Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 Sceneggiatura Forze e Movimento. Traiettoria, Posizione, Velocità, Accelerazione. 1. Direzione della forza e della velocità attività esplorativa di piccolo gruppo materiale: carrelli e dinamometri ( ….In quali dei casi indicati c'è bisogno di una forza? Descrivi o realizza semplici esperimenti per argomentare le tue risposte.) Le domande hanno una funzione di stimolo alla riflessione. L'insegnante dovrebbe assecondare le richieste dei ragazzi aiutando i diversi gruppi nella progettazione di esperimenti e nella formulazione di ipotesi. Poi si ascoltano le risposte dei ragazzi evidenziando analogie, differenze, aspetti critici. Le risposte corrette sono solo abbozzate con l'impegno di ritornare sulle stesse nel corso dell'attività via via che si realizzano in modo mirato i singoli esperimenti. 2. Moto circolare uniforme esperimento in grande o piccolo gruppo materiale: filo elastico e filo inestensibile, molle, dinamometri, guida circolare, sferette L'esperimento è realizzato mettendo in rotazione, nel piano orizzontale, una sferetta di piombo attaccata ad un filo "elastico" o ad una molla. L'esperimento può essere utilizzato centralmente sul pavimento o sui banchi da ciascun gruppo. Misurando la lunghezza del filo " a riposo" si osserverà un allungamento del filo (o della molla) che aumenta (non proporzionalmente) con la velocità. Il filo "elastico" può poi essere sostituito con un filo "inestensibile": in ogni caso ci sarà una forza di trazione (misurabile con un dinamometro) verso il centro della circonferenza. Bruciando il filo la sfera "parte per la tangente" e si muoverà (nel caso ideale) di moto rettilineo uniforme con una velocità che ha lo stesso modulo della velocità lineare del moto circolare prima del distacco. L'esperimento può essere realizzato in tre diversi modi che insieme dovrebbero aiutare ad interpretare correttamente il rapporto tra la direzione della forza e della velocità nel moto circolare: a) tenendo per le mani un estremo del filo mettendo e mantenendo in rotazione la sferetta; b) attaccando il filo ad un paletto verticale e dando alla sferetta un colpo secco (ad esempio con un martello) c) ponendo in movimento una sferetta di vetro nella parte interna in una guida circolare appoggiata su piano orizzontale liscio. c) a),b) E’ interessante rilevare che l’esperimento a) potrebbe trarre in inganno. E’ esperienza comune che non solo nella fase di avvio ma anche successivamente si tende “naturalmente” ad imprimere alla sferetta una forza tangenziale per sostenere il moto e contrastare le forze di attrito (con il piano orizzontale e con l’aria). Ciò può indurre a credere che in generale nel moto circolare uniforme la forza è diretta tangenzialmente. Con l’esperimento b) se non si ha il modo di ridurre l’attrito (ad esempio lavorando con una air-table) si ha poco tempo per osservare il fenomeno. Con l’esperimento c) non si misura direttamente la forza. Discussi insieme i tre esperimenti dovrebbero aiutare a capire poi il significato di forza centripeta. 3. Moto con il sonar attività esplorativa in grande gruppo 1 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 1.5 1.4 1.3 1.2 1.1 1.0 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0 1 2 3 4 5 Acceleration (m/s/s) Distance (m) materiale: sonar e sensore di forza on-line al calcolatore, carrelli, guide Si riprendono i concetti principali di cinematica realizzando moti davanti al sonar. Si interpretano e si correlano grafici s(t), v(t), a(t) relativi allo stesso moto. Si discute su come il segno di v(t) dipenda dal verso (avvicinamento, allontanamento) e su come interpretare il segno di a(t). Si realizzano e si studiano moti di carrelli e poi ci si concentra sull’esperimento che segue che l’utilizzo contemporaneo del sensore di forza e di quello di moto. Un carrello inizialmente fermo su una guida orizzontale riceve una spinta, urta con la molla contro il sensore di forza e poi torna indietro verso il sonar. I sensori sono disposti avanti-indietro rispetto al carrello in modo che il sonar “veda” il carrello allontanarsi subito dopo la spinta mentre va incontro al sensore di forza. L’esperimento è ripetuto inclinando la guida. Poi con la guida in orizzontale si realizza di nuovo l’esperimento visualizzando solo i grafici cinematici e si chiede di prevedere il grafico della forza nello stesso intervallo di tempo. Si analizzano le previsioni dei ragazzi e poi si mostrano i quattro grafici registrati in tempo reale. La discussione mira essenzialmente ad evidenziare che il sensore di forza registra solo la forza durante l’urto e non altre forze agenti (attrito, componente della forza peso se la guida è inclinata). La situazione è descritta commentando i grafici che seguono. 2 1 0 -1 -2 -3 -4 -5 0 1 2 3 4 5 Time (seconds) 0.4 10 0.3 -10 -30 0.2 Force (?) Velocity (m/s) Time (seconds) 0.1 0.0 -0.1 -0.2 -50 -70 -90 -110 -130 -150 -0.3 0 1 2 3 4 5 0 Time (seconds) 1 2 3 4 5 Time (seconds) Il carrello, inizialmente fermo alla distanza d≅ ≅1,15s dal sonar, è spinto (t≅ ≅1,5s) e si allontana dal sonar, urta (t≅ ≅2,5s) contro il sensore di forza e torna indietro verso il sonar In figura il sensore di forza non è stato calibrato (anche se di default lo spingere sul gancio produce una forza negativa). Tarando il sensore si potrà poi mettere in evidenza, durante l’urto, la proporzionalità tra forza impulsiva e l’accelerazione. L’analisi dei grafici mostra il fatto che con la configurazione scelta la forza impulsiva della spinta iniziale e la forza di attrito non sono registrate dal sensore di forza. L’analisi dettagliata dei grafici della forza e dell’accelerazione dell’urto contro il sensore di forza mostra che la lamina del sensore di forza rimane in vibrazione (smorzata) e ciò è tanto più evidente quanto maggiore è il valore assoluto di picco della forza nell’urto. Si consiglia in questa fase di puntare ad analisi qualitative e di reinterpretare lo stesso esperimento alla fine del punto 5. 2 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 4. Forza e moto esperienze esplorative in piccolo gruppo materiale: dinamometri, molle, blocchetti di legno con gancio, automobiline L’insieme degli esperimenti proposti mira a far emergere le seguenti regole: a) occorre una forza (di un motore, esercitata da una mano, di gravità lungo un piano inclinato ecc.) per mantenere un oggetto in moto a velocità costante in presenza di attrito; b) questa forza diminuisce (tende a zero) al diminuire (al tendere a zero) della forza di attrito; c) questa forza bilancia la forza di attrito tutte le volte che la velocità è costante (la risultante è nulla); d) in presenza o in assenza di attrito ad ogni variazione di velocità nel tempo è associata una forza (in particolare è necessaria una forza per mettere in moto e per fermare un corpo); e) nelle frenate e negli avvii si manifestano forze (apparenti misurabili, 4.2) Nella discussione si ascoltano le osservazioni e le regole ritornando sulla plausibilità del I principio. 5. Forza variabile, velocità e accelerazione su piano orizzontale esperienza esplorativa in piccolo gruppo materiale per ogni gruppo: sensore di forza, sonar, carrello In grande gruppo si tira e si spinge il carrello con poco attrito su un piano orizzontale. Utilizzando il sensore di forza e il sonar, entrambi collegati alla scheda di interfaccia si possono svolgere diverse esperienze interessanti che permettono di correlare la forza alle grandezze cinematiche e in particolare all’accelerazione. Le figure che seguono sono grafici on-line ottenuti spingendo, con il sensore di forza, un carrello in modo che esso si avvicini al rivelatore di moto. Il sensore di forza è stato configurato in modo che spingendo sul suo gancio si ottiene una forza negativa, il sonar è stato configurato in modo che gli avvicinamenti (al sonar) siano descritti con una diminuzione della distanza. Force (N) 1 0 -1 -2 -3 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 1.2 1.4 1.6 1.2 1.4 1.6 Acceleration (m/s/s) Time (seconds) 1 0 -1 -2 -3 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 Time (seconds) Forza e accelerazione spingendo con il sensore di forza un carrello (in avvicinamento al sonar) 3 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 Dal tempo iniziale t = 0 (inizio delle registrazioni) fino a t ≈1s non viene esercitata alcuna spinta: la forza è nulla, il carrello è fermo (v = 0) e la sua accelerazione è nulla (a = 0). Dal tempo t1 ≈ 1s fino t2 ≈ 1,6s viene esercitata la spinta, una forza impulsiva, rappresentata da un picco rivolto verso il basso: il modulo della forza si porta dal valore 0 al valore massimo di circa 2,5N e poi ritorna a 0. Nello stesso intervallo di tempo il modulo dell’accelerazione, passa da 0 a circa 2 m/s2 per poi ritornare a 0. Finita la spinta il carrello si muove di moto uniforme con velocità (costante) negativa (essendo un moto di avvicinamento al sonar) e il grafico della distanza assume la forma di una retta con pendenza negativa. L’analisi contemporanea dei quattro grafici s(t), v(t), a(t), F(t) (non mostrati in figura) si può effettuare globalmente e in modo più accurato, con il cursore grafico. In particolare, il confronto tra a(t) e F(t) risulta d’aiuto per esplorare la proporzionalità esistente tra le due grandezze. L’esperimento è ripetuto più volte cercando di far variare la forza con cui si spinge il carrello. Confrontando i grafici di volta in volta si osserva che F(t) ha sempre lo stesso andamento di a(t). Questa considerazione qualitativa può essere resa più accurata valutando caso per caso il rapporto fra F(t) e a(t); è così possibile osservare che tale rapporto rimane pressoché costante e si introduce la proporzionalità diretta fra F(t) e a(t), cioè F(t) = K a(t). Ripetendo l’esperienza aumentando la massa del carrello si osserva che F(t) e a(t) hanno ancora lo stesso andamento ma il loro rapporto cambia, ciò vuol dire che la costante K dipende dal corpo su cui agisce la forza. Si introduce il concetto di massa inerziale e si enuncia il II principio della dinamica. ________________ Una corretta definizione di «forza» e «massa» può essere impostata in due modi: il primo lo chiamerò «newtoniano» in mancanza di una terminologia migliore (lo stesso Newton non propose mai, in realtà una definizione operativa chiara di questi termini); l’altro nome è associato a Ernst Mach (1893). Nell’enunciazione di Mach si definisce prima la massa inerziale. Ciò si ottiene richiamando l’esperimento del veicolo a reazione e accettando come una legge di natura l’osservazione empirica secondo cui il rapporto delle accelerazioni dei due corpi è una proprietà invariante dei corpi stessi; in questo modo si può definire il rapporto fra le masse come l’inverso del rapporto delle accelerazioni. La forza netta che agisce sul corpo è allora definita come il prodotto della massa m e dell’accelerazione a di quel corpo. …Per indurre tale comprensione, gli insegnati dovrebbero espandere la trattazione, darle una concretezza maggiore, e guidare gli studenti a interpretare, esporre e analizzare il problema con le loro stesse parole. Arons, Guida all’insegnamento della fisica Zanichelli _________________ 6. Moto lungo un piano inclinato attività quantitativa in grande gruppo materiale piano inclinato, carrello, pesetti, sonar, calcolatore on line 6.1 Discesa Agli studenti è chiesto di realizzare l’esperimento e di prevedere di grafici di v e a. Dopo una prima discussione si ripete l’esperimento lavorando con la stessa inclinazione della guida e incrementando la massa (gravitazionale) del carrello. Dal confronto quantitativo dei grafici ottenuti si osserva che nei limiti degli errori sperimentali non si osservano variazioni dell’accelerazione. Nella interpretazione si discute sul fatto noto che i corpi in caduta libera hanno la stessa accelerazione g. Quest’esperienza può essere utilizzata per mostrare l’equivalenza numerica fra il valore della massa gravitazionale e quello della massa inerziale. 4 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 Con i ragazzi si ricava l’espressione della forza che di volta in volta agisce sul carrello F= mgsinα. Nell’esperienza precedente si è visto che F = mi a, ora si è visto che forze diverse agenti su corpi diversi danno luogo alla stessa accelerazione, cioè: dall’esperienza precedente: F1 = m1gsinα = mi1a1 e F2 = m2gsinα =mi2a2 ora abbiamo visto che a1 = a2 cioè: m1gsinα/ mi1a1 = m2gsinα/ mi2; m1/ mi1 = m2/ mi2 affinché la relazione precedente sia possibile è necessario che la massa inerziale sia numericamente uguale alla massa gravitazionale. ________________ La parola massa è stata usata in due situazioni sperimentali completamente diverse. Per esempio se proviamo a spingere un blocco di ghiaccio inizialmente fermo lungo una superficie orizzontale che non presenti attrito, ci accorgiamo che richiede una forza. Il blocco sembra essere inerte e tende a rimanere nella posizione di riposo, o, se sta per muoversi, tende a mantenere lo stato di moto. La gravità non entra per nulla. Si richiederebbe la stessa forza per accelerare il blocco in uno spazio privo di gravità. È la massa del blocco che rende necessario esercitare una forza per cambiare il moto. È la massa che compare nella relazione F = ma e che chiamiamo massa inerziale. C’è una situazione diversa in cui interviene nuovamente la massa del corpo, per esempio quando manteniamo il blocco fermo, sollevato da terra. Se non lo sosteniamo, il blocco cadrà a terra con moto accelerato. La forza necessaria per mantenere il corpo è uguale per intensità alla forza di attrazione gravitazionale tra esso e la Terra. Qui l’inerzia non gioca alcun ruolo; quella che conta è la proprietà dei corpi materiali di essere attratti verso altri oggetti come la Terra. La forza è data da: F = Gm’MT/R2t dove m’ è la massa gravitazionale del blocco. Ma massa gravitazionale m’ e la massa inerziale m sono veramente la stessa cosa? Newton progettò un esperimento per provare direttamente l’equivalenza della massa inerziale con quella gravitazionale. Nel 1909 Eötvös costruì un apparecchio che poteva rilevare una differenza di una parte su un miliardo nella forza gravitazionale. Trovò che le masse inerziali uguali davano sperimentalmente uguali forze gravitazionali entro la precisione del suo strumento. Una versione più precisa dell’esperimento di Eötvös fu eseguita nel 1964 da R.H. Dicke e collaboratori che migliorarono di parecchie centinaia di volte la precisione dell’esperimento originale. È possibile far notare quanto ciò sia sorprendente sottolineando il fatto che un’interazione del tutto diversa fra i corpi (per esempio la forza elettrostatica, se i corpi vengono caricati per sfregamento, o quella magnetica, se i corpi sono di materiale ferromagnetico e vengono magnetizzati) dà luogo ad un rapporto delle forze che non ha alcuna relazione con il rapporto fra le masse inerziali. È solo nel caso della forza gravitazionale che questi rapporti sono identici. Ma nella fisica moderna questa equivalenza è ritenuta la chiave per una comprensione più profonda della gravitazione. Nella fisica classica l’uguaglianza fra massa gravitazionale e massa inerziale fu considerato un importante fatto accidentale senza alcun profondo significato. Infatti fu un’importante guida allo sviluppo della relatività generale di Einstein (principio di equivalenza). D. Halliday, R. Resnick, fondamenti di fisica, Casa editrice ambrosiana Milano. _______________ 6.2 Salita e discesa Con il sonar si acquisiscono i dati cinematici di un carrello che si muove lungo un piano inclinato. Il sonar è posto in cima al piano inclinato e il carrello è spinto con la mano in salita. Si registrano così moti con accelerazione quasi costante e moti in presenza di forze impulsive. 5 Distance (m) Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0 5 6 7 8 9 10 8 9 10 8 9 10 Velocity (m/s) Time (seconds) 3 2 1 0 -1 -2 -3 5 6 7 Accel (m/s/s) Time (seconds) 10 6 2 -2 -6 -10 5 6 7 Time (seconds) Grafici cinematici del moto di un carrello lungo una guida inclinata. Il sonar è in alto. La scala scelta per i grafici della velocità e dell’accelerazione non permette di evidenziare l’attrito. Analizzando i dati e variando le scale si può poi vedere che l’accelerazione è maggiore in salita Il moto è con accelerazione quasi costante in tutti gli intervalli di tempo che corrispondono al moto di salita e discesa “libere”. Nella salita - discesa la velocità è linearmente crescente. Dato che il sonar è posto in alto, la velocità nel moto di salita è negativa (il carrello si avvicina al rivelatore) e nel moto di discesa è positiva. L’accelerazione è approssimativamente costante e positiva in tutti gli intervalli di tempo che corrispondono al moto di salita-discesa lungo il piano inclinato; il suo valore può essere calcolato conoscendo l’angolo di inclinazione della guida e confrontandolo con quello che si legge dal grafico. Negli intervalli in cui il carrello viene arrestato e spinto con la mano per ripartire verso l’alto l’accelerazione ha forma impulsiva: una discussione sulla forma dei picchi e sulla loro area (con valori di a decrescenti e poi crescenti) può essere utile per approfondire il concetto di accelerazione e lavorare con il suo segno. Analizzando i dati acquisiti in tabella (e con un cambiamento di scala nei grafici di v e a ) si può in realtà vedere che l'accelerazione in salita è maggiore di quella in discesa e ciò comporta un cambio di pendenza del grafico della velocità. Usando le funzionalità del software si può calcolare la media su molti punti; per i grafici in figura si ha: 2 2 a(salita)=0,94m/s , a(discesa)=0,90m/s . La media aritmetica a=0,92 m/s2 è, nei limiti degli errori, pari all'accelerazione senza attrito (a=g h/l ), mentre la semidifferenza (0,02m/s2 ) è pari all'accelerazione dovuta alla forza di attrito. La misura di a consente di ottenere anche una buona stima di g (fino a tre cifre significative). l h h α α La guida inclinata consente di lavorare con diversi triangoli rettangoli tra loro simili e conviene scegliere il triangolo più grande per ridurre gli errori relativi su h ed l (misurati, con cura, al millimetro (errore assoluto)). Nell’esperimento realizzato l è poco più di 2 metri e il suo errore è trascurabile rispetto a quello di h: ∆h/h =1mm/200mm=0,005 (5%0). Con i dati dell’esperimento in figura si ha a=0,92 m/s2 ; a/g =h/l=0,094; inclinazione della guida= arcsin(h/l)=5,4°. 6 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 La differenza di accelerazione in salita e in discesa permette di lavorare sulla composizione e scomposizione delle forze in gioco. La forza di attrito è diretta lungo il piano inclinato e quindi ha la stessa direzione della componente tangenziale della forza peso mg sinα ma il suo verso è opposto a quello della velocità (positiva in discesa, negativa in salita) e quindi in salita si somma a mg sinα e in discesa si sottrae. Occorre tuttavia fare attenzione. Se si lavora con un carrello la forza di attrito non è in generale proporzionale alla forza normale così come avviene per un blocchetto che striscia! 7. Moto in piano di un corpo su cui agisce una forza costante esperienza in grande gruppo materiale carrello, guida, carrucola, filo (“inestensibile”) pesetti, sensori di forza e moto sonar m1 m2 In grande gruppo si realizza l'esperimento descritto e ciascuno degli studenti riporta sulla scheda risultati e osservazioni. L’esperienza è sicuramente complessa, ricca di osservazioni e di risultati utili che potranno essere richiamati in seguito nello sviluppo del programma. Si consiglia di procedere curando con attenzione la descrizione qualitativa del fenomeno per passare poi alla presa dati solo quando ci si è accertati del fatto che sia chiaro cosa si sta misurando e come lo si sta facendo. E’ importante quindi che il docente, prima ancora di registrare i grafici, descriva (senza anticipare risultati e interpretazioni) l’apparato sperimentale e ciò che si vuole studiare. L’esperienza può svolgersi così come indicato: a) Si descrive l’apparato sperimentale e gli obiettivi dell’esperienza che riguardano F=ma. b) Alla lavagna si fa assieme ai ragazzi uno schizzo del diagramma delle forze agenti sui due blocchi. y m1 y T N m1 m 1g T x m2 x m 2g m2 c) Si svolge l’esperimento e si richiede di descrivere a parole ciò che si è osservato e di rispondere alle domande formulate nella scheda. I ragazzi osserveranno che i due corpi si muovono assieme e che la corda che li lega rimane sempre tesa, da ciò si può dedurre che i due corpi si muovono con la stessa accelerazione. Ciò può essere confermato dai dati rilevati con due sonar. d) Si propone un modello per descrivere il sistema. è possibile assumere come «corpo» l’insieme dei due corpi, con massa m1+ m2; la forza non bilanciata agente su questo sistema è F = m2g e) Si individuano le grandezze che si misurano nel corso dell’esperimento: la massa del carrello, la massa del blocchetto che traina il carrello, la accelerazione e del carrello, 7 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 l’accelerazione del blocchetto. Una squadra di ragazzi, guidata dall’insegnante determina la massa del carrello e del blocchetto, controlla che la guida sia in piano, ecc. f) Si richiede di predire, in modo schematico, i tre grafici cinematici, prima di osservarli sullo. g) Si richiede di descrivere a parole ciò che si è osservato e di rispondere alle domande formulate. Si consiglia di rinviare l’analisi delle descrizioni e di aprire una discussione sulle risposte date. A conclusione della discussione il docente esegue l’esperienza alcune volte al variare delle grandezze in gioco e si giunge ad alcuni risultati che riguardano l’analisi qualitativa e le relazioni d’ordine e si pongono alcune domande alle quali si cercherà di rispondere con l’esperimento. Ad esempio: “lasciando tutte le altre grandezze invariate, all’aumentare della massa complessiva del carrello, l’accelerazione del carrello diminuisce o aumenta?”; “abbiamo visto che lasciando tutte le altre grandezze invariate, all’aumentare della forza di trazione, aumenta l’accelerazione, sono queste due grandezze direttamente proporzionali?" - si esegue l’esperimento facendo costruire alla lavagna la tabella riportata sulla scheda studente. Nella tabella che segue vengono riportati risultati dell’esperimento realizzato con un carrello didattico su guida con poco attrito e con una “ buona” carrucola (poco attrito e piccola massa quindi piccolo momento d’inerzia) Tabella 1 a Fp Fi (Fp-Fi) /Fp m1 (kg) (m/s2) (N) (N) 1,120 -0,007 0,05 -0,008 1,16 1,110 0,070 0,15 0,079 0,46 1,100 0,16 0,25 0,18 0,27 1,080 0,34 0,44 0,38 0,13 1,050 0,60 0,74 0,68 0,08 L’esperimento è stato realizzato, per semplicità, mantenendo costante la massa complessiva m1+m2=1,125kg. Ciò è stato fatto utilizzando un carrello di massa 0,5kg caricato con una massa aggiuntiva di 0,5kg e pesetti che, inizialmente posti sul carrello, vengono di volta in volta presi per essere appesi all’estremità del filo e aumentare la massa m2 (della stessa quantità di cui diminuisce m1). Ciascuna riga della Tabella 1 è riferita ad una nuova registrazione (con il sonar) della accelerazione. La prima registrazione (prima riga della tabella) è stata realizzata con una massa m2 pari a circa 5g. Il carrello è stato messo in moto con una piccola spinta. Subito dopo la spinta il carrello si è mosso con velocità decrescente (accelerazione negativa). Ciò vuol dire che la forza di attrito è, seppure di poco, maggiore di Fp Mantenere costante la massa complessiva non è essenziale ma può risultare utile per aiutare a vedere la proporzionalità tra forza e accelerazione. L’analisi dei dati della Tabella 2, costruita a partire dai dati delle ultime quattro righe della tabella 1, può aiutare ad interpretare i risultati dell’esperimento. Tabella 2 a Fi Fp ateor Fp/ a 2 2 (N) (N) (m/s ) (m/s ) (kg) 0,079 0,15 0,070 0,13 2,1 0,18 0,25 0,16 0,22 1,6 0,38 0,44 0,34 0,39 1,3 0,68 0,74 0,60 0,66 1,2 8 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 L’accelerazione misurata a risulta essere sempre minore di quella che si otterrebbe in assenza di attrito ateor = m2 g /(m1+m2). Ne consegue che Fi = (m1+m2)a risulta sempre minore di Fp =m2g. Dal confronto tra le due accelerazioni (e tra Fi e Fp ) si evince che la differenza assoluta è pressoché costante mentre quella relativa tende a diminuire all’aumentare di m2 (quindi di a e di Fp ). Da ciò e dall’analisi delle ultime colonne di Tabella 1 e di Tabella 2 si evince che l’attrito tende a pesare di meno all’aumentare della forza di trazione: l’errore relativo tra Fp e Fi tende a 0 e la costante di proporzionalità tra Fp e a tende a m1+m2=1,125kg. Distance (m) L’interpretazione dell’esperimento è, come si vede, articolata e richiede una attenta gestione da parte del docente: le due grandezze misurate sono Fp e a ma occorre sottolineare che la proporzionalità diretta è tra Fi e a. Solo quando l’attrito diventa trascurabile si ha Fp = Fi. 2 1 0 2.0 2.4 2.8 3.2 3.6 4.0 4.4 4.8 5.2 5.6 6.0 4.8 5.2 5.6 6.0 4.8 5.2 5.6 6.0 Time (seconds) Vel (m/s) 1 0 -1 2.0 2.4 2.8 3.2 3.6 4.0 4.4 Accel (m/s/s) Time (seconds) 1 0 -1 -2 -3 2.0 2.4 2.8 3.2 3.6 4.0 4.4 Time (seconds) Grafici del moto su piano orizzontale di un carrello su cui agisce una forza costante. L’accelerazione è costante nell’intervallo evidenziato ed è pari a 0,16 m/s2. Poi il carrello viene arrestato I grafici in figura sono relativi alla seconda riga della tabella precedente. Il valore dell’accelerazione (0,16 m/s2) è il valore medio fornito dal programma nell’intervallo di tempo evidenziato nei tre grafici. Da 0 a 2 secondi il carrello era fermo. Nell’intervallo di tempo evidenziato il carrello è in moto con accelerazione approssimativamente costante. In questo intervallo le oscillazioni di a(t) sono dovute alle irregolarità della guida su cui scorre il carrello, alla non perfetta disposizione del filo, alle irregolarità della carrucola, ecc. ma anche all’accumulo degli errori numerici. Infatti l’accelerazione è calcolata numericamente dalla velocità a sua volta calcolata dalla posizione. Al tempo t approssimativamente pari a 4,5 secondi il carrello urta contro il respingente. Questo esperimento richiede una certa pratica ed è quindi essenziale che il docente si alleni un po’ prima di proporlo nella attività: gli accorgimenti sono diversi, ad esempio bisogna fare attenzione a far riprendere dal sonar il carrello e non la propria mano, quando si rilascia il 9 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 carrello bisogna evitare di dargli spinte, bisogna imparare a riconoscere nei grafici le diverse fasi dell’esperimento, ecc. Alcune indicazioni utili per la realizzazione e considerazioni per la interpretazione sono riportate schematicamente nel seguito: -la guida (o il piano) su cui scorre il carrello può essere messo in piano utilizzando preliminarmente il moto del carrello ripreso dal sonar; -l’attrito può essere valutato attaccando al filo un pesetto così leggero da ottenere un moto con buona approssimazione con velocità costante. Nella prima riga della tabella l’accelerazione è 0,007 m/s2 quando il pesetto attaccato ha una massa di circa 5g. -gli attriti pesano di meno all’aumentare della forza di trazione, ma in questo caso si ottengono accelerazioni elevate e diventa critica la registrazione con il sonar. Un aspetto significativo da affrontare riguarda il confronto tra la forza peso del pesetto di massa m2 qui denominata forza di trazione e la forza con cui lo stesso pesetto tira il filo e quest’ultimo (con una forza di uguale intensità se la massa del filo è trascurabile) tira il carrello. Anche tra studenti universitari, e perfino tra laureati, rimane talvolta la convinzione che la forza peso e la forza esercitata dal filo sul carrello abbiano la stessa intensità (Arons Guida all’Insegnamento della Fisica Zanichelli pg 125-126). Ciò è ovviamente vero nel caso in cui il carrello sia tenuto fermo. Per aggredire questa difficoltà si consiglia in ogni caso di studiare l’andamento della forza attaccando il sensore di forza sul carrello e registrando la forza prima e dopo il rilascio del carrello. 2.0 1.8 1.6 Force (N) 1.4 1.2 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 0.0 0 1 2 3 4 5 Time (seconds) Grafico della forza esercitata da un filo (a cui è attaccato un pesetto di forza peso poco minore di 1N) su un carrello su piano orizzontale. A t≅ ≅3s il carrello viene lasciato libero e la forza esercitata dal filo diminuisce. Il grafico in figura mostra una tipica registrazione ottenuta con un carrello avente una massa complessiva di circa 700g e una forza peso trainante poco minore di 1N. Da 0 a 3s il carrello è fermo e l’intensità della forza esercitata dal filo sul gancio del sensore è pari alla forza peso del pesetto. A t=3s il carrello viene lasciato. A t=4,3s il carrello viene arrestato. È significativo far notare che quando il carrello è in moto il valore medio della forza è, in questo esempio, circa l’80% della forza peso del pesetto.Le oscillazioni di F(t), nell’intervallo 0-3s, intorno ad una linea orizzontale che approssima bene l’andamento costante sono dovute al fatto che il carrello è tenuto fermo con le mani e che il pesetto attaccato al filo compie delle piccole oscillazioni. Da 3s a 3,5s si evidenzia un transitorio (una “oscillazione smorzata”) il carrello passa da “fermo” al moto con accelerazione costante, le oscillazioni da 3,5s a 4s sono essenzialmente legate alla irregolarità del moto, poi il carrello urta contro il respingente e si ferma, il pesetto tocca terra e la F(t) va a 0. 10 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 8. Forza, posizione, velocità e accelerazione nell’oscillatore armonico 0.60 2 Acceleration (m/s/s) 0.59 Distance (m) 0.58 0.57 0.56 0.55 0.54 0.53 0.52 0.51 1 0 -1 0.50 0.0 0.4 0.8 1.2 1.6 -2 0.0 2.0 0.4 Time (seconds) 0.8 1.2 1.6 2.0 1.6 2.0 Time (seconds) 2.50 0.3 2.39 2.28 2.17 0.1 Force (N) velocity (m/s) 0.2 0.0 -0.1 2.06 1.95 1.84 1.73 1.62 -0.2 1.51 -0.3 1.40 0.0 0.4 0.8 1.2 1.6 2.0 0.0 Time (seconds) 0.4 0.8 1.2 Time (seconds) Il pesetto oscilla lungo la verticale. La molla è attaccata al gancio del sensore di forza e il sonar è in basso e “vede” il pesetto attaccato alla molla andare su e giù. Lo studio dell’oscillatore armonico può essere più o meno approfondito a seconda delle esigenze. I ragazzi hanno lavorato con le molle già nella prima attività ora ci si può concentrare sul rapporto tra forza e movimento. Nell’analizzare i grafici con i ragazzi possono essere messi in evidenza i seguenti aspetti: • il pesetto oscilla intorno ad una posizione di equilibrio distante circa 0,55m dal sonar; • il periodo può essere determinato sui quattro grafici ed è uguale nei limiti degli errori a T=2π√(K/m) dove K è la costante elastica della molla e m la massa del pesetto. Se la massa della molla non è trascurabile occorre m=m+mmolla/3; • la velocità è nulla nei punti di inversione del moto laddove l’accelerazione e la forza sono massime in modulo (massima estensione della molla); • il valore medio della forza è circa 2N: il sensore di forza registra la forza peso del sistema pesetto-molla e la forza elastica; • la velocità è massima quando il pesetto passa per il centro di oscillazione laddove l’accelerazione e la forza elastica sono nulle (è nulla l’estensione della molla); Nei limiti degli errori l’esperimento mostra che forza elastica e accelerazione sono direttamente proporzionali e la costante di proporzionalità è m (F=-kx=ma). Simulazioni e Modellizzazioni con Interactive Physics Diversi esperimenti realizzati in questa attività possono essere studiati con animazioni e simulazioni in attività di modellizzazione con Interactive Physics. Il lavoro può essere organizzato sia in attività aggiuntive sia integrando l’uso di Interactive Physics nelle misure e negli esperimenti di laboratorio. Questo ambiente virtuale, governato dalla meccanica newtoniana, può ad esempio essere utilizzato per: • confrontare simulazioni e risultati di esperimenti realizzati; • aiutare a progettare e a configurare esperimenti lavorando sul dimensionamento delle variabili; • scoprire aspetti non rivelati nell’esperimento; • costruire modelli matematici che permettano di riprodurre le situazioni sperimentali; • ecc. Dalla nostra esperienza sembra emergere che dopo una presentazione da parte dell’insegnante (che aiuta a far riconoscere potenzialità e limiti del sistema) i migliori risultati si ottengono assegnando compiti “aperti” che i ragazzi devono risolvere con gli strumenti di IP e strategie proprie che possano poi essere confrontate in sessioni collettive. 11 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 Negli esempi che seguono sono presentate alcune delle esperienze possibili. L’esperimento moto su piano orizzontale di un corpo su cui agisce una forza costante viene riprodotto nell’ambiente di IP. Al carrello viene sostituito un blocchetto. Lo studente può progettare l’esperimento e variare le masse in gioco, i coefficienti di attrito, ecc. studiando le animazioni e valutando le risposte grafiche del sistema L’esperimento sul legame tra forza e movimento nell’oscillatore armonico può essere arricchito simulando e modellizzando smorzamenti regolati da leggi diverse 12 Progetto LES Sceneggiatura Forza e Movimento 3 ver. nov. 2000 13