d) Aziende Faunistico Venatorie (Art. 20, l.r. 3/94) (Dott. Andrea Capaccioli)
La L.R. 3/94 ha stabilito che le aziende faunistico venatorie (A.F.V.) sono istituti finalizzati
… al mantenimento, all’organizzazione ed al miglioramento degli ambienti naturali, ai fini
dell’incremento della fauna selvatica e dell’irradiamento nel territorio circostante e sono
costituite in ambienti con ….. prevalenti finalità naturalistiche e faunistiche e … in territori
di rilevante interesse ambientale e di elevata potenzialità faunistica.
Tale concetto viene ulteriormente ripreso dal Piano Regionale Agricolo Forestale (PRAF)
2012 – 2015 della Sezione C GESTIONE FAUNISTICO – VENATORIA che al punto 1.3
Criteri per l’autorizzazione delle Aziende faunistico venatorie e Aziende agrituristico
venatorie afferma che:
“… La situazione esistente relativamente ad aziende faunistico venatorie (AFV) ed
aziende agrituristico venatorie (AAV) è diversificata nel territorio regionale anche con
riferimento al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge: mantenimento,
organizzazione e miglioramento ambientale ai fini dell’incremento della fauna selvatica e
dell’irradiamento nel territorio circostante per le AFV, recupero e valorizzazione delle aree
agricole attraverso l’organizzazione dell’attività venatoria per le AAV.
L’autorizzazione di questi istituti a gestione privata deve garantire il pieno raggiungimento
delle finalità suddette e superare eventuali criticità rilevate nell’ottica di integrare sempre
più queste forme private di gestione faunistica e venatoria con la gestione del territorio a
caccia programmata e di favorire quindi una gestione partecipata e sinergica di tutte le
realtà locali (anche mediante intese con gli ATC). In fase di autorizzazione le Province
devono tener conto delle aziende che svolgono attività legata alla cultura e alle tradizioni
venatorie locali.
La gestione degli ungulati dovrà essere realizzata in modo conforme e coerente rispetto al
territorio circostante.”
Il D.P.G.R. 26/07/2011 N. 33/R ha definito inoltre tutta una serie di parametri, indicazioni e
prescrizioni che definiscono il funzionamento delle AFV e le relative forme di controllo da
parte della Province.
In quest’ultimo disposto normativo vengono infatti individuate le modalità di presentazione
dei piani di assestamento e abbattimento che rappresentano il documento annuale di
riferimento su cui si impernia la gestione di tali istituti; è infatti con la sua elaborazione e
successiva effettiva realizzazione che l’AFV assolve i compiti affidatigli dalla legge.
Nell’ambito della pianificazione faunistico venatoria provinciale le aziende faunistico
venatorie occupano complessivamente 4.921 ettari, pari al 4,62% della superficie agroforestale della Provincia.
Attualmente in Provincia di Livorno sono presenti 7 aziende faunistico venatorie. Di
queste, 4 hanno come specie in indirizzo il capriolo, 2 la lepre ed 1 la pernice rossa (Tab.
9).
69
Le A.F.V. di Terriccio (superficie complessiva 1.018 Ha) e Ricrio (superficie complessiva
430 Ha) ricadono solo parzialmente nella Provincia di Livorno rispettivamente per 144 Ha
e 162 Ha.
Tab. 9- Le aziende faunistico venatorie individuate nel PFV LI 2006-2010 : comune/i di insistenza, superficie,
specie in indirizzo. (Tabella tratta da PFV LI 2006-2010).
Ai sensi del comma 3 dell’art. 20 della L.R. 3/94 - “… 3. Le aziende faunistico venatorie
sono istituite con riferimento alla fauna acquatica nelle zone umide e vallive, nonché alla
tipica fauna regionale appartenente alle specie coturnice, lepre, pernice rossa, starna e
fagiano. … - le A.F.V. che nel passato PFV presentavano il capriolo quale specie in
indirizzo dovranno necessariamente individuare un’altra specie fra quelle
precedentemente indicate.”
Nella fase di istruttoria delle nuove autorizzazioni si farà riferimento a quanto richiesto
nella domanda di nuova istituzione di tali istituti.
L’Ufficio Caccia della Provincia di Livorno, anche in virtù degli obblighi previsti dalla
vecchia normativa (art. 57 Del. Cons. Reg. 292/94) in materia di controlli sugli Istituti
privati, ha provveduto a monitorare in più anni la presenza faunistica all’interno delle
A.F.V., con particolare riferimento alle specie in indirizzo.
Per analizzare la gestione attuata da ciascuna A.F.V. sono stati presi in esame una serie di
parametri che possono rappresentare anche criteri utili ai fini del rilascio delle nuove
autorizzazioni valide per l’intero periodo di validità del nuovo PFVP.
Alcuni di questi parametri scaturiscono dall’elaborazione dei dati rilevati nell’ambito dei
controlli prima ricordati, in particolare sulla specie in indirizzo, per la quale nel precedente
PFV era stata rilasciata l’autorizzazione, e sulla lepre (in quanto probabile nuova specie in
indirizzo) nonché sull’analisi di quanto annualmente comunicato dal titolare
dell’autorizzazione alla Provincia quale consuntivo dell’attività svolta (immissioni e
abbattimenti di specie non in indirizzo, prelievi di selvaggina migratoria ecc.).
E’ stata aggiunta inoltre, per ciascun istituto, una valutazione delle caratteristiche
ambientali, con particolare riferimento alla presenza di superfici boscate, in quanto queste
tipologie vegetazionali possono accogliere densità anche elevate di cinghiale creando
situazioni che mal si conciliano con la produzione di piccola selvaggina stanziale.
Nei paragrafi che seguono sono riportati i risultati di tale analisi per ogni singolo istituto.
70
d.1- C.I.T.A.I.
Caratteristiche ambientali
Provincia
Livorno
Nome
Istituto
Superficie
Ha
Bosco Ha
% bosco
Superficie
Aperta Ha
C.I.T.A.I.
1.887
1.367
72,45
520
Specie indirizzo: capriolo
71
Controlli sulla funzionalità ultimi 3 anni
Dati censimento lepre: dati utili per valutare il possibile passaggio a specie in indirizzo
lepre
72
Dati gestionali
Graf. 13- Rapporto capi immessi capi abbattuti: fagiano
73
Graf. 14- Rapporto capi immessi capi abbattuti: cinghiale
Graf. 15- Prelievi selvaggina migratoria
74
d.2- Incrociata
Caratteristiche ambientali
Provincia
Livorno
Nome
Istituto
Superficie
Ha
Bosco Ha
% bosco
Superficie
Aperta Ha
Incrociata
487
445
91,35
42
75
Specie indirizzo: capriolo
Controlli sulla funzionalità ultimi 3 anni
Dati censimento lepre: dati utili per valutare il possibile passaggio a specie in indirizzo
lepre
76
Dati gestionali
Graf. 16- Rapporto capi immessi capi abbattuti: fagiano
77
Graf. 17- Rapporto capi immessi capi abbattuti: cinghiale
Graf. 18- Prelievi selvaggina migratoria
78
d.3- Belvedere
Caratteristiche ambientali
Provincia
Livorno
Nome
Istituto
Superficie
Ha
Bosco Ha
% bosco
Superficie
Aperta Ha
Belvedere
473
175
36,90
298
79
Specie indirizzo: capriolo
Controlli sulla funzionalità ultimi 3 anni
Dati censimento lepre: dati utili per valutare il possibile passaggio a specie in indirizzo
lepre
80
Dati gestionali
Graf. 19- Rapporto capi immessi capi abbattuti: fagiano
81
Graf. 20- Rapporto capi immessi capi abbattuti: cinghiale
Graf. 21- Prelievi selvaggina migratoria
82
d.4- Ricrio
Caratteristiche ambientali
Provincia
Livorno
Nome
Istituto
Superficie
Ha
Bosco Ha
% bosco
Superficie
Aperta Ha
Ricrio
164
73
44,40
91
83
Specie indirizzo: lepre
Controlli sulla funzionalità ultimi 3 anni
Dati censimento lepre: dati utili per valutare il possibile passaggio a specie in indirizzo
lepre
84
Dati gestionali
Graf. 22- Rapporto capi immessi capi abbattuti: fagiano
85
Graf. 23- Rapporto capi immessi capi abbattuti: cinghiale
Graf. 24- Prelievi selvaggina migratoria
86
d.5- Rimigliano
Caratteristiche ambientali
Provincia
Livorno
Nome
Istituto
Superficie
Ha
Bosco Ha
% bosco
Superficie
Aperta Ha
Rimigliano
570
186
32,63
384
87
Specie indirizzo: lepre
Controlli sulla funzionalità ultimi 3 anni
Dati censimento lepre
88
Dati gestionali
Graf. 25- Rapporto capi immessi capi abbattuti: fagiano
89
Graf. 26- Rapporto capi immessi capi abbattuti: cinghiale
Graf. 27- Prelievi selvaggina migratoria
90
d.6- Terriccio
Caratteristiche ambientali
Provincia
Livorno
Nome
Istituto
Superficie
Ha
Bosco Ha
% bosco
Superficie
Aperta Ha
Terriccio
144
7
4,69
137
91
Specie indirizzo: lepre
Controlli sulla funzionalità ultimi 3 anni
Dati censimento lepre
92
Dati gestionali
Graf. 28- Rapporto capi immessi capi abbattuti: fagiano
93
Graf. 29- Rapporto capi immessi capi abbattuti: cinghiale
Graf. 30- Prelievi selvaggina migratoria
94
d.7- Villa Donoratico
Caratteristiche ambientali
Provincia
Livorno
Nome
Istituto
Superficie
Ha
Bosco Ha
% bosco
Superficie
Aperta Ha
Villa
Donoratico
1.196
815
68,18
381
95
Specie indirizzo: pernice rossa
Controlli sulla funzionalità ultimi 3 anni
Dati censimento lepre: dati utili per valutare il possibile passaggio a specie in indirizzo
lepre
96
Dati gestionali
Graf. 31- Rapporto capi immessi capi abbattuti: fagiano
97
Graf. 32- Rapporto capi immessi capi abbattuti: cinghiale
Graf. 33- Prelievi selvaggina migratoria
98
d.8- Analisi gestione in attuazione del PFVP 2006-2010
Nonostante le disposizioni dettate dal precedente PFVP, a fronte anche di un certo
impegno mostrato nella realizzazione degli interventi di miglioramento ambientale, le
aziende faunistico venatorie hanno mostrato grossi limiti nel raggiungimento degli obiettivi
istituzionali ed in particolare di quello di irradiamento nell’adiacente territorio a caccia
programmata.
Tali perplessità si manifestano anche in previsione della necessità di individuare una
nuova specie in indirizzo secondo quanto previsto dalla normativa vigente. A questo
proposito si evidenzia in particolare come le caratteristiche ambientali rappresentino in
certe situazioni un fattore limitante di un certo rilievo, in particolare per le A.F.V. che
intendano individuare la Lepre o i Galliformi quale specie di indirizzo.
Vari sono i motivi che possono essere addotti al fine di dare una possibile spiegazione a
tale fenomeno: con tutta probabilità le attenzioni gestionali piuttosto che orientarsi sulla
produzione di lepre e fagiano, si sono maggiormente concentrate sulla fauna ungulata,
che ha pian piano attirato il maggior interesse cinegetico dei titolari e dei frequentatori.
Non è un caso che il capriolo sia stato individuato quale specie in indirizzo in ben 4 delle 7
AFV ricadenti in tutto o in parte in provincia di Livorno.
E’ inoltre nota l’importanza che queste aziende rivestono nei confronti della fauna
migratoria, colombaccio in particolare ma anche turdidi e beccaccia, il cui prelievo può
essere talora anche significativo a fronte di impegni gestionali ed economici di gran lunga
inferiori rispetto a quelli richiesti per l’incremento e la conservazione di popolazioni naturali
di piccola selvaggina stanziale (Lepre e Galliformi).
Graf. 34- Andamento dei prelievi effettuati nelle AFV a carico delle diverse tipologie di selvaggina
(selvaggina stanziale, cinghiale, cervidi e selvaggina migratoria) rilevati dall’analisi dei dati riportati sui
registri di ciascuna azienda.
99
Dai parametri analizzati è emerso che per 2 A.F.V. (Belvedere e CITAI) nel complesso si
può parlare di risultati gestionali positivi sia in termini di densità che di numero di specie
presenti, per le altre 3 A.F.V. (Incrociata, Villa Donoratico e Rimigliano) si evidenziano
criticità più o meno accentuate con una consistenza delle popolazioni selvatiche
nettamente al di sotto della capacità portante del territorio.
In particolare per l’A.F.V. Incrociata, i risultati evidenziati sono da considerarsi, sia per la
gestione attuata ma anche per le intrinseche caratteristiche territoriali ed ambientali
dell'azienda, sostanzialmente inadeguate agli obiettivi minimi indicati dalla normativa
vigente. Infatti, sia gli interventi gestionali (in particolare, i miglioramenti ambientali) sia i
risultati faunistici (la presenza della specie in indirizzo) risultano ampiamente insufficienti
ed insoddisfacenti.
Al momento attuale, l'A.F.V. non si distingue in modo evidente, da un punto di vista
faunistico, dal territorio circostante.
Una sua eventuale revoca non comporterebbe di conseguenza stravolgimenti nell'assetto
faunistico dell'area.
I valori ambientali non appaiono sufficienti a giustificare una sua trasformazione in istituto
di tutela (ad es. Oasi o Zona di Protezione); è invece possibile una sua riconversione in
azienda agrituristico venatoria, purché si proceda ad una generale ridefinizione dei confini,
che preveda lo scorporo di alcune porzioni di bosco e alla predisposizione di un piano
aziendale con sufficienti interventi atti a valorizzare appieno le limitate superfici disponibili.
Altra ipotesi percorribile è la sua trasformazione in zona di rispetto venatorio.
Per quanto riguarda l’A.F.V. Villa Donoratico si evidenzia la necessità di conversione ad
altra specie in indirizzo; infatti la presenza di pernici rosse è irrilevante o nulla e le
prospettive di stabilizzazione di una popolazione sono del tutto marginali, considerata la
limitata estensione degli ambienti potenzialmente adatti a questo galliforme.
Fra le diverse specie individuate dalla normativa vigente, la lepre potrebbe rappresentare
forse l’unica specie suscettibile di incremento seppure nel corso dei controlli effettuati
anch’essa non abbia mai fatto registrare densità sufficienti. La nuova autorizzazione dovrà
perciò essere subordinata ad un efficace e realistico piano di gestione della specie, che
includa, fra l’altro, un programma di miglioramenti ambientali maggiormente diffuso ed
incisivo rispetto a quello attuale.
Le indagini e l’analisi dei risultati ottenuti nel corso dei controlli effettuati all’interno dell’
A.F.V. Rimigliano hanno evidenziato come questo istituto da alcuni anni manifesti una
costante e significativa contrazione della consistenza della specie in indirizzo (lepre): la
densità della popolazione appare da anni molto inferiore ai limiti minimi indicati dalle
norme vigenti.
I motivi effettivi e specifici di questo fenomeno non sono chiari; infatti l'ambiente appare
particolarmente idoneo alla specie (come dimostrano le buone densità raggiunte anni fa),
e l’istituto è facilmente sorvegliabile anche al fine di prevenire eventuali atti di
bracconaggio. Da un punto di vista generale, i risultati insoddisfacenti sono probabilmente
100
legati ad un limitato interesse gestionale verso la specie in indirizzo produttivo. In
mancanza di una profonda strutturazione e implementazione di un piano complessivo di
gestione della specie che identifichi i fattori limitanti e ponga in essere le misure
necessarie per un rapido ed efficace recupero non appare possibile e plausibile il
mantenimento dell'istituto.
101
Scarica

Analisi 4 - Provincia di Livorno