della Campania, cittadina abbandonata quasi completamente a
seguito del sisma del 1980. Gli scavi condotti a partire dalla seconda metà degli anni '80 hanno portato alla
luce reperti e strutture di grossa importanza, tanto che si è progettato di farne un parco archeologico. Il
parco, reso fruibile al pubblico, viene considerato un vero gioiello nel cuore dell’Irpinia, per il percorso
storico, lungo duemilacinquecento anni, che offre ai visitatori, riscontrabile passeggiando lungo le stradine
della vecchia Conza.
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I primi risultati degli studi condotti non hanno chiarito le origini della città: alcuni studiosi la considerano
greca ("Kompsa" nel significato di elegante, graziosa, arguta), altri osca (chiamata "Comesa"). Il
rinvenimento di un pavimento a mosaico italico (sotterranei di Casa Scanzano) e di una notevole necropoli
del VII secolo a.C. farebbe propendere per l'ipotesi osca. Ebbe grande importanza già all'epoca delle
guerre puniche, quando Conza era una fiorente colonia. La sua posizione a cavallo degli Appennini, fra i
fiumi Ofanto e Sele, ne fecero un centro strategico di primaria importanza anche nei secoli successivi.
Al di sotto della piazzetta antistante la cattedrale di Santa Maria Assunta, gli scavi hanno portato alla luce
una parte del foro della città romana, a due livelli pavimentali: il più antico è in "opus spicatum" (a spina di
pesce), davanti al quale è un canale di scolo per le acque piovane in grossi blocchi calcarei; in sezione è
riconoscibile l'altro pavimento in "opus tessellatum" e cocciopesto. Sul foro affaccia il podio sagomato
ingrossi blocchi di calcare di un edificio, forse un tempio o comunque un complesso pubblico. Alla base del
campanile, altri scavi hanno messo in luce una stele funeraria dei primi anni del cristianesimo, finemente
lavorata, a testimonianza della raffinatezza scultorea dell'epoca nell'arte a carattere religioso.
Altre strutture sono venute alla luce nel resto della città, sotto le fondamenta degli edifici crollati con il
sisma. In via Forno vi è una domus romana con ambienti pavimentati a mosaico e con una grossa cisterna,
profonda oltre 12 metri e larga 3. In Via Eriberto Romangelo sono i ruderi di un edificio termale del I-II sec.
d.C. e una serie di gallerie rivestite in opera reticolata percorrono la collina, in parte ancora visibili.Fuori
città, in contrada "Piano delle Briglie" sorgeva il teatro; in contrada Sanzano sono i ruderi di una villa
romana, alla quale si accede tramite un ponte in opera laterizia che attraversa il fiume Ofanto. Un'altra villa
romana è stata individuata nel 1978 in località Macello dove sono venute alla luce anche una serie di
tombe a fossa del VI-V secolo a.C.
Fig. 5 _ PARCO ARCHEOLOGICO DI COMPSA _ In primo piano il selciato
romano, sullo sfondo i resti della cattedrale medievale
3.3.3 Le emergenze architettoniche e le risorse ambientali
Il territorio comunale cui ricade l’area d’intervento, fa parte del bacino della valle dell'Ofanto: con la sua
ricca riserva di ambienti naturali e con il suo millenario patrimonio di storia e di cultura, costituisce un’area
di eccezionale interesse.
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Lungo 170 chilometri, l’Ofanto trova le sue origini dalla sorgente posta sull’Altopiano Irpino a Sud di Torella
dei Lombardi (Avellino), sfociando nell’Adriatico a Barletta.
Il fiume è menzionato da molti poeti latini, soprattutto, dal venusiano Orazio, ed evoca varie battaglie, come
quella di Canne del 89 a.C., e lotte, come quella fra Longobardi e Saraceni nell’841 d.C. e quella fra
Bizantini e Normanni nel 1041-42. Il poeta Orazio ci lascia un’immagine inusuale del fiume Ofanto: “violens
obstrepit”, “longesonantem”, “tauriformis volvitu”. Dalla villa di Alfio, doveva osservare un fiume dal corso
tumultuoso e di notevole portata d’acqua.
La morfologia del paesaggio evidenzia un interessante processo erosivo, determinato dalla presenza di
formazioni rocciose incoerenti (sabbia, argilla, conglomerati ciottolosi):una bassa vegetazione spontanea
residuale, dai toni caldi e tenui, copre il territorio a radi fiocchi e a chiazze senza mai invaderlo.
Il fiume è caratterizzato da un’alta biodiversità: dalle sorgenti alla foce la vegetazione è un susseguirsi di
salici, pioppi, canne, sambuchi, querce, olmi. Qui trova il suo habitat naturale un’enorme varietà di specie
animali, come la lontra, il tasso, la volpe, il cefalo, lo storione e, negli affluenti, la trota.
Si tratta di un territorio particolarmente ricco di vestigia archeologiche, di bellezze architettoniche e
paesaggistiche: ci sono castelli non sempre visitabili o ben conservati, e in alcuni casi rimangono soltanto
pochi ruderi, ma in altri casi si tratta di castelli di buon pregio, ancora ben conservati, o restaurati dopo il
terremoto del 23 novembre 1980.
Nel tratto più alto del suo corso, , nel territorio di Sant’Angelo dei Lombardi, l’Ofanto fiancheggia la
splendida abbazia di San Guglielmo al Goleto. Fondato nel XII secolo da San Guglielmo da Vercelli, è uno
dei complessi monastici monumentali più importanti dell’Italia meridionale, ricchissimo di testimonianze di
storia e di arte, dalla torre Febronia risalente al 1152 alla settecentesca Chiesa Grande, in parte diruta,
edificata dall’architetto Domenico Antonio Vaccaro.
I numerosi rinvenimenti archeologici, le necropoli dell’età del ferro, la cultura delle tombe a fossa, sono
soltanto alcune delle molte testimonianze della civiltà di questo territorio, unico punto di passaggio da est a
ovest, dall’Adriatico al Tirreno, come sapevano bene gli eserciti di Pirro e del cartaginese Annibale.
Le rive del fiume Ofanto e dei suoi affluenti sono state abitate, da tempi antichissimi, dai mulini ad acqua:
uno studio coordinato dal CRESM Campania e pubblicato nei primi anni ’90 ne aveva rilevati numerosi, per
lo più del tipo a ruota orizzontale. Particolarmente diffuso nelle zone collinari e montane, il mulino a ruota
orizzontale sfruttava soprattutto la velocità e la pressione dell’acqua del fiume, che era attinta
indirettamente, attraverso un canale di derivazione.
Uno dei manufatti rilevati, il mulino Donatelli, localizzato nel comune di Morra De Sanctis, è stato
ristrutturato nel 2001 con un progetto finanziato dal Piano di Azione Locale “Terre d’Irpinia”: tra le azioni
materiali previste dal Piano era stato infatti previsto esplicitamente un intervento di restauro e ripristino
funzionale di uno dei mulini ad acqua dell’Alto Ofanto, da rendere fruibile e da destinare a nodo della rete
turistica e a sede di manifestazioni culturali legate ai temi della civiltà contadina e della difesa ambientale.
Attribuire, dunque, ad un bene architettonico, simbolo della civiltà contadina e con caratteristiche di
archeologia industriale, una funzione compatibile che valorizzasse i caratteri storici e culturali
scongiurandone, nel contempo, il processo di degrado.
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Fig. 6 _ MULINO DONADELLI: TIPICO MULINO IRPINO A RUOTA ORIZZONTALE,
RESTAURATO E RECUPERATO NELL’AMBITO DEGLI INTERVENTI DEL
GAL-CILSI.
La valle dell’Ofanto accoglie il bacino del lago di Conza: nato da uno sbarramento del fiume è un invaso
che copre circa 800 ettari e che oggi rappresenta uno delle più importanti zone umide del Mediterraneo
punto di transito di uccelli migratori.
Il Sito di Interesse Comunitario si estende su una superficie di 1.214 ettari con una variazione altitudinale
che va dai 400 m. ai 450 m. s.l.m. All'interno del SIC, nel suo ramo orientale, è completamente compresa
la Zona di Protezione Speciale (ZPS) Lago di Conza della Campania, la quale si estende su una superficie
di 530 ettari. La regione biogeografica di appartenenza di entrambi è la regione Mediterranea ed
interessata dai comuni di Conza della Campania e Cairano.
Inoltre, un aspetto particolarmente significativo dal punto di vista ambientale è rappresentato dalla
presenza di una folta vegetazione igrofila di tipo secondario che ospita una fauna quanto mai ricca e
diversificata. Altrettanto importante è la presenza di habitat tutelati a livello comunitario: stagni temporanei
mediterranei, formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo.
Fig. 7 _ OASI LAGO DI CONZA DELLA CAMPANIA
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4.
QUADRO NORMATIVO
Nel seguente paragrafo sono riportati gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra l'opera progettata e gli atti di
pianificazione e programmazione territoriali e settoriali a diverso livello di approfondimento da quello
comunitaria a quello regionale sino a quello locale.
La programmazione territoriale comprende:
−
La descrizione degli stati di attuazione degli atti di pianificazione in relazione al progetto analizzato;
−
La descrizione dei rapporti di coerenza del progetto con gli obiettivi perseguiti dagli strumenti
pianificatori, evidenziando le eventuali modificazioni intervenute nelle ipotesi di sviluppo del
territorio e l'indicazione degli interventi connessi o complementari rispetto a quello proposto.
4.1
PIANIFICAZIONE
ENERGETICA:
DALLA
COMUNITARIA
ALLA
REGIONALE
L’impegno contratto con la sottoscrizione del Protocollo di Kyoto e la crescente consapevolezza dei
problemi generati dall’uso di combustibili fossili, ha, negli ultimi anni, orientato l’Italia e gli Stati membro
dell’UE, alla promozione dello sviluppo delle fonti di energia rinnovabile.
Nel giugno 2010, il governo italiano, a cui si delegava il recepimento della direttiva della Comunità Europea
2009/28, ha definito il Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili dell’Italia.
La direttiva 2009/28/CE stabilisce un quadro comune per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili e
fissa obiettivi nazionali obbligatori per la quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo
finale lordo di energia e per la quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti.
Il Piano Energetico Ambientale Regionale , la cui proposta è stata adottata con DGR n. 475 del 18
marzo 2009, assume quale riferimento strategico, la strada indicata dall’Unione Europea con
l’approvazione del pacchetto clima, che impone una improcrastinabile declinazione a livello nazionale degli
obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni climalteranti, da ripartire
successivamente, in modo equo e condiviso, tra le Regioni, tramite il meccanismo del burdensharing.
Il documento indica una serie di obiettivi generali e specifici, la cui attuazione sarà poi delineata in maggior
dettaglio in un successivo Piano d’Azione per l’energia e l’ambiente, da definire nell’ambito
dell’aggiornamento del PASER.
Il Piano d’Azione per l’Energia (PAE) è lo strumento operativo del Piano Energetico Regionale di cui ne
recepisce gli obiettivi generali, peraltro già delineati nelle linee di indirizzo strategico: contiene un insieme
di interventi e azioni da effettuare nel breve e medio periodo, propedeutiche ad una più corretta gestione
dell’energia in Campania.
Uno degli obiettivi posti dal documento è la riduzione del deficit del bilancio elettrico regionale attraverso un
programma di interventi mirati, sia nel settore dei consumi, sia in quello della produzione di energia,
tutelando prioritariamente l’ambiente, la salute e la sicurezza pubblica.
Le linee d’indirizzo strategico del PEAR definiscono finalità, obiettivi e approccio metodologico per la
definizione di un Piano energetico regionale “quale strumento per la programmazione di uno sviluppo
economico ecosostenibile mediante interventi atti a conseguire livelli più elevati di efficienza, competitività,
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flessibilità e sicurezza nell’ambito delle azioni a sostegno dell’uso razionale delle risorse, del risparmio
energetico e dell’utilizzo di fonti rinnovabili non climalteranti”.
Il Piano di Azione per lo Sviluppo Economico Regionale (PASER) approvato nell’agosto 2006 ed
aggiornato annualmente, prevede al suo interno linee di azione riguardanti il sostegno allo sviluppo
produttivo e la competitività del tessuto imprenditoriale regionale, in settori strategici, quale la produzione di
energia, nell’ambito di programmi integrati di ricerca e innovazione, trasferimento e sviluppo tecnologico.
La linea d’azione 1 del PASER, in particolare, affida un ruolo centrale al comparto produzione energetica,
in particolare alle fonti energetiche rinnovabili, al fine di promuovere lo sviluppo della filiera agro-energetica
regionale, attraverso l’implementazione di adeguati processi territoriali che incidano sulla governance e sui
modelli gestionali al fine di:
a. potenziare lo smaltimento e valorizzazione agro energetica degli scarti agroforestali, agroindustriali
e del comparto zootecnico regionale con apposite piattaforme integrate per lo smaltimento e
valorizzazione degli scarti e dei reflui da un punto di vista energetico – biogas – per usi termici ed
elettrici, nonché agronomico – ammendanti e fertilizzanti;
b. favorire lo sviluppo di colture bioenergetiche oleaginose e successiva trasformazione in
biocombustibili, nonché di colture bioenergetiche per la combustione diretta in impianti FER
incrociando obiettivi ed azioni per lo sviluppo di aziende agro energetiche e di consorzi che vedano
coinvolte in formule gestionali innovative le stesse comunità locali;
c.
provvedere a corredare la promozione della filiera con il supporto di adeguate azioni di analisi,
pianificazione e programmazione, in ottemperanza alla Legge 10/91, al Dlgs 387/03 e alla restante
normativa in materia.
4.2
LINEE GUIDA PER L’INSERIMENTO DELL’EOLICO
Il decreto Legislativo 387/2003 che regola lo svolgimento del procedimento di Autorizzazione degli impianti
di produzione di energia da fonte rinnovabile,ai sensi dell’art.12 comma 10, stabilisce che in Conferenza
Unificata, su proposta del Ministro delle Attività produttive, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, si approvino le linee guida per lo
svolgimento del procedimento di rilascio dell’autorizzazione unica.
Con DM 10/9/2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, n° 219 del 18/9/2010, il MISE ha
emanato le “Linee guida per il procedimento di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003,
n. 387 per l’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti
rinnovabili nonché linee guida tecniche per gli impianti stessi” in applicazione del citato comma 10 dell’art.
12 del D.lgs. 387/03.
Le linee guida, in particolare, assicurano il corretto inserimento degli impianti con specifico riferimento,
riguardo agli impianti eolici, nel paesaggio.
Nella parte IV, presente nelle Linee Guida Nazionali “Inserimento degli impianti nel paesaggio e sul
territorio”, sono dettati i criteri progettuali atti a definire il progetto nell’ambito di una valutazione positiva.
L’Allegato 4 alle Linee guida “Impianti eolici: elementi per il corretto inserimento nel paesaggio e sul
territorio”, evidenzia le modalità dei possibili impatti ambientali e paesaggistici e indica i criteri di
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inserimento e le misure di mitigazione di cui tener conto, sia in fase di progettazione che in fase di
valutazione di compatibilità dei progetti.
Il presente progetto risponde ai criteri delineati nell’allegato, fermo restando che sono da ritenersi generali
visto che la sostenibilità degli impianti dipende da diversi fattori e luoghi: potenze e tipologie differenti
possono presentare criticità sensibilmente diverse.
La Regione Campania con Decreto Dirigenziale n. 50 del 18/02/2011 ha emanato i “Criteri per la uniforme
applicazione delle linee guida per il procedimento di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre
2003, n. 387 per l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica
da fonti rinnovabili nonche' linee guida tecniche per gli impianti stessi" emanate con DM (MISE) 10/9/2010
pubblicato in GU n° 219 del 18/9/2010.
4.3 AREE PROTETTE
La legge n. 394/91 Legge Quadro sulle aree Protette ha definito la classificazione delle aree naturali
protette. La tutela delle specie e degli habitat in Campania è garantita da un sistema di
aree protette regionali e nazionali che possiamo riassumere, secondo una scala
gerarchica, come segue:
−
Parchi Nazionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o
più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici; una o più formazioni
fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori
naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l’intervento dello
Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future;
−
Parchi Regionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di
mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una
o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai
valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali;
−
Riserve Naturali Statali e Regionali: sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che
contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero
presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle
risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli
elementi naturalistici in esse rappresentati;
−
Zone umide di interesse internazionale: sono costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere
oppure zone naturali o artificiali d’acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina
la cui profondità, quando c’è bassa marea, non superi i sei metri e che, per le loro caratteristiche,
possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar;
−
Altre aree naturali protette: sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani
ecc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite
cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con
provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti;
WESTWIND S.r.l.
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La Regione Campania ha recepito la normativa nazionale con la Legge Regionale n. 33 del 1° settembre
1993 Istituzione di parchi e riserve naturali in Campania, individuando il programma delle Aree naturali
protette.
Allo stato attuale il sistema regionale delle Aree Protette è così costituito:
AREE NATURALI PROTETTE PER TIPOLOGIA E SUPERFICIE (ha) IN CAMPANIA
PARCHI NAZIONALI
area
superficie
provincia
Cilento e Vallo di Diano
178.172,00
SA
Vesuvio
7.259,00
NA
185.431,00
PARCHI REGIONALI
Sup.regional
e%
13,64
Campi Flegrei
16.000,00
NA
Matese
33.326,53
BN, CE
Monti Lattari
16.000,00
NA
Monti Picentini
62.200,00
SA, AV
Partenio
16.650,00
AV, BN, CE, NA
Roccamonfina e Foce Garigliano
11.000,00
CE
Taburno – Camposauro
12.370,00
BN
Fiume Sarno
167.546,00
AREE MARINE PROTETTE
12,32
Punta Campanella
1.539,00
NA, SA
Baia
176,60
NA
Gaiola
41,60
NA
0,13
1.757,20
RISERVE REGIONALI
RISERVE STATALI
Foce Sele e Tanagro
6.900,00
AV, SA
Foce Volturno e Costa di Licola
1.540,00
CE, NA
Lago Falciano
90,00
CE
Monti Eremita Marzano
1.005,00
SA
Castelvolturno
10.030,00
268,14
CE
Cratere degli Astroni
250,00
NA
Isola di Vivara
35,63
NA
Tirone Alto Vesuvio
1.005,00
NA
Valle delle Ferriere
455,00
SA
0,74
2.013,77
ALTRE AREE PROTETTE
Baia di Ieranto
49,50
NA
Bosco di San Silvestro
76,00
CE
Monte Polveracchio
200,00
SA
Diecimare
444,00
SA
769,50
SITI DI IMPORTANZA
COMUNITARIA
SITI DI PROTEZIONE
SPECIALE
0,15
n°132
n°8
WESTWIND S.r.l.
23
0,06
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
367.548,00
TOTALE
27,04
Tab.1_ AREE PROTETTE DELLA CAMPANIA / FONTE: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, IV Aggiornamento
Elenco Ufficiale Aree protette – E.U.A.P.- deliberazione 25 luglio 2002
La provincia di Avellino è interessata:
−
dal Parco Regionale dei Monti Picentini e del Partenio;
−
dalla Riserva Regionale Foce Sele e Tanagro.
4.4.1 La rete ecologica Natura 2000
Il sistema di aree protette sopra riportato viene integrato da uno degli strumenti fondamentali per la
conservazione della biodiversità che è la Rete Natura 2000. Si tratta di una rete pan europea di siti tutelati
in virtù della Direttiva Uccelli e della Direttiva Habitat dell’Unione Europea.
La rete è composta dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS) previste dalla direttiva Uccelli 79/409/CEE e
dai Siti di Importanza Comunitaria (SIC) individuati in base alla direttiva 92/43/CEE Habitat.
Quest’ultima, recepita con D.P.R. 357/97, ha disciplinato le procedure per la realizzazione del progetto di
rete ecologica Natura 2000; essa ha previsto il censimento, su tutto il territorio degli Stati membri, degli
habitat naturali e seminaturali e degli habitat delle specie faunistiche inserite negli allegati della stessa
Direttiva.
Essa ha dato vita al programma di ricerca nazionale denominato Progetto Bioitaly per l'individuazione e
delimitazione dei Siti di Importanza Comunitaria proposti (pSIC) e delle Zone a Protezione Speciale (ZPS)
individuate ai sensi della Direttiva Comunitaria 79/409/CEE Uccelli.
La Rete “Natura 2000” della Provincia di Avellino è costituita da 15 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), ai
sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”.
Di tutte le aree facenti parte della Rete “Natura 2000” della provincia di Avellino, sette non sono incluse, in
tutto o in parte, in porzioni di territorio già tutelate sulla base di normative nazionali o regionali di
conservazione di aree ad elevato valore naturalistico ed ambientale (parchi naturali, riserve naturali, ecc.).
4.4.2 Siti d’importanza comunitaria (SIC)
Designati ai sensi della direttiva 92/43/CEE, sono costituiti da aree naturali che contengono zone terrestri
o acquatiche che si distinguono grazie alle loro caratteristiche geografiche, abiotiche e biotiche, naturali o
seminaturali (habitat naturali) e che contribuiscono in modo significativo a conservare, o ripristinare, un tipo
di habitat naturale o una specie della flora e della fauna selvatiche di cui all’allegato I e II della direttiva
92/43/CEE.
Nella tabella seguente si riporta l’elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) della provincia di Avellino:
Codice
Denominazione SIC
Superficie (ha)
Note
IT8040003
ALTA VALLE DEL FIUME OFANTO
590
parzialmente incluso nel Parco
IT8040004
BOSCHI DI GUARDIA DEI LOMBARDI E
dei Monti Picentini
2.919
ANDRETTA
WESTWIND S.r.l.
24
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
IT8040005
BOSCO DI ZAMPAGLIONE - CALITRI
9.514
IT8040006
DORSALE MONTI DEL PARTENIO
15.641
IT8040007
LAGO DI CONZA DELLA CAMPANIA
530
IT8040008
LAGO DI S.PIETRO- ACQUAVERDE
604
IT8040009
MONTE ACCELLICA
4.795
incluso nel Parcodei Monti Picentini
IT8040010
MONTE CERVIALTO E MONTAGNONE DI
11.884
incluso nel Parco dei Monti Picentini
incluso nel Parco del Partenio
NUSCO
IT8040011
MONTE TERMINIO
9.359
incluso nel Parco dei Monti Picentini
IT8040012
MONTE TUORO
2.188
incluso nel Parco dei Monti Picentini
IT8040013
MONTI DI LAURO
7.040
parzialmente incluso nel parco del
fiume Sarno
IT8040014
PIANA DEL DRAGONE
686
IT8040010
PIETRA MAULA (TAURANO – VISCIANO)
3.526
IT8040010
QUERCETA DELL’INCORONATA (NUSCO)
1.362
IT8040010
BOSCO DI MONTEFUSCO IRPINO
713
incluso nel Parco dei Monti Picentini
Tab.2_ ELENCO SIC - PROVINCIA DI AVELLINO / FONTE: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, IV Aggiornamento
Elenco Ufficiale Aree protette, Allegato I
4.4.3 Zone di Protezione Speciale (ZPS)
Designate ai sensi della
direttiva 79/409/CEE, sono costituite da territori
idonei per estensione e/o
localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli di cui all’allegato I della direttiva citata,
concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Nella tabella seguente si riporta l’elenco dei Zone di Protezione Speciale (ZPS) della provincia di Avellino:
Codice
Denominazione ZPS
Superficie (ha)
IT8040007
LAGO DI CONZA DELLA CAMPANIA
1.214
IT8040021
PICENTINI
63.761
IT8040022
BOSCHI E SORGENTI DELLA BARONIA
3.478
Note
incluso nel Parco dei Monti Picentini
Tab.3_ ELENCO ZPS - PROVINCIA DI AVELLINO / FONTE: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, IV
Aggiornamento Elenco Ufficiale Aree protette, Allegato I
4.4.4ImportantBirdAreas (IBA)
L’acronimo IBA – Important Birds Areas – identifica i luoghi strategicamente importanti per la
conservazione delle oltre 9.000 specie di uccelli ed è attribuito da Bird Life International, l’associazione
internazionale che riunisce oltre 100 associazioni ambientaliste e protezioniste (tra cui in Italia la LIPU).
Nate dalla necessità di individuare le aree da proteggere attraverso la direttiva Uccelli 409/79, che già
prevedeva l’individuazione di “Zone di Protezione Speciali per la Fauna”, le aree IBA rivestono oggi grande
importanza per lo sviluppo e la tutela delle popolazioni di uccelli che vi risiedono stanzialmente o
stagionalmente. Le aree IBA, per le caratteristiche che le contraddistinguono, rientrano spessissimo tra le
zone protette anche da altre direttive europee o internazionali come,
ad esempio, la convenzione di Ramsar.
WESTWIND S.r.l.
25
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Nella provincia di Avellino, tra le IBA individuate nella regione Campania, ricade l’area IBA 133 - Monti
Picentini, sovrapponendosi parzialmente alla ZPS designata ai sensi della Direttiva 79/409/CEE
Uccelli(Fig7).
UBICAZIONE IMPIANTO
Fig.8_ RETE IBA/ ZPS REGIONE CAMPANIA/ FONTE: Lipu
Dal riscontro di tali elenchi con quanto riportato negli strumenti di pianificazione territoriale,
regionale e subregionale, si rileva che il progetto dell’impianto eolico è esterno al perimetro delle
aree naturali protette.
Tuttavia, tra i siti SIC più prossimi si evidenzia:
−
SIC IT- 8040007 “Lago di Conza della Campania” a circa 1 Km dal più vicino aerogeneratore.
La Westwind S.r.l., su richiesta della Regione Campania _ Settore Ambiente AGC 05, per la procedura
V.I.A., ha redatto opportuna Valutazione d’Incidenza (rif. S.I. Studio d’incidenza Rev 00) per la prossimità
dell’impianto all’area SIC IT 8040007 “Lago di Conza della Campania”.
4.5
PIANIFICAZIONE DI BACINO
L’Autorità di Bacino della Puglia è stata istituita con Legge Regionale 9 dicembre 2002 n. 19 con sede in
Bari, con competenza sia sui sistemi idrografici regionali, così come definiti dalla delibera del Consiglio
regionale n. 109 del 18 dicembre 1991, che, per effetto delle intese sottoscritte con le Regioni Basilicata e
WESTWIND S.r.l.
26
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Campania, sul bacino idrografico interregionale Ofanto, approvate dal Consiglio regionale con
provvedimento n. 110 del 18 dicembre 1991.
Fig.9_ COMUNI RICADENTI NEL PAI PUGLIA
In data 30.11.2005 è stato approvato in via definitiva il PIANO DI BACINO DELLA PUGLIA, STRALCIO
"ASSETTO IDROGEOLOGICO" (PAI).
Il PAI ha come obiettivo specifico l’individuazione delle aree a rischio di frana e di alluvione e la previsione
di azioni finalizzate alla prevenzione e mitigazione di detto rischio sul territorio.
Le opere di progetto non appartengono ad alcuna delle aree a pericolosità idraulica così come definite
dagli artt. 7, 8 e 9 delle N.T.A. Per approfondimenti riguardo l’assetto idrogeologico, consultare gli elaborati
specifici relativi allo studio idraulico e idrologico.
4.3
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE REGIONALE
In attuazione all’art. 13 della L.R. n. 16 del 22 gennaio 2004 “Governo del Territorio”, mediante
deliberazione n. 1956 della Giunta Regionale Campania - Area Generale di Coordinamento - è stato
approvato il Piano Territoriale Regionale (PTR).
Il PTR individua il patrimonio di risorse ambientali e storico culturali del territorio, definisce le strategie di
sviluppo locale, detta le linee guida e gli indirizzi per la pianificazione territoriale e paesaggistica in
Campania.
Il Piano si articola in:
WESTWIND S.r.l.
27
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
−
progetto di legge;
−
documento di piano - con 5 quadri territoriali di riferimento utili ad attivare una pianificazione d'area
vasta concertata con le Province (reti, ambienti insediativi, sistemi territoriali di sviluppo, campi
territoriali complessi: indirizzi per le intese intercomunali e buone pratiche di pianificazione);
−
linee guida per il paesaggio;
−
cartografia.
Le Linee Guida per il paesaggio e la relativa cartografia di piano costituiscono, pertanto, elemento
necessario, nonché parte integrante del piano, per raccordare armonicamente le previsioni del Codice per
i Beni Culturali e del Paesaggio, nella versione vigente, al sistema di pianificazione territoriale e urbanistica
attraverso cui la Regione Campania ha, a suo tempo, con la LR 16/2004, ritenuto di dover assicurare il
governo del proprio territorio.
La definizione di Linee guida per il paesaggio in Campania nel Piano Territoriale Regionale (PTR) risponde
a tre esigenze specifiche:
−
adeguare la proposta di PTR e le procedure di pianificazione paesaggistica in Campania ai
rilevanti mutamenti intervenuti nella legislazione internazionale (Convenzione Europa del
Paesaggio, ratificata dallo Stato italiano con la legge 9 gennaio 2006 n. 14), ed in quella nazionale,
con l’entrata in vigore del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42
come modificato dall’art. 14 del D.Lgs. 24 marzo 2006 n. 157);
−
definire direttive, indirizzi ed approcci operativi per una effettiva e coerente attuazione, nella
pianificazione provinciale e comunale, dei principi di sostenibilità, di tutela dell’integrità fisica e
dell’identità culturale del territorio, dei paesaggi, dello spazio rurale e aperto e del sistema costiero,
contenuti nella legge L.R. 16/04;
−
dare risposta alle osservazioni avanzate in seno alle Conferenze provinciali di pianificazione,
richiedenti l’integrazione della proposta di PTR con un quadro di riferimento strutturale, supportato
da idonee cartografie, con valore di statuto del territorio regionale.
Le Linee guida indicano il percorso metodologico e definiscono delle strategie per il paesaggio in
Campania, esprimendo indirizzi di merito per la pianificazione provinciale e comunale.
In particolare:
a. forniscono criteri ed indirizzi di tutela, valorizzazione, salvaguardia e gestione del paesaggio per la
pianificazione provinciale e comunale, finalizzati alla tutela dell’integrità fisica e dell’identità
culturale del territorio, come indicato all’art. 2 della L.R. 16/04;
b. definiscono il quadro di coerenza per la definizione nei Piani Territoriali di Coordinamento
Provinciale (PTCP) delle disposizioni in materia paesaggistica, di difesa del suolo e delle acque, di
protezione della natura, dell’ambiente e delle bellezze naturali, al fine di consentire alle province di
promuovere, secondo le modalità stabilite dall’art. 20 della citata L. R. 16/04, le intese con
amministrazioni e/o organi competenti;
c.
definiscono gli indirizzi per lo sviluppo sostenibile e i criteri generali da rispettare nella valutazione
dei carichi insediativi ammissibili sul territorio, in attuazione dell’art. 13 della L.R. 16/04.
WESTWIND S.r.l.
28
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Attraverso le Linee guida per il paesaggio in Campania, la Regione indica alle Province e ai Comuni un
percorso istituzionale ed operativo coerente con i principi dettati dalla Convenzione europea del paesaggio,
dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e dalla L.R. 16/04, definendo direttive specifiche, indirizzi e
criteri metodologici il cui rispetto è cogente ai fini della verifica di coerenza dei piani territoriali di
coordinamento provinciali (PTCP), dei piani urbanistici comunali (PUC) e dei piani di settore, da parte dei
rispettivi organi competenti, nonché per la valutazione ambientale strategica prevista dall’art 47 della L.R.
16/04.
Le disposizioni contenute nelle Linee guida per il paesaggio in Campania sono specificatamente collegate
con la cartografia di piano, la quale:
−
costituisce indirizzo e criterio metodologico per la redazione dei PTCP e dei PUC e rappresenta il
quadro di riferimento unitario per la pianificazione paesaggistica, la verifica di coerenza e la
valutazione ambientale strategica degli stessi, nonché dei piani di settore di cui all’art. 14 della L.R.
16/04;
−
definisce nel suo complesso la carta dei paesaggi della Campania, con valenza di statuto del
territorio regionale, inteso come quadro istituzionale di riferimento del complessivo sistema di
risorse
fisiche,
ecologico-naturalistiche,
agroforestali,
storico-culturali
e
archeologiche,
semiologico-percettive, nonché delle rispettive relazioni e della disciplina di uso sostenibile che
definiscono l’identità dei luoghi;
−
rappresenta la base strutturale per la redazione delle cartografie paesaggistiche provinciali e
comunali.
Nelle Linee Guida,
sono individuati 9 "Ambienti insediativi" per inquadrare gli assetti territoriali della
regione in maniera sufficientemente articolata, e 43 "Sistemi Territoriali Locali" raggruppati in 6 tipi areali:
−
sistemi a dominante naturalistica;
−
sistemi a dominante rurale – culturale;
−
sistemi a dominante rurale- manifatturiera;
−
sistemi urbani;
−
sistemi a dominante urbano-industriale;
−
sistemi costieri a dominante paesistico - ambientale - culturale.
WESTWIND S.r.l.
29
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
UBICAZIONE IMPIANTO
Fig. 9_SISTEMI TERRITORIALI LOCALI/FONTE: Piano Territoriale Regione Campania
Si evince che l'area di intervento ricade nel "Sistema a dominante rurale- industriale" C1 (Fig. 9).
Riguardo la tematica della pianificazione paesistica regionale, nelle linee guida sono presenti elenchi e
rappresentazioni cartografiche riguardanti:
−
La perimetrazione dei Piani Territoriali Paesistici;
−
I beni considerati di elevato pregio ricadenti in aree esterne ai PTP, quali le aree di tutela
paesistica ai sensi dell'articolo 139 del D.Lgs 490/99, i parchi di interesse nazionale e le riserve
naturali statali (L 394/91), i parchi e le riserve naturali regionali (LR 33/93), le aree individuate
come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) (Fig.10).
WESTWIND S.r.l.
30
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
UBICAZIONE IMPIANTO
Fig.10_ AREE PROTETTE E SITI “UNESCO” PATRIMONIO DELL’UMANITA’/ FONTE: Cartografia PianoTerritoriale Regione
Campania
Dall'analisi della documentazione cartografica di piano, si rileva che l'area oggetto dell'intervento
non ricade nel perimetro di Piani Paesistici, ne si riscontrano interferenze tra le opere in progetto e
le aree di valore paesaggistico individuate.
4.3.1 La Carta dei paesaggi della Campania
La Carta dei paesaggi della Campania prevede:
elaborati di analisi
−
Sistemi di terre;
−
Uso agricolo dei suoli;
−
Dinamiche delle coperture delle terre 1960-2000
Elaborati costituenti la carta dei paesaggi della Campania
WESTWIND S.r.l.
31
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
−
Carta delle risorse naturalistiche ed agroforestali;
−
Carta dei sistemi del territorio rurale e aperto;
−
Carta delle strutture storico-archeologiche;
−
Schema di articolazione dei paesaggi della Campania.
Tali elaborati costituiscono nel loro insieme la Carta dei paesaggi della Campania, redatta e definita come
statuto del territorio regionale. Essi costituiscono il principale riferimento per la definizione di strategie ed
indirizzi di salvaguardia e gestione sostenibile dei paesaggi e delle risorse ecologiche, agroambientali,
storico-archeologico e paesaggistiche ad essi collegate, in accordo con i principi dettati dal Codice di beni
culturali e del paesaggio e dalla Convenzione europea del paesaggio.
UBICAZIONE IMPIANTO
Fig.11_ CARTA DEI SISTEMI DEL TERRITORIO RURALE E APERTO/ FONTE:Carta dei paesaggi- PTR Campania
La Carta dei sistemi del territorio rurale e aperto identifica partizioni geografiche del territorio regionale per
gli aspetti fisiografici di scala regionale che influenzano la gestione sostenibile, le potenzialità produttive ed
ecologiche ed il rischio di degradazione delle risorse del territorio rurale e aperto (suoli, acque, ecosistemi);
WESTWIND S.r.l.
32
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
per la specifica diffusione ed organizzazione spaziale delle risorse naturalistiche ed agroforestali presenti;
per la diversa influenza delle dinamiche di trasformazione del territorio rurale e aperto nell’arco dell’ultimo
quarantennio.
La legenda della carta dei sistemi del territorio rurale e aperto è articolata gerarchicamente in 5 grandi
sistemi, 12 sistemi e 56 sottosistemi, come sintetizzato nella tabella seguente.
Le caratteristiche salienti dei diversi sistemi del territorio rurale e aperto sono riassunte nelle schede
descrittive riportata di seguito e costituiscono parte integrante delle presenti Linee guida.
Struttura schematica complessiva della legenda della Carta dei sistemi del territorio rurale e aperto:
GRANDI SISTEMI
Aree montane
SISTEMI
SOTTOSISTEMI
Massicci e complessi montuosi
delladorsale appenninica
interna, a substrato calcareo,
con coperture piroclastiche.
1 Massiccio del Matese
2 Monte Taburno-Camposauro
3 Monti Picentini
4 Monte Marzano e dorsale della Maddalena
5 Massiccio degli Alburni
6 Complesso del Cervati
Rilievi e complessi montuosi
della dorsale appenninica
interna, a substratoterrigeno,
costituito da alternanze
marnoso-arenacee, marnoso
calcaree,conglomeratiche.
7 Rilievi montani dell’alto Tammaro
Dorsali e rilievi montuosi isolati
della fascia preappenninica e
costiera, asubstrato calcareo,
localmente terrigeno(Monte
Stella).
9 Monti Tifatini e del monte Maggiore
8 Monti Gelbison e Centaurino
10 Monte Massico
11 Monti di Avella, Montevergine e Pizzo
d’Alvano
12 Monti Vesole e Soprano
13 Rilievi della penisola Sorrentina-Amalfitana
14 Monte Stella
15 Monte Bulgheria
Aree collinari
16 Colline dell’Alto Tammaro e Fortore
Rilievi collinari interni, a
litologiaargillosa
17 Colline dell’Alta Irpinia
Rilievi collinari interni, a
litologiamarnoso-calcarea
emarnoso-arenacea
18 Colline del Medio Volturno
19 Valle Telesina
20 Colline del Sabato e del Calore Beneventano
21 Colline del Calore Irpino e dell’Ufita
22 Colline dell’Ofanto
23 Conca di Avellino
24 Colline della Bassa Irpinia
WESTWIND S.r.l.
33
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
25 Colline del Tanagro e dell’Alto Sele
26 Conca di Montella e Bagnoli Irpino
Rilievi collinari della fascia
costiera, a litologia marnosocalcarea,
marnosoarenacea,
calcarea, conglomeratica
27 Colline di Salerno ed Eboli
28 Colline del Calore Lucano
29 Colline costiere del Cilento
30 Colline del Cilento interno
Complessi vulcanici
continentali
31 Vulcano di Roccamonfina
Complessi vulcanici
32 Campi Flegrei
continentali
33 Somma-Vesuvio
Aree di pianura
Pianure pedemontane e
terrazzate,morfologicamente
rilevate rispetto allivello di base
dei corsi d’acqua.
34 Pianura del Roccamonfina
35 Pianura casertana
36 Pianura flegrea
37 Pianura vesuviana
38 Pianura nolana, Vallo di Lauro e Baianese
39 Valle del Solofrana e dell’Irno
40 Piana del Sele
Valli e conche intramontane
interne,nell’alto e medio corso
dei fiumi e dei torrenti
appenninici.
41 Media Valle del Volturno
42 Piana di Monteverna
43 Valle Caudina
44 Vallo di Diano
Pianure alluvionali nel basso
corso dei fiumi e dei torrenti
appenninici.
45 Pianura del Garigliano
46 Pianura del Basso Volturno
47 Pianura dei Regi Lagni
48 Pianura del Sebeto
49 Pianura del Sele
Pianure costiere: aree di costa
bassa in corrispondenza delle
principali pianure alluvionali.
50 Pianura costiera del Garigliano
51 Pianura costiera del Volturno e del litor.
Flegreo
52 Pianura costiera del Sarno
53 Pianura costiera del Sele
54 Isola di Procida
Isole del golfo di
55 Isola d’Ischia
Napoli
Tab.4_ LEGENDA CARTA DEI SISTEMI DEL TERRITORIO RURALE E APERTO / FONTE: Carta dei paesaggi
PTR Campania
WESTWIND S.r.l.
34
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Dalla cartografia di Piano, si evince che l'area d’intervento appartiene ai grandi sistemi delle aree
collinari a litologia marnoso-calcarea e marnoso-arenacea delle colline dell’Ofanto (tab. 4).
4.6
PIANIFICAZIONE PROVINCIALE
La Provincia di Avellino sta elaborando la proposta di Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
ai sensi della legge regionale di Governo del Territorio n.16/2004.
La Giunta Provinciale con delibera n. 196 del 21/10/2010 ha approvato gli "Indirizzi Programmatici per il
PTCP" utili alla individuazione degli assetti generali del territorio e delle relative strategie socioeconomiche.
Il suddetto documento è stato il frutto del lavoro di sintesi di quanto già elaborato dalla Provincia di Avellino
ed in particolare:
−
da quanto contenuto nel Preliminare di PTCP (adottato con delibera di Consiglio Provinciale n. 51
del 22/04/2004);
−
dal contributo fornito dalla Provincia di Avellino, dopo ampio coinvolgimento di tutti i Comuni, gli
Enti e le organizzazioni del territorio provinciale, alla redazione del Piano Territoriale Regionale
(PTR), attraverso le proprie "Osservazioni e proposte di modifica al PTR", approvate dal Consiglio
Provinciale con delibera n. 61 del 6/06/2006 ed ad essa allegate (all. A ed F);
−
da quanto previsto dalla delibera di Giunta Provinciale n. 23 del 2/02/2007 e con la quale, tra
l'altro, si è approvato l'iter per la realizzazione del PTCP, individuando un percorso in più fasi, in cui
è ricompresa anche la definizione degli indirizzi programmatici del PTCP;
−
dal quadro economico sociale della Provincia di Avellino delineato nel "Rapporto Irpinia 2010" e
presentato nell'ambito del convegno tenutosi il 14/01/2010;
−
da quanto emerso nelle "Conferenze Territoriali per lo sviluppo sostenibile" indette ai sensi della
legge regionale 13/2008, dalla Provincia di Avellino con i Comuni, aggregati nei sette Sistemi
Territoriali di Sviluppo (STS) individuati dal Piano Territoriale Regionale (PTR), unitamente agli Enti
territoriali (Regione Campania, Comunità Montane, Enti Parco, ASI, ecc.), alle organizzazioni
sindacali, economiche (Confindustria, Ance, Confcommercio, CNA, ecc.), professionali (ordini e
collegi professionali), sociali, culturali e ambientali (associazioni dei consumatori, Legambiente,
Fai, Federnatura, ecc.) e tenutesi nei periodi compresi tra il 4 e il 29 settembre 2009, tra il 17 e il
25 maggio 2010 e tra il 6 e il 16 luglio 2010.
Il PTCP fa rientrare i Comuni di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza nel Sistema Territoriale
dell’Alta Irpinia per il quale delinea le risorse, le dotazioni e le vocazioni.
Il PTCP della provincia di Avellino classifica il territorio comunale di Conza della Campania nell’ambito del
sistema territoriale definito Alta Irpinia, sottosistema Valle dell’Ofanto, ad alta caratterizzazione rurale,
contraddistinto da filiere cerealicole e zootecniche, ma con insufficiente caratterizzazione della produzione
agraria. Per l’area è evidenziata una scarsa redditività delle colture e l’isolamento dei territori, oltre che
l’arretratezza del contesto socioeconomico, una bassa densità di popolazione, il decremento demografico e
la diminuzione delle imprese.
WESTWIND S.r.l.
35
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Il sistema rappresenta un bacino di naturalità diffusa dove, tuttavia, si afferma che la presenza di campi
eolici rappresenta un elemento di caratterizzazione di un paesaggio in molti casiprivo di elementi di
riconoscibilità.
Tra gli obiettivi del Piano, ribadita la presenza in Alta Irpinia di campi eolici, si identifica
l’opportunità di veicolare l’orientamento rafforzando lavocazione a realizzare tali infrastrutture.
4.7
PIANIFICAZIONE COMUNALE
Gli aerogeneratori ( N°1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8) e le opere elettriche ubicati nel territorio comunale di Conza
della Campania, ai sensi della vigente variante al Piano Regolatore Generale del 12 aprile 2001, acclusa al
progetto, ricadono in zona omogenea agricola “E”, che resta disciplinata, da un punto di vista urbanistico,
dall’art. 38 delle Norme di Attuazione a detta variante.
Sant’Andrea di Conza è dotato di Piano Regolatore Generale adottato con Deliberazione Consiliare n. 25
del 14/01/1985: le particelle interessate dagli aerogeneratori N°9, 10, 11, ricadenti nel Comune di
Sant’Andrea di Conza, sono classificate come zona agricola.
4.8
VINCOLI E FASCE DI RISPETTO
La tutela paesaggistica, introdotta dalla legge 1497/39, è stata estesa ad un'ampia parte del territorio
nazionale dalla legge 431/85 che sottopone a vincolo, ai sensi della normativa precedente, una nuova serie
di beni ambientali e paesaggistici. Il TU in materia di beni culturali ed ambientali D.Lgs 490/99,
riorganizzando e sistematizzando la normativa nazionale esistente, riconferma i dettami della Legge
431/85.
Il 22 gennaio 2004 è stato emanato il D.Lgs. n.42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, che dal maggio
2004 regola la materia ed abroga, tra gli altri, il D.Lgs 490/99.
Lo stesso D.Lgs. n. 42/04 è stato, successivamente modificato ed integrato dai D.Lgs.nn. 156 e 157/2006.
4.8.1Vincoli paesaggistici
Secondo la strumentazione legislativa vigente, sono beni paesaggistici gli immobili e le aree indicati dal
Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (art. 134) costituenti espressione dei valori storici, culturali,
naturali, morfologici ed estetici del territorio, e ogni altro bene individuato dalla legge, vale a dire:
−
Gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico (articolo 136):
a. Le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità
geologica;
b. Le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del presente
codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza;
c.
I complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore
estetico e tradizionale;
d. Le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di
belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
le aree tutelate per legge che alla data del 6 settembre 1985 non erano delimitate negli
−
strumenti urbanistici come zone A e B e non erano delimitate negli strumenti urbanistici ai
sensi del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, come zone diverse dalle zone A e B, ma
ricomprese in piani pluriennali di attuazione, a condizione che le relative previsioni siano
state concretamente realizzate (articolo 142):
a. I territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia,
anche per i terreni elevati sul mare;
b. I territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea
di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;
c.
I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle
disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11
dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri
ciascuna; (La disposizione non si applica in tutto o in parte, nel caso in cui la Regione
abbia ritenuto irrilevanti ai fini paesaggistici includendoli in apposito elenco reso pubblico e
comunicato al Ministero);
d. Le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e
1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole;
e. I ghiacciai e i circhi glaciali;
f.
I parchi e le riserve nazionali o regionali, nonche' i territori di protezione esterna dei parchi;
g. I territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli
sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del
decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227;
h. Le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici;
i.
Le zone umide incluse nell'elenco previsto dal DPR 13 marzo 1976, n. 448;
l.
I vulcani;
m. Le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente
codice;
gli immobili e le aree tipizzati, individuati e sottoposti a tutela dai piani paesaggistici previsti
−
dagli articoli 143 e 156.
In particolare, i beni paesaggistici della Provincia di Avellino sono sostanzialmente rappresentati dalle aree
e dagli immobili indicati nell’art. 136 (come individuati ai sensi degli artt. da 138 a 141) e dalle aree indicate
all’art. 142 del D.Lgs. 42 del 22/01/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. In particolare gli
immobili e le aree di notevole interesse pubblico (art.136) assoggettate a vincolo paesaggistico con
apposito provvedimento amministrativo (Decreto Ministeriale) ex art. 157 del D.Lgs 42/2004 e s.m.i. sono:
COMUNE
DECRETO
LOCALITA’
Ariano Irpino
13 ottobre 1961
“Castello Normanno”
Avellino
4 gennaio 1956
“Villa comunale” – terreni in fondo e a valle della stessa
Bagnoli Irpino
28 marzo 1985
Ambito “Monti Picentini”- “Monte Cervialto” (zona 2)- vetta escluso Piano
Laceno
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Caposele
17 novembre 1955
Basilica di “S. Gerardo” ed il “collegio dei Padri Liguorini” – Fraz. Materdomini
Frigento
27 luglio 1966
Collina “Limiti” e collina “San Giovanni”
Mercogliano
9 febbraio 1967
Mercogliano
21 giugno 1991
Montella
28 marzo 1985
Montemiletto
21 dicembre 1999
Nusco
28 marzo 1985
Ospedaletto
Strada Statale di Montevergine-San Modestino e “Badia di
Loreto” - A valle
Centro urbano – Capocastello - Aja dello Scanduso - Esca
dei Morti
Ambito “Monti Picentini” - “Monte Accellica” (Zona1) Vetta escluso Piano Verteglia (d'Ischia)
Zona di Montaperto
Ambito “Monti Picentini” - “Monte Ramatico” (Zona 2) Vetta
24 giugno 1964
Intero territorio comunale
Serino
26 luglio 1966
“Monte Terminio” - “Colla di Basso”
Serino
28 marzo 1985
Summonte
14 giugno 1965
Venticano
24 marzo 1960
Volturara Irpinia
28 marzo 1985
d’Alpìnolo
Ambito “Monti Picentini” - “Monte Terminio” (Zona 1) Vetta e versante
Strada statale Summonte-Rotondi - Zona sita a monte
Zona tra la piazza Monumenti ai Caduti e la strada Chiaire Frazione di Campanarello
Ambito “Monti Picentini” - “Monte Terminio” (Zona 1) Vetta escluso Campolaspierto e Piano d'Ischia
Tab.5_ AREE DI TUTELA PAESISTICA PER DECRETO MINISTERIALE PROV. AVELLINO
FONTE: Linee Guida per il Paesaggio in Campania- PTR
Consultando, l’elenco degli "Immobili ed aree di notevole interesse pubblico" di cui al D.Lgs 42/04
art. 136 (tab.5), si deduce che nell’area in esame non emerge ne la presenza ne la prossimità di aree
vincolate ai sensi dell’art.136 del Codice.
In riferimento alle "aree tutela paesistica per legge" di cui al D.Lgs 42/04 art. 142 lett. c), si rileva
che l’area d’intervento, per alcuni tratti del cavidotto e in prossimità della strada di accesso alla
torre N°10, interferisce la fascia di rispetto fluviale ex lege, dei corsi d’acqua contenuti nell’elenco
delle acque pubbliche (Fig. 12).
Riguardo alle "Aree tutelate per legge" di cui al D.Lgs 42/04 art. 142 lett. g) dalla Carta dell’Uso dei
Suoli del PTR Campania, si rileva che le aree interessate dal parco eolico ricadono prevalentemente
in aree censite come “seminativi”, “prati e pascoli” e “arbusteti e aree in evoluzione” (Fig.13).
Non si rileva l’interferenza delle opere elettriche (cavidotto e opere elettriche) e infrastrutturali
(viabilità e piazzole) dell’intervento con le aree boschive tutelate per legge, ad eccezione del tratto
della strada di accesso alle torri N°7 e 8. Diversamente, i restanti tratti di cavidotto passanti per le
aree boschive non compromettono il vincolo paesaggistico in quanto percorrono strade esistenti.
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Fig.12_ INTERFERENZA DEL PARCO EOLICO CON LE ACQUE PUBBLICHE VINCOLATE AI SENSI DEL D.LGS 42/2004 art.142 lett. c)
FONTE: Tav. Uso dei Suoli - PTR Campania
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Fig.13_ INTERFERENZA DEL PARCO EOLICO CON LE AREE BOSCHIVE VINCOLATE AI SENSI DEL D.LGS 42/2004 art.142 lett. g)
FONTE: Tav. Uso dei Suoli - PTR Campania
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4.9
COERENZA DEL PROGETTO CON PROGRAMMI E PIANI
Linee Guida per la pianificazione territoriale regionale
Le Linee Guida hanno carattere di documento sintetico che rinvia al PTR lo svolgimento delle analisi
specialistiche indispensabili.
La ricognizione dei principi e degli obiettivi contenuti nel documento fa rilevare un buon livello di
coerenza del progetto in esame con essi.
L'area oggetto dell'intervento non ricade all'interno del perimetro di Piani Paesistici, e non si
riscontrano interferenze tra le opere in progetto e le aree di valore paesaggistico individuate.
Aree protette
L'analisi del "V Aggiornamento dell'elenco ufficiale delle aree naturali protette approvato con Delibera della
Conferenza Stato Regioni del 24.7.2003 e pubblicato nel Supplemento ordinario n. 144 alla Gazzetta
Ufficiale n. 205 del 4.9.2003", comprensivo di quelle appartenenti alla Regione Campania, ha evidenziato
che nessuna di queste interessa l'area di intervento.
Riguardo la rete ecologica "Natura 2000", nell’area vasta di indagine come detto non sono state
rilevate aree protette interessate dalla proposta progettuale.
PTCP Avellino
Rispetto alle strategie ed agli obiettivi del piano non si riscontrano motivi di incoerenza legati alla
realizzazione della proponenda opera; nell'ambito dei principi del piano, essi riguardano soprattutto la
programmazione del territorio ai fino di uno Sviluppo Sostenibile: esso comprende, tra le altre cose, quello
di incentivare l'insediamento di imprese innovative e la produzione di energie.
La localizzazione dell'intervento, dunque, non appare in contrasto con gli assetti territoriali
prefigurati dal piano.
Pianificazione Comunale
Riguardo gli orientamenti generali del PRG dei comuni di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza,
non si rilevano incongruenze tra il progetto e gli obiettivi del piano.
Vincolo Paesaggistico
Per quanto concerne il vincolo paesaggistico si è rilevato che:
−
Riguardo agli "Immobili ed aree di notevole interesse pubblico" di cui al D.Lgs 42/04 art. 136 non
si rileva la presenza nell'area di studio di aree oggetto di vincolo.
−
Riguardo alle "Aree tutelate per legge" di cui al D.Lgs 42/04 art. 142 lett. c) si rileva che l’area
d’intervento, per alcuni tratti del cavidotto e in prossimità della strada di accesso alla torre
N°10, interferisce la fascia di rispetto fluviale ex lege, dei corsi d’acqua contenuti nell’elenco
delle acque pubbliche
−
Riguardo alle "Aree tutelate per legge" di cui al D.Lgs 42/04 art. 142 lett. g) Non si rileva
l’interferenza delle opere elettriche (cavidotto e opere elettriche) e infrastrutturali (viabilità e
piazzole) dell’intervento con le aree boschive tutelate per legge, ad eccezione del tratto
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
della strada di accesso alle torri N°7 e 8. Diversamente, i restanti tratti di cavidotto passanti
per le aree boschive non compromettono il vincolo paesaggistico in quanto percorrono
strade esistenti.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
5.
QUADRO DEGLI IMPATTI SUL PAESAGGIO E LE SUE
COMPONENTI
”Paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui
carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” (art.1, Convenzione
Europea per il Paesaggio).
In questa definizione, pertanto, emerge la natura antropica attribuita al paesaggio, ovvero l'importanza
ricoperta dal ruolo dell'azione umana: è descritto come l'aspetto formale, estetico e percettivo dell'ambiente
e del territorio. Il paesaggio è percezione sociale dei significati dei luoghi, sedimentatisi storicamente e/o
attribuiti di recente, per opera delle popolazioni, locali e sovralocali.
È vero, però, che la sua percezione non è uguale per tutti, poiché dipende dal punto dal quale lo
percepiamo (panorama), dalla direzione in cui guardiamo (veduta) e, cosa importante, dal modo soggettivo
di vedere le cose. La percezione che noi abbiamo di un paesaggio è anche di tipo temporale, nel senso
che non vediamo contemporaneamente tutti gli aspetti di quel paesaggio, ma prima i dominanti e poi, man
mano che lo osserviamo, gli altri aspetti, sempre più minuti o meno vistosi.
L’impatto paesaggistico, determinato, in particolare, dalla componente dimensionale degli aerogeneratori,
costituisce uno degli effetti più rilevanti: l’intrusione visiva esercita impatto non solo da un punto di vista
meramente “estetico”, ma su un complesso di valori, oggi associati al paesaggio, risultato
dell’interrelazione fra fattori naturali e fattori antropici nel tempo.
Le Linee guida per l’inserimento paesaggistico degli impianti eolici mettono in evidenza che ogni intervento
deve essere finalizzato ad un miglioramento della qualità paesaggistica dei luoghi, o, quanto meno, deve
garantire che non vi sia una diminuzione delle sue qualità, pur nelle trasformazioni.
Pertanto, l’obiettivo principale da raggiungere è l’integrazione dell’intervento, tale che il parco eolico
diventi un’opera di completamento del paesaggio, in tutti i suoi aspetti, legati sia alla natura fisica
(morfologia, colture agricole e forestali, ecc.), che alla natura antropica (aree urbane, poli industriali) del
territorio.
Gli effetti sul paesaggio sono, ovviamente, tutti effetti sostanzialmente reversibili. Si pensi al fatto che la
società per poter realizzare l’opera deve stipulare una garanzia fidejussoria con un primario istituto di
credito atta ad assicurare lo smontaggio all’atto della scadenza della concessione trentennale. Gli unici
elementi che non saranno rimossi sono le fondazioni degli aerogeneratori che, però, essendo non visibili
non producono effetti sul paesaggio.
Gli impatti ipotizzati, attribuibili al progetto, in particolare durante la fase di cantiere, vanno dalla sottrazione
di suolo alla limitazione delle funzionalità e della fruibilità delle aree, con conseguente alterazione e/o
modifica della percezione paesaggistica. Non vi saranno alterazioni significative della morfologia e,
comunque, non si elimineranno tracciati caratterizzanti riconoscibili sul terreno; è altresì vero che quest’
ultimi saranno sistemati e le acque superficiale regimentate. Non vi saranno modificazioni della compagine
vegetale come abbattimento di alberi o eliminazione di formazioni riparali. Vi sarà la modificazione dello
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
skyline naturale conseguente all’inserimento delle torri eoliche; è altresì vero, che chiarito nel paragrafo
delle misure di mitigazione, che lo
studio cromatico delle torri è volto a ridurne la visibilità a distanza, facendolo confondere con il cielo.
Non vi saranno modificazioni della funzionalità ecologica, idraulica e dell’equilibrio idrogeologico. Vi sarà
modificazione dell’assetto percettivo, scenico o panoramico; è altresì vero che dagli incontri fatti con le
popolazioni locali vi è una buona capacità di accoglienza ideologica della tecnologia eolica. Non vi sono
modificazioni dell’assetto insediativo-storico perché assente nell’area d’intervento.
L’intervento non modifica i caratteri tipologici, materici, coloristici, costruttivi, dell’insediamento
storico (urbano, diffuso, agricolo).
Tuttavia, la conoscenza dei caratteri e dei significati paesaggistici dei luoghi è il fondamento di ogni
progetto che intenda raggiungere e preservare la qualità paesaggistica dei luoghi.
Il sito non rientra nelle aree protette istituite dalla Regione Campania né nei siti Natura 2000 (SIC o ZPS):il
territorio d’interesse è connotato dall’estensione di seminativi irrigui e dall’assenza di vegetazione arborea
e arbustiva di elevato pregio naturalistico.
Il parco eolico dista circa Km 1 dal nuovo centro abitato di Conza della Campania, Km 1.5 dal nucleo
abitativo di Sant’Andrea di Conza. Nell’immediata vicinanza dell’impianto non esistono forme insediative
compatte residenziali e produttive di tipi urbano: ruderi e casolari sparsi sono principalmente a carattere
stagionale o legate alle attività agricole, adibiti a deposito di attrezzature e per il ricovero degli animali.
Fig.14_ VISUALE PANORMICA DELL’AREA D’IMPIANTO
5.1
FASE DI CANTIERE
La fase di cantiere prevede la realizzazione della viabilità di accesso alle piazzole, l’allestimento di
quest’ultime (zone di movimentazione materiali e area di ubicazione delle torri), il posizionamento del
cavidotto.
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44
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Per la viabilità, il progetto riutilizza strade esistenti o, da adeguare alle esigenze di cantiere, laddove
necessitano interventi di ampliamento per rendere percorribili gli accessi ai mezzi di cantiere. Le operazioni
d’intervento, pertanto, andranno a compromettere una componente vegetativa caratterizzata da specie
arbustive, caratteristiche del contesto paesaggistico.
In termini di qualità paesaggistica, emerge una fase temporanea di dissesto localizzato che introducendo
fenomeni di sbancamento e presenza di macchine da cantiere, altera la percezione estetico- visiva
dell’elemento, considerata significativa anche se temporanea e reversibile.
Per le aree di adeguamento stradale, infatti, la riduzione dell’impatto troverà nello stato di ripristino dei
luoghi attraverso la piantumazione delle stesse specie vegetali
Diversamente, la viabilità ex novo sarà realizzata in piena integrazione con la viabilità poderale, elemento
già presente nel quadro paesaggistico: l’impatto generato è quindi da considerarsi lieve.
Il progetto prevede la costruzione interrata del cavidotto sulla rete delle infrastrutture viarie: non si
segnalano pertanto impatti aggiuntivi legati alla sua messa in opera pur confermando quelli già descritti per
la viabilità.
L’impatto derivante dalla realizzazione delle piazzole necessarie per la movimentazione dei mezzi utili al
montaggio dei componenti degli aerogeneratori, risulta di media entità ed in parte reversibile.
La reversibilità dell’impatto risulta parziale in quanto, una volta terminati i lavori di costruzione, la maggior
parte dell’area occupata dalla piazzola potrà essere restituita all’originale uso agricolo, oppure non
essendo più interessata da attività antropica sarà velocemente ricolonizzata dalle specie erbacee ed
arbustive preesistenti andando a ricostituire i caratteri propri del paesaggio.
Inoltre, è previsto una mitigazione degli impatti ambientali delle piazzole attraverso il ripristino volumetrico
con l’utilizzo di materiale di risulta degli scavi precedentemente effettuati.
Infine, durante la fase di cantiere, il movimento dei mezzi operatori potrà determinare eventuali azioni non
abituali nel mosaico paesaggistico che potranno mutare lievemente il paesaggio percepito dagli osservatori
abituali. Tuttavia, l’impatto risulta reversibile in breve termine una volta conclusa la fase di cantiere.
In fase di cantiere non si registrano significative interazioni con il patrimonio storico ed archeologico,
pertanto il progetto in esame può considerarsi a basso rischio storico ed archeologico.
5.2
FASE DI ESERCIZIO
Gli elementi che principalmente concorrono all’impatto visivo di un impianto eolico sono di natura
dimensionale (l’altezza delle torri, il diametro del rotore, la distanza tra gli aereogeneratori, l’estensione
dell’impianto, ecc.),quantitativa (ad esempio il numero delle pale e degli aereogeneratori) e formale (la
forma delle torri piuttosto che la configurazione planimetrica dell’impianto), senza dimenticare gli impatti
visivi generati dal colore, dalla velocità di rotazione delle pale, nonché dagli elementi accessori
all’impianto(vie d’accesso, rete elettrica di collegamento, cabine di trasformazione, ecc.).
I principali impatti sul paesaggio saranno causati dalla presenza degli aerogeneratori e della sottostazione.
Gli altri elementi del parco, infatti, saranno interrati e il ripristino della copertura vegetale renderà invisibili
WESTWIND S.r.l.
45
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
gli scavi effettuati durante la fase di cantiere.
La sottostazione avrà un impatto minimo sul paesaggio sia per le modeste dimensioni sia per le
metodologie costruttive che tenderanno a mimetizzare la costruzione e favorire l’integrazione con i luoghi
circostanti.
Si è visto come la principale caratteristica dell’impatto causato dagli aerogeneratori è normalmente
considerata l’intrusione visiva, dato che gli aerogeneratori, per la loro configurazione, sono visibili in ogni
contesto territoriale in relazione alle caratteristiche costruttive degli impianti, alla topografia, alla densità
abitativa e alle condizioni meteorologiche.
Gli aerogeneratori sono percepiti come intrusi: non sono visti come elementi identificativi del paesaggio
storico - culturale
pur assumendo un significato ecocompatibile legato alla produzione di energia
rinnovabile.
Il giudizio che nasce dalla percezione di un paesaggio o di un suo elemento, come può essere un edificio o
una piazza dipende dalla nostra cultura, ma anche dal fatto che quel paesaggio o elemento ci sia familiare
o meno: uno stesso paesaggio può piacere se vi siamo abituati o non piacere se risulta modificato rispetto
al precedente, per un processo mentale di acquisizione o familiarizzazione.
L'acquisizione non è un rapporto, ma un processo mentale, per il quale ciò che all'inizio appare stonato o
estraneo, con il tempo, diviene familiare. Il paradosso della torre Eiffel è un caso esemplare di
acquisizione: quando fu costruita provocò scandalo, ma produrrebbe altrettanto scandalo se oggi venisse
demolita: da traliccio di ferro estraneo alla città è diventato, nell'immaginario collettivo, il simbolo di Parigi.
Anche le caratteristiche costruttive delle pale e della rotazione hanno un ruolo incisivo sull’ impatto visivo
importante. A questo proposito, i rotori tripala previsti dal progetto hanno una rotazione lenta, che risulta
molto più riposante per l’occhio umano, ed hanno una configurazione più equilibrata sul piano geometrico,
rispetto ai rotori monopala o bipala che producono un moto meno armonico e più veloce di maggiore
disturbo per l’occhio dell’osservatore (aspetto importante soprattutto per le popolazioni che vivono
costantemente in prossimità dell’impianto).
In fase di esercizio non si registrano significative interazioni con il patrimonio storico ed archeologico,
pertanto il progetto in esame può considerarsi a basso rischio storico ed archeologico.
5.3
STIMA DEGLI IMPATTI
Nello specifico, è possibile affermare che la struttura in progetto eserciterà sul territorio un impatto legato
all’occupazione del suolo e alle proprie caratteristiche costruttive, il quale si diffonderà nello spazio
circostante il sito di interesse, in funzione delle caratteristiche topografiche.
Il quadro analitico di riferimento per la valutazione delle interazioni paesaggistiche dell’opera in progetto,
interessa un’area che, partendo dal sito di impatto, prende progressivamente in considerazione porzioni più
ampie di territorio.
Nello specifico si individuano:
−
AREA DI IMPATTO LOCALE (AIL): occupata dal sito di impatto, il cui perimetro include le torri
WESTWIND S.r.l.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
eoliche, gli annessi tecnici e le reti interne di servizio stradali ed elettriche.
−
AREA DI IMPATTO POTENZIALE (AIP): corrispondente all’area circolare all’interno della quale è
prevedibile si manifestino gli impatti più importanti.
La perimetrazione dell’area di impatto potenziale (AIP) è stata valutata considerando ciò che è
riportato in letteratura tecnica, ed in particolare è stata individuata in seguito alla localizzazione del
sito di impianto proposto, alla definizione delle caratteristiche degli aerogeneratori e dopo aver
compiuto un’analisi preventiva della struttura del paesaggio, della propria frequentazione e degli
elementi del patrimonio culturale presenti.
Per la determinazione del raggio dell’AIP è stata adottata una formula predittiva presente in
letteratura, che mette in rapporto il numero dei generatori eolici che compongono l’impianto con la
loro altezza:
dove:
R = (100 + E) x H
R: raggio dell’area di studio;
E: numero degli aerogeneratori;
H: altezza degli aerogeneratori (al rotore).
L’AIP è stata individuata assimilandola ad una circonferenza il cui centro è il baricentro degli
aerogeneratori che compongono il campo eolico, anch’esso supposto di forma circolare, che
esprime la propria influenza visiva in modo uniforme su tutto l’orizzonte, assimilabile ad un angolo
giro di 360°.
−
AREA CONTERMINE: corrisponde all’area circolare di R= 50 H aerogeneratori come indicato
nell’Allegato 4, paragr. 3.1 lett. b) e paragr. 3.2 lett. e) delle Linee Guida Nazionali.
Così come riportato nelle misure di mitigazione, è stato esaminato l’effetto visivo provocato dalla
densità degli aerogeneratori, delineando un’area di perimetro non meno di 50 volte l’altezza
massima del più vicino aerogeneratore.
Si definisce, pertanto, un bacino visivo di raggio pari a 7,8 km. che si estenderà fino ai comuni
limitrofi di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (Fig.15).
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Fig.15_ DELIMITAZIONE AREA CONTERMINE
5.4
VALUTAZIONE DELLA SENSIBILITA’ PAESAGGISTICA
In questo paragrafo riportiamo un’indagine puntuale degli elementi paesaggistici che definiscono il territorio
interessato dalla realizzazione del progetto al fine di effettuare la caratterizzazione paesaggistica.
Questo risultato è dedotto mediante la determinazione dell’indice di dominanza di Shannon e del
numero della diversità di Hill: tali indici consentono di mettere in evidenza la semplificazione o la
complessità del mosaico paesaggistico, individuandone importanti osservazioni (es. fragilità, degrado) utili
nella valutazione di sensibilità paesaggistica.
L’Indice di Dominanza di Shannon consente di stabilire se il mosaico paesaggistico dell’area di studio è
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48
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
caratterizzato da “tessere” di grandi dimensioni, con una risultante semplicità del paesaggio, oppure da
piccole “tessere” con un’elevata frammentazione paesaggistica, o ancorada situazioni miste.
Per interpretare i valori dell’indice HSH si deve considerare che:
−
HSH ≤ 0 “Bassa” è proprio di ambienti privi di diversità, caratterizzati da poche macchie molto
estese;
−
0
< HSH
< 1 “Media” condizione intermedia, mediamente diversificata per tipologia e
dimensione;
−
HSH ≥ 1 “Alta” diversificazione qualitativa e le dimensione degli elementi sono simili.
Tale indice viene così calcolato:
dove :
Ni è la superficie della singola “patch”;
N è la superficie totale;
S numero delle classi di uso del suolo
Nel caso studio, seguendo la definizione, si ottiene:
HSH = 1,3
H*= HSH / Hmax = 0,3
Indice normalizzato di Shannon ( 0 ≤ H* ≤1) GRADO DI FRAMMENTAZIONE PAESAGGISTICA MEDIA
All’aumentare dell’indice di Shannon corrisponde un aumento della dominanza di determinate “tessere”
sulle altre.
L’Indice di Hill è in grado di quantificare la dominanza di un preciso numero di usi del suolo per una
determinata area: il valore ottenuto è strettamente legato all’indice di Shannon e non è mai superiore al
numero delle classi di uso del suolo che compongono un determinato mosaico paesaggistico.
Il numero di Hill viene così calcolato:
N= eH
Nel caso studio, seguendo la definizione, si ottiene:
N= 1,3
Dall’analisi della Carta dell’Uso del Suolo (CUAS regionale), evidenziata in riferimento all’AREA
CONTERMINE, sono state identificate 27 classi di uso del suolo. La tabella 6 riporta per ogni classe del
mosaico paesaggistico la superficie occupata espressa anche in percentuale rispetto all’area contermine.
Si evince che tra gli elementi paesaggistici maggiore estensione, i cereali da granella autunno-vernini,
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49
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comprensivi di superfici utilizzate a frumento, orzo, avena, mais, sorgo, cereali minori, interessano circa il
71% del territorio dell’AIP.
Si può concludere che la presenza delle specie colturali di elevato pregio, come boschi, vigneti, oliveti e
frutteti, incide in maniera poco significativa, raggiungendo percentuali comprese tra lo 0% e il 10%.
Il mosaico paesaggistico, apprezzabile nell’area di indagine, mostra un susseguirsi di ampie distese a
coltivi cui fanno spazio cerealicoltura, frutteti e oliveti, interrotte da macchie di boschi di latifoglie in cui
predominante è il castagno, utilizzato sia come fonte di legname sia come albero da frutto. Alle componenti
paesaggistiche, identificative del territorio dell’Ofanto, si aggiunge la presenza di piccoli nuclei abitativi
arroccati sui rilievi collinari.
L’indice di dominanza di Shannon, nel caso studio in oggetto, ha espresso un valore di frammentazione
medio – bassa (pari a circa 0,3) illustrando un mosaico paesaggistico di media sensibilità paesaggistica,
costituito da macro aree e privo di diversità. L’indice di Hill evidenzia una situazione di medio bassa
diversità (l’indice risulta pari a 1,3) evidenziando la dominanza in particolare dell’estensioni di cereali da
granella.
•
Elementi del Paesaggio AREA CONTERMINE
N i - SUPERFICIE mq
p i = Ni/N
%
HSH = INDICE SHANNON
p i*LOG p i
21 VIGNETI
63202.00
0.00005
0.005439566
0.000770577
22 FRUTTETI E FRUTTI MINORI
244920.80
0.00021
0.021079442
0.002574195
18414100.40
0.016
1.584834605
0.094765564
CLASSE
23 OLIVETI
31 PRATI PERMANENTI, PRATI E PASCOLI
4710253.69
0.004054
0.405394393
0.032214496
32 PRATI NON UTILIZZATI O DI INCERTO UTILIZZO
41 COLTURE TEMPORANEE ASSOCIATE A QUELLE
PERMANENTI
42 SISTEMI COLTURALI E PARTICELLARI COMPLESSI
8142090.09
0.007008
0.700760062
0.050152443
4960165.20
0.004269
0.426903366
0.033605298
0.038194458
5804820.10
0.004996
0.49959974
51 BOSCHI DI LATIFOGLIE
115934385.51
0.099781
9.978050628
0.331779982
52 BOSCHI DI CONIFERE
4369761.20
0.003761
0.376089443
0.030292908
53 BOSCHI MISTI DI CONIFERE E LATIFOGLIE
61 AREE A PASCOLO NATURALE E PRATERIE DI ALTA
QUOTA
62 CESPUGLIETI E ARBUSTETI
1957659.61
0.001685
0.168488638
0.015523082
10006818.00
0.008613
0.861250406
0.059076193
14755979.80
0.012700
1.269993478
0.079997335
63 AREE A VEGETAZIONE SCLEROFILLA
467686.00
0.000403
0.040252032
0.004539886
72 ROCCE NUDE E AFFIORAMENTI
1403919.30
0.001208
0.120830225
0.011711836
73 AREE CON VEGETAZIONE RADA
419820.40
0.000361
0.036132414
0.004131531
91 AMBIENTE URBANIZZATO E SUPERFICI ARTIFICIALI
8356625.60
0.007192
0.719224352
0.051204044
92 ACQUE
111 CEREALI DA GRANELLA AUTUNNO- VERNINI
121 CEREALI DA GRANELLA PRIMAVERILI- ESTIVI
122 ORTIVE
2524800.00
0.002173
0.217300347
0.019222593
829843247.50
0.714216
71.42158817
0.346800292
46755.90
0.000040
0.00402411
0.000587559
233327.30
0.000201
0.020081631
0.002466393
125 COLTURE INDUSTRIALI
507058.60
0.000436
0.043640688
0.00487119
131 PRATI AVVICENDATI
6179973.91
0.005319
0.531887863
0.040182331
0.045563678
132 ERBAI
641 AREE A RICOLONIZZAZIONE NATURALE
642 AREE A RICOLONIZZAZIONE ARTIFICIALE
(RIMBOSCHIMENTI)
11113 CEREALI DA GRANELLA AUTUNNO- VERNINI
ASSOCIATI A COLTURE FORAGGERE
13111 COLTURE FORAGGERE ASSOCIATE A CEREALI
DA GRANELLA AUTUNNO- VERNINI
N - TOTALE SUPERFICIE (AREE CONTERMINI)
7222660.70
0.006216
0.62162812
12211729.40
0.010510
1.051019106
0.069073683
1038626.60
0.000894
0.089390812
0.009053131
100659578.60
0.086634
8.663403589
0.305724778
1414173.59
0.001217
0.121712774
0.0117846
1161894139.79
1
100
1.254664186
Tab. 6 _ ELEMENTI DEL PAESAGGIO DELL’ AREA CONTERMINE
WESTWIND S.r.l.
50
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Fig. 16 _VALORI PERCENTUALI DEGLI ELEMENTI DEL PAESAGGIO CONSIDERATI CON LE RELATIVE AREE
OCCUPATE RISPETTO ALL’AIP
WESTWIND S.r.l.
51
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
5.5
METODO DI VALUTAZIONE DELLA SENSIBILITA’ PAESAGGISTICA
Il metodo di valutazione della sensibilità paesaggistica si basa sull’attribuzione di valori numerici a due
parametri definiti con il termine di valore intrinseco e vulnerabilità. Tale metodo permette di riassumere
tutte le informazioni relative al livello di sensibilità paesaggistica dell’AIP, in un indice sintetico unitario
(Sensibilità).
Per effettuare tale valutazione si è ricorso alle procedure di analisi a criteri multipli che consentono di
valutare le caratteristiche dell’AIP, sulla base di un set di criteri, attributi e sotto-attributi di natura diversa
che rappresentano differenti tematismi che caratterizzano il mosaico degli elementi paesaggistici rinvenuti
nell’AIP. Fra le diverse tecniche di analisi multicriteri che la letteratura propone, viene adottato il modello
dell’analisi gerarchica di Saaty (Saaty 1980, Vargas 1990, Saaty e Vargas, 1994).
Tale metodo attribuisce all’area contermine un punteggio, che ne rappresenta la sensibilità paesaggistica
su una scala da 0 a 3 dove 0 = nulla, 1 = bassa, 2 = media, 3 = alta, ottenuto in funzione delle
caratteristiche che l’area contermine presenta sui singoli criteri di valutazione.
L’analisi affronta il processo di valutazione attraverso alcune fasi distinte assumendo come criterio
metodologico generale quello di dividere il “problema” complesso analizzato (sensibilità paesaggistica) in
una serie di sottoproblemi più ridotti e di più facile soluzione secondo una struttura ad albero che, sebbene
dotata anche essa di un elevato grado di complessità, permette di esaminare il problema globale attraverso
le parti che lo costituiscono, ricomposte secondo una struttura gerarchica con l’assegnazione di una misura
e la valutazione dell’influenza che ciascuna parte ha sull’intero sistema.
Nella figura 13è riportata l’albero decisionale gerarchico a quattro livelli, relativo alla valutazione della
sensibilità paesaggistica dell’’area contermine: si precisa che questa valutazione è valida per ogni tipo di
situazione ma nel caso specifico sarà applicata a due diversi contesti:
CASO A: nell’area contermine in cui non è presente l’ impianto eolico ( situazione ante operam);
CASO B: nell’area contermine, oltre agli impianti già esistenti, si considera anche la presenza dell’impianto
oggetto di studio (situazione post operam).
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52
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
OBIETTIVO
SENSIBILITA’
VULNERABILITA’
VALORE
INTRINSECO
FREQUENTAZIONE
VALORE
U1–VISIBILITÀ IMPIANTI
U2 – PREGIO
STORICO - AMBIENTALE
V1 – FRAMMENTAZIONE
F1 – CENTRI URBANI
V2 – PERSISTENZA
F2 – STRADE PRINCIPALI
V3 – UNICITA’
F3–STRADE SCONDARIE
V4 – INTEGRITA’
V5 – VALORE SCENICO
Fig. 17 _ ALBERO GERARCHICO RELATIVO ALLA VALUTAZIONE DELLA SENSIBILITÀ PAESAGGISTICA
DELL’AREA CONTERMINI
Definita la gerarchia, sono stati effettuati i confronti a coppie tra gli elementi che la costituiscono: in
particolare ciascun elemento di un livello è stato comparato con gli elementi dello stesso livello, al fine di
stabilire quale di essi fosse più importante ed in quale misura.
Una volta effettuati i confronti a coppie per tutti i livelli della gerarchia e strutturati in forma matriciale, è
necessario computare i pesi di tutti gli elementi di un livello rispetto all’elemento del livello sovraordinato da
cui dipendono: tali pesi coincidono con le componenti dell’autovettore principale di ogni matrice dei
confronti a coppie precedentemente costruita.
Inoltre, può essere utile introdurre un coefficiente ponderale “K” da applicare al calcolo della sensibilità
delle varie categorie generali. Tale coefficiente, variabile da 1 a 2, può essere applicato a quelle categorie
generali di cui si ritiene utile aumentare l’importanza, mentre invece un valore di K pari ad 1 lascerebbe
ovviamente invariata la sensibilità già calcolata.
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53
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
I coefficienti utilizzati nel caso oggetto di studio sono riportati nella seguente tabella:
COEFFICIENTE K
Valore Storico Ambientale
1,2
Frequentazione
1
Vis. Impianti e Pregio
1
Valore Intrinseco
Vulnerabilità
1,5
1
Tab. 7 _ COEFFICIENTE PONDERALE PER
IL CALCOLO DELLA SENSIBILITÀ
Di seguito si riporta la descrizione degli attributi e dei sotto attributi utilizzati per la valutazione della
sensibilità paesaggistica dell’area indagata ed in particolare verranno discussi in dettaglio i seguenti indici:
1. Il Valore storico Ambientale
2. La Frequentazione, che sarà combinato con il primo per ottenere l’indice di Valore Intrinseco
3. La Vulnerabilità, che sarà combinato con il Valore Intrinseco per fornirci l’indice di Sensibilità
1. Il
VALORE STORICO - AMBIENTALE esprime il valore dell’interazione dei fattori naturali ed
antropici ed è descritto dai seguenti sottoattributi:
V1 – Frammentazione: il valore di frammentazione relativo è stato calcolato basandosi sull’Indice
di dominanza di Shannon così come è stato definito sopra. Come detto all’aumentare dell’indice di
Shannon corrisponde un aumento della dominanza di determinate “tessere” sulle altre, ciò induce
un decremento dell’indice di frammentazione.
L’analisi ha mostrato un indice di Shannon pari a circa 0,3 che normalizzato secondo la scala di
valutazione da 0 a 3 dove 0= nulla, 1= bassa, 2= media, 3= alta, definisce un valore di
frammentazione nulla.
V2 – Persistenza: è stata determinata secondo una scala di valutazione 0 a 3 dove 0 = nulla, 1 =
bassa, 2 = media, 3 = alta, tenendo in considerazione il numero di elementi paesaggistici rinvenuti
e la loro persistenza storica sul territorio, sulla base dell’analisi storica effettuata e sui risultati di
interviste effettuate in loco.
Il valore assunto è pari a 2, corrispondente ad una media persistenza: ciò è giustificato dalla
presenza di superfici a bosco che attribuiscono al territorio in esame un’elevata connotazione
identificativa.
V3 – Unicità: per calcolare tale indice è stato individuato, all’interno dell’intero territorio regionale,
l’elemento paesaggistico ritenuto rilevante nel contesto in esame; successivamente è stata
individuata in riferimento all’area contermine la presenza percentuale dell’elemento rispetto al
contesto regionale. L’analisi ha mostrato che il carattere di unicità rispetto al contesto regionale è
espresso dalla presenza di boschi di latifoglie e il valore percentuale è pari a 3%. Il valore di unicità
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54
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
determinato è di 1, corrispondente ad un valore basso, quasi nullo.
V4 – Integrità: si riferisce allo stato di conservazione ed alla estensione geografica di un
paesaggio storico che può essere ridotta rispetto al passato. L’analisi dell’evoluzione storico
ambientale ha mostrato come le componenti paesaggistiche non abbiano subito importanti
mutamenti dal momento in cui un medio valore di persistenza storica conferisce al territorio
caratteri di integrità, mantenendo alta la qualità delle relazioni paesistiche.
Il valore di integrità che è stato attribuito all’area contermine è di 2 corrispondente ad una media
integrità.
V5 – Valore scenico: il calcolo si base sulla valutazione della visibilità degli impianti in progetto
nell’area contermine individuata, da particolari punti di osservazione (centri abitati, strade principali
e secondarie, punti panoramici). Mediante l’analisi dell’intervisibilità, dettagliata successivamente,
sono state individuate le porzioni di territorio più o meno “viste” per tali punti di osservazione:
maggiore risulterà la porzione visibile, più elevato risulterà il valore scenico del territorio
considerato. Tuttavia, come verrà specificato successivamente, si dimostra che da alcuni punti di
elevata visuale scenica, le componenti del progetto in esame, riversano nel paesaggio un impatto
visivo lieve, in alcuni casi nullo.
Al fine di quantificare il valore scenico dell’area contermine è stato effettuato il calcolo della media
ponderata delle aree visibili in funzione della percentuale di visibilità, per i punti di osservazione
individuati. Sono stati inoltre assegnati pesi diversi, in funzione della tipologia dei punti di
osservazione. L’elaborazione effettuata ha prodotto un valore scenico per l’area contremine di 2
valutabile come un valore scenico medio.
Dall’analisi dei sotto attributi è stato possibile determinare il valore storico ambientale (pari al valore medio
finale dei sotto attributi) dell’area contermine di 1,2 (ante operam) e di 1,7 (post operam) quindi riferibile ad
un valore medio basso. I valori assegnati ad ogni sottoattributo nelle due situazioni ante e post intervento
sono riportati nella seguente tabella:
VALORE STORICO AMBIENTALE
Ante Operam
Post Operam
CODICE VALORE
CODICE VALORE
V1
0
V1
0
V2
2
V2
2
V3
1
V3
1
V4
2
V4
2
V5
0
V5
2
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55
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Vtot
5
Vtot
Vmedio
1
Vmedio
7
1,4
Tab. 8 _ VALORI DEI SOTTO ATTRIBUTI RELATIVI
AL VALORE STORICO AMBIENTALE, ANTE E
POST OPERAM
Dall’analisi si evidenzia un valore di frammentazione nullo (V1); un valore medio di persistenza, giustificata
dalla immutabilità degli elementi legati al paesaggio (V2); un valore basso di unicità, espresso dalla
presenza di boschi di latifoglie tipici del territorio della valle dell’Ofanto (V3); una media integrità (V4) e un
valore scenico basso (V5).
2. L’ANALISI DELLA FREQUENTAZIONE nell’area contermine dovrà individuare la presenza dei
principali centri urbani e punti di interesse turistico da cui l’impianto eolico è visibile, valutando il loro
valore intrinseco in base al numero dei residenti ed ai flussi turistici. Per il calcolo sono state
considerate sotto categorie legate alla tipologia dei centri urbani (es. città, comuni, frazioni, case
isolate), e dei punti turistici (es. punti panoramici, luoghi legati al patrimonio culturale, strutture
ricettive ecc.). Anche in questo caso è necessario partire dalla mappa dell’intervisibilità per valutare
le zone da cui l’impianto è visibile, individuando al loro interno la presenza dei punti sensibili. A
questa fase seguiranno i fotoinserimenti che aiuteranno a valutare l’intervisibilità dell’impianto e
quindi la vulnerabilità.
Per i centri urbani è utile fare riferimento alle banche dati regionali, mentre la valutazione dei siti di
interesse turistico oltre a queste, potrà appoggiarsi alle pubblicazioni specifiche (guide turistiche
ecc.), alle informazioni fornite dalle APT e alla precedente individuazione degli elementi del
patrimonio storico, architettonico e archeologico. In questo caso però non si tratterà di valutare
sottocategorie come il significato scientifico, integrità ecc., ma solo la frequentazione, che può
essere anche molto bassa, come spesso avviene, indipendentemente dal valore intrinseco
del bene.
É stata pertanto determinata la presenza nell’area contermine di punti di osservazione dai quali
è visibile l’intervento, ed in funzione della loro incidenza percentuale nell’area contermine è stato
possibile determinare, in una scala da 0 a 3, dove 0 = nulla, 1 = bassa, 2 = media, 3 = alta, un
valore di frequentazione nullo, nel caso A e medio basso nel caso B corrispondente a 1,3.
Per entrambi i casi, così come si vede nella tabella seguente, sono riportati i valori relativi ai centri
(F2) e alle strade secondarie (F3).
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
FREQUENTAZIONE
Ante Operam
CODICE
Post Operam
VALORE
CODICE
VALORE
F1
0
F1
1
F2
0
F2
2
F3
0
F3
1
Vtot
0
Vtot
4
Vmedio
0
Vmedio
1,3
Tab.9 _VALORI DEI SOTTO ATTRIBUTI RELATIVI
ALL’ANALISI DELLA FREQUENTAZIONE, ANTE E
POST OPERAM
Combinando gli attributi “Valore storico Ambientale” e “Frequentazione” adottando i rispettivi pesi pari
a 1,2 e 1, mostrato in tabella 7, è stato possibile determinare il “Valore Intrinseco“ dell’area contermine,
che corrisponde a 0.6 per la situazione ante operam, mentre a 1,51 per la situazione post operam.
Tale risultato, facendo riferimento alla scala adottata nella presente analisi (da 0 a 3 dove 0= nulla,
1=bassa, 2= media, 3= alta) individua un valore intrinseco medio basso.
3. La VULNERABILITA’ rappresenta il livello di fragilità del paesaggio rispetto all’opera proposta nel
progetto. Essa è stata determinata mediante l’analisi del sottoattributo U1 “Visibilità degli impianti” e
U2 “Pregio ambientale”.
U1 – Visibilità degli impianti: il valore di questo parametro è stato ottenuto mediante l’analisi
dell’intervisibilità, dettagliata successivamente, dell’impianto in progetto all’interno dell’AIP. É stato
effettuato il calcolo della media ponderata delle aree visibili in funzione della percentuale di visibilità:
nella situazione di post operam, l’elaborazione ha prodotto un valore di visibilità per l’area
contermine basso, pari a circa 0,4.
U2 – Pregio ambientale: il valore di questo parametro è stato ottenuto considerando la porzione
dell’area di studio interessata da aree di rilievo ambientale, quali SIC, ZPS e IBA. Anche in questo
caso si è adottato una scala di valutazione da 0 a 3 (dove 0= nulla, 1=bassa, 2= media, 3= alta): per
il sottoattributo è stato valutato pari a 1 riflettendo un pregio ambientale basso dell’area
contermine.
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57
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
VULNERABILITA’
Ante Operam
CODICE
Post Operam
VALORE
CODICE
VALORE
U1
0
U1
1
U2
1
U2
1
Vtot
1
Vtot
2
Vmedio
1
Vmedio
0,5
Tab. 10_ VALORI DEI SOTTO ATTRIBUTI
RELATIVI ALL’ANALISI DELLA VULNERABILITÀ,
ANTE E POST OPERAM.
Da queste considerazioni emerge che l’area presenta un valore basso di vulnerabilità pari a circa 0,5
nella situazione ante operam, mentre per la fase di post intervento assume un valore pari ad 1.
Combinando i criteri “Valore intrinseco” e “Vulnerabilità” e, adottando i dovuti pesi rispettivamente di
1,5 e 1, è stato possibile determinare una sensibilità paesaggistica dell’area contermine medio- bassa
che corrisponde a 0,7 per la situazione ante operam, 1,63 per la situazione post operam (scala di
riferimento da 0 a 3 dove 0= nulla, 1=bassa, 2= media, 3= alta).
5.6
AREE DI IMPATTO EFFETTIVE
Considerata l’importanza dell’impatto visivo delle centrali eoliche, la valutazione relativa alla sensibilità del
paesaggio dell’AIP in tutte le sue componenti deve tenere conto dello studio dell’intervisibilità (ALLEG.1).
Lo studio permette, infatti, di accertare le Aree di Impatto effettive, cioè le porzioni dell’AIP effettivamente
influenzate dall’effetto visivo dell’impianto, in considerazione della morfologia del territorio che può
consentire la vista dell’impianto da alcuni punti dell’AIP e non da altri, indipendentemente dalla distanza.
Per carta di intervisibilità si intende una cartografia riferita ad una determinata area di studio all’interno
della quale siano evidenziati tutti i punti del territorio dai quali è visibile un elemento contenuto all’interno
dell’area stessa. La carta deve essere elaborata in base ai dati plano-altimetrici caratterizzanti l’area di
studio, prescindendo dall’effetto di occlusione visiva della vegetazione e di eventuali strutture mobili
esistenti, in modo da consentire una mappatura non legata a fattori stagionali, soggettivi o contingenti.
Nel caso di un parco eolico, l’area di impatto visivo ad essa riferito, si identifica con l’area contermine
all’impianto ai sensi nell’Allegato 4, paragr. 3.1 lett. b) e paragr. 3.2 lett. e) del D.M.10 settembre 2010.
Il tipo di Intervisibilità da calcolare è l’Intervisibilità Proporzionale(IP):essa è intesa come l’insieme dei
punti dell’area da cui il complesso eolico è visibile, considerando delle classi percentuali di intervisibilità
WESTWIND S.r.l.
58
RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
(CPI),definite dalla porzione del gruppo di aerogeneratori percepibile da un determinato punto, sempre in
relazione alla morfologia del territorio.
Le classi percentuali di intervisibilità relative all’IP hanno valori compresi tra 0 e 1,si raccolgono in 4 classi,
così distribuite:
Classedi
PercentualediVisibilità
Intervisibilità
dell’Impianto
Classe0
Classe 1
Classe 2
Classe 3
Colore
Nonvisibile
Nessuno o chiaro
1/3 visibile fino al 33%
Verde chiaro
2/3 visibile dal 33% al 66%
Verde scuro
1 visibile dal 66% al 100%
Rosso
Tab.12_CLASSI DI INTERVISIBILITÀ /FONTE: Linee Guida
MIBAC
Gli stati informativi necessari per la produzione della cartografia indicata sono:
−
Modello Digitale del Terreno relativo all’Area di Impatto Potenziale, di risoluzione non inferiore ai
5 metri (questo limite è consigliabile e definito semplicemente dall’esperienza in relazione alla
scala del lavoro che deve essere svolto)
−
File dei punti relativi alla posizione delle torri eoliche sul territorio.
Alcuni programmi informatici per il calcolo della intervisibilità permettono di inserire l’altezza degli elementi
di cui si vuole studiare l’intervisibilità, nonché il raggio di indagine rispetto agli elementi considerati. Dalla
cartografia prodotta è possibile ricavare tutte le statistiche di riferimento, calcolando la percentuale di area
intervisibile all’interno dell’area contermine, dimensionando l’AIE e individuando tutte le aree relative alle
diverse classi di intervisibilità percentuale, coincidenti con aree a diverso livello di impatto visivo.
Nello studio si è proceduto alla definizione dell’ Area Contermine la cui nozione è disciplinata dall’art.152
del D.Lgs 22 gennaio 2004, n°42 e richiamata dal D.M. 10 settembre 2010.In particolare, nel punto 3.1
dell’Allegato 4, si precisa che “le analisi del territorio dovranno essere effettuate attraverso una attenta e
puntuale ricognizione e indagine degli elementi caratterizzanti e qualificanti il paesaggio” all’interno di un
bacino visivo distante
in linea d’aria
di non meno di 50 volte l’altezza massima del più vicino
aerogeneratore”. La definizione di quest’area è funzione dell’altezza delle turbine e del numero degli aereo
generatori: il bacino d’influenza visiva è stato calcolato per un N°11 di turbine aventi un’altezza
complessiva di 156 m, per un raggio di 7,8 km.
L’approfondimento conoscitivo dei luoghi ha dedotto l’individuazione di potenziali recettori sensibili,
quali statici e dinamici, che maggiormente risentono alterazioni visuali - percettive dovute
dall’inserimento dell’impianto.
Dallo studio emerge che, i recettori statici che evidenziano valori elevati di visibilità, sono i centri abitati di
Conza della Campania, Sant’Andrea di Conza, Cairano e Calitri. Diversamente, è da considerare che dal
nucleo abitativo di Teora, giustificato dalla connotazione morfologica e orografica del territorio, si evidenzia
una percezione visiva nulla dell’insieme delle componenti progettuali.
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RELAZIONE PAESAGGISTICA - Parco eolico di Conza della Campania e Sant’Andrea di Conza (AV)
Tra i recettori sensibili dinamici, il più significativo è rappresentato dalla SP Ofantina che ricade nella classe
alta di intervisibilità, da cui sono state successivamente effettuate le analisi visuali fotografiche.
N.Foto
Recettori Statici
1
CONZA DELLA
Recettori Dinamici
Visibilità
Medio -alta
CAMPANIA
2
SANT’ANDREA DI
Medio -alta
CONZA
3
CAIRANO
Medio -alta
4
CALITRI
Medio -alta
5
ANDRETTA
bassa
6
TEORA
Nulla
7
CAPOSELE
bassa
8
CASTELNUOVO
bassa
DI CONZA
9
SANTOMENNA
bassa
10
LAVIANO
bassa
11
SP Ofantina
Tab.13_AREE D’IMPATTO EFFETTIVE
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60
Medio -alta
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Fig. 18 _ MAPPA DELL’INTERVISIBILITA’ DELL’AREA CONTERMINE
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5.7
SIMULAZIONI 3D
Per ciascun recettore sensibile sono stati individuati i punti più rilevanti per panoramicità e frequentazione
da cui, lievemente o maggiormente, la percezione paesaggistica subirà modifiche determinate dall’
inserimento del parco eolico.
Le simulazioni 3D rappresentano una precisa visualizzazione del modo in cui un’opera d’intervento
apparirà da un punto particolare rispetto ad uno stato precedente. Questa tecnica gioca un ruolo
essenziale per anticipare l’evoluzione futura del contesto paesaggistico ai fini dell’ accettazione sociale del
parco eolico dalle comunità locali. Un’adeguata analisi del sito potrà esser svolta solo con ripetute
campagne fotografiche svolte in vari periodi dell’anno, i cui risultati dovranno essere allegati alla
valutazione.
Esaminati i recettori sensibili (dinamici e statici), di seguito, si riportano le fotosimulazioni dell’opera
d’intervento dai coni visuali percettivi individuati.
Fig. 19 _ CONI VISUALI PERCETTIVI
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Fig. 20 _ VISTA D1 (SP Ofantina)
Fig. 21 _ VISTA D2 (SP Ofantina)
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Fig. 22 _ VISTA S1 (parco archeologico Compsa)
Fig. 23 _ VISTA S2 (parco archeologico Compsa)
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Fig. 24 _ VISTA S3 (comune di Sant’Andrea di Conza)
Fig. 25 _ VISTA S4 (comune di Sant’Andrea di Conza)
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Fig. 26 _ CONI VISUALI PERCETTIVI
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Fig. 27 _ VISTA S5 (comune di Calitri)
Fig. 28 _ VISTA S6 (comune di Cairano)
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Fig. 29 _ VISTA S7 (comune di Andretta)
Fig. 30 _ VISTA S8 (comune di Teora)
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Fig. 31 _ CONI VISUALI PERCETTIVI
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Fig. 32 _ VISTA S9 (comune di Caposele)
Fig. 33 _ VISTA S10 (comune di Castelnuovo di Conza)
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Fig. 34 _ VISTA S11 (comune di Santomenna)
Fig. 35 _ VISTA S12 (comune di Laviano)
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La presenza, nonché l’alterazione dello skyline e del paesaggio legata alla natura dimensionale degli
aerogeneratori e dall’insieme delle opere elettriche e infrastrutturali di un impianto eolico, rappresenta uno
degli effetti più rilevanti in termini di impatto paesaggistico. L’effetto visivo è un fattore che incide non solo
sulla percezione sensoriale, ma anche sul complesso di valori associati ai luoghi, derivanti
dall’interrelazione fra fattori naturali e antropici nella costruzione del paesaggio: morfologia del territorio,
valenze simboliche, caratteri della vegetazione, struttura del costruito, ecc.
Le simulazioni 3D elaborate per ciascun recettore sensibile (statico e dinamico) traducono, in termini visivi
e realistici, i valori numerici forniti dalla carta dell’Intervisibilità.
Si evince che i recettori statici maggiormente sensibili, data la prossimità al parco eolico e la natura
orografica del contesto paesaggistico, sono i centri abitati di Conza della Campania, Sant’Andrea di Conza,
Cairano e Calitri da cui si assiste ad una percezione complessiva dell’opera d’intervento.
Dalla SP dell’Ofantina, sia lungo i
tratti da cui ci avviciniamo verso l’area d’impianto, sia da quello
proveniente dalla Basilicata, nonostante una percezione completa del parco, emerge una lettura visiva
fuggevole e dinamica aprendo, per alcuni tratti una percezione parzialmente visibile.
Dai centri abitati di Teora, Caposele e Santomenna, contrariamente, la morfologia del territorio dell’alta
Irpinia, caratterizzate da dorsali montuose tale da creare barriere schermanti, determina una percezione
nulla dell’impianto, così come anticipato dalla lettura della carta dell’intervisibilità.
Diversamente, dai comuni di Andretta, Castelnuovo di Conza e Laviano, l’impatto visivo degli
aerogeneratori può essere ritenuto quasi nullo nonostante la percezione parziale dell’impianto.
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6.
QUADRO
DEGLI
INTERVENTI
DI
MITIGAZIONE
E
DI
COMPENSAZIONE
La valutazione degli impatti che la realizzazione dell’impianto eolico avrà sul paesaggio ha condizionato,
già in fase progettuale, le scelte ed ha portato a decisioni in merito agli interventi di mitigazione e alle
modifiche impiantistiche da effettuare al fine di ridurne le inter-ferenze con le diverse componenti
paesaggistiche e renderne accettabile la percezione visiva.
6.1
INTERVENTI DI MITIGAZIONE E DI COMPENSAZIONE
La qualità della percezione del parco eolico dipende da una molteplicità di fattori: la disposizione e
l’omogeneità delle turbine, le loro caratteristiche architettoniche (a palo o a traliccio, colore, valenza
estetica), l’eventuale interferenza visiva con le linee elettriche di collegamento o altri impianti preesistenti,
le modalità con cui vengono realizzate le costruzioni accessorie, la rete delle vie di accesso all’impianto.
A tal riguardo si specifica che le azioni e gli accorgimenti di contenimento degli impatti adottati riguardono
tutte le fasi del ciclo di vita dell’impianto e hanno tenuto conto (per quanto possibile) delle indicazioni delle
linee guida nazionali e regionali riguardanti l’inserimento paesaggistico degli impianti eolici.
Disposizione e tipologia delle macchine
La scelta di localizzare l’impianto sui crinali, dovuta alla condizionante disponibilità della risorsa vento,
come emerso dalle analisi visuali effettuate, comporta la modifica significativa dello skyline.
Al fine di rendere l’impianto eolico accettabile dal punto di vista visivo, le turbine sono state disposte lungo
la linea dei crinali in modo continuo e ordinato così da poter essere percepite come un insieme e fornire
un’immagine coerente del nuovo paesaggio.
Nella fase progettuale, si è cercato di posizionare gli aereogeneratori ad una distanza minima adeguata tra
di loro tale da mitigare gli effetti di affollamento visivo.
Le turbine saranno tutte dello stesso tipo. Non sarà sottovalutato il ruolo del design nella scelta degli
aerogeneratori da installare: le turbine avranno una struttura a torre tubolare esteticamente preferibile a
quella a traliccio con il vantaggio di essere meno attraente per l’avifauna.
Particolare attenzione va rivolto al colore: le caratteristiche cromatiche degli aerogeneratori sono state
studiate per rendere minima la visibilità degli stessi sullo sfondo del cielo.
Nel caso specifico, agli aerogeneratori è attribuito il colore bianco, essendo un colore considerato sinonimo
di semplicità, armonia, purezza, la cui neutralità è giudicata essere la più adatta ad integrarsi con i
cambiamenti dei colori del paesaggio con l’alternarsi delle stagioni. In più, saranno adottate vernici
antiriflesso in maniera da assicurare l’assenza di tale fenomeno che potrebbe aumentare molto la visibilità
delle pale.
Costruzioni accessorie e percorsi
I percorsi di accesso all’impianto verranno ridotti allo stretto indispensabile. Verranno utilizzate strade
interpoderali e piste già esistenti che saranno, ove necessario, consolidate e migliorate secondo le
tecniche di ingegneria naturalistica e con l’utilizzo di materiali locali.
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Le opere da realizzare consistono nella formazione di viabilità interna al parco eolico costituita da piste di
cantiere e piazzole per il montaggio degli impianti e la manovra dei mezzi (autogrù, autocarri, ecc.).
La viabilità rappresenta un elemento di significativo impatto sul paesaggio essendo un effetto permanente
della costruzione della centrale. L’estensione e la dimensione della viabilità sarà ridotta al minimo
necessario per il funzionamento dell’impianto, così come le piazzole di servizio, utilizzando al meglio la
viabilità già esistente. Inoltre, il suo impatto visivo percettivo sarà mitigato da soluzioni tecniche che
prevedono ad esempio la copertura del fondo stradale realizzata con materiali locali e l’inserimento di
essenze vegetali autoctone.
Il movimento e il rumore delle macchine
Il movimento delle macchine eoliche influenza la loro visibilità in modo significativo. La velocità e il ritmo del
movimento dipendono dal tipo di macchina e, in particolare, dal numero di pale e dalla loro altezza. Le
macchine a tre pale e di grossa taglia, previste per l’impianto in oggetto, producono un movimento più lento
e piacevole. Gli studi di percezione indicano come il movimento lento di macchine eoliche alte e maestose
sia da preferire soprattutto in ambienti rurali.
Azioni di mitigazione impatti avifauna
Sono stati considerati interventi di mitigazioni e misure di salvaguardia dell’avifauna dall’impatto diretto
delle turbine. Questi sono:
−
utilizzo di torri tubolari invece che a traliccio tale da evitare che diventino posatoi adatti alla sosta
dei rapaci;
−
utilizzo di generatori a bassa velocità di rotazione delle pale, di colorazione neutra;
−
interramento dei cavidotti a bassa e media tensione. Le linee elettriche aeree sono una delle cause
maggiori di collisione con l’avifauna: l’interramento degli elettrodotti, se pur trattasi di un’opera più
impegnativa, ovvierebbe a questo problema.
Azioni di mitigazione in fase di cantiere
Le aree naturali e quelle protette descritte nei paragrafi precedenti sono distanti dal sito di progetto, per cui
gli impatti provocati dalla costruzione dell’impianto eolico saranno limitati alla sola fauna eventualmente
presente sul sito, non intaccando minimamente gli habitat delle aree limitrofe.
Gli impatti più rilevanti sono legati essenzialmente al rumore provocato dalle attività di cantiere ed alle
polveri che possono sollevarsi durante le operazioni. Essi sono comunque di entità limitata soprattutto dal
punto di vista temporale, oltre che transitori e reversibili.
Inoltre per limitare ulteriormente l’entità di tale impatto, sarebbe opportuno condurre le attività di cantiere in
primavera, in modo da arrecare meno disturbo alla fauna presente nel periodo della riproduzione.
Per quanto concerne la vegetazione presente, gli impatti provocati dal cantiere sono trascurabili: l’area
d’intervento non presiede vegetazione arborea e arbustiva di alto pregio, tuttavia, in ogni caso è previsto il
completo ripristino del manto vegetale asportato per la realizzazione delle fondazioni e delle piazzole di
servizio.
In definitiva, si riportano le seguenti misure di mitigazione:
−
Utilizzo dei percorsi esistenti;
−
La viabilità di servizio non sarà finita con materiali bituminosi;
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−
Cavidotti interrati;
−
Utilizzo di vernici antiriflettenti e soluzioni cromatiche neutre per gli aerogeneratori;
−
Cabina di trasformazione interne alle torri eoliche;
−
Scelta delle turbine delle stessa potenza, altezza e sviluppo omogeneo del layout;
−
Disposizione delle macchine tali da evitare l’effetto selva dai punti visuali più significativi.
6.1.1 Protezione del suolo contro la dispersione di oli e altri residui
Al fine di evitare possibili contaminazioni dovute a dispersioni accidentali che si potrebbero verificare
durante la costruzione e il funzionamento del parco, dovranno essere stabilite le seguenti misure
preventive e protettive:
−
Tanto durante la costruzione del parco, quanto durante il suo funzionamento, in caso di
spargimento di combustibili o lubrificanti, sarà asportata la porzione di terreno contaminata, e
trasportata alla discarica autorizzata; le porzioni di terreno contaminate saranno definite, trattate e
monitorate con i criteri prescritti dal Decreto Ministeriale 25 ottobre 1999, n. 471, "Regolamento
recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale
dei siti inquinati, ai sensi dell'art. 17 del decreto legislativo 5 febbraio1997, n. 22, e successive
modificazioni ed integrazioni";
−
Durante il funzionamento si effettuerà un'adeguata gestione degli oli e altri residui dei macchinari.
Questi residui sono stati classificati come rifiuti pericolosi e pertanto, una volta terminati il loro
utilizzo, saranno consegnati ad un ente autorizzato affinché vengano trattati adeguatamente.
Trattamento degli inerti
I materiali inerti prodotti, che in nessun caso potrebbero divenire suolo vegetale, saranno riutilizzati per il
riempimento di terrapieni, scavi, per la pavimentazione delle strade di servizio, eccetera. Non saranno
create quantità di detriti incontrollate, né saranno abbandonati materiali da costruzione o resti di
escavazione in prossimità delle opere. Nel caso rimanessero resti inutilizzati, questi verranno trasportati al
di fuori della zona, alla discarica autorizzata per inerti più vicina o nel cantiere più vicino che ne faccia
richiesta.
7.
CONCLUSIONI
In conclusione si può affermare che, se pur l’intervento porterà percepibili modifiche del paesaggio in cui si
inserisce, queste non comporteranno la destrutturazione o la deconnotazione del sistema paesaggistico
per frammentazione, riduzione o alterazione degli elementi costitutivi.
Rispettando i criteri di progettazione e avendo cura degli interventi di mitigazione sopra esposti, tenendo
conto che l’area in cui si inserisce il progetto ha un suo valore paesaggistico d’insieme ma che non
presenta caratteri di pregio naturalistico eccelsi, considerando che la natura dell’impatto è comunque
transitoria e reversibile, si può affermare che l’impatto visivo dell’impianto eolico sul paesaggio in cui si
inserisce (e la nuova immagine che se ne verrà a configurare) può considerarsi accettabile.
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relazione paesaggistica p - Valutazioni ambientali:VAS-VIA-VI