Classe 3BP Compiti per le vacanze 1) Imparare a memoria il codice dei colori dei resistori 2) Riportare in tabelle tutti i multipli ed i sottomultipli di ohm, ampere e microfarad e volt e impararli a memoria. 3) Presentare una relazione completa su un circuito a scelta trovato su una rivista di elettronica o sul web o su uno dei due circuiti riportati qui sotto. 4) realizzare su basetta millefori un circuito elettronico a scelta. (facoltativo) Buon lavoro Prof. Giampietro Poli Se avete dubbi: [email protected] Avevo un po di materiale in giro per il garage, tra cui una vecchia scatola metallica di un alimentatore della Intek per CB ormai fuori uso, un bel trasformatore 24V 100VA, una generosa aletta di raffreddamento per componenti in formato TO-3 e un voltmetro a lancetta 0-30V, mi bastava aggiungere soltanto una manciata di componenti per avere un bell’alimentatore variabile stabilizzato, che è un accessorio di primaria importanza in un laboratorio di elettronica. La scelta del regolatore è ricaduta sull’ LM338K, capace di erogare ben 5A (con un picco massimo di 7) e una regolazione che va da 1.2 a 32 Volts, con una buona resistenza ai cortocircuiti. Per la realizzazione ho fatto affidamento allo schema consigliato dal datasheet (scaricabile in fondo all’articolo), molto semplice e di facile realizzazione, al quale ho fatto solo qualche piccola aggiunta: ATTENZIONE: I punti di uscita dal ponte a diodi sono disegnati invertiti! Correggeremo al piu presto Elenco componenti: R1 : 220KΩ R2: R3: 47KΩ Potenziometro 5KΩ lineare R4: 220Ω R5: 22KΩ R6: Trimmer 1KΩ C1: elettrolitico 4700μF 50V C2: elettrolitico 4700μF 50V C3: poliestere 100nF C4: elettrolitico 10μF C5: elettrolitico 10μF C6: ceramico 100nF B1: raddrizzatore D1: 1N4007 D2: 1N4007 IC1: LM338K DL1: LMP: Trasformatore led lampadina neon 220V 24V Interruttore Dissipatore TO3 Voltmetro 0-30V I due diodi D1 e D2 sono di protezione per IC1 e vanno bene da 1N4002 a salire; R4 e C4 servono a diminuire il ripple (disturbo) sull’uscita come consigliato dal datasheet. Se utilizzate la lampadina al neon per la segnalazione della tensione, potete anche eliminare R2 e DL1, oppure usare o l’uno o l’altra. Sulla mia scatola avevo già un interruttore che stacca una sola linea di tensione (ma sarebbe meglio avere un interruttore che le isola entrambe) e la lampadina al neon con in serie la resistenza da 220KΩ, per cui tale valore potrebbe variare in base alla lampadina che utilizzate. Il trimmer R6 l’ho utilizzato per la regolazione fine della lettura del voltmetro (con l’ausilio di un tester) e volendo potete anche eliminare R5,R6 e Voltmetro e controllare la tensione di uscita con un tester, ma avere un voltmetro sul quadro è sicuramente più comodo. La tensione in uscita si regola col potenziometro R3. l’LM338K per poter erogare 5A continuamente ha bisogno innanzitutto di un trasformatore che sia in grado di erogare la corrente richiesta e quindi anche di una generosa aletta di raffreddamento (isolate il corpo metallico del componente con un kit di isolamento per TO3 se usate una scatola metallica come me, dal momento che il corpo dell’integrato è connesso al terminale di uscita e personalmente tutto l’alimentatore l’ho connesso al cavo di messa a terra per sicurezza) Dato che la scatola a mia disposizione non aveva spazio a sufficienza, ho dovuto segare parte dell’aletta per far passare il cavo di alimentazione. Sempre per mancanza di spazio anche all’interno a causa del trasformatore, sono ricorso a piccoli accorgimenti, come l’utilizzo di un raddrizzatore montato direttamente sui terminali di uscita (utilizzate un ponte in grado di sopportare almeno 7Ampere) Come si vede non ho seguito precisamente lo schema realizzato su perchè ho usato materiale che avevo a disposizione (compreso un ritaglio di basetta in bachelite! Il circuito pure l’ho realizzato usando caratteri trasferibili e pennarello indelebile). Ho messo 6 condensatori da 1000μF anzichè i due da 4700 che avevo previsto (ma li sostituirò appena posso: dubito che 6000μF mi garantiscano i 5A), e non ho montato il LED dato che utilizzo la lampadina al neon. Ho inoltre saldato direttamente sui terminali di uscita e su quelli del voltmetro un piccolo condensatore ceramico da 100nF per sopprimere eventuali ulteriori disturbi. Ovviamente la scatola metallica è stata rilavorata per accogliere il voltmetro e il potenziometro, (utilizzando trapano e lima) e riverniciata. Potete utilizzare anche un LM317 come regolatore di tensione, ma la corrente in uscita sarà limitata a 1,5A. Datasheet regolatore di tensione variabile LM338K (3998) Semplice alimentat ore stabilizza to 12V 8A di Beppe IK2XEH Scheda tecnica E’ un semplice alimentatore stabilizzato, costruito volutamente con materiale di recupero e semplice reperibilita’. L’idea e’ nata dalla necessita’ di alimentare un’autoradio con 4 uscite da 25W cad., ed una corrente di picco di 8A totali. Caratteristiche: Alimentazione: 220 V a.c. Tensione in uscita: 12 V c.c. stabilizzati Corrente: 8 A max Descrizione del circuito Esamineremo ora in sequenza i principali componenti: come in tutti gli alimentatori stabilizzati in tensione iniziamo dal trasformatore (T) che deve garantire la potenza al carico e di conseguenza gli ampere richiesti, in questo caso dovra’ avere una potenza apparente di almeno 140 VA. In successione troviamo il ponte raddrizzatore (PR) che in questa versione e’ stato realizzato con 8 diodi di potenza adeguata, due in parallelo per ogni ramo (min. 5A 50V cad.). Segue il condensatore di filtro da circa 10.000 µF 35V, sostituito con 3 da 3.300 µF 35V, collegati in parallelo (per maggiore reperibilita’ e convenienza). Potete anche mettere solo C1 ed evitare C2 e C3. Il cuore del circuito e’ un semplice integrato (IC) regolatore fisso a tre terminali µA 7812. Il terminale M del regolatore e’ stato sollevato da massa (di circa 0,7V) con un diodo al silicio (tipo 1N4001) polarizzato direttamente in modo che la tensione sull’uscita del regolatore risulti prossima a 12,7V. Tale tensione sara’ poi applicata in base ai transistori finali (TR1-TR2) 2N3055 tramite una resistenza (R1-R2) da circa 1 ohm ½ watt posta in serie a ciascuna base come indicato sullo schema. Con una tensione di base dei transistor finali di 12,7V (e considerando che la caduta all’emettitore della VBE silicio e’ anch’essa di circa 0,7V) l’emettitore dara’ di conseguenza 12V stabilizzati in uscita. Sempre sull’uscita occorre un condensatore di filtro da almeno 1000 µF 25V. Il nostro prototipo collegato ad un carico di circa 8A di picco, se opportunamente dissipato, non necessita di ventola di raffreddamento. Schema elettrico ELENCO COMPONENTI RESISTENZE: R1= 1 Ω 1/2W R2= 1 Ω 1/2W R3= 1 kΩ 1/4W (alim. LED) CONDENSATORI: C1= 3300 µF 35 V elettrolitico C2= 3300 µF 35 V elettrolitico C3= 3300 µF 35 V elettrolitico C4= 1000 µF 25 V elettrolitico VARIE: T = Trasformatore 140 VA - sec. 14 V PR = Ponte raddrizzatore (n.8 diodi min. 5A 50V cad.) D1= 1N4001 TR1 = Transistor 2N3055 TR2 = Transistor 2N3055 IC = 7812 regolatore di tensione LED F1 = Fusibile 0,6A F2 = Fusibile 10A Approfondimenti Calcoliamo la corrente che dovra’ scorrere nell’integrato (IC) regolatore: considerando il beta o guadagno del transistor 2N3055, essa sara’ di circa 10 volte minore per cui la base avra’ bisogno di una corrente diminuita di 10 volte rispetto a quella all’emettitore (cioe’ 0,8 pgreco). La dissipazione nell’integrato regolatore sara’ (17-12,7) x 0,8 = 4,3V x 0,8A = 3,44W. Consultando le specifiche tecniche dell’integrato 7812 si nota che la potenza massima e’ di 15W nel caso in cui sia ben dissipato. (Nel nostro caso 3,44W). Passiamo alla dissipazione dei transistori finali (TR1-TR2): con una tensione alternata di 14V dal secondario del trasformatore (T), una volta raddrizzata dal ponte (PR) e dopo il filtro costituito dagli elettrolitici 3x3.300µF deve risultare una tensione sotto carico non inferiore a 17V (14 x √2), all’uscita abbiamo visto che e’ di 12V, ne consegue che la tensione “trattenuta” dal transistor finale e’ 17-12=5V la quale moltiplicata per la corrente massima 8A ottiene 40W (5Vx8A=40W). Il transistor 2N3055 e’ stato progettato per una potenza superiore ai 100W, in condizioni di buona dissipazione, con una corrente MAX di 15A (nel nostro caso 40W max con corrente di picco di 8A). Tale potenza dovrebbe essere sopportata dal transistor, ma da solo non e’ in grado e si surriscalda, viene cosi’ “aiutato” da un dissipatore riuscendo cosi’ a smaltire tranquillamente questa potenza richiesta che e’ quella di punta massima. In questo progetto basterebbe un dissipatore di 12 cm realizzabile anche con un pezzo di telaio in alluminio per infissi. Se si vuole migliorare ulteriormente la dissipazione del calore e’ sufficiente aggiungere una piccola ventola a 12V c.c. (recuperata da un vecchio alimentatore per PC) che va ad autoalimentarsi sui morsetti d’uscita. N.B.: sul dissipatore metallico potrebbe essere presente (dipende dal montaggio) il +17V proveniente dal ponte raddrizzatore (PR), prevedere quindi un adeguato isolamento o dei transistori o del dissipatore. Al circuito e’ stato collegato un LED rosso con resistenza (R3) in serie da 1 Kohm 1/4W per indicare la presenza di tensione in uscita. Dimensioniamo la potenza della resistenza. Si inizia considerando la corrente tipica per un LED rosso con diametro 5 mm che e’ di 10mA. La tensione in uscita (12V) sara’ cosi’ ripartita: circa 2V sul diodo LED, la restante (circa 10V ) sulla resistenza (R3) La potenza sopportata dalla resistenza sara’ W=(Vr x Ir) = 10V x 10mA = 100mW Il valore commerciale che troviamo sara’ 1/4W = 250 mW. Concludiamo senza dimenticare la potenza del ponte raddrizzatore (PR). Premesso che i diodi del ponte non lavorano tutti insieme ma meta’ per volta ad ogni semiperiodo, stabilita una caduta di 0,7V per ogni coppia e una corrente di 8A, risultera’: (0,7V x 2) x 8A = 1,4V x 8A = 11,2W totali, che ripartiti sui nostri 8 diodi sono poco piu’ di un 1W per ogni diodo nel momento di picco di 8A. Ricordate che i diodi disposti in coppia come sullo schema si comportano in pratica come uno singolo di potenza doppia. La scelta e’ stata dettata dalla piu’ facile reperibilita’ dei diodi di modesta potenza. MONTAGGIO Possiamo vedere illustrato qui sotto un esempio di montaggio del nostro alimentatore, in questa versione dotato di un solo transistor finale, assemblato su un pezzo di telaio in alluminio per infissi. Non e’ presente il trasformatore che andra’ collegato agli appositi morsetti.