SICUREZZA
R E S I D E N Z I A L E
Paola Cozzi
N
egli ultimi mesi, attraverso
una nota trasmissione televisiva e il Web, è passato il messaggio per cui sabotare un impianto di
allarme è un gioco da ragazzi. Con
tanto di intervista al piccolo criminale di turno che, sotto i riflettori,
pare il Re furbo che fa didattica a
sudditi ignoranti sia in fatto di furti
che di sistemi di sicurezza.
A parte il fastidio nel vedere dare
pulpito e visibilità a chi rappresenta l’illegalità - malcostume di
una televisione fintamente democratica che, in nome dell’audience,
promuove tutti, anche chi esercita
il male - offende gli operatori del
settore un’informazione che banalizza, che - ponendo al centro il
prodotto scadente, di bassissima
qualità, obsoleto, spesso senza certificazione e installato da ciarlatani
- deride la sicurezza. Che ne fa uno
scenario da “Scherzi a parte”, un
palcoscenico da circo, un bluff. E
tutti i buffoni a riderne. Compreso
l’avanzo di galera intervistato, che si
sente intelligente perché ha manomesso un rivelatore acquistato al
supermercato. Chapeau.
Il quadro che ne deriva? Quello di
una sicurezza fatta di apparecchiature che si staccano dal muro a un
colpo di mano, di allarmi che non
scattano, di sirene sabotate con uno
spray e di porte blindate che si spalancano con un gioco di serratura.
Di questa sicurezza l’utente finale
non può che diffidare.
Perché non dire al pubblico che
esiste anche la Sicurezza Professionale, fatta di aziende serie, che vi
si dedicano da decenni, di team di
ingegneri, tecnici e sviluppatori che
lavorano allo studio e alla ricerca di
tecnologie sempre nuove? Perché
non dire che esiste il prodotto
all’avanguardia, di alta qualità, certificato, collaudato, che ha superato
severi test di prova?
Che esistono case, negozi, centri
commerciali, aeroporti, centri
urbani, stadi, porti, dotati di
sistemi eccellenti che, negli anni,
hanno scoraggiato micro e macrocriminalità?
Certo, l’intervista all’avanzo di
galera attrae più pubblico che non
quella all’installatore esperto e qualificato o al Senior Engineer del
LA DISINFORMAZIONE NON RISPARMIA NEMMENO LA SICUREZZA ANTICRIMINE.
E SE IL WEB PULLULA DI VIDEO DIDATTICI SU COME METTERE FUORI USO UN SISTEMA
DI ALLARME, UNA NOTA TRASMISSIONE TELEVISIVA, NEI MESI SCORSI, HA CONTRIBUITO
A DIFFONDERE L’IMMAGINE DI UNA SICUREZZA DA CIRCO. LA SICUREZZA PROFESSIONALE,
LA SICUREZZA CHE VALE, È UN ALTRO MONDO. UN MONDO CHE SOLO CHI VI SI DEDICA
DA DECENNI PUÒ SVELARE. IL RESTO È SPAZZATURA MEDIATICA.
reparto Ricerca & Sviluppo della
multinazionale che da trent’anni
studia, progetta e produce dispositivi di altissimo livello per la protezione di beni, persone e luoghi.
Il sistema di sicurezza di alta qualità, moderno, attuale, esiste. Esiste,
ha un costo superiore all’apparecchiatura di scarto e possiede requi-
siti assoluti. Quali? Eccone alcuni.
Fondamentale è la presenza di una
batteria che garantisca ore e ore di
autonomia (36 ore di autonomia e
80 minuti di allarme per i prodotti
di fascia più alta) nei casi in cui il
malintenzionato interrompa l’alimentazione. In poche parole, una
sirena con una batteria di questo
SICUREZZA RESIDENZIALE
Coordinamento Editoriale Paola Cozzi. Hanno collaborato Ariela Papadato, Michelle Carta,
Massimiliano Cassinelli, Andrea Nobile, Lorenzo Segato. Progetto grafico Giancarlo Crocetti.
Impaginazione Diego Poletti. Direttore Editoriale Business Media Mattia Losi. Proprietario ed
editore Il Sole 24 ORE S.p.A. Sede legale Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano. Presidente Giancarlo
Cerutti. Amministratore delegato Donatella Treu.
tipo, continua a suonare per ore
anche se vengono tagliati i fili.
Altri elementi importanti sono il
sistema antischiuma brevettato,
sempre attivo e in grado di funzionare anche a impianto spento; la
membrana antiperforazione - con
serpentina in polvere d’argento che,
se perforata, fa scattare l’allarme -
e il doppio tamper anti-apertura e
anti-strappo dal muro, in grado di
assicurare l’attivazione dell’allarme
in tutti i casi di manomissione del
dispositivo.
Inoltre, le sirene di eccellenza
possiedono la protezione antiavvicinamento, un contenitore antivandalico in policarbonato; un
contenitore metallico interno per
una doppia protezione meccanica;
ingressi di alimentazione protetti
contro l’inversione di polarità;
interferenze e sovratensioni; dispositivi antimanomissione per apertura e rimozione.
E veniamo alla progettazione
dell’impianto di sicurezza, cosa
tutt’altro che semplice, fatta di
step, di lavoro attento. Il punto di
partenza è uno solo e prevede - da
parte dell’installatore professionista - una scrupolosa analisi dei
rischi. Senza tale analisi, non si può
procedere.
Considerare attentamente i beni
da proteggere, prendere in esame
le caratteristiche dell’abitazione ovvero i punti a rischio intrusione,
tutti gli accessi, i balconi, i terrazzi,
il tetto - e le abitudini, lo stile di vita
di chi vi abita. Questa è l’analisi.
Diffidare di chi non opera in questo
modo, di chi si improvvisa esperto,
di chi installa impianti a basso
costo, senza assistenza tecnica nel
tempo, di chi - dopo l’esecuzione
dei lavori - non si rende più reperibile, abbandonando il cliente a se
stesso.
Un consiglio su tutti: non rivolgersi
a un elettricista travestito da allarmista, a un installatore generalista e
verificare che l’azienda alla quale si
decide di affidare i lavori operi prevalentemente nel settore della sicurezza e che sia presente sul mercato
con anni di esperienza.
La sicurezza anticrimine è un fatto
serio. Ha come oggetto la protezione delle vite umane, non solo
dei beni materiali. Non si presta
allo scherzo.
Non può essere banalizzata, resa
fenomeno da circo mostrando prodotti, personaggi e situazioni che
con la professionalità non c’entrano
nulla.
E non è vero che il criminale è
sempre bravo, furbo, preparato.
Il criminale vince solo se, lungo il
cammino, non incontra ostacoli. Sede operativa Via Carlo Pisacane,1 - 20016 PERO (MI) Tel. 02/3022.1. Ufficio commerciale e traffico
Tel. +39 02 3964.6060. Stampa Canale & C. S.p.A. - Borgaro Torinese (TO).
Testi, fotografie e disegni Riproduzione vietata copyright©. Qualsiasi genere di materiale inviato in Redazione,
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LINEE GUIDA SICUREZZA RESIDENZIALE
5
Sulla parete, un modello di sirena di allarme da interno
(Venitem, www.venitem.com)
Diffidare di chi si improvvisa
esperto di sicurezza
La progettazione di un sistema di sicurezza residenziale è cosa tutt’altro che semplice. E’ fatta di passi successivi,
di step, di lavoro attento. Il punto di partenza è uno solo e prevede - da parte dell’installatore professionista una scrupolosa analisi dei rischi. Senza tale analisi, non si procede.
Paola Cozzi
L
a domanda è d’obbligo: che cosa
si intende per “analisi dei rischi”?
Che cosa comporta? Considerare
attentamente i beni da proteggere,
prendere in esame le caratteristiche
dell’abitazione - ovvero i punti a
rischio intrusione, tutti gli accessi, i
balconi, i terrazzi, il tetto - e le abitudini, lo stile di vita di chi vi abita.
Questa è l’analisi.
Ricordiamo che, nel considerare
i beni da proteggere, è di estrema
importanza prevedere la protezione
delle persone, delle vite umane.
La tendenza criminale degli ultimi
cinque anni, infatti - come la realtà
tristemente insegna - vede le intrusioni avvenire quando la casa è
abitata, con il conseguente rischio
di sequestro di persona e di aggressione, accompagnato da episodi di
violenza fisica e psicologica.
Queste, dunque, le basi, le fondamenta per la ”costruzione” di un
impianto di allarme che sia affidabile, efficace, utile davvero e non un
accessorio all’interno della casa.
Guglielmo Forzato - del Centro
Sistemi Antifurto di Torino, concessionario Hesa - ci guida più in
profondità, a uno step successivo,
ipotizzando tre diversi impianti di
sicurezza per tre differenti scenari
abitativi.
Proviamo a delineare il sistema
antifurto per un appartamento
di 100 metri quadri, situato
al piano alto di un condominio
e dotato di due balconi di medie
dimensioni...
Consiglierei, innanzitutto, di proteggere la porta di ingresso con un
rivelatore elettronico anti-apertura
e anti-scasso e l’ingresso, il corridoio o, comunque, la zona living
- fulcro dell’ambiente - con un
rivelatore di movimento, meglio
se a doppia tecnologia, vale a
dire microonda e infrarosso. Per
aumentare il livello di sicurezza,
sarebbe poi opportuno estendere la
protezione alla zona balconi e alle
finestre, attraverso un rivelatore da
esterno “a tenda”.
Quali consigli darebbe, invece,
a chi decidesse di mettere
in sicurezza una villetta in città,
dotata di giardino?
In questo caso si parte dal perimetro
esterno, creando una protezione che
intercetti l’intruso dal punto più lontano da porte e finestre. A tale fine,
la tecnologia mette a disposizione
sistemi perimetrali praticamente
invisibili e mimetizzabili. Un esempio? I rivelatori interrati - in grado di
rilevare il calpestio - e sbarramenti
segue a pagina 6
L’impianto di allarme in un Kit
Il Kit di sicurezza di Bentel Security
(www.bentelsecurity.com)
Pensato per una maggiore praticità
e comodità di installazione,
il “kit di sicurezza” contiene
gli elementi base per la realizzazione
di un buon impianto di allarme.
Un esempio è dato dal Kit KYO,
proposto dal produttore Bentel
Security. Paolo Concetti, suo Senior
Product Manager, ci illustra di quali
dispositivi si compone, specificando
per ognuno la preziosa funzione.
sensori, una sirena e una tastiera.
In base alle dimensioni dell’abitazione da proteggere, l’installatore
potrà poi aggiungere più accessori.
nologia - quindi all’interno hanno
un sensore a infrarosso e uno a
microonda - e sono dotati di “tecnologia antimasking”.
Qual è il ruolo dei rivelatori
e della centrale di allarme
in seno all’impianto?
La rivelazione di un eventuale
intruso all’interno dell’area da
proteggere è demandata, per l’appunto, ai rivelatori, i quali per
primi ci informano sullo stato di
pericolo.
Le informazioni rilevate da tali
dispositivi vengono dunque inviate
alla centrale, che le elabora, le
interpreta e decide se dare l’allarme
oppure no. La centrale è, dunque,
il “cervello” del sistema, colei che
decide - in base alle programma-
Che cosa significa?
La
“tecnologia
antimasking”
evita l’accecamento del rivelatore,
ovvero evita il suo mascheramento
mediante qualsiasi strumento
esterno. L’obiettivo è escludere
che possa diventare insensibile a
quanto accade nell’ambiente da
proteggere.
Che cosa contiene il Kit KYO?
Il kit che proponiamo comprende
gli elementi base dell’impianto di
sicurezza, ovvero una centrale di
allarme - cuore del sistema - alcuni
zioni effettuate - se fare partire la
sirena, inviare telefonate vocali o
sms ai nostri cellulari o comunicare l’allarme all’Istituto di Vigilanza.
Quali tipologie di rivelatori sono
presenti nel Kit?
Si tratta di rivelatori a doppia tec-
Che funzione ha la tastiera?
La tastiera è lo strumento attraverso il quale l’utente interagisce,
“parla” con il sistema di sicurezza.
L’interazione più semplice? Inserire e disinserire l’impianto. 6
SICUREZZA RESIDENZIALE LINEE GUIDA
inefficace e generare problemi,
al punto da indurre ad abbandonare il sistema perché inutilizzabile. La soluzione ideale, in questo
caso, sta nella realizzazione di una
protezione sul punto più lontano
rispetto alla casa - ad esempio, sulle
recinzioni - in modo da generare
una segnalazione di allarme molto
prima che l’intruso abbia raggiunto
l’ingresso, causandogli un immediato disturbo e dando uno spazio
di tempo sufficiente all’intervento.
E’ utile, poi - per dilatare l’azione di
disturbo, soprattutto nelle ore notturne - generare, simultaneamente
all’allarme acustico, l’accensione di
fari di illuminazione esterni. Per
una protezione maggiore, consiglio
- oltre a una protezione volumetrica
dei locali - di estendere la protezione
perimetrale esterna, creando un
secondo anello di protezione sui serramenti. Infine, il massimo supporto
che si possa dare a una protezione
perimetrale come quella descritta,
è dato dall’impiego di un sistema
di videocontrollo esterno mediante
telecamere dotate di illuminatore a
infrarossi, per una ripresa - e una
buona visone - di quanto accade
intorno alla villa anche in presenza
di scarsa illuminazione.
riprende da pagina 5
inseriti all’interno di colonnine con
corpi illuminanti che, posti all’interno del giardino, si confondono
con il sistema di illuminazione.
Che fare nel caso in cui questo
tipo di soluzione risultasse troppo
costosa?
E’ possibile realizzare, a un costo
inferiore, una protezione “ad anello,”
posizionando - a ridosso delle
pareti esterne della casa - rivelatori
di movimento da esterno. In ogni
caso, a una protezione perimetrale
si consiglia sempre di aggiungere
una puntuale protezione volumetrica interna, almeno nelle zone di
passaggio obbligato quali, ad esempio, corridoi, disimpegni e scale di
comunicazione ai piani. E questo
per creare le cosiddette “zone trappola”.
E la villa isolata? In breve sintesi,
quali caratteristiche deve
possedere il suo sistema
di allarme?
Prima di ogni altra cosa, è fondamentale concentrarsi sul concetto
di “isolamento”, che rende vano
ogni allarme acustico. Nel caso specifico di una villa isolata, una proposta progettuale errata da parte
dell’installatore potrebbe risultare
Esempio di rivelatori da esterno per installazioni sulla porta di ingresso, le finestre, il balcone e il perimetro esterno alla casa
(Hesa, www.hesa.com)
Sabotare una sirena di qualità? Non è un gioco
Sofisticato sistema antischiuma brevettato a doppia tecnologia, membrana
anti-perforazione con serpentina in polvere d’argento, doppio tamper antiapertura e anti-strappo: Giuseppe Manente, titolare di Venitem, ci spiega
perché sabotare una sirena di fascia alta non è un’operazione semplice.
Qual è la funzione della sirena
all’interno dell’impianto
di allarme?
Richiamare l’attenzione sull’episodio di intrusione e allertare il
primo intervento. Esistono modelli
di sirena da esterno e da interno.
Le prime, attraverso il suono e il
lampeggio, segnalano l’intrusione
dall’esterno; le seconde, invece, fungono da deterrente nel momento in
cui il ladro è già riuscito a superare
tutte le misure di protezione.
Le sirene da interno più sofisticate sono dotate di diversi suoni
che permettono di verificare la
provenienza dell’allarme e che,
risultando amplificati all’interno
dell’abitazione, riescono a disorientare l’intruso e indurlo alla fuga.
Schiuma spray, perforazione
e rimozione: negli ultimi mesi,
attraverso alcune trasmissioni
televisive e il Web, è passato
il messaggio per cui sabotare
una sirena di allarme - oltre che
un rivelatore - sia un gioco da
ragazzi. Spieghiamo al pubblico
la differenza tra prodotto di
qualità e prodotto scadente...
Ci sono alcuni elementi che determinano differenze abissali tra
prodotti di alta qualità e prodotti diciamo così - “più essenziali”.
Ad esempio, le nostre sirene di
allarme sono dotate di un sofisticato sistema antischiuma brevettato a doppia tecnologia, sempre
attivo e in grado di funzionare
anche a impianto spento, il quale
- oltre a evitare i falsi allarmi - protegge la sirena dall’introduzione di
schiumogeni.
Un altro elemento importante è
l’innovativa membrana antiperforazione, con serpentina in polvere d’argento che, se perforata, fa
scattare l’allarme. Altri elementi
poi, come il doppio tamper antiapertura e anti-strappo dal muro
assicurano l’attivazione dell’allarme
in tutti i casi di manomissione della
sirena. Questi sono gli elementi
essenziali per classificare un prodotto di buona qualità.
Un ultimo consiglio al lettore
su come orientarsi nella scelta,
prima ancora del sopralluogo da
parte dell’installatore...
Nella scelta della sirena di allarme
Modello di sirena da interno
(Venitem, www.venitem.com)
è importante orientarsi su prodotti
certificati IMQ II e III livello. La
certificazione funge da garanzia
che il prodotto è stato realizzato
seguendo certi criteri di qualità,
che lo rendono sicuro per chi lo
utilizza. Altre indicazioni fondamentali per dotarsi di un buon prodotto sono: l’auto-alimentazione
- il fatto cioè che la sirena possa
funzionare con propria batteria
anche in caso di assenza di corrente
- e la presenza del lampeggiante
che, soprattutto nelle ore notturne,
aiuta a individuare la provenienza
dell’allarme. Altra funzione importante è il conteggio allarmi giornalieri, che permette di limitare a un
massimo di quattro il numero di
segnalazioni di allarme giornaliere
da parte della sirena, evitando così
i possibili falsi allarmi. Professionalità dell’installatore
e prodotti di qualità: spieghiamo
perché si tratta di un binomio
imprescindibile...
Anche in questo settore c’è chi si
improvvisa esperto, spacciandosi
per professionista della sicurezza,
proponendo prodotti di scarsa
qualità e creando, in questo modo,
confusione nel mercato. Il risultato?
Impianti a basso costo, che si rivelano assolutamente inutili, installati
senza assistenza tecnica perché l’installatore in questione - dopo l’esecuzione dei lavori - non si è reso più
reperibile, abbandonando il cliente a
se stesso…
Come orientarsi nella scelta
dell’azienda installatrice?
Verificare,
innanzitutto,
che
l’azienda alla quale si intende affidare i lavori operi prevalentemente
nel settore della sicurezza e che sia
presente sul mercato con anni di
esperienza e con requisiti di professionalità e serietà. Assicurarsi,
poi, che la stessa azienda sia dotata
di una struttura composta da personale alle dirette dipendenze, per
garantire efficienza e tempestività,
affinché il cliente abbia un servizio di assistenza negli anni. Ancora
meglio se l’azienda è in grado di
offrire un servizio di tele-assistenza:
questo consente, dalla postazione
dell’azienda installatrice, di intervenire sul sistema in via telematica nel
più breve tempo possibile, prima di
effettuare l’eventuale intervento tecnico sul posto. Il miglior risultato?
Lo dà l’impiego di apparecchiature
altamente collaudate, prodotte e
distribuite da grandi e affermate
aziende del settore, installate da professionisti qualificati. PER IL MERCATO RESIDENZIALE
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con televisore ad alta definizione e mediante
il quale si desiderano visualizzare le telecamere
di un impianto TVCC connesse ai videoregistratori
della gamma GALILEO.
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8
SICUREZZA RESIDENZIALE PERIMETRI E INGRESSI
Per essere al sicuro, non è necessario barricarsi. Oggi, sentirsi protetti all’interno di un’abitazione
di grandi dimensioni e, allo stesso tempo, vivere liberamente lo spazio che la circonda, è possibile.
La dinamica dentro-fuori, interno-esterno, gode del supporto di sofisticati sistemi perimetrali,
di telecamere ideate per il residenziale e di video-citofoni di nuova concezione.
La sicurezza che libera gli spazi
Paola Cozzi
I
mpedire che il potenziale ladro o
l’aggressore possano solo avvicinarsi alla porta di ingresso, è l’imperativo di ogni sistema di protezione
esterna.
Imperativo che diventa categorico
nel caso in cui la residenza in questione è una casa indipendente, non
importa quanto grande sia.
Villette, ville di medie dimensioni e
grandi ville che sorgono in aree isolate, ad esempio in campagna, zone
collinari o marittime lontane dal
centro abitato, presentano rischi specifici, che vanno analizzati in modo
puntuale dall’installatore, al fine di
progettare un sistema di sicurezza
specifico ed efficace.
Elemento chiave - nei casi delle abitazioni appena descritte - è il “sistema
perimetrale”, ovvero un sistema di
protezione esterno all’abitazione,
dove “esterno” significa estremamente vicino alla casa - quindi a filo
parete - oppure sta a indicare il parco
o il giardino.
L’obiettivo è creare un anello di protezione che segnali la presenza dell’intruso quando questo non si è ancora
avvicinato alla casa, mettendo in
massima sicurezza chi si trova all’interno, che ha così il tempo di allertare
qualcuno e di rendersi conto della
situazione di pericolo.
E’ assolutamente consigliabile nei
casi di abitazioni singole di qualsiasi
dimensione, dalla villa al piccolo
villino. In particolare, per queste
residenze è bene progettare sistemi
perimetrali completi, che circondino
completamente la casa.
Sistema Radar, antenna mono-testa
mimetizzabile all’interno del giardino,
in grado di creare una barriera
in radio frequenza - dunque invisibile
- intorno alla casa. Rileva l’intruso
discriminandone dimensioni, velocità
e punto di attraversamento (GPS
Standard, www.gps-standard.com)
Insieme a Dario Schiraldi, Branch
Manager di GPS Standard, affrontiamo, in particolare, il discorso relativo alla protezione perimetrale delle
grandi ville isolate.
Quale problema pongono i grandi
spazi attorno all’abitazione?
Il problema è duplice: da un lato
esiste il bisogno - e il diritto - di sentirsi sicuri all’interno dell’abitazione.
E, contemporaneamente, esiste l’esigenza di vivere in modo libero lo
spazio verde che la circonda.
Quale soluzione è consigliabile?
Un sistema perimetrale interrato dunque completamente invisibile
e di cui è impossibile individuare il
percorso - il cui compito è quello di
rilevare la presenza di intrusi all’interno dell’area da proteggere, senza
alcun impatto estetico sulla struttura
dell’abitazione. Questo tipo di dispositivo crea un anello di protezione
intorno alla casa, proteggendo i beni
e le persone che vivono all’interno,
con un elevato grado di accuratezza
nella rivelazione. GPS Standard, per
questa specifica applicazione, propone il sistema GPS Plus - dove, per
GPS, si intende Ground Perimeter
System - basato sull’analisi del controllo differenziale della pressione.
Il sistema utilizza due o quattro tubi
paralleli riempiti con un liquido. Le
variazioni di pressione determinate
dall’attraversamento della zona protetta vengono rilevate e analizzate.
Come avviene l’installazione
di un sistema interrato?
Relativamente allo scavo, consi-
Modelli di telecamere speed dome
(GPS Standard, www.gps-standard.com)
gliamo di effettuarlo con una “catenaria”, strumento costituito da una
catena di pale che, procedendo
lungo il percorso, solleva il terreno e
compie uno scavo di 25-30 cm in larghezza e in profondità, creando due
solchi paralleli che fanno il giro del
perimetro. Una volta fatto lo scavo
binario, si stende il tubo e si ricopre.
Non si tratta di un lavoro invasivo e
le tempistiche dipendono dall’estensione del perimetro da proteggere…
Che cosa accade nel caso in cui
lungo il perimetro da proteggere
siano presenti alberi ad alto fusto?
In un sito particolarmente alberato,
il sistema interrato - se non installato a una certa distanza e con particolari precauzioni - potrebbe creare
disturbi nella rilevazione. In particolare, il pino, quando è soggetto alla
forza del vento, scarica la pressione
sulle radici. Pressioni che - appunto
- potrebbero essere rilevate, generando segnali errati e falsi allarmi.
In questi casi, la soluzione potrebbe
venire da un‘antenna mono-testa
quale è Radar, sistema visibile ma
con impatto estetico minimo perché
dal design molto elegante. Radar,
- GPS Plus o Radar - per verificare
a video l’intrusione nel momento
stesso in cui si verifica.
proposta da GPS Standard, è in grado
di creare una barriera in radio frequenza - dunque invisibile - intorno
alla casa. Rileva l’intruso all’interno
della barriera, discriminandone
dimensioni, velocità e punto di attraversamento.
Oltre che a un buon sistema
perimetrale, a quali dispositivi
è possibile affidare la sicurezza
degli spazi esterni?
La protezione dell’area esterna può
essere implementata per mezzo di un
sistema di telecamere che - lo ricordiamo - non fungono da sistema di
allarme, ma hanno la funzione di
deterrenza e di controllo.
Spieghiamo meglio ai lettori
che cosa significa…
Molto spesso, le telecamere vengono
vendute come “sistema di allarme”,
quando in realtà non lo sono. Permettono di prendere visione di ciò
che sta accadendo in quel preciso
momento e di ciò che è appena accaduto. Le telecamere sono, quindi, da
intendersi come “aiuto”, supporto
ai sistemi di protezione perimetrale
Che tipologia di sistema
video è indicato per il controllo
dei perimetri estesi?
In questi casi - soprattutto se si ha a
che fare con contesti particolarmente
eleganti e architetture di pregio bisogna considerare l’aspetto estetico ed eliminare le problematiche
installative proprie di un sistema di
videosorveglianza. GPS Standard, a
tale riguardo, propone la soluzione
PPS - Position Perimeter System,
evoluzione del sistema a tubi interrati basato sull’analisi del controllo
differenziale della pressione, al quale
ho accennato in precedenza. La
caratteristica innovativa del sistema
PPS - sempre invisibile, irrilevabile e
in sabotabile - è la capacità di determinare il punto esatto di attraversamento della fascia protetta. Il PPS è
l’ideale per l’integrazione con telecamere speed dome che, installate in
posizione arretrata rispetto al perimetro, supervisionano l’area secondo
il programma impostato e, in caso
di intrusione, vengono automaticamente fatte ruotare dal sistema nella
punto esatto in cui l’intruso è stato
rilevato. PERIMETRI E INGRESSI SICUREZZA RESIDENZIALE
Presentiamo al pubblico
il video-citofono T24, proposto
da Mobotix…
La definizione di video-citofono è
riduttiva. Dotato di due unità - una
esterna, con telecamera ad alta risoluzione incorporata, e una interna,
dotata di schermo e tastiera digitale
- è un dispositivo la cui “visione
emisferica” garantisce una panoramica completa delle aree antistanti e
laterali rispetto al punto di accesso,
da parete a parete e dal pavimento
al soffitto. Ma non solo. Il fatto di
essere IP gli consente, oltre a vedere
e a sentire le persone che suonano
alla porta o al cancello di casa, di
interagire con loro da postazioni
remote - interne o esterne all’abitazione - mediante cellulare, PC, telefono VoIP, tablet e smart phone. Ciò
significa che, ovunque ci si trovi, è
possibile comunicare in tempo
reale con chi ha suonato al nostro
interno.
Quali altre funzioni possiede?
Registra, con audio e video, tutti gli
eventi che si verificano davanti alla
porta, automaticamente, 24 ore su
24; consente l’accesso senza chiavi
attraverso codice PIN o transponder e possiede la funzione di segreteria telefonica, per la registrazione
o il riascolto dei messaggi. Inoltre,
9
Videosorveglia, registra, comunica da remoto
Incorpora una telecamera ad alta risoluzione con lente emisferica,
per una panoramica completa delle aree antistanti e laterali rispetto al punto
di accesso; audio e video-registra quanto accade davanti al portone
di casa e interagisce con chi suona da postazioni remote - interne o esterne
all’abitazione - mediante cellulare, PC, telefono VoIP, tablet e smart phone.
Alberto Vasta, Business Development Manager di Mobotix, ci illustra il videocitofono del terzo millennio, la cui versione più recente è stata presentata
a Francoforte lo scorso aprile, in occasione della Fiera Light & Building.
può essere facilmente collegato
all’interno di una rete di automazione domestica, per l’interazione
con una serie di altre apparecchiature di uso comune.
La telecamera incorporata
possiede una lente emisferica:
che cosa significa?
Significa che, rispetto a un videocitofono tradizionale, è possibile
avere una visione a 180 gradi del
contesto. I vantaggi? La possibilità
di prendere visione di situazioni
sospette, anomale - come, ad esempio, se colui che sta citofonando si è
messo rasente al muro o accanto al
citofono, oppure se qualcuno accanto
a lui si nasconde - e, dunque, di decidere se è il caso di aprire oppure no.
Quali vantaggi offre, nel concreto,
un video-citofono di questo tipo?
Un dispositivo come quello appena
descritto va oltre il concetto di
video-citofonia. Questo apparecchio
integra una telecamera ad alta risoluzione e registra gli eventi. Telecamera
che offre immagini a 3 Megapixel
- dunque molto dettagliate e nove
volte superiori alle immagini video
tradizionali - con la possibilità di
ingrandirle e di zoommarle. Siamo
nel terreno della videosorveglianza.
Questo è davvero l’aspetto saliente.
Aspetto che fa di questo videocitofono uno strumento in più di
sicurezza per ogni tipologia di abitazione. Video-citofono IP, con telecamera a ottica emisferica integrata per garantire
una panoramica completa delle aree antistanti e laterali rispetto al punto
di accesso (Mobotix, www.mobotix.com)
KSENIA SECURITY,
LA NUOVA DIMENSIONE DELLA SICUREZZA
Scegliere un prodotto Ksenia non significa soltanto installare un dispositivo di
sicurezza di categoria superiore, a protezione dei beni e delle persone. Significa anche entrare in una nuova dimensione, in cui il cliente e la sua sicurezza
vengono sempre al primo posto.
Semplicemente collegando il sistema
integrato Ksenia alla rete, è possibile
monitorare e gestire le funzioni di sicurezza, domotica e audio/video da qualsiasi computer, smart-phone o tablet,
ovunque ci si trovi.
Ci si è dimenticati di inserire l’antifurto?
Si è ricevuto una segnalazione di allarme e si desidera sentire e vedere da remoto che cosa sta succedendo?
Si è usciti in auto e non si è sicuri di aver
chiuso il garage o di aver spento tutte le
luci di casa?
Sei è partiti in vacanza e ci si è dimenticati di inserire la funzione “risparmio
energetico” dell’impianto di condizionamento?
Nessun problema. Grazie al Web-server
integrato e alle mappe grafiche, tutte
queste funzioni sono ora a portata di
click, ovunque ci si trovi e in modo assolutamente affidabile e sicuro.
Quando si tratta della tua
sicurezza e di quella dei
tuoi cari, non accontentarti
di un sistema qualsiasi.
Richiedi al tuo installatore
solo ed esclusivamente le
innovative soluzioni Ksenia
Security
Unica nel settore della domotica e
dell’antintrusione è la prestigiosa proposta - tutta italiana - di Ksenia Security,
riconosciuta e apprezzata in tutta Europa
per la sua capacità di offrire un livello di
innovazione e design senza precedenti,
unitamente a soluzioni progettate e realizzate per essere davvero eco-sostenibili.
Tale successo è possibile grazie alla lunga esperienza maturata nel settore, alla
convergenza dinamica di idee e competenze eterogenee, all’impegno e passione profuse e alla voglia di realizzare
qualcosa di unico, nuovo ma solido, a
misura delle esigenze sempre maggiori degli installatori e degli utenti finali,
anche in termini di aspettative future,
guidandole in una logica di integrazione totale.
La nuovissima serie di centrali
lares, da ora anche wireless, rappresenta la massima espressione
in termini di potenza e modularità:
componentistica di ultima generazione con un grado elevatissimo di affidabilità, espandibilità e programmabilità “in-campo”.
Unici per la ricerca di un design e di uno
stile inconfondibilmente minimalista e
sobrio, tutti i prodotti Ksenia sono tali
anche per il loro contenuto tecnologico
e per un livello di affidabilità senza compromessi.
Il team di Ksenia Security, in sodalizio
con una rete di distribuzione di primaria importanza e competenza già presente in tutta Europa, ha in programma
espansioni continue a questa piattaforma che, per le sue caratteristiche intrinseche, avrà lunga vita davanti a sé.
La quadratura del cerchio tra estetica,
prestazioni, servizi e costi è finalmente
possibile.
WWW.KSENIASECURITY.COM
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10
SICUREZZA RESIDENZIALE PORTE BLINDATE
Porta blindata da interno a filo muro,
con cerniere a scomparsa e serratura
a cilindro (Vighi Porte Blindate,
www.vighigiorgio.com)
Ritratto della porta blindata
a trent’anni dalla sua nascita
metallo elettrosaldata. La prima
cosa da fare, dunque, è rivolgersi
a personale qualificato, anche se
alla fine il costo della posa in opera
potrebbe incidere in maniera significativa sul costo complessivo. Ma
non ci sono dubbi: è più sicura una
porta di discreta qualità, montata a
regola d’arte, che la migliore porta
blindata esistente sul mercato, la cui
posa in opera è stata realizzata con
leggerezza. Infine, sul mercato esiste
anche un’ampia offerta di porte di
sicurezza per box auto, realizzate
interamente in legno e caratterizzate da una particolare ed esclusiva
tecnica costruttiva che ne assicura
solidità, indeformabilità e sicurezza.
Esistono modelli particolarmente
evoluti, in grado di offrire caratteristiche di insonorizzazione e isolamento. Anche per quanto riguarda
le dimensioni, il mercato offre molteplici varianti: da 2 a 6 metri di
larghezza, da 2 a 3 metri di altezza,
con dimensioni modulari di 5 cm. I
modelli maggiormente resistenti ai
tentativi di effrazione vantano la certificazione classe 3 antieffrazione, in
base alla normativa UNI ENV 1627:
nell’anta - spessore 80 mm - è inserita una barriera in acciaio ad alta
resistenza e la struttura è realizzata
in tubolari di acciaio.
Ma la parola ora va a Lorenzo Muratori, titolare dell’azienda Vighi Porte
Blindate, insieme al quale abbiamo
approfondito alcuni punti. La parola,
dunque, all’esperto.
Le classi di sicurezza, i test, le serrature, il design: tutto quello
che c’è da sapere sull’elemento di sicurezza da trent’anni
al servizio delle case italiane.
Paola Cozzi
N
ell’80% dei casi, il ladro entra
dalla porta di ingresso. Questo
è un dato.
Certo non entra attraverso una porta
blindata. E quando questo accade,
questa non era davvero blindata.
Oppure non era stata installata a
regola d’arte da personale qualificato.
Infatti, scardinare una porta interamente in acciaio, il cui telaio anch’esso in acciaio - è stato fissato
al muro mediante zanche in acciaio
lunghe 20-30 cm, a loro volta fissate
nella parete con cemento a presa
rapida (parete opportunamente rinforzata con mattoni pieni e pietre e
al cui interno è stata installata una
robusta rete di metallo elettrosaldata) è un lavoro di una lunghezza,
di una laboriosità e di una rumorosità tali da essere paragonabile all’attività di un cantiere all’ora di punta.
Troppo anche per il ladro più
paziente, per il quale il fattore tempo
è vitale. Passato il quarto d’ora, il
rischio sale. Ma facciamo un po’ di
chiarezza.
La struttura e l’installazione
La porta blindata è tale perché costituita da elementi fondamentali.
L’anta è solitamente rivestita di legno
pregiato: noce, mogano o rovere.
Ma è il rivestimento interno a garantirle robustezza: l’anima in acciaio
manganese - materiale antiscasso e
antitrapano - è arricchita da bande
tubolari orizzontali e verticali che ne
impediscono e ne attenuano eventuali tentativi di sfondamento.
A ciò si aggiungono il perimetro
dell’anta, anch’esso rivestito in acciaio
e fatto in modo che il suo ancoraggio sia perpendicolare alla “cornice”
della porta attaccata al muro. Altri
elementi importanti sono i rostri e
i punti laterali di chiusura, che sono
collegati alla serratura e che possono
essere disposti su tutta la superficie
della porta, dall’alto al basso. Costituiscono un plus eventuali dispositivi elettronici, che rilevano con un
suono ogni tentativo di scasso della
porta.
Altri elementi che la compongono,
e che contribuiscono alla sua robustezza, sono il telaio, il controtelaio e
le zanche, il battente, i rostri fissi, le
Porta blindata da esterno, con doppia anta bianca e serratura a cilindro
(Vighi Porte Blindate, www.vighigiorgio.com)
cerniere, la coibentazione antincendio, la lama paraspiffero, il limitatore
di apertura, la serratura e chiavistelli
mobili, i rivestimenti.
L’installazione della porta blindata
deve essere preceduta da opere
murarie di consolidamento della
parete che deve ospitarla. Montare
una porta blindata - pur in possesso
dei requisiti di sicurezza richiesti - in
una parete di mattoni forati, è assolutamente sconsigliabile: i malintenzionati, infatti - semplicemente
asportando una fascia di parete
seguendo il perimetro della porta
- potrebbero facilmente rimuovere
l’intera porta, senza apportare alla
stessa nessun attacco.
Dunque, il fissaggio del telaio al
muro ha un’importanza determinante, sia per la tenuta della porta
agli eventuali attacchi che per il
buon funzionamento della stessa.
Per rendere il telaio solidale al muro,
allo stesso vengono saldate zanche
di acciaio - anche lunghe 20-30 cm
- da fissare nella parete (opportunamente rinforzata con mattoni pieni e
pietre) con cemento a presa rapida.
Per rinforzare ulteriormente la
parete, è inoltre possibile installare
al suo interno una robusta rete di
Che cosa connota la porta blindata
del terzo millennio?
La porta blindata è nata trent’anni fa
con il DNA della sicurezza. Creare
una sorta di “muro” divisorio, uno
stacco netto tra mondo esterno alla
casa e mondo interno, è da sempre
la sua anima. Tuttavia, nel corso
degli anni, ha naturalmente sviluppato altre funzioni. In particolare,
al ruolo di strumento antieffrazione,
si è aggiunto quello di abbattimento
acustico. Inoltre, il marchio CE
impone che la porta blindata abbia,
oltre alle caratteristiche atte all’abbattimento acustico, anche specifiche
tecniche di tenuta termica, di tenuta
all’aria, all’acqua e al vento. Dunque,
la porta blindata di oggi è più completa rispetto al passato, più ricca di
funzioni. Oltre che più sicura.
Sicura, forte, resistente. Ma anche
bella ed elegante, al punto
da rappresentare un elemento
di interior design…
La porta blindata segue l’evoluzione
della porta interna che, a sua volta,
segue l’evoluzione del mobile, del
design, dell’architettura di interni.
I cambiamenti più evidenti degli
ultimi anni? Le cerniere - prima
esterne alla porta - sono diventate “a
scomparsa”.
PORTE BLINDATE SICUREZZA RESIDENZIALE
Inoltre, oggi la porta blindata può
permettersi il lusso di un pannello
esterno diverso da quello interno.
Diverso per materiale, colore e lavorazione.
Spieghiamo al pubblico
la differenza tra semplice “porta
rinforzata” e porta blindata…
La porta rinforzata non è blindata.
E’ una porta “normale” - con telaio
in legno o in acciaio - alla quale
vengono applicati alcuni rinforzi.
Quando parliamo di porta blindata,
invece, ci riferiamo a una porta interamente in acciaio - sia telaio che
battente - fissata su un controtelaio
di ferro, con serratura di sicurezza
protetta da corazza in lamiera o in
acciaio. La differenza è abissale…
Quanti tipi di porte blindate
esistono sul mercato?
La porta blindata di qualità è sempre
certificata. Le certificazioni previste
dalla Comunità Europea sono quattro - UNI ENV 1627, 1628, 1629,
1630 - e, oltre ad assicurare che le
porte rispondano ai termini previsti dalla legge, stabiliscono le classi
di sicurezza in cui sono suddivise.
La classificazione distingue sei tipi
di porte blindate. La classi 1, 2 e 3
definiscono le porte per abitazioni.
Mentre, le classi 4, 5 e 6 definiscono
“cilindro europeo” - caratterizzata da
chiave corta, con fori o tacche sulla
superficie codificata, dotate di tesserino che certifica la proprietà - e ad
apertura elettronica.
le porte per uffici, strutture commerciali, banche, gioiellerie.
A quali test devono essere
sottoposte per accedere
alle differenti classificazioni?
I test sono molteplici. In particolare,
nei test per accedere alla classe 2, le
porte vengono sottoposte a tentativi
di effrazione per mezzo di strumenti
semplici - ad esempio, il cacciavite
- per una durata di tempo limitata.
Nei test per la classe 3, invece, gli
strumenti utilizzati sono più aggressivi - ad esempio, cacciaviti di grandi
dimensioni e piede di porco - ed è
richiesta una durata di resistenza
maggiore al tentativo di effrazione.
Infine, per quanto riguarda la classe
4, il test simula l’azione di uno scassinatore esperto che - in aggiunta
agli strumenti citati, utilizza seghe,
martelli, accette, scalpelli e trapani
portatili a batteria.
Parliamo della serratura…
Ha un ruolo fondamentale nello
stabilire il livello di sicurezza della
porta blindata nel suo complesso:
comanda, infatti, i chiavistelli, elementi in acciaio che si inseriscono
nei fori predisposti nel telaio. Le
serrature sono di tre tipi: a “doppia
mappa” - tra le più utilizzate, con
chiave sagomata su entrambi i lati - a
11
E le chiavi?
Rappresentano un ulteriore elemento di sicurezza. Rispetto alla
chiave della serratura a doppia
mappa, la chiave della serratura a
cilindro è corta ed è sempre accompagnata da una code-card personale,
con un codice che identifica quel
cilindro e quella chiave. E questa è
garanzia di maggiore protezione.
Porta blindata esterna ad anta unica, nella versione in gres effetto cor-ten in 9
settori complanare, con carter in alluminio e maniglione verticale.
È alta 2,7 metri e larga 1,8 (Oikos, www.oikos.it)
Un consiglio ai lettori su come
orientarsi nella scelta ?
E’ importante acquistare una porta
che sia stata sottoposta ai test antieffrazione eseguiti da un Istituto
di certificazione. E sarebbe bene
richiedere le copie dei test eseguiti.
Così come è importante che ci sia la
garanzia sul prodotto e che durante
il montaggio vengano eseguite tutte
le istruzioni indicate dall’azienda
produttrice. Infine, consiglio sempre
di fare eseguire la posa in opera da
parte di personale qualificato e specializzato, che abbia seguito un corso
all’interno dell’azienda, dunque che
sia abilitato a installare quella specifica porta. IL VIDEO-CITOFONO COME STRUMENTO DI SICUREZZA PER LE ABITAZIONI
Il video-citofono rappresenta, oggi, un elemento
fondamentale per la sicurezza dell’abitazione.
Alle tradizionali funzioni di risposta e apertura
porta si sono aggiunte, nel corso del tempo, nuove
opzioni tra cui scegliere: dalle
telecamere di sorveglianza, ai
sistemi di intercomunicazione
all’interno dello stesso palazzo,
al controllo delle luci esterne.
Il videocitofono si trasforma,
dunque, in un vero e proprio
sistema di videosorveglianza
per la sicurezza della casa.
La gamma delle soluzioni
proposte da Urmet, si
presenta come tra le più
complete sul mercato,
integrando comunicazione
e sicurezza, facilità di
installazione e di utilizzo. I
video-citofoni della storica
società torinese, compatibili
con i sistemi digitali a
cablaggio ridotto, gestiscono
con semplicità anche i servizi
di videosorveglianza e
antintrusione, a garanzia di
una maggiore protezione dei
propri beni. Sistemi videocitofonici che, con soli 2 fili
non polarizzati - nel caso, ad
esempio di “2Voice” - sono
in grado di gestire molteplici
servizi di sicurezza e di
garantire performance eccellenti. Due telecamere di
controllo - che possono arrivare fino a cinque - sono
collegabili alla pulsantiera di casa, consentendo
di visualizzare le immagini di ogni singola
telecamera, controllando l’area circostante,
direttamente dal video-citofono.
Inoltre, un segnale luminoso sul videocitofono avvisa se l’ingresso non è stato
chiuso correttamente (verifica porta aperta).
Con una possibilità di applicazione molto
vasta: dalla villa monofamiliare al complesso
residenziale. Lo stesso livello di sicurezza
è applicabile anche ai grandi complessi
residenziali, con migliaia di utenze.
Urmet ha progettato il sistema video-citofonico
IPervoice che, con un solo cavo UTP (o fibra ottica),
permette agli utenti una maggiore automazione
e un continuo controllo dell’edificio. Funzionalità
avanzate, che si integrano nel servizio di videocitofonia con grandi vantaggi: comandi semplici e
un ridotto numero di apparati di gestione nei singoli
appartamenti e nelle aree comuni.
Controllo accessi (con una memoria eventi per
verificare le entrate e le uscite), videosorveglianza
(con possibilità di registrazione video della scena in
caso di allarme) e antintrusione sono, infatti inseriti
nel sistema di video-citofonia, sullo stesso cavo.
I sistemi videocitofonici Urmet uniscono alla
tecnologia il design. È, infatti ,ampia la scelta di
monitor e di pulsantiere da esterno che ridefiniscono
lo stile della comunicazione e che soddisfano ogni
gusto estetico.
Aiko, Folio, Modo, iModo: video-citofoni viva
voce dal design minimalista e dalle dimensioni
contenute, con tecnologia soft-touch o touch screen,
con cui attivare i comandi di chiamata, di fonica, di
apertura porta e degli altri servizi supplementari
quali la chiamata al piano, l’indicazione della porta
di ingresso aperta, il comando di apertura di un
secondo cancello elettrico e l’accensione delle luci
nelle scale.
Elekta, Sinthesi, Sinthesi Steel, Exigo le pulsantiere
digitali o a pulsanti, compatibili con tutti i sistemi
video-citofonici di Urmet, antivandalo, anticorrosione
e resistenti agli agenti atmosferici.
WWW.URMET.IT
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12
SICUREZZA RESIDENZIALE VIDEO
L’idea di monitorare a distanza la propria abitazione, con una spesa di poche decine di euro, è allettante,
ma può nascondere rischi e problemi che è meglio conoscere prima.
Videosorveglianza “fai da te”,
tentazione rischiosa
Massimiliano Cassinelli
C
hi di noi, entrando in una
catena di prodotti per l’informatica, non è stato attratto, almeno
per un attimo, dall’offerta di sistemi
di videosorveglianza da installare
autonomamente?
La promessa è quella di poter creare,
con una spesa di poche decine di
euro, un sistema in grado di aumentare la sicurezza della propria abitazione, ma anche di controllare
l’attività della donna delle pulizie,
della baby-sitter o persino di un
vicino.
Soluzioni senza fili
Questione di Privacy
Tentazioni che, però, si scontrano
con problemi di carattere normativo e tecnico. Da un punto di vista
strettamente legislativo, infatti, il
Garante per la Privacy, ha stabilito
regole molto severe per l’impiego
delle telecamere di videosorveglianza.
In particolare, anche quando gli
apparecchi vengono installati in
modo autonomo, devono garantire
un corretto equilibrio tra le esigenze
di controllo e quelle di libertà personale.
Per tale ragione, è fondamentale,
in ogni caso, segnalare la presenza
di una telecamera attiva, indicando
anche le ragioni per le quali è stata
installata e il soggetto autorizzato ad
accedere alle immagini stesse.
Le sanzioni, in caso di omessa o inidonea informativa, vanno, infatti, da
6mila a 36mila euro. In caso di registrazione delle stesse, inoltre, i filmati devono essere cancellati dopo
24 ore e, comunque, mostrati solo
agli addetti delle Forze dell’Ordine.
Come tutti possono ben immaginare, inoltre, è assolutamente vietato
puntare una telecamera verso la proprietà di un vicino.
Ma rappresenta un reato - in quanto
viola l’articolo 4 dello Statuto dei
Lavoratori - anche l’iniziativa di
utilizzare un simile sistema per
monitorare la correttezza di quanti
lavorano all’interno della propria
abitazione.
Attenti all’installazione
Detto delle implicazioni di tipo
giudiziario, anche l’installazione di
simili apparati risulta tutt’altro che
banale.
Quanto alla distanza dei cavi,
inoltre, è opportuno sottolineare
che i segnali in transito lungo un
doppino subiscono un progressivo
deterioramento.
Una connessione significativamente più lunga rispetto a quella
fornita dal kit, quindi, potrebbe
provocare un sensibile deterioramento del segnale stesso.
I cavi di segnale, inoltre, non
devono transitare all’interno delle
canaline in cui si trovano i cavi
elettrici.
In caso di guasto, infatti, le cariche
elettriche potrebbero danneggiare
le apparecchiature ma, soprattutto,
folgorare le persone.
La posa in prossimità di cavi elettrici, così come di apparecchiature
quali motori o lampade al neon,
inoltre, potrebbe indurre disturbi
in grado di rendere inutilizzabili le
immagini riprese.
Così come deve
essere valutata l’effettiva efficacia di un
simile sistema. In particolare, infatti, le telecamere
vendute a basso costo hanno una
limitata risoluzione e, quindi, non
garantiscono un’adeguata qualità delle immagini in presenza di
scarsa illuminazione.
Questo significa, all’atto pratico, che
una persona ripresa può essere riconosciuta solo entro una distanza
massima di 10 m e in condizioni di
buona illuminazione.
Al di fuori di questi valori, infatti,
l’identificazione risulta pressoché
impossibile e, pertanto, anche l’impiego di una telecamera avrà solo
un effetto deterrente.
Inoltre, non possiamo dimenticare
che le immagini, se non vengono
osservate in tempo reale, devono
essere necessariamente registrate
e un’elevata qualità delle riprese
comporta l’impiego di una notevole
quantità di memoria.
Questo significa, in pratica, che
per memorizzare le immagini delle
ultime 24 ore su una scheda installata a bordo di un’apparecchiatura
di basso costo è comunque necessario adottare soluzioni a scarsa
risoluzione.
Allo stesso modo, se si sceglie di
registrare il tutto su un comune PC,
il problema è relativamente simile,
anche se lo spazio disponibile è
decisamente maggiore.
Immagini via Web
Alla luce di queste problematiche,
difficilmente superabili per chi
realizza in autonomia il proprio
impianto di videosorveglianza e
non possiede sistemi di registrazione dedicati, l’utilizzo di telecamere all’interno di abitazioni o
uffici si rivela comunque utile.
In particolare, permette di visualizzare quanto accade a seguito di una
segnalazione di allarme.
Questo significa, in pratica, che
le immagini possono essere trasmesse, in diretta, attraverso il Web
e, quindi, essere facilmente visualizzate in qualunque istante.
In questo modo, quando la centrale
antintrusione invia un segnale di
allarme, è possibile collegarsi alla
propria telecamera per visualizzare
se un intruso si è effettivamente
introdotto all’interno della proprietà o, più banalmente, si tratta di
un falso allarme.
Le immagini riprese da una telecamera, inoltre, possono essere
trasmesse sul televisore di casa o
su un PC anche quando ci si trova
all’interno delle mura domestiche.
In questo modo viene monitorato
quanto accade all’esterno.
Il tutto garantendo un maggior
livello di sicurezza per le persone
che, anche a seguito di un rumore
sospetto, non devono rischiare di
uscire all’aperto, esponendosi così a
eventuali aggressioni.
Il problema del cavo
In ogni caso, non dobbiamo
dimenticare che, tra la telecamera
e il sistema di visualizzazione deve
esserci, necessariamente, uno
scambio di informazioni, che possono transitare a bordo di un cavo,
oppure in modalità wireless (senza
fili).
Nel primo caso, tipicamente, un
cavo di alcuni metri per il collegamento viene fornito con il kit di
videosorveglianza.
Prima di procedere all’acquisto,
quindi, è necessario verificare se
tale cavo è sufficiente per collegare
il computer utilizzato con la telecamera che si vuole installare.
In particolare, quando quest’ultima
si trova all’esterno dell’edificio, è
necessario valutare la disponibilità
dello spazio per fare transitare il
cavo stesso.
In questo caso, è utile ricordare
che la presa è caratterizzata da un
ingombro maggiore rispetto al diametro del cavo e, per tale ragione,
il suo passaggio potrebbe risultare
tutt’altro che agevole.
Alla luce di tali problematiche,
soprattutto negli impianti realizzati
in autonomia, si sono affermate le
soluzioni wireless, che consentono
alla telecamera di trasmettere le
immagini senza una connessione
fisica con il computer.
Si tratta di un’opportunità molto
apprezzata, soprattutto da chi sceglie di non affidarsi ad aziende specializzate.
Anche in questo caso, però, prima
di procedere all’acquisto è necessario effettuare alcune valutazioni.
In primo luogo una telecamera
deve essere sempre alimentata,
collegandola direttamente alla rete
elettrica o, in alternativa, utilizzando batterie.
La loro autonomia è però limitata,
sia per il consumo della telecamera
stessa, sia perché la trasmissione
delle immagini via radio comporta
un’ulteriore assorbimento di energia.
Una particolare attenzione, inoltre, deve essere posta a rischio che
la presenza di muri particolarmente spessi o di strutture metalliche possano schermare il segnale,
impedendo così la comunicazione.
Sulle confezioni messe in vendita,
infatti, viene tipicamente indicata la copertura in campo libero,
ovvero senza nessun ostacolo fra
la telecamera stessa e il computer
incaricato di ricevere le informazioni. Una condizione che, come
intuibile, è ben diversa da quella di
una comune abitazione.
Anche quando le distanze sono
limitate, è comunque importante
ricordare che il segnale generato
da un’antenna si propaga, tipicamente, radialmente rispetto all’antenna stessa. Questo significa che
due sistemi possono comunicare
agevolmente quando si trovano
alla stessa altezza. Ma una telecamera posizionata al piano terra
potrebbe non riuscire a trasmettere adeguatamente il segnale a
un computer che si trova al piano
superiore. Un salto...
di qualità
TM40
Tastiera touchscreen
La tastiera TM40 touchscreen
permette di controllare tutte le
funzioni del sistema di sicurezza
con la massima semplicità.
Supporta fino a 32 planimetrie,
e la modalità Annunciator,
che permette all'utente di
visualizzare lo stato di tutte
le otto partizioni e delle relative
192 zone.
Sicurezza quotidiana.
www.dias.it
14
Innovazione, convergenza e formazione
Marco Serioli - Exhibitions Division Director di Fiera Milano,
organizzatore della Mostra Sicurezza - ci offre un’anticipazione
della storica manifestazione milanese.
Dottor Serioli, ricordiamo
ai lettori i risultati positivi
conseguiti dall’edizione 2010
di Sicurezza…
L’edizione 2010 è stata per noi
motivo di soddisfazione. Per
quanto la situazione economica
abbia avuto un impatto sulla dimensione della mostra, Sicurezza si è
confermata evento leader in Italia
per gli operatori della security, registrando un importante successo: i
373 espositori (123 dei quali esteri),
in tre giorni fitti di incontri di affari e
iniziative, hanno potuto incontrare
13.665 operatori. In ogni caso, i
motivi del successo non sono stati
tanto nei numeri, quanto nella qualità dell’operatore in visita e nella
soddisfazione espressa dagli espositori: un “mood” positivo, che ci
ha portato a partire in quarta con la
prossima edizione, che si terrà dal
7 al 9 novembre prossimo.
Quali obiettivi si pone
Sicurezza 2012?
Una fiera oggi è chiamata a essere
soprattutto uno strumento di marketing e di politica industriale a servizio del mercato. Dunque, il nostro
obiettivo primario è offrire un’occasione concreta di incontro e crescita di un settore che, oggi più che
mai, è chiamato ad accettare nuove
sfide. Nella campagna pubblicitaria
compaiono quattro parole chiave:
per ciascuno. Concludo facendo,
infine, un riferimento a un ultimo
obiettivo: la crescita internazionale.
In questo senso non solo stiamo
aumentando gli investimenti, ma
stiamo curando un particolare progetto di incoming di buyer esteri,
che potranno incontrare gli espositori sulla base di un’agenda preorganizzata.
Quali settori merceologici
verranno rappresentati
quest’anno?
Marco Serioli,
Exhibitions Division Director
di Fiera Milano
innovazione, convergenza tecnologica, formazione professionale,
cultura. A sostenerci nel perseguire
questi obiettivi sono i partner, tra
Associazioni, media specializzati
e Istituzioni, che hanno accettato la proposta di “fare sistema”,
condividendo professionalità e
conoscenze. Ma soprattutto le
numerose aziende che già oggi,
a cinque mesi dall’evento, hanno
confermato la presenza. Sono
certo che tutto ciò ci consentirà
di proporre una Mostra di grande
interesse per gli operatori, con
un’offerta differenziata e profilata
Ai sei settori “tradizionali” - antintrusione, antincendio, difese passive, home & building automation,
intelligence e antiterrorismo, Polizia locale e vigilanza privata - ne
abbiamo aggiunto un settimo: la
sicurezza informatica. Il mercato è
oggi in evoluzione e la convergenza
verso l’informatica, favorita dallo
sviluppo dell’IP, è una realtà che
non potevamo ignorare.
Quali sono, in breve sintesi,
gli appuntamenti in programma?
In collaborazione con ANIE Sicurezza e Assosicurezza, stiamo
lavorando agli Stati Generali della
Sicurezza in Italia, un appuntamento che potrà favorire un confronto diretto con le Istituzioni
sulle urgenze del settore. Ci sarà,
poi, un ricco palinsesto dedicato a
temi “verticali”: sicurezza urbana,
IP security, tutela dei siti a rischio,
privacy, normative, solo per fare
qualche esempio. www.sicurezza.it
Diffondere la cultura della sicurezza
Dottor Germanà, illustriamo
ai lettori l’attività di ANVU Associazione Polizia Locale
d’Italia…
DAL 7 AL 9 NOVEMBRE 2012, PRESSO FIERA
MILANO RHO, SI TERRÀ LA SEDICESIMA EDIZIONE
DELLA MOSTRA SICUREZZA, L’EVENTO FIERISTICO
PIÙ ATTESO DEL SETTORE SECURITY.
IN QUESTE PAGINE DIAMO LA PAROLA
AGLI ORGANIZZATORI, ALLE ASSOCIAZIONI
CHE PATROCINANO E SUPPORTANO LA MANIFESTAZIONE
E AD ALCUNE AZIENDE CHE VI ESPORRANNO.
UN’ANTEPRIMA ASSOLUTA, PENSATA PER I NOSTRI
LETTORI E A LORO DEDICATA.
Pagine a cura di Paola Cozzi
ANVU nasce nel 1981 come presa
di coscienza di una categoria professionale: i Vigili Urbani che,
allora, rivendicavano con forza il
riconoscimento come “categoria”
e uno status specifico, da normare
con apposita legge. Obiettivo che
diverrà realtà con l’approvazione
della Legge 7 marzo 1986, n.65.
Nel 1990 ANVU assume la definizione “Ars Nostra Vis Urbis” quale
Associazione Professionale Polizia
Municipale d’Italia. L’Associazione è
indipendente e trasversale. Prevede
strutture decentrate e locali e tiene
i rapporti con i massimi rappresentanti istituzionali per la migliore ridefinizione dell’ordinamento giuridico
e contrattuale della categoria.
Come nasce la collaborazione
con la Fiera Sicurezza?
Nasce sulla base di obiettivi comuni,
ovvero promuovere l’integrazione
A colloquio con Germanà Ballarino Fabio,
per una breve istantanea dell’Associazione Polizia Locale d’Italia.
Germanà Ballarino Fabio, Comandante
della Polizia Locale di Cremona,
Presidente ANVU Regione Lombardia
e Consigliere Nazionale
esperienze sul campo, obiettivo primario anche di una categoria professionale come quella della Polizia
Municipale e Locale.
Quali iniziative vi vedranno
protagonisti durante
la manifestazione?
tra i sistemi, il dialogo e il confronto
con le altre discipline; la formazione
professionale, fondamentale per
la crescita e l’aggiornamento degli
operatori della sicurezza; la diffusione della “cultura della sicurezza”
con i dovuti scambi costruttivi di
Abbiamo denominato con il titolo
“La sicurezza stradale a 360°” la
serie di appuntamenti in Fiera,
organizzati al fine di tenere alta
l’attenzione su un argomento fondamentale per la sicurezza dei cittadini, allo scopo di fare crescere
la “cultura della sicurezza” di cui
abbiamo sopra detto. www.anvu.it
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Dottor Ancona, ripercorriamo
la mission di ASSIV - Associazione
Italiana Vigilanza…
ASSIV è l’organismo di rappresentanza sindacale delle imprese che
operano nel settore della vigilanza
privata. E’ stata costituita nel 2006
e aderisce a Confindustria. Il nostro
impegno è rivolto alla tutela degli
interessi degli associati, cioè le principali delle circa 900 imprese del
settore, che danno lavoro a più di 20
mila addetti e producono un fatturato
superiore al miliardo di euro. I nostri
principali obiettivi, attualmente, sono
la qualificazione del settore e il riconoscimento del ruolo e della professionalità degli addetti.
Tempo di bilanci
anche centrali elettriche, raffinerie,
centrali telefoniche, emittenti radiotelevisive, ospedali, tribunali, ecc.
Antonio Ancona, segretario generale di ASSIV, ripercorre per noi la mission
dell’Associazione Italiana Vigilanza e fa un bilancio degli ultimi due anni di attività.
Qualche anticipazione sulla vostra
presenza in Fiera?
Il bilancio di questi due ultimi anni
di attività?
Dalla sua costituzione ASSIV si è fatta
promotrice di iniziative volte alla valorizzazione del comparto e alla qualificazione delle aziende, attraverso
la sensibilizzazione delle Istituzioni
che amministrano e legiferano sulla
materia. Ci siamo quindi adoperati
per il riconoscimento della funzione
Presentiamo ANIE Sicurezza
ai nostri lettori…
Punto di riferimento
per il settore
Franco Dischi fa un rapido ritratto
dell’Associazione di cui è Presidente.
Dottor Dischi, ricordiamo
ai lettori il ruolo di Assosicurezza Associazione nazionale costruttori
e distributori di sistemi di sicurezza
- in seno al settore…
Assosicurezza è un’Associazione
nazionale che raggruppa la maggior
parte delle aziende manifatturiere e
distributrici, sia nella sicurezza fisica
che elettronica. Lo scopo principale
è quello di aiutare i soci nello sviluppo della loro attività, diventando
un punto di riferimento nel settore. E
Assosicurezza, in oltre dieci anni di
vita, è davvero diventata un punto di
riferimento per le azioni concrete che
ha portato a termine a favore dei soci
e del comparto. Per brevità, ne cito
solo alcune. La prima è la collaborazione con L’università di Bologna
- sezione di Forlì - che, attraverso
una convenzione, l’Associazione da
tempo fornisce le docenze tecniche
per il corso di laurea in “Security
Manager”, contribuendo a formare
più di cento giovani ogni anno. La
seconda è l’attenzione alla conservazione e alla protezione dei Beni
Culturali Ecclesiastici del nostro
paese.
Quello della formazione
specialistica è l’ambito in cui
l’Associazione da sempre
si distingue. Quali sono le iniziative
e le partnership che, in questo
momento, la vedono protagonista?
In questo momento, siamo impegnati nell’offrire una maggiore
informazione sulle più moderne tecnologie video, in particolare sul processo di convergenza analogico-IP.
A tale proposito, abbiamo realizzato
una serie di incontri gratuiti, durante
i quali spiegheremo agli installatori
come va gestita la migrazione. Il
prossimo di tali incontri - dal titolo
“Verso l’IP” - si terrà a Padova il
prossimo 13 settembre.
di sussidiarietà e complementarietà
rispetto alle Forze dell’Ordine pubbliche, riconoscimento recepito di
recente nella normativa ministeriale
che indica gli “obiettivi sensibili” e
i siti con “speciali esigenze di sicurezza” da affidare alla vigilanza di
guardie private armate che - oltre ad
aeroporti, porti, stazioni ferroviarie e
altri luoghi pubblici - comprendono
Franco Dischi, Presidente di Assosicurezza
Come si articolerà la vostra
presenza in Fiera?
Di concerto con le altre Associazioni di settore e con Fiera di Milano,
stiamo organizzando gli “Stati Generali della Sicurezza”, contribuendo,
in questo modo, a riflettere verso
l’esterno un’immagine “unita” di
tutto il comparto. www.assosicurezza.it
ANIE SICUREZZA è l’Associazione
Italiana Sicurezza ed Automazione
Edifici che, con 90 aziende associate, rappresenta gli operatori
della sicurezza, dell’antincendio e
dell’automazione degli edifici.
Con venticinque anni di attività
compiuti nel 2011, è l’unica Associazione del settore che comprende, al proprio interno, l’intera
filiera e che tutela gli interessi di
piccole, medie e grandi imprese.
Attraverso la sua ventennale
appartenenza a Euralarm - l’Associazione europea di riferimento per
il comparto Fire & Security - ANIE
SICUREZZA estende la sua rappresentatività anche a livello europeo,
con l’obiettivo di una crescente
sinergia fra gli operatori della Sicurezza.
Quello che vi lega alla Fiera è
un rapporto storico, privilegiato,
che si rinnova a ogni edizione.
Che significato assume,
in particolare, quest’anno?
La Fiera Sicurezza rappresenta da
trent’anni l’evento internazionale
di riferimento per i professionisti
dell’intera filiera. L’edizione 2012
ha una particolare importanza,
Passato storico e respiro
internazionale
Rappresenta le imprese specializzate nella progettazione, fornitura,
installazione, gestione e manutenzione di impianti tecnologici, tra cui quelli
di sicurezza. Ne tratteggia un breve profilo Giuseppe Gargaro, suo Presidente.
Dottor Gargaro, un rapido sguardo
alla struttura e alle finalità di
ASSISTAL…
ASSISTAL è l’Associazione di categoria, aderente a Confindustria, che
dal 1946 rappresenta le imprese
specializzate nella progettazione,
fornitura, installazione, gestione e
manutenzione di impianti tecnologici, tra cui quelli di sicurezza. L’Associazione rappresenta la categoria
sul piano nazionale e internazionale
ed è interlocutore istituzionale privilegiato nei confronti del Governo,
della Pubblica Amministrazione, di
Enti pubblici e privati. È presente
nel contesto europeo negli organismi internazionali AIE, ETSA e GCI.
Socia degli enti normatori UNI e CEI,
ASSISTAL contribuisce attivamente
alla definizione e all’aggiornamento
del quadro normativo di riferimento
per la categoria. A lei aderiscono, in
qualità di soci aggregati, ASSOPI-
Organizzeremo un momento informativo proprio sul riassetto normativo del settore dopo l’emanazione
del DM n. 269/2010, che ha introdotto requisiti organizzativi e professionali ai quali debbono attenersi
le aziende della vigilanza privata.
Faremo il punto sull’attuazione delle
norme con i rappresentanti del Ministero dell’Interno. Antonio Ancona,
segretario generale di ASSIV
www.assiv.it
Rafforzare le sinergie
a sostegno del mercato
ANIE Sicurezza - Associazione
Italiana Sicurezza e Automazione
Edifici - rappresenta gli operatori
della sicurezza, dell’antincendio e
dell’automazione degli edifici. La
parola a Rosario Romano,
suo Presidente.
anche contestualizzata nello scenario politico-economico in continuo mutamento. La partnership
con la Fiera ha l’obiettivo di rafforzare le sinergie di filiera per il
sostegno e la crescita del mercato
in un momento economico così
complesso.
Come sarete presenti all’interno
della manifestazione?
ANIE Sicurezza sarà presente con
un meeting point, al quale verranno affiancati seminari e workshop formativi. Il nostro obiettivo
è quello di innalzare il livello di
SCINE, AIPS, ASSOSICUREZZA ed
ASSOTEL.
Quale il rapporto che vi lega
a Sicurezza?
Oggi la sicurezza rappresenta un settore trasversale al mercato impiantistico, intorno al quale ruotano
Rosario Romano,
Presidente di ANIE Sicurezza
qualità e di know-how degli operatori del settore e di fare chiarezza
sul complesso mondo normativo,
legislativo e della certificazione del
comparto sicurezza. www.aniesicurezza.it
le convergenze di tipo tecnologico. ASSISTAL rappresenta questo
mondo e considera l’appuntamento
con la manifestazione molto importante, non solo per le imprese che ad
oggi sono già specializzate in questo mercato, ma anche per le realtà
imprenditoriali che, in qualche misura,
ne sono coinvolte trasversalmente.
Attraverso quali attività sarete
presenti in Fiera?
Certamente saremo presenti alla
manifestazione attraverso una nostra
area espositiva e abbiamo già in
programma l’organizzazione di un
convegno dedicato al tema della
convergenza tra il comparto della
security e il grande mondo dell’ICT. www.assistal.it
Giuseppe Gargaro,
Presidente di ASSISTAL
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Pagine a cura di Paola Cozzi
Hikvision Italy, debutto ufficiale
Intervista a Massimiliano Troilo, Direttore Generale di Hikvision Italy, tra gli espositori di Sicurezza 2012.
Hikvision vanta una presenza
decennale sulla scena mondiale
del video. Tuttavia, l’edizione
2012 segna il debutto della
filiale italiana nell’ambito della
Fiera milanese. Come vi state
preparando all’evento?
Hikvision è un’azienda giovane che,
in soli dieci anni, è riuscita a occupare una posizione da leader nel
mercato dei videoregistratori e una
tra le prime posizioni per quanto
riguarda la Tvcc e, più in generale, i
prodotti per la sicurezza. Con l’apertura della filiale italiana, Hikvision è
pronta al debutto ufficiale in Fiera,
dove contiamo di presentarci con il
team al completo e con un nutrito
numero di distributori ufficiali, in
modo da poter accogliere i clienti da
tutte le regioni e dare loro dei chiari
riferimenti per il supporto tecnico e
commerciale di zona.
Chi è il “pubblico” di Hikvision
Italy?
Il suo pubblico è il professionista
della sicurezza, colui che è in grado
di apprezzare tecnologia, qualità e
affidabilità. È il pubblico che crede
nell’importanza di identificarsi in un
marchio di riferimento, che ha bisogno di un supporto professionale e,
soprattutto, di continuità. È il pubblico che oggi utilizza i prodotti IP,
che utilizza prodotti analogici e che
troverà in Hikvision il partner in grado
di coprire orizzontalmente e verticalmente tutte le sue esigenze, inclusa
quella di una migrazione semplice e
“indolore” verso il mondo IP.
Le novità con le quali sarete
presenti in Fiera?
Le novità saranno moltissime,
dall’analogico di nuova generazione
all’HD, fino alla ricca gamma IP. Ma
la vera novità sarà il fatto di poter trovare, in un’unica azienda, quello che
oggi siamo abituati ad avere combinando prodotti e fornitori diversi.
Il vantaggio di Hikvision è la piattaforma software di programmazione,
gestione, integrazione e visualizzazione - comune a tutta la vastissima
gamma - e una reale integrazione
di tutti i prodotti, il che si traduce
in una installazione “plug and play”
semplice e veloce, sia che si tratti di
analogico sia di IP. Il centro di tutto
Qual è, in questo momento,
l’andamento del mercato
dei senza fili?
Si tratta di un andamento positivo, in risposta alla crescente
esigenza di protezione da parte
dell’utente finale. E per rispondere
a tale esigenza, Daitem, nel corso
di quest’anno, ha presentato la
linea di rivelatori con fotocamera
integrata, che non solo rilevano
l’intruso ma catturano le immagini
susseguenti all’intrusione. A tutto
ciò si uniscono - per una sicurezza
globale - le nuove soluzioni per la
protezione da esterno, grazie alle
quali è possibile proteggersi fin
dalle zone più distanti dalla propria
abitazione.
In che modo la partecipazione
a Sicurezza risponde
alle vostre esigenze di visibilità
e di business?
Sicurezza rappresenta un momento
molto rilevante per Daitem, in
quanto garantisce ai nostri clienti
e ai nostri potenziali interlocutori
la presenza del leader dei sistemi
senza fili. Inoltre, è la vetrina delle
nostre numerose novità di prodotto.
Il vostro prodotto di punta
in Fiera?
Le novità saranno molteplici. Al
momento, sono in fase di finalizzazione e non è possibile anticipare
nulla. Ma sono certo che chi verrà
a trovarci nel nostro spazio espositivo, non rimarrà affatto deluso. Ermanno Lucci,
Marketing Manager di Daitem
sarà, quindi, la piattaforma software,
la vasta gamma di prodotti, l’integrazione tra analogico e IP ma, soprattutto, il fatto di essere un’azienda
con una “veste unica”, che si presenta con un proprio marchio, una
propria identità e un supporto tecnico commerciale diretto in Italia. www.hikvision.com
Dottor Hruby, ricordiamo
al pubblico chi è la Fondazione
Enzo Hruby e quale ruolo riveste
nell’ambito della sicurezza
italiana…
La sicurezza globale
in primo piano
Presenza storica in Fiera quella
di Daitem, di cui ci parla Ermanno
Lucci, suo Marketing Manager.
Massimiliano Troilo,
Direttore Generale di Hikvision Italy
www.daitem.it
Fondazione Enzo Hruby è una fondazione di impresa senza scopo di
lucro, creata dalla famiglia Hruby
e da Hesa il 4 ottobre 2007. Il 10
marzo 2008 la Fondazione ottiene il
riconoscimento nazionale di personalità giuridica. La sua attività mira
alla diffusione della cultura della
sicurezza - intesa come protezione e salvaguardia dei beni pubblici e privati attraverso il corretto
impiego di tecnologie appropriate
- e si esplica attraverso progetti
di protezione dei siti di particolare
interesse storico, artistico e culturale, nei quali si fa carico di tutti
gli oneri relativi all’installazione di
sistemi antintrusione e videosorveglianza; attraverso attività convegnistica e attività editoriale, con
la realizzazione dell’House Organ
HN e di diversi volumi e ricerche di
mercato.
Quali progetti vi vedono
attualmente impegnati?
Al momento, la Fondazione sta
completando il complesso sistema
di videosorveglianza del Sacro
Monte di Varallo e il sistema antintrusione e di videosorveglianza
dell’edificio di proprietà della
Biblioteca Apostolica Vaticana,
sito in Via Conciliazione a Roma e
destinato a ospitare la digitalizzazione dei manoscritti. Oltre a ciò,
Protezione e salvaguardia
dei beni pubblici e privati
Carlo Hruby illustra per noi l’intensa attività della Fondazione di cui è Vice
Presidente, soffermandosi, in particolare, sulla sua valenza all’interno della Fiera.
auspichiamo possano, a breve,
avere inizio i lavori di approntamento del sistema di videosorveglianza presso il Museo del Duomo
di Milano.
Quale valenza assume
la presenza della Fondazione
all’interno della Fiera?
Fondazione Enzo Hruby, per
quanto sia derivata da Hesa, ha
un senso solo se riesce a coinvolgere in modo adeguato altre forze
del nostro settore che ne condividono gli obbiettivi. In questi anni,
abbiamo visto con piacere diversi
operatori del settore - sia installatori sia fornitori di apparecchiature
e sistemi - partecipare attivamente
alle nostre iniziative proprio perché
concordano sulla necessità di dare
al settore sicurezza una maggiore
visibilità sia presso i committenti
sia presso le Istituzioni.
La fiera Sicurezza rappresenta,
quindi, un importante momento
per informare il settore sulle nostre
attività, iniziative e progetti e
magari raccogliere anche qualche
importante suggerimento. Proprio
Carlo Hruby, Vice Presidente
della Fondazione Enzo Hruby
in considerazione dell’importanza
di questo appuntamento, stiamo
studiando, in collaborazione con
Fiera Milano, una iniziativa legata
al Premio H d’Oro volta a evidenziare l’alto livello di professionalità
raggiunto da alcuni operatori del
settore. www.fondazionehruby.it
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La Fiera? Imprescindibile
per l’identità del comparto
Analogico - IP, momento
chiave per la convergenza
Flavio Venz, Managing Director di AASSET Security Italia, anticipa per noi
le novità che l’azienda proporrà al pubblico di Sicurezza.
innovative, che destino interesse
perché rappresentate soprattutto
nei loro aspetti funzionali. Non tecnologia fine a se stessa, ma finalizzata in efficaci sistemi antirapina,
controlli perimetrali intelligenti, soluzioni di analisi video concretamente
impiegabili nelle applicazioni di ogni
giorno.
Quali prodotti e soluzioni
presenterete?
Flavio Venz, Managing Director
AASSET Security Italia
La gamma Grundig per la Tvcc sarà
il perno della nostra esposizione.
Presenteremo le soluzioni analogiche, IP e SDI che hanno decretato
lo straordinario successo di questo
brand nel mercato italiano e mondiale. E poi telecamere IP full HD
e Megapixel, NVR di nuova concezione e sistemi di analisi video.
Ma, soprattutto, cercheremo di
presentare le caratteristiche peculiari che differenziano lo stile Grundig, ovvero solidità meccanica ed
elettronica, facilità di installazione,
immediatezza di utilizzo, eleganza
sobria, affidabilità nel tempo e un
rapporto qualità-prezzo sempre
estremamente ottimizzato. www.aasset-security.com
Che significato assume
la presenza di AASSET Security
Italia a Sicurezza 2012?
Partecipiamo con convinzione a
questo evento. Sicurezza, a mio
avviso, va difesa e promossa da
tutti gli operatori del comparto.
Rappresenta un’opportunità di
aggregazione unica tra aziende
vecchie e nuove che, a vario titolo,
si occupano di sicurezza. E’ un
momento importante per la costruzione di quell’identità di comparto
che ci differenzia - culturalmente e
professionalmente - dai tanti che,
provenendo da settori più o meno
adiacenti al nostro, si improvvisano
professionisti della sicurezza.
Axis Communications, protagonista di eccellenza in ambito video. A fare per
noi il punto, Matteo Scomegna, Distribution & Inside Sales Manager Southern
Europe dell’azienda.
Una fotografia del mercato
video in questo primo semestre
dell’anno…
Sebbene non sia stato caratterizzato da una situazione economica
invidiabile, la crescita del mercato
del video di rete è in linea con le
aspettative e con le tendenze forniteci da IMS Research, che per
l’Italia prevede un incremento del
21% rispetto all’anno passato.
Abbiamo potuto notare, inoltre,
come la convergenza dai sistemi
analogici a quelli IP sia sempre più
incalzante e come il 2012 possa
davvero rappresentare l’anno in
cui saranno venduti più prodotti IP
rispetto a quelli analogici. Tecnologicamente si sta affermando sempre
di più la risoluzione HDTV, mentre
grande sorpresa hanno suscitato le
nostre telecamere con tecnologia
Lightfinder e Wide Dynamic Range
avanzato. Anche il concetto di Edge
Storage - grazie al quale la registrazione è gestita in modo totale dalla
telecamera stessa - e di intelligenza
Il fatto di poter comunicare e
mostrare le ultime novità - non solo
di mero prodotto, ma anche di politiche di canale e, soprattutto, di programmi di formazione - al maggior
numero possibile di diretti interessati, specialmente a chi non ci conosce ancora.
L’obiettivo sarà quello di presentare
una soluzione “completa” e intelligente insieme ad alcuni nostri partner strategici. Mi piacerebbe, poi,
che chi verrà a trovarci - come è già
accaduto durante la scorsa edizione
con le nostre prima telecamere
HDTV - si stupisse per le nuove tecnologie Lightfinder, WDR avanzato
ed Edge Storage. Facendo parte di un Gruppo internazionale, gli aspetti operativi più
onerosi sono stati delegati alla
nostra funzione marketing, che
organizza anche la partecipazione
del Gruppo alle varie fiere internazionali. A noi preme siano presentate agli operatori italiani soluzioni
www.axis.com
Matteo Scomegna, Distribution & Inside
Sales Manager Southern Europe di Axis
contraddistinguerà la vostra
presenza all’interno
della manifestazione?
dal distributore all’installatore, fino
all’utilizzatore finale.
Uno sguardo alle novità
che presenterete presso il vostro
stand…
cati internazionali e ce ne saranno
sempre più in futuro. La recente
acquisizione dell’azienda israeliana
Visonic da parte di Tyco, inoltre, ha
apportato alle già evolute risorse
disponibili, un’ulteriore e avanzata
tecnologia, che contribuirà a consolidare il ruolo di leadership globale
del nostro Gruppo.
Riteniamo che questo evento
sia un’importante occasione per
entrare in contatto con i professionisti della sicurezza. Il confronto con
chi utilizza sul campo i nostri prodotti è da sempre considerato nel
nostro Gruppo un elemento determinante di crescita e di conoscenza
del mercato. L’evoluzione tecnologica e l’applicazione delle nuove
soluzioni, infatti, possono portare
allo sviluppo di prodotti eccellenti
solo se si tiene conto delle varie esigenze di tutta la catena distributiva,
Per un’azienda facente parte
di un Gruppo multinazionale
quale è Tyco, la Fiera rappresenta
una vetrina di rilievo. Che cosa
Paolo Concetti,
Senior Product Manager area EMEA
Bentel & Intrusion Products Tyco
Security Products
La forza di un Gruppo internazionale
La parola a Paolo Concetti, Senior Product Manager area EMEA
Bentel & Intrusion Products Tyco Security Products.
In questi due anni Bentel Security si
è sempre più integrata nel Gruppo
Tyco Security Products, condividendo risorse e tecnologie che
sarebbero state altrimenti impensabili per un’azienda italiana di medie
dimensioni. Tutto ciò ha contribuito
a definire una serie di attività volte
a fare emergere il marchio Bentel a
livello globale. Tali progetti stanno
già dando ottimi risultati sui mer-
Le vostre aspettative nei confronti
di quello che resta l’evento
fieristico più atteso del settore?
Un’anticipazione dell’offerta Axis
in Fiera?
A cinque mesi dall’evento, come
procedono i preparativi?
A due anni dall’ultima edizione
di Sicurezza, come si è evoluto
il business di Bentel Security?
a bordo dell’apparato ci permettono
di prendere sempre più distanza
dalla tecnologia analogica. Per
quanto riguarda, invece, la crescita
nei diversi mercati verticali, grande
soddisfazione proviene sempre dalla
videosorveglianza cittadina, nonché
dalle cosiddette infrastrutture critiche. Anche il mondo del retail è in
fortissima crescita, soprattutto se si
pensa a soluzioni entry-level, al successo che sta avendo il concetto di
cloud computing e, con esso, quello
di Video Surveillance as a Service…
In occasione dell’edizione 2010 di
Sicurezza, abbiamo presentato in
anteprima la nuova serie di centrali antifurto Absoluta, lanciata
ufficialmente sul mercato nei mesi
successivi. Quest’anno - con la
presentazione della nuova serie di
accessori e di complementi, che la
renderanno “al passo con i tempi”
e adatta a soddisfare le richieste
installative più esigenti - rappresenta, invece, il vero e proprio
consolidamento della piattaforma
Absoluta. www.bentelsecurity.com
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SICUREZZA RESIDENZIALE BIOMETRIA
Andrea Nobile
L
a “biometria” (dalle parole
greche bìos = “vita” e metros
= “conteggio” o “misura”) è quella
disciplina che ha come oggetto di
studio la misurazione delle caratteristiche fisiologiche o comportamentali attraverso metodologie
matematiche e statistiche. Le tecnologie che utilizza sono molteplici,
così come molteplici sono i suoi
ambiti di applicazione.
In questa sede tratteremo, nello specifico, della tecnologia biometrica
che analizza - attraverso il suo rilevamento e il suo riconoscimento l’impronta digitale.
In ambito residenziale, tale tecnologia ha la funzione di controllare gli
accessi (cancelli, porte di ingresso e,
in generale, i varchi dell’abitazione),
concedendo oppure negando l’autorizzazione a entrare all’interno della
casa.
In commercio si trovano soluzioni
stand-alone per il controllo di un
singolo accesso da collegare all’impianto antintrusione, serrature elettromeccaniche, nonché complesse
soluzioni per la gestione contemporanea di porte, varchi e altri punti
sensibili.
Tutti si basano su criteri che superano
concettualmente
“l’apriti
sesamo” di ancestrale memoria. I
più diffusi in ambito residenziale si
connotano per la presenza di un sensore che, a sua volta, può essere di tre
tipologie.
Quello “ottico” è costituito di un sensore sensibile alla luce - un CCD o
un CMOS, come nelle videocamere
e macchine fotografiche - assieme a
un prisma e a una lente che catturano le caratteristiche del dito.
Alla categoria dei “capacitivi” o “a
stato solido” sono riconducibili
componenti costituiti da un piccolissimo chip in silicio che, attraverso
una rete di microcelle, rileva ed elabora informazioni relative a una pic-
cola porzione dell’impronta digitale.
I “termici”, infine, sono altrimenti
detti “a strisciata”: non appena
l’utente vi pone il dito sopra, ai fini
dell’apriti-sesamo il sistema elabora
una serie di dati sulla base della temperatura del dito.
Come funziona un sistema
biometrico?
Detto con parole molto semplici, il
sistema biometrico “registra” il dito
dell’utente dando luogo a un processo che i maestri dell’elettronica
definiscono “enrollment”.
In questa fase si crea, infatti, un’immagine tridimensionale di creste
e valli dell’arto. Ne avviene l’elabo-
razione matematica sulla linea di
raffinati algoritmi e gli si associa,
di conseguenza, la possibilità di
eseguire un comando. Come l’autorizzazione ad aprire una porta, un
cancello o una cassaforte.
La persona che si presenta al varco,
dopo avere appoggiato il dito sul lettore di impronte digitali, può essere
riconosciuta in base a due criteri.
Il sistema confronta le caratteristiche
morfologiche del dito con il modello
biometrico precedentemente acquisito. Oppure lo identifica verificando
che il modello dell’impronta rilevata
seduta stante corrisponda a uno dei
modelli già registrati.
Può accadere, tuttavia, che utenti
legittimi vengano erroneamente
“rimbalzati”, come in una discoteca
alla quale si accede soltanto se si è
in lista, mentre altri non autorizzati
siano lasciati passare senza problemi.
Le probabilità che i due misunderstanding si verifichino dipendono
da altrettanti algoritmi: in gergo, il
“false rejection rate” e il “false acceptance rate”.
Individuare il miglior rapporto possibile tra essi dà luogo a un corretto
funzionamento. Alla stregua dei
minicomputer di ultima generazione, le apparecchiature sono dotate
di processori e memoria RAM.
L’impronta digitale che fa la differenza
In una società sempre più connessa, che può permettersi di verificare in real time le performance del proprio tetto
fotovoltaico con un “tap” sullo schermo dell’iPhone e magari condividerne la notizia su Facebook, nulla di strano
se qualcuno pensa di mettersi in casa un sistema di controllo accessi “biometrico” che riconosce il padrone…
Alcuni modelli consentono di acquisire immagini e audio attraverso
fotocamera digitale e microfono
incorporato. Le operazioni supportate dal lato utente sono semplici e
fondamentali: inserire e disinserire
l’allarme, attivare o disattivare le luci,
lanciare un allarme antirapina.
Come si utilizza?
Affinché si goda lo spettacolo, al
felice possessore di un sistema di
controllo accessi di tipo biometrico
è richiesto soltanto di apporre un
dito sul lettore di impronte digitali,
affinché il sistema lo riconosca e gli
apra la porta.
Se preferirà portarsi a un livello
superiore di cautela, inserirà anche
un codice PIN come su un qualsiasi
telefonino. Se la famiglia è numerosa - e non si intende lasciare mazzi
di chiavi a destra e a manca - potrà
memorizzare tutte le impronte che
vuole.
Senza problemi di affollamento:
di norma si possono creare decine
e decine di “modelli” che saranno
associati ad altrettanti utenti. Non
sotto forma di semplici fotografie, è
bene ricordarlo, ma con calcoli piuttosto complessi che, stando a quanto
dichiarano produttori e addetti ai
lavori, hanno un bassissimo mar-
gine di errore. Nella maggior parte
dei casi, dei LED luminosi guidano
l’utente nel compiere correttamente
le manovre di acquisizione e di riconoscimento.
C’è, poi, la possibilità di gestirli da
remoto, accedendo al loro “cervello”
tramite computer, e di collegarli
direttamente con le Forze dell’Ordine o gli Istituti di vigilanza.
Come si è visto, le apparecchiature
disponibili sul mercato spaziano trasversalmente tra sensori e caratteristiche costruttive.
La loro installazione non è nulla di
trascendentale in termini di tempo e
di accorgimenti richiesti.
BIOMETRIA SICUREZZA RESIDENZIALE
per finalità connesse all’ordinaria
gestione del rapporto di lavoro.
In due circolari del 2009, l’authority
ha precisato che tali sistemi possono
essere attivati “per particolari esigenze di controllo dell’accesso a speciali aree dei luoghi di lavoro”.
Ad esempio, luoghi dove si svolgono “attività aventi carattere di
segretezza” o che “comportano la
necessità di trattare informazioni
rigorosamente riservate”. E’ il caso
dell’accesso a sale operative dove
confluiscono segnalazioni per la
sicurezza anticrimine, ad aree in cui
si svolgono attività per la difesa e la
sicurezza dello Stato, torri di controllo aeroportuali, ambienti ove
sono custodite sostanze stupefacenti
o psicotrope.
Sempre nel 2008, da un provvedimento specifico è stato ribadito il
divieto di avvalersi della biometria
per la mera rilevazione delle presenze o dei tempi di espletamento
dell’attività da parte dei dipendenti.
Chi installa un sensore ottico, capacitivo o termico sull’antifurto della
propria abitazione casa non è tenuto
a osservare nessuna procedura: il
decreto legislativo 166/2003 esclude
dal suo ambito di applicazione il
trattamento di dati “effettuato da
persone fisiche per fini esclusivamente personali”.
Le tecniche dei vari prodotti precisano, inoltre, che le impronte rile-
Ai fini di una corretta scelta, la
golden rule è riconducibile al buon
senso.
In altri termini, occorre valutare
attentamente con l’installatore le
reali esigenze da soddisfare e le condizioni in cui l’impianto dovrà funzionare. In linea di massima, i lettori
ottici e termici vanno tenuti sempre
ben liberi da sporco e depositi di
sebo causati dall’utilizzo. Quelli
capacitivi patiscono l’umidità e l’elettricità statica.
Privacy: tutto a posto?
Al rilevamento biometrico si applicano i principi del decreto legislativo
196/2003 - noto anche come Codice
Privacy - per la protezione dei dati
personali.
E sul tema si è pronunciato ripetutamente il Garante della Privacy,
ll cui provvedimento in materia di
videosorveglianza dell’8 aprile 2010
prescrive la verifica preliminare di
quei “sistemi dotati di software che
permetta il riconoscimento della
persona tramite collegamento o
incrocio o confronto delle immagini
rilevate - come la morfologia del
volto - con altri specifici dati personali”, e in particolare “dati biometrici”, anche “sulla base del confronto
della relativa immagine con una
campionatura di soggetti precostituita alla rilevazione medesima”.
In linea di principio, l’uso di apparecchiature simili in uffici, aziende
e stabilimenti produttivi può essere
giustificato solo per il presidio di
accessi ad “aree sensibili” e non
vate non sono memorizzate, bensì
trasformate in template matematici
che non hanno relazione con la sua
immagine, e che ogni riconoscimento avviene in forma crittografata.
Oltre le impronte digitali
L’impronta è l’indice biometrico più
gettonato, d’accordo. Ma risultano in
rampa di lancio il risconoscimento
del profilo della mano o delle dita
stesse, come dei chiromanti gitani
farebbero al luna park. Oppure l’impronta vocale per il riconoscimento
della voce: la funzione Siri degli
iPhone può aiutare a farsene una
grossolana idea.
C’è poi la firma: il “dynamic signature verification” osserva come si
tiene la penna in mano per scrivere, i
grafometri analizzano autografi rilasciati su dispositivi simili ai tablet,
ricordando un po’ il palmare del corriere che consegna un pacco a casa.
Il riconoscimento facciale esiste già
sui cellulari dal sistema Android.
L’applicativo Face Unlock di Google
sblocca il cellulare riconoscendo il
volto del proprietario. Uno spunto
all’industria per la ricerca degli algoritmi giusti che attivino la funzione
soltanto quando c’è il legittimo proprietario e, soprattutto, senza pericolo che una banale fotografia possa
ingannarlo.
Gli hard disk portatili con minisensore biometrico e i sensori biometrici USB non sono più una novità
per nerd e affini che li trovano utili
per proteggere l’accesso ad archivi di
file e personal computer.
Per ultimo, ma non da ultimo, c’è il
riconoscimento dell’iride. Ancora
costoso per metterselo in casa ma,
stando alle ultime notizie a riguardo,
in un futuro abbastanza prossimo
tale tecnologia sbarcherà sugli smartphone. E’ poi pacifico che la tecnologia mobile attecchisca un po’
19
ovunque. Sperimentazioni pilota in
campo telefonico sono già in corso:
gli sviluppatori si aspettano che le
applicazioni iCLASS, saranno integrate e disponibili su almeno due
modelli di BlackBerry entro la fine
dell’anno. Basterà fingere di farsi
una foto col telefonino per effettuare
la scansione oculare e accedere nei
luoghi protetti da appositi congegni biometrici. Non le casette del
cittadino normale, almeno per il
momento, eppure il dado è tratto.
I dispositivi biometrici per auto
possono essere interfacciati con le
centrali satellitari. Chi li ha provati
afferma che funzionano. Se non
altro, quando è necessario lasciare
la vettura in officina per delle
riparazioni, occorre ricordarsi di
“accreditare” il dito del meccanico
effettuando l’acquisizione della sua
impronta digitale. Occorre immedesimarsi nell’ispettore Gadget,
insomma, qualora il dispositivo
prescelto non abbia un’apposita funzione di sblocco o un interruttore
generale di spegnimento.
Ritorno al futuro?
Restando sulla falsariga del futuribile, ricercatori dell’Advanced Institute of Industrial Technology di
Tokyo hanno piazzato in un sedile
dei sensori che generano un profilo
tridimensionale del lato B del legittimo conducente. Se non vi si posa,
l’auto semplicemente non parte.
Se ne dovrebbe riparlare entro un
paio d’anni, con buona pace di satellitari, bloccaruote meccanici e antifurti con le palle.
Intanto gli esperti consigliano di fissare almeno un paletto: cioè, verificare che sensore e centralina del kit
da acquistare siano separati e comunichino tramite bus. Per dovere di
cronaca, questo è lo stesso tipo di
cavo che “anima” gli impianti domotici, capaci di trasformare qualsiasi
casetta in una piccola astronave. I
chip biometrici, per il momento,
sono optional che stanno alla centrale antifurto come i sedili in
alcantara a certe berline di fine anni
Ottanta.
Se le vie del Signore sono infinite,
i percorsi della biometria non si
discostano da evoluzioni ascrivibili alla categoria del film di fantascienza. Il progetto di ricerca
europeo “Human Monitoring and
Authentication using Biodynamic
Indicators and Behaviourial Analysis” si pose, nel 2008, l’obiettivo di
analizzare le attività cerebrali umane
rilevandone la frequenza cardiaca e
pochi tratti somatici. Scenari apocalittici con viaggio di sola andata?
Il tutto servirebbe a leggere nel pensiero di sospetti terroristi in luoghi
sensibili e a rischio di attentati quali
aeroporti, stazioni, confini di stato.
Un’iniziativa successiva, della quale
l’Unione Europea è partecipe, si
chiama Actibio e mira a stabilire se
parametri alternativi, come la falcata, la parlata o la risposta a determinati stimoli, possano tornare utili
al medesimo scopo. 20
SICUREZZA RESIDENZIALE LA PAROLA AL CRIMINOLOGO
(giardini, piazze, aree giochi), giardini privati ed elementi di arredo
urbano quali piante, illuminazione
pubblica, panchine e recinzioni.
Più cura andrebbe messa anche
nella disposizione degli edifici e dei
volumi. Gli elementi dell’abitazione
da considerare sono, invece, porte,
finestre, tetti, grondaie, terrazze e
altri elementi che possono essere
scalati, portoncini e cassette della
posta, parcheggi privati, recinzioni.
Il valore di una casa (inteso come
prezzo di vendita) dovrebbe calcolare anche tali fattori.
Lorenzo Segato, Direttore di RiSSC
Centro Studi e Ricerche
su Sicurezza e Criminalità
P
er ridurre la criminalità residenziale in modo significativo,
non basta adottare un buon prodotto di sicurezza. Occorre anche
analizzare tutto il “sistema della
sicurezza”, per capire dove funziona, dove è migliorabile e quali
sono i suoi limiti.
I valori in gioco sono elevati, sia per
l’importanza soggettiva del bene da
proteggere - la casa e ciò che vi è
di più caro all’interno, non necessariamente in termini economici
- che per l’imponenza numerica e
la distribuzione sul territorio, così
come per il valore del mercato che
ne viene interessato.
Le vittime di un reato che coinvolge il proprio contesto domestico
lamentano, soprattutto, la sensazione della “intimità violata”.
Sia che si tratti di furto, rapina,
aggressione - ma anche truffa o
furto di identità - che colpiscono
nel luogo in cui si è più vulnerabili,
perché più rilassati e privi di difese,
il danno subito è notevole, indipendentemente dalla sua valenza economica.
Dalla valutazione di questo bene
dipende la decisione di che cosa
si è disposti a fare per proteggere
quanto vi è di più caro, ma anche
l’orientamento del mercato per gli
operatori economici.
Se un singolo impianto vale poco,
infatti, il numero di abitazioni da
proteggere è elevatissimo. E questo
rende l’intero settore molto appetibile.
Tuttavia, a oggi non si riesce a contrastare efficacemente la criminalità
residenziale, soprattutto perché
mancano analisi di sistema e procedure condivise.
Né allarmismo, né eccesso
di protezione
Creare sicurezza partendo
dalla progettazione degli spazi
L’insediamento residenziale che non nasce da un bisogno della comunità, ma che risponde a interessi speculativi,
è più esposto ai rischi criminali. La sicurezza residenziale andrebbe considerata sin da quando si decide
di creare il “nucleo abitativo”: a seconda della motivazione di fondo, orienta gli attori coinvolti a delineare
l’insediamento con forme, organizzazioni e disposizioni che possono favorire o meno i reati.
Gli spazi pensati male
L’insediamento residenziale che
non nasce dal bisogno abitativo
della comunità, ma che risponde a
interessi speculativi, è più esposto ai
rischi criminali.
La sicurezza residenziale andrebbe
considerata sin da quando si decide
di creare il “nucleo abitativo”: a
seconda della motivazione di fondo
(bisogno abitativo o speculazione),
orienta gli attori coinvolti (Ente
locale, investitori, proprietari dei
terreni e imprenditori) a delineare
l’insediamento con forme, organizzazioni e disposizioni che possono
favorire o meno la commissione dei
reati. Un intento speculativo tende
a massimizzare il profitto a scapito
della qualità dell’abitato e a sfruttare
al massimo lo spazio, senza considerare se la struttura del tessuto
urbano che ne deriva contribuisce a
prevenire o meno i reati urbani.
La situazione può peggiorare
quando mancano (soprattutto
nell’ente locale) cultura e competenza nella prevenzione o l’analisi
preliminare del contesto. L’esperienza insegna che, in passato, si
sono creati insediamenti pensati
male, che hanno dato origine a
ghetti e a quartieri che, per la loro
struttura, si sono rivelati intrinsecamente insicuri.
Al contrario, l’interesse comunitario per l’insediamento - e, nei casi
più virtuosi, la partecipazione della
comunità nella fase di creazione sono elementi positivi nell’analisi
del rischio, perché portano a un
controllo sociale spontaneo e a una
maggiore cura dell’abitato.
Più attenzione al disegno
degli spazi esterni
In Italia, la sensibilità e le competenze dei tecnici coinvolti nei processi di disegno sicuro degli edifici,
dei quartieri, degli spazi pubblici,
sono insufficienti.
RiSSC - Centro Studi e Ricerche su
Sicurezza e Criminalità - si preoccupa di accrescere le competenze e
di migliorare i progetti realizzati dai
professionisti e valutati dai tecnici
degli Enti locali.
Chi amministra il territorio è poco
attento alla tematica della sicurezza
dei nuovi quartieri; alcuni Enti si
affidano a esperti che, senza incidere realmente sulla struttura e
sulla qualità anticrimine degli edifici e degli spazi, tendono a offrire
soluzioni standard, senza generare
né economie né risultati concreti.
Le strategie di sicurezza implemen-
tate nelle strutture residenziali si
sono rivelate poco efficaci, se non,
addirittura, inefficienti.
Maggiore attenzione va posta sia al
disegno degli spazi esterni che al
“guscio” dell’abitazione. Gli spazi
esterni comprendono strade, marciapiedi, parcheggi, zone comuni
La maggior parte degli italiani non
vive in una casa sicura. L’esperienza
dimostra che è relativamente facile
entrare in molte abitazioni, in particolare nei condomini delle nuove
periferie urbane, cresciuti rapidamente negli ultimi anni del boom
edilizio.
Gli standard costruttivi per la sicurezza anticrimine sono generalmente bassi e mancano sistemi di
sicurezza attivi e passivi adeguati.
Il costruttore raramente risponde
di quegli errori progettuali (quali,
ad esempio, terrazze che si scalano
facilmente) che facilitano la commissione dei reati.
Fortunatamente, i fenomeni criminali non sono così diffusi come
appare nei media, ma sono, tuttavia,
in aumento. La sicurezza dell’abitazione dipende anche da fattori
indipendenti da ogni controllo:
la crisi economica - in particolare
nel settore dell’edilizia - ha esposto
numerosi lavoratori, anche stranieri, a una condizione di indigenza
e necessità.
La mancanza di mezzi di sostentamento è una delle cause nella
commissione di reati predatori,
finalizzati all’appropriazione di
beni.
Tuttavia, la soluzione non sta
nell’allarmismo né nell’eccesso di
protezione, ma va ricercata nel
giusto equilibrio.
La ricerca criminologica dimostra
che vivere in “case-fortezza“ diminuisce il rischio ma aumenta la
paura, con un bilancio sulla qualità
della vita generalmente negativo.
I residenti devono cercare le soluzioni idonee con la comunità, le
Forze dell’Ordine e i professionisti
della sicurezza, ma anche adottando stili di vita e comportamenti
che riducano al massimo i rischi di
vittimizzazione.
Le chiavi per una casa sicura?
Innalzamento degli standard qualitativi nei regolamenti e negli strumenti urbanistici e attuativi degli
Enti locali, migliore progettazione
dell’edificio, valutazione consapevole in fase di acquisto, adozione di
idonee misure di protezione, buone
relazioni e, soprattutto, comportamenti corretti. Una finestra lasciata
aperta è più rischiosa di un grimaldello… www.rissc.it - [email protected]
22
SICUREZZA RESIDENZIALE SOLUZIONI
Antintrusione, antiaggressione
e videosorveglianza
Una bella villa di due piani in provincia di Milano, con 1.500 metri quadrati
di giardino. Questo lo scenario di una soluzione di sicurezza articolata,
in cui ogni tentativo di intrusione viene segnalato in tempo reale e produce
un riscontro fotografico immediato. Un sistema complesso solo in apparenza.
Un insieme perfetto, ma semplice da gestire nella sua globalità.
•
•
Ariela Papadato
I
n una villa nel milanese, l’integrazione tra sicurezza e domotica - a
cura dell’azienda installatrice Zois
Elettronica - si arricchisce di raffinati
dettagli tecnologici, per una protezione da manuale. Tre gli apparati
installati: antintrusione, antiaggressione e videosorveglianza. Il primo
- che tutela l’interno della villa, il
garage, i serramenti e il giardino circostante - è strutturato su più livelli:
• all’interno dell’abitazione è stato
realizzato un impianto di protezione tramite sensori volumetrici
• per tutti gli accessi, ovvero porte,
finestre e garage, è stato messo a
punto un sistema antintrusione
via radio
a guardia del perimetro esterno è
stato installato un sistema di sensori radio
per la difesa del perimetro dell’abitazione è stato realizzato, infine,
un apparato su cavi
L’impianto è diviso in aree e ogni
zona esterna è associata a una delle
otto telecamere IP day&night, collegate tramite una rete LAN realizzata
appositamente.
Un videoregistratore digitale gestisce le immagini delle telecamere e
permette, inoltre, il controllo remoto
grazie al Web server integrato.
I sistemi di sicurezza si integrano
con l’impianto di automazione
domestica, che gestisce l’irrigazione
del giardino e le luci esterne.
Cuore del sistema una tastiera touch
screen, che incorpora un lettore biometrico grazie al quale è possibile
programmare il riconoscimento
delle dita per associarle a qualsiasi
funzione, sia di sicurezza che di
automazione.
In caso di allarme, la telecamera
abbinata alla zona oggetto del tentativo di intrusione scatta otto foto-
centrale, che avvisa l’utente di ogni
guasto sia sui monitor casalinghi
che sul cellulare, mediante sms.
Insomma, abbiamo voluto dotare
entrambe le tecnologie delle stesse
caratteristiche di affidabilità e
stabilità nel tempo.
La parola all’installatore
Mauro Mariani, titolare dell’azienda Zois Elettronica (Solaro, Milano), alla quale si
deve l’impianto illustrato, soddisfa alcune curiosità relative alla sua installazione.
Di quali esigenze avete dovuto
tenere conto in fase progettuale?
Proteggere la villa in modo che
qualsiasi intrusione fosse segnalata
in tempo reale alla centrale e
producesse anche un riscontro
fotografico immediato. In questo
caso, non appena il sensore rileva
l’intruso, la telecamera abbinata
scatta all’istante le foto dell’area
incriminata e le mostra sul monitor.
Oltre alle foto, tramite un PC e
il software apposito, ci si può
collegare al videoregistratore
e rivedere, in play back, la
registrazione di quanto è avvenuto.
Le caratteristiche salienti
dell’intero sistema?
Oltre alla comodità di gestione a
livello elettrico ed elettronico, la
novità sta proprio nell’impianto
antintrusione legato alle telecamere.
In questo sistema, inoltre, è da
notare l’assoluta praticità della
gestione degli allarmi, che permette
al cliente di avere la situazione
sempre sotto controllo, anche nel
caso di rapina o di aggressione.
Come funziona lo schermo touch
screen?
È il cuore dell’impianto. Si tratta
di un monitor messo a muro che
simula anche la tastiera. Su questo
schermo si possono gestire fino a
24 telecamere dell’impianto video
e tutte le zone dell’impianto di
allarme. Sempre tramite icone, si
possono azionare tapparelle, luci
giardino, irrigazione, tutto quando
riguarda l’automazione domestica.
Quanti sono i monitor?
Due: uno al piano terra e uno nella
zona notte.
grafie, quattro post-evento e quattro
successive, che vengono lasciate
impresse nello schermo touch screen
per un tempo predeterminato.
Questa funzione permette a chi è in
casa, semplicemente avvicinandosi
allo schermo della tastiera, di vedere
cosa è successo e di verificare se si è
trattato di un reale tentativo di intrusione.
Nell’evenienza di un’aggressione
fisica, chi è costretto a disinserire
il sistema sotto minaccia può, solo
cambiando dito, inviare anche una
segnalazione telefonica e un sms al
destinatario programmato.
Con lo sfioramento di un altro dito si
possono, poi, accendere programmi
prestabiliti o attivare il sistema di
irrigazione o i lampioni esterni.
Il padrone di casa può gestire tutto
il sistema completamente a distanza
con PC o telefono smartphone: può
visualizzare le telecamere, accendere
o spegnere il sistema di allarme, attivare le funzioni domotiche.
Inoltre, in caso scatti l’allarme, sul
suo cellulare verrà inviata una mail
con le fotografie della zona allarmata. Quali problematiche sono emerse
in corso d’opera?
Perché, per l’esterno, si è optato
per una soluzione “mista”, ovvero
con filo e senza filo?
La tipologia di questo impianto
è chiamata “ibrida”, in quanto
supporta dispositivi collegati sia
tramite cavo che con tecnologia
wireless, cioè senza fili. Dove,
per motivi di estetica o per
impedimenti logistici, non ci è
stato possibile stendere i cavi,
ci siamo serviti della tecnologia
senza fili. In questo caso, però,
si tratta di un “senza fili” di alta
qualità, in doppia frequenza, con
alimentazione a batterie al litio della
durata di otto anni e la cui attività
è costantemente controllata dalla
L’unico vero problema da risolvere
è stato la mancanza della
predisposizione. Cioè, quando,
come in questo caso, si tratta
di ville che risalgono a qualche
anno fa, non sono presenti
tubature specifiche per gli impianti
Ricordiamo ai lettori che l’impianto
descritto in questa pagina è risultato finalista per la categoria “Residenziale” nell’ambito del Premio H
d’Oro 2011. Il Premio H d’Oro è un
prezioso riconoscimento, un punto
di riferimento per il settore sicurezza, istituito dall’azienda milanese
Hesa nel 2006 e volto a premiare la
professionalità degli installatori e
l’originalità e l’innovazione dei progetti realizzati.
di sicurezza e per gli impianti
domotici. Dunque, è toccato a
noi, “inventarci” qualcosa per
nascondere i cavi. Per ciò che
riguarda, poi, la progettazione,
la programmazione e la messa in
servizio del sistema, l’operazione
più importante è stata la creazione
di una rete locale dedicata,
indispensabile - insieme a una
veloce linea ADSL - per poter
garantire la visualizzazione e la
trasmissione in remoto di immagini
di qualità. 24
SICUREZZA RESIDENZIALE SOLUZIONI
le immagini da consegnare alle
autorità.
L’accesso riservato alle immagini
registrate è, quindi, garantito da
una chiave elettronica per disattivare il sistema di allarme, da
due chiavi meccaniche a chiusura
dell’armadio e da una password del
videoserver.
La distribuzione del segnale video
all’interno degli appartamenti
risulta particolarmente importante
sia per la sicurezza delle famiglie
che vi abitano che per l’immediata
segnalazione di un’eventuale avaria
del sistema o guasto dell’Hard Disk.
In prossimità del videoregistratore
è stata, inoltre, installata una presa
di rete, utile per l’accesso al sistema
con un PC portatile.
Altra caratteristica degna di nota è
la possibilità di accesso del sistema
dal Web mediante interfaccia
UMTS/HSDPA; ciò consente di
Le telecamere non sono un nemico della privacy, ma un servizio indispensabile alla comunità. Lo conferma il sempre
più frequente ricorso alla videosorveglianza in ambito condominiale, di cui è chiaro esempio l’installazione - presso
uno stabile di Moncalieri, in provincia di Torino - di un puntuale sistema video per la tutela delle aree comuni.
Come proteggere le aree comuni
Ariela Papadato
P
er la sicurezza di un condominio di Moncalieri, in provincia di Torino, le cui aree comuni
erano da tempo teatro di piccoli
furti e azioni spiacevoli di varia
natura, CSG Sistemi ha realizzato
un sistema video che non solo tiene
sotto controllo le aree incriminate
ma permette - a ogni condòmino
che lo ritenga opportuno - di poter
vedere le immagini “live” sullo
schermo del proprio televisore,
mentre l’accesso alle immagini
registrate è riservato e autorizzato
dall’amministratore e/o da una persona incaricata.
L’impianto è costituito da sei telecamere analogiche con illumina-
tore all’infrarosso, collegate tramite
cavo e posizionate nei vani comuni
quali le corsie dei garage, i corridoi delle cantine, il vano contatori,
l’ingresso pedonale principale e il
vano scale ai piani terra. Nell’area
contatori è stato installato un
armadio dotato di doppia serratura
meccanica e dispositivo antifurto
contro l’apertura, al cui interno si
trova tutta l’elettronica di gestione
tra cui, oltre al videoregistratore
digitale, gli apparati di alimentazione, di trattamento del segnale e
di interfaccia alla rete LAN.
All’interno di questo armadio
sono situati anche il monitor e il
mouse, mediante i quali, a seguito
di evento illecito, è possibile ricercare ed esportare su supporto USB
sicurezza delle aree comuni
residenziali e, ancora una volta,
il risultato ci ha dato ragione. Mi
auguro che si diffonda sempre più
il ricorso alla videosorveglianza
in ambito condominiale, così da
non considerare più le telecamere
un nemico della privacy ma
un servizio indispensabile alla
comunità. Spero, anche, che in
futuro ci si rivolga preferibilmente a
telecamere Megapixel, in modo da
poter fornire alle Forze dell’Ordine
immagini ancora più precise, per un
riconoscimento a prova di errore. La parola all’installatore
Ha risposto alle nostre domande Enrico Marchisio, titolare di CSG Sistemi
di Torino, l’azienda autrice dell’installazione di cui si parla in queste pagine.
Quali le premesse iniziali e quali
le difficoltà durante i lavori?
Siamo stati contattati perché,
da tempo, nelle aree comuni
al condominio in questione si
verificavano piccoli furti e atti
vandalici. È stato nostro impegno,
anzitutto, rassicurare i condomini
che le telecamere, oltre a garantire
immagini nitide, benché collegate
tramite cavi, non avrebbero leso
l’estetica del palazzo e nemmeno
la privacy degli inquilini. A tutela
della privacy, infatti, i dispositivi
sono stati tutti posizionati in aree
adibite al transito comune - ovvero
le corsie dei garage, i vani cantine e
contatori, le scale - ma non presso
gli accessi ai singoli alloggi. Non
solo. Dato che il condominio non
era predisposto per la realizzazione
di un impianto del genere, abbiamo
smontato ogni tipo di struttura
preesistente per poter nascondere
i fili ed evitare scompensi estetici.
Un altro problema è stato quello di
trovare un locale idoneo a custodire
le apparecchiature di archiviazione
e di registrazione delle immagini…
Come è stato risolto?
Con un armadio posto nell’area
contatori, ventilato per dare aria alle
apparecchiature e protetto da un
sistema di chiusura meccanica e da
un impianto di allarme. Il segnale,
ripreso dal vivo dalle telecamere,
è stato poi “distribuito” all’interno
dei singoli alloggi, sempre in
maniera tale da salvaguardare la
privacy, ma in modo tale che ogni
inquilino possa vedere sul suo
televisore le inquadrature delle
telecamere stesse. In mancanza di
un operatore, questo accorgimento
fa sì che ogni guasto venga
immediatamente segnalato e che la
funzionalità di tutto l’apparato sia
controllare - tramite telefono cellulare o iPhone - prima di entrare
nei garage, l’eventuale presenza di
intrusi. sempre sotto controllo. Il sistema
è, poi, stato integrato con un
router UMTS, in modo che chi fa
rientro a casa di notte - prima di
avventurarsi nelle aree buie - possa,
tramite iPad, iPhone o smartphone
qualunque, scoprire eventuali
situazioni di pericolo.
Come definisce i risultati
dell’operazione?
Assolutamente positivi, sia per
noi che per la committenza. Il
responsabile delle azioni criminose
è stato individuato e gli atti nocivi
sono cessati. La soddisfazione
è stata tale che siamo stati
recentemente ricontattati dallo
stesso condominio per ampliare la
parte di sorveglianza sul tratto di
strada pertinente lo stabile e per
l’area ecologica, così da evitare
il fenomeno dell’indiscriminato
abbandono dei rifiuti non
differenziati.
Quale conclusioni può trarre
da questa esperienza lavorativa
e che cosa auspica per il futuro?
Negli ultimi anni abbiamo
indirizzato una parte importante
delle nostre risorse verso la
Ricordiamo ai lettori che l’impianto
descritto in questa pagina è risultato finalista per la categoria “Residenziale” nell’ambito del Premio H
d’Oro 2011. Il Premio H d’Oro è un
prezioso riconoscimento, un punto
di riferimento per il settore sicurezza, istituito dall’azienda milanese
Hesa nel 2006 e volto a premiare la
professionalità degli installatori e
l’originalità e l’innovazione dei progetti realizzati.
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26
SICUREZZA RESIDENZIALE SOLUZIONI
La villa? Protetta e libera
trollo degli accessi - si fonde con
l’apparato di automazione domestica, in modo da rendere ogni operazione del tutto agevole per chi la
deve effettuare.
L’impatto estetico è minimo, grazie
ad accorgimenti studiati su misura,
e la sensazione di tranquillità percepita dal padrone di casa, lungi
dal costringerlo a una quotidianità
“sacrificata”, ne amplifica la libertà
e gli permette un più sereno godimento della privacy.
L’impianto di allarme è suddiviso in
tre aree indipendenti, per la massima libertà di movimento.
La prima comprende tutti i 24 contatti magnetici - a protezione degli
infissi - e cinque sensori infrarossi
passivi a doppia tecnologia, a protezione interna delle stanze.
I sensori installati nelle due aree
esterne sono stati posti su pali tecnici creati appositamente e verniciati con lo stesso colore della
superficie dove sono applicati, per
un migliore effetto mimetico.
Il sistema di allarme incorpora
un combinatore Gsm che rende la
centrale telegestibile da remoto via
In una magnifica villa in provincia di Vicenza, il pericolo di aggressione
e di sequestro è tenuto lontano grazie alla tecnologia biometrica: con un dito
si apre la porta di casa, ma - nel caso in cui si verifichi un tentativo
di sequestro di persona e il malintenzionato ci obblighi a staccare l’allarme il passaggio di un terzo dito sul lettore di impronte digitali fa partire
un messaggio di emergenza silenzioso all’Istituto di Vigilanza.
Michele Racini
G
ubert Systems (Vicenza) è
l’azienda installatrice che ha
realizzato un mirato intervento
di messa in sicurezza presso una
grande villa con giardino, comprensiva di area benessere con idromassaggio e sauna, in provincia del
capoluogo veneto.
Il sistema di sicurezza - formato da
impianti video, antintrusione e con-
La parola all’installatore
Luciano Gubert, titolare di Gubert Systems, l’azienda installatrice alla quale si
deve il progetto descritto, ci ha raccontato alcuni retroscena relativi ai lavori.
Come si sono svolti i lavori?
I lavori sono iniziati con un lungo
percorso di incontri con i clienti, per
valutare insieme a loro la fattibilità
delle nostre proposte e scegliere, di
volta in volta, la soluzione più adatta
alle loro esigenze e al loro stile di
vita…
Che cosa è emerso da questi
incontri?
I proprietari chiedevano una
protezione assoluta ma senza
complicazioni tecnologiche o
limitazioni del proprio raggio di
azione.
In questo caso, è essenziale
un approccio che tenga conto
dei timori del cliente e li vinca
proponendo soluzioni studiate
insieme, dove ogni misura di
sicurezza risulti tanto efficace
quanto semplice da gestire e
con il sistema domotico ci ha
obbligato a un lavoro in stretta
sinergia con la ditta di impiantistica
elettrica.
Il tratto distintivo dell’intero
impianto?
si integri con le tecnologie di
automazione quasi come in un
gioco.
Direi la presenza di un sistema
di controllo accessi a tecnologia
biometrica.
Avete dovuto fare i conti
con qualche particolare
vincolo tecnico?
Come funziona?
Con più di uno. Ci siamo dovuti
confrontare con l’esistenza di un
impianto idraulico molto importante
a causa della presenza, nel piano
interrato, di un’area benessere con
vasche idromassaggio e sauna.
Anche la richiesta di integrazione
All’esterno dell’abitazione sono
stati installati una pulsantiera e
un lettore biometrico, mediante
il quale, con il riconoscimento
dell’impronta di un dito, è possibile
disattivare l’allarme esterno. Con
un altro dito si apre la porta, ma
- nel caso in cui si verifichi un
tentativo di sequestro di persona
e il malintenzionato ci obblighi a
staccare l’allarme - il passaggio
di un terzo dito, oltre a disinserire
l’allarme, apre la porta e, allo stesso
tempo, fa partire un messaggio di
emergenza silenzioso all’Istituto di
Vigilanza. Nel caso, invece, si arrivi
davanti a casa in macchina e si
noti la presenza di malintenzionati,
si preme il tasto di emergenza
antiaggressione.
In questo caso, oltre alla chiamata
all’Istituto di Vigilanza si attivano
anche le sirene. Ricordiamo ai lettori che l’impianto
descritto in questa pagina è risultato finalista per la categoria “Residenziale” nell’ambito del Premio H
d’Oro 2011. Il Premio H d’Oro è un
prezioso riconoscimento, un punto
di riferimento per il settore sicurezza, istituito dall’azienda milanese
Hesa nel 2006 e volto a premiare la
professionalità degli installatori e
l’originalità e l’innovazione dei progetti realizzati.
sms. Tutti i sensori e lo stato delle
aree sono visualizzabili su monitor
touch screen, in formato elenco o
per mezzo di mappe grafiche.
L’impianto di allarme comunica
con il sistema domotico per mezzo
di moduli in grado di fornire input
e output.
I moduli permettono anche di
comandare molteplici automazioni,
dando così vita a un unico impianto
integrato di building automation.
Videosorveglianza
e controllo degli ingressi
Il sistema video è composto da sei
telecamere analogiche, installate
sui pali tecnici, che tengono sotto
monitoraggio tutto il perimetro
esterno.
Un videoregistratore digitale messo in rete - registra le immagini
ed è gestito tramite monitor touch
screen.
Anche l’impianto video è stato integrato nel sistema domotico e in
quello antintrusione, per cui al suonare del citofono esterno - o in caso
si generino eventi di allarme - sul
touch screen vengono visualizzate
le telecamere interessate.
Attraverso modulatori video e
canali dedicati, è possibile vedere le
immagini e gestire il DVR tramite
le tv di casa.
Il video è visualizzabile da remoto
grazie al collegamento a Internet
e l’utilizzo di un router professionale e le immagini possono essere
trasmesse anche su iPad, cellulari
smartphone e PC.
Vicino alla porta di ingresso, sono
collocati un lettore biometrico e
una pulsantiera: il lettore gestisce
tre funzioni diverse per ogni utente
registrato e, a seconda del dito scansionato, permette di:
• abilitare la pulsantiera
• trasmettere una segnalazione
di sotto-minaccia all’Istituto di
Vigilanza
• aprire la porta blindata, attivando
l’elettroserratura
Che cos’è un “lettore
biometrico”?
E quell’apparecchio che, in parole
semplici, “legge”, grazie a tecnologie diverse, determinati dati fisici
- unici per ognuno di noi - che
vanno dai lineamenti del viso alle
impronte digitali, alla morfologia
dell’iride e così via, per poi autenticarli e verificare se corrispondono
alle informazioni memorizzate in
precedenza.
Come funziona il lettore di
impronte digitali? Al momento
della registrazione, l’impronta viene
codificata e memorizzata.
Dall’immagine vengono poi estratti
i punti fondamentali - le cosiddette
“minuzie” - le quali vengono, in
seguito, trasformate in un codice
biometrico utilizzato per i successivi riconoscimenti.
Quando l’utente registrato passa
il dito sullo scanner, se il codice
di accesso coincide con quello in
memoria, il comando si attiva. La rivista di riferimento per utenti Mac, iPhone e iPad
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SICUREZZA RESIDENZIALE SOLUZIONI
Per azzerare i rischi di sabotaggio e
manomissione, sono stati impiegati
materiali di alta resistenza e qualità.
Tutte le tubazioni e canalizzazioni
sono state realizzate con materiali
antisabotaggio e anche il locale
tecnico è stato posto in sicurezza e
viene termo-controllato e regolato.
Anche il sistema di amplificazione
Gsm è stato installato avendo cura
di proteggerlo dalle manomissioni.
Tutti i cavi, a partire da quelli per il
sistema video, sono stati realizzati
con tecnologie immuni a disturbi
radio e/o a disturbi elettrici.
La particolare cura rivolta sia al
progetto che alla sua realizzazione
è motivata dal fatto che gli immobili sono abitati da persone legate
al mondo dello spettacolo, molto
conosciute e popolari e, dunque, più
esposte al rischio di aggressioni.
Ariela Papadato
S
i deve all’azienda TE.SI.S. di
Saronno, in provincia di Varese,
l’accurato intervento di messa in
sicurezza di un prestigioso stabile
milanese che - situato nei pressi dello
stadio di San Siro e abitato da celebri
esponenti del jet set nazionale - era
soggetto a ripetuti atti di microcriminalità dovuti a malintenzionati
nascosti tra i tifosi al rientro dalle
partite del sabato sera.
L’impianto installato integra più
sistemi: videosorveglianza, antintrusione, antieffrazione, un “piano di
chiusura personalizzato” e un’amplificazione Gsm.
L’intervento
In primo luogo, è stato realizzato
un sistema di videosorveglianza
in grado di controllare tutte le aree
condominiali comuni e le zone di
accesso. Per garantire che potessero entrare nel condominio soltanto le persone autorizzate, è stato
Quando abitare in zona
Stadio è rischioso
Grazie a un sistema di sicurezza integrato, un piccolo e lussuoso condominio
milanese nei pressi dello stadio di San Siro è riuscito a porre fine alle razzie
compiute da chi, ogni sabato sera, nascondendosi nel flusso dei tifosi
e saltando una bassa recinzione, entrava nell’area box e cantine e trafugava
tutto quanto era a portata di mano, dalle automobili alle motociclette,
fino a casse di costosissimo champagne.
progettato e realizzato un “piano
di chiusura personalizzato”: ogni
condòmino è stato dotato di una
password e di un proprio profilo di
accesso, che utilizza per accedere
allo stabile.
Infine, si è proceduto alla sicurezza
dei garage: per ogni box sono state
realizzate corazzature alle porte di
ingresso, in modo da evitare scassi e
forzature.
In più, i garage sono stati protetti
con sistemi antintrusione e antirapina.
Inoltre, è stato realizzato un
impianto di amplificazione Gsm
- dove sono archiviate le immagini
- fino alla mimetizzazione delle
connettività di sistemi e apparati.
L’azienda che ha progettato e installato il sistema di sicurezza appena
descritto è TE.SI.S. (Saronno, Varese). Con Luca Malinconi, suo direttore
tecnico, abbiamo approfondito alcuni punti.
Tre aggettivi per descrivere
il lavoro realizzato…
Come si è sviluppato il progetto?
Gli abitanti del condominio erano
da tempo vittime di chi, ogni sabato
sera - nascondendosi nel flusso
dei tifosi e saltando una bassa
recinzione - entrava nell’area box e
cantine e trafugava tutto quanto era
a portata di mano, dalle automobili
alle motociclette, fino a casse di
costosissimo champagne. Nello
specifico, ci è stato chiesto di
mettere in sicurezza tutte le aree più
facilmente accessibili e nelle quali
avvenivano i furti. Zone comuni come il locale hobby - e private,
come le cantine e i garage…
Quali requisiti vi sono stati
richiesti?
Da una parte era indispensabile
una soluzione che, tramite la
tecnologia più avanzata, garantisse
la sicurezza più completa,
comprendendo impianti diversi
e integrati tra loro. Dall’altra,
abbiamo dovuto prestare
grande attenzione all’estetica
Grande attenzione è stata posta
anche all’estetica dei componenti
e all’impatto visivo finale, in modo
da non intaccare la bellezza dello
stabile. La parola all’installatore
- fondamentale per quel tipo
di edificio - e alla semplicità di
utilizzo.
Da quale problema si è partiti?
per i corselli dei box e per le zone
interrate, così da consentire ai condòmini di poter usufruire dei propri
dispositivi portatili per comunicare
anche all’interno di queste zone.
Innanzitutto abbiamo installato
il sistema video - che utilizza
telecamere analogiche
antivandaliche - rivestendo
con acciaio inox qualunque
cavo e tubazione, per evitare
sabotaggi e manomissioni. Le
immagini vengono archiviate in
un armadio protetto, situato in un
locale al quale ha accesso solo
l’amministratore del condominio.
Poi abbiamo affrontato il problema
dell’accesso indiscriminato
ai varchi, dotando i cancelli
di serrature ad alta portata e
resistenza e gli inquilini di chiavi
cifrate personalizzate. Abbiamo
poi lavorato sulla sicurezza di
ogni garage, rafforzandone la
tenuta tramite blindature e piastre
antitaglio e installando singoli
impianti antintrusione con sensori
di urto, contatti antiapertura
e sirene. Dopodiché abbiamo
realizzato un sistema Gsm
“privato”, prendendo il segnale sul
tetto della casa e ripetendolo nella
zona cantine…
Complementarietà dei sistemi
- che hanno raggiunto un
grado veramente esemplare di
integrazione - semplicità di utilizzo
e alto livello estetico, del quale
sono particolarmente orgoglioso.
E i fenomeni di micro-criminalità
dai quali è nata l’esigenza
di protezione?
Sono completamente cessati. Che significa?
Che chi è vittima di un’aggressione
nell’area box e nell’area cantine non sempre coperte dal segnale
- ha la possibilità di chiamare
con il proprio cellulare le Forze
dell’Ordine.
La difficoltà maggiore durante
i lavori?
Il fatto che il palazzo, dal punto
di vista strutturale, fosse ormai
“completo”… Dunque abbiamo
dovuto occuparci di ogni
particolare installativo, dalla
climatizzazione del locale tecnico
Ricordiamo ai lettori che l’impianto
descritto in questa pagina è risultato finalista per la categoria “Residenziale” nell’ambito del Premio H
d’Oro 2011. Il Premio H d’Oro è un
prezioso riconoscimento, un punto
di riferimento per il settore sicurezza, istituito dall’azienda milanese
Hesa nel 2006 e volto a premiare la
professionalità degli installatori e
l’originalità e l’innovazione dei progetti realizzati.
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SICUREZZA RESIDENZIALE PICCOLO VOCABOLARIO DELLA SICUREZZA
A
Accecamento - La neutralizzazione di un rivelatore
ottenuta aumentando a dismisura la quantità della
grandezza che attiva il rivelatore stesso.
Allarme improprio - Allarme derivante da un uso non
corretto del sistema, ad esempio da parte dell’utente che si
dimentica di disattivare il sistema stesso.
Allarme intempestivo - Falso allarme derivante dall’uso
di tecnologie non appropriate a gestire fenomeni non
pericolosi (ad esempio, aperture con eccessivo gioco).
Antisaturazione - Nei sistemi wireless, il sistema che
permette di segnalare e di evitare il tentativo di saturazione
delle frequenze di trasmissione.
Antiscanner - Funzione che impedisce il superamento di
un sistema di allarme mediante l’invio di più comandi in
sequenza, fino a giungere a quello che disabilita l’allarme
stesso.
E
Esclusione - Lo stato di una parte del sistema di allarme da
cui non è possibile notificare una condizione di allarme.
F
Forzatura - L’annullamento di una situazione operativa
determinato da una condizione che “forza” lo stato
esistente.
G
Grado di protezione - Codice a due cifre (la prima per
la penetrazione di corpi solidi, la seconda per i liquidi)
preceduto dalla sigla IP e indicante da cosa è protetto
l’oggetto. Per esempio IP35 indica la protezione dalla
penetrazione di corpi solidi fino a 2,5 mm (3) e da getti
d’acqua (5).
Attuatore - L’organo di comando e di segnalazione.
Autoprotezione - I metodi attuati per proteggere
un’apparecchiatura o un sistema dai tentativi di
neutralizzazione.
B
Barriera - Sbarramento elettrico o elettronico che protegge
la zona in cui si desidera segnalare l’intrusione.
Brandeggio - La possibilità di movimento di una
telecamera in orizzontale e in verticale, al fine di poter
controllare una zona più vasta rispetto a quella controllata
da una telecamera fissa.
Bus - Sistema a due fili per la trasmissione di informazioni
codificate.
Bus a due fili non polarizzato - Sistema a bus di facile
installazione e configurazione.
Bussola - La barriera costituita da due porte in sequenza.
I
Impianto perimetrale - Impianto che controlla
l’antintrusione di una zona verificando le condizioni del
perimetro (vedi Impianto volumetrico).
Impianto volumetrico - Impianto che controlla
l’antintrusione di una zona verificando le condizioni
all’interno della zona stessa (Vedi Impianto perimetrale).
Infrarosso - Radiazione non visibile dall’uomo ma
utilizzabile per realizzare sensori che rilevano il movimento
in un ambiente.
Interferenza - Disturbo (voluto o casuale) sui segnali o sui
messaggi.
R
RFD - Rete Fonia e Dati.
Ridondanza - La possibilità di ottenere lo stesso segnale di
allarme da due rivelatori con diverse tecnologie, in modo da
garantire una maggior sicurezza del sistema di allarme.
Ripristino - La procedura per annullare un segnale di
allarme, di manomissione o di guasto e tesa a riportare il
sistema nella situazione precedente.
Rivelatore - Dispositivo che, sfruttando fenomeni fisici,
magnetici elettrici, luminosi, termici, è in grado “rivelare”
un tentativo di intrusione e di inviare un segnale elettrico di
allarme a distanza.
RNIS - Rete Numerica Integrata Servizi.
S
Safety - Parte della sicurezza attinente alla protezione della
persona fisica da eventi come le fughe di gas l’incendio, gli
allagamenti ecc. (Vedi security).
Security - Parte della sicurezza che riguarda gli impianti
antrintrusione, antifurto, di videosorveglianza e di controllo
accessi (Vedi safety).
Selettore - Dispositivo che consente di commutare,
manualmente o automaticamente, i segnali video
provenienti da più telecamere su uno o più monitor.
Sensore inerziale - Dispositivo che protegge superfici
(vetri, porte, pareti ecc.) da tentativi di sfondamento.
Sistema di sicurezza - Sistema di impianti, tecniche e
azioni in grado di rivelare e segnalare situazioni di pericolo
per persone e cose.
L
Livello prestazionale - In base alle Norme CEI 79-3 indica,
con uno dei quattro numeri da 0 a 3, una classificazione
delle prestazioni di un sistema antintrusione.
T
Tamper - Dispositivo che protegge un sistema di allarme
evitando tentativi di sabotaggio.
TP - Twisted pair, doppino telefonico.
C
Cablaggio - Il collegamento tra i vari sistemi dell’impianto.
Combinatore telefonico - Dispositivo che effettua
una chiamata telefonica a uno o più numeri di telefono
se attivato da un tentativo di manomissione o da un
messaggio della centrale.
Compressione - Metodo con cui si ottiene la
memorizzazione di immagini di elevata qualità, senza però
utilizzare memorie eccessivamente grandi. In genere, i
sistemi Mpeg1, Mpeg2 e H264 offrono elevate prestazioni.
D
DECT - Digital Enhanced/Equipment Cordless
Telecommunications, standard europeo di comunicazione
digitale senza fili.
M
Motion Detector - Dispositivo che analizza il segnale video
e, nel caso che due immagini consecutive siano differenti,
genera un segnale di allarme.
Mpeg - Metodo di compressione delle immagini
proveniente da un impianto Tvcc che permette di diminuire
la memoria necessaria all’operazione.
Multiplexer - Dispositivo che permette di visualizzare su un
unico schermo o di registrare le immagini provenienti da più
telecamere.
P
PIR - Indica il sensore passivo ad infrarossi.
Protezione attiva - L’impianto antintrusione o antifurto
(Vedi protezione passiva).
Disqualifica - Capacità del rivelatore di segnalare la
variazione (peggioramento) delle sue prestazioni a causa
ad esempio di particolari condizioni atmosferiche (pioggia,
neve ecc.).
Protezione passiva - Le serrature, le porte blindate e le
tapparelle, le inferriate ecc. (Vedi protezione attiva).
Dome - Telecamera il cui dispositivo di brandeggio (Vedi) è
inserito in una cupola trasparente che serve, oltre che per
proteggere il sistema, anche per renderlo più gradevole alla
vista.
Protocollo - L’insieme delle regole con cui si realizza una
comunicazione tra trasmettitore e ricevitore.
Doppia tecnologia - Modo di rendere più performanti
i sensori grazie, appunto, all’uso di due tecnologie, ad
esempio infrarossi passivi e ultrasuoni o infrarossi passivi e
microonde.
Dual Band - Tecnologia che consente di diminuire o evitare
i rischi derivanti da interferenze o da accecamenti.
Protezione volumetrica - Sistema in grado di rilevare un
movimento all’interno del volume da proteggere.
PSTN - Acronimo di Public System Telephone Network,
rete telefonica commutata per lo scambio di informazioni.
Q
Quad - Dispositivo che consente di suddividere l’immagine
di un monitor in modo da rappresentare quanto rilevato da
una, due, quattro o otto telecamere.
Trasduttore attivo - Il trasduttore che, per il suo
funzionamento, necessita di una sorgente di energia
esterna (Vedi trasduttore passivo).
Trasduttore passivo - Il trasduttore che, per il suo
funzionamento, non necessita di una sorgente di energia
esterna (Vedi trasduttore attivo).
Transponder - Abbreviazione di transmitter e responder
cioè ricevitore-trasmettitore che genera un segnale in
risposta ad una specifica interrogazione.
U
Ultrasuoni - Frequenze non udibili dall’uomo (dai 20 ai
50 kHz) ma utilizzabili per realizzare sensori che rilevano il
movimento in un ambiente.
V
VOIP - Voice Over Internet Protocol, telefonia attraverso
internet.
W
Wireless - Senza fili.
Z
Zona protetta - La parte del luogo protetto che permette di
individuare il punto in cui si è verificato l’allarme.
Sicurezza è una rivista
Il mensile da oltre trent’anni punto di riferimento
per installatori professionisti, progettisti,
integratori di sistemi e security manager, ai quali
offre tutti i mesi una panoramica delle tecnologie
e dei dispositivi per la protezione di beni, luoghi
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