AzioneCattolicaItaliana 5. L’incontro che invia areafamiglia e vita GenitoriPer 16.5 Il Catalogo Viaggi Alessia, Paolo, Jonathan, Emanuele, Henneke’ e Francesco, questi i componenti di una famiglia “speciale”. I protagonisti di un viaggio, forse una favola (anche se questa è realtà) andata a buon fine. Una favola raccontata nella bella testimonianza che ci hanno voluto regalare i suoi protagonisti. Una famiglia semplice, anzi “normale” oseremmo dire, come ce ne sono tante. Una famiglia, però, che un giorno ha avuto il coraggio di intraprendere un viaggio, anche difficile, come vedremo, che li ha portati alla consapevolezza che i figli sono un dono. Una grazia che il Signore ci dona, una responsabilità che Lui ci affida e non un modo per soddisfare il nostro ego. Una vita che prima era lontana dalla Chiesa e che poi, grazie ad essa, trova la forza per affrontare e portare a termine questa difficile esperienza. Quel viaggio, una costante del loro percorso, ha cambiato la vita di Alessia e Paolo; l’incontro con Jonathan li fa diventare famiglia che inizia così il suo viaggio nel mondo…. Video – testimonianza famiglia Console https://youtu.be/-3YdtzfwXHs “Genitori di cuore, genitori di pancia” Dopo il video invitiamo il gruppo alla discussione. La Meta del Viaggio In viaggio (Fiorella Mannoia) Domani partirai non ti posso accompagnare sarai sola nel viaggio io non posso venire il tempo sarà lungo e la tua strada incerta il calore del mio amore sarà la tua coperta ho temuto questo giorno è arrivato così in fretta e adesso devi andare la vita non aspetta guado le mie mani ora che siamo sole non ho altro da offrirti solo le mie parole Rivendica il diritto ad essere felice non dar retta alla gente non sa quello che dice e non aver paura ma non ti fidare se il gioco è troppo facile avrai qualcosa da pagare - Sud, 2012 Ed io ti penserò in silenzio nelle notti d'estate, nell'ora del tramonto quando si oscusa il mondo l'ora muta delle fate e parlerò al mio cuore, più forte perché tu lo possa sentire è questo il nostro accordo prima di partire prima di partire domani ... non ti voltare Ama la tua terra non la tradire non badare alle offese lasciali dire ricorda che l'umiltà apre tutte le porte e che la conoscenza ti renderà più forte Lo sai che l'onestà non è un concetto vecchio non vergognarti mai quando ti guardi nello specchio non invocare aiuto nelle notte di tempesta e non ti sottomettere tieni alta la testa AMA, LA TUA TERRA AMA, NON LA TRADIRE non frenare l'allegria non tenerla tra le dita ricorda che l'ironia ti salverà la vita ti salverà... Ed io ti penserò in silenzio nelle notti d'estate, nell'ora del tramonto quella muta delle fate e parlerò al mio cuore perché, domani partirai in silenzio ma in una notte di estate io ti verrò a cercare io ti verrò a parlare e griderò al mio cuore perché...tu lo possa sentire si, lo possa sentire TU LO POSSA SENTIRE... AzioneCattolicaItaliana 5. L’incontro che invia areafamiglia e vita GenitoriPer 16.5 Domande per stimolare la discussione: • In questo viaggio non siamo soli: abbiamo accanto persone che ci vogliono bene, che ci aiutano, ci sostengono sempre verso nuove mete oppure esistono persone che ci ostacolano e interrompono il nostro cammino e non guardano nella nostra stessa direzione? • Un viaggio è fatto di vittorie e sconfitte, di arrivi e partenze, di passi avanti e indietro, di scontri ed incontri…raccontiamoci. Tecnica di confronto: l’intervista reciproca Ci si divide a coppie (i componenti non devono appartenere alla stessa famiglia) all’interno delle quali ognuno a turno esporrà, per un tempo max di due minuti a persona, il proprio punto di vista in merito alla domanda/riflessione proposta. Le Coordinate GPS Un percorso ad ostacoli verso la felicità. Quella che non è data in partenza ma che si può trovare mettendosi in gioco, facendo le valigie, andando in cerca di figli che la natura non ha regalato. E’ la storia de “Il mare non chiude mai” scritto dalla madre adottiva di tre bambini di 6, 4 e 3 anni. Alla base, un’esperienza nei centri per la cura dell’infertilità. Ma ad essere raccontato è tutto ciò che segue al tentativo di fecondazione assistita. Un percorso a tappe che porta a costruire una vera famiglia. Siamo tutti un po’ orfani in partenza e genitori non nasciamo, ma possiamo con fatica diventarlo. […] Del resto, è una storia scritta nel ciclo delle cose: ci sono genitori biologici che non ce la fanno, e genitori adottivi che raccolgono il testimone da terra cercando di ricostituire, per il bene dei bambini, una naturalità non contenuta nei geni ma negli affetti. Un passaggio carico di tentennamenti, euforie, dubbi, ma anche di errori. Per raccontare questo passaggio, ho deciso di prendere a prestito il nome di una capra: Amaltea, una madre animale piú madre di tante madri umane. A differenza della pecora, la capra non è completamente stolida, ma neanche troppo intelligente. Cioè, è di un’intelligenza media: se la cava bene a saltare da una rupe all’altra, osserva sempre un po’ dall’alto, cosa che la può far apparire presuntuosa. Ma alla fine è una creatura altruista. C’è da dire che Amaltea era una supercapra: allattò Zeus sul monte Ida, in quel di Creta. Saturno, il padre, lo avrebbe mangiato se non se ne fosse presa cura lei, amandolo come un vero capretto. Per i propri uffici ha avuto anche una celeste ricompensa: il nome di un astro. Quindi, in qualche modo è ancora lí. Basta alzare gli occhi al cielo quando è notte fonda per vederla. (Amaltea, Il mare non chiude mai, 2015 Einaudi) Domande • • • • per stimolare la discussione: Conosciamo alcune di queste realtà di famiglie adottive? Come potremmo sostenere queste situazioni? Quali problemi si riscontrano più di frequente? Come aiutare queste famiglie? Alcuni siti che potrebbero interessare: www.famiglieadottive.it/mission www.rosariodellemamme.org http://asuaimmagine.blog.rai.it/2009/04/28/card-martini-cari-genitori-non-temete/ AzioneCattolicaItaliana 5. L’incontro che invia areafamiglia e vita GenitoriPer 16.5 Un Aiuto per il Viaggio Luca 10,29-37 La parabola narrata nel vangelo di Luca parte da una domanda che il dottore della Legge rivolge a Gesù: "E chi è il mio prossimo?" (v. 29), cioè: “Chi devo considerare mio prossimo?” Prossimo è chiunque tu incontri sul tuo cammino, prossimo è chiunque ha bisogno di te. E’ facile e comodo far finta di non vedere o degnarsi di un semplice sguardo di commiserazione di fronte alle necessità e alle sofferenze di chi ci è accanto, come fanno il sacerdote e il levita; difficile è saper vincere il proprio egoismo, uscire dall’individualismo per andare verso gli altri, rimettendoci e pagando di persona, come fa il samaritano. Egli è immagine dell’amore misericordioso che Gesù ha verso ognuno di noi. E ci richiama l’amore che ognuno di noi deve avere nei confronti del prossimo:"Và e anche tu fà lo stesso". Dal momento in cui diventiamo genitori siamo chiamati a vivere la misericordia vera che non si esaurisce nelle parole e nei sentimenti, ma si concretizza nell’azione; siamo chiamati a prenderci cura dei nostri figli realizzando gli stessi atti del Samaritano che Gesù descrive con estrema raffinatezza: · “Gli si fece vicino”: da genitori siamo chiamati a guardare i nostri figli, per renderci conto di come realmente sono, vederli da vicino, riconoscere le situazioni di sofferenza che vivono. Vuol dire ascoltarli, pregare per loro… · “Gli fasciò le ferite”: Dopo essere stati accanto, dopo aver visto le ferite, è necessario fasciarle, ponendo dei gesti di vicinanza, di premura, di gentilezza, di attenzione… · “Versò olio e vino”: Versare nelle ferite dei nostri figli, ciò che di più buono abbiamo dentro di noi: l’olio della consolazione, il vino della gioia, comunicare la nostra fede e la speranza…. · “Lo condusse alla locanda”: prendersi cura dei propri figli significa anche saperli affidare agli altri (ai nonni, agli insegnanti, agli educatori) con fiducia e con la consapevolezza che non si tratta di un abbandono o di un demandare agli altri il proprio ruolo genitoriale, ma di dare ai figli e ai genitori la possibilità di intraprendere ognuno il proprio viaggio. La Foto Ricordo PREGHIERA PER I FIGLI CHE VORREMMO Gesù desideriamo donare il nostro amore ad altre creature come noi lo abbiamo ricevuto. Desideriamo una famiglia numerosa e una casa piena di gridolini e schiamazzi. Desideriamo svegliarci tardi la domenica per coccolarci e giocare tutti insieme nel lettone. Desideriamo alzarci ogni giorno per preparare la colazione ad un cucciolo assonnato, portarlo a scuola e augurargli buona giornata, pensarlo ogni momento anche se non siamo con lui, pranzare insieme raccontandoci come è andata, insegnargli a leggere e disegnare con lui, vederlo ridere e giocare nel prato insieme ad altri bimbi, asciugargli le lacrime quando è triste o rincuorarlo nei momenti bui. Desideriamo vederlo aspettare a braccia aperte il suo papà e saltargli al collo quando torna dal lavoro, tenerlo in braccio e accarezzarlo mentre guarda il suo cartone preferito, metterlo a nanna con il bacio della buonanotte raccontandogli la sua favola prediletta, ammirarlo mentre dorme e pensare che è il regalo più bello che poteva esserci fatto. Signore, aiutaci a capire che, sia che abbia i nostri stessi occhi o la pelle color cioccolata, questo figlio sarà una persona unica e speciale…proprio come lo siamo noi! Aiutaci a comprendere che non sarà l’averlo partorito e allattato a farcelo sentire più o meno figlio o più o meno degno di essere amato. Aiutaci a non dimenticare che non è il legame di sangue o la somiglianza fisica a farcelo sentire più unito a noi, ma è la volontà di amarlo e accoglierlo incondizionatamente e totalmente per quello che è. Aiutaci ad essere sempre attenti ai segnali che ci manderà e a non ignorarli. Aiutaci a metterci sempre in ascolto dei suoi bisogni più che dei nostri. Aiutaci a farlo diventare un adulto sereno che, pieno d’amore, sarà in grado di spargerlo a sua volta a piene mani, rendendo la terra feconda.