Sistema Immunitario
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« Strappare la Medicina ai potenti meccanismi della
sua ingegnerizzazione e al mercantilismo che le è
diventato proprio, per riportarla alle sue origini
Ippocratiche, rimane uno dei sogni più ambiziosi per
tutti quelli che vogliono un cambiamento reale e
migliore per il mondo futuro». ( dott. Paolo Giordo).
Citazione che condivido a pieno e che voglio far mia
presentando il Sistema Immunitario (SI), quale
fulcro delle nostre difese organiche alle aggressioni
varie e che vanno dal banale raffreddore al cancro.
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Nell’Articolo: « Cancro. Smontiamo la parola »
imbastito sul testo del Dott. Paolo Giordo, «Prevenire e
curare il cancro» ed apparso su N°277 di Terra Nuova,
Ilaria Beretta riporta il parere dell’epidemiologo Ulrich
Abel.
Abel afferma che la chemioterapia non prolunghi
affatto la vita di un malato affetto da cancro, ma ne
peggiori invece sensibilmente la qualità. L’unico valore
della terapia sarebbe, sempre per Abel, una sorta di
effetto placebo che il malato ricava da una terapia
considerata forte.
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L’effetto positivo si riverberebbe esclusivamente sulla
partecipazione psichica del paziente alla cura, peraltro
biologicamente dannosa. Il soggetto, di fatto,
trarrebbe un beneficio esclusivamente psicologico, una
sorta di effetto terapeutico paragonabile a quello dei
miracoli, mediato quindi da un’esaltazione del sistema
limbico, con successiva ripercussione positiva sul SI,
vero ed unico meccanismo terapeutico.
L’affermazione è indubbiamente forte, difficile da
condividere a mani basse, ma certamente molto
provocatoria quanto riflessiva.
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La dott.ssa Catherine Kousmine sostiene che la
genesi del tumore è dovuta al fatto che l’organismo ad
un certo punto della sua esistenza, per cause anche
diverse, non riesce più ad eliminare attraverso gli
emuntori fisiologici, quali reni, cute ed apparato
digerente, le tossine organiche.
Questa condizione crea una sorta di stivaggio, un
accumulo dannoso in una parte del corpo, potremmo
dire quella strutturalmente più debole, che diventa
sede della degenerazione e quindi della trasformazione
patologica delle cellule. I tumori sono infatti tanti e si
sviluppano in cellule e sistemi anche diversi da quelli
propri delle vie emuntorie.
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Come per la Kousmine la genesi dei tumori è dietetica
e metabolica anche per Rudolf Breuss.
Egli sostiene che per curarsi di un eventuale tumore
bisogna porsi in condizioni di digiuno aproteico perché
così facendo il corpo, che ha bisogno di proteine per
vivere, va a cercarle dappertutto aggredendo quindi
anche la massa patologica, che per sue necessità di
crescita ha stivato le stesse, digerendolo.
Per Otto Heinrich Warburg la genesi del cancro è da
ricercarsi in un potere anti-fisiologico e in uno stile di
vita anti-fisiologico nutrizionale che porta ad un’acidosi
metabolica, causa a sua volta di ipossia cellulare che
sostiene ed amplifica l’acidosi stessa.
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Giustamente molti Autori ritengono che quello della
sana alimentazione sia un momento indispensabile per
la salute in generale, quindi anche per sostenere in
maniera equilibrata il SI.
« mens et omnia sana, in corpore sano » si basa
certo anche su quel tour-over quotidiano che è dato
dall’alimentazione che fornisce i mattoni più o meno
giusti per la costruzione di un corpo sano.
Credo che non si debba inoltre perdere di vista che
l’infiammazione corrisponde ad un’acidosi e che
questa apre la strada alla sofferenza cellulare asfittica,
implicabile nella genesi dei tumori.
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Statistiche alla mano sappiamo che a fine secolo
l’incidenza di morte per cancro era del 1,6% circa e
che tale percentuale è salita negli anni 90 a ben 27,5%
e che tale incremento è sensibilmente in aumento.
Tutto questo porta a pensare che vari fattori,
dall’inquinamento all’alimentazione, troppo spesso
squilibrata sia in termini quantitativi che qualitativi,
comporti un carico insopportabile per il SI che no riesce
a controbilanciare l’aggressione tossica quotidiana.
Analizziamo ora il mondo immunitario che comunque ci
aiuta validamente nonostante le minacce crescenti.
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Negli ultimi 40 anni la ricerca immunologica ha
prodotto un cambiamento del suo modello
concettuale:
da scienza dei vaccini a scienza del ruolo centrale
del sistema immunitario, in salute e in malattia.
 Midollo osseo e timo costituiscono gli organi
linfoidi primari
Milza, linfonodi, tonsille, adenoidi e i “MALT”
(Tessuti Linforeticolari Associati alle Mucose)
costituiscono gli organi linfoidi secondari.
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L’ordine di grandezza delle molecole del sistema
immunitario è compreso tra la nanomole (1x10- 4 )
e la fentomole (1x10-15 ).
Le diluizioni omeopatiche sono collocate tra
1x10- 4 (2CH-4DH) e 1x10-60 (30CH-60DH) ed oltre.
Numerose ricerche scientifiche dimostrano che il
Sistema Immunitario è capace di rispondere a
stimoli molto deboli, ovvero nell’ordine di grandezza
di 0.1ng ( 1x 10-10 )gr.
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Il sistema immunitario può essere considerato un
organo di senso che intercetta stimoli non cognitivi
esterni ed interni. Opera una selezione tra “il self”,
il proprio, e il “non self”. Analizzato qualcosa come
“non self” lo neutralizza nei modi che vedremo.
E’ quindi paragonabile al sistema nervoso che
intercetta invece stimoli cognitivi. E’ accertato che
i due sistemi comunicano in senso bidirezionale:
 SN  SI: il cervello monitorizza continuamente
l’attività del SI, oltre ad innervare tutti gli organi
linfodi.
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Il sistema immunitario dei vertebrati e quindi
dell‘uomo, è una complessa rete integrata di
mediatori chimici e cellulari sviluppatasi nel corso
dell’evoluzione per difendere l’organismo da
qualsiasi forma di insulto chimico, traumatico o
infettivo rivolto contro la sua integrità. (Wikipedia).
Una caratteristica fondamentale del sistema
immunitario è quindi la capacità di distinguere tra le
strutture endogene o esogene che non costituiscono
un pericolo e che dunque possono o devono essere
preservate (self) e le strutture endogene o esogene
che invece si dimostrano nocive per l’organismo e
che devono quindi essere eliminate (non-self);(Ag).
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Si possono distinguere due aree del sistema
immunitario:
 immunità aspecifica o innata:
comprende mediatori chimici (responsabili
dell’infiammazione) e cellulari responsabili di una
prima linea di difesa contro le aggressioni.
È evolutivamente più antica e consente il
riconoscimento di un repertorio limitato di antigeni.
Riconosce una generica condizione di pericolo e
pone il sistema immunitario in una condizione di
“allarme”, che favorisce lo sviluppo dell’immunità
specifica ssviluppodell’immunospecica.
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immunità specifica o adattativa:
comprende mediatori chimici e cellulari responsabili
di una risposta difensiva più potente e mirata
(virtualmente in grado di riconoscere qualunque
forma di antigene), ma più lenta.
È evolutivamente più recente. Si divide a sua volta
in:
 immunità specifica umorale cioè mediata da
anticorpi, proteine dette immunoglobuline
(5 tipi).
 immunità specifica cellulo-mediata da linfociti T.
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Immagine: Federica Web Learnig
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Immagine: Federica Web Learning
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Il meccanismo di difesa
(Dr Di Luca Billeter)
Vediamo in dettaglio cosa succede durante un’infezione.
Fase 1: l'infezione/infiammazione
All'inizio dei “microrganismi” (stimolo cognitivo
esterno) entrano nell'organismo producendo una
reazione difensiva.
I monociti nel circolo sanguigno sono "attivati" da
queste sostanze e, passando attraverso la parete dei
capillari, divengono macrofagi e giungono al focolaio
dell'infezione. Anche i granulociti si avvicinano al
focolaio.
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Fase 2: la difesa aspecifica
Entrano ora in azione le proteine del complemento,
attivate da una proteina detta properdina rilasciata
dai tessuti nel caso di infezione. Le proteine del
complemento si attaccano alla membrana cellulare
del “nemico” perforandola in più punti.
La cellula così debilitata può essere facilmente
fagocitata dai macrofagi e dai neutrofili.
Contemporaneamente le proteine del complemento
agiscono sulle mastcellule del tessuto connettivo e
sui globuli bianchi basofili, che producono istamina.
Questa sostanza provoca l'infiammazione del tessuto:
i capillari sono contratti, in modo tale che il plasma
possa attraversare le pareti del capillare e gonfiare il
luogo dell'infezione e che un maggior numero di
globuli bianchi possa accorrere a dare rinforzo.
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Tutta questa fase è detta aspecifica ed infatti:
sia le proteine sia i globuli bianchi presenti e
preesistenti, indipendentemente dall’aggressione in
atto, agiscono su qualsiasi tipo di batterio od
“estraneo” che gli capiti a tiro.
Questa fase, che come ogni cosa, ha vantaggi e
svantaggi:
è infatti rapida, quasi immediata, ma poco selettiva;
l’aspecificità crea talora anche dei seri problemi ad
esempio in caso d’infiammazione croniche,
responsabili ai fini ultimi dell’auto-immunità.
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Fase 3: l'inizio della fase specifica
Se l'infezione riesce a superare la barriera dei
macrofagi e dei neutrofili, interviene la potente
schiera dei linfociti, i fautori della difesa specifica,
in altre parole della difesa mirata alla distruzione del
particolare antigene penetrato all'interno del corpo.
Ci sono due tipi di difesa specifica:
 l'immunità cellulare;
 l'immunità umorale.
 La prima consiste nell'uccidere direttamente le
cellule estranee.( Linfociti T citotossici).
 La seconda, invece, consiste nel produrre proteine,
dette anticorpi, che indeboliscano le cellule estranee
e che distruggano gli antigeni e le tossine.
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 I linfociti T helper (1° linea difensiva) sono
importantissimi, poiché "richiamano" e attivano gli
altri tipi di linfociti. Viaggiano a stretto contatto con i
macrofagi. Dopo che un macrofago ha fagocitato e
"digerito" una cellula estranea, espone nella sua
proteina MHC2 un "pezzo" del nemico.
In questo modo, e attraverso la produzione di una
proteina detta interleuchina 1, attira il linfocita T
helper e gli "passa" l'informazione su che tipo di
cellula estranea sia penetrata nell'organismo.
Il linfocita T helper produce allora due sostanze,
l'interleuchina 2 e l'interleuchina 4, che stimolano la
riproduzione rispettivamente dei linfociti T
citotossici (- Th1/Th2 ) e dei linfociti B.)
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I linfociti B sono i responsabili dell'immunità
umorale ed hanno sulla loro superficie alcuni anticorpi
generici, non specifici per l'antigene presente
nell'organismo al momento. Quando vengono a
contatto con l'antigene, ricombinano i loro anticorpi
fino a trovare quello "adatto" per l'antigene.
Dopo di ché, cominciano a replicarsi.
Molti di questi linfociti diventano  plasmacellule,
in altre parole cellule incaricate di riprodurre anticorpi
specifici , immunoglobuline Ig, veri killer per
l'antigene con il quale sono venuti a contatto.
Altri, i cosiddetti linfociti di memoria, restano nel
circolo anche dopo l'infezione conservando un piccolo
numero di anticorpi specifici per quell'antigene
cosicché, se si viene da nuovo a contatto con quello,
possano avviare una risposta più rapida e massiccia.
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LT: Th1/Th2
Nella cornice dell’autoregolazione del SI, sono stati
segnalati due sottoclassi di LT helper: Th1 e Th2,
coinvolti in due modi diversi di attivare la risposta
immunitaria e di produrre le diverse citochine
Schematicamente:
I Th1 mettono in moto una risposta cellulomediata (attivando i LT citotossici), sostenuta dalla
produzione di IL-2, IL-12 e INF- e con effetto
protettivo nei confronti delle infezioni virali
I Th2 mettono in moto una risposta umorale
(attivando i LB), sostenuta dalla produzione di IL-4
e IL-3 e con effetto protettivo nei confronti delle
infezioni batteriche.
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 La differenziazione dei LT helper in Th1 o Th2
è fortemente influenzata da fattori genetici, tra cui
la differenza di sesso (vedi), ma anche fattori
ambientali, terapeutici e nutrizionali.
In ogni individuo può verificarsi pertanto,
un’eccessiva polarizzazione su un tipo di risposta
piuttosto che sull’altra, ma ciò è modificabile.
Il 75% delle persone che soffrono di malattie
automimmuni sono donne perché in esse è > la
risposta Th1, quindi una maggior predisposizione
alle malattie autoimmuni( immunità cellulomediata).
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E’ stato visto che le vit. B6 e B12, presenti
soprattutto nei cereali integrali, uova e latte,
svolgono una forte stimolazione dei Th1;
La vit.E è un potente stimolante i Th1.
Il suo utilizzo ed è stato associato ad una minor
incidenza del cancro della prostata;
Il Selenio, alla dose giornaliera di 200ng, stimola i
Th1 e i L. Natural Killer potenti aggressori di virus
e batteri;
Lo Zinco ha ha una duplice potenzialità.
Dosi di 25/35mg al dì per 30 giorni serve per
contrastare i malanni invernali. Dosi superiore e
protratte stimolano i L Th2 ( allergie ed altre
patologie autoimmunitarie tipo LES).(Dott. R Uliano).
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L’equilibrio tra i fenotipi Th1 e Th2 gioca
un ruolo fondamentale.
Negli individui sani, le cellule Th1 e Th2 sono in
un equlibrio altamente regolato.
 Quando penetra un virus, il sistema sviluppa
una risposta Th1.
Le infezioni parassiarie, invece, sono eliminate
da un aumento di Th2.
Dopo l’eliminazione dell’antigene (virus, batterio o
parassita) il sistema tenda a tornare verso
l’equilibrio.
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Sono state evidenziate correlazioni tra:
una maggiore polarizzazione sulla risposta di
tipo Th1 e una maggiore predisposizione alle
malattie autoimmuni, per un indebolimento del
controllo dei LT autoreattivi.
una maggiore polarizzazione sulla risposta Th2
produce un eccesso di risposta anticorpale,
soprattutto contro gli allergeni ed una maggiore
predisposizione alle allergie e al LES (malattia
autoimmune da immunocomplessi).
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Pazienti con malattie autoimmuni quali l’artrite
reumatoide, sclerosi multipla ecc. hanno uno
squilibrio in favore delle cellule Th1.
L’aumento delle cellule Th1 determina una
condizione infiammatoria cronica che distrugge i
tessuti del corpo. (tiroidite linfocitaria di Hashimoto).
Pazienti con cancro avanzato o con malattie infettive
come AIDS, epatite B o C e malattie allergiche, come
asma e in ad esempio, hanno uno squilibrio immune
in favore delle cellule Th2.
L’aumento delle cellule Th2 sopprime cronicamente
la possibilità di montare una risposta immune
efficace contro il tumore o virus.
.
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Terapie che mirano a ripristinare questo
importantissimo equilibrio immunologico
(immunomodulatori) rappresentano una frontiera
della ricerca.
 Questa è la vera scienza del ruolo centrale del
sistema immunitario, in salute e in malattia.
Diverse piante hanno proprietà immunostimolanti
potenziando i Th1. Tra queste l’Echinacea, la
Spirulina, la Sophora flavescens , la Syncyrizza…
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Le Terapie che mirano a ripristinare questo
importantissimo equilibrio immunologico, con
l’uso terapeutico dei così detti
immunomodulatori, rappresentano una vera
e nuova frontiera della ricerca.
 InfoErbe: Attività Immunomodulante
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Ashwagandha (Withania sonnifera),
Echinacea angustifolia,
Echinacea purpurea,
Eleuterococco,
Ginseng
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 InfoErbe:
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Attività Immunostimolante
Aloe gel
Altea comune
Astragalo
Baptisia (Baptisia tinctoria)
Echinacea angustifolia **
Echinacea purpurea **
Fitolacca (Phytolacca)
Tabebuia (Lapacho)
Uncaria
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Piante immunomodulanti-stimolanti ed
adattogene
 Azadirarachta Indaca - Neem
 Glycyrrhiza Glabra - Liquirizia
 Olivello Spinoso – Hippophae
 Schisandra Chinensis
 Whithania Sonnifera - Aswagandha
 Jaogulan - Gynostemma Pentaphyllum.
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Bilancia Immunitaria
TH1
DHEA
IL-2; IFNg; TNF
Patologie virali;
autoimmuni organo
specifiche- flogosi necrosi
THO
TH2
Cortis
olo
IL-4; IL-5; IL-10-13
Allergie; patologie
infettttive croniche
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Sistema Immunitario – Bilancia Th1/Th2
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