ABSTRACT BOOK Presentazione II Congresso Nazionale FIMEUC Roma, 2930 novembre 2013 Cecchignola Scuola Sanità Militare I Professionisti della Emergenza quotidianamente sono impegnati a gestire il caos in ambito preOspedaliero ed Ospedaliero. La instabilità geofisica della nostra nazione ci impone, inoltre, l’elaborazione di modelli organizzativi Regionali e Nazionali in coerenza con i più recenti progetti Europei. I disastri, infatti sia di origine naturale che antropica causano gravi ripercussioni sulla salute pubblica, sia in termini di vite umane che di interruzioni di servizi essenziali per la popolazione colpita. Diventa sempre più urgente, pertanto l’esigenza di garantire una uniforme gestione dei Disastri nel contesto della Rete Nazionale della EmergenzaUrgenza. Il Convegno Nazionale FIMEUC 2013 affronta in questa direzione il tema delle Maxiemergenze nei suoi aspetti di Pianificazione, Gestione e Formazione. Le Strutture Sanitarie appartengono al gruppo dei “First Responder” e sono chiamate a garantire la più efficace risposta nell’ambito della “Rete della Emergenza”. Il Convegno nasce dall’esigenza di un confronto con tutte le professionalità in campo: SSN, Istituzioni, Sanità Militare, Gruppo Operativo Interforze, Difesa Civile, Volontariato per realizzare piani di “Continuità Operativa” in ambito sanitario e il passaggio dalla pianificazione al coordinamento delle attività in corso di Disastri. La formazione e l’addestramento del personale sanitario sono premessa indispensabile per garantire la piena attuazione dei Piani di Emergenza. La Task Force FIMEUC sulla gestione preospedaliera ed ospedaliera dei disastri (DiMFIT) si pone l’ obiettivo specifico di definire “Linee di Indirizzo Nazionali” per l’elaborazione di piani di emergenza, con particolare attenzione agli aspetti di coordinamento, comando, controllo, comunicazione, gestione delle risorse umane e materiali, sicurezza, gestione del rischio clinico e formazione. Il congresso sarà occasione di presentazione, discussione, confronto e condivisione delle linee di indirizzo proposte. Inoltre nel corso di formazione satellite, organizzato dalla Faculty FIMEUC, utilizzando gli ambienti, la tecnologia e gli scenari messi a disposizione dalla Scuola di Sanità Militare, sarà possibile verificare alcuni degli aspetti di pianificazione, simulando le fasi attuative e quella di coordinamento. In questa prospettiva il Congresso vuole essere una occasione di confronto tra tutti i soggetti coinvolti nelle grandi emergenze: Medici, Infermieri, Soccorritori, Volontari, Sanità Militare, per una partecipata e condivisa elaborazione di “Linee di Indirizzo Nazionali” sulla preparazione alla gestione dei disastri. Ci vediamo a Roma, con l’augurio di un incontro costruttivo e propositivo. Coordinamento Nazionale FIMEUC e Disaster FIMEUC Task Force Cinzia Barletta CONTROL OF COURSE TEMPERATURE IN MAJOR ORTHOPEDIC SURGERY AND NEUROTRAUMATOLOGY IN GERIATRIC PATIENTS USING LEVOBUPIVACAINE FOR SPINAL ANESTHESIA. 1) B. Amarisse, 2) B. Ciammitti, 3) M. Emanuelli, 4) V. A, Peduto ,5) D. Celleno 1) Department of Anaesthetics and Intensive Care, University of Perugia ( Terni); 2) U.O.C. ( Multi – speciality Department ) Anaesthetics and Intensive Care, University of Perugia (Terni); 3) Departiment of Anaesthetics and Intensive Care ,FBF Isola Tiberina Hospital Rome (Roma); 4) U.O.C. ( Multi – speciality Department ) Anaesthetics and Intensive Care, University of Perugia ( Perugia); 5) U.O.C. ( Multispeciality Department) Anesthetics intensive Care,FBF Isola Tiberina Hospital Rome ( Roma). A homogeneous sample of patients was selected for a randomised study: age (80 ± 0.5 years old),health status (ASA 1,2,3 ): Group A (n=25 patients men) was subjected to active cutaneous warming (at 38° C) and the infusion of liquid and/or blood heated to 37 °C. Gruppo B (n=25 patients women) did not receive either active cutaneous warming during the ntervention or the infusion of the liquids or blood intraoperationally. Monitoring of core temperature was done through a rectal probe, which began before subarachnoid anesthesia and was carried out successively every 15 minutes until the end of the operation, the thermometer bening calibrated with a temperature range of between 30°C and 40°C, with an accuracy of 0,1 °C. All procedures began at 8.00 a.m. and the operating theatre was maintained at between 21 °C and 23 °C with a humidity rate of between40% and 45%. The length of the operation was almost identical in both groups, average length being 75 minutes ± 10. No serious hypotensive events were recorded. No substantial haematic loss occurred .The central temperature decreased in both groups but by varying amounts: in Group A the average central temperature was 36 ° C; in Group B, the average central temperature was 35,5°C. Concerning the trend of central temperature in both groups, it became clear that decrease in temperature was directly related to intraoperational warming, the length of the intervention and haematic loss. It was highlighted that the initial average temperature of patients in both groups was stated at about 36,5°C, whereas the end result was that of a decrease in the central temperature to as little as 35,8 °C for Group A and as little as 34,8 °C for Group B. Suggested reading: Sessler DI. Current Concepts: Mild Perioperative Hypotermia. N Engl J Med June 1997; 336:173 L’ORGANIZZAZIONE DEI MATERIALI NELLE STRUTTURE CAMPALI PER LE MAXI EMERGENZE: L’ESPERIENZA DELL’ARES 1) C. Antinori, 2) E. Andreoli, 2) L.C. Calò, 3) S. Pacini, 4) M. Troiani, 2) B. Gabrielli, 2) M. Caroli 1) Dipartimento Prov.le ARPAM di AnconaServizo rifiuti suolo; 2) Ospedali Riuniti di Ancona Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza; 3) Ospedali Riuniti di Ancona Clinica di Anestesia e Rianimazione; 4) Ospedale S. Salvatore Tolentino Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza PPIPotes 118. Secondo le raccomandazioni OMS le strutture sanitarie campali in grado di fornire assistenza medica d'emergenza sono utili solo se raggiungono il luogo dell’evento nelle prime 24 ore dal disastro (PAHOWHO, 2003). Per tale realizzazione occorrono una notevole quantità di attrezzatura logisticosanitaria ed una tempistica elevata per preparazione, arrivo ed installazione (2010/481/UE, Euratom). Tali strutture devono partire entro 12 ore dalla chiamata, quindi l’organizzazione deve essere stabilita e condivisa in tempo di pace, sia per quanto riguarda la planimetria esterna, che il materiale utilizzato per allestire le tende. Quest’ultimo si distingue in diverse tipologie, in relazione al trattamento da effettuare e su questi presupposti l’ARES (Associazione Regionale per le Emergenze Sanitarie e Sociali)* ha ripreso la classificazione del materiale sanitario secondo i criteri adottati a livello internazionale dal D.M. 13/02/2001 (G.U. n. 81 6/04/2001) integrandola con ulteriori codicicolori (Tabella 1). Tabella 11: Materiale sanitario identificato da un codice e un colore La quantificazione del materiale è stata effettuata a partire dalle indicazioni delle linee guida europee per la gestione di 150 pazienti al giorno, di cui 50 gravi e 100 non gravi, per un’autonomia di 3 giorni. Ogni tenda necessita di una specifica quantità e tipologia di materiale, per cui è stato creato un database su file Excel, dove è riportato il quantitativo di ogni singolo materiale per ogni tenda. Il materiale viene classificato attraverso nome, codice/colore, consumabilità, scadenza e localizzazione nel deposito. Il database viene costantemente aggiornato e revisionato in base a scadenze del materiale consumabile, innovazioni e modifiche alla struttura campale (tipologia/destinazione tende). La preparazione del materiale per la pronta partenza consiste nell’inserimento in casse metalliche a tenuta stagna modello Zarges 470 di diverse dimensioni (Figura 1). Figura 1: Alcuni modelli delle casse alluminio (da sinistra piccola750x550x380, media750x550x580 e grande1150x750x480) Il quantitativo di materiale da inserire nelle casse è standardizzato e suddiviso per tipologia. L’interno di ogni cassa è stato ulteriormente suddiviso con cassetti scorrevoli di più facile impiego (Figura 2). Figura 2: casse pronte alla partenza e con cassetti scorrevoli Al fine di facilitare e velocizzare il posizionamento delle singole casse all’interno della tenda ognuna deve avere: a. Un’etichetta esterna ed impermeabile con indicato (Figura 3): logo di appartenenza; peso; codice materiale; numero cassa (numerazione crescente per ogni codice colore); destinazione tenda. Figura 3: etichetta esterna cassa b. Una lista del materiale contenuto con indicato (Figura 4): tenda destinazione; numero cassa; tipologia materiale (codice colore); nome materiale; scadenza; quantità. - Fig. 41: lista materiale sanitario interno alle casse *Per maggiori informazioni visitare il sito www.ares italia.org radiological images and a logic processor integrating information on the casualty evolutionary progress. This last part is responsible for calculating the appropriate laboratory results and images according to the clinical conditions of the simulated patients. Integration with actors impersonating casualties is done through radiofrequency identification (RFID) tags which allows the system to know which casualty reached which hospital in multihospital drills. The imagining system includes both images and radiologist report related to each image. They can be produced automatically and a radiologist in the emergency department, can review images provided by the system and type in reports that then are included in the system. Both the number of request and the average turnaround time for each exam in each hospital are calculated and logged. We tested this system during a multiple hospital 100 casualties real size drill lasting five hours. Results: No usability issues arose from the user evaluation. All the casualties were correctly admitted to the proper hospital for exams request via RFID tracking. Table 1 presents the number of exams requested and the average turnaround time for each exam. Hospital 1 Hospital 2 Request Request Count: Time: Count: Time: http://crimedim.med.unipmn.it Name: Complete Blood Count Clotting Biochemistry Cardiac markers Arterial Blood Gas Xray CT Scan Ultrasound Electrocardiography Intro: Radiological studies and basic emergency laboratory test are of very high importance for the management of hospital patients. However it is well known that during mass casualty events and disasters they can create a significant bottleneck to the emergency department and hospital patient flow. Methods: We designed and implemented an online tool to be used during full scale hospital mass casualty drills faithfully simulating an online radiology and laboratory requests and results system called Virtual Laboratory and Imaging (VLI). It is composed of a basic user interface used to request and consult laboratory exams and radiological studies, a database containing all the casualty details and related Table 1 legend: Aggregated count of laboratory and radiology tests according to hospital and relative execution time according to the relative number of requests. Conclusion: VLI resulted an easy to use, user friendly virtual laboratory and imagining system. It allowed to point out, in real time, bottlenecks during the exercise, that could be explored in depth during the debriefing. In particular the massive use of CT scan in the hospitals resulted as the main bottleneck related to imaging and laboratory during our exercise. According to the number of CT requests and the average time of execution, it is clear that many of them were requested and queued but never executed with possible detrimental effect for the VIRTUAL RADIOLOGY AND LABORATORY: A TOOL FOR HOSPITAL MASS CASUALTY TRAINING Carenzo L, Colombo D, Ingrassia PL, Ragazzoni L, Della Corte F CRIMEDIM Research Center in Disaster and Emergency Medicine, Università del Piemonte Orientale "A. Avogadro" Novara, Italy 4 4 4 1 1 15 23 2 0 30 min 45 min 35 min 35 min 3 min 7 min 38 min 7 min 1 2 2 2 2 5 5 0 0 25 min 40 min 35 min 35 min 5 min 5 min 29 min casualties and thus lowering the overall simulation performance. Moreover VLI increases the realism of the exercise by offering a tool to simulate an aspect of clinical practice that would otherwise be absent in hospital based drills. Scheda di Triage preospedalero PLS/SAP attiva in paesi europei IIb Trasporto prioritario III Attesa possibile IV Attesa necessaria (poiché la situazione al momento non consente un trattamento individuale standard mediante ricovero di elezione) La ripetizione del suddetto triage permette di modificare i parametri di diagnosi e trattamento se l’evoluzione lo indica. x x x G. Ciccone – già direttore PS AO di Lodi – membro Commissione SIMEU per i rapporti con l’Europa Il Trauma Maggiore o POLITRAUMA *E’ utilizzata in casi di maxiemergenze e disastri collettivi: in casi di attivazione di Grande Noria e Piccola Noria, in particolare. Trattasi di un sistema di identificazione delle vittime e della loro documentazione medica sulla scena e lungo il percorso fino al ricovero. PLS ovvero PatientenLeitSystem; SAP ovvero Système d’Acheminement des Patients. *E’ in materiale plastico resistente all’acqua ed a liquidi biologici. Presenta tre sezioni: la prima, la maggiore, destinata all’ospedale di ricovero, è una tasca contenente documentazione, la seconda e la terza, staccabili, sono destinate alla polizia ed al team della protezione civile. Sulle loro superfici vi sono pittogrammi da utilizzare per rilievi clinici e per provvedimenti; più precisamente la faccia anteriore è dedicata ai rilievi clinici ed al triage, quella posteriore al trattamento eseguito. *Nella tasca sono allegati 1 una serie di etichette autoadesive con il numero di riconoscimento del paziente: sono applicabili su ogni sua pertinenza, anche su effetti personali; 2 – un cartoncino di colore rosa ove è possibile trascrivere i dati del paziente (protocollo di identificazione), dinamica dell’evento e quant’altro; 3 – un cartoncino giallo URGENT PRE-TRIAGE viene utilizzato esclusivamente in caso di compromissione dei parametri vitali con immediato pericolo di vita. In tal caso l’urgenza è tale da esonerare da qualsiasi approfondimento diagnostico sul luogo del disastro. Viceversa viene utilizzata solo la PLS; 4 – un modulo di colore bianco può essere utilizzato per il followup in itinere fino al ricovero L’utilizzo del corredo 2 e 4 è facoltativo *Le categorie di Triage indicate sulla faccia anteriore del PLS: x x I Trattamento immediato sul luogo dell’evento IIa Trasporto immediato G. Di Rosa, infermiere MCAU Ospedale Maggiore – Modica ASP Ragusa. Il Trauma Maggiore o Politrauma, nei paesi occidentali è la principale causa di morte nei soggetti di età inferiore ai 45 anni e causa di invalidità permanente in un numero ancora maggiore di casi. Costituisce un evento di frequente riscontro e di grande impegno professionale, sia medico sia infermieristico. Il lavoro di team implica il coinvolgimento, nel trattamento del Paziente traumatizzato, di molte figure professionali e la gestione di un eventuale trasferimento del paziente al trauma center di riferimento. Obiettivo: questo lavoro vuole evidenziare la flessibilità di modelli organizzativi possibili nella gestione ottimale del paziente politraumatizzato e quali siano i bisogni di formazione specifici per gli operatori sanitari direttamente coinvolti. Strumenti e metodi: lo studio è stato condotto comparando linee guida e dati di letteratura relativi al paziente traumatizzato ed i protocolli di gestione messi in atto nel nostro presidio ospedaliero. Risultati: questo lavoro termina con la proposta della necessità/utilità che qualsiasi Pronto Soccorso si doti di un Protocollo sulla gestione del Paziente politraumatizzato, ponendo particolare attenzione alla diffusione dello stesso al fine di realizzare una maggiore collaborazione tra operatori sanitari afferenti a U.O. diverse ma egualmente coinvolti, una pianificazione preventiva che consenta nell’emergenza un coordinamento in parte precostituito e sottolinea l’importanza della formazione di tutti gli operatori, con particolare attenzione al personale medicoinfermieristico e di supporto del DEA. IL BENCHMARKING E LA VALIDITA’ DEL SAFETY WALK ROUND IN DIPARTIMENTO DI EMERGENZA V.R.Iulianella., Asl 1 Abruzzo –Avezzano –L’Aquila Dipartimento di Emergenza Urgenza Ospedale S,Filippo e Nicola Avezzano Pronto SoccorsoEmergency Project Work Il progetto ha l’obiettivo di sperimentare ed applicare il modello del Safety Walk Round come strumento di Benchmarking sulla Unità Operativa Complessa o Servizio ad alta complessità Assistenziale del Dipartimento di Emergenza –EmergencyPronto Soccorso. IL Safety Walk Round(SWR) è ancora poco conosciuto ed utilizzato in Italia. Sono state effettuate sperimentazioni di applicazione del Safety Walk Round in alcune Unita’ Operative di degenza ospedaliera(Levati) ed ambiti di residenza assistenziali territoriali(Perin D.), non sono riportate in letteratura sperimentazioni in Emergency Pronto Soccorso. Il Ministero della Salute nell’anno 2012 ha emanato Raccomandazioni e progettato seminari per la divulgazione e l’analisi del confronto dei risultati sul Safety Walk Round allo scopo di individuare strumenti idonei di valutazione per i processi assistenziali e per la prevenzione degli eventi avversi in Sanità a garanzia della Sicurezza dei pazienti(Albolino S.). Il Ministero della Salute ha individuato il Safety Walk Round (SWR)come valido metodo e strumento di applicazione per i Sistemi Sanitari.(Dipartimento e Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute,2012.) Le Regioni risultano con la riforma bis della Sanità titolari della funzione legislativa ed amministrativa in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera in particolare per le linee di Organizzazione dei Servizi Sanitari. La Regione Abruzzo insiste, in uno dei Punti della Mappa Strategica, sulla rimodulazione , sulla razionalizzazione ed organizzazione dei processi interni per migliorare la appropriatezza e sicurezza dei processi produttivi tramite azioni, programmi e progetti di studio sperimentali, orientati a definire le caratteristiche e la sostenibilità di nuove forme assistenziali(Carta dei Servizi Regione Abruzzo 2011 2013). Il bisogno di nuove capacità organizzative indica nel Benchmarking lo strumento per la innovazione ed il miglioramento della organizzazione sanitaria per il raggiungimento della maggiore BEST PRACTICE o PERFORMANCESANITARIA.(SargiacomoM.) Il Benchmarking nella innovazione può avvalersi ed utilizzare una Piattaforma di Appoggio di Sicurezza su cui incamminarsi quale il SAFETY WALK ROUND. Che cos’e il Safety Walk Round? IL SAFETY WALK ROUND (SWR) è uno strumento PROATTIVO di CONTROLLO che AGISCE sulle ORGANIZZAZIONI AZIENDALI, MODULATO PER LA OTTIMIZZAZIONE E LA IMPLEMENTAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI, SULLE ANALISI DEI RISCHI DELLE ORGANIZZAZIONI SANITARIE ED INTRODUZIONE di CORRETTIVI E MIGLIORAMENTI CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA RIDUZIONE DEI COSTI ECONOMICI Come si modula il Safety Walk Round? Il Safety Walk Round(SWR) consiste in: GIRO per la Sicurezza del paziente (GISO), Giro Interno Sicurezza Organizzazione. Il GISO e’ effettuato da un Gruppo o numero limitato (massimo 5) di designati dirigenti sanitari. Il Personale del GISO nel corso del Giro effettua interviste agli operatori sanitari ed ai pazienti, identifica i fattori di rischio presenti o futuri, che potenzialmente potrebbero contribuire e palesare eventi avversi ed individua misure da adottare per la loro riduzione o eliminazione , effettua inoltre supervisione con controllo, ed adotta misure preventive ed operative, partecipando alla risoluzione dei problemi. Le interviste verranno effettuate agli operatori in anonimato utlizzando domande secondo le categorie e la tassonomia di Vincent. Obiettivo del Safety Walk Round L’obiettivo del SWR comporta un percorso di sensibilizzazione, di introduzione e di inglobazione di una cultura della responsabilizzazione della PRODUZIONE , associata alla Educazione Formativa che miri alla Qualità massima con meno risorse e meno sprechi con raggiungimento dell’obiettivo strategico del 2013 che riguarda lo Spending review.(Atti di Indirizzo Ministero della Salute ,anno 2013) con la attuazione della Prevenzione e ComunicazioneRilancio della Ricerca Sanitaria Politiche Sanitarie InternazionaliPromozione della Qualità della Assistenza SanitariaPolitiche per l’Efficienza Gestionale – L’EFFICIENZA GESTIONALE può impiegare il SWR nel BENCHMARKING Interno Il BENCHMARKING Il Benchmarking interno si avvale del confronto tra INDICATORI di PERFORMANCE e di PROCESSI per una BEST PRACTICE; Permette un miglioramento continuo ed una accurata misurazione dei processi confrontando i processi interni di una organizzazione con le pratiche di maggiore successo riscontrate. Permette di confrontarsi con i punti di forza ed i punti di debolezza o di minacce latenti o silenti. Il Benchmarking ha utilità per la scelta delle STRATEGIE AZIENDALI, LA REINGEGNERIZZAZIONE dei PROCESSI AZIENDALE, LO SVILUPPO DEI PROCESSI DI MIGLIORAMENTO AZIENDALI. IN SANITÀ L’OUTCOME È L’INDICATORE DECISIVO PER LA DEFINIZIONE DELLA QUALITA’ COSTITUENDO ANCHE UNA VERA SFIDA A CUI ARRIVARE PER UN SISTEMA SANITARIO DI ECCELLENZA . IL GISO Il GISO attraverso il SAFETY WALK ROUND e’ un METODO di SICUREZZA CHE OFFRE UNA PIATTAFORMA SU CUI CAMMINARE PER IL MIGLIORAMENTO DELLA ORGANIZZAZIONE E PER LA PIANIFICARE DEL LAVORO ALL’INTERNO DELLE STRUTTURE SANITARIE. INDICATO ALTAMENTE COME METODO di MINIMO COSTO MA CON VALENZA PRODUTTIVA di ALTO LIVELLO CHE INDUCE LA STESSA ORGANIZZAZIONE SANITARIA ALLA REINGEGNERIZZA ZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI, ADOTTANDO METODI di CONTROLLO CHE INFLUISCONO SUL RISK MANAGEMENT, CON RIDUZIONE DEI COSTI SANITARI E MIGLIORE PERFORMANCE CON RISULTATO di OUTCOME di QUALITA’, VERO OBIETTIVO DEL SISTEMA SANITARIO , MIRANDO ALL’OBIETTIVO di UN SISTEMA BLINDATO IN SICUREZZA PER IL RISULTATO MASSIMO di PRODUZIONE ATTRAVERSO LA SPENDING REVIEW. La caratteristica del metodo consiste nel coinvolgimento diretto degli operatori sanitari, rafforzando il loro senso di appartenenza ad una organizzazione sanitaria che miri ad una MISSION o Vision comune , partecipata verso il centro comune dell’oggetto di lavoro che rappresenta un Valore intangibile, e che attraverso le forme di analisi nella valutazione dei progetti in materia sanitaria come la Cost effectiveness analysis o analisi costiefficacia e la CostUtility analysis o analisi CostiUtilità per la salute possa generare una nuova cultura di responsabilità che generi valori economici utili per la visione globale di una sana economia in un paese civile. I valori intangibili sono quelle risorse costituite da capitale intellettuale, organizzazione e posizionamento sul mercato che concorrono alla efficienza del processo e non sono trasferibili ovvero non vendibili autonomamente, equivale al Valore Atteso dall’impiego delle risorse aziendali, normalmente pari alla capitalizzazione dell’utile sperato dall’impiego delle risorse intangibili, indipendentemente dalla spesa sanitaria od in sua aggiunta per acquistarle o usarle (D’Andreamatteo A.Zappi A.) La Cost Effectiveness Analysis consiste nel valutare per ciascuna alternativa il rapporto tra unità di prodotto ed i costi di produzione. Essa consente ad esempio di determinare il numero di vite salvate da un certo progetto per unità di capitale investito.(Colantonio E.) L’analisi CostiBenefici per beni privi di mercato come l’allungamento della vita e la migliore qualità di essa, potrebbero derivare da nuove tecnologie sanitarie od anche dall’applicazione di un sistema rigido di controllo con la verifica della Clinical Governance nei processi assistenziali e la mitigazione di fattori produttivi inefficaci , pericolosi o lesivi. La maggiore domanda di salute in particolar modo richiesta negli ultimi anni alle Strutture di Emergenza Urgenza focalizza l’attenzione del Responsabile tecnicogestionale e del Responsabile Politico sulla valutazione della siffatta domanda di salute con la reale attribuzione ad esso di un valore economico come quello per beni o benefici privi di mercato che si basano solitamente sulla conoscenza o la survey della disponibilità a pagare dei singoli individui per ottenere quel Bene(Willingness To Pay, WTP). Poiché il paziente ed il bene Salute rappresentano gli attori principali su cui ruota il meccanismo organizzativo strutturale e clinico della Sanità, l’obiettivo strategico del futuro sarà quello di creare percorsi più efficienti intorno al paziente fulcro dell’attività produttiva sanitaria. Il termine cliente – utente ha sostituito quello di paziente con l’intento di convalidare anche nominalmente la graduale evoluzione di un rapporto istituzionale tra un Ente erogatore di un servizio pubblico ed il cittadino utente.La visione e la missione di una azienda sanitaria moderna mira alla centralità della persona e della dignità umana, eccellenza della professionalità, rispetto dell’etica professionale, impegno per una cultura di partecipazione nella organizzazione sanitaria. La Organizzazione viene considerata come sistema sociotecnico dove aspetto tecnico e umano sono interdipendenti e si influenzano, la efficacia della Organizzazione è determinata dalla integrazione dei suddetti sistemi (Zappi A.) La produttività è il rapporto tra i fattori della produzione ovvero le risorse utilizzate direttamente ed indirettamente ed i risultati ottenuti. Il risultato delle attività produttive iniziali ed intermedie sono alla base del percorso assistenziale di cura che porta all’OUTCOME, che comprende non solo l’esito della malattia ma anche altri elementi quali il recupero della funzionalità, la riabilitazione, e la prevenzione degli esiti invalidanti od infausti. L’OUTCOME RESEARCH, e’ in fase di studio ed è alla base dei sistemi per il miglioramento continuo e la ricerca della BestPractice attraverso il Benchmarking che risponde ad una logica di programmazione e controllo, che considera gli esiti derivanti dalla misurazione dell’outcome come un ruolo fondamentale nell’indirizzo manageriale della Azienda Sanitaria. Basandosi sugli outputs derivanti dal Benchmarking, delimitando i Gaps e fissando i Benchmark, ci si può indirizzare e ci si proietta verso livelli futuri di Perfomance. L’Outcome nei servizi ad alta complessità assistenziale quali i Pronto Soccorso Emergency, derivano dalle varie fasi di attività produttiva , partendo dalla presa in carico del paziente nel primo soccorso attraverso la Golden Hour , fino alla stabilizzazione in emergenza. La principale finalità del Servizio di Emergency è quella di garantire l’efficacia e l’appropriatezza delle cure, utilizzando al meglio le risorse disponibili, considerando peraltro che una prestazione richiesta al Pronto Soccorso difficilmente può essere considerata costituzionalmente a priori non “essenziale” o non “urgente” (Rebba V.). La Direttiva del Ministero della Salute 2013 tenta di creare un Servizio Sanitario di Qualità e di Eccellenza all’interno della Comunità Europea, tale da attirare la utenza di altri stati membri per avere un ritorno economico (in caso di cure inadeguate,di prestazioni e prestatori di strutture o di tecnologie inadeguate, non solo vi sarebbe un aumento di numero di reclami o ricorsi con un danno emergente, ma anche un passività economica da recuperare per la maggiore richiesta di cure all’estero). Tra gli atti di indirizzo si attua la Promozione della Qualità dell’assistenza sanitaria ponendo rilievo a costi e fabbisogni standard con l’azione di implementazione nel 2013 “ ai fini attuativi del Patto della Salute, nuovi indicatori e strumenti innovativi per la ottimizzazione in termini di costo/beneficio delle prestazioni sanitarie tramite individuazione di Outcome esiti di cura delle malattie al fine di effettuare un confronto tra le diverse Regioni e di individuare un ulteriore macrolivello di assistenza da inserire nella ripartizione del fabbisogno di salute che sia strettamente legato alla EmergenzaUrgenza da inserire tra le offerte di assistenza ospedaliera e distrettuale. A tale scopo e’ necessario costruire nell’ambito della razionalizzazione della spesa sanitaria un processo capace di creare modelli e diffondere le migliori pratiche, sviluppando modelli organizzativi e gestionali innovativi per il funzionamento delle strutture e predisporre piani per il miglioramento dei servizi erogati e per l’uso ottimale delle risorse.(Ministero della Salute –Atti di indirizzo 2013) In questo senso occorre una rivisitazione dei processi clinico tecnico assistenziali utilizzando le risorse disponibili per arrivare ad una Best Practice attraverso il Benchmarking e la sperimentazione ed applicazione del Modello Organizzativo Gestionale del Safety WalkRound . Il Safety Walk Round si presenta di basso costo e di facile applicabilità , ma con il suo sistema di analisi e di controllo con identificazione della vulnerabilità del sistema si classifica il metodo proattivo migliore che la organizzazione sanitaria possa intendere utilizzare sul piano della Sicurezza e della qualità, soprattutto nei sistemi ad alta complessità assistenziale quali il Dipartimento di Emergenza Urgenza Pronto Soccorso – Emergency Bibliografia: 1) Albolino S., Toccafondi G., Tartaglia R., Safety walkround esperienze regionali a confronto., Seminario. Ministero della Salute, 2012 2) D’Andreamatteo A., La cultura organizzativa. I simboli e le dinamiche culturali nel governo dell’azienda, Aracne, 2008 3) Levati A., Amato S., Adriario E., De Flaviis C., Delia C., Petrini F., Bevilacqua L., Safety Walkround as a risk assessment tool: The first Italian experience Ig, Sanità Pubbl. MayJune; 65(3):22740., 2009 4) Paris D., Il ruolo delle Regioni nell’organizzazione dei servizi sanitari e sociali a sei anni dalla riforma del TitoloV; ripartizioni delle competenze ed attuazione del principio di sussidiaretà., Le Regioni, 983, ss., 2007 5) Perin D., Sperimentazione del Safety Walk Round per l’identificazione dei rischi in RSA., 2008 6) Sargiacomo M., Benchmarking in Italy: The first case study on personell motivation and satisfaction in a Health Businnes., Total Quality Management., 13:4,489505., 2002 7) Sharti., gruppo rischio clinico. Studio multicentrico sull’impiego della tecnica del Safety Walk Round in terapia intensive., 2007 Il ruolo del Medico di Medicina Generale nelle Maxiemergenze: l’esempio del sisma del 2012 nella “bassa modenese”. 1 2 3 4 C. Curatola , F. Giusti , R.De Gesu , V.M. Magro , L.De 5 3 3 3 3 Luca , C. Piancone , N. D’Autilia , D. Novi , N. Borelli , S. 6 Toscani 1 Medico in Formazione Specifica per la Medicina Generale, 2 Regione Emilia Romagna, Medico d’Emergenza 3 4 Territoriale, MMG AUSL Modena, Medico formato in 5 Medicina Generale, Regione Lazio, Direttore Cure Primarie 6 AUSL Modena, Responsabile Pronto Soccorso Ospedale Mirandola. Introduzione. Il sisma del maggio 2012 ha interessato l’EmiliaRomagna provocando 27 vittime, 350 feriti e danni ingenti agli ospedali territoriali, compromettendone l’agibilità. Il metodo di decentramento delle cure ha visto i Medici di Medicina Generale (MMG), quelli in Formazione Specifica, la Continuità Assistenziale, i Pediatri di Famiglia, i Medici di Emergenza Territoriale e gli infermieri operanti in “Tende Mediche” allestite dalla Protezione Civile ed attive H24 nei paesi dell’epicentro. Materiali e Metodi. Sono stati esaminati gli accessi alle Tende Mediche operanti nei comuni di San Felice sul Panaro e Massa Finalese. Gli accessi sono stati catalogati per patologia in internistici, traumatologici e psichiatrici e ulteriormente suddivisi in medico, medico infermieristico o infermieristico. Considerati a parte gli interventi verso la popolazione pediatrica. Risultati. Sono stati esaminati 1219 casi provenienti da Massa Finalese (753) e da San Felice Sul Panaro (466). La prevalenza delle patologie internistiche è stata rispettivamente del 66% e 68%, con una tipologia di intervento prevalentemente medica (66% e 58%). Il 29% degli interventi classificati come internistici ed il 13% di quelli traumatologici di Massa Finalese riguardavano soggetti con età inferiore a 14 anni;lo stesso tipo di popolazione a San Felice sul Panaro aveva richiesto il 21% degli accessi internistici ed il 6% di quelli traumatologici. La percentuale di pazienti inviati in Pronto Soccorso dalle Tende Mediche di Massa Finalese e’ stata del 4,7%, inferiore ad 1/20 degli accessi; la quota per quanto riguarda le postazioni di Massa Finalese era del 9,8%, meno di 1/10 del totale degli accessi. Conclusioni. L'impegno dei professionisti delle Cure Primarie nell'assistere la popolazione colpita è stato massimo, rispondendo alle esigenze di Salute secondo il modello “biopsico sociale”. E’ stata anche svolta una funzione di filtro per l'accesso alle cure di secondo livello: tale compito, già evidenziatosi dopo il sisma in Abruzzo, porta alla ridefinizione del ruolo del MMG nei percorsi riguardanti le grandi emergenze, con configurazione dei “Posti di Assistenza Socio Sanitaria” (“PASS”, già istituzionalizzati da una Direttiva del Consiglio dei Ministri emanata dopo il terremoto dell’Abruzzo), consolidando una significativa connessione tra la figura del MMG e la Protezione civile. Lo studio descritto esalta il ruolo ed il grande impegno dei professionisti delle Cure Primarie. C.I.S.O.M (Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta) E MAXIEMERGENZE. L’ESPRIENZA DEL GRUPPO DI MATERA. Autori: 1) inf Salvatore Pellegrini; 2) dr C.Sinno; 3) dr M.Maragno 1)Capo gruppo CISOMMATERA; 2)Direttore PSMatera; 3)Dir. Medico e responsabile OBIPSMatera. Il C.I.S.O.M. nasce il 24 giugno 1970 e fonda le proprie basi sul volontariato. Composto da più di 70 Gruppi, opera su tutto il territorio nazionale, per un totale di circa 1800 volontari con a capo un Direttore Nazionale, un Vice Direttore Nazionale e un Segretario Nazionale. Suddiviso, solo per motivi organizzativi, in tre grosse Aree: Nord, Centro e Sud. Svolge, con proprio personale e con mezzi propri o con mezzi posti a disposizione dalle autorità competenti, attività di previsione, prevenzione, soccorso ed assistenza per il ripristino delle normali condizioni di vita nei periodi successivi ad eventi calamitosi; Svolge attività di emergenza,di primo soccorso e di pronto soccorso nel settore sanitario avvalendosi di volontari medici, infermieri e soccorritori; Istituisce posti di primo e pronto soccorso sanitario, sia direttamente che per conto di Enti pubblici o privati; Svolge attività informative e formative rivolte ai propri aderenti e alla cittadinanza sui temi di protezione civile in generale e su materie specifiche;Svolge attività addestrative sia in relazione alle proprie esigenze, sia nell’ambito delle pianificazioni nazionali relative a particolari situazioni di rischio. Il gruppo di Matera è composto da un capogruppo, da medici, infermieri,psicologi, un assistente spirituale e soccorritori formati e addestrati all’uso del BLSD e PBSLD. E’ intervenuto in supporto a popolazioni colpite da calamità naturali: campi di San Felice d’Ocre e Poggio Roio ( terremoto dell’Aquila); ha garantito assistenza sanitaria (PMA), psicologica dopo il terremoto di Haiti e ha effettuato attività ambulatoriale, riabilitativa, interventi chirurgici ortopedici e ginecologici gestendo l’ospedale da campo con 12 posti letto nei campi di Loganne e Darbonne; ha svolto attività di soccorso in mare a Lampedusa; ha gestito un campo di extracomunitari a Bonporto (Mo). DISCUSSIONE Grafico 1 maxincidente: si riporta solo parzialmente la curva del triage che mostra l’arrivo dei 5 politraumi 20 min. dopo l’allertamento del PS da parte del 118. La freccia nera (entrambi i grafici) alle ore +2, indica la disattivazione del PEIMAF. MAXIEMERGENZAOVERCROWDING REGGIO EMILIA 1) F. Marino; 2) S. Badiali; 3) A. Gabrieli; 4) E. Vitali 1) Dipartimento Chirurgie Specialistiche Piastra Operatoria AOUI S.Anna Ferrara; 2) Dipartimento Emergenza AUSL Bologna; 3) Dipartimento di Anestesia e Terapia Intensiva AOUI Verona; 4) Pronto Soccorso e Med. d’Urgenza AOUI S.Anna Ferrara. OBIETTIVO Analizzare la risposta sanitaria, con attivazione PEIMAF, del Pronto Soccorso della Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia per due eventi di maxiemergenza: incidente stradale 2010 e overcrowding 2012. Le risposte sono state confrontate con la rispettiva attività media di base e l’organizzazione PEIMAF per verificare se le soluzioni adottate siano state coerenti alle circostanze. MATERIALI E METODI Revisione della letteratura internazionale su PubMed per MeSH terms. Analisi retrospettiva per gli eventi. Dati elaborati per 122 utenti (incidente) e 185 (overcrowding): orari di triagetrattamento dimissione; codici di priorità; dati di attività media del Pronto Soccorso. RISULTATI 1. Incidente stradale (grafico 1): PEIMAF livello 1 (4 cod rossi, 5 gialli). Dimostrato aumento delle risorse per il trattamento dei politraumi; blocco dei codici verdi in attesa; dimostrato aumento delle dimissioni per diminuire il carico di lavoro nell’area trattamento 2. Overcrowding: (grafico 2) PEIMAF livello 2 (6 cod rossi, 8 gialli) e impossibilità di ricovero per mancanza di posti letto. Dimostrato aumento delle dimissioni per diminuire il carico di lavoro nell’area trattamento. L’attivazione PEIMAF ha permesso il ripristino della ricettività ospedaliera di reparto in circa due ore, e la miglior assistenza ai codici rossi e gialli. Il grafico 1 esprime chiaramente l’opposto andamento tra il triage dei pazienti evento e il trattamento: tutte le risorse sono state indirizzate alle 2 shock room e il blocco della presa in carico dei codici di gravità minore hanno determinato una netta diminuzione del numero di pazienti trattati/tempo. Si evidenzia piuttosto un aumento delle dimissioni, il cui razionale è diminuire il carico assistenziale in gestione. Grafico 2 Overcrowding: il risultato più importante dell’azione del PEIMAF, non si ritrova nella curva del trattamento, che rimane stazionaria, piuttosto su quella della dimissione, indice di un’azione mirata a diminuire il carico di pazienti in trattamento, per garantire più risorse ai codici ad alta priorità. L’attivazione PEIMAF ha permesso il ripristino della ricettività ospedaliera di reparto in circa due ore, e la miglior assistenza ai codici rossi e gialli. In entrambi i casi, la riorganizzazione delle risorse, l’attivazione di personale reperibile e quanto stabilito dal PEIMAF, in base al livello organizzativo e di complessità di attivazione, determina una concentrazione maggiore di risorse per i pazienti ad alta criticità ed un modico ritardo per utenti a bassa e media. La strutturazione “plastica” di un Piano per Massiccio Afflusso di Feriti (PEIMAF) e l’adeguata formazione del personale sanitario, permette una risposta assistenziale qualiquantitativa appropriata e razionale all’evento destabilizzante. NATIONWIDE PROGRAM OF EDUCATION FOR UNDERGRADUATES IN THE FIELD OF DISASTER MEDICINE: THE DEVELOPMENT OF A BASIC CORE CURRICULUM CENTERED ON BLENDED LEARNING AND SIMULATION TOOLS. 1) L Ragazzoni, 1) PL Ingrassia, 1) M Tengattini, 1) L Carenzo, 1) F Della Corte. 1) CRIMEDIM Research Center in Emergency and Disaster Medicine. Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro” – Novara – Italy. In recent years, valid examples have been established as effective models of disaster medicine curriculum for medical school. However, only a small percentage of medical schools worldwide have considered at least some basic disaster medicine teaching in their study program. In Italy, disaster medicine has not yet been included in the medical school curriculum. Perceiving the lack of a specific course on disaster medicine, the Italian medical students' association, contacted the research center CRIMEDIM with a proposal for a nationwide program in this field. Six modules (introduction to disaster medicine; pre hospital disaster management; definition of triage; characteristics of hospital disaster plans; treatment of the health consequences of different disasters; and presentation of past disasters) delivered using an e learning platform and a 12hour classroom session, which involved problembased learning activities, tabletop exercises and a computerized simulation, were designed as a framework for a basic disaster medicine curriculum. From January 2011 to May 2013, 21 editions of the course in 21 different medical schools were delivered and 524 students attended the course. The blended approach and the use of simulation tools were thoroughly appreciated by all participants and successfully increased participants’ knowledge and awareness of disaster medicine. The authors reported on the designing process and the initial outcomes with respect to learners' achievements and satisfaction of a one month educational course on the fundamentals of disaster medicine. This experience might represent a valid and innovative solution for a basic and lithe disaster medicine curriculum for medical students, easily deliverable by all medical schools. EFFECTIVENESS OF THE ROLE OF MOCK VICTIM IN LIVE SIMULATION OF MASS CASUALTY INCIDENT: THE PERCEPTION OF MEDICAL STUDENTS. 1) L Ragazzoni, 1) PL Ingrassia, 1) L Carenzo, 1) F Della Corte. 1) CRIMEDIM Research Center in Emergency and Disaster Medicine. Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro” – Novara – Italy. Background: The live exercise is a well recognized tool for educational, training and evaluative purposes. It is a unique opportunity to evaluate policies and guidelines; to train personnel in emergency and crisis roles; and to test plans and procedures and eventually improve them. Mock victims play a key role having an impact on exercise’s realism and its efficacy. Considering the event as an educational purpose for mock victims, we ran a complementary course for medical students about live simulation of mass casualty incident (MCI) and trained them in performing as smart victims. We explored how medical students perceived their knowledge of disaster management before and after the simulation and their need in disaster education. Selfevaluation of the educational module was also carried out. Methods: A 9items questionnaire rated on a 10 point Likert scale was delivered to medical students before and after the live simulation. The survey contained 3 demographic and 6 parallel items designated to measure the perception of baseline knowledge of the medical rescue chain in MCI, the expectation for the efficacy in acquisition of disaster management knowledge trough the participation as smart victim and the confidence with the “learning by doing” teaching methodology. Three additional questions were included in the postevent questionnaire to evaluate also participants’ satisfaction with the simulation and the whole course. To assure confidentiality, students submitted surveys anonymously. The data were analyzed for statistical significance of preintervention to post intervention change using the MannWhitney test. Results: 112 and 102 medical students completed preevent and postevent survey respectively. Demographics are listed in Table 1. Before the exercise, students scored their level of knowledge of medical rescue chain in disaster and crises 6,05 [SD 1,69] and 7,07 [SD 1,25] (P < .001) after the live simulation. The efficacy of participating in live simulation to increase the knowledge of MCI management was rated in the same way in pre and postsimulation questionnaire (7,52 [SD 1,38], 7,64 [SD 1,31] respectively). The students perception of importance of disaster medicine was graded identically in pre and postsimulation questionnaire (8,45 [SD 1,16], 8,43 [SD 1,04] respectively). There were statistically significant changes in the student comfort perception about their feeling as a mock victim which increased from 7,61 [SD 1,53] to 8,08 [SD 1,33] (P < .05). The overall mean score of the student satisfaction with the simulation was 7,19 [SD 1,48] and the appreciation of the entire learning course was 8,48 (SD 1,14). Conclusions: The live simulation appeared to have a positive impact on medical students selfperception to increase their knowledge in the medical management of disasters. Students generally have indicated very high expectations for the efficacy of the participation as mock victims in a live simulation in improving their disaster management knowledge. These expectations also were met in practice as the postevent survey confirmed. The students considered disaster medicine relevant to their professional worldviews and future related practices. Finally the responders felt comfortable playing the role of smart victims and they really appreciated either the live simulation and the entire complementary course. COSTA CONCORDIA WRECKAGE JANUARY 2012: THE PREHOSPITAL PHASE OF LOCAL MEDICAL RESPONSE. 1) PL Ingrassia, 2) L Ragazzoni, 2) G Sbrana, 3) V Chelli, 3) F Ronchese, 2) P Aloia, 1) L Carenzo, 3) M Breggia, 1) F Della Corte. 1) CRIMEDIM Research Center in Emergency and Disaster Medicine. Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Novara, Italy.; 2) Department of Anesthesia and Intensive Care, Ospedale Della Misericordia, Grosseto, Italy; 3) Emergency Department, Misericordia, Grosseto, Italy. Ospedale Della Costa Concordia was a cruise liner on duty in the Mediterranean Sea since July 2006. It was able to carry up to 3700 passengers and 1100 crew members. On January 13th 2012 at 9.42 pm, Costa Concordia, in calm seas and overcast weather, hit a rock just a few meters from Isola del Giglio coastline and stopped just in front of the small island. Isola del Giglio is a small Italian island (25 km2) situated an hour sail from Tuscany coastline, and is part of the Province of Grosseto. During the first hour after the impact, no rescue request arrived neither to EMS dispatch center nor to coast guard. Only a few citizens of the island called the Italian emergency numbers speaking about "a boat in distress close to the Isola del Giglio". Being worried about the "ship accident" at 10.35 pm, about 60 minutes after the incident, Grosseto dispatch center stopped a secondary air medical transport from Grosseto Hospital to Pisa University Hospital (about 40 minutes flight) to keep available the only helicopter with permission to fly over the sea. But it was only 25 minutes later, at 11.00 pm, about 1 hour and 20 minutes after the impact, that the severity of the situation became clear, so the alarm was confirmed and the local medical disaster plan was activated. As soon as the Grosseto air medical crew landed on the island, the first triage started according to the START Triage method. It was immediately clear that the vast majority of victims would have been tagged as ‘minor’, so the real challenge was precisely the recognition of the few seriously injured patients among the dramatic number of walking wounded. At the beginning, the main objective of the medical response was definitely the protection of all shipwrecked victims from hypothermia. Two advanced medical posts (AMP) were established on the island using both a tent and a small first aid station that is used during summer by EMS. These AMPs served as a safety zone to perform triage and as a warming area not only for critical patients who were waiting for air medical evacuation, but also for a lot of ‘minor’ victims. Four thousand and two hundred persons disembarked from Costa Concordia, 307 of them requested medical care. One hundred and ten, 3 T1, 16 T2 and 91 T3, were admitted to Grosseto and Orbetello Hospital (a rural hospital on the mainland in front of Isola del Giglio). T1 and T2 were transported by HEMS directly to Grosseto Hospital. All T3 were transported to the nearest harbour, Porto Santo Stefano, by a couple of commercial ships where the third AMP was ready to receive them. During the embarking from Giglio Porto, all the casualties were retriaged by a couple of nurses. As a consequence 2 T3 were reclassified to T2 and evacuated by HEMS. At the AMP in Porto Santo Stefano triage was performed again and all the victims were confirmed T3. Most of them had small trauma injuries, signs and symptoms of moderate hypothermia or minor health problems. Fortyseven were transferred to the Orbetello Hospital and 53 to the Grosseto Hospital. On January 14th at 8.30 am, the acute emergency phase was declared over. The high probability to discover other victims inside the ship, and the need to provide medical assistance to all rescue technicians (mainly fire fighters and navy special force SCUBA operators) imposed to leave on the island a medical rescue team (1 emergency physician and 1 nurse). CONFRONTO TRA SCHEDA CARTACEA DI RACCOLTA DATI E UN SISTEMA INFORMATICO CON RFID E TRASMISSIONE WIFI DURANTE UN INCIDENTE MAGGIORE. IL TIPO DI RACCOLTA DATI INFLUISCE SUL RISCHIO DI DISPERSIONE DELLE INFORMAZIONI CLINICHE? 1) E. Vitali , 2) S. Badiali , 3) A. Cucchi 1) Azienda OspedalieraUniversitaria S.Anna –Ferrara, 2) Azienda USL Citta di Bologna, 3)Università di Ferrara Introduzione: La gestione di un grande numero di feriti è una situazione ad elevato impatto emotivo per i soccorritori. L'errata trasmissione di informazioni attraverso le varie fasi del soccorso aumenta il rischio clinico per le vittime. La scarsa conoscenza del sistema di raccolta dati o le sue particolari caratteristiche tecniche sono una della cause . Obiettivo: questo studio confronta due sistemi di raccolta dati, uno cartaceo e uno informatizzato , e valuta la dispersione delle informazioni rispetto ai sistemi riceventi (personale sanitario che opera sul luogo dell’evento, nel Posto Medico Avanzato e negli ospedali di destinazione). Metodi: abbiamo sviluppato uno studio caso controllo che confronta il sistema cartaceo di Triage usato dalla Protezione Civile e un sistema informatico che utilizza come supporto un tablet 9 pollici con software dedicato (SAT Triage @) completo di RFID, touchscreen, con connessione WiFi. L'esercitazione è stata preceduta da una fase di addestramento all’utilizzo di entrambi i sistemi di raccolta dati coinvolgendo un gruppo di medici e infermieri che lavorano nel Servizio 118. I parametri utilizzati come indicatori di rischio clinico sono state: esecuzione del Triage, step di valutazione ABCDE secondo ATLS, e la corretta destinazione delle vittime . I dati raccolti sono stati analizzati utilizzando il test esatto di Fisher con il 95% intervalli di confidenza . Risultati: 61 vittime sono state assegnate in modo casuale a due squadre: 30 per il sistema RFID con tablet (Team RFID), 31 per il sistema cartaceo ( Team Carta). La valutazione di esecuzione Triage era significativamente migliore per il Team RFID rispetto al Team Carta (100% v / s 80,6, p <0,02). La stessa connessione positiva è stata trovata per la valutazione delle vie aeree ("Team RFID 100% v / s 64,5, p <0,0003), Attività respiratoria (" Team RFID "86,6% v / s" Team Carta "61, 2, p <0,04) e Circolo ("Team RIFD" 80% v / s "Team Carta" 51,61%, p <0,03). I dati relativi alla destinazione dei pazienti era significativamente migliore ("Team RFID" 73,3% v / s "Team Carta" 19,3%, p <0,001). Conclusione: in una esercitazione con molti feriti, l'uso di un supporto informatico RFID con trasmissione WiFi dei dati garantisce una minore dispersione delle informazioni sanitarie, una maggiore correttezza di trasmissione lungo la catena del soccorso e consente una riduzione del rischio clinico per le vittime. RFID=radio frequency identification ATLS=Advanced Traumatic Life Support Dalla celeste Aida al rischio NBCR: l’integrazione della tossicologia clinica nel piano di maxiemergenza del DEA di Verona. M. Zannoni, , A. Rigatelli, E. Vallaperta, G. Mazzone, F. Rossi, S. Saronni, A. Rossignoli, A. Papini, G. Ricci U.O. Pronto Soccorso Dipartimento di Emergenza Urgenza, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona Verona (VR) Sempre più di frequente, in particolar modo nelle grandi città, si verificano eventi che aggregano un elevato numero di persone. La gestione ottimale di eventi di massa richiede adeguata conoscenza del territorio ed analisi del rischio, la predisposizione degli interventi di risposta con periodico addestramento del personale coinvolto. Inoltre, per gestire al meglio l’evento di massa si prediligono aree servite da idonee vie di afflusso e deflusso dove disporre adeguatamente mezzi e personale in base all’evento. Un recente rischio per tali manifestazioni è la possibilità che si verifichino eventi non convenzionali anche intenzionali. Nel corso degli anni gli eventi di massa che si svolgono in Verona sono aumentati, associandosi all’annuale Festival Lirico Areniano, e anch’essi tendono ad essere collocati nell’anfiteatro romano di indiscusso pregio scenico capace di contenere fino a 22.000 spettatori in pieno centro storico. La nomea internazionale del festival lirico richiama turisti ed appassionati che sempre più spesso vengono solo per assistere all’opera ripartendo subito dopo. La città di Verona, poi, seppur non gravata da grandi aree ad elevato rischio industriale, si collocata all’incrocio di importanti assi stradale e ferroviario del nord Italia con elevato rischio di incidenti con sostanze pericolose. Tali peculiarità ci hanno indotto a prestare particolare attenzione all’aspetto non convenzionale per la stesura del piano d'emergenza per il massiccio afflusso di feriti (P.E.I.M.A.F.). Abbiamo pertanto integrato il piano coinvolgendo la Unità di Tossicologia Clinica dell’A.O.U.I. – Verona che svolge attività di consulenza tossicologica h 24 , 7 giorni su 7, per presidi ospedalieri e 118 nella provincia di Verona. L’unità è composta da personale con formazione specifica in Tossicologia, e sostanze pericolose (Hazardous Material), che anche opera quotidianamente nel DEA. Riteniamo importante, in caso di sospetto evento non convenzionale, che la precoce disponibilità del consulente tossicologo aumenti la sensibilità nel riconoscere le sindromi tossicologiche evitando, come già accaduto in passato, ritardi nell’ identificazione del tossico. Avere a disposizione questo tipo di integrazione comporta anche altri vantaggi. Contribuisce ad inquadrare la tipologia dell’evento sin dalle fasi iniziali dell’allarme quando spesso le informazioni giungono da quanti si presentano al DEA nonostante gli sforzi per contenere i pazienti nel luogo dell’evento. Altro vantaggio è di sovrintendere la fase tossicologica della risposta, momento delicato in cui il personale adotta procedure particolari in una fase caotica. Non bisogna scordare la fase terapeutica con ottimale gestione della scorta antidotica nel DEA ma anche sul luogo dell’evento. Punto di forza dell’integrazione dell'Unità di Tossicologia Clinica nel PEIMAF è la riduzione del rischio di contaminazione secondaria del DEA grazie al riconoscimento precoce di quei pazienti che, sfuggiti alla zona filtro, si recano autonomamente al PS. La maxiemergenza è una situazione in cui le normali capacità operative del DEA ma anche di tutto l’ospedale cambiano radicalmente ingenerando caos e ansia con facilità all’errore. Un evento NBCR indubbiamente amplifica questo disordine. La presenza, sul posto, di personale con formazione tossicologica che anche conosce le possibilità logistiche così come le modalità operative del DEA offre l’indiscusso vantaggio, rispetto a qualsiasi miglior consulenza tossicologica a distanza, di migliorare la gestione dell’evento. HOSPITAL EVAC: FORMAZIONE DI PERSONALE SANITARIO SU PROCEDURE SANITARIE, TECNICHE E MATERIALI IN CASO DI EMERGENZA 1) M. Zannoni, 1) P. Tommasi, 1) F Di Prisco, 1) M. Manega, 1) R. Ronca, 1) M. Santamaria, 1) S. Sempreboni, 2) C. Giuliari, 1) G. Zanetti, 1) C. Pistorelli 1) U.O. Pronto Soccorso Dipartimento di Emergenza Urgenza, 2) Servizio di Prevenzione e Protezione, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona Verona (VR) L’evacuazione di un ospedale, per l’alta densità di persone (pazienti, visitatori e personale) nonché le particolari caratteristiche dei soggetti coinvolti spesso non autosufficienti o non deambulanti richiede un notevole impegno organizzativo. Il successo deriva da pianificazione con analisi e riduzione del rischio, mezzi di contenimento dell’evento e conoscenza dei comportamenti in fase di emergenza cui necessariamente segue la fase di formazione e simulazione periodica. E’ però possibile che il personale deputato all’evacuazione di pazienti ma anche feriti, debba operare in un ambiente gravemente evolutivo che non consenta l’uso di barelle, letti o carrozzine e delle normali vie di fuga ed evacuazione. Altra evenienza è che il personale sanitario non possa intervenire se privo di particolari dispositivi di protezione individuale (DPI). Ritenendo quindi inderogabile un’adeguata formazione in tal senso, dalla fine del 2011 è stato istituito, presso la nostra azienda, il corso Hospital Evac. Scopo del progetto è formare adeguatamente il personale, delle unità di degenza e dei servizi, ad intervenire in situazioni limite utilizzando particolari presidi di trasporto e DPI idonei. Il corso, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Protezione e del Rappresentante dei Lavoratori della Sicurezza Aziendale ai sensi del D.Lgs 81/08, si articola su più edizioni annuali ed è tenuto dal personale del Pronto Soccorso. La didattica verte sulla conoscenza e formazione all’utilizzo di procedure sanitarie, tecniche, dispositivi e materiali da utilizzare in caso di evacuazione sanitaria di emergenza. Lezioni frontali illustrano il sistema di allarme aziendale ed i sistemi di comunicazione radio, le tecniche di triage rapido per eventi maggiori e le relative manovre di apertura delle vie aeree e controllo delle emorragie, i DPI ed i presidi di trasporto in caso di evacuazione. Segue la fase di training all’impiego di quanto illustrato con particolare enfasi al corretto utilizzo dei presidi. Gli allievi hanno modo di familiarizzare ed imparare ad usare correttamente attrezzature come ricetrasmittenti, tute di protezione, maschere facciali con filtri chimici, giubbetti ad alta visibilità, teli portaferiti, barelle cucchiaio, materassi a depressione e sedie da evacuazione. Considerata la tipologia e particolarità delle attrezzature, la fase di training viene svolta con un rapporto istruttore/discenti elevato (1:3, 1:4), questo per garantire che l’allievo impari il corretto impiego ed utilizzo ma, cosa molto più importante, i limiti di presidi e DPI. Il corso prevede infine la simulazione real size, sempre con la supervisione ed assistenza del tutor, di una evacuazione: lo scenario riproduce un ambiente gravemente evolutivo derivante da incendio o sisma con rischio chimico relativo. Dall’inizio del progetto ad ora abbiamo formato circa 100 dipendenti, medici e non, di entrambi i poli aziendali con ritorno entusiastico da parte dei discenti. Anche se l’intervento in ambiente ostile spetta a personale tecnico quali i Vigili del Fuoco, riteniamo importante che il personale ospedaliero venga formato al corretto utilizzo di presidi d’emergenza. Questo se da un lato consente che il personale sanitario agisca con l’adeguata sicurezza prevista dalla vigente normativa, dall’altro permette di mantenere professionalità dell’intervento e sicurezza del paziente pur operando in presenza di eventi evolutivi complessi.