SOMMARIO / MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO-AGOSTO
DIREZIONEUROPA
Bimestrale
di informazione europea
e regionale
Anno 6, numero 2
(numero doppio)
Maggio / Giugno /
Luglio / Agosto 2010
Direttore
Benedetta Ferrari
Hanno collaborato
a questo numero
Erica Antonelli
Beatrice Curci
Gloria Gianlorenzo
Giuseppina Incalza
Pier Vittorio Marzocchi
Noemi Romano
Serena Setaccioli
Giorgio Maria Gherardi
Paola Piacentini
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CDE / ATTIVITÀ
I Biblioteca di Viterbo: mission e servizi
I Punti Europa, un progetto per il territorio
I Parlamento dei giovani. Vince l’informazione
I Agricoltura sociale. Le esperienze toscane
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Comitato Scientifico
Roberto Ottaviani
Cristiana Storti
Salvador Lagrutta
CDE / RECENSIONE
I Come formare i “nuovi” giovani
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Progetto grafico
C. Lindbergh & P.
EUROPA / ATTIVITÀ
I Nuove iniziative per il turismo europeo
I Nuove misure per semplificare la gestione dei fondi
I Politica europea di “buon”vicinato
I 30 milioni di euro per la promozione dei prodotti agricoli
I No al cibo derivato da animali clonati
I Uno sguardo sul futuro della PAC
I Respinto il “semaforo” sui cibi
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REGIONE / ATTIVITÀ
I Agricoltura, un assessorato “in movimento”
I Primi cento giorni di attività… agricola
I Consiglio regionale. Ecco le commissioni
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LAZIO / FOCUS
I Cancro batterico del kiwi
Nuove tecniche per contrastarlo
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UNIVERSITÀ / ATTIVITÀ
I “Sun black”: ultima scoperta alimentare
Grazie all’uso della biodiversità
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DAL TERRITORIO
I Una piscina naturale ai piedi dei Monti Cimini
I Museo della ceramica e incubatore d’imprese
I L’amatriciana sbarca a Barcellona
I “Strada del vino”. Prima tappa a Cori
I Ricotta di bufala campana. Finalmente Dop
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NEWS
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Internet
www.cdelazio.eu
Email
[email protected]
Reg. Tribunale di Viterbo N. 457 dell’11.08.1998
Stampa
Tipografia Agnesotti
Strada Tuscanese km.1,700
Viterbo
Proprietario
Regione Lazio
Editore
(Dear) Dipartimento
di economia agroforestale
e dell’ambiente rurale
Università della Tuscia
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EDITORIALE
L’Europa sempre più vicina
EDITORIALE
L’Europa sempre più vicina
di Benedetta Ferrari
Il CDE Lazio (Centro di documentazione europea ) di
giunto sul prezzo del latte: “Siamo la prima regione
Viterbo, istituito dalla Commissione europea, apre le
italiana ad avere ottenuto questo importante risul-
porte a studenti, cittadini, docenti e a tutte le perso-
tato”- afferma l’Assessore. In questo numero, am-
ne interessate a conoscere più da vicino il funziona-
pio spazio è dedicato all’Università della Tuscia e
mento delle istituzioni comunitarie. Storia, politiche e
alla ricerca, quella che riguarda la vita di tutti giorni
programmi, per dare vita a una cittadinanza “attiva”
e che ci aiuta a vivere meglio, come la lotta alla bat-
che sappia quello che le succede intorno. Una bi-
teriosi del kiwi, che in questo preciso momento sta
blioteca, dove poter consultare la documentazione
interessando le nostre terre, ma anche una nuova
cartacea e multimediale prodotta dalle istituzioni co-
scoperta tutta estiva, il “sun black”, un pomodoro
munitarie. Non solo. Attivazione di progetti per i gio-
nero rigorosamente ogm free, da portare in tavola
vani, per operatori del mondo agricolo, per il nostro
per stupire gli ospiti. ER DirezionEuropa, ogni nu-
territorio e i suoi abitanti
come quello dei “Punti
Europa”, sportelli informativi attivi presso le
pubbliche amministrazioni, nati per raggiungere più capillarmente i
cittadini e coinvolgerli
attivamente nel dibattito
europeo. Per gli studenti, il grande progetto
“Laboratorio Europa”,
che li vede “calarsi” nei
panni di europarlamentari, e che, giunto all’ottavo anno di vita, ogni
anno rinnova il suo successo, confermato dal susse-
mero un viaggio tra i palazzi “brussellesi”, per co-
guirsi di più di 2000 presenze. Non potevamo tra-
noscere le decisioni prese dalle istituzioni europee
scurare l ’agricoltura e il mondo rurale - non a caso
e quelle in corso d’opera, tra le terre del Lazio e le
siamo presenti in una facoltà di Agraria - a cui l’Ue
loro eccellenze, per dare voce su queste pagine al-
dedica una delle sue politiche fondamentali:la Pac,
la qualità della nostra realtà rurale, e di chi con pas-
per questo abbiamo incontrato Angela Birindelli,
sione contribuisce a fare grande la nostra regione.
nuovo assessore alle politiche agricole della Regione
Lazio, che ci ha illustrato in sintesi i progetti futuri e
Scrivete al direttore
quelli realizzati. Su tutti il successo dell’accordo rag-
[email protected]
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CDE / ATTIVITÀ
Biblioteca di Vite
Assistenza bibliografica,consultazione e postazioni internet p
Il Centro di Documentazione Europea, situato presso la Facoltà di Agraria dell’Università
degli Studi della Tuscia costituisce una delle reti informative della Commissione europea
presenti presso le università e le istituzioni di tutti i Paesi membri e di alcuni Paesi terzi; attualmente sono 403 i CDE presenti nei Paesi dell’Unione Europea e 294 presso Paesi terzi.
Il CDE Lazio di Viterbo, in particolare, nasce da una convenzione tra l’assessorato all’agricoltura della Regione Lazio, Bic Lazio ed Università degli Studi della Tuscia di Viterbo.
Presso i CDE sono disponibili le collezioni della documentazione ufficiale delle istituzioni
europee prevalentemente in lingua italiana; accessibili anche gratuitamente, nella versione on-line attraverso il portale www.europa.eu , server ufficiale dell’Unione europea.
Mission dei CDE è quella di aiutare le università e le scuole a promuovere e a sviluppare
l’insegnamento e la ricerca sull’integrazione europea, e contribuire, con lo scopo di accrescere la trasparenza e far conoscere le politiche dell’Unione europea a tutti i cittadini europei, anche esterni al mondo universitario.
Una biblioteca, quindi, dove poter consultare la documentazione cartacea e multimediale
prodotta dalle istituzioni comunitarie, fruibile da studenti e docenti ma anche dall’ utenza
più vasta, prendere gratuitamente materiale della Commissione Europea, ricevere assistenza bibliografica e consultare liberamente i volumi disposti a scaffale aperto all’interno
del locale.
È inoltre possibile utilizzare gratuitamente tre postazioni internet, dalle quali si possono
anche effettuare ricerche bibliografiche sul Catalogo Unico d’ateneo, ossia “Webif”, che
consente di accedere con “modalità amichevoli”, al catalogo collettivo delle biblioteche
afferenti all’ Università degli Studi della Tuscia di Viterbo.
Attraverso questo OPAC (On Line Public Access Catalogue), ossia “catalogo in rete ad accesso pubblico”, l’utente può collegarsi tramite internet al sito www3.unitus.it, andare nella sezione “biblioteche” ed accedere direttamente al catalogo in linea; inserendo nei campi indicati i dati identificativi della pubblicazione da ricercare (autore, titolo, editore etc...)
ed utilizzando gli operatori
logici ed vari filtri per raffinare e restringere ulteriormente la propria ricerca, si
arriverà alla visualizzazione
della scheda elettronica
del volume e nell’area della
Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, Documenti della Commissione, Dibattiti
“collocazione”, ovvero la
e relazioni del Parlamento Europeo, relazione generale e Bollettino dell’Unione
reale ubicazione del volueuropea, Corte di giustizia delle Comunità europee, Eurostat, Documentazione in
me presso una determinalinea di organismi decentrati dell’Unione europea. Argomenti inerenti le materie
ta struttura (nel caso spedi studio della facoltà di Agraria.
cifico, ad esempio, “Collo-
di Serena Setaccioli
Cosa consultare al Cde
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erbo: mission e servizi
per accedere alle documentazioni dell’Ue
cazione: cde - DEAR” n.d.r.).
Grazie infatti ad un convenzione stipulata nel 2010 tra il Dipartimento di Economia Agroforestale (Dear) ed il Centro per la Biblioteca delle Facoltà di Agraria e Scienze MM. FF.
NN. il materiale bibliografico e multimediale del Centro è inserito, tramite catalogazione
con il software “Tinlib” da parte della documentalista responsabile, nel sopracitato Catalogo Unico di Ateneo.
Tale proficuo accordo ha permesso al materiale di ottenere una vastissima visibilità, che
va dal bacino di utenza costituito dagli studenti di tutte le facoltà dell’Ateneo, a chiunque
possa connettersi alla rete, ed un notevole incremento del patrimonio bibliografico dell’ente ricevente.
Tramite una mirata politica di acquisti, inoltre, è inoltre possibile acquisire monografie con
argomenti attinenti alla facoltà di agraria, presso la quale è fisicamente ubicato il CDE.
Acquisti recenti sono ad esempio: “Microbiologia enologica in laboratorio, Botanica agraria applicata, Chimica viticolo enologica, Chimica e tecnologia dell’agroindustria, Le basi
dell’ecologia, Tabelle per le analisi chimiche e chimico-fisiche”.
Oltre al materiale bibliografico strettamente connesso alle principali materie di studio della Facoltà stessa, che ha lo scopo di avvicinare ed attrarre l’utenza verso il variegato mondo del CDE, sono presenti monografie attinenti alle varie tematiche riguardanti l’Unione
Europea.
Tra questi: “Diritto processuale dell’Unione Europea, La durata ragionevole dei processi
nel dialogo tra giudici italiani ed europei, Compendio di diritto dell’Unione Europea, Economia dell’Unione monetaria, Perché la Turchia non può entrare in Europa, Dizionario
della nuova Europa, Governo e politiche dell’Unione Europea, Storia dell’integrazione
europea, Guida ai finanziamenti ambientali, Mercato del lavoro e protezione sociale
nell’Unione Europea”.
L’utente che accede alla struttura al CDE , grazie anche a tre postazioni internet
a libero accesso, riceve assistenza dalla documentalista responsabile per fare ricerche bibliografiche, accedere a cataloghi elettronici delle varie strutture ed in
particolare all’interno del Catalogo Unico d’ateneo
Un punto d’incontro fondamentale, quindi, la biblioteca del CDE, che permette di avvicinarsi, magari anche per la prima volta e comprendere da vicino le
istituzioni europee ed il loro funzionamento, attraverso il materiale prodotto e
le opportunità di fare ricerca e ricevere informazioni; un grande apporto inoltre, nel caso del CDE Lazio di Viterbo, presso la Facoltà di Agraria, per gli studenti che desiderano ricevere supporto bibliografico per agevolare l’attività di
studio, nel delicato e formativo periodo universitario.
Un esempio significativo, un piccolo, ma determinante passo verso la costruzione della cittadinanza attiva dei giovani, e non solo, dell’Europa del XXI ° secolo. I
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CDE / ATTIVITÀ
Punti Europa, un prog
Sportelli informativi per diffondere le politiche comunitarie, nei comuni del L
di Gloria Gianlorenzo
Obiettivi
Il progetto si prefigge la realizzazione di una rete territoriale più capillare nel passaggio di informazioni da e per
il territorio, finalizzate a contribuire allo sviluppo delle
aree rurali anche attraverso le istituzioni locali. I “Punti
Europa” veicolano l’informazione comunitaria che il Cde
Lazio già promuove istituzionalmente nella sua sede
principale, con l’intento di cogliere le esigenze del territorio e contribuire ad eliminare quell’isolamento socioculturale più volte identificato quale concausa del disagio percepito nelle aree rurali, soprattutto dalle giovani
generazioni. Realizzare attività da condividere nella rete,
e proporre contributi innovativi all’ente capofila e agli altri partner.
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La rete Punti Europa, è un progetto stabile del Cde Lazio
attivo dal 2003, nato con l’obiettivo generale di far arrivare
l’informazione comunitaria sul territorio regionale, coinvolgere cittadini nel dibattito europeo, e dall’esigenza di realizzare, nell’ambito del progetto del Cde Lazio, (già Carrefour europeo n.d.r.), “Il Lazio incontra l’Europa”, una rete
territoriale che cooperasse in modo più coinvolgente e stabile alla realizzazione delle attività di informazione e di animazione rurale del Centro stesso.
Il “Punto Europa” è uno sportello informativo localizzato
presso un’amministrazione locale a cui il Cde Lazio garantisce un servizio di supporto nell’organizzazione e co-organizzazione di eventi, seminari, corsi di formazione e workshop di approfondimento su programmi e politiche dell’Ue, fornisce dépliant, brochure ed altro materiale illustrativo e divulgativo proveniente dall’Ufficio Pubblicazioni
dell’Unione europea, fornisce dossier, vademecum e formulari di bandi di gara della Commissione europea; offre il
suo sostegno nella valutazione di idee progettuali provenienti dagli enti appartenenti alla rete, relative a programmi
comunitari, nella ricerca partner per progetti innovativi, attraverso le reti europee Europe Direct e Eurodesk di cui il
Cde Lazio fa parte. Il Centro di Documentazione Europea
Lazio si impegna a condividere con i partner della rete
eventuali informazioni su progetti in via di realizzazione (ad
etto per il territorio
Lazio, presso gli enti che ne fanno richiesta
esempio, nel settore della Gioventù, scambi culturali ed altre opportunità a breve scadenza).L’adesione alla rete avviene grazie alla sottoscrizione congiunta di un protocollo
d’intesa tra il Cde Lazio e l’ente che ne fa richiesta, è di durata annuale, di natura gratuita e rinnovabile tacitamente. Al
fine di regolare l’attivazione e la gestione di un Punto Europa rispetto agli obiettivi e i risultati da raggiungere è stato
definito un vademecum, i principi di base che lo regolano
sono: la motivazione dell’Ente Pubblico di offrire tale servizio ai propri cittadini; la disponibilità di personale interno all’amministrazione e dei locali dove viene svolto il servizio di
sportello; la dislocazione territoriale che deve garantire la
più ampia copertura territoriale regionale possibile.
Al momento sono attivi sul territorio i seguenti Punti Europa:
Acquapendente (VT), Contigliano (RI), Poggio Mirteto (RI),
Campodimele (LT), Albano Laziale (RM), Sora (FR), in attesa
di definizione: Tuscania (VT), Capranica (VT), Formello (RM),
Comunità Montana dei Cimini (VT) Consorzio Teverina.
Un progetto volto a creare sinergia e dialogo tra le istituzioni presenti sul territorio laziale, ma soprattutto ad inserirle
nel grande dibattito europeo che è sempre di più parte integrante della vita di ogni cittadino.
Per maggiori informazioni consultare il sito:
www.cdelazio.eu sezione “Punti Europa” I
Beneficiari
L’operazione di rafforzamento della rete territoriale si rivolge agli Enti locali del Lazio,
soprattutto ai piccoli comuni. Sono indicate come sedi preferite degli sportelli denominati Punto Europa del CDE Lazio, i locali del Comune o dell’Ente maggiormente
frequentati dai giovani come ad es. le biblioteche e/o i circoli giovanili.
Gli Enti che possono fare richiesta sono Comuni, Consorzio di comuni, Comunità
Montane, Gruppo d’Azione Locale (GAL Leader Plus), Università e Istituti scolastici
pubblici.
Chi si rivolge
al “Punto Europa”?
I cittadini interessati a conoscere il funzionamento dell’Ue, e ad avere risposte sui programmi e le politiche comunitarie. Giovani, agricoltori, imprenditori, associazioni ecc.
che hanno bisogno di sostegno o consulenza di tipo generale (ad esempio, sulle scadenze, sulle specifiche dei diversi bandi, sugli elementi di qualità da privilegiare nella
stesura di un progetto), o di assistenza nella ricerca di partner stranieri.
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CDE / ATTIVITÀ
Parlamento dei giovani
Vince l’informazione
“Laboratorio Europa”, un successo consolidato nel tempo
di Gloria Gianlorenzo
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Studenti “eurodeputati” per un giorno, questo la sfida messa in atto da “Laboratorio Europa”. Più di un progetto, una vera e propria pietra miliare del Centro di Documentazione
Europea di Viterbo, che da otto anni coinvolge gli studenti delle scuole superiori di molti
istituti della provincia viterbese e della regione. Formatori europei del Cde, svolgono durante l’anno incontri sui temi dell’educazione europea e della cittadinanza attiva, (storia
dell’integrazione europea, delle istituzioni comunitarie, attualità dal parlamento Ue) nelle
scuole che aderiscono al progetto.
Dopo gli incontri formativi, i coordinatori, pubblicano on-line nel forum dedicato ai giovani sul sito www.cdelazio.eu, alcune proposte di argomenti di attualità su cui i partecipanti
dovranno confrontarsi, a questo punto sono i ragazzi stessi a scegliere le tracce da loro ritenute più interessanti su
cui lavorare, prendendo spunto dai documenti originali del
Parlamento europeo, per produrre le loro “proposte di riVuoi vederci su Youtube? visita il sito http://www.yousoluzione” da presentare nel momento clou dell’esperientube.com/watch?v=RWL_CggNtT4
za, cioè il giorno della “sessione plenaria” conclusiva, che
Box laterale
vede sul podio dei vincitori le leggi più votate in aula.
Vuoi partecipare a “Laboratorio Europa”?
Quest’anno “la plenaria” del Parlamento europeo dei gioContatta il Cde Lazio al numero 0761 357233referente
vani si è svolta il 28 maggio presso l’aula magna della faCarmine Rodi Falanga o visita il sito al seguente indirizcoltà di agraria dell’Università della Tuscia, con il coinvolzo: www.cdelazio.eu
gimento di 250 studenti in delegazioni provenienti dalle
Per vedere i documenti, le risoluzioni e i risultati fiscuole che hanno aderito al progetto.
nali dell’edizione 2010
Dieci ore di lavoro, tra presentazioni, discussioni, votazioVisita il sito www.cdelazio.eu area download
ni, spoglio e premiazioni per i giovani “europarlamentari”,
Documento vincitore 8° Sessione Plenaria
Commissione RICERCA E INFORMAZIONE
Liceo Classico “I.I.S. GIUSEPPE COLASANTI”, Civita Castellana (VT)
Proposta di Risoluzione
DOCUMENTO PROPOSTO da: Leonardo Canestrari (Presidente), Mattia Basso, Andrea Stella, Valentina Prota e Beatrice Rocchi.
VISTO:
Visto l’art. 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea in cui si evidenzia il diritto alla libertà di espressione dell’uomo e dunque anche dei mass media;
Visto l’art. 21 della Costituzione Italiana per cui la stampa non può essere sottoposta a censura;
Visto il preambolo della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che asserisce la volontà degli stati membri
di condividere un futuro fondato su elementi comuni;
Visto che il Trattato di Amsterdam ribadisce la libertà degli Stati di applicare le norme costituzionali relative ai mezzi
d’informazione.
PREMESSO che (o CONSIDERATO che):
I. la libertà d’informazione dei mass media è fondamentale in quanto costituisce
l’autentica conoscenza degli eventi che circondano il cittadino europeo;
II. è importante che l’Unione Europea sfrutti ogni mezzo di comunicazione per
diffondere i suoi provvedimenti e le sue iniziative affinché il cittadino si senta
parte integrante della comunità;
III. la società è in forte sviluppo ed occorre tener presente anche i nuovi sistemi di
comunicazione accanto a quelli tradizionali;
IV. il livello medio europeo di libertà di stampa non è rispettato da tutti gli Stati; infatti alcuni Paesi figurano nella classifica Internazionale, stilata da Reporters
Sans Frontieres, dopo il 20esimo posto;
V. i programmi televisivi basano le loro rendite sugli abbonamenti e sulla pubblicità;
VI. solo attraverso la diffusione della cultura e dei provvedimenti dell’UE ogni cittadino è libero di scegliere e di esprimere opinioni con consapevolezza.
si propone / si raccomanda di:
1. Creare un canale europeo su digitale terrestre che tratti di attualità, cultura e
politica, in particolare delle disposizioni e delle discussioni sui lavori del Parlamento Europeo.
Il canale, EUC (European Union Channel), sarà attivo 24 ore su 24, consentendo così una maggiore diffusione dell’informazione. Attraverso questo canale il
cittadino potrà ricevere informazioni sulle eventuali decisioni prese dall’UE e
sentirsi parte integrante di essa. La lingua utilizzata dalla redazione sarà l’inglese, ma con sottotitoli di traduzione simultanea attiva in tutti gli Stati dell’UE
in modo da consentire a tutti, indipendentemente dalla loro conoscenza della
lingua straniera, di seguire il canale con partecipazione attiva. Il progetto prevede il finanziamento da parte della pubblicità nelle modalità previste dalle leggi vigenti; la pubblicità sarà rivolta a tutta l’UE e pertanto ogni associazione o
azienda potrà finanziare il canale e pubblicizzarsi. La sede dello EUC sarà a
Bruxelles; il personale sarà selezionato per concorso aperto a tutti i giornalisti
e prevede essenzialmente, oltre ad un patrimonio di conoscenze proprio del
giornalismo, la padronanza della lingua inglese orale e scritta.
2. Creare un settimanale con testata “EuroGlobe” con sede a Bruxelles. Il settimanale, venduto nelle edicole a prezzo
molto concorrenziale, sarà gratuito nelle scuole ai fini di diffondere l’informazione tra gli studenti e dare così vita a
discussioni proficue sull’organizzazione governativa dell’UE oltre che sul suo patrimonio culturale. Il settimanale
tratterà dei provvedimenti adottati dal Parlamento Europeo e darà anche ampio spazio alle realtà dei singoli Stati,
incrementando e soddisfacendo l’interesse del cittadino europeo. A finanziare il progetto provvederanno le pubblicità; la Banca Europea e gli organi preposti all’istruzione collaboreranno per la diffusione dello “EuroGlobe” nelle
scuole. Lo “Euro Globe” sarà tradotto nelle varie lingue dell’UE e poi pubblicato e distribuito da redazioni minori presenti nei vari Stati.
3. Introdurre un inserto su siti aperti e pubblicizzati, come Google, con l’intento di diffondere i progetti e le disposizioni organizzate dall’Unione Europea. Anche in tale circostanza la pubblicità provvederà a sostenere le spese previste
nei limiti e nei tempi stabiliti dalle leggi vigenti. L’inserto si collegherà poi a un sito divulgativo, come l’attuale sito ufficiale, che approfondisca le notizie degli inserti. Si raccomanda di rinnovare la grafica del sito con una veste più attuale e di incentivarne la conoscenza attraverso la pubblicità. Si tratta di un ulteriore mezzo che avvicina soprattutto i più giovani, futuri cittadini attivi dell’Europa, ai provvedimenti che riguardano anche loro.
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CDE / ATTIVITÀ
primo classificato, il liceo classico “Colasanti” di Civita Castellana, che nella Commissione “Informazione” ha presentato una proposta di risoluzione riguardante la Libertà
di stampa e di Informazione negli Stati Membri, e l’importanza della diffusione tramite digitale terrestre, riviste e siti, delle politiche
messe in atto dall’Europa,
e la loro influenza nei Paesi
Ue. La consulta provinciale
studentesca di Viterbo si è
1 - Sostenibilità: come disegnare la società del futuro in modo che sia sostenibile
aggiudicata il secondo podal punto di vista economico, sociale e ambientale. 39%
sto con la proposta su
“Mafia e Criminalità Orga2 - Scuola e Educazione. L’Europa vuole diventare l’economia più competitiva al
nizzata”, presentando una
mondo basata sulla conoscenza. Come deve immaginare i suoi sistemi di istrustrategia Ue e dei Paesi
comunitari per la lotta alle
zione, educazione e formazione per riuscire in questa ambiziosa sfida? 26%
mafie. Terzo classificato, il
liceo classico “Buratti” di
3 - Informazione: come dovrebbero essere organizzati negli Stati Membri i mezzi
Viterbo, con una proposta
di informazione e i loro sistemi di controllo, in modo da favorire e diffondere libersu “Come disegnare la sotà e democrazia? 25%
cietà del futuro in modo
che sia sostenibile dal
4 - Mafia e Criminalità Organizzata. Non sono solo un problema regionale. Quale
punto di vista economico,
dovrebbe essere la strategia dell’Unione europea e dei singoli Stati Membri per la
sociale ed ambientale”.
lotta alle mafie? 23%
Presenti all’evento il vicecommissario Ue Antonio
5 - Diritti della Donna / 2. Nel mondo dello spettacolo, moda e pubblicità il corpo
Tajani, l’assessore regionadella donna viene spesso strumentalizzato e usato in modo offensivo della persole Francesco Battistoni, il
na e della dignità individuale. Quali sono le vostre raccomandazioni su questo temagnifico rettore dell’Unima? 20%
versità della Tuscia Marco
Tracce scelte on-line
discusse in “plenaria”:
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Edizione 2010
Scuole partecipanti
Nelle foto
alcuni momenti
dell’iniziativa
Ciampino (Rm) ITCG “M.Amari”
Viterbo Liceo socio psico- pedagogico “Santa Rosa”
Viterbo Liceo classico e linguistico “M. Buratti”
Viterbo ITC “P. Savi”
Bagnoregio (Vt) ITAS “F.lli Agosti”
Montefiascone (Vt) ITCG “Dalla Chiesa”
Montefiascone (Vt) Liceo scientifico e classico
“Da Vinci”
C. Castellana (Vt) ISISS liceo scientifico classico e
professionale “G. Colasanti”,
Frosinone Liceo scientifico “F. Severi”
Poggio Mirteto (Ri) Liceo scientifico linguistico e
scienze sociali “G. Da Catino”
Mancini e rappresentanti della Provincia e del Comune di
Viterbo. “Il progetto Laboratorio Europa rappresenta una
vera e propria ‘palestra civica’ per i ragazzi - ha dichiarato
l’assessore alle Politiche Agricole della Regione Lazio,
Francesco Battistoni - attraverso questo progetto i ragazzi
hanno l’opportunità di sperimentare in prima persona il
funzionamento delle Istituzioni, comprendendone velocemente le attività e le competenze. Si tratta di una grande
esperienza di cittadinanza e di crescita. Per questo - spiega - occorre sostenere queste iniziative, perché investire
sui giovani oggi significa investire sulla classe dirigente di
domani e sul futuro del nostro Paese”.
“Un’esperienza significativa di cittadinanza attiva e democrazia, per avvicinare i nostri giovani all’Europa - così
l’onorevole Tajani ha definito il progetto - è bello vedere ragazzi così entusiasti di accostarsi alle istituzioni comunitarie, il mio ricordo di studente di fronte a questi temi è diverso da quello che vedo oggi in questa aula, erano argomenti considerati secondari e anche un po’ noiosi, osservo con
piacere che avete colto il significato del cambiamento, e
dell’incidenza del Parlamento europeo sulle politiche dei
singoli Stati”.
L’evento è stato realizzato, e coordinato dal Centro di Documentazione europea Lazio, presente alla facoltà di Agraria dell’università di Viterbo.
Il “Laboratorio Europa” ha anche un canale su Youtube, su
cui è possibile vedere integralmente i video degli eventi
realizzati negli ultimi anni, e un gruppo su Facebook (“Laboratorio Europa: io c’ero”) al quale è possibile iscriversi
per essere aggiornati in tempo reale sulle scadenze, i risultati, e le iniziative future. I
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CDE / ATTIVITÀ
Agricoltura sociale
Le esperienze toscane
Progetto nato per promuovere la plurifunzionalità delle aziende agricole
di G. G.
Il Centro di Documentazione Europea Lazio, è promotore di uno scambio di buone prassi in agricoltura sociale volto a promuovere la plurifunzionalità delle aziende
agricole.L’esperienza, della durata di cinque giorni, si svolgerà ad ottobre in Toscana, alla scoperta di aziende rappresentative del mondo sociale in agricoltura. Diverse e differenti le tipologie di realtà che si visiteranno (aziende agricole, cooperative sociali ed agricole), che presenteranno le loro attività ei loro percorsi, molto vari tra loro e per questo
maggiormente significativi della realtà materia di studio. Tra queste la cooperativa il Forteto, uno dei maggiori produttori di pecorino e associata al Consorzio per la tutela del
pecorino toscano, e ancora l’azienda Colombini attiva dal 2001 nel progetto “Il Giardino
dei Semplici” nato per offrire opportunità innovative, nei campi della riabilitazione e dell’inserimento lavorativo, a persone che vivono condizioni di disagio. Il viaggio è stato
suddiviso in cinque zone della Toscana: Valdarno, Mugello, Valdera e Pisa, Lucchesia,
Amiata, particolarmente ricche di esperienze e realtà nel campo di studio prescelto. Un
momento di confronto e di formazione, oltre alle visite ci saranno infatti anche attività seminariali, e di dialogo non solo con gli attori locali, ma soprattutto tra i partecipanti stessi. Un’esperienza da poter “trasferire” nel proprio territorio e nelle proprie aziende una
volta rientrati .
Destinatari
Imprenditori agricoli e agrituristici del Lazio, responsabili di cooperative sociali e operatori del mondo rurale. La partecipazione sarà riservata prioritariamente ad imprenditori
agricoli che hanno presentato domanda sull’azione “Sostegno alla plurifunzionalità” della Misura 311 del Psr della Regione Lazio, ma potranno partecipare anche quegli imprenditori intenzionati ad avviare percorsi di agricoltura sociale nella propria azienda. La
scelta dei partecipanti sarà valutata attraverso una selezione le cui modalità saranno rese note a partire da settembre sul sito www.cdelazio.eu. I
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CDE / RECENSIONE
Come formare
i “nuovi” giovani
Guida aggiornata con metodi figli del nostro tempo
a cura di
Pier Vittorio Marzocchi
La nuova pubblicazione della Collana “ Come si fa “,oggi al
suo terzo titolo, e che vede impegnato, il Centro di Documentazione Europea, si incentra per questa occasione sul
tema della “educazione non formale “ ed è stato curata da
Carmine Rodi Falanga, formatore europeo esperto di programmi comunitari rivolti ai giovani.
Si tratta di un volume, articolato in tre parti tra loro indipendenti; la prima contiene un raccolta di spunti e di definizioni, con riferimenti alla letteratura del settore, inseriti in un
quadro storico che permette di inquadrare l’argomento anche dal punto di vista teorico; la seconda parte riguarda alcune applicazioni, in particolare la strategia europea nel
campo dell’educazione e il quadro dei programmi comunitari esistenti in materia; la terza parte infine contiene un insieme di suggerimenti e regole pratiche per condurre questo tipo di attività, oltre a una breve raccolta di laboratori e
metodi già collaudati tratti e adattati da diversi manuali.
Cercheremo di fornire su ogni blocco tematico alcune elementi capaci di dare orizzonte teorico e risvolti pratici di
una materia abbastanza ostica, per la sua connotazione di
generalità e relativa novità.
Quali sono i presupposti di questo filone di attività, che
rientra nel quadro estremamente ampio dell’”educazione
permanente”?
Si parte dal dato di fatto che caratterizza più di ogni altro il
nostro tempo, cioè il senso e il ritmo del cambiamento, generale, continuo e frenetico, al cui interno anche i sistemi
scolastici, concepiti in epoche di nascita degli stati nazionali, oggi mostrano limiti evidenti nella loro finalità e funzione.
Questa è la grande sfida, la necessità di affiancare nuove
soluzioni all’educazione tradizionale, per dare risposte ad
una società che cresce in complessità e in responsabilità;
la scuola - dice l’autore - deve insomma formare persone
e non studenti.
L’unico modo per risolvere il problema è sembrato, al momento, l’autonomia scolastica; un inizio, ma questa da
sola non basta; servono strategie, un’altra rivoluzione copernicana nel campo delle idee, un nuovo modo di pensare all’educazione. Da qui il riferimento all’educazione
non formale, che ha preso piede nel dibattito pedagogico
a partire dagli anni 60, in Europa, negli Usa e in Giappone, contraddistinta da un grande senso pratico e un forte
orientamento ai risultati.
E alla educazione non formale, non a caso, è stato attribuito un valore centrale nel Libro Bianco della Commissione Europea edito nel 2002, volto a dare una fotografia
dello stato delle cose nel campo delle politiche giovanili
nel vecchio continente.
Il richiamo e l’obiettivo centrale individuato è la natura
complementare dell’apprendimento formale e di quello
non formale, al fine della costruzione di una Europa della
conoscenza e delle competenze trasversali: interpersonali, linguistiche, interculturali, di applicazione della
scienza e della tecnologia.
La scuola sarà allora una delle variabili, a cui affiancarne
un’altra, capace di coprire quelle nicchie educative che i
programmi scolastici non sono in grado di soddisfare, avvalendosi dunque della educazione non formale: cioè
quel contesto di azioni e processi coordinati, centrati sui
partecipanti., caratterizzata dalla elasticità e dall’uso di
tecniche e metodologie nuove e che non gravino necessariamente sulle economie nazionali.
Un dato sembra emergere, e da qui anche il nostro interesse per questa pubblicazione: le aree rurali presentano
caratteristiche che si prestano molto bene all’azione educativa non formale, che già registra vari esempi di “buone
prassi “, magari da vedere inserite in un vero e proprio
Piano di sviluppo rurale.
Su un altro piano, a livello europeo, l’autore indica alcuni
sviluppi interessanti di questa tematica: l’elaborazione di
due strumenti di valutazione e riconoscimento della educazione non formale;mentre un sintetico sguardo nazionale ci mostra come questa tematica ha avuto forse il primo impulso con la creazione anche in Italia della rete dei
CEMEA, i centri di esercitazione ai metodi dell’educazione attiva ( e in ambito più locale viene citata la REL, Rete
Europa Lazio, costituita nel 2007 e di cui fa parte anche il
CDE Lazio), in un’ottica di sinergia per un educazione
completa e di qualità., finalizzata a promuovere l’apprendimento non formale come strumento di crescita per giovani e adulti.
Nell’ultima parte il volume presenta una panoramica di tipologie e metodi per un intervento di educazione non formale, per poi concludersi con un primo repertorio di strumenti, una sorta di kit degli attrezzi, che per la prima volta vengono tradotti in italiano e quindi, data la scarsità
delle fonti esistenti in materia, risulta particolarmente utile.
E altrettanto utile e stimolante si dimostra nel complesso
questa pubblicazione, soprattutto se darà luogo a pubblicazioni che traducano la teoria in pratica condivisa.
È possibile consultare e scaricare la pubblicazione sul sito www.cdelazio.eu I
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EUROPA / ATTIVITÀ
Nuove iniziative per il
Qualità, diversificazione delle offerte, sostegno e cooperazione. Le linee gu
di Giusy Incalza
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“Il turismo è un’attività economica di rilievo, con un impatto assai positivo sulla crescita
economica e l’occupazione in Europa”. L’on. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria, ha così introdotto la Comunicazione della Commissione europea sul turismo dal titolo”Europa, prima destinazione turistica del mondo - un nuovo quadro politico per il turismo in Europa” e nell’illustrare
l’importanza economica del settore sempre più in continua crescita in grado di generare
più del 5% del PIL dell’UE, di creare circa 9,7 milioni di posti di lavoro rappresentando così, dopo il commercio e le costruzioni, la terza attività socioeconomica dell’UE ha, inoltre,
evidenziato la posizione dominante raggiunta dall’Unione Europea nel turismo accogliendo il 40% degli arrivi mondiale sul suo territorio.
Le linee guida del documento hanno poi riguardato altri nodi cruciali del settore quali il sostegno e la cooperazione tra Stati membri, la promozione della competitività nel settore,
lo sviluppo di forme di turismo integrato, sostenibile e di qualità, impiegando - a tal proposito-strumenti e programmi comunitari come i fondi strutturali europei (FESR, FSE), il
fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), il programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP) a sostegno della creazione di reti europee per il turismo sostenibile e competitivo. Dunque, un turismo di qualità attento alla diversificazione delle offerte e in grado di sviluppare una strategia transnazionale sostenuta dall’inestimabile patrimonio culturale, naturale, dell’UE.
Già da alcuni anni, infatti, per diversificare la proposta di viaggio e stimolare la conoscenza del patrimonio culturale europeo nella sua complessità (storico, enogastronomico,
sportivo, ecc) l’Unione Europea ha avviato delle iniziative transfrontaliere come gli itinerari cicloturistici, di pellegrinaggio tra cui il cammino di Santiago de Compostela e la più recente Via Francigena.
Ovviamente la sacralità di questi percorsi non esclude la possibilità al viaggiatore di essere immerso nella natura la si può infatti percorre in bicicletta, a cavallo, a piedi e come per
l turismo europeo
uida della Commissione Ue
la Via Francigena scoprire la storia, le radici comuni, che accomuna l’intera Europa se
questa Via sin dal V secolo univa Roma a Gerusalemme e, nel corso, del Medioevo veniva percorsa da pellegrini in viaggio dalla Gran Bretagna, dalla Francia, dalla Svizzera per
raggiungere la Capitale sostando in abbazie, monasteri e casolari. Tutto questo nel rispetto dell’ambiente, nell’impiego responsabile delle risorse naturale e dell’impatto ambientale.
A tal proposito, la Commissione ha adottato vari strumenti per agevolare una sana gestione ambientale per le imprese che operano in questo settore istituendo il marchio europeo
di qualità ecologica ( ecolabel UE) e il sistema di ecogestione e audit (EMAS). Inoltre, in
collaborazione con la rete delle regioni europee per un turismo competitivo e sostenibile (
NECSTouR) e con la rete delle destinazioni EDEN, la Commissione ha realizzato un sistema di indicatori per elaborare un marchio per la promozione delle destinazioni turistiche
lontane dal turismo di massa e stagionale favorendo, in questo modo, la diversità delle offerte.
Questo progetto nel 2006 ha portato all’istituzione di un concorso nazionale, il Premio
EDEN in cui si selezione una destinazione turistica di eccellenza. In Italia viene effettuata
da un Comitato Nazionale di Valutazione, presieduto dal Dipartimento per lo Sviluppo e la
Competitività del Turismo della Presidenza del Consiglio e composto dalle Amministrazioni e dagli Enti interessati.
Per il Lazio il summenzionato riconoscimento è stato attribuito:
• Per il “Turismo acquatico” al Sistema fluviale (Velino-Nera) e lacustre (PiedilucoVentina-Lungo-Ripasottile) (Umbria e Lazio).
• Per il “Turismo e aree protette” alla Riserva Naturale di Montecàsoli di Bomarzo
(VT).
• Per il “Turismo e patrimonio immateriale locale”, ex aequo: Comune di Sermoneta
(Latina). Comunità montana dei Monti Lepini e Ausoni. Comune di Greccio (Rieti). I
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EUROPA / ATTIVITÀ
Nuove misure per semplificare
Per aiutare le regioni a fronteggiare la crisi agevolato l’accesso ai finanziamenti dei fondi str
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In tempo di crisi economica l’Europa corre ai ripari. Per questo l’UE ha adottato delle nuove misure che mirano a semplificare le regole di gestione dei fondi strutturali e di coesione, in modo da agevolare l’accesso ai finanziamenti e accelerare i flussi di investimenti in
un momento di particolare pressione per i bilanci pubblici.
Una delle principali conseguenze della crisi è che gli Stati membri e le regioni stanno incontrando molte difficoltà nel fornire i cofinanziamenti necessari per completare gli investimenti europei. Per ovviare a questa situazione, le modifiche introdotte dall’Unione europea mirano proprio a superare queste difficoltà per accelerare l’attuazione dei programmi e semplificarne la gestione quotidiana. E nel quadro delle misure intese a contrastare
la crisi economica, ad alcuni Stati membri saranno versati anticipi addizionali per un totale di 775 milioni di euro per far fronte ai problemi immediati di liquidità.
Per Johannes Hahn, commissario UE per la politica regionale, “la crisi ha intaccato la fiducia delle imprese, ha fatto crescere il numero di disoccupati e sta esercitando un’enorme pressione sulle finanze pubbliche. Queste misure dovrebbero contribuire a far fronte ai
problemi di liquidità e a ridurre le procedure amministrative, agevolando così l’accesso ai
finanziamenti. In questi tempi di crisi una maggiore rapidità nell’attuazione dei progetti sul
campo darà una mano alle economie regionali e nazionali.”
Grazie ai tre fondi della politica di coesione - il Fondo europeo di sviluppo regionale
(FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione - i 455 programmi della politica di coesione stanno investendo un totale di 347 miliardi di euro tra il 2007 e il 2013 in
tutte le regioni dell’UE. Secondo László Andor, commissario UE per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione, responsabile per il Fondo sociale europeo (FSE) “la crisi ha dimostrato la pertinenza e il valore dell’FSE. Le misure cui negli ultimi mesi si è fatto maggiormente ricorso rientrano nelle politiche attive del mercato del lavoro intese a creare occupazione. La formazione e la riqualificazione offerte ai cittadini in cerca di un posto di lavoro stanno dando i loro frutti e la semplificazione farà sì che gli Stati membri possano aiutare in maniera ancora più efficace quanti sono stati maggiormente colpiti dalla recessione.” Proprio per aiutare l’Europa a fronteggiare la crisi, si è messo quindi mano alle procedure di accesso ai fondi. Le nuove misure introdotte ed effettive dal 25 giugno 2010, prevedono che ci sia un massimale unico generale di 50 milioni di euro per tutti i tipi di grandi progetti che richiedono l’approvazione della Commissione: questo nuovo massimale
e la gestione dei fondi
rutturali e di coesione
uniforme farà sì che i progetti ambientali di dimensioni più ridotte possano essere approvati dagli stessi Stati membri, il che ne consentirà un avvio più rapido.
I progetti di maggiori dimensioni verranno finanziati da più di un programma: ad esempio,
la costruzione di un grande tratto di autostrada che attraversa varie regioni potrà ora essere cofinanziata da vari programmi regionali, mentre ciò non era possibile con le norme
precedenti. Procedure più semplici invece per la revisione dei programmi in modo da rendere possibile un adeguamento più rapido ai problemi attuali e saranno semplificate le
norme relative ai progetti cosiddetti “generatori di entrate” (come le autostrade a pedaggio o i progetti che comportano la locazione o la vendita di terreni) e, al fine di ridurre
l’onere amministrativo a carico degli Stati membri, le entrate saranno ora sottoposte a
controllo solo fino alla conclusione del relativo programma.
Per rafforzare il ricorso all’ingegneria finanziaria, sarà possibile introdurre programmi di
credito intesi a stimolare la spesa nel campo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili nelle abitazioni. Ma sarà possibile anche alleggerire l’obbligo di mantenere gli investimenti. Queste norme infatti si applicheranno d’ora in avanti solo a determinati progetti, come nel caso dei settori delle infrastrutture e degli investimenti produttivi, mentre non
si applicheranno alle imprese vittime di fallimento involontario. Per le operazioni nel quadro dell’FSE, questa misura è inoltre in linea con le norme sugli aiuti di Stato.
E sempre in tema di aiuto l’UE potrà destinare anticipi supplementari per un totale di 775
milioni di euro (4% dall’FSE e 2% dal Fondo di coesione) agli Stati membri che hanno ricevuto un prestito nel quadro del programma dell’FMI per il risanamento della bilancia dei
pagamenti o che hanno registrato una diminuzione del PIL superiore al 10%: sulla base di
questi due criteri. Ma questa misura potrò essere applicata solo a Estonia, Lettonia, Lituania, Romania e Ungheria. In materia di regole sarà possibile posticipare anche quella denominata di “disimpegno N+2”. In base a tale regola, infatti, un finanziamento stanziato
nel 2007 che non è stato speso entro la fine del 2009 viene automaticamente riversato nel
bilancio dell’UE. Ora, grazie alle modifiche introdotte, gli impegni per il 2007 potranno essere spesi su un periodo più lungo. Questo consentirà di evitare la perdita di circa 220 milioni di euro così ripartiti: 125 milioni di euro per la Spagna, 56 milioni di euro per l’Italia, 9
milioni di euro per il Regno Unito, 6 milioni di euro per la Germania, 4 milioni di euro per i
Paesi Bassi e 20 milioni di euro per progetti di cooperazione fra vari paesi. I
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EUROPA / ATTIVITÀ
Politica europea di “b
Bilancio positivo per i paesi limitrofi all’Unione grazie a piani d’azione e di p
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L’Europa si allarga e si avvicina sempre di più. Lo dimostra la pubblicazione annuale da
parte della Commissione europea del “Pacchetto PEV”, la politica europea di vicinato che
valuta i risultati conseguiti a partire dal 2004, anno in cui è stata varata, fino al 2009. Il pacchetto contiene le relazioni sui progressi compiuti dai paesi limitrofi all’Europa, che hanno
concordato piani d’azione PEV con l’UE e una relazione sui progressi settoriali. Le relazioni confermano che sono molti i vantaggi che l’Unione europea comporta per questi paesi
che sono: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia a sud e ad est, Bielorussia, Moldova e Ucraina.
L’obiettivo è quello di costruire una zona di stabilità, di sicurezza e di benessere per i popoli, attuando riforme di ampio respiro. Con la PEV l’UE integra le relazioni già esistenti
con i paesi partners, fornendo altri tipi di contatti che siano fondati sull’impegno in favore
di valori comuni e condivisi come la democrazia, i diritti umani, la good governance, lo sviluppo sostenibile.
Da cinque anni a questa parte, l’Unione europea si è adoperata per aumentare gli scambi, gli aiuti e i contatti interpersonali instaurando inoltre una cooperazione molto più approfondita tra l’UE e i suoi vicini riguardo a tutte le loro riforme economiche, politiche e
settoriali.
Il partenariato si è notevolmente sviluppato in settori come i trasporti, l’energia, l’ambiente e il cambiamento climatico, la ricerca, la sanità e l’istruzione. Questo grazie a un aumento del 32% dei relativi stanziamenti nel quadro finanziario attuale, che nel 2013 supereranno i 2 miliardi di euro all’anno. Dal 2004 sono stati conclusi accordi di associazione
bilaterali con la maggior parte dei partner meridionali della PEV e si stanno intensificando
le relazioni con la maggior parte dei paesi più progrediti. Nel 2008, ad esempio, è stato riconosciuto al Marocco lo “status avanzato”. A est, in linea con gli obiettivi del partenariato orientale, gli accordi di partenariato e di cooperazione esistenti vengono gradualmente
sostituiti dai più ampi accordi di associazione.
La PEV punta altresì a migliorare la governance. Si rileva qualche progresso nel processo
democratico, come dimostrano le recenti elezioni presidenziali in Ucraina, il secondo turno delle elezioni politiche in Moldova e il miglioramento qualitativo delle elezioni in Marocco e in Libano. I paesi PEV hanno fatto progressi anche in termini di libertà di associazio-
uon” vicinato
partenariato
ne, pena di morte, libertà dei media, diritti delle minoranze e altri diritti umani e libertà fondamentali, che in genere non sono però all’altezza delle ambizioni espresse congiuntamente nella PEV e nei piani d’azione. C’è ancora molto da fare anche per attuare le riforme del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione e per combattere efficacemente la corruzione. Per quanto riguarda la mobilità, nel 2008 sono stati rilasciati nei paesi limitrofi oltre 2 milioni di visti europei Schengen. Sono già in vigore accordi di facilitazione del visto e di riammissione con l’Ucraina e la Moldova e sono stati conclusi i negoziati
con la Georgia. A ciò si aggiungono i partenariati per la mobilità conclusi con la Moldova
e la Georgia per promuovere la migrazione legale.
Occorre tuttavia adoperarsi ulteriormente per sfruttare appieno il potenziale della PEV, anche elaborando roadmap finalizzate all’instaurazione con Ucraina e Moldova di un regime
di esenzione dal visto per i brevi soggiorni. Nel periodo 2004-2008 si è registrata una crescita degli scambi commerciali dell’UE con la regione PEV, con un aumento delle esportazioni e delle importazioni UE del 63% e del 91% rispettivamente (il 2009 ha segnato un lieve rallentamento dovuto alla crisi economica e finanziaria mondiale). L’UE è pronta a negoziare accordi di libero scambio globali e approfonditi con tutti i suoi vicini non appena
saranno disposti a farlo e soddisferanno le necessarie condizioni. Sono state prese altre
misure a favore di una maggiore integrazione economica, tra cui il negoziato di una serie
di accordi settoriali riguardanti, ad esempio, l’agricoltura, i prodotti della pesca e lo spazio aereo comune.
La cooperazione in materia di energia è stata intensificata per mezzo di memorandum
d’intesa o dichiarazioni con l’Azerbaigian, la Bielorussia, l’Ucraina, l’Egitto, la Giordania e
il Marocco. Nel 2009 l’Ucraina e la Moldova sono state autorizzate, a determinate condizioni, ad aderire al trattato che istituisce la Comunità dell’energia, mentre la Georgia ha
acquisito lo status di osservatore. Per il periodo 2007-2013 la PEV ha stanziato quasi 12
miliardi di euro per l’attuazione della sua politica di vicinato. Il Fondo investimenti per la
politica di vicinato, alimentato dai bilanci dell’UE e degli Stati membri, offre un sostegno
finanziario per l’erogazione di prestiti: sono stati oltre 4,7 miliardi di euro per il biennio
2007-2009 a favore di investimenti concreti in materia di trasporti, ambiente, energia, settore privato e settore sociale. I
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EUROPA / ATTIVITÀ
30 milioni di euro
per la promozione
dei prodotti agricoli
La Commissione approva 19 programmi d’intervento
per promuovere i prodotti agricoli di 14 Stati membri
Nella foto il presidente Ue
Barroso al “Milk Market”
in Irlanda
di Beatrice Curci
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Informare di più sui prodotti agricoli e promuoverli. È questo
l’obiettivo che l’Unione europea vuole raggiungere con un finanziamento di 30, 3 milioni di euro che saranno a disposizione dei 19 programmi approvati in 14 Stati membri. Ne beneficeranno Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca,
Germania, Francia, Italia, Irlanda, Olanda, Polonia, Slovenia,
Spagna e Gran Bretagna che così potranno dare maggiore
visibilità ai loro prodotti agricoli. I programmi selezionati, il cui
tempo di esecuzione è compreso tra uno e tre anni, sono dotatati di un budget totale di 60,6 milioni di Euro di cui il 50%
finanziato dall’UE. I programmi di intervento riguardano frutta, verdura, carni, prodotti caseari, miele, fiori, fibra di lino,
DOP, IGP e STG e prodotti biologici.
“I prodotti agricoli dell’Unione europea sono unici per qualità
e diversità - ha detto Dacian Ciolos, commissario Ue all’agricoltura e allo sviluppo rurale - e in un mercato globale aperto, produrre semplicemente cibo e bevande eccellenti non
basta. Dobbiamo aumentare i nostri sforzi per illustrare ai
consumatori gli standard e la qualità di quello che l’agricoltura europea porta in tavola. I programmi UE di questo tipo
possono veramente aiutare i nostri produttori in un mondo
sempre più competitivo”.
La cifra di 30 milioni di euro finanzierà le attività di pubbliche
relazioni e promozione e serviranno a mettere in luce i vantaggi dei prodotti europei specialmente in termini di qualità,
igiene, sicurezza alimentare, nutrizione, etichettatura, benes-
sere animale e rispetto dell’ambiente nella produzione. Ma lo
stanziamento di questi fondi potrà essere usato anche per
partecipare ad eventi e fiere, campagne di informazione sul
sistema UE di denominazione d’origine protetta (DOP), di indicazione geografica protetta (IGP) e di specialità tradizionale garantita (STG); ma riguardano anche l’informazione sul sistema di qualità e di etichettatura e sulle fattorie biologiche.
L’UE metterà a disposizione fino al 50% del costo e il 60%
nei programmi di promozione del consumo di frutta e verdura rivolti ai bambini o in materia di informazione sulle abitudini di consumo responsabile e sui danni provocati dal consumo pericoloso di alcol. La restante parte del costo è a carico dell’imprenditore o delle organizzazioni interprofessionali che li propone oppure potrà essere finanziata dagli stessi stati membri interessati.
Le modalità di applicazione per accedere al finanziamento
sono stabilite da un regolamento della Commissione, il quale elenca i temi e i prodotti che possono essere oggetto di
misure di promozione o di informazione.
Ogni anno, entro il 30 novembre, il singolo imprenditore o le
organizzazioni professionali interessate possono presentare
le loro proposte agli Stati membri, questi poi devono trasmettere alla Commissione l’elenco dei programmi da loro
selezionati e una copia di ciascun programma, successivamente la Commissione valuta i programmi e decide sulla loro ammissibilità. I
No al cibo derivato
da animali clonati
Il Parlamento rinnova l’appello al divieto di commercializzare carne da laboratorio
e fissa una moratoria sui cibi prodotti con nanotecnologie
di Beatrice Curci
Niente cibi in commercio derivati da animali clonati.
È questo l’appello degli europarlamentari per garantire
sempre di più la sicurezza alimentare. L’uso di nuovi cibi,
derivati da processi di produzione innovativi o tradizionalmente consumati solo fuori dall’Unione europea, è già regolamentato dal 1997. Ma il Parlamento europeo continua
ad esprimere la propria preoccupazione ed è per questo
che, nel testo legislativo in materia di nuovi alimenti, ha approvato una serie di emendamenti tesi a rinnovare e rafforzare la normativa vigente. In particolare è stata prevista
l’introduzione di una procedura di autorizzazione che prevede di sottoporre questi cibi a una valutazione dei rischi e
che dovrà essere eseguita dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Attualmente, non esiste una normativa europea che autorizzi o vieti ad esempio prodotti lattiero caseari e carne
provenienti da animali clonati. Quindi, invece di disciplinare tali prodotti in base alle norme sui nuovi alimenti, come
sostenuto dalla Commissione e dal Consiglio, i deputati insistono sul fatto che la nuova legislazione europea dovrebbe espressamente vietare tutti il cibi derivati da animali
clonati e dalla loro progenie. Hanno così chiesto una moratoria sulla vendita in attesa che tale normativa entri in vigore e una che riguarda l’uso delle nanotecnologie sui prodotti in commercio fino a quando non venga effettuata una
specifica valutazione dei rischi che dimostri la sicurezza
dei processi nano-tecnologici o dei nano-ingredienti per
escludere eventuali rischi sulla salute.
Il Parlamento ha, inoltre espresso preoccupazione riguardo alla possibilità che le nano-tecnologie siano già
in uso nella produzione degli alimenti o degli imballaggi e
pertanto qualsiasi nano-ingrediente approvato dovrà essere indicato in etichetta.
Per l’europarlamentare olandese Kartika Liotard, relatrice sul provvedimento, “una netta maggioranza in seno al
Parlamento ha sollevato obiezioni etiche riguardo alla
produzione industriale di carne proveniente da animali
clonati che soffrono in maniera sproporzionata di malattie, malformazioni e morte prematura. Per anni i deputati hanno chiesto una corretta regolamentazione: è ora
che la Commissione ascolti il Parlamento e i cittadini su
questo problema”.
La maggioranza dei deputati ha invece respinto un
emendamento che chiedeva l’etichettatura obbligatoria
dei prodotti alimentari provenienti da animali allevati con
mangimi geneticamente modificati. Se il Consiglio non
dovesse accettare, con la seconda lettura del testo, la
posizione del Parlamento europeo, si passerà alla procedura di conciliazione così da raggiungere un accordo su
un provvedimento condiviso. I
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EUROPA / ATTIVITÀ
Uno sguardo
sul futuro della PAC
L’agricoltura è un settore vitale per l’Unione ,ma manca ancora una vera politica
comune che risponda alle nuove sfide. L’orizzonte è quello del 2013
di Beatrice Curci
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La percentuale del budget europeo destinata alla Politica
agricola comune (PAC) è scesa dal 75% del 1985 al 40%
di oggi. Ma il numero di fattorie in Europa è raddoppiato
con l’adesione di 12 nuovi paesi membri, ed è compito
della PAC rispondere alle nuove sfide globali come i cambiamenti climatici e la crisi economica.
La PAC è stata fortemente riformata nel 2003 e poi, nel
2008, rivista e modernizzata. La riforma ha separato gradualmente i sussidi dalle quantità prodotte e adottato strumenti per includere nella politica agricola nuove dimensioni, quali la tutela ambientale. Il periodo di programmazione
si chiude nel 2013: le istituzioni europee stanno tirando le
somme e cercano di pensare al futuro. Una delle linee guida, per migliorare la politica agricola in Europa, sembra essere la rimozione delle restrizioni alla produzione, le cosiddette quote.
Nel frattempo va ricordato che l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, ha attribuito al Parlamento pieni poteri decisionali sulla politica agricola. La nuova riforma, quindi, lo
vedrà protagonista a pieno titolo, insieme a Commissione
e Consiglio. Per questo la commissione parlamentare
“Agricoltura”, guidata dall’europarlamentare italiano Paolo
De Castro, si accinge a breve a varare un documento di indirizzo, proprio prima che la Commissione presenti la sua
proposta legislativa. Per questo la Commissione parlamentare “Agricoltura” ha invitato il neo commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos ad un confronto per discutere
del futuro della più antica politica comune con la convizione che “la PAC possa dare un grande contributo alla strategia europea per il 2020 e che resta una delle politiche
chiave dell’integrazione europea. Agricoltura significa lavoro, crescita ecocompatibile e lotta al cambiamento climatico”.
Secondo il commissario Cialos uno dei grandi problemi
che investe l’agricoltura è “una reale mancanza di comunicazione con i cittadini”. Una ricerca dell’Eurobarometro
mostra infatti che sebbene il 99% degli intervistati sostenga che l’agricoltura sia un fattore vitale per l’UE, solo un
terzo ha sentito parlare della PAC. Eppure l’Europa è un
continente soprattutto a vocazione agricola, per questo
l’agricoltura deve avere sulla politica europea una priorità
assoluta e come ha sottolineato l’eurodeputato tedesco
Albert Dess: “È all’’agricoltura che dobbiamo gran parte
del nostro patrimonio culturale e portare cibo sulle tavole
di 500 milioni di persone è una grande responsabilità di cui
bisogna farsi carico”.
Ma c’è “bisogno di snellire e semplificare le procedure”.
Purtroppo, molti piccoli agricoltori mollano tutto perché i
grandi produttori hanno profitti incomparabili rispetto a loro, anche se molto del lavoro agricolo è generato dalle piccole aziende. Per ovviare a questa dispersione agricola e
puntare su una PAC efficace l’europarlamentare inglese
George Lyon, ha identificato 5 aree chiave d’intervento da
mettere in atto dopo il 2013: sicurezza alimentare e commercio equo, agricoltura nelle diverse regioni d’Europa,
biodiversità e protezione dell’ambiente, sostenibilità e crescita verde. Fra i fattori da considerare, la crescita del
prezzo dell’energia e la necessità di ridurre le emissioni:
elementi che potrebbero “ostacolare” l’aumento della produzione.
“L’impatto dei cambiamenti climatici esclude a priori la
possibilità di rendere produttive nuove porzioni sostanziali
di terra. Il cambiamento climatico causerà anche scarsità
di acqua e siccità, riducendo ulteriormente l’opzione di aumentare la produzione. Gli agricoltori europei e la PAC - ha
sostenuto Lyon - dovranno dimostrare di avere le risposte
adeguate alle sfide del ventunesimo secolo, e di essere
parte della soluzione, e non del problema”. I
Respinto
il “semaforo” sui cibi
Gli eurodeputati bocciano la proposta di mettere sulle confezioni degli alimenti
un bollino rosso, arancione o verde
per indicare il contenuto più o meno alto di grassi e zuccheri
di Beatrice Curci
Etichette alimentare sempre più chiare, ma il Parlamento
europeo dice no al “semaforo” sui cibi. Saranno, quindi,
obbligatorie e bene in vista le informazioni sul valore energetico, su i grassi, gli zuccheri e il sale contenuti negli alimenti. Ma il sistema di un bollino rosso, arancione o verde, per indicare il più o meno alto contenuto di grassi e
zuccheri per ora è stato respinto. Il rosso avrebbe indicato un livello alto di sostanze poco sane mentre il verde il livello più basso. L’idea è stata rifiutata dai due terzi del
Parlamento e per molti motivi: prima di tutto però perché
il codice cromatico era stato creato per i cibi pronti in Inghilterra, partendo da questo il Parlamento ha ritenuto
che non potesse funzionare invece per i prodotti di base.
Per paradosso la Coca-Cola Light avrebbe la luce verde
per il suo bassissimo contenuto di zuccheri grazie all’uso
dei dolcificanti, mentre il succo di frutta naturale, pur non
avendo nessuno zucchero aggiunto, ma molti zuccheri
propri della frutta, un bollino rosso sulla confezione. Oppure visto che il “semaforo” non avrebbe fatto distinzioni
tra il burro e la margarina light, tutto sarebbe rosso perché, in questo modo il contenuto di grassi sarebbe stato
comunque alto. E molti prodotti sani come la frutta secca,
che contengono minerali e vitamine, ma anche un apporto di grassi notevole sarebbero stati bollati con la luce
rossa.
Questi esempi dimostrano che il sistema non funziona sui
prodotti di base. Quindi, gli europarlamentari hanno pensato che sia più opportuno trovare un’etichetta che vada
bene per tutti i cibi e anche per le bevande non alcoliche.
Un’altra ragione, che ha indotto gli eurodeputati a bocciare il metodo del “semaforo”, viene dall’esperienza inglese:
perché i produttori tendono a modificare il contenuto dei
prodotti solo per ottenere un bollino migliore, per esempio
sostituendo lo zucchero con l’amido o con dolcificanti artificiali. Questo ovviamente nulla a che fare con una valutazione salutistica, ma anzi rappresenta un modo di trarre
in inganno il consumatore.
Secondo l’eurodeputata tedesca Renate Sommer del PPE
promotrice della revisione del testo, presentato dalla
Commissione UE, questo sistema “rischia di indurre il
consumatore in errore, convincendolo che ci siano cibi
buoni e cibi cattivi”. Invece, ha aggiunto, “spetta ai cittadini scegliere cosa comprare”. Proprio per una maggiore
consapevolezza del consumatore però il Parlamento europeo ha reso molte più cose obbligatorie sull’etichetta
A oggi queste sono stampate a discrezione dei produttori, senza nessuna coerenza. Si può scrivere sulle confezioni tutto ciò che si vuole. Ora le informazioni su
grassi, valore energetico e contenuto di zuccheri e sale
saranno invece obbligatorie e dovranno essere sul davanti del pacchetto. La leggibilità è un grande problema:
per esempio la lista degli ingredienti è già obbligatoria,
ma spesso è molto difficile da leggere. Ci sarà anche
una tabella nutrizionale obbligatoria sul retro, che dovrà
indicare i valori nutritivi delle sostanze principali per 100
g o 100 ml di prodotto, così si potranno confrontare due
cibi diversi direttamente al momento dell’acquisto al supermercato. Le calorie, inoltre, saranno sempre indicate
a fronte, nella stessa posizione e a grandi caratteri. Il
problema secondo gli esperti è che però troppo spesso
“i consumatori non leggono le informazioni”, per questo
gli europarlamentari, imponendo regole più severe “vogliono incoraggiarli a farlo”.
E aggiungono che “migliorare la legislazione sulle etichettature alimentari significa garantire ai consumatori
la possibilità di compiere scelte basate su informazioni
precise, evitando però di creare oneri amministrativi e finanziari eccessivi per l’industria alimentare”. Per questo
aggiungono “vogliamo anche che le imprese che confezionano gli alimenti artigianalmente siano escluse dalle
nuove regole”.
Le nuove norme però, prima di avere una approvazione
definitiva, saranno poste al vaglio del Consiglio dei Ministri e poi è probabile che il testo ritorni al Parlamento
per una seconda lettura. È previsto anche un periodo di
transizione e quindi la nuova legislazione entrerà in vigore non prima di 4 anni, il che significa nel 2014 e, una
volta adottata, l’industria alimentare avrà tre anni per
adattarsi alle nuove regole. Le imprese di minori dimensioni, con meno di 100 lavoratori e un fatturato annuo
sotto i 5 milioni di euro, potranno invece beneficiare di
un periodo di 5 anni. Ma i produttori sapranno molto
presto che cosa aspettarsi e quali saranno gli obblighi di
legge a cui assolvere. I
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REGIONE / ATTIVITÀ
Agricoltura, un assessorato
in “movimento”
Birindelli espone le linee guida del suo programma
di Giorgio Maria Gherardi
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Un Assessorato snello, dinamico e concreto. L’agricoltura regionale è giunta ad un bivio. Intraprendere la direzione giusta è oggi più che mai una questione di sopravvivenza per le tante piccole e medie aziende che operano nel settore. Il neo Assessore alle Politiche Agricole
e Valorizzazione dei Prodotti Locali della Regione Lazio, Angela Birindelli, ha già le idee chiare su come ridisegnare gli interventi della Regione per sostenere e rilanciare il comparto: “La
nostra volontà è quella di dare vita a un Assessorato che sia realmente vicino alle necessità
delle aziende. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, in cui i prezzi dei prodotti agricoli al consumo calano e a farne le spese sono soprattutto i produttori, la Regione
deve intervenire concretamente per traghettare le aziende fuori da questo periodo di difficoltà e, contemporaneamente, creare i presupposti per rendere il comparto agricolo regionale
solido e competitivo, capace di guardare al futuro con maggiore serenità”. Un Assessorato
pragmatico, quindi, come confermano i primi interventi effettuati dall’insediamento della
Giunta Polverini. “Il Lazio – aggiunge la Birindelli – è la prima regione in Italia ad aver trovato
l’accordo sul prezzo del latte, mettendo d'accordo tutti i componenti della filiera e premiando la qualità e la territorialità del prodotto regionale. Abbiamo, inoltre, incentivato la ricerca
per affrontare le problematiche urgenti del cinipide del castagno e del cancro batterico del
kiwi. Avversità naturali che stanno determinando ingenti perdite di produzione, colpendo
due prodotti di punta, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, dell’agricoltura laziale”. Urgenti e importanti anche le azioni messe in atto per sbloccare i fondi del PSR. 63 milioni di euro che se non spesi entro l’anno torneranno nelle tasche della UE. In questo senso, la Regione si è impegnata per snellire le pratiche burocratiche e favorire l’accesso al credito. Risorse che aiuteranno fattivamente le aziende e andranno ad influire sulle nuove politiche di riorganizzazione delle filiere produttive. Interventi che incideranno direttamente sulla
fase produttiva, sui diversi canali della distribuzione organizzata, sulla promozione e sulla
vendita dei prodotti. “Un Assessorato in movimento – conclude la Birindelli – capace di dialogare con il mondo produttivo e intercettare le esigenze e le problematiche di un’agricoltura moderna e multifunzionale e trasformarle in azioni di governo concrete e funzionali alle
tante realtà produttive di qualità presenti sul nostro territorio”. I
Primi cento giorni
di attività… agricola
Risultati e obiettivi della nuova amministrazione regionale
di Erica Antonelli
Cambio di guardia, cambio di nome. Dal più semplice Assessorato all'Agricoltura della
Regione Lazio, al più completo e puntuale Assessorato alle Politiche agricole e valorizzazione del prodotti locali. Una nomencaltura nuova, che tanto ha da dirci, andando a puntualizzare l'importanza di mettere in piedi reali politiche di promozione del ricchissimo paniere agroalimentare del Lazio.
Vediamo insieme i principali interventi in ambito agricolo messi in campo dalla rinnovata
amministrazione regionale.
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE
Nell’ambito delle risorse stanziate dalla Comunità Europea, entro il 2010 il Lazio dovrà
spendere circa 63 milioni di euro dei complessivi 600 milioni di risorse pubbliche erogate
a tutte le regioni italiane. L’obiettivo: dare una forte spinta alla capacità di spesa del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007/2013 per utilizzare i fondi comunitari che altrimenti andrebbero persi, e per dare un concreto ed efficace sostegno agli agricoltori.
Nei primi due mesi dall’insediamento, la nuova amministrazione regionale ha reso possibile lo sblocco di oltre 7 milioni e 500 mila euro di finanziamentio. Sono anche stati prorogati fino alla metà del mese di settembre i termini relativi all’ultimo “stop and go” del PSR
al fine di garantire agli agricoltori la possibilità di aderire al Programma di Sviluppo Rurale
e non perdere un’importante occasione di crescita per la propria azienda.
Ma il PSR ha visto in questo primo breve periodo anche l'ingresso di due misure. Sono
quelle sul tabacco. L’intervento interessa la misura 214 del PSR (Agroambiente), con
l’obiettivo di rendere sostenibili i metodi e le tecniche di coltivazione del tabacco, che in-
25
REGIONE / ATTIVITÀ
veste 800 ettari di superficie soprattutto nelle provincie di
Viterbo e Frosinone.
Oltre a puntare sul rilancio e sullo sviluppo del settore agricolo, grande attenzione sarà data anche al mondo imprenditoriale, favorendo l’accesso al credito e snellendo le procedure burocratiche.
Si favoriranno poi le politiche di filiera e l’ingresso nella
grande distribuzione organizzata. Impegni, questi, che la
Regione sta prendendo con il mondo agricolo e per i quali
Assessorato e Commissione Agricoltura lavoreranno in
massima sinergia.
CINIPIDE DEL CASTAGNO
La Regione ha accolto le richieste provenienti dal territorio trattandosi
di un problema che da tempo affligge il Lazio, in particolare la
provincia di Viterbo.
Uno dei primi interventi è
stato il primo lancio di
coppie di Torymus,
individuato quale
agenta di lotta
biologica, nel comune di Canepina, nei castagneti cedui infestati
dal cinipide, per verificarne più
concretamente la capacità di lotta al
fitofago e favorirne la riproduzione e la diffusione nei territori.
Sono inoltre in corso ricerche sugli insetti utili già presenti
sul territorio viterbese e di
cui si stanno osservando risultati incoraggianti al fine di
contrastare le infestazioni da cinipide. Per incentivare la ricerca, la Regione
ha impegnato ulteriori 240mila euro (che
vanno ad aggiungersi ai circa 190mila
già stanziati precedentemente) a favore
dell’Università della Tuscia allo scopo di
proseguire nelle ricerche intraprese e individuare ulteriori strategie di intervento.
APPROVATI I GAL
La Giunta regionale del Lazio ha approvato la delibera relativa alla graduatoria delle proposte PSL (Piano Sviluppo
Locale) presentate dai GAL (Gruppi di Azione Locale), beneficiari dell’Iniziativa Comunitaria Leader del PSR (Piano
di Sviluppo Rurale).
Castelli Romani e Monti Prenestini, In Teverina, Versante
Laziale Parco Nazionale d’Abruzzo, Ernici e Simbruini,
Etrusco Cimino, Tuscia Romana, Sabino, Terre Pontine.
Questi i GAL per i quali è previsto un contributo pubblico di
quasi 47 milioni di euro. Risorse importanti che andranno a
sostenere l’elaborazione di strategie nuove per lo sviluppo
dei territori di riferimento.
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PREZZO DEL LATTE BOVINO:
RAGGIUNTO L’ACCORDO DI FILIERA
La difficoltà degli allevatori è stata fin da subito percepita
dall'Assessorato alle Politiche agricole come una tematica
di primaria importanza per il rilancio della filiera del latte
bovino. Avviato da Francesco Battistoni, l'allora Assessore, il Tavolo convocato dalla Regione per trovare un accordo sul prezzo del latte bovino alla stalla è stato poi portato
avanti da Angela Birindelli allo scopo di garantire una retribuzione equa agli allevatori, mantenere gli standard di eccellenza e confermare la qualità e la sopravvivenza del latte laziale.
Prezzo, qualità e identità della produzione legata al territorio le tre linee guida seguite dai lavori del Tavolo, attorno al
quale si sono seduti le organizzazioni di categoria, le cooperative, l'industria e la rappresentanza istituzionale di Roma e Provincia.
Dopo una lunga trattativa, interrottasi per un breve periodo
e in seguito riavviata grazie al forte senso di responsabilità
che guida dell’amministrazione regionale, lo scorso 30 luglio è arrivato l’accordo: 38 centesimi al litro più 0,05
cent/lt come premialità per la qualità e la tracciabilità del
latte laziale, a fronte dei 35,70 cent/lt.
“Un accordo che tutto il mondo agricolo ed istituzionale
aspettava e a fronte del quale la Regione si è impegnata
per sostenere finanziariamente la filiera con risorse pari a
2,2 milioni di euro erogabili già da subito”, da investire per
il miglioramento della qualità del prodotto e per l’assistenza tecnica alle aziende.
Soddisfazione espressa dalle organizzazioni professionali
di categoria e soprattutto dal Presidente regionale, Renata
Polverini, la quale ha sottolineato come il Lazio sia stata “la
prima Regione a chiudere un accordo interprofessionale
sulla filiera latte”.
Un risultato importante “che premia la qualità e la territorialità del prodotto”, ha precisato il Presidente della Commissione regionale Agricoltura, Francesco Battistoni, sottolineando come l’intervento della Presidente Polverini abbia dato un forte impulso alla trattativa.
Permane il Tavolo tecnico di filiera al fine di monitorare le
esigenze della filiera e studiare interventi idonei a renderla
competitiva sui mercati e a favorire la crescita in qualità del
prodotto laziale. I
Consiglio regionale
Ecco le commissioni
Francesco Battistoni parte in IV°
Le 16 Commissioni
Consiliari permanenti
I
Affari costituzionali e statuari - Presidente Pietro
Sbardella
II Affari comunitari e internazionali - Presidente Gilberto Casciani
III Vigilanza sul pluralismo dell’informazione - Presidente Francesco Scalia
IV Agricoltura - Presidente Francesco Battistoni
V Ambiente e cooperazione tra i popoli - Presidente Roberto Carlino
VI Bilancio, programmazione economico-finanziaria
e partecipazione - Presidente Franco Fiorito
VII Cultura, spettacolo e sport - Presidente Veronica
Cappellaro
VIII Lavori pubblici e politica della casa - Presidente
Romolo Del Balzo
IX Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali - Presidente
X Piccola e media impresa, commercio e artigianato - Presidente Francesco Saponaro
XI Urbanistica - Presidente Roberto Buonasorte
XII Risorse umane, demanio, patrimonio, affari istituzionali, enti locali, tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa - Presidente Stefano
Galetto
XIII Sanità - Presidente Alessandra Mandarelli
XIV Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università - Presidente Olimpia Tarzia
XV Sviluppo economico, ricerca e innovazione, turismo - Presidente Giancarlo Miele
XVI Mobilità - Presidente Giovanni Di Giorgi
di Erica Antonelli
Nominati i componenti delle 16 Commissioni Consiliari
permanenti della Regione Lazio. Un’operazione che ha richiesto tempo e che si è risolta a nella seconda metà di luglio.
Francesco Battistoni (nella foto), ex assessore alle Politiche agricole e valorizzazione dei prodotti locali guiderà la
IV° Commissione Agricoltura.
Forte la soddisfazione espressa dal’On. Battistoni subito
dopo la sua elezione. “Porteremo avanti il lavoro intrapreso in collaborazione con l’Assessorato di riferimento. Sarà
una Commissione incisiva e propositiva - ha detto - che lavorerà per risolvere i problemi del settore, a partire dalla
capacità di spesa del Programma di Sviluppo Rurale”. Nell’immediatezza - ha sottolineato - affronteremo le tematiche più stringenti che affliggono l’agricoltura del Lazio: un
impegno che mi assumo nella convinzione della necessità
di rilanciare il comparto in un momento di forte difficoltà”.
Eletti Vicepresidenti Gianfranco Sciscione (Lista Polverini)
e Mario Perilli (Pd), quest’ultimo, già Presidente della stessa Commissione durante la passata legislatura. Gli altri
componenti (in ordine alfabetico): Roberto Buonasorte (La
Destra), Gina Cetrone (PDL), Raffaele D’Ambrosio (UDC),
Esterino Montino (PD), Ivano Peduzzi (FDS).
Lo scorso 28 luglio la prima seduta della Commissione.
“Un’occasione di confronto sull’importante ruolo che que-
sta Commissione si accinge a svolgere - ha dichiarato
Battistoni. - Il momento di crisi che sta vivendo l’agricoltura, sia a livello nazionale che locale, impone un profondo lavoro di analisi del settore. Nell’immediatezza - ha
sottolineato - affronteremo le tematiche più stringenti
che affliggono l’agricoltura del Lazio: un impegno che mi
assumo nella convinzione della necessità di rilanciare il
comparto in un momento di forte difficoltà”.
Non sono mancati poi passaggi sulla caccia, sulla pesca
e sulla necessità di valorizzare le produzioni tipiche,
creare sbocchi di mercato. “Tematiche che affronteremo
insieme”, ha concluso Battistoni, nella convinzione che
“ogni membro di questa Commissione si farà portavoce
delle problematiche dei diversi territori laziali, condividendole e lavorando di concerto per la risoluzione delle
stesse”. Ad assistere all’insediamento della Commissione anche l’Assessore alle Politiche agricole, Angela Birindelli, dichiaratasi “aperta alle idee e proposte che verranno dalla Commissione”. I
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LAZIO / FOCUS
Cancro batterico del kiwi
Nuove tecniche per contra
Gli studiosi assicurano che la ricerca sta andando avanti. Richiesta al ministro Galan l’attivazion
di Noemi Romano
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Da due anni nel Lazio si è diffuso il cancro batterico del kiwi. Si tratta del batterio dell’actinidia Pseudomonas syringae pv. actinidiae, che è in grado di attaccare piante di kiwi appartenenti a differenti specie, sia a polpa verde che a polpa gialla. In tutta la regione, che
è la prima in Italia per la produzione del frutto, il fenomeno sta causando gravi problemi e
danni al territorio, in particolar modo ai produttori, con notevoli ripercussioni economiche.
Il cancro è stato segnalato su circa 1000 ettari di coltivazioni di Actinidia (la pianta del kiwi), in misura maggiore sulle cultivar di actinidia chinensis (kiwi a polpa gialla) rispetto a
quelle dell’actinidia deliciosa (kiwi a polpa verde).
Dai dati prevenuti alla Regione Lazio, ad oggi risultano interessate complessivamente circa 650 aziende agricole, prevalentemente situate nei comuni di Cisterna di Latina, Aprilia
e Velletri, con danni alla produzione e alle strutture per circa 20 milioni di euro. Focolai della batteriosi sono stati rilevati anche nella provincia di Viterbo.
Ad oggi non esistono ancora trattamenti che possano salvare del tutto le piante malate.
L’uso degli antibiotici è vietato e non sortirebbe alcun effetto, dal momento che i batteri diventano resistenti.
Tuttavia sono in corso differenti sperimentazioni. Una di queste prevede l’uso di ridotte
concentrazioni di sali di rame (11,9% nitrato) insieme a opportune strategie nutrizionali.
Grazie a questo tipo di intervento si è potuto riscontrare che lo sviluppo della batteriosi diminuisce e non danneggia la pianta.
“La batteriosi del kiwi è un problema grave che la Regione Lazio sta affrontando da più
punti di vista”, afferma l’Assessore alle Politiche agricole e valorizzazione dei prodotti locali, Angela Birindelli. “Il mio impegno prosegue sulla strada intrapresa dall’On. Battistoni
astarlo
ne di un Tavolo di crisi nazionale
Misure adottate
dall’Assessorato all’Agricoltura
per affrontare l’emergenza:
• Attivazione di un Tavolo di crisi comune
• Completamento del censimento volto a richiedere lo stato di calamità
• Stipulata una convenzione con l’Università della Tuscia per la ricerca per risorse pubbliche di 60mila euro annui (per le annualità 2009/2011)
• Richiesta di 200 mila euro in assestamento di bilancio regionale al fine di dare ulteriore sostegno all’attività di ricerca e sperimentazione alla filiera del kiwi
• Chiesto al Ministro Galan un Tavolo di confronto a livello nazionale con il Lazio capofila, visto il primato del Lazio nella produzione di kiwi
• In fase di attivazione il reperimento di nuove risorse per quanto riguarda la ricerca, soprattutto per gli studi rivolti alle piante che risultano resistenti alla batteriosi.
• Verifica dell’attivazione di una nuova misura del PSR, da contrattare con l’Unione Europea, per la ricostituzione del potenziale danneggiato da calamità naturali ed eventi
eccezionali e per la quale potrebbero essere stanziati circa 5 milioni di euro a sostegno degli agricoltori colpiti.
29
LAZIO / FOCUS
che, avendomi preceduta, aveva già avuto modo di affrontare la problematica. Stiamo infatti ultimando il censimento volto a richiedere lo stato di calamità - spiega l’Assessore.
Essendo la nostra regione il primo produttore italiano di kiwi, abbiamo chiesto al Ministro
Galan un Tavolo nazionale, con il Lazio capofila, che possa tracciare una strategia di intervento condivisa per cercare di arginare i danni al settore. Inoltre - prosegue - conseguentemente all’individuazione della malattia anche nel viterbese, abbiamo allargato il Tavolo
inserendo la provincia di Viterbo. Per quanto concerne la ricerca, continua l’attività di studio finanziata dalla Regione e portata avanti dall’Università della Tuscia; stiamo anche proseguendo il lavoro avviato da Battistoni sull’attivazione di una nuova misura del PSR a favore della ricostituzione del potenziale danneggiato da calamità naturali ed eventi eccezionali. Misura che - sottolinea - se approvata dalla UE, porterebbe allo stanziamento di
circa 5 milioni di euro”.
Tra le numerose iniziative avviate dalla Regione Lazio per
fare fronte all’emergenza c’è il progetto di ricerca triennale
“Cancro batterico dell’actinidia: messa a punto di strategie di difesa”, cofinanziato con la Regione Emilia Romagna. Si tratta di un progetto ha già dato primi risultati per(con la collaborazione del professore G.M. Balestra)
ché: sono state identificate diverse sostanze in grado di
contenere la malattia; sono stati individuati nuovi metodi
Il cancro batterico dell’actinidia è stato segnalato per la prima volta in Giappone nel
di diagnosi precoce della malattia anche su tessuti vege1989 su piante di Actinidia deliciosa L., successivamente l’agente causale è stato
tali; sono state provate in campo diverse strategie di difecaratterizzato e classificato come Pseudomonas syringae pv. actinidiae. Nel Lazio le
sa con buoni risultati; stato rilevato che il ceppo batterico
patologie di natura batterica sono solitamente associate a due differenti patogeni,
responsabile dell’attuale epidemia è diverso da quello prePseudomonas syringae pv. syringae, agente della necrosi fiorale batterica e Pseudomonas viridiflava, agente della maculatura su foglie.
Dal 2007, sintomi riconducibili all’agente del cancro batterico dell’Actinidia, sono
stati ripetutamente osservati nel Lazio in differenti impianti in Provincia di Latina e di
Roma, in particolar modo a carico di piante di Actinidia chinensis (kiwi a polpa gialla), ed in misura minore a carico di impianti di Actinidia deliciosa (kiwi a polpa verde).
A seguito di indagini effettuate dal Dipartimento di Protezione delle Piante dell’Università della Tuscia di Viterbo, nel 2008 l’agente causale del cancro batterico dell’Actinidia è stato isolato ed identificato: si tratta di Pseudomonas syringae pv. actinidiae.
Nel 2010 nel Lazio, la batteriosi è stata segnalata anche in alcuni impianti della Provincia di Viterbo. Il fenomeno è stato riscontrato attualmente anche in Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte.
Le batteriosi dell’actinidia
30
sente già dagli anni ‘90 nel Lazio e da quelli segnalati in altri paesi come la Corea. Ciò permetterà il riconoscimento
dello stato di calamità naturale o di evento eccezionale
dell’attuale emergenza fitosanitaria da parte sia del ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali sia dell’Unione Europea.
“La ricerca sta andando avanti, - afferma il prof. Mariano
Balestra del Dipartimento di Protezione delle Piante della
Facoltà di agraria della Tuscia, uno dei massimi esperti del
settore- si stanno studiando diversi aspetti, con prove di
controllo. Stiamo portando avanti un approccio che combini strategie di nutrizione e difesa, e i risultati sembrano
interessanti. In Italia e nel nostro territorio la ricerca è molto attiva, basti pensare che l’anno scorso tra Latina e Viterbo si è tenuto il IX Convegno nazionale del Kiwi, questo
perché siamo i primi produttori mondiali di questo frutto.
Viene continuamente piantato -continua il professore - Nel
Lazio ci sono 10 mila ettari di coltivazioni e in tutta Italia 25
mila. A settembre si terrà addirittura un convegno mondiale dell’actinidia a Faenza, a cui parteciperanno i massimi
esperti del settore. Si parlerà di tutti gli aspetti da quello
economico, a quello relativo alla produzione e alla conservazione, e si farà il punto della situazione sulla malattia”.I
Sintomi e danni
Il batterio agisce a livello vascolare e una volta penetrato è difficile da contrastare, così come il suo processo infettivo e i danni da esso derivanti. I sintomi di questa batteriosi si caratterizzano per:
• l’imbrunimento dei fiori e dei boccioli e la loro successiva cascola;
• per la presenza di necrosi fogliari di forma irregolare
di color marrone scuro contornate da un alone di colore giallo;
• per la formazione di cancri su tronco e tralci con abbondante produzione di un essudato di colore rosso
scuro;
• per il collasso/avvizzimento dei frutti. Nei casi più
gravi si assiste alla morte della pianta.
La batteriosi può arrecare gravi danni a tutti gli organi
vegetativi della pianta con forti ripercussioni economiche, soprattutto in funzione del basso livello qualitativo
dei frutti, della minore produzione, della mancata commercializzazione, fino alla morte delle piante. Il batterio
può essere veicolato da differenti fattori come pioggia,
vento, insetti, animali e uomo. Pertanto per contenere
una diffusione della batteriosi risulta sostanziale
un’azione tempestiva sulle piante colpite.
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UNIVERSITÀ / ATTIVITÀ
“Sun black”: ultima sco
grazie all’uso della bio
Il pomodoro nero è il frutto di incroci di tipologie genetiche già esistenti in
di Noemi Romano
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Da oggi le nostre tavole non saranno più le stesse, ma arricchite da un nuovo e stravagante prodotto alimentare. Arriva il “Sun black”, ovvero il “pomodoro nero”. Si tratta di un ortaggio che quando matura presenta una buccia di colore viola tendente al nero. Il sapore
è quello del classico pomodoro, così come la polpa di colore rosso.
La vera novità è che al contrario di quanto si possa pensare, l’alimento non è il risultato di
tecnologie Ogm, ma nasce da incroci di tipologie genetiche già esistenti. La colorazione
scura è dovuta infatti alla presenza degli antociani, pigmenti esistenti in natura che si trovano in alcuni alimenti come l’uva nera e i mirtilli. Il “Sun black” è il frutto di una lunga e attenta ricerca condotta dall’Università della Tuscia, insieme agli atenei di Pisa, Modena e
Reggio Emilia nell’ambito del progetto interuniversitario “Tomantho”. Una “scoperta” che
ha soddisfatto anche l’Assessore regionale alle Politiche agricole e valorizzazione dei prodotti locali, Angela Birindelli, per la quale “Il pomodoro nero ‘Sun Black’ è un altro grande
risultato degli studi prodotti dall’Università della Tuscia.
La scoperta di questa nuova tipologia di pomodoro - dice Birindelli - è il frutto di un lavoro assiduo e attento condotto da ricercatori altamente competenti, con l’obiettivo di migliorare la qualità e l’aspettativa di vita. L’Università della Tuscia - continua l’Assessore - è
tra le istituzioni più importanti in campo agroalimentare, non solo per la nostra regione ma
per tutta l’Italia. I suoi studi permettono la crescita del settore agricolo attraverso la ricerca e la sperimentazione.
È inoltre l’unico Ateneo nel Lazio a vantare una facoltà di Agraria”. Sebbene non sia anco-
operta alimentare
odiversità
natura, senza l’uso di tecnologie ogm
ra molto diffuso, il pomodoro nero è già arrivato al
secondo anno di raccolta e
i numeri affinché diventi
uno dei prodotti più presenti sulle nostre tavole ci
sono tutti.
La ricerca è partita dalla
constatazione che l’aspettativa di vita è aumentata
grazie alla presenza di molecole negli alimenti che
rallentano l’accumulo di radicali liberi.
Si è allora voluto creare un
prodotto sano e genuino,
che prevenga le malattie e
migliori la qualità del metabolismo, grazie all’unione
delle componenti nutrizio-
Proprietà
nutrizionali
del Sun Black
Presenta le qualità nutritive del pomodoro, che è povero di calorie, con un buon contenuto in minerali e oligoelementi, ricco di acqua, dotato di tutte le vitamine
idrosolubili ed è un’ottima fonte di vitamina C.
Gli antociani, responsabili della pigmentazione scura, e
presenti in natura nelle bacche dei mirtilli, nell’uva nera
e nelle melanzane, contengono un’elevata azione antiossidante e quindi servono a rallentare l’accumulo di
radicali liberi, contribuendo così alla prevenzione delle
malattie e al miglioramento della qualità del metabolismo.
33
UNIVERSITÀ / ATTIVITÀ
nali di più frutti in un unico alimento.
Su questa stessa linea, e in occasione del fatto che il 2010 fosse l’anno della biodiversità,
il dipartimento di Agrobiologia e Agrochimica dell’Università della Tuscia, oltre al “Sun
black”, ha creato un vero e proprio catalogo di tipologie di pomodoro dai colori e dalle forme più svariate. Si va dal bianco al giallo, all’arancione, e poi ancora verde, marrone e nero. Tutte le tipologie sono nate dall’unione e dalla selezione di variabili genetiche esistenti
in natura e diverse per colore della buccia e della polpa. Il risultato sono prodotti ricchi di
vitamine, sali minerali e antiossidanti.
Se allora il nostro obiettivo è quello di mangiare alimenti sani, genuini e, in questo caso anche di nuovi colori , basta solo condire una bella insalata con pomodoro nero, lattuga, sale e olio e forse otterremo anche un elisir di lunga vita. I
Intervista ad Andrea Mazzucato, professore del Dipartimento
di Agrobiologia e Agrochimica e referente scientifico
dell’Università della Tuscia per il progetto “Tomantho”
Qual è l’idea che vi ha spinto a fare la ricerca che ha
portato alla scoperta del pomodoro nero?
In natura la variabilità genetica esiste, anche se noi siamo
abituati a vedere un prodotto standardizzato. Esistono tipologie diverse, per esempio c’è la mela rossa e quella
gialla. Chi lavora con la genetica e la biodiversità conosce
tutto questo. I pigmenti, che determinano il colore, sono
fondamentali, cambiandoli cambiano anche i composti
dell’alimento. Se quindi diversifichiamo il colore, cambia
anche il contenuto. Sono mutazioni naturali, presenti in natura, che implicano l’accumulo di pigmenti differenti e singoli geni che di volta in volta sono più o meno attivi. “Giocando” con queste varianti è possibile creare delle linee
nuove come nel caso del “Sun black”, che, nello specifico,
dipende dal cambiamento di 2 geni.
Il 2010 è stato dichiarato “Anno internazionale della
biodiversità” dalle Nazioni Unite. La biodiversità come
cambia il nostro stile di vita?
La biodiversità è un fattore vitale, perché tutte le nuove varietà sono costituite usando la diversità genetica, anche se
lo stile di vita moderno richiede la standardizzazione di tutto. Nel caso del pomodoro, per esempio, è iniziata la moda del “ciliegino”, o quella del “cuore di bue” di Albalonga,
tipologie che oggi si trovano in tutti i mercati. Una possibi-
34
lità di offrire nuovi prodotti, allora, è quella di ampliare il
panorama sfruttando la biodiversità. Se si trova il canale
giusto, i nuovi prodotti possono essere diffusi.
Per il “Sun black” tenete a sottolineare che non sono
state usate tecnologie Ogm. Siete contrari al loro
uso?
La tecnologia ogm è un altro modo di fare variabilità genetica. Biodiversità e ogm sono cose che possono coesistere. Non sono contrario a priori alle tecnologie di laboratorio. Se ci sono dei vantaggi nella loro applicazione
e non ci sono rischi, non sono contrario.
Oltre al pomodoro nero, questo tipo di ricerca si
estenderà ad altri prodotti alimentari?
La nostra capacità lavorativa è direttamente proporzionale ai finanziamenti che abbiamo. Sicuramente si può
lavorare anche su altro. Alcuni colleghi, ad esempio, mi
parlano del cavolfiore viola, una varietà diffusa soprattutto in Sicilia. Sarebbe interessante diffonderla in un mercato più ampio. Spero che queste idee possano avere
una collocazione commerciale e che ci sia un flusso virtuoso che ci porti finanziamenti per la ricerca. Con qualche buona proposta c’è spazio per fare della buona ricerca e arrivare a ottimi risultati. I
DAL TERRITORIO
Una piscina naturale
ai piedi dei Monti Cimini
Quando le iniziative “aiutano” la natura a rinnovarsi
di Gloria Gianlorenzo
Alle pendici dei Monti Cimini, tra Viterbo e Soriano, a 800
metri di altitudine in un paesaggio naturale incontaminato
e unico, dalle forti connotazioni storiche ed artistiche - già
conosciute al tempo di Tito Livio, che parlava dell’impenetrabilità della “Silva Cimina” - caratteristica che in qualche
modo ancora contraddistingue l’area, con i duemila ettari
circa di foresta ad alto fusto tuttora presenti, sorge il “biolago”, realtà nata di recente in questo paradiso naturale.
Uno specchio d’acqua balneabile ed ecosostenibile, dove
le piante acquatiche sostituiscono l’uso del cloro e convivono con i microrganismi. Il biolago balneabile o piscina
naturale, è caratterizzato dal fatto che in esso la depurazione avviene in modo assolutamente naturale, sfruttando
la capacità autodepurativa dell’acqua, quindi tassativamente senza prodotti chimici, come il cloro, determinando
così un’acqua dolce, piacevole sulla pelle, che non ha alcun rischio di arrecare allergie.
Un progetto a cui la famiglia Caporossi, titolare della struttura agrituristica “Parco Dei Cimini”, adiacente il lago biologico, ha lavorato per diverso tempo, e che nel mese appena trascorso si è concretizzato.
Presenti all’inaugurazione i progettisti Raffaele Ascenzi e il
dottore agronomo Marco Pollastrelli, il chimico Uranio
Mazzanti, il Prof. Giuseppe Nascetti docente di ecologia
e prorettore dell’Università della Tuscia, che ha tenuto un
conferenza dal titolo “L’acqua e la vita”.
“Stiamo assistendo alla sesta estinzione di massa - afferma Nascetti- quella del nostro tempo, che ha visto
l’estinzione di circa 30 milioni di specie animali, c’è un
solo ecosistema ancora relativamente integro ed è l’Antartide. Uno dei problemi più diffusi a livello mondialeprosegue il professore- è l’alterazione degli habitat, inquinamento ed eutrofizzazione, frammentazione e distruzione degli habitat, desertificazione, sono tutti modi
in cui si manifesta l’impatto antropico sui sistemi ecologici. L’uomo ha quasi sempre sovra-sfruttato le specie
animali e vegetali a tassi impostati sulla resa economica
piuttosto che sul potenziale di rinnovamento delle risorse biologiche, determinandone quindi una drastica riduzione”.
Il biolago va ad arricchire ulteriormente un insieme di offerte e opportunità che il territorio cimino può offrire , come la vicinanza antica Città di Viterbo o la straordinaria
vicinanza ai laghi ed alle acque sulfuree di cui la Tuscia è
ricca. I
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DAL TERRITORIO
Museo della ceramica
e incubatore d’imprese
A Viterbo un centro polifunzionale
per sostenere lo sviluppo culturale ed economico del territorio
di Gloria Gianlorenzo
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Fondazione Carivit e Bic Lazio insieme per realizzare un vero e proprio “luogo di produzione culturale” in collaborazione con l’amministrazione comunale di Viterbo.
L’iniziativa, che si sta concretizzando con l’imminente avvio
dei lavori, è stata presentata presso la sede della Fondazione, dai presidenti dei due Enti, e dal sindaco di Viterbo.
Nel ristrutturato complesso, situato nell’area dell’ex mattatoio di Valle Faul, sorgeranno il nuovo Museo della Ceramica della Fondazione Carivit e l’Incubatore di imprese di BIC
Lazio, i lavori partiranno entro il mese di settembre 2010 e
termineranno nell’arco di 24 mesi.
L’obiettivo, quello di far nascere un centro multifunzionale,
nel quale arte, cultura e servizi alle imprese convivano ed
interagiscano, per creare valore aggiunto nelle politiche di
promozione territoriale.
Un progetto di recupero funzionale per il quale è previsto,
a completamento di tutte le opere, attrezzature ed arredi,
un impegno complessivo di circa 8 milioni di euro, e che ha
inteso riutilizzare un immobile storico inserendolo nell’attuale contesto urbano, territoriale e sociale di Viterbo, con
funzioni di elemento portante, in una visione di sviluppo
cittadino e territoriale basato sul concetto di industria turistica-culturale nell’ambito di un vero e proprio “distretto
culturale”.
“Lanciamo l’idea di organizzare nel mese di settembre una
tavola rotonda con gli stakeholders del territorio per capire
come avviare la progettazione e per valorizzare la struttura
- ha sottolineato il Presidente di BIC Lazio, Enrico D’Agosti-
no - Il valore aggiunto di questo progetto, oltre che nelle infrastrutture e nei servizi che verranno offerti, sarà proprio
nella condivisione di un programma di animazione territoriale e di promozione d’impresa”.
Il Museo occuperà uno spazio di circa 1.417 mq nel quale
non solo verranno allestiti spazi espositivi e show room, ma
anche realizzate attività di intrattenimento, congressi, seminari e corsi di formazione, con laboratori didattici e botteghe-scuola che permetteranno ai ragazzi di operare nel settore del restauro della ceramica.
Nell’Incubatore, che misurerà circa 1.330 mq e sarà interamente cablato, sono previsti 11 laboratori per le imprese
che variano tra i 25 e 27 mq, 1 sala accoglienza, 1 aula informatica, 1 aula didattica, 1 sala riunioni, 1 sala pre-incubazione, 4 spazi/ufficio, reception e servizi.
La struttura opererà per realizzare programmi di animazione territoriale e di promozione d’impresa e fornirà assistenza a tutti coloro che vorranno avviare un’attività imprenditoriale. Le imprese potranno essere ospitate per un periodo
non superiore ai tre anni e saranno seguite nell’avviamento
di attività imprenditoriali nel settore dei Beni Culturali. I
L’amatriciana
sbarca a Barcellona
I prodotti reatini protagonisti ai campionati europei di atletica
di Gloria Gianlorenzo
Le migliori produzioni tipiche della provincia di Rieti protagoniste a Barcellona, in occasione dei campionati europei di atletica dove il Comitato organizzatore di Rieti 2013 (la rassegna continentale Juniores assegnata alla città di Rieti), di cui fa parte anche la Camera
di Commercio, ha presenziato con azioni di promozione dell’enogastronomia e delle eccellenze territoriali reatine nell’ambito di Casa Italia Atletica. Un evento durante il quale è
stato presentato anche il logo dei campionati in una serata interamente dedicata a Rieti.
La sede principale di Casa Italia Atletica ai campionati europei di Barcellona è stata allestita all’Hotel Gran Marina che sorge al molo di Barcellona, con il compito di supportare la
squadra azzurra impegnata nella rassegna continentale, ma con l’occhio rivolto alla promozione del Made in Italy e dei suoi primati.
Nella prestigiosa location, posizionata al centro della città, si sono svolte le conferenze
stampa, le giornate dedicate ai partner, le attività di pubbliche relazioni, i seminari e i workshop di natura commerciale e turistica. Casa Italia Atletica ha avuto come punto di riferimento anche il mercato storico della Boqueria, vera attrazione in Barcellona, dove a ciascun partner è stato riservato un momento per promuovere le eccellenze dei propri territori. È considerato uno dei mercati più antichi d’Europa, con documenti che ne datano le
origini già al XIII secolo. Il mercato contiene bancarelle di ogni genere, ma principalmente
alimentari. È sito in una strada che sbocca sulle Ramblas e costituisce anche una attrazione turistica con i suoi 2.583 mÇ di superficie.
“Italian Sport Food” ha avuto in questo contesto l’obiettivo di coniugare molto bene il concetto che sport e la cucina italiana, in modo da promuoverli come “ingredienti” fondamentali per una vita sana. Ogni giorno sono stati preparati “in diretta” piatti italiani tipici del territorio rappresentato, in grado di esaltare la sana alimentazione e la dieta mediterranea,
soprattutto in relazione alla pratica sportiva ad alti livelli. Tra questi non è mancata l’Amatriciana, gustoso piatto tradizionale originario di Amatrice, in provincia di Rieti. I
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DAL TERRITORIO
“Strada del vino”
Prima tappa a Cori
Il territorio pontino ha ottenuto il prestigioso riconoscimento
di Pier Vittorio Marzocchi
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È di questi giorni la delibera con cui la nuova Giunta regionale ha approvato il riconoscimento della Strada del vino della provincia di Latina.
Si tratta evidentemente di un provvedimento di grande importanza per il settore enogastronomico di tutta la provincia, risultato raggiunto anche e soprattutto, grazie all’impegno
dei produttori e delle cantine di quest’area, che possono vantare, in particolare a Cori,
cantine di notevole prestigio e tradizione e numerosi produttori di alta qualità.
La strada del vino, che avrà in Cori la prima zona che beneficerà degli interventi previsti, e
successivamente si estenderà a tutto il territorio provinciale, costituisce un itinerario turistico basato sulla valorizzazione delle risorse enogastronomiche di un territorio , per lungo tempo rimasto penalizzato.
Perché negli ultimi anni la provincia pontina ha conosciuto un qualificato sviluppo di produzione vitivinicola, con livelli di eccellenza in campo nazionale e internazionale. E oggi il
riconoscimento della strada vale come suggello di tale crescita.
A promuovere questa importante realtà è stato lo stesso Comitato promotore , costituitosi a seguito della legge regionale del 2001.
Una realtà densa di storia anche in questo settore produttivo; si dice infatti che sia stato
Cincinnato a portare la piantagione della vite a Cori. Il celebre patrizio romano stanco delle lotte di palazzo si ritirò
in queste campagne , per dedicarsi alla coltivazione delle
Aziende che hanno sottoscritto
uve che poi diventeranno il Nerobuono e l’Arciprete bianla costituzione del Comitato Promotore
co. La denominazione di origine controllata è stata condella Strada del vino
cessa a Cori nel 1971.Il secondo tratto della strada proseguirà successivamente fino a Cisterna, Aprila e Latina e
• Azienda agricola Marco Carpineti, di Cori;
giungerà fino al Circeo; quando il percorso sarà ultimato si
• Cantina Sant’Andrea azienda agricola di Pandolfo
tratterà della Strada del vino più lunga d’Italia; un’attesa
Gabriele, Terracina;
che è durata ben dieci anni, e che alla fine diventa una re• Cantina Sociale Borgo Santa Maria - Terre d’Astura,
altà e un progetto che porterà indubbiamente linfa vitale a
soc cooperativa, Latina;
tutto il settore e non solo.
• Vgsrl, Sabaudia;
L’associazione che oggi diventa comitato di gestione vuo• Casale del Giglio azienda agricola srl, Aprilia;
le organizzare la segnaletica dei vari percorsi turistici che
• Cincinnato, soc coop agricola, Cori;
si intrecciano nella provincia.
• Cooperativa agricola Colle San Lorenzo, Cori;
L’obiettivo della amministrazione comunale di Cori è anche
• Azienda agricola Donato Giangirolami, Aprilia;
quello di far visitare il proprio paese, abbandonando gli iti• Fratelli Izzi, srl,Fondi;
nerari stereotipati, a favore di un turismo responsabile, ca• Azienda agric. Ganci Laura e Milione Giuseppe, soc
pace di contribuire a sviluppare l’economia rurale puntando
Semplice, Latina.
sulla valorizzazione delle risorse naturali e culturali. I
Ricotta di bufala campana
Finalmente Dop
Un prodotto pieno di storia e di orgoglio, che “lega” quattro regioni italiane
di Pier Vittorio Marzocchi
È finalmente DOP la ricotta di Bufala Campana. Un risultato di grande rilevanza, atteso da tempo dai produttori. E
non a caso: “Grazie al lavoro costante dei produttori italiani che hanno puntato su qualità e tradizione - l’Italia si conferma leader europeo in materia di riconoscimenti comunitari- con ben 210 prodotti DOP e IGP che possono fregiarsi ufficialmente di un marchio di qualità”.
Sono queste le prime parole del Ministro alle politiche agricole alimentari e forestali , Giancarlo Galan, dopo l’accoglimento da parte della Commissione europea della denominazione “Ricotta di Bufala Campana DOP”, nel registro
ufficiale delle denominazioni protette.
La zona di produzione della DOP “Ricotta di Bufala Campana”, comprende un’area piuttosto vasta, che fa riferimento a quattro regioni italiane , la Campania, la Puglia , il
Molise e il Lazio; in particolare in Campania si ritrova nel
bacino attorno ai fiumi Garigliano e Volturno e tra la piana
del Sele e la zona del Cilento, sia nella zona costiera che
lungo le vallate; nel Lazio invece si concentra nella valle del
fiume Ameseno e la vicina pianura Pontina ; nella Puglia riguarda la fascia pianeggiante e collinare della provincia di
Foggia ai piedi del promontorio delGargano; nel Molise infine, l’unico comune interessato è Venafro che da poco
tempo è sotto la gestione amministrativa molisana.
Con il consenso di Bruxelles dunque alla iscrizione nel pregiato Registro delle Denominazioni d’origine e indicazioni
geografiche protette (DOP e IGP), la Ricotta diventa un
prodotto sinonimo di eccellenza, ed entra nella lista dei
900 prodotti che rappresentano il top dell’agroalimentare
europeo.
Un prodotto con una storia antica e piena di orgoglio:la Ricotta di bufala campana , anticamente definita “in salviet-
ta” perché avvolta in piccoli pezzi di canapa, è il risultato
di una secolare lavorazione e di gesti tramandati da generazione in generazione.
Grande soddisfazione allora anche da parte delle associazioni contadine , fra cui la Coldiretti Lazio che- come
afferma il presidente Massimo Gargano- “ rappresenta
un passo importante contro imitazioni e falsi”; mentre
per il direttore Aldo Mattia “avremo un’eccellenza in più”.
Parliamo di un alimento prelibato che si presenta finemente granulosa, con un sapore fresco, delicato, e un
profumo aromatico; possiede inoltre importanti proprietà
nutrizionali: ricca di proteine , povera di grassi e altamente digeribile;il prodotto può essere riconosciuto dal
logo riportato su tutte le confezioni, un nastro circolare e
tricolore dal quale fuoriesce il profilo della testa di una
bufala. Un alimento perfetto per l’estate e per le diete.
L’iter del riconoscimento del marchio era stato avviato
dal Comitato promotore nel 2004 , mentre la domanda di
registrazione era stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea nel 2009 , sostenuta da un nutrito gruppo di
caseifici e allevatori, spinti anche dal crescente interesse
e gradimento manifestato dai consumatori.
Le peculiarità della Ricotta sono strettamente legate alla
qualità della materia prima , il cosiddetto “primo siero”,
proveniente dalla lavorazione del latte di bufala ottenuto
dalla mungitura manuale o meccanica di bufale di Razza
Mediterranea Italiana, allevate in una specifica zona,
; dunque siamo di fronte a caratteristiche orografiche,
geopedologiche e macroclimatiche particolari, in cui il
fattore umano diventa e resta indispensabile per mantenere il legame con il territorio e ,attraverso di esso ,ottenere un prodotto speciale e unico. I
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NEWS
Certificato il primo lotto
di nocciole “Dop Romana”
Presso il Cefas di Viterbo è stata certificata la prima partita di
circa 11.000 chilogrammi di nocciola Dop Romana. “È questo
un risultato importante - dichiara il direttore della Coldiretti di
Viterbo Gabriel Battistelli - e rappresenta un primo passo verso
una maggiore valorizzazione di una delle principali produzioni
del territorio della nostra provincia.
Non è tanto importante il limitato quantitativo certificato quanto l’inizio di un percorso virtuoso che porterà la nocciola romana ad una giusta valorizzazione che ci auguriamo possa rappresentare un elemento distintivo del prodotto.
È inoltre fondamentale che queste certificazioni portino ad un
valore aggiunto anche di tipo economico per i produttori che rischiano di vedere altrimenti compromessa la loro attività.
Oggi, più che mai, è necessario che tutti coloro che affermano
di avere a cuore il problema della corilicoltura si attivino seriamente, e non solo a parole, perchè le difficoltà dei produttori di
nocciole, la cui attività è quasi sempre localizzata in aree marginali senza grandi alternative colturali possano essere superate.
È inoltre necessario, nell’interesse di tutti, che vengano attivati
adeguati controlli fitosanitari sulle nocciole importate quasi
esclusivamente dalla Turchia presso strutture pubbliche che
diano ai consumatori garanzia di efficacia ed indipendenza”. I
Formazione e-learning per
operatori di Fattoria didattica
Sono aperte le pre-iscrizioni al corso e-learning per “operatori di fattoria didattica” organizzato
da Alimos. Il corso è finalizzato a incrementare e approfondire le conoscenze degli operatori nei
seguenti ambiti:
• accoglienza in fattoria e servizi per il cliente scuola;
• didattica e animazioni a tema.
Il corso, realizzato in modalità e-learning, sarà attivato a partire da un minimo di 40 iscritti.
Attivazione corso: 6 settembre 2010
Requisiti per la partecipazione: essere una fattoria didattica accreditata.
Per informazioni visitare il sito:
www.fattoriedidattiche.net
XIII Workshop
Turistico
Internazionale
Buy Lazio
Sono aperte le iscrizioni per aderire alla XIII edizione del Workshop Turistico Internazionale Buy Lazio in programma dal 16
al 19 settembre 2010 a Sabaudia presso il Parco Nazionale del
Circeo.
L’iniziativa, promossa e organizzata da Unioncamere Lazio in
collaborazione con l’assessorato regionale al Turismo, l’Enit,
l’Alitalia, le Camere di commercio del Lazio, l’ATLazio e le Associazioni di categoria del turismo, offre agli operatori laziali
ammessi a partecipare l’opportunità di incontrare i più importanti buyer del mercato europeo. I
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Sul web la qualità
dei fertilizzanti
On line il sito dell’Istituto di controllo della qualità dei fertilizzanti,
più di 7000 i campioni analizzati a partire dal 1996 dall’Icqf, al fine
di monitorare le caratteristiche di concimi minerali, organici e organo-minerali ora disponibili al sito www.icqf.it.
L’i-phone conquista
il Comune di Roma
È la prima amministrazione italiana a utilizzare il servizio,
che consentirà a chiunque di ricevere gratuitamente le notizie
del portale capitolino
Il Comune di Roma sbarca sull’iPhone. La nuova applicazione permette a chiunque possegga un
iPhone di ricevere gratuitamente le notizie dal portale del Comune . Per farlo si deve scaricare l’applicazione Roma 1.0 dall’Apple store.
Il Comune di Roma è la prima amministrazione pubblica in Italia ad attivare questo genere di servizio. Gli utenti dell’iPhone, circa 1milione e 800mila in tutta Italia e circa 300mila solo a Roma e provincia, possono così visualizzare le notizie del portale istituzionale. Nella versione per iPhone è presente anche una pagina dedicata ai numeri utili del Comune. “Ogni sforzo che viene fatto serve per
aumentare la trasparenza, l’interattività e il contatto diretto tra il cittadino e le istituzioni - ha sottolineato il sindaco Gianni Alemanno - è un processo di democrazia. Vogliamo usare le moderne tecnologie come uno strumento di partecipazione e porci ai vertici della modernizzazione e innovazione globale. È inutile che Roma insegua le altre capitali, deve fare un salto tecnologico per sviluppare l’innovazione e per risolvere i suoi limiti”. I
Passaporto Biometrico
Contiene foto, impronte digitali e firma elettronica:
impossibile falsificarlo
Diventa operativo il nuovo passaporto biometrico con un microchip che fa da memoria dei dati biometrici del titolare con foto e impronte. È un’importante novità - ha spiegato il sottosegretario agli
Esteri, Mantica - che, grazie anche alle impronte digitali, permetterà di aumentare la sicurezza nei
controlli e sarà a prova di falsificazione. Il nuovo passaporto conterrà anche la digitalizzazione della firma che permetterà in caso di smarrimento o di furto, di non poterlo modificare.
Per il rilascio del documento sarà pertanto obbligatoria l’acquisizione delle impronte digitali (dito
medio di ciascuna mano), al momento della presentazione della richiesta. Il richiedente dovrà inoltre depositare la propria firma sull’apposito cartellino in quanto la stessa verrà automaticamente digitalizzata sul passaporto.
Agricoltura: Ismea, prezzi in ripresa
Buone notizie per l’agricoltura. A giugno i prezzi alla produzione delle commodities agricole sono
aumentati dell’8,6% rispetto a maggio e del 7,3% rispetto a giugno 2009.
È quanto si apprende da uno studio condotto da Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.
Se si considera lo stesso periodo dell’anno scorso, l’indice relativo alle coltivazioni guadagna il
9% per i rincari della frutta fresca e secca (+28,1%, anche se va ricordato che nel giugno 2009
l’indice aveva registrato un -21,7% sul 2008) e degli ortaggi e legumi (+16,3%).
Variazioni positive, sempre nel confronto tendenziale, sono state registrate anche per l’olio d’oliva
(+8,4%) e per i tabacchi secchi e lavorati (+5,7%), mentre i cereali cedono il 10,2% (in particolare
frumento duro e risone), le sementi e colture industriali il 7,7% e il vino non mostrano variazioni degne di nota. Nel confronto su base mensile, guadagnano ortaggi e legumi (+7%) e in maniera più
lieve i cereali (+2,1%), mentre gli altri settori risultano sostanzialmente stabili.
Anche il comparto zootecnico, secondo le elaborazioni dell’Istituto, ha registrato a giugno un rialzo dei prezzi sia su base congiunturale ( +0,9%) che tendenziale (+5,2%). I rialzi mensili più marcati hanno interessato le carni suine (+4,7%), i volatili domestici (+4,6%), gli ovi-caprini (+2,8%) e
i conigli (+2,2%).
In flessione congiunturale, i bovini e bufalini (-0,6%), stabili invece i prezzi dei lattiero-caseari. Il
confronto su base annua evidenzia un aumento dell’indice particolarmente sostenuto per i lattiero caseari (+12,8%, grazie ancora una volta alla crescita delle quotazioni del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano), e più lieve per le uova (+4,5%), mentre le carni cunicole (conigli) cedono
il 5,5% e i bovini e bufalini l’1,6%. Per le altre categorie della zootecnia non sono state rilevate variazioni tendenziali significative. I
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NEWS
Europeana:
una biblioteca
a portata di clic
Europeana apre nuove vie per l’esplorazione del patrimonio europeo: chiunque si interessi alla letteratura, all’arte, alla scienza, alla
politica, alla storia, all’architettura, alla musica o al cinema disporrà di accesso rapido e gratuito alle più grandi collezioni e ai più
grandi capolavori d’Europa in un’unica biblioteca virtuale, attraverso un portale web disponibile in tutte le lingue dell’UE.
Sul sito www.europeana.eu gli utenti di internet in tutto il mondo
potranno ora accedere ad oltre due milioni di libri, mappe, registrazioni, fotografie, documenti d’archivio, dipinti e film provenienti
dalle biblioteche nazionali e dalle istituzioni culturali dei 27 Stati
membri dell’UE. I
Ue: sito sul diritto
di successione
Ogni anno nell’Ue si aprono circa 450.000 successioni internazionali, per un valore di oltre 120
miliardi di euro. Per le famiglie questo significa doversi confrontare con la diversità delle regole
che nei 27 Stati membri disciplinano la competenza giurisdizionale e la legge applicabile.
Proprio per aiutare i cittadini a conoscere meglio la legge, il consiglio dei notariati dell’Unione europea, con il sostegno della Commissione europea, ha inaugurato un sito web dedicato al diritto
delle successioni nei paesi dell’Ue in 22 lingue ufficiali e in croato. Il sito è composto di schede
sui principali aspetti del diritto di successione di ciascun paese dell’Unione europea, e risponde
ai principali quesiti posti dalle successioni.
I cittadini potranno così sapere qual è l’autorità competente, quale il diritto applicabile, se è possibile scegliere la legge applicabile e chi sono gli eredi. Per gli operatori del diritto il sito contiene
inoltre relazioni dettagliate sul diritto successorio in francese, inglese e tedesco:
http//www.successions-europe.eu/it/home
No di Bruxelles
all’italiano nei
brevetti europei
Il presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso ha detto no alla lingua italiana nel brevetti europei. Per Bruxelles il brevetto unico europeo sarà basato solo su tre lingue: inglese, francese e tedesco. La motivazione di Barroso è che non sia possibile «fare un brevetto con 27
lingue». Ma, a parte il fatto che le lingue dell’Unione europea non sono ventisette, come gli Stati
membri, e Barroso dovrebbe saperlo, trovare una soluzione non dovrebbe essere difficile. Basterebbe che a queste tre lingue si aggiungano l’italiano e lo spagnolo. Anche perché per storia, economia e numero di parlanti queste ultime due dovrebbero avere pari dignità rispetto alle consorelle franco-anglofone.
Il ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi è pronto però a dare battaglia e dice che “il governo italiano si opporrà in ogni sede a questa decisione”.
Non c’è nessun trattato europeo che ha decretato una «lingua ufficiale» a scapito delle altre e l’addio all’italiano sembrerebbe essere una provocazione. Eppure la nostra lingua è la quarta lingua
culturale più studiata al mondo. I
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Vita più facile per gli agricoltori
Il Parlamento europeo adotta
una risoluzione per ridurre la burocrazia
sui pagamenti, avere regole più chiare
e una linea d’assistenza telefonica
per gli agricoltori
Qualsiasi riforma della Politica
agricola comune deve avere
regole chiare.
Questo è quanto disposto da
una risoluzione adottata dal
Parlamento europeo dove gli
europarlamentari si propongono di rendere più semplice la
vita degli agricoltori.
Si chiede di ridurre la burocrazia per quanto riguarda i pagamenti, semplificando le norme
in materia d’identificazione
elettronica degli animali e anche di informarli meglio, ad
esempio, con la creazione di
una linea di assistenza telefonica in ogni Stato membro dell’UE.
Per gli eurodeputati gli agricoltori dovranno avere accesso a
sistemi funzionali che consentano facilmente e senza inutili
adempimenti burocratici di
presentare domanda di pagamento diretto.
Per semplificare le norme relative al regime di pagamento
unico occorre quindi abolire
l’obbligo di fornire annualmente le stesse informazioni dettagliate.
Allo stesso tempo, la definizione attuale di attività agricola ai
fini del pagamento unico deve
essere rivista allo scopo di assicurare che i richiedenti, che
non sono agricoltori attivi, non
siano ammissibili al beneficio.
La Politica agricola comune
deve dunque essere semplificata, ma anche “più semplice,
più trasparente e più equa”.
Cambierà anche il regime delle
sanzioni a carico degli agricoltori per errori nelle domande di
pagamento che dovrà essere
adeguato alla gravità dell’infrazione, tanto che le sanzioni
non potranno essere comminate nel caso di errori minori,
in particolare quelli non addebitabili all’agricoltore.
I cosiddetti impegni della condizionalità cioè la sanità pubblica, la salute animale e vegetale, la protezione ambientale
e il benessere degli animali do-
vranno essere identificati tenendo in considerazione anche le dimensioni aziendali e,
inoltre, dovranno essere facilmente comprensibili.
E sempre in tema di condizionabilità i controlli annuali per
gli obblighi regolamentari di
gestione, dovranno essere ridotti o sostituiti con sistemi di
controlli a campione. Questo
potrà avvenire nei casi in cui vi
siano state, da parte dell’agricoltore, poche violazioni. I
Regole più severe
sulle emissioni industriali
Regole più chiare e aria più pulita sono gli obiettivi principali
della Direttiva sulle emissioni industriali approvata dal Parlamento europeo.
Vengono, quindi, stabiliti limiti più severi, ad esempio per l’inquinamento atmosferico, permettendo ai governi nazionali una
certa flessibilità nell’applicazione delle limitazioni per le centrali elettriche nonché la possibilità di sospendere le regole, a particolari condizioni, per un certo numero d’impianti.
Ossidi di azoto, anidride solforosa e polveri possono essere
sostanze molto dannose per la salute e possono contribuire a
provocare, ad esempio, cancro, asma e piogge acide.
Per questo dal 2016, così come stabilisce il provvedimento approvato, ci saranno limiti più severi per le emissioni di tali sostanze.
Deputati e governi nazionali si sono accordati anche sulla possibilità, per gli Stati membri, di utilizzare piani nazionali transitori per un certo numero d’impianti di combustione, inclusi
quelli a combustibili fossili, e avere cosi tempo fino a luglio
2020 per conformarsi alle nuove regole.
Le nuove regole potrebbero invece non applicarsi mai a un certo numero d’impianti di vecchia data, nel caso questi cessino
ogni attività nel 2023 o 17.500 ore di lavoro dopo il 2016.
Le nuove centrali elettriche ed energetiche dovranno comunque conformarsi alle nuove regole entro il 2012.
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Scarica

Europa Rurale anno 6 n. 2 maggio/agosto 2010