Unitre Saronno - A.A. 2014- 2015
LE DONNE DELL'ASTRONOMIA
"...occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono"
(Galileo Galilei)
L'universo femminile all'interno della storia, della cultura, della vita civile, ha da sempre
ricoperto un ruolo molto diverso da quello maschile e, nei paesi occidentali, fino alla
metà del Novecento la donna aveva non poche difficoltà a far valere i propri diritti.
Fin dalle epoche preistoriche la forza fisica era necessaria per sopravvivere, le
numerose gravidanze, l'allattamento e la cura della prole hanno portato alla
differenziazione dei compiti e alla emarginazione delle donne, ma oggi i grandi progressi
della scienza e della medicina e le conseguenti applicazioni tecnologiche le hanno
permesso di esprimere tutte le proprie potenzialità.
Per secoli le donne che potevano avere accesso all'istruzione erano quelle rinchiuse nei
conventi e forse per questo erano soprattutto umaniste, pittrici, scrittrici, poetesse, ma
molto più raramente scienziate. Chi ha attitudini artistiche o letterarie può emergere
anche senza una preparazione specifica, invece le scienze "dure" come matematica e
fisica richiedono una preparazione di base, senza la quale è impossibile progredire. Solo
quelle poche, favorite, che avevano un padre, un fratello, un tutore o un marito
scienziato, disposto a condividere le proprie cognizioni, potevano farsi una cultura
scientifica.
In molti paesi europei ancora all'inizio del XX secolo alle ragazze non era permesso
l'accesso alle università e ai licei, perciò, escluse dall'educazione scientifica, si
dedicavano alle materie letterarie e linguistiche anche contro le loro naturali inclinazioni,
comunque oggi cresce sempre di più il numero di ragazze che scelgono materie ritenute
tipicamente maschili come ingegneria.
Malgrado le difficoltà incontrate, sono molte le scienziate che hanno portato importanti
contributi allo sviluppo della scienza.
In astronomia le donne fanno la loro comparsa abbastanza presto e la storia ci
tramanda i nomi di alcune famose scienziate, ce ne furono una ventina nell'antichità, fra
queste emerge il nome della matematica Ipazia, solo una decina nel medioevo,
soprattutto nei conventi, 16 nel 1600, 24 nel 1700, 108 nel 1800.
Oggi solo nel campo dell'astronomia sono più di 2000, ed in ogni campo del sapere le
ricercatrici universitarie superano il 50%, con punte dell'80% nelle facoltà umanistiche,
più dei 50% nelle matematiche, mentre sono ancora al di sotto del 20% in facoltà come
ingegneria e agraria.
Le prime donne che si dedicarono all'astronomia furono
essenzialmente delle osservatrici, si occupavano della catalogazione
degli astri e redigevano tavole astronomiche, dei loro nomi non c'è
traccia, ma quella di cui si ha notizia è En-Edu-Anna vissuta intorno
al 2350 a.C. a Babilonia, figlia di Re Sargon di Akkad. Venne nominata
alta sacerdotessa della dea della luna della città.
I sacerdoti e le sacerdotesse assiro-babilonesi nei loro templi sacri
dirigevano ogni attività essenziale come i commerci, l'agricoltura e le
arti ed avevano creato una rete di osservatori per esaminare i
movimenti delle stelle, infatti, il calendario che hanno creato è ancora
usato per fissare le data di certi eventi religiosi come la Pasqua
cristiana e la Pasqua ebraica.
In Egitto intorno al 1900 a.C. troviamo Aganice, figlia del faraone Sesostri I, che si occupò dello
studio degli astri in funzione delle predizioni che erano in uso all'epoca.
In Grecia troviamo Aglaonice di Tessaglia vissuta nel 500 a.C. al tempo della
Scuola filosofica ionica, era un'abile osservatrice, ma soprattutto celebre per
la corretta previsione di eclissi di Sole e di Luna, essendo in grado di stabilire
con esattezza i tempi e i luoghi delle eclissi lunari.
Le sue eccezionali capacità di predizione furono attribuite all'arte magica,
piuttosto che a competenze scientifiche, il fatto di essere donna, rendeva
tutto ciò ancora più incredibile e straordinario, pertanto il popolo la
considerava come una strega capace di esercitare un potere sugli astri
(durante le eclissi la luna scompariva) e sulle persone.
Segue un faro dell'antichità: Ipazia di Alessandria d'Egitto vissuta tra il 375 e il 415
d.C. , figlia del matematico Teone, di rara bellezza, intelligenza ed eloquenza,
studiò ad Atene e a Roma e alla morte del padre gli successe nella direzione del
museo di Alessandria d'Egitto, affiancata alla leggendaria Biblioteca.
Il suo sapere spaziava dalla filosofia alla matematica, dall'osservazione degli astri
alla compilazione dei Commentari cioè dell'aggiornamento delle opere degli
antichi. L’opera monumentale di Claudio Tolomeo: l’Almagesto, venne
commentata con il padre.
Ipazia scrisse opere autografe che sono scomparse: un commentario a Diofanto, il padre
dell'algebra, in 13 volumi, il Canone astronomico e un commentario alla Coniche di Apollonio,
trattato di geometria, di 8 volumi e opere di Euclide e di Archimede, opere che presero la via
dell'Oriente durante i secoli, e tornarono in Occidente in traduzione araba, dopo un millennio.
I suoi studi non erano solo teorici, si occupò anche di meccanica e di tecnologia applicata, in
particolare le vengono attribuite tre invenzioni: l'idroscopio, uno strumento che serviva per misurare
il diverso peso specifico dei liquidi, un aerometro e un astrolabio piatto. L'astrolabio perfezionato e
progettato da Ipazia era formato da due dischi metallici forati, ruotanti uno sopra l'altro mediante un
perno rimuovibile: veniva utilizzato per calcolare il tempo, per definire la posizione del Sole, delle
stelle e dei pianeti; pare che mediante questo strumento, abbia risolto alcuni problemi di astronomia
sferica. In filosofia fu una seguace del pensiero di Platone, ma piuttosto eclettica. L'insegnamento e
la diffusione delle conoscenze matematiche, astronomiche e filosofiche fu uno dei suoi principali
impegni: a buon diritto possiamo quindi considerarla come una pioniera della moderna divulgazione
scientifica.
E' triste constatare che di una scienziata tanto rinomata al suo tempo, non rimangono altro che i
titoli di alcune sue opere.
Ipazia morì tragicamente in seguito ad una oscura e cruenta aggressione da parte dei cristiani su
mandato del vescovo Cirillo di Alessandria. Con la sua morte la scuola di Alessandria si disperde ed
il sapere passerà in mano ad istituzioni ecclesiastiche.
Nell'affresco della "Scuola di Atene" (1509-1511, Palazzi Vaticani) Raffaello
Sanzio ce ne tramanda l'immagine: è l'unico personaggio che guardi verso lo
spettatore, quasi un atto di sfida.
Con una scelta singolare, il Planetario di Torino ha scelto lei come rappresentante dell'astronomia
antica: è Ipazia ad accogliere i visitatori e a raccontare la cosmologia delle sfere di cristallo in
armoniosa rotazione intorno alla terra immobile.
Fatima di Madrid visse tra il X e l'XI secolo. Lavorò con suo padre, l'astronomo e scienziato arabo
musulmano Maslama al Mayriti (il cui nome significa uomo da Madrid) che era conosciuto come
"l'Euclide spagnolo". I due assieme calcolarono la posizione di alcuni corpi celesti come il Sole, la
Luna e i pianeti. Calcolarono inoltre le parallassi e le eclissi e scrissero molti trattati di astronomia.
Nei monasteri e in ambito religioso vi furono badesse eminenti, la
più celebre è Ildegarda di Bingen. Nata in Sassonia nel 1098 e,
decima figlia di una famiglia aristocratica, venne rinchiusa
giovanissima in convento dove ebbe l'opportunità di studiare e
lavorare, scrisse vari trattati di medicina e di cosmologia.
Soprannominata la Sibilla del Reno per le sue profezie, si
impegnò in campo politico e culturale.
Il suo concetto di struttura del cosmo: una Terra a forma di sfera,
circondata da involucri concentrici che trasportavano i corpi
celesti, il tutto illustrato da miniature esplicative molto dettagliate.
Morì nel 1179 all’età di 81 anni. Fu proclamata Santa e Dottore della Chiesa il 7 ottobre 2012
da Papa Benedetto XVI°.
Sophie Brahe rappresenta il modello delle scienziate al femminile che
operarono più o meno silenziosamente, ma con grande dedizione apportando
contributi in un'epoca dove nel campo dell'astronomia vennero sviluppate
nuove concezioni rivoluzionarie:
_ Il polacco Copernico ribaltò le teorie geocentriche-tolemaiche affermando
che il Sole è al centro dell'universo.
_ Galileo Galilei fisico ed astronomo, ideatore del moderno metodo scientifico
appoggiò questo nuovo sistema eliocentrico, ma venne costretto
dall'Inquisizione ad abiurarlo.
_ Keplero sviluppò ulteriormente il modello eliocentrico e, basandosi sulle
ricerche dei fratelli Tyco e Sophie Brahe, potè calcolare le orbite ellittiche dei pianeti.
Nacque in Danimarca nel 1556 in una famiglia della piccola nobiltà, studiò da sola dai libri del
fratello maggiore ed insieme calcolarono l'eclissi lunare dell'8 dicembre 1573.
Il re di Danimarca Federico II donò a Tyco l'isola di Heveen vicino a Copenaghen sulla quale venne
eretto il famoso castello-osservatorio dove i fratelli Brahe poterono studiare la posizione di oltre
1000 stelle fisse e dei pianeti tramite sestanti, quadranti, sfere armillari e strumenti di osservazione
da loro ideati, dato che il telescopio non era ancora stato inventato.
Nel 1572 osservarono una stella "nova" che aumentava fortemente la propria luminosità e nel
1577 identificarono una cometa.
Il contributo di Sophie Brahe purtroppo non venne mai riconosciuto autonomamente, morì nel 1653.
Maria Cunitz (1610-1664). Nacque a Swidnica, sud ovest della Polonia, da
una famiglia molto colta, il padre le insegnò il latino, parlava sei lingue,
poetessa, pittrice, musicista con conoscenze matematiche, mediche,
storiche; e il marito (astronomo professionista) le trasmise la passione per
l'astronomia.
Calcolò, grazie alla sua dedizione alla matematica, le posizioni dei pianeti
trascrivendole su delle tavole con lo scopo di modificare le complesse tavole
di Keplero e correggendone anche una serie di errori.
I risultati furono pubblicati nel 1650, nell'opera "Urania Propizia“ stampata in
latino e in tedesco.
Le tavole del’’Urania Propizia” hanno certamente avuto il pregio di essere
semplici da usare e più precise rispetto a quelle di Keplero.
Il libro delle tavole è stato dedicato all'imperatore Ferdinando III e conteneva
una prefazione del marito di Cunitz: Elias von Löwen nella quale ha
riconosciuto che il lavoro non era dovuto a lui, ma a sua moglie.
Altra astronoma polacca è Elisabetha Koopman-Hevelius
(1647-1693), nata a Danzica da una ricca famiglia di mercanti.
Già da bambina si appassionò all'astronomia.
Assieme al marito Johannes Hevelius , astronomo di fama
internazionale, fu costruito un osservatorio privato che
purtroppo fu distrutto da un incendio assieme a tutti i loro
documenti.
Solo due opere ci sono giunte con la sua firma: il Firmamentum
sobieskanum e Prodromus astronomie, il più vasto catalogo
astrale ottenuto senza l'ausilio del telescopio, che conteneva la
posizione esatta di quasi 2000 stelle.
La duchessa Margaret Cavendish (1623-1673).
Ultima di 8 figli. A soli due anni le muore il padre: la madre le da un
grande esempio di indipendenza. Nel 1642 si trasferisce con la
famiglia a Oxford e l'anno dopo diventa damigella di compagnia
della regina Enrichetta Maria. Fuggita a Parigi con la regina durante
la rivoluzione inglese, conobbe William Cavendish, duca di
Newcastle, che sposò in seconde nozze nel 1645.
Scrisse 15 opere scientifiche e nel suo salotto fondò il Circolo
Newcastle per la discussione scientifica di cui fece parte anche
Cartesio, ma le fu impedito di assistere alle sessioni dei lavori della
Royal Society e di altre Società scientifiche e Accademie
di frequentazione esclusivamente maschile.
Maria Winchelmann Kirh (1670-1720), nata a Lipsia.
Educata dalla più tenera età dal padre, un ministro luterano , che credeva
lei meritasse una formazione equivalente a quella data ai giovani ragazzi
del tempo. Dopo la morte di suo padre, la sua educazione fu continuata da
suo zio.
Divenne apprendista e assistente di Christopher Arnold, un astronomo
autodidatta. Attraverso Arnold conobbe e sposò il famoso astronomo
Gottfried kirch. Scoprì la "Cometa del 1702 e scrisse diversi trattati
scientifici. Analizzò le aurore boreali e la congiunzione dei pianeti Giove e
Saturno con il Sole.
Maria Clara Eimmart (1676-1707) di Norimberga, imparò il mestiere
dal padre, pittore di successo, incisore ed astronomo dilettante.
Divenne disegnatrice minuziosa di tavole astronomiche, in
particolare di comete, macchie solari, eclissi e montagne lunari che
furono frutto di accurate osservazioni e che divennero ben presto
strumenti di vitale importanza per la comunità scientifica che non
aveva ancora a disposizione la fotografia.
Nel 1706 sposò Johann Heinrich Muller , allievo di suo
padre e successore.
Muller ha insegnato fisica al Gymnasium di
Norimberga e la Eimmart gli faceva da assistente.
Gabrielle-Emilie du Chatelet (1706-1749)
Nasce a Parigi, in una famiglia di rango sociale molto elevato: il padre
è un uomo di grande considerazione presso la corte di Re Luigi XIV.
Riceve un’ottima istruzione scientifica e linguistica. Nel1725 sposa il
marchese Florent Claude du Châtelet: le nozze, più che da cause
sentimentali, sono motivate da ragioni politiche.
La sua storia d'amore più importante, però, è quella con Voltaire.
conosciuto nel 1733.
Ha il merito di aver determinato in Francia il passaggio dalla scienza
cartesiana alla fisica di Newton traducendo in francese la
"Philosophiae naturalis principia matematica", traduzione attribuita al
suo amante.
Nicole-Reine Lepaute (1723-1788) nata a Parigi nel Palazzo del
Lussemburgo da genitori al servizio della famiglia reale d’Orleands a
Versailles.
Nel 1749, sposò Jean André Lepaute, che era un reale orologiaio. Nel
1753 Nicole Lepaute studiò e costruì insieme allo sposo un orologio
con funzione astronomica.
Collaborò ai lunghi e difficili calcoli astronomici per la riapparizione
della cometa di Halley del 1758, fu una delle migliori calcolatrici
astronomiche. Calcolò la durata e le dimensioni di un eclisse solare
anulare che si sarebbe verificata nel 1764 in Europa. Nel 1774 si
occupò di effemeridi calcolando la posizione del Sole, dei pianeti, della
luna, in ogni giorno dell'anno, fino al 1792.
Carolina Lucrezia Herschel (1750-1848) nacque in Germania, ad Hannover,
da una famiglia di lavoratori.
A 21 anni si trasferì in Inghilterra dal fratello William (astronomo, aveva
scoperto il pianeta Urano) per lavorare da lui come governante, divenne
invece la sua assistente e scoprì 8 comete e 13 oggetti dal profondo cielo.
Ricevette numerose onorificenze, tra le quali, assieme ad un'altra astronoma
Mary Sommerville, quella di membro onorario della Royal Society nel 1835 e
furono le prime donne a ricevere questo titolo.
Scrisse in una lettera all'amica Mary tutta la stima e l'affetto per il fratello :....
"Qualche volta quando sono sola nell'oscurità e l'universo rivela ancora un altro segreto, dico i nomi
delle mie lontane, perdute sorelle, dimenticate nei libri che registrano la nostra scienza - Aganice,
Ipazia, Ildegarda di Bingen, Caterina Hevelius, Maria Agnesi - come se le stelle stesse potessero
ricordarle. Sapevi che Ildegarda di Bingen propose un universo eliocentrico trecento anni prima che
lo facesse Copernico? Che scrisse della gravitazione universale cinquecento anni prima di
Newton? Ma chi l'avrebbe ascoltata? Era solo una monaca, una donna. Quale sarebbe la nostra
era, se quella era oscura? Così il mio nome, anch'esso sarà dimenticato, ma io non sono accusata
di essere una strega, come Aganice, e i cristiani non minacciano di condurmi alla chiesa, di
uccidermi, come fecero ad Ipazia di Alessandria, l'eloquente, giovane donna che ideò gli strumenti
atti a misurare accuratamente la posizione e il movimento dei corpi celesti"
In suo onore fu assegnato il nome di "Lucretia" ad un asteroide nel 1889 e quello di "Caroline
Herschel" ad un cratere lunare nel 1935.
Festeggiò i suoi 97 anni suonando per i principi reali un pezzo di musica scritto dal fratello William.
Morì l'anno dopo.
Wang Zhenyi (1768-1797), nata nella provincia di Anhui (Cina).
La sua famiglia è composta da suo nonno, nonna e suo padre. Suo nonno
Wang Zhefu era un ex governatore di Fengchen contea di Xuanhua.
Aveva ampia e profonda intelligenza, con un profondo amore per la lettura,
possedeva una collezione di oltre settanta libri.
Suo nonno era il suo primo maestro in astronomia, la nonna era la sua
insegnante di poesia, e suo padre le insegnò medicina, geografia e
matematica.
Anche se morì molto giovane (29 anni) ebbe modo di studiare le eclissi lunari
e scrivere 12 libri di astronomia e matematica. Si dedicò anche alla raccolta
di informazioni per prevenire la siccità e le inondazioni sul nostro pianeta.
Porta il suo nome un cratere di Venere.
Marie-Jeanne Amélie Harlay (1768-1832). Nata a Stockport (GB). Era la figlia
illegittima dell'astronomo Joseph-Jérôme de Lalande Lefrançais. Ha sposato
nel 1788 l'astronomo Michel Lalande Lefrançais cugino del padre, che la
presenta di solito come sua nipote.
Si dedicò all'astronomia insegnandola a Parigi e nel 1791 pubblicò le tavole per
determinare l'ora in mare sulla base della posizione del Sole e delle stelle,
mentre nel 1799 pubblicò un catalogo di 10.000 stelle.
Caterina Scalpellini (1808-1873) è nata a Foligno.
Nel 1826, appena diciottenne, si trasferisce dallo zio Feliciano Scalpellini,
già professore di "fisica sacra" e di astronomia all’Università dal 1816, e
appena nominato direttore dell’osservatorio la Specola del Campidoglio
dell’Università La Sapienza di Roma.
Si dedicò a numerose osservazioni di eclissi di Sole e di Luna, di comete
(ne scoprì una nel 1854), di stelle cadenti, di maree, di terremoti, di
meteorologia e di ozonometria, tanto da far costruire una stazione
meteorologica chiamata "Stazione Meteorologica Scalpellini".
Fondò una rivista dal titolo "Corrispondenza Scientifica in Roma per l'avanzamento delle scienze".
Nel 1872 venne coniata una medaglia d'oro per onorare i suoi contributi nel campo statistico.
Maria Mitchell (1818-1889), nata a Nantucket (Massachusetts), figlia
dell’astronomo William Mitchell, era cugina di quinto grado di Benjamin
Franklin.
Ricevette un’educazione e la stessa qualità di istruzione che ricevevano i
ragazzi.
Il padre di Maria le insegnò l'astronomia con il suo telescopio personale.
Fu la prima astronoma statunitense. Nel 1847 scoprì una cometa a cui fu
dato il suo nome. Nel 1848 divenne la prima donna membro dell'American
Academy of Arts and Sciences. Fu anche professoressa e direttrice del
Vassar College Observatory che ora porta il suo nome, come anche il
cratere lunare Mitchell.
Williamina Paton Stevens Fleming (1857-1911), Nata a Dundee,
in Scozia, da Robert Stevens e Mary Walker Stevens.
Sposò James Orr Fleming che la abbandonò con un figlio. Fu
assunta da Edward Charls Pickering come collaboratrice presso
l’Osservatorio di Harward.
In nove anni di lavoro catalogò circa 10.000 stelle, individuò 59
nebulose (tra cui anche la famosa "Testa di Cavallo" in Orione), 310
stelle variabili e 10 novae.
Vista la sua bravura la mise a capo di altre donne che eseguivano il
suo stesso compito di classificazione. Nel 1906 divenne socia
onorario della Royal Astronomical Society di Londra (la prima donna
a ricevere tale riconoscimento). Dedicato a lei il cratere Fleming
sulla luna.
Annie Jump Cannon (1863-1941), nata a Dover, nel Delaware, figlia
dell'armatore e senatore Wilson Lee Cannon e Mary Elizabeth Jump.
Si laureò in fisica nel 1886 e tenne corsi di astronomia all'università di
Wellesley. Nel 1896 fu assunta da Pickering all'Osservatorio di Harward,
qui catalogò oltre 225.000 stelle che furono inserite nel catalogo Henry
Draper, tutt'ora utilizzato dagli astronomi.
Nel 1925 l'università di Oxford le assegnò il dottorato onorario, fu la
prima donna a ricevere tale onore. Ebbe poi molti altri riconoscimenti e
le fu dedicato il cratere lunare Cannon e l'asteroide 1120 Cannonia.
Antonia Maury (1866-1952), nata a Cold Spring (New York), in una
nobile famiglia di origini portoghesi.
Suo nonno e suo zio erano astronomi, si laureò in fisica e poi lavorò
all'Osservatorio di Harward dove studiò spettrografia stellare. Durante lo
studio notò che oltre al colore era importante controllare lo spessore e la
nitidezza delle linee spettrali, tutto ciò comportava ulteriori suddivisioni
nelle classificazioni, Pickering, in disaccordo, la portò alle dimissioni.
Il suo catalogo di oltre 600 stelle apparve nel 1897 nel volume 28 degli
Annali di Harvard. Nel 1908 fu riassunta e studiò la binaria spettroscopica
Lyrae beta pubblicando nel 1933 un trattato con le sue conclusioni sullo
spettro analizzato.
Henrietta Swan Leawitt (1868-1921), nata a Lancaster, nel
Massachusetts, da George Roswell Leavitt e Henrietta Swan. Era sorda.
Studiò astronomia prima al college e poi all'università. Iniziò a lavorare
all'Osservatorio di Harward, assunta da Edward Pickering per misurare e
catalogare la luminosità delle stelle nelle fotografie dell'osservatorio.
Tra queste quelle della Piccola Nube di Magellano e scoprì che molte
stelle in essa presentavano un periodo di pulsazione tanto più lungo
quanto più apparivano brillanti al massimo dello splendore.
Queste stelle oggi sono chiamate Cefeidi e attraverso questa scoperta è
stato possibile comprendere le distanze dell'universo, scoprì anche 5
stelle nove e individuò 2400 variabili.
La sua scoperta permise di capire che le "nebulose" che si intravedevano
con i telescopi di allora, non facevano parte della nostra Galassia, la Via
Lattea, ma erano invece lontanissime galassie: miliardi di galassie,
ognuna con miliardi di stelle.
Mileva Maric (1875-1948) nasce a Titel, nell’Impero austro-ungarico
(oggi Serbia) in una famiglia benestante da Miloš Marić e Marija Ružić.
Fin da piccola rivela spiccate capacità nello studio della matematica e
delle scienze. Il padre la incoraggia permettendole di frequentare il liceo.
Per proseguire gli studi è costretta a recarsi in Svizzera, poiché le
università dell'Impero austro-ungarico erano interdette alle donne.
Era amica di Nikola Tesla e compagna di studi, nonchè prima moglie di
Albert Einstein.
Si dice che Mileva abbia contribuito, con il marito, ad elaborare la teoria della
"relatività ristretta", anche se non c'è traccia del suo nome nei documenti
scritti. Einstein le donò il ricavato del Premio Nobel vinto nel 1921.
Cecilia Helena Payne Gaposchkin (1900-1979), nata a Wendover
(Utah-USA)
Nel 1925 si laureò in astronomia all'Università di Harward con una tesi
sull'atmosfera delle stelle. La tesi sosteneva che l'idrogeno e l'elio sono gli
elementi più abbondanti nella composizione di una stella (fino ad allora si
pensava che le stelle contenessero una prevalenza di ferro).
Individuò inoltre uno stretto legame tra la classe spettrale e la temperatura
della stella. Le fu dedicato un asteroide: 2039 Payne Gaposchkin.
Durante un viaggio in Europa nel 1933, Cecilia Payne incontrò l'astrofisico
russo Sergei Gaposhkin, che sposò l'anno successivo negli Stati Uniti.
Ellen Dorrir Hoffleit (1907-2007), nata a Firenze, figlia di Fred e Kate
Hoffleit, due immigrati tedeschi espatriati poi negli Stati Uniti.
Ricevette il dottorato di ricerca in astronomia nel 1938 e lavorò ad Harward
College Observatory e a Yale fino al 1975 quando andò in pensione.
Autrice del "Bright Star Catalogue" che conteneva le informazioni delle
stelle più luminose dell'universo e coautrice di "The General Catalogue of
Trigonometric Stellar Parallaxes" contenente delle misure precise per
calcolare la distanza delle stelle. Assieme a Harlan J. Smith studiò la
variabilità ottica del primo quasar scoperto.
Nel 1987, un asteroide è stato chiamato "Dorrit" in suo onore, e nel 1998, fu
inserito nella Hall delle donne Connecticut of Fame.
Nel 1998 le fu assegnato il premio George Van Biesbroeck per una vita
dedicata all'astronomia.
Paris Pismis (1911-1999), nata a Ortaköy, Istambul
Fu la prima donna che studiò in una università in Turchia ottenendo, nel
1937, un dottorato in matematica. Sposata con un matematico messicano,
fu anche la prima insegnante di astronomia in Messico. Scoprì 23 ammassi
stellari e studiò la cinematica di galassie e la struttura di ammassi stellari
aperti e nebulose planetarie lavorando all'osservatorio internazionale di
Tacubaya pubblicando un centinaio di articoli scientifici.
Margaret Burbidge (1919- ), nata a Davenport (stato di Iowa-USA)
Dal 1948 è sposata all’astrofisico americano Geoffrey Burbidge.
Ha lavorato all'osservatorio Yerkes e al California Institute of Tecnology
e all'università di California a San Diego, fino al 1962. Ha analizzato i diversi
spettri delle galassie, determinando la loro rotazione, massa e composizione
chimica. Ha studiato i quasar e ha contribuito alla realizzazione del telescopio
spaziale Hubble.
Le è stato dedicato l'asteroide 5490 Burbidge e le sono state conferite
diverse medaglie.
E’ stata inclusa nel consiglio direttivo del Royal Greenwich Observatory e è
stata direttrice del Center for Astrophysics and Space Sciences.
Margherita Hack (Firenze 1922- Trieste 2013)
Il padre di Margherita, Roberto Hack, era un contabile di origini
svizzere e di religione protestante. La madre, Maria Luisa Poggesi,
toscana, era di religione cattolica e diplomata all'Accademia di
Belle Arti e miniaturista alla Galleria degli Uffizi.
Nel 1945 Margherita si è laureata in fisica con una tesi di astrofisica
sulle Cefeidi, realizzata sempre a Firenze presso l'osservatorio di
Arcetri quando ne era direttore Giorgio Abetti, che per lei restò
sempre un modello di scienziato, insegnante e gestore di un centro
di ricerca scientifica.
Il 19 febbraio 1944 sposò con cerimonia religiosa, nella chiesa di San Leonardo in Arcetri, Aldo De
Rosa.
Margherita è stata insegnante di astronomia all'Università di Trieste per circa 30 anni, dal 1964 al
1992, e collocata "fuori ruolo" per anzianità. E’ stata la prima donna a dirigere un osservatorio
astronomico in Italia, quello di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale.
Ha collaborato con numerosi osservatori europei e americani e anche con le agenzie spaziali ESA
e NASA.
Ha fondato nel 1978 la rivista bimensile "L'Astronomia" e scritto numerosi articoli e libri e ottenuto
moltissimi premi e riconoscimenti.
Ha diretto il "Centro Interuniversitario Regionale per l'Astrofisica e la Cosmologia" (CIRAC) di
Trieste e tenuto molte conferenze per diffondere le sue conoscenze di astronomia.
Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Trieste dal
1985 al 1991 e dal 1994 al 1997. È stata un membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei (socio
nazionale nella classe di scienze fisiche matematiche e naturali; categoria seconda: astronomia,
geodesia, geofisica e applicazioni).
A lei è dedicato un asteroide "8558 Hack".
Vera (Cooper) Rubin (1928- ), nata a Filadelfia da una famiglia
di immigrati ebrei. Il padre Philip Cooper era un ingegnere
elettrico nato a Vilnius in Lituania e la madre, Rose Applebaum,
era nata in Ucraina.
Rubin è il cognome del marito Robert.
Nel 1948 si laureò in astronomia al Vassar College e lavorò poi
alla Cornell University dove si dedicò principalmente allo studio
dei moti delle galassie scoprendo che le stelle che si trovavano
più esterne alla galassia si muovevano troppo rapidamente,
segno che ci doveva essere un'altra forza a noi invisibile che le
muoveva, scoprì quindi la materia oscura.
Sono numerose le sue pubblicazioni e i premi di riconoscimento
ottenuti.
Da ricordare è anche Valentina Vladimirovna Tereskova, nata in
Russia nel 1937. La sua infanzia fu difficile perchè perse i genitori nella
seconda guerra mondiale.
Si appassionò di paracadutismo e nel 1962 passò l'esame per diventare
cosmonauta.
E' stata la prima donna ad andare nello spazio (e rimanerci per 3
giorni), il 16 giugno 1963 con il Vostok 6. Ha ricevuto diverse
onorificenze e a lei è dedicata una valle lunare "valle Tereskova".
Beatrice Tinsley (1941-1981), nata a Chester (GB) ed emigrata in
Nuova Zelanda con la sua famiglia dopo la seconda guerra mondiale.
Sposò il fisico Brian Tinsley che le impedì di lavorare nell’università in cui
insegnava lui, a causa delle rigide restrizioni dell’epoca.
Nel 1978 diventò professoressa di astronomia all'università di Yale. I suoi
studi hanno dimostrato come le galassie si evolvono e quali popolazioni
di stelle ci sono al loro interno.
Il suo ultimo articolo scientifico fu pubblicato nel "Astrophysical Journal"
dieci giorni prima della sua morte.
Jocelin Bell Burnell (1943-), nata nell’Irlanda del nord.
Ottenne il dottorato all'università di Cambridge dove lavorò con un team di
altri scienziati (tra cui anche Hewish) per costruire un radiotelescopio per
lo studio dei quasar.
Scandagliando il cielo e ascoltando il rumore di fondo la Bell trovò un
segnale pulsante regolare: aveva scoperto una stella Pulsar.
Hewish si prese però il merito della scoperta e per questo gli fu perfino
assegnato il Premio Nobel.
La Bell ottenne comunque molti altri premi e ricevette molte lauree
Honoris Causa. Attualmente è professoressa all'università di Oxford.
Giovanna Tinetti nata a Torino nel 1972.
Laureata all'Università di Torino in Fisica teorica occupandosi di particelle
atomiche, si trasferisce ben presto al California Institute of Tecnology e
successivamente al Jet Propulsion Laboratory della Nasa.
Attualmente è professore ordinario di astrofisica allo University College
London, dove coordina un gruppo di ricerca sui pianeti extrasolari finanziato
dalla Royal Society e dall'European Research Council.
Nel 2011 ha vinto la medaglia Moseley dell'Istituto di Fisica per la scoperta
di acqua, metano e altre molecole nell'atmosfera di pianeti al di fuori del
sistema solare.
Nel 2013 è uscito il suo primo libro di divulgazione scientifica in italiano "I pianeti extrasolari" edito
dalla casa editrice "Il Mulino".
Ha pubblicato più di 100 articoli e libri scientifici ed è uno degli editori della rivista "Icarus" della
Società Astronomica Americana-Divisione Scienze Planetarie.
Il 14 maggio 2014 al Planetario di Milano, ha tenuto una interessante conferenza: "Alla scoperta di
nuovi mondi nella nostra galassia".
Nonostante la scarsa [se non assente] documentazione scritta nel campo della storia
dell’astronomia, lo studio dei documenti custoditi in diversi osservatori e università mostra che è
esistito un buon numero di donne che con il loro lavoro, retribuito o gratuito, hanno contribuito
in modo efficace alla concezione che noi oggi abbiamo dell’universo osservato.
Con questa presentazione si contribuisce ad aggiungere un tassello per costruire il passato
delle donne astronome che, come in altri ambiti del sapere, è poco conosciuto.
Ci siamo soffermate sui profili di 34 astronome eccezionali di differenti epoche e paesi e che
per il loro contributo all’avanzamento della scienza hanno meritato di uscire dall’anonimato e
avere uno spazio nella storia, molte ne rimangono da riscoprire e apprezzare per il loro lavoro e
il loro contributo.
Ringrazio tutte le donne che hanno avuto il coraggio di perseguire i loro desideri e i loro sogni,
con la costanza, la dedizione e l'esempio per le future generazioni.
Maria Rosa CAMPI
Un particolare ringraziamento al nostro Prof. Luigi FERIOLI per l'idea di questa presentazione.
Informazioni e foto attinte da vari siti di Astronomia e Wikipedia
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