SICUREZZA R E S I D E N Z I A L E Paola Cozzi N egli ultimi mesi, attraverso una nota trasmissione televisiva e il Web, è passato il messaggio per cui sabotare un impianto di allarme è un gioco da ragazzi. Con tanto di intervista al piccolo criminale di turno che, sotto i riflettori, pare il Re furbo che fa didattica a sudditi ignoranti sia in fatto di furti che di sistemi di sicurezza. A parte il fastidio nel vedere dare pulpito e visibilità a chi rappresenta l’illegalità - malcostume di una televisione fintamente democratica che, in nome dell’audience, promuove tutti, anche chi esercita il male - offende gli operatori del settore un’informazione che banalizza, che - ponendo al centro il prodotto scadente, di bassissima qualità, obsoleto, spesso senza certificazione e installato da ciarlatani - deride la sicurezza. Che ne fa uno scenario da “Scherzi a parte”, un palcoscenico da circo, un bluff. E tutti i buffoni a riderne. Compreso l’avanzo di galera intervistato, che si sente intelligente perché ha manomesso un rivelatore acquistato al supermercato. Chapeau. Il quadro che ne deriva? Quello di una sicurezza fatta di apparecchiature che si staccano dal muro a un colpo di mano, di allarmi che non scattano, di sirene sabotate con uno spray e di porte blindate che si spalancano con un gioco di serratura. Di questa sicurezza l’utente finale non può che diffidare. Perché non dire al pubblico che esiste anche la Sicurezza Professionale, fatta di aziende serie, che vi si dedicano da decenni, di team di ingegneri, tecnici e sviluppatori che lavorano allo studio e alla ricerca di tecnologie sempre nuove? Perché non dire che esiste il prodotto all’avanguardia, di alta qualità, certificato, collaudato, che ha superato severi test di prova? Che esistono case, negozi, centri commerciali, aeroporti, centri urbani, stadi, porti, dotati di sistemi eccellenti che, negli anni, hanno scoraggiato micro e macrocriminalità? Certo, l’intervista all’avanzo di galera attrae più pubblico che non quella all’installatore esperto e qualificato o al Senior Engineer del LA DISINFORMAZIONE NON RISPARMIA NEMMENO LA SICUREZZA ANTICRIMINE. E SE IL WEB PULLULA DI VIDEO DIDATTICI SU COME METTERE FUORI USO UN SISTEMA DI ALLARME, UNA NOTA TRASMISSIONE TELEVISIVA, NEI MESI SCORSI, HA CONTRIBUITO A DIFFONDERE L’IMMAGINE DI UNA SICUREZZA DA CIRCO. LA SICUREZZA PROFESSIONALE, LA SICUREZZA CHE VALE, È UN ALTRO MONDO. UN MONDO CHE SOLO CHI VI SI DEDICA DA DECENNI PUÒ SVELARE. IL RESTO È SPAZZATURA MEDIATICA. reparto Ricerca & Sviluppo della multinazionale che da trent’anni studia, progetta e produce dispositivi di altissimo livello per la protezione di beni, persone e luoghi. Il sistema di sicurezza di alta qualità, moderno, attuale, esiste. Esiste, ha un costo superiore all’apparecchiatura di scarto e possiede requi- siti assoluti. Quali? Eccone alcuni. Fondamentale è la presenza di una batteria che garantisca ore e ore di autonomia (36 ore di autonomia e 80 minuti di allarme per i prodotti di fascia più alta) nei casi in cui il malintenzionato interrompa l’alimentazione. In poche parole, una sirena con una batteria di questo SICUREZZA RESIDENZIALE Coordinamento Editoriale Paola Cozzi. Hanno collaborato Ariela Papadato, Michelle Carta, Massimiliano Cassinelli, Andrea Nobile, Lorenzo Segato. Progetto grafico Giancarlo Crocetti. Impaginazione Diego Poletti. Direttore Editoriale Business Media Mattia Losi. Proprietario ed editore Il Sole 24 ORE S.p.A. Sede legale Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano. Presidente Giancarlo Cerutti. Amministratore delegato Donatella Treu. tipo, continua a suonare per ore anche se vengono tagliati i fili. Altri elementi importanti sono il sistema antischiuma brevettato, sempre attivo e in grado di funzionare anche a impianto spento; la membrana antiperforazione - con serpentina in polvere d’argento che, se perforata, fa scattare l’allarme - e il doppio tamper anti-apertura e anti-strappo dal muro, in grado di assicurare l’attivazione dell’allarme in tutti i casi di manomissione del dispositivo. Inoltre, le sirene di eccellenza possiedono la protezione antiavvicinamento, un contenitore antivandalico in policarbonato; un contenitore metallico interno per una doppia protezione meccanica; ingressi di alimentazione protetti contro l’inversione di polarità; interferenze e sovratensioni; dispositivi antimanomissione per apertura e rimozione. E veniamo alla progettazione dell’impianto di sicurezza, cosa tutt’altro che semplice, fatta di step, di lavoro attento. Il punto di partenza è uno solo e prevede - da parte dell’installatore professionista - una scrupolosa analisi dei rischi. Senza tale analisi, non si può procedere. Considerare attentamente i beni da proteggere, prendere in esame le caratteristiche dell’abitazione ovvero i punti a rischio intrusione, tutti gli accessi, i balconi, i terrazzi, il tetto - e le abitudini, lo stile di vita di chi vi abita. Questa è l’analisi. Diffidare di chi non opera in questo modo, di chi si improvvisa esperto, di chi installa impianti a basso costo, senza assistenza tecnica nel tempo, di chi - dopo l’esecuzione dei lavori - non si rende più reperibile, abbandonando il cliente a se stesso. Un consiglio su tutti: non rivolgersi a un elettricista travestito da allarmista, a un installatore generalista e verificare che l’azienda alla quale si decide di affidare i lavori operi prevalentemente nel settore della sicurezza e che sia presente sul mercato con anni di esperienza. La sicurezza anticrimine è un fatto serio. Ha come oggetto la protezione delle vite umane, non solo dei beni materiali. Non si presta allo scherzo. Non può essere banalizzata, resa fenomeno da circo mostrando prodotti, personaggi e situazioni che con la professionalità non c’entrano nulla. E non è vero che il criminale è sempre bravo, furbo, preparato. Il criminale vince solo se, lungo il cammino, non incontra ostacoli. Sede operativa Via Carlo Pisacane,1 - 20016 PERO (MI) Tel. 02/3022.1. Ufficio commerciale e traffico Tel. +39 02 3964.6060. Stampa Canale & C. S.p.A. - Borgaro Torinese (TO). Testi, fotografie e disegni Riproduzione vietata copyright©. Qualsiasi genere di materiale inviato in Redazione, anche se non pubblicato non verrà in nessun caso restituito. (Ins. Pub. gratuito data 18-06-2012) No vit àw ire les s NEXT CAM® racchiude in unico dispositivo un rilevatore all’infrarosso e una webcam con illuminatore integrato ...e non necessita di cablaggio! PowerG® è la nuova tecnologia via radio messa a punto da Visonic per offrire ancor più sicurezza, affidabilità e controllo. 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Il punto di partenza è uno solo e prevede - da parte dell’installatore professionista una scrupolosa analisi dei rischi. Senza tale analisi, non si procede. Paola Cozzi L a domanda è d’obbligo: che cosa si intende per “analisi dei rischi”? Che cosa comporta? Considerare attentamente i beni da proteggere, prendere in esame le caratteristiche dell’abitazione - ovvero i punti a rischio intrusione, tutti gli accessi, i balconi, i terrazzi, il tetto - e le abitudini, lo stile di vita di chi vi abita. Questa è l’analisi. Ricordiamo che, nel considerare i beni da proteggere, è di estrema importanza prevedere la protezione delle persone, delle vite umane. La tendenza criminale degli ultimi cinque anni, infatti - come la realtà tristemente insegna - vede le intrusioni avvenire quando la casa è abitata, con il conseguente rischio di sequestro di persona e di aggressione, accompagnato da episodi di violenza fisica e psicologica. Queste, dunque, le basi, le fondamenta per la ”costruzione” di un impianto di allarme che sia affidabile, efficace, utile davvero e non un accessorio all’interno della casa. Guglielmo Forzato - del Centro Sistemi Antifurto di Torino, concessionario Hesa - ci guida più in profondità, a uno step successivo, ipotizzando tre diversi impianti di sicurezza per tre differenti scenari abitativi. Proviamo a delineare il sistema antifurto per un appartamento di 100 metri quadri, situato al piano alto di un condominio e dotato di due balconi di medie dimensioni... Consiglierei, innanzitutto, di proteggere la porta di ingresso con un rivelatore elettronico anti-apertura e anti-scasso e l’ingresso, il corridoio o, comunque, la zona living - fulcro dell’ambiente - con un rivelatore di movimento, meglio se a doppia tecnologia, vale a dire microonda e infrarosso. Per aumentare il livello di sicurezza, sarebbe poi opportuno estendere la protezione alla zona balconi e alle finestre, attraverso un rivelatore da esterno “a tenda”. Quali consigli darebbe, invece, a chi decidesse di mettere in sicurezza una villetta in città, dotata di giardino? In questo caso si parte dal perimetro esterno, creando una protezione che intercetti l’intruso dal punto più lontano da porte e finestre. A tale fine, la tecnologia mette a disposizione sistemi perimetrali praticamente invisibili e mimetizzabili. Un esempio? I rivelatori interrati - in grado di rilevare il calpestio - e sbarramenti segue a pagina 6 L’impianto di allarme in un Kit Il Kit di sicurezza di Bentel Security (www.bentelsecurity.com) Pensato per una maggiore praticità e comodità di installazione, il “kit di sicurezza” contiene gli elementi base per la realizzazione di un buon impianto di allarme. Un esempio è dato dal Kit KYO, proposto dal produttore Bentel Security. Paolo Concetti, suo Senior Product Manager, ci illustra di quali dispositivi si compone, specificando per ognuno la preziosa funzione. sensori, una sirena e una tastiera. In base alle dimensioni dell’abitazione da proteggere, l’installatore potrà poi aggiungere più accessori. nologia - quindi all’interno hanno un sensore a infrarosso e uno a microonda - e sono dotati di “tecnologia antimasking”. Qual è il ruolo dei rivelatori e della centrale di allarme in seno all’impianto? La rivelazione di un eventuale intruso all’interno dell’area da proteggere è demandata, per l’appunto, ai rivelatori, i quali per primi ci informano sullo stato di pericolo. Le informazioni rilevate da tali dispositivi vengono dunque inviate alla centrale, che le elabora, le interpreta e decide se dare l’allarme oppure no. La centrale è, dunque, il “cervello” del sistema, colei che decide - in base alle programma- Che cosa significa? La “tecnologia antimasking” evita l’accecamento del rivelatore, ovvero evita il suo mascheramento mediante qualsiasi strumento esterno. L’obiettivo è escludere che possa diventare insensibile a quanto accade nell’ambiente da proteggere. Che cosa contiene il Kit KYO? Il kit che proponiamo comprende gli elementi base dell’impianto di sicurezza, ovvero una centrale di allarme - cuore del sistema - alcuni zioni effettuate - se fare partire la sirena, inviare telefonate vocali o sms ai nostri cellulari o comunicare l’allarme all’Istituto di Vigilanza. Quali tipologie di rivelatori sono presenti nel Kit? Si tratta di rivelatori a doppia tec- Che funzione ha la tastiera? La tastiera è lo strumento attraverso il quale l’utente interagisce, “parla” con il sistema di sicurezza. L’interazione più semplice? Inserire e disinserire l’impianto. 6 SICUREZZA RESIDENZIALE LINEE GUIDA inefficace e generare problemi, al punto da indurre ad abbandonare il sistema perché inutilizzabile. La soluzione ideale, in questo caso, sta nella realizzazione di una protezione sul punto più lontano rispetto alla casa - ad esempio, sulle recinzioni - in modo da generare una segnalazione di allarme molto prima che l’intruso abbia raggiunto l’ingresso, causandogli un immediato disturbo e dando uno spazio di tempo sufficiente all’intervento. E’ utile, poi - per dilatare l’azione di disturbo, soprattutto nelle ore notturne - generare, simultaneamente all’allarme acustico, l’accensione di fari di illuminazione esterni. Per una protezione maggiore, consiglio - oltre a una protezione volumetrica dei locali - di estendere la protezione perimetrale esterna, creando un secondo anello di protezione sui serramenti. Infine, il massimo supporto che si possa dare a una protezione perimetrale come quella descritta, è dato dall’impiego di un sistema di videocontrollo esterno mediante telecamere dotate di illuminatore a infrarossi, per una ripresa - e una buona visone - di quanto accade intorno alla villa anche in presenza di scarsa illuminazione. riprende da pagina 5 inseriti all’interno di colonnine con corpi illuminanti che, posti all’interno del giardino, si confondono con il sistema di illuminazione. Che fare nel caso in cui questo tipo di soluzione risultasse troppo costosa? E’ possibile realizzare, a un costo inferiore, una protezione “ad anello,” posizionando - a ridosso delle pareti esterne della casa - rivelatori di movimento da esterno. In ogni caso, a una protezione perimetrale si consiglia sempre di aggiungere una puntuale protezione volumetrica interna, almeno nelle zone di passaggio obbligato quali, ad esempio, corridoi, disimpegni e scale di comunicazione ai piani. E questo per creare le cosiddette “zone trappola”. E la villa isolata? In breve sintesi, quali caratteristiche deve possedere il suo sistema di allarme? Prima di ogni altra cosa, è fondamentale concentrarsi sul concetto di “isolamento”, che rende vano ogni allarme acustico. Nel caso specifico di una villa isolata, una proposta progettuale errata da parte dell’installatore potrebbe risultare Esempio di rivelatori da esterno per installazioni sulla porta di ingresso, le finestre, il balcone e il perimetro esterno alla casa (Hesa, www.hesa.com) Sabotare una sirena di qualità? Non è un gioco Sofisticato sistema antischiuma brevettato a doppia tecnologia, membrana anti-perforazione con serpentina in polvere d’argento, doppio tamper antiapertura e anti-strappo: Giuseppe Manente, titolare di Venitem, ci spiega perché sabotare una sirena di fascia alta non è un’operazione semplice. Qual è la funzione della sirena all’interno dell’impianto di allarme? Richiamare l’attenzione sull’episodio di intrusione e allertare il primo intervento. Esistono modelli di sirena da esterno e da interno. Le prime, attraverso il suono e il lampeggio, segnalano l’intrusione dall’esterno; le seconde, invece, fungono da deterrente nel momento in cui il ladro è già riuscito a superare tutte le misure di protezione. Le sirene da interno più sofisticate sono dotate di diversi suoni che permettono di verificare la provenienza dell’allarme e che, risultando amplificati all’interno dell’abitazione, riescono a disorientare l’intruso e indurlo alla fuga. Schiuma spray, perforazione e rimozione: negli ultimi mesi, attraverso alcune trasmissioni televisive e il Web, è passato il messaggio per cui sabotare una sirena di allarme - oltre che un rivelatore - sia un gioco da ragazzi. Spieghiamo al pubblico la differenza tra prodotto di qualità e prodotto scadente... Ci sono alcuni elementi che determinano differenze abissali tra prodotti di alta qualità e prodotti diciamo così - “più essenziali”. Ad esempio, le nostre sirene di allarme sono dotate di un sofisticato sistema antischiuma brevettato a doppia tecnologia, sempre attivo e in grado di funzionare anche a impianto spento, il quale - oltre a evitare i falsi allarmi - protegge la sirena dall’introduzione di schiumogeni. Un altro elemento importante è l’innovativa membrana antiperforazione, con serpentina in polvere d’argento che, se perforata, fa scattare l’allarme. Altri elementi poi, come il doppio tamper antiapertura e anti-strappo dal muro assicurano l’attivazione dell’allarme in tutti i casi di manomissione della sirena. Questi sono gli elementi essenziali per classificare un prodotto di buona qualità. Un ultimo consiglio al lettore su come orientarsi nella scelta, prima ancora del sopralluogo da parte dell’installatore... Nella scelta della sirena di allarme Modello di sirena da interno (Venitem, www.venitem.com) è importante orientarsi su prodotti certificati IMQ II e III livello. La certificazione funge da garanzia che il prodotto è stato realizzato seguendo certi criteri di qualità, che lo rendono sicuro per chi lo utilizza. Altre indicazioni fondamentali per dotarsi di un buon prodotto sono: l’auto-alimentazione - il fatto cioè che la sirena possa funzionare con propria batteria anche in caso di assenza di corrente - e la presenza del lampeggiante che, soprattutto nelle ore notturne, aiuta a individuare la provenienza dell’allarme. Altra funzione importante è il conteggio allarmi giornalieri, che permette di limitare a un massimo di quattro il numero di segnalazioni di allarme giornaliere da parte della sirena, evitando così i possibili falsi allarmi. Professionalità dell’installatore e prodotti di qualità: spieghiamo perché si tratta di un binomio imprescindibile... Anche in questo settore c’è chi si improvvisa esperto, spacciandosi per professionista della sicurezza, proponendo prodotti di scarsa qualità e creando, in questo modo, confusione nel mercato. Il risultato? Impianti a basso costo, che si rivelano assolutamente inutili, installati senza assistenza tecnica perché l’installatore in questione - dopo l’esecuzione dei lavori - non si è reso più reperibile, abbandonando il cliente a se stesso… Come orientarsi nella scelta dell’azienda installatrice? Verificare, innanzitutto, che l’azienda alla quale si intende affidare i lavori operi prevalentemente nel settore della sicurezza e che sia presente sul mercato con anni di esperienza e con requisiti di professionalità e serietà. Assicurarsi, poi, che la stessa azienda sia dotata di una struttura composta da personale alle dirette dipendenze, per garantire efficienza e tempestività, affinché il cliente abbia un servizio di assistenza negli anni. Ancora meglio se l’azienda è in grado di offrire un servizio di tele-assistenza: questo consente, dalla postazione dell’azienda installatrice, di intervenire sul sistema in via telematica nel più breve tempo possibile, prima di effettuare l’eventuale intervento tecnico sul posto. Il miglior risultato? Lo dà l’impiego di apparecchiature altamente collaudate, prodotte e distribuite da grandi e affermate aziende del settore, installate da professionisti qualificati. PER IL MERCATO RESIDENZIALE VISUAL-TV Decodificatore video wireless Visual-Tv è un dispositivo di piccole dimensioni disegnato per soddisfare le esigenze del mercato residenziale, uffici ed hotels provvisti di un’area con televisore ad alta definizione e mediante il quale si desiderano visualizzare le telecamere di un impianto TVCC connesse ai videoregistratori della gamma GALILEO. www.hesa.com 8 SICUREZZA RESIDENZIALE PERIMETRI E INGRESSI Per essere al sicuro, non è necessario barricarsi. Oggi, sentirsi protetti all’interno di un’abitazione di grandi dimensioni e, allo stesso tempo, vivere liberamente lo spazio che la circonda, è possibile. La dinamica dentro-fuori, interno-esterno, gode del supporto di sofisticati sistemi perimetrali, di telecamere ideate per il residenziale e di video-citofoni di nuova concezione. La sicurezza che libera gli spazi Paola Cozzi I mpedire che il potenziale ladro o l’aggressore possano solo avvicinarsi alla porta di ingresso, è l’imperativo di ogni sistema di protezione esterna. Imperativo che diventa categorico nel caso in cui la residenza in questione è una casa indipendente, non importa quanto grande sia. Villette, ville di medie dimensioni e grandi ville che sorgono in aree isolate, ad esempio in campagna, zone collinari o marittime lontane dal centro abitato, presentano rischi specifici, che vanno analizzati in modo puntuale dall’installatore, al fine di progettare un sistema di sicurezza specifico ed efficace. Elemento chiave - nei casi delle abitazioni appena descritte - è il “sistema perimetrale”, ovvero un sistema di protezione esterno all’abitazione, dove “esterno” significa estremamente vicino alla casa - quindi a filo parete - oppure sta a indicare il parco o il giardino. L’obiettivo è creare un anello di protezione che segnali la presenza dell’intruso quando questo non si è ancora avvicinato alla casa, mettendo in massima sicurezza chi si trova all’interno, che ha così il tempo di allertare qualcuno e di rendersi conto della situazione di pericolo. E’ assolutamente consigliabile nei casi di abitazioni singole di qualsiasi dimensione, dalla villa al piccolo villino. In particolare, per queste residenze è bene progettare sistemi perimetrali completi, che circondino completamente la casa. Sistema Radar, antenna mono-testa mimetizzabile all’interno del giardino, in grado di creare una barriera in radio frequenza - dunque invisibile - intorno alla casa. Rileva l’intruso discriminandone dimensioni, velocità e punto di attraversamento (GPS Standard, www.gps-standard.com) Insieme a Dario Schiraldi, Branch Manager di GPS Standard, affrontiamo, in particolare, il discorso relativo alla protezione perimetrale delle grandi ville isolate. Quale problema pongono i grandi spazi attorno all’abitazione? Il problema è duplice: da un lato esiste il bisogno - e il diritto - di sentirsi sicuri all’interno dell’abitazione. E, contemporaneamente, esiste l’esigenza di vivere in modo libero lo spazio verde che la circonda. Quale soluzione è consigliabile? Un sistema perimetrale interrato dunque completamente invisibile e di cui è impossibile individuare il percorso - il cui compito è quello di rilevare la presenza di intrusi all’interno dell’area da proteggere, senza alcun impatto estetico sulla struttura dell’abitazione. Questo tipo di dispositivo crea un anello di protezione intorno alla casa, proteggendo i beni e le persone che vivono all’interno, con un elevato grado di accuratezza nella rivelazione. GPS Standard, per questa specifica applicazione, propone il sistema GPS Plus - dove, per GPS, si intende Ground Perimeter System - basato sull’analisi del controllo differenziale della pressione. Il sistema utilizza due o quattro tubi paralleli riempiti con un liquido. Le variazioni di pressione determinate dall’attraversamento della zona protetta vengono rilevate e analizzate. Come avviene l’installazione di un sistema interrato? Relativamente allo scavo, consi- Modelli di telecamere speed dome (GPS Standard, www.gps-standard.com) gliamo di effettuarlo con una “catenaria”, strumento costituito da una catena di pale che, procedendo lungo il percorso, solleva il terreno e compie uno scavo di 25-30 cm in larghezza e in profondità, creando due solchi paralleli che fanno il giro del perimetro. Una volta fatto lo scavo binario, si stende il tubo e si ricopre. Non si tratta di un lavoro invasivo e le tempistiche dipendono dall’estensione del perimetro da proteggere… Che cosa accade nel caso in cui lungo il perimetro da proteggere siano presenti alberi ad alto fusto? In un sito particolarmente alberato, il sistema interrato - se non installato a una certa distanza e con particolari precauzioni - potrebbe creare disturbi nella rilevazione. In particolare, il pino, quando è soggetto alla forza del vento, scarica la pressione sulle radici. Pressioni che - appunto - potrebbero essere rilevate, generando segnali errati e falsi allarmi. In questi casi, la soluzione potrebbe venire da un‘antenna mono-testa quale è Radar, sistema visibile ma con impatto estetico minimo perché dal design molto elegante. Radar, - GPS Plus o Radar - per verificare a video l’intrusione nel momento stesso in cui si verifica. proposta da GPS Standard, è in grado di creare una barriera in radio frequenza - dunque invisibile - intorno alla casa. Rileva l’intruso all’interno della barriera, discriminandone dimensioni, velocità e punto di attraversamento. Oltre che a un buon sistema perimetrale, a quali dispositivi è possibile affidare la sicurezza degli spazi esterni? La protezione dell’area esterna può essere implementata per mezzo di un sistema di telecamere che - lo ricordiamo - non fungono da sistema di allarme, ma hanno la funzione di deterrenza e di controllo. Spieghiamo meglio ai lettori che cosa significa… Molto spesso, le telecamere vengono vendute come “sistema di allarme”, quando in realtà non lo sono. Permettono di prendere visione di ciò che sta accadendo in quel preciso momento e di ciò che è appena accaduto. Le telecamere sono, quindi, da intendersi come “aiuto”, supporto ai sistemi di protezione perimetrale Che tipologia di sistema video è indicato per il controllo dei perimetri estesi? In questi casi - soprattutto se si ha a che fare con contesti particolarmente eleganti e architetture di pregio bisogna considerare l’aspetto estetico ed eliminare le problematiche installative proprie di un sistema di videosorveglianza. GPS Standard, a tale riguardo, propone la soluzione PPS - Position Perimeter System, evoluzione del sistema a tubi interrati basato sull’analisi del controllo differenziale della pressione, al quale ho accennato in precedenza. La caratteristica innovativa del sistema PPS - sempre invisibile, irrilevabile e in sabotabile - è la capacità di determinare il punto esatto di attraversamento della fascia protetta. Il PPS è l’ideale per l’integrazione con telecamere speed dome che, installate in posizione arretrata rispetto al perimetro, supervisionano l’area secondo il programma impostato e, in caso di intrusione, vengono automaticamente fatte ruotare dal sistema nella punto esatto in cui l’intruso è stato rilevato. PERIMETRI E INGRESSI SICUREZZA RESIDENZIALE Presentiamo al pubblico il video-citofono T24, proposto da Mobotix… La definizione di video-citofono è riduttiva. Dotato di due unità - una esterna, con telecamera ad alta risoluzione incorporata, e una interna, dotata di schermo e tastiera digitale - è un dispositivo la cui “visione emisferica” garantisce una panoramica completa delle aree antistanti e laterali rispetto al punto di accesso, da parete a parete e dal pavimento al soffitto. Ma non solo. Il fatto di essere IP gli consente, oltre a vedere e a sentire le persone che suonano alla porta o al cancello di casa, di interagire con loro da postazioni remote - interne o esterne all’abitazione - mediante cellulare, PC, telefono VoIP, tablet e smart phone. Ciò significa che, ovunque ci si trovi, è possibile comunicare in tempo reale con chi ha suonato al nostro interno. Quali altre funzioni possiede? Registra, con audio e video, tutti gli eventi che si verificano davanti alla porta, automaticamente, 24 ore su 24; consente l’accesso senza chiavi attraverso codice PIN o transponder e possiede la funzione di segreteria telefonica, per la registrazione o il riascolto dei messaggi. Inoltre, 9 Videosorveglia, registra, comunica da remoto Incorpora una telecamera ad alta risoluzione con lente emisferica, per una panoramica completa delle aree antistanti e laterali rispetto al punto di accesso; audio e video-registra quanto accade davanti al portone di casa e interagisce con chi suona da postazioni remote - interne o esterne all’abitazione - mediante cellulare, PC, telefono VoIP, tablet e smart phone. Alberto Vasta, Business Development Manager di Mobotix, ci illustra il videocitofono del terzo millennio, la cui versione più recente è stata presentata a Francoforte lo scorso aprile, in occasione della Fiera Light & Building. può essere facilmente collegato all’interno di una rete di automazione domestica, per l’interazione con una serie di altre apparecchiature di uso comune. La telecamera incorporata possiede una lente emisferica: che cosa significa? Significa che, rispetto a un videocitofono tradizionale, è possibile avere una visione a 180 gradi del contesto. I vantaggi? La possibilità di prendere visione di situazioni sospette, anomale - come, ad esempio, se colui che sta citofonando si è messo rasente al muro o accanto al citofono, oppure se qualcuno accanto a lui si nasconde - e, dunque, di decidere se è il caso di aprire oppure no. Quali vantaggi offre, nel concreto, un video-citofono di questo tipo? Un dispositivo come quello appena descritto va oltre il concetto di video-citofonia. Questo apparecchio integra una telecamera ad alta risoluzione e registra gli eventi. Telecamera che offre immagini a 3 Megapixel - dunque molto dettagliate e nove volte superiori alle immagini video tradizionali - con la possibilità di ingrandirle e di zoommarle. Siamo nel terreno della videosorveglianza. Questo è davvero l’aspetto saliente. Aspetto che fa di questo videocitofono uno strumento in più di sicurezza per ogni tipologia di abitazione. Video-citofono IP, con telecamera a ottica emisferica integrata per garantire una panoramica completa delle aree antistanti e laterali rispetto al punto di accesso (Mobotix, www.mobotix.com) KSENIA SECURITY, LA NUOVA DIMENSIONE DELLA SICUREZZA Scegliere un prodotto Ksenia non significa soltanto installare un dispositivo di sicurezza di categoria superiore, a protezione dei beni e delle persone. Significa anche entrare in una nuova dimensione, in cui il cliente e la sua sicurezza vengono sempre al primo posto. Semplicemente collegando il sistema integrato Ksenia alla rete, è possibile monitorare e gestire le funzioni di sicurezza, domotica e audio/video da qualsiasi computer, smart-phone o tablet, ovunque ci si trovi. Ci si è dimenticati di inserire l’antifurto? Si è ricevuto una segnalazione di allarme e si desidera sentire e vedere da remoto che cosa sta succedendo? Si è usciti in auto e non si è sicuri di aver chiuso il garage o di aver spento tutte le luci di casa? Sei è partiti in vacanza e ci si è dimenticati di inserire la funzione “risparmio energetico” dell’impianto di condizionamento? Nessun problema. Grazie al Web-server integrato e alle mappe grafiche, tutte queste funzioni sono ora a portata di click, ovunque ci si trovi e in modo assolutamente affidabile e sicuro. Quando si tratta della tua sicurezza e di quella dei tuoi cari, non accontentarti di un sistema qualsiasi. Richiedi al tuo installatore solo ed esclusivamente le innovative soluzioni Ksenia Security Unica nel settore della domotica e dell’antintrusione è la prestigiosa proposta - tutta italiana - di Ksenia Security, riconosciuta e apprezzata in tutta Europa per la sua capacità di offrire un livello di innovazione e design senza precedenti, unitamente a soluzioni progettate e realizzate per essere davvero eco-sostenibili. Tale successo è possibile grazie alla lunga esperienza maturata nel settore, alla convergenza dinamica di idee e competenze eterogenee, all’impegno e passione profuse e alla voglia di realizzare qualcosa di unico, nuovo ma solido, a misura delle esigenze sempre maggiori degli installatori e degli utenti finali, anche in termini di aspettative future, guidandole in una logica di integrazione totale. La nuovissima serie di centrali lares, da ora anche wireless, rappresenta la massima espressione in termini di potenza e modularità: componentistica di ultima generazione con un grado elevatissimo di affidabilità, espandibilità e programmabilità “in-campo”. Unici per la ricerca di un design e di uno stile inconfondibilmente minimalista e sobrio, tutti i prodotti Ksenia sono tali anche per il loro contenuto tecnologico e per un livello di affidabilità senza compromessi. Il team di Ksenia Security, in sodalizio con una rete di distribuzione di primaria importanza e competenza già presente in tutta Europa, ha in programma espansioni continue a questa piattaforma che, per le sue caratteristiche intrinseche, avrà lunga vita davanti a sé. La quadratura del cerchio tra estetica, prestazioni, servizi e costi è finalmente possibile. WWW.KSENIASECURITY.COM informazione pubblicitaria 10 SICUREZZA RESIDENZIALE PORTE BLINDATE Porta blindata da interno a filo muro, con cerniere a scomparsa e serratura a cilindro (Vighi Porte Blindate, www.vighigiorgio.com) Ritratto della porta blindata a trent’anni dalla sua nascita metallo elettrosaldata. La prima cosa da fare, dunque, è rivolgersi a personale qualificato, anche se alla fine il costo della posa in opera potrebbe incidere in maniera significativa sul costo complessivo. Ma non ci sono dubbi: è più sicura una porta di discreta qualità, montata a regola d’arte, che la migliore porta blindata esistente sul mercato, la cui posa in opera è stata realizzata con leggerezza. Infine, sul mercato esiste anche un’ampia offerta di porte di sicurezza per box auto, realizzate interamente in legno e caratterizzate da una particolare ed esclusiva tecnica costruttiva che ne assicura solidità, indeformabilità e sicurezza. Esistono modelli particolarmente evoluti, in grado di offrire caratteristiche di insonorizzazione e isolamento. Anche per quanto riguarda le dimensioni, il mercato offre molteplici varianti: da 2 a 6 metri di larghezza, da 2 a 3 metri di altezza, con dimensioni modulari di 5 cm. I modelli maggiormente resistenti ai tentativi di effrazione vantano la certificazione classe 3 antieffrazione, in base alla normativa UNI ENV 1627: nell’anta - spessore 80 mm - è inserita una barriera in acciaio ad alta resistenza e la struttura è realizzata in tubolari di acciaio. Ma la parola ora va a Lorenzo Muratori, titolare dell’azienda Vighi Porte Blindate, insieme al quale abbiamo approfondito alcuni punti. La parola, dunque, all’esperto. Le classi di sicurezza, i test, le serrature, il design: tutto quello che c’è da sapere sull’elemento di sicurezza da trent’anni al servizio delle case italiane. Paola Cozzi N ell’80% dei casi, il ladro entra dalla porta di ingresso. Questo è un dato. Certo non entra attraverso una porta blindata. E quando questo accade, questa non era davvero blindata. Oppure non era stata installata a regola d’arte da personale qualificato. Infatti, scardinare una porta interamente in acciaio, il cui telaio anch’esso in acciaio - è stato fissato al muro mediante zanche in acciaio lunghe 20-30 cm, a loro volta fissate nella parete con cemento a presa rapida (parete opportunamente rinforzata con mattoni pieni e pietre e al cui interno è stata installata una robusta rete di metallo elettrosaldata) è un lavoro di una lunghezza, di una laboriosità e di una rumorosità tali da essere paragonabile all’attività di un cantiere all’ora di punta. Troppo anche per il ladro più paziente, per il quale il fattore tempo è vitale. Passato il quarto d’ora, il rischio sale. Ma facciamo un po’ di chiarezza. La struttura e l’installazione La porta blindata è tale perché costituita da elementi fondamentali. L’anta è solitamente rivestita di legno pregiato: noce, mogano o rovere. Ma è il rivestimento interno a garantirle robustezza: l’anima in acciaio manganese - materiale antiscasso e antitrapano - è arricchita da bande tubolari orizzontali e verticali che ne impediscono e ne attenuano eventuali tentativi di sfondamento. A ciò si aggiungono il perimetro dell’anta, anch’esso rivestito in acciaio e fatto in modo che il suo ancoraggio sia perpendicolare alla “cornice” della porta attaccata al muro. Altri elementi importanti sono i rostri e i punti laterali di chiusura, che sono collegati alla serratura e che possono essere disposti su tutta la superficie della porta, dall’alto al basso. Costituiscono un plus eventuali dispositivi elettronici, che rilevano con un suono ogni tentativo di scasso della porta. Altri elementi che la compongono, e che contribuiscono alla sua robustezza, sono il telaio, il controtelaio e le zanche, il battente, i rostri fissi, le Porta blindata da esterno, con doppia anta bianca e serratura a cilindro (Vighi Porte Blindate, www.vighigiorgio.com) cerniere, la coibentazione antincendio, la lama paraspiffero, il limitatore di apertura, la serratura e chiavistelli mobili, i rivestimenti. L’installazione della porta blindata deve essere preceduta da opere murarie di consolidamento della parete che deve ospitarla. Montare una porta blindata - pur in possesso dei requisiti di sicurezza richiesti - in una parete di mattoni forati, è assolutamente sconsigliabile: i malintenzionati, infatti - semplicemente asportando una fascia di parete seguendo il perimetro della porta - potrebbero facilmente rimuovere l’intera porta, senza apportare alla stessa nessun attacco. Dunque, il fissaggio del telaio al muro ha un’importanza determinante, sia per la tenuta della porta agli eventuali attacchi che per il buon funzionamento della stessa. Per rendere il telaio solidale al muro, allo stesso vengono saldate zanche di acciaio - anche lunghe 20-30 cm - da fissare nella parete (opportunamente rinforzata con mattoni pieni e pietre) con cemento a presa rapida. Per rinforzare ulteriormente la parete, è inoltre possibile installare al suo interno una robusta rete di Che cosa connota la porta blindata del terzo millennio? La porta blindata è nata trent’anni fa con il DNA della sicurezza. Creare una sorta di “muro” divisorio, uno stacco netto tra mondo esterno alla casa e mondo interno, è da sempre la sua anima. Tuttavia, nel corso degli anni, ha naturalmente sviluppato altre funzioni. In particolare, al ruolo di strumento antieffrazione, si è aggiunto quello di abbattimento acustico. Inoltre, il marchio CE impone che la porta blindata abbia, oltre alle caratteristiche atte all’abbattimento acustico, anche specifiche tecniche di tenuta termica, di tenuta all’aria, all’acqua e al vento. Dunque, la porta blindata di oggi è più completa rispetto al passato, più ricca di funzioni. Oltre che più sicura. Sicura, forte, resistente. Ma anche bella ed elegante, al punto da rappresentare un elemento di interior design… La porta blindata segue l’evoluzione della porta interna che, a sua volta, segue l’evoluzione del mobile, del design, dell’architettura di interni. I cambiamenti più evidenti degli ultimi anni? Le cerniere - prima esterne alla porta - sono diventate “a scomparsa”. PORTE BLINDATE SICUREZZA RESIDENZIALE Inoltre, oggi la porta blindata può permettersi il lusso di un pannello esterno diverso da quello interno. Diverso per materiale, colore e lavorazione. Spieghiamo al pubblico la differenza tra semplice “porta rinforzata” e porta blindata… La porta rinforzata non è blindata. E’ una porta “normale” - con telaio in legno o in acciaio - alla quale vengono applicati alcuni rinforzi. Quando parliamo di porta blindata, invece, ci riferiamo a una porta interamente in acciaio - sia telaio che battente - fissata su un controtelaio di ferro, con serratura di sicurezza protetta da corazza in lamiera o in acciaio. La differenza è abissale… Quanti tipi di porte blindate esistono sul mercato? La porta blindata di qualità è sempre certificata. Le certificazioni previste dalla Comunità Europea sono quattro - UNI ENV 1627, 1628, 1629, 1630 - e, oltre ad assicurare che le porte rispondano ai termini previsti dalla legge, stabiliscono le classi di sicurezza in cui sono suddivise. La classificazione distingue sei tipi di porte blindate. La classi 1, 2 e 3 definiscono le porte per abitazioni. Mentre, le classi 4, 5 e 6 definiscono “cilindro europeo” - caratterizzata da chiave corta, con fori o tacche sulla superficie codificata, dotate di tesserino che certifica la proprietà - e ad apertura elettronica. le porte per uffici, strutture commerciali, banche, gioiellerie. A quali test devono essere sottoposte per accedere alle differenti classificazioni? I test sono molteplici. In particolare, nei test per accedere alla classe 2, le porte vengono sottoposte a tentativi di effrazione per mezzo di strumenti semplici - ad esempio, il cacciavite - per una durata di tempo limitata. Nei test per la classe 3, invece, gli strumenti utilizzati sono più aggressivi - ad esempio, cacciaviti di grandi dimensioni e piede di porco - ed è richiesta una durata di resistenza maggiore al tentativo di effrazione. Infine, per quanto riguarda la classe 4, il test simula l’azione di uno scassinatore esperto che - in aggiunta agli strumenti citati, utilizza seghe, martelli, accette, scalpelli e trapani portatili a batteria. Parliamo della serratura… Ha un ruolo fondamentale nello stabilire il livello di sicurezza della porta blindata nel suo complesso: comanda, infatti, i chiavistelli, elementi in acciaio che si inseriscono nei fori predisposti nel telaio. Le serrature sono di tre tipi: a “doppia mappa” - tra le più utilizzate, con chiave sagomata su entrambi i lati - a 11 E le chiavi? Rappresentano un ulteriore elemento di sicurezza. Rispetto alla chiave della serratura a doppia mappa, la chiave della serratura a cilindro è corta ed è sempre accompagnata da una code-card personale, con un codice che identifica quel cilindro e quella chiave. E questa è garanzia di maggiore protezione. Porta blindata esterna ad anta unica, nella versione in gres effetto cor-ten in 9 settori complanare, con carter in alluminio e maniglione verticale. È alta 2,7 metri e larga 1,8 (Oikos, www.oikos.it) Un consiglio ai lettori su come orientarsi nella scelta ? E’ importante acquistare una porta che sia stata sottoposta ai test antieffrazione eseguiti da un Istituto di certificazione. E sarebbe bene richiedere le copie dei test eseguiti. Così come è importante che ci sia la garanzia sul prodotto e che durante il montaggio vengano eseguite tutte le istruzioni indicate dall’azienda produttrice. Infine, consiglio sempre di fare eseguire la posa in opera da parte di personale qualificato e specializzato, che abbia seguito un corso all’interno dell’azienda, dunque che sia abilitato a installare quella specifica porta. IL VIDEO-CITOFONO COME STRUMENTO DI SICUREZZA PER LE ABITAZIONI Il video-citofono rappresenta, oggi, un elemento fondamentale per la sicurezza dell’abitazione. Alle tradizionali funzioni di risposta e apertura porta si sono aggiunte, nel corso del tempo, nuove opzioni tra cui scegliere: dalle telecamere di sorveglianza, ai sistemi di intercomunicazione all’interno dello stesso palazzo, al controllo delle luci esterne. Il videocitofono si trasforma, dunque, in un vero e proprio sistema di videosorveglianza per la sicurezza della casa. La gamma delle soluzioni proposte da Urmet, si presenta come tra le più complete sul mercato, integrando comunicazione e sicurezza, facilità di installazione e di utilizzo. I video-citofoni della storica società torinese, compatibili con i sistemi digitali a cablaggio ridotto, gestiscono con semplicità anche i servizi di videosorveglianza e antintrusione, a garanzia di una maggiore protezione dei propri beni. Sistemi videocitofonici che, con soli 2 fili non polarizzati - nel caso, ad esempio di “2Voice” - sono in grado di gestire molteplici servizi di sicurezza e di garantire performance eccellenti. Due telecamere di controllo - che possono arrivare fino a cinque - sono collegabili alla pulsantiera di casa, consentendo di visualizzare le immagini di ogni singola telecamera, controllando l’area circostante, direttamente dal video-citofono. Inoltre, un segnale luminoso sul videocitofono avvisa se l’ingresso non è stato chiuso correttamente (verifica porta aperta). Con una possibilità di applicazione molto vasta: dalla villa monofamiliare al complesso residenziale. Lo stesso livello di sicurezza è applicabile anche ai grandi complessi residenziali, con migliaia di utenze. Urmet ha progettato il sistema video-citofonico IPervoice che, con un solo cavo UTP (o fibra ottica), permette agli utenti una maggiore automazione e un continuo controllo dell’edificio. Funzionalità avanzate, che si integrano nel servizio di videocitofonia con grandi vantaggi: comandi semplici e un ridotto numero di apparati di gestione nei singoli appartamenti e nelle aree comuni. Controllo accessi (con una memoria eventi per verificare le entrate e le uscite), videosorveglianza (con possibilità di registrazione video della scena in caso di allarme) e antintrusione sono, infatti inseriti nel sistema di video-citofonia, sullo stesso cavo. I sistemi videocitofonici Urmet uniscono alla tecnologia il design. È, infatti ,ampia la scelta di monitor e di pulsantiere da esterno che ridefiniscono lo stile della comunicazione e che soddisfano ogni gusto estetico. Aiko, Folio, Modo, iModo: video-citofoni viva voce dal design minimalista e dalle dimensioni contenute, con tecnologia soft-touch o touch screen, con cui attivare i comandi di chiamata, di fonica, di apertura porta e degli altri servizi supplementari quali la chiamata al piano, l’indicazione della porta di ingresso aperta, il comando di apertura di un secondo cancello elettrico e l’accensione delle luci nelle scale. Elekta, Sinthesi, Sinthesi Steel, Exigo le pulsantiere digitali o a pulsanti, compatibili con tutti i sistemi video-citofonici di Urmet, antivandalo, anticorrosione e resistenti agli agenti atmosferici. WWW.URMET.IT informazione pubblicitaria 12 SICUREZZA RESIDENZIALE VIDEO L’idea di monitorare a distanza la propria abitazione, con una spesa di poche decine di euro, è allettante, ma può nascondere rischi e problemi che è meglio conoscere prima. Videosorveglianza “fai da te”, tentazione rischiosa Massimiliano Cassinelli C hi di noi, entrando in una catena di prodotti per l’informatica, non è stato attratto, almeno per un attimo, dall’offerta di sistemi di videosorveglianza da installare autonomamente? La promessa è quella di poter creare, con una spesa di poche decine di euro, un sistema in grado di aumentare la sicurezza della propria abitazione, ma anche di controllare l’attività della donna delle pulizie, della baby-sitter o persino di un vicino. Soluzioni senza fili Questione di Privacy Tentazioni che, però, si scontrano con problemi di carattere normativo e tecnico. Da un punto di vista strettamente legislativo, infatti, il Garante per la Privacy, ha stabilito regole molto severe per l’impiego delle telecamere di videosorveglianza. In particolare, anche quando gli apparecchi vengono installati in modo autonomo, devono garantire un corretto equilibrio tra le esigenze di controllo e quelle di libertà personale. Per tale ragione, è fondamentale, in ogni caso, segnalare la presenza di una telecamera attiva, indicando anche le ragioni per le quali è stata installata e il soggetto autorizzato ad accedere alle immagini stesse. Le sanzioni, in caso di omessa o inidonea informativa, vanno, infatti, da 6mila a 36mila euro. In caso di registrazione delle stesse, inoltre, i filmati devono essere cancellati dopo 24 ore e, comunque, mostrati solo agli addetti delle Forze dell’Ordine. Come tutti possono ben immaginare, inoltre, è assolutamente vietato puntare una telecamera verso la proprietà di un vicino. Ma rappresenta un reato - in quanto viola l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori - anche l’iniziativa di utilizzare un simile sistema per monitorare la correttezza di quanti lavorano all’interno della propria abitazione. Attenti all’installazione Detto delle implicazioni di tipo giudiziario, anche l’installazione di simili apparati risulta tutt’altro che banale. Quanto alla distanza dei cavi, inoltre, è opportuno sottolineare che i segnali in transito lungo un doppino subiscono un progressivo deterioramento. Una connessione significativamente più lunga rispetto a quella fornita dal kit, quindi, potrebbe provocare un sensibile deterioramento del segnale stesso. I cavi di segnale, inoltre, non devono transitare all’interno delle canaline in cui si trovano i cavi elettrici. In caso di guasto, infatti, le cariche elettriche potrebbero danneggiare le apparecchiature ma, soprattutto, folgorare le persone. La posa in prossimità di cavi elettrici, così come di apparecchiature quali motori o lampade al neon, inoltre, potrebbe indurre disturbi in grado di rendere inutilizzabili le immagini riprese. Così come deve essere valutata l’effettiva efficacia di un simile sistema. In particolare, infatti, le telecamere vendute a basso costo hanno una limitata risoluzione e, quindi, non garantiscono un’adeguata qualità delle immagini in presenza di scarsa illuminazione. Questo significa, all’atto pratico, che una persona ripresa può essere riconosciuta solo entro una distanza massima di 10 m e in condizioni di buona illuminazione. Al di fuori di questi valori, infatti, l’identificazione risulta pressoché impossibile e, pertanto, anche l’impiego di una telecamera avrà solo un effetto deterrente. Inoltre, non possiamo dimenticare che le immagini, se non vengono osservate in tempo reale, devono essere necessariamente registrate e un’elevata qualità delle riprese comporta l’impiego di una notevole quantità di memoria. Questo significa, in pratica, che per memorizzare le immagini delle ultime 24 ore su una scheda installata a bordo di un’apparecchiatura di basso costo è comunque necessario adottare soluzioni a scarsa risoluzione. Allo stesso modo, se si sceglie di registrare il tutto su un comune PC, il problema è relativamente simile, anche se lo spazio disponibile è decisamente maggiore. Immagini via Web Alla luce di queste problematiche, difficilmente superabili per chi realizza in autonomia il proprio impianto di videosorveglianza e non possiede sistemi di registrazione dedicati, l’utilizzo di telecamere all’interno di abitazioni o uffici si rivela comunque utile. In particolare, permette di visualizzare quanto accade a seguito di una segnalazione di allarme. Questo significa, in pratica, che le immagini possono essere trasmesse, in diretta, attraverso il Web e, quindi, essere facilmente visualizzate in qualunque istante. In questo modo, quando la centrale antintrusione invia un segnale di allarme, è possibile collegarsi alla propria telecamera per visualizzare se un intruso si è effettivamente introdotto all’interno della proprietà o, più banalmente, si tratta di un falso allarme. Le immagini riprese da una telecamera, inoltre, possono essere trasmesse sul televisore di casa o su un PC anche quando ci si trova all’interno delle mura domestiche. In questo modo viene monitorato quanto accade all’esterno. Il tutto garantendo un maggior livello di sicurezza per le persone che, anche a seguito di un rumore sospetto, non devono rischiare di uscire all’aperto, esponendosi così a eventuali aggressioni. Il problema del cavo In ogni caso, non dobbiamo dimenticare che, tra la telecamera e il sistema di visualizzazione deve esserci, necessariamente, uno scambio di informazioni, che possono transitare a bordo di un cavo, oppure in modalità wireless (senza fili). Nel primo caso, tipicamente, un cavo di alcuni metri per il collegamento viene fornito con il kit di videosorveglianza. Prima di procedere all’acquisto, quindi, è necessario verificare se tale cavo è sufficiente per collegare il computer utilizzato con la telecamera che si vuole installare. In particolare, quando quest’ultima si trova all’esterno dell’edificio, è necessario valutare la disponibilità dello spazio per fare transitare il cavo stesso. In questo caso, è utile ricordare che la presa è caratterizzata da un ingombro maggiore rispetto al diametro del cavo e, per tale ragione, il suo passaggio potrebbe risultare tutt’altro che agevole. Alla luce di tali problematiche, soprattutto negli impianti realizzati in autonomia, si sono affermate le soluzioni wireless, che consentono alla telecamera di trasmettere le immagini senza una connessione fisica con il computer. Si tratta di un’opportunità molto apprezzata, soprattutto da chi sceglie di non affidarsi ad aziende specializzate. Anche in questo caso, però, prima di procedere all’acquisto è necessario effettuare alcune valutazioni. In primo luogo una telecamera deve essere sempre alimentata, collegandola direttamente alla rete elettrica o, in alternativa, utilizzando batterie. La loro autonomia è però limitata, sia per il consumo della telecamera stessa, sia perché la trasmissione delle immagini via radio comporta un’ulteriore assorbimento di energia. Una particolare attenzione, inoltre, deve essere posta a rischio che la presenza di muri particolarmente spessi o di strutture metalliche possano schermare il segnale, impedendo così la comunicazione. Sulle confezioni messe in vendita, infatti, viene tipicamente indicata la copertura in campo libero, ovvero senza nessun ostacolo fra la telecamera stessa e il computer incaricato di ricevere le informazioni. Una condizione che, come intuibile, è ben diversa da quella di una comune abitazione. Anche quando le distanze sono limitate, è comunque importante ricordare che il segnale generato da un’antenna si propaga, tipicamente, radialmente rispetto all’antenna stessa. Questo significa che due sistemi possono comunicare agevolmente quando si trovano alla stessa altezza. Ma una telecamera posizionata al piano terra potrebbe non riuscire a trasmettere adeguatamente il segnale a un computer che si trova al piano superiore. Un salto... di qualità TM40 Tastiera touchscreen La tastiera TM40 touchscreen permette di controllare tutte le funzioni del sistema di sicurezza con la massima semplicità. Supporta fino a 32 planimetrie, e la modalità Annunciator, che permette all'utente di visualizzare lo stato di tutte le otto partizioni e delle relative 192 zone. Sicurezza quotidiana. www.dias.it 14 Innovazione, convergenza e formazione Marco Serioli - Exhibitions Division Director di Fiera Milano, organizzatore della Mostra Sicurezza - ci offre un’anticipazione della storica manifestazione milanese. Dottor Serioli, ricordiamo ai lettori i risultati positivi conseguiti dall’edizione 2010 di Sicurezza… L’edizione 2010 è stata per noi motivo di soddisfazione. Per quanto la situazione economica abbia avuto un impatto sulla dimensione della mostra, Sicurezza si è confermata evento leader in Italia per gli operatori della security, registrando un importante successo: i 373 espositori (123 dei quali esteri), in tre giorni fitti di incontri di affari e iniziative, hanno potuto incontrare 13.665 operatori. In ogni caso, i motivi del successo non sono stati tanto nei numeri, quanto nella qualità dell’operatore in visita e nella soddisfazione espressa dagli espositori: un “mood” positivo, che ci ha portato a partire in quarta con la prossima edizione, che si terrà dal 7 al 9 novembre prossimo. Quali obiettivi si pone Sicurezza 2012? Una fiera oggi è chiamata a essere soprattutto uno strumento di marketing e di politica industriale a servizio del mercato. Dunque, il nostro obiettivo primario è offrire un’occasione concreta di incontro e crescita di un settore che, oggi più che mai, è chiamato ad accettare nuove sfide. Nella campagna pubblicitaria compaiono quattro parole chiave: per ciascuno. Concludo facendo, infine, un riferimento a un ultimo obiettivo: la crescita internazionale. In questo senso non solo stiamo aumentando gli investimenti, ma stiamo curando un particolare progetto di incoming di buyer esteri, che potranno incontrare gli espositori sulla base di un’agenda preorganizzata. Quali settori merceologici verranno rappresentati quest’anno? Marco Serioli, Exhibitions Division Director di Fiera Milano innovazione, convergenza tecnologica, formazione professionale, cultura. A sostenerci nel perseguire questi obiettivi sono i partner, tra Associazioni, media specializzati e Istituzioni, che hanno accettato la proposta di “fare sistema”, condividendo professionalità e conoscenze. Ma soprattutto le numerose aziende che già oggi, a cinque mesi dall’evento, hanno confermato la presenza. Sono certo che tutto ciò ci consentirà di proporre una Mostra di grande interesse per gli operatori, con un’offerta differenziata e profilata Ai sei settori “tradizionali” - antintrusione, antincendio, difese passive, home & building automation, intelligence e antiterrorismo, Polizia locale e vigilanza privata - ne abbiamo aggiunto un settimo: la sicurezza informatica. Il mercato è oggi in evoluzione e la convergenza verso l’informatica, favorita dallo sviluppo dell’IP, è una realtà che non potevamo ignorare. Quali sono, in breve sintesi, gli appuntamenti in programma? In collaborazione con ANIE Sicurezza e Assosicurezza, stiamo lavorando agli Stati Generali della Sicurezza in Italia, un appuntamento che potrà favorire un confronto diretto con le Istituzioni sulle urgenze del settore. Ci sarà, poi, un ricco palinsesto dedicato a temi “verticali”: sicurezza urbana, IP security, tutela dei siti a rischio, privacy, normative, solo per fare qualche esempio. www.sicurezza.it Diffondere la cultura della sicurezza Dottor Germanà, illustriamo ai lettori l’attività di ANVU Associazione Polizia Locale d’Italia… DAL 7 AL 9 NOVEMBRE 2012, PRESSO FIERA MILANO RHO, SI TERRÀ LA SEDICESIMA EDIZIONE DELLA MOSTRA SICUREZZA, L’EVENTO FIERISTICO PIÙ ATTESO DEL SETTORE SECURITY. IN QUESTE PAGINE DIAMO LA PAROLA AGLI ORGANIZZATORI, ALLE ASSOCIAZIONI CHE PATROCINANO E SUPPORTANO LA MANIFESTAZIONE E AD ALCUNE AZIENDE CHE VI ESPORRANNO. UN’ANTEPRIMA ASSOLUTA, PENSATA PER I NOSTRI LETTORI E A LORO DEDICATA. Pagine a cura di Paola Cozzi ANVU nasce nel 1981 come presa di coscienza di una categoria professionale: i Vigili Urbani che, allora, rivendicavano con forza il riconoscimento come “categoria” e uno status specifico, da normare con apposita legge. Obiettivo che diverrà realtà con l’approvazione della Legge 7 marzo 1986, n.65. Nel 1990 ANVU assume la definizione “Ars Nostra Vis Urbis” quale Associazione Professionale Polizia Municipale d’Italia. L’Associazione è indipendente e trasversale. Prevede strutture decentrate e locali e tiene i rapporti con i massimi rappresentanti istituzionali per la migliore ridefinizione dell’ordinamento giuridico e contrattuale della categoria. Come nasce la collaborazione con la Fiera Sicurezza? Nasce sulla base di obiettivi comuni, ovvero promuovere l’integrazione A colloquio con Germanà Ballarino Fabio, per una breve istantanea dell’Associazione Polizia Locale d’Italia. Germanà Ballarino Fabio, Comandante della Polizia Locale di Cremona, Presidente ANVU Regione Lombardia e Consigliere Nazionale esperienze sul campo, obiettivo primario anche di una categoria professionale come quella della Polizia Municipale e Locale. Quali iniziative vi vedranno protagonisti durante la manifestazione? tra i sistemi, il dialogo e il confronto con le altre discipline; la formazione professionale, fondamentale per la crescita e l’aggiornamento degli operatori della sicurezza; la diffusione della “cultura della sicurezza” con i dovuti scambi costruttivi di Abbiamo denominato con il titolo “La sicurezza stradale a 360°” la serie di appuntamenti in Fiera, organizzati al fine di tenere alta l’attenzione su un argomento fondamentale per la sicurezza dei cittadini, allo scopo di fare crescere la “cultura della sicurezza” di cui abbiamo sopra detto. www.anvu.it 15 Dottor Ancona, ripercorriamo la mission di ASSIV - Associazione Italiana Vigilanza… ASSIV è l’organismo di rappresentanza sindacale delle imprese che operano nel settore della vigilanza privata. E’ stata costituita nel 2006 e aderisce a Confindustria. Il nostro impegno è rivolto alla tutela degli interessi degli associati, cioè le principali delle circa 900 imprese del settore, che danno lavoro a più di 20 mila addetti e producono un fatturato superiore al miliardo di euro. I nostri principali obiettivi, attualmente, sono la qualificazione del settore e il riconoscimento del ruolo e della professionalità degli addetti. Tempo di bilanci anche centrali elettriche, raffinerie, centrali telefoniche, emittenti radiotelevisive, ospedali, tribunali, ecc. Antonio Ancona, segretario generale di ASSIV, ripercorre per noi la mission dell’Associazione Italiana Vigilanza e fa un bilancio degli ultimi due anni di attività. Qualche anticipazione sulla vostra presenza in Fiera? Il bilancio di questi due ultimi anni di attività? Dalla sua costituzione ASSIV si è fatta promotrice di iniziative volte alla valorizzazione del comparto e alla qualificazione delle aziende, attraverso la sensibilizzazione delle Istituzioni che amministrano e legiferano sulla materia. Ci siamo quindi adoperati per il riconoscimento della funzione Presentiamo ANIE Sicurezza ai nostri lettori… Punto di riferimento per il settore Franco Dischi fa un rapido ritratto dell’Associazione di cui è Presidente. Dottor Dischi, ricordiamo ai lettori il ruolo di Assosicurezza Associazione nazionale costruttori e distributori di sistemi di sicurezza - in seno al settore… Assosicurezza è un’Associazione nazionale che raggruppa la maggior parte delle aziende manifatturiere e distributrici, sia nella sicurezza fisica che elettronica. Lo scopo principale è quello di aiutare i soci nello sviluppo della loro attività, diventando un punto di riferimento nel settore. E Assosicurezza, in oltre dieci anni di vita, è davvero diventata un punto di riferimento per le azioni concrete che ha portato a termine a favore dei soci e del comparto. Per brevità, ne cito solo alcune. La prima è la collaborazione con L’università di Bologna - sezione di Forlì - che, attraverso una convenzione, l’Associazione da tempo fornisce le docenze tecniche per il corso di laurea in “Security Manager”, contribuendo a formare più di cento giovani ogni anno. La seconda è l’attenzione alla conservazione e alla protezione dei Beni Culturali Ecclesiastici del nostro paese. Quello della formazione specialistica è l’ambito in cui l’Associazione da sempre si distingue. Quali sono le iniziative e le partnership che, in questo momento, la vedono protagonista? In questo momento, siamo impegnati nell’offrire una maggiore informazione sulle più moderne tecnologie video, in particolare sul processo di convergenza analogico-IP. A tale proposito, abbiamo realizzato una serie di incontri gratuiti, durante i quali spiegheremo agli installatori come va gestita la migrazione. Il prossimo di tali incontri - dal titolo “Verso l’IP” - si terrà a Padova il prossimo 13 settembre. di sussidiarietà e complementarietà rispetto alle Forze dell’Ordine pubbliche, riconoscimento recepito di recente nella normativa ministeriale che indica gli “obiettivi sensibili” e i siti con “speciali esigenze di sicurezza” da affidare alla vigilanza di guardie private armate che - oltre ad aeroporti, porti, stazioni ferroviarie e altri luoghi pubblici - comprendono Franco Dischi, Presidente di Assosicurezza Come si articolerà la vostra presenza in Fiera? Di concerto con le altre Associazioni di settore e con Fiera di Milano, stiamo organizzando gli “Stati Generali della Sicurezza”, contribuendo, in questo modo, a riflettere verso l’esterno un’immagine “unita” di tutto il comparto. www.assosicurezza.it ANIE SICUREZZA è l’Associazione Italiana Sicurezza ed Automazione Edifici che, con 90 aziende associate, rappresenta gli operatori della sicurezza, dell’antincendio e dell’automazione degli edifici. Con venticinque anni di attività compiuti nel 2011, è l’unica Associazione del settore che comprende, al proprio interno, l’intera filiera e che tutela gli interessi di piccole, medie e grandi imprese. Attraverso la sua ventennale appartenenza a Euralarm - l’Associazione europea di riferimento per il comparto Fire & Security - ANIE SICUREZZA estende la sua rappresentatività anche a livello europeo, con l’obiettivo di una crescente sinergia fra gli operatori della Sicurezza. Quello che vi lega alla Fiera è un rapporto storico, privilegiato, che si rinnova a ogni edizione. Che significato assume, in particolare, quest’anno? La Fiera Sicurezza rappresenta da trent’anni l’evento internazionale di riferimento per i professionisti dell’intera filiera. L’edizione 2012 ha una particolare importanza, Passato storico e respiro internazionale Rappresenta le imprese specializzate nella progettazione, fornitura, installazione, gestione e manutenzione di impianti tecnologici, tra cui quelli di sicurezza. Ne tratteggia un breve profilo Giuseppe Gargaro, suo Presidente. Dottor Gargaro, un rapido sguardo alla struttura e alle finalità di ASSISTAL… ASSISTAL è l’Associazione di categoria, aderente a Confindustria, che dal 1946 rappresenta le imprese specializzate nella progettazione, fornitura, installazione, gestione e manutenzione di impianti tecnologici, tra cui quelli di sicurezza. L’Associazione rappresenta la categoria sul piano nazionale e internazionale ed è interlocutore istituzionale privilegiato nei confronti del Governo, della Pubblica Amministrazione, di Enti pubblici e privati. È presente nel contesto europeo negli organismi internazionali AIE, ETSA e GCI. Socia degli enti normatori UNI e CEI, ASSISTAL contribuisce attivamente alla definizione e all’aggiornamento del quadro normativo di riferimento per la categoria. A lei aderiscono, in qualità di soci aggregati, ASSOPI- Organizzeremo un momento informativo proprio sul riassetto normativo del settore dopo l’emanazione del DM n. 269/2010, che ha introdotto requisiti organizzativi e professionali ai quali debbono attenersi le aziende della vigilanza privata. Faremo il punto sull’attuazione delle norme con i rappresentanti del Ministero dell’Interno. Antonio Ancona, segretario generale di ASSIV www.assiv.it Rafforzare le sinergie a sostegno del mercato ANIE Sicurezza - Associazione Italiana Sicurezza e Automazione Edifici - rappresenta gli operatori della sicurezza, dell’antincendio e dell’automazione degli edifici. La parola a Rosario Romano, suo Presidente. anche contestualizzata nello scenario politico-economico in continuo mutamento. La partnership con la Fiera ha l’obiettivo di rafforzare le sinergie di filiera per il sostegno e la crescita del mercato in un momento economico così complesso. Come sarete presenti all’interno della manifestazione? ANIE Sicurezza sarà presente con un meeting point, al quale verranno affiancati seminari e workshop formativi. Il nostro obiettivo è quello di innalzare il livello di SCINE, AIPS, ASSOSICUREZZA ed ASSOTEL. Quale il rapporto che vi lega a Sicurezza? Oggi la sicurezza rappresenta un settore trasversale al mercato impiantistico, intorno al quale ruotano Rosario Romano, Presidente di ANIE Sicurezza qualità e di know-how degli operatori del settore e di fare chiarezza sul complesso mondo normativo, legislativo e della certificazione del comparto sicurezza. www.aniesicurezza.it le convergenze di tipo tecnologico. ASSISTAL rappresenta questo mondo e considera l’appuntamento con la manifestazione molto importante, non solo per le imprese che ad oggi sono già specializzate in questo mercato, ma anche per le realtà imprenditoriali che, in qualche misura, ne sono coinvolte trasversalmente. Attraverso quali attività sarete presenti in Fiera? Certamente saremo presenti alla manifestazione attraverso una nostra area espositiva e abbiamo già in programma l’organizzazione di un convegno dedicato al tema della convergenza tra il comparto della security e il grande mondo dell’ICT. www.assistal.it Giuseppe Gargaro, Presidente di ASSISTAL 16 Pagine a cura di Paola Cozzi Hikvision Italy, debutto ufficiale Intervista a Massimiliano Troilo, Direttore Generale di Hikvision Italy, tra gli espositori di Sicurezza 2012. Hikvision vanta una presenza decennale sulla scena mondiale del video. Tuttavia, l’edizione 2012 segna il debutto della filiale italiana nell’ambito della Fiera milanese. Come vi state preparando all’evento? Hikvision è un’azienda giovane che, in soli dieci anni, è riuscita a occupare una posizione da leader nel mercato dei videoregistratori e una tra le prime posizioni per quanto riguarda la Tvcc e, più in generale, i prodotti per la sicurezza. Con l’apertura della filiale italiana, Hikvision è pronta al debutto ufficiale in Fiera, dove contiamo di presentarci con il team al completo e con un nutrito numero di distributori ufficiali, in modo da poter accogliere i clienti da tutte le regioni e dare loro dei chiari riferimenti per il supporto tecnico e commerciale di zona. Chi è il “pubblico” di Hikvision Italy? Il suo pubblico è il professionista della sicurezza, colui che è in grado di apprezzare tecnologia, qualità e affidabilità. È il pubblico che crede nell’importanza di identificarsi in un marchio di riferimento, che ha bisogno di un supporto professionale e, soprattutto, di continuità. È il pubblico che oggi utilizza i prodotti IP, che utilizza prodotti analogici e che troverà in Hikvision il partner in grado di coprire orizzontalmente e verticalmente tutte le sue esigenze, inclusa quella di una migrazione semplice e “indolore” verso il mondo IP. Le novità con le quali sarete presenti in Fiera? Le novità saranno moltissime, dall’analogico di nuova generazione all’HD, fino alla ricca gamma IP. Ma la vera novità sarà il fatto di poter trovare, in un’unica azienda, quello che oggi siamo abituati ad avere combinando prodotti e fornitori diversi. Il vantaggio di Hikvision è la piattaforma software di programmazione, gestione, integrazione e visualizzazione - comune a tutta la vastissima gamma - e una reale integrazione di tutti i prodotti, il che si traduce in una installazione “plug and play” semplice e veloce, sia che si tratti di analogico sia di IP. Il centro di tutto Qual è, in questo momento, l’andamento del mercato dei senza fili? Si tratta di un andamento positivo, in risposta alla crescente esigenza di protezione da parte dell’utente finale. E per rispondere a tale esigenza, Daitem, nel corso di quest’anno, ha presentato la linea di rivelatori con fotocamera integrata, che non solo rilevano l’intruso ma catturano le immagini susseguenti all’intrusione. A tutto ciò si uniscono - per una sicurezza globale - le nuove soluzioni per la protezione da esterno, grazie alle quali è possibile proteggersi fin dalle zone più distanti dalla propria abitazione. In che modo la partecipazione a Sicurezza risponde alle vostre esigenze di visibilità e di business? Sicurezza rappresenta un momento molto rilevante per Daitem, in quanto garantisce ai nostri clienti e ai nostri potenziali interlocutori la presenza del leader dei sistemi senza fili. Inoltre, è la vetrina delle nostre numerose novità di prodotto. Il vostro prodotto di punta in Fiera? Le novità saranno molteplici. Al momento, sono in fase di finalizzazione e non è possibile anticipare nulla. Ma sono certo che chi verrà a trovarci nel nostro spazio espositivo, non rimarrà affatto deluso. Ermanno Lucci, Marketing Manager di Daitem sarà, quindi, la piattaforma software, la vasta gamma di prodotti, l’integrazione tra analogico e IP ma, soprattutto, il fatto di essere un’azienda con una “veste unica”, che si presenta con un proprio marchio, una propria identità e un supporto tecnico commerciale diretto in Italia. www.hikvision.com Dottor Hruby, ricordiamo al pubblico chi è la Fondazione Enzo Hruby e quale ruolo riveste nell’ambito della sicurezza italiana… La sicurezza globale in primo piano Presenza storica in Fiera quella di Daitem, di cui ci parla Ermanno Lucci, suo Marketing Manager. Massimiliano Troilo, Direttore Generale di Hikvision Italy www.daitem.it Fondazione Enzo Hruby è una fondazione di impresa senza scopo di lucro, creata dalla famiglia Hruby e da Hesa il 4 ottobre 2007. Il 10 marzo 2008 la Fondazione ottiene il riconoscimento nazionale di personalità giuridica. La sua attività mira alla diffusione della cultura della sicurezza - intesa come protezione e salvaguardia dei beni pubblici e privati attraverso il corretto impiego di tecnologie appropriate - e si esplica attraverso progetti di protezione dei siti di particolare interesse storico, artistico e culturale, nei quali si fa carico di tutti gli oneri relativi all’installazione di sistemi antintrusione e videosorveglianza; attraverso attività convegnistica e attività editoriale, con la realizzazione dell’House Organ HN e di diversi volumi e ricerche di mercato. Quali progetti vi vedono attualmente impegnati? Al momento, la Fondazione sta completando il complesso sistema di videosorveglianza del Sacro Monte di Varallo e il sistema antintrusione e di videosorveglianza dell’edificio di proprietà della Biblioteca Apostolica Vaticana, sito in Via Conciliazione a Roma e destinato a ospitare la digitalizzazione dei manoscritti. Oltre a ciò, Protezione e salvaguardia dei beni pubblici e privati Carlo Hruby illustra per noi l’intensa attività della Fondazione di cui è Vice Presidente, soffermandosi, in particolare, sulla sua valenza all’interno della Fiera. auspichiamo possano, a breve, avere inizio i lavori di approntamento del sistema di videosorveglianza presso il Museo del Duomo di Milano. Quale valenza assume la presenza della Fondazione all’interno della Fiera? Fondazione Enzo Hruby, per quanto sia derivata da Hesa, ha un senso solo se riesce a coinvolgere in modo adeguato altre forze del nostro settore che ne condividono gli obbiettivi. In questi anni, abbiamo visto con piacere diversi operatori del settore - sia installatori sia fornitori di apparecchiature e sistemi - partecipare attivamente alle nostre iniziative proprio perché concordano sulla necessità di dare al settore sicurezza una maggiore visibilità sia presso i committenti sia presso le Istituzioni. La fiera Sicurezza rappresenta, quindi, un importante momento per informare il settore sulle nostre attività, iniziative e progetti e magari raccogliere anche qualche importante suggerimento. Proprio Carlo Hruby, Vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby in considerazione dell’importanza di questo appuntamento, stiamo studiando, in collaborazione con Fiera Milano, una iniziativa legata al Premio H d’Oro volta a evidenziare l’alto livello di professionalità raggiunto da alcuni operatori del settore. www.fondazionehruby.it 17 La Fiera? Imprescindibile per l’identità del comparto Analogico - IP, momento chiave per la convergenza Flavio Venz, Managing Director di AASSET Security Italia, anticipa per noi le novità che l’azienda proporrà al pubblico di Sicurezza. innovative, che destino interesse perché rappresentate soprattutto nei loro aspetti funzionali. Non tecnologia fine a se stessa, ma finalizzata in efficaci sistemi antirapina, controlli perimetrali intelligenti, soluzioni di analisi video concretamente impiegabili nelle applicazioni di ogni giorno. Quali prodotti e soluzioni presenterete? Flavio Venz, Managing Director AASSET Security Italia La gamma Grundig per la Tvcc sarà il perno della nostra esposizione. Presenteremo le soluzioni analogiche, IP e SDI che hanno decretato lo straordinario successo di questo brand nel mercato italiano e mondiale. E poi telecamere IP full HD e Megapixel, NVR di nuova concezione e sistemi di analisi video. Ma, soprattutto, cercheremo di presentare le caratteristiche peculiari che differenziano lo stile Grundig, ovvero solidità meccanica ed elettronica, facilità di installazione, immediatezza di utilizzo, eleganza sobria, affidabilità nel tempo e un rapporto qualità-prezzo sempre estremamente ottimizzato. www.aasset-security.com Che significato assume la presenza di AASSET Security Italia a Sicurezza 2012? Partecipiamo con convinzione a questo evento. Sicurezza, a mio avviso, va difesa e promossa da tutti gli operatori del comparto. Rappresenta un’opportunità di aggregazione unica tra aziende vecchie e nuove che, a vario titolo, si occupano di sicurezza. E’ un momento importante per la costruzione di quell’identità di comparto che ci differenzia - culturalmente e professionalmente - dai tanti che, provenendo da settori più o meno adiacenti al nostro, si improvvisano professionisti della sicurezza. Axis Communications, protagonista di eccellenza in ambito video. A fare per noi il punto, Matteo Scomegna, Distribution & Inside Sales Manager Southern Europe dell’azienda. Una fotografia del mercato video in questo primo semestre dell’anno… Sebbene non sia stato caratterizzato da una situazione economica invidiabile, la crescita del mercato del video di rete è in linea con le aspettative e con le tendenze forniteci da IMS Research, che per l’Italia prevede un incremento del 21% rispetto all’anno passato. Abbiamo potuto notare, inoltre, come la convergenza dai sistemi analogici a quelli IP sia sempre più incalzante e come il 2012 possa davvero rappresentare l’anno in cui saranno venduti più prodotti IP rispetto a quelli analogici. Tecnologicamente si sta affermando sempre di più la risoluzione HDTV, mentre grande sorpresa hanno suscitato le nostre telecamere con tecnologia Lightfinder e Wide Dynamic Range avanzato. Anche il concetto di Edge Storage - grazie al quale la registrazione è gestita in modo totale dalla telecamera stessa - e di intelligenza Il fatto di poter comunicare e mostrare le ultime novità - non solo di mero prodotto, ma anche di politiche di canale e, soprattutto, di programmi di formazione - al maggior numero possibile di diretti interessati, specialmente a chi non ci conosce ancora. L’obiettivo sarà quello di presentare una soluzione “completa” e intelligente insieme ad alcuni nostri partner strategici. Mi piacerebbe, poi, che chi verrà a trovarci - come è già accaduto durante la scorsa edizione con le nostre prima telecamere HDTV - si stupisse per le nuove tecnologie Lightfinder, WDR avanzato ed Edge Storage. Facendo parte di un Gruppo internazionale, gli aspetti operativi più onerosi sono stati delegati alla nostra funzione marketing, che organizza anche la partecipazione del Gruppo alle varie fiere internazionali. A noi preme siano presentate agli operatori italiani soluzioni www.axis.com Matteo Scomegna, Distribution & Inside Sales Manager Southern Europe di Axis contraddistinguerà la vostra presenza all’interno della manifestazione? dal distributore all’installatore, fino all’utilizzatore finale. Uno sguardo alle novità che presenterete presso il vostro stand… cati internazionali e ce ne saranno sempre più in futuro. La recente acquisizione dell’azienda israeliana Visonic da parte di Tyco, inoltre, ha apportato alle già evolute risorse disponibili, un’ulteriore e avanzata tecnologia, che contribuirà a consolidare il ruolo di leadership globale del nostro Gruppo. Riteniamo che questo evento sia un’importante occasione per entrare in contatto con i professionisti della sicurezza. Il confronto con chi utilizza sul campo i nostri prodotti è da sempre considerato nel nostro Gruppo un elemento determinante di crescita e di conoscenza del mercato. L’evoluzione tecnologica e l’applicazione delle nuove soluzioni, infatti, possono portare allo sviluppo di prodotti eccellenti solo se si tiene conto delle varie esigenze di tutta la catena distributiva, Per un’azienda facente parte di un Gruppo multinazionale quale è Tyco, la Fiera rappresenta una vetrina di rilievo. Che cosa Paolo Concetti, Senior Product Manager area EMEA Bentel & Intrusion Products Tyco Security Products La forza di un Gruppo internazionale La parola a Paolo Concetti, Senior Product Manager area EMEA Bentel & Intrusion Products Tyco Security Products. In questi due anni Bentel Security si è sempre più integrata nel Gruppo Tyco Security Products, condividendo risorse e tecnologie che sarebbero state altrimenti impensabili per un’azienda italiana di medie dimensioni. Tutto ciò ha contribuito a definire una serie di attività volte a fare emergere il marchio Bentel a livello globale. Tali progetti stanno già dando ottimi risultati sui mer- Le vostre aspettative nei confronti di quello che resta l’evento fieristico più atteso del settore? Un’anticipazione dell’offerta Axis in Fiera? A cinque mesi dall’evento, come procedono i preparativi? A due anni dall’ultima edizione di Sicurezza, come si è evoluto il business di Bentel Security? a bordo dell’apparato ci permettono di prendere sempre più distanza dalla tecnologia analogica. Per quanto riguarda, invece, la crescita nei diversi mercati verticali, grande soddisfazione proviene sempre dalla videosorveglianza cittadina, nonché dalle cosiddette infrastrutture critiche. Anche il mondo del retail è in fortissima crescita, soprattutto se si pensa a soluzioni entry-level, al successo che sta avendo il concetto di cloud computing e, con esso, quello di Video Surveillance as a Service… In occasione dell’edizione 2010 di Sicurezza, abbiamo presentato in anteprima la nuova serie di centrali antifurto Absoluta, lanciata ufficialmente sul mercato nei mesi successivi. Quest’anno - con la presentazione della nuova serie di accessori e di complementi, che la renderanno “al passo con i tempi” e adatta a soddisfare le richieste installative più esigenti - rappresenta, invece, il vero e proprio consolidamento della piattaforma Absoluta. www.bentelsecurity.com 18 SICUREZZA RESIDENZIALE BIOMETRIA Andrea Nobile L a “biometria” (dalle parole greche bìos = “vita” e metros = “conteggio” o “misura”) è quella disciplina che ha come oggetto di studio la misurazione delle caratteristiche fisiologiche o comportamentali attraverso metodologie matematiche e statistiche. Le tecnologie che utilizza sono molteplici, così come molteplici sono i suoi ambiti di applicazione. In questa sede tratteremo, nello specifico, della tecnologia biometrica che analizza - attraverso il suo rilevamento e il suo riconoscimento l’impronta digitale. In ambito residenziale, tale tecnologia ha la funzione di controllare gli accessi (cancelli, porte di ingresso e, in generale, i varchi dell’abitazione), concedendo oppure negando l’autorizzazione a entrare all’interno della casa. In commercio si trovano soluzioni stand-alone per il controllo di un singolo accesso da collegare all’impianto antintrusione, serrature elettromeccaniche, nonché complesse soluzioni per la gestione contemporanea di porte, varchi e altri punti sensibili. Tutti si basano su criteri che superano concettualmente “l’apriti sesamo” di ancestrale memoria. I più diffusi in ambito residenziale si connotano per la presenza di un sensore che, a sua volta, può essere di tre tipologie. Quello “ottico” è costituito di un sensore sensibile alla luce - un CCD o un CMOS, come nelle videocamere e macchine fotografiche - assieme a un prisma e a una lente che catturano le caratteristiche del dito. Alla categoria dei “capacitivi” o “a stato solido” sono riconducibili componenti costituiti da un piccolissimo chip in silicio che, attraverso una rete di microcelle, rileva ed elabora informazioni relative a una pic- cola porzione dell’impronta digitale. I “termici”, infine, sono altrimenti detti “a strisciata”: non appena l’utente vi pone il dito sopra, ai fini dell’apriti-sesamo il sistema elabora una serie di dati sulla base della temperatura del dito. Come funziona un sistema biometrico? Detto con parole molto semplici, il sistema biometrico “registra” il dito dell’utente dando luogo a un processo che i maestri dell’elettronica definiscono “enrollment”. In questa fase si crea, infatti, un’immagine tridimensionale di creste e valli dell’arto. Ne avviene l’elabo- razione matematica sulla linea di raffinati algoritmi e gli si associa, di conseguenza, la possibilità di eseguire un comando. Come l’autorizzazione ad aprire una porta, un cancello o una cassaforte. La persona che si presenta al varco, dopo avere appoggiato il dito sul lettore di impronte digitali, può essere riconosciuta in base a due criteri. Il sistema confronta le caratteristiche morfologiche del dito con il modello biometrico precedentemente acquisito. Oppure lo identifica verificando che il modello dell’impronta rilevata seduta stante corrisponda a uno dei modelli già registrati. Può accadere, tuttavia, che utenti legittimi vengano erroneamente “rimbalzati”, come in una discoteca alla quale si accede soltanto se si è in lista, mentre altri non autorizzati siano lasciati passare senza problemi. Le probabilità che i due misunderstanding si verifichino dipendono da altrettanti algoritmi: in gergo, il “false rejection rate” e il “false acceptance rate”. Individuare il miglior rapporto possibile tra essi dà luogo a un corretto funzionamento. Alla stregua dei minicomputer di ultima generazione, le apparecchiature sono dotate di processori e memoria RAM. L’impronta digitale che fa la differenza In una società sempre più connessa, che può permettersi di verificare in real time le performance del proprio tetto fotovoltaico con un “tap” sullo schermo dell’iPhone e magari condividerne la notizia su Facebook, nulla di strano se qualcuno pensa di mettersi in casa un sistema di controllo accessi “biometrico” che riconosce il padrone… Alcuni modelli consentono di acquisire immagini e audio attraverso fotocamera digitale e microfono incorporato. Le operazioni supportate dal lato utente sono semplici e fondamentali: inserire e disinserire l’allarme, attivare o disattivare le luci, lanciare un allarme antirapina. Come si utilizza? Affinché si goda lo spettacolo, al felice possessore di un sistema di controllo accessi di tipo biometrico è richiesto soltanto di apporre un dito sul lettore di impronte digitali, affinché il sistema lo riconosca e gli apra la porta. Se preferirà portarsi a un livello superiore di cautela, inserirà anche un codice PIN come su un qualsiasi telefonino. Se la famiglia è numerosa - e non si intende lasciare mazzi di chiavi a destra e a manca - potrà memorizzare tutte le impronte che vuole. Senza problemi di affollamento: di norma si possono creare decine e decine di “modelli” che saranno associati ad altrettanti utenti. Non sotto forma di semplici fotografie, è bene ricordarlo, ma con calcoli piuttosto complessi che, stando a quanto dichiarano produttori e addetti ai lavori, hanno un bassissimo mar- gine di errore. Nella maggior parte dei casi, dei LED luminosi guidano l’utente nel compiere correttamente le manovre di acquisizione e di riconoscimento. C’è, poi, la possibilità di gestirli da remoto, accedendo al loro “cervello” tramite computer, e di collegarli direttamente con le Forze dell’Ordine o gli Istituti di vigilanza. Come si è visto, le apparecchiature disponibili sul mercato spaziano trasversalmente tra sensori e caratteristiche costruttive. La loro installazione non è nulla di trascendentale in termini di tempo e di accorgimenti richiesti. BIOMETRIA SICUREZZA RESIDENZIALE per finalità connesse all’ordinaria gestione del rapporto di lavoro. In due circolari del 2009, l’authority ha precisato che tali sistemi possono essere attivati “per particolari esigenze di controllo dell’accesso a speciali aree dei luoghi di lavoro”. Ad esempio, luoghi dove si svolgono “attività aventi carattere di segretezza” o che “comportano la necessità di trattare informazioni rigorosamente riservate”. E’ il caso dell’accesso a sale operative dove confluiscono segnalazioni per la sicurezza anticrimine, ad aree in cui si svolgono attività per la difesa e la sicurezza dello Stato, torri di controllo aeroportuali, ambienti ove sono custodite sostanze stupefacenti o psicotrope. Sempre nel 2008, da un provvedimento specifico è stato ribadito il divieto di avvalersi della biometria per la mera rilevazione delle presenze o dei tempi di espletamento dell’attività da parte dei dipendenti. Chi installa un sensore ottico, capacitivo o termico sull’antifurto della propria abitazione casa non è tenuto a osservare nessuna procedura: il decreto legislativo 166/2003 esclude dal suo ambito di applicazione il trattamento di dati “effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente personali”. Le tecniche dei vari prodotti precisano, inoltre, che le impronte rile- Ai fini di una corretta scelta, la golden rule è riconducibile al buon senso. In altri termini, occorre valutare attentamente con l’installatore le reali esigenze da soddisfare e le condizioni in cui l’impianto dovrà funzionare. In linea di massima, i lettori ottici e termici vanno tenuti sempre ben liberi da sporco e depositi di sebo causati dall’utilizzo. Quelli capacitivi patiscono l’umidità e l’elettricità statica. Privacy: tutto a posto? Al rilevamento biometrico si applicano i principi del decreto legislativo 196/2003 - noto anche come Codice Privacy - per la protezione dei dati personali. E sul tema si è pronunciato ripetutamente il Garante della Privacy, ll cui provvedimento in materia di videosorveglianza dell’8 aprile 2010 prescrive la verifica preliminare di quei “sistemi dotati di software che permetta il riconoscimento della persona tramite collegamento o incrocio o confronto delle immagini rilevate - come la morfologia del volto - con altri specifici dati personali”, e in particolare “dati biometrici”, anche “sulla base del confronto della relativa immagine con una campionatura di soggetti precostituita alla rilevazione medesima”. In linea di principio, l’uso di apparecchiature simili in uffici, aziende e stabilimenti produttivi può essere giustificato solo per il presidio di accessi ad “aree sensibili” e non vate non sono memorizzate, bensì trasformate in template matematici che non hanno relazione con la sua immagine, e che ogni riconoscimento avviene in forma crittografata. Oltre le impronte digitali L’impronta è l’indice biometrico più gettonato, d’accordo. Ma risultano in rampa di lancio il risconoscimento del profilo della mano o delle dita stesse, come dei chiromanti gitani farebbero al luna park. Oppure l’impronta vocale per il riconoscimento della voce: la funzione Siri degli iPhone può aiutare a farsene una grossolana idea. C’è poi la firma: il “dynamic signature verification” osserva come si tiene la penna in mano per scrivere, i grafometri analizzano autografi rilasciati su dispositivi simili ai tablet, ricordando un po’ il palmare del corriere che consegna un pacco a casa. Il riconoscimento facciale esiste già sui cellulari dal sistema Android. L’applicativo Face Unlock di Google sblocca il cellulare riconoscendo il volto del proprietario. Uno spunto all’industria per la ricerca degli algoritmi giusti che attivino la funzione soltanto quando c’è il legittimo proprietario e, soprattutto, senza pericolo che una banale fotografia possa ingannarlo. Gli hard disk portatili con minisensore biometrico e i sensori biometrici USB non sono più una novità per nerd e affini che li trovano utili per proteggere l’accesso ad archivi di file e personal computer. Per ultimo, ma non da ultimo, c’è il riconoscimento dell’iride. Ancora costoso per metterselo in casa ma, stando alle ultime notizie a riguardo, in un futuro abbastanza prossimo tale tecnologia sbarcherà sugli smartphone. E’ poi pacifico che la tecnologia mobile attecchisca un po’ 19 ovunque. Sperimentazioni pilota in campo telefonico sono già in corso: gli sviluppatori si aspettano che le applicazioni iCLASS, saranno integrate e disponibili su almeno due modelli di BlackBerry entro la fine dell’anno. Basterà fingere di farsi una foto col telefonino per effettuare la scansione oculare e accedere nei luoghi protetti da appositi congegni biometrici. Non le casette del cittadino normale, almeno per il momento, eppure il dado è tratto. I dispositivi biometrici per auto possono essere interfacciati con le centrali satellitari. Chi li ha provati afferma che funzionano. Se non altro, quando è necessario lasciare la vettura in officina per delle riparazioni, occorre ricordarsi di “accreditare” il dito del meccanico effettuando l’acquisizione della sua impronta digitale. Occorre immedesimarsi nell’ispettore Gadget, insomma, qualora il dispositivo prescelto non abbia un’apposita funzione di sblocco o un interruttore generale di spegnimento. Ritorno al futuro? Restando sulla falsariga del futuribile, ricercatori dell’Advanced Institute of Industrial Technology di Tokyo hanno piazzato in un sedile dei sensori che generano un profilo tridimensionale del lato B del legittimo conducente. Se non vi si posa, l’auto semplicemente non parte. Se ne dovrebbe riparlare entro un paio d’anni, con buona pace di satellitari, bloccaruote meccanici e antifurti con le palle. Intanto gli esperti consigliano di fissare almeno un paletto: cioè, verificare che sensore e centralina del kit da acquistare siano separati e comunichino tramite bus. Per dovere di cronaca, questo è lo stesso tipo di cavo che “anima” gli impianti domotici, capaci di trasformare qualsiasi casetta in una piccola astronave. I chip biometrici, per il momento, sono optional che stanno alla centrale antifurto come i sedili in alcantara a certe berline di fine anni Ottanta. Se le vie del Signore sono infinite, i percorsi della biometria non si discostano da evoluzioni ascrivibili alla categoria del film di fantascienza. Il progetto di ricerca europeo “Human Monitoring and Authentication using Biodynamic Indicators and Behaviourial Analysis” si pose, nel 2008, l’obiettivo di analizzare le attività cerebrali umane rilevandone la frequenza cardiaca e pochi tratti somatici. Scenari apocalittici con viaggio di sola andata? Il tutto servirebbe a leggere nel pensiero di sospetti terroristi in luoghi sensibili e a rischio di attentati quali aeroporti, stazioni, confini di stato. Un’iniziativa successiva, della quale l’Unione Europea è partecipe, si chiama Actibio e mira a stabilire se parametri alternativi, come la falcata, la parlata o la risposta a determinati stimoli, possano tornare utili al medesimo scopo. 20 SICUREZZA RESIDENZIALE LA PAROLA AL CRIMINOLOGO (giardini, piazze, aree giochi), giardini privati ed elementi di arredo urbano quali piante, illuminazione pubblica, panchine e recinzioni. Più cura andrebbe messa anche nella disposizione degli edifici e dei volumi. Gli elementi dell’abitazione da considerare sono, invece, porte, finestre, tetti, grondaie, terrazze e altri elementi che possono essere scalati, portoncini e cassette della posta, parcheggi privati, recinzioni. Il valore di una casa (inteso come prezzo di vendita) dovrebbe calcolare anche tali fattori. Lorenzo Segato, Direttore di RiSSC Centro Studi e Ricerche su Sicurezza e Criminalità P er ridurre la criminalità residenziale in modo significativo, non basta adottare un buon prodotto di sicurezza. Occorre anche analizzare tutto il “sistema della sicurezza”, per capire dove funziona, dove è migliorabile e quali sono i suoi limiti. I valori in gioco sono elevati, sia per l’importanza soggettiva del bene da proteggere - la casa e ciò che vi è di più caro all’interno, non necessariamente in termini economici - che per l’imponenza numerica e la distribuzione sul territorio, così come per il valore del mercato che ne viene interessato. Le vittime di un reato che coinvolge il proprio contesto domestico lamentano, soprattutto, la sensazione della “intimità violata”. Sia che si tratti di furto, rapina, aggressione - ma anche truffa o furto di identità - che colpiscono nel luogo in cui si è più vulnerabili, perché più rilassati e privi di difese, il danno subito è notevole, indipendentemente dalla sua valenza economica. Dalla valutazione di questo bene dipende la decisione di che cosa si è disposti a fare per proteggere quanto vi è di più caro, ma anche l’orientamento del mercato per gli operatori economici. Se un singolo impianto vale poco, infatti, il numero di abitazioni da proteggere è elevatissimo. E questo rende l’intero settore molto appetibile. Tuttavia, a oggi non si riesce a contrastare efficacemente la criminalità residenziale, soprattutto perché mancano analisi di sistema e procedure condivise. Né allarmismo, né eccesso di protezione Creare sicurezza partendo dalla progettazione degli spazi L’insediamento residenziale che non nasce da un bisogno della comunità, ma che risponde a interessi speculativi, è più esposto ai rischi criminali. La sicurezza residenziale andrebbe considerata sin da quando si decide di creare il “nucleo abitativo”: a seconda della motivazione di fondo, orienta gli attori coinvolti a delineare l’insediamento con forme, organizzazioni e disposizioni che possono favorire o meno i reati. Gli spazi pensati male L’insediamento residenziale che non nasce dal bisogno abitativo della comunità, ma che risponde a interessi speculativi, è più esposto ai rischi criminali. La sicurezza residenziale andrebbe considerata sin da quando si decide di creare il “nucleo abitativo”: a seconda della motivazione di fondo (bisogno abitativo o speculazione), orienta gli attori coinvolti (Ente locale, investitori, proprietari dei terreni e imprenditori) a delineare l’insediamento con forme, organizzazioni e disposizioni che possono favorire o meno la commissione dei reati. Un intento speculativo tende a massimizzare il profitto a scapito della qualità dell’abitato e a sfruttare al massimo lo spazio, senza considerare se la struttura del tessuto urbano che ne deriva contribuisce a prevenire o meno i reati urbani. La situazione può peggiorare quando mancano (soprattutto nell’ente locale) cultura e competenza nella prevenzione o l’analisi preliminare del contesto. L’esperienza insegna che, in passato, si sono creati insediamenti pensati male, che hanno dato origine a ghetti e a quartieri che, per la loro struttura, si sono rivelati intrinsecamente insicuri. Al contrario, l’interesse comunitario per l’insediamento - e, nei casi più virtuosi, la partecipazione della comunità nella fase di creazione sono elementi positivi nell’analisi del rischio, perché portano a un controllo sociale spontaneo e a una maggiore cura dell’abitato. Più attenzione al disegno degli spazi esterni In Italia, la sensibilità e le competenze dei tecnici coinvolti nei processi di disegno sicuro degli edifici, dei quartieri, degli spazi pubblici, sono insufficienti. RiSSC - Centro Studi e Ricerche su Sicurezza e Criminalità - si preoccupa di accrescere le competenze e di migliorare i progetti realizzati dai professionisti e valutati dai tecnici degli Enti locali. Chi amministra il territorio è poco attento alla tematica della sicurezza dei nuovi quartieri; alcuni Enti si affidano a esperti che, senza incidere realmente sulla struttura e sulla qualità anticrimine degli edifici e degli spazi, tendono a offrire soluzioni standard, senza generare né economie né risultati concreti. Le strategie di sicurezza implemen- tate nelle strutture residenziali si sono rivelate poco efficaci, se non, addirittura, inefficienti. Maggiore attenzione va posta sia al disegno degli spazi esterni che al “guscio” dell’abitazione. Gli spazi esterni comprendono strade, marciapiedi, parcheggi, zone comuni La maggior parte degli italiani non vive in una casa sicura. L’esperienza dimostra che è relativamente facile entrare in molte abitazioni, in particolare nei condomini delle nuove periferie urbane, cresciuti rapidamente negli ultimi anni del boom edilizio. Gli standard costruttivi per la sicurezza anticrimine sono generalmente bassi e mancano sistemi di sicurezza attivi e passivi adeguati. Il costruttore raramente risponde di quegli errori progettuali (quali, ad esempio, terrazze che si scalano facilmente) che facilitano la commissione dei reati. Fortunatamente, i fenomeni criminali non sono così diffusi come appare nei media, ma sono, tuttavia, in aumento. La sicurezza dell’abitazione dipende anche da fattori indipendenti da ogni controllo: la crisi economica - in particolare nel settore dell’edilizia - ha esposto numerosi lavoratori, anche stranieri, a una condizione di indigenza e necessità. La mancanza di mezzi di sostentamento è una delle cause nella commissione di reati predatori, finalizzati all’appropriazione di beni. Tuttavia, la soluzione non sta nell’allarmismo né nell’eccesso di protezione, ma va ricercata nel giusto equilibrio. La ricerca criminologica dimostra che vivere in “case-fortezza“ diminuisce il rischio ma aumenta la paura, con un bilancio sulla qualità della vita generalmente negativo. I residenti devono cercare le soluzioni idonee con la comunità, le Forze dell’Ordine e i professionisti della sicurezza, ma anche adottando stili di vita e comportamenti che riducano al massimo i rischi di vittimizzazione. Le chiavi per una casa sicura? Innalzamento degli standard qualitativi nei regolamenti e negli strumenti urbanistici e attuativi degli Enti locali, migliore progettazione dell’edificio, valutazione consapevole in fase di acquisto, adozione di idonee misure di protezione, buone relazioni e, soprattutto, comportamenti corretti. Una finestra lasciata aperta è più rischiosa di un grimaldello… www.rissc.it - [email protected] 22 SICUREZZA RESIDENZIALE SOLUZIONI Antintrusione, antiaggressione e videosorveglianza Una bella villa di due piani in provincia di Milano, con 1.500 metri quadrati di giardino. Questo lo scenario di una soluzione di sicurezza articolata, in cui ogni tentativo di intrusione viene segnalato in tempo reale e produce un riscontro fotografico immediato. Un sistema complesso solo in apparenza. Un insieme perfetto, ma semplice da gestire nella sua globalità. • • Ariela Papadato I n una villa nel milanese, l’integrazione tra sicurezza e domotica - a cura dell’azienda installatrice Zois Elettronica - si arricchisce di raffinati dettagli tecnologici, per una protezione da manuale. Tre gli apparati installati: antintrusione, antiaggressione e videosorveglianza. Il primo - che tutela l’interno della villa, il garage, i serramenti e il giardino circostante - è strutturato su più livelli: • all’interno dell’abitazione è stato realizzato un impianto di protezione tramite sensori volumetrici • per tutti gli accessi, ovvero porte, finestre e garage, è stato messo a punto un sistema antintrusione via radio a guardia del perimetro esterno è stato installato un sistema di sensori radio per la difesa del perimetro dell’abitazione è stato realizzato, infine, un apparato su cavi L’impianto è diviso in aree e ogni zona esterna è associata a una delle otto telecamere IP day&night, collegate tramite una rete LAN realizzata appositamente. Un videoregistratore digitale gestisce le immagini delle telecamere e permette, inoltre, il controllo remoto grazie al Web server integrato. I sistemi di sicurezza si integrano con l’impianto di automazione domestica, che gestisce l’irrigazione del giardino e le luci esterne. Cuore del sistema una tastiera touch screen, che incorpora un lettore biometrico grazie al quale è possibile programmare il riconoscimento delle dita per associarle a qualsiasi funzione, sia di sicurezza che di automazione. In caso di allarme, la telecamera abbinata alla zona oggetto del tentativo di intrusione scatta otto foto- centrale, che avvisa l’utente di ogni guasto sia sui monitor casalinghi che sul cellulare, mediante sms. Insomma, abbiamo voluto dotare entrambe le tecnologie delle stesse caratteristiche di affidabilità e stabilità nel tempo. La parola all’installatore Mauro Mariani, titolare dell’azienda Zois Elettronica (Solaro, Milano), alla quale si deve l’impianto illustrato, soddisfa alcune curiosità relative alla sua installazione. Di quali esigenze avete dovuto tenere conto in fase progettuale? Proteggere la villa in modo che qualsiasi intrusione fosse segnalata in tempo reale alla centrale e producesse anche un riscontro fotografico immediato. In questo caso, non appena il sensore rileva l’intruso, la telecamera abbinata scatta all’istante le foto dell’area incriminata e le mostra sul monitor. Oltre alle foto, tramite un PC e il software apposito, ci si può collegare al videoregistratore e rivedere, in play back, la registrazione di quanto è avvenuto. Le caratteristiche salienti dell’intero sistema? Oltre alla comodità di gestione a livello elettrico ed elettronico, la novità sta proprio nell’impianto antintrusione legato alle telecamere. In questo sistema, inoltre, è da notare l’assoluta praticità della gestione degli allarmi, che permette al cliente di avere la situazione sempre sotto controllo, anche nel caso di rapina o di aggressione. Come funziona lo schermo touch screen? È il cuore dell’impianto. Si tratta di un monitor messo a muro che simula anche la tastiera. Su questo schermo si possono gestire fino a 24 telecamere dell’impianto video e tutte le zone dell’impianto di allarme. Sempre tramite icone, si possono azionare tapparelle, luci giardino, irrigazione, tutto quando riguarda l’automazione domestica. Quanti sono i monitor? Due: uno al piano terra e uno nella zona notte. grafie, quattro post-evento e quattro successive, che vengono lasciate impresse nello schermo touch screen per un tempo predeterminato. Questa funzione permette a chi è in casa, semplicemente avvicinandosi allo schermo della tastiera, di vedere cosa è successo e di verificare se si è trattato di un reale tentativo di intrusione. Nell’evenienza di un’aggressione fisica, chi è costretto a disinserire il sistema sotto minaccia può, solo cambiando dito, inviare anche una segnalazione telefonica e un sms al destinatario programmato. Con lo sfioramento di un altro dito si possono, poi, accendere programmi prestabiliti o attivare il sistema di irrigazione o i lampioni esterni. Il padrone di casa può gestire tutto il sistema completamente a distanza con PC o telefono smartphone: può visualizzare le telecamere, accendere o spegnere il sistema di allarme, attivare le funzioni domotiche. Inoltre, in caso scatti l’allarme, sul suo cellulare verrà inviata una mail con le fotografie della zona allarmata. Quali problematiche sono emerse in corso d’opera? Perché, per l’esterno, si è optato per una soluzione “mista”, ovvero con filo e senza filo? La tipologia di questo impianto è chiamata “ibrida”, in quanto supporta dispositivi collegati sia tramite cavo che con tecnologia wireless, cioè senza fili. Dove, per motivi di estetica o per impedimenti logistici, non ci è stato possibile stendere i cavi, ci siamo serviti della tecnologia senza fili. In questo caso, però, si tratta di un “senza fili” di alta qualità, in doppia frequenza, con alimentazione a batterie al litio della durata di otto anni e la cui attività è costantemente controllata dalla L’unico vero problema da risolvere è stato la mancanza della predisposizione. Cioè, quando, come in questo caso, si tratta di ville che risalgono a qualche anno fa, non sono presenti tubature specifiche per gli impianti Ricordiamo ai lettori che l’impianto descritto in questa pagina è risultato finalista per la categoria “Residenziale” nell’ambito del Premio H d’Oro 2011. Il Premio H d’Oro è un prezioso riconoscimento, un punto di riferimento per il settore sicurezza, istituito dall’azienda milanese Hesa nel 2006 e volto a premiare la professionalità degli installatori e l’originalità e l’innovazione dei progetti realizzati. di sicurezza e per gli impianti domotici. Dunque, è toccato a noi, “inventarci” qualcosa per nascondere i cavi. Per ciò che riguarda, poi, la progettazione, la programmazione e la messa in servizio del sistema, l’operazione più importante è stata la creazione di una rete locale dedicata, indispensabile - insieme a una veloce linea ADSL - per poter garantire la visualizzazione e la trasmissione in remoto di immagini di qualità. 24 SICUREZZA RESIDENZIALE SOLUZIONI le immagini da consegnare alle autorità. L’accesso riservato alle immagini registrate è, quindi, garantito da una chiave elettronica per disattivare il sistema di allarme, da due chiavi meccaniche a chiusura dell’armadio e da una password del videoserver. La distribuzione del segnale video all’interno degli appartamenti risulta particolarmente importante sia per la sicurezza delle famiglie che vi abitano che per l’immediata segnalazione di un’eventuale avaria del sistema o guasto dell’Hard Disk. In prossimità del videoregistratore è stata, inoltre, installata una presa di rete, utile per l’accesso al sistema con un PC portatile. Altra caratteristica degna di nota è la possibilità di accesso del sistema dal Web mediante interfaccia UMTS/HSDPA; ciò consente di Le telecamere non sono un nemico della privacy, ma un servizio indispensabile alla comunità. Lo conferma il sempre più frequente ricorso alla videosorveglianza in ambito condominiale, di cui è chiaro esempio l’installazione - presso uno stabile di Moncalieri, in provincia di Torino - di un puntuale sistema video per la tutela delle aree comuni. Come proteggere le aree comuni Ariela Papadato P er la sicurezza di un condominio di Moncalieri, in provincia di Torino, le cui aree comuni erano da tempo teatro di piccoli furti e azioni spiacevoli di varia natura, CSG Sistemi ha realizzato un sistema video che non solo tiene sotto controllo le aree incriminate ma permette - a ogni condòmino che lo ritenga opportuno - di poter vedere le immagini “live” sullo schermo del proprio televisore, mentre l’accesso alle immagini registrate è riservato e autorizzato dall’amministratore e/o da una persona incaricata. L’impianto è costituito da sei telecamere analogiche con illumina- tore all’infrarosso, collegate tramite cavo e posizionate nei vani comuni quali le corsie dei garage, i corridoi delle cantine, il vano contatori, l’ingresso pedonale principale e il vano scale ai piani terra. Nell’area contatori è stato installato un armadio dotato di doppia serratura meccanica e dispositivo antifurto contro l’apertura, al cui interno si trova tutta l’elettronica di gestione tra cui, oltre al videoregistratore digitale, gli apparati di alimentazione, di trattamento del segnale e di interfaccia alla rete LAN. All’interno di questo armadio sono situati anche il monitor e il mouse, mediante i quali, a seguito di evento illecito, è possibile ricercare ed esportare su supporto USB sicurezza delle aree comuni residenziali e, ancora una volta, il risultato ci ha dato ragione. Mi auguro che si diffonda sempre più il ricorso alla videosorveglianza in ambito condominiale, così da non considerare più le telecamere un nemico della privacy ma un servizio indispensabile alla comunità. Spero, anche, che in futuro ci si rivolga preferibilmente a telecamere Megapixel, in modo da poter fornire alle Forze dell’Ordine immagini ancora più precise, per un riconoscimento a prova di errore. La parola all’installatore Ha risposto alle nostre domande Enrico Marchisio, titolare di CSG Sistemi di Torino, l’azienda autrice dell’installazione di cui si parla in queste pagine. Quali le premesse iniziali e quali le difficoltà durante i lavori? Siamo stati contattati perché, da tempo, nelle aree comuni al condominio in questione si verificavano piccoli furti e atti vandalici. È stato nostro impegno, anzitutto, rassicurare i condomini che le telecamere, oltre a garantire immagini nitide, benché collegate tramite cavi, non avrebbero leso l’estetica del palazzo e nemmeno la privacy degli inquilini. A tutela della privacy, infatti, i dispositivi sono stati tutti posizionati in aree adibite al transito comune - ovvero le corsie dei garage, i vani cantine e contatori, le scale - ma non presso gli accessi ai singoli alloggi. Non solo. Dato che il condominio non era predisposto per la realizzazione di un impianto del genere, abbiamo smontato ogni tipo di struttura preesistente per poter nascondere i fili ed evitare scompensi estetici. Un altro problema è stato quello di trovare un locale idoneo a custodire le apparecchiature di archiviazione e di registrazione delle immagini… Come è stato risolto? Con un armadio posto nell’area contatori, ventilato per dare aria alle apparecchiature e protetto da un sistema di chiusura meccanica e da un impianto di allarme. Il segnale, ripreso dal vivo dalle telecamere, è stato poi “distribuito” all’interno dei singoli alloggi, sempre in maniera tale da salvaguardare la privacy, ma in modo tale che ogni inquilino possa vedere sul suo televisore le inquadrature delle telecamere stesse. In mancanza di un operatore, questo accorgimento fa sì che ogni guasto venga immediatamente segnalato e che la funzionalità di tutto l’apparato sia controllare - tramite telefono cellulare o iPhone - prima di entrare nei garage, l’eventuale presenza di intrusi. sempre sotto controllo. Il sistema è, poi, stato integrato con un router UMTS, in modo che chi fa rientro a casa di notte - prima di avventurarsi nelle aree buie - possa, tramite iPad, iPhone o smartphone qualunque, scoprire eventuali situazioni di pericolo. Come definisce i risultati dell’operazione? Assolutamente positivi, sia per noi che per la committenza. Il responsabile delle azioni criminose è stato individuato e gli atti nocivi sono cessati. La soddisfazione è stata tale che siamo stati recentemente ricontattati dallo stesso condominio per ampliare la parte di sorveglianza sul tratto di strada pertinente lo stabile e per l’area ecologica, così da evitare il fenomeno dell’indiscriminato abbandono dei rifiuti non differenziati. Quale conclusioni può trarre da questa esperienza lavorativa e che cosa auspica per il futuro? Negli ultimi anni abbiamo indirizzato una parte importante delle nostre risorse verso la Ricordiamo ai lettori che l’impianto descritto in questa pagina è risultato finalista per la categoria “Residenziale” nell’ambito del Premio H d’Oro 2011. Il Premio H d’Oro è un prezioso riconoscimento, un punto di riferimento per il settore sicurezza, istituito dall’azienda milanese Hesa nel 2006 e volto a premiare la professionalità degli installatori e l’originalità e l’innovazione dei progetti realizzati. (VLELDPRVLFXUH]]D #55')0#57..#5+%74'<<#&'..#2'4510#X &'..#%#5#X&'..#<+'0&#X&'.0')1<+1'&'..#%+66ÊT FGgFI FNEF 999T5'%74+6;':*+$+6+10T+6 +0(1UNHHHMJMEEE '&+#2#460'4 999T5'%74+0&':T%1/g999T50'9510.+0'T%1/ 6SRQVRU8IILFLDOH)LHUDGL9 LFHQ]D 26 SICUREZZA RESIDENZIALE SOLUZIONI La villa? Protetta e libera trollo degli accessi - si fonde con l’apparato di automazione domestica, in modo da rendere ogni operazione del tutto agevole per chi la deve effettuare. L’impatto estetico è minimo, grazie ad accorgimenti studiati su misura, e la sensazione di tranquillità percepita dal padrone di casa, lungi dal costringerlo a una quotidianità “sacrificata”, ne amplifica la libertà e gli permette un più sereno godimento della privacy. L’impianto di allarme è suddiviso in tre aree indipendenti, per la massima libertà di movimento. La prima comprende tutti i 24 contatti magnetici - a protezione degli infissi - e cinque sensori infrarossi passivi a doppia tecnologia, a protezione interna delle stanze. I sensori installati nelle due aree esterne sono stati posti su pali tecnici creati appositamente e verniciati con lo stesso colore della superficie dove sono applicati, per un migliore effetto mimetico. Il sistema di allarme incorpora un combinatore Gsm che rende la centrale telegestibile da remoto via In una magnifica villa in provincia di Vicenza, il pericolo di aggressione e di sequestro è tenuto lontano grazie alla tecnologia biometrica: con un dito si apre la porta di casa, ma - nel caso in cui si verifichi un tentativo di sequestro di persona e il malintenzionato ci obblighi a staccare l’allarme il passaggio di un terzo dito sul lettore di impronte digitali fa partire un messaggio di emergenza silenzioso all’Istituto di Vigilanza. Michele Racini G ubert Systems (Vicenza) è l’azienda installatrice che ha realizzato un mirato intervento di messa in sicurezza presso una grande villa con giardino, comprensiva di area benessere con idromassaggio e sauna, in provincia del capoluogo veneto. Il sistema di sicurezza - formato da impianti video, antintrusione e con- La parola all’installatore Luciano Gubert, titolare di Gubert Systems, l’azienda installatrice alla quale si deve il progetto descritto, ci ha raccontato alcuni retroscena relativi ai lavori. Come si sono svolti i lavori? I lavori sono iniziati con un lungo percorso di incontri con i clienti, per valutare insieme a loro la fattibilità delle nostre proposte e scegliere, di volta in volta, la soluzione più adatta alle loro esigenze e al loro stile di vita… Che cosa è emerso da questi incontri? I proprietari chiedevano una protezione assoluta ma senza complicazioni tecnologiche o limitazioni del proprio raggio di azione. In questo caso, è essenziale un approccio che tenga conto dei timori del cliente e li vinca proponendo soluzioni studiate insieme, dove ogni misura di sicurezza risulti tanto efficace quanto semplice da gestire e con il sistema domotico ci ha obbligato a un lavoro in stretta sinergia con la ditta di impiantistica elettrica. Il tratto distintivo dell’intero impianto? si integri con le tecnologie di automazione quasi come in un gioco. Direi la presenza di un sistema di controllo accessi a tecnologia biometrica. Avete dovuto fare i conti con qualche particolare vincolo tecnico? Come funziona? Con più di uno. Ci siamo dovuti confrontare con l’esistenza di un impianto idraulico molto importante a causa della presenza, nel piano interrato, di un’area benessere con vasche idromassaggio e sauna. Anche la richiesta di integrazione All’esterno dell’abitazione sono stati installati una pulsantiera e un lettore biometrico, mediante il quale, con il riconoscimento dell’impronta di un dito, è possibile disattivare l’allarme esterno. Con un altro dito si apre la porta, ma - nel caso in cui si verifichi un tentativo di sequestro di persona e il malintenzionato ci obblighi a staccare l’allarme - il passaggio di un terzo dito, oltre a disinserire l’allarme, apre la porta e, allo stesso tempo, fa partire un messaggio di emergenza silenzioso all’Istituto di Vigilanza. Nel caso, invece, si arrivi davanti a casa in macchina e si noti la presenza di malintenzionati, si preme il tasto di emergenza antiaggressione. In questo caso, oltre alla chiamata all’Istituto di Vigilanza si attivano anche le sirene. Ricordiamo ai lettori che l’impianto descritto in questa pagina è risultato finalista per la categoria “Residenziale” nell’ambito del Premio H d’Oro 2011. Il Premio H d’Oro è un prezioso riconoscimento, un punto di riferimento per il settore sicurezza, istituito dall’azienda milanese Hesa nel 2006 e volto a premiare la professionalità degli installatori e l’originalità e l’innovazione dei progetti realizzati. sms. Tutti i sensori e lo stato delle aree sono visualizzabili su monitor touch screen, in formato elenco o per mezzo di mappe grafiche. L’impianto di allarme comunica con il sistema domotico per mezzo di moduli in grado di fornire input e output. I moduli permettono anche di comandare molteplici automazioni, dando così vita a un unico impianto integrato di building automation. Videosorveglianza e controllo degli ingressi Il sistema video è composto da sei telecamere analogiche, installate sui pali tecnici, che tengono sotto monitoraggio tutto il perimetro esterno. Un videoregistratore digitale messo in rete - registra le immagini ed è gestito tramite monitor touch screen. Anche l’impianto video è stato integrato nel sistema domotico e in quello antintrusione, per cui al suonare del citofono esterno - o in caso si generino eventi di allarme - sul touch screen vengono visualizzate le telecamere interessate. Attraverso modulatori video e canali dedicati, è possibile vedere le immagini e gestire il DVR tramite le tv di casa. Il video è visualizzabile da remoto grazie al collegamento a Internet e l’utilizzo di un router professionale e le immagini possono essere trasmesse anche su iPad, cellulari smartphone e PC. Vicino alla porta di ingresso, sono collocati un lettore biometrico e una pulsantiera: il lettore gestisce tre funzioni diverse per ogni utente registrato e, a seconda del dito scansionato, permette di: • abilitare la pulsantiera • trasmettere una segnalazione di sotto-minaccia all’Istituto di Vigilanza • aprire la porta blindata, attivando l’elettroserratura Che cos’è un “lettore biometrico”? E quell’apparecchio che, in parole semplici, “legge”, grazie a tecnologie diverse, determinati dati fisici - unici per ognuno di noi - che vanno dai lineamenti del viso alle impronte digitali, alla morfologia dell’iride e così via, per poi autenticarli e verificare se corrispondono alle informazioni memorizzate in precedenza. Come funziona il lettore di impronte digitali? Al momento della registrazione, l’impronta viene codificata e memorizzata. Dall’immagine vengono poi estratti i punti fondamentali - le cosiddette “minuzie” - le quali vengono, in seguito, trasformate in un codice biometrico utilizzato per i successivi riconoscimenti. Quando l’utente registrato passa il dito sullo scanner, se il codice di accesso coincide con quello in memoria, il comando si attiva. La rivista di riferimento per utenti Mac, iPhone e iPad In edicola, su iPad e iPhone Compra il nuovo numero o abbonati alla rivista Scarica subito la App gratuita WWW.APPLICANDO.COM 28 SICUREZZA RESIDENZIALE SOLUZIONI Per azzerare i rischi di sabotaggio e manomissione, sono stati impiegati materiali di alta resistenza e qualità. Tutte le tubazioni e canalizzazioni sono state realizzate con materiali antisabotaggio e anche il locale tecnico è stato posto in sicurezza e viene termo-controllato e regolato. Anche il sistema di amplificazione Gsm è stato installato avendo cura di proteggerlo dalle manomissioni. Tutti i cavi, a partire da quelli per il sistema video, sono stati realizzati con tecnologie immuni a disturbi radio e/o a disturbi elettrici. La particolare cura rivolta sia al progetto che alla sua realizzazione è motivata dal fatto che gli immobili sono abitati da persone legate al mondo dello spettacolo, molto conosciute e popolari e, dunque, più esposte al rischio di aggressioni. Ariela Papadato S i deve all’azienda TE.SI.S. di Saronno, in provincia di Varese, l’accurato intervento di messa in sicurezza di un prestigioso stabile milanese che - situato nei pressi dello stadio di San Siro e abitato da celebri esponenti del jet set nazionale - era soggetto a ripetuti atti di microcriminalità dovuti a malintenzionati nascosti tra i tifosi al rientro dalle partite del sabato sera. L’impianto installato integra più sistemi: videosorveglianza, antintrusione, antieffrazione, un “piano di chiusura personalizzato” e un’amplificazione Gsm. L’intervento In primo luogo, è stato realizzato un sistema di videosorveglianza in grado di controllare tutte le aree condominiali comuni e le zone di accesso. Per garantire che potessero entrare nel condominio soltanto le persone autorizzate, è stato Quando abitare in zona Stadio è rischioso Grazie a un sistema di sicurezza integrato, un piccolo e lussuoso condominio milanese nei pressi dello stadio di San Siro è riuscito a porre fine alle razzie compiute da chi, ogni sabato sera, nascondendosi nel flusso dei tifosi e saltando una bassa recinzione, entrava nell’area box e cantine e trafugava tutto quanto era a portata di mano, dalle automobili alle motociclette, fino a casse di costosissimo champagne. progettato e realizzato un “piano di chiusura personalizzato”: ogni condòmino è stato dotato di una password e di un proprio profilo di accesso, che utilizza per accedere allo stabile. Infine, si è proceduto alla sicurezza dei garage: per ogni box sono state realizzate corazzature alle porte di ingresso, in modo da evitare scassi e forzature. In più, i garage sono stati protetti con sistemi antintrusione e antirapina. Inoltre, è stato realizzato un impianto di amplificazione Gsm - dove sono archiviate le immagini - fino alla mimetizzazione delle connettività di sistemi e apparati. L’azienda che ha progettato e installato il sistema di sicurezza appena descritto è TE.SI.S. (Saronno, Varese). Con Luca Malinconi, suo direttore tecnico, abbiamo approfondito alcuni punti. Tre aggettivi per descrivere il lavoro realizzato… Come si è sviluppato il progetto? Gli abitanti del condominio erano da tempo vittime di chi, ogni sabato sera - nascondendosi nel flusso dei tifosi e saltando una bassa recinzione - entrava nell’area box e cantine e trafugava tutto quanto era a portata di mano, dalle automobili alle motociclette, fino a casse di costosissimo champagne. Nello specifico, ci è stato chiesto di mettere in sicurezza tutte le aree più facilmente accessibili e nelle quali avvenivano i furti. Zone comuni come il locale hobby - e private, come le cantine e i garage… Quali requisiti vi sono stati richiesti? Da una parte era indispensabile una soluzione che, tramite la tecnologia più avanzata, garantisse la sicurezza più completa, comprendendo impianti diversi e integrati tra loro. Dall’altra, abbiamo dovuto prestare grande attenzione all’estetica Grande attenzione è stata posta anche all’estetica dei componenti e all’impatto visivo finale, in modo da non intaccare la bellezza dello stabile. La parola all’installatore - fondamentale per quel tipo di edificio - e alla semplicità di utilizzo. Da quale problema si è partiti? per i corselli dei box e per le zone interrate, così da consentire ai condòmini di poter usufruire dei propri dispositivi portatili per comunicare anche all’interno di queste zone. Innanzitutto abbiamo installato il sistema video - che utilizza telecamere analogiche antivandaliche - rivestendo con acciaio inox qualunque cavo e tubazione, per evitare sabotaggi e manomissioni. Le immagini vengono archiviate in un armadio protetto, situato in un locale al quale ha accesso solo l’amministratore del condominio. Poi abbiamo affrontato il problema dell’accesso indiscriminato ai varchi, dotando i cancelli di serrature ad alta portata e resistenza e gli inquilini di chiavi cifrate personalizzate. Abbiamo poi lavorato sulla sicurezza di ogni garage, rafforzandone la tenuta tramite blindature e piastre antitaglio e installando singoli impianti antintrusione con sensori di urto, contatti antiapertura e sirene. Dopodiché abbiamo realizzato un sistema Gsm “privato”, prendendo il segnale sul tetto della casa e ripetendolo nella zona cantine… Complementarietà dei sistemi - che hanno raggiunto un grado veramente esemplare di integrazione - semplicità di utilizzo e alto livello estetico, del quale sono particolarmente orgoglioso. E i fenomeni di micro-criminalità dai quali è nata l’esigenza di protezione? Sono completamente cessati. Che significa? Che chi è vittima di un’aggressione nell’area box e nell’area cantine non sempre coperte dal segnale - ha la possibilità di chiamare con il proprio cellulare le Forze dell’Ordine. La difficoltà maggiore durante i lavori? Il fatto che il palazzo, dal punto di vista strutturale, fosse ormai “completo”… Dunque abbiamo dovuto occuparci di ogni particolare installativo, dalla climatizzazione del locale tecnico Ricordiamo ai lettori che l’impianto descritto in questa pagina è risultato finalista per la categoria “Residenziale” nell’ambito del Premio H d’Oro 2011. Il Premio H d’Oro è un prezioso riconoscimento, un punto di riferimento per il settore sicurezza, istituito dall’azienda milanese Hesa nel 2006 e volto a premiare la professionalità degli installatori e l’originalità e l’innovazione dei progetti realizzati. 30 SICUREZZA RESIDENZIALE PICCOLO VOCABOLARIO DELLA SICUREZZA A Accecamento - La neutralizzazione di un rivelatore ottenuta aumentando a dismisura la quantità della grandezza che attiva il rivelatore stesso. Allarme improprio - Allarme derivante da un uso non corretto del sistema, ad esempio da parte dell’utente che si dimentica di disattivare il sistema stesso. Allarme intempestivo - Falso allarme derivante dall’uso di tecnologie non appropriate a gestire fenomeni non pericolosi (ad esempio, aperture con eccessivo gioco). Antisaturazione - Nei sistemi wireless, il sistema che permette di segnalare e di evitare il tentativo di saturazione delle frequenze di trasmissione. Antiscanner - Funzione che impedisce il superamento di un sistema di allarme mediante l’invio di più comandi in sequenza, fino a giungere a quello che disabilita l’allarme stesso. E Esclusione - Lo stato di una parte del sistema di allarme da cui non è possibile notificare una condizione di allarme. F Forzatura - L’annullamento di una situazione operativa determinato da una condizione che “forza” lo stato esistente. G Grado di protezione - Codice a due cifre (la prima per la penetrazione di corpi solidi, la seconda per i liquidi) preceduto dalla sigla IP e indicante da cosa è protetto l’oggetto. Per esempio IP35 indica la protezione dalla penetrazione di corpi solidi fino a 2,5 mm (3) e da getti d’acqua (5). Attuatore - L’organo di comando e di segnalazione. Autoprotezione - I metodi attuati per proteggere un’apparecchiatura o un sistema dai tentativi di neutralizzazione. B Barriera - Sbarramento elettrico o elettronico che protegge la zona in cui si desidera segnalare l’intrusione. Brandeggio - La possibilità di movimento di una telecamera in orizzontale e in verticale, al fine di poter controllare una zona più vasta rispetto a quella controllata da una telecamera fissa. Bus - Sistema a due fili per la trasmissione di informazioni codificate. Bus a due fili non polarizzato - Sistema a bus di facile installazione e configurazione. Bussola - La barriera costituita da due porte in sequenza. I Impianto perimetrale - Impianto che controlla l’antintrusione di una zona verificando le condizioni del perimetro (vedi Impianto volumetrico). Impianto volumetrico - Impianto che controlla l’antintrusione di una zona verificando le condizioni all’interno della zona stessa (Vedi Impianto perimetrale). Infrarosso - Radiazione non visibile dall’uomo ma utilizzabile per realizzare sensori che rilevano il movimento in un ambiente. Interferenza - Disturbo (voluto o casuale) sui segnali o sui messaggi. R RFD - Rete Fonia e Dati. Ridondanza - La possibilità di ottenere lo stesso segnale di allarme da due rivelatori con diverse tecnologie, in modo da garantire una maggior sicurezza del sistema di allarme. Ripristino - La procedura per annullare un segnale di allarme, di manomissione o di guasto e tesa a riportare il sistema nella situazione precedente. Rivelatore - Dispositivo che, sfruttando fenomeni fisici, magnetici elettrici, luminosi, termici, è in grado “rivelare” un tentativo di intrusione e di inviare un segnale elettrico di allarme a distanza. RNIS - Rete Numerica Integrata Servizi. S Safety - Parte della sicurezza attinente alla protezione della persona fisica da eventi come le fughe di gas l’incendio, gli allagamenti ecc. (Vedi security). Security - Parte della sicurezza che riguarda gli impianti antrintrusione, antifurto, di videosorveglianza e di controllo accessi (Vedi safety). Selettore - Dispositivo che consente di commutare, manualmente o automaticamente, i segnali video provenienti da più telecamere su uno o più monitor. Sensore inerziale - Dispositivo che protegge superfici (vetri, porte, pareti ecc.) da tentativi di sfondamento. Sistema di sicurezza - Sistema di impianti, tecniche e azioni in grado di rivelare e segnalare situazioni di pericolo per persone e cose. L Livello prestazionale - In base alle Norme CEI 79-3 indica, con uno dei quattro numeri da 0 a 3, una classificazione delle prestazioni di un sistema antintrusione. T Tamper - Dispositivo che protegge un sistema di allarme evitando tentativi di sabotaggio. TP - Twisted pair, doppino telefonico. C Cablaggio - Il collegamento tra i vari sistemi dell’impianto. Combinatore telefonico - Dispositivo che effettua una chiamata telefonica a uno o più numeri di telefono se attivato da un tentativo di manomissione o da un messaggio della centrale. Compressione - Metodo con cui si ottiene la memorizzazione di immagini di elevata qualità, senza però utilizzare memorie eccessivamente grandi. In genere, i sistemi Mpeg1, Mpeg2 e H264 offrono elevate prestazioni. D DECT - Digital Enhanced/Equipment Cordless Telecommunications, standard europeo di comunicazione digitale senza fili. M Motion Detector - Dispositivo che analizza il segnale video e, nel caso che due immagini consecutive siano differenti, genera un segnale di allarme. Mpeg - Metodo di compressione delle immagini proveniente da un impianto Tvcc che permette di diminuire la memoria necessaria all’operazione. Multiplexer - Dispositivo che permette di visualizzare su un unico schermo o di registrare le immagini provenienti da più telecamere. P PIR - Indica il sensore passivo ad infrarossi. Protezione attiva - L’impianto antintrusione o antifurto (Vedi protezione passiva). Disqualifica - Capacità del rivelatore di segnalare la variazione (peggioramento) delle sue prestazioni a causa ad esempio di particolari condizioni atmosferiche (pioggia, neve ecc.). Protezione passiva - Le serrature, le porte blindate e le tapparelle, le inferriate ecc. (Vedi protezione attiva). Dome - Telecamera il cui dispositivo di brandeggio (Vedi) è inserito in una cupola trasparente che serve, oltre che per proteggere il sistema, anche per renderlo più gradevole alla vista. Protocollo - L’insieme delle regole con cui si realizza una comunicazione tra trasmettitore e ricevitore. Doppia tecnologia - Modo di rendere più performanti i sensori grazie, appunto, all’uso di due tecnologie, ad esempio infrarossi passivi e ultrasuoni o infrarossi passivi e microonde. Dual Band - Tecnologia che consente di diminuire o evitare i rischi derivanti da interferenze o da accecamenti. Protezione volumetrica - Sistema in grado di rilevare un movimento all’interno del volume da proteggere. PSTN - Acronimo di Public System Telephone Network, rete telefonica commutata per lo scambio di informazioni. Q Quad - Dispositivo che consente di suddividere l’immagine di un monitor in modo da rappresentare quanto rilevato da una, due, quattro o otto telecamere. Trasduttore attivo - Il trasduttore che, per il suo funzionamento, necessita di una sorgente di energia esterna (Vedi trasduttore passivo). Trasduttore passivo - Il trasduttore che, per il suo funzionamento, non necessita di una sorgente di energia esterna (Vedi trasduttore attivo). Transponder - Abbreviazione di transmitter e responder cioè ricevitore-trasmettitore che genera un segnale in risposta ad una specifica interrogazione. U Ultrasuoni - Frequenze non udibili dall’uomo (dai 20 ai 50 kHz) ma utilizzabili per realizzare sensori che rilevano il movimento in un ambiente. V VOIP - Voice Over Internet Protocol, telefonia attraverso internet. W Wireless - Senza fili. Z Zona protetta - La parte del luogo protetto che permette di individuare il punto in cui si è verificato l’allarme. Sicurezza è una rivista Il mensile da oltre trent’anni punto di riferimento per installatori professionisti, progettisti, integratori di sistemi e security manager, ai quali offre tutti i mesi una panoramica delle tecnologie e dei dispositivi per la protezione di beni, luoghi e persone da furti, rapine, aggressioni, micro e macro-criminalità. www.sicurezzamagazine.it [email protected]