Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ch.mo prof. Francesco Profumo Al presidente dell’ ANVUR Ch.mo prof. Stefano Fantoni Al presidente del CUN Ch.mo prof. Andrea Lenzi MIUR Piazzale Kennedy n. 20 00144 ROMA Oggetto: Osservazioni allo Schema di decreto del Ministro dell’ istruzione, dell’ università e della ricerca “Regolamento recante modalità di accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato e criteri per la istituzione dei corsi di dottorato da parte degli enti accreditati” Le sottoscritte Presidenti a nome delle associazioni scientifiche degli antropologi ANUAC (Associazione Nazionale degli Antropologi Culturali) e AISEA (Associazione Italiana per le Scienze Etno‐Antropologiche) PREMESSO un generale apprezzamento del Regolamento per la complessa opera di riorganizzazione di una materia come quella dei Dottorati vitale per la formazione delle giovani generazioni di studiosi e, dunque, fondamentale per la continuità dei diversi saperi disciplinari EVIDENZIANO LE SEGUENTI CRITICITÀ a) il numero medio di borse previsto pari a 6 (e minimo 4) implicherà nei fatti una riduzione globale dei Corsi per ateneo e per area disciplinare e favorirà una forte competizione tra le aree disciplinari all’interno dei singoli atenei, senza che il Decreto preveda forme di “garanzia” per le aree accademicamente meno forti. Il numero minimo di borse fissato a 4 per ciascun partner anche in caso di consorzi, determina, inoltre, nei fatti un effetto di dissuasione alla costruzione di reti e consorzi, al contrario molto utili soprattutto per istituire dottorati sia pure limitati nel numero ma con elevata specializzazione disciplinare. b) le modalità previste per l’istituzione di dottorati in convenzione con istituzioni estere (art. 10) non appaiono sufficientemente innovative come richiederebbe l’obiettivo di attivare dottorati effettivamente comuni con istituzioni straniere. Stante l’assenza di criteri di armonizzazione definiti (come è accaduto con il Processo di Bologna per gli altri livelli di formazione universitaria in Europa) tra sistemi burocratico normativi decisamente diversi in Europa e fuori all’Europa per quanto riguarda i dottorati, sarebbe utile ammettere almeno alcune possibilità di deroga dalla normativa per consentire che i dottorati internazionali siano facilitati nella definizione di equivalenze e comuni procedure . c) la frequenza congiunta prevista per le Scuole di Specializzazione di area medica (art.7), le cui attività didattiche possano essere considerate parte dell’attività didattica del Dottorato, determina una difformità con le altre Scuole di Specializzazione ad esempio di area giuridica o dei Beni Culturali, che non godono di uguale trattamento mentre si deve supporre abbiano equivalente dignità formativa e scientifica di quelle mediche. ESPRIMONO INCREDULITÀ E RAMMARICO nel constatare che dall’elenco delle potenziali titolature dei Corsi di Dottorato ammissibili (ALLEGATO art. 6, comma 2) sia stata espunta l’antropologia (sociale e culturale), ben presente invece fino ad oggi a vario titolo nei corsi di dottorato italiani. Non si comprendono bene né la logica, né le motivazioni di una simile esclusione, difficilmente giustificabile anche a partire dall’intento di un condivisibile allineamento agli standard europei. Infatti osservando l’elenco dei 25 settori ERC si può facilmente notare come nell’ ambito della macroarea Social Sciences and Humanities, a cui corrisponde nel Decreto la macroarea Scienze Umane e Sociali, la Social Anthropology (denominazione più utilizzata in ambito anglosassone) nella sottotitolazione del settore SH2“Institutions, values, beliefs and behaviour” compare al fianco di tutte le altre denominazioni disciplinari, ben incluse nelle potenziali titolature di dottorati previste dal Decreto, a differenza di quanto avviene per l’antropologia. Una simile presenza nei settori ERC è del resto coerente con la centralità che le scienze antropologiche hanno assunto nello scenario internazionale delle scienze umane e sociali del XX secolo ‐ e che continuano ad avere, in particolare, nei contesti anglofoni (USA, Regno Unito) e francofoni. Nel quadro di un comune Spazio Europeo della Ricerca e dell’ Alta Formazione (richiamato all’ art.1, comma 3) non si può non tenere conto del ruolo che l’ antropologia ha ricoperto e ricopre anche in Italia nel definire importanti riconfigurazioni dei quadri concettuali e delle pratiche di ricerca nelle scienze umane e sociali e le influenze significative che esercita anche nel dibattito culturale e politico, in particolare per quanto riguarda molte delle questioni problematiche del nostro tempo. RITENGONO per queste ragioni che l’ assenza dell’ antropologia dalle potenziali titolature di dottorati italiani costituirebbe un unicum ingiustificabile all’interno del panorama europeo né compatibile con gli standard di classificazione del sapere riconoscibile nei settori ERC e ne chiedono un suo inserimento tra le titolature ammesse dei corsi di dottorato. Confidando in un positivo accoglimento della richiesta, salutano cordialmente e ringraziano. Cristina Papa (Presidente dell’Associazione Nazionale Universitaria Antropologi Culturali) Patrizia Resta (Presidente dell’Associazione Italiana per le Scienze Etno‐
Antropologiche) 18 dicembre 2012 
Scarica

Oggetto: Osservazioni allo Schema di decreto del Ministro