ANALISI AMBIENTALE E PAESAGGISTICA
ambito 2 - LA GERA D’ADDA
Inquadramento geografico
L’Unità territoriale corrisponde all’area denominata Gera d’Adda bergamasca, porzione
di pianura compresa tra i fiumi Adda e Serio situata a sud della linea del Fosso
Bergamasco, sino ai confini con il territorio provinciale cremonese. Si configura come
una pianura irrigua resa particolarmente fertile dalla presenza di numerosi fontanili e
dell’acqua derivata dall’Adda e dal Brembo e ivi condotta attraverso un complesso
sistema di rogge e canali. Nell’ultimo ventennio l’area è stata interessata da un marcato
sviluppo insediativi che ha determinato l’espansione dei centri abitati e la realizzazione
di estese aree produttive quasi sempre a notevole distanza dai centri abitati isolati nella
campagna o a ridosso delle maggiori arterie stradali. Ne fanno parte i comuni di
Canonica d’Adda, Pontirolo Nuovo, Castel Rozzone, Brignano Gera d’Adda, Fara Gera
d’Adda, Treviglio, Pagazzano, Casirate d’Adda, Calvenzano, Caravaggio, Fornovo S.
Giovanni, Mozzanica, Misano Gera d’Adda, Arzago d’Adda per una superficie
complessiva di 15.578 ha.
Parte del territorio rientra nel Parco Regionale dell’Adda.
Paesaggio agrario della Gera d’Adda
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Il quadro dell’ecologia del paesaggio
Carta dei disturbi
Risultanze evidenziate dalla carta dei disturbi:
• Rilevante presenza di attività estrattive localizzate nella valle dellʹAdda
allʹaltezza di Pontirolo Nuovo. Da rilevare come, a causa dellʹaffioramento
superficiale della falda freatica, si siano creati vasti bacini lacustri. Alcuni di
questi sono stati rinaturalizzati anche se, a volte, non sono stati contestualizzati in
modo appropriato.
• Il nucleo di questa zona risulta essere Treviglio che si presenta con unʹarea
produttiva molto estesa e da cui si innerva una fitta rete di infrastrutture lineari
che frammenta il paesaggio circostante.
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•
•
•
•
I centri satellite attorno a Treviglio si trovano immersi in una matrice di tipo
agricolo.
Presenza esclusiva di apparati residenziali, sussidiari e produttivi che
complessivamente creano un 95,7 % di Habitat Umano.
LʹHabitat Standard è di 1805 m2/ab, valore abbastanza alto ma comprensivo di un
HS produttivo, cioè relativo al settore agricolo, di 1462 m2/ab, tipico di un ambito
di tipo suburbano rurale. Il valore standard relativo allʹapparato produttivo
(agricolo) è normalmente di 1050 m2/ab; è quindi da ritenersi possibile una
trasformazione dellʹeccesso di quota superficie in apparati protettivi, connettivi o
stabilizzanti.
La capacità portante è superiore al valore 1,2 (1,26), significa che lo spazio
disponibile per le attività umane è sufficiente per mantenerle senza dover
intaccare le risorse naturali residue.
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Carta del sistema degli spazi aperti
Incrociando i dati della carta del sistema degli spazi aperti e i grafi illustranti la
connettività dellʹarea emergono le seguenti considerazioni:
• Si rilevano spazi aperti a valenza ecologica elevata lungo l’asta dell’Adda e del
Brembo anche se non esiste una vera e propria area sorgente e i legami sono
costituiti da siepi o cortine arboree localizzate sul reticolo idrografico minore
(rogge e canali).
• Lʹindice di connettività si assesta su valori di 0,3 denotando una struttura povera
sia di nodi che di legami. È proprio da questa considerazione che emerge la
necessità di potenziare e ampliare la trama boscata localizzata proprio sul reticolo
77
•
•
idrografico minore in particolare quello relativo ai fontanili. La circuitazione ha
valore negativo (0,06), sintomo di una rete non adeguata.
Il pattern della disposizione spaziale di nodi e legami rispecchia quella a collana
tipica di configurazioni lineari e giustifica la limitatezza della circuitazione.
Vista la percentuale di Habitat Naturale (5,3%) è auspicabile un aumento della
superficie degli apparati connettivi, resistenti e stabilizzatori che aumentino la
capacità del sistema di incorporare i disturbi.
HU
HN
HS (m2/ab)
Connettività
Circuitazione
95,7%
5,3%
1805
0,3
- 0,06
Capacità
portante
1,28
Il quadro naturalistico
•
Descrizione degli aspetti geomorfologici e idrografici
Le origini di questo lembo occidentale della bassa pianura bergamasca sono
direttamente legate alle dinamiche fluviali dell’Adda e del Brembo. L’area di confluenza
del Brembo con l’Adda è caratterizzata da terrazzi fluviogliaciali affiancati formatisi in
epoche diverse dal Brembo e dall’Adda, raccordati da scarpate morfologiche.
Il pianoro più prossimo al corso dell’Adda conserva le tracce di paleoalvei. Dopo lo
spostamento del corso dell’Adda a ovest, nella posizione attuale, l’area fu a lungo
interessata, a causa del ristagno d’acqua, da ampie aree paludose che costituivano il
“lago Gerundo”, in seguito prosciugato per recuperare terreni fertili e coltivabili. La
zona sud-orientale dell’area, in corrispondenza dei territori di Fornovo è interessata dal
corso del Serio, che qui presenta un letto superficiale, con terrazzi colonizzati da
formazioni erbacee e da residui lembi di boschi riparali, raccordati con il piano di
campagna da scarpate di modesta entità.
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Gli interventi di bonifica delle terre paludose dette “mose vascapine”, avvenuti a partire
dal 1300 consentì la realizzazione di un sistema di rogge, fossati e canali che caratterizza
tuttora l’area della Gera.
Oggi l’area è percorsa da
numerose rogge derivate dal
Brembo e dall’Adda, come le
“rogge
Trevigliesi”
(R.
Vecchia, R. Nuova, R. Melzi),
provenienti da Brembate o le
rogge Vignola, Vailata da
Fara Gera d’Adda, la roggia
Brambilla
da
Pontirolo
Nuovo o, ancora il canale
Ritorto. Alcuni canali sono
alimentati dai fontanili di cui
è ricca l’area.
La zona di Pontirolo Nuovo
è interessata da consistenti
interventi
antropici
di
escavazione di sabbia e
ghiaia che hanno modificato
profondamente il paesaggio
dell’area. Le cave che
intercettano la falda freatica
hanno
permesso
la
formazione di bacini lacustri
di diversa dimensione, alcuni
dei
quali
sono
stati
riqualificati con la cessazione
dell’attività estrattiva.
La roggia Brambilla a Pontirolo Nuovo
•
Descrizione degli aspetti floristico-vegetazionali
La Gera d’Adda è il settore della pianura bergamasca che più ha mantenuto una ricca
dotazione floristico-vegetazionale e un paesaggio vegetale diversificato. Sono ancora
frequenti le fasce boscate lungo l’Adda e sulle scarpate morfologiche, così come appare
consistente la rete di siepi, di macchie e fasce arboree tra i coltivi e lungo il corso dei
numerosi fontanili e canali che solcano il territorio; significativa è la presenza di prati
polifitici che contribuiscono a diversificare il paesaggio agrario.
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Vegetazione anfibia e acquatica in un fontanile di Arzago (C.na Melgherina)
Le fasce boscate lungo il Brembo e, in particolare, lungo l’Adda costituiscono aree di
eccellenza dal punto di vista floristico per l’elevato grado di diversità biologica che le
caratterizza. Alti morfologici e radure aride, avvallamenti e canali, che connotano il
territorio di Fara, ospitano querco-carpineti termo-xerofili, boschi riparali e comunità
erbacee di suoli asciutti, in cui si concentrano numerose specie rare, tra cui si
distinguono, per l’elevato valore naturalistico, Acer platanoides, Cardamine bulbifera,
Lilium bulbiferum subsp. croceum, Helleborus gr. viridis, Globularia punctata, Chamaecytisus
purpureus, Anthericum ramosum, Anthericum liliago, Colchicum autumnale e un cospicuo
contingente di orchidacee :Listera ovata, Orchis militaris, Orchis tridentata, e Ophrys
tetraloniae, unica stazione per la provincia di Bergamo.
Allontanandosi dall’asta dell’Adda la vegetazione di pregio naturalistico si concentra
sulle scarpate morfologiche, lungo il corso dei canali e attorno alle teste e alle aste dei
fontanili oltre che nelle siepi interpoderali e nei residui lembi di antichi boschi planiziali
come il bosco Rovida. In questi ultimi consorzi vegetali situati su suoli più drenati dei
terrazzi più alti aumenta la frequenza della farnia e del carpino bianco nello strato
arboreo, mentre nello strato erbaceo e arbustivo trovano rifugio numerose essenze
nemorali quali Anemone nemorosa, Corydalis cava, Polygonatm multiflorum, Erytrhonium
dens-canis, Primula vulgaris, Scilla bifolia, Vinca minor, Brachypodium sylvatium, ecc. Sulle
scarpate e sugli alti morfologici più asciutti sono presenti anche popolamenti di orniello,
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tra i più meridionali della provincia, con Asparagus tenuifolius e Buglossoides purpureocoerulea.
Ai margini dei canali e dei fossati che innervano il tessuto agricolo è comune la presenza
del platano, della robinia, dell’olmo e del salice e, in misura minore, dell’ontano,
accompagnati da sambuco e sanguinello. Lo strato erbaceo presenta una dotazione di
specie nemorali di consistenza e diversità via via più significativa quanto maggiore è
l’estensione delle fasce e il grado di naturalità della componente arborea.
Sulle sponde dei canali, dei fontanili e dei fossati si conserva una ricca vegetazione
anfibia costituita da grandi carici (Carex acutiformis, Carex riparia), Typhoides arundinacea,
Symphytum officinale, Epilobium ssp., Lythrum salicaria, Prhagmites australis, Typha latifolia,
ecc.. Nell’acqua che scorre nei cavi o che sgorga dalle bocche dei fontanili si creano
microhabitat diversi in funzione della velocità della corrente, della profondità e della
frequenza degli interventi di manutenzione in grado di ospitare comunità acquatiche
riconducibili a differenti associazioni vegetali, in cui poche specie prendono il
sopravvento. Nelle acque dei fontanili regolarmente spurgate tende a prevalere Berula
erecta, accompagnata da Mentha acquatica, Myosotis scorpioides, Veronica anagallis-aquatica,
Nasturtium officinalis.
Lo spurgo limitato favorisce, con il rallentamento dello
scorrimento dell’acqua, l’ingresso di Lemna minor accompagnata sul fondo da Lemna
trisulca, di Callytriche ssp., di Zannichellia palustris. Nei fontanili ormai abbandonati si
inseriscono Myriophyllum spicatum, Ceratophyllum demersum, Potamogeton ssp., Alisma
plantago acquatica, Typhoides arundinacea, Juncus articulatus, Polygonum ssp. Nei canali con
acque più profonde e veloci dominano Ranunculus tricophyllus e Potamogeton ssp.
Avvicinandosi al Serio siepi, filari, cortine di accompagnamento di canali e fontanili
lasciano spazio nuovamente a fasce riparali di minore consistenza e discontinuità di
quelle dell’Adda. Rappresentano i residui di una vasta foresta presente ancora un secolo
fa lungo il corso meandriforme del fiume, nel territorio di Mozzanica. Tra i lembi di
bosco e il fiume persiste una esigua fascia di territorio a magredo, con vegetazione
erbacea di suoli aridi.
La dotazione di verde della Gera d’Adda è notevole sia dal punto di vista paesaggistico
che naturalistico e costituisce un patrimonio da salvaguardare dalle intense
trasformazioni territoriali che interessano anche questo quadrante della provincia. I
preziosi elementi strutturali presenti, fasce boscate riparali, macchie boscate residue,
siepi, equipaggiamento vegetale dei canali e dei fontanili, previo adeguato
rafforzamento e la loro messa a sistema, costituiscono una solida struttura di base su cui
poggiare la rete ecologica locale.
•
Descrizione degli aspetti faunistici
La zona denominata Gera d’Adda è collocata nella parte sud occidentale della pianura
bergamasca, ed è caratterizzata da due grossi centri abitati di Treviglio e Caravaggio. E’
interessata dalla presenza di alcune strade non di grosso impatto ambientale, ma nel
futuro il quadruplicamento della linea ferroviaria e la presenza dell’autostrada Brebemi
creeranno una frattura poco valicabile dalle specie terrestri.
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Attualmente le zone di maggiore pregio sono quele lungo i corsi dei fiumi Adda,
Brembo e Serio e i fontanili ancora presenti nei territori di Mozzanica, Misano e
Caravaggio. In generale l’area è dominata da zone coltivate con monocolture e scarsa
diversificazione del paesaggio agrario.
Ovviamente le specie di maggiore interesse per l’area appartengono alla classe dei pesci,
degli anfibi e degli uccelli. Non esistono zone tutelate d’interesse faunistico, tranne il
Fontanile Brancaleone, SIC di limitata estensione, una sorta di oasi di biodiversità nel
sistema agricolo.
Lungo il fiume Adda, importante rotta gli uccelli migratori, si collocano oggi in grave
stato di degrado, le specie più vistose. Durante la migrazione è possibile osservare
ardeidi e accipitridi, tra questi ultimi spicca il falco pescatore. Non mancano specie di
anatidi migratori tra cui la moretta, il moriglione, l’alzavola ed altre più rare come il
Verdone
codone e mestolone. Interessante è la presenza lungo il corso del Brembo del gruccione e
presso il corso dell’Adda e del Serio del martin pescatore. D’estremo interesse è la
nidificazione della rondine montana, specie tipica delle zone montane, presso le zone di
confluenza Brembo-Adda.
Nei fontanili adoperati dagli uccelli come aree di sosta e svernamento sono riscontrabili
poche specie ornitiche nidificanti. Nel passato è stata segnalata la formazione di una
piccola garzaia all’interno del fontanile Brancaleone, oggi non più presente.
Le specie endemiche di vertebrati sono quelle appartenenti alle categorie dei pesci e
degli anfibi. Tra i pesci agnati si registra la presenza della lampreda padana Lentheron
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zanandrei; mentre tra i pesci gnatostomi di un certo interesse troviamo alcune specie
endemiche di “ghiozzetti”: Knipowitschia punctatissima, Padogobius mertensii. Nelle acque
dell’Adda è segnalato lo storione Acipenser naccarii, abitante dei grandi fiumi della
regione padana. D’estremo interesse conservazionistico è Rana latastei - la rana di Lataste
specie isolata in alcuni fontanili e lungo il corso dell’Adda.
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ambito 2 - LA GERA D`ADDA