ANNO 8 - NUMERO 05
1 MAGGIO 2015
MENSILE DEL TERRITORIO DI LERICI
a cura dell’Istituto Comprensivo di Lerici
L’Ammiraglio Camerini e altri racconti di mare
Alice Sara
Laboratorio di
Giornalismo
delle scuole
medie F. Poggi
e P. Mantegazza
Lerici In… è un
allegato di Ameglia
Informa, registrato al
tribunale della Spezia
al n.2 del 4.2.1998
(stampato in proprio)
LERICI IN...
non ha alcun finanziamento pubblico e
si regge solo grazie
alla pubblicità degli
inserzionisti
che permettono la
DISTRIBUZIONE
GRATUITA
alla popolazione.
Diffuso in 2700 copie
Pensavamo che i racconti dei
pirati fossero relegati nella storia,
e San Terenzo ne sa qualcosa con
gli assalti dei pirati saraceni nel
1400, invece sono cronaca di oggi
con i due marinai che hanno ingiustamente guai con la magistratura
indiana e con i pirati del Corno
d'Africa che possono provocare ingenti danni alla nostra economia.
Anche di questo si è parlato
nell'intervista concessaci dal Contrammiraglio Roberto Camerini,
che ha assunto il Comando Marittimo Nord dal 6 febbraio 2015: egli
ha origini spezzine e per un certo
periodo è stato pure santerenzino.
Taranto 1980 - Una foto singolare (anche se
poco definita nei particolari): sulla torretta del
sommergibile Dandolo, dall’alto verso il basso, il comandante Franco Paoli, il (vice) ten.
di vascello Andrea Toscano e il sottotenente
di vascello ufficiale di rotta Roberto Camerini
- uno dopo l’altro assegnati alla Spezia come
Comandante Marittimo Nord Italia.
D. Ammiraglio Camerini,
molti di coloro che l'hanno preceduta qui erano, in un modo o
nell'altro, già legati personalmente alla Spezia. E lei?
R. La Spezia per la Marina è
una città simbolo, quindi, in un
modo o nell’altro, chi fa carriera in
Marina ci deve passare, sebbene
io, essendo stato nei sommergibili,
ho passato la maggior parte dei
miei anni ad Augusta e Taranto.
Sono però della Spezia le mie radici, dove nacque nel 1923 mio papà
che era ufficiale di Marina e prestava servizio sul vecchio Garibaldi. Fui alla Spezia in diverse occasioni ma più lungamente da piccolo, dal 1964 al 1966, e poi quando
sono stato al comando del sommergibile “Prini” verso la fine degli
Anni ‘80; risiedevo a San Terenzo.
D. Possiamo affermare che i
sommergibili sono la specifica
passione che la lega al mare e
alla sua stessa carriera militare. E la storia dei sommergibili
è anch’essa connessa in modo
particolare con l’Arsenale della Spezia. Cosa pensa che sia
importante raccontare in proposito a questa nuova generazione di ragazzi?
R. Possiamo dire che, non solo i
sommergibili sono legati alla Spezia dove sin dal 1891 fu costruito
presso il Regio Arsenale il “Delfino”, primo sottomarino italiano,
ma anche tutta la Marina Militare. Per quanto riguarda il mio attaccamento ai sommergibili debbo
dire che la mia scelta è stata influenzata dalle persone per me più
importanti e che mi erano piaciute
di più per la loro spiccata umanità
in Accademia: il comandante della
classe del 3° e 4° anno e il direttore dei corsi degli allievi, ambedue
sommergibilisti.
(Continua a pagina 2)
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Tutti i numeri di LERICI IN sono pubblicati in Internet sul sito del Comune
www.comune.lerici.sp.it e in quello della scuola www.istitutocomprensivo-lerici.gov.it
(Continua da pagina 1)
Pensai che l’umanità che
trasmettevano quelle persone
non poteva che essere prodotta
da qualcosa di bello. E anche
ora sono contento di questa
decisione. Sui sommergibili
ogni persona è importante perché la vita di tutti è legata a
come ciascuno si comporta ed
esegue bene le disposizioni.
La disciplina nasce da sé,
attraverso l’insidia del mezzo,
perché tutti sanno che le cose
devono essere fatte bene e nei
tempi giusti altrimenti si rischia la vita tutti assieme.
Cosa c’è di bello in questo
mestiere che può essere di insegnamento ai giovani?
C’è che la vita di sacrificio
nell’ambiente angusto e isolato del sommergibile fa dimenticare il proprio egoismo, porta
a cercare nell’altro i pregi e
non i difetti e crea amicizie
che durano una vita. La persona che ti sta accanto è una
persona che rispetti e di cui
devi avere la massima fiducia
perché non puoi avere sotto
controllo tutto.
Non ci si deve isolare come
accade con Internet, uno strumento utilissimo che ti apre al
mondo ma che ti fa dimenticare che accanto a te ci sono anche le persone vere con cui ti
devi relazionare. Una settimana di vita su un sommergibile
la farei fare a tutti: insegnerebbe a stemperare il proprio
carattere e accettare gli altri.
D. Negli ultimi vent’anni
i rapporti fra comunità civile e presenza militare alla Spezia sono stati spesso
un po’ sofferti. Come pensa
di affrontare questo problema ancora aperto?
R. Fortunatamente ho trovato una situazione ben avviata dal mio predecessore ma ci
sono ancora elementi di “discordia” su cui stiamo lavorando per trovare una soluzione
soddisfacente. Qui alla Spezia
ci sono dei comprensori che
non ci sono più utili e altri che
dobbiamo razionalizzare per le
nuove esigenze della difesa
che subisce annualmente pesanti tagli.
Il problema è come possiamo valorizzare quello che non
ci serve più per ottenere in
permuta beni e servizi che
rendano più efficienti le infrastrutture e i mezzi che continuiamo a gestire. Ci sono degli
accordi che già sono arrivati a
conclusione come ad esempio
l’ex ospedale che diventerà
polo universitario.
È nostro impegno restituire
alla città quello che non ci serve più ma talvolta le aspettative dei cittadini, che vorrebbero subito un risultato, si scontrano con l’iter burocratico le-
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gato a queste decisioni. Noi
infatti portiamo avanti le trattative, facciamo delle proposte, diamo delle soluzioni, proponiamo degli accordi ma le
decisioni vengono prese solo
dal Ministro attraverso un’apposita Agenzia Difesa Servizi
che valuta i pareri, dà suggerimenti e indicazioni.
D. Quanto può ancora
incidere, secondo lei, l’Arsenale Militare sull’economia spezzina in questi
drammatici tempi di crisi?
R. La Marina Militare alla
Spezia ha da sempre avuto un
ruolo importante per l’economia della provincia, sia in termini di presenza di militari
con le loro famiglie che di indotto attraverso le manutenzioni navali da parte di ditte
specializzate.
Ultimamente l’Arsenale ha
avuto un ridimensionamento,
ma la decisione dello Stato
Maggiore della Marina di
mantenere alla Spezia le
FREMM (fregate europee multi missione) potrà ridare nuovo impulso sia all’Arsenale che
all’indotto o almeno mantenere lo standard attuale.
Si calcola che la Marina
incida attualmente sull’economia spezzina per almeno 500
milioni di euro, sia per la presenza di circa 9.000 militari
(Continua a pagina 3)
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Pagina 2
Breve biografia dell’Amm. Roberto Camerini
(Continua da pagina 2)
che per l’indotto della manutenzione navale,
senza contare gli stanziamenti di oltre quattro
miliardi di euro per le commesse navali che
permettono la sopravvivenza di Fincantieri con
le commesse di una serie di nuove unità navali. Per concludere, poiché le forze armate generalmente vengono viste come un elemento parassita di spesa, voglio evidenziare uno dei
tanti servizi di cui si occupa la Marina Militare
che generano occupazione e aumento del PIL.
Parlo del servizio antipirateria sia con i mezzi
navali che con scorte armate sui mercantili.
Se i pirati nel Corno d’Africa avessero preso
il sopravvento sui mari, i mercantili che attualmente passano dal Canale di Suez avrebbero scelto la rotta per Città del Capo, più lunga ma più sicura, con conseguente abbandono
del Mediterraneo. Sarebbe un vero disastro
perché le navi, una volta arrivate a Gibilterra,
trovano più conveniente utilizzare i porti del
Nord Europa (Rotterdam e Amburgo) molto
più efficienti di quelli mediterranei in termini
di infrastrutture e servizi.
Il Contrammiraglio Roberto Camerini è nato il 23 luglio 1955
a Sliema (Malta). Dal 1974 al 1978 ha frequentato l’Accademia
Navale di Livorno. Dal 1978 al 1985 ha prestato servizio come
ufficiale sui sommergibili Dandolo, Di Cossato e Romei poi come Comandante dal 1985 al 1990 sui sommergibili Romei e
Prini. Ha comandato la 1ª e 2ª classe dei Corsi Normali dell’Accademia Navale di Livorno dal 1992 al 1994. È stato Comandante del 2° Gruppo Sommergibili dal 1994 al 1996. Dal 1996 al
2002 ha prestato servizio in diverse qualifiche di comando presso la base di Augusta sino a divenirne Comandante dal 2002 al
2004. Ha svolto l’incarico di Assistente del Sottocapo di Stato
Maggiore della Marina da novembre 2004 all’ottobre 2006.
Dal novembre 2006 al 6 gennaio 2013 ha ricoperto diversi
ruoli dirigenziali presso lo Stato Maggiore della Marina.
Dal 16 gennaio 2013 al 5 febbraio 2015 è stato Comandante Marittimo di Sicilia e dal 06 febbraio 2015 ha assunto
l’incarico di Comandante Marittimo Nord.
SO ST A E V I AB I L IT À A L E RI C I
sino a l 14 g iugno 20 14
dal lunedì al venerdì non è in vigore la ZTL
tutti i veicoli (anche senza il pass) possono transitare nella zona a traffico limitato di Lerici e San Terenzo con possibilità di parcheggiare (a pagamento)
in Località Vallata e Bagnara e in loc. Erbetta (in
Intervista della redazione di San Terenzo quest’ultima dalle 8 alle 20) e lungomare Venere
Azzurra. Chi non ha il pass non può sostare in altre
aree all’interno della zona a traffico limitato.
Attenzione al semaforo che segnala ai varchi, con
il verde transito libero, con il rosso ZTL in atto.
L’Ammiraglio Camerini con Maria Luisa, Serena, Marinela,
Alessia, Riccardo e Sandro della redazione di San Terenzo
Il sabato, la domenica e i festivi è in vigore la ZTL,
tuttavia i veicoli non muniti di pass possono transitare nella zona a traffico limitato dalle ore 19 alle
ore 09 del giorno successivo e parcheggiare in Località Erbetta dalle ore 20,00 alle ore 8,00.
Il sabato e i festivi il parcheggio in Località Vallata
(Lerici) e Bagnara (San Terenzo), è a pagamento
ma, in compenso, è previsto un servizio di bus navetta gratuito che collega i parcheggi con i centri storici.
Il transito di ciclomotori e motocicli è sempre
consentito liberamente; la sosta è prevista negli
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1265 - 2015:
Auguri, Dante !
delicato incarico e per l’ospitalità offertagli durante il suo
doloroso esilio da Firenze, è
testimoniata dalle parole di
apprezzamento che leggiamo
nell’VIII canto del Purgatorio
(vv.109-132) nei confronti di
Corrado Malaspina, che incarna l’immagine del perfetto cavaliere nel quale la gentilezza
d’animo si associa alla rettitudine, al valore, alla saggia amministrazione del patrimonio
di famiglia.
Numerose altre sono le citazioni della Lunigiana e dei
suoi signori che possiamo rintracciare nella Divina Commedia; esse ci confermano un soggiorno di Dante abbastanza
prolungato (due anni circa).
la più rotta ruina è una scala,
verso di quella, agevole e aperta.
(Purgatorio, III, vv.49-51)
DANTE in un
disegno di
Elia Brozzo
Quest’anno ricorre il 750°
anniversario della nascita
di Dante Alighieri avvenuta,
probabilmente proprio in questo periodo, a Firenze nel
1265. Ricordarlo ai lettori di
Lerici In ci è sembrato doveroso soprattutto perché, nella
Divina Commedia, il sommo
Poeta mostra di conoscere il
nostro territorio riferendosi
alle sue caratteristiche morfologiche per far intendere la
difficoltà del percorso da compiere per scalare il monte del
Purgatorio.
Tra Lerice e Turbìa, la più diserta,
Le nuove cariche sociali dell’ANMI
di Lerici a seguito dell’assemblea
del 22 marzo 2015:
Consiglio amministrativo
- Pasquale Balzano
- Gianni Bertolucci
- Filippo De Benedetti
- Gaspare Di Pino
- Agostino Fara
- Carlo Moracchioli
- Felice Saccomano
Non siamo certi del fatto
che Dante abbia visitato personalmente Lerici, ma è storicamente accertata la sua presenza nella nostra provincia e
in Lunigiana, dal momento
che egli, nel 1306, ricevette
l’incarico dai Malaspina (dai
quali fu ospitato durante
l’esilio) di trattare per loro
conto la pace con il Vescovo di
Luni relativa alla spartizione
dell’eredità degli Obertenghi.
Il Poeta fu certamente in
piazza Calcandola (attuale
piazza del Comune) a Sarzana, dove il 6 ottobre Franceschino Malaspina lo nominò
ufficialmente suo plenipotenAnna Pavone e
ziario, e a Castelnuovo Magra,
Cristina
Descalzi
sempre nella stessa giornata,
presso il palazzo vescovile,
Direttore Responsabile
nelle cui stanze venne stipulaSandro Fascinelli
ta la suddetta pace.
capo-redazione
Quanto Dante fosse riconoMaria Luisa Eguez
scente ai Malaspina per la fiLe redazioni
ducia accordatagli nel portare
a termine questo importante e Lerici: Vittoria Bregante, Irene
Presidente:- Carlo Moracchili
Vicepresidente:- Filippo De Benedetti
Rappresentante Soci Aggreganti:
- Aldo Buratta
Sindaci e Revisori:
- Francesco Rinaldi
- Danilo Bruni
- Gianluca De Biasi
- Paolo Rolla (supplente)
- Francesco Samperi (supplente)
Gennaro, Alice Sara, Gaia Verrillo.
San Terenzo: Filippo Belviso,
Margherita Buonanno, Sara Cacciamano, Alessia Castorina, Tommaso Conti, Barbara Damiano, Serena Elmazi, Alessandra Guariglia,
Marinela Omeri, Giacomo Passalacqua, Emanuele Purpi, Riccardo
Sarti, Francesco Tonelli.
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7 maggio 1915: naufragio del Lusitana con 1195 morti
Cento anni di misteri
su una delle più grandi
tragedie del mare
Agli inizi del 1900 la competizione per primeggiare sull’ Atlantico era forte e la Germania aveva surclassato il predominio britannico detenuto sino al 1898,
ottenendo nei primi anni del 1900
il record per la più veloce traversata atlantica. L’onore inglese era
compromesso, ma la compagnia
di navigazione Cunard propose
al governo inglese la costruzione
di due navi mercantili, la Lusitania e la Mauretania, di dimensioni, confort e velocità eccezionali, in grado di strappare il Nastro
Azzurro ai tedeschi, realizzandole
in modo che potessero essere impiegate dall’Ammiragliato, in caso di guerra, per compiti di trasporto truppe, ospedale o incrociatore leggero.
Il Lusitania fu varato il 6 giugno 1906. Aveva una stazza di
44.767 tonnellate e le dimensioni
più grandi mai realizzate, con
Allo scoppio della 1 guerra
mondiale nell’agosto 1914, il Lusitania continuò il servizio commerciale con gli USA.
Nel viaggio in partenza da
New York del 1 Maggio 1915
imbarcò 1.918 persone, comandante William Turner di
59 anni, con esperienza sulle navi
dall’età di 13 anni.
Egli considerava poco probabili attacchi di sommergibili al Lusitania perché la nave, anche con
240 m. di lunghezza e 26,67 m. di 6 caldaie spente per risparmiare
larghezza. Lo scafo era suddiviso carbone, poteva viaggiare a una
in 34 compartimenti stagni. Le sufficiente elevata velocità di 20
turbine avevano una potenza di nodi, per allontanarsi a un primo
76.000 HP, per far muovere le 4 avvistamento. La velocità e la
eliche a 3 pale, fino a raggiungere stazza della nave avrebbe anche
una velocità di oltre 26 nodi. Per permesso di speronare un somil viaggio di 6 giorni verso l’Ame- mergibile, se non si fosse immerrica, consumava 1.000 tonnel- so velocemente.
Il Lusitania partì da New
late di carbone al giorno.
York
con bandiera americaL’arredamento era sontuoso,
na,
i
fumaioli
pitturati di nero e
con mobili, tavoli, sedie in stile e
il
nome
cancellato,
oscurando la
tendaggi in seta, suppellettili di
sua
vera
identità
di
nave della
alta qualità e rubinetti argentati
Cunard,
ciò
anche
per
tranquillizin 1 classe. Ma il Lusitania oltre
a essere la più veloce, sicura e zare i passeggeri che avevano
lussuosa nave mercantile era an- letto il 22 Aprile 1915 sul New
che un potente incrociatore arma- York Times un’inserzione dell’Amto con 12 piazzuole per cannoni basciata Tedesca che avvertiva i
per proiettili ad alto potenziale passeggeri che le acque vicino alda 6 pollici previste sui ponti (4 l’Inghilterra erano zona di guerra
cannoni sulla prua del ponte e che chi si imbarcava lo faceva a
Promenade ed 8 sui fianchi del proprio rischio e pericolo.
La mattina del 7 Maggio
ponte Shelter).
1915,
alle 7,50 il Com. Turner, in
Il 7 Settembre 1907 partì da
vista
delle
coste irlandesi, riceLiverpool per il viaggio inauguravette
un
messaggio
da Queenle e il mese successivo conquistown
che
segnalava
la
presenza
stò il Nastro Azzurro con una
di
sommergibili.
Alle
12,25
si prevelocità media di 25,57 Nodi.
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pochi istanti si udì un pauroso
boato dall’interno della nave che
la sconquassò tutta, aprendo una
grossa falla sulla chiglia.
La nave si inclinò rapidamente su un fianco e vane risultarono
le manovre del comandante Turner per dirigerla in acque più
basse verso la costa, così in soli
18 minuti dal siluramento era già
affondata. Vista la scena dalla
spiaggia, tutti i tipi di natanti
disponibili in zona iniziarono ad
arrivare per recuperare i naufraghi. I morti tuttavia furono 1.195
su 1.918 imbarcati, compresi 128
cittadini americani. Il relitto giace a 95 metri di profondità.
Oggi è accertato che fu sparato un solo siluro e che la nave
trasportava munizioni: granate
Shrapnel per artiglieria in 1.248
casse, 4.927 casse di cartucce per
fucili, ma anche 2.000 casse di
munizioni provenienti dalla Queen Margaret e imbarcate all’ultimo momento. La nave aveva anche alcuni dei 12 cannoni montati, occultati ai passeggeri.
Il Comandante Schwieger non
fu mai premiato per l’affondamento del Lusitania ma ricevette
una medaglia per l’affondamento
di circa 200.000 Ton. di naviglio.
Le accuse di inumanità rivolte
alla Germania, per far entrare in
guerra gli USA, furono sponsorizzate da Winston Churcill, che era
Primo Lord dell’Ammiragliato.
8 maggio 1946: due navi verso la Terra Promessa
che uno tra i fondatori dell'Haganah e tra i principali organizzatori della Legione ebraica. Comandante della Fede era
il lericino Ugo Faridone.
Il Fenice, salpato con gli
altri 339 emigranti, era un motoveliero allestito nei cantieri
spezzini e fu ribattezzato Eliyahu Golomb; Golomb (18931945) era stato uno dei membri fondatori dell’Haganah e
del Palmach.
Anima di questo evento, che
è stato uno dei principali episodi dell’emigrazione clandestina (Aliah Bet) in Palestina
nell’immediato secondo dopo-
(Continua da pagina 5)
parava ad entrare nel porto di
Queenstown.
Il sottomarino tedesco U20
del Com. Walther Schwieger, che
era in fase di rientro verso la
Germania nelle acque limitrofe
alle Isole Inglesi, teneva di riserva 2 siluri. Alle 13,20 vide all’orizzonte, a circa 10 miglia di distanza, il profilo di una grossa
nave a 4 fumaioli, identificata
come Lusitania o Mauretania.
Dopo averla seguita in immersione ed essersi avvicinato a 500
metri, alle 14.10 lanciò un siluro.
Questo colpì il fianco destro
all’altezza del ponte di comando e
il primo fumaiolo, praticamente
nella stiva anteriore. Subito dopo
Profughi ebrei diretti in Palestina
al molo Pirelli davanti alla Fede
L’8 maggio di 69 anni fa dal
molo Pirelli di Pagliari salpavano due navi cariche di 1.014
sopravvissuti ai campi di ster-
minio; loro destinazione era la
Palestina, allora sotto un mandato britannico che durerà sino al 14 maggio 1948, data di
nascita dello stato d’Israele. Le
due navi italiane erano la Fede
e la Fenice.
La Fede, un’imbarcazione
di 650 tonnellate, che partì con
a bordo 675 persone, era stata
immatricolata con tale nome a
Savona dall’armatore Martucci
ma poi era stata rinominata
Dov Oz dai profughi; Dov Hoz
(1894-1940), pioniere dell'aviazione israeliana, fu un leader
del movimento sionista oltre
Flavio Testi
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guerra, furono Yehuda Arazi
e Ada Ascarelli Sereni.
Arazi (Lvov 1907 - Tel Aviv
1959), che all’epoca del fatto
aveva 39 anni era immigrato
dalla Polonia a Tel Aviv; nel
’24 ne diventò questore e nel
‘36 fu inviato in Polonia per il
contrabbando di materiale bellico verso la Palestina; membro attivo dell’Haganah e capo
dell’immigrazione illegale dal
’45 al ’48, diresse personalmente le principali operazioni
del Mossad LeAliyah Bet riuscendo a far partire dall’Italia
ben 35 navi cariche di oltre
25.000 profughi; nella sua attività segreta, con una taglia di
mille sterline sulla testa, mutò
vari nomi: divenne di volta in
volta il dottor Paz, il sergente
Alon, poi a Spezia il profugo
dottor Bergmann, ecc…
Dopo la nascita dello Stato
d'Israele, Arazi diventò un uomo d'affari e costruì il RamatAviv Hotel; già sofferente di
cuore, morì di cancro nel 1959.
La sua avventurosa vita è diventata nel 1995, sotto la penna di Yael Rozman, un libro:
Re dell'intrigo - La storia di
Yehuda Arazi.
Ada Sereni (Roma 1905 Gerusalemme 1997) era nata
nell’alta aristocrazia romana e
fu pioniera in Eretz Is’rael, col
marito Enzo, letterato, convinto sionista e sostenitore della
pacifica convivenza tra ebrei e
arabi; i due giovani sposi erano giunti in Palestina, a Rehovot, nel ’27 con la figlioletta
Hanna.
Al congresso sionista di Livorno Enzo, intellettuale di
sinistra, aveva affermato con
convinzione: «Non ci sarà riscatto per il nostro popolo sino
a quando saremo noi stessi a
tornare a Eretz Israel per costruirla anche manualmente;
il nostro popolo non avrà diritto alla pace fra gli altri popoli
finché non si sarà creata una
normale struttura proletaria e
contadina».
In Palestina la famiglia Sereni con un piccolo gruppo di
altri giovani (28, in tutto) edificò il kibbutz denominato
“Givat Brenner” a sud di Tel
Aviv. Qui nacquero la loro seconda figlia, Hagar (nella Bibbia la madre di tutti gli arabi),
e il terzo, Daniel. Dal kibbutz
la famiglia Sereni poi s’impegnò in un’altra esperienza di
vita comunitaria sionista a
New York.
Nel ’44 Enzo, per raggiungere i confratelli ebrei e organizzarne la resistenza, si fece
paracadutare in divisa inglese
nell’Italia occupata dai tedeschi: nella notte fra il 14 e il 15
maggio del 1944 fu catturato a
Maggiano (in provincia di Lucca, quella che diventerà la
“Magliano” dello scrittore e
psichiatra Mario Tobino); portato a Dachau, Sereni fu là fucilato.
Ada partì alla ricerca di sue
notizie ed accettò di essere ingaggiata dal “Sergente Alon”
nel Mossad LeAliyah Bet per
acquistare navi, reclutare personale, organizzare gli spostamenti dei profughi.
Per quest’attività fu anche
arrestata. Dopo la proclamazione d’indipendenza dello Stato d'Israele, fece ritorno al suo
kibbutz e ai suoi figli, continuando un lavoro di aiuto ai
civili, questa volta i palestinesi
di Gaza, per la quale dal ‘67
cercò di pianificare i servizi
sociali su incarico del governo
israeliano.
Maria Luisa Eguez
Orario CIMITERI
dal 1° aprile al 30 settembre
Lunedì
Chiuso
Martedì
8.30 - 12.30
Mercoledì
14.00 - 17.00
Giovedì
14.00 - 17.00
Venerdì
8.30 - 12.30
Sabato
8.30 - 12.30
Domenica
8.00 - 12.30
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Telefono Lerici 0187-967237
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LERICI IN… - maggio 2015
Pagina 7
Primo Maggio: parliamo di tradizioni familiari che si adeguano ai tempi
Quest’anno vogliamo dedicare
l’articolo del Primo Maggio, Festa
del lavoro, a un’impresa familiare
che a Lerici si tramanda da cinque generazioni.
Ci sono tradizioni che sembrano destinate a non avere più un
seguito perché i giovani scelgono
altre strade. Fra i lavori non più
ambiti oggi c’è quello del commerciante perché comporta maggior competizione e sacrificio rispetto a lavori più tranquilli (dietro una scrivania) con orari fissi e
stipendio assicurato a fine mese.
Quest’intervista, a cura del
laboratorio di giornalismo della
redazione di Lerici, ci fa scoprire che invece, per portare avanti
una tradizione di famiglia, si può
rinunciare anche a un lavoro sicuro e ben retribuito …
D. Perché "La Colombina"?
R. La Colombina (Noceti)
era il nome di mia mamma
che subentrò, assieme alla sorella, nell’edicola aperta da
mia nonna in largo Marconi
nel 1937. Con la fine della
guerra, e il successivo boom
turistico a Lerici, il chiosco si
riempì di articoli da mare e la
fortuna di avere tra i clienti
l’editore Bompiani, che aveva
una villa a Lerici, rese possibile di aprire anche un reparto
libreria. Un altro colpo di fortuna nel 1947: i fratelli Egi-
dio e Nanni Cressi (che poi
divennero quel colosso internazionale che è la Cressi sub)
vennero a proporre la vendita
dei primi fucili subacquei. Così la vecchia edicola dovette
espandersi in altri locali in via
Cavour, dove ci troviamo ancora, tra cui uno di una mia prozia che vendeva il carbone.
Tiziana Lampugnani e la collaboratrice
Beatrice Bertagna nella sede di via Cavour
D. Portare avanti una
tradizione di famiglia può
essere una opportunità di
lavoro o un peso?
R. A volte è un peso, ma è
importante portare avanti un
nome che ha radici non solo
commerciali.
D. A lei piace farlo o da
piccolo aveva altri "sogni
nel cassetto"?
R. Da piccolo mi sarebbe
piaciuto intraprendere l’attività per la quale avevo studiato,
cioè perito chimico, poi le vicissitudini della vita sono diverse da quelle che ci immaginiamo.
Sono entrato prima in Comune come vigile municipale
dove mi trovavo benissimo ma,
prima la morte di mio padre
nel 1984 e poi di mia madre
nel 1993, costrinsero prima
mia moglie, che lavorava in
un’agenzia marittima, e poi
me ad abbandonare i rispettivi
lavori sicuri per portare avanti la tradizione familiare.
A me piacque interessarmi
degli articoli subacquei, uno
sport che praticavo per hobby.
Nel 2002, grazie all’aiuto di
mio figlio Flavio e dei suoi amici cominciai a operare, uno
tra i primi, con le vendite online. Pochi anni dopo anche
mio figlio, che già lavorava nel
settore subacqueo, si è unito a
me per seguire questo settore.
Essendo stati fra i primi
rivenditori di articoli subacquei e ora fra i primi rivenditori on-line abbiamo messo a
profitto la nostra esperienza
per spuntare prezzi sempre
più competitivi servendoci nella maggior parte di casi direttamente dai produttori.
Anche mia moglie, che si
interessa dell’emporio di via
(Continua a pagina 9)
Sede di LERICI
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LERICI IN… - maggio 2015
Pagina 8
(Continua da pagina 8)
Cavour, si serve dagli importatori attraverso le varie fiere
di settore o dai produttori come, ad esempio, la “Lego” danese avendo così la possibilità
di avere in anteprima tutte le
ultime novità.
Gianni e Flavio Nicolai - padre e
figlio - nella sede di via Gerini
D. Sono veramente tempi
duri per il commercio o vede qualche spiraglio di miglioramento?
Non è più come una volta,
COME FUNZIONA
IL SERVIZIO
DELLE FARMACIE
bisogna sacrificarsi di più con
gli orari continuati, bisogna
essere più preparati, conoscere
quello che si vende, cercare di
dare una mano al marchio italiano spiegando le differenza
con le merci di importazione.
Se c’è un buon cliente che
deve venire fuori orario, bisogna talvolta saltare il pranzo o
rimandare la cena. Vedo un
futuro migliore ma a prezzo di
un maggior sacrificio.
Il commercio va male dove
c’è poca professionalità anche
se è on line. Ora che tutto è
praticamente libero e la formazione è zero, quello che conta è di dare un servizio e un
referente, persone competenti
che possano dare una risposta,
un consiglio.
D. Ha qualche suggerimento da fare alla prossima Amministrazione per rilanciare Lerici ?
R. Dal mio punto di vista
occorre presentare Lerici ai
grandi eventi come ad esempio
partecipando alla BIT (Borsa
Internazionale del Turismo di
Milano) poi migliorare il sito
Web del Comune. Io lo vedo
molto scarno; non invoglia a
girare per le pagine. Poi la gestione dovrebbe essere mista:
la parte amministrativa curata dal Comune, quella turistica dalle varie pro loco.
La soluzione di questi due
problemi farebbe fare un salto
di qualità alle presenze
dell’anno successivo. Si presuppone poi che ci sia un’adeguata ricettività alberghiera e
un arredo urbano più curato.
(Hanno partecipato all’intervista: Gianni Nicolai, Tiziana Lampugnani e Flavio
Nicolai di “Dalla Colombina”)
La farmacia di turno nelle ore
di chiusura, e facoltativamente
dalle ore 19.30 alle 21, garantisce
il servizio a battenti chiusi con reperibilità su chiamata.
I turni delle farmacie iniziano alle ore 8.30 del lunedì per terminare
alle ore 8.30 del lunedì successivo.
maggio a fine mese farmacia
Ghigliazza di San Terenzo,
• dal 4 all’11 maggio farmacia Giudici di Lerici,
• dall’11 al 18 maggio farmacia Padre Pio di Tellaro,
• Dal 18 al 25 maggio farmacia
Bello di Lerici.
Le farmacie non di turno possono
Le farmacie sono aperte dalle
ore 8.30 alle 12.30 e dalle ore 16
alle 20 (sino ott.); chiuse i festivi e
lunedì mattina.
La farmacia di turno effettua il
Turni delle farmacie
seguente orario di apertura: dalle
per
il mese di maggio
ore 8.30 alle ore 13.00 e dalle ore
• dal 27 aprile al 4 maggio e dal 25
15.30 alle 21.
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LERICI IN… - maggio 2015
Contrariamente a quanto indicato a pagina 15
il campus estivo per
ragazzi non si può più
effettuare per lavori all’impianto natatorio.
effettuare aperture straordinarie
in turno di appoggio.
Associazione Sportiva
CIRCOLO TENNIS LERICI
loc. Vallata - Venere Azzurra
aperto tutto l’anno
info e prenotazione campi
Segreteria del Circolo 0187 965995
•Corsi di tennis per ragazzi
•Corsi di tennis per adulti
•Organizzazione tornei F.I.T.
Indirizzo e-mail: [email protected]
Parcheggio riservato per soci e giocatori
Pagina 9
A caccia (fotografica)
Ghigliazza
sul monte Caprione
Uniauser Lerici, con il
patrocinio dei Comuni di
Ameglia e di Lerici, ha indetto la prima edizione di
un concorso fotografico che
nello stesso tempo stimoli alla
conoscenza storica e paesaggistica più intima del territorio
e documenti le realtà sconosciute che non sono mai apparse in cartolina.
Un monte misterioso e pieno di storia è quello che noi
oggi conosciamo come promontorio del Caprione (nella foto).
Su questi colli, racchiusi tra il
fiume Magra e il Golfo dei Poeti, ha vissuto e vive un popolo
che ha condiviso le origini e gli
avvenimenti che sono venuti
a susseguirsi nel tempo.
Dal primo uomo che ha
smarrito la propria ascia in
pietra sul Corvo agli Apuani
che hanno lasciato tracce tangibili nella necropoli di Ameglia, e ancor prima dalle antiche pietre che si ritrovano disseminate tra boschi e coltivi ai
santerenzo
Art
cafè
cavanei che ne rappresentano
un fattore culturale, alla farfalla di luce di San Lorenzo e,
attraverso l’occupazione romana ben visibile al Cafaggio, a
Narbostro e alla Caletta.
Nel Medioevo, l’epoca dei
Malaspina, dei Vescovi Conti e
dei Mascardi rimane indelebile nei borghi che da Ameglia e
Montemarcello arrivano a San
Lorenzo e, verso il mare, da
Tellaro a Portesone, Barbazzano, Serra, Pugliola e Solaro.
Sentieri, terrazzamenti, colture, sorgenti, maestà e ogni altro genere di manufatto, completano la vastità di un territorio così piccolo.
Questo il territorio di caccia
fotografica del concorso la cui
partecipazione è gratuita,
aperta a tutti i fotografi
non professionisti e senza
limiti d’età. Le foto corredate
ciascuna da una descrizione di
45 parole al massimo, dovranno essere consegnate all’indirizzo: Auser Lerici via Gerini
40 entro e non oltre le ore
18.00 del 15 giugno 2015.
La premiazione si terrà il
1° luglio al Castello di Ameglia, dove le fotografie rimarranno esposte fino al 15 dello
stesso mese per poi essere esposte in itinere in altri luoghi
del Comune di Ameglia e di
Vi aspettiamo
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insalate … la sera sfiziosi aperitivi,
potete ammirare le opere di vari artisti
appese alle antiche pareti di pietra
LERICI IN… - maggio 2015
Lerici per tutta la stagione
turistica. Saranno ammesse
fotografie b/n e a colori inedite
con inquadrature sia verticali
sia orizzontali. Le immagini
dovranno essere ottenute con
fotocamere digitali (oppure
con tecniche fotografiche tradizionali, successivamente digitalizzate) e inviate senza
alcuna elaborazione digitale,
esclusi i minimi ritocchi nelle
dominanti e nel contrasto.
Durante il periodo estivo le
foto saranno presentate ed esposte nel castello monumentale di Lerici. La mostra proseguirà a Montemarcello, Serra e Pugliola. Le dodici fotografie più belle saranno pubblicate sul calendario Auser
2016. Un’occasione da non
perdere; un modo diverso di
vivere la primavera tra le nostre colline in una caccia selettiva ai gioielli nascosti dell’entroterra, un invito a scoprire e immortalare ciò che ai più
si presenta come un’immagine
nuova. Facciamo sì che un’immagine valga più di mille parole. Notizie più precise saranno rese pubbliche mediante manifesti, stampa e canali
mediatici, nonché nei siti ufficiali dell’Auser e dei due comuni patrocinanti. Buona caccia a chi vorrà partecipare.
Gino Cabano
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Pagina 10
Gli appartamenti di via Pisacane 1 a Lerici
Da questo numero inizia la collaborazione con noi di Gabriella Cataldo, lericina trasferitasi ad 11 anni a
Milano; cantante, attrice e doppiatrice
ha dato la sua voce a Rosy, la fidanzatina di Topo Gigio, mentre per il
teatro ha interpretato soprattutto il
personaggio di Lucietta nelle commedie del Signor Bonaventura di Sergio
Tofano. Come giornalista collabora
alle riviste “Riza Psicosomatica” e
“Salute Naturale’”con rubriche che
riguardano il benessere, la bellezza e
la cosmetica naturale.
Lo scorso ottobre ha pubblicato
per le edizioni Riza il libro ‘I dieci superalleati della bellezza’. Dal 1993
gestisce, sempre a Milano, la “Salus
House Estetica naturale”.
Un maestoso portone in via
Pisacane numero 1 era l’ingresso al più antico e nobile palazzo di Lerici. Imponenti scaloni
con colonne, colonnine e balaustre di marmo bianco corrose dal tempo, ma ancora bellissime, scalini talmente consumati nella parte centrale
che bisognava fare molta attenzione a non cadere, soprattutto quando si scendeva. Dopo sei rampe e novanta scalini, si arrivava in un ampio
ballatoio, dove si aprivano dei
portoncini che portavano a
quelle che erano state probabilmente le stanze della servitù delle famiglie dei piani nobili e che con il tempo erano
diventate piccoli appartamenti
sotto il tetto (oggi li chiameremmo “mansarde”), abitati da
famiglie tipicamente lericine.
Questo ballatoio aveva una
parte centrale quadrata, con
la porta di casa nostra, quella
della Felicita e quella dei suoi
genitori. A sinistra si apriva
un piccolo corridoio ad arco
dove c’erano gli ingressi alle
case della Rosita, Margherita
e dei Castè, mentre a destra si
passava su un ponticello di
mattoni rossi, protetto da una
balaustra affacciata su un
chiostro misterioso e profondo.
Alla fine del ponticello si aprivano le entrate agli alloggi
dell’Aida Zorzello e della Mercede Mao.
Qui, soprattutto nella bella
stagione, si svolgeva la vita
degli abitanti del piano ed era
quasi come vivere in comune,
almeno nei miei ricordi.
Il nostro appartamento era
il più grande: aveva sette
stanze su tre livelli, più vari
anfratti e un terrazzino sul
tetto. Veramente erano quattro assi posate sulle tegole con
una ringhiera traballante, ma
per me era un mondo meraviglioso perché da lassù dominavo tutto il golfo, la parte verso
il monte, il castello e il campanile di San Rocco.
Era così vicino il mio adorato campanile che quando il
campanaro, detto er Marmuìn,
suonava, avevo paura che ca-
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si dava delle grandi spinte avanti e indietro con i piedi
contro il muro, pericolosamente vicino alle aperture.
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Pagina 11
Maggio 1915: un centenario ligure
Dopo la sagra dei Mille - L’incontro tra i
poeti Gabriele D’Annunzio e Ceccardo
Roccatagliata Ceccardi a Palazzo San
Giorgio in Genova il 6 maggio 1915.
Non è ancora giunto il giorno centenario della nostra entrata in guerra nel primo conflitto mondiale, che numerose
pubblicazioni sono comparse
nelle librerie e molti articoli
sulle riviste per ricordare quei
giorni lontani nel tempo, ma
per molti di noi vicini nel sentimento e nella passione.
Come tutte le guerre, anche
quella del 1914-18 ha contato
alla fine un numero sterminato di vittime mentre, come
sempre, è ancora in discussione la partecipazione a fianco
di chi l'aveva voluta oppure di
chi l'aveva subita.
Mentre lasciamo agli storici
l'approfondimento di temi che
richiedono lo studio attento di
infiniti particolari nei quali
non è facile districarsi, dedichiamo semplicemente un nostro ricordo a un episodio mar-
ginale ma che ha il pregio di
essere stato considerevole se
non determinante nelle “radiose giornate” di maggio del
1915 in quanto può fregiarsi di
una caratterizzazione prettamente ligure, con l'eccezione
dello scultore Eugenio Baroni, tarantino.
L'artista stava preparando
il monumento a Garibaldi che
sarebbe stato scoperto il 5
maggio di cento anni fa, ricorrenza della partenza da Quarto dei due piroscafi della Società Rubattino che avrebbero
portato i Mille a sbarcare a
Marsala contribuendo in modo
essenziale all'unità d'Italia.
Intimo amico dello scultore
era il poeta e giornalista, nato
alla Spezia nel 1884, Ettore
Cozzani, che allora dirigeva
la rivista “L’Eroica”, fondata
quattro anni prima con l'architetto, anch'egli spezzino, Franco Oliva, alla quale collaboravano giovani poeti e artisti di
ogni genere.
Cozzani scrisse a Gabriele
D'Annunzio invitandolo alla
cerimonia inaugurale del monumento. Il Vate - come ampollosamente era allora chiamato - viveva da cinque anni
fra Arcachon e Parigi in "volontario esilio" che, meno poe-
CLIMACALOR snc
sn c
ticamente, aveva scelto per i
debiti accumulati nella "Capponcina" di Settignano durante il turbinoso amore con la
marchesa Alessandra di Rudinì. L'invito a rientrare in Italia, dove intanto i debiti erano
stati, almeno in parte, saldati
sia con la messa all'asta di
quanto lasciato nel colle fiorentino, sia da benevoli e facoltosi amici, era stato accolto
favorevolmente da D'Annunzio
che si era gettato a scrivere
con entusiasmo il discorso che
avrebbe declamato.
E intanto gli giungeva l'invito ufficiale del sindaco di Genova, Emilio Massone. Non
ritengo di entrare nei particolari del discorso e neppure in
quelli - dopo l'invio del testo a
Roma al presidente del consiglio Antonio Salandra - che
esclusero la partecipazione
alla cerimonia di qualche
membro del governo e a maggior ragione del re Vittorio Emanuele III.
Ciò malgrado, anche se l'intervento di D'Annunzio non fu
decisivo per l'entrata in guerra dell'Italia a fianco dell'Intesa (era già stato firmato a
Londra il patto segreto che ci
impegnava in tal senso), la
presenza del poeta a Quarto
(Continua a pagina 13)
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LERICI IN… - maggio 2015
Pagina 12
(Continua da pagina 12)
rappresentava in ogni caso un
contributo non indifferente a
fianco degli interventisti e a
svantaggio di chi - come Giolitti - ancora propendeva per
la neutralità.
A Genova, l'indomani, avvenne l'incontro di D'Annunzio con Ceccardo Roccatagliata Ceccardi e una fotografia riprodotta in cartolina e
firmata dai due poeti, inversamente proporzionali per statura e grandezza, venne a costituire, almeno fra Genova e La
Spezia dove Ceccardo, genovese, era più conosciuto e in Lunigiana dove trascorse la maggior parte della sua esistenza,
un incentivo a entrare in guerra contro l'Austria per completare l'opera del Risorgimento.
Luigi Romani
Cento anni fa: la cronaca di una città in guerra
È da poco uscito nelle librerie
“Spezia 1915 Città in guerra” di Alberto
Scaramuccia
(Edizioni Cinque Terre, pagine 224, € 14).
Il libro è la cronaca di come
la città, giusto un secolo fa,
reagisce di fronte al conflitto
che ormai da qualche tempo
sta insanguinando l'Europa.
Aspettative, speranze, frustrazioni si sommano nel clima
dell'attesa, né manca l'indifferenza asettica quasi si volesse
esorcizzare con questo atteggiamento la paura della guerra. Quando poi l'Italia fa il
gran passo ed entra nel conflitto europeo che diventa
mondiale, allora anche chi era
indifferente svela inattesi sen-
timenti patriottici.
Ma è tutta la città che si
mobilita per sostenere lo sforzo bellico. Partecipa sia chi è
convinto della giustezza della
scelta effettuata dal Governo,
sia chi magari dà il proprio
contributo soprattutto pensando al proprio caro che sta al
fronte.
Nel clima della guerra, non
si dimenticano però i problemi
della crescita della città il cui
sviluppo è legato al porto per
il cui potenziamento sono indispensabili collegamenti ferroviari in direzione delle zone
industriali del settentrione,
senza dimenticare di fare l'occhiolino anche all'Europa.
Tuttavia la crisi provocata
dalla guerra fa sentire pesantemente i suoi effetti nella
quotidianità. Il costo della vita
rincara, a cominciare dai ge-
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16.00
10.00
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neri di prima necessità, e i calmieri che l'Amministrazione
adotta sono ovviamente incapaci di fermare il mercato che
spinge i prezzi verso l'alto.
Oltre alla crisi municipale
che si risolve con l'elezione di
un nuovo Primo Cittadino, la
tensione sociale provoca scioperi che si rivolgono verso la
parte imprenditoriale per avere miglioramenti di salario,
ma che sfociano in contrasti
all'interno della stessa categoria, come succede al porto
Di tutto questo il libro è
puntuale testimone accompagnando il lettore nel drammatico processo vissuto dalla
Spezia nel 1915.
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consegna a domicilio di prodotti per persone anziane o
con gravi problemi di salute; le richieste devono pervenire entro le ore 11, salvo urgenze
Quando non di turno, sino al 31 maggio,
chiusa sabato pomeriggio e domenica
Pagina 13
L’Unione Sportiva Santerenzina e il ciclismo
Sabato 9 maggio partirà il
98° Giro d’Italia che farà tappa alla Spezia il martedì successivo. Vorremmo rendergli
omaggio ricordando il vecchio
ciclismo di casa nostra. Questa
foto scattata il 24-11-1963 nella sala da ballo dello stabilimento “Colombo” in occasione
del XVI raduno U.V.I (Unione
Velocipedistica Italiana), ritrae Ugo Guareschi fra i corridori ciclisti Graziano Battistini (a sinistra guardando la
foto) e Renzo Fontona. Il
convegno era stato organizzato
dall’Unio-ne Sportiva Santerenzina di cui era allora presidente Eridano Mannucci,
ma l’attività ciclistica era seguita da Ugo Guareschi, come
del resto il canottaggio era di
esclusiva competenza di Desnio (Dismo) Mencacci.
Ugo Guareschi (Noceto, PR
1888 - San Terenzo 1966) ave-
va il negozio e l’officina meccanica all’inizio di Via Matteotti,
proprio all’interno del piccolo
slargo dove nel 1962 aprì il
laboratorio fotografico l’allora
giovanissima Laila Buselli e
oggi c’è lo studio del dottor
Francesco Pardini.
All’inizio vendeva e riparava soltanto biciclette, in seguito ebbe anche l’esclusiva dei
ciclomotori e dei motori marini
Garelli. Negli anni ’50 davanti
al suo negozio faceva bella mostra di sé l’unica pompa di
benzina del paese, naturalmente manuale. Guareschi
sponsorizzava e guidava una
piccola squadra di giovani ciclisti santerenzini, quelli che
oggi chiameremmo “Juniores”
e della quale facevano parte
Cicci Bartoletti, Enrico Nicoli, Luciano Lazzoni e altri
di cui non ricordo il nome. Inoltre tutte le gare che si svolgevano sul nostro territorio,
Giro del Martino, Giro dei 22 e
dei 44 Km., riservate agli allievi e ai dilettanti, lo vedevano in prima linea nell’organizzazione, insieme a tutti i dirigenti della Santerenzina e in
particolare ad Ambrogio Perfetti che all’epoca era presidente della sezione provinciale
ANUGC (Associazione Nazionale Ufficiali Gara del Cicli-
smo).
Per la storia l’U.V.I. fu costituita a Pavia il 6 dicembre
1885. Nel 1964 cambiò nome
in F.C.I. (Federazione Ciclistica Italiana), nome e acronimo
che porta ancora oggi. Nel
1892 fu costituita l’I.C.A. (International Cyclist Association) trasformatasi nel 1900 in
U.C.I. (Union Cycliste Internationale) con compiti e strutture di massimo organo direttivo del ciclismo mondiale. Nel
1903 si corse il primo Tour de
France e nel 1909 il primo Giro d’Italia.
E ora cerchiamo di conoscere i due campioni al fianco di
Guareschi. Entrambi correvano nel 1963 per la I.B.A.C. una società di confezione di abiti. Graziano Battistini nato a
Pulica di Fosdinovo il 12-51936 è morto a Baccano di Arcola, dove ha sempre vissuto,
il 22-1-1994. Dopo aver colto
numerose vittorie da dilettante, Battistini passò come professionista nel 1954 con la Legnano. Partecipò a quattro
Tour de France e si classificò
secondo in quello del 1960 vinto da Gastone Nencini, aggiudicandosi anche due tappe:
la “Lorient - Angers” e la “Gap
- Briançon”. Si impose anche
in due tappe del Giro d’Italia,
fra cui nel 1965 la mitica Ci(Continua a pagina 15)
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(Continua da pagina 14)
ma Coppi, situata sullo Stelvio. Nel 1963 aprì alla Spezia
un negozio di confezioni che
vendeva soprattutto abiti della
Società per cui correva, negozio che i suoi eredi ancora gestiscono in Piazza S. Agostino
49. Renzo Fontona, nato a
Valdipino di Riccò del Golfo il
2-7-1939 è stato corridore professionista dal 1960 al 1966.
Era un fortissimo passista scalatore, particolarmente adatto
alle corse a tappe. Ha partecipato a sette Giri d’Italia e a tre
Tours de France, classificandosi sesto al Giro del 1964 e settimo al Tour del 1963, vinto da
Jacques Anquetil. Nella sua
carriera professionistica ha
vinto una sola volta il Gran
Premio di Pistoia nel 1961.
Sio-Ca’ (Alfredo Lupi)
Santi e malanni del mese di maggio
Senza essere così drastici
da invocare subito il 1° maggio, Giuseppe, padre adottivo
di Gesù, che accompagna i morenti ad un passaggio sereno,
ci imbattiamo dal 2 nell’aiuto
contro l’emicrania fornitoci
da un santo molto famoso sia
in Occidente che in Oriente,
Atanasio, scrittore, dottore
della Chiesa e patriarca d’Egitto del 4° secolo, a cui il mal di
testa lo facevano evidentemente venire gli eretici e gli imperatori romani che, parimenti,
di eresie ne dicevano e facevano tante. Un bel nome, davvero adatto al “mese delle rose” (e di tutti gli altri boccioli),
è quello di Floriano, martire
del terzo secolo ricordato il 4;
ufficiale dell’esercito romano,
fu seviziato ed è associato alle
bruciature.
Nel Meridione d’Italia si
venera poi Cataldo, pellegrino
irlandese del settimo secolo
diventato vescovo di Taranto e
festeggiato il 10 maggio, che forse a causa degli sforzi di
tutto quel suo peregrinare - è
invocato per l’ernia.
Un santo da sempre caro a
Lerici, che gli ha dedicato un
oratorio, è Bernardino da
Siena, predicatore del XIV
secolo celebrato il 20, che protegge nelle malattie dei polmoni e, più in generale, da
raffreddamento, come a dire:
“Attenzione: né de magio, né de
magiòn…”.
Il 22, infine, è un giorno
particolarmente affollato: vi
troviamo Giulia (testimone
della fede nel V secolo, patrona
della Corsica e Livorno, invocata per i problemi delle articolazioni) e, per i casi disperati d’ogni genere, Rita da
Cascia, stigmatizzata che partecipò al giubileo del 1450,
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ANAGRAFE in marzo 2015
abitanti al 28 febbraio 10.277
abitanti al 31 marzo
10.250
nati
7
morti
15
immigrati
18
emigrati
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matrimoni
6
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nonché, ancora per le articolazioni e i reumatismi, Filippo Neri, il prete fiorentino
che, nel ‘500, raccolse a Roma i
ragazzi di strada fondando i
famosi oratori; alla magistrale
interpretazione di Gigi Proietti
in un film televisivo di qualche
anno fa, “Preferisco il Paradiso”, dobbiamo la conoscenza
della giocondità di questo
grande santo.
Maria Luisa Eguez
LERICI SPORT 1954
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3 maggio: festa buddista
Domenica 3 maggio dalle ore 11
alle ore 18 si celebra la festa del
Vesak, commemorazione del Buddha Shakyamuni, al Tempio Buddhista Musang Am in località Monti
San Lorenzo.
Durante questa festa del
“Buddha-bambino” avranno luogo
diverse manifestazioni:
• ore 11 cerimonia,
• ore 12 pranzo di beneficenza,
• ore 14-18
letture, musiche,
meditazione, canti religiosi e
bagno alla statua del Buddhabambino.
Shakyamuni, il fondatore del
buddhismo, visse in India nel sesto
secolo avanti Cristo. Quest’anno è
2559 dell’Era Buddhista.
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Giochi Invernali e “Sport di classe”
Nella foto il preside Fabrizio Rozzi (in piedi) assieme
alla tutor e ad alcune insegnanti coinvolte nel progetto
Il 18 febbraio 2015( le classi I e II), il 4 marzo (le III e IV) e l’11 marzo (le V) si sono svolti
a Lerici nel palazzetto dello sport i “Giochi invernali”.
I giochi sono stati progettati dal tutor Giselle Reginato in collaborazione con il dirigente
scolastico Fabrizio Rozzi, con la referente di
motoria dell’Istituto Comprensivo di Lerici Va-
rena Pagano e con tutte le docenti di motoria
delle varie classi.
I Giochi Invernali fanno parte del progetto
“Sport in classe” volto a promuovere l’attività
motoria e sportiva sin dalla scuola primaria. È
un progetto nazionale finanziato dal CONI e
dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Prevede l’inserimento della figura del
“Tutor sportivo scolastico” che affianca l’insegnante di attività motoria della classe.
Per le classi I, II e III si sono privilegiate
esperienze a carattere ludico-motorio organizzate a piccoli gruppi con poche regole e con la
rotazione su più giochi. Per le classi IV e V giochi con maggiore complessità e articolazione
sempre con rotazione su più giochi.
Le tre giornate sono state momento di festa,
aggregazione e divertimento per tutti e
un’opportunità privilegiata per far vivere agli
alunni i valori educativi dello sport fair play e
inclusione/integrazione di tutte le diversità che
la scuola accoglie.
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