GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 15.04 G. Tabellario (1), E. Armadillo (1) e F. Ferraccioli (2) (1) (2) Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue Risorse, Università di Genova, Italy British Antarctic Survey, High Cross, Cambridge, UK MODELLO CROSTALE DEL RENNICK GRABEN DA DATI DI CAMPI DI POTENZIALE (NORTH VICTORIA LAND, ANTARTIDE) Le indagini lito-astenosferiche sono uno dei principali obiettivi delle ricerche delle scienze della Terra nel continente Antartico. La copertura glaciale e le estreme condizioni ambientali spesso ostacolano le indagini geologiche di superficie, fornendo ulteriore importanza ai metodi di esplorazione geofisica ed all’esigenza di interpretazioni integrate. La combinazione di studi aeromagnetici, elettromagnetici, sismici e gravimetrici, forniscono informazioni fondamentali sulle proprietà fisiche di contrapposti blocchi crostali e con esse nuovi constraint profondi in aree dove le ipotesi geologiche sono poche e talora contraddittorie. È in questo contesto che nell’ambito del Progetto nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) nasce il progetto multidisciplinare BACKTAM (BACKside of the TransAntarctic Mountains) che attraverso una collaborazione Italo-Tedesca si propone di caratterizzare tramite indagini geofisiche il rapporto che intercorre tra il “backside” della Catena (TAM) ed il margine del Cratone Est-Antartico (EAC). Nella campagna antartica 1999-2000 di questo progetto sono stati acquisiti nuovi dati geofisici nella North Victoria Land (NVL) e particolarmente lungo la costa Pacifica dell’Oates Land e della George V Land. In questo lavoro vengono analizzati ed interpretati tramite modelling integrato i dati aeromagnetici, elettromagnetici e gravimetrici lungo un profilo che taglia trasversalmente i Terranes della North Victoria Land, la struttura del Rennick Graben (RG) ed i principali lineamenti strutturali (Leap Year fault, Lanterman Fault, Wilson Thrust). In accordo con i principali Autori che hanno discusso l’argomento (cfr. bibliografia) il basamento della NVL può essere suddiviso in tre Terranes accreti al Cratone Antartico Orientale in età Paleozoica (Early); Il Robertson Bay Terrane (RBT) a nord-est, Il Bowers Terrane (BT) nella parte centrale ed il Wilson Terrane (WT) ad ovest (Gair ed al., 1969; Fig.1). Il RBT è costituito da una sequenza molto potente di sedimenti marini di piattaforma continentale (grovacche torbiditiche e argilliti) ed è stato deformato, metamorfosato ed intruso dai corpi plutonici Devoniani dell’Admiralty intrusives (Talarico et al., 1992). Il BT è formato da rocce vulcaniche e sedimentarie principalmente di età Cambriana. Dati aeromagnetici (Finn et al., 1999; Ferraccioli et al., 2002) e geochimici (Weaver et al., 1984) suggeriscono la possibilità che il BT includa un frammento di crosta oceanica obdotta durante l’orogenesi di Ross. Il WT ha avuto una storia metamorfica più complessa. Le sequenze metasedimentarie che lo caratterizzano infatti includono relitti di un complesso granulitico (Colombo et al., 1997) e registrano un metamorfismo di bassa pressione di grado da basso ad alto (Grew et al., 1984). Il WT è intruso dai Granite Harbour intrusive Cambro Ordoviciani (Gunn and Warren, 1962), una serie di intrusioni calcalcaline interpretate in termini di arco magmatico (Borg e Stump 1987). La struttura dei tre Terranes è dominata da thrusts NW-SE e faglie trascorrenti GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 15.04 (Flottmann and Kleinschmidt, 1993). I thrust ereditati dall’Orogenesi di Ross sono stati riattivati come faglie trascorrenti durante il Cenozoico (Rossetti et al., 2003). Fig. 1 - Schema geologico della NVL. La linea tratteggiata indica il profilo in studio. La Leap Year Fault (LYF) e la Lanterman Fault (LF) sono i due thrust principali con senso di trasporto verso NE, il primo separa il RBT dal BT, il secondo separa il WT dal BT (Flottmann and Kleinschmidt, 1991). Due thrust di età Ross, il Wilson Thrust e l’Exile Thrust attraversano il WT dalla costa Pacifica (Flöttmann and Kleinschmidt, 1991) e probabilmente continuano verso sud nell’area del Rennick Graben (Läufer and Rossetti, 2003). In questo lavoro sono stati utilizzati dati elettromagnetici (GDS), aeromagnetici e gravimetrici a terra (Fig. 2). Aeromagnetismo – Il rilievo areomagnetico regionale condotto nel progetto BACKTAM era finalizzato all’individuazione di differenti province crostali, limiti tra terranes, faglie, corpi magmatici intrusivi ed effusivi. La spaziatura delle linee di volo adottata è stata di 4.4 km per i profili e 22 km per le tie lines. Nel complesso l’area coperta è stata di 24000 km2 per 7095 km complessivi di linee di volo. GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 15.04 Fig. 2 - Dati lungo il profilo utilizzati per il modelling. A) profondità bedrock B) profilo magnetico C) profilo gravimetrico D) vettori di induzione GDS. Geomagnetic Deep Sounding (GDS) – Le investigazioni GDS si basano su array di variometri fluxgate a tre componenti. Lo studio dei vettori induzione e delle pseudosezioni di resistività elettrica profonda permettono di ottenere informazioni sulla presenza di fluidi, melting, reologia della regione e presenza di anomalie termiche litosferiche. I dati sono stati acquisiti da nove stazioni allineate lungo un profilo che taglia trasversalmente il RG dall’Everett al Daniels Range (Armadillo et al., 2004). Alla parte reale delle funzioni di trasferimento è stata applicata la tecnica di inversione proposta da Siripunvaraporn and Egbert (2000) utilizzando il modello di riferimento della distribuzione verticale di conducibilità elettrica quello proposto da Hermance (1995). Gravimetria – Le nuove misure hanno integrato quelle acquisite in precedenti spedizioni. È stato utilizzato un gravimetro Lacoste-Romberg mod. G con apertura e chiusura su di un punto secondario localizzato nell’area del Lillie Glacier collegato a sua volta al punto di gravità assoluta della Base Mario Zucchelli (BMZ). Alle misure gravimetriche sono state abbinate misure GPS con sessione di 30’ in assetto differenziale per un’accurata localizzazione del punto stazione, al fine delle correzioni canoniche da apportare al dato. Il modelling integrato (Fig. 3) è stato eseguito tramite il programma GM-SYS (Geosoft). Inizialmente sono stati utilizzati i soli profili magnetico e gravimetrico che successivamente sono stati comparati con il modello GDS. GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 15.04 Fig. 3 - Esempio di modello crostale ottenuto tramite integrazione dei dati magnetici e gravimetrici lungo il profilo di studio. L’analisi preliminare dei dati che rappresentano un data-set unico in Antartide ha evidenziato alcuni interessanti aspetti che hanno permesso di fornire nuove informazioni sulla struttura profonda dei Terranes aggiungendo ulteriori “vincoli” ai modelli geologici fino ad ora proposti (per esempio Finn et al., 1999; Ferraccioli et al., 2002; Rossetti et al., 2003). In particolar modo: • • Il Bowers Terrane settentrionale come proposto dalla contrastante segnatura magnetica e gravimetrica con il BT meridionale (Ferraccioli et al., 2002; Finn et al., 1999), da dati geochimici sul Glasgow Volcanics (Weaver et al., 1984) e dalla presenza di clasti di rocce intrusive mafiche ed ultramafiche nell’Husky Conglomerate del LR (Weaver et al., 1984; Capponi et al., 1999b) è stato interpretato come una rimanenza di crosta oceanica obdotta durante l’orogenesi di Ross (Ferraccioli et al., 2002). Nel modelling il RG è contrassegnato da un’anomalia gravimetrica negativa, in contrapposizione alle Bowers Mountains che sono caratterizzate da un anomalia di Bouguer positiva con un gradiente tra le due di circa 100 mGal. Il modello rivela che questa anomalia è causata da un corpo ad alta densità riaffermando quanto proposto da Ferraccioli et al. (2002). Il dato elettromagnetico a sua volta mostra un conduttore superficiale (100 ohm m) localizzato ad una profondità di circa 10 km sotto le BM. Simili anomalie sono osservate ad esempio in California dove vengono associate a corpi ofiolitici (Unsworth et al., 1997). Lo spessore della crosta dedotto da dati sismologici (Agostinetti et al., 2004) nell’area del RBT risulta essere dell’ordine dei 24-26 km in accordo con gli studi GNGTS – Atti del 23° Convegno Nazionale / 15.04 • • gravimetrici di Ritzwoller et al. (2001). L’area del Rennick Graben come descritta da Agostinetti et al. (2004) mostra un’ambiguità maggiore evidenziando due interfacce principali a 26 e a 38 km. Nell’area dell’Oates Land invece la Moho è valutata tra i 31 e 32 km in accordo con lo spessore crostale medio dell’Antartide Orientale come dedotto da dati gravimetrici. In via speculativa, considerando uno spessore crostale nell’area del RG di 26 km si potrebbe pensare ad una importante struttura continentale di rift, piuttosto che un semplice graben. D’altra parte questa ipotesi contrasterebbe con il modello elettromagnetico 2D che mostra nella crosta superiore dell’area del RG un’area resistiva, contrariamente a quanto si vede in rift continentali in altre parti del mondo, tuttavia una crosta superiore resistiva è riscontrabile in prossimità di importanti strutture trascorrenti. Inoltre alti valori di resistività elettrica sono stati riscontrati anche nel Byrd Subglacial Basin che rappresenta una possibile struttura di rift non attiva del West Antarctic Rift System (Wannamaker et al., 1996). Ciò potrebbe far pensare ad un rift passivo formato in risposta alla trastensione Cenozoica fra l’Antartide orientale ed occidentale. Uno dei principali temi scientifici in discussione nel Progetto BACKTAM era quello della presenza di sedimenti all’interno del Rennick Graben. Certamente la mancanza di un marker sedimentario post Giurassico noto, come testimonianza di rifting, è problematica. Il modello derivato dall’integrazione dei dati magnetici e gravimetrici denota uno spessore sedimentario dell’ordine minimo di alcuni km a conferma dei modelli gravimetrici proposti precedentemente (Reitmayr, 1997). I sedimenti modellizzati sebbene diminuiscano di spessore procedendo verso ovest non sembrano esaurirsi in prossimità del MR. Ciò indicherebbe una struttura più ampia di quelle ad oggi descritte (per esempio Tessenshon, 1994; Rossetti, 2003). In questo contesto il MR troverebbe spiegazione in un horst all’interno del graben. Infine l’anomalia magnetica e gravimetrica presente nell’area del Lillie Glacier può essere ragionevolmente spiegata con la presenza di un plutone granitico come testimoniano gli affioramenti presenti nell’area. BIBLIOGRAFIA Armadillo E, F. Ferraccioli, G. Tabellario and E. Bozzo (2004) : Deep electrical resistivity sounding across a major ice-covered fault belt in Northern Victoria Land (East Antarctica).Geophysical Research Letters, Vol. 31, L10615, doi:10.1029/2004GL019903. Armadillo E., E. Bozzo, G. Caneva., 2003 : Deep electrical resistivity investigation across the Rennick Graben and Oates Land by Geomagnetic Depth Sounding, Terra Antartica, Vol. 10. Borg, S.G. and Stump, 1987: E.,Paleozoic magmatism and associates tectonic problems of northern Victoria land,Antarctica, In McKenzie, G.D, ed. Gondwana Six:Structure, Tectonics and Geophysical Monograph, 40, 67-75. Bozzo, E., and D. 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