IMPARIAMO
A
SCRIVERE …
IL RIASSUNTO
PROF. LUCA MANZONI
Che cos’è il riassunto?
Testo di partenza
Rielaborazione
e
riduzione
Testo d’arrivo
(il riassunto)
revisione
1. Lettura attenta del testo
2. Comprensione del testo
individuazione sequenze e
informazioni essenziali
3.Trascrizione delle
informazioni selezionate
4. riduzione del testo
selezionato

Fare un riassunto significa rielaborare in forma più
breve un testo, eliminando tutte le informazioni
superflue, senza fargli perdere il senso originario.

Lo scopo di questa operazione è pratico: sostituire un
testo con uno più breve, che fornisca però i fatti, i dati o i
concetti di partenza.

Le tecniche da utilizzare per ottenere un buon riassunto
variano da testo a testo:il riassunto di un testo
narrativo, espositivo, descrittivo o argomentativo è a sua
volta un testo narrativo, espositivo, descrittivo o
argomentativo.
Per poter riassumere un testo in
modo adeguato:


Leggi il testo attentamente e, dopo averne capito bene
il contenuto, sottolinea le informazioni principali,ed
eventualmente anche quelle secondarie ma importanti
per la costruzione del testo.
Scrivi il riassunto, costruendolo intorno alle informazioni
principali ed eventualmente quelle secondarie) che hai
messo in evidenza: collega le varie informazioni con i
connettivi atti a garantire la coerenza del testo
Esercitiamoci sulla LIM
Cancella il connettivo testuale non adatto alla
frase:





1. Carlo è al cinema perciò /altrimenti non è qui con
noi.
2. Carlo era al cinema perciò /altrimenti sarebbe
stato qui con noi.
3. La tua relazione è interessante ma/infatti tratta un
argomento molto attuale
. 4. Ho mangiato troppo gelato e perciò /nonostante
ciò ne vorrei ancora.
5. Ho mangiato troppo gelato e perciò /nonostante
ciò è meglio che mi metta a dieta.
Fondi le espressioni sotto indicate usando i
connettivi adatti.





1. Prendo l'ombrello. Non voglio bagnarmi. Piove a
dirotto.
2. Ho spiegato a Ignazio il procedimento del
problema. Non ha capito niente. Gli ho fatto eseguire gli esercizi.
3. Sarei voluto andare al cinema. La mia ragazza
era ammalata. Mi spiaceva lasciarla sola. Sono
rimasto a casa con lei.
4. L'insegnante mi ha assegnato un libro da leggere.
È piuttosto lungo. È noioso. Devo legger
lo lo stesso. Devo stilare il riassunto.
Completa il brano inserendo i connettivi mancanti che
troverai elencati al fondo del brano stesso (attento agli
intrusi!).
…………….gli spettacoli di F. Guccini cominciano con un coro scatenato che lo
segue sulle note di «Uforobot», uno spettacolo televisivo per ragazzi degli anni
Settanta.
…………lo show procede con le più popolari canzoni del suo repertorio…………..
abbraccia ………….quasi trent'anni di carriera. Sono……………….. diciassette gli
LP composti dal cantautore modenese………………approfitta dello………………
spettacolo……………dialogare con il suo pubblico ……………. mordaci e folgoranti
battute
………………..aver passato in rassegna tutti i suoi più celebri brani,………………
non dimenticando alcune citazioni dal suo ultimo lavoro, Guccini abbandona il
palco……………....aver concesso alcun bis, proprio……………Bob Dylan al quale
viene spesso paragonato.
da qualche tempo, come, ormai, attraverso, in seguito, per, che, già, che, dopo,
ma, senza

Essere breve e nello
stesso tempo completo.

Essere obiettivo, cioè
condensare il testo di
partenza senza
interpretazioni o
commenti.
Un buon
riassunto deve:
Quando riassumi un testo:




Scegli un tempo verbale principale che devi
mantenere in tutto il testo
Trasforma il discorso diretto in indiretto
Trasforma, se necessario, determinazioni
temporali e spaziali, pronomi.
Usa connettivi testuali per collegare le
informazioni essenziali selezionate nel testo
di partenza.

Quando fai il
riassunto cerca di
essere un onesto
riduttore

Rileggi poi il testo
riassunto e sii un lettore
attento: se hai
l’impressione che nel
riassunto “manca
qualcosa” di
importante, cerca di
controllare il testo
originale.
Come ridurre il testo di partenza? Tramite:

Eliminazione:
- eliminazione di tutto ciò che risulta marginale o inutile ai fini
della completezza del messaggio

Generalizzazione:
- informazioni specifiche sono sintetizzate in una sola parola
o ricondotte a informazioni generali

Sostituzione:
-
-
una frase con predicato verbale viene trasformata in un
complemento, un aggettivo, un’apposizione
un insieme di proposizioni legate tra loro e con elementi in
comune può essere sostituito con una nuova proposizione
che le includa
Nell’esempio abbiamo riassunto il testo cancellando le informazioni che non sono
strettamente necessarie, sostituendo quando è possibile espressioni di più parole
con espressioni brevi, sostituendo più informazioni particolari con una sola
informazione di carattere generale che ne costituisce la sintesi.
Lavoriamo un po’ sul testo
Leggi attentamente la novella I naviganti e l'uccello Rukh (tratta da Le
mille e una notte), poi










Evidenzia i capoversi e le spaziature grafiche. Dividi in sequenze la novella.
Sottolinea le parole e le espressioni importanti di ogni sequenza e poi
formula una frasesintesi.
Evidenzia i connettivi temporali.
Dopo aver eseguito le precedenti operazioni, rispondi alle seguenti
domande:
1. Qual è l'argomento generale del racconto?
2. Chi sono il protagonista e l'antagonista? Chi è il Rukh che vola sopra la
nave e che intenzioni ha?
3. In base ai connettivi temporali, quali informazioni si possono ricavare sul
tempo in cui si svolgono i fatti?
4. Quali vantaggi ottengono gli uomini mangiando la carne del pulcino?
5. Sintetizza in modo schematico i blocchi di informazioni in cui si articola
l'argomento generale.
Stendi il riassunto della novella.
I naviganti e l'uccello «Rukh»
Un maghrebino' aveva viaggiato per il mondo, percorrendo deserti e mari. Il
destino lo gettò in un'isola, dove dimorò lungamente. Poi tornò al suo paese, portando con sé il fusto di una penna di pulcino dell'uccello rukh, non ancora uscito
dall'uovo. Questa penna era tanto grande che poteva contenere nove otri d'acqua,
e si dice che l'ala del pulcino del rukh, quando esce dall'uovo, sia di mille braccia'.
La gente, vedendo quella penna, ne faceva le meraviglie. Quell'uomo si chiamava
Abdallàh al-Màghribi, lo chiamavano anche « il cinese », perché era vissuto molto
tempo in Cina, e soleva raccontare cose mirabili, fra le quali questa. Era in viaggio
nei mari della Cina con un gruppo di compagni, e scorsero un'isola in lontananza.
La nave vi approdò; videro che era grande ed estesa; la gente della nave scese a
terra per rifornirsi di acqua e di legna, portando con sé accette, corde e otri, e Abdallàh li accompagnò. Videro nell'isola una cupola enorme, bianca, luccicante,
lunga cento braccia. Si avvicinarono e trovarono che era un uovo di rukh; allora
presero a colpirlo con accette, sassi e bastoni, finché si ruppe scoprendo il pulcino,
che era simile ad una salda montagna.
Gli strapparono una penna dall'ala, ma per riuscirvi dovettero tirare tutti quanti
insieme, quantunque il pulcino non avesse le penne completamente formate. Poi
presero e portarono via quel che poterono della sua carne, tagliarono il fusto della
penna e spiegarono le vele. Navigarono tutta la notte, fino all'alba, col vento
favorevole, ma mentre veleggiavano, ecco arrivare il rukh, simile ad una nuvola
smisurata, tenendo fra gli artigli una roccia grande come un monte, più grande
della nave! Appena si trovò in volo sopra la nave, scagliò la roccia sulla nave e
sulla gente che c'era dentro. La nave era rapida, oltrepassò il rukh, e la roccia
cadde in mare, con terribile spavento di tutti. Ma Iddio aveva destinato che si
salvassero e li scampò dalla morte.
La carne del pulcino venne cotta e mangiata. Fra quelli che ne mangiarono c'erano
dei vecchi dalla barba bianca, e quando si alzarono il giorno dopo, trovarono che
le loro barbe erano tornate nere, e da allora in poi nessuno di quelli che avevano
mangiato quella carne incanutì3 mai più. Si disse che il ritorno della loro gioventù e
la scomparsa della canizie dipendeva dal fatto che avevano fatto bollire la pentola
con legno dell'albero delle frecce, altri dicono che ne fosse causa la carne del
pulcino di rukh, e questo è uno dei più mirabili prodigi.
(da: Le mille e una notte, a cura di F. Gabrieli, Eiitaudi, 19819)
l. maghrebino: nativo del Maghreb, l'insieme dei paesi arabi dell’Africa nord-occidentale.
2. braccia: il braccio è un'unità di misura variabile, in genere corrispandente a poco più di mezzo metro.
3. incanutì: gli vennero i capelli bianchi.
Il riassunto di un testo descrittivo: un esempio di cosa devi
fare per individuare le informazioni più importanti

II frigorifero
Il frigorifero, ormai
diffuso in tutte le nostre
case, è un
elettrodomestico che
serve a conservare i più
diversi tipi di prodotti
deperibili, solidi e
liquidi, mantenendoli a
bassa temperatura,

Il frigorifero è un
elettrodomestico
usato per conservare
in bassa temperatura i
prodotti deperibili.

Situato in cucina, si presenta come
un contenitore a forma di
parallelepipedo, di dimensioni
variabili da uno a due metri di
altezza e da 50 a 70 centimetri di larghezza e di profondità. Di colore per
lo più bianco, ma anche blu, giallo o
rosso, è dotato di uno sportello a
tenuta stagna che si apre con una
maniglia. Spesso è incassato nei
mobili di cucina, per lo più vicino al
piano cottura.internamente è
suddiviso in diversi scomparti, di
materiale plastico: in basso,
presenta in genere un cassetto per
la frutta e la verdura; poi, sopra,
alcuni ripiani d'appoggio per
scatole, padelle e quant'altro si può
mettere al fresco in un frigorifero.
Nella parte superiore o, in taluni
modelli nella parte inferiore, ha uno
scomparto separato dove la
temperatura raggiunge anche i 10°,
per la surgelazione di carni o
verdure cotte o crude e per la
conservazione dei surgelati.

Si presenta come un
contenitcre a forma di
parallelepipedo e
all'interno è suddiviso
in diversi scomparti, in
plastica, per i diversi
alimenti. Uno
scomparto apposito è
destinato ai surgelati o
alla surgelazione.

Dal punto di vista tecnico,
esso svolge la funzione di
conservare gli alimenti a
bassa temperatura grazie a
un circuito di
raffreddamento che percorre
l'interno delle pareti, in cui
circola un fluido apposito,
raffreddato tramite un
motore situato nella parte
posteriore. Questo
elettrodomestico è oggi
reperibile in tutti i negozi
specializzati e in molti grandi
magazzini. Il suo costo può
variare da un minimo di 500
euro a un massimo di 2000
euro circa, a seconda delle
dimensioni, degli accessori
e della marca.

II raffreddamento che
garantisce la conservazione
è ottenuto mediante la
circolazione di un apposito
fluido.

Il costo di un frigorifero varia
da 500 ai 2000 euro, a
seconda de modelli.
Ricorda che se il testo di partenza è in
prima persona, deve stendere il riassunto
in forma impersonale in terza persona.
Puoi adoperare anche formule
come”L’autore dice che…”,”L’autore
sostiene che…”,”A questo punto il
protagonista rievoca….”
Adesso prova a ridurre il testo che segue
prima a metà e successivamente a quattro
frasi (per un totale di una trentina di
parole):
Il signor Giacomo
Il signor Giacomo, portiere dell'intero gruppo di condomini ma
nella prima gioventù portiere della squadra di calcio locale, era
un uomo magrissimo, lungo e secco. Sempre vestito di nero,
con la giacchetta piena di macchie di unto, vere e proprie
patacche, e i calzoni lisi a righe bianche, aveva una pancia
bella tonda: una protuberanza a palla che interrompeva
improvvisamente la piattezza del resto del corpo. Un po' curvo
di spalle, un collo alla Modigliani, con un pronunciato pomo
d'Adamo, una faccia pallida e slavata, salvo il naso che aveva
poderoso e tutto solcato di venuzze rossastre, e una strana
testa a pera o a cocomero, non calva ma coperta come a caso
di ciocche di capelli, simile a un prato dove l'erba è cresciuta
disuguale e qua e là è morta e altrove è fresca e rigogliosa.
Non si capiva se fosse vecchio o giovane, svelto o lento, tonto
o, come è più probabile, un po' addormentato.
Si poteva solo sapere con certezza che era infinitamente pauroso: si
spaventava per un nonnulla, un rumore, un gesto improvviso,
l'apparizione di qualcuno, conosciuto o sconosciuto che fosse
Dalla guardiola della portineria scrutava tutti con sospetto, ma
fondamentalmente non vedeva nessuno: era come presa da un pensiero
fisso che lo teneva occupato. Durante l'orario di lavoro, mangiava di
continuo: mangiava interi empori di cioccolatini, caramelle, torroncini,
pasticcini e pastarelle, ma sembrava che mangiasse per diventare
sempre più magro. E beveva parecchio: e il naso era l'unica cosa che gli
apparisse viva, sul volto monotono.
Per il resto, era un uomo morto: non fumava, non ballava,non giocava,
non andava a caccia, non andava a spasso, anzi non camminava più
dello stretto necessario. Parlava poco, non dava confidenza a nessuno e
non sorrideva mai. Passava la vita a difendersi da tutto e da tutti, a
cominciare dalla moglie Questa lo accusava stridulamente di avarizia.
Ma lui non se ne dava inteso .
Adesso riassumi il testo narrativo che segue: è un racconto
umoristico. Riducilo ad una pagina di quaderno.
Segui le procedure finora evidenziate: lettura attenta,
individuazione e sottolineatura delle informazioni principali,
paragrafo per paragrafo, condensazione del testo
attraverso i procedimenti della eliminazione e della
generalizzazione. Tieni conto che in questo caso le
informazioni che devi individuare e poi inserire nel tuo
riassunto sono quelle portanti di ogni testo narrativo: il fatto,
il tempo,e il luogo in cui gli eventi si sono svolti,i personaggi
e lo sviluppo dei fatti da un inizio ad una fine.
La macchina fotografica
Poco prima di andare a scuola ho, ricevuto un pacco: un regalo di
nonna, una macchina fotografica. Mia nonna è una bomba.
- Le solite idee assurde di tua madre -, ha detto mio padre a mia
madre. - Proprio il regalo adatto a un bambino -. Mia madre si è
arrabbiata, e ha detto a mio padre che a lui tutte le cose che fa sua
madre (mia nonna) non vanno mai bene una volta, che non sono
cose di cui parlare davanti al bambino, che era un signor regalo, e
io ho chiesto se potevo portarla a scuola, e mamma ha detto di si,
ma di stare attentissimo a non farmela sequestrare. Papà si Il
limitato ad alzare le spalle, poi ha guardato insieme a me le
istruzioni, e mi ha spiegato come si fa a fotografare. Ho imparato
subito.A scuola, l'ho mostrata ad Alcide, il mio compagno di banco,
e gli ho detto che a ricreazione avremmo scattato un mucchio di
foto. Alcide lo ha detto a Rocco e a Turi che stanno nel banco
dietro al nostro. Rocco e Turi l'hanno detto a Davide, che ha
mandato un bigliettino a Nando. che lo ha passato a Walter, che ha
svegliato Clemente, e a questo punto la maestra ha detto: - Nicola,
ripeti quello che stavo dicendo.
Mi sono alzato in piedi, e ho cominciato a piangere, perché
non avevo la minima idea di cosa stava spiegando la maestra.
Mentre spiegava, ero occupato a guardare Alcide attraverso
l'obiettivo. - Nicola, cosa nascondi sotto al banco? -, mi ha
chiesto la maestra.
Quando la maestra ci chiama per nome come se ci chiamasse per cognome, vuol dire che è arrabbiata nera: per cui
ho continuato a piangere, e la maestra si è alzata, è venuta al
mio banco, ha visto la macchina fotografica, me l'ha
sequestrata, e mi ha messo zero sul registro. – L’hai fatta
grossa-, mi ha detto Alcide, così si è preso uno zero pure lui, e
inoltre la maestra gli ha detto di smetterla di mangiare in
classe, e così mi è venuto da ridere, perché è la pura verità,
che Alcide non fa altro che mangiare. - Io posso ripetere
quello che stava spiegando, signorina-, ha detto Benigno, il
primo della classe e il cocco della maestra, e la lezione ha
potuto riprendere.
Quando è suonata la campana, la maestra mi ha fatto fermare in
classe, e mi ha detto: - Caro Nicola, non intendo procurarti un dolore.
Capisco che tu sia orgoglioso della tua macchina fotografica. È un
regalo splendido. Se mi prometti di non giocare in classe e di studiare
per bene, ti tolgo lo zero e ti restituisco il tuo regalo -. Ho promesso, lei
mi ha restituito la macchina, e mi ha detto di andare a raggiungere i
compagni in cortile. Niente da dire: la nostra maestra è fortissima,
fortissima, fortissima...
Appena mi hanno visto, i miei compagni mi sono venuti incontro. - Non
pensavamo di vederti così presto -, ha detto Alcide, masticando il solito
panino. - E neanche che ti avrebbe restituito la macchina fotografica -,
ha detto Walter. Adesso -, ho detto io, - scattiamo le foto. Mettetevi in
gruppo -, e i compagni si sono messi in gruppo, e li ha raggiunti persino
Benigno.
La cosa seccante è che, nelle istruzioni, si dice di stare a quattro passi,
ma le mie gambe sono troppo corte per poterli contare.
Me li ha contati Nando (che ha due gambe che non finiscono piú e i
ginocchioni sporchi) e poi è andato a mettersi nel gruppo. Ho
guardato dentro l'obiettivo per vedere se c'erano tutti; c'erano tutti,
meno la testa di Rocco che è una stanga, e circa metà Benigno che
era spostato troppo a destra. La faccia di Alcide era coperta dal
panino, comunque fatti suoi, io glielo avevo detto di aspettare un
attimo. Tutti hanno sorriso e io, clic!, ho scattato la foto. Sarà una
bomba.
- È una gran macchina -, ha detto Rocco. - Sarà -, ha detto Davide,
- ma la mia, quella che mi ha comprato mio padre, è molto piú bella.
Ha persino il flash.
E cosa sarebbe questo flash? -, ho chiesto io. - Una lampadina che
fa pif, come un grosso botto, e serve per fotografare di notte -, ha
detto Davide. - Non spararle grosse, bugiardo -, gli ho detto. Guarda che se ti acchiappo, ti meno -, ha detto Davide. - Se vuoi ti
reggo la macchina fotografica -, ha detto Alcide. Gli ho passato la
macchina, raccomandandogli la massima attenzione, perché ho
visto che aveva le mani ancora unte di burro e tremavo che la
lasciasse cadere.
Abbiamo cominciato a menarci, con Davide, ma poi è calato a razzo
Brodino - il nostro bidello, ma Brodino non è il suo vero nome. - Si
può sapere cosa state ancora complottando? -, ha chiesto. - Niente -,
ha spiegato Alcide. - Solo Nicola che si sta spiegando con Davide,
per il fatto che Davide gli ha detto che la sua macchina non ha il gran
botto per la notte.
- Non si parla con la bocca piena -, ha detto Brodino, - e cos'è questa
storia di macchine fotografiche?
Allora Alcide gli ha dato la macchina, e Brodino ha detto che aveva
una voglia matta di sequestrarla.
- Oh no, per carità, me la lasci -, ho urlato. - Bene, ragazzo, per
questa volta ti accontento. Ma guardami bene negli occhi. Che sia
l'ultima volta che vi vedo mettervi le mani addosso. Chiaro? - Gli ho
detto che mi era chiaro, e poi gli ho chiesto se si lasciava scattare una
foto.
Brodino mi ha guardato stupito. - Così, vorresti scattarmi una foto? -,
mi ha chiesto. - Mi farebbe davvero piacere avere una sua foto -, ho
risposto. Allora Brodino ha sorriso, e devo dire che quando sorride
(raramente) non è affatto male, anzi è persino simpatico.
-Eh, eh! -, ha fatto - eh, eh! Scatta questa foto ma in frettina, perché
devo suonare la campana.
Poi Brodino si è messo in posa che sembrava una statua in mezzo al
cortile, con una mano in tasca e l'altra sulla pancia, un piede avanti e
uno indietro e lo sguardo perduto nel vuoto, molto dietro a me. Nando
ha contato i quattro passi; io ho guardato Brodino dentro all'obiettivo, mi
è sembrato buffo, poi, clic!, ho scattato la foto, e Brodino è corso a
suonare la campana.La sera stessa, appena mio padre è tornato
dall'ufficio, gli ho detto che volevo scattargli una foto con mamma. - Sta'
a sentire, Nicola -, mi ha detto mio padre, - sono stanco morto, metti via
quella macchina, e lasciami dare una scorsa al giornale.- Sei poco
carino -, gli ha detto mamma, - perché vuoi contrariarlo? Queste foto
saranno dei bellissimi ricordi per quando sarà grande -. Papà ha tirato
un respiro profondo, si è messo in posa accanto a mamma, e io ho
scattato le ultime sei foto del rullino. Poi mamma mi ha baciato,
dicendomi che ero il suo fotografo preferito.
L'indomani, papà ha portato a sviluppare il rullino, o almeno
così ha detto. Abbiamo dovuto attendere alcuni giorni prima di
vedere le foto; a me sono sembrati lunghissimi. Finalmente ieri
sera mio padre le ha portate a casa.
- Niente male, davvero niente male -, ha detto mio padre, soprattutto quelle dei tuoi compagni e del tuo bidello coi
baffoni... Quelle che hai preso qui sono un po' scure, anche se
a voler vedere sono le piú divertenti -. Mia madre è venuta per
vederle anche lei, e mio padre mentre gliele passava, diceva: Scarsamente galante, così mi sembra, il bambino -; e rideva, e
mia madre ha messo via le foto, e ha detto che la cena si
raffreddava.
Quello che non ho capito, è perché mamma ha cambiato
improvvisamente idea. Adesso dice che papà aveva ragione,
che le macchine fotografiche non sono roba per bambini.
E ha nascosto la macchina fotografica in cima all'armadio.
`da 11 Sempé - R. Goscinny, I divertimenti di Nicola, Torino
1995
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