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Anno 8, Numero 7
Settembre 2015
www.giornalepantheon.it
mio
tuo
nostro
Sharing
economy
Soluzioni e vantaggi di una
nuova economia di scambio
CONDIVIDI
MIGRANTI
TOCATì
UNIVERSITÀ
ARCHIVIO DI STATO
Reportage dai campi
della Macedonia
I segreti
del successo
Kidsuniversity:
l’ateneo dei bambini
L’intervista al direttore
Roberto Mazzei
“
di Matteo
N
EDITORIALE
Dov’è fini to lo spiri to solidal e tanto
decantato dal modello europeista
e dall a nostra cul tura cristiana?
Scolari
ovembre 1989, il governo della Germania Est,
messo sotto pressione
dopo settimane di disordini interni e dopo ripetuti
tentativi dei berlinesi della DDR
di varcare il confine occidentale
passando anche dall’Ungheria
verso l’Austria, decide di allentare i presidi nella città di Berlino e permettere nuovamente la
circolazione delle persone. La
sera del 9 novembre 1989 migliaia di tedeschi di Berlino Est
scavalcano il muro e dopo 28
anni viene cancellata, di fatto,
la cortina di ferro.
Fu un evento epocale, i ragazzi
della mia generazione e le persone più grandi di me hanno
ancora negli occhi e nella mente quelle immagini di giubilo,
di esultanza e di fratellanza tra
le persone. Quella sera respirammo tutti un profondo senso
di libertà. La fine della Guerra
Fredda, la fine di una minaccia
nucleare tra Stati Uniti e blocco
sovietico che aveva tenuto col
fiato sospeso per quasi un trentennio il mondo intero.
Quella sera, quei fatti e quella
gente consegnarono alla storia
un messaggio che pensavamo
fosse “per sempre” in un Europa finalmente riunita, in un continente che stava spalancando
le porte alla vera o presunta
democrazia europeista, in un
continente che si apprestava
a portare a termine proprio in
quei mesi la convenzione di Dublino e gli accordi di Shengen.
Il messaggio: mai più barriere,
mai più divisioni.
Sensazione effimera. La dissoluzione della ex Jugoslavia negli anni immediatamente successivi, le tensioni tra i Paesi ex
sovietici poi, le repressioni degli
anni 2000 da parte dei governi nordafricani e mediorientali
che hanno portato alla nascita della cosiddetta primavera
araba, fino ad arrivare alle più
recenti contraddizioni interne
agli stati dell’Europa continentale in termini di immigrazione
e accoglienza hanno messo in
crisi questo grande ideale partorito quella notte davanti alla
porta di Brandeburgo.
La cortina di filo spinato ultimata in questi giorni in Ungheria
ai confini con la Serbia, l’esercito bulgaro schierato alla frontiera con la Turchia, la reintroduzione dei controlli al confine
da parte di Austria e Slovenia,
”
seppure temporanei, denotano
un clima di tensione palpabile
e, soprattutto, un’incapacità o
una volontà politica che punta
più alla disgregazione che alla
cooperazione tra stati.
L’ottanta per cento dei forti
flussi migratori che stanno interessando la rotta balcanica,
secondo le ultime fonti ufficiali
della Caritas, è rappresentato
da persone siriane in fuga da
una guerra civile che dura almeno da quattro anni. Un altro
dieci per cento da iracheni e
afgani che scelgono di partire
e lasciare tutto non certo per
rincorrere sogni di gloria, ma
evidentemente spinti dalla disperazione.
In questo quadro generale, non
trovare un accordo politico a
livello comunitario, internazionale, o un piano di gestione
dell’emergenze degno di un
continente civile come il nostro
non solo denota un senso di
deresponsabilizzazione istituzionale preoccupante, ma rappresenta una delle più grandi
barbarie che possano esistere.
Dov’è finito lo spirito solidale
tanto decantato dal modello
europeista e dalla nostra cultura cristiana?
Non rimaniamo indifferenti a
tutto questo. Saremmo in qualche modo complici di chi, in
questo momento, si sta voltando dall’altra parte.
Chi nel cammino dell a vita ha acceso anche sol tanto
una fiaccol a nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano.
Madre Teresa di Calcutta
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n.1792 del 5/4/2008
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6
14
16
18
28
32
PRIMO PIANO
Sharing economy
La terza via dell’economia
dello scambio.
HI-TECH
Spreco alimentare
Le App per ridurre e
condividere gli avanzi.
SOMMARIO
TERRITORIO
Sostenibilità, edilizia e design
40 Case al 100% naturali; la sfida di
42
DIFFERENZIATA
La classifica di Legambiente
Ecco i comuni che riciclano meglio.
CREDITO&IMPRESA
Mompreneur, il business
delle mamme
Tra pannolini e biberon,
donne che “fanno impresa”.
44
46
Villa Mattarana
tre ragazzi della Val d’Illasi.
Alla scoperta di un’altra
perla del veronese.
SALUTE&BENESSERE
WEB
Sul ring della vita contro la
Sclerosi Multipla
54
Il parere di Antonio Giordano, presidente
AISM Verona.
SOLIDARIETA’&NO PROFIT
CSV in festa
I volti del volontariato scaligero
scendono in piazza.
56
SPECIALE GRANDE
GUERRA
AltaLessinia.com
Presentato il nuovo portale per
la promozione territoriale.
PANTHEON
UNDERGROUND
Storie di musica
Il blues reinventato dei Fostroo e
l’eclettismo coraggioso dei
Methodica.
Canti di guerra
58
Quando la musica riesce a farsi memoria.
ACCOGLIENZA&TURISMO
CITTA’
Al via il 13esimo Tocatì
A tu per tu con Paolo Vigo,
presidente dell’Ass.Giochi Antichi.
50
ARTE&CULTURA
48
UNIVERSITÀ
Kidsuniversity e l’ateneo
si fa piccolo
Intervista alla prof.ssa Adriana Cavarero.
In cucina
con
Porte aperte
all’Archivio di Stato
Il direttore Roberto Mazzei ci racconta i
segreti del gioiello scaligero.
Nicole
59
speciale marmomacc
Redazione e Collaboratori
LIBRO DEL
MESE
60
Direttore responsabile: Matteo Scolari
Direzione editoriale: Miryam Scandola
Redazione: Matteo Scolari, Moira Falzi, Miryam Scandola, Flavio Brutti, Chiara Boni.
Ponti e Muri
Hanno collaborato al numero di Settembre 2015:
Matteo Bellamoli, Marta Bicego, Chiara Boni, Giorgia Castagna,
Francesca Mauli, Marco Nicolis, Emanuele Pezzo, Camilla Pisani,
da p.20
Erika Prandi, Miryam Scandola, Nicole Scevaroli, Alessandra Scolari,
Ingrid Sommacampagna, Giovanna Tondini, Mattia Zuanni.
Macedonia 21
Copertina: Flavio Brutti
Palestina 24
Progetto grafico: Flavio Brutti
Albania 26
Società editrice: InfoVal S.r.l.
Redazione: Via Torricelli, 37 (ZAI-Verona) - P.Iva: 03755460239 - tel. 045.8650746 - fax. 045.8492248
mail: [email protected] - web: www.giornalepantheon.it - Facebook/Pantheon - Twitter: @pantheonvr
Sviluppo commerciale e pubblicità:
Moira Falzi 340.8775197
Contributi per Pantheon Magazine:
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PRIMO PIANO
6
Sognando
La
terza viaimpresa
dell’economia dello scambio
“Sharing is caring”
Pantheon
di Camilla Pisani
Siamo pronti a condividere?
Trovare un passaggio in auto o affittare un appartamento, cenare a casa di uno sconosciuto o noleggiare un abito di gala. L’economia collaborativa si adatta a target ed esigenze
diverse portando con sé un messaggio universale: si può utilizzare senza possedere. Risparmiando tempo, denaro e ambiente.
«P
er vivere consumando
quanto facciamo oggi ci
vuole un pianeta e mezzo». Il giornalista Ugo Mattei,
nel suo libro Il beniconsumismo e
i suoi nemici, preannuncia quella
che si sta configurando come la
fine dell’era capitalistica. La logica
del profitto individuale, almeno in
determinati ambiti e per determinate categorie sociali, sta cedendo
il passo ad un nuovo modello economico basato sull’utilizzo di risorse che non si possiedono. Valgono
lo scambio, il noleggio, l’affitto e
anche il baratto. Ma non l’acquisto.
La cosiddetta sharing economy
è l’espressione con la quale, convenzionalmente, si indica la possibilità di condividere con terzi ciò
che si possiede, sia un bene materiale, come l’automobile, la casa
per le vacanze o l’attrezzatura per
andare a pescare, sia intellettuale, come particolari conoscenze o
competenze professionali. L’economia collaborativa è accessibile a
milioni di persone, potenzialmente
a tutto il mondo, perché l’incontro
tra domanda e offerta avviene, di
norma, sul web: esistono siti specializzati, social network appositi
e App dedicate. Qualche esempio
pratico? Per risparmiare sulle vacanze, su scambiocasa.com una
famiglia italiana può facilmente
trovare una famiglia francese con
cui scambiare l’appartamento
durante i mesi estivi. Per non dilapidare un capitale durante un
weekend all’estero, lo studente
può consultare airbnb.com e trovare un posto letto più economico
di un hotel a casa di un privato. Su
couchsurfing.com, a sua disposi-
zione c’è anche un divano gratuito.
Per un’esperienza gastronomica
local e low cost, il turista può decidere di cenare da uno sconosciuto: troverà l’offerta più adatta ai
suoi gusti e alle sue tasche su siti
come gnammo.com, eatwith.com
o vizeat.com. Per raggiungere l’altra parte della città senza dover
aspettare un autobus o chiamare
un dispendioso servizio taxi, il lavoratore in trasferta può utilizzare
un conducente privato, contattato
attraverso l’App uber.com che, per
pochi spiccioli, lo accompagnerà
dove vuole. Organizzare una festa di compleanno al risparmio
è possibile noleggiando a pochi
euro una macchina per il fumo o
un carretto dei gelati su locloc.it o
affittando una location memorabile su whataspace.it. Mettendo
in atto scambi di questo tipo, gli
utenti che si mettono a disposizione possono guadagnare un piccolo credito e, allo stesso tempo, gli
utenti che ne approfittano pagano una cifra decisamente minore
rispetto al costo che il servizio o
il prodotto ri-utilizzato hanno sul
mercato tradizionale. Si parla di
micro-business tra privati: piccole
cifre ma che permettono a qualcuno di arrotondare lo stipendio e
a qualcun altro di risparmiare denaro che non potrebbe spendere.
Ovviamente, le piattaforme collaborative sono ambienti sicuri, dove
gli utenti devono - ma soprattutto
possono - fidarsi gli uni degli altri, perché se alla base di questa
pratica c’è il contatto con perfetti
sconosciuti, sono i siti stessi a garantire la massima trasparenza,
Pantheon
7
Sharing economy:
i numeri in Italia
160 sono le piattaforme web attive in
Italia che rendono disponibili i propri
servizi o beni, di queste il 30% è attivo nel crowdfunding (il finanziamento di progetti attraverso la ricerca di
investitori sul web); il 20% nei beni di
consumo; il 12% nei trasporti; il 10% nel
turismo; il 9% nel lavoro.
Il 13% della popolazione italiana ha utilizzato almeno una volta servizi di sharing. In Inghilterra il 64% e negli USA il
52%.
mostrando i profili personali di chi
propone un’offerta, i giudizi e le
recensioni stilate dagli altri consumatori. È questo il motivo per cui
l’aspetto economico non è il solo
a caratterizzare questo modello: il
valore sociale è fondamentale nello scambio e chi lo pratica è motivato anche dall’esperienza dell’in-
La terza via dell’economia dello scambio
I colossi:
• Airbnb (USA): con 12 mila ospiti giornalieri
e 50mila alloggi disponibili è valutata 26 miliardi di dollari
• Uber (USA): quotata 50 miliardi di dollari,
conta 2 milioni di corse al giorno
• Blabla Car (Francia): 20 milioni di utenti,
ha permesso di risparmiare 216 milioni di
euro ai conducenti, 550mila tonnellate di
carburante e 1 milione di tonnellate di anidride carbonica
In Italia:
• Gnammo (Italia): 100mila iscritti come
utenti e 3000 chef per una valutazione che
si attesta attorno ai 3 milioni di euro.
contro con l’altro e dal desiderio
di sentirsi utile. La condivisione è
fortemente basata sulla fiducia
perché abbiamo bisogno di sapere se possiamo fidarci delle persone che incontriamo online e alle
quali stiamo per affittare la nostra
casa. Allo stesso modo, prima di
condividere un viaggio in auto con
noi, gli utenti controlleranno se
qualcuno ci ha raccomandato. Un
altro vantaggio da non sottovalutare è l’opportunità di risparmiare
le risorse del territorio, si pensi ai
sevizi legati al trasporto pubblico,
come il bikesharing o il carpooling:
incentivando l’utilizzo delle biciclette o condividendo passaggi
auto, a beneficiarne non è solo il
nostro conto in banca ma anche
l’aria che respiriamo. Tutti. Ecco
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PRIMO PIANO
Sognando
La
terza viaimpresa
dell’economia dello scambio
8
Pantheon
Pantheon
9
La terza via dell’economia dello scambio
La Verona che collabora: sono
trentenni, lavoratori e sempre in viaggio
Trentenni, professionisti e viaggiatori, sia per piacere che per lavoro. Da un ristretto campione che abbiamo intervistato emerge un identikit del veronese che utilizza con disinvoltura le piattaforme di sharing economy. O almeno quelle più diffuse come BlaBlaCar, il sito per
offrire e ricevere passaggi su un’auto condivisa, Couchsurfing, il social dove si può mettere a
disposizione, gratuitamente, il proprio divano di casa per una notte e Gnammo, il sito tutto
italiano dedicato all’home restaurant, che mette in contatto chi ama le cene “al buio” con
chef amatoriali che si dilettano ai fornelli per commensali sconosciuti.
Chi offre:
• Andrea, 35 anni. «Recentemente ho ospitato gratuitamente una coppia di ragazzi francesi in viaggio on the road: sono arrivati da me la sera, si sono fatti una doccia e hanno dormito sul mio divano.
La mattina dopo sono ripartiti. Non era la prima volta, io non mi faccio molti problemi perché sono una
persona estroversa, ho vissuto a lungo all’estero e so cosa significa doversi adattare. Lo faccio anche
per crearmi una buona reputazione sul sito: ho in mente un viaggio a New York e spero che qualcuno mi
ospiti a sua volta».
Chi fruisce:
Chi offre:
• Giulia, 32 anni. «Sono una giornalista freelance senza stipendio fisso. Tra poche settimane dovrò
seguire un evento di due giorni a Torino e voglio risparmiare sull’hotel. Ho dato un’occhiata al sito per vedere se qualcuno offriva ospitalità in quella città e in quei giorni, per curiosità perché non è facile fidarsi.
Poi ho notato il profilo di una ragazza, più o meno coetanea, leggendo la sua bio (breve descrizione della
propria vita sul web, ndr) ho notato diversi interessi comuni e alla fine l’ho contattata. Mi farò ospitare da
lei ma le porterò comunque un piccolo pensiero per sdebitarmi».
• Gherardo, 35 anni. «Lavoro a Parma, ma sono veronese e il fine settimana torno sempre a casa.
Per risparmiare sulla benzina offro passaggi nel tragitto Parma-Verona il venerdì sera e in quello Verona-Parma la domenica o il lunedì mattina. Il costo del carburante è di circa 20 a viaggio. Viste le mete e
gli orari consolidati a volte mi capita di dare passaggi alle stesse persone, in genere studenti universitari.
Un passaggio mi permette di risparmiare circa un terzo del denaro ma impegnandomi di più, per esempio facendo tappe intermedie e caricando altre due persone, vado in pari».
Chi fruisce:
• Matilde, 30 anni. «Vivo a Roma ma spesso sono a Padova per lavoro e a Verona per rivedere la famiglia: il biglietto del
treno costa tra i 75 e 100 euro, dipende se è un Regionale o
una Freccia. Prenoto spesso passaggi con BlaBlacar perché il
costo medio della tratta va dai 20 ai 30 euro. Il risparmio è evidente. Vado sul sicuro perché scelgo solo conducenti che hanno
ricevuto molte recensioni, sia sulla guida che sulla simpatia e
disponibilità».
Chi offre:
• Maria Elena, 37 anni. «Vivo a Verona, ma vengo da Milano, dove la sharing economy è arrivata
anni fa: è una realtà che conosco da tempo. Sono iscritta a Gnammo perché adoro cucinare e incontrare
nuove persone e qui è facile perché è una città molto turistica. Io mi sono impegnata ad offrire pranzi
a prezzo fisso in pura tradizione scaligera, come il brasato con la pearà e vino Valpolicella a 35 euro. La
carne è un prodotto caro, quindi il mio margine di guadagno è di pochi euro, ma mi diverto e faccio amicizie in tutto il mondo».
Chi fruisce:
• Matteo, 32 anni. «Ho provato ad utilizzare Gnammo una volta, in gita a Milano per vedere l’Expo: la
cena non era un granché - riso freddo e birra - ma ho speso solo 15 euro e poi ero con amici, erano presenti molte altre persone e alla fine la cena si è rivelata un’occasione per far festa ed è stato comunque
divertente. Da solo, però, non credo sarei andato».
PRIMO PIANO
10
Sognando
La
terza viaimpresa
dell’economia dello scambio
Pantheon
Una vita a pane&sharing
G
ea Scancarello, classe
1980, è una “sharer” per
lavoro e per necessità.
Come reporter da ogni
angolo del mondo per diverse testate, vive con un piede a Milano
e con l’altro sull’aereo. «Che senso ha pagare un affitto quando a
casa non ci sono mai?» è quel che
deve aver pensato prima di iscriversi ad Airbnb e rivoluzionare la
sua vita di giornalista globe-trotter. Condividendo l’appartamento
copre qualche spesa e, dormendo
da un privato, risparmia e incontra
persone nuove. Conoscerle arricchisce il suo già ampio bagaglio
di storie da raccontare. Una volta entrata a far parte del popolo
della sharing economy ha deciso
di raccontare la sua esperienza in
un libro. Per raccogliere materiale, un anno e mezzo fa, si è iscritta
a tutte le piattaforme di economia collaborativa conosciute, da
Gnammo a Couchsurfing, da Airbnb a Timerepublik (le esilaranti
recensioni si possono leggere sul
suo blog www.paneesharing.it) e,
ad aprile, è uscito Mi fido di te. Un
nuovo modo di vivere con gli altri e
salvarsi: una raccolta di informazioni, episodi di vita vissuta e con-
Gea Scancarello
sigli pratici su come destreggiarsi
nel nuovo mondo condiviso.Noi
l’abbiamo incontrata.
Partiamo dall’ultima domanda: la
sharing economy funziona?
Dipende. Bisogna fare una distinzione tra i diversi fenomeni ricompresi sotto il «grande ombrello»,
come io lo chiamo, della sharing
economy. Ci sono esempi di economia collaborativa che hanno
saputo intercettare un bisogno
reale, a livello globale, che hanno ideato una soluzione efficace
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e che, perciò, oggi sono aziende
multimilionarie, grazie anche ad
investor e finanziatori che iniettano capitali. Airbnb ne è un esempio, come altri servizi legati al car
sharing. Poi ci sono le piccole piattaforme, come l’italiana LocLoc su
cui si noleggiano attrezzature particolari, che riescono a soddisfare
un nicchia ma che non trovano i
fondi per crescere, soprattutto in
Italia, dove in genere funzionano
bene i piccoli esperimenti locali la
cui riuscita è legata più bisogno di
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Pantheon
11
La terza via dell’economia dello scambio
socializzare che di fatturare, alla
voglia di entrare in contatto con le
persone. Penso soprattutto ai siti
di social eating e home restaurant.
Torniamo a te: come ti sei avvicinata a questo fenomeno?
Nel modo più banale. Mi faceva
comodo mettere da parte qualche
soldo, e visto che lasciavo spesso
la casa libera perché lavoro molto all’estero ho cominciato ad affittare l’appartamento su Airbnb
e, a mia volta, a cercare un posto letto attraverso il sito. Certo,
per me è molto importante anche
l’esperienza della condivisione,
l’arricchimento reciproco che avviene quando ospiti uno sconosciuto o sei tu l’ospite. Non c’è un
mero rapporto commerciale, c’è
uno scambio umano che ti richiede di non essere prevenuto. A me
è capitato di dormire ovunque, in
un monolocale a mezzo metro dal
proprietario ma anche in una dependance con tanto di elicottero
parcheggiato in giardino.
Non avere pregiudizi. È questo
che intendi intitolando il tuo libro:
Mi fido di te. Un nuovo modo di vivere con gli altri e salvarsi?
Sì, la fiducia è la vera moneta
dell’economia collaborativa. Quel
«salvarsi» sta a significare un interesse diverso da quello economico. Si può guadagnare e risparmiare, è vero, ma soprattutto si
torna al rapporto con le persone,
le aiuti o loro aiutano te. Superare la diffidenza nei confronti di
chi non conosci, facendo insieme
un’esperienza di condivisione: è un
meccanismo contrario a ciò su cui
si fonda il modello consumistico,
se ci pensiamo bene.
Il business tra privati è al centro
di polemiche dovute al vuoto normativo del modello. Questo ne
penalizzerà lo sviluppo?
Ormai l’utente si sta abituando a
utilizzare queste piattaforme, non
si tornerà più indietro. La responsabilità delle dure polemiche sorte
negli ultimi mesi attorno a servizi
come Uber o Airbnb non è da imputare ai tassisti né ai conducenti
privati, non agli albergatori né a chi
affitta casa propria. La responsabilità è delle istituzioni, che ancora
tardano a riconoscere il fenomeno
come parte integrante della vita
odierna e a regolamentarlo. C’è
una visione del mondo ancora antiquata ma da qualche parte si sta
mettendo in moto il cambiamento.
Seul è la prima città al mondo ad
essersi dotata di una costituzione
sulla sharing economy, perché là è
considerata una risorsa per il territorio.
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12
Sognando
terza viaimpresa
dell’economia dello scambio
PRIMO PIANO La
Pantheon
Energia e arte: due casi di
WeForGreen Sharing debuttano ad Expo
ForGreen Spa presenta all’Esposizione milanese un nuovo progetto di condivisione energetica promosso attraverso WeForGreen Sharing, una cooperativa nata in partnership
con Lifegate per lo sviluppo di piani di economia condivisa nel settore delle energie rinnovabili e della sostenibilità ambientale.
A
l via una grande iniziativa
cooperativistica all’insegna della condivisione di
forze verso la sostenibilità. Dopo l’esperienza dei modelli
cooperativi di Energyland e della
Cooperativa Energia Verde WeForGreen, ForGreen Spa, società
veronese specializzata nella creazione di progetti di condivisione
di energia da fonte rinnovabile,
ha sviluppato il primo progetto di
social network della sostenibilità,
ponendosi l’obiettivo di costituire
una nuova compagnia dedicata
allo sviluppo in proprio di iniziative
ecosostenibili. La cooperativa, denominata WeForGreen Sharing, si
è costituita lo scorso 24 luglio ma
il lancio ufficiale è avvenuto mercoledì 9 settembre, presso il Padiglione della Società Civile a Expo
Milano 2015. Nel corso dell’incontro è stato anche illustrato il primo progetto di energia condivisa,
realizzato insieme a LifeGate, società milanese che fornisce servizi di consulenza nell’ambito della
sostenibilità, che consentirà alle
famiglie e ai cittadini di diventare
contemporaneamente produttori
e consumatori di energia da fonte
fotovoltaica grazie al modello cooperativo. Rispetto a Energyland
e alla Cooperativa Energia Verde
WeForGreen, il progetto WeForGreen Sharing si pone degli obiettivi nuovi e ancora più ambiziosi,
mira infatti a coinvolgere oltre 600
persone nel prossimo biennio e a
produrre energia condivisa attraverso quattro impianti alimentati
da tre diverse fonti rinnovabili: il
fotovoltaico, l’eolico e l’idroelettrico. I primi impianti attivati da WeForGreen Sharing saranno le “Fattorie del Sole di Ugento e Racale”,
che si trovano in provincia di Lecce
e sono entrati in funzione tra fine
2010 ed inizio 2011. Le famiglie che
aderiscono al progetto scelgono di
diventare socie della Cooperativa
WeForGreen Sharing e partecipano all’acquisto dell’impianto solare
già in funzione, in grado di produrre l’energia necessaria a soddisfare il loro fabbisogno energetico. Nei
giorni scorsi sono iniziate le adesioni dei primi soci al progetto, che
prevede l’avvio della produzione a
13
La terza via dell’economia dello scambio
MyHomeGallery
economia condivisa Made in Verona
“Le fattorie del sole” di
Pantheon
partire dal 1 gennaio 2016. «La condivisione dell’energia è solo l’inizio
di una serie di progetti innovativi
all’interno della sharing economy»,
spiega Gabriele Nicolis, Presidente
di WeForGreen Sharing, «l’obiettivo
è quello di ampliare il modello cooperativo e dell’energia condivisa al
di là del mondo energetico, per diffonderlo ad altri settori economici,
ad esempio quello della mobilità,
per favorire un passaggio ad una
società più sostenibile dal punto
di vista economico e ambientale.
La vera natura della società è di
essere una fucina di progetti che
coinvolgano i cittadini, perché diventino produttori consapevoli e
sostenibili di molti di quei beni e
servizi di cui sono anche consumatori». Tra i soci fondatori del nuovo
progetto, oltre alla stessa ForGreen, presieduta da Germano Zanini,
e LifeGate, ci sono la Cooperativa
Energyland e la Cooperativa Energia Verde WeForGreen.
Gabriele Nicolis
Presidente
WeForGreen
Sharing
la piattaforma per soggiorni culturali a casa di un artista
Gli artisti iscritti al sito veronese accolgono nella propria casa appassionati d’arte, collezionisti o viaggiatori. Per il lancio della nuova versione del sito, la startup promuove in collaborazione con ArtVerona “A Public Conversation - Vis-àrt-vis”, rassegna dedicata all’innovazione culturale.
A
mmirare l’installazione di
uno scultore veneziano
mentre racconta la magia della vita in laguna.
Sorseggiare un aperitivo nell’atelier di una fotografa a Città del
Messico. Visitare Praga seguendo
i suggerimenti di un pittore locale. Ecco quello che può succedere
quando la sharing economy entra
nel mondo dell’arte, grazie a una
piattaforma digitale che permette
all’utente di visitare mostre «su misura» e condividere insieme all’artista esperienze uniche. La startup
veronese che ha fondato MyHomeGallery, di cui vi avevamo parlato
qualche tempo fa, ha inaugurato a
settembre una nuova versione del
sito, che permette agli artisti iscritti
di ideare nuovi percorsi per promuovere le proprie opere. Se fino a
poco tempo fa fotografi o scultori,
attraverso il loro profilo, potevano
organizzare esposizioni private tra
le mura di casa, oggi possono costruire proposte diverse scegliendo tra quattro categorie: «visit and
learn», che prevede una presentazione delle opere più l’organizzazione di un workshop, «visit and eat»,
che abbina al momento culturale
una cena in compagnia, «visit and
sleep», con possibilità di pernottamento e «visit and tour», per un giro
guidato nella città in cui vive l’autore. «Il concetto di sharing economy
come condivisione di esperienze
e spazi, virtuali ma anche reali, si
sta diffondendo in tutto il mondo
e noi stiamo cercando di portarlo
nell’arte - spiega la Ceo di MyHomeGallery, la consulente d’impresa veronese Giovanna Manganotti - le home gallery esistono già e
ogni giorno conoscenti e amici degli
Ti piace il progetto? Votalo qui
https://bando.che-fare.com/progetti-approvati/myhomegallery/
artisti le frequentano: si creano relazioni che, grazie al sito, diventano
scalabili e replicabili». In occasione
del rilancio della piattaforma, che
oggi conta ottocento artisti iscritti
da quindici paesi diversi, MyHomeGallery promuove “A Public Conversation - Vis-àrt-vis”, una lunga
rassegna culturale realizzata con
la collaborazione di ArtVerona. Si
comincia il 2 ottobre con la presentazione, nella sede di Reverse,
di un progetto di residenza curato
da Andrea Bruciati, direttore artistico di ArtVerona. Durante la serata verranno presentati gli otto
artisti, selezionati tra gli iscritti a
MyHomeGallery.org, scelti per la
realizzazione di un progetto artistico corale da portare a termine nell’arco di quindici giorni, che i
protagonisti trascorreranno lavo-
Giovanna Manganotti,
Nicola Miglioranzi, Stefano
Moletta, Francesco Sisorio, Claire
Adams e Claudia Iglesias Galvan.
rando gomito a gomito sulle colline
veronesi, al Camping Castel San
Pietro. L’opera finale verrà svelata al pubblico venerdì 16 ottobre,
durante l’evento di inaugurazione
di ArtVerona all’Associazione Culturale Interzona. In programma c’è
poi una due giorni di talk aperta
al pubblico, moderata dal giornalista Alessio Corazza. Sabato 10 e
domenica 11 ottobre esperti di settore si confronteranno sul tema
“Innovation is not a concept. It’s an
action”. Nella prima giornata si toccheranno aspetti come la reputazione degli artisti insieme a Flavia
Fossa Margutti, responsabile progetti editoriali Biennale di Venezia,
come curare un’esposizione, con
Andrea Bruciati, e di crowdfunding
con Silvana Davanzo, ambasciatrice italiana KissKissBankBank, piattaforma culturale leader in Europa.
Nella seconda giornata si tratterà
il tema della sharing economy nei
sistemi culturali con Chiara Rabbiosi, esperta di branding territoriale, di nuovi ecosistemi culturali,
con Christian Caliandro, storico e
critico d’arte contemporanea e del
ruolo dell’artista nel processo di innovazione sociale, con l’intervento
di Cristiano Seganfreddo, direttore
del Progetto Marzotto e direttore
scientifico di Corriere Innovazione.
14
Pantheon
Energia, ambiente & Hi Tech
“Doggy bag” e App innovative
così si riduce lo spreco alimentare
di Mattia Zuanni
S
In un mondo dove lo spreco di cibo si calcola attorno al 1,3 miliardi
di tonnellate all’anno, ci sono realtà che cercano di migliorare la
situazione globale, partendo da piccole cose, come un’app o un
semplice sacchetto di carta.
econdo una recente analisi della Coldiretti, un italiano su cinque quando esce
dal ristorante si porta a
casa gli avanzi con la cosiddetta
“doggy bag”, ma una percentuale superiore del 25% ritiene che
sia da maleducati, da poveracci e
volgare o si vergogna comunque
di richiederla. Con “Doggy bag”
si intende il classico contenitore per gli avanzi, pratica comune
negli Stati Uniti ma meno in Europa dove si sta diffondendo in
verità più come buona pratica di
singoli ristoratori che come politica comune. In Inghilterra con “Too
good to waste” si è avviata la più
grande campagna per l’uso della doggy bag a livello europeo. I
francesi hanno proposto la propria rivisitazione con le “Gourmet
bag” rilasciate dai ristoranti che
espongono il logo e, ancora, la Danimarca con la campagna “Stop
Wasting Food” ha messo insieme
gruppi di ristoratori responsabili
che tra le altre cose propongono
anche di impacchettare gli avanzi.
Non manca all’appello l’Italia che a
Milano ha riunito sotto la bandiera de “Il buono che avanza”, una
rete di ristoranti milanesi che assicurano la “schiscetta”(parola
del dialetto milanese sinonimo di
portavivande, ndr) a fine pranzo o
cena.
C’è da dire però che, sarà per l’ottima cucina italiana, o perché ci è
sempre stato detto che quello che
c’è nel piatto va finito, la maggior
parte delle persone intervistate (28%) dice di non lasciare mai
avanzi.
Quando parliamo di spreco, non ci
si ferma solo alle borsette di carta. Sia in Europa che negli Stati
Uniti, si stanno vedendo sempre
più applicazioni mobile che cercano di ridurre lo spreco di cibo. Di
seguito potete trovare un elenco
con una breve descrizione di alcune “app contro lo spreco”, tutte
sviluppate da giovani menti italiane.
Last Minute Sottocasa
Nasce a Torino, incubata dal Politecnico; si rivolge ai negozi di
quartiere, che a fine giornata possono proporre il cibo invenduto a
prezzi ribassati. Il servizio è attivo
in varie città con 25mila iscritti e
530 negozi aderenti. Un modo per
sostenere i negozi tradizionali, per
i quali la vita è sempre più difficile.
Breading App
Una piattaforma online per la redistribuzione del pane avanzato
da panetterie e negozi. L’applicazione permette ai panettieri, a
fine giornata, di segnalare con un
sms o con un messaggio online la
quantità rimasta. Grazie alla geolocalizzazione, un alert raggiunge
le associazioni di volontariato più
vicine (se registrate al servizio),
che possono prenotare il ritiro e
recarsi al negozio.
MyFoody
Il sistema – ideato da quattro giovani milanesi – segue la vita utile
dei prodotti rendendoli disponibili
a prezzo scontato quando si avvicinano alla scadenza. Gli utenti,
accedendo attraverso il web o su
app alla piattaforma, potranno
visualizzare in tempo reale tutti i
prodotti alimentari a rischio spreco presenti nella zona di interesse
e acquistarli a prezzo ridotto.
Pantheon
15
Energia, ambiente & Hi Tech
Quando esce dal ristorante richiede la doggy bag con gli avanzi?
Sempre, spesso, talvolta: 20%
Raramente : 12%
Non lascio mai avanzi :28%
No, perche non è educato, volgare, da poveracci o mi vergogno :25%
Non saprei cosa farmene : 14%
Non risponde: 1%
Fonte: Indagine Coldiretti/Ixe’
Ratatouille
Questa app per condividere il cibo
del proprio frigorifero nasce dalla
mente di quattro ragazzi di Treviso, vincitori del premio HACKathon101. Con la geolocalizzazione,
Ratatouille visualizza su una mappa i frigoriferi più vicini. Per ogni
alimento messo in condivisione è
possibile indicare data di scadenza, orari e giorni nei quali passare
a ritirarlo.
S-Cambiacibo
Creato da una startup di giovani,
ma sostenuto da Coop Adriatica,
questo sito permette ai comuni
cittadini di mettere in rete i pro-
dotti prossimi alla scadenza per
condividerli con gli altri utenti. Per
partecipare basta iscriversi al sito
e mettere in rete l’alimento che si
desidera offrire, magari con una
foto. Dall’altra parte, gli altri utenti
della community possono richiedere informazioni sul prodotto e
contattare il proprietario per ritirarlo gratuitamente. Tante idee, ma soprattutto tanta voglia di migliorare un paese
che, secondo il Barilla Center for
Food and Nutrition, ogni anno fa
finire tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di circa 37
miliardi di euro. Un costo di 450
euro all’anno per famiglia. Cibo
che basterebbe a sfamare, secondo la Coldiretti, circa 44 milioni
di persone.
DIFFERENZIATA Il Veneto la regione più “riciclona” d’Italia
16
Pantheon
Anche dai rifiuti passa la
sharing economy
di Matteo Bellamoli
Rivista di Legambiente
Riciclare per condividere salute, risparmio energetico e green economy. Una delle attività
quotidiane come quella di dividere i rifiuti analizzata dall’interessante classifica annuale di
Legambiente, pubblicata sulla rivista semestrale “Rifiuti Oggi”.
Pantheon
17
Il Veneto la regione più “riciclona” d’Italia
L'incendio alla Fertitalia, un
danno per tutta la provincia di Verona
Alla fine di agosto avrete sicuramente
letto sui quotidiani dell'incendio che ha
devastato la Fertitalia, azienda leader
nel compostaggio di rifiuti con sede nella bassa veronese, a Villa Bartolomea.
Qualche mese fa una troupe di Pantheon visitò l'azienda nell'ambito del
progetto europeo “Green-Blue-Energy
Factories” di GBE Factory, realizzando
un video degli impianti sviluppati dall'azienda in grado di trasformare i rifiuti
urbani organici e agricoli in fertilizzante
e in energia elettrica da essere reintrodotta nella rete di consumo. Da tutta
la redazione di Pantheon un in bocca
al lupo al presidente Pierluigi Pravato,
all'Ing. Elio Berardo e a tutto lo staff
dell'azienda perché possano riprendere quanto prima l'attività al 100%.
Fotografa il QR Code
per vedere il video
realizzato da Infoval
Srl sull’impianto di
Villa Bartolomea.
COMUNI VERONESI RICICLONI – SOPRA I 10.000 ABITANTI
POSIZIONE
1
POSIZIONE REGIONALE
23
COMUNE
ABITANTI
% RACC. DIFF. RIFIUTI FREE
Sant’Ambrogio di Valpolicella
11.756
79,20%
2
27
Sommacampagna
14.846
80,50%
3
29
Isola della Scala
11.577
85,30%
4
30
Negrar
17.196
75,90%
5
37
San Giovanni Lupatoto
24.923
75,60%
SI
COMUNI VERONESI RICICLONI – SOTTO I 10.000 ABITANTI
S
pesso non ce ne accorgiamo, ma comportamenti di
“sharing”, ovvero di condivisione, caratterizzano il
nostro vivere quotidiano e molto
spesso coincidono con pratiche che
migliorano il vivere comune e aumentano il senso civico di tutti noi.
Una di queste è il riciclo dei rifiuti che
tutti noi conosciamo, viviamo e più
o meno applichiamo. Condividere
la differenziazione dei rifiuti significa
migliorare la nostra vita, risparmiare energia in fase di smaltimento
e guadagnare in salute riutilizzando materiali di scarto per produrre
nuovi beni.
Cade a fagiolo all’interno degli
approfondimenti di cui avete letto anche nelle pagine precedenti
un’interessante ricerca pubblicata
sull’insolita rivista Rifiuti Oggi, redatta da Legambiente in due numeri
all’anno con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare. Legambiente
invia ogni anno a tutti i comuni italiani una scheda per capire il tasso
procapite e complessivo di raccolta
differenziata. Nel 2014, oltre 1500
municipalità tra tutte quelle che
hanno risposto hanno dichiarato di
raggiungere il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani (percentuale minima per essere considerati
“ricicloni” da Legambiente, ndr), ben
194 in più rispetto allo scorso anno,
nonostante gli accorpamenti e la
creazione di alcune unioni.
Ma quali sono questi comuni? Iniziamo dalla distribuzione nazionale. Rispetto al 2013, in cui il Nord ospitava
l’80,9% dei comuni virtuosi, il riciclaggio dei rifiuti si è leggermente diffuso anche al Centro e ancor di più al
Sud. Secondo la ricerca, il Nord conta 1150 comuni in classifica (75,5%), il
Centro 153 e il Sud 217 (quest’ultimo
in crescita del 68% rispetto al 2014).
Tra tutti questi, la ricerca premia
quelli che vengono considerati “rifiuti
free”, ovvero che hanno abbassato
il non riciclato a meno di 75 chili per
abitante all’anno, di fatto eliminando il problema dello smaltimento
dell’indifferenziato. In Veneto spiccano Ponzano Veneto (BL) e Ponte
Nelle Alpi (BL), il primo sopra i 10mila
abitanti e il secondo sotto. Per capire la straordinarietà di questi numeri
si pensi che la media nazionale è di
540 chili di indifferenziato pro capite
all’anno, poco più della media europea (500 chili pro capite).
Un altro bel risultato il fatto che tutte le regioni, eccetto la Val d’Aosta,
vantano almeno un comune tra i “ricicloni”, ma rispetto allo scorso anno,
ci sono dei cambiamenti. Il Nord ha
perso il suo primato, eccezione per
il Triveneto. Lombardia e Piemonte
sono state superate dalle Marche
e anche dalla Campania, dove la
maggioranza dei comuni si avvicina
alla soglia del 65%, con l’eccezione di
Napoli.
La regione più virtuosa rimane il
nostro Veneto (seguita da Friuli e
Marche) con 394 comuni oltre la soglia del 65% di differenziato su 579
(68%). Oltre ai poderosi risultati ottenuti dai due paesi bellunesi di cui
avete letto poco sopra, c’è da chiedersi quali siano i comuni della nostra provincia a meritare menzione
nella speciale classifica. Partiamo
da quelli sopra i 10mila abitanti. Per
trovare un comune scaligero occorre
scendere sino al ventitreesimo posto
(su un totale di 97 classificati), occupato da Sant’Ambrogio di Valpolicella, che con i suoi oltre 11700 abitanti
sfiora l’80% di raccolta differenziata.
Poco distante Sommacampagna
che supera di poco l’80% pur avendo oltre 14800 abitanti. Isola della
Scala è il primo comune veronese
“rifiuti free” oltre a superare l’85% di
differenziata con i suoi più di 11500
abitanti. Fra i comuni gialloblu sotto i
10mila abitanti compaiono alcuni dei
paesi della montagna e delle vallate pedemontane, a cui Pantheon è
particolarmente affezionato. Il primo
è Badia Calavena (54mo posto su
POSIZIONE
1
POSIZIONE REGIONALE
54
COMUNE
Badia Calavena
ABITANTI
2643
% RACC. DIFF. RIFIUTI FREE
77,6%
SI
2
81
Fumane
4.148
79,80%
3
96
Erbè
1.836
75,00%
4
108
Gazzo Veronese
5.405
82,00%
SI
5
109
Isola Rizza
3.284
84,10%
SI
* dati Legambiente, classifica “Comuni Ricicloni” 2015. Oltre alle percentuali di differenziato, la classifica tene conto anche della buona gestione risultante di fattori quali la riduzione della quantità totale di
rifiuti prodotti, la sicurezza dello smaltimento e l’efficacia del servizio. Ecco perché alcuni comuni con percentuali di RD maggiori risultano più in basso in classifica rispetto ad altri con percentuali di RD più alte.
295) che merita anche la coccarda
di “rifiuti free”. Comune che oltretutto
è uno dei pochi ad aver creduto, anche in montagna, alla bontà dell’eolico. Badia con i suoi 2600 abitanti
ricicla il 77,6% dei rifiuti. Seguono poi,
sul podio, Fumane ed Erbè, il primo
a 79,8% di differenziato con 4148
abitanti, il secondo con il 75% e i suoi
quasi 1900 abitanti.
E la città? Verona non compare nella classifica delle prime 97 sopra
i 10mila abitanti, ma viene citata
all’interno della ricerca per un pre-
mio conferito CoReVe (Consorzio Recupero Vetro) che ha insignito il nostro capoluogo di un riconoscimento
per gli alti tassi di raccolta vetro e
l’ottima qualità della raccolta che ha
permesso di ottimizzare il recupero e
massimizzare il riciclo dei materiali.
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veronesi di partecipare alla
grande esposizione universale
CREDITO & IMPRESA
18
P antheon
P antheon
19
CREDITO & IMPRESA
Mompreneur: quando a
fare business è la mamma
la famiglia o la carriera.
Troppo spesso il mercato del lavoro impone alle
donne una scelta univoca, quando non le relega a ruoli
demansionati, stipendi da fame o
contratti fantasma. I dati parlano
da soli. A settembre 2014, in Italia,
il tasso di occupazione femminile
era fermo al 46,7%. E, quando arrivano i figli, sulla percentuale relativa all’occupazione si registra un -5
con il primo figlio, -10 con il secondo e -23 quando i bambini diventano tre. Ma per le lavoratrici configli-a-carico oggi può esserci una
terza via, quella dell’auto imprenditorialità. Mompreneur è il neologismo francese che ha suggellato
l’affermarsi di una nuova figura
professionale. È la mamma che, un
po’ per scelta forzata e un po’ per
voglia di rivalsa, concretizza da sé,
con piccoli grandi progetti imprenditoriali, quella possibilità di conciliare casa e lavoro che aziende e
istituzioni supportano ancora troppo poco. Le donne cominciano ad
Eleonora Rizzi
organizzarsi da sole, individuando
possibilità di business attorno ad
interessi personali o attinenti al
mondo della maternità. E se l’indipendenza acquisita consente di
gestire facilmente il proprio tempo e i propri impegni, la presenza
dei figli sul luogo di lavoro è, ovviamente, scontata. Permettendo
anche di risparmiare sulla baby
sitter. Ed è così che, sempre in
Italia, il numero di imprese a guida femminile oggi si aggira intorno al milione e 300mila, il 21,4%
del totale. Secondo l’Osservatorio sull’imprenditoria femminile di
Unioncamere, entro il 2019 si arriverà anche al 29 per cento, quasi
una su tre.
La veronese Eleonora Rizzi, 31 anni,
ha cambiato vita e lavoro dopo la
nascita di Giulio, avvenuta due
anni fa, fondando www.supergi.it,
un portale di e-commerce dove si
possono acquistare prodotti per
bambini di alta qualità, ma a basso costo per tasche e ambiente.
Sul sito si possono trovare pannolini lavabili, capi di abbigliamento
in cotone ecologico e giochi realizzati con materiali privi di sostanze
tossiche o nocive. «Prima di diventare mamma mi accontentavo di
lavoretti saltuari, pagati male e in
ritardo», spiega Eleonora, che ha
una laurea in Scienze della Comunicazione e un Master su Immigrazione e Trasformazioni sociali,
«dopo il parto la situazione non era
migliore ma mi accorgevo sempre
di più di voler creare qualcosa di
A sinistra i prodotti di supergi.it. A destra una sala
dell’asilo “Papaveri e papere”
mio». La scelta del business è nata
spontaneamente a partire da uno
stile di vita già ben radicato: «Da
sempre faccio attenzione a ciò
che acquisto, comprando prodotti
ecologici per me, l’ho fatto da subito anche per mio figlio. Ho pensato
di proporli ad altre donne con un
valore aggiunto: consigliandoli da
mamma e non da commerciante,
perché la merce viene selezionata
in tutto il mondo e testata da me e
dalle mie clienti». L’avvio dell’attività è stato all’insegna del low cost,
partendo con un budget iniziale
di cinquemila euro: «Il sito l’ho realizzato da sola, a costo zero, con
il programma Shopify, il logo l’ha
creato un amico facendomi un
prezzo di favore, per il computer
ho speso mille euro e per la comunicazione sui social media cinquecento. Tutto il resto l’ho utilizzato
per l’acquisto dei primi prodotti
e ciò che guadagno con gli ordini
mensili lo investo in nuovi oggetti. Con questo ritmo i primi veri
stipendi arriveranno tra un anno
ma la soddisfazione mi ripaga di
tutto». Francesca Mori e Marcella
Guardini, 33 e 37 anni, fino al 2007
lavoravano come educatrici prima
di decidere di mettersi in proprio e
aprire, insieme, un asilo nido dedicato a mamme lavoratrici come
loro. «Papaveri e papere» ha sede
in un appartamento in affitto a
Pescantina, accoglie bimbi dai sei
mesi ai tre anni ed è aperto tutto
l’anno. «Chiudiamo una settimana a ferragosto e una a Natale»,
spiega Francesca, «così veniamo
incontro alle esigenze delle mamme che lavorano. La formula funziona e stiamo lavorando a pieno
regime». Le due socie, entrambe
madri, conciliano facilmente il loro
lavoro con la possibilità di crescere i propri pargoli: «Sono mamma
da nove mesi e, ovviamente, posso
lavorare e, allo stesso tempo, seguire mio figlio ogni giorno», conclude.
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O
di Camilla Pisani
L’alto tasso di disoccupazione, soprattutto quella femminile, è un fattore chiave, ma c’è dell’altro. Come la
voglia di affermarsi sul lavoro senza dover rinunciare a
crescere da sé i propri figli. Ecco perché, oggi, le mamme «fanno impresa» da sole, anche a Verona.
20
Pantheon
Pantheon
21
Storie dalla rotta balcanica
Pantheon nel
Chi non ha alternative,
non ha nulla da perdere
Mondo
di Miryam Scandola
foto di Marina Zerman
Esodo, marea, invasione. Ognuno sceglie le parole che la sua coscienza gli concede. Noi siamo
stati in Macedonia. Più precisamente a Gevgelija e a Tabanovce, zone di confine e quindi snodi
principali per i flussi di profughi. Vi raccontiamo i visi di quella carovana costante che sta attraversando i corridoi di mezza Europa.
C
Ponti & Muri
Pantheon nel Mondo
Macedonia 21
Palestina 24
Due piccoli siriani nel
campo provvisorio di
Gevgelija, Macedonia
Albania 26
Foto di Miryam Scandola
’è un giardino con l’irrigazione automatica, prima.
Poi le cose normali finiscono. Scendo dall’auto
che ci ha portato fino a Gevgeljia,
città tra la Grecia e la Macedonia e
mi guardo intorno. Disegna l’orizzonte una fila lunghissima, omogenea, spezzata solo dai controlli,
o da chi, nell’attesa, si accampa
per terra. Mi ferma lo sguardo
una bimba di appena un mese,
che ha come culla il cartone degli scatoloni dell’UNHCR. Ci sono
molti minori nel campo provvisorio
dove inizia la Macedonia, costruito
in velocità per allontanare il ricordo del 20 e del 21 agosto scorsi
quando una Skopje impreparata
aveva accolto i profughi con granate stordenti e gas lacrimogeno.
Gli altri, quelli più grandi, colorano
sui fogli, sotto il tendone costruito
dall’organizzazione internazionale.
Un maschietto vince la timidezza
di bambino e mi mostra il suo capolavoro; al centro c’è una barca.
Lo richiama la madre, o la sorella grande, non saprei dire, perché
mi nega il volto. Più in là conosco Fatima, 8 anni, che protegge
con attenzione il suo bagaglio; un
sacchetto di plastica. Lo tiene in
mano dalla Siria, l’ha trascinato in
Turchia e l’ha tenuto stretto tra le
gambe sulla barca, prima verso le
isole dell’Egeo e poi verso la Grecia. Lo apre per me, perchè veda i
suoi tesori.
Mentre scrivo sono settemila i profughi arrivati in un solo giorno, sul
suolo di quella che alcuni ancora
chiamano l’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.
Il mese scorso la Croce Rossa nazionale ha assistito 30.000 migranti, più di 8600 bambini e più
di 1200 donne in gravidanza. Molti
di loro «soffrono di disidratazione,
diarrea, scottature e vesciche», ci
racconta John Engendal Nissen
IFRC, Emergency communication
delegate per la Croce Rossa Macedonia. «Gli arrivi giornalieri sono
imprevedibili- continua Nissen secondo il Ministero degli Interni,
l’80% di loro sono siriani, un 5%
iracheni, un altro 5% afgani ed il
restante 10% viene da Pakistan,
Somalia, Palestina, Congo, Camerun, Nigeria ed Etiopia».
Rotta balcanica. Flussi giornalieri di almeno 4mila arrivi hanno,
come dire, dato dignità di nome a
questa via che evita la traversata
nel deserto e soprattutto sfugge
22
Pantheon
nel
Pantheon
Mondo
la Libia e la sua gravissima instabilità. Non si vogliono fermare,
vogliono tutti proseguire. «Germania», «Finlandia», sussurrano, sottovoce per non far svanire il sogno,
quando chiedo loro la meta, l’arrivo. C’è un cartello rosa, appiccicato all’ingresso del campo, con
il tariffario corretto, dove i prezzi
per i trasporti sono scritti bene.
Perché ci sono anche gli avvoltoi
della disperazione, e sono tassisti,
autisti di autobus che afferrano i
vantaggi della situazione speculando su un viaggio che si vuole
fare ad ogni costo. E pure in fretta,
prima che l’esempio dell’Ungheria
e della sua barriera metallica sul
confine meridionale, faccia scuola. Prima, insomma, che l’Europa
dell’Est chiuda tutto e ricominci con i suoi muri. Si va anche a
piedi. Lo scorso aprile, quattordici persone sono morte investite
da un treno in transito durante la
notte, a Veles. Anche noi raggiungiamo quell’opaco paesino dove
passa la ferrovia che dal confine
Storie dalla rotta balcanica
22
Pantheon
greco-macedone porta alla capitale e poi si srotola per sessanta
chilometri più a nord fino al confine serbo. Là incontriamo Lence
Zdravkin, dolce e scattante casalinga macedone. Da due anni, da
quando cioè sono iniziate ad arrivare le prime centinaia di profughi,
lei accetta, aiuta, offre. Un’eroina
della micro-accoglienza che ad
oggi, da sola, ha assistito cinquantamila profughi.
La Macedonia è piccola, la percorri tutta per forza. E così dopo
neanche tre ore di macchina arriviamo all’altro confine, quello serbo. A Tabanovce, rivedo la famiglia
con la quale avevo condiviso, nel
campo di Gevgelija, qualche parola e un sorriso. Mi riconoscono; di
nuovo un sorriso e poi con i pezzi
della loro vita, accatastati sul passeggino si avviano a piedi verso
la Serbia. «Dopo i 500 metri per
raggiungere la frontiera, percorrono altri 7 kilometri per arrivare
al primo villaggio dove possono
trovare i mezzi di trasporto fino a
Belgrado. Una volta arrivati hanno solo 72 ore per lasciare il paese
(anche il governo di Skopje concede 3 giorni ai profughi entrati
illegalmente, poi scatta l’arresto,
ndr)», ci spiega un volontario di
Legis, ONG macedone che, nelle
zone critiche, supporta i migranti.
Rivedo anche Firas. Giovane, siriano, con i Ray-Ban che gli coprono
gli occhi. Qualche ora prima, sotto
il sole greco, mi aveva raccontato il
suo passato. Nella sua Siria faceva l’attore, ed era pure bravo, ma
«c’erano le bombe».
«Partono non quelli disperati ma
quelli che sono in una situazione
disperata», conferma Alessandro Cadorin, coordinatore Caritas
Italiana per i Balcani del sud. L’11
settembre il Ministro degli Esteri
macedone Nikola Poposki ha annunciato che verrà costruita una
recinzione sul confine tra Grecia
e Macedonia. Probabilmente quel
muro non servirà a niente.
Perché chi non ha alternative non
ha nulla da perdere.
condo le stime ufficiali, la Macedonia
ha speso 800mila euro al mese solo
per rafforzare l’azione di controllo
della polizia sul proprio confine meridionale. (Fonte Dossier Balcani del
Sud 2015 Caritas Italiana)
Alcuni scatti dal confine tra Grecia e Macedonia. I migranti aspettano l’arrivo dei permessi
governativi per proseguire il viaggio.
Ad oggi, sulla questione dei migranti,
l’UE ha fornito a Skopje fondi umanitari per appena 90.656 euro, ma se-
Pantheon nel
Mondo
Reportage dalla Palestina
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Pantheon
Pantheon
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Reportage dalla Palestina
Pantheon nel
Mondo
Costruiamo ponti per abbattere muri
Dal 2012, Caritas Diocesana Veronese promuove incontri di scambio e condivisione attraverso i suoi Cantieri di Solidarietà, occasioni di confronto tra culture, lingue e religioni diverse
per i giovani. Anche quest’estate, Verona ha incontrato Zababdeh, con due corsi di musica,
un corso di lingua italiana e l’avventura di un blog che racconta questo incrocio di diversità.
di Giulia Zampieri Foto di Andrea Dal Prete
udito per percepire la melodiosa
armonia della lingua araba, in tutti
i suoi suoni. Che ogni cosa meritasse di essere scrutata, ascoltata, accarezzata due volte.
Ma soprattutto, la convinzione che
non ci sia ancora un senso capace
di comprendere la violenza che da
troppo tempo abita queste terre.
Arrivati a Zababdeh, ben presto
poi il silenzio che si meraviglia, incredulo, dei deserti che si rincorrono agli uliveti dietro il finestrino
di un’auto, ha lasciato il via libera
al vivace vociare dei bambini di
Zababdeh che durante l’estate
hanno imparato, assieme a noi,
“se Dio vuole”) perché è sempre a
Dio che spetta l’ultima parola.
Ma è ritornando, tra il cicaleccio
delle cinture che si allacciano, sorvolando città di nuvole, che abbiamo capito la cosa più importante:
che la vita, quella vera, è negli altri.
E che il dialogo è possibile, sempre, anche quando al tuo “Marhaba!” io rispondo “Ciao!”.
Per maggiori informazioni:
www.caritas.vr.it
Facebook: Cantieri di Solidarietà
E per scoprire Zababdeh:
zababdeh.blogspot.it
Infoval srl
I Cantieristi a Betlemme, davanti al muro . Dietro il murale: Make hummus, not walls (Fate l’hummus, non i muri, ndr)
qualcosa di bello: loro, che pizzicando sei corde o toccando i tasti
di un pianoforte nasce la musica.
Che essere gentili è importante, in
qualsiasi lingua, e che in italiano lo
si può essere usando due parole
semplici come “Grazie!” e “Prego!”.
Noi invece abbiamo imparato che
il makloubeh, un piatto a base di
riso, pollo e verdure, non si può
mangiare se prima non lo si capovolge in un piatto. Che rifiutare un
knafeh, dolcetto di pasta sfoglia
farcita di formaggio dolce, miele e
pistacchi, non è mai possibile.
Che ogni discussione si concluderà con “Inshallah” (letteralmente
C
antieri di Solidarietà è il
nome che hanno scelto
per loro, e non a caso,
perché vogliono fare
quello che si fa in un cantiere: costruire. Ponti, mai muri. Perché è
nell’accoglienza di due braccia che
collegano una riva all’altra che si
trova quella Solidarietà che portano nel nome. E perché invitare
all’ascolto e al dialogo, creando
scambi e relazioni, è sempre meglio che negarle, affidandosi al disperato grigiore di un muro.
Zababdeh è una piccola cittadina
palestinese a 100 km da Gerusalemme, e anche se quei 730 km
di muro che separano Palestina
e Israele non li vede davanti a sé,
ogni giorno, li sente, tutti, e li porta
nella propria storia, di ieri e di oggi.
Con la sua Parrocchia di Santa
Maria della Visitazione, gemellata
con la Diocesi di Verona, rappresenta un significativo esempio di
convivenza pacifica tra confessioni
e credo diversi.
Come la sua scuola parrocchiale, diretta dal Patriarcato Latino,
che ha fatto del rispetto per le diversità il proprio fondamento, fin
da quel lontano 1900, anno della
sua fondazione: aperta a cristiani
e musulmani, che sia un ponte di
cultura lo ricorda anche nella sua
architettura.
Ed è proprio tra le mura della
scuola, dove si costruisce il futuro dei giovani di Zababdeh, che si
è svolto il Cantiere 2015. Andrea,
Camilla, Lucia e Martina, i giovani
volontari per quest’anno, alla fine
di giugno sono partiti, più carichi
di entusiasmo che di bagagli. E io
con loro. Quello che sapevamo era
che arrivati in Palestina, armati dei
nostri guitarlele (strumento musicale, ndr) tanto attesi e desiderati
a Zababdeh, avremmo tenuto dei
corsi di musica (chitarra e pianoforte) e di lingua italiana, da documentare tramite un blog, (visit-zababdeh.blogpsot.it). La bellezza e
la gioia che ci ha travolti una volta
arrivati, questo no, non potevamo
immaginarlo.
Nelle due ore di viaggio che separano Tel Aviv, la capitale israeliana,
a Zababdeh una sensazione, lieve
eppure incessante, è stata la nostra sesta compagna di viaggio:
la certezza che cinque sensi non
bastassero per accogliere tutta
quella bellezza, che servisse più
vista per contenere lo splendore
di quei crinali dorati, e ancora più
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Pantheon nel
Mondo
|Il viaggio in Albania di un gruppo di veronesi
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Pantheon
Pantheon
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“THE ARTIST IS PRESENT”
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ovvero quando l’arte ritorna un ponte fra culture
L’artista è colui che rischia. E hanno rischiato davvero i ragazzi della Commissione Giovani e Missione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù che per quindici giorni nelle spiagge albanesi hanno
realizzato installazioni e performances artistiche. E, forse, hanno fatto bene.
di Miryam Scandola
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ortare il disturbato e dis
L’arte deve conf
turbare il co
modo. (Banksy)
U
na sfida immensa, faticosa, ammaliante. Linguaggi rinnovati per un’arte
che arriva ad essere quello che dovrebbe sempre essere:
bellezza che disarma la grettezza. Una manciata di alunni ed ex
alunni dell’Istituto Seghetti sono
volati in Albania per far scoprire e
scoprire a loro volta, quell’arte che
pulisce gli occhi e permette il bene.
Quindici giorni «di libera creazione
tra l’asfalto e la sabbia nel nord
dell’Albania; ritratti, colore, colla,
fotografia, performance, wasteart, poesia e danze». Con queste
parole racconta l’esperienza Lamberto Scolari, docente di Storia
dell’Arte presso l’istituto Seghetti
di Verona e mente operativa del
progetto. “The artist is present” è
il titolo dell’iniziativa, realizzata con
il sostegno di Fondazione Cattolica e EIKON Onlus che ha visto
protagonisti undici ragazze, una
religiosa e un professore dal 20
luglio al 4 agosto, nella Terra delle Aquile. Il progetto ruba il nome
alla celebre retrospettiva che Marina Abramovic ha confezionato
nel 2010 per il Mo.MA di New York.
La performance dell’artista serba che, per tre mesi, ha atteso i
visitatori iniziando con ciascuno
di loro un dialogo silenzioso, fatto
solo con lo sguardo, è stata riproposta anche dal gruppo veronese.
«Abbiamo conosciuto gli occhi di
decine di albanesi che decidevano di sedersi di fronte a noi: una
suggestione commovente che ci fa
meditare sulla funzione primaria
dell’Arte: entrare a pie’ pari nella
società creando falle nel presente». Tra i cortili, il lungomare le strade polverose di Shëngjin, la palude
di ToroviÇë, la pineta di Velipojë e
il villaggio di Gramsh «abbiamo
scritto il nostro libro della Bellezza condividendo con la gente di
ogni età l’Arte», sottolinea, convinto, l’insegnante che, da quasi dieci anni, grazie alle Figlie del Sacro
Cuore di Gesù, accompagna giovani in questo tipo di esperienze
multiculturali.
Guidato dagli stimoli provocatori
dell’artista veronese Chiara Ferrari, il gruppo ha coinvolto il popolo
albanese in attività creative che
sono state sempre introdotte da
piccole lezioni di arte contempo-
ranea come quella sui lavori del
brasiliano Vik Muniz che, con i catadores della discarica di Rio, ha
trasformato lo scarto in poesia. I
ragazzi italiani e albanesi che hanno partecipato al progetto, sono
stati così «felicemente folli» da realizzare anche un piccolo concorso
fotografico sulla bellezza da scovare nel brutto e nell’apparenza
dell’Albania occidentalizzata. Più
di settecento riprese, accompagnate da libricini colmi di versi liberi e abbozzate poesie; questo l’incredibile risultato. «Nel nostro Bel
Paese sapremmo ancora farlo?
Crederemmo- si domanda Scolari- a una decina di ragazzi che ci
chiedono di voler scoprir assieme
un po’ di bellezza, sul lungomare
romagnolo? Noi l’abbiamo cercata
tra le pieghe di un paese in difficoltà, sconquassato da cinquant’anni di dittatura; l’abbiamo scovata
tra le rughe dei sorrisi della gente
albanese: che vuole raccontare la
propria storia di ribellione al regime e ti invita, in una rovente giornata di luglio, al fresco di un orto
scutarino tra il profumo dei fichi,
per riposarti un poco».
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Pantheon
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Pantheon
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ACCOGLIENZA & TURISMO
La tradizione si fa gioco
con il TOCATì
di Giorgia Castagna
L
Il successo di questa manifestazione, giunta alla XIII edizione, passa anche da un’organizzazione impeccabile e la passione dei tanti
volontari, come ci spiega il presidente dell’Associazione Giochi Antichi Giorgio Paolo Avigo.
’Associazione Giochi Antichi
ha avuto l’onore di presentare la XIII edizione di Tocatì,
kermesse tanto amata dal
pubblico veronese, alla quale ogni
anno partecipano circa 300 giocatori italiani e stranieri pronti a
cimentarsi nelle antiche tradizioni
dei loro territori e a condividerle
con il pubblico. Il Festival che ha
animato la città per quattro giorni,
da giovedì 17 settembre a domenica 20, ha ospitato quest’anno
la Catalunya, un antico territorio
affacciato sul Mediterraneo, ricco
di tradizioni e di fascino, condividendo con questo circa quaranta
giochi tradizionali catalani e italiani posizionati gli uni accanto agli
altri per facilitare le comparazioni e le riflessioni del pubblico, che
viene anche invitato a intervenire
dai giocatori, pronti a condividere
antichi gesti ludici e a raccontare
abitudini e storia del loro territorio.
Per scoprire novità ed entrare nel
vero cuore pulsante del Festival
abbiamo intervistato Giorgio Paolo
Avigo, presidente dell’Associazione
Giochi Antichi.
Tredici anni di Tocatì, correva l’anno
2003. Difficoltà e soddisfazioni di
questo grande show di strada riconosciuto a livello europeo?
La difficoltà maggiore è quella di
coniugare la propria vita e quindi lavoro e famiglia con questa iniziativa
che necessità ora mai di essere seguita 365 giorni l’anno. Stiamo già
ponendo infatti, le basi per il Festival del 2017 (ci confida il presidente
con un tono di voce piacevolmente
divertito e allo stesso tempo meravigliato, ndr) a questo si aggiunga
che il 98% dello staff è formato da
volontari che con passione e dedizione sostengo il progetto. La crescita rapida registrata, dall’edizione
del 2003 quando il tutto si svolgeva in poco più di una piazza e una
via e i giochi, erano otto a oggi dove
la città è in sostanza un immenso
parco giochi questa si è una grande soddisfazione, ma non solo. Le
soddisfazioni vanno a mio avviso,
di pari passo con il coinvolgimento di amministrazione e cittadini e
vedere in questi tredici anni di Festival l’aiuto e il sostegno dei primi e una partecipazione attiva da
parte dei secondi non ha prezzo.
Sorprese e novità per questa edizione 2015?
Tra le sorprese sicuramente l’arrivo della Catalunya come terra
ospite, popolo cui aspiravamo e
che corteggiavamo da molti anni.
Proprio per l’attenzione che pone
alla tradizione del suo popolo, è
un territorio che ha molto da insegnare soprattutto grazie al suo
patrimonio immateriale, ricco di
tradizione e storia. Importanti saranno poi gli incontri organizzati
parallelamente, nomi di rilievo tra
scrittori, giornalisti, editori e studiosi passeranno da Verona anche
quest’anno per dare un contributo
culturale a questo Festival.
Quali sono le tappe fondamentali
che contraddistinguono maggiormente, a suo avviso, la storia del
Festival?
I passaggi che ci hanno portato a
essere uno dei Festival più importanti d’Europa sono tre. Come tre
sono i momenti fondamentali che
segnano, a mio avviso il Festival
veronese. Il primo è legato alla prima edizione, il riscontro ottenuto
in soli due giorni ci ha fatto capire
come e dove dovevamo investire.
L’attenzione andava posta sulle comunità di giocatori, loro i veri
protagonisti. Secondo traguardo è
stato l’essere venuti a contatto con
realtà e organizzazioni europee diverse. L’incontro ci ha fatto capire
che il nostro non doveva essere
un ragionamento isolato al nostro
territorio ma più esteso, dovevamo guardare oltre, verso l’estero. Il
confronto va fatto tra le diverse regioni italiane e le comunità europee
per far nascere un valore aggiunto:
questa contaminazione tra popoli
non è una novità degli ultimi anni e
non è da attribuire solamente alle
nuove tecnologie, alla comunicazione in rete, ai social network. La
relazione tra i giochi esiste da sempre ed è fantastico scoprirlo tutte
le volte, vedere come il gioco dei
birilli spagnolo e francese abbia le
stesse regole italiane, scoprire che
la lippa o s-cianco è un gioco che
non trova confini, giocato in tutto il mondo con regole pressoché
identiche. L’ultima tappa che se-
gna non solo un momento storico
per il Tocatì ma qualcosa che va
oltre, è la centralità acquisita nel
corso degli anni dal nostro desiderio di sostenere e promuovere i
giochi tradizionali come strumenti di valorizzazione del patrimonio
ambientale, architettonico nonché dei Beni culturali immateriali
cosi come sono stati riconosciuti
dall’UNESCO nel 2003 (anno della
prima edizione del Festival, ndr).
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Poche settimane alla fine dell’evento milanese
30
Pantheon
EXPO 2015: la chiusura si avvicina ma
VeronaExpo non si ferma
P antheon
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scopr i il mond o d i
di Chiara Boni
Quaranta giorni e poco più prima della chiusura dell’Esposizione Universale. Niente paura: VeronaExpo ha triplicato i suoi sforzi con tre viaggi a settimana e il grande impegno dei volontari
che accompagneranno i veronesi a Milano.
viaggio autobus
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58 €
Gli autobus di VeronaExpo partono ogni mercoledì, sabato e domenica. Il costo comprensivo di viaggio, biglietto d’ingresso e accompagnatore è di 58 Euro per gli adulti e di 38 per i ragazzi dai 4 ai 13, gratuito per i neonati fino a 3 anni.
I
l tempo stringe: poco più di un
mese e l’Expo Milano 2015 giungerà al termine. E se gli inizi
potevano essere detti tranquilli,
ora che il tempo è quasi scaduto
le visite giornaliere arrivano a cifre da capogiro. Complice forse il
meteo, ora più clemente rispetto
alle caldissime giornate di agosto, e l’incredibile successo mediatico, l’Expo registra facilmente
le 100mila unità giornaliere. Tanto
che l’organizzazione, per agevolare il traffico di turisti ha anticipato di un’ora l’apertura dei cancelli, alle 9.00 invece che le 10.00
per gli ingressi Merlata e Roserio.
Non c’è bisogno di dirlo, visitare
l’Expo è un’occasione più unica
che rara e con la chiusura dell’evento il 31 ottobre non c’è più
tempo da perdere per provare
l’esperienza magica di questa
esposizione universale. Per chi
ancora non avesse avuto l’oppor-
tunità di recarsi all’Expo, niente
paura: VeronaExpo, l’Associazione Temporanea di scopo nata
proprio per sfruttare al meglio
tutte le opportunità dell’evento
di Milano, offre a tutti i veronesi l’occasione di recarsi con il
massimo comfort all’Esposizione
Universale. «Uno degli obiettivi
che ci siamo posti quando è nata
l’ATS era quello di sensibilizzare
i cittadini veronesi nei confronti
di Expo e di dare la possibilità a
tutti, persone con disabilità comprese, la possibilità di partecipare a un evento che in Italia non
si ripeterà più da qui ai prossimi anni» afferma il presidente di
VeronaExpo, Matteo Scolari, che
aggiunge «ad oggi più di mille
persone ci hanno dato fiducia
salendo sui nostri pullman e la
stragrande maggioranza di loro
torna a casa dopo una giornata
intensa e ricca di emozioni con
la ripromessa di tornare a Expo
quanto prima. Per noi questa è
una soddisfazione straordinaria». VeronaExpo infatti ha già
accompagnato più di 1200 persone da Verona e zone limitrofe
all’Expo grazie ai bus organizzati settimanalmente, che oltre al
trasporto mette a disposizione
giovani accompagnatori formati
sui principali temi e servizi dell’Esposizione Universale. Una volta
all’interno, i volontari di VeronaExpo accompagneranno i turisti nelle principali attrazioni e nei
padiglioni più apprezzati con un
tour guidato.
Visto il boom di visite che non
sembra volersi fermare, VeronaExpo ha quindi triplicato il suo
impegno: tre autobus organizzati ogni settimana per assicurarsi
che tutti i veronesi colgano l’occasione di visitare l’Expo prima
della chiusura.
anzichè 75 euro
38€
per i bambini dai
4 ai 13 anni
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Ore 6:45 Partenza da CORSO P. NUOVA presso I GIARDINI PRADAVAL
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UNIVERSITà L’iniziativa Kidsuniversity arriva in città
32
Pantheon
L’Ateneo delle meraviglie
Il polo veronese fino al 27 settembre apre le porte a bambini e bambine. In programma laboratori, spettacoli, dimostrazioni, incontri e pure una mostra.
di Miryam Scandola
Si ringrazia per la collaborazione Alexandra Ciobotaru
È
stato scelto il compleanno di “Alice nel paese
delle meraviglie”, il centocinquantesimo per la precisione, per far entrare nelle sale del
sapere i più piccoli. L’eroina di una
favola senza principe, che insegue
la conoscenza e il piacere della
scoperta non poteva che essere
la madrina ideale della versione
scaligera della Kidsuniversity. Un
format didattico internazionale, in
Italia ancora poco diffuso, che l’Università, in stretta collaborazione
con il Gruppo Pleiadi, realtà leader
nella divulgazione scientifica, ha
inserito nel suo cartellone di eventi, Univeronaxexpo. Il progetto, che
gode del patrocinio del Comune
di Verona - Istruzione e dell’Ufficio Scolastico Regionale, realizzato
con il sostegno di Vivigas e con il
contributo di Wishdays e CAD it, è
rivolto in particolare ai bambini e ai
ragazzi di età compresa tra gli 8 e
i 13 anni.
Oltre 40 laboratori sono stato proposti dai docenti dell’ateneo scaligero che coprono tutti gli ambiti
di insegnamento e ricerca, dall’informatica alla biotecnologia, dalla
filosofia all’economia, per illustrare
agli adulti di domani le più recenti
ricerche e scoperte. Le attività non
si svolgeranno solo nelle strutture
del polo, ma coinvolgeranno, grazie all’entusiasta adesione, anche
diverse realtà del territorio, dalla
Biblioteca Civica al Museo di Castelvecchio, passando per Veronetta 129, D-Hub Atelier e il Museo
Africano. Noi abbiamo chiesto alla
prof.ssa Adriana Cavarero di raccontarci la prima edizione di questa Kidsuniversity veronese.
L’iniziativa è indirizzata ai bambini, un target piuttosto diverso da
quello che usufruisce del servizio
universitario. Una sfida significativa.....
Le sfide aprono sempre orizzonti
interessanti e stimolanti; la fascia
d’età (8-13) prioritaria per questa
iniziativa prevede di coinvolgere e
appassionare alla ricerca, bambini, bambine ma anche ragazzi e
ragazze che hanno come caratteristica caratteriale la curiosità e la
capacità di porsi continuamente
domande. A tali quesiti vorremmo
cercare di rispondere con competenza e passione, fornendo loro
approcci e strumenti utili, mettendoli in contatto con i nostri docenti,
ricercatori e con professionisti che
realizzeranno laboratori e attività interattive anche fuori le mura
dell’ateneo.
Tra gli eventi in programma, il
prossimo 25 settembre si terrà
Venetonight, la notte dei ricercatori. Perché è importante avvicinare i più piccoli, ma anche la
cittadinanza tutta, al mondo della
ricerca?
Riteniamo che il lavoro dei ricercatori sia spesso poco compreso
fino in fondo, solo perché si pensa
che la ricerca sia qualcosa di non
visibile, non utile. I più piccoli sono
il veicolo migliore per spiegare, in
quanto adulti di domani, che la ricerca scientifica può incidere positivamente sulle vite di tutti i giorni. Quest’anno abbiamo deciso di
inglobare la Notte dei Ricercatori
– che grazie all’unione di tutti gli
atenei veneti si presenza nella nostra regione come Veneto Night
– nella prima edizione della Kidsuniversity offrendo laboratori non
solo per studenti ma anche eventi
ed esperienze per adulti. Nell’anno
Pantheon
33
della luce offriremo una serata per
‘vivere’ le stesse sotto diversi punti di vista con dialoghi scientifici,
esperimenti e visioni notturne grazie alla collaborazione con l’Istituto
Nazionale di Astrofisica e Astrofili
veronesi.
Dalla classifica stilata dal Sole 24
Ore l’Università di Verona si conferma la migliore in Italia. Che valore ha questo riconoscimento per
l’ateneo?
Ha per noi un grande valore perché funge da riconoscimento del
lavoro fatto fin qui per raggiungere
l’eccellenza, sia nel campo della ricerca che in quello della didattica,
e, allo stesso tempo, funge da stimolo e incoraggiamento per fare
sempre meglio. L’università è una
comunità - di docenti, personale
tecnico-amministrativo e studenti
- ed è l’intera comunità ad assere premiata da una classifica che
ci vede al primo posto. Un risultato
del genere è comunque il frutto di
un impegno quotidiano da parte
di tutti. Siamo inoltre contenti che
L’iniziativa Kidsuniversity arriva in città
Prof.ssa Adriana Cavarero
Verona abbia un ateneo di cui può
essere fiera.
Come immagina l’università del
futuro?
Immagino un’università sempre
più aperta e internazionale. Ma
anche sempre più impegnata a
formare e a premiare i migliori, con
serietà e dedizione, ossia con impegno e giustizia. Immagino anche
un allentamento della stretta burocratica che purtroppo ci affligge.
Inoltre, la scommessa è riuscire a
comunicare, in modo sempre più
efficace e diretto, la nostra passione per la ricerca e la cultura,
interagire con la realtà, vicina e
lontana, che ci circonda. Ogni giovane di talento sarà il benvenuto!
L’immagine che abbiamo di noi, e
che tentiamo di comunicare, non è
quella di una torre eburnea ma di
una porta spalancata sul futuro e
sul mondo.
Nuova
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Collezione
AUTUNNO
INVERNO!
INGEGNERIA&SOCIETà
34
L’evento al Teatro Ristori
Talks Slidingdoors,
Pantheon
di Miryam Scandola
pensieri tra limiti e possibilità
Riflettere, contaminare e, perché no, anche condividere. Un incontro ricchissimo quello inserito nella rassegna Open. Ingegneri aperti alla città, che conta sei relatori di eccezione e la partecipazione straordinaria del cantautore David Van De Sfroos, insieme per valicare frontiere,
oltrepassare soglie.
D. Van De Sfroos
C
onfine come luogo dove
incontrarsi. Questo il
tema provocatorio scelto per Talks Slidingdoors 2015, il roadshow ideato dal
Consiglio Nazionale Ingegneri che
approderà sul suolo scaligero il
prossimo 24 settembre. Vengono
dal mondo della cultura, della filosofia, della scienza e della ricerca,
della musica e dell’architettura,
i sette protagonisti dell’incontro
che si terrà dalle 18 alle 21, presso
il Teatro Ristori. La manifestazione
inserita all’interno della rassegna
culturale Open. Ingegneri aperti
alla città, giunta quest’anno alla IV
edizione, è promossa dagli Ingegneri di Verona e gode del patrocinio della Provincia e del Comune
e di Fondazione Cariverona. «Dalla
dimensione linguistico-geografica,
realtà drammaticamente attuale,
ai confini del mondo virtuale, che
oggi ci sfuggono. Dalla tecnolo-
gia per la sostenibilità ambientale, all’esperienza di chi fa ricerca in
ambiente estremo; dalle periferie
dell’Africa alle periferie esistenziali delle nostre città, raccontiamo
esempi di riscatto e inclusione sociale», spiega così le svariate tangenze che la scelta del tema ha
comportato, Ilaria Segala, coordinatore della rassegna.
Ad aprire la serata il cantautore e
scrittore lombardo Davide Van De
Sfroos, “contrabbandiere” musicale per vocazione e origine, nato
com’è nel cuore del lago di Como,
alla frontiera con la Svizzera. Ad
affiancarlo Derrick de Kerckhove,
sociologo e teorico dell’intelligenza
connettiva, che elencherà i rischi
del web 3.0. Racconterà di vite ai
margini, invece, padre Renato Kizito Sesana, missionario comboniano, giornalista, scrittore e fondatore di Koinonia, una comunità
cristiana che è presente nei più
difficili slum dell’Africa. Sempre di
periferie, ma questa volta geografiche, parlerà Chiara Montanari,
ingegnere, e prima donna a guidare, per due volte, una spedizione
italo-francese in Antartide. Atteso
anche l’intervento di Giuseppe
Magro, ingegnere nucleare che
presenterà la sua piattaforma
social Q-cumber per la sostenibilità, selezionata dal governo inglese agli Start-Up Games di Londra
nel 2012. Si aggiunge al già ricco
programma lo sguardo innovativo dell’architetto e professore
ordinario al Politecnico di Milano,
Remo Dorigati, tra i curatori del
progetto di rigenerazione urbana che ha dato vita, in occasione
di Expo, al Refettorio Ambrosiano. Da ultimo la riflessione alta di
Silvano Tagliagambe, professore
emerito di Epistemologia del progetto al Dipartimento di Architettura dell’Università. «Il Confine, che
può diventare - al contempo - limite e possibilità, rappresenta una
dimensione qualificante del nostro
contesto formativo, in cui il concetto della contaminazione dei saperi
e dei linguaggi è elemento assolutamente fondante» commenta
Massilimiliano Valdinoci, direttore
dell’Accademia delle Belle Arti di
Verona, partner dell’iniziativa. Un
tentativo di “fare sintesi”, dunque,
tra tecnica e cultura umanistica,
nella certezza che i confini, forse,
esistano per essere condivisi.
Pantheon
35
Al via il ciclo di incontri promossi da Pantheon
Essere giornalisti, oggi.
ACADEMY
a cura di Redazione
Periscope, video e (tanto) storytelling
I
l giornalista, diceva qualcuno,
ha un mestiere meraviglioso.
Deve interpretare il presente.
Ma per riuscirci in mano deve
stringere gli strumenti giusti. E non
basta più la penna, ormai.
Dall’esigenza di interpretare il proprio tempo e di raccontarlo al meglio, Pantheon forte dei suoi sette
anni di esperienza editoriale nel
veronese, ha organizzato un percorso formativo per i futuri paladini dell’informazione.
Grazie a un ciclo di tre incontri,
con la collaborazione preziosa
dei docenti di Verona Academy,
Pantheon offrirà la possibilità a
chiunque si interessi di comunicazione di scoprire e padroneggiare
l’informazione digitale. Rivolto a
studenti universitari, ma anche a
tutti coloro che vogliono fare della comunicazione il proprio lavoro,
Pantheon metterà a disposizione
la sua esperienza e la competenza di docenti esperti di web per un
viaggio attraverso il mondo della
comunicazione digitale. Si comincia il 19 ottobre, con una lezione
che indagherà tutti i segreti di Twitter e Periscope, la nuova applicazione che permette di trasmettere
in diretta una ripresa fatta con lo
smartphone. Uno strumento imperdibile per chiunque sia appassionato di digital communication.
La seconda lezione, prevista per il
23 novembre, verterà invece sulla
dimensione dell’editing video: grazie ai nostri preparati docenti realizzare e montare video sarà una
passeggiata.
Lo storytelling sarà invece il protagonista dell’ultima lezione, il 14
dicembre. I nuovi modi di comunicare possono sembrare insidiosi,
ma questa lezione sviscererà tutti
i segreti della narrazione nell’era
dei social network.
Il 5 ottobre si svolgerà la serata di
presentazione, in via Torricelli 37,
nella sede del giornale, una serata
importante per i giovanissimi aspiranti giornalisti, ai quali, al termine
del percorso formativo potrebbe
essere offerta la possibilità di collaborare con la redazione.
Se il tuo sogno sono le parole, questa è l’occasione che fa per te.
5 ottobre serata di presentazione
Pantheon Academy
Costo singola lezione 49 euro
3 incontri 99 euro anzichè 147 euro
29 euro
per chi è in possesso della
verona experience card e per chi
ha già partecipato al primo ciclo
della Pantheon Academy
10 euro
per studenti
universitari
1 9 ot t ob r e
Tw it t er e P e r i sco pe
2 3 n ove m b r e
V i deo E d i ti n g
1 4 di ce m b r e
St o r y te lli n g
Le lezioni si svolgeranno in via Torricelli 37
dalle ore 18.30 alle 22.
PROGETTO SCUOLE
Progetto Scuole
Il giornale n classe
Pantheon entra
nelle scuole
Classi coinvolte: tutte le classi V della Primaria I ragazzi
hanno realizzato tre mini-cruciverba e tre puzzle sintattici.
a cura di Matteo Bellamoli
Nell’anno scolastico appena concluso, Pantheon è riuscito, grazie
alla collaborazione con alcune volenterose insegnanti dell’Istituto
Comprensivo Giovanni Pascoli di
Grezzana, ad entrare nelle scuole
primarie per spiegare ai ragazzi il
funzionamento di una redazione e
le complesse procedure di realizzazione di un magazine.
Il progetto è stato il completamento di un percorso che i ragazzi hanno compiuto durante tutto
l’anno. Dapprima hanno partecipato alla mostra del libro, quindi
GREZZANA
Le classi V a Grezzana
hanno ospitato una Guardia Forestale che ha spiegato loro le caratteristiche di alcune specie autoctone della Lessinia e quindi hanno
ospitato Pantheon. Quale collegamento tra tutto ciò? I ragazzi hanno scoperto come creare un pezzo
giornalistico o un prodotto editoriale per un magazine, e quindi
attraverso un laboratorio hanno
realizzato i loro lavori giornalistici
collegati a quanto avevano appreso durante gli incontri con la
Guardia Forestale. A Lugo le classi
hanno scritto un’intervista doppia;
a Stallavena e Alcenago hanno
registrato il video di un’intervista; a
Grezzana hanno registrato l’audio
per un video di approfondimento;
ad Azzago hanno realizzato rebus
e puzzle; ad Erbezzo hanno disegnato le copertine del magazine
mentre i ragazzi della secondaria
di primo grado hanno scritto un
articolo.
Pubblichiamo tutti i lavori nelle
prossime pagine ringraziando tutti
coloro che si sono impegnati per la
realizzazione di questo bellissimo
progetto.
Classi coinvolte: classi IVA e IVB
I ragazzi hanno registrato l’audio di un video di approfondimento
giornalistico, che poi è stato montato in redazione e che potete
vedere tramite il QR di questa pagina.
In apertura del progetto, il nostro
Matteo Bellamoli ha incontrato anche le classi VA, VB e VC della primaria di Grezzana spiegando loro
la figura del giornalista, alcune regole per essere buoni giornalisti e
il funzionamento di una redazione,
incontrando una grandissima attenzione da parte dei ragazzi che
hanno saputo intervenire con domande pertinenti e tanta curiosità.
Classi coinvolte: classi IV Primaria (Stallavena) e classi V
Primaria (Alcenago)
I ragazzi hanno invitato a scuola il nonno Lino Ceschi che ha
raccontato una storia sul lupo.
La storia è stata registrata e
montata su un video in cui poi
sono state inserite anche alcune domande dei ragazzi. Potete vedere il video tramite il QR
di questa pagina.
Il Giornale in classe
1
AZZAGO
1
2
1
2
3
3
2
4
4
5
3
5
4
6
6
7
5
7
6
8
1 Bibita nera dissetante
2 Animale grosso e feroce
3 Animale con il collo lungo
4 Una bella località nelle colline di Grezzana
5 Studia regioni, stati e continenti
6 Materiale concreto??
7 Viola in inglese
8 Capitano della Roma
5
STALLAVENA
& ALCENAGO
1 La indossano le persone calve
2 Nome di Toni
3 Contrario di sporco
4 Mondo in inglese
5 Materia con numeri e forme
6 C’è anche quello di topolino
7 Cibo goloso che ti fa ingrassare
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S
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L
I
1 ALFA 2 BRANCO 3 ULULATO 4 PORCELLINI 5 LESSINIA
Fotografa codici QR
per visualizzare i
video delle scuole di
Grezzana e Stallavena-Alcenago.
1 E’ un mammifero che vive nel mare
2 Sensazione che induce a grattarsi
3 Persona senza capelli
4 Vive nella paludi (in inglese)
5 E' un animale velenoso (in inglese)
6 Lo sono le famose tartarughe dei cartoni
1 CARNIVORO 2 MANTELLO 3 MANDIBOLA 4 ALBERTO 5 BOSCO
• INFANZIA 0-14 • INTOLLERANZE ALIMENTARI
REPARTO SENZA GLUTINE CON RITIRO BUONI CELIACHIA ULSS VENETO,
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Progetto Scuole
Il Giornale in classe
38
Pantheon
Pantheon
39
La polizia postale entra nella scuola media di Erbezzo per parlare dei pericoli di
internet a tutti gli studenti.
I
l giorno 18 marzo 2015 alle ore
9:00 è stato ospite alla scuola
media di Erbezzo l'agente della
polizia postale V. Erzonelli che
ha spiegato ai ragazzi i rischi e i
pericoli che si trovano in internet.
La rete è ormai entrata nelle nostre case ed è usata per qualsiasi cosa. Questa innovazione tecnologica presente nel mondo da
ormai 15 anni è senza dubbio la
più sconvolgente. In rete infatti si
trova tutto ciò di cui si può aver
bisogno : ricette, mappe, annunci, informazioni e chi ne ha più ne
metta. Purtroppo però c'è il rovescio della medaglia: la possibilità
di cadere nei tranelli di alcuni pedofili, i quali adescano sui social
network i minorenni. Tali adulti
danno false identità e forniscono
risposte fasulle ai problemi degli
adolescenti; una volta che riescono ad essere diventati amici, fis-
sano appuntamenti in posti isolati. Quello che si deve fare é dirlo ai
propri genitori e incontrarsi in luoghi pubblici e frequentati; quello
che non si deve fare è incontrarsi
in luoghi isolati.
I social networks (Facebook, Twitter e Instagram per esempio)
sono siti di socializzazione in cui
si possono incontrare amici che
conosci di persona, ma anche
soggetti di cui non si conosce l’identità. Allora non si sa mai chi c'è
dall'altra parte! Come sopravvivono i social? La risposta è molto
semplice: questi vivono grazie alle
pubblicità che pagano per essere postate in rete. Ad esempio le
multinazionali per una vendita e
guadagno maggiore, postano le
loro pubblicità sul profilo dell'utente venendo così a conoscenza
dei gusti dei giovani visualizzando
le foto del vestiario e degli acces-
sori. Cosa succede se si posta una
propria foto?
Ci si rende visibili e rintracciabili
anche a eventuali malintenzionati.
Il signor Erzonelli ha concluso l'incontro con la proiezione di diversi video scelti dagli alunni. Quello
che ha colpito di più i ragazzi è stata la storia a bigliettini di Amanda
Todd: in seguito ad azioni di cyber
bullismo (sue foto postate e insulti pesanti), la ragazza è andata in
uno stato depressivo, procurandosi lesioni fisiche e “sentimentali”.
Come risultato di questo incontro i
ragazzi sono cambiati moralmente e staranno più attenti nell'uso
di internet e dei social networks.
Ragazzi e professoresse ringraziano vivamente il signor Erzonelli
di aver messo a disposizione una
mattina del suo tempo per mettere in guardia i più giovani sui
pericoli nascosti in rete.
Il Giornale in classe
Classi coinvolte: classi VA e VB
I ragazzi hanno realizzato un’intervista doppia al lupo e al contadino per evidenziare le differenze di punti di vista nella realizzazione di un prodotto giornalistico
che deve mantenersi neutrale. Per ragioni di spazio pubblichiamo qui solo una
parte dell’elaborato, che potete trovare in versione integrale sul sito www.giornalepantheon.it
Classi coinvolte: classi IV e V della Primaria e classe I Secondaria di Primo Grado. I ragazzi della Primaria hanno
realizzato alcuni schizzi per una copertina dedicata alla
marmotta, mentre i ragazzi della Secondaria hanno scritto un articolo relativo
ad un incontro che hanno avuto a scuola in merito alla sicurezza di internet.
I rischi di internet
Progetto Scuole
INTERVISTA DOPPIA AL LUPO E ALL’ALLEVATORE
IL LUPO
L’ALLEVATORE
Chi sei?
Salve, sono Slavc, lupo sloveno che si è innamorato di bella lupetta italiana, Giulietta. Viviamo a un tiro di schioppo
da Verona, nei boschi della Lessinia, dove abbiamo messo
su famigliona con nove cuccioli.
Chi sei?
Buondì, sono Arturo e vivo con mia moglie Gertrude e i
miei figli in Lessinia. Proprio qui doveva venire quel lupaccio a trovarsi moglie? Come dice il detto “Moglie e buoi…
ops lupi…. dei paesi tuoi!”.
Perché hai scelto di vivere lì?
Tra i boschi ci sono dei biocorridoi, cioè dei corridoi naturali che permettono agli animali selvatici di muoversi in libertà: è proprio grazie ad uno di questi, quello che collega
i boschi del veronese con quelli della vicina Slovenia, che io
e Giulietta ci siamo potuti incontrare e conoscere.
Cari miei, come sempre decidono le donne: l’ho conosciuta qui e ha deciso che saremmo rimasti qui! Da un certo
punto di vista, meglio così: vi immaginate portarla fino in
Slovenia con tutto il peso del piumone che si porta addosso?!
Cosa pensi del posto in cui vivi?
Mi piace proprio il posto in cui vivo, il contatto con la natura, allevare il mio bestiame e coltivare i campi; stare
all’aria aperta, con tanta pace e tranquillità…sarebbe tutto perfetto se non fosse per la recente comparsa di quei
lupacci! Perché a loro piace così tanto la montagna? Non
sono mai andati al mare? non hanno mai pensato di trasferirsi in un bello zoo? E’ come un bosco di lusso: cibo a
volontà con sevizio in tana, tanti amici e belle lupacchiotte
(non dirò niente a Giulietta), essere le star dei bambini e
delle loro foto…
E’ facile incontrarti?
No, è molto difficile vedermi passeggiando lungo un sentiero nel bosco: sono per natura schivo, riservato, preferisco evitare, quando è possibile, l’incontro con voi uomini.
Nel caso di incontri ravvicinati, noi lupi scappiamo… persino di fronte ai bimbi!
E’ facile incontrarlo?
Non mi sembra che sia difficile incontrarlo, senti qua: tre
femmine di asino uccise vicino a S.Anna d’Alfaedo; due
vitelle vicino a Bosco; Tre asinelle nel Comune di Erbezzo…
e il responsabile è quasi sempre il lupaccio. Siamo noi ad
aver paura di lui, non lui di noi!
Quali sono le tue qualità, i tuoi pregi?
Modestia a parte, sono un animale molto intelligente e
colto: ho studiato il greco, non a caso sono un lupo alfa!
Sono dotato di grande altruismo e spirito di assistenza
verso gli individui deboli e bisognosi del mio branco; un
grande affetto mi lega ai miei compagni. Sono anche un
ottimo atleta: …Per questo, a Lugo, sono diventato il simbolo dell’associazione sportiva del paese!
Quali sono le sue qualità, i suoi pregi?
Alcuni esperti dicono di lui che è un animale affettuoso e
altruista, ma in che senso? Nel senso di….altrui? Di violare
la proprietà privata altrui? Ah sì, allora sono d’accordo! E
attenzione! Si parla solo di affetto solo verso il suo branco,
non nei confronti di noi uomini…
Se la situazione continua così, mi rivolgerò all’avvocato
per far valere i miei diritti!
Che rapporto hai con l’uomo?
Sono una vittima dell’uomo: sono preda da tempi lontani
dei bracconieri e delle trappole, ora degli allevatori e…dei
guidatori! Solo qui in Italia, ogni anno, muoiono almeno
300 miei simili e molti per incidenti stradali. Non sapete
proprio guidare! Sia uomini che donne, al volante, sono
tutti un pericolo costante! Guidate sulle strade extraurbane come su un circuito di Formula Uno! Continuiamo ad
essere una specie minacciata…
Che rapporto hai con il lupo?
Non buono. Siamo una specie minacciata dal lupo. Se
continuiamo così saremo noi ad estinguerci! Almeno se ne
stessero nei boschi, invece no… invadono anche le strade!
Sbucano all’improvviso, attraversano la strada: per loro
non esistono le strisce pedonali! Così si frena di botto col
rischio di finire contro un albero.. Così poi si deve riparare
l’auto e portare pure il lupastro investito dal veterinario!
Dopo il danno…la beffa!
Che cosa vorresti dire all’uomo se potesse comprendere
i tuoi ululati?
Uh uh uh, vorrei tanto che mi lasciasse in pace e che riconoscesse che sono una presenza importante per mantenere gli equilibri naturali degli ecosistemi di cui sono parte.
Vorrei fargli capire che, proteggendomi, non difenderebbe soltanto me, ma anche l’intero ambiente montano.
Che cosa vorresti dire al lupo se potesse comprendere le
tue parole?
Ah, gli vorrei ordinare di andarsene.
Devono esistere anche loro?
D’accordo, ma che vadano a vivere da un’altra parte,
isolati, lontani da noi!
Perciò…
Ringraziamo il dirigente scolastico e le insegnati dell'Istituto Comprensivo Giovanni Pascoli di Grezzana
che, con entusiasta convinzione, hanno fatto entrare Pantheon tra i banchi delle loro classi.
TERRITORIO La sfida green di tre ragazzi della Val d’Illasi
40
Pantheon
Pantheon
Edilizia e arredo sostenibile,
ecco come la natura entra in casa
mette la calce, poi il legno e le
tegole. Utilizziamo anche l’argilla mescolata con la sabbia che fa massa, accumula
calore e regolarizza l’umidità
della stanza, tirando via gli
odori. Alcuni studi sostengono che riesca addirittura ad
allontanare le onde elettromagnetiche e se c’è troppa
umidità la assorbe. La paglia,
come classe di resistenza è
RE120, perché in caso di incendio, potrebbe bruciare
per due ore, ma non succederebbe niente», conclude.
Claudio e Omar possiedono
e usano una molazza, unica
nel veronese se non nel Veneto, ovvero una betoniera
con due grandi ruote di pietra, utilizzata soprattutto nel
sud d’Italia per impastare intonaci di calce, argilla e coppi.
«La bioedilizia sta avendo un
grande riscontro perché le
persone si stanno accorgendo che vivere con materiali naturali significa vivere in
maniera sana. Noi non compriamo premiscelati, perché
l’aria, l’umidità e altri fattori
non possono essere uguali
sia a Venezia che a San Giorgio; l’intonaco viene creato
da noi, e le dosi fatte in base
al lavoro che c’è da svolgere. Alcuni provano a costrui-
Claudio Gaiga e i gemelli Omar e Massimo Finetto, di Selva di Progno e di Badia Calavena,
hanno dato vita alla Naturalhome®, un progetto che, dalla bioedilizia passando per l’arredo
sostenibile, si propone di rendere l’abitazione naturale al 100%.
di Ingrid Sommacampagna
C
ase in paglia e arredamento in legno. Non
siamo tornati nel 1800
(secolo di nascita delle
abitazioni in paglia nel Nebraska
con l’arrivo della macchina imballatrice, ndr), ma ci troviamo a Selva di Progno e a Badia Calavena,
dove Claudio Gaiga, 30 anni, e i
gemelli Omar e Massimo Finetto,
25 anni, realizzano progetti relativi alla bioedilizia e all’arredamento con tronchi d’albero. Claudio,
grazie all’esperienza nell’edilizia
tradizionale e in quella innovativa, con Omar costruisce case
di paglia con struttura di legno,
senza l’utilizzo di colle e resine ma
intonaci di argilla, calce naturale,
sabbia, cocciopesto, recuperando materiali esistenti, usando isolanti anche in canapa. Si tratta di
elementi naturali rinnovabili che
garantiscono il benessere di chi ci
abita, senza creare muffe, aria viziata, batteri, malattie e la temperatura all’intero è ideale per ogni
stagione. Suona strano sentire
Un’abitazione realizzata con la paglia
parlare di prodotti che sembrano
appartenere a un’epoca lontana,
dal momento che siamo abituati a possedere cose sempre più
tecnologiche ma usa e getta; infatti, è dimostrato che quelle case
costruite ancora due secoli fa con
La sfida green di tre ragazzi della Val d’Illasi
re case in paglia ma servono
esperienza e studi continui»,
conclude Claudio.
Omar e Massimo Finetto hanno portato avanti la passione
del padre per il legno specializzandosi nel restauro mobili, nelle pirografie, disegni,
pitture e sculture su questo
materiale. Con la Naturalhome® i tre si occupano anche
di una linea d’arredamento con tronchi interi e legno
massiccio, utilizzando per gli
esterni una vernice all’acqua
a base di oli idrorepellenti,
impiegando anche materiali
di recupero. «La fantasia la
esprimiamo su tavoli in legno,
letti, panche, orologi, librerie,
mensole, divani, specchi, vassoi, taglieri, allestimenti per
fiere ed eventi, banconi (fatti
con balle di paglia e legno), e
tanto altro, costruiti con l’aggiunta di incastri di ferro e dotati anche di ruote; gli arredi
sono tutti pezzi unici, durevoli,
di stile e comodi, smontabili e
rimontabili in pochi minuti. La
pianta (di qualsiasi tipo appartenente alle nostre zone)
viene pulita, levigata e verniciata senza solventi lucidi
o opachi in modo che il legno
resti nella sua caratteristica primaria; è la casa che si
adatta alla pianta non il con-
I gemelli Omar e Massimo Finetto,
in basso Claudio Gaiga.
trario», spiega Omar.
«Tra i nuovi progetti un lavandino, due poltrone, un espositore
per bottiglie di vino e anche un
ristorante con tetto di castagno,
paglia più intonaco e l’argilla, con
una sala da pranzo che avrà tavoli di paglia», conclude Massimo.
Magazzino pronta consegna di
legname grezzo e/o lavorato
Infoval srl
la paglia sono tutt’ora abitabili, al
contrario di quelle in cemento che
vanno via via rovinandosi; dunque
la storia dei tre porcellini che tanto ci hanno inculcato per vendere
il cemento non vale più. «La paglia è antisismica, ignifuga, ecologica, ecosostenibile, economica,
anallergica, isolante termicamente e acusticamente, al punto che
viene addirittura utilizzata nelle
sale di registrazione e nelle barriere delle autostrade. A livello di
risparmio energetico qualitativo
si trova già in classe A+», spiega
Claudio che ha realizzato quattro
case in paglia, di cui una in Sicilia,
e sta finendo di costruire la sua,
che sarà la prima a Selva di Progno. «Ho avuto l’illuminazione da
un libro e da lì ho cercato sempre
più informazioni, svolgendo corsi
pratici e teorici. La struttura è in
legno e lo strato di paglia inserito è di 37cm, reso ignifugo, compresso e rasato per far sì che l’intonaco aderisca meglio; sopra si
41
Fornitura e posa di coperture,
solai, tettoie e pareti in legno
Finestre per tetto
Pavimenti in legno
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Via dei Peschi, 2 - 37141 MONTORIO (Verona)
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42
Pantheon
SALUTE & BENESSERE
Sul ring della vita a combattere ogni
giorno contro la sclerosi multipla
di Marta Bicego
A Verona, sono oltre 2 mila gli individui affetti da tale patologia
per la quale, ad oggi, non esiste una cura. Tra questi c’è Antonio Giordano, presidente della sezione provinciale dell’Aism ed
esempio di speranza.
“C
osa faresti se domani scoprissi di avere la
sclerosi multipla?». È una
domanda a bruciapelo
quella che Antonio Giordano rivolge, senza troppi giri di parole,
ma che nasconde altrettanti interrogativi.
A essere concreto l’ha imparato
dal male del quale è affetto, da
circa vent’anni: «Una patologia
non mortale, non contagiosa né
genetica. Una patologia che, al
momento, non ha una cura: sfortunatamente ti accompagna per
sempre e coinvolge oltre al malato anche la famiglia, la cerchia
delle amicizie e degli affetti». Una
convivenza forzata, fa intendere,
davanti alla quale ognuno deve
decidere che cosa è meglio fare
per sé.
Antonio Giordano è una persona
dinamica, uno sportivo che non
si scoraggia davanti alle sfide. E
quell’inattesa diagnosi arrivata a
marzo del 1995, nel giorno del suo
ventitreesimo compleanno, non
è stata d’ostacolo alla sua intra-
Antonio Giordano
prendenza. Anzi, tempo un anno,
ed è entrato nelle fila dell’Aism
per poi diventare presidente di
una delle 100 sezioni provinciali
della onlus. È l’Associazione italiana sclerosi multipla: punto di
riferimento, a livello nazionale,
per le persone affette da sclerosi
multipla e per il sostegno alla ricerca scientifica.
«Formazione e informazione sono
fondamentali» premette, iniziando a illustrare le attività della
sede veronese, in via Nicola Mazza. Qui si pensa alle indicazioni
pratiche, con uno sportello attivo cinque giorni su sette, dalle 9
alle 15; si bada al benessere del
corpo, con quella che chiamano
«attività fisica adattata» incentrata su esercizi idonei praticati da operatori adeguatamente
formati; infine alla salute della
mente, offrendo supporto psico-
logico a malato e familiari. «Con
l’anno nuovo partirà un gruppo
di auto mutuo aiuto» annuncia.
Mentre, in autunno, aprirà una
volta al mese nei tre ospedali
di Negrar, Borgo Trento e Borgo
Roma un “infopoint” Aism, gestito da due volontarie con sclerosi
multipla, per dare una prima accoglienza a chi scopre di avere la
malattia. E non ha idea di dove
andare a sbattere la testa. A Verona, sono oltre 2 mila gli individui malati. Di questi, evidenzia,
«meno di un centinaio sono iscritti
all’associazione, forse per timore di manifestare la loro condizione». Atteggiamento diffuso in
tutta Italia dove, di malati, se ne
contano ben 72 mila. Due su tre
sono donne. Tantissimi sono i giovani poiché la ricerca scientifica,
oltre ad aver migliorato i farmaci, ha affinato la diagnosi dunque
Pantheon
43
SALUTE & BENESSERE
molti casi ora si scoprono in età
pediatrica. «La patologia è insidiosa e – prosegue – non è uguale per tutti: i sintomi sono simili,
ma ognuno li affronta in maniera differente». Questione, ancora
una volta, di scegliere: «Ho deciso
di non combattere contro la sclerosi multipla, sarebbe una lotta
impari e tempo perso. Ho deciso
di essere attore principale della
mia vita, di considerare la malattia come occasione di crescita, non come un limite al fatto di
poter lavorare, sposarmi, avere le
mie soddisfazioni».
Non è per tutti così: di mezzo ci
sono la disabilità, il timore di perdere il lavoro, le ricadute che indeboliscono il fisico. Per questo
Giordano non si stanca di raccontare la sua esperienza, senza negare la gravità della malattia, ma
cercando di dare speranza. Nonostante tutto. A chi è malato, di
frequente, esemplifica il suo percorso paragonandosi a un lottatore che sale sul ring e combatte,
per il resto della sua esistenza.
«A dare la forza sono la famiglia,
la società, la ricerca scientifica.
Tutti sono coinvolti. Una malattia
grave può capitare a chiunque, a
fare la differenza è come si sceglie di affrontarla: l’importante è
– conclude – non gettare mai la
spugna».
Iniziative di solidarietà
Sabato 10 e domenica 11 ottobre
migliaia di piazze italiane accolgono
“La mela di Aism”, iniziativa di solidarietà promossa dall’Aism e dalla
sua Fondazione Fism. Con un contributo minimo è possibile sostenere la ricerca scientifica sulla sclerosi
multipla: una patologia per la quale,
al momento, non esiste una cura risolutiva.
All’appuntamento, nazionale, si affiancano altre attività promosse
dalla sede provinciale scaligera: il 17
ottobre, presso il gruppo operativo di
Legnago, con un incontro formativo; e
in novembre, a Verona, un convegno
per fare il punto sulla malattia e in particolare sui diritti dei malati.
In riva all’Adige la onlus Aism si trova
al civico 52 di via Nicola Mazza, a Veronetta.
Telefono 045 8001272;
email [email protected];
sito internet www.aism.it/Verona
Farmacia
Assunta
Farmacia
Farmacia
Farmacia
dell’
A
ssunta
dell’Assunta
Assunta
SABATO POMERIGGIO
aperto dalle 16:00
alle 19:00
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SOLIDARIETÀ & NO PROFIT
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Pantheon
P antheon
Il volontariato veronese in festa
di Francesca Mauli
La quindicesima edizione della Festa del Volontariato, che si
terrà il prossimo 27 settembre in piazza Bra, si arricchisce di
importanti novità, sulla scia di cinque parole d’ordine: incontri,
confronti, attività, dimostrazioni e divertimento
D
omenica 27 settembre,
tutti i veronesi – bambini, giovani, adulti e nonni!
– sono chiamati a partecipare alla Festa del Volontariato.
Un appuntamento tradizionale nel
panorama locale di inizio autunno, una celebrazione dell’impegno
e della dedizione delle migliaia di
persone che si danno da fare, gratuitamente, per l’altro, per la nostra società e il nostro territorio,
che quest’anno è caratterizzato
da una serie di novità. «Giunti alla
quindicesima edizione, abbiamo
pensato che fosse ora di innovare»
spiega Chiara Tommasini, presidente del CSV- Centro Servizi per
il Volontariato di Verona, organizzatore della Festa insieme all’Assessorato ai Servizi Sociali e Famiglia del Comune, con il sostegno
della Banca Popolare di Verona e il
supporto di Acque Veronesi, AMIA,
AGSM e i Cantieri del Bene Comune. Scopo di questi cambiamenti
è la volontà di creare una maggiore interazione diretta tra le associazioni e il pubblico, ma anche
tra le associazioni stesse che, pur
facendo parte dello stesso territorio, non hanno ancora valorizzato
l’opportunità di lavorare insieme.
«L’imperativo è lavorare in squadra
per perseguire gli stessi obbiettivi.
E con questo spirito, in fase organizzativa, sono state scelte alcune
tematiche di attualità, su cui le associazioni hanno lavorato in rete,
per poi proporre ai veronesi, in occasione della Festa, percorsi, attività e dibattiti che si snoderanno
Pantheon
P antheon
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SOLIDARIETÀ & NO PROFIT
rendere questa Festa del Volontariato un evento sempre più rivolto
a tutta la cittadinanza veronese,
non solo alle migliaia di volontari
che ogni giorno si danno da fare
per costruire una società più accogliente.
«Il volontariato veronese sta invecchiando – conclude Chiara
Tommasini – in parte perché l’età pensionabile, quella in cui tradizionalmente si ha tempo per
dedicarsi con costanza al volontariato, si sta alzando sempre di
più, in parte perché oggi è molto
difficile “agganciare” i giovani, che
vivono in un modo veloce e perennemente “connesso”. Si diffonde
inoltre sempre di più il cosiddetto
“volontariato occasionale”, quello
legato a particolari eventi, come
Expo, mentre le associazioni impegnate in maniera continuativa
faticano a trovare nuovi volonta-
ri, soprattutto giovani, e chi possa ricoprire incarichi direttivi, che
richiedono un impegno maggiore
e continuativo. Per aiutare le associazioni veronesi a intercettare
nuovi volontari e a utilizzare le nuove forme di comunicazione, abbiamo messo in piedi una serie di corsi di formazione in questo ambito,
attraverso i quali i giovani possono
imparare ad esprimere i propri talenti e a dare nuova linfa alle asso-
ciazioni stesse. Inoltre, nell’ambito
del Servizio Civile, abbiamo iniziato
a utilizzare una modalità di “scambio dei volontari” tra diverse associazioni, in modo che questi ultimi
possano fare esperienza in realtà
diverse, favorendo la conoscenza
e la cooperazione reciproche».
Per visualizzare il programma
completo: www.csv.verona.it
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attraverso tutta la giornata, nella sede principale della Festa, in
piazza Bra, ma anche in piazzetta
Santi Apostoli, dove sarà possibile
visitare l’Emporio della Solidarietà, gestito dalla Rete Talenti, e al
Bastione di San Francesco, dove
Legambiente, con i cittadini che
vorranno partecipare, si prenderà
cura dei luoghi trascurati della città» prosegue la Presidente.
La giornata di domenica sarà preceduta da due incontri. Venerdì 25
settembre, alle 17, nell’aula magna della Facoltà di Economia, si
parlerà di Bene Comune e del riutilizzo degli spazi in disuso, insieme all’Associazione AGILE, che si
occupa di analizzare e sensibilizzare su questo tema nel territorio
veronese, a docenti universitari,
a esperti nazionali e a realtà del
mondo no-profit. «Un argomento
che sta riscuotendo grande interesse, perché gli spazi in disuso,
oggi abbandonati all’incuria e al
degrado, potrebbero avere nuova vita proprio grazie all’utilizzo da
parte di realtà del Terzo Settore,
associazioni che sono esse stesse
un “bene comune” fondamentale»
spiega Chiara Tommasini. Sabato 26 settembre, alle 15.30,
nella sala convegni del Banco Popolare di via San Cosimo, avrà
luogo l’incontro “#nonsonoangeli Volontariato e comunicazione per
una nuova narrAzione”, una tavola
rotonda incentrata sulla volontà di
testimoniare come prendere parte
alla vita del proprio territorio non
sia un atto eroico da raccontare
con metafore divine – ecco spiegato l’hashtag #nonsonoangeli ma come rappresenti invece uno
stile di vita e di cultura comune a
migliaia di normalissimi “cittadini
responsabili” attivi nel veronese.
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Dopo
SPECIALE
I 100 anni della Grande Guerra
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Pantheon
La musica per ricordare
La memoria si trattiene anche in una canzone, se si ha il coraggio di ascoltarla. Dall’esigenza di non tralasciare, di non dimenticare nasce la raccolta musicale La piastrina della
steppa, un omaggio commosso agli alpini di tutte le guerre.
di Giovanna Tondini
I
nostri
padri
raccontano.
Sono loro la nostra memoria. Sono loro quelli ancora in
grado di farci suscitare emozioni su argomenti che oggi non
ci toccano direttamente. Come
la guerra. Ne sentiamo parlare
continuamente, di quella presente e di quella passata. C’è
chi, proprio grazie ai racconti,
ha coltivato una sensibilità negli anni, che nel tempo si è trasformata in riconoscimento per
chi ci ha preceduto. Un riconoscimento che, come nel caso di
Maria Fioroni, ha dato frutto a
opere di grande valore, come
un museo o un monumento.
Oppure una canzone.
La musica è il modo con il quale Daniele Bellorio ha «chiuso
un cerchio aperto» con suo padre. «Lui mi raccontava della
prigionia durante la seconda
guerra mondiale nel campo di
concentramento di BergenBelsen, ma lo faceva con tatto,
perché non voleva che sapessi
tutto». Perfino i diari che scrisse
dopo la guerra li ha nascosti, e
se ne sono andati con lui qualche anno fa. Troppa crudeltà.
Non necessaria da sviscerare
in tutti i suoi dettagli. Ma ciò è
bastato per fare emergere in
Daniele quella sensibilità che
lo ha portato a collaborare con
il progetto musicale di Giuseppe Bolla. «Quando me ne ha
parlato ho accettato subito».
Nessuna esitazione dunque
per elaborare 6 arrangiamenti
musicali sui 12 testi scritti dallo stesso Bolla. «È stata l’occasione per toccare alcune
corde necessarie a smuovere
le persone». Con l’obiettivo di
rendere «omaggio all’abnegazione dei soldati alpini, a ciò
che hanno patito per la difesa
della nostra patria e per noi».
E Giuseppe Bolla è una certezza nella scrittura di testi
musicali. Musicista dagli anni
Sessanta, collaboratori di artisti italiani di fama nazionale,
anche lui ha vissuto l’esperienza del racconto. «Mio padre
fece la guerra in Russia, nella
steppa». Nel 2013 Giuseppe
partecipa a un viaggio nella
steppa, insieme agli Alpini. «È
stato così, che parlando un
po’ con altri amici durante la
tradotta è nata la canzone La
Piastrina della steppa», titolo
del progetto e del cd da poco
pubblicato.
Giuseppe ha scritto così 12
brani, dedicati «a tutti gli amici
alpini eroi e martiri di tutte le
guerre». «Sei motivi tristi e sei
motivi allegri», ci spiega Bolla,
sulla prima e seconda guerra mondiale. Una storia che
in fondo si ripete, intessuta di
temi universali. Così i “Ragazzi
del ’99” potrebbero essere gli
stessi che hanno combattuto
vent’anni dopo, «giovani come
loro, mandati come loro allo
sbaraglio».
«Mentre scrivevo pensavo a
mio padre, come se lui fosse
stato il padre di tanti altri», ci
confida l’autore. Anche questa
a ben vedere è una storia che si
ripete. Fondamentale per il nostro senso di identità nel luogo
e nella comunità in cui viviamo.
Già nell’Ottocento la famiglia
veniva proposta come il «vero
nucleo del carattere nazionale»
e a essa era affidato il compito
formativo connesso. E in particolare «alla figura maschile
era affidato il compito di attore
della sfera pubblica e di custode della memoria storica».
Pantheon
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Oggi Daniele ci porta con estrema cura le copie dei documenti
che parlano del padre in tempo di guerra e delle ricerche da
lui stesso svolte per comprendere meglio ciò che il padre ha
vissuto. Il suo interesse è vero,
autentico. E questa preziosa
eredità, di Daniele, così come
di Giuseppe, è riuscita a raggiungere la sua primavera, con
dei frutti originali che gli hanno valso il riconoscimento delle
istituzioni, a partire da quella
degli Alpini. «Il nostro è un discorso innovativo, che va oltre
a quello dei cori». Si parla infatti
in una chiave attuale, «da cinquantenne e non più da ottantenne», puntualizza Bolla. Senza dimenticare che “La donna
militare” è uno dei primi brani
musicali in assoluto dedicati a
questa figura.
Canzoni dunque, per ricordare
e ringraziare chi ci ha preceduto, lottando.
I 100 anni della Grande Guerra
Riportiamo, di seguito, il testo della
canzone “I ragazzi del'99”
Sotto una pietra tra il filo spinato/
la cavetta di un soldato ho trovato/
aprendola ho visto un foglio ingiallito/
un martire ha lasciato l'ultimo scritto.
Il 24 maggio diventai soldato/con la
baionetta al massacro sono andato/
ho combattuto sul Grappa Pasubio e
Amelo/tra le petraie del Carso Ortiga
e Montelo.
RIT. Ragazzo del' 99 sono stato/partito quando la patria ha chiamato/i
miei cari a casa ho lasciato/l'amore
per la patria ha trionfato.
Anche il Piave di sangue era mac-
chiato/giovani al sbaraglio hanno
mandato/i loro corpi per terra han
recuperato/luoghi di memoria per chi
non è tornato.
A Caporetto nelle trincee tutto è bruciato/tanti fratelli nel fango ho lasciato/
piangendo per il destino a lor toccato/a
lutto la bandiera ho ammainato.
Col tempo anche i reduci tornati/la
Madonna con sé li ha chiamati/il 4 novembre giorno della vittoria/ai ragazzi
del 99...onore e gloria.
Il 4 novembre anniversario alla memoria/ai ragazzi del'99....onore e gloria
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CITTA’ E DINTORNI Vi sveliamo le segrete bellezze dell’Archivio scaligero
I “Gioielli”
dell’Archivio di Stato
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Pantheon
L
Vi sveliamo le segrete bellezze dell’Archivio scaligero
Il direttore Roberto Mazzei
Un altro documento, sempre su
pergamena, attira l’attenzione
per la ricca decorazione: è un codice miniato del 1414 e riguarda
un’investitura. Poi si possono trovare anche antichi sigilli imperiali
come quello di Enrico IV del 1084
che chiudeva un diploma indirizzato all’abate di San Zeno verso
il quale si confermavano i beni al
monastero. Sempre rivolto a lui è
il diploma di Berengario I, re d’Italia, datato 23 agosto 901. Ma
la visita non finisce qui in quanto grazie all’adesione al progetto
nazionale “Expo e i suoi territori” si
possono visitare anche i depositi
che generalmente sono riservati
al personale. Ogni documento ha
una sua precisa collocazione situata in una struttura scorrevole
che ne ottimizza lo spazio. Però,
le testimonianze più preziose del
passato, i veri “gioielli” dell’archivio di stato, si trovano sicuri in una
cassaforte. Il direttore Roberto
Mazzei, insieme alla dott.ssa Antonietta Folchi, l’hanno aperta in
esclusiva per noi di Pantheon. Il
reperto documentale più antico è
una pergamena datata dicembre
762 che riporta di una donazione di beni tra il prete della chiesa
di Santa Maria di Sernaglia e un
certo Croctovo. Quindi, in origine
non appartenente alla diocesi di
Verona, bensì di Treviso. Un altro
documento degno di nota è una
pergamena dell’11 dicembre 1382
che conserva un atto notarile in
cui è coinvolto Dante II, il nipote
del celebre Dante Alighieri. Infine, non si può non menzionare
la lettera di Mastino II e Alberto II
della Scala datata 10 luglio 1331
e recante il famoso sigillo con il
simbolo degli Scaligeri. Sono piccoli ma importanti reperti che si
possono ancora ammirare grazie all’Archivio, un luogo deputato
alla conservazione, alla tutela e
alla valorizzazione del patrimonio documentario dello Stato. Chi
lo pensa un luogo chiuso e sempre uguale si sbaglia. Sono molte,
infatti, le iniziative di apertura al
pubblico. Oltre a quella già cita-
ta, il 19 e 20 settembre si svolgeranno le Giornate europee del
Patrimonio che avranno come
tema l’alimentazione e che coinvolgeranno studiosi e professori
del territorio. È un modo per fa-
Matrimoni Convegni
vorire la conoscenza in un luogo
nel quale «l’esperienza del passato viene conservata per capire
la società di oggi», ha dichiarato
Giovanni Sala, vicepresidente Cariverona.
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senziale, ndr), i fondi monastici, lo
Stato civile napoleonico, e molto
altro, per un totale di ventidue km
di scaffalatura. In tutto questo
c’è materiale che abbraccia dieci secoli di storia con antecedenti
a partire dall’VIII secolo. Vi sono
conservate 80mila pergamene,
molte delle quali di grande pregio, e un importante complesso
di documentazione costituita dagli archivi di famiglie e persone in
cui si trovano atti precedenti l’anno mille. In questi vi compaiono i
nomi delle casate più illustri della
città scaligera come i Bevilacqua,
i Campagna, i Cartolari, i Da Sacco, i Giusti, i Malaspina, i Dal Verme. Infine, non è da dimenticare
la cospicua mole di documenti
delle corporazioni religiose e delle
compagnie laiche soppresse. Ma
partiamo dall’inizio. All’ingresso
del complesso, ai lati della porta,
pochi ci fanno caso o si soffermano a guardarle: ci sono due sculture in marmo (vere o finte che
siano ma con tanto di targhetta)
dell’artista Fabio Viale. Varcato il portone principale un’ampia
scala conduce al piano superiore dove ha sede l’archivio statale. Qui, nel nuovo salone adibito
a consultazione dei testi antichi,
si trovano varie teche espositive.
Si possono ammirare documenti regi e signorili su pergamena,
oltre a mappe del periodo della
dominazione veneziana. Di notevole pregio un documento su pergamena del 10 agosto 1073 che
informa della donazione di terreni
fatta dalla contessa Beatrice e
da sua figlia Matilde di Canossa
all’abate del monastero di San
Zeno, Varnerio, per “bene dell’anima propria” e degli altri parenti.
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di Erika Prandi
In occasione dell’iniziativa “Expo e i suoi territori” ogni sabato dalle 10 alle 13 fino al 31 ottobre si
potranno ammirare alcuni dei più importanti documenti storici e curiosare tra i depositi generalmente chiusi al pubblico.
’Archivio di Stato di Verona
apre le porte al pubblico e
mostra i suoi “gioielli”. Tutti
i sabati fino al 31 ottobre,
in concomitanza con Expo, sarà
possibile visitare i nuovi locali posti al primo piano dell’ex Magazzino “del grano”, ora completamente ristrutturato dalla Fondazione
Cariverona. Dalle 10 alle 13 un
funzionario condurrà i visitatori nell’ampio salone (600 metri
quadrati) nel quale sono esposti,
entro opportune teche in vetro,
alcuni dei documenti più antichi
qui conservati. Si tratta di opere
preziose che custodiscono frammenti di storia della nostra società, utili per capirne i cambiamenti
ma, soprattutto, importanti per
ricostruirne il passato. L’Archivio
di Stato di Verona, infatti, è stato istituito l’8 aprile 1941 e comprende gli Antichi archivi veronesi
(che ne costituiscono il nucleo es-
Pantheon
ARTE & CULTURA
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ARTE & CULTURA
Villa Murari dalla Corte Brà,
detta «La Mattarana»
di Alessandra Scolari
tesori da salvare
Oggi, mantenere queste Ville, testimoni di un
passato fatto di storia e passione, è un onere considerevole. Per consentire
che in futuro le giovani
generazioni continuino a
custodirle, occorre che gli
enti preposti (Stato, Re-
Una Villa che nei secoli non ha subito rimaneggiamenti significativi e conserva tuttora il fascino dell’architettura del ‘400. Bellissimi anche gli affreschi, risalenti al ‘500, che adornano le pareti
interne dell’edificio. A sinistra la cappella decorata e tuttora consacrata. Una struttura (da non confondere con l’omonima Osteria) visitabile su prenotazione.
V
illa Murari dalla Corte Brà
si presenta ai visitatori in
tutta la sua imponenza,
ingentilita dal giardino
all’italiana. Il complesso, sulla strada un tempo chiamata «la lavagnesca», percorsa dai contadini e
pellegrini in alternativa alla parallela Via Postumia, è protetto da un
solenne cancello. Il corpo centrale,
con lo stemma dei conti Murari e i
tre archi che sorreggono il terrazzo, si abbinano a quelli dei corpi laterali (di epoca precedente) e delle
barchesse, formando un tutt’uno racchiuso nell’intimità di una
piacevole corte. Gli edifici laterali,
con le due robuste colombare e
le barchesse, risalgono all’epoca
scaligera. Il piano nobile di Villa
«La Mattarana» si trova al piano
terreno, con tutte le stanze aperte all’esterno e il salone di ingresso
ne divide i vani: quattro per lato. Le
stanze ad Ovest dell’edificio presentano solenni affreschi ben conservati, alcuni di Bernardino India
risalenti tra il 1550 e 1560, altri
della fine del ‘500. Alle pareti paesaggi, con Apollo, Cupido e Dafne
che si alternano a finte statue di
imperatori ospitate nelle nicchie.
Alla base del soffitto spiccano le
grottesche e i festoni che scendono e richiamano i prodotti coltivati nel fondo agricolo. Ogni sala
ha la sua peculiarità e un nome.
Nell’antica cucina, spicca il grande
cammino: una finestrella al centro della parete ne ingentilisce la
monumentale struttura ed ha una
stò dai Verità l’intero complesso, il
quale, nel 1574, passò alla famiglia
Murari dalla Corte Brà. Nel corso
dei secoli le case del brolo vennero
vendute, forse per garantirne gestione e manutenzione.
I proprietari. Abbiamo poche
notizie sui conti Visconti, forse provenivano dalla blasonata famiglia
milanese, di certo a Verona ricoprirono ruoli importanti nella società
civile ed ecclesiastica. I Verità erano a Verona da tempi antichissimi,
funzione di controllo sull’aia. Nelle
stanze dell’ala Est è conservato
integro il soffitto a padiglione ed emergono, purtroppo frammentari, Paesaggi, Stemmi e le Quattro Stagioni attribuite alla bottega di Jacopo Ligozzi, datate fine
‘500. Sono della stessa epoca e bottega anche gli affreschi della
cappella, la cui entrata dalla strada sottolinea il duplice servizio ai
proprietari e ai residenti dei vicini
villaggi e dei pellegrini. L’attuale
assetto de «La Mattarana» risale ai Verità e ai Nichesola. I Verità
costruirono il corpo centrale, che
poggia sulle ali dei fabbricati laterali e la terza imponente torre;
Agostino Nichesola ne completò
la facciata e commissionò gli affreschi della sala degli imperatori. La famiglia Murari completò la
decorazione degli interni e, verso
la fine dell’Ottocento, adattò l’androne carraio centrale a salone
di ingresso e costruì il parco, con
vialetti a cono sul fondo agricolo.
«La Mattarana» è stata proprietà
dei conti Murari dalla Corte Brà
per quattro secoli: dal 1574 fino
alla fine degli anni Ottanta del XX
Secolo, quando venne ceduta ad
un’omonima società immobiliare,
la quale, sotto la guida dell’amministratore delegato Gabriella Tomat Zamuner, iniziò i restauri.
La storia. Gli studiosi ritengono
che il primo documento inerente questa proprietà risalga al 3
Gennaio 1255, atto con cui Bartolomeo Visconti ha donato al monastero delle benedettine di San
Michele in Campagna, il fondo
agricolo e la dimora padronale. Il
nome «La Mattarana», secondo i
documenti deriverebbe da Matura Visconti, zia del donante e badessa di questo monastero. Nel
‘400 le monache vendettero la
proprietà a Zilio Bellando, un ricco
possidente di terreni che la diede
in dote alla figlia, sposatasi con
un Verità del ramo Falsorgo. Nel
1534 Agostino Nichesola acqui-
tanto che in età rinascimentale, gli
studiosi classificarono questa famiglia tra le fondatrici della città. I
Verità del ramo Falsorgo, potrebbero essere discendenti dall’intagliatore Bartolomeo Falsorgo o
residenti nell’omonima contrada
cittadina: «La Mattarana» divenne
la loro dimora abituale. La famiglia Nichesola la mantenne come
residenza stabile e investì anche
su questa proprietà; gli eredi scelsero di cederla alla famiglia Murari
gione e Comuni) concedano anzitutto agevolazioni
nelle imposte (Irpef, Imu,
Tasi e Tari) e poi per i restauri importanti i contributi. Ciò in cambio dell’apertura al pubblico: sono
patrimoni artistici e valori
culturali delle comunità di
appartenenza. A.S.
dalla Corte Brà.
Grazie alla ferrea volontà di
Gabriella Tomat-Zamuner - che a
«La Mattarana» ha dedicato oltre
venticinque della sua vita - questo gioiello è stato riportato ai suoi
originali splendori. Oggi gli eredi
ne portano avanti manutenzione
e attività. Villa «La Mattarana» rientra nel circuito delle Ville Venete visitabili (su prenotazione) ed è
utilizzata per matrimoni civili, banchetti nuziali ed eventi.
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INIZIATIVE
Sei serate per mettere in tavola i sapori d’Italia
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Pantheon
“Cene a quattro mani”, il meglio della
cucina italiana tutto da gustare in Valpolicella
I temi dell’Expo hanno ispirato un gruppo di ristoratori della Valpolicella, che da metà settembre a fine ottobre ospiteranno nei propri ristoranti chef da diverse regioni italiane, con l’intento di creare un connubio tra i sapori classici della Valpolicella e la miglior tradizione culinaria
italiana
di Chiara Boni
N
ata nel 1994, l’Associazione Ristoratori e Tavole della Valpolicella si è
sempre posta l’obiettivo
principale di preservare e tramandare intatta la miriade di
tradizioni culinarie proprie della
Valpolicella. Si tratta di un gruppo di ristoratori che da sempre ha
messo al centro del proprio operato il rispetto per i prodotti del
territorio e la passione per la ristorazione autentica, facendo del
loro punto di forza la promozione
della cultura enogastronomica
della Valpolicella.
In occasione dell’Expo Milano
2015, il cui tema prinicipe è il nutrimento dell’uomo e della Terra,
anche l’Associazione ha voluto
unirsi al dialogo continuo sulla sostenibilità del cibo che produciamo e soprattutto dell’importanza
che lo scambio e il confronto tra le
comunità internazionali può avere
nella sfida di “Nutrire il pianeta”.
Con in mente l’idea ben precisa
di valorizzare la cucina regionale
italiana, così ricca e varia da fare
invidia al mondo intero, alcuni ristoratori dell’Associazione hanno
pensato a un programma di cene
“a quattro mani”: sei ristoranti
ospiteranno a turno cuochi provenienti da diverse regioni italiane,
che cucineranno piatti tipici combinandoli però a ingredienti tradizionali della Valpolicella. Il tutto
ovviamente accompagnato da
una bottiglia di vino locale, che, si
sa, sui tavoli della Valpolicella non
può mai mancare.
Il risultato sarà quello di una
sintesi perfetta delle diversi tradizioni enogastromomiche
regionali,dove farà da padrone
Pantheon
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Il convegno a dieci anni dalla scomparsa
Grezzana ricorda
il suo geografo
info
[email protected]
tel 045 8650169
Il programma
Cene a quattro
mani
Giovedì 24 settembre
TRATTORIA ALLA PORCHETTA,
San Peretto
ospita Matteo Natale del ristorante
EDEN di Casteldario, Mantova
con CANTINA VALPOLICELLA
Giovedì 1 ottobre
TRATTORIA DALLA ROSA ALDA,
San Giorgio di Valpolicella
ospita Nunzio Radaelli del ristorante
SINAIA, Romania
con I COALI
di Alessandra Scolari
La biblioteca comunale ricorda, con un convegno il concittadino Eugenio Turri (1927-2005),
che studiò e descrisse i paesaggi, seguendone le trasformazioni e tramandandole. Verrà presentato anche il nuovo libro «Diario di un geografo».
un menù all’insegna tanto della
tradizione quando della creatività culinaria.
«La cultura del cibo è segno di
civiltà e la tradizione culinaria
è un’eredità culturale che fa’
comprendere un luogo e crea
legami con le persone» afferma il presidente Sergio Bonaldi,
della trattoria Caprini di Torbe
«Queste cene saranno per noi
un’occasione di confronto, ma
anche di apertura ad altre interpretazioni dei prodotti e delle materie prime».
Il programma inizia con la serata del 15 settembre per poi
concludersi domenica 25 ottobre, in prossimità della chiusura
dell’Expo.
Martedì 15 settembre
ENOTECA DELLA VALPOLICELLA,
Fumane
ospita Anna Bertola del ristorante
ALTAVILLA
di Bianzone, Sondrio con
RUBINELLI VAJOL
INCONTRI
Venerdì 9 ottobre
ANTICA TRATTORIA DA BEPI,
Marano di Valpolicella, ospita
Stefania Meloni di TOSCANA
E GUSTO, Cortona, Arezzo con
ALBINO ARMANI
Venerdì 16 ottobre
TRATTORIA CAPRINI, Torbe
ospita Pietro Sanna del ristorante
SA TANKA di Seneghe Monti Ferru,
Oristano con SPERI
Domenica 25 ottobre
TRATTORIA ALLA RUOTA, Mazzano
ospita Susy Scannavini del ristorante
QUATTRO CHIACCHIERE
di Mirandola, Modena con ANTOLINI
Per info:
www.valpolicella.it
E
ugenio Turri era nato il 15
ottobre 1927, nel brolo di
Villa Arvedi, figlio del castaldo Mario e della maestra Maria Martini, la quale volle
che Eugenio (come gli altri quattro
figli) andasse avanti con gli studi.
Così scoprì Verona, poi Genova e
Milano dove studiò antropologia
culturale e si stabilì. Iniziò la sua
attività come cartografo al Touring
Club Italiano e cominciò a viaggiare in Asia e in Africa e a collaborare con le riviste accademiche
di geografia, quali il settimanale
Il Mondo (anni ’50 e ’60) e con Le
Vie del Mondo. Nei suoi viaggi si è
dedicato ai popoli nomadi, partecipando a programmi di cooperazione in Africa e pubblicando
Gli uomini delle tende e Viaggio a
Samarcanda (citando i principali).
Passò poi all’Istituto Geografico
De Agostini, per il quale ha diretto molte grandi opere, tra queste
l’enciclopedia geografica Il Milione.
Il suo interesse di geografo lo ha
portato allo studio del paesaggio,
introducendo per primo in Italia
antropologia e semiologia del paesaggio, pubblicando tanti saggi
scientifici, tra questi Il paesaggio
come teatro, Antropologia del paesaggio, Semiologia del paesaggio e La megalopoli padana.
Ha insegnato (fino al 2001) geografia del paesaggio alla Facoltà di Architettura e Urbanistica
del Politecnico di Milano. E’ stato
consulente per la pianificazione
territoriale e paesaggistica della
Regione Lombardia (10 anni) e poi
della Regione Veneto.
Eugenio Turri, pacato e rispetto-
so degli altri, pur lontano dalla
Valpantena, ha continuato ad
amarla e a descriverne «l’animus,
gli umori, i difetti, le qualità e le
trasformazioni». Ne parla nelle
sue opere Villa Veneta (edizione Bertani), Lugo di Valpantena
(edito dalla Società Lucense),
Grezzana e la Valpantena (edito
dalla Pro Loco), il Miracolo economico (Edizioni Cierre). Nonostante l’autorevolezza di scrittore
raggiunta, Eugenio Turri mandava sempre articoli a Il Progno
(pubblicato dalla Pro Loco Grezzana), ricordando soprattutto le
persone.
Ed è anche per questa sua grande attenzione al proprio paese,
che Grezzana gli ha dedicato il
nuovo Centro Culturale di Via
Antonio Segni, nel quale si terrà
il convegno che prevede la partecipazione del sindaco Mauro Fiorentini, Mario Piazzola con
un video su «Il paesaggio come
teatro: Valpantena e Lessinia»,
la figlia Lucia con il nuovo libro
«Diario di un Geografo», mentre Averardo Amadio e Ugo Sauro
presenteranno la «Valpantena e
Lessinia oggi tra globalizzazione e abbandono», intervallati da
letture di pagine dei libri di E.Turri
da parte di Isabella Rossi. Moderatore Matteo Scolari, direttore
del giornale Pantheon.
54
SPORT Medaglia d’argento per il tiratore della Lessinia
Pantheon
«Rubo tempo al sonno per
migliorare in gara»
di Emanuele Pezzo
Giovanni Scandola, tiratore di Bosco Chiesanuova, di mestiere fa il panettiere. Per continuare
la sua passione, quella di presentarsi in competizione sulla piazzola di tiro con una carabina in
mano, non rinuncia a dormire qualche ora in meno.
Giovanni Scandola sul podio
I
n Italia la parola “sport” viene
automaticamente collegata ad
un numero ristretto di discipline, cioè quelle più praticate e
viste in tv. Solo ogni tanto fanno
capolino discipline meno mediatiche, magari in occasione di risultati importanti di atleti italiani oppure nel periodo olimpico.
Ad esempio il tiro a segno, dopo
le emozioni arrivate da Niccolò
Campriani (oro e argento) e Luca
Tesconi (argento) alle olimpiadi di
Londra 2012, è tornato nell’ombra, salvo qualche trafiletto in
occasione dei recenti giochi europei di Baku.
Spesso basterebbe sapere quello
che sta dietro alla pratica di una
disciplina per scordarsi di colpo
del “glam” che permea uno sport
mediatico e ricordarsi quanto di
umano ci sia nel praticare un’attività agonistica per il puro gusto
di migliorarsi.
È il caso di Giovanni Scandola, tiratore di Bosco Chiesanuova recentemente medaglia d’argento
ai campionati italiani di Bologna
nella categoria C10 (carabina 10
metri ad aria compressa). Giovanni di mestiere fa il panettiere, il che lo obbliga a orari molto
particolari per coniugare lavoro e
sport: «Per forza di cose dormo a
rate, quattro ore la notte e alcune ore al pomeriggio: per mantenermi in allenamento devo rubare tempo al sonno».
Scandola, non ancora trentenne, è entrato per la prima volta in
un poligono a seguito di un episodio particolare: «Con un amico
giocavo con pistole a pallini e un
giorno siamo riusciti a farci male
entrambi: sua mamma era talmente adirata da dirci che, pur di
non saperci a fare simili stupidate, ci avrebbe portato a provare
a sparare sul serio».
Dopo una prima impostazione
arrivata a 14 anni, dunque, e l’allontanamento dovuto principalmente a motivi di studio, Giovanni
è ritornato a imbracciare la carabina per conseguire la licenza di
caccia. Al poligono, notata la sua
tecnica, gli è stato proposto di far
parte della squadra veronese e
da allora non ha più smesso.
«Per me il tiro è innanzitutto una
competizione contro sé stessi –
spiega Giovanni – perché si tratta di cercare continuamente un
miglioramento. So di non essere
uno dei più forti in Italia e non ho
aspettative strane, tipo andare
alle olimpiadi, ma questo non mi
toglie motivazioni». Eppure questa strada l’ha portato a togliersi
più di una soddisfazione: in occasione dell’argento tricolore, infatti, Scandola ha pure stabilito il
nuovo record sezionale con 584
punti su 600.
Il secondo posto di Scandola è
solo uno dei cinque podi conquistati dai tiratori veronesi ai campionati nazionali: nella P10 (pistola a 10 metri) Michela Rossi si è
laureata campionessa italiana di
Gruppo A; nella categoria CS3P
femminile (carabina sportiva tre
posizioni) Chiara Nardi e Maria
Rosa Tonetto hanno colto rispettivamente l’argento e il bronzo di
Gruppo B; nel medesimo gruppo
di merito, nel CL3P maschile (carabina libera tre posizioni) è giunto il bronzo di Andrea D’Agostino.
Pantheon
55
Presentato un nuovo portale di promozione territoriale
WEB
La Lessinia su un piatto d’argento
A luglio è nato AltaLessinia.com, innovativo progetto che vuole esportare fuori dai consueti
confini turistici le bellezze dell’altopiano veronese. Tutto è nato dall’idea di giovani imprenditori
che puntano su una proposta turistica per la Lessinia che fa della qualità la propria bandiera.
Copyright Altalessinia.com - fotografia di Sigfrido Corradi.
P
resto andrà in archivio
una delle estati più torride
degli ultimi decenni, in cui
caldo e umidità hanno attanagliato gli abitanti della pianura spingendoli verso le montagne
per un po’ di refrigerio. Di questo
spostamento ha goduto la Lessinia, invasa sin dalla fine di giugno
da villeggianti e turisti.
Proprio in questo periodo è uscito
allo scoperto un innovativo progetto web chiamato AltaLessinia.
com. L’idea è nata due anni fa
dalla passione di Riccardo Zanini, giovane imprenditore di Bosco
Chiesanuova, e il progetto vero e
proprio ha preso forza nei primi
mesi del 2015 grazie al lavoro suo
e di uno staff di under 35 che ha
ricevuto subito una risposta positiva di molte attività ricettive che
operano su tutto il territorio della
Lessinia.
«La nostra idea è quella di mostrare il meglio della nostra Lessinia in un’unica immagine – spiega
Zanini – prendendo spunto dall’analisi di piccoli territori italiani abbandonati e divenuti poi dei brand
attraverso forti e qualitative operazioni di marketing».
Il progetto è partito con l’apertura
del portale AltaLessinia.com, dalla
grafica fortemente caratterizzata
e collegato a pagine social dedicate, come quella su Facebook.
Sul sito si trovano molte informazioni per godere di un soggiorno
in Lessinia; tuttavia quello che sta
arrivando è ben più stuzzicante e ambizioso. Ad esempio è già
in vendita il calendario 2016, con
immagini spettacolari dell’altopiano scattate da Sigfrido Corradi.
La caratteristica che balza subito all’occhio di AltaLessinia.com è
proprio l’utilizzo di immagini a forte
impatto: oltre alla fotogallery sul
portale e alla possibilità di condividere le proprie foto su Instagram
e Twitter tramite l’hashtag #altalessinia, che le raccoglie su una
di Emanuele Pezzo
specifica social page, viene data
la possibilità a chi ama la fotografia di contattare il sito per veder
pubblicati gratuitamente i propri
scatti. Continua Zanini: «Io e i miei
soci partiamo da un forte orgoglio
per una zona stupenda, vicinissima alla pianura, che troppa gente
ancora non conosce. Per adesso
vogliamo innanzitutto mettere a
disposizione le nostre competenze per proporci come rete, perché
tante attività della Lessinia operano già bene a livello di marketing, ma da sole possono fare
ancora poco». I prossimi obiettivi
sono di proporre, organizzare e
promuovere escursioni guidate di
varia tipologia in Lessinia, coinvolgendo chi già vi opera; tradurre il
portale in inglese e tedesco; muoversi nell’ambito delle fiere sul turismo; instaurare forti legami con
le più importanti manifestazioni di
respiro culturale e turistico della
Lessinia.
“La volontà è di
prendere quel
che di meglio c'è
sul territorio a
livello turisticoricettivo, valorizzarlo e diffonderlo fuori dai
consueti confini
del turismo”.
PANTHEON UNDERGROUND
Un’altra tappa del nostro viaggio nella musica veronese
56
Pantheon
Pantheon
57
Un’altra tappa del nostro viaggio nella musica veronese
FoStroo: quando “scende la sera” in
Lessinia si accende il blues
S
ettembre sta per lasciare
spazio all’arrivo dell’autunno,
le giornate iniziano ad accorciarsi, anche in Lessinia, e i riflettori
sul Film Festival, che ha chiuso con
successo la sua ventunesima edizione, sono ormai spenti. Ma proprio
a dettare il successo della grande
kermesse cinematografica, accanto
alla riproduzione dei film in concorso
e alle novità editoriali ed enogastronomiche, è stata la musica.
Tra i protagonisti musicali che hanno
scaldato a dovere la piazza del Festival anche Enrico Morello, Stefano
Sartorelli, Cristiano Zanini, chitarra,
basso, voce e anima dei FoStroo Trio
Blues. Formazione che, come accennato, ha presentato ufficialmente il proprio debut album a Bosco
a cura di Marco Nicolis
Chiesanuova dal “lessinico nome”
Sta Tèra. Il nome non è il semplice
frutto di una scelta casuale ma rappresenta in modo deciso la storia e
l’anima della band (FoStroo deriva
infatti dal dialetto veronese: Faccio
Buio), la quale si fonde in profondità
con il territorio, con la veneta terra
di origine, con i suoi miti e le sue leggende, viaggiando fino a raggiungere le sonorità calde e blues della
lontana valle del Mississipi, mescolando ai grandi classici del genere pezzi inediti e originali, infusi di
“slang” paesano e modi di dire tipici
della cultura cimbra.
Per rendere l’idea della bontà di
queste idee possiamo aggiungere
il riconoscimento ed il patrocinio al
progetto dei 13 comuni della Lessi-
nia e dell’associazione Blues Made
in Italy. Ora queste singolari comunanze potranno trarre in inganno
qualche lettore, spaesato dall’intreccio di culture e parlate locali così
diverse e allo stesso tempo lontane
tra loro, ma ripensiamo un po’ ad
uno dei grandi della musica italiana,
Pino Daniele, non è forse vero che
anche il grande cantautore napoletano aveva mescolato nei suoi testi blues dalle sonorità tipicamente
americane ed espressioni campane?
Vi domandate ora come può essere
il risultato di questa grossa centrifuga creativa?
Ascoltate direttamente con le vostre
orecchie: www.youtube.com/user/
FostrooBluesTrio?feature=watch
Methodica
e lo spartito tra le mani”, un gruppo
che non ha mai mollato, navigato
tra cambi di formazione repentini e,
come accennato nelle prime righe,
tra le mille difficoltà tutte italiane.
Un gruppo che ha saputo tener duro
coronando quelli che sono i sogni
più infantili e istintivi di qualsiasi musicista. Per partire, sul ripiano delle gioie due album: The “Silence Of
Wisdom”, recentissimo, “Searching
BAR
BIRRERIA
BIGOLERIA
ENOTECA
LIVE MUSIC
FoStroo
Dal “teatro dei sogni” ecco i Methodica
N
on c’è bisogno di citare ad
una ad una le difficoltà che
un gruppo musicale, specialmente se inserito in un contesto
“Prog”, può incontrare nel Bel Paese,
questo perché, ormai, le difficoltà
sono sotto gli occhi di tutti. Carenza
di strutture dove suonare e poche
possibilità di mettersi in mostra ne
sono un esempio, ma, come spesso capitato all’interno della nostra
rubrica musicale, accade che le eccellenze, quelle vere, vengano alla
luce, sfondando quello spesso muro
che si erge tra la musica “alternativa” (ma poi perché definire ciò che
non è esclusivamente commerciale
come alternativo) e le orecchie degli
ascoltatori italiani. Un esempio limpido sono i Methodica. Questo eclettico gruppo veronese, (ispirato ai
tecnicissimi Dream Theater, per chi
mastica un po’ il genere) si può definire una band “col coltello tra i denti
For Reflections”, il primo lavoro, contenente 7 tracce. Oltre a ciò la possibilità di suonare e mettersi in luce
al fianco di mostri sacri come Skunk
Anansie, Riverside, Anathema e con
gli idoli Dream Theater e Queensryche. Queste possibilità, nate grazie
a Festival e Contest, sono la cartina
tornasole dell’importanza che questi eventi ormai hanno nel panorama musicale.
Il nuovo album è pronto, fermarsi qui
e accontentarsi decisamente non fa
parte dello spartito dei Methodica.
La lista delle cose da fare è lunga, a
partire dalla realizzazione del videoclip di “Destruction Of Idols”, secondo estratto dell’ultimo album e poi
chissà, magari sarà qualcun altro a
far loro da gruppo spalla su qualche
palco di prestigio. Io continuerò a
seguirli, chissà che…
martedi sera
GIRO BIGOLI e musica
sulle note
LATINO AMERICANE
58
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LA
CREMA DI
NOCCIOLE
Con ingredienti sani e nutrienti!
Procedimento:
Frullate le nocciole assieme all’olio
e allo zucchero di canna fino ad ottenere una pasta fine. Aggiungete
cacao, sale, vaniglia e latte.
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Pantheon
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L’Autore: Antonio Ferrara - napoletano che vive a Novara con moglie, figlia e due gat-
Procedimento:
1
Autori: Antonio Ferrara
Titolo: La maestra è un Capitano!
Illustratrice: Anna Laura Cantone
Edizioni: Coccole Books Srl
Prezzo: 10€ - Pagine: 53
Età di lettura: dai 7 anni in poi
recensione
a cura di Alessandra Scolari
a cura di Mattia Zuanni
BOX
OFFICE
fotografa
il QR per
vedere il
trailer
ti, un lavoro come grafico e in una comunità alloggio per minori, dove ha imparato a
non prendersi troppo sul serio. Oggi è un affermato scrittore di libri per ragazzi, per i
quali tiene anche laboratori di scrittura creativa nelle scuole, biblioteche e associazioni
culturali. Con il libro Ero cattivo, ha vinto il premio Andersen 2012. Anche AnnaLaura Cantone, piemontese, classe 1977, laureatasi in illustrazione di libri per bambini,
ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, compreso il Premio
Andersen 2003. Le sue tavole anche in questo libro sprizzano ironia e voglia di far
divertire il lettore.
Curiosità: Il racconto è uno spaccato di vita di un’eroica maestra, innamorata del
suo lavoro,che come molte altre donne è costretta a fare i salti mortali tra impegni
professionali e vita privata, con pazienza senza perdere entusiasmo e rispetto verso
gli interlocutori. Il linguaggio è scorrevole, irriverente nelle note dolenti, però davvero
godibile. I lettori simpatizzano subito con questa maestra e gli alunni... Ottimo come
regalo alle maestre.
Il film: Protagonista di Inside Out è la giovane Riley che, costretta a trasferirsi con la famiglia in una nuova città, deve fare i conti anche con le emozioni che convivono nel centro
di controllo della sua mente e guidano la sua quotidianità, e che non sono d’accordo su
come affrontare la vita in una nuova città, in una nuova casa e in una nuova scuola. Gioia
è il motore del gruppo e mantiene tutti attivi e felici; cerca sempre di vedere il lato positivo
delle cose. Paura è una sorta d’impiegato perennemente stressato; Rabbia è, neanche
a dirlo, arrabbiato: sa che i membri del gruppo hanno buone intenzioni e fanno del loro
meglio ma, a differenza sua, non sanno come funzionano le cose. Disgusto è molto protettiva nei confronti di Riley; ha delle aspettative alte verso il prossimo ed è poco paziente. Tristezza è divertente, anche nel suo essere triste: è intelligente e sempre previdente
ma rappresenta una vera e propria sfida per Gioia.
Curiosità: Dagli ultimi dati, l’incasso totale del film si aggira attorno ai 342 milioni di dollari; 90 solo nel primo weekend. Al film è abbinato il cortometraggio d’animazione “Lava”;
ispirato alla solitaria bellezza delle isole tropicali e al fascino esplosivo dei vulcani oceanici, è un musical che racconta una storia d’amore che si svolge nel corso di milioni di anni.
Classici da non perdere...
senzalattesenzauova.blogspot.it
Ciao! Mi chiamo Nicole Scevaroli, ho 26 anni ed abito a Verona. Ho una grande passione per
la cucina e sono specializzata in ricette senza questo o quell’ingrediente. Da circa un anno
tengo un blog che si chiama “senza latte e senza uova” nel quale propongo tantissime idee
sia dolci che salate. Ho da poco pubblicato il mio primo libro che si intitola “Dolci Impossibili ”.
In questa rubrica vorrei proporvi delle ricette semplici, sane, divertenti e golose per
trasmettervi la mia voglia di cucinare, infornare ed assaggiare!
Se volete contattarmi: [email protected]
Pantheon
Il libro: Riporta gli appunti di una coraggiosa maestra che vuole bene ai suoi allievi. Lei,
in prima persona, descrive in maniera davvero divertente, il rapporto con il marito e la
figlia Sara (TV dipendenti) e con la scuola, dove i ragazzini sono distratti, alcuni genitori maleducati e dirigenti burocrati, ma manca perfino la carta igienica. E i ragazzini
ricevendo il rotolo la rassicurano «non preoccuparti maestra lo faremo durare». E i
virus influenzali? Viaggiano veloci. «Ma io non rinuncio ad abbracciare i miei bambini,
ci mancherebbe. Loro hanno sempre sete di ABBRACCI e io sono la loro FONTANA».
Una maestra umana, certa che «CRESCERE è una festa, mica una punizione» e ogni
mattina inizia con dieci minuti di lettura e gli alunni miracolosamente «tutti stanno
sempre attenti!». Poi passa alle tabelline, scienze, storia e domande (divertentissime!),
sciogliendosi quando pensa a Luca che dice la mia «maestra è il capitano della nave»...
PANE
SEMINTEGRALE
AI SEMI
Sciogliete il lievito
nell’acqua con il
miele. Unite le farine, i semi ed impastate. Aggiungete il sale e l’olio,
create una palla
e fate lievitare 3
ore. Dividetela in
12 parti stendendo
ogni una con un
mattarello. Arrotolatele e distendetele per tre volte.
Posizionate i panini sulla banda del
forno a lievitare
per 1 ora. Infornate
a 200 gradi per 15
minuti.
59
RUBRICA
Titolo: Alien - Genere: Fantascienza, Horror
Durata 117 minuti Regia: Ridley Scott
Attori: Sigourney Weaver, Yaphet Kotto, Veronica Cartwright, Ian Holm
Titolo: Inside Out
Genere: Animazione
Durata: 94 minuti
Regia: Pete Docter
Uscita (Italia):
16 settembre 2015
Alien è il primo film di una tra le saghe di maggior successo nella storia del cinema di fantascienza, con
Sigourney Weaver nei panni di Ripley, la donna dalla volontà d’acciaio, destinata a combattere contro
la creatura più remota e mostruosa della galassia. Il terrore inizia a serpeggiare quando l’equipaggio
dell’astronave Nostromo indaga su una trasmissione proveniente da un pianeta desolato e fa una
scoperta sconvolgente: una forma di vita aliena si genera nel grembo di un essere umano. A questo
punto l’equipaggio deve lottare non solo per la propria sopravvivenza, ma anche per quella di tutta
l’umanità. E la lotta si rivela impossibile...
Territorio A Spicchi
60
Pantheon
Pantheon
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Brevi da Verona e Provincia
Brevi da Verona e Provincia
A cura di Miryam Scandola
A cura di Matteo Scolari
BOSCO CHIESANUOVA
VERONA
La Cina sul podio per la XXI edizione del Film Festival della Lessinia
Buon compleanno Pianeta-Calcio.it!
La Lessinia d’oro, Il massimo riconoscimento della rassegna
cinematografica internazionale dedicata a vita, storia e
tradizioni in montagna, quest’anno, la stringe in mano il regista
cinese Sonthar Gyal, volato in Italia per ritirare il prestigioso
premio. «Una storia toccante […] che ci mostra quanto sia
necessario, nel nostro mondo, imparare a non ferire gli altri
e noi stessi», questa è la motivazione espressa dalla giuria
internazionale che sabato 29 agosto, nella cerimonia di
premiazione al Teatro Vittoria, ha designato come miglior
pellicola Gtsngbo-Fiume (94’, Cina 2015). La Lessinia d’Argento
è andata, invece, alla produzione armeno-polacca Mleczny
brat – Fratello di latte (30’, Polonia 2014) del regista Vahram
Mkhitaryan.
GREZZANA
Al via i corsi per aspiranti bandisti
Una scuola di musica che esiste da vent’anni, una banda che
ne compie 93. Perché? «Suonare insieme è più bello», ci spiega,
semplicemente, Matteo Costanzi, responsabile dei corsi di musica
della Scuola Musicale Cittadina di Grezzana. Dal flauto traverso
all’oboe, dal sassofono al corno francese; le possibilità per vivere
l’esperienza della banda, offerte dalla scuola della Valpantena,
sono tantissime. Il percorso, di durata quadriennale, ha come fine
ultimo l’ingresso nella Banda Cittadina stessa. Tra le molte proposte didattiche anche una particolare, il corso di Propedeutica
Musicale, nato due anni fa e indirizzato ai bambini di seconda e
terza elementare. I corsi, tenuti da una decina di insegnanti diplomati, saranno presentati martedì 29 settembre in sala Bodenhein,
a Grezzana, ore 20.45. La presentazione sarà preceduta da una
lezione-concerto, ore 18, per dare un vero e proprio assaggio della vita “in banda”.
Per informazioni : [email protected] - sito: www.bandagrezzana.it - Matteo Costanzi: 3405840411
LESSINIA
Ricordi e malinconia tra le montagne: i Veterani della FISI si raccontano
Territorio A Spicchi
A cura di Chiara Boni
Si svolgerà sabato 19 settembre l’appuntamento annuale del Gruppo Veterani
del Comitato Provinciale di Verona della Federazione Italiana Sport Invernali.
Il gruppo è composto da uomini e donne che negli anni hanno fatto la storia
del movimento, tramite diverse attività: non solo ex atleti, ma anche presidenti
di club, consiglieri federali o appartenenti ai comitati regionali e provinciali,
presidenti del comitato provinciale e giudici di gara. Nessuno di loro però si
può dire abbia attaccato gli sci al chiodo: se non più attivi a tutti gli effetti
all’interno della Federazione, di sicuro restano coinvolti a vari livelli nelle funzioni
della FISI.Lo scopo dell’associazione che riunisce i Veterani della FISI è quello di mantenere intatta la vasta conoscenza
che negli anni è stata accumulata riguardo gli sport invernali, e ovviamente tramandarla alle nuove generazioni.
L’incontro del 19 settembre sarà proprio un momento di riunione dei membri, un’occasione non solo per ricordare i bei
momenti, ma anche di discussione e dibattito sulle attività della Federazione. Non mancherà un momento di ricordo
per gli amici scomparsi, a partire dai fondatore della FISI veronese Giorgio Gironi e primo presidente provinciale ma
anche un altro indimenticabile Presidente, Giorgio Zusi. L’incontro si svolgerà presso la Malga Valbella, non lontano
da Passo Fittanze: il posto ideale per questi Veterani degli sci, che dalla montagna non si vorrebbero allontanare mai.
E sono dieci. La testata giornalistica online www.pianeta-calcio.it ha
festeggiato poche settimane fa il suo decimo compleanno. Era il 22
agosto 2005 quando Giuliano Paolini, ex calciatore professionista che
ha navigato per molti anni anche nel dilettantismo, e Andrea Nocini,
un giornalista “di strada”, di origine faentina, ma veronese di adozione,
ebbero l’intuizione di abbandonare i rispettivi impieghi che li vedevano
legati al mondo dell’editoria cartacea, uno come trasportatore conto
terzi e l’altro come direttore di diversi periodici nelle principali città del
Veneto e Lombardia, e di creare, in tempi non sospetti, un portale digitale
interamente dedicato al calcio di provincia.Un’intuizione, dicevamo. Sì,
perché nel 2005 la crisi della carta stampata non era ancora nell’aria
e il pensiero di rendere fruibile l’informazione sportiva attraverso lo
schermo di un computer anziché su un tradizionale giornale sfogliabile,
sembrava vero azzardo. Una scommessa vinta però. Pianeta-calcio.
it è un sito che mette sul piatto numeri da capogiro: quasi 70 milioni
di pagine visitate ad oggi, picchi di 70mila pagine consultate in un
solo giorno, in particolare il lunedì quando, oltre ai risultati, sono visibili
i “punti” (approfondimenti) delle categorie, dall’Eccellenza alla Terza
Categoria, a firma del direttore Nocini, giornalista e scrittore (autore di
ben nove raccolte di interviste a personaggi famosi) e memoria storica
e massimo esperto del calcio dilettantistico veronese.«Ho giocato in
tutte le categorie, tranne la serie A e la Terza categoria, e negli ultimi
anni, in quelle meno nobili e quasi ignorate dai media» afferma l’editore
Giuliano Paolini «Non sopportavo che si parlasse solo delle categorie più
alte (l’Eccellenza o la Promozione) tralasciando le gesta di ragazzi di
Seconda e Terza che sono animati da una passione incredibile. Pianetacalcio.it è nato assieme a un amico di una vita, Andrea, anche per dare maggiore visibilità a queste categorie definite
“minori”, le quali hanno comunque tante storie, emozioni e aneddoti da raccontare. E abbiamo scelto il digitale quando
l’online era per certi versi un mero sconosciuto. A distanza di anni possiamo dire di essere stati dei pionieri e qualche
soddisfazione ce la siamo tolta». www.pianetacalcio.it, che ogni anno a maggio organizza il “Gala delle Regine” per
premiare le squadre vincitrici dei campionati scaligeri ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi tra cui il “Cangrande
d’oro”, conferito alla testata il 31 gennaio 2014. Oggi è il sito numero uno per il calcio dilettantistico a Verona. E non solo.
QUINTO
A cura di Chiara Boni
“Le Alpi in 3D”: a Villa Ca’ Vendri lo spettacolo delle prime foto tridimensionali
La collezione fotografica di Alberto Melloni, oggi curata
dai nipoti Alessandro e Marco, è una testimonianza
di importanza incredibile a livello storico, oltre che
un documento di rara bellezza: documento che sarà
possibile ammirare grazie alla mostra “Le Alpi in 3D”,
il 16 ottobre presso Villa Ca’ Vendri. L’archivio della
collezione contiene oltre 3000 fotografie scattate tra il
1920 e il 1940 che ritraggono paesaggi di montagna,
da Cortina d’Ampezzo alle Dolomiti, ma anche le
più belle città d’Italia e d’Europa, Milano, Roma,
Napoli, Parigi, Vienna. Oltre al fascino senza tempo
delle foto d’epoca, queste immagini hanno però una
particolarità inaspettata: sono infatti realizzate in “3D”, con una macchina stereoscopica (munita di 2 obbiettivi) su
lastre di 60x130mm. Si può ammirarne la tridimensionalità originale, attraverso il supporto degli specifici occhialini.
RUBRICA
a cura di Adiconsum Verona
Pantheon
6262Pantheon
Pantheon
63
POLLINARI RENATO
In viaggio con il treno?
IMPIANTI TERMOSANITARI S.r.l
CIVILI E INDUSTRIALI
Ecco i tuoi diritti di passeggero
S
e scegli di raggiungere il tuo luogo di lavoro, studio
o villeggiatura in treno, non dimenticare che hai dei
diritti da far valere, in virtù del Regolamento europeo 1371/2007.
Il Regolamento CE n. 1371/2007 stabilisce i diritti e doveri
dei passeggeri ferroviari e si applica ai servizi ferroviari
in tutta l’Unione europea forniti dalle imprese ferroviarie
titolari di licenza europea, ai servizi da o verso un Paese
extra UE (in presenza di accordi) e ai viaggi interni in base
alle decisioni dei singoli Stati membri.
Per quanto riguarda il trasporto nazionale ed il trasporto regionale in Italia, i diritti dei passeggeri sono contenuti
nelle Carta dei Servizi di Trenitalia che contiene gli
standard di qualità che l’azienda si impegna a rispettare
e tutte le informazioni necessarie per la presentazione di
eventuali reclami e la richiesta di risarcimenti.
Informazioni e biglietti
Il Regolamento CE assicura ai passeggeri ferroviari il diritto ad ottenere tutte le informazioni utili sul servizio di
trasporto prima, durante e dopo il viaggio (condizioni
generali di contratto, accessibilità, servizi a bordo, coincidenze, ritardi, recupero bagagli, reclami, ecc.).
In particolare, le imprese ferroviarie o le autorità competenti sono tenute a rendere pubbliche, con i mezzi
adeguati e in via preventiva, le informazioni sull’eventuale soppressione di determinati servizi.
I biglietti ferroviari devono essere distribuiti almeno attraverso una delle seguenti modalità: biglietterie o distributori automatici; per telefono, sui siti internet o tramite
qualsiasi altra tecnologia dell’informazione ad ampia diffusione; a bordo dei treni.
Reclami e Conciliazione
I passeggeri ferroviari possono presentare reclamo relativamente ai diritti ed agli obblighi previsti dal Regolamento
e hanno diritto ad ottenere una risposta entro un lasso di
tempo ragionevole. Nei confronti di Trenitalia, nel caso
in cui il passeggero subisca un disservizio o riceva una
risposta negativa ad una richiesta di rimborso, è possibile
presentare un reclamo mediante:
- compilazione del formulario sul sito di Trenitalia (www.
trenitalia.it);
- compilazione e consegna del modulo cartaceo disponibile presso gli Uffici di Assistenza alla Clientela,
presenti nelle principali stazioni ferroviarie;
- compilazione e invio del modulo tramite raccomandata
a/r, via fax o in via telematica, tramite l’assistenza di Adiconsum Verona.
Nel caso in cui Trenitalia non risponda al reclamo entro 60
giorni dalla presentazione, o se la risposta non è ritenuta
soddisfacente, è possibile accedere alla procedura di conciliazione prevista: Protocollo d’Intesa firmato da Trenitalia
e dalle Associazioni dei Consumatori, formulando apposita richiesta direttamente o per il tramite di Adiconsum
Verona.
Diritto ad essere informato
·prima del viaggio (condizioni applicabili al contratto, orari,
tariffe, servizi a bordo, ecc.)
·durante il viaggio (ritardi, interruzioni del servizio, coincidenze)
·dopo il viaggio (procedure relative alla presentazione di
reclami, ai bagagli smarriti, ecc.).
Diritto ad essere risarcito in caso di lesioni alla tua persona· La copertura assicurativa minima per passeggero è
fissata a 310.000 euro.
·Diritto a pagamento anticipato per coprire spese urgenti
successive all’incidente.
Diritto ad essere risarcito per smarrimento/danneggiamento bagaglio.
·L’indennizzo per lo smarrimento e/o il danneggiamento
di un bagaglio registrato può arrivare fino a 1.285 euro a
bagaglio.
Diritto ad essere risarcito in caso di ritardo/soppressione del treno (salvo circostanze eccezionali).
·Hai diritto a chiedere un compenso minimo pari a:
a) il 50 % del prezzo del biglietto in caso di ritardo pari o
superiore a 120 minuti.
b) il 25% del prezzo del biglietto in caso di ritardo compreso
tra 60 minuti e 119 minuti.
c) un bonus, non in denaro, del valore del 25% del prezzo
del biglietto di viaggio da utilizzare in seguito.
·Hai diritto a ricevere per ritardi all’arrivo o alla partenza:
a) pasti e bevande
b) sistemazione in albergo o di altro tipo
c) trasporto verso il punto di partenza o di arrivo, se il treno
è bloccato sui binari
d) rimborso pieno del biglietto o riprotezione su un viaggio
alternativi
Chi è Adiconsum?
Adiconsum è un’associazione indipendente e senza scopo di lucro presente su tutto il territorio nazionale, con sedi locali, provinciali e regionali. Gli operatori, i volontari e i dirigenti forniscono
assistenza e tutela individuale e collettiva ai consumatori e alle
famiglie. È possibile collegarsi al sito internet dell’Associazione:
www.adiconsumverona.it
o utilizzare il numero telefonico 045/8096934.
Via L. Da Vinci, 2 – Grezzana VR
E-mail: [email protected]
CELL: 348 6524824 UFF: 045 8650226 FAX: 045 8669463
25 °
2015
1990
I NOSTRI SERVIZI
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Impianti sanitari;
Impianti di riscaldamento;
Impianti a pavimento;
Riparazioni varie;
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Antincendio;
Condizionamento;
Installazione addolcitori;
Caldaie a gas, legna e pellet;
 Rifacimento bagni;
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