UN ACC O R D O C H E R I L A N C I A
L A C O N T R AT TA Z I O N E!
 Dopo 8 mesi di trattativa abbiamo sottoscritto
con altre organizzazioni sindacali le
associazioni datoriali ed il Governo un
accordo concreto con cui finalmente si rilancia
la contrattazione salariale in Italia e si dà
soluzione ad un tema importante che da anni
attendeva riforme concrete.
L’accordo contiene
 Il mantenimento in Italia (unici in Europa) di 2 livelli
contrattuali (nazionale e aziendale o territoriale).
 Una durata triennale dei contratti, già adottata nei CCNL Abi
e Federcasse, che supera le difficoltà dei bienni economici, ed
evita una contrattazione continua e faticosa, dando spazio
adeguato alla contrattazione aziendale.
 Il superamento degli aumenti legati al tasso di inflazione
programmato fissato dal governo (oggi insufficiente a tutelare i
salari) e la contrattazione di aumenti legati ad un tasso di
inflazione previsionale più alto, fissato da organismi terzi,
per meglio tutelare il potere d’acquisto.
L’accordo contiene
 Il recupero alla fine del triennio delle differenze
tra aumenti ottenuti ed inflazione reale.
 Una copertura degli aumenti salariali che parta fin
dalla scadenza dei vecchi contratti.
 Un maggior decentramento della contrattazione
salariale verso l’azienda.
 La detassazione degli aumenti contrattati in
azienda che aumenterà il peso del salario netto in
busta paga.
L’accordo contiene
 Un elemento di garanzia retributiva, fissato nei
contratti nazionali, per chi non ha la
contrattazione aziendale.
 Lo sviluppo della bilateralità per estendere le
tutele normative e garantire nuovi diritti.
 La regolazione del diritto di sciopero nei servizi
pubblici essenziali, non più esercitabile da
sindacati non rappresentativi.
PASSI SUCCESSIVI
 L’accordo va ora completato con la sottoscrizione delle
specifiche intese nei comparti Abi, Federcasse, Ania e
Ascotributi, che potranno definire positivamente le
questioni che necessitano di essere chiarite e con la
definizione pattizia delle nuove regole di
rappresentanza delle organizzazioni sindacali.
INDICI ISTAT PER IL CALCOLO DELL’INFLAZIONE
 L'inflazione è un processo di aumento del livello generale dei prezzi
dell'insieme dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie.
Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un indice dei
prezzi al consumo.
 In Italia, come nella maggior parte delle economie occidentali, il
calcolo dell'indice è affidato all'Istituto nazionale di statistica.
 Un indice dei prezzi al consumo è uno strumento statistico che misura
le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi,
chiamato paniere, rappresentativo degli effettivi consumi delle
famiglie in uno specifico anno.
 In particolare, l'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al
consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di
operai e impiegati (FOI) e l'indice armonizzato europeo (IPCA).
I TRE INDICI HANNO FINALITA’ DIFFERENTI
 il NIC misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico; in altre parole
considera l'Italia come se fosse un'unica grande famiglia di consumatori,
all'interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate.
Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la
realizzazione delle politiche economiche;
 il FOI si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un
lavoratore dipendente (extragricolo). E' l'indice usato per adeguare
periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al
coniuge separato;
 l'IPCA è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a
livello europeo. Infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza
delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea, ai fini dell'accesso e della
permanenza nell'Unione monetaria.
I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla stessa metodologia di calcolo,
condivisa a livello internazionale.
PANIERE
 NIC e FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a
ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell'importanza che
questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento.
Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione
italiana, ovvero la grande famiglia di oltre 57 milioni di persone;
per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o
un impiegato.
 L'IPCA ha in comune con il NIC la popolazione di riferimento,
ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude,
sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i
concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita.
CONCETTO DI PREZZO
 Un'ulteriore differenziazione fra i tre indici riguarda il
concetto di prezzo considerato: il NIC e il FOI
considerano sempre il prezzo pieno di vendita. L'IPCA
si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal
consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali,
mentre per gli indici nazionali viene considerato il
prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato
europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla
quota effettivamente a carico del consumatore (il
ticket). Inoltre, l'IPCA tiene conto anche delle
riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).
Inflazione in ITALIA
Ultimo dato Dicembre 2008 2.2%
L'indice IPCA
(Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione)
Indice IPCA Italia
Ultimo dato Dicembre 2008 2.4%
Grafico degli andamenti dell'Inflazione in
Area Euro, Stati Uniti e Italia
INFLAZIONE PROGRAMMATA
2007-2011
(come pubblicati nel DPEF )
ANNO
INFLAZIONE PROGRAMMATA
2007
2,0
2008
1,7
2009
1,5
2010
1,5
2011
1,5
2000
2001
2002
2003
Dpef 99-01
Rpp 99
1,5
1,5
1,5
1,5
Dpef 90-03
Rpp 00
1,2
1,2
Dpef 01-04
Rpp 01
2004
2005
2006
2007
1,1
1,6
1,0
1,5
1,0
1,5
2,3
1,7
1,2
1,2
1,2
2,3
1,7
1,2
1,2
1,2
Dpef 02-06
1,7
1,3
1,0
1,2
Rpp 02
1,7
Dpef 03-06
1,7
1,4
1,3
1,2
1,7
2008
2009
2010
2011
1,5
1,4
1,4
Rpp 04
1,5
1,4
1,4
Dpef 05-08
1,6
1,5
1,4
1,4
Dpef 06-09
1,7
1,7
1,6
1,6
Dpef 07-11
1,7
2,0
1,7
1,5
1,5
1,5
Dpef 08-11
1,7
2,0
1,7
1,5
1,5
1,5
2,0
1,7
1,5
1,5
1,5
2012
2013
1,5
1,5
Inflazione
programmata
Rpp 03
1,4
Dpef 04-07
Dpef 09-13
Inflazione
IPCA
Inflazione
effettiva
FOI no
2,6
2,7
2,6
2,8
2,3
2,2
2,2
1,9
2,4
2,4
2,5
2,0
1,7
2,0
1,7
2,2
Pesi dei capitoli di spesa utilizzati per il calcolo
degli indici dei prezzi al consumo nel 2008
(valori percentuali Fonte ISTAT)
Capitoli di spesa
NIC
Prodotti alimentari e bevande analcoliche
IPCA
FOI
16,8844
17,7915
16,8056
Bevande alcoliche e tabacchi
2,9304
3,0831
3,3167
Abbigliamento e calzature
8,6472
9,4677
9,4264
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili
9,3783
9,8915
9,2299
Mobili, articoli e servizi per la casa
8,5856
9,0535
8,7621
Servizi sanitari e spese per la salute
7,9888
3,6414
6,5998
Trasporti
15,2391
16,0349
16,7044
Comunicazioni
2,6431
2,7825
2,7649
Ricreazione, spettacoli e cultura
7,5348
6,9966
8,1472
Istruzione
1,0174
1,0717
1,2161
11,0619
11,6522
9,4555
8,089
8,5334
7,5714
100
100
100
Servizi ricettivi e di ristorazione
Altri beni e servizi
Indice generale
ALCUNE CONSIDERAZIONI
"Le valutazioni che fa la CGIL sulle presunte perdite
salariali dell'accordo quadro sulla Riforma della
Contrattazione, sono sbagliate".
"Non è vero che il nuovo indicatore di riferimento della
contrattazione, l'indice armonizzato dei prezzi al
consumo, depurato dei prezzi dell'energia importata,
sia più svantaggioso rispetto alla situazione precedente.
Lo dimostrano in modo inequivocabile i dati sia riferiti
al passato che al futuro.
IL PASSATO
 Per quanto riguarda il passato, la CGIL riferisce le sue proiezioni
sull'ipotizzata minore dinamica salariale, al periodo 2004 - 2008.
L'accordo del 1993 prevedeva di legare gli incrementi retributivi
nazionali
al
tasso
di
inflazione
programmato.
Prendendo a riferimento il periodo 2004/2008 il Tasso Inflazione
Programmata cumulato è cresciuto del 9%; il nuovo accordo
avrebbe consentito un incremento retributivo pari all'11,3%,
superiore di 2,3 punti all'incremento dell'inflazione programmata.
 Il nuovo modello contrattuale applicato al periodo 2004/2008
avrebbe assicurato, su una retribuzione annua di 35.000 euro un
incremento retributivo nazionale superiore all'accordo precedente
di almeno 805 Euro.
IL PASSATO
 Prendendo a riferimento l'ultimo decennio, secondo i dati
Eurostat nel periodo 1997 - 2007 il nuovo indice previsto
dall'accordo sarebbe cresciuto in Italia del 23,8% rispetto al
23,3% dell'indice dei prezzi al consumo famiglie operai e
impiegati, vale a dire dell'inflazione reale rilevata dall'ISTAT.
 La CGIL ignora inoltre che l'indicatore preso a riferimento
dall'Accordo Quadro ha avuto una dinamica superiore
all'altro ben in 7 degli undici anni. Infatti, l'indice
armonizzato europeo (IPCA) è un indicatore più dinamico
dell'inflazione, più veloce rispetto al riferimento
tradizionale per i contratti, dell'indice famiglie operai ed
impiegati.
IL FUTURO
 Per quanto riguarda il futuro, per il triennio 2009-2011 il
nuovo indicatore IPCA è sicuramente più vantaggioso del
tasso di inflazione programmata. Inoltre, per la caduta dei
prezzi del petrolio le previsioni sono che l'indice depurato
prezzi energia sarà più dinamico rispetto all'indice
complessivo.
 Secondo i tre maggiori centri di previsione (CER,
Prometeia, Ref) per il 2009 il nuovo indicatore previsto
dall'accordo depurato prezzi energia dovrebbe essere
superiore di almeno lo 0,5% rispetto all'indice non depurato.
LA BASE DI CALCOLO
 Nei comparti Abi, Federcasse, Ania ed
Ascotributi la base di calcolo degli aumenti
inflattivi resta invariata.
 Tutte le voci che in passato venivano
incrementate inflattivamente non subiscono
alcuna variazione rinveniente dalla riforma
della contrattazione.
La defiscalizzazione di premi e incentivi
 La riforma della contrattazione impegna il Governo a rendere
strutturale la defiscalizzazione di premi aziendali negoziati ed
incentivi con vantaggi particolarmente importanti per i
lavoratori delle categorie da noi rappresentate
 La riduzione della tassazione sui premi aziendali di secondo livello
e sugli incentivi porterà, per i redditi fino a 35.000 euro, fin dal
2009, un incremento netto delle retribuzioni fino a 1680 euro
annui.
 La
defiscalizzazione infatti abbatte l’aliquota contributiva
marginale portandola al 10% sia per quote di premio aziendale fino
a 3000 euro sia per quote di salario incentivante fino a 3000 euro
I MIGLIORAMENTI DI MODELLO
L'accordo quadro inoltre definisce altri sicuri miglioramenti
rispetto al passato:
 La copertura economica dei nuovi contratti dalla data di
scadenza dei precedenti, che potrà rimediare al fatto che nel
recente passato si sono persi molti mesi e in qualche caso
anche anni di aumenti contrattuali.
 E' prevista inoltre per chi non beneficerà del secondo livello
di contrattazione, ovvero del premio aziendale, un elemento
retributivo di garanzia che oggi nelle poche realtà in cui
agisce ha un valore di circa 300 euro annui.
I MOTIVI DELLA NOSTRA FIRMA
 Tutti
questi motivi confermano la positività
dell'accordo quadro stipulato nei giorni scorsi.
 Chiediamo
alla Fisac/Cgil di non disorientare
ulteriormente i lavoratori diffondendo false verità sui
dati dell'accordo ma di esaminare con coerenza i
contenuti dell'accordo rispetto alla piattaforma condivisa
presentata da CGIL CISL UIL nel maggio 2008 e
conseguentemente riscontrare che i punti principali di
quella piattaforma sono affermati nell'accordo quadro".
Scarica

illustrazione dell`accordo