"...un giorno d'inverno, al mio ritorno a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di bere, contrariamente alla mia abitudine, una tazza di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, cambiai idea. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti che chiamano petites madeleines e che sembrano modellati dentro la valva scanalata di una "cappasanta". E subito, meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa e dalla prospettiva di un domani malinconico, mi portai alle labbra un cucchiaino di tè nel quale avevo lasciato che s'ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata staccata da una qualsiasi nozione della sua causa.....Da dove era potuta giungermi una gioia così potente? Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo superava infinitamente, non doveva condividerne la natura. Da dove veniva? Cosa significava?.....Ricomincio a domandarmi che cosa poteva essere questa condizione ignota, che non adduceva alcuna prova logica, bensì l'evidenza della sua felicità, della sua realtà davanti alla quale le altre svanivano. Cercherò di farla riapparire. Retrocedo col pensiero al momento in cui ho sorbito il primo cucchiaino di tè. Ritrovo lo stesso stato senza una chiarezza nuova.........Per la seconda volta gli faccio il vuoto davanti, lo rimetto di fronte al sapore ancora recente di quella prima sorsata e dentro di me sento tremare qualcosa che si sposta che vorrebbe venir su, come se fosse stato disancorato a una grande profondità.........E tutt'a un tratto il ricordo è apparso davanti a me. Il sapore, era quello del pezzetto di madeleine che la domenica mattina a Combray (perché nei giorni di festa non uscivo di casa prima dell'ora della messa), quando andavo a dirle buongiorno nella sua camera da letto, zia Léonie mi offriva dopo averlo intinto nel suo infuso di tè o di tiglio....." Marcel Proust da A’ la recherche du temps perdu “La perdita di memoria porta a una perdita di contatto con l’io immediato con la propria storia e con gli esseri umani.” (E. Kandel) “Per apprendimento si intende il processo attraverso il quale un organismo acquisisce nuove informazioni; la memoria è l’immagazzinamento di queste informazioni nel sistema nervoso centrale in modo che possano essere successivamente utilizzate. In tal modo l’animale trae vantaggio dall’esperienze e il suo comportamento futuro risulta più adatto all’ambiente in cui vive.” (Larry Squire) Parmenide (6° secolo a.C..) : la memoria legata alla relazione tra il caldo e la luce, il freddo e l’oscurità – importanza delle percezioni sensoriali Platone (4° secolo a.C. ): la m. è una tavoletta di cera che conserva i caratteri che vi sono stati impressi – non si ha apprendimento ma solo ricordo della conoscenza innata Aristotele (384-322 a.C..) : pone in relazione la sensazione con l’immagine-ricordo “Le percezioni date dai cinque sensi sono trattate dalla immaginazione e sono queste immagini formatesi che divengono materiale delle facoltà intellettuali.” “L’anima non pensa mai senza un’immagine mentale….nessuno potrà mai apprendere o comprendere qualsiasi cosa senza la facoltà percettiva.” Cartesio (1596-1650): ritroviamo la nozione di traccia mnestica (l’impronta) di Platone – memoria sensibile, che è quella propriamente detta, legata al corpo – memoria intellettuale che dipende solamente dall’anima. Il ruolo della memoria è di conservare le idee, le tracce che sono impresse nel cervello attraverso le percezioni sensoriali. Franz Joseph Gall : (1758-1828) nasce la frenologia – ma la memoria rimane un mistero “… non comprenderemo mai come delle tracce qualunque impresse nel nostro cervello possano essere percorse dal nostro spirito e produrre delle immagini …” Theodule Ribot (1839-1916): definisce la memoria come un fatto biologico, “una funzione generale del sistema nervoso”. Non appannaggio esclusivo dell’uomo, essa è legata alla vita stessa. Ha un concetto riduttivo assimilando la memoria all’abitudine, cioè all’acquisizione di automatismi grazie alla ripetizione. Il ricordo si conserva sotto forma di una trasformazione di elementi. Henry Bergson (1859-1941): la memoria è “interazione tra spirito e materia”. Nella m. il passato sopravvive nel presente. memoria abitudine è quella tecnica, pratica, non evoca immagini memoria pura è indipendente dalla volontà, composta da immagini ricordi. La memoria bergsoniana ci permette di situarci al di fuori del tempo unendo in una medesima percezione presente e futuro. Sigmund Freud (1856-1939): i ricordi non associati a stati affettivi non sono ricordi. Le emozioni organizzano i ricordi in una sequenza di eventi. Un ricordo diventa un ricordo solo nel contesto del presente, il contesto deve mutare continuamente, quindi non possono esistere ricordi fissi. Senza un contesto, senza un contorno ambientale, i nostri ricordi sono frammenti incoerenti. “La memoria senza presente non può esistere” Hermann Ebbinghaus (1850-1909): per primo ipotizzò l’applicazione di tecniche sperimentali quantitative nello studio della memoria e dell’apprendimento. William James (1842-1910): introdusse l’idea della memoria distinta in due componenti discrete: memoria a breve termine – permette di ricordare per brevi periodi di tempo, secondi, quantità limitate di informazioni memoria a lungo termine – grandi quantità di informazioni per un tempo indefinito Questa ipotesi è stata inseguito confermata dagli psicologi tedeschi G. E. Muller e A. Pilyecher che aggiunsero il concetto di consolidamento, durante il quale l’informazione è labile. Avvenuto il consolidamento ( si può ottenere con l’iterazione dell’informazione) il ricordo è incancellabile. Eugenio Tanzi (1856-1934): ha l’intuizione della plasticità della struttura nervosa. Così scriveva: “Ogni stimolo esterno che impressioni il nostro sistema nervoso, determinando un particolare stato di coscienza, vi produce, oltre alla modificazione momentanea e passeggera che corrisponde alla sensazione attuale, anche un'impronta permanente, una specie di reliquato, talvolta anche indelebile. “ Donald Hebb (1904-1985) : per primo ipotizzò una distinzione tra un possibile processo a breve termine basato sull'attivazione di circuiti bioelettrici limitata nel tempo, e un processo a lungo termine fondato sulla modifica fisica dei neuroni coinvolti. Wilder Penfield (1871-1976): per primo dimostrò che nel cervello dell’uomo i processi mnemonici sono localizzati Eric Kandel negli anni ’70 inizia gli studi sull’apprendimento nell’Aplysia. Scopre i meccanismi molecolari della memoria (assuefazione – facilitazione), mutazioni nella sintesi di proteine a livello neuronale. Teorizza i meccanismi cellulari della memoria e dell’apprendimento Gerald Edelman (nobel nel ’72) nega che vi sia un magazzino della memoria, ogni atto mnemonico implica una ristrutturazione di informazioni a livello categoriale. Ricostruiamo di volta in volta le immagini con un processo di rielaborazioni di informazioni a diversi livelli e in diverse parti del cervello. La memoria è un complesso sistema di rielaborazione e di categorizzazione, riunite in mappe a diversi livelli (senso-motori, emotivi). MEMORIA A BREVE TERMINE permette di ricordare per brevi periodi di tempo (secondi) quantità limitate di informazioni -FONOLOGICA ( uditiva verbale) -NON VERBALE ( visiva e/o spaziale, uditiva non verbale, tattile, olfattoria) MEMORIA A LUNGO TERMINE grandi quantità di informazioni per un tempo indefinito PROCEDURALE o IMPLICITA: assenza di consapevolezza dell’apprendimento PROPOSIZIONALE O ESPLICITA EPISODICA : ricordo consapevole di eventi particolari collocati nel tempo e nello spazio (contesto) SEMANTICA : riguarda la conoscenza del mondo (linguaggio, la conoscenza in toto) INPUT Memoria a breve termine Finestra temporale dimenticanza Memoria a lungo termine (LTP) Modificazioni conformazionali di proteine preesistenti Ripetizione Stimolo CONSOLIDAMENTO Sintesi di nuove proteine REPERIMENTO Talamo Corteccia prefrontale Regione proencefalica inferiore amigdala ippocampo Corpi mammillari (ipotalamo) Tre strutture: il giro dentato, l'ippocampo e il subiculum Via efferente: Il fornice 1200000 fibre Le informazioni provenienti dalle aree sensoriali e associative convergono nell’area entorinale da qui alle tre popolazioni di neuroni dell’ippocampo. In sequenza arriva prima alle cellule del giro dentato, quindi alle cellule CA3 e infine alle cellule CA1 (contesto spaziale). Dopo l’elaborazione l’informazione viene ritrasmessa all’area entorinale e quindi alla neocorteccia. Ipotesi sull’ippocampo - Ippocampo come un sistema operativo della memoria L'ippocampo avrebbe codificato nei suoi circuiti neuronali una mappa completa di tutti i circuiti corticali che possono essere attivati in seguito a esperienze percettive. L'attivazione a livello corticale sarebbe quindi continuamente monitorizzata dall'ippocampo, che memorizzerebbe, a breve termine, una traccia o indice dell'ordine spazio-temporale delle attivazioni corticali. (Teyler – Discenna) - L’ippocampo come o una via di transito della memoria a lungo (LTP) termine o un sistema facilitatore essenziale per l’immagazzinamento delle tracce di memoria in altre regioni cerebrali. (I. Kupfermann & E. Kandel) Input MEMORIZZAZIONE Esperienza cancellata Corteccia sensoriale Indice conservato ippocampo indicizzazione Input similare Corteccia sensoriale ippocampo controllo indici IDENTIFICAZIONE DEL RICORDO Completamento del ricordo Indice riconosciuto cingolato anteriore Aree pre-frontali Input sensoriali tempo Ippocampo Area entorinale talamo spazio attenzione Schemi neuronali disposizionali (indici) Aree sensoriali primarie Aree associative pre-frontali Rappresentazioni topograficamente organizzate (mappe) La rappresentazione disposizionale (mappa) è una potenzialità latente di eccitazione che viene destata quando i neuroni scaricano secondo un particolare andamento, a certi ritmi per un certo tempo e su un particolare bersaglio (altro insieme di neuroni) Aree associative pre-frontali Input che attiva un indice spazio cingolato anteriore Aree pre-frontali Ippocampo Area entorinale attenzione talamo tempo Aree sensoriali primarie Aree sensoriali associative Attivazione della mappa topograficamente organizzata L’amigdala per le sue connessioni sia con le aree sensoriali corticali sia con le strutture profonde del cervello che inducono le risposte emotive è la struttura adatta a mediare un collegamento tra esperienze sensoriali ed emozioni L’ippocampo e l’amigdala sono connessi con il nucleo accumbens, questo conferma che questo tipo di memoria è in stretta dipendenza dello stato motivazionale e di attenzione, delle emozioni, del senso di gratificazione e mortificazione del soggetto. talamo ipotalamo amigdala 1) Ippocampo – fornice – talamo – nuclei pontini 2) Corpi mammillari (ipotalamo) – talamo – girus cingoli 3) Amigdala – talamo – girus gingoli – corteccia frontale 4) Corteccia cingolare – corteccia orbito-frontale - amigdala Le connessioni tra sistema limbico e corteccia sono reciproche Le due formazioni ippocampiche e i due giri paraippocampici sono interconnessi attraverso le fibre interemisferiche della commissura anteriore. Ippocampo - amigdala A. sensoriali primarie A. associative Giro paraippocampale Corteccia frontale ippocampo amigdala Girus cingoli olfatto Input sensoriali talamo Sistemi interni ipotalamo La memoria esplicita codifica l’informazione che riguarda gli eventi autobiografici e le conoscenze relative a fatti passati. La sua formazione dipende da processi cognitivi come la valutazione, il paragone e l’inferenza. Essa è una attività creativa che scaturisce da un processo di sintesi e di ricostruzione. “Essa è altresì un processo attraverso il quale l’individuo interpreta il mondo esterno non solo secondo la visuale che si ha stando in uno specifico punto dello spazio, ma anche secondo la visuale che si ha da uno specifico punto della propria storia personale. “ I. Kupfermann & E. Kandel Esiste un'annosa controversia su dove vengono immagazzinati i ricordi a lungo termine delle proprie esperienze personali. La controversia era incentrata sul fatto se la memoria a lungo termine continuasse o meno a dipendere dalla regione chiamata lobo temporale mediale, che contiene l'ippocampo. Secondo alcuni studiosi, queste memorie "autobiografiche" dipenderebbero da specifiche informazione contestuali che richiederebbero il continuo coinvolgimento delle strutture mnemoniche centrali del cervello. Per altri, invece, i ricordi autobiografici con il passare del tempo diventerebbero gradualmente indipendenti dal lobo temporale mediale. Ora, Larry R. Squire e colleghi hanno dimostrato che "la capacità di richiamare alla mente eventi autobiografici remoti non dipende dal lobo temporale mediale, ma da aree neocorticali diffusamente distribuite" LA MEMORIA DI LAVORO E’ la combinazione di consapevolezza istante per istante e di recupero immediato di informazioni archiviate. E’ complementare alla memoria associativa in quanto provvede all’attivazione a breve termine e all’archiviazione di informazioni simboliche. Fondamentale per la comprensione linguistica, l’apprendimento e il ragionamento. SEDE : LA CORTECCIA PRE-FRONTALE essa fa parte di una complessa rete di connessioni reciproche tra il solco principale e le aree sensoriali, limbiche e premotorie. L’ippocampo consolida associazioni nuove La corteccia prefrontale recupera le associazioni archiviate per utilizzarle nel compito in corso. MEMORIA ABITUDINE sistema di apprendimento indipendente dai circuiti limbici apprendimento non cognitivo basato su collegamenti automatici stimolo – risposta elemento critico è la ripetizione E’ la memoria di quello che “si sa fare” Strutture coinvolte sono: Nuclei della base lo striato: Nucleo caudato Putamen Lo striato ventrale (n. accumbens) Substantia nigra Nucleo sottotalamico Il corpo striato (putamen e nucleo caudato) riceve proiezioni provenienti da molte aree corticali, compresi i sistemi sensoriali, e invia alle aree che controllano i movimenti. Adatto per mettere a disposizione legami diretti stimolo-azione. Permette la percezione dello scorrere del tempo. IMPORTANTE NEL LINGUAGGIO e .... Sede della struttura della lingua madre e di tutte le altre lingue apprese Il nucleo caudato è l’interruttore per il passaggio da una lingua ad un’altra … NELLA MUSICA Nuclei della base (risposta – stimolo) Sistemi sensoriali corticali Corpo striato Sub. nigra talamo Nucleo Sub-talamico Corteccia motoria Il sonno rafforza la memorizzazione delle informazioni sogni come risultato dell’attività casuale delle cellule nervose -sonno ad onde lente o sincronizzato (funzioni anaboliche e di risparmio) -sonno paradossale (REM) produzione di sogni. Partecipa allo sviluppo del cervello, ruolo nelle funzioni cognitive Nel sonno sincronizzato si ha la destabilizzazione delle tracce di memoria acquisita di recente, se seguito da veglia si perdono le tracce, se da sonno REM sarebbero trascritte e rafforzate Nel corso del sonno REM le informazioni possono essere recuperate e integrate con esperienze passate per fornire strategie nuove di comportamento più adatte alla sopravvivenza IL SOGNO COME MEZZO CON CUI IL CERVELLO SI LIBERA DI INFORMAZIONI INUTILI APPRENDIMENTO ROVESCIATO O DISAPPRENDIMENTO Ricerche svolte presso l’Università di Liegi con l’uso della risonanza magnetica funzionale (fMRI) hanno dimostrato per la prima volta come il cervello umano non agisca semplicemente mettendo in stand by le nuove informazioni acquisite finché vi è un periodo di calma o di sonno che consentano di rafforzarle. Piuttosto, sembra che continui a elaborarle dinamicamente non appena ha fine l’episodio cognitivo, anche se deve affrontare una serie ininterrotta di attività differenti. Aree associative frontali Aree prefront. Ventro-mediane Aree prefront. Dorso-laterali Giro del cingolo a. motorie a. entorinale a.Pre motorie Nuclei della base ippocampo amigdala talamo a. sensoriali associative a. sensoriali primarie Input sens. olfatto visceri n. tronco SNA ipotalamo ipofisi Sistema endocrino ASSUEFAZIONE: consiste nella progressiva riduzione di una risposta comportamentale in seguito alla presentazione ripetuta di uno stimolo innocuo Dovuta alla diminuita trasmissione sinaptica: progressiva diminuzione dell’entrata di Ca++ nella cellula sensoriale durante i potenziali d’azione generati dalle stimolazioni. La riduzione di Ca++ dà la riduzione del neurotrasmettitore liberato dalle terminazioni. SENSIBILIZZAZIONE o FACILITAZIONE: consiste nel potenziamento di una risposta ad uno stimolo innocuo qualora l’animale abbia ricevuto in precedenza uno stimolo intenso e nocivo LPT (Long-Term Potentation) potenziamento a lungo termine Il glutammato è un neurotrasmettitore eccitatorio, la sua liberazione dai terminali presinaptici causa un aumento del calcio intracellulare nella zona sub-sinaptica. Il calcio si lega alla sua proteina specifica, la calmodulina; il complesso calciocalmodulina attiva la proteinasi calpaina. Questa degrada la proteina strutturale fodrina, che riveste internamente le membrane neuronali postsinaptiche. Questa degradazione smaschera ulteriori recettori per il glutammato. Questo produce una sinapsi ipersensibile al glutammato ed una spina dendritica modificata Alla fase di attivazione della calpaina segue una modifica delle proteine strutturali, fodrina, e quindi una modifica della forma della sinapsi e della spina dendritica. Si ha così una sinapsi che comincia dividersi in due (sinapsi perforata) e la formazione di una nuova spina dendritica. Gli aspetti temporali delle varie fasi dell'LTP e la loro dipendenza dalla sintesi proteica hanno portato ad ipotizzare che degli eventi ben precisi facciano seguito all'attivazione dei recettori per il glutammato: attivazione di enzimi processi di fosforilazione sintesi di nuove proteine ed interazione di queste con il DNA per modificarne l'espressione in modo più o meno duratura. La stimolazione del recettore per l’NMDA attiva dei secondi messaggeri (Ca++, Proteinchinasi) questi hanno un ruolo di rilievo nell’espressione di geni regolatori quali il c-fos. L’RNA messaggero per il c-fos viene translocato nel citoplasma e qui tradotto nella proteina corrispondente (c-fos). A seguito di modificazioni post-traslazionali, la proteina c-fos rientra nel nucleo dove, dopo dimerizzazione con la proteina c-jun o jung-B, si lega a siti specifici del DNA che hanno funzione di regolatori della trascrizione genica storia Memoria e emozione Memoria e sogni Memoria breve e lungo termine anatomia Memoria semantica Memoria procedurale schema Meccanismi cellulari