REGIONE SICILIANA
PRESIDENZA
COMITATO REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE
(Art.6 L.R.14/98)
SISTEMA E STRATEGIE
DELLA PROTEZIONE CIVILE
SICILIANA
a cura di Francesco Mantegna Venerando, Coordinatore del Comitato Regionale
Riferimenti al Sistema della Protezione Civile Italiana
LA PROTEZIONE CIVILE
Con "protezione civile" si intendono tutte le strutture e
le attività messe in campo dallo Stato per tutelare
l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente
dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità
naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.
Con la legge del 24 febbraio 1992, n.225 l'Italia ha
organizzato la protezione civile
come "Servizio nazionale", coordinato dal Presidente
del Consiglio dei Ministri e composto, come dice il primo
articolo della legge, dalle amministrazioni dello Stato,
centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai
comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da
ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e
privata presente sul territorio nazionale.
Al coordinamento del Servizio nazionale e alla
promozione delle attività di protezione civile, provvede il
Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il
Dipartimento della Protezione civile.
La particolarità della protezione civile italiana
Nella maggioranza dei Paesi europei, la protezione civile è un
compito assegnato ad una sola istituzione o a poche strutture
pubbliche.
In Italia, invece, è coinvolta in questa funzione tutta
l'organizzazione dello Stato, al centro e in periferia, dai Ministeri al
più piccolo comune, ed anche la società civile partecipa a pieno
titolo al Servizio nazionale della protezione civile, soprattutto
attraverso le organizzazioni di volontariato.
Le ragioni di questa scelta, che caratterizza la struttura della
protezione civile italiana, si possono individuare nell'incontro tra una
motivazione istituzionale ed una esigenza operativa legata alle
caratteristiche del nostro territorio.
La particolarità della protezione civile italiana
Nella maggioranza dei Paesi europei, la protezione civile è un
compito assegnato ad una sola istituzione o a poche strutture
pubbliche.
In Italia, invece, è coinvolta in questa funzione tutta
l'organizzazione dello Stato, al centro e in periferia, dai Ministeri al
più piccolo comune, ed anche la società civile partecipa a pieno
titolo al Servizio nazionale della protezione civile, soprattutto
attraverso le organizzazioni di volontariato.
Le ragioni di questa scelta, che caratterizza la struttura della
protezione civile italiana, si possono individuare nell'incontro tra una
motivazione istituzionale ed una esigenza operativa legata alle
caratteristiche del nostro territorio.
Il processo di riforma
Dal punto di vista dell'ordinamento amministrativo, è in corso da
anni un processo di riforma orientato ad aumentare il peso, le
competenze e le responsabilità delle istituzioni regionali e locali,
attuando e sviluppando in forme adeguate alle esigenze di oggi gli
orientamenti al regionalismo e alla valorizzazione delle istituzioni
locali già presenti nella Carta costituzionale.
La protezione civile non poteva essere estranea a questo processo,
che spiega l'importanza crescente che stanno assumendo nella
struttura del sistema nazionale della protezione civile le Regioni e le
amministrazioni locali, l'aumento delle responsabilità e delle
competenze loro affidate, l'articolazione dei livelli di decisione e di
intervento, la complessità delle esigenze di direzione e
coordinamento del sistema ai vari livelli.
Il modello organizzativo
Il modello di organizzazione della nostra protezione civile, che
origina dal processo di riorganizzazione dell'ordinamento
amministrativo, risulta particolarmente adeguato ad un contesto
territoriale come quello italiano, che presenta una gamma di
possibili rischi di calamità e catastrofi sconosciuta negli altri Paesi
europei.
Quasi ogni area del paese risulta interessata dalla probabilità di
qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema di
protezione civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse
umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di
intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di
operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile,
prevedere i disastri.
Il Servizio nazionale della Protezione Civile
Il sistema che si è costruito è basato sul principio di sussidiarietà.
Il primo responsabile della protezione civile in ogni Comune è il
Sindaco, che organizza le risorse comunali secondo piani
prestabiliti per fronteggiare i rischi specifici del suo territorio.
Quando si verifica un evento calamitoso, il Servizio nazionale della
protezione civile è in grado, in tempi brevissimi, di definire la portata
dell'evento e valutare se le risorse locali siano sufficienti a farvi
fronte.
In caso contrario si mobilitano immediatamente i livelli provinciali,
regionali e, nelle situazioni più gravi, anche il livello nazionale,
integrando le forze disponibili in loco con gli uomini e i mezzi
necessari.
Ma soprattutto si identificano da subito le autorità che
devono assumere la direzione delle operazioni:
è infatti evidente che una situazione di emergenza
richiede in primo luogo che sia chiaro chi decide, chi
sceglie, chi si assume la responsabilità degli
interventi da mettere in atto.
Nei casi di emergenza nazionale questo ruolo compete
al Dipartimento della Protezione Civile, mentre la
responsabilità politica è assunta direttamente dal
Presidente del Consiglio dei Ministri.
Prospettiva di assetto del
Sistema Regionale della Protezione Civile
COMITATO REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE
Strategie, programmi e verifiche attuative, linee guida,
supporto all’iniziativa di riforma legislativa
DIPARTIMENTO REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE
Attività di pianificazione e organizzazione degli uffici dipartimentali,
coordinamento degli interventi, raccordo operativo con gli altri soggetti istituzionali
BASE INTEGRATA REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE
SALA OPERATIVA REGIONALE S.O.R.I.S.
Servizi aerei, Mezzi e Materiali: Boccadifalco
SERVIZI PERIFERICI DEL DIPARTIMENTO REGIONALE
SICILIA OCCIDENTALE
SICILIA ORIENTALE
UNITA’ OPERATIVE DI BASE PROVINCIALI
SALE OPERATIVE PERIFERICHE
INTERCONNESSIONI OPERATIVE
UFFICI PROVINCIALI DI PROTEZIONE CIVILE
UFFICI COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE
ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO
E COLONNE MOBILI
PRESIDENTE
DELLA REGIONE o
ASSESSORE DELEGATO
ESPERTI DELLA
PRESIDENZA
DIPARTIMENTO REGIONALE
PROTEZIONE CIVILE
SERVIZIO TECNICO
IDROGRAFICO
COMITATO REGIONALE
PROTEZIONE CIVILE
SISTEMA SORVEGLIANZA
SISMICA E VULCAN. - INGV
DIREZIONE GENERALE
e Segreteria di Direzione
SERVIZIO
EMERGENZA
AREA
AA.GG.AA.
FF.
U.O.B.
IV - V
U.O.B.
I - III
SERVIZIO
SISMICO
REGIONALE
SERVIZIO
SICILIA
SUDORIENT
U.O.B.
XIII-XXII, XXVIXXVII
SERVIZIO
SICILIA
OCCID.
U.O.B.
VIII-XII, XXV
COLONNA
MOBILE SICILIA
OCCIDENT.
SERVIZIO
VOLONTAR.
FORMAZ.
SERVIZIO
SICILIA
NORDORIENT
U.O.B.
VI - VII
U.O.B.
XXIII - XXIV
REGISTRO
REGIONALE
VOLONTARIATO
CENTRO
FUNZIONALE
ALLERTA
METEO
CO.MO.RE.V.
2
SERV.PIANO
STUDI PREV.
DIS.TEC.
AMBIENT.
S.O.R.I.S.
SALA OPERATIVA
REGIONALE
INTEGRATA
SICILIANA
CO.MO.RE.V. 1
COLONNA
MOBILE SICILIA
ORIENTALE
Il Comitato Regionale di Protezione Civile
Art.6, L.R.14/98
La struttura
Il Comitato Regionale è composto da soggetti designati da vari
Assessorati Regionali, dall’ANCI Sicilia, dall’ANPI Sicilia, dalle
tre Università Siciliane, dal DPC, dal DRPC, dal Comando Reg.
VV.F., dall’INGV, dal CNR, dal Volontariato
Presiede il Presidente della Regione
Conduce le attività un Coordinatore
Segretario
–
–
–
–
–
COMMISSIONE RISCHIO SISMICO
COMMISSIONE RISCHIO VULCANICO
COMMISSIONE RISCHIO IDROGEOLOGICO
COMMISSIONE RISCHIO INDUSTRIALE
COMMISSIONE RISCHIO INCENDI
Riferimenti e linee di tendenza nella U.E.
18 Giugno 2004:
Approvazione della Costituzione Europea
La Protezione Civile è inserita tra le aree per le quali è
prevista un’azione comunitaria di supporto, di
coordinamento e complementare. (art.16)
L’art.184 precisa le disposizioni operative dell’azione
comunitaria in Protezione Civile.
Priorità dell’Azione Comunitaria
Decisione n.1999/847/CE del Consiglio UE
Prevenzione e riduzione dei rischi
Comunicazione alla popolazione
Comportamento in caso di disastri per
aumentare la capacità di auto-protezione
dei cittadini
MECCANISMO COMUNITARIO PER FACILITARE LA
COOPERAZIONE RINFORZATA NEGLI INTERVENTI DI
PROTEZIONE CIVILE
Istituito con Decisione del Consiglio UE n.792/2001
Per mezzo di questo Meccanismo è possibile il pronto
dispiego di squadre di valutazione e coordinamento sul
luogo del disastro, ovvero in operazioni di gestione delle
crisi, con l’impiego di risorse appropriate.
In sostanza si tratta della Task Force U.E. per gli
interventi di grande emergenza sovranazionale.
Centro di Risposta della Protezione Civile
Sede a Bruxelles
Punto focale per la raccolta e lo scambio
di informazioni
(Sistema di comunicazioni in fase di completamento)
Le nuove frontiere
della Protezione Civile
Rischi tecnologici e ambientali
Incidenti rilevanti nella produzione, stoccaggio e movimentazione di
sostanze tossiche, nocive, pericolose (su terraferma e in mare), con
particolare riferimento ai complessi industriali petrolchimici della Sicilia
Rischio Tsunami
Sistema costiero della Sicilia ed Isole minori (qualificazione della
pianificazione dell’emergenza nelle zone costiere maggiormente
antropizzate)
Rischio Terrorismo
-
Acquedotti
Catena distribuzione alimentare
Impianti industriali
Edifici strategici (Ospedali, Scuole, Chiese, Caserme, Uffici pubblici, altri)
Patrimonio artistico-monumentale
Le Grandi Emergenze recenti
nello scenario internazionale e le nuove minacce
11 Settembre 2001: New York, Attentato terroristico alle Torri Gemelle,
5.073 morti
26 Dicembre 2003: Bam (Iran), Terremoto, 50.000 morti
2001-2003: Successione di disastri tecnologici e naturali in Europa
11 Marzo 2004: Madrid (Spagna), attentato terroristico, 170 morti
7 Luglio 2004:
Bin Laden e Al Qaeda minacciano esplicitamente l’Italia di gravi
attentati
Obiettivi prioritari della Protezione Civile Siciliana
Miglioramento dell’assetto organizzativo e funzionale del DRPC
Nuova Intesa Istituzionale per il Coordinamento della Sorveglianza
Sismica e Vulcanica in Sicilia (ex Poseidon)
Pianificazione di P.C. nei Comuni e nelle Province (Supporto diretto alla
pianificazione nel quadro del Sistema Augustus, Informatizzazione e
acquisizione al SIT Regionale del DRPC, adozione del Sistema di
acquisizione/gestione dati “AZIMUT”)
Sistema Integrato per la Gestione dell’Emergenza Idrogeologica
(in fase di attuazione)
Nuova S.O.R.I.S. – Boccadifalco
CO.MO.RE.V.1 – Colonna Mobile Regionale del Volontariato
BASE INTEGRATA REGIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE
(Servizio elicotteristico, coordinamento Interforze, Ammassamento risorse)
Standard della pianificazione
della Protezione civile
Lo standard generale per i piani è stato definito
sulla base delle linee guida
"Augustus"
elaborate dal Dipartimento di Protezione Civile e
dal Ministero dell'Interno, che rappresentano
quindi una metodologia d'indirizzo per la
pianificazione di protezione civile
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Predisposizione delle linee
guida e pianificazione a
livello nazionale
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Dichiarazione dello stato di
emergenza
Grandi calamità e
mobilitazione di risorse
nazionali
Attuazione del Piano di
concorso con l’impiego delle
risorse regionali
REGIONI
Predisposizione del
Programma Regionale di
Previsione e Prevenzione
Predisposizione del Piano di
concorso all’Emergenza
PROVINCE
Predisposizione del
Programma di Previsione e
Prevenzione Provinciale
Concorso con l’impiego delle
risorse provinciali
Predisposizione del Piano
Provinciale di protezione
civile per la gestione delle
emergenze
Attuazione del Piano per le
grandi e medie calamità
Predisposizione del Piano
Comunale di Protezione
Civile
Predisposizione di interventi
locali per la prevenzione dei
rischi
Attuazione del Piano di
emergenza
PREFETTURE
COMUNI
Pianificazione integrata
In una visione armonica della qualità della vita e della sicurezza dei
cittadini, la Protezione Civile comunale deve costituire un luogo
d’integrazione del governo del territorio.
Pianificazione territoriale urbanistica e Pianificazione di Protezione
civile devono essere armonizzate (verifica di compatibilità)
Il concetto di Protezione Civile, intesa quale Sistema complessoaperto, deve rappresentare una base di riferimento della
pianificazione comunale:






Nell’edilizia privata (adeguamento e prevenzione)
Negli edifici strategici
Nelle attrezzature
Negli spazi destinati all’emergenza
Nella viabilità urbana, comunale e intercomunale
Nella mitigazione dei rischi del contesto ambientale
Legge 225/92 - Art. 2
Tipologia degli eventi ed ambiti di competenze
1. Ai fini dell'attività di protezione civile gli eventi si
distinguono in:
a) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che
possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili
dai singoli enti e amministrazioni competenti in via
ordinaria;
b) eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per
loro natura ed estensione comportano l'intervento
coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via
ordinaria;
c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per
intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con
mezzi e poteri straordinari.
Il Piano Comunale
•
"Ogni Comune - secondo l'art. 108 del
Dlgs 112/98 - deve dotarsi di una struttura
comunale di Protezione Civile", e la sua
disciplina deve essere disposta con
appositi regolamenti previsti dall'art. 51
della legge 142/90 (legge di Riforma delle
Autonomie Locali).
La Regione interviene nel raccordo tra
pianificazione comunale, provinciale e
regionale.
•
La gestione di una emergenza, come
suggerisce la legge, è quindi frutto di un
continuo e articolato processo di scambi
di informazioni e di organizzazione
ordinata dei soccorsi, processi che non si
improvvisano nel momento
dell'emergenza.
ELEMENTI PER LA DETERMINAZIONE DI
UNO SCENARIO DI RISCHIO
•
Lo scenario di rischio è la
rappresentazione dei fenomeni che
interferiscono con un determinato
territorio provocando danni a
persone o a cose. La conoscenza di
questi fenomeni costituisce la base
per elaborare un piano di
emergenza.
•
Definire lo scenario di rischio è
indispensabile per poter
predisporre gli interventi preventivi
a tutela delle popolazioni e dei beni
in una determinata area.
Gli elementi indispensabili per la
previsione-prevenzione di uno scenario di rischio
in un territorio sono:
la pericolosità (probabilità di occorrenza di un
evento naturale di data intensità entro una data
area, in un intervallo di tempo statisticamente
definito)
la vulnerabilità (suscettibilità ambientale di un
insediamento complesso alle forze distruttive
causate da un evento, includendo anche gli effetti
secondari - Es.: gli incendi susseguenti ad un evento
sismico).
Obiettivi del Piano Comunale di Emergenza






Informare e salvaguardare la popolazione
Salvaguardare il sistema produttivo locale
Salvaguardare i beni culturali
Individuare i Responsabili per ogni azione prevista dal Piano
Prevedere chiare procedure operative da applicare nelle varie fasi
Assicurare il coordinamento operativo locale, la continuità amm.va e la
documentazione quotidiana dell’attività in emergenza
 Ripristinare la viabilità e i trasporti
 Assicurare la funzionalità delle telecomunicazioni e dei servizi
essenziali
 Garantire un rapido e omogeneo censimento dei danni a persone e
cose
il Piano di emergenza
LA SUSSIDIARIETA NELLA GESTIONE DELL’EMERGENZA
L'Emergenza
• Gli eventi di emergenza su cui interviene la Protezione Civile regionale sono un
po' tutti quelli che coinvolgono beni, persone e centri abitati (alluvioni o
inondazioni, frane, trombe d'aria, valanghe, terremoti, incidenti industriali,
incendi boschivi, ecc.).
La Protezione civile regionale entra in gioco:
• Sulla base della gravità di un evento sismico o vulcanico
• sulla base delle previsioni meteo, che possono far pensare con qualche
giorno di anticipo a uno scenario di piogge intense e quindi di frane o
inondazioni in aree ritenute a rischio;
• su segnalazione di Comuni, o altri Enti che siano stati coinvolti in un
incidente industriale (rilascio nube tossica, etc.) o in un incendio boschivo di
grandi dimensioni.
 Non è il cittadino, infatti, che può allertare la Protezione Civile regionale, né è
opportuno che lo faccia:
 la Protezione Civile NON E' una struttura operativa di soccorso, come i Vigili del
Fuoco o la Polizia, o le Guardie Forestali, ma una struttura di coordinamento,
cioè "di secondo livello".
 La telefonata del cittadino che segnala un incendio o un allagamento DEVE
essere fatta ai Vigili del Fuoco (115), per evitare di perdere minuti preziosi. Per
gli Enti che invece vogliano segnalare situazioni di particolare gravità o rischio,
o per comunicare direttamente con i sei funzionari dell'Unità Organizzativa
Protezione Civile in turno di reperibilità, è attivo (24 ore su 24, 365 giorni
all'anno)
S.O.R.I.S.
Sala Operativa Regionale Integrata di Protezione Civile
I numeri della Sala Operativa Regionale
•
•
•
il numero verde 800.55.0042
Il telefono fisso 091.7433111
Il telefax
091.7433116
•
vi risponde sempre un operatore, 24 ore su 24 e 365 giorni su 365
•
dite il vostro nome e cognome e il motivo della chiamata o della
segnalazione
Il Comportamento nell’Emergenza
Questi sono i numeri di primo intervento a cui rivolgersi in caso di
necessità. A ciascuno di questi interlocutori va specificato CHI sta
chiamando, COSA sta succedendo, DOVE sta succedendo.
Che fare in caso di
•Inondazione
•Frana
•Terremoto
Incendio
•Disastro Industriale
•Emergenza Energia Elettrica
•Blackout Energetico
•Emergenza Idrica
Inondazione
In ogni caso, se possibile, allontanatevi in fretta verso luoghi sicuri: se siete vicini a colline e
montagne e la via è libera dall'acqua, raggiungetele;
 Se siete in casa e vi accorgete in tempo dell'inondazione:
chiudete il gas e l'impianto elettrico;
evitate comunque di venire a contatto con la corrente elettrica con mani e piedi bagnati;
interrompete se possibile l'erogazione dell'impianto di riscaldamento a gasolio, per impedire la
fuoriuscita del combustibile.
 Se l'alluvione vi ha sorpreso all'interno della casa e non potete più uscire:
salite ai piani superiori o addirittura sul tetto. Non tentate di arginare le piccole falle: masse
d'acqua maggiori potrebbero sopraggiungere all'improvviso e con grande forza.
 Se siete in automobile e l'acqua ha già invaso la sede stradale:
moderate la velocità per non perdere il contatto del mezzo, ma non fermatevi perchè correte il
rischio di non riuscire più a ripartire
 Se l'auto è travolta dall'acqua e cade in un fiume o in un canale:
chiudete i finestrini;
aspettate che l'auto sia completamente sommersa;
non tentate di aprire le portiere, ma abbassate lentamente i finestrini;
uscite solo quando l'abitacolo è pieno d'acqua.
Frana
Se siete in casa e vi accorgete per tempo del fenomeno di franamento:
uscite e raggiungete un luogo sicuro. Ovunque siate. in casa o all'aperto non
Inoltrartevi nell'area colpita, perchè muri, travi, tralicci ancora in piedi potrebbero
crollarvi addosso.
Se la frana vi ha colto all'improvviso e siete rimasti illesi:
cercate di mantenere la calma e non utilizzate fiamme libere: potrebbero esserci fughe
di gas.
NON GRIDATE! Può bastare un urlo a compromettere equilibri già precari.
Terremoto
Se siete in casa:
Mantenete la calma
Allontanatevi da finestre, vetri, specchi o oggetti pesanti che potrebbero cadervi addosso
Aprite la porta, la scossa potrebbe incastrare i battenti
Riparatevi sotto i tavoli o le strutture portanti
Non uscite durante la scossa
Non sostate sui balconi
Non utilizzate fiamme libere
Non utilizzate l'ascensore
Terminate le prime scosse, prima di abbandonare la casa chiudete i rubinetti del gas,
dell'acqua e togliete la corrente elettrica.
Se siete all'aperto:
Allontanatevi da edifici, cavi elettrici, ponti, dighe, spiagge, pareti franose.
Evitate l'uso dell'automobile.
Non avvicinatevi ad animali visibilmente spaventati.
Incendio
Proteggete il naso e la bocca con un fazzoletto,
possibilmente bagnato e, in presenza di fumo, camminate
abbassati, in quanto il fumo tende a salire.
In caso di incendio in luogo pubblico, scuola, cinema, teatro,
ecc. seguite i percorsi indicati sulla segnaletica di
emergenza.
Disastro Industriale
Seguite gli ordini impartiti dalle autorità.
Possibilmente, state in casa.
Proteggete naso e bocca con un panno possibilmente bagnato.
In caso di rovesciamento di autocisterna su strada, non fermartevi o non
rallentare solo per curiosità per non creare intasamento o esporvi a
situazioni di pericolo.
Se le Autorità non sono sul posto, contattatale al più presto.
Cosa devo fare durante un Blackout ?
Chiudi e scollega tutte le apparecchiature elettriche, gli impianti (come il condizionatore) e le apparecchiature
elettroniche che stavi utilizzando al momento del Blackout.
Al ritorno dell'energia, può essere che si verifichino dei sovraccarichi o de guizzi di corrente che possono
danneggiare le apparecchiature elettroniche come i computer ma anche quelle che utilizzano sistemi elettronici
per funzionare come i condizionatori d'aria, gli scaldabagni elettrici e le caldaie
Lascia una luce accesa così da capire quando la corrente ritorna
Lascia la porta del congelatore e del frigorifero chiusa per mantenere il cibo il più fresco possibile
Usa il telefono solo per le emergenze
Ascolta le informazioni alla radio portatile
Cancella tutti i viaggi non strettamente necessari, specialmente quelli in macchina: i semafori si spengono
durante i Blackout provocando inevitabili congestioni del traffico.
Ricorda che durante i Blackout non si devono mai usare gli ascensori.
Se la temperatura esterna è particolarmente calda, stai al livello più basso della tua casa; indossa abiti leggeri,
di colore chiaro; bevi molta acqua anche se non hai sete. Ricorda di provvedere al fresco e all'acqua anche per i
tuoi animali domestici. Se è previsto che l'energia manchi per molto tempo nella tua zona, cerca di spostarti - se
possibile - presso parenti o amici in altre zone dove l'energia è erogata.
Se la temperatura esterna è particolarmente fredda, indossa indumenti molto caldi. Fai attenzione a non
bruciare mai legna o carbonella per scaldare o cucinare in casa; non utilizzare mai il forno come fonte di calore.
Se è previsto che l'energia manchi per molto tempo nella tua zona, cerca di spostarti - se possibile - presso
parenti o amici in altre zone dove l'energia è erogata.
Il Sistema Informativo Territoriale
Il Dipartimento Regionale di P.C. della Sicilia sta mettendo a punto
la progettazione di un S.I.T. della P.C. mirato a garantire:
1.
2.
3.
4.
5.
l’agevole acquisizione e consultazione dei dati in rete
la verifica periodica e l’aggiornamento
la migliore condivisione/implementazione della pianificazione
alla scala comunale, provinciale, interprovinciale, regionale
Il migliore coordinamento della SORIS e delle Sale operative
periferiche
Il migliore coordinamento tra i Soggetti istituzionali
competenti in relazione al livello d’intervento
la Protezione Civile
un Sistema complesso-aperto
in continua evoluzione
Nel processo di crescita del Sistema, ancor prima del
Coordinamento operativo è necessario qualificare la
capacità di cooperazione/integrazione delle strutture, dei
ruoli e la valorizzazione condivisa delle esperienze.
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