Teologia: vicenda semantica
• Platone (cf Repubblica, II): discorso a carattere mitologico a cui non
è possibile attribuire la caratteristica di sapere propriamente detto;
la vera teologia non è quella del racconto mitico ma quella delle
idee, e del Bene in particolare, cui si giunge mediante la theoria
(contemplazione). – teologia mitica
• Aristotele (cf Metafisica, l. VI): sinonimo di “scienza prima”, distinta
dalla fisica e dalla matematica, la teologia considera i principi primi
dell’essere e risale all’essere dell’ente, cioè alla “causa prima”. Ciò è
la ragione della superiorità della teologia in quanto il suo oggetto
non è un ente determinato, o una realtà particolare, ma “il genere
più alto di realtà”, “l’essere in quanto essere” – teologia filosofica
• La tradizione stoica (soprattutto Varrone): la teologia come teologia
civile è il parlare agli dèi nel culto all’interno dello spazio religioso e
civile della città – teologia civile
La diffusa presenza nella tradizione pagana di riferimenti alla teologia
spiega la diffidenza cristiana verso la parola “teologia”, venendo
quest’ultima ad indicare la conoscenza pagana e precristiana di Dio.
• In Oriente Origene (185-254) userà il termine theoria (contemplazione),
mentre nella scuola alessandrina si parlerà esplicitamente di theologia con
Eusebio di Cesarea (263-340)
• Sempre in Oriente diventerà presto abituale la distinzione, iniziata da
Origene, fra theologia, ovvero la dottrina relativa a Dio in sé, ed oikonomia,
ovvero l’adempimento del disegno di salvezza di Dio nella storia; da qui
l’espressione “economia della salvezza”
• In Occidente si esiterà molto di più ad usare il termine teologia. Boezio
(480-524) lo impiega in una accezione aristotelica; nell’Alto medioevo
prevalgono le locuzioni doctrina christiana, sacra pagina, sacra doctrina
La teologia cristianamente intesa
• La teologia cristiana nasce dal parlare di Dio che l’uomo
mediante la fede accoglie, riconoscendo tale parlare non
solo come realmente accaduto, ma come evento vero,
significativo e decisivo per la propria vita
• Definizione essenziale di teologia:
l’approfondimento della dimensione conoscitiva della
fede, ovvero il logos, la parola-pensiero, che l’uomo dice
su-a Dio a partire dalla Parola che Dio ha detto all’uomo
su di sé, sull’uomo stesso e la realtà tutta nella storia
della salvezza e in modo singolare e definitivo in Gesù
Cristo, Parola che l’uomo accoglie nella fede personale.
La teologia cristianamente intesa
• La teologia si riferisce al logos: è esercizio di pensiero:
utilizza gli strumenti e le risorse della razionalità, per
argomentare, analizzare, comprendere il creduto in
modo tale, da trasformare le verità credute in verità
sapute, cioè conosciute
• Perciò la T. obbedisce alle caratteristiche
dell’intellettualità nel suo esercizio sistematico. Essa sarà
un’intelligenza:
– Critica
– Metodica
– Sistematica
• Essenziali per la teologia sono:
– Il contenuto: la rivelazione
– La fede personale
• La ragione si applica a contenuti determinati da Dio
•
•
stesso in quanto da lui rivelati, né si può riflettere sulla
rivelazione, in un senso propriamente teologico, se non a
partire e come approfondimento della propria fede
personale
Perciò: solo chi crede può fare teologia, mentre chi non
crede può tuttalpiù studiare la teologia
Di conseguenza: la vera teologia si fa “in ginocchio”, cioè
è quella che scaturisce dalla santità
• Corollario: in un certo qual modo ogni credente
è teologo. Come ogni uomo, per certi versi, è
•
•
filosofo, nella misura in cui si interroga sul senso
delle cose, così ogni uomo che vive la sua
personale esperienza di fede è teologo
appartiene alla dinamica della fede cercare le
ragioni della fede
credere senza andare a fondo delle ragioni della
fede (senza “pensare la fede”) è contrario alla
realtà stessa della fede, la quale non può non
interrogarsi né essere vissuta se non dando le
ragioni di se stessa.
1Pt 3,15ss:
“rendere ragione della speranza”
• «Chi vi farà del male, se siete zelanti nel bene?
Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi!
Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi
agitate; ma glorificate il Cristo come Signore nei
vostri cuori. Siate sempre pronti a render conto
della speranza che è in voi a tutti quelli che vi
chiedono spiegazioni. Ma fatelo con
mansuetudine e rispetto, e avendo la coscienza
pulita; affinché quando sparlano di voi,
rimangano svergognati quelli che calunniano la
vostra buona condotta in Cristo»
• Il punto centrale dell’esortazione rivolta dallo
•
scrittore sacro alla comunità sta nel fatto che
non soltanto la speranza ma il logos, cioè la
ragione della speranza deve essere l’oggetto
dell’apologia
Il contenuto e fondamento della speranza è,
dunque, il motivo dotato di senso che chiede di
essere giustificato poiché la speranza poggia su
un fondamento ragionevole e perciò
razionalmente legittimabile
• la fede non proviene solo o tanto dalla ragione: è dono di Dio;
•
•
•
•
tuttavia, non si dà fede cristiana senza che il credente la
approfondisca per dare spessore e credibilità alla propria
esperienza di fede
Le ragioni per cui si crede sono diverse per ogni credente
La differenza fra il teologo, che ogni credente è dentro di sé, e
la teologia, nella sua realtà accademica di disciplina
scientifica, risiede nel ricorso alla ragione in maniera
sistematica
La teologia può essere perciò definita la scienza della fede
Della fede come fides qua (atto di fede) e fides quae
(contenuti di fede)
La teologia come intellectus
fidei
• la teologia sussiste in forza:
• della rivelazione (l’autocomunicazione di Dio)
• della fede personale, con cui si aderisce e si
•
crede in Dio e a ciò che Egli ha rivelato,
delle risorse della razionalità, poiché l’ambito
precipuo del sapere teologico rimane quello della
conoscenza approfondita della verità rivelata
• Osmosi fra fede e intelletto: credo ut intelligam,
intelligo ut credam Sant’Agostino:
• “vuoi capire? Credi. […] L’intelligenza è il frutto
•
della fede. Non cercare dunque di capire per
credere, ma credi per capire perché se non
crederete, non capirete” (Commento al Vangelo
di Giovanni)
“ti ho cercato ed ho desiderato di vedere con
l’intelletto ciò che ho creduto (desideravi
intellectu videre quod credidi)” ( De Trinitate)
credo ut intelligam – intelligo ut
credam
• credo ut intelligam sottolinea che il punto di
•
•
•
partenza per la teologia è la fede: occorre prima
credere per poi sperare di entrare in una
conoscenza del Dio vivente
cf Is 7,9, “se non crederete non comprenderete
piuttosto che pre-cedere la fede, la conoscenza
pro-cede dalla fede.
San Tommaso all’inizio della Summa theologiae:
«Sacra doctrina procedit ex articulis fidei»
• Allo stesso tempo, in quanto si crede si vuole comprendere il creduto perché la
conoscenza accresca, in un dinamismo circolare e osmotico, la fede
• “cerchiamo ciò che dev’essere ritrovato. Cerchiamo ciò che è già stato trovato. È
perché è nascosto che si deve cercare ciò che dev’essere trovato; è perché è
immenso che si deve cercare ancora ciò che si è già trovato” (S. Agostino, Commento
al Vangelo di Giovanni)
• Un approfondimento proviene da Anselmo d’Aosta (1033-1109) che scrive nel prologo
del Proslogion:
“ho scritto il seguente opuscolo, mettendomi nella posizione di chi tenta di innalzare
la sua mente a contemplare Dio e cerca di comprendere ciò che crede. E poiché
giudicavo che né questo opuscolo né quello che sopra ho ricordato fossero degni del
nome di libro o di portare il nome dell’autore, ma pensavo tuttavia che non si
dovessero pubblicare senza un titolo qualsiasi col quale invitassero alla lettura, in
qualche modo, colui nelle cui mani fossero pervenuti, diedi a ciascuno il suo titolo,
chiamando il primo Esempio di meditazione sulla ragione della fede [Monologion] e il
successivo La fede che cerca l’intelletto (Fides quaerens intellectum)»
• I due “plessi” fondamentali della teologia
– il plesso soggettivo, che abbiamo detto essere la fede, nel senso
della virtù-atto con cui si crede (fides quā creditur)
– il plesso oggettivo, cioè la rivelazione, ovvero i contenuti della
fede (fides quae creditur)
“la teologia, in tutte le sue diverse tradizioni, discipline e metodi,
si basa sull’atto fondamentale di ascoltare con fede la Parola di
Dio rivelata, Cristo stesso. L’ascolto della Parola di Dio è il
principio definitivo della teologia cattolica; conduce alla
comprensione, all’annuncio e alla formazione della comunità
cristiana”
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Lumsa 2.