LA PREGHIERA
COMUNITARIA CARISMATICA
Cfr. libro: SE VUOIDIVENTA TUTTO
DI FUOCO di Luigi Montesi
“….dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro“
(Mt 18,20)
Non possiamo andare alla preghiera comunitaria,
luogo della presenza di Dio come se entrassimo
in un qualsiasi altro luogo.
Cosa accadde a Mosè sul monte Oreb:
Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò
a lui dal roveto: "Mosè, Mosè!". Rispose: "Eccomi!".
Riprese: "Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi,
perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!". E disse: "Io
sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il
Dio di Giacobbe". Mosè allora si coprì il volto, perché aveva
paura di guardare verso Dio.
(Es 3,4-6)
LA PREGHIERA COMUNITARIA E’ UNA TERRA SANTA
NELLA PREGHIERA COMUNITARIA C’E’ UNA TEOFANIA,
UNA MANIFESTAZIONE DELL’EMANUELE, IL DIO CON NOI
LUOGO DELLA COMUNIONE CON DIO E CON I FRATELLI
Primo atteggiamento per accostarsi alla preghiera:
Rispetto, attenzione, raccoglimento, adorazione,
silenzio interiore ed esteriore, sacro timore.
Origene: “Ritengo che chi si reca a pregare, se si ferma un istante e si
compone, sarà più fervente e raccolto per tutto il tempo della
preghiera”.
Secondo atteggiamento per accostarsi alla preghiera:
Cercare il volto del Signore.
Origene: “Chi si reca a pregare deponga ogni altro pensiero dirigendo
quasi in modo visibile la sua mente a Dio”.
“Ho cercato il Signore e mi ha risposto.” (Sal 34,5)
Cerchiamo il Signore oppure
cerchiamo qualcosa dal Signore?
Quando affermiamo che, nonostante i
nostri sforzi, non riusciamo ad avvertire la
presenza di Dio, pensiamo bene se è
veramente Lui che stiamo cercando oppure
qualcosa d’altro.
Terzo atteggiamento per accostarsi alla preghiera:
Essere in comunione con i fratelli.
Una cosa ricorrente che nella preghiera comunitaria ci
impedisce di vivere pienamente la presenza di Dio, è
anche la nostra incapacità di essere pienamente in
comunione con i fratelli.
Se infatti, noi ci sforziamo con tutto noi stessi ad amare
Dio ma non poniamo lo stesso zelo e la stessa attenzione
nel cercare di amare il prossimo, faticheremo invano:
“Chi infatti non ama il proprio fratello che vede non può
amare Dio che non vede.” (1Gv 4,20b)
“Chi dice di amare Dio, ami anche il
fratello.”
(1Gv 4,21b)
PREGHIERA COMUNITARIA
E NON
PREGHIERE COMUNITARIE
La preghiera comunitaria e quella carismatica in
particolare, non è un susseguirsi di preghiere
individuali ad alta voce, né, tantomeno un
“mescolone”
tra letture tratte dalla Bibbia, canti, gestualità o
quant’altro. La preghiera comunitaria carismatica
è un organismo che vive, ha, cioè, una vita sua.
È un fermento più grande di noi proprio
perché mossa dallo Spirito Santo.
Ogni singola azione nella preghiera
comunitaria non è lì espressa come
fosse una voce isolata, bensì va vista
come se fosse il
TASSELLO DI UN MOSAICO
UNA SOLA PREGHIERA
COME SE FOSSIMO
UNA SOLA PERSONA
“…a una sola voce, si misero a lodare Dio” (Dn 3,51)
così come gli apostoli e i discepoli:
“…erano assidui e concordi nella preghiera” (At 1, 14)
“…tutti insieme levarono la loro voce a Dio” (At 4, 24)
“noi non diciamo: «Padre mio che sei nei cieli», e
neppure: «…dammi oggi il mio pane quotidiano»; e
ciascuno non domanda: «…rimetti il mio peccato», né
«…non mi indurre in tentazione ma liberami dal
male»”.
“…se due di voi sopra la terra si ACCORDERANNO
per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei
cieli ve la concederà” (Mt 18, 19)
UNA SOLA VOCE,
UN SOLO ASCOLTO
Prima di istruirci a vicenda con
la
preghiera,
infatti,
tutti
dobbiamo essere istruiti dal
Signore, ASCOLTARLO.
L’ascoltare noi stessi piuttosto che
Dio nasce dall’essere ripiegati sui
nostri problemi. Non siamo in
ascolto del Signore perché abbiamo la
mente affollata di pensieri; ma
talvolta ciò che allontana il nostro
cuore da Dio è anche il non essere
in pace con i fratelli.
Siracide 28,3-7
Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo,
come oserà chiedere la guarigione al Signore? Egli non
ha misericordia per l’uomo suo simile e osa pregare per
i suoi peccati? Egli, che è soltanto carne, conserva
rancore; chi perdonerà i suoi peccati? Ricordati della
tua fine e smetti di odiare, ricordati della corruzione e
della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricordati
dei comandamenti e non avere rancore verso il
prossimo, dell’alleanza con l’Altissimo e non far conto
dell’offesa subita
ORIGENE
…chi prega deve innalzare mani pure, perdonando a
ciascuno le ingiurie ricevute, cancellando dall’anima
ogni risentimento di ira e non serbando turbamento
contro nessuno. Inoltre, affinché la sua anima non
sia offuscata da pensieri estranei, deve
dimenticare, nel tempo dedicato alla preghiera,
tutto ciò che ad essa non si riferisce. Una simile
situazione, non è forse beata? Ce lo insegna Paolo
nella prima lettera a Timoteo dicendo: “Voglio dunque
che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al
cielo mani pure senza ira e senza contese” (1Tm 2, 8)
ESSERE UNA COSA SOLA
Prima tappa: Un’unica intenzione
Seconda tappa: Un unico filo conduttore
Terza tappa: Un’unica animazione
UN’UNICA INTENZIONE
“Pietro dunque era in prigione, mentre un’unica
preghiera saliva incessantemente a Dio dalla
Chiesa per lui” (At 12,5).
L’importanza di non “disperdere” e “sprecare”
nell’abbondanza, la Parola, ma di vigilare affinché
venga proclamata e recepita dall’assemblea quale
realmente è:
unica intenzione suggerita dal Signore.
UN UNICO FILO CONDUTTORE
Non sarà sufficiente avere un’unica parola,
occorrerà anche fare il passo successivo e cioè
ricercare l’unico filo conduttore che ci porti,
come attraverso una strada, all’unica meta:
la volontà di Dio.
Altre parole dunque si aggiungeranno a quella
iniziale e anche preghiere profetiche, immagini
mentali, o altro; ma sempre in una logica chiara
all’assemblea, secondo il progetto di Dio e
non secondo il nostro pensiero.
UN’UNICA ANIMAZIONE
“Che fare dunque fratelli? Quando vi radunate ognuno può avere un
salmo, un insegnamento, una rivelazione, un discorso in lingue, il
dono di interpretarle. Ma tutto si faccia per l’edificazione. Tutti infatti
potete profetare… Ma le ispirazioni dei profeti devono essere
sottomesse ai profeti, perché Dio non è un Dio di disordine ma di
pace” (1Cor 14,26.31a.32-33).
Ognuno di noi dunque sarà chiamato, secondo i doni
ricevuti, ad essere qualcosa all’interno della preghiera
comunitaria carismatica, ovvero ad esercitare un ruolo, ad
esprimere ed usare un carisma:
“Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le
membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche… noi
tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo
corpo… Ora voi siete il corpo di Cristo e sue membra, ciascuno
per la sua parte” (1Cor 12,12-13a.27).
“Tutto avvenga decorosamente e con ordine” (1Cor 14,40).
“Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo
luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in
terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi
il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di
parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti
profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti
possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano
lingue? Tutti le interpretano?”. (1Cor 12,28-30)
OGNUNO E’ CHIAMATO, CON I PROPRI CARISMI,
ALL’UNICA ANIMAZIONE.
NON DISPERDERLA
DISCERNIMENTO PERSONALE
PRIMA DI LEGGERLA
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La Preghiera Comunitaria (formato Powerpoint)