Modelli di supporto ai compiti e allo studio
ovvero come non tornare a scuola con i
propri figli
Emanuela CONFALONIERI
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Genitori messi in crisi dai compiti dei figli
Sei più intelligente di tuo figlio di 8, 10 o 12 anni? Il 95% dei genitori va in
crisi quando si tratta di aiutare i figli nei compiti e si sente inadeguato
nell'affrontare la matematica
corriere.it, Emanuela Di Pasqua, 24 gennaio 2013
Al di là dell’aspetto tenero e quasi comico che c’è nell’immagine dei genitori che
tornano a studiare, magari cercando di copiare dai figlioletti, il problema non è
da sottovalutare. A fronte di una vera e propria rivoluzione nei metodi e
nelle parole utilizzate si assiste a una demoralizzazione dei grandi, spesso
mortificati dagli insuccessi, che rischiano di comunicare (e riproporre) ai
figli una scarsa fiducia nelle proprie abilità matematiche. Vero è però che
seguire i figli è sempre più fondamentale per il loro successo scolastico e
anche per la fiducia nelle loro potenzialità e se li si accompagna fin
dall’inizio nell’esperienza scolastica non si corre il rischio di perdersi tra parole
nuove e concetti articolati, ma semplicemente si inizia di nuovo tutto da capo. E
in fin dei conti si tratta di uno degli aspetti più belli dell’essere genitori. Fare un
altro giro nella ruota della vita, attraverso l’esperienza dei figli.
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Una scuola senza compiti è
possibile?
02/04/2012 - Il ministro lo propone
LO SCIOPERO DEI COMPITI - in
Francia da quasi un mese la FCPE, la
federazione dei genitori degli alunni, ha
iniziato a costruire un importante
appuntamento, quello dello sciopero dei
compiti: al grido di “E se provassimo a
vivere senza compiti a casa?” i genitori,
per primi, chiedono alla scuola di
immaginare un futuro diverso, senza
assegnazioni quotidiane di lavori
domestici, una scuola che permetta agli
alunni di recuperare i loro spazi e i loro
tempi. E anche in Italia l’eco di questa
iniziativa arriva forte, grazie alle parole
del ministro dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca Francesco
Profumo…..
Il ministro affronta un problema cruciale, quello
del tempo scuola. I ragazzi lavorano a scuola
mediamente 5/6 ore al giorno, e quando c’è il
tempo pieno le ore sono anche di più. Il
problema è come si utilizza questo tempo, se
viene utilizzato solo per fare lezioni o se possa
venir utilizzato anche come tempo di studio e
approfondimento. E’ una riorganizzazione del
tempo scuola quella che viene in qualche
modo auspicata, non una pura e semplice
soppressione dei compiti a casa
Spesso si ha l’impressione che i compiti siano
pensati dai docenti per demandare ad altra
sede l’apprendimento o il consolidamento di
ciò che si dovrebbe invece studiare a scuola. I
compiti sono uno degli elementi per cui il nostro
sistema continua a produrre discriminazioni fra
le famiglie che possono seguire i ragazzi nel fare
i compiti e famiglie che non possono (magari a
causa dei titoli di studio presenti in casa).
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Niente più compiti a casa per i figli
Il sogno di tutti gli studenti: niente compiti per casa! E se non fosse realmente
così? E se poi ci mancasse qualcosa di "importante" nei nostri pomeriggi e
soprattutto nella nostra formazione? Eppure per qualcuno sembra che il sogno
si sia proprio realizzato! Vittoria o sconfitta per i due piccoli studenti?
Articolo pubblicato sul sito del Corriere della Sera, 21 novembre 2009
Sherri e Tom Milley hanno lottato per due anni in tribunale, per ottenere che i loro figli non
dovessero fare più i compiti a casa e hanno avuto la meglio sulla scuola argomentando con
successo che non esiste alcuna evidenza scientifica che sobbarcarsi ogni pomeriggio di
tabelline, dettati ed esercizi di grammatica migliori il rendimento scolastico.
Erano stufi di dover convincere ogni sera i due piccoli Spencer, 11 anni, e Brittany, 10, a
completare tutti gli esercizi che gli insegnanti assegnavano loro. Così hanno deciso di portare la
questione in tribunale e di mettere fine alla tortura familiare quotidiana.
Nel Piano differenziato dei compiti per i Milley si assicura che «finché frequentano la
scuola attuale i due bambini non dovranno più fare i compiti a casa», «i compiti non
saranno usati come forma di valutazione del rendimento scolastico dei due alunni». In
cambio, Spencer e Brittany assicurano che «concluderanno i loro lavori in classe e che andranno
a scuola preparati». «Era una battaglia quotidiana. È dura convincere un piccolo piagnucolante
che deve imparare le tabelline. Sono stanchi e non dovrebbero fare il doppio turno di lavoro.
Perché avremmo dovuto sottoporli a un simile stress?».
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Homeschooling, ovvero la scuola familiare
http://www.informagiovani-italia.com/scuola_familiare_homeschooling.htm
….è la gestione autonoma da parte dei genitori dell’istruzione dei propri figli, in
armonia sia con i propri specifici valori etici e culturali sia con le specifiche
sensibilità e inclinazioni dei bambini. Ci sono tre tendenze di scuola familiare:
quella in cui gli educatori sono i genitori, quella in cui gli educatori sono scelti
dalla famiglia e un mix tra le due tipologie citate. Si scelgono gli educatori, i
luoghi, si scelgono gli obiettivi e ci si focalizza su come i bambini sono in
grado di apprendere con naturalezza, senza imposizioni, per autentica
passione. Si sceglie cosa e come imparare, rispettando le individualità,
orientandosi ai desideri e alle inclinazioni dei figli, sfruttando tutte le fonti di
conoscenza e competenza che a ben vedere ci sono nell’ambiente circostante alla
famiglia.
….la possibilità di fare homeschooling è sancita dalla nostra Costituzione, articoli
30,33,34. In genere viene richiesto dal distretto scolastico di preparare un piano di
studi e presentarlo.
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Modelli di supporto ai compiti e allo studio
ovvero come non tornare a scuola con i
propri figli
cultura e società
relazione
educazione
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Modelli di supporto ai compiti e allo studio
ovvero come non tornare a scuola con i
propri figli
Come far sì che anche i compiti a casa siano esperienza di
apprendimento e soprattutto di graduale autonomizzazione verso
una comprensione del valore dello studio come qualcosa di
importante per lo studente e non per il mondo circostante?
Per chi studio?
Per la prestazione
Per gli altri
Per la conoscenza,
per me
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Modelli di supporto ai compiti e allo studio
ovvero come non tornare a scuola con i
propri figli
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Modelli di supporto ai compiti e allo studio
ovvero come non tornare a scuola con i
propri figli
Come far sì che pur non
“abbandonandoli”, non ci si renda
“schiavi” dei loro compiti?
Per chi è importante fare i compiti?
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Modelli di supporto ai compiti e allo studio
ovvero come non tornare a scuola con i
propri figli
Come creare buone pratiche
e buone abitudini
tempo
luogo
da soli o in compagnia, e di chi?
aiuto si, no, un po’, ogni tanto…….
e se sbaglia?
controllo o non controllo (diario, studio, compiti, ecc)
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Modelli di supporto ai compiti e allo studio
ovvero come non tornare a scuola con i
propri figli
giusta distanza che renda il figlio protagonista della
sua esperienza scolastica
rendere il proprio figlio sempre più autonomo nell’organizzare il
proprio tempo, nello studio, nella valutazione della qualità del
proprio studio
arrivare a non vivere con ansia, fatica, rabbia i compiti né da parte
dei genitori né da parte del figlio: seguirlo, controllarlo, ma anche
lasciarlo libero di sbagliare, di arrivare con qualcosa di non fatto, o
di fatto in modo non corretto
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Modelli di supporto ai compiti e allo studio
ovvero come non tornare a scuola con i
propri figli
giusta distanza che renda il figlio protagonista della
sua esperienza scolastica
protagonista nel bene e nel male deve essere e sentirsi lui, in modo
che quella motivazione inizialmente estrinseca (studio perché
mamma e papà mi dicono di farlo, perché la maestra è contenta
quando vado bene…) diventi sempre più intrinseca (studio perché
interessante, faccio questo lavoro perché mi sembra utile, imparo
perché mi aiuta a crescere)
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Modelli di supporto ai compiti e allo studio
ovvero come non tornare a scuola con i
propri figli
L'unico periodo in cui la mia
educazione si è interrotta è stato
quando andavo a scuola
(G.B. Shaw)
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Presentazione Dott.ssa Confalonieri