‘Una pericolosa debolezza del metodo statico di verifica sismica della Normativa Italiana’, A. Paglietti, M. C. Porcu, estratto dal n. 4/2009, rivista Ingegneria Sismica (Patron Editore). La pubblicazione sul sito di NOVAINGEGNERIA avviene su gentile consenso dei rispettivi Autori e dell’Editore. L’Articolo a seguire è anche inserito nell’area Risorse/Contributi del sito. Una pericolosa debolezza del metodo statico di verifica sismica della Normativa Italiana Andrea Paglietti*, Maria Cristina Porcu** SOMMARIO – Il metodo statico di verifica sismica proposto dalla Normativa Italiana può condurre a verifiche non cautelative. Ciò avviene, in particolare, se esso viene utilizzato facendo riferimento al valore rigoroso del periodo fondamentale della struttura, anzichè a quello approssimato ottenuto con la formula empirica di normativa. Per edifici non regolari in pianta, il metodo può arrivare a sottostimare i massimi effetti sismici di oltre il 25% rispetto al loro valore effettivo. La Normativa Italiana appare, dunque, richiedere opportune modifiche per rendere il metodo statico una procedura di calcolo sicuramente a favore della sicurezza. Alcune possibili vie per raggiungere tale obiettivo sono discusse nel presente articolo. SUMMARY – The static method of seismic analysis proposed by the Italian code of practice can lead to nonconservative design. This may happen when the rigorous value of the fundamental period of the structure is adopted instead of the approximate one given by the code.The present paper shows that in the presence of eccentricity between the stiffness center and the mass center of the building floors, the static method can under-evaluate the maximum seismic effects by more than 25%. Appropriate changes in the code should be introduced in order to bring the static method to the safe side. Some possible improvements are discusses in the present paper. Parole chiave: metodo statico di verifica sismica, analisi statica sismica, progettazione antisismica. Keywords: static method of seismic analysis, lateral force method, earthquake resistant design. 1. Introduzione Secondo l’attuale Normativa Italiana, /1/, la verifica sismica degli edifici può essere eseguita sia con un’analisi lineare che con un’analisi non lineare. Quest’ultimacomporta notevoli oneri di calcolo e perciò, pur essendo più accurata, viene raramente adottata nella comune progettazione antisismica. Per la verifica sismica lineare, che è dunque la più usata, la normativa prevede due possibili metodi di analisi: il metodo dinamico ed il metodo statico. Il primo, più rigoroso, è da eseguirsi attraverso l’analisi modale della struttura e la successiva verifica con lo spettro di risposta di progetto, /2-4/. Il secondo, più semplice ma anche più approssimativo, applica alle masse della struttura delle opportune forze statiche orizzontali, proporzionali alla coordinata dello spettro di risposta relativa al periodo fondamentale della struttura stessa. La normativa limita la possibilità di utilizzare il metodo statico al caso in cui l’edificio sia regolare in altezza ed il suo periodo fondamentale sia opportunamente basso, condizioni che comunque non sono eccessivamente restrittive. Trattandosi tuttavia di un metodo approssimato e convenzionale, esso dovrebbe essere più cautelativo del più preciso metodo dinamico, e quindi portare ad una stima in eccesso dei massimi effetti sismici. Il presente lavoro mostra invece come, pur operando all’interno della normativa vigente, sia * Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Università di Cagliari. e-mail: [email protected] ** Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Università di Cagliari. e-mail: [email protected] possibile applicare il metodo statico in modo da sottodimensionare la struttura ripetto a quella che si otterrebbe applicando il metodo, più corretto, dell’analisi dinamica. Ciò offre, inopinatamente, al progettista una doppia convenienza ad applicare il metodo statico. Innanzitutto, un minore onere di calcolo conseguente ad una valutazione più sbrigativa delle azioni sismiche e, in secondo luogo, un risparmio sul materiale e quindi sul costo della struttura rispetto a quello che conseguirebbe ad una progettazione più accurata. Per ottenere tale duplice vantaggio, detestabile dal punto di vista della sicurezza, basta calcolare in modo rigoroso il valore del periodo fondamentale da introdurre nel calcolo delle forze sismiche da utilizzare nella verifica. Un tale modo di operare è consentito dalla normativa, che sembra anzi suggerire che per la valutazione delle forze sismiche col metodo statico sia preferibile utilizzare il valore di periodo corretto anzichè quello approssimato. In realtà, la presente analisi mostra che il metodo statico di verifica risulta cautelativo, talvolta anche eccessivamente, se si fa riferimento al periodo approssimato fornito dalla normativa. Mentre, contrariamente a quanto ci si dovrebbe aspettare, lo stesso metodo può diventare pericolosamente non cautelativo quando si determinino le forze statiche facendo riferimento al periodo rigoroso della struttura. La situazione si aggrava se l’edificio non è regolare in pianta. All’aumentare dell’eccentricità tra il baricentro delle masse e quello delle rigidezze, infatti, aumenta il periodo fondamentale della struttura. Questo comporta, di solito, una diminuzione delle forze statiche di verifica corrispondenti al valore rigoroso del periodo proprio Anno XXVI – N. 4 – ottobre-dicembre 2009 17 (a) (b) Fig. 1. (a) Pianta dell’edificio. (b) Telaio nella direzione y. Tabella 1. Eccentricità tra CM e CS. coordinate di CS alternativa no XCS(m) YCS(m) eccentricità (m) A1 0 0.790 0 A2 0.98 0.798 0.98 A3 1.99 0.808 1.99 A4 2.89 0.821 2.89 A5 3.80 0.829 3.80 A6 4.58 0.838 4.58 A7 5.46 0.841 5.46 A8 6.24 0.845 6.24 A9 6.91 0.849 6.91 A10 7.48 0.853 7.48 della struttura. Ciò può condurre a delle azioni sismiche di verifica addirittura inferiori a quelle che si otterrebbero con il metodo dinamico. Quando ciò avviene, il metodo statico cessa di essere a favore di sicurezza. Una simile diminuzione delle forze statiche non si ha se, invece, si valuta il periodo fondamentale dell’edificio con la formula approssimata data dalla normativa. Per dimostrare quanto affermato è sufficiente fare riferimento ad un edificio ordinario e mostrare come il metodo statico possa divenire meno cautelativo del metodo dinamico se applicato utilizzando il valore rigoroso del periodo fondamentale dell’edificio. Ciò verrà fatto nella Sezione 2, dove si eseguirà sia l’analisi statica sia l’analisi dinamica di edifici irregolari in pianta. I risultati ottenuti mostrano che l’introduzione nel metodo statico del valore rigoroso del periodo può condurre a sottostime superiori al 25% rispetto ai risultati ottenibili con il metodo dinamico. Da osservare che il problema dell’applicabilità del metodo statico a edifici non simmetrici è stato analizzato da diversi autori (cf. 18 /5-11/). Tuttavia, la criticità messa in evidenza nel presente lavoro non è stata mai presa in considerazione. Occorre osservare, infine, che il metodo statico viene accettato da molte normative antisismiche (si veda ad esempio /12-15/). In genere, però, tali normative adottano speciali accorgimenti per evitare che le forze statiche di verifica risultino troppo basse. Uno di tali accorgimenti è, per esempio, quello di limitare superiormente il valore di periodo da utilizzare nella verifica, cf. /13-14/. La Normativa Italiana /1/ non adotta alcun accorgimento in tal senso, incorrendo così nel rischio di verifiche non cautelative. Va pure osservato che, come discusso in /16/, anche l’Eurocodice 8 /12/ non è esente da un simile rischio. 2. Sottostima degli effetti sismici in un edificio Nella presente sezione verrà mostrato come l’applicazione del metodo statico proposto dalla Normativa Italiana possa portare a sottostime non trascurabili delle sollecitazioni negli elementi strutturali di un edificio intelaiato, se si utilizza il valore rigoroso del periodo proprio dell’edificio. Si farà riferimento ad un edificio a tre piani in cemento armato, nell’ipotesi che i suoi piani siano rigidi e le masse siano uniformi in ciascun piano. La geometria del piano tipo dell’edificio e le sue principali caratteristiche sono riportate nella Figura 1. Verranno considerate, in particolare, dieci alternative, denominate A1-A10, corrispondenti ciascuna ad una diversa eccentricità tra il baricentro delle masse CM ed il baricentro delle rigidezze CS ai piani dell’edificio. L’alternativa A1 si riferisce al caso di edificio regolare in pianta (CM e CS coincidenti). Le alternative successive, da A2 a A10, si riferiscono invece a casi resi sempre più irregolari in pianta attraverso l’ingrossamento di alcuni pilastri perimetrali, indicati con i numeri da 1 a 9 in Figura 1. Le posizioni assunte da CS nei dieci casi Anno XXVI – N. 4 – ottobre-dicembre 2009 Tabella 2. Dimensioni in pianta e rigidezza flessionale dei pilastri da 1 a 9 nelle dieci alternative. alternativa pilastri da 1 a 4 rigidezza (kN/m) no (m) Kx A1 0.30 × 0.30 5668 A2 0.26 × 0.35 A3 A4 A5 0.18 × 0.50 pilastri da 5 a 9 Ky rigidezza (kN/m) (m) Kx Ky 5668 0.30 × 0.30 5668 5668 7800 4304 0.35 × 0.26 4304 7800 0.23 × 0.40 10300 3405 0.40 × 0.23 3405 10300 0.20 × 0.45 12752 2519 0.45 × 0.20 2519 12752 15743 2040 0.50 × 0.18 2040 15743 A6 0.16 × 0.55 18626 1576 0.55 × 0.16 1576 18626 A7 0.15 × 0.60 22670 1417 0.60 × 0.15 1417 22670 A8 0.14 × 0.65 26902 1248 0.65 × 0.14 1248 26902 A9 0.13 × 0.70 31200 1076 0.70 × 0.13 1076 31200 A10 0.12 × 0.75 35423 907 0.75 × 0.12 907 35423 Fig. 2. Spettro di risposta di progetto per accelerazione orizzontale. considerati sono rappresentate da piccole croci nella Figura 1 e riportate numericamente nella Tabella 1. Tutti i dati relativi alle sezioni e alle rigidezze flessionali dei pilastri da 1 a 9 nelle varie alternative considerate sono invece elencati nella Tabella 2. Si osservi che, in tutte le sue varianti, l’edificio rispetta sia i criteri di regolarità in altezza sia le limitazioni dei valori di periodo imposte dalla Normativa per l’applicabilità del metodo statico (/1/, §§ 7.3.3.2 e 7.2.2). Per ognuna delle dieci varianti dell’edificio considerato, sono state eseguite tre diverse analisi sismiche, due con il metodo statico e una con il metodo dinamico, quest’ultimo considerato come «metodo esatto». La prima delle due analisi statiche è stata eseguita considerando il valore approssimato di periodo ottenuto attraverso la formula proposta dalla Normativa [cf. /1/, formula (7.3.5), §7.3.3.2)] La seconda analisi statica ha invece utilizzato il periodo fondamentale calcolato in maniera rigorosa attraverso l’analisi dinamica. Si osservi che in tal caso si ottengono in realtà due valori di periodo, uno per ognuna delle due direzioni principali dell’edificio. Per i dettagli sui calcoli si rinvia a /17/. Le tre analisi suddette sono state eseguite facendo riferimento allo spettro di risposta riportato in Figura 2. Si tratta di uno spettro di progetto per accelerazione orizzontale, relativo allo stato limite di salvaguardia della vita, ottenuto dalla Normativa Italiana (/1/ §3.2.3.2.1) considerando le seguenti coordinate geografiche del sito: LONG 14.284 e LAT 40.882. Si è assunto un periodo di ritorno TR = 475 anni, una categoria del sottosuolo B e una categoria topografica T1. Nell’ipotesi di struttura dissipativa e di progettazione in classe di duttilità alta (CD A) si è calcolato, inoltre, un fattore di struttura q = 5.85 per edifici regolari in pianta e q = 5.18 per edifici irregolari in pianta. Gli spettri riportati in Figura 2 sono stati utilizzati per determinare separatamente la risposta alle due componenti ortogonali orizzontali del sisma. Gli effetti delle due componenti nelle varie sezioni della struttura sono stati poi combinati secondo quanto prescritto dalla Normativa (/1/, paragrafo 7.3.5). Al fine di poter confrontare i risultati delle due analisi statiche con quelli «esatti» ricavati dall’analisi dinamica, si è definito il seguente parametro: D ES E D ED (1) Per ogni generico effetto E, D fornisce la discrepanza tra il valore ES ottenuto dall’analisi statica ed il valore ED determinato con l’analisi dinamica. Tale parametro rappresenta l’errore relativo commesso con il metodo statico rispetto alla valutazione «esatta» ottenuta con il metodo dinamico. Naturalmente, D assume valori negativi se il metodo statico produce una sottostima dell’effetto E preso in considerazione. Viceversa, valori positivi di D indicano una sovrastima dell’effetto considerato rispetto al metodo dinamico. L’indice a o r aggiunto a D permette di distinguere tra i risultati ottenuti considerando rispettivamente il periodo approssimato oppure il periodo rigoroso nell’analisi statica. In altre parole, indicheremo con Da la discrepanza ottenuta quando il metodo statico venga applicato con il periodo approssimato e con Dr quella ottenuta quando lo stesso metodo venga applicato con il periodo rigoroso. Nelle Figure 3 e 4 sono riportati i valori Da e Dr relativi ai tagli VX e VY alla base del pilastro 1. Le successive Figure 5 e 6 riportano invece i valori Da e Dr relativi ai momenti flettenti MX e MY alla base del medesimo pilastro 1. Le quattro figure suddette mostrano che, se si applica il metodo statico con il periodo Anno XXVI – N. 4 – ottobre-dicembre 2009 19 Fig. 3. Errore relativo D nella valutazione del taglio in direzione x alla base del pilastro 1. Fig. 6. Errore relativo D nella valutazione del momento flettente MY alla base del pilastro 1. Fig. 7. Errore relativo D nella valutazione dei momenti flettenti massimi MX_max e MY_max nella struttura. Fig. 4. Errore relativo D nella valutazione del taglio in direzione y alla base del pilastro 1. approssimato, si ottiene una valutazione cautelativa degli effetti considerati (valori di Da sempre positivi). Al contrario, l’utilizzo del periodo rigoroso porta a valori di Dr che risultano spesso negativi, il che significa una sottostima degli effetti considerati da parte del metodo statico rispetto al metodo dinamico. Le Figure 3 e 6 mostrano che la situazione peggiore si ha nella valutazione delle caratteristiche di sollecitazione VX e MY, per le quali la sottostima può superare anche il 25%. Nella Figura 7 sono riportati gli errori Da e Dr relativi ai valori massimi dei momenti flettenti, MX_max e MY_max, raggiunti nella struttura. In genere, tali momenti massimi vengono raggiunti in sezioni diverse nelle diverse alternative considerate. La Figura 7 mostra che l’applicazione del metodo statico col periodo rigoroso conduce alla sottostima di detti momenti. La situazione peggiore si ha per il momento MY_max per il quale la sottostima supera il 25% del valore effettivo. 3. Motivo dell’inadeguatezza del periodo rigoroso per l’analisi statica Fig. 5. Errore relativo D nella valutazione del momento flettente MX alla base del pilastro 1. 20 Secondo la normativa /1/ la verifica sismica con il metodo statico può essere effettuata «per le sole co- Anno XXVI – N. 4 – ottobre-dicembre 2009 Tabella 3. Valori rigorosi e i valori approssimati del periodo proprio al variare dell’eccentricità nell’edificio considerato. alternativa no eccentricità T1X T1Y T1 T1X – T1 T1Y – T1 (m) (s) (s) (s) (s) (s) A1 0 0.790 0.769 0.437 0.353 0.332 A2 0.98 0.798 0.768 0.437 0.361 0.331 A3 1.99 0.808 0.757 0.437 0.371 0.320 A4 2.89 0.821 0.750 0.437 0.384 0.313 A5 3.80 0.829 0.739 0.4375 0.392 0.302 A6 4.58 0.838 0.731 0.437 0.401 0.294 A7 5.46 0.841 0.717 0.437 0.404 0.280 A8 6.24 0.845 0.704 0.437 0.408 0.267 A9 6.91 0.849 0.694 0.437 0.412 0.257 A10 7.48 0.853 0.686 0.437 0.416 0.249 struzioni la cui risposta sismica, in ogni direzione principale, non dipenda significativamente dai modi di vibrare superiori», (/1/, §7.3.2). Stabilire se tale condizione sia soddisfatta o meno comporterebbe naturalmente un’analisi modale completa della struttura, la qual cosa è evidentemente fuori luogo quando si utilizzi un approccio di verifica approssimato come il metodo statico. Per questo motivo, la stessa normativa specifica che l’uso del metodo statico è in ogni caso consentito a condizione «che il periodo del modo di vibrare principale nella direzione in esame (T1) non superi 2,5TC o TD e che la costruzione sia regolare in altezza». (I periodi TC e TD sono i due valori di periodo che nello spettro di progetto segnano il passaggio rispettivamente dal secondo al terzo tratto e dal terzo al quarto tratto. Essi si ottengono come indicato nella sezione 3.2.3.2.1 di /1/). Nella sezione 7.2.2 della stessa normativa /1/ sono precisate le condizioni che una costruzione deve rispettare affinchè la si possa considerare regolare in altezza. Nessuna condizione viene imposta dalla normativa alla regolarità in pianta. Ciò significa che la normativa consente che il metodo statico di verifica sismica possa essere utilizzato anche per edifici molto irregolari in pianta. L’irregolarità in pianta può far aumentare il divario, già solitamente rilevante, tra il valore del periodo calcolato in maniera rigorosa e quello ottenuto con la formula approssimata. Quest’ultimo, «in assenza di calcoli più dettagliati» e per «costruzioni civili o industriali che non superino i 40 metri di altezza e la cui massa sia approssimativamente distribuita uniformemente lungo l’altezza», può essere stimato attraverso la formula: considerato nel presente articolo, ad esempio, la Tabella 3 mostra che il valore approssimato T1 è assai più basso di quelli rigorosi T1X e T1Y. In generale, per il periodo T1X il divario aumenta con l’aumentare dell’eccentricità tra CM e CS. Per valutare quale sia l’effetto della discrepanza tra il periodo approssimato e quello rigoroso nella verifica sismica con il metodo statico, osserviamo innanzitutto che secondo la normativa /1/ le forze da introdurre in tale metodo dipendono dall’ordinata Sd(T1) dello spettro di risposta del terremoto di progetto, calcolata in corrispondenza del periodo T1 nella direzione considerata. La formula prescritta è la seguente: Fi Sd (T1 ) l m zi mi , ¦ zjmj (3) dove m è la massa totale dell’edificio, mj e zj sono le masse e le altezze dei generici piani e Fi è la forza da applicare in corrispondenza del piano i-esimo, (cf. /1/ §7.3.3.2). In tale formula l è un fattore correttivo che riduce del 15% le forze quando l’edificio ha più di due piani e un periodo inferiore a 2TC. La stessa normativa consente di ottenere il valore dell’ordinata spettrale Sd(T1) da inserire nella (3) facendo riferimento indifferentemente o al valore rigoroso del periodo oppure a quello approssimato. Considerare l’uno o l’altro di tali valori di periodo non è però indifferente ai fini delle forze che si ottengono dalla (3). Se ci si trova nella zona discendente dello spettro di risposta (cosa piuttosto usuale per le strutture comuni), l’ordinata calcolata in corrispondenza del valore rigoroso del periodo proprio può risultare molto più bassa di quella che si ottiene in corrispondenza del periodo approssimato. Di conseguenza, se si applica la (3) con il periodo rigoroso si ottengono spesso forze statiche decisamente più basse rispetto a quelle che si otterrebbero attraverso il periodo approssimato. La presenza del coefficiente l contribuisce poi a ridurre ulteriormente tali forze, che alla fine possono diventare così basse da rendere i risultati ottenibili con il metodo statico addirittura inferiori a quelli deducibili dal più rigoroso metodo dinamico. In tale condizione il metodo statico di verifica sismica, più semplice ed anche meno preciso di quello dinamico, conduce a sottodimensionare l’edificio, quando il prezzo da pagare per la sua mancanza di rigore dovrebbe essere, semmai, un sovradimensionamento. 4. Modifiche per rendere cautelativo il metodo statico T1 = CtH3/4, (2) [cf. /1/, eq. (7.3.5) sezione 7.3.3.2], ove H è l’altezza dell’edificio (in metri), Ct è un opportuno coefficiente che dipende dal tipo di struttura e T1 risulta misurato in secondi. Per strutture a telaio in cemento armato la normativa prescrive di assumere Ct = 0.075. Il periodo approssimato calcolato attraverso la formula (2) può sottostimare notevolmente il valore effettivo dei periodi nelle due direzioni principali, T1X e T1Y. Per l’edificio Il metodo statico è un metodo approssimato e, dato il suo carattere altamente convenzionale, esso dovrebbe portare a risultati cautelativi che proteggano dalle approssimazioni che esso comporta. Ciò può essere ottenuto facendo riferimento ad un periodo proprio convenzionale, opportunamente più basso di quello effettivo. Il valore rigoroso di tale periodo può essere, infatti, troppo elevato per condurre a verifiche cautelative. Tanto più se l’edificio è irregolare in pianta, in Anno XXVI – N. 4 – ottobre-dicembre 2009 21 quanto l’attivazione di moto torsionale incrementa il periodo fondamentale della struttura rispetto al valore approssimato che si ottiene dalla formula (2). La via più semplice per rendere cautelativo il metodo statico potrebbe dunque essere quella di imporre che in esso si faccia riferimento al valore di periodo determinato attraverso la formula (2), escludendo quindi la possibilità di ottenerlo con calcoli più precisi. Se, viceversa, si volesse lasciare la possibilità di utilizzare il periodo rigoroso, allora se ne dovrebbe limitare il valore da introdurre nel metodo, come fatto da alcune normative antisismiche (cf. /13/, /14/). In un certo senso, un limite al valore del periodo proprio viene posto anche dalla Normativa Italiana, giacchè essa richiede che «il periodo del modo di vibrare principale nella direzione in esame (T1) non superi 2,5TC o TD». Tale limite, tuttavia, non è sufficiente ad evitare che il metodo statico risulti non cautelativo. L’esempio considerato nel presente articolo mostra infatti che, anche se tali limitazioni sono rispettate, la sottostima di alcuni effetti sismici chiave non può essere evitata. Un altro artificio per rendere cautelativo il metodo statico potrebbe essere quello di assegnare al parametro l, che compare nella (3), dei valori opportunamente maggiori di 1 quando si utilizzi il periodo rigoroso. Ancora meglio sarebbe far sì che il valore di l sia funzione dell’eccentricità in pianta dell’edificio. Naturalmente, per definire tale funzione occorrerebbe eseguire uno studio approfondito su un numero sufficiente di dati relativi a diversi tipi di edifici e di terremoti. 5. Conclusioni Il presente articolo mostra che la Normativa Italiana consente di eseguire con il metodo statico verifiche sismiche molto meno cautelative di quelle che si eseguirebbero applicando il più preciso metodo dinamico. Ciò può accadere quando si introduca nel metodo statico il valore rigoroso del periodo fondamentale della struttura, anzichè quello approssimato dato dalla formula empirica specificata dalla normativa. Il motivo di ciò sta nel fatto che il valore rigoroso del periodo fondamentale risulta generalmente molto più elevato di quello approssimato ottenibile da detta formula. Ciò conduce a forze statiche di verifica molto più basse rispetto a quelle che si avrebbero utilizzando il periodo approssimato. I risultati del presente lavoro mostrano, inoltre, che la riduzione nelle forze di verifica può essere particolarmente elevata per gli edifici non simmetrici in pianta, perché il valore rigoroso del periodo fondamentale aumenta all’aumentare dell’eccentricità tra baricentro delle masse e centro di rigidezza dei piani. In tal caso, il metodo statico può sottostimare alcuni effetti sismici anche del 25% rispetto ai valori calcolati con il metodo dinamico.Vi sono, tuttavia, alcuni semplici accorgimenti che la normativa /1/ potrebbe introdurre per far sì che le verifiche eseguite con il me- 22 todo statico siano sempre a favore di sicurezza, come brevemente discusso nella precedente sezione. Bibliografia /1/ D.M. 14-01-2008 «Norme tecniche per le costruzioni» - Testo Unico. /2/ Chopra A.K., 2001, «Dynamics of structures. Theory and Application to earthquake engineering» Prentice Hall, New Jersey. /3/ Gupta A.K.,1992, «Response Spectrum Method in Seismic Analysis and Design of Structures», CRC Press Inc. /4/ Newmark N.M., Hall WJ, 1982, «Earthquake specra and design», Earthquake Engineering Research Institute, Berkeley (CA). /5/ Calderoni B., D’Aveni A., Ghersi A., Rinaldi Z., 2002, «Static vs. modal analysis of asymmetric buildings: effectiveness of dynamic eccentricity formulation», Earthq Spectra, 8:219-231. /6/ Chandler A.M., Duan X.N., Hutchinson G.L., 1993, «Eurocode 8 static torsional provisions: assessment for serviceability and ultimate limit state design», Eur Earthq Eng, 2:11-24. /7/ De Stefano M., Faella G., Ramasco R., 1998, «Inelastic seismic response of one-way plan-asymmetric systems under bidirectional ground motions», Earthq Eng & Struct Dyn, 27:363-376. /8/ Goel R.K., Chopra A.K., 1993, «Seismic code analysis of buildings without locating centers of rigidity», J of Struct Eng, 119:3039-3055. /9/ Harasimowicz A.P., Goel R.K., 1998, «Seismic code analysis of multi-storey asymmetric buildings», Earthq Eng. & Struct. Dyn, 27:173-185. /10/ Kilar V., 2001, «Seismic response of asymmetric frame building designed according to eurocodes», Creative Systems in Structural and Construction Engineering, Singh (ed.) Balkema, Rotterdam. /11/ Tso W.K., Wong C.M., 1995, «Eurocode 8 seismic torsional provision evaluation», Eur Earthq Eng, 9:23-33. /12/ Eurocodice 8, 2005, «Design of structures for earthquake resistance», UNI EN 1998-1. /13/ International Building Code, 2006, International Code Council, U.S.A. /14/ Minimum Design Loads for Buildings and Other Structures, 2007, American Society of Civil Engineering, ASCE/SEI 7-05. /15/ National Building Code of Canada, 2005, National Research Council Canada, Canada. /16/ Paglietti A., Porcu M.C., «A loophole in the Eurocode 8 allowing for non-conservative seismic design», (in preparazione). /17/ Pittaluga M., 2008, «Raffronto tra metodo statico lineare e metodo dinamico lineare nella progettazione antisismica secondo la nuova normativa», Tesi di laurea, Facoltà di Ingegneria, Dip. Ing. Strutturale, Università di Cagliari. Anno XXVI – N. 4 – ottobre-dicembre 2009 EXTENDED ABSTRACT A weakness of the static method as implemented by the Italian seismic Code A. Paglietti, M.C. Porcu The static method of seismic analysis should be more conservative than the dynamic method, based on a more rigorous dynamic analysis, cf. e.g. /2-4/. The present paper shows, however, that this may not be the case if the method is implemented according to the rules of the Italian code /1/. This uncovers a shortcoming of that code, as it makes the static method more appealing economically than the dynamic method, in spite of being less reliable. Oddly enough, the static method ceases to be conservative when the rigorous value of the fundamental period of the building is introduced for the approximate one as given by an empirical formula provided by the Italian code. Sure enough, if that formula is adopted, the static method becomes duly conservative. The point is, however, that the use of the rigorous value of the fundamental period is not forbidden by the code, which instead appears to encourage it. Now, the rigorous value of the fundamental period of vibration may be much larger than the one provided by the approximate formula. Larger periods of vibration almost invariably mean smaller design forces. The latter may thus become smaller than the ones that would be calculated from the dynamic method. When this happens, the static method becomes nonconservative. In order to substantiate the above claims, the paper refers to a building that is non-symmetric in plan. It shows that the use of the static method may underevaluate the maximum seismic effects on the building by amounts that can be over 25% less than the values obtained from the dynamic method. The paper considers ten variants of a reinforced concrete shear-type building (see Fig.1). They are referred to as A1, A2, …, A10, respectively. Each variant is relevant to a different eccentricity between the center of mass CM and the center of stiffness CS of the building storeys. The coordinates of CS corresponding to each variant are reported in Table 1, while the cross sections and the stiffness of the columns are reported in Table 2. For each variant three different seismic analyses were considered. They all refers to the earthquake whose response spectrum is reported in Fig.2. The first analysis was done by applying the dynamic method and was conventionally taken as the rigorous one. The other two analyses were performed by the static method. One of them was based on the approximate value of the fundamental period [as suggested by /1/, formula (7.3.5)]; the other on the rigorous value of that period. To assess the obtained results, we introduced a discrepancy factor D, defined by equation (1). In that equation the quantities E D and E S denote the values of any given effect as obtained from the dynamic and from the static analysis, respectively. The index a or r appended to D discriminates between the results obtained from the static analysis based on the approximate period and the ones obtained from the static analysis based on the rigorous period. The discrepancies D a and D r relevant to some key effects calculated for the considered buildings are plotted in Figures 3 to 7. According to the Italian code, the static method of analysis can also be applied to buildings that are irregular in plan. However, the lack of regularity in plan does usually make the fundamental period of vibration considerably larger than the one that can be obtained from the approximate formula given by the Italian code. Table 3 shows how that formula grossly underestimates the values of the fundamental period of the building considered in the present paper. The consequences are crucial for the static method, since the latter assumes the seismic forces to be proportional to the spectral acceleration that corresponds to the fundamental period of the building, see eq. (3). If the static method is applied by referring to the rigorous value of that period, the ensuing reductions in the values of the seismic forces may become unacceptable. Such a situation is likely to occur quite often in practice since the fundamental period of most buildings falls in the descending part of the response spectrum. The introduction of a reduction factor l < 1, as prescribed by the Italian code [see eq. (3)], makes the static method even less conservative. From the present analysis it follows that a sensible use of the static method should make reference to a conventional period of vibration of the building, appropriately shorter than its rigorous fundamental period of vibration. The latter may, in fact, turn out to be too large to produce lateral forces that are large enough for the method to be conservative. Especially so if the building is irregular in plan. Ruling out the possibility of adopting the actual value of the fundamental period instead of the conventional one given by the empirical formula provided by the code, may just be what is needed to guarantee that the static method will always be conservative. Anno XXVI – N. 4 – ottobre-dicembre 2009 23 Alternatively, one could require that the value of the period of vibration to be used when applying the method should not exceed some appropriate limits. This is what is actually done by other codes, cf. e.g. /13-14/. Still a further possibility could be to prescribe that 24 the lateral forces, as obtained from formula (3), should be amplified by a factor l greater than 1 if the actual fundamental period of the building is used. In that case, the factor l might also be made to depend on the eccentricity between CM and CS. Anno XXVI – N. 4 – ottobre-dicembre 2009