ROBERTO TOMEI Terninoss - Terni Criteri di scelta degli acciai inossidabili in funzione degli impieghi Estratto dalla rivista «LA MECCANICA ITALIANA» n. 147 gennaio- n. 148 febbraio 1981 1. IMPORTANZA E NECESSITÀ DI UNA SCELTA RAZIONALE Parte prima Se è vero che i cosiddetti acciai inossidabili nacquero per fare fronte alla necessità di reperire materiali che avessero una maggiore resistenza alla corrosione ed alla ossidazione a caldo rispetto ad altri tipi di leghe metalliche, non c'è dubbio che ben presto il tecnico progettista si rese conto che essi possedevano anche caratteristiche meccaniche estremamente interessanti, sia a temperatura ambiente che alle più basse ed alle più elevate temperature. Queste proprietà meccaniche che in un primo tempo potevano sembrare di secondaria importanza spesso sono oggi determinanti nella scelta di un acciaio inossidabile nei confronti di altri acciai o leghe. SOMMARIO Ottima resistenza alla corrosione ed alla ossidazione a caldo, interessanti proprietà meccaniche a tutte le temperature, elevate prestazioni nelle deformazioni plastiche a freddo, eccellente sanabilità, nonché il particolare aspetto estetico dei manufatti hanno ailargato a dismisura l'utilizzazione di questo materiale che nell'ultimo trentennio ha fatto registrare un « boom » praticamente continuo. Dopo una breve premessa sull'importanza e necessità di una scelta razionale, vengono illustrati gli argomenti sui quali si ritiene indispensabile basare i eriter i della scelta. Questi presuppongono una buona conoscenza delle proprietà dei singoli tipi derivanti sia dalla composizione chimica che da una corretta esecuzione dei trattamenti termici possibili. Di pari passo con la quantità sono aumentati i tipi di acciaio inossidabile in modo da fare fronte agli impieghi più disparati. Dai primi tre tipi fondamentali rappresentanti le tre diverse classi di acciai inossidabili e precisamente i martensitici, i ferritici e gli austenitici si è passati ai 59 riportati nell'edizione del dicembre 1974 dèi Manuale Stainless and Heat Resisting Steels, pubblicato dall'AISI (American Iron and Steel Institute). Questi tipi standard si suddividono a loro volta in sottotipi nelle norme di unificazione europee, che a loro volta ne aggiungono altri non previsti dall'AISI. Per ciascuna delle quattro classi di inossidabili considerate (martensitici, ferritici, austenitici ed indurenti per precipitazione) vengono brevemente riassunte le caratteristiche meccaniche e di resistenza alla corrosione a temperatura ambiente, alle basse ed alle alte temperature, nonché le loro prestazioni generiche nei confronti delle varie forme di lavorabilità (truciolabilità. imbutibilità, sanabilità in modo da mettere le difficoltà e le facilitazioni che si possono incontrare nella fabbricazione dei manufatto che si desidera ottenere. Per le diverse classi vengono poi elencati i singoli tipi sottolineando ciò che li rende differenti gli uni dagli altri e per quali impieghi specifici possono essere scelti. Se infine consideriamo le sfumature analitiche introdotte dai molti produttori, i tipi per getti, per forgiati, per tubi od altro, arrivano facilmente ad un numero totale di tipi di acciaio inossidabile da mettere a dura prova le capacità del più provetto tecnico progettista di poter scegliere con oculatezza il tipo di acciaio per il particolare progetto di cui si sta interessando. Asmeccanica, Milano, nov.-dic. 1980. Lezione tenuta al Corso • Gli acciai inossidabili • Caratteristiche - Lavorazioni - Applicazioni >. 50 J LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1981 n' 147 Noi non seguiremo in tutti i particolari questa moltiplicazione di tipi di acciaio che in molti casi riteniamo artificiosa, o meglio la seguiremo fino ad un certo punto, seguendo un filo conduttore più logico possibile. 2. TIPI DI ACCIAIO E CRITERI DI SCELTA Nella presente lezione per i diversi tipi di acciaio che prenderemo in esame adotteremo la designazione AlSI che è universalmente la più conosciuta. Per tutti i tipi di acciaio riporteremo un'analisi indicativa e per quei pochi che non sono corrispondenti a quelli riportati nel Manuale AlSI sopra citato o che non sono in esso previsti verranno indicate tra parentesi le designazioni più comunemente accettate. Sicuramente dovremo perdere per strada molti tipi, ma speriamo di guadagnare in chiarezza come si conviene ad un testo che dovendo fare parte di un corso dovrà attenersi almeno in buona parte a principi prettamente scolastici. Per la trasformazione in altre norme nazionali ed in marche di fabbrica potranno essere consultate le apposite tabelle emesse anche dal Centro Inox. Formuleremo dei criteri di scelta più semplici possibili che possano evitare a tecnici ed uffici acquisti delle inutili perdite economiche e garantire una corretta lavorazione del materiale e la migliore efficienza dei manufatti in servizio. Per rendere più snella la trattazione dei criteri di scelta non ci dilungheremo a riportare per ogni tipo di acciaio la specifica resistenza alla corrosione nei differenti mezzi corrosivi, alle varie concentrazioni e temperature, né i numerosi manufatti che si possono fabbricare; ci limiteremo a dare solo informazioni tipiche. Per dati più particolareggiati si potranno infatti consultare le numerose pubblicazioni in merito. Purtroppo la nostra esperienza ci insegna come nella mentalità di un certo numero di trasformatori ed utilizzatori di acciaio inossidabile siano già radicati dei preconcetti inutili e quindi costosi. Molti degli inconvenienti che si registrano durante la fabricazione ed il servizio di manufatti in acciaio inossidabile non sono infatti da imputare all'acciaio inossidabile ma ad una errata scelta del tipo di acciaio inossidabile. Un'altra fonte di inconvenienti deriva dal fatto che spesso si chiede all'acciaio inossidabile più di quanto oggettivamente esso possa dare; si è cosi abituati da decenni a chiedere, e quasi sempre ottenere, tante prestazioni a questo materiale che si è finito in alcuni casi col chiederne troppe. La nostra trattazione inizierà dai tipi martensitici, continuerà con i ferritici e gli austenitici e terminerà con i tipi indurenti per precipitazione. I criteri di scelta saranno basati sia sulle prestazioni del manufatto di acciaio inossidabile in servizio che sulle difficoltà da superare nella fabbricazione del manufatto stesso; pertanto non potremo prescindere dal richiamare l'attenzione sulle proprietà dei diversi tipi e sui fattori che determinano l'ottenimento di queste proprietà quali ad esempio l'analisi chimica ed i trattamenti termici. Poiché questi concetti sono stati in buona parte più dettagliatamente descritti in altre parti di questo corso, ove possibile ne daremo soltanto un breve cenno limitandoci soprattutto ad illustrarli per ciascuno dei quattro gruppi di inossidabile che tratteremo e raggruppando gli argomenti secondo questo schema di massima. Passando da un tipo ad un altro è sempre possibile migliorare una determinata caratteristica o ridurre un determinato inconveniente, si deve però considerare che in molti casi vi sono delle controindicazioni da non sottovalutare. Pertanto non sottolineeremo mai abbastanza la necessità di conoscere il prò ed il contro insiti in una determinata scelta e l'importanza di tenere contemporaneamente presente sia l'impiego del manufatto che i processi di fabbricazione dello stesso. La scelta dovrà comunque essere il risultato, o se vogliamo un compromesso, tra criteri tecnici e criteri economici. 1) Analisi chimica. 2) Trattamento termico e proprietà meccaniche. Verrà fatto un necessario richiamo al od ai trattamenti termici più indicati per ottenere le migliori prestazioni in servizio. Seguirà una descrizione delle caratteristiche meccaniche risultanti a temperatura ambiente. Nei limiti del possibile sarà pertanto nostra cura, oltre che ad indicare i criteri per la scelta di un tipo di acciaio a preferenza di un altro, fare anche presente possibili inconvenienti e limitazioni sia nell'impiego che nelle lavorazioni. 3) Prestazioni meccaniche alle basse ed alle alte temperature. 51 J LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1981 n- 147 guenza hanno il pregio di essere gli acciai inossidabili meno costosi; sono però i meno resistenti alla corrosione. Il tenore di carbonio può arrivare fino a 1,20% e permette di contrastare col suo elevato potere austenitizzante l'effetto ferritizzante del cromo. Pertanto come la maggioranza dei tipi di acciaio, il diagramma di stato di questi tipi presenta una struttura a magnetica a bassa temperatura ed una struttura y non magnetica alle alte temperature, rendendo possibile il trattamento termico di tempra. 4) Resistenza alla corrosione ed alla ossidazione a caldo. 5) Lavorabilità. Questo termine verrà usato in senso indicherà infatti il comportamento del rante la sua trasformazione in prodotto to di vista della deformabilità plastica ciolabilità, sanabilità od altro. assai lato; si materiale dufinito dal puna freddo, tru- Precisiamo infine che suddette indicazioni saranno soprattutto valide per i materiali laminati a freddo ed a caldo di acciaio inossidabile, in quanto non ci occuperemo esplicitamente di getti o fucinati anche se molte delle proprietà descritte saranno valide anche per essi. Nella Tavola I si riportano i tipi che prenderemo in considerazione e le relative analisi chimiche indicative. Nello schema A si può seguire lo sviluppo dei diversi tipi martensitici partendo dai tipi fondamentali AISI 403 e 410. 3.2. Trattamento termico e proprietà meccaniche a temperatura ambiente 3. ACCIAI INOSSIDABILI MARTENSITICI A seguito del trattamento termico di tempra si otterrà una durezza che sarà tanto più elevata quanto più alto è il tenore di C; le caratteristiche di tenacità saranno ovviamente limitate ma se ne potrà recuperare una buona parte con un successivo trattamento di rinvenimento. 3.1. Analisi chimica I tipi martensitici contengono come elemento caratterizzante quasi esclusivamente il cromo, dal livello più basso atto a garantire l'inossidabilità del materiale (10%) fino ad un massimo del 18%. Come conse- 43-r- ? 1 1 e 40£ j " 4ZO 44.O '/) ' " C —5. ^^"O^ j, ^ c__*44^c | i • \ * fax* ; i 'ì 1 1 « i i 1 1 SCHEMA A 52 i LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1981 " ' •«" II progettista dovrà in definitiva tenere conto di due serie distinte di caratteristiche meccaniche a seconda che il rinvenimento sia effettuato nell'intorno di 250 °C (A) o nell'intorno di 600 °C (B). Esse sono: TAVt».A t ACCTAT nw.sif<\iiii.i ':">r! K U C.JtK IM-K IS.Lv. TO.1 0.15 1.00 0.010 0.030 o.v •llCI 0.15 i.ro fl.Ol"' y.'i'O •1M 0.15 l.OO O.OKI 0.C70 i .i'.J •ilS 0.1S 1.20 0.O5O 1 .(V. •lir.St 0.15 1.25 0.0'i'J rt. !•". nini O.fvjO l.ffl •12U 0.11 mi:, 0.15 min 0.M 0.25 1.00 O.C'Kl O.O.'O : .ai 1.25 O.C/^0 0.15 min 1 .UC) l.'ji o.o:: o.o:s o.rr. 1.11 0.20 LO:' O.n:» o.cuu l.f» 44UI 0.60 0.75 0.75 0.05 0.95 1.20 1.00 O.OiO O.OlO 1.00 I.Kl 0.O10 0.030 1.00 i.ro O.Olb o.?: 1.25 0.050 Carico di rottura kg/mm 2 Carico di snervamento kg/mm J (A) 125 100 15 (B) 85 65 25 AlLW (ilntmìl t PS T t P 0 11.50 13.Ou 11.50 - - i.::5 2.50 - - Alungamento % Durezza HRC HB 38 370 1.1.SO 420F 422 -vi?:: •MCC (440J") 1.20 11.SO 13.50 12.00 14.OD 12.00 14.00 12.00 14.00 12.00 M.00 11.00 13.01 15.00 17.00 16.00 So 0.15 "in - - - - 0.50 1.00 3.3. Proprietà meccaniche alle alte e basse temperature Ma 0.75-1.25 V 0.15-0.30 W 0.75-1.25 Gii inossidabili martensitici non sono adatti per essere impiegati a temperatura al di sotto di quella ambiente in quanto per la maggior parte di essi la temperatura di transizione è superiore a 0 °C. Pertanto già a questa temperatura diventano fragili e sotto zero perdono quasi tutta la loro tenacità e duttilità. 1.2S - Ho 0.75 - Mo 0.75 - Mo 0.75 - U> 0.75 ìa.oo 16.00 is.no 0.0.10 LOTI 0.15 L U I min IG.00 18.00 16.OD l a . oo 260 - Data la forte presenza di Cr questi tipi sono più temprabili dei normali acciai al C; poiché le loro curve di trasformazione isotermica sono più spostate a destra nei diagrammi I I I , essi possono prendere tempra anche a cuore pur utilizzando basse velocità di rafr freddamente Con un rinvenimento a 200 °C-300 °C (distensione) si ha un apprezzabile recupero di tenacità senza perdere quasi nulla in durezza. Con un rinvenimento a 600 °C si ha un notevole aumento di tenacità accompagnato da una conseguente riduzione di durezza che per molte applicazioni è ancora assai valida e desiderata. Sono da evitare temperature di rinvenimento o permanenze nel campo di temperature tra 320 °C e 540 °C. A queste temperature si ha una durezza quasi uguale a quella dello stato temprato ed una tenacità decisamente bassa; il fatto è dovuto ad una trasformazione in martensite di piccole quantità di austenite residua sempre presente dopo tempra. 53 Per impieghi a temperatura superiore a quella ambiente questi acciai presentano in generale un carico di rottura e di snervamento superiore a quello dei tipi ferritici ed austenitici fino ad una temperatura di circa 500 °C. Per quanto riguarda lo scorrimento a caldo i tipi martensitici presentano caratteristiche migliori rispetto agli acciai al C e. pur essendo comparabili agli inossidabili ferritici. non vengono impiegati oltre i 600 °C sia per la minore resistenza all'ossidazione a caldo che per l'inutilità di eseguire operazioni di tempra e rinvenimento per poi avere le stesse caratteristiche degli inossidabili ferritici. 3.4. Resistenza alla corrosione ed alla ossidazione a caldo Come si è detto in precedenza la resistenza alla corrosione di questi tipi è inferiore a quella presentata dagli altri inossidabili, anche se molto superiore a quella degli acciai al C. In genere resistono ad atmosfere rurali non inquinate, acque dolci e prodotti chimici di bassa aggressività non ossidanti né riducenti, quali soluzioni debolmente alcaline ed acidi organici diluiti. | LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1961 no 147 La lavorabilità alle macchine utensili che indicheremo d'ora in poi con truciolabilità presenta difficoltà medie ed è in generale paragonabile a quella degli acciai mediamente legati da costruzione. Considerando in senso generico la loro resistenza alla corrosione, essa è massima allo stato temprato in quanto è massima la percentuale di Cr disciolta nella matrice. Non si registrano variazioni apprezzabili della resistenza alla corrosione dopo rinvenimento di distensione, mentre nel campo del rinvenimento 400-500 °C essa diminuisce notevolmente. La deformabilità plastica a freddo è piuttosto limitata in quanto, a causa della scarsa duttilità presentata da questi acciai, essi male si prestano a severe operazioni di stampaggio, anche se alternando ricotture ad operazioni di formatura è possibile ottenere discreti risultati soprattutto per i tipi a più basso tenore di C. A queste temperature iniziano a precipitare una gran quantità di carburi di Cr in forma submicroscopica che, impoverendo di Cr la matrice circostante, danno luogo ad una miriade di piccole aree anodiche alternate a vaste aree catodiche. Pertanto rinvenimenti attorno a queste temperature sono da sconsigliare anche per l'effetto negativo che avrebbero sulla resistenza alla corrosione. Anche la sanabilità è assai scarsa ed è inversamente proporzionale al tenore di C. Raramente si ricorre ad operazioni di saldatura in quanto questi acciai vengono soprattutto adoperati allo stato temprato e rinvenuto e la zona saldata rappresenterebbe un punto di debolezza; essa è pertanto limitata ai pochi casi in cui questi acciai vengono utilizzati allo stato ricotto. Con il rinvenimento a 600 °C la resistenza alla corrosione si trova su valori accettabili per i tipi a basso C, mentre rimane su valori non accettabili per i tipi con C > 0,15%. Questo comportamento sembrerebbe dovuto al fatto che intorno a 600 °C l'aumentata energia interna provocata dal calore genera due fenomeni contrastanti: da una parte si ha maggiore tendenza del Cr a combinarsi col C per formare carburi e dall'altra si ha la tendenza del Cr presente nei carburi a ridisciogliersi nella matrice; se il tenore di C è elevato prevale il primo fenomeno. A titolo di esempio con 0,10% di C la matrice si impoverisce di circa 2 % di Cr; mentre con lo 0,30% di C la matrice si impoverisce di circa 6% di Cr; è ovvio che, se nell'acciaio il tenore di Cr è circa 14%, nel primo caso la matrice è ancora inossidabile mentre nel secondo caso non lo è più. 3.6. Impieghi tipici Gli impieghi tipici che derivano dalle caratteristiche sopra illustrate riguardano manufatti per i quali occorrono, unitamente ad una certa resistenza alla corrosione ed alla ossidazione a caldo, elevata durezza, resistenza meccanica, all'abrasione ed a fatica. Avremo modo di vedere illustrando i singoli tipi quali siano questi impieghi tipici più rappresentativi. 3.7. Descrizione dei differenti tipi AISI 403 Anche se storicamente non è stato il primo tipo di acciaio martensitico utilizzato ed anche se non è quello di più largo consumo, per convenienza consideriamolo come il tipo di riferimento per la serie che stiamo illustrando. Per quanto riguarda la resistenza all'ossidazione a caldo, e cioè alla formazione di scaglia, è noto come essa sia proporzionale alla percentuale di Cr. La temperatura massima di servizio continuo in aria per i tipi martensitici è di circa 700 °C con Cr intorno al 12% e di circa 800 °C con Cr intorno al 18%. Suddetti valori aumentatno a 800 °C e 850 °C in servizio intermittente. Può essere utilizzato sia allo stato temprato e disteso che allo stato temprato e rinvenuto a 600 °C. È l'acciaio tipico per le palette da turbina e per qualsiasi particolare soggetto a tensioni elevate. 3.5. Lavorabilità AISI 410 È il tipo di più larga utilizzazione di questa serie, disponibile in prodotti di qualsiasi forma. È altrettanto economico del tipo precedente del quale presenta le stesse possibilità di trattamento termico con le stesse proprietà meccaniche e di resistenza alla corrosione. Le indicazioni che daremo sulla lavorabilità si riferiscono ovviamente al materiale allo stato ricotto. Gli inossidabili martensitici si possono ricuocere con ricotture subcritiche, complete ed isotermiche che portano in cenere a durezze variabili da 80 a 100 HRB. 54 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1981 r,'- M7 Tra i numerosi impieghi specifici citiamo: alberi per pompe, boccole, bulloni, tramogge, coltelleria, utensili, macchinari per miniere, viti, valvole, particolari per motori a reazione. Per le ragioni esposte in precedenza viene utilizzato nelle condizioni di temprato e disteso a 200-300 °C; in questo stato può superare facilmente2 i 50 HRC con carichi di rottura di circa 160 kg/mm ed ancora un allungamento del 10%, con proprietà di resistenza alla corrosione pari a quelle dell'AISl 410 nelle stesse condizioni di trattamento. AISI 414 Dal punto di vista analitico questo tipo si differenzia dal precedente per un aggiunta di circa 2% di Ni. La presenza del Ni venne originaramente aggiunta per avere qualche miglioramento nei confronti di alcuni agenti corrosivi quali soluzioni di acido cloridrico e solforico a bassissima concentrazione; essa rende l'acciaio più temperabile, ne aumenta leggermente la durezza dopo tempra e rinvenimento di distensione (40 HRC) conferendogli nel contempo qualche aumento di tenacità. Altri impieghi tipici sono gli strumenti chirurgici, valvole, particolari ad elevata resistenza all'usura, utensileria, lame da taglio, forme per vetro. AISI 420 F Per questo tipo contenente zolfo valgono nei confronti del precedente le stesse identiche considerazioni che sono state fatte per l'AISI 416 nei confronti dell'AISI 410. Impieghi tipici di questo tipo sono: molle, bulloni, lame da taglio, mandrini, sedi di valvole. AISI 422 Questo tipo costituisce una variante dell'AISI 420 di cui ha praticamente gli stessi tenori di C e Cr. L'aggiunta di Mo, V e W lo rendono adatto, attraverso una precipitazione di carburi complessi di V e W che non determinano una sostanziale diminuzione di Cr nella matrice, ad essere rinvenuto a 650 °C con un carico di rottura intomo a 10d kg/mm2 ed allungamento di circa 18%. Costituisce pertanto un'eccezione alla regola di non rinvenire ad alta temperatura i tipi con %C oltre 0,15. La presenza di Cr quale componente per una buona resistenza alla ossidazione a caldo e dei carburi sopra menzionati che sono tipici costituenti che, aumentano la resistenza allo scorrimento a caldo, lo rendono adatto, più di qualsiasi altro tipo martensitico, per ia sua utilizzazione fino a temperature di esercizio di 650 °C alla quale presenta ancora una buona combinazione di resistenza meccanica e tenacità. AISI 416 e 416 Se Per la produzione di viti, bulloni e dadi i tipi martensitici sopra descritti presentano delle difficoltà nelle lavorazione delle macchine utensili. L'aggiunta di zolfo e selenio provoca nella matrice la formazione di solfuri e seleniuri che, permettendo ai trucioli di rompersi in continuazione, diminuiscono sostanzialmente l'usura degli utensili e rendono questi due tipi particolarmente adatti alla lavorazione su macchine automatiche ad elevata produttività. Se da una parte questi due tipi sono considerati i più « truciolagli » tra tutti gli acciai inossidabili, dall'altra essi presentano un'assai minore tenacità a parità di durezza ed una minore resistenza alla corrosione ed alla ossidazione. Tenedo pur conto di questi fatti essi rispondono comunque assai bene agli usi finali cui normalmente sono destinati. Viene pertanto e soprattutto utilizzato nelle turbine a vapore sia come palette che bulloneria. AISI 420 È il prototipo degli acciai inossidabili martensitici. Si iniziò ad utilizzarlo per coltelleria ed ancora oggi questo è il suo fine principale in quanto viene preferito al tipo AISI 410 per le sue maggiori capacità di taglio e di tenuta del filo, dovute ad un tenore di carbonio circa doppio. AISI 431 Questo tipo contiene la stessa percentuale di Ni del tipo AISI 414 ed oltre 3% in più di Cr. Esso è pertanto tra i tipi martensitici il più legato ed anche quello di tutto il gruppo che ha la migliore resistenza alla corrosione. 55 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1981 n° 147 4. ACCIAI INOSSIDABILI FERRITICI Per questa ragione può essere utilizzato in atmosfere industriali e marine, con una buona resistenza alla corrosione sotto tensione. 4.1. Analisi chimica Mediamente gli acciai inossidabili ferritici hanno un contenuto di elementi leganti superiore ai martensitici; il loro costo è pertanto maggiore come migliore è la resistenza alia corrosione ed alla ossidazione a caldo. Come il tipo AISI 414 è più temprabile degli altri tipi martensitici e presenta le stesse caratteristiche meccaniche. AISI 440 A L'elevato tenore di C conferisce a questo tipo, dopo tempra e rinvenimento di distensione, una eccezionale durezze (55 HRC), un carico di rottura di 180 kg/ mm2 con un allungamento del 5%. Come per il tipo AISI 420 sono da evitare trattamenti di rinvenimento oltre i 250 °C. La più elevata percentuale di Cr (17%) viene aggiunta per compensare la perdita di questo elemento nella matrice durante la formazione di carburi anch'essi di una notevole resistenza alla corrosione. L'elevata durezza conferitagli dalla matrice martensitica e dai carburi lo rendono particolarmente adatto nei casi dove si richiedono elevata resistenza all'usura, valvole, coltelleria, strumenti chirurgici. Il principale elemento di lega è ancora il Cr, che può andare da un minimo di 10,5 ad un massimo del 27%. Il più elevato tenore di Cr e percentuali di C decisamente inferiori a quelle dei tipi martensitici eliminano praticamnte il punto di trasformazione a?*y con la conseguenza che non sono induribili con un trattamento termico di tempra. La microstruttura è sostanzialmente ferritica con piccole quantità di carburi; soltanto con un errato trattamento termico vi possono 'wn.r n?g::'Tiri AISI 440 B e 440 C Rappresentano delle varianti rispetto al tipo precedente. Contengono tenori di C sempre più elevati. Il tipo AISI 440 C rappresenta il caso limite con oltre 1.00% di C, una durezza che può raggiungere i 60 HRC, un carico di rottura di 200 kg/mm2 ed un allungamento di solo 2%. Si tratta praticamente di un acciaio da utensili con una buona resistenza alla corrosione. Si usa per cuscinetti a sfere, ugelli, valvole, particolari per pompe di pozzi petroliferi. Ovviamente non si possono richiedere caratteristiche di tenacità né al tipo AISI 420 né al tipo AISI 440. TIPO (440 F) Ci ifcix Hit 403 o.us LUI (1001 O.IV i .m T i f o SS r.iis ma* 0.010 o.nr;. l.CO I I co 11 ro Al o. ici/o.r.a n..;;o O.CO'I l.CO r»T M IM lì I I TS 1 (•> Al 5.5 Al.5 " " • • Si* Crt * o.ou I.O.". ii.n-.-. o . <•••.:• l.CO (•1.-10!.) o.o:o l.cvi O.l'!i" 0."'.' l.OD (1105) 0.03 i.ffi o.«ci o.•:•':•.» 1.00 0.12 1.00 0.110 C.OiO 1.03 0.(<10 429 Mol A) Ll'f CIUMIIC. s Ti 0^./(i. 75 Ti 0KC''.I.7!Ì Vi (W 1 '.n ;i M» (O If. 1(0 430 0.11 1.00 0.W0 l.flO 43OF 0.12 1.20 o.c:'» o.ir. 1.00 i - i 43OF-S» 0.12 1.25 0.C."O 0.6CJ l.CO e.] - (43OCb) 0.05 ì.on o.oia o.o-.i 1.00 ,,, . (4:iOTi ) O.CW 1.03 o.o:o o.(.-:< ì.ro - -.• i - 1 .fu ... . i.ro |- . ii (i.7- ;• • !.:-" c - i y j - &- 0.15 min C3i 5K.-AI.7O H È una variante al tipo AISI 440 C per rendere possibile, ove necessario, una maggiore lavorabilità alle macchine utensili. Esso contiene la solita percentuale di S e dal punto di vista delia resistenza alla corrosione occorre fare le riserve già esposte per i tipi analoghi A/ISI 416 e AISI 420 F. Facciamo presente che tutti i tipi contenenti zolfo, a discrezione del fabbricante, possono contenere 0,60% max di Mo per favorire la formazione di solfuro di molibdeno che aumenta le possibilità di una facile rottura del truciolo. (•1J0E1 56 0.O3 1.00 0.0-.-1 0.12 l.Ol o.f-:' «SIC 0.12 1.00 A'ttl 0.20 1.00 «t'.o 0.2.1 (•; v; ) o.nvr. l.l'J (l. 1 Ti o.o-.o I.O." Ci.i-i.* o . •••-•/ i.i.i 0. -.J 0 . . - . -• I.IO LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1961 n- 147 ;, ? T " . ; '••••"•• co (o OJ i.Tr. 2. Hi Ti GvV.1.73 - N (i,c • -» 11 . . :. SCHEMA B essere sostanziali percentuali di martensite, almeno per i tipi con % Cr inferiore a 19. addolcisce e si omogenizza. Il risultato è che ci troviamo sempre di fronte ad un acciaio assai dolce con un carico di rottura che difficilmente supera i 70 kg/mm2 ed allungamenti compresi tra 25% e 30%, valori che garantiscono buone caratteristiche di duttilità. A suddetti relativamente bassi valori di resistenza meccanica non fa riscontro un alto valore di tenacità; l'acciaio presenta infatti una certa fragilità che è tanto più elevata quanto più elevato è il tenore di Cr che tende a dare dimensioni di grano piuttosto elevate. Tutti gli acciai inossidabili ferritici sono magnetici. Nella Tavola 2 si riportano i tipi che prenderemo in considerazione e le relative analisi chimiche indicative. Nello schema B è possibile seguire lo sviluppo dei diversi tipi ferritici partendo dal tipo martensitico AiSI 410. 4.2. Trattamento termico e proprietà meccaniche a temperatura ambiente In particolare, sono da evitare permanenze prolungate, sia in esercizio che durante il raffreddamento dalle alte temperature, intorno a 475 °C. A questa temperatura avviene un fenomeno ancora sconosciuto, denominato « fragilità a 475 °C » che abbassa moltissimo la tenacità del materiale, specialmente con Cr oltre il 18%. A seguito di quanto si è detto al paragrafo precedente l'unico trattamento termico possibile è quello della •ricottura di ricristallizzazione, detta tempra di ricristallizzazione in quanto consiste nel portare l'acciaio ad alte temperature, alle quali rimane quasi sempre ferritico, e nel raffreddarlo velocemente (acqua od aria a seconda delle dimensioni) fino a temperatura ambiente. Cosi facendo l'acciaio, invece di indurirsi, si In definitiva gli acciai inossidabili ferritici non sono adatti per essere utilizzati come acciai da costruzione a causa della limitata resistenza meccanica. 57 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1981 n" M7 glia, è superiore a quella dei tipi martensitici, sempre a causa del maggiore tenore di Cr. La temperatura massima di esercizio in aria è pertanto la stessa degli acciai martensitici per i livelli di Cr fino a 18%, mentre per i ferritici con tenore massimo di Cr (27%) si possono raggiungere anche i 1100°C. Ricordiamo ancora che a questa temperatura non si può avere alcuna pretesa di tenacità, fatto che non esclude un largo impiego di questi materiaJi oltre i 900 °C. 4.3. Caratteristiche meccaniche alle basse ed alle alte temperature Per quanto riguarda le basse temperature il comportamento dei tipi ferritici è analogo a quelle dei tipi martensitici e pertanto sono da sconsigliare impieghi al di sotto di. 0 °C quando sia indispensabile una certa tenacità che peraltro non è quasi mai necessaria data la natura dei manufatti in acciaio ferritico, almeno fino a temperature non eccessivamente basse. Per le temperature superiori a quella ambiente occorre evitare l'impiego nel campo 400 °C-550 °C a causa della fragilità a 475 °C di cui si è parlato. Oltre i 550 °C i tipi feritici, ed in modo particolare alcuni di essi, sono preferibili in genere ai tipi martensitici per una migliore prestazione sia nei riguardi dei fenomeni di scorrimento a caldo che all'ossidazione a caldo. Riteniamo opportuno segnalare che nel campo 540 °C-820 °C, ma per esposizioni assai prolungate, si ha la formazione di una fase metallica non magnetica ed assai fragile detta Sigma, che è comunque facilmente risolubizzabile nella matrice quando il materiale viene portato a più alte temperature. 4.5. Lavorabilità La truciolabilità è comparabile a quella degli acciai martensitivi ricotti; può essere considerata di media difficoltà per la solita tendenza del truciolo ad « impastarsi ». Dobbiamo comunque tenere presente che gii impieghi finali cui sono desinati i tipi ferritici richiedono assai meno lavorazioni di macchina dei tipi martensitici. La deformabilità plastica a freddo può considerarsi buona in quanto buone sono le caratteristiche di duttilità dei ferritici; con opportuni accorgimenti si possono ottenere prestazioni decisamentet soddisfacenti nelle operazioni di imbutiture confrontabili con quelle degli acciai dolci al carbonio. È bene precisare che questi campi di infragilimento sono più pericolosi per il cambiamento di tenacità che provocano a temperatura ambiente che per il servizio nei campi di temperatura dove avvengono cambiamenti strutturali e che anche a temperatura ambiente potrebbe non interessare un infragilimento del materiale. Le operazioni di saldatura, al pari delle operazioni di imbutitura, sono abbastanza frequenti per gli inossidabili ferritici; al limite si potrebbe dire che le operazioni di imbutitura sono frequenti perché relativamente facili, mentre le operazioni di saldatura sono frequenti perché spesso sono necessarie e più economiche ed a volte insostituibili rispetto ad altri sistemi di assemblaggio. I risultati di una buona saldatura, selezionando bene i parametri, i tipi e gli eventuali materiali di apporto relativi a questa operazione, sono in generale soddisfacenti ma occorre sempre tenere presente la fragilità che si viene a creare nelle immediate vicinanze del cordone di saldatura a causa della caratteristica di questi tipi di essere soggetti ad un assai pronunciato ingrossamento del grano alle alte temperature. I ferritici presentano comunque una migliore saldabilità rispetto ai martensitici. 4.4. Resistenza alla corrosione ed alla ossidazione a caldo Nei confronti della resistenza alla corrosione il salto qualitativo è netto rispetto ai martensitici: essi possono normalmente resistere in amtosfere industriali ed a molti prodotti chimici; alcuni di essi vengono anche usati con ottimi risultati sia in atmosfera marina che a contatto con prodotti chimici fortemente ossidanti. Un'altra tipica caratteristica di questi acciai è la possibilità che essi offrono di poter facilmente lucidare a specchio le loro superfici, che si mantengono inalterate nel tempo, anche se di tanto in tanto hanno bisogno di essere pulite per ripristinare la brillantezza originaria. 4.6. Impieghi tipici L'insieme delle proprietà sopra descritte hanno determinato sempre un largo impiego degli acciai inossidabili ferritici per i manufatti i più disparati. Molti sono i casi in cui, come si accennava all'inizio, vengono utilizzati anche dove non è necessaria una particola- Anche la resistenza alla ossidazione a caldo, misurata come perdita di peso a seguito di formazione di sca58 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1981 n-> 147 re resistenza alia corrosione ma dove è assai apprezzato il loro lucente aspetto superficiale che si conserva proprio in virtù di una più elevata resistenza a differenti ambienti esterni. Tra i molti usi che se ne fanno citiamo: lavelli, posate, pentolame e vesellame, pannelli per l'architettura e solari, lavastoviglie, lavabiancheria, rifiniture di ogni genere specie nel campo automobilistico. affinità per il C, ha il duplice scopa di eliminare tìalla matrice un potente austenitizzante (il C) e di impedire un impoverimento di Cr nella matrice non dandogli la possibilità di formare carburi. Le caratteristiche meccaniche sono quelle del tipo AISI 405. Esso viene utilizzato principalmente per marmitte e tubi di scarico delle autovetture ed in altre applicazioni dove l'aspetto superficiale ha i/na importanza del tutto secondaria, quali serbatoi ed irroratrici per l'agricoltura. Nella descrizione che segue sui differenti tipi, illustreremo come al solito il perché di una numerosa diversificazione tenendo sempre presente a quali differenti problemi di impiego essi possono fare fronte. TIPO (409 L) È del tutto analogo al precedente con migliori prestazioni nelle operazioni di saldatura e formatura a freddo. 4.7. Descrizione dei differenti tipi Al SI 405 Questo tipo può essere considerato di passaggio tra i martensitici ed i ferritici; ha infatti lo stesso tenore di Cr dei tipi AISI 403 e AISI 410 ed un più basso tenore di carbonio; la presenza di circa 0,20% di Al, che è un potente ferritizzante, assicura l'assenza di martensite dopo la tempra di ricristallizzazione. Sostituisce i tipi martensitici sopra menzionati in quanto presenta caratteristiche meccaniche e corrosive analoghe quando essi vengono usati allo stati ricotto, ma migliori possibilità di saldatura. TIPO (410 S) Come percentuale di Cr e C è analogo al tipo AISI 405. Non contenendo però Al né Ti, la possibile presenza di elementi residui austenitizzanti (Ni—Mn—N) possono dare luogo ad una qualche percentuale di martensite quando il trattamento termico non sia assai accurato. Possiede caratteristiche intermedie tra i tipi AISI 405 e 410 ricotto. Non vi sono particolari esigenze di superficie e trova impiego soprattutto nell'industria petrolchimica per le torri di cracking, catalizzatori ed altro. Le sue proprietà lo rendono adatto per rivestimenti di serbatoi, tubi per scambiatori di calore, recipienti e rastrelliere di ricottura. AISI 429 È l'unico acciaio inossidabile ferritico con % Cr intorno a 15, fatto che, dopo trattamento, gli consente di essere esente da martensite senza aggiunte di altri elementi ferritizzanti, pur avendo una percentuale massima di 0,12% C anziché 0,08 max come per i tipi precedentemente descritti. Il carico di rottura è leggermente superiore, ma presenta soprattutto il vantaggio di resistere sia alle atmosfere industriali che a molti ambienti chimici ossidanti. Rispetto al tipo A'ISI 430 è più saldabile ed ovviamente di minore costo. Queste sue proprietà lo rendono adatto in particolare per impianti di acido nitrico e di nitrurazione. TIPO (406) Per tenore di Cr è analogo al precedente; l'elevato tenore di Al elimina completamente la possibilità di formazione di martensite anche con tenori di C uguali a quello dei tipi AISI 403 e AISI 410. Ne deriva da una 2 parte un carico di rottura più elevato (65 kg/mm contro 50 kg/mm2) rispetto al tipo AISI 405 con lo stesso allungamento (25%) ed una maggiore resistenza all'ossidazione a caldo, tantoché, anche per l'aumentata resistività elettrica provocata dall'Ai, può essere usato con successo per elementi di resistenze elettriche. AISI 409 Tra tutti gli acciai inossidabili è quello di minore costo presentando un tenore di Cr minimo di 10.5%. Rispetto al tipo AISI 403 l'assenza di martensite viene garantita, oltre che dal più basso tenore in C, dalla presenza di Ti. Questo elemento, avendo una forte AISI 430 In questo tipo il livello del tenore di Cr è intorno al 17%, percentuale che determina in tutti gli acciai inossidabili un generale miglioramento della resistenza alla corrosione ed all'ossidazione a caldo. 59 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio ISSI no 147 ne. La presenza infine dei carburi, darebbe un ulteriore contributo alla diminuzione del roping ed innalzerebbe le caratteristiche meccaniche a caldo, soprattutto nei casi di scorrimento. Infine la saldabilità e la tenacità dei punti di saldatura risulterebbero migliorate a causa di un più limitato ingrossamento del grano. La differenza più importante tra Ti e Cb è che il primo nelle operazioni di saldatura è più ossidabile e quindi la quantità di carburi di Ti dopo saldatura è inferiore a quela dei carburi di Cb; una seconda differenza sarebbe quella che il Ti abbassa la resistenza alla corrosione nei confronti di acidi organici. Tra tutti gli acciai inossidabili ferritici questo tipo è quello di gran lunga più utilizzato ed anche in senso assoluto è secondo soltanto al tipo austenitico AlSl 304. È disponibile in tutte le forme di prodotti commerciali ma soprattutto in lamierini e nastri. Presenta una resistenza particolarmente buona sia nei confronti dell'acido nitrico che di molti altri acidi. Il suo aspetto superficiale è particolarmente lucido già per sé e se ne può aumentare la specularità assai facilmente. Tra i moltissimi impieghi, oltre a quelli già descritti per il tipo AfSI 429, citiamo i seguenti: modanature di qualsiasi tipo per autovetture od altro, recipienti per ricottura, camere di combustione, lavelli, lavastoviglie e lavabiancheria, pentolame, vasellame posate, pannelli per edilizia, frigoriferi, cucine. Malgrado tutto quanto si è scritto è difficile dare delle indicazioni precise circa gli impieghi di questi due tipi di acciaio che in effetti, pur essendo sempre presenti sul mercato, sono di consumo piuttosto limitato. In prima approssimazione gli impieghi sono generalmente gli stessi del tipo AlSl 430; essi vengono prescritti da alcuni utilizzatori per fare fronte ai particolarissimi problemi sopra descritti che indubbiamente essi tendono a ridurre. AlSl 430 F e AlSl 430 FSe Costituiscono i soliti tipi introdotti nel mercato, come si è visto per i tipi martensitici, per aumentare la lavorabilità alle macchine utensili nei casi in cui siano necessarie più profonde operazioni di taglio. Sono pertanto delle varianti al tipo fondamentale AilSI 430 per viterie e pezzi lavorati di macchina (tipo allo zolfo AlSl 430 F) o per pezzi lavorati che si possono prestare ad operazioni di ricalcatura a freddo o formatura (tipo al selenio AIISI 430 FSe). Ovviamente l'ottenimento di migliori proprietà di lavorabilità all'utensile comporta una diminuzione della resistenza alla corrosione sia in atmosfere marine che in ambienti ossidanti. TIPO (430 C) La descrizione di questo tipo è assai riposante rispetto ai due tipi precedenti, come pure per il suo impiego. Viene adoperato in grandi quantità per la coniatura_(da cui la lettera C) delle monete metalliche sia delia Zecca italiana (monete da 50 e 100 lire) che da alcune Zecche straniere. Contiene una maggiore percentuale di Cr rispetto al tipo AUSI 430 ed inoltre tutti gli elementi residui ferritizzanti e no vengono tenuti al minimo. Come si può facilmente constatare di « tasca nostra » ha una resistenza alla corrosione in molti tipi di atmosfere ed ambienti. TIPO (430 Cb e 430 Ti) L'effetto dell'aggiunta di Cb sono per molti versi simili a quelli dell'aggiunta di Ti parziamente descritti a proposito del tipo AjISI 409. Il risultato dell'aggiunta di questi elementi al tipo ferritico base AFSI 430 è pertanto l'innalzamento dal punto di trasformazione a ^ Y c n e permette di temprarli da temperature più elevate; questo fatto contribuirebbe secondo alcuni alla riduzione di un noto difetto superficiale denominato « cordatura » o « roping » a volte presente sulla superficie di questo tipo di acciaio ed assai nocivo esteticamente soprattutto nelle modanature. Un secondo risultato è sempre quello di evitare un impoverimento di Cr nella matrice, fatto che porta in pratica ad un aumento di Cr attivo rispetto all'AISI 430 e quindi ad una migliore resistenza alla corrosione intergranulare; secondo alcuni ne deriverebbe anche una maggiore resistenza alla corrosione sotto tensio- AlSl 434 Rappresenta un'altra modifica del tipo base AlSl 430. in esso è presente circa l ' 1 % di Mo, appositamente aggiunto per aumentare la resistenza alla corrosione per vaiolatura che spesso si manifesta in presenza di alogenuri. Il suo impiego più tipico è costituito dalle modanature automobilistiche per quei particolari che debbono resistere all'azione di cloruri di cui specilmente nei paesi nordici vengono cosparse le strade durante il periodo invernale per diminuire la temperatura di formazione di ghiaccio. Ovviamente può essere utilizzato in qualsiasi altro ambiente analogo dove il tipo AlSl 430 presenta degli inconvenienti nei confronti del tipo di corrosione sopra descritto, ad esempio esso è molto adatto per 60 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1981 n° 147 niche particolari, hanno anche tenori di C 0,004%; in alcuni si hanno tenori di Cr fino al 30% e tenori di Mo fino al 5%, con aggiunta anche di circa 2% di Ni. essere utilizzato in atmosfera marica per particolari architettonici. AISI 436 Data la presenza contemporanea di Mo, come nel tipo AISI 434 e di Cb, come nel tipo (430 Cb), in esso si sommano le caratteristiche deli'AISI 434 e del (430 Cb): ha una spiccata tendenza a ridurre la cordatura unito ad una buona resistenza alla corrosione per vaiolatura ed ossidazione a caldo. Il tipo (444) qui descritto presenta lo stesso tenore di Cr del tipo AISI 430, una percentuale di Mo doppia di quella del tipo AISI 434; ad esso si aggiunge anche Ti. La percentuale minima di C e N è limitata ad un massimo per entrambi gli elementi di 0,025%. Da suddetta composizione risultano dopo ricottura di ricristallizzazione carichi di rottura e di snervamento leggermente inferiori a quello del tipo AISI 430 ed allungamnti percentuali leggermente superiori. Il tipo (444) presenta l'imbutibilità migliore di tutti gli altri tipi di acciai ferritici ed il corrispondente tipo allo zolfo avrebbe una lavorabilità superiore a qualsiasi altro tipo di acciaio inossidabile. AISI 442 In questo tipo la percentuale di Cr è su un livello superiore rispetto ai tipi ferratici precedentemente descritti; la maggiore presenza di Cr permette anche un maggiore tenore di C senza che esso si indurisca per trattamento termico; la resistenza meccanica a temperatura ambiente pertanto è simile a quella del tipo AISI 430 ma, come si è detto nella descrizione generale di questi tipi, la sua tenacità è decisamente inferiore. Esso viene soprattutto utilizzato per quei particolari che ad alta temperatura debbano presentare un'elevata resistenza alla formazione di scaglia: forni, camere di combustione, ugelli. Il tipo AISI 442 viene pertanto considerato tra gli acciai inossidabili denominati « refrattari ». La temperatura massima di esercizio in aria è di 1040°C per servizio continuo. Ainche le caratteristiche relative alla tenacità sono decisamente migliori di quelle degli altri tipi di acciaio inosidabile ferritici e la temperatura di transizione si abbassa di oltre 50 °C rispetto al tipo AISI 430. Le proprietà più interessanti di questo tipo sono però da ricercare nella sua eccezionale resistenza ai vari tipi di corrosione. Se la maggior resistenza alla corrosione intergranulare è scontata rispetto al tipo AISI 430 data la presenza di Ti ed il basso C, è eccezionale la resistenza alla corrosione per vaiolatura assicurata dal 2 % di Mo: viene riportato da molti studi che prove di laboratorio hanno dimostrato che per molte condizioni di prova esso non è inferiore da questo punto di vista al tipo austenitico AJSI 316. Dove però questo tipo sembra eccellere su tutti è la resistenza alla corrosione sotto tensione nei mezzi clorurati ed alla corrosione interstiziale; a questo proposito sembrerebbe evidente dai risultati ottenuti come nessun tipo di acciaio inossidabile possa stargli alla pari: anche il tipo AISI 316 gli sarebbe di gran lunga inferiore. AISI 446 Presenta tra gji acciai inossidabili ferritici il massimo tenore di Cr: 27%. Circa le sue caratteristiche ed i suoi impieghi vale quanto detto per il tipo precedente, con una più ampia possibilità di applicazioni. Le temperature massime di esercizio diventano per questo tipo 1175°C e 1100°C rispettivamente per servizio intermittente e continuo. Viene spesso usato in atmosfere contenenti zolfo. TIPO (444) Riportiamo una descrizione di questo tipo di acciaio quale prototipo di un gruppo di acciai ferritici che potrebbero rappresentare in futuro la soluzione ideale per molti impieghi critici anche in sostituzione di acciai inossidabili austenitici. Questo gruppo di acciai ferritici hanno in comune un bassissimo ..tenore sia di carbonio che di azoto; poiché questi elementi formano nell'acciaio soluzioni solide interstiziali il gruppo di acciaio viene comunemente denominato ELI: Extra Low Interstizials. AJcuni tipi, prodotti in acciaieria con tec- Da questo sopra risultano evidenti gli impieghi cui questo tipo può esser destinato, primo fra tutti quelli dove occorre appunto la migliore resistenza alla corrosione sotto tensione ed alla corrosione interstiziale. Di questo gruppo di acciai inossidabili ferritici, alcuni dei quali si debbono considerare ancora sperimentali, quello a maggior tenore di elementi leganti è il 29 Cr,' 4 Mo, 2 Ni dove il Ni viene aggiunto per ottenere un certo miglioramente nei confronti di ambienti chimici riducenti. 61 | LA MECCANICA ITALIANA gennaio 1981 n* 147 Parte seconda 5. ACCIAI INOSSIDABILI AUSTENITICI 5.1. Analisi chimica Gli acciai inossidabili austenitici presentano due elementi caratterizzanti anziché uno: Cromo e Nickel. A questi due elementi, sempre presenti, se ne aggiungono spesso altri che portano un contributo ferritizzante od austenitizzante. Il risultato è che, come per i ferritici, non esiste un punto di trasformazione a ?^ y e la struttura è sempre austenitica e non magnetica sia alla basse che alle alte temperature. Non vi è quindi alcuna possibilità di indurire il materiale con un trattamento termico di tempra. La percentuale di C è bassa, la percentuale di Cr varia da un minimo di 16% ad un massimo di 26%; la percentuale di Ni da un minimo di 1,0% ad un massimo di 37%. Poiché molti tipi contengono Mo (da 2 a 6%) è conveniente ai fini espositivi dividere i numerosissimi tipi di questo gruppo di acciai inossidabili in due sottogruppi a seconda che contengano o meno questo elemento. Nella tavola III A riportiamo gli acciai inossidabili austenitici al Ni-Cr e nella tavola III B quelli al Ni-Cr-Mo. Nello schema C si DUO seguire lo sviluppo degli acciai austenitici al Ni-Cr partendo dal tipo ferritico A'ISI 430, mentre nello schema D si può seguire lo SVÌIUDPO depli acciai austenitici al Ni-Cr-Mo partendo dal tipo austenitico al Ni-Cr AISI 304. A causa dell'elevata percentuale di elementi leganti che si aqgira in genere sul 30% ma che può superare anche il 50%. è naturale che i tipi inossidabili austenitici risultino essere di costo assai elevato. È però opportuno sottolineare il fatto che, come avremo modo di vedere in sepuito. le loro prestazioni sono assai elevate e tali da fare fronte ad un vastissimo campo di impieghi; possono pertanto sostituire quasi sempre i tipi ferritici con costi di tasformazione generalmente assai inferiori e garanzie assai maggiori nei confronti della resistenza alla corrosione. Tran51 ne pochissimi casi, non essendo adatti ad essere utilizzati al pari dei ferritici come acciai da costruzione, non possono quasi mai sostituire i tipi inossidabili martensitici. T/tVOI A 1 1 1 A ACCXA7 7N0RSir*AnT!.r AIISTKNTTICI TIPO CI •ax 201 0.15 202 0.15 205 KnX re AL Hi - Cr SI* watt Crx BOX 15.00 l a . oo 17.00 19.00 16.50 la.oo le. oo la.oo • 7.00 S% O.MO 0.030 1.00 0.O60 0.030 1.00 C.060 0.030 1.00 301 0.12 0.15 0.15 5.50 7.50 7.50 10.00 14.00 15.50 2.00 0.045 0.030 1.00 302 0.15 2.00 0.045 0.030 1.00 302B 0.15 2.00 0.0-15 0.030 303 0.15 2.00 0.20 3035* 0.15 2.00 0.2U 0.15 •in 0.000 2.00 3.00 1.00 304 0.03 2.00 0.U45 0.070 1.00 3041. 0.030 2.00 O.fi43 0.030 1.00 3043U o.oe 2.00 0.045 0.030 1.00 m.oo 334.": eoe 2.00 1.00 0.045 0.030 1.00 (304!.W) 0.030 2.00 0.045 0.030 1.00 305 0.12 2.00 0.045 0.030 1.00 306 o.oa 2.00 0.045 0.030 1.00 309 0.20 2.00 CI.045 O.O30 . 1.00 309S o.oa 2.00 o.ots 0.030 1.00 310 0.25 2.00 0.045 0.030 1.50 310S o.oa 2.00 0.045 0.030 1.50 314 0.25 2.00 0.045 0.030 321 o.oa 2.00 0.045 0.030 1.50 3.00 1.00 330 0.03 2.00 0.040 0.030 0.75 1.50 347 o.os 2.00 0.O43 0.0.10 l.Ov 341 o.os 2.00 0.045 O.OàU l.UO 314 o.os 2.00 o.o-:l» 0.O30 l.OU I7.no io.oo 17.00 19.00 17.00 19.00 •eoo 20.00 la.oo 20.00 17.00 19.00 la.oo 20.00 IS.OO 20.00 17.00 19.00 19.00 21.00 22.00 24.00 22.00 24.00 24.00 26.00 24.00 21.00 23.00 2G.00 17.00 19.00 17.00 20.00 r/.no l'J.'iO 17.U0 IH.(IO l.'i.OO I7.nn | LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1981 n« 148 Kit Altri e l u d i t i 21 3.90 l.'M 4.00 1.00 1.00 N 0.25 Max V 0.2S tUx K 0.32/0.4C .75 S.00 l.no i.m 1 ^.o:> 1 3.(111 1.00 I l.on -.0(1 1 J.0.1 i.nn 1 ).5O 1.00 Me O.CO B u Su 0.15 BtQ 1 l.W >.0U 3.00 (.09 1 ).S0 1.00 1 .00 1 }.5O Cu 3.00/4.00 1 n o.:(i/o.)6 » 0.10/0.U 1 .00 10.00 12.00 12.00 15.00 12.00 15.00 19.00 22.00 19.00 22.00 .11.00 22.00 9.00 12.00 34.00 37.00 s.ny 13.ÌHI 9.(MI 13.liti IV. Ilo 19.dii Ti MC sin Cb . TÌI IOXC a ì i Cl> i Ta Kixr n u Ta o.lli nti:. Tv >IJ '• Tale veloce raffreddamento è indispensabile se si vuole evitare la possibilità, assai accentuata nel campo di temperatura 450 °C-8S0 °C, della precipitazione di carburi di cromo, assai dannosi agli effetti della resistenza al tipo di corrosione intergranulare. 5.2. Trattamento termico e proprietà meccaniche a temperatura ambiente Essendo questi tipi austenitici a tutte le temperature è evidente che anche in questo caso l'unico trattamento possibile è quello che porta ad una omogeneizzazione del materiale permettendo di ottenere una struttura composta di sola austenite senza presenza di carburi od altre fasi. Poiché questo trattamento si esegue portando il materiale ad alta temperatura e raffreddandolo velocemente, esso prende ancora il nome di tempra anche se il risultato è quello di ottenere un materiale assai dolce, tenace e duttile; più propriamente si parla di tempra o ricottura di solubilizzazione o di austenitizzazione. La temperatura di: riscaldo viene portata a circa 1100°C, e cioè 300 p C più elevata che per i tipi ferritici; ciò è possibile in quanto non vi sono i pericoli di forti ingrossamenti del grano; è necessario per solubilizzare completamente i carburi nell'austenite che come è noto può sciogliere molto più C che la ferrite; è utile in quanto accelera i tempi di ricottura. Il raffreddamento dovrà essere più veloce possibile ed è quindi da mettere in relazione alle dimensioni del materiale per non provocare inutili distorsioni che poi devono essere eliminate. MiS max 316 31CK o.oa o.oa P* Si Sii iax «vi* ew* o.:u O.IU •HlX 2.00 3.00 1 .00 CrS NiS >u* lu.i:. !:•.'• Allungamento % Resilienza CharpyJ kg/cm Durezza HRB 65 25 50 20 85 Non abbiamo inserito questo paragrafo a proposito degli inossidabili martensitici e ferritici in quanto per essi le proprietà fisiche sono in larga misura comparabili con quelle degli acciai al C o debolmente legati. Per gli austenitici si hanno invece delle differenze sostanziali che è opportuno sottolineare sia ai fini dei processi di trasformazione dai laminati ai manufatti che degli impieghi. Alti-i i Ili." !«."• Limite di snervamento 0.2% kg/mm2 È subito evidente come l'insieme di queste caratteristiche sia tale da assicurare ottime prestazioni dove si richiedano duttilità e tenacità. Agendo opportunamente sui tempi e soprattutto sulle temperature di ricottura si può superare facilmente un allungamento del 60%. Naturalmente in queste condizioni si provoca un certo ingrossamento del grano che può provocare l'apparizione della cosiddetta « buccia d'arancia » con le operazioni di imbutitura e con conseguente difficoltà di lucidatura del manufatto. * 1 .UT Carico di rottura kg/mm2 5.3. Proprietà fisiche ACCIAI lN-TOi.M".!1.!:.! fJ'JTì M I V I .-'J. \l-CV-Ma d Le caratteristiche meccaniche medie risultanti a seguito della ricottura di solubilizzazione sono le seguenti: • ' • " li... in.i(J1CL.V) O.OJO O.fllO 3.10 1 -•.<•! :; u . ;.• .•,:-. .-.•.'» CIJ.TM H' A I : . La prima grande differenziazione è quella di non essere magnetici, fatto del tutto insolito per i materiali ferrosi a temperatura ambiente che impedisce fa manipolazione di questi acciai a mezzo di magneti. !-•...• (310LUI )'•.«•. (31<ri>) 317 o.o» W.fJ'J 2.00 1.'.'- 1. « U.'. o.oo O.OJO 2.CO . 0.01; O.t'iO ... !«..» : • » • . " 0.0:0 j ; c ) [i.c. ;I.IM li.tu 11 .'• r-.it •i.ro .1..*) 4...' ...» O .u, " • " • • • • Il peso specifico è leggermente superiore a quello dei ferritici: 7.95 anziché 7,7 kg/dm3. quindi a parità di dimensioni il materiale è leggermente più pesante. La resistività elettrica è maggiore di circa il 15%: 0,74 anziché 0,60 2 mm2/m. 52 | LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1981 n.- 148 i f +s<. i t -> + (*/,; e)— -> JO-i —=? ì > tozg - C 'ì > SìA. O't l "T 7 J4 £ *? io e ìoiS—I i {ìOfLAf) +c 1 1 4V SCHEMA C - Acciai inossidabili austenitici al Ni-Cr II coefficiente di dilatazione è superiore di circa il 60%; tra 0CC6e 100 °C esso è di circa 16,5 x 10-6/°C anziché 10,5" /°C. Occorre pertanto tenere conto di assai più elevati cambiamenti dimensionali sia durante il riscaldo che il raffreddamento. precalcolate in base all'analisi di colata, a precisi livelli di durezza denominati stati 1/4, 1/2, 3/4 e completamente duro. Con questi trattamenti di lavorazione a freddo si provocano degli aumenti del carico di rottura e del limite di snervamento con conseguenti diminuzioni degli allungamenti che anche per lo stato completamente duro rimangono ancora su livelli utilizzabili. La conducibilità termica è inferiore di circa il 40%: a 100 °C è 16,3 anziché 25,2 W/m °C. Questo fatto provoca una maggiore concentrazione di calore nelle zone riscaldate e determina ad esempio la necessità di applicare piastre di rame sui fondi delle pentole. I livelli del carico di rottura e del limite di snervamento minimi garantiti per i suddetti quattro stati di indurimento sono i seguenti: 5.4. Indurimento per lavorazione a freddo Abbiamo visto come gli inossidabili austenitici, al pari dei ferritici, non possano essere induriti con il trattamento di tempra. Essi presentano però una particolarità assai interessante rispetto ai tipi ferritici: possono indurirsi moltissimo con operazioni di lavorazione a freddo. Questa caratteristica è precipua per alcuni tipi che possono essere induriti, normalmente attraverso percentuali di riduzioni di laminazione a freddo 1/4 Duro 53 Carico di rottura kg/mm 2 Limiti di snervamento 0,2% kg/rnm2 87,5 52.5 1/2 Duro 105,0 77.0 3/4 Duro 122.5 94,5 Compì. Duro 129.5 98.0 ! LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1981 n" 148 Gli allungamenti e le caratteristiche di piegabilità variano a seconda del tipo di acciaio e degli spessori. isteresi si ha pertanto una struttura austenitica metastabile. A parità di riduzione a freddo si induriscono maggiormente i tipi a struttura austenitica più instabile. L'instabilità dell'austenite dipende dalla composizione chimica e più precisamente dal rapporto tra gli elementi austenitizzanti e quelli ferritizzanti. Quando il rapporto è più basso il punto di trasformazione oc *=* y P uo trovarsi a 200 °C-300 °C; con la ricottura si ottiene sempre una struttura austenitica non magnetica poiché a quelle temperature ed a temperatura ambiente la trasformazione da austenite in martensite è impedita per mancanza di energia interna. Per un fenomeno di Con la lavorazione a freddo, che aumenta l'energia interna, si ha un aumento di durezza e la comparsa anche di un forte magnetismo a causa sia della trasformazione dell'austenite in martensite che per le tensioni cui rimane soggetto il materiale per la deformazione dell'austenite che rimane tale. Quando il rapporto è alto, la temperatura di trasformazione è bassa e non si ha praticamente formazione di martensite; il piccolo aumento di durezza è dovuto soltanto alle tensioni indotte nell'austenite. 3O4- ^ Al V."-fc. \f -C 3/6L l ^ jr- i * d l TAf i (3'é7i) (3/6 Ci/ 3/6V l 1 ir 3IÙLU . 3/f- l .)-Ct* (Cf, *!•', "') ~p(Xi"C^ tfi Me lOltiì -e TAf l {ò/CLA/j 3 [ L i T [3/* L*s) SCHEMA D - Acciai inossidabili austenitici al Ni-Cr-Mo 54 | LA MECCANICA ITALIANA Febbraio 1981 no 148 5.5. Proprietà meccaniche alle basse ed alle aita temperature B Gli acciai inossidabili austenitici sono insuperabili per l'impiego alle basse temperature, anche vicino allo zero assoluto. L'esposizione a basse temperature non modifica le caratteristiche meccaniche a temperatura ambiente. Prove eseguite a bassa temperatura indicano che si ha un forte aumento del carico di rottura ed un piccolo aumento del limite di snervamento, mentre la duttilità e la tenacità diminuscono pochissimo. Il fenomeno è comune a quello di tutti gli altri acciai per quanto riguarda le caratteristiche tensili, mentre per quanto riguarda tenacità e duttilità è esclusivo degli acciai inossidabili austenitici. 35 kg/mm2 Allungamento 42% 16 kg m/cm2 Resilienza Charpy 7 Tipi ferritici 0,5 1,4 5.6. Resistenza alla corrosione ed alla ossidazione a caldo 160 kg/mm2 Limite di snervamento allo 0,2% 2,8 Citiamo infine che anche per gii acciai inossidabili austenitici, dopo lunghe esposizioni tra 620 °C e 900 °C, e soprattutto nei tipi a più elevato tenore di Cr e con Mo, vi è la possibilità di formazione di fase sigma; la velocità di questa formazione è proporzionale all'incrudimento od alle tensioni presenti sul materiale. La fase sigma provoca gli stessi fenomeni di fragilità ed1 aumento di durezza già descritti per i ferritici e può essere facilmente ridisciolta nella matrice austenitica con un trattamento di ricottura. Per dare un'idea dell'entità di questo fenomeno, riferendoci alle proprietà medie indicate al paragrafo 5.2., esse a —196 °C si modificano indicativamente nel modo seguente: Carico di rottura Tipi austenitici Come si è già detto, la resistenza alla corrosione dei tipi inossidabili austenitici è la più elevata che si possa desiderare. Resistono in atmosfere industriali e marine, a prodotti chimici fortemente ossidanti ed in alcuni casi (tipi con Mo) anche a prodotti chimici riducenti ed ad acque salate. Presentano superfici perfettamente lucidabili a specchio che si mantengono tali nel tempo con poca manutenzione. Sono infatti pulibili ed hanno un indice di igienicità pari a quello dei vetro. Da quanto sopra dobbiamo sottolineare che non esiste per gli inossidabili austenitici una temperatura di transizione. Anche alle elevate temperature gli inossidabili austenitici presentano interessanti proprietà meccaniche. Nei riguardi delle massime temperature cui possono sottostare in servizio continuo senza apprezzabile formazione di scaglia possono essere impiegati fino a 930 °C (contro gli 820 °C dei ferritici) ed i tipi refrattari fino a 1150°C (contro 1100°C dei refrattari ferritici). Precisiamo che per servizi intermittenti la temperatura massima di utilizzo diminuiscono di 50-100 °C anziché di aumentare della stessa entità come succede per i ferritici; come conseguenza il tipo ferritico 446 descritto in precedenza rimane quello con la più afta temperatura possibile in servizio intermittente (1100°C). Anche nelle prove di trazione rapida a caldo, a 600 °C ed oltre, quasi tutti i tipi austenitici presentano una resistenza meccanica superiore a quella dei tipi ferritici e martensitici. Queste prove, come è noto, hanno però poca importanza pratica oltre i 500 °C in quanto intervengono i fenomeni di scorrimento a caldo di cui occorre tenere conto, ed è appunto nei confronti dello scorrimento a caldo che i tipi austenitici forniscono eccezionali prestazioni. Prendendo come riferimento una temperatura di 760 °C riportiamo a titolo indicativo, per poter fare un confronto, i carichi medi in kg/mm2 necessari per poter ottenere l'allungamento dello 0,1% (A) e la rottura (B) in 1000 h, rispettivamente per i tipi ferritici ed austenitici. 5.7. Lavorabilità La truciolabilità, sebbene per cause diverse, può essere considerata alla pari di quella delle altre due classi di inossidabile precedentemente descritte. Nel caso degli austenitici la causa principale risiede-nella 55 | LA MECCANICA ITALIANA febbrai» 1961 no 148 diluiremo al massimo riportandone solo i più caratteristici alla fine della descrizione dei singoli tipi. forte tendenza che essi presentano all'incrudimento a seguito di lavorazioni a freddo, quale si deve considerare anche l'asportazione del truciolo. Lo stesso problema si presenta anche per una semplice cesoiatura che può modificare le caratteristiche del materiale nei pressi dei bordi cesoiati. Vi sono anche qui degli accorgimenti particolari, relativi alle velocità di taglio ed agli angoli di lavoro da dare agli utensili, per superare l'ostacolo. La solita aggiunta di S e di Se può migliorare notevolmente la truciolabilità quando necessario. 5.9. Descrizione dei differenti tipi 5.9.1. Serie al Ni-Cr AISI 201 La serie 200 è caratterizzata dalla forte presenza di Mn, anch'esso elemento austenitizzante, che sostituisce gran parte del Ni. Oltre il Mn viene aggiunto azoto che con il suo forte potere austenitizzante (e costo quasi nullo) contribuisce ad avere una struttura completamente austenitica allo stato ricotto ed ad aumentare la resistenza meccanica del materiale. I tipi della serie 200 hanno conservato la nomea di tipi « autarchici » in quanto furono messi a punto durante il periodo di mancanza di Ni, ma hanno largamente dimostrato di avere un loro proprio impiego. Sul problema della deformazione plastica a freddo per imbutitura o stampaggio non ci soffermiamo perché per molti di questi acciai l'unico problema al riguardo è quello di frenare gli entusiasmi degli stampatori che sembrano non conoscere limiti. Anche per fa sanabilità diremo solo che è ottima e vi è solo l'imbarazzo della scelta, che comunque deve essere oculata e tenere presente gli spessori e la resistenza meccanica che deve avere il giunto saldato. L'AISI 201 può infatti sostituire in modo soddisfacente l'AISI 301 in molte applicazioni ed ovviamente ha un minor costo. 5.8. Impieghi Allo stato ricotto presenta un carico di rottura medio 2 di 70 kg/mm ed un limite di snervamento di 32 kg/ mm2 con allungamento intorno a 40%. Avendo presente il quadro completo delle proprietà sopra descrìtte per questa classe di inossidabili si comprende la vastità degli impieghi possibili, limitati solo in qualche caso e giustamente, dal maggior costo degli austenitici rispetto ai tipi ferritici. Il maggior costo va però esaminato attentamente in quanto pur essendo indubitabile che una lamiera austenitica costi di più di una ferritica, occorre tenere presente non solo la durata ma le spese e le difficoltà connesse alla trasformazione dei due diversi prodotti nel manufatto finale che si vuole ottenere. Ovviamente vi sono molti casi in cui il manufatto che si vuole ottenere è fattibile solo con gli austenitici ed altri, ugualmente numerosi, in cui il manufatto potrebbe essere ottenuto sia con l'austenitico che col ferritico, ma per le prestazioni che esso deve avere in servizio occorre scartare l'utilizzazione del tipo ferritico. Con la lavorazione a freddo diventa magnetico è può essere incrudito in tutta la gamma dell'indurito con allungamenti minimi che vanno dal 20% per 1/4 duro al 4% per il completamento duro. Nei vari stati di durezza trova applicazione per longheroni portanti di carrozze ferroviarie. Allo stato ricotto trova impiego per rivestimenti, vasellame che si possa ottenere con leggeri stampaggi, rifiniture automobilistiche. Il confronto con i martensitici non è possibile in quanto, ripetiamolo, tranne qualche caso dove si può supplire con l'indurimento di lavorazione a freddo, le caratteristiche degli austenitici non sono assolutamente adatte da trovare un largo impiego come acciai da costruzione. AISI 202 Rispetto al precedente presenta più elevate percentuali di Mn (9 anziché 7%) e di Ni (5 anziché 4,5%). L'austenite che ne risulta è più stabile e con la lavorazione a freddo diventa leggermente magnetico. È comparabile all'AlSl 302, del quale costituisce un'alternativa più economica pur essendo meno duttile allo stato ricotto. Può essere indurito solo allo stato 1/4 duro ed ha una migliore resistenza alla corrosione rispetto al precedente. Malgrado sia piuttosto noioso abbiamo comunque il dovere di dare un elenco degli impieghi principali; lo Allo stato ricotto ha gli stessi impieghi dell'AISl 201, ma con caratteristiche di stampaggio decisamente mi56 | LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1931 n" 148 gliori che rendono possibile la fabbricazione di batterie da cucina; può essere utilizzato per contenitori per trasporto e stoccaggio del latte. Tra i numerosissimi usi finali citiamo: modanature, attrezzature per l'industria alimentare (lattiero-casearia, vinaria, della birra, della carne), lavelli, pentolame, vasellame, posateria, oreficeria, serbatoi per trasporto acidi e prodotti chimici in genere, facciate e pannelli architettonici, mobili, industria aeronautica, petrolchimica, chimica, impianti criogenici, ecc. Al SI 205 Contiene tra gli austenitici la più alta percentuale di Mn (15%) e la più bassa percentuale di Ni (1.5%). La sua struttura austenitica è molto stabile, si indurisce assai poco con la lavorazione a freddo, né diventa magnetico. Presenta carichi di 2rottura (95 kg/mm2) e limiti di snervamento (50 kg/mm ) assai elevati con ottimi allungamenti (circa 60%). È adatto per impieghi a bassissime temperature e per speciali operazioni di stampaggio e per imbutitura al tornio. AISI 302 B L'aggiunta di circa 2,5% Si al tipo precedente da origine a questo tipo che presenta una superiore resistenza alla formazione di scaglia alle alte temperature permettendo di essere impiegato fino a temperature di 950 °C e 870 °C rispettivamente in servizio continuo ed in servizio intermittente. Pertanto questo tipo viene usato esclusivamente per particolari che sono esposti ad alte temperature di esercizio quali parti di forno, rivestimenti, elementi riscaldanti, bruciatori. Almeno in Europa viene comunque poco utilizzato e come i due precedenti meriterebbe di essere maggiormente conosciuto, specialmente in Italia dove si ricorre quasi sempre aH'AISI 304. AISI 301 Con 17% Cr e 7% Ni è il tipo più usato nei quattro stati induriti nei quali presenta eccezionali allungamenti: 25% nello stato 1/4 duro e 9% nello stato completamente duro. Allo stato indurito è sempre magnetico e viene utilizzato per catene di nastri trasportatori, molle, strutture portanti di carrozze ferroviarie ed autovetture ed anche per coltelleria. AISI 303 e 303 Se Rappresentano i soliti tipi ad aita lavorabilità alle macchine utensili con l'aggiunta rispettivamente di S e Se al tipo base AISI 302. Essi vengono usati per viti, bulloni, dadi, boccole, valvole; il tipo al selenio è come al solito più indicato per ricalcatura a caldo ed a freddo ed accessori per aeronautica. Dal punto di vista della resistenza alla corrosione sono sconsigliati in atmosfere marine ed in prodotti chimici ossidanti. Allo stato ricotto può essere usato per pannellature, rifiniture automobilistiche, coprimozzo. Tranne che per vasellame ottenuto per leggero stampaggio non è adatto per operazioni di imbutitura data la sua grande tendenza ad incrudirsi ed a magnetizzarsi; le tensioni residue presenti sul manufatto stampato sono tali da farlo quasi esplodere se non si provvede immediatamente a ricotture che devono essere poi seguite da una calibratura finale. AISI 304 Con valori medi di 19% Cr e 9,5% Ni rappresenta il tipo di acciaio inossidabile più usato in senso assoluto. Ha una resistenza alla corrosione leggermente superiore a quella dell'AISI 302 ed acquista un leggero magnetismo con la lavorazione a freddo. Ha un tenore massimo di C di 0,08%. molto più basso rispetto ai tipi austenitici precedentemente descritti. Questo fatto limita la possibilità della precipitazione di carburi dopo saldatura aumentando la resistenza alla corrosione intergranulare. Con Ni sui valori massimi e Cr sui valori minimi si può identificare un altro tipo similare che può essere indicato come tipo 304 PS, particolarmente adatto per profondissimi stampaggi- AISI 302 Con valori medi di 18% Cr e 9% Ni ha una resistenza alla corrosione leggermente superiore a quella dei tipi precedentemente descritti. Anche se può essere usato allo stato 1/4 duro (molle) ma con caratteristiche di duttilità decisamente inferiori a quelle dell'AISI 301, esso trova la sua più larga utilizzazione allo stato ricotto, tanto da « dividersi » il mercato con l'AlSl 304, almeno all'estero. Dopo lavorazione a freddo si magnetizza in modo trascurabile. Viene impiegato per gli stessi usi finali illustrati a proposito dell'AISl 302, in particolare segnaliamo il cam57 LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1981 rv> 146 j pò architettonico e dell'arredamento, l'industria ed il trasporto della birra, l'industria alimentare, tubi, trasporto di ossigeno, idrogeno ed azoto liquidi, reattori per l'industria chimica e nucleare. possibile avere la stessa resistenza meccanica complessiva con spessori di circa 1/4 inferiori a quelli che si dovrebbero prendere in considerazione utilizzando l'AISI 304. AISI 304 L Tipo 304 LN Quanto si è detto sopra a proposito dell'AISI 304 N nei confronti dell'AISI 304 è valido per questo tipo nei confronti dell'AISI 304 L Tipo a bassissimo tenore di C (0,03% max) con percentuali di Ni superiori a quelle dell'AISI 304 per compensare la riduzione del C che è un forte austenitizzante. Con questo accorgimento diminuisce praticamente il pericolo della corrosione integranulare in quanto, data la mancanza di C, non si formano carburi durante il raffreddamento che segue le operazioni di saldatura. Questo tipo viene quindi utilizzato per tutti quei manufatti, specialmente se di spessore elevato, che debbono essere saldati e per i quali non esiste la possibilità di ricottura per la risolubilizzazione dei carburi precedentemente precipitati. Per rivestimenti, serbatoi o reattori chimici di qualsiasi tipo e di elevato spessore si impiega pertanto questo tipo di acciaio, ovviamente dove ci potrebbe essere il pericolo di corrosione integranulare. AISI 305 Presenta una percentuale di C intermeda tra l'AISI 302 e l'AISI 304, 18% Cr come l'AlSI 302 con un % Ni che può arrivare al 13% e cioè decisamente più elevata. Si ha quindi una struttura austenitica assai stabile, pochissimo suscettibile all'incrudimento ed alla comparsa di magnetismo a seguito di lavorazione a freddo. È adatto sia per gli stessi impieghi dell'AISI 205 che di quelli del tipo UNS S-30430, dei quali è assai più reperibile sul mercato, essendo commercializzato non solo sottoforma di filo a tondo ma anche in lamierini, nastri e lamiere. Tipo UNS - S 30430 AISI 308 Con valori medi del 20% Cr e 11% Ni presenta una resistenza alla corrosione ed alla ossidazione a caldo superiore a quella dell'Alisi 304. Viene usato principalmente come filo per saldatura per gli acciai inossidabili e la più elevata percentuale di Cr in esso presente è appunto introdotta per compensare le perdite per ossidazione di questo metallo durante le operazioni di saldatura. Questo tipo prodotto quasi esclusivamente in filo e barre tonde è una modifica del tipo AISI 302 con la percentuale di C dell'AISI 304 e l'aggiunta di circa 3,5% di Cu, anch'esso austenitizzante. Ne risulta una struttura austenitica assai stabile che si indurisce per lavorazione a freddo meno ancora dell'AISI 305; particolarmente raccomandato per le più severe operazioni di ricalcatura a freddo. Allo stato ricotto presenta tra tutti gli austenitici i più bassi carichi medi2 di rottura (50 kg/mm2) e di snervamento (22 kg/mm ) ed il più alto allungamento (70%). AISI 309 e 309 S Con 23% Cr e 14% Ni costituiscono i cosiddetti tipi. refrattari austenitici. Le loro temperature massime di impiego di 1700°C e di 1010 °C rispettivamente per servizio continuo e per servizio intermittente. L'unica differenza tra i due riguarda la saldabilità che è migliore per il 309 S a causa del più basso tenore di C. Trovano tipico impiego per attrezzature per trattamento termico, parti di forno, scambiatori di calore, valvole e bruciatori, piastre di rivestimenti ad alta temperatura. AISI 304 N Dal punto di vista analitico si tratta di un AISI 304 con aggiunta di azoto, che determina una maggiore resistenza meccanica senza provocare elevate diminuzioni di duttilità e di resistenza alla corrosione; si ha anche la conseguenza di poter disporre di una struttura austenitica più stabile con le lavorazioni a freddo si incrudisce meno dell'AISI 304. AISI 310 e 310 S Con 25% Cr e 21% Ni possono raggiungere temperature di servizio superiori ai precedenti e precisamente Poiché per questo tipo si possono garantire limiti di snervamento superiori ai 30-33 kg/mm2, ne deriva che esso permette di risparmiare materiale in quanto è 58 | '<-A MECCANICA ITALIANA febbraio 1981 rw 148 di 1120°C in servizio continuo e di 1040 °C in servizio intermittente. carburazione, all'ossidazione a caldo e soprattutto agli urti termici. Anche in questi casi la S indica una migliore saldabilità. Citiamo altri usi finali: camere di combustione, metallo di apporto per saldature, parti per turbine a gas e motori a reazione, inceneritori. Può essere utilizzato per gli stessi impieghi dell'AISI 314 quando siano in gioco problemi di fatica termica. AISI 347 e 348 In questi due tipi viene aggiunto Nb anziché Ti per diminuire la possibilità della formazione ai carburi di Cr dannosi per la corrosione intergranulare. AISI 314 Può essere considerato come un AISI 310 con aggiunta di circa 2,5% Si. Questo elemento conferisce all'acciaio una ancora maggior resistenza all'ossidazione a caldo, soprattutto una maggiore resistenza alla carburazione, fatto che lo rende raccomandabile per impianti di cementazione, di ricottura e per tubi radianti. Il secondo tipo si differenzia dal primo per una limitazione dei tenori di tantalio (sempre presente insieme al Nb) e di cobalto, necessario per l'impiego in ambienti radioattivi. Gli usi finali sono del tutto simili a quelli dello AISI 321 ed in larga misura a quelli dell'AISI 304 L Questi tipi al Nb si distinguono però per una più spiccata resistenza allo scorrimento a caldo per la quale eccellono tra tutti gli acciai inossidabili. AISI 321 Può essere assimilato ad un AISI 304 con la presenza di Ti. Come si è già detto l'azione del Ti è quella di impegnare il C nella formazione di carburi di Ti impedendogli di combinarsi col Cr ed evitando così la formazione di carburi di Cr durante le operazioni di saldatura. Gli usi finali sono quelli tipici dell'AISI 304 L per cui utilizzare l'uno o l'altro tipo è quasi un fatto di simpatia; di solito in Germania si preferisce l'AISI 321. AISI 384 La presenza di solo 16% Cr unitamente al 18% Ni fa dj questo acciaio uno dei più stabili, sempre non magnetico sia allo stato ricotto che dopo lavorazione a freddo. Lo stesso risultato si ottiene con elevato tenore di Mn nell'AISI 205, con la presenza di Cu nel tipo UNS-S30430 ed in minore misura nell'AISI 305. L'AISI 384 ha quindi la possibilità di essere impiegato per usi finali analoghi con più spiccate caratteristiche di imbutibilità. È opportuno sottolineare che le superfici del 321 sono peggiori di quelle del 304 L a causa della presenza di inclusioni di carburi di titanio appositamente introdotti e pertanto è sconsigliabile l'uso di questo acciaio in applicazioni decorative. Il Ti d'altra parte determina anche una maggiore resistenza meccanica a caldo per cui l'AISI 321 è raccomandato per particolari da usare a temperatura tra 430 °C e 900 °C, che è poi il campo in cui avviene la precipitazione dei carburi di Cr per tutti gli altri acciai esclusi i tipi L e quelli con Ti e Nb. 5.9.2. Serie al Ni-Cr-Mo Gli austenitici di questa serie differiscono da quella della serie precedentemente descritta per l'aggiunta di Mo che conferisce loro soprattutto la possibilità di resistere alla corrosione in ambienti riducenti e di aumentare la resistenza alla corrosione in ambienti fortemente industriali e marini nonché in acqua salmastra. Tra gli impieghi tipici citiamo: collettori di scarico per aerei, corpi di caldaia, reattori chimici, giunti di dilatazione, bruciatori, muri tagliafuoco, apparecchi a pressione, tubi per resistenze corazzate. Il Mo presenta infatti la caratteristica di poter combattere, in modo proporzionale alla percentuale in cui è presente nell'acciaio, quella particolare forma di corrosione sempre possibile in ambienti riducenti in generale ed in presenza di aiogenuri in particolare. Si tratta della corrosione per vaiolatura o pitting, estremamente infida in quanto le perdite di peso sono praticamente nulle ma sono sufficienti alcuni « vaioli » spesso non visibili per portare alla perforazione del AISI 330Con valori medi di 36% Ni, 19% Cr e 1% Si rappresenta il tipo di acciaio inossidabile austenitico più legato e più costoso. Ha una buona resistenza alla 59 | LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1981 no 148 nore di azoto. Le percentuali di azoto risultanti da questa sdoppiatura, valide per tutti i tipi di azoto, sono in genere t),08% -r 0,14% per i tipi a più basso contenuto e 0,14% -=- 0,20% per i tipi a più alto contenuto. Come conseguenza anche le caratteristiche meccaniche vengono sdoppiate in due serie. manufatto con conseguenze gravissime anche dal punto di vista della sicurezza. Il Mo aiuta anche a combattere la corrosione sotto tensione ed interstiziale. Pertanto i tipi austenitici al Ni-Cr-Mo sono tra gli acciai inossidabili i più resistenti alla corrosione sia nei confronti del maggior numero di ambbienti corrosivi che nei diversi tipi possibili di corrosione. TIPO (316 LN) AISI 316 Valgono rispetto all'AISI 316 L le stesse considerazioni fatte per il tipo (340 LN) nei confronti dell'AISI 304 L. A causa della doppia sdoppiatura dovuta a Mo e Ni, vi sono in complesso quattro sottotipi. È opportuno sottolineare tra gli usi finali di questi tipi il campo delle costruzioni navali dove una buona resistenza alla corrosione nei confronti dell'acqua di mare e dell'ambiente marino, unitamente ad un notevole alleggerimento delle strutture grazie alla presenza di N, sono fattori determinanti nella scelta di questi tipi. Nella serie al Mo corrisponde all'AISI 304 ed è prodotto in grande quantità. In Europa l'originario tipo AISI viene sdoppiato e si ha un tipo (316) con Mo 2.0 -r 2.5% ed un tipo (316 S) con 2,5 -=- 3.0% Mo. Rispetto all'AISI 304, del quale a temperatura ambiente ha all'inarca le stesse caratteristiche meccaniche, esibisce, come tutti gli altri acciai al Mo nei confronti degli analoghi tipi senza Mo, prestazioni migliori nei confronti dello scorrimento a caldo. Citiamo alcuni usi finali tipici: attrezzature per industrie chimiche e cartarie, apparecchiature per sviluppo e stampe di fotografie; recipienti per industrie enologiche, componenti di impianti per la produzione di fertilizzanti, per l'industria del pomodoro. TIPO (316 LU) È il tipo usato per gli impianti per la fabbricazione di urea (U). Non essendo ancora unificato l'analisi che abbiamo riportato nella tab. Ili B è solo indicativa. Possiamo comunque affermare che in generale il tenore di C viene tenuto il più basso possibile e si aumenta il tenore di Cr oltre il 14%. Pur rimanendo il tenore di Mo nell'intervallo più basso è necessario aumentare il tenore di Ni con l'aggiunta di quantità minime di azoto per garantire una certa stabilità strutturale. Assai importanti sono i livelli max ammessi per P e soprattutto per S, onde limitare al massimo il tenore di inclusioni non metalliche e poter superare le severe prove di resistenza alla corrosione previste per questo tipo. AISI 316 F Per questo tipo allo zolfo vale nei confronti dell'AISI 316 quanto si è detto a proposito dell'AISI 303 nei confronti dell'AISI 304. AISI 316L Anche per questo tipo valgono nei confronti del 316 ciò che si è detto dell'AISI 304 L nei confronti delTAISI 304. TIPI (316 Ti) e (316 Cb) Nelle norme Europee esiste uno sdoppiamento analogo a quello illustrato per l'AISI 316; vi è cioè un tipo (316 L) con tenori di Mo e Ni al minimo ed un tipo (316 SL) con gli stessi elementi al massimo consentito dall'AISI. Questi tipi non vengono riportati nel Manuale AISI per l'accennata preferenza che il mercato americano da ai tipi L per combattere la corrosione intergranulare. In Europa se ne fa invece un uso abbastanza consistente, sempre con la solita sdoppiatura tra alto e basso Mo. Essi equivalgono ai tipi AISI 321 e 347 con aggiunta di Mo; nei confronti dell'AISI 316 e 316 L si possono ripetere le stesse considerazioni enunciate per l'AISI 321 e 347 nei confronti dell'A'ISI 304 e 304 L Da quanto si è detto in precedenza risultano evidenti anche le eccezionali caratteristiche di resistenza allo scorrimento del tipo (316Cb). Non sono adatti dove si richiede una buona quanlità superficiale. AISI 316N Si possono fare rispetto all'AISI 316. le stesse considerazioni fatte per l'AIS! 304 N rispetto all'AISI 304. Facciamo presente che spesso, sia sulle norme nazionali che dei diversi produttori, si possono trovare in Europa, oltre la già citata sdoppiatura tra Mo più alto e più basso, anche una sdoppiatura determinata dal te60 | LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1981 n° 148 to per colmare le lacune esistenti tra i martensitici di elevata resistenza meccanica ma di scarsa resistenza alla corrosione e gli austenitici di bassa resistenza meccanica ma di elevata resistenza alla corrosione. La maggior parte di questi acciai non sono ancora unificati dall'AISI che ne riporta solo quattro con la sigla UNS (Unified Numbering System). Noi limitiamo la nostra descrizione a quelli riportati nel Manuale AISI ed a due altri tipi rappresentativi tralasciando quelli, assai numerosi, elencati nei cataloghi tecnici dei rispettivi produttori. Le analisi relative ai tipi descritti sono riportate in tav. IV. AISI 317 Tenori di Mo più elevati conferiscono a questo tipo una resistenza alla corrosione ed allo scorrimento a caldo maggiore di quello offerto dall'AISI 316. Viene pertanto utilizzato dove la resistenza alla corrosione deve essere massima. Un campo tipico dell'applicazione di questo acciaio è quello dell'industria della tintoria e degli inchiostri. AISI 317 L Valgono nei confronti dell'AlSI 317 le stesse considerazioni fatte per l'AISI 316 L nei confronti dell'AlSI 316. TIPO (317 LN) TAVtXJ IV Valgono nei confronti dell'AlSI 317 L le stesse considerazioni fatte per il tipo 316 LN nei confronti dell'AISI 316 L ACCIAI iNOssirwm.i ixaxym ITO ntfCiptruioNE TIPO (x5 Cr-Ni-Mo 20 25 6) TIPO Questo tipo fa parte di un gruppo di acciai denominati superaustenitici, di recentissima introduzione, messi a punto per migliorare la resistenza alla corrosione localizzata nel caso tipico dei tubi che costituiscono gli scambiatori di calore esposti alle acque marine. L'elemento che conferisce a questo materiale una elevatissima resistenza a tale tipo di corrosione è il Mo, che può raggiungere livelli compresi tra il 6 ed il 12%. et >** max pi ••x S* max Sii max O.OS 0.10 U.OIO 0.006 0.10 Crft O.O? 1.00 O.IMO 0.030 1 .ss i -ro i' .00 •so S17*tf 0.07 1.03 o.r*u 0.020 ) .tn S177CO 0.0!) l.fln O.(MO o.mo I.IO i .so .so I .00 (17 -IOP) o.is l.tti a.r-; COKI O.CO If d a -•«! o..m 3."l A.ut o.:i'ri.;rr. coi O.U10 j .in i .ni L'introduzione dei tenori di Mo cosi elevati comporta difficoltà nella laminazione a caldo del materiale per cui è necessario aumentare di conseguenza anche il tenore del Ni, che può arrivare fino al 40% e che determina l'appellativo di superaustenitici per questi acciai. Altri « l < m t l * 1 .25 SI'.OTl NI* .fi .O>i .CI) 7.50 ».» 3.W> S.SO 3.00 O.CO 6. SO 7.75 Ito J.OVS.SO At 0.90/1.35 H 0.010 Cu .-.5Ù/4.SO Cb. To o. I&A>.4S Cu 3.00/S.CU Cb*T.i 0.15/0-4* Al 0.7S/1.S0 9.00 12.tu R.W II.UO In generale si tratta di acciai piuttosto legati con tenori variabili di Cr da 12 a 20% e di Ni da 3,0 a 28,0%. Vi sono altri elementi appositamente aggiunti per ottenere l'indurimento per precipitazione a seguito del trattamento di invecchiamento. Il tipo riportato come esempio è in commercio già da qualche tempo ed ha una percentuale di Mo di circa 6% e di Ni di circa 25%. 6.2. Trattamento termico e proprietà meccaniche a temperatura ambiente 6 ACCIAI INOSSIDABILI INDURENTI ' PER PRECIPITAZIONE Questi acciai dopo raffreddamento da alte temperature presentano una struttura austenitica od una struttura martensitica di bassa resistenza meccanica a causa della bassa percentuale di C. Il trattamento termico che conferisce loro una elevata resistenza meccanica 6.1. Analisi chimica Questi acciai rappresentano il gruppo di inossidabili relativamente più recente. Essi sono stati messi a pun61 LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1981 n« 143 è il trattamento di invecchiamento che consiste in un riscaldo, normalmente a temperature intorno a 500°600°C, che provoca la partecipazione delle fasi indurenti. A seconda dei sistemi usati per ottenere la resistenza meccanica desiderata, questo gruppo è normalmente suddiviso in tre classi. Classe 1: MARTENSITICI Le fasi che provocano l'indurimento a seguito della loro precipitazione sono solubili nell'austenite. Dopo raffreddamento l'austenite si trasforma in martensite, nella quale suddette fasi non sono solubili ma vi rimangono disciolte a temperatura ambiente. A seguito di invecchiamento a 540 nC precipitano ie fasi indurenti. Generalmente i tipi di questa classe vengono spediti con struttura martensitica, il trattamento di invecchiamento viene fatto dall'utilizzatore. Classe 2: SEMIAUSTENITICI Anche in questo caso le fasi che precipitando induriscono il materiale sono solubili nell'austenite, ma poco solubili nella martensite. Dopo tempra questi tipi presentano una struttura austenitica che viene trasformata in martensite o con la lavorazione a freddo, 0 con raffreddamento a — 70 °C; oppure con un riscaldo a 760 °C si provoca prima una precipitazione di carburi di cromo che cambia la composizione della matrice rendendola trasformabile, col successivo raffreddamento a temperatura ambiente, in martensite. La struttura martensitica invecchiata con un trattamento nel campo di 400 C°-570 °C dove precipitano le fasi indurenti. 1 tipi di questa classe vengono spediti dai produttori allo stato austenitico. Classe 3: AUSTENITICI I tipi di questa classe sono austenitici dopo tempra e l'indurimento viene provocato da un invecchiamento nel campo di precipitazione dei carburi di cromo che costituiscono la fase indurente; il fenomeno di indurimento di precipitazione viene notevolmente amplificato nei tipi contenenti fosforo, elemento che ha una forte capacità di deformare il reticolo cristallino. K RICOTTOdll CAfivmcni!7ncnKiiiMiT.c-\\rrnr: TTPICHK AU.O ST.-\TO I Nella tav. V riportiamo le caratteristiche meccaniche tipiche sia allo stato indurito (I) che allo stato ricotto (R) dei tipi di acciaio inossidabili indurenti per precipitazione elencati nella tav. IV suddivisi secondo le tre classi sopra illustrate. nan.i ACCIAI i:;ossin..\im.r i x n m i y r r PÌ-T» Limite di v^iciv.ciKi'.io Car-icn di ixtf.i cijvsr.n 1 SI7-JO3 SI 5500 r ii 120 Vi. i ti 120 75 6.3. Proprietà meccaniche alle basse ed alle alte temperature Data l'elevata resistenza meccanica presentata specialmente dalle classi 1 e 2 di questi acciai, la loro tenacità e duttilità, ovviamente allo stato in cui vengono impiegati e cioè allo stato indurito, sono alquanto basse. Pertanto l'ulteriore riduzione di queste caratteristiche con l'abbassamento della temperatura esclude la possibilità di utilizzarli a temperature criogeniche; solo i tipi della classe 3 possono essere impiegati a temperature di - 6 0 ° C . CLASSI: B SI7700 I H 105 .10 icr. S13KO.) I 11 1.15 l'Kl 70 mi (17-10! 1 ) 1 R 70 (I8-0I-) I 80 SO Per quanto riguarda le alte temperature la resistenza meccanica di questi tipi è di gran lunga superiore a quella di tutti gli altri tipi di acciaio inossidabile fino a H50 °C-55D °C. Al di là di queste temperature inter62 LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1981 n ' M8 SOTTCGnUPPI E STATO COSTO racKasrA' I-I TAVOLA VI - CUASnG 'O/JàS'-Ts TIVO E RESI STF.NY.\ MLCC ..MCA 20"C ljrao-:."-r: ' TMNA- ITA 1 ir.- \~ 3O3»C _; "V» AI ' \ .. . 1 -»—• — -z:>->-z. ..^ .. , . r . . , t ^ M\R7ENSITICI RICOTTO .TASSO 1ASSA (.\EDIA) N.A. MEDIA a\ssA ( .\fJLTO BASSA BUA. .. •ULTO \LTA (ALTA) (ALTA) N.A. UASSA BASSJV MEDIA (EUOXA) (ALTA) N.A. (E,\SSA) Q-XSSA MEDIA ALTA N.A. .\EDtA NiEDIA ( MULTO B>\SSA) ( MOLTO BASSA) ( MOLTO B.\SS>\) T + R 25O°C •i T * R 6OO°C - O 0 . 1 S S o T • R 500 C - C< 0 . 1 5 5 " %'SZZ A .••2DIA •-":.TO N.A. GASSAi ••«LTO 2.'^3A) (3-ASSA) VOLTO 3.A3S.n (ÌA.SSA) N.A. TOLTO CASSA MEDIA (ni'crw) ^WLTO E,\SSA ) BUONA tS.'OXA NE3IA :.2n:A SUONA (MOLTO BUONA OTTWtV •-E3IA r>»3iA .'•E3IA OTTI VA OTTIMA .••32JIA OTTE-'A OTTIMA MASSLMA OTTIMA >E3IA SL"ONA OTTIMA BfOXA (WJOXA) M3IA* .1.S3IA* MEDIA* BUONA (BUON.\) .1EDIA* MEDIA* MEDIA* MEDIA* MEDIA* NEDIA* (2U0Ny\) N.A. FERPITICI ?! - Cr < 18 S BASSO CASSA ALTA .\raiA .'•EDIA P. - Cr > 1 3 < MEDIO R\SSA ALTA .\EDIA MDIA R - Al N l - C r ALTO MEDIA .'•EOIA ALTA R - Al Ml-Cr-Mo WX.T0 MEDIA MEDIA MOLTO a\ssA M3LT0 UASSA AUSTENITICI MOLTO ALTA MOLTO ALTA >CLTO ALTA VOLTO ALTA a\ssi :.DI-TO ALTA .V.XT0 ;\LTA TENTI PER PRECIPITAZIONE ì - Classe 1 .ALTO I - Classe 2 •• I - Clnsse 3 •• TOLTO ALTA VOLTO ALTA ALTA MOLTO ALTA MOLTO ALTA ALTA N.A. :!ASSA &\SSA N.A. .••SCD1A MEDIA N.A. .VOLTO .\LTA ALTA ( .\rr.TO BAliSA) (MULTO lì\S3A) C\SSA OTTI.MA (OTTIMA) LfifiSMJA T =T£-2JRAT0: R= RIVENUTO; 1= INDURITO: N.A * NON1 APPLICAI! 'LE; ••* CIIT3 IZIO nir-L- ÌITO ALLO STATO RICOTTO l i . GIUDIZIO INDICATO TUA PANOTTLSl S I C U I - I C A CiK S [ IL!A L'USO '•:•::. K-IAT Vtì W.TKflIAIJi A.M.Ì-: riMiaWTCIlK 0 A I ì O STATO INDICATI- vengono dei fenomeni di superinvecchiamento che fanno completamente scomparire la loro superiorità rendendo inutile il loro impiego in tutto il campo in cui si presentano problemi di scorrimento a caldo. 6.4. Resistenza alla corrosione ed alla ossidazione a caldo cisamente migliore, il più possibile comparabile con quella degli inossidabili austenitici. Lo scopo è stato raggiunto ed in generale si può affermare che essi sono quasi altrettanto resistenti alla corrosione dei tipi austenitici senza Mo. L'unica sostanziale differenza risiede nel fatto che essi sono assai più suscettibili ai fenomeni di corrosione sotto tensione causati dalla loro stessa natura di materiali induriti. Come si è detto questi tipi sono stati messi a punto proprio per avere un, materiale da costruzione che avesse l'elevata resistenza meccanica degli inossidabili martensitici con una resistenza alla corrosione de- Circa la resistenza all'ossidazione a caldo essa è buona ma di scarso interesse data l'inutilità precedentemente spiegata dal loro impiego a temperature superiori a 500 °C. 63 I LA MECCANICA ITALIANA febbraio IS81 no può definire un manuale mancato in quanto è probabilmente di una lunghezza eccessiva per una lezione e sicuramente troppo breve per un manuale. 6.5. Lavorabilità La truciolabilità di questi tipi è similare a seconda delle tre classi di appartenenza a quella dei martensitici o degli austenitici. Per comodità di chi l'ha seguito abbiamo ritenuto opportuno aggiungere un'ultima tabella (tav. VI) che è un po' il riassunto del riassunto. Questa tabella, come sempre succede quando si vuole dire troppo in troppe poco, richiede un'interpretazione discreta e direi « benevola », in quanto le eccezioni e le particolarità de singoli tipi descritti (per la precisione n 73) sono tal che per certi aspetti essa potrebbe anche essere considerata contradditoria. Poiché allo stato ricotto presentano una duttilità relativamente buona possono subire deformazioni a freddo di una certa entità. Anche la saldabilità è buona specialmente per le classi 2 e 3. A fine lavorazione, i manufatti, ottenuti sia per lavorazione alle macchine utensili che per deformazioni a freddo del materiale allo stato ricotto, presentano il grande vantaggio di poter essere sottoposti al trattamento di invecchiamento per ottenere l'elevata resistenza meccanica caratteristica dei diversi tipi. Poiché le temperature di invecchiamento non sono molto elevate i prodotti finiti non sono soggetti ai fenomeni di distorsione tipici degli acciai martensitici. Infine tutta la presente lezione è stata concepita come un ponte di raccordo tra quanto è stato dettagliatamente descritto nella prima e seconda parte del presente corso relative alla natura, caratteristiche, lavorazioni e messa in opera degli acciai inossidabili e quanto altrettanto dettagliatamente verrà descritto nella terza parte relativa alle applicazioni degli acciai inossidabili, della quale terza parte ci auguriamo posse rappresentare un'utile e necessaria introduzione. 6.6. Impieghi tipici Come già si è detto la maggiore utilizzazione di questi tipi consiste in massima parte nel sostituire i tipi martensitici dove si richiede una maggiore resistenza alla corrosione. Essi sono largamente impiegati nell'industria aerospaziale come elementi strutturali, serbatoi per il combustibile e ricopertura per carrelli di atterraggio; nelle applicazioni industriali essi sono usati per parti di pompa, seghe per legno, coltelli per cesoia, ingranaggi, camme, molle, recipienti a pressione. BIBLIOGRAFIA Non riportiamo per questo gruppo, di acciai una descrizione dei diversi tipi in quanto la scelta per gli impieghi e le lavorazioni da eseguire è in gran parte determinata dalle caratteristiche meccaniche allo stato indurito ed allo stato ricotto già riportate in tav. V. — • Stainless and heat resisting steels » - American Iron ani Steel Institute, Edizione dicembre 1974. — • Selection od stainless steels • - American Society fo Metals - Metals Park - Ohio. 1968. — « Effect of residuai elements on properties of austenitii stainless steels » - American Society for Testing and Mate rials - Phiiadelphia 1967. — • Stainless steels - Correspondence course presented by thi Metal Engineering Institute • - American Society for Metals Metals Park Ohio. 1958. — G. Di Caprio: • Gli acciai inossidabili » - Hoepli, Milano, 1977 — • Databook » - Metal progress. voi. 118, n. 1, giugno 198C 7. CONCLUSIONE Abbiamo volutamente dato un carattere prevalentemente teorico a questa lezione che in buona parte si 64 LA MECCANICA ITALIANA febbraio 1961 n» 148