VII dom. T.O. - B Mc 2,1-12 Il paralitico guarito… perché “portato davanti a Gesù”! Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l’ hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. Ci rivolgiamo a te, Maria, Madre di Gesù e Madre nostra: suscita in noi la gioia di ascoltare la Parola di Dio; ottienici di essere veri, vivi, autentici in forza della Parola del Signore che si deposita nei nostri cuori: essa sciolga in noi ciò che è contorto; faccia diventare luminoso ciò che è oscuro. Amen In Mc 1,1-15, Marco ha mostrato come la Buona Novella deve essere preparata e divulgata. In Mc 1,16-45, è stato insegnato l’obiettivo della Buona Novella e quale è la missione della comunità. Nel capitolo 2, si mostra come l’annuncio della Buona Novella, quando è fatta con fedeltà, è fonte di conflitto. In Mc 2,1-3,6, sono presentati cinque conflitti provocati a Gesù dall’annuncio della Buona Novella di Dio. Negli anni 70, tempo in cui Marco scrive, l’annuncio della Buona Novella aveva generato molti conflitti alle comunità. Esse non sempre sapevano come affrontarli e che rispondere alle accuse dei romani o dei giudei. Il racconto dei cinque conflitti serviva come una specie di manuale di orientamento. Controversia con il giudaismo: Nel caso del lebbroso è la persona guarita (“purificata”) ad aprire il conflitto. In questo caso è Gesù stesso a provocarlo, donando gratuitamente al paralitico il “perdono dei peccati”. (2,5) Marco 2,1-2: Il popolo cerca Gesù e Gesù annuncia la Parola. Marco 2,3-5: La fede del paralitico e dei suoi amici ottiene il perdono dei peccati. Divisione del testo Marco 2,6-7: Gesù è accusato di bestemmia per i capi del potere. Marco 2,8-11:Per provare chi ha il potere di perdonare, Gesù guarisce il paralitico. Marco 2,12: La reazione del popolo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!" 1Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. 3Si recarono da lui portando un paralitico sorretto da quattro persone. 4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. 6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7“Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?”. 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire: “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua”. 12Quello si alzò e subito presa la sua barella sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile”! * v. 1 Gesù entrò di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa… La tattica che Gesù adotta, nella fase galilaica, è relativamente semplice e, forse proprio per questo, abbastanza efficace: sulle prime egli lancia un messaggio di speranza (cfr. Mc 1,15) e, se occorre, opera delle guarigioni (cfr Mc 1,32 ss.); poi, quando nota il successo dell'iniziativa, si trasferisce altrove, sottraendosi al superficiale interesse degli "ammiratori". Dopo qualche tempo però torna sui suoi passi, cercando fra coloro che la volta precedente l'avevano visto in azione, se c‘è qualcuno disposto a diventare suo seguace, disposto cioè a lottare per l'obiettivo della liberazione individuale e comunitaria. * vv. 2.4 «tante persone … a causa della folla». La “folla” tra desiderio di liberazione e rischio di essere di ostacolo… * vv. 3-4 «Si recarono da lui portando un paralitico sorretto da quattro persone … scoperchiarono… calarono». Gli atteggiamenti dei “quattro” che portano il paralitico davanti a Gesù sono esemplari degli atteggiamenti che devono ispirare una “compagnia cristiana” e degli ostacoli che si devono superare per portare a un contatto diretto con Gesù. Cfr. Messaggio finale * v. 5a «Gesù, vedendo la loro fede… disse…». Dai gesti della fede alla parola che ri-crea GRATUITAMENTE… * v. 5b «… ti sono perdonati i peccati…». Formula del Giubileo biblico che solo DIO/il SOVRANO può pronunziare/realizzare. Diversamente da come aveva agito nel caso del lebbroso, con il paralitico Gesù è molto più esplicito nell'indicare in cosa consista la sua pretesa riformatrice. * v. 6 «…seduti... scribi…». Pronti a giudicare e ammaestrare. * v. 7 «…Bestemmia…» Perché l’áphesis (remissione del debito) tocca al SOVRANO. (Lev. 1-16; Es 34, 6ss; Is 43, 5) Gli scribi, che qui inorridiscono al sentire un guaritore volersi fare "come dio", diventano improvvisamente, per la suddetta comunità, i veri "bestemmiatori". * v. 8-9 «…perché pensate…?» Gli scribi non sanno che Dio ha affidato al Figlio dell’uomo ogni potere. (Dn 7, 13-14; Mt 28,16) * v. 10 «… il Figlio dell’uomo ha il potere ...». Potere “regale” di riprendere il possesso del Regno impedito dal male/peccato/demonio/ostilità degli uomini, sintetizzato nell’annuncio GIUBILARE. (v 5) * v. 11 «…alzati (égheire), prendi la tua barella e va’ a casa tua ». - Égheire – ALZATI: fa pensare alla risurrezione - “Prendi la tua barella” = Domina il segno della tua impotenza! … Questa è vera RISURREZIONE - la PAROLA che perdona AGISCE… - rimanda a casa non al tempio… La necessità di mettere sulle proprie gambe: (“ALZATI…!”) quanti siamo chiamati ad accompagnare!! * v. 12 «Tutti si meravigliarono… non abbiamo mai visto nulla di simile!». Gesù rompe il sistema (cf 1,27b) mettendosi al servizio dei bisognosi. Questa prima disputa viene a scompaginare tutto il sistema sacrificale edificato dalle autorità giudaiche per ottenere il perdono di Dio… Gli atteggiamenti dei “quattro” che portano il paralitico davanti a Gesù sono esemplari degli atteggiamenti che devono ispirare una “compagnia cristiana”: coordinata… animata dall’amore per il paralitico… la fede/fiducia in Cristo che li “fa andare” là dove sta Cristo, percepito ed accettato come risposta alle paralisi dell’uomo. La loro azione è quindi orientata all’incontro con Cristo… portato il paralitico davanti a Gesù, i “quattro” scompaiono… Essere in quattro fa portare più facilmente il peso di quando si è soli; ma questo richiede una intesa. L’attenzione nel “portare” il paralitico richiede attenzione anche all’interno della “compagnia”. La compassione per il mondo non va disgiunta dall’unione di intenti, che è quella di portarlo a Cristo. La guida della “compagnia” non dev’essere necessariamente il più bravo, ma colui che ha abbastanza memoria della presenza di Cristo. I “quattro” non si sono fermati dinanzi agli ostacoli perché convinti della presenza di Cristo nella casa (Lc 5,19). Il valore/forza dell’incoraggiamento reciproco (“veduta la loro fede, Gesù disse: Va’…”). La fede della “compagnia” dei quattro permette la guarigione del paralitico. L’unità dei discepoli (della fede dei discepoli nella presenza di Cristo in quella casa) porta il paralitico a Cristo. È un miracolo la guarigione del paralitico, ma è miracolo anche il fatto che “i quattro” abbiano deciso di agire insieme. L’unità dei “quattro” è salvata dal paralitico. Il bisogno e la precarietà di questi, costringe anche… il più autorevole ad adattarsi alla sua situazione. Preghiamo con Mc 2,1-12 Signore, Tu leggi l’esistenza del paralitico e vi cogli smarrimento, sofferenza, voglia di guarire, fiducia in Te; ma vedi anche il peccato nascosto nel profondo del suo cuore. Cominci liberandolo dal pericolo maggiore, quello che allontana da Dio. E solo dopo aver guarito il suo cuore, Tu ridai forza ed energia alle sue gambe. La sua storia assomiglia tanto alla mia storia, Signore! Coscienza delle mie piccole o grandi paralisi, voglia di liberarmi di esse, ma anche difficoltà a venire davanti a Te. Ti sono grato, Signore, perché non mi lasci solo con i miei impedimenti e con la voglia soffocata di presentarmi davanti a Te. Ho incontrato anch’io, forse in questa piccola comunità, “quattro amici” che mi hanno sostenuto e portato davanti a Te, permettendomi di ascoltare la tua parola, che rimette in cammino. Aiutami a sentire forte un debito: quello di condividere con gli altri la gioia che Tu mi ridoni ogni volta che mi rimetti in piedi. Aiutami a farmi carico dello scoraggiamento degli altri e a industriarmi per portare tutto davanti a Te. Sei Tu che perdoni. Sei Tu che rimetti in cammino.