Borile B450 Scrambler
Prezzo 12.500 € circa
prova SCRAMBLER
Ducati sorride…
Dopo l’esordio all’Eicma 2011, Umberto Borile
ha presentato a Milano la sua B450 Scrambler
realizzata con l’amichevole beneplacito di Ducati.
Ci abbiamo fatto un bel giro, e per un po’ siamo
ritornati agli anni settanta
di Maurizio Tanca
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100 cc, ma verso la fine del decennio l’ingegner
Taglioni decise di salire di cilindrata, creando
addirittura tre versioni gemelle di quel modello
che presto divenne un successo, con cilindrate di 250, 350 e 450 e potenze quasi analoghe:
25 cv la più piccola, 27 cv le altre due, con pesi
rispettivamente di 140, 134 e 145 kg. Potenze
che oggi faranno anche sorridere, ma le Scrambler erano vincenti per la loro piacevole coppia
(specie la 450, della quale gli ultimi 40 esemplari
vennero prodotti nel 1976) e per la loro leggerezza. Da notare che queste moto non sono mai
uscite dalle catene di montaggio con testate desmodromiche; tuttavia - come ci ha raccontato il
nostro enciclopedico Massimo Clarke - la Casa
dava la facoltà ai concessionari di montarle su
richiesta del cliente, spendendo una cifra compresa tra le 30.000 e le 40.000 lire (leggi 15/20
I
l suono dello scarico della Borile B450
Scrambler l’avevamo ascoltato in un
video diffuso recentemente dall’artigiano padovano. Un rombo tonico,
tipico di un monocilindrico con il silenziatore non propriamente soffocato,
che però porta indietro ai tempi in cui le Ducati
Scrambler – 250, 350 e 450 – erano piuttosto
diffuse. Moto che oggi sono peraltro piuttosto ricercate e quotate sul mercato del vintage
d’autore. Sior Umberto (Borile, ovviamente) l’aveva in mente da un po’, quell’idea di rifare una
scrambler ispirata a quelle Ducati agili e leggere
nate per il mercato USA. Fu infatti la Berliner Motor Corporation, nella persona del lungimirante
Michael Berliner, influente importatore americano di Ducati, a chiedere all’ingegner Fabio
Taglioni una motoleggera monocilindrica stradale, che potesse anche essere utilizzata su terra
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euro!). Leggerezza, dicevamo, che è un po’ il
pallino di Umberto Borile. E che ovviamente doveva essere il principale punto di forza della sua
Scrambler. Che però non poteva essere ispirata
alla omonima monocilindrica Ducati senza avere
nulla di una Ducati. Tipo il motore, per esempio,
o una parte di esso. A Borgo Panigale è da un po’
che i mono sono fuori moda: l’ultimo fu il meraviglioso Supermono da corsa costruito tra il ’93
e il ’97 in soli 65 esemplari. Però… la termica di
un cilindro made in Borgo Panigale raffreddato
ad aria sarebbe stata perfetta… Detto fatto: attraverso un suo disegno, Borile ha raccontato il
suo sogno all’amico Gabriele Del Torchio, gran
capo di Ducati (oggi deputato alla difficile gestione di Alitalia), su come avrebbe voluto realizzare il suo omaggio alla mitica Ducati Scrambler.
E Del Torchio ha acconsentito con entusiasmo,
battuta, magari per correre nelle famose gare di
dirt track che furoreggiavano negli States. Berliner, tanto per chiarire, era uno che nel ’64 si poteva permettere il vezzo di far costruire a Ducati
una lussuosa GT con un inedito 4 cilindri a V da
1.260 di cilindrata e un centinaio di cavalli, con la
forte convinzione di poter contrastare l’HarleyDavidson. La moto, denominata Apollo in onore
al programma spaziale americano, venne in effetti realizzata: peccato però che in quel periodo la Ducati fosse un’azienda a partecipazione
statale e, poiché il governo decise che i costi di
produzione di una moto del genere non fossero
giustificabili, l’ambizioso progetto andò a farsi
benedire.
Scrambler story
Tornando alla genesi della Ducati Scrambler,
la prima versione prodotta aveva un motore da
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con la promessa, da parte di Borile, che i primi a
provare la B450 Scrambler sarebbero stati lui e
i suoi collaboratori. E così è stato, e con un certo
entusiasmo da parte degli elementi più viscerali
dello stabilimento bolognese. Insomma, lo scorso 16 aprile si è tenuto a Milano un brindisi di presentazione della prima B450 Scrambler quasi
definitiva, alla presenza di numerosissimi appassionati e personaggi del settore. La festicciola
si è tenuta allo Spazio Acquadimare di Via San
Gallo, base operativa della famiglia Bassi, che
da un paio d’anni condivide entusiasticamente
con Umberto Borile la sua avventura di artigiano della moto. Con entusiasmo, e anche con un
certo successo, se consideriamo che dell’ultraleggera, simpaticissima Multiuso 230 sono stati
venduti 100 esemplari dallo scorso ottobre ad
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oggi e, scusate se è poco, di questi tempi e con
una capacità produttiva non certo impostata per
numeri elevati.
Costruzione artigianale
La nuova Scrambler Made in Vo’ Euganeo (Padova) è più che evidentemente – e giustamente ispirata all’antenata bolognese. Ha un telaio monotrave in alluminio a culla chiusa, con forcellone
a bracci tondi e, nella versione definitiva, monterà un avantreno esteticamente uguale a quello
che vedete, ma con forcella Marzocchi e nuove
piastre con avanzamento differente dall’attuale, come diversi saranno i freni, sempre a disco
naturalmente. Confermati gli ammortizzatori
Bitubo che vedete nelle foto, tarati però un po’
più generosamente, a favore dei fondoschiena di
chi sta in sella. Quanto alle ruote, i cerchi sono da
19” davanti e 18” dietro, equipaggiate con pneumatici Mitas 07 da 100/90 e 130/80. Il motore
B450 monta dunque cilindro e testa posteriori
di un Ducati 1100, quindi con raffreddamento ad
aria e distribuzione desmodromica a due valvole
azionata da cinghia dentata. Invariato l’alesaggio
di 98 mm, cambia invece la corsa, ridotta da 71,5
a 60 mm, per ottenere una cilindrata effettiva di
452,6 cc, ed è presente anche un contralbero di
bilanciamento. Si tratta dunque di un motore a
corsa corta, quindi propenso a girare alto, ma
dotato di masse volaniche abbastanza grandi
per favorire la coppia. Questo motore è stato
realizzato con la preziosissima collaborazione
di Francesco Villa, fratello del grande Walter, 4
volte campione del mondo della 250 e 350 in
sella alle ottime Aermacchi/Harley–Davidson,
scomparso nel 2002. «Uno che lavora ancora
con il tecnigrafo e la fresa manuale, quando mi
serve qualcosa corro da lui, e mi risolve tutti i
problemi» racconta con ammirazione e affetto lo
stesso Borile di Francesco, classe 1933, ex pilota
di buon livello negli anni 50/60 oltre che tecnico
sopraffino e costruttore delle note motociclette
Villa. Naturalmente qui non si parla di carburatori, ma di iniezione elettronica digitale Weber-Marelli, con corpo farfallato da 40,5 mm di diametro. E la benzina arriva da un serbatoio da 9 litri
piazzato sotto la sella, con tappo di rifornimento
incastonato nel finto serbatoio, costituito da una
lastra di alluminio sagomata che copre la scatola
filtro, con le classiche guance cromate caratteristiche delle antenate Ducati. L’alimentazione è
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soggiungendo: «con questo evento volevamo
far vedere che la moto c’è, che esiste, ed entro
un mesetto sarà perfetta» prima di affidarmi la
Scrambler-laboratorio per un giro sulle piacevoli
collinette brianzole. Il nuovo mono semi-Ducati
prende vita allegramente non appena premuto
il pulsantino, e risponde alla minima rotazione
della manopola del gas (dolcissimo come un
ride-by-wire) con la verve di un motore da corsa. E con una voce allo scarico decisamente in
linea con lo stile anni sessanta: corposa, tonica,
decisamente… difficile da omologare. Vedremo
in seguito come si risolverà la questione sound:
qui Umberto teneva a farci entrare per benino
nell’anima della sua Scrambler, che attualmente gira a 8.200, ma tagliati dal limitatore, perché
l’obiettivo è a quota 9.000. Come cavalleria, il
prototipo è a quota 40 cv alla ruota, destinati a
dunque anteriore, mentre il collettore di scarico
scende all’indietro, terminando in un bel silenziatore cilindrico con terminale classicamente a fetta di salame, realizzato dalla mantovana Spark.
Da notare che questo motore è anche dotato di
cambio estraibile a 6 marce. Quanto alla strumentazione, l’ambiziosissimo cruscotto digitale
che potete vedere in foto (con la simpatica raccomandazione Vai piano Umbe inserita dall’elettronico Giuseppe Guerra) è naturalmente
provvisorio: il definitivo sarà infatti sostituito da
una coppia di strumenti analogici stile vintage,
decisamente molto più in linea con questa moto.
Su per i colli
Il giorno seguente il simpatico aperitivo a base
di salame, formaggio, cioccolato e vinello, insomma, eccomi presente all’appello dalla concessionaria Factory Bike di Albiate, poco distante dall’autodromo di Monza, dove Umberto e
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Il nuovo mono
semi-Ducati prende
vita allegramente non
appena premuto il
pulsantino, e risponde
alla minima rotazione
della manopola del gas
con la verve di un
motore da corsa
signora, assieme a Simon Green, che cura l’immagine di Borile all’estero, al giovane Alberto
Bassi – appassionato motociclista ed Amministratore della Umberto Borile & Co srl – mi attendevano con in mano la chiave della B450 Scrambler pronta per l’uso. Un prototipo avanzato,
soggetto ad ulteriori affinamenti, ma comunque
interessante per farsi un’idea di quella che presto sarà la versione pronta per la produzione: il
che, se tutto andasse per il verso giusto, e i fornitori consegnassero per tempo il materiale per
realizzare i 200 pezzi previsti, potrebbe anche
avvenire verso la fine dell’estate, a un prezzo non
ancora stabilito al centesimo, ma che dovrebbe
aggirarsi sui 12.500 euro.
Elettronica
«Il motore al momento soffre di una noiosa mancanza elettronica sui 2.000 giri, che ovviamente
è destinata a sparire» si scusa Umberto Borile,
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ABBIGLIAMENTO
diventare 45 nella versione definitiva. Frizione
morbida, gas, come già detto, dolcissimo, dentro
la prima di un cambio dall’escursione lunghetta,
ma tanto dolce e silenzioso da sfidare la sensibilità di chi guida, e via. Posizione in sella naturalissima, angolo di sterzata più che buono per
muoversi nel traffico, la B450 Scrambler – sembrerà un’ovvietà, ma è così – con i suoi 130 chili
è leggera come uno scooterino leggero. Certo, le
ruote sono abbastanza alte, scatta un minimo di
adattamento alle gomme Mitas semi-tassellate,
si cerca di guidare al di sopra del “buco di carburazione”, ma la moto comunque è divertente,
spinge bene ai medi regimi e sembra propensa a
notevoli allunghi, che però è difficile provare con
tranquillità su queste strade, belle ma sempre un
po’ trafficate. La B450, insomma, è vivace ed agile, in questa configurazione frena discretamente
bene, e tutto sommato vibra meno di quanto mi
aspettassi: anzi, sulla pedane non si avvertono
vibrazioni, mentre sul manubrio si fanno sentire
– a memoria mia – forse un po’ più che sul vecchio Scrambler bolognese. Bene, ora aspettiamo
la versione definitiva di questa bella replica di
una celebre Ducati, consci del fatto che stiamo
parlando di una moto, molto di nicchia, creata
da un appassionato artigiano che, cosa assolutamente rara, si è occupato di realizzarne anche
il motore. E che, giocoforza, costerà circa 12.500
euro. Una cifra, per così dire, da amatori.
SCHEDA TECNICA
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Borile B 450 Scrambler 12.500 €
Tempi: 4
Cilindri: 1
Cilindrata: 452.6 cc
Disposizione cilindri: Verticale
Raffreddamento: ad aria
Avviamento: E
Potenza: 27 cv
Marce: 6
Misure cerchi (ant./post.): 19’’ / 18’’
Peso: 130 kg
Capacità serbatoio: 9 l
Segmento: Altro
Giacca Belstaff Trialmaster (vintage vero)
Guanti OJ Fighter
Pantaloni tecnici Promo Jeans
Casco Premier Vintage U9
Scarponcini Styl Martin Stone Laces
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