Un calcio ai pregiudizi (03-02-09)
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Che bello giocare a calcio! Piace a tutti:
alti e bassi, belli e brutti, magri e grassi.
Tutti possono e devono poter giocare.
Nessuno escluso. La squadra più bella è quella
che trova un posto per ognuno, senza fare differenze.
Ci sono neri e bianchi, rossi e gialli: nessuno si odia,
magari perché crede in un dio diverso o perché è nato
in un posto lontano.
È proprio brutto lasciare qualcuno ai margini del campo. Non bisogna
farlo mai. Giocano i ricchi e i poveri. Quelli che sono più bravi a scuola
e quelli che vanno un po’ meno bene.
Tutti. Proprio tutti. Pensate che a calcio
possono giocare e divertirsi anche
persone che non vedono o che
non muovono bene il proprio corpo.
Nelle prossime pagine scoprirete
che ci sono stati campioni con
una gamba più corta dell’altra o
senza un braccio.
© FIFA
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Tanti ragazzi e ragazze che hanno una disabilità
e magari sono in carrozzina fanno sport con
una palla e sono bravissimi. Ricordate:
basta una palla per divertirsi tutti insieme.
Non dite a nessuno: “Tu non puoi giocare”.
Quando vedete qualcuno che vi guarda fuori
dal campo, chiamatelo con un sorriso:
“Ehi, verresti a giocare
con noi?”
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Nessuno è escluso. Certo ci sono le discipline riservate alle persone con
disabilità, ma in tanti casi lo sport non ammette differenze.
La palla per chi non vede
Chi non ci vede deve poter sentire.
La palla del calcio giocato
da persone cieche è uguale
alle altre, ma dentro ha dei
campanellini che suonano
appena si muove. Ecco perché,
quando si assiste a una partita
o si gioca insieme a una persona
che non ci vede, bisogna stare
in silenzio. I suoi occhi sono
le sue orecchie.
Lo sai che...?
A calcio giocano anche
le persone cieche o che
ci vedono pochissimo, magari solo
delle ombre. Sono in cinque
per squadra e usano un pallone
che fa rumore e delle mascherine
sugli occhi. Solo il portiere ci
vede. É difficilissimo, ma questi
calciatori sono bravissimi. Andate
a vedere una partita o, per
capire come sia difficile, perché
non provate a giocare bendati?
Sul campo nessuno e diverso
Ci sono anche tornei di calcio a 7
per persone che hanno difficoltà
a muovere alcune parti del corpo e
per questo vengono tenute lontane.
Invece sanno giocare anche loro.
Hanno una lesione al cervello e a
volte vengono chiamati, sbagliando,
spastici. Sono cerebrolesi e hanno
meno equilibrio degli altri, ma
si divertono a giocare come tutti.
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Il goleador con gli occhiali
Annibale Frossi ci vedeva molto
poco e portava gli occhiali, ma era
un grande calciatore: con sette reti
è stato il capocannoniere dell’Italia
alle Olimpiadi di Berlino 1936,
segnando in tutte
le quattro partite
che hanno dato
la medaglia d’oro
all’Italia. Si può
giocare ed essere
bravissimi anche
se si portano
gli occhiali.
Barboni? No, calciatori
Dormono per terra, in strada, al
freddo in mezzo a stracci e cartoni.
Li chiamiamo “barboni” o clochard
o persone senza fissa dimora.
In inglese dicono Homeless, senza
casa. Sono persone che hanno
avuto una vita sfortunata o sono
malati. Eppure anche loro si
divertono con il calcio.
C’è addirittura un mondiale dei
clochard, si chiama Homeless
World Cup. Grazie a questo torneo,
molti di questi “barboni” hanno
cambiato vita, cercato un lavoro o
ripreso gli studi.
Fai il tifo per...
Julio Gonzalez è un grande campione. Attaccante
nato in Paraguay, ha vinto la medaglia d’argento
alle Olimpiadi di Atene 2004. Poi è venuto a giocare
in Italia, nel Vicenza. Ma ha avuto un incidente
stradale e gli è stato amputato il braccio sinistro.
Ma Julio ama tanto il calcio che non ha voluto
smettere ed è tornato a giocare, senza un braccio,
nel campionato del suo Paese, nel Tacuary.
Facciamo il tifo
per lui.
chiedi a mamma e papà...
A calcio non conta essere alti o bassi. Cerca le
altezze di due grandi giocatori come Maradona
e Facchetti. Scoprirai come per essere
campioni l’altezza non conta.
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Guerra, religione e politica troppo spesso
dividono gli uomini. Il calcio dimostra come
non esistano differenze di alcun tipo.
Un calcio alla guerra
Sai dove è il Medio Oriente? Guarda su una carta
geografica insieme a
mamma e papà. In quel luogo,
israeliani, in maggioranza
di religione ebrea, e palestinesi,
in maggioranza di religione musulmana,
non riescono a stare insieme: ci sono
guerre e terrorismo. Eppure, grazie al
calcio, tanti giovani israeliani e palestinesi
hanno giocato e si sono divertiti insieme
in una squadra mista, chiamata “Squadra
della Pace”, che ha anche partecipato a
un torneo in Svizzera. Il calcio può anche
aiutare a dimenticare le guerre.
Un calcio al terrorismo
In Irlanda del Nord, qualche anno fa, cattolici
e protestanti vivevano in quartieri separati
e vi erano atti di violenza fra di loro.
Anche lo sport ha aiutato a superare
questa situazione.
A Belfast, città simbolo di queste guerre per
la religione, è stata fondata la Belfast United,
una squadra dove ragazzi cattolici e protestanti
giocano insieme a calcio e basket.
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A calcio con le stampelle
Le guerre, le bombe e le mine uccidono, ma fanno
anche rimanere senza gambe o senza vedere o senza
braccia. I medici di Emergency, un’organizzazione
che è nata
a Milano,
aiutano chi è
colpito dalla
guerra in tanti posti del mondo,
come la Cambogia,
l’Afghanistan o l’Iraq.
E negli ospedali tanti bambini,
giovani e grandi che non hanno
magari più le gambe, ritrovano
il sorriso giocando a calcio nel
campionato dell’ospedale con
le protesi o con le stampelle.
Lo zingaro campione
Gli zingari sono spesso emarginati.
C’è uno zingaro che gira l’Europa
per giocare a calcio ed è stato
anche in Italia. Si chiama Ricardo
Quaresma, ma in Portogallo, dove
è nato, lo hanno soprannominato
Ciganito, “piccolo zingaro”.
Il papà è infatti di origine
gitana, mentre la mamma
è dell’Angola, in Africa.
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CALCIO SENZA “APARTHEID”
A scuola fatti spiegare
bene cosa è l’apartheid.
Questa parola vuol dire
“separazione” nella lingua
Afrikaans, che si parla
in Sud Africa, sede del
Campionato del Mondo
di calcio 2010.
Lì le persone bianche e quelle nere non
potevano stare insieme per il colore della pelle.
Dalla fine del secolo scorso questa “separazione”
non esiste più, per fortuna. Negli stadi del Sud
Africa persone con la pelle bianca e persone
con la pelle nera possono fare il tifo insieme.
Il calcio insegna che
nella vita non ci deve
essere apartheid.
Lo sai
che...?
Ci sono state squadre italiane
senza giocatori italiani in campo
o squadre inglesi senza giocatori
inglesi. L'Inter ha giocato in
campionato o in Champions
League senza avere giocatori
italiani. L'Arsenal, una squadra
di Londra, in Inghilterra,
nel 2005 non aveva inglesi
in campo per la prima volta
nei suoi 119 anni di vita.
Fai il tifo per la squadra
che ami, i giocatori possono
venire da tutto il mondo.
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N ella Coppa del mondo 2002
la Francia era composta da molti
giocatori neri o di origine
non europe a. I f rancesi non hanno
guardato
al colore
della pelle
perche non e
importante.
Lo sai che...?
DA PAESI DIVERSI
L’attaccante Zlatan Ibrahimovic
è nato in Svezia, ma la madre è della
Croazia e il padre della Bosnia.
La mamma è di fede cristiana e suo
papà musulmano. Nonostante le due
religioni sono monoteiste hanno tante
differenze. Nel calcio, come nella
vita, si deve essere differenti,
altrimenti non ci sarebbero
difensori e attaccanti e
tante bandiere
mai uguali.
Un attaccante molto bravo che è
cresciuto nell'Inter si chiama Mario
Balotelli, ma il suo papà Thomas e
la sua mamma Rose sono immigrati
in Italia dal Ghana, in Africa.
I suoi genitori erano poveri e Mario
è stato adottato da una famiglia
italiana, che abita vicino a Brescia.
Ha già giocato con la maglia
azzurra, nelle Nazionali giovanili.
© FIFA
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Avete visto come il calcio e gli sport in generale non
fanno differenze ma adesso scoprirete come per eccellere
e vincere non bisogna necessariamente essere dei superman.
Il piccolo Oz
I suoi genitori lo chiamavano così. Si chiama Oscar Pistorius ed è nato
in Sud Africa. È un atleta che ha una disabilità che appare molto grave:
non ha le gambe. Grazie a due protesi, che sono due gambe artificiali
speciali, corre velocissimo. Più veloce di tante persone che hanno tutte
e due le gambe. Infatti, Oscar vuole correre alle Olimpiadi. Hanno provato
a dirgli no. Ma ha vinto lui. Ora può correre in tutte le gare.
Senza differenze.
© ossur.com
Lo sai che...?
Tanti sport possono essere
praticati da persone con una disabilità.
Alla Paralimpiade ci sono tanti sport dedicati a:
- persone amputate, cioè senza una o tutte
e due le braccia o le gambe;
- persone cerebrolese, cioè che si muovono
con movimenti poco coordinati;
- persone non vedenti o ipovedenti, cioè che
vedono molto male;
- persone in carrozzina;
- persone con disabilità intellettiva, con un
ritardo mentale o sindrome di Down.
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Il campione e l'uccellino
Uno dei più grandi calciatori di tutti
i tempi è un attaccante brasiliano,
che da bambino ha avuto la
poliomielite, una malattia che gli
ha lasciato una gamba più corta
dell’altra, facendolo zoppicare.
Per questo la sua sorellina lo
© FIFA
chiamava Garrincha, come
un uccellino che vive in Brasile
e ha le gambe sottilissime.
Era un fenomeno, più bravo di tutti i calciatori che conosci oggi.
Pensa che ha vinto con il Brasile per due volte la Coppa del Mondo,
nel 1958 e nel 1962, anche se zoppicava. Non escludere mai nessuno
per un difetto fisico.
La Paralimpiade
Oltre ai Giochi Olimpici, ci sono anche i Giochi
Paralimpici, dedicati a persone con una disabilità.
Gli ultimi si sono svolti a Pechino, negli stessi
posti dell’Olimpiade.
Sono stati inventati in Gran Bretagna dopo
la guerra mondiale
da un medico
chiamato Ludwig
Guttmann, una
delle persone
più importanti
del secolo scorso.
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Sport con la palla
Basket in carrozzina
Stesse regole, ma si gioca seduti.
Boccia
Si gioca in carrozzina. È uno sport che permette
di essere praticato anche da persone con una disabilità
molto grave.
Calcio a 5
Per non vedenti con squadre da 5 giocatori, che
usano una palla che fa rumore. Solo il portiere è vedente e il
campo è più piccolo.
Calcio a 7
Per giocatori cerebrolesi con 7 atleti per squadra.
Curling in carrozzina
Si usa, come per l’hockey, un disco
che scivola sul ghiaccio.
Goalball o Torball
È lo sport tipico delle persone non vedenti.
Si gioca nel silenzio assoluto con una palla sonora.
Hockey su ghiaccio su slittino
Rugby in carrozzina Ha
Si gioca con due mazze.
le regole di rugby e football
americano ed è giocato con una palla da pallavolo. Donne
e uomini giocano insieme.
Tennis da tavolo
(ping pong)
Si gioca anche in carrozzina.
Tennis in carrozzina
La palla può rimbalzare due volte.
Volley Si gioca in piedi o seduti,
rete più bassa e campo più
piccolo.
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Sport senza palla
Atletica leggera I non vedenti sono collegati a una cordicella
con un atleta normodotato. Vi sono gare in carrozzina e gli
amputati utilizzano protesi speciali molto sofisticate ed elastiche.
Canottaggio - Judo - Nuoto - Tiro con l’arco - Vela
Ciclismo Si usano biciclette, tricicli (per gli atleti cerebrolesi, che
non hanno molto equilibrio), tandem (non vedente con un vedente)
e handbike, carrozzine che permettono il movimento dei pedali
con le mani.
Danza sportiva in carrozzina
Si può danzare con un compagno “in piedi”.
Equitazione I cavalieri senza braccia
tengono le redini con la bocca.
Scherma in carrozzina La carrozzina
è fissata a terra.
Sci alpino I non vedenti hanno una guida
che con un megafono indica la strada. Chi non può stare in piedi
usa il monosci e bastoncini speciali.
Sci di fondo e Biathlon
Chi non può camminare usa un
doppio sci da fondo. Le persone non
vedenti gareggiano con una guida.
Sollevamento pesi Il solo tipo
di gara è la panca.
Tiro a segno Come per il tiro con l'arco, gli atleti non vedenti
hanno una cuffia che trasmette un suono più forte quando il mirino
è sul bersaglio.
Alcuni sport non si praticano alla Paralimpiade,
ma sono molto belli e importanti come
Baseball, Cricket, Golf e Wheelchair hockey.
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Sì, le parole sono proprio importanti.
Quante volte ci è capitato
di essere tristi o
Leggete questa tabella
arrabbiarci perché
con la mamma e con il papà
ci hanno indicato
in modo non bello
o a scuola con i maestri e i vostri
o sbagliato.
compagni. Magari provate a
Allora impariamo
anche noi a usare
le parole giuste.
In questa maniera
non offenderemo
nessuno.
immaginare o a trovare parole
nuove che non facciano male.
Il modo di parlare cambia
e ognuno può aiutare
a farlo.
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Ecco le parole giuste!
Da EVITARE DA USARE
Un handicappato, una
persona handicappata, un
disabile, una persona disabile
Una persona con una disabilità
(metti la persona al primo
posto invece che riferirti solo
alla sua disabilità)
Handicappato fisico
Persona con una disabilità fisica
Persona normale
Persona normodotata
(preferibilmente) o non disabile
Un paraplegico,
un tetraplegico
Un cieco
Un ritardato
Anormale, subnormale, difettoso,
deforme (sono termini negativi,
da non usare mai: feriscono la dignità)
Spastico
Afflitto da...
Confinato oppure relegato in
carrozzina (la carrozzina aiuta a
muoversi e non limita)
Menomato oppure invalido oppure
storpio
Malattia (molte disabilità
possono non essere causate
da malattia)
Carrozzella (la guidano i cavalli)
Tronco o moncone
Sofferente per, sofferenza
(una persona con disabilità non è
necessariamente sofferente)
Una persona con paraplegia,
tetraplegia
Una persona non vedente
o una persona ipovedente
o una persona cieca
Una persona con disabilità
intellettiva (o mentale)
Specifica la disabilità
Persona cerebrolesa o con una
paralisi cerebrale o con una
lesione cerebrale
Una persona con… (disabilità)
Usa una carrozzina
Con una disabilità fisica
disabilità o condizione o
indebolimento
Carrozzina
Una persona amputata, amputazione
Persona con… (disabilità)
Vittima (le persone con disabilità
Persona con… (disabilità)
non sono tutte vittime e preferiscono
non essere percepite
come tali)
Quelle in ROSSO sono le parole
da evitare assolutamente,
le altre sono indicazioni.
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