Orselina
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s
2014
www.pro-orselina.ch
[email protected]
PROGRAMMA MANIFESTAZIONI 2014
alle pagine 18-19
Sommario/Inhalt
Storia del turismo orselinese
Episoden aus Orselinas Tourismusgeschichte
2-7
2-3
Sicurezza:, un vero punto di forza
Sicherheit als wahre Stärke
5
Mostra fotografica
Fotoausstellung
7
Neofite, salute pubblica e biodiversità 9-11
Neophyten, Biodiversität und die Gesundheit
Tasse: dal pianoforte al ferro da stiro
Merkwürdige Gebühren
13-15
12-13
Nascita della Pro Orselina
Die Geburt von Pro Orselina
15
Distribuzione dell’acqua ieri e oggi
Wasserversorgung gestern und heute
15
“ArteperArte” - sculture nel Parco
Skulpturen im Park
21
Gita nelle Terre di Pedemonte
Ausflug in die „Terre di Pedemonte”
22-25
Pilota di Formula 1
Der Formel-1-Pilot
26-27
Ricordi della Festa d’agosto
August-Fest im Park
28-29
22-25
L’eredità di Luigi Agustorni
Das Erbe eines Meisters
31-33
26-27
www.pro-orselina.ch
[email protected]
Pro Orselina CH-6644 Orselina
18-19
Brione s/Minusio, museo all’aperto
Kulturevents in der Casa al Platano
35
Manifestazioni al
Parco di Orselina
Veranstaltungen
im Park von Orselina
Programma 2014
Programm 2014
Editore: Pro Orselina
Comitato Pro Orselina: Marco Garbani Nerini (presidente), René Schürpf (vice presidente),
Claudio Lanini (cassiere), Christa Kremmel (segretaria), Françoise Pohl, Giovanni Bonetti,
Silvio Cantiello
Comitato di redazione: Carlo Branca, Gianni Caminada, Marco Garbani Nerini, Ramona
Cristina (sito internet), Christa Kremmel, Luca Bieri
Pubblicità: Christa Kremmel, Marco Sasselli, René Schürpf
Traduzioni: Antje Bargmann, Francesco Welti
Foto: Garbani, Locarno
Impaginazione: Rezzonico Editore, Locarno
Editing: Enrica Gazzaroli
Stampa: RPrint SA, Locarno
ORSELINA 2014 1
Pagine di storia
del turismo orselinese
di DAVIDE MARTINONI
mmaginiamoci lo scenario
collinare di 90 anni fa: strade sterrate, urbanizzazione
pressoché inesistente, ampie
superfici verdi. Da uno stabile
chiamato ‘Kurhaus Orselina’
esce una coppia stranamente
assortita: lui è ancora un ragazzo, si chiama Hermann Amstutz, la sua famiglia è proprietaria dell’albergo; lei è una
donna che dal passo stentato,
difficoltoso, lascia intuire un
malessere più interiore che fisico. Si chiama Marie Rothan e da
qualche mese sta cercando di
lenire, nel clima temperato ticinese, le sofferenze di una brutta forma depressiva. È la moglie di un uomo importante, un
barone a noi oggi ben noto:
Pierre de Coubertin, fondatore
del Comitato olimpico internazionale e promotore dei moderni Giochi Olimpici. Importante ma assente. Ed è forse
anche per questo che la donna
non riesce a darsi pace, cedendo ogni giorno ad una sorta di
rituale infantile: gettare sassolini (raccolti per lei da Hermann) da un ponte sul riale
Gutta, che taglia via Caselle...
I
Hotel Al Sasso, anni ‘60
(chiuso negli anni ‘80)
Hotel Mon Désir, anni ‘40
(chiuso inizio 2000)
Ristorante Funicolare, anni ‘50
Ristorante Miralago, anni ‘50
(chiuso negli anni ‘60)
di stravolgimenti politici come la
Rivoluzione russa, questa élite di
turisti che poteva permettersi
lunghi soggiorni di cura ha dovuto rinunciare. C’era la crisi,
durissima, che nel corso degli
anni ha determinato la chiusura
forzata, uno dopo l'altro, di quasi tutti gli alberghi del periodo
d’oro".
Salvo beninteso alcune eccezioni: l’Orselina degli Amstutz, oppure il Mirafiori della famiglia
Schmid, in funzione ancora oggi
e in procinto di essere assunto in
gestione da un’esponente della
terza generazione: Rachele, figlia di Carlo e Ivana (l'altra figlia,
Scilla, dopo un lungo periodo
d’attività alberghiera, si è trasferita a Lugano).
"Certo il turismo di una volta era
completamente diverso rispetto
a quello attuale – commenta
Carlo Schmid – e la forte connotazione curativa del nostro
territorio determinava soggiorni
molto lunghi, di settimane o addirittura mesi.
Oggi, lo sappiamo, la permanenza media è nettamente ridotta e le condizioni generali sono cambiate a causa dell’estre-
ma facilità negli spostamenti e
della concorrenzialità dei prezzi
di altre destinazioni. Ecco perché, per distinguersi, ora bisogna puntare sulla qualità, sull’investimento continuo, sulla
capacità di accoglienza, sulla disponibilità".
Anche il Mirafiori ha dovuto
adeguarsi. "Ho ripreso l’attività
nel 1982 da mio padre, che aveva acquistato l'albergo nel 1953,
e subito ho operato un intervento radicale alla struttura, raddoppiando il numero di camere
e dotandole progressivamente
dei comfort cui l’ospite non rinuncia. Stare al passo con i tempi, non perdere la voglia di migliorarsi, è la base della sopravvivenza alberghiera, perché le
esigenze mutano e sarebbe autolesionista far finta che ciò non
accada".
“Inoltre – conclude Carlo
Schmid – c’è un aspetto fondamentale del fare turismo che
nessun investimento, nessuno
sconto, nessuna iniziativa potrà
mai sostituire: la capacità di regalare un sorriso. Un buon piatto servito col muso ha un sapore molto meno gradevole".
Piccoli scampoli di storia come
questo, situabile attorno al 1925,
raccontano l’anima turistica non
solo della collina orselinese, ma
di tutto il Locarnese.
Una regione che – ricorda Alberto Amstutz, albergatore di esperienza e tradizione familiare (e nipote del citato Hermann) – "nella prima metà del ‘900 ha costruito la sua fortuna proprio sulla mediterraneità. Orselina, in
quel contesto, poteva distinguersi rispetto ad altre località per la
sua raggiungibilità: nel 1906 è
entrata in funzione la funicolare,
che dal punto di vista della mobilità individuale rappresentava
un bel passo avanti rispetto agli
spostamenti a piedi, o a cavallo".
Anche su queste basi il villaggio
collinare potrà contare a un certo punto su una dozzina di hôtel
“curativi”, con tanto di Società
albergatori propria, e accoglierà
intellettuali, nobili, addirittura –
grazie ad un accordo stretto fra
Svizzera e USA – gli ufficiali d’armata statunitensi che dovevano
vegliare nel delicato periodo post
Seconda guerra mondiale.
"Lo sviluppo del turismo orselinese dev’essere visto in un contesto più ampio, nazionale – continua Amstutz. Dopo la Prima
guerra mondiale, anche a causa
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2 ORSELINA 2013
Episoden aus Orselinas
Tourismusgeschichte
von DAVIDE MARTINONI
tellen wir uns ein Szenario
am Hügel von vor 90 Jahren vor: Strassen ohne
Asphalt, kaum Bauten, viel
Grün. Aus einem ‘Kurhaus Orselina’ genannten Gebäude tritt
ein merkwürdiges Paar. Er ist
noch ein Junge und heisst Hermann Amstutz, seine Familie
besitzt das Hotel. Sie ist eine
Frau, die zögerlich, mit Mühe
geht und so ein Unbehagen erkennen lässt, das mehr seelisch
denn physisch ist. Ihr Name ist
Marie Rothan. Seit einigen Monaten versucht sie im milden
Tessin das Leiden einer schweren Depression zu lindern. Sie
ist die Ehefrau eines bedeutenden Mannes, eines heute wohlbekannten Barons: Pierre de
Coubertin, Gründer des Internationalen Olympischen Komitees
und Veranstalter der Olympischen Spiele der Moderne. Wichtig, aber abwesend. Vielleicht
findet die Frau deshalb keinen
Frieden und gibt sich jeden Tag
einem kindlichen Ritual hin:
Steinchen – die Hermann für sie
sammelt – von einer Brücke in
den Gutta-Bach zu werfen, der
die Via Caselle kreuzt...
S
Kleine Szenen aus der Geschichte
wie diese aus der Zeit um 1925
zeigen nicht nur die touristische
Seele des Hügels von Orselina,
sondern des ganzen Locarnese.
“Eine Region“, erinnert Albert
Amstutz, Hotelier mit Familientradition und Enkel des zitierten
Hermanns, “die ihren Erfolg in
der ersten Hälfte des 20. Jahrhunderts auf einem mediterranen Ambiente aufgebaut hat.
Orselina vermochte sich in diesem Kontext von anderen Ortschaften abzuheben, weil es
über die 1906 in Betrieb genommene Standseilbahn erreichbar war, die gegenüber einer
Fortbewegung zu Fuss oder zu
Pferd einen grossen Fortschritt
bedeutete“.
Auch dank dieser Besonderheit
verfügte die Hügelgemeinde
schliesslich über ein Dutzend Hotels im therapeutischen Bereich,
eine eigene Hoteliersgesellschaft,
und wurde von Intellektuellen,
Adligen, ja – dank einer Vereinbarung zwischen der Schweiz
und den USA – sogar von Offizieren der US-Armee frequentiert, welche über die heikle
Nachkriegszeit wachen mussten.
“Die Entwicklung des Tourismus
in Orselina muss auch im grösseren, nationalen Zusammenhang betrachtet werden“ – fährt
Amstutz fort. “Nach dem Ersten
Weltkrieg und wegen politischer
Veränderungen, wie die russische Revolution, verschwand jene touristische Elite, die sich lange Kuraufenthalte leisten konnte. Es herrschte eine sehr schwere Krise, weshalb nach und nach
fast alle Hotels der goldenen
Epoche schliessen mussten.“
Mit einigen Ausnahmen, natürlich. Das Orselina der Amstutz
oder das Mirafiori der Familie
Schmid, das noch heute in Betrieb ist: Nun schickt sich eine
Vertreterin der dritten Generation an, die Leitung zu übernehmen, Rachele, Tochter von Carlo
und Ivana: Die andere Tochter,
Scilla, ist nach langer Tätigkeit in
der Hotellerie nach Lugano gezogen.
“Natürlich war der Tourismus
von einst völlig anders“, ordnet
Carlo Schmid ein. “Das stark
ausgeprägte Kur-Element führte
zu sehr langen Aufenthalten von
Wochen, sogar von Monaten.
Wie wir wissen, ist die Aufenthaltsdauer massiv gesunken, zudem haben sich die Bedingungen ganz allgemein verändert,
weil Reisen extrem einfach geworden ist und andere Destinationen preislich konkurrenzfähig
sind. Um sich hervorzuheben,
muss man daher auf Qualität
setzen, auf ständige Investitionen, auf die Empfangskultur, auf
grossen Einsatz.“
Auch das Mirafiori hat sich anpassen müssen. “Ich habe den
Betrieb 1982 von meinem Vater
übernommen, der das Hotel
1953 gekauft hatte. Umgehend
nahm ich einen radikalen Umbau
vor, verdoppelte die Zahl der
Zimmer und stattete sie schrittweise mit dem Komfort aus, auf
den ein Gast nicht verzichtet. Mit
der Zeit gehen, den Willen nicht
verlieren, sich zu verbessern: Das
ist die Grundlage für das Überleben in der Hotellerie. Denn die
Bedürfnisse ändern sich und es
wäre masochistisch, davor die
Augen zu verschliessen.“
Ausserdem gibt es laut Schmid
im Tourismus “etwas Entscheidendes, das keine Investition,
kein Rabatt, keine Aktivität je ersetzen kann: die Fähigkeit, ein
Lächeln zu schenken. Ein schmollend serviertes Gericht schmeckt
weit weniger“.
Hotel Planta, anni ‘60
(chiuso negli anni ‘70)
Hotel Stella, anni ‘50
Ristorante Bellavista, anni ‘50
(chiuso nel 2010)
Terazza Hotel Orselina, anni ‘40
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ORSELINA 2013 3
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A sinistra: la vecchia fontana ancora esistente
in via Al Parco (dietro il palazzo comunale).
Sopra: una cartolina d’epoca con il Ristorante
Funicolare e la Madonna del Sasso.
Sotto: altre immagini d’epoca di Orselina.
Links: ein alter noch existierender Brunnen an
der Via al Parco (hinter dem Gemeindehaus).
Oben: eine alte Postkarte mit dem Restaurant
Funicolare und der Madonna del Sasso.
Unten: historische Aufnahmen von Orselina.
La sicurezza,
un nostro vero
punto di forza
nni fa ebbi occasione di incontrare un ministro
germanico che da tempo era solito trascorrere le
sue vacanze al Sonnenhof di Ascona. Gli chiesi
come mai proprio il Locarnese. Mi rispose raccontandomi
una storia che non potrò mai dimenticare".
Flavio Mazzoni ha presieduto l’Ente turistico di Ascona dal
1996 per una decina d’anni. Considera la fusione con l’Ente turistico di Locarno e Valli, da lui promossa, come "l’evento sicuramente più importante della mia esperienza nel settore, un evento precursore di quello che intende fare ora
Ticino Turismo con le Organizzazioni turistiche regionali, visto che allora la nostra intenzione era di coinvolgere anche
tutti gli Enti turistici locarnesi. Ma quello, in quel momento, era un frutto ancora troppo acerbo per essere raccolto". Un decennio vissuto sull’onda di grossi cambiamenti,
quello di Mazzoni alla testa dell’Ente turistico; cambiamenti che su scala minore sono lo specchio di quelli maturati
nel turismo locarnese durante gli ultimi 60 anni: un flusso
del tutto naturale di eventi e situazioni che ha plasmato il
carattere di tutta una regione. "Ma ci sono cose che sono
rimaste invariate e che sono la nostra forza. Per esse con
determinazione dobbiamo continuare a lavorare e ad investire. Ne va della nostra sopravvivenza". Glielo fece capire
proprio quel ministro: "La storia che mi raccontò fu per me
una piccola illuminazione. Il ministro mi disse che, reduce
da un periodo di duro lavoro, giunse ad Ascona e si sistemò come sempre in albergo. Tre giorni dopo, finalmente
un po’ più rilassato, ebbe un sussulto: aveva lasciato in auto la sua mappetta contenente gli affari di Stato. Col cuore
in gola si precipitò al parcheggio e si accorse che la mappetta era ancora al suo posto, ma non solo: vi era rimasta
nonostante le portiere fossero aperte. Ricordo quell’aneddoto per dire che era e rimane la sicurezza, il nostro vero
punto di forza". Una sentimento impagabile che ha sempre caratterizzato il Locarnese come destinazione turistica,
e che Mazzoni considera il principale 'fil rouge' dell’evoluzione turistica regionale.
(D.MAR.)
“A
Sicherheit
als wahre
Stärke
„V
or Jahren hatte ich die Gelegenheit, einen deutschen Minister zu treffen, der seit längerem die Ferien im Sonnenhof in Ascona zu verbringen pflegte. Ich fragte ihn:
weshalb ausgerechnet das Locarnese? Er
antwortete mir mit einer Geschichte, die
ich nie vergessen werde.“Flavio Mazzoni
hat den Verkehrsverein Ascona von 1996
an während rund einem Jahrzehnt präsidiert. Er betrachtet die von ihm vorangetriebene Fusion mit dem Ente turistico Locarno e Valli als das “sicherlich wichtigste Ereignis meiner Zeit in diesem Sektor.
Ein Ereignis, das vorausnahm, was Ticino
Tourismus jetzt mit den regionalen Tourismus-Organisationen tun will. Insbesondere weil es damals auch unsere Absicht
war, alle Verkehrsvereine des Locarnese
einzubinden. Aber dafür war die Zeit
noch nicht reif.“ Mazzonis Jahrzehnt an
der Spitze des Verkehrsvereins war das
der grossen Veränderungen, welche auf
anderer Ebene widerspiegeln, was sich in
den letzten 60 Jahren im Locarneser Tourismus verändert hat – ein natürlicher
Fluss von Ereignissen und Situationen,
welche den Charakter der ganzen Region
geprägt haben. “Aber es gibt Dinge, die
gleich geblieben und unsere Stärke sind.
Für diese müssen wir entschieden einstehen und investieren. Davon hängt unser
Überleben ab.“ Das war genau das, was
ihm der besagte Minister begreiflich machte. “Seine Geschichte war für mich eine Art Erleuchtung. Nach einer Phase
harter Arbeit in Ascona angekommen, richtete er sich wie immer im Hotel ein.
Drei Tage später, als er sich endlich etwas
entspannt hatte, erschrak er: Er hatte seine Mappe mit Unterlagen zu Staatsgeschäften im Auto gelassen. Pochenden
Herzens stürzte er zum Parkplatz und
stellte fest, dass das Mäppchen noch an
seinem Platz war. Mehr noch: Es lag dort,
obwohl der Wagen nicht abgeschlossen
war. Ich erinnere an diese Anekdote, weil
die Sicherheit unsere wahre Stärke war
und ist.“ Ein unbezahlbares Gut, das seit
jeher das Locarnese als Tourismusdestination auszeichnet und das Mazzoni als
den wichtigsten “roten Faden“ für die
touristische Entwicklung der Region bezeichnet.
(D.MAR.)
ORSELINA 2014 5
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Palazzo Salina 6600 Locarno-Muralto tel 091 743 86 60
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Gli alberghi del passato
in una mostra fotografica
Pensione Villa Fragola
Castello Bernese e Albergo Mirafiori
Ristorante Posta
Hotel Montesano
l bianco e nero gioca brutti scherzi perchè consegna
all’immagine una “allure”
particolare e induce nell’osservatore una naturale nostalgia che si fa pungente quando i luoghi sono familiari, frequentati ogni giorno, conosciuti a fondo. La forza della
mostra di fotografie allestita
quest’anno dalla Pro Orselina
lungo il canonico percorso,
che si snoda dalla Madonna
del Sasso alla chiesa, è proprio
nella presenza preponderante
del bianco e del nero, per un
gioco di contrasti che si fa anche lezione geo-culturale.
Abbiamo autentiche chicche,
nella raccolta di immagini di
alberghi del passato – alcuni
scomparsi da tempo – che rimandano gli anziani all’infanzia e i più giovani nel regno
dei racconti. Come Villa Fragola, antica pensione situata
in Via Eco, che di delizioso
aveva però soltanto il nome e
l’aspetto, non il ruolo storico:
ospitava infatti i figli dei gerarchi nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Della
villa rimane oggi soltanto il
nome dell’edificio in comproprietà: “La Fragolaia”. Poi ci
I
sono i simboli resistiti al tempo e ai cambiamenti. Dal novero delle immagini possiamo
estrapolare quelle dell’Albergo Stella (negli anni radicalmente trasformato), della Clinica Montesano (oggi residenza per anziani), dell’Albergo Mirafiori (nato nel 1900 e
primo hôtel con “diritto di alloggio”), dell’Albergo Orselina (oggi Villa Orselina ma ancora testimone, nella sua anima e nell’aspetto del corpo
principale, degli splendori
passati) e del Ristorante Funicolare (straordinari gli scorci
proposti, con la strada sterrata e una cementificazione ancora da venire).
Del tutto scomparsi, invece,
altri simboli dell’Orselina turistica che fu, come il Ristorante Mirasole, l’Albergo al Sasso, il Mon Désir, l’ex Pöstli, la
Pensione Helvetia, il Bellavista
e la Pensione Planta, contigua
al Kurhaus Victoria, non lontano dal Castello Bernese, a
tutt’oggi punto di riferimento
degli orselinesi. Insomma,
un’autentica pioggia di ricordi sugli irripetibili fasti del secolo scorso. Sono gocce, e lacrime, di meraviglia. (D.MAR)
Hotel Orselina
Hotels von einst in
einer Fotoausstellung
in Schwarzweissfoto ist tückisch,
weil es dem Abgebildeten eine spezielle Note gibt und den Betrachter
zu einer natürlichen Nostalgie verleitet,
die besonders stark wird, wenn es sich
um täglich aufgesuchte Stätten handelt,
die man bestens kennt.
Die Stärke der diesjährigen Fotoausstellung von Pro Orselina, die entlang des
üblichen Parcours von der Madonna del
Sasso zur Kirche führt, wird durch ein
Spiel der Kontraste Schwarz und Weiss
dominiert, das auch zu einer geo-kulturellen Lektion wird.
Unter den Bildern von – einigen seit langem verschwundenen – Hotels der Vergangenheit gibt es echte Schmuckstükke, die Ältere an ihre Kindheit erinnern
und Jüngere an Geschichten. Die Villa
Fragola gehört dazu, eine alte Pension in
der Via Eco, von der lediglich Name und
Anblick angenehm waren, nicht aber ihre historische Rolle: Sie beherbergte
während des Zweiten Weltkrieges die
Kinder von Nazi-Führungskräften. Von
der Villa ist nur noch der Name übrig,
“La Fragolaia“.
Dann gibt es Symbole, die dem Zahn der
E
Zeit und den Veränderungen getrotzt haben. Herauspicken können wir aus der
Fotoserie das Albergo Stella (über die
Jahre radikal umgestaltet), die Clinica
Montesano (heute Altersresidenz), das
Albergo Mirafiori (1900 entstanden, erstes Hotel mit “Bewilligung für Übernachtungen“), das Albergo Orselina
(heute Villa Orselina, deren Seele und
Hauptkörper aber noch immer vom
Glanz der Vergangenheit zeugen) und
das Ristorante Funicolare (ausserordentlich die gezeigten Ansichten mit der
nicht asphaltierten Strasse und einer
noch bevorstehenden Bautätigkeit).
Vollständig verschwunden sind hingegen
andere Symbole des touristischen Orselina von einst wie das Restaurant Mirasole, das Albergo al Sasso, das Mon Désir,
die Pension Helvetia, das Bellavista, die
an das Kurhaus Victoria angrenzende
Pension Planta unweit des Castello Bernese, das bis heute ein Bezugspunkt der
Leute von Orselina ist. Kurz gesagt,
bringt es eine Flut an Erinnerungen an
die unwiederbringlichen Höhepunkte
des vergangenen Jahrhunderts. Tropfen
– und Tränen – voller Zauber. (D.M.)
ORSELINA 2014 7
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stehen auch Nicht-Hotelgästen zur Verfügung.
Neofite,
salute pubblica
e biodiversità
Neophyten,
Biodiversität und
die Gesundheit
di/von FRANCESCA PALLI
vegetali si sono sempre diffusi fuori dal loro habitat d’origine, anche prima della comparsa dell’uomo sulla terra, ma
l’umanità ha avuto un ruolo decisivo nell’incrementare queste
migrazioni. Ad esempio, il castagno, originario dell’Asia Minore,
è stato introdotto in Ticino dai
Romani. Prima del 1500, circa
500 specie vegetali si erano già
naturalizzate con successo in
Svizzera. Dopo il 1492, molte
specie animali e vegetali provenienti dal continente americano
raggiunsero l’Europa, ma è dal
1900 che ininterrottamente più
piante esotiche arrivarono e continuano a giungere nel nostro
paese a causa di un’urbanizzazione sempre più estesa e dell’aumento degli scambi commerciali e turistici. Circa il 10%
delle specie introdotte riesce a
stabilirsi definitivamente nella
nostra flora, mentre solo l’1 %
diventa invasivo. La flora svizzera oggi è costituita da 2650 specie indigene, 305 neofite apparentemente non problematiche
e 45 neofite invasive.
Benché siano relativamente poche, l’introduzione di specie esotiche è una delle principali cause del degrado ambientale, dell’eccesivo sfruttamento delle risorse naturali, della distruzione e
della frammentazione degli habitat. Secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura (UICN), le specie esotiche invasive sono la seconda
causa di diminuzione della diversità biologica a livello mondiale. Se una neofita invasiva
raggiunge una grande diffusione, solitamente è impossibile
che si estingua: si tratta quindi
di un processo irreversibile.
A Orselina questi fenomeni nocivi per la flora indigena, sono
facilmente osservabili, soprattutto nelle immediate vicinanze
dell’abitato. Il bosco e il sottobosco, attorno alla Madonna del
Sasso, sono un ottimo esempio,
essendo costituiti quasi più da
specie esotiche che da flora indigena, tra le quali: robinie (Robinia pseudoacacia), palme (Trachycarpus fortunei ), mimose
(Acacia dealbata), false canfore
(Cinnamomum glanduliferum),
ailanti (Ailanthus altissima), paulownie (Paulownia tomentosa),
laurocerasi ( Prunus laurocerasus), alberi delle farfalle (Buddleja davidii), ciliegi di Virginia
(Prunus serotina), poligoni del
Giappone (Reynoutria japonica),
I
chon immer haben sich
Pflanzen ausserhalb ihres
ursprünglichen Habitats
verbreitet, auch bevor der
Mensch auftrat. Allerdings hat
die Menschheit eine entscheidende Rolle dabei gespielt, diese Migration zu verstärken. Zum
Beispiel haben die Römer die
aus Kleinasien stammende Kastanie im Tessin eingeführt. Vor
1500 etablierten sich schon 500
Pflanzenarten erfolgreich in der
Schweiz. Gelangten nach 1492
viele Tier- und Pflanzenarten aus
dem amerikanischen Kontinent
nach Europa, erreicht seit 1900
ein ununterbrochener Fluss an
exotischen Pflanzen unser Land
– sei es wegen der zunehmenden Verstädterung, sei es wegen
des wachsenden Handels und
Tourismus. Rund 10% der eingeführten Arten gelingt es, dauerhaft in unserer Flora zu überleben, wogegen lediglich 1% invasiv sind.
Die Schweizer Flora besteht heute aus 2650 einheimischen Arten, 305 offenbar unproblematischen sowie 45 invasiven Neophyten. Obschon das relativ wenige sind, gehören diese exotischen Arten zu den wichtigsten
Ursachen für den Niedergang
der Umwelt, für die übermässige Nutzung natürlicher Ressourcen, die Zerstörung und Zersplitterung von Lebensraum.
Gemäss der International Union
for Conservation of Nature
(IUCN) sind exotische, invasive
Pflanzen weltweit der zweitwichtigste Grund für den Artenrückgang. Erreichen invasive
Neophyten einmal eine erhebliche Verbreitung, ist es normalerweise unmöglich, sie zu vernichten: Damit ist der Prozess irreversibel geworden.
In Orselina sind derartige, für die
einheimische Flora schädlichen
Phänomene leicht zu beobachten, insbesondere in unmittelbarer Nähe zum bewohnten Gebiet. Ein sehr gutes Beispiel sind
der Wald und das Unterholz um
die Madonna del Sasso, wo fast
mehr exotische als einheimische
Arten vorkommen. Zu ersteren
gehören Robinien (Robinia pseudoacacia), Palmen (Trachycarpus
fortunei), Mimosen (Acacia dealbata), Kampferbaum (Cinnamomum glanduliferum), Götterbaum (Ailanthus altissima), Paulownia (Paulownia tomentosa),
Kirschlorbeer (Prunus laurocerasus), Schmetterlingsflieder (Buddleja davidii ), spätblühende
S
In alto: infiorescenza di kudzu (Pueraria lobata) originaria dell'Estremo Oriente.
In basso: infiorescenza di mimosa (Acacia dealbata) originaria dell'Australia.
Oben: Blütenstand des Kudzu (Pueraria lobata), der aus dem Fernen Osten stammt.
Unten: Blütenstand der aus Australien stammenden Mimose (Acacia dealbata).
Servizi Internet, telefonia e TV digitale
www.ticinocom.com
ORSELINA 2014 9
Via Vallemaggia 9 • Locarno
Tel. 091 760 00 40
Fax 091 760 01 90
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Fax 091 795 16 75
[email protected] • www.inelettra.ch
Sopra: Balsamina di Balfour (Impatiens balfourii) proveniente dall'Himalaya.
A destra: baccelli di kudzu (Pueraria lobata) fotografati a Orselina.
Oben: das Balfours Springkraut (Impatiens balfourii) kommt aus dem Himalaya.
Rechts: in Orselina fotografierte Hülsen des Kudzu (Pueraria lobata).
caprifoglio del Giappone (Lonicera japonica), kudzu (Pueraria
lobata), balsamine (Impantiens
glandulifera, Impatiens parviflora e Impatiens balfourii), assenzio dei fratelli Verlot (Artemisia
verlotiorum), …
Da diversi anni, sulle rocce che
sovrastano l’edificio della partenza della funicolare e sul muro di sostegno all'inizio del sentiero di accesso al Santuario della Madonna del Sasso, cresce
una liana molto rigogliosa nota
con il nome di kudzu (Pueraria
lobata). Si tratta di una fabacea
semi-legnosa, originaria dell’Asia, che cresce molto rapidamente (fino a 30 cm al giorno,
circa 20 m all’anno) avvinghiandosi a qualunque tipo di supporto, ma può anche strisciare
al suolo e ricoprirlo completamente, passando da 100 m2 di
superficie a 2'550 m2 in un anno. Si riproduce vegetativamente da piccoli frammenti di fusti
o di radici particolarmente ricche di riserve nutritive. Il kudzu
è nella "lista nera" delle neofite per il grosso impatto sulla
biodiversità, poiché copre tutto,
alberi e suolo, impedendo la
crescita delle altre specie vegetali. In Ticino, sono noti almeno
una trentina di focolai di kudzu,
situati specialmente in vicinanza
dei laghi. La Pueraria lobata dovrebbe essere eliminata o tenuta sotto controllo prima che si
diffonda ulteriormente, rispettando le direttive emanate dalla
Confederazione e dal Cantone.
Alcune specie esotiche possono
anche provocare gravi problemi
di salute pubblica, pertanto non
dovrebbero mai essere immesse
in alcun tipo di ambiente. Fra le
specie che causano danni di
questo tipo, si può citare l’Ambrosia artemisifolia, le cui infiorescenze e il cui polline sono
molto allergenici. Nonostante
numerosi tentativi per contrastare la sua diffusione, essa è
oramai presente ovunque in
Svizzera ed è abbondante in Ticino; anche a Orselina è stata
osservata. A San Bernardo, è
stata segnalata la presenza di
un’altra specie molto pericolosa, si tratta del panace di Mantegazzi (Heracleum mantegazzianum), che si è già diffuso verso Monte Brè. La linfa del panace, in associazione con i raggi solari, provoca gravi infiammazioni della pelle con lesioni
bollose estese, che possono lasciare cicatrici permanenti, piccole dosi di linfa negli occhi rischiano di provocare cecità momentanea o permanente. Si
consiglia di consultare un medico soprattutto se il grado di
ustione e gli effetti secondari
(febbre, disturbi circolatori ecc.)
sono molto intensi. Purtroppo il
panace è diffuso volontariamente da apicoltori poco avveduti perché attira gli insetti bottinatori. La pericolosità di questa specie, impone di agire sempre per eliminarla totalmente.
Per ulteriori approfondimenti consultare il sito web del Centro nazionale di dati e informazioni della flora svizzera:
www.infoflora.ch/it/flora/neofite
Traubenkirsche (Prunus serotina),
japanischer Staudenknöterich (Reynoutria japonica), japanisches Geissblatt (Lonicera japonica), Kudzu
( Pueraria lobata ), Balsaminengewächse (Impantiens glandulifera,
Impatiens parviflora und Impatiens
balfourii), Verlot-Beifuss (Artemisia
verlotiorum)...
Seit etlichen Jahren wächst auf
den Felsen oberhalb der Bergstation der Standseilbahn und auf
der Stützmauer am Anfang des
Weges zum Sanktuarium Madonna del Sasso eine kräftig wuchernde Liane, die unter dem Namen
Kudzu (Pueraria lobata) bekannt
ist. Es handelt sich um einen sehr
schnell wachsenden Hülsenfrüchtler (bis zu 30 cm pro Tag, rund
20 m pro Jahr) aus Asien, der an
der Basis verholzt und sich um jede Art von Stütze windet, aber
auch dem Boden entlang kriechen
und diesen vollständig bedecken
kann, wobei eine Fläche von 100
m2 innerhalb eines Jahres auf
2550 m2 anwächst. Er vermehrt
sich vegetativ über kleine Stücke
des Stammes oder Wurzeln, die
besonders reich an Nahrungsreserven sind. Der Kudzu steht wegen seiner verheerenden Wirkung
auf die Biodiversität auf der
schwarzen Liste der Neophyten,
denn er überwuchert alles, Bäume
wie Boden, und verhindert das
Wachstum anderer Pflanzen. Im
Tessin sind mindestens 30 Populationen von Kudzu bekannt, die
sich überwiegend in der Nähe der
Seen befinden. Die Pueraria lobata sollte gemäss den Richtlinien
des Bundes und der Kantone eliminiert oder unter Kontrolle ge-
halten werden, damit sie sich
nicht weiter ausbreitet.
Einige exotische Arten können
auch erhebliche Gesundheitsprobleme auslösen, weshalb sie nirgendwo gepflanzt werden sollten.
Zu diesen Arten gehört die Ambrosia artemisifolia, deren Blüten
und Pollen zu sehr schweren Allergien führen können. Trotz zahlreicher Versuche, ihre Ausbreitung
einzudämmen, ist sie inzwischen
überall in der Schweiz zu finden
und ist im Tessin verbreitet; auch in
Orselina wurde sie gesichtet. Aus
San Bernardo wurde eine andere,
sehr gefährliche Art gemeldet, der
Riesen-Bärenklau (Heracleum mantegazzianum) der sich bereits in Richtung Monte Brè ausgebreitet
hat. Der Saft der Pflanze verursacht
in Kombination mit Sonnenlicht
schwere Entzündungen der Haut
und verbreitet Schwellungen, welche Narben hinterlassen können.
Eine kleine Dosis des Safts kann zu
vorübergehendem oder dauerhaftem Erblinden führen. Besonders
bei starken Verbrennungen und
Nebeneffekten (Fieber, Kreislaufstörungen etc.) wird geraten, einen
Arzt aufzusuchen.
Leider wird der Riesen-Bärenklau
von unbesonnenen Bienenzüchtern absichtlich verbreitet, weil
er Nektarsammler anlockt. Die Gefährlichkeit dieser Art macht es erforderlich, Pflanzen stets vollständig zu entfernen.
Für weitere Informationen Website
des nationalen Daten- und Informationszentrums der Schweizer Flora
konsultieren:
www.infoflora.ch/de/flora/neophyten
ORSELINA 2014 11
2
1
3
4
di/von CARLO BRANCA
Dalla tassa sui pianoforti
a quella sul ferro da stiro
E
ravamo all’inizio della prima
guerra mondiale; leggendo testimonianze contabili di quel
tempo concernenti le tasse comunali o cantonali, alcune ci appaiono
curiose e strane.
Risale al 1916 una ricevuta firmata
dal sindaco e dal segretario comunale, della tassa sui pianoforti, sui
verticali e sugli strumenti musicali
automatici per l’importo di 10 franchi. 1 Era stata pagata quella pel
corrente anno 1916, in ossequio alla legge del 29 settembre 1914,
probabilmente con altre sei, a giudicare dal numero progressivo della fattura.
In quegli anni il Comune di Orselina gestiva anche il Servizio del Solfato di Rame 2 ; mescolato con la
calce spenta formava la famosa
"poltiglia bordolese” o verderame,
che si usava per combattere le malattie fungine della vite. Sembra che
tra il 1905 e il 1925 fu istituita dall’allora Dipartimento dell’Agricoltura la distribuzione del verderame da
parte dei comuni interessati, per incentivare la lotta contro la peronospora della vite. Dal numero della
fattura, 31, e dalla data, 8 aprile
1921, si deduce che i viticoltori e i
Curiosità e
stranezze tra
le testimonianze
contabili delle
tasse comunali
o cantonali ai
tempi della prima
guerra mondiale.
Da quei documenti
emerge anche la
nostra microstoria
commerciale.
vigneti dovevano essere numerosi
per il nostro piccolo comune. Dai
documenti contabili emerge anche
la microstoria commerciale di Locarno e di Muralto. Per esempio la
Cappelleria e Tintoria Enrico Colombo di Locarno 3 , con assortimento di cappelli di paglia, sicuramente della Val Onsernone, ed eleganti merinos, che seguivano la
moda di allora, ma anche ombrelle
e bastoni da passeggio, carrozzelle
per bambini e carrettini a mano.
Il Saponificio Locarno 4 , in via ai
Saleggi (oggi resta solo il nome della via che ricorda i salici che crescevano sul disabitato delta della Maggia) si estendeva, con i terreni attorno allo stabilimento, dalla rotonda
di Piazza Castello fin quasi agli argini del fiume. Produceva saponi, candele e detersivi. Nel conteggio del
25 aprile 1910 si precisa la fornitura di 100 kg di soda in cristalli forniti a mezzo carro, ancora trainato dai
cavalli, con la merce che viaggia a rischio e pericolo del committente.
L'incasso postale avvenne con il
conto chèque n.33 Bellinzona.
Molti Locarnesi ricorderanno la Birraria Nazionale, telefono n. 38, appartenuta alla famiglia Beretta fino
agli anni Settanta del secolo scorso.
Famosa per la buona birra artigianale, grazie anche alla captazione
d’acqua proveniente dalla nostra
montagna, tipi Pilsen e Monaco.
Raffinato e preciso il suo logo, con
il disegno della stella a sei punte intrecciata con orzo e luppolo, con al
centro lo scudo crociato (v. pag.
sommario). Nel 1921, Luigi Bianchetti era invece titolare del molino
elettrico a cilindri, fornitore di farine e da una sua fattura 5 si apprende che dopo 3 mesi dalla data
della fattura corre l’interesse del
6%. Un altro punto di riferimento
per il Locarnese e le valli, era la Farmacia Maggiorini della quale conserviamo una busta 6 con l’intestazione un po’ artistica e un po’ esoterica, a mo' di serpente. Non si tratta però del colubro, presente ancora oggi nelle insegne farmaceutiche.
La Farmacia Maggiorini fu fondata
nel 1757 (la scritta è in francese sulla busta) e proponeva specialità medicinali estere e nazionali (chi penserebbe oggi a queste distinzioni?),
con acque minerali e ossigeno e si
rivolgeva ai ricchi ospiti della regione English Pharmacy, Man spricht
Deutsch, On parle francais.
Ma il documento forse più curioso
7 riguarda un'imposta oggi difficilmente immaginabile: la tassa ferro
a stirare di fr. 10 emessa dalla Società Elettrica Locarnese, per il 1. semestre 1914.
Ringraziamo Christa e Oliver Kremmel per averci trasmesso queste
singolari testimonianze di un secolo fa.
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12 ORSELINA 2014
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7
6
Von der
Klavier-Gebühr
bis zu der für
Bügeleisen
W
ir stehen am Beginn des
Ersten Weltkriegs: Liest
man Unterlagen aus der
Buchhaltung jener Zeit in Bezug auf
Gemeinde- und Kantonsgebühren,
entdeckt man Merkwürdiges.
Von 1916 stammt eine vom Sindaco und vom Gemeindesekretär unterschriebene Quittung 1 für die
Gebühr auf Flügel, Klaviere und automatische Instrumente über einen
Betrag von 10 Franken. Bezahlt
wurde sie auf das laufende Jahr
1916 und gemäss dem Gesetz vom
29. September 1914, aufgrund der
aufsteigenden Nummer der Rechnung gab es wohl weitere sechs.
In jenen Jahren kümmerte sich die
Gemeinde Orselina auch um die Lieferung von Kupfersulfat, 2 mit gebranntem Kalk vermischt ergab dies
die berühmte “Bordeaux-Brühe“,
mit der man Pilzkrankheiten der
Reben bekämpfte. Es scheint, dass
das damalige Landwirtschaftsdepartement die Verteilung der Brü-
he zwischen 1905 und 1925 durch
die betroffenen Gemeinden vornehmen liess, um den Kampf gegen den falschen Mehltau anzukurbeln. Anhand der Zahl von 31
Rechnungen und des Datums, 8.
April 1921, ist abzuleiten, dass es
im Verhältnis zur kleinen Gemeinde viele Weinbauern und Weinberge gab.
Die Unterlagen der Buchhaltung
liefern auch einen kleinen Einblick
in die Geschäftswelt von Locarno
und Muralto. Da gibt es zum Beispiel die Hutmacherei und Färberei
Enrico Colombo von Locarno, mit
Sortiment von Strohhüten 3 , die
sicherlich aus dem Onsernonetal
stammten, und – der damaligen
Mode entsprechend – mit eleganten Merinos, aber auch Schirmen
und Spazierstöcken, Kinderwagen
und Handkarren.
Die Seifenfabrik Locarno 4 in der
via ai Saleggi (geblieben ist davon
nur der Strassenname, der an Wei-
den erinnert, die auf dem unbewohnten Maggiadelta wuchsen)
erstreckte sich mit den Grundstükken um das Produktionsgebäude
vom Kreisel an der Piazza Castello
bis fast an das Flussufer. Sie stellte Seifen, Kerzen und Waschmittel
her. Die Abrechnung vom 25. April
1910 weist eine Lieferung von 100
kg Soda in Kristallen aus, geliefert
mittels eines Wagens, der noch
von Pferden gezogen wurde. Die
Ware reist auf Gefahr und Risiko
des Auftraggebers. Das Inkasso via
Post erfolgte über das Konto Chèque n.33 Bellinzona.
Viele Locarneser werden sich an
die Birraria Nazionale, Telefon nr.
38 erinnern, die bis in den 1970er Jahren der Familie Beretta gehörte. Berühmt für – auch dank
dem von unserem Berg stammenden Wasser – gutes, handwerklich
hergestelltes Bier, vom Typ Pils und
München. Raffiniert und genau
Merkwürdiges
und Kuriositäten
finden sich in der
Steuerbuchhaltung
der Gemeinde und
des Kantons aus
der Zeit des Ersten
Weltkrieges. Die
Dokumente geben
auch Einblick in
die Geschäftswelt.
das Logo, mit dem Schweizerkreuz
auf einem Schild umgeben von einem sechseckigen Stern, der mit
Pflanzen von Hopfen und Malz
verwoben ist (Seite 1). Luigi Bianchetti hingegen war 1921 Chef
der elektrischen Mühle mit Zylindern, Mehllieferant und aus einer
seiner Rechnungen 5 entnimmt
man, dass ab drei Monaten nach
Ausstellungsdatum der Rechnung
ein Zins von 6% läuft.
Ein weiteres Wahrzeichen für das
Locarnese und seine Täler war die
Apotheke Maggiorini, von der wir
ein Couvert 6 mit dem etwas
künstlerischen und esoterischen
Aufdruck einer Schlange aufbewahrt haben. Es handelt sich dabei aber nicht um die noch heute
auf der Leuchtreklame von Apotheken zu sehende Natter. Die Farmacia Maggiorini wurde 1757 gegründet (auf dem Umschlag steht
das in französischer Sprache), bot
nationale und ausländische Spezial-Medikamente (wer würde heute noch eine solche Unterscheidung vornehmen?), Mineralwasser
und Sauerstoff an und richtete sich
an die reichen Gäste in der Region: English Pharmacy, Man spricht
Deutsch, On parle francais. Das
wohl kurioseste Dokument 7 betrifft aber eine kaum zu erwartende Steuer: Die Gebühr auf Bügeleisen von Fr. 10, ausgestellt von
der Società Elettrica Locarnese, für
das erste Semester 1914.
Wir danken Christa und Oliver
Kremmel, die uns diese einzigartigen Zeugnisse von vor einem
Jahrhundert haben zukommen
lassen.
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ORSELINA 2014 13
Dal 1960 con tradizione
e buon senso
Questi i principi che stanno alla base del modo di operare di Banca del
Sempione e dell’intero Gruppo da tre generazioni. Si tratta di valori
fondamentali per costruire con la clientela un rapporto duraturo e sincero, sensibile anche a quelle dimensioni quali la famiglia con le sue
problematiche, il lavoro, le amicizie che, nel modo di considerare il
“patrimonio” per Banca del Sempione, ne costituiscono elementi essenziali. Ecco cosa ci contraddistingue: la capacità di essere un vero
partner, affidabile ed obiettivo nelle questioni più delicate, disinteressato nel suggerire e nel consigliare, quasi un amico nel senso più bello
e profondo.
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Consulenti
Claudio Lanini e Franco Böhny
Albergo Orselina
Ma quando è nata
la Pro Orselina?
Wann ist die Pro Orselina
überhaupt entstanden?
1910:
1910:
è l'anno rilevato su una
ricevuta trovata per caso e che fa sorgere qualche dubbio sulla data di nascita della
Pro Orselina, ritenuta finora posteriore al primo decennio del secolo scorso. Purtroppo, non si sono ancora trovati documenti comprovanti l’anno
esatto di fondazione della nostra Pro.
Il 12 maggio 1910, la signora IsaakRüesch, dell'Hotel Pension Kurhaus
Sanitas (ora Villa Orselina) aveva pagato la quota annua di fr. 25 che all'epoca non era esigua, se si pensa al
valore del franco all’inizio del '900.
55 è il numero indicato sulla ricevuta,
ma più difficile è risalire al numero
globale dei soci della Pro Orselina, che
è via via aumentato fino a superare in
questi ultimi anni le duecento unità.
I nomi che appaiono sulla ricevuta,
quello della casa di cura “Kurhaus”,
quello della signora Isak-Rüesch e
quello del cassiere Hunziker, indicano la provenienza delle persone
aderenti alla Pro Orselina. Quest’ultima fu creata e sviluppata con l'arrivo del turismo nella nostra regione, grazie allo spirito di iniziativa di
amici di lingua tedesca che per primi hanno saputo apprezzare la bellezza della collina locarnese, con
l’ampio orizzonte lacustre e la corona delle montagne circostanti,
senza dimenticare il richiamo religioso del Santuario della Madonna
del Sasso.La Pro Orselina è dunque
una signora che festeggia quest’anno almeno il centoquattresimo
compleanno ed è ancora in ottima
(C.Br.)
salute!
Diese zufällig
auf einer Quittung gefundene Jahresangabe weckt Zweifel an
der Geburt von Pro Orselina, von der
bisher vermutet wurde, sie sei nach
dem ersten Jahrzehnt des vergangenen Jahrhunderts erfolgt. Leider sind
noch keine Dokumente gefunden
worden, die das genaue Gründungsjahr belegen. Am 12. Mai 1910 hat jedenfalls Frau Isaak-Rüesch vom Hotel
Pension Kurhaus Sanitas – jetzt Villa
Orselina – den Jahresbeitrag von 25.Franken bezahlt. Eine ansehnliche
Summe, wenn man an den Wert des
Frankens um 1900 denkt. Die Quittung trägt die Nummer 55. Schwierig,
daraus die gesamthafte Mitgliederzahl
der Pro Orselina abzuschätzen, die stetig gewachsen ist und in den letzten
Jahren die Schwelle von 200 überschritten hat.
Die auf der Quittung aufgeführten Namen – “Kurhaus“, Frau Isak-Rüesch,
Kassier Hunziker – verweisen auf die
Herkunft der in der Pro Orselina vertretenen Personen. Diese entstand und
entwickelte sich mit der Ankunft des
Tourismus in unserer Region, der auf
dem Unternehmergeist unserer Freunde deutscher Sprache beruhte. Sie haben als erste die Schönheit des Hügels
von Locarno mit dem weiten Horizont
des von Bergen umgebenen Sees sowie, nicht zu vergessen, als religiöse
Sehenswürdigkeit den Wallfahrtsort
Madonna del Sasso schätzen gelernt.
Die Pro Orselina ist somit eine Dame,
die dieses Jahr mindestens ihren 104.
Geburtstag feiert – und dies bei noch
immer bester Gesundheit!
(C.Br.)
La distribuzione dell’acqua Versorgung mit Trinkwasser
potabile ieri e oggi
gestern und heute
U
n altro interessante documento è la fattura emessa dalla Società dell’Acqua Potabile, a carico dell'Hotel Pension Kurhaus Sanitas che nei
due semestri del 1912 per l’acqua potabile aveva pagato franchi 48.40.
Probabilmente non esistevano, come oggi né tassa base, né contatori, né conteggi dei rubinetti, degli apparecchi sanitari ecc. Questa Società
comprendeva ancora Muralto e Orselina, parecchi anni dopo la
separazione dei due comuni avvenuta nel 1881. In realtà, dopo
quella separazione, diverse vicissitudini hanno caratterizzato la
fornitura dell’acqua al nostro Comune, con erogazioni provenienti anche da Brione, da Minusio e da Locarno. Con lo sviluppo edilizio però, le sorgenti su territorio comunale erano diventate insufficienti ad assicurare la fornitura nei periodi di maggiore consumo o siccità.
Attualmente il serbatoio Zotte, sopra Brione, è alimentato da acqua di falda, proveniente dai pozzi di captazione di Tenero, con
due stazioni di pompaggio intermedie, una delle quali situata vicino all’Albergo Esplanade. La parte inferiore di Orselina viene
invece servita dall’Azienda dell’Acqua Potabile di Locarno e gli
utenti pagano direttamente tasse e comsumi alla città.
Ma quali sono le caratteristiche dell’acqua potabile di Orselina?
Secondo i controlli periodici del laboratorio cantonale, è valutata come “eccellente”; molto dolce e quindi non calcarea (risulta perciò
superfluo e nocivo per l’ambiente l’uso di detersivi per lavatrici e lavastoviglie
contenenti prodotti anticalcare); e debolmente mineralizzata (bicarbonati, solfati, magnesio; calcio meno di 10 mg per litro).
(C.Br.)
E
in anderes interessantes Dokument ist die vom Wasserwerk zulasten des
Hotel Pension Kurhaus Sanitas ausgestellte Rechnung, gemäss der dieses in den zwei Semestern von 1912 Franken 48.40 für Trinkwasser bezahlt hat. Möglicherweise gab es damals weder Grundtaxen noch Zähler und
es wurden keine Hähne und sanitäre Einrichtungen etc. gezählt. Das gleiche
Werk versorgte Muralto wie Orselina nach deren Trennung
von 1881 weiter. Nach der Trennung haben verschiedene Ereignisse die Wasserversorgung unserer Gemeinde geprägt,
wobei sie auch von Brione, Minusio und Locarno beliefert wurde. Aufgrund der Bauentwicklung reichten die Quellen auf
Gemeindegebiet nicht mehr aus, um bei Spitzenverbrauch
oder bei Trockenheit die Lieferungen sicherzustellen.
Aktuell wird das Reservoir Zotte oberhalb von Brione über zwei
Pumpstationen – eine davon nahe beim Hotel Esplanade gelegen – mit Grundwasser gespeist, das aus Wasserfassungen in
Tenero stammt. Der untere Teil von Orselina wird hingegen vom
Wasserwerk Locarno bedient. Die Nutzer zahlen Gebühren und
Verbrauch direkt an die Stadt.
Aber wie steht es um die Qualität des Trinkwassers von Orselina? Gemäss den periodischen Kontrollen des Kantonslabor wird
es als “hervorragend“ bewertet. Es ist sehr weich, daher wenig
kalkhaltig (weshalb der Gebrauch von Abwaschmittel mit Kalkentferner in Waschmaschinen oder Geschirrspülern überflüssig und schädlich
für die Umwelt ist) und ist leicht mineralisiert (Kohlendioxid, Sulfat, Magnesi(C.Br.)
um; Kalk weniger als 10 mg pro Liter).
ORSELINA 2014 15
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PARCO DI ORSELINA
Manifestazioni 2014
Entrata libera
OrselinaAgenda
Aperitivo di inizio stagione
Saluto agli ospiti e apertura della stagione
turistica, con presentazione delle attività 2014.
Inaugurazione esposizione pannelli “Turismo di
ieri” e mostra di sculture “ArteperArte”.
Begrüssung der Gäste und Beginn der touristischen
Saison mit Präsentation der Aktivitäten 2014.
Eröffnung der Ausstellung „Tourismus gestern“
und Skulpturenausstellung „ArteperArte“.
29 maggio / Mai
ore 11.00
JazzAscona al Parco
La meravigliosa atmosfera creata dalla musica di
strada si sposta dalla Piazza di Ascona al Parco di
Orselina. Concerto organizzato in collaborazione
con il Municipio di Orselina e JazzAscona.
Die wundervolle Atmosphäre der Strassenmusik
kommt von der Piazza von Ascona in den Park
von Orselina. In Zusammenarbeit zwischen der
Gemeinde Orselina und JazzAscona.
25 giugno / Juni
ore 21.00
Musica cittadina Locarno
Concerto ricco di generi musicali, eseguiti con
grande maestria dai quaranta componenti della
rinomata banda musicale di Locarno.
Ein Konzert, das reich ist an verschiedenen
Musikfornen, meisterhaft dargeboten von den
vierzig Mitgliedern der namhaften Stadtmusik
von Locarno.
2 luglio / Juli
Teatro Avanti - Visual comic show
Esilarante spettacolo di clowneria, con fanfara e
fuochi d’artificio, acrobazie circensi e volteggi
impressionanti, comicità e magia. Un imperdibile
viaggio attraverso il fantastico mondo del teatro.
Heiteres Clownerie-Spektakel mit Fanfaren und
Feuerwerk, Zirkus-Akrobatik und Kunstsprüngen,
Komik und Magie. Eine unvergessliche Reise durch
die phantastische Welt des Theaters.
ore 21.00
Ottavio Palmieri
Concerto di musica lirica con il tenore di Brissago.
Palmieri è noto per il timbro squillante della sua
voce ricca di suoni armonici e la straordinaria
facilità nelle parti acute.
Opernarien mit dem Tenor aus Brissago. Ottavio
Palmieri ist bekannt für seine volle, harmonische
Gesangsstimme und der Leichtigkeit, mit der er
auch die anspruchsvollen Partien meistert.
16 luglio / Juli
ore 21.00
Scuola Teatro Dimitri
Spettacolo a tema presentato dagli allievi del
secondo anno della Scuola Teatro Dimitri: giochi
di prestigio, clownerie e numeri di grande effetto
e abilità artistica.
23 luglio / Juli
Ein thematisches Schauspiel, präsentiert von den
Schülern des zweiten Jahres der ‘Scuola Teatro
Dimitri’, in dem sie Zaubertricks, Clownerien
und Kunststückchen vorführen.
ore 21.00
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Fam. René Schürpf - Tel. 091/743 66 81 - Fax 091/743 66 83
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18 ORSELINA 2014
ANDERE VERANSTALTUNGEN
MADONNA DEL SASSO
5.4
Concerto Vocale con
l’Ensemble Ermitage di
S. Pietroburgo
1.5
Concerto con il Piccolo
Coro di S. Teresa di
Viganello
20.9.
Concerto di musica
classica e canti religiosi,
dir. Michaela Kais
SOCIETÀ PODISTICA LOC.
22.6
Corsa in salita
Orselina-Cimetta
PRO MONTI
6.4
Risottata di primavera
7.9
Festa dei monti
(ex-festa dell’uva)
PRO CARDADA
21.4
Pasqua: caccia all’uovo
13.7
Festa Pro Cardada
(in caso di pioggia: 20.7)
19.7
1.8
15.8
ore 21.00
9 luglio / Juli
ALTRE MANIFESTAZIONI
DELLA COLLINA LOCARNESE
Teatro nel bosco
Santa Messa
alla Croce di Cardada
Santa Messa
alla cima della Trosa
PRO BRÈ
1.8
Festa del 1. agosto
PRO LEGO
17.8
Festa ai Monti di Lego
PRO BRIONE
16.4
Caccia al coniglietto
giu./lug. Concorso balconi fioriti
2.8
Musica nel bosco in
Val Resa
sett.
Premiazione concorso
balconi fioriti
5.10
Castagnata
8.12
Festa di San Nicolao
MUNICIPIO BRIONE
27.3
“Curarsi con le erbe”
con Elio Moro
14.9
Mercato d’artigianato
e degli artisti
CONTRA
5.7
Festa del paese
“La contrada”
MERGOSCIA
28.7
Festa di Porchesio
1.8
Festa del 1. agosto
ago-set. Cinema all’aperto
Eintritt frei
PARCO DI ORSELINA
Manifestazioni 2014
Entrata libera
OrselinaAgenda
Festa d’estate e concerto Vascojam
Una grigliata in compagnia, seguita dal concerto
della Vascojam Vasco Rossi Tribute Band per
divertirci fino a notte fonda. Grill e bar aperti
dalle ore 19.30
Ein gemeinsamer Grillplausch gefolgt vom
Konzert der Vascojam Vasco Rossi Tribute Band.
Das Fest dauert bis tief in die Nacht hinei. Grill
und Bar sind ab 19.30 Uhr geöffnet.
2 agosto / August
ore 19.00
Fantasios & Sylvie
Spettacolo strutturato in chiave di magia moderna,
che tiene gli spettatori con il fiato sospeso, grazie
agli esperimenti ideati da Fantasios & Sylvie che
coinvolgono anche il pubblico.
Eine Show der modernen Magie, die das Publikum
den Atem stocken lässt. Fantasios und Sylvie
beziehen auch die Zuschauer in ihre Kunststücke
mit ein.
20 agosto / August
ore 21.00
Silvan Zingg Trio - Boogie Woogie & Blues
Musica live con "l'ambasciatore svizzero del
boogie woogie", già pianista di leggende del
rock’n’roll come Chuck Berry, B.B. King, Carlos
Santana e Ray Charles, solo per citarne alcuni.
Livemusik mit dem Schweizer Botschafter
des Boogie-Woogie, ehemaliger Pianist von
Legenden des Rock’n’Roll wie Chuck Berry, B.B.
King und Ray Charles, um nur einige zu nennen.
27 agosto / August
ore 21.00
Pranzo degli anziani di Orselina
Tradizionale invito rivolto agli anziani di Orselina
per gustare un buon pranzo in compagnia, allietati
dalla musica e dai canti in coro, con giochi e tanta
allegria. Organizzazione: “Società amici del Parco”
settembre / September
Einladung an die Senioren von Orselina, um ein
gutes Mittagessen zu geniessen, erfreut durch
Musik und Chorgesang, mit Spielen und viel
Fröhlichkeit. Org.: “Società amici del Parco”
ore 21.00
Festa in collina
Passeggiata nei boschi della collina locarnese
e pranzo nel Parco: è questa la nostra
manifestazione che tradizionalmente chiude
la stagione estiva.
12 ottobre / Oktober
Volkswanderung durch die Wälder unseres
Hausberges, gemeinsames Mittagessen im Park
von Orselina. Eine Veranstaltung, die jedes Jahr
die Sommersaison beendet.
ALTRE MANIFESTAZIONI
DELLA COLLINA LOCARNESE
ANDERE VERANSTALTUNGEN
“ARTEPERARTE”
SCULTURE NEL PARCO
Parco di Orselina
29 maggio – 31 ottobre
Inaugurazione:
29 maggio, alle ore 11,
nel Parco di Orselina.
Segue aperitivo.
Dipinti e foto nella sala
del Consiglio comunale
29 maggio – 1. giugno
Skulpturen im Park
29. Mai – 31. Oktober
Einweihung:
29. Mai, 11.00 Uhr,
im Park von Orselina.
Anschliessend Aperitif.
Gemälde und Fotos
im Gemeindesaal
29. Mai – 1. Juni
“TURISMO IERI”
via Santuario - via Al Parco
Inaugurazione/Einweihung: 29.5
14 pannelli 70x70
con immagini di alberghi e
ristoranti del secolo scorso.
14 Plakate 70x70, mit Bildern
von Hotels und Restaurants des
letzten Jahrhunderts.
Didascalie in italiano/Bildlegenden
auf Italienisch: Carlo Branca
Traduzioni/Übersetzungen:
Luca Bieri e Françoise Pohl
Brione (Casa al Platano)
Mostre collettive/Kollektivaust.
J.A. Campiche (dipinti/Gemälde)
L.C. Candolfifoto (scult./Skulpt.)
19.4 - 10.5.2014
A. Oesch (dipinti/Gemälde)
C. Lienhard (sculture/Skulpturen)
7.6 - 19.7.2014
ore 9.00
Aperitivo di Natale
Fiaccolata con i bambini, suono delle pive, albero
di Natale, vin brûlé, minestrone e panettone. La
suggestiva atmosfera natalizia fa da contorno
all’ultima manifestazione dell’anno.
21 dicembre / Dezember
Fackelzug mit den Kindern, Dudelsackklänge,
Christbaum, Glühwein, Minestrone und
Panettone. Die Weihnachtsstimmung bildet den
Rahmen der letzten Veranstaltung des Jahres.
FAHRPLAN DER FUNICOLARE
November – März:
von 8 bis 17.30 Uhr
April und Oktober:
von 8 bis 21.00 Uhr
Mai, Juni und September:
von 8 bis 22.00 Uhr
Juli und August:
von 8 bis 24.00 Uhr
ore 17.00
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“ArteperArte”
l’esposizione
rivive al Parco
l progetto “ArteperArte" ritorna per il
secondo anno al Parco di Orselina e
quest'anno anche nella sala del Consiglio comunale, con una ventina di opere
d'arte. Partito da lontano con l’indicazione precisa di portare sul territorio una folata di cultura riconducibile al tracciato
delle opere artistiche storiche,
per poi capitare nel presente e
varcare, con visioni e curiosità
nuove e rafforzate, il futuro di
tutti noi. Le autorità comunali di
Giubiasco, subito attente e vigorose sostenitrici del disegno ArteperArte, presto si sono viste
affiancate anche da altre realtà
istituzionali. La magia della Piazza di Giubiasco, quindi si propone e si materializza (ArteperArteontheTerritory) nuovamente
davanti ai nostri attenti sguardi.
Ancora una volta, trova aperture e condivisioni nuove e volge il
suo sguardo sulla sponda destra del Ticino, nella zona monumentale di Monte
Carasso, si scioglie lungo la Valle Morobbia, intrecciando le suggestive
viuzze di Pianezzo. Ricompare
poi al Parco di Orselina (ArteperArteontheTerritory), con una
sua esclusiva finestra (OrselinaFlash) nella sala del Consiglio comunale. Si estende sui terrazzi di
Mornera, si affaccia sul Ceresio,
nel nucleo di Vico Morcote, e
rinvigorisce con ArteperArteFlash14, l’autunnale evento culturale al Mercato Coperto di
Giubiasco. Lo spirito dinamico e
distintamente culturale, la visione interregionale e intercomunale che ArteperArte assume – e
vuole mantenere – la determinazione di
consolidare sinergie e gemellaggi, nell’aprire uno sguardo anche verso altri territori come la recente meravigliosa e riuscita iniziativa di Orselina e la validità delle opere portate, non possono che appagare organizzatori e artisti. La bellezza del
nostro territorio potrà quindi accogliere
diversi interessi espositivi, creando una
sorta di dialogo tra l'espressione artistica
e le peculiarità dell’ambiente circostante.
Avremo pertanto, a Orselina, una ventina
di artisti ripartiti al Parco e nella sala del
Consiglio comunale (inaugurazione il 29
maggio 2014) e un rinnovamento primaverile degli accoglienti spazi conquistati
da ArteperArteontheTerritory. Tutte le
opere contemporanee in mostra, saranno
visibili congiuntamente con le architetture e le trame urbane cresciute sul territorio nel corso dei secoli e produrranno così un emozionante contraddittorio fra l’arte paesaggistica di un tempo e quella di
oggi, con l’uomo sempre protagonista di
un confronto culturale avvincente, arte
volta a riscattare la memoria del passato,
per consapevolmente vivere il presente.
I
“Torre” 2007, Jörg Häusler
(Pianezzo)
Inaugurazione mostra 2013
Eröffnung Ausstellung 2013
(Parco Orselina)
Strecia da mezz, Vico Morcote
“I Tre Elementi” 2002, Milvia
Quadrio (Parco Orselina)
die Skulpturen
zurück im Park
as Projekt „ArteperArte“ macht zum
zweiten Mal Halt im Park von Orselina. Ein Teil der rund zwanzig Kunstwerke wird auch im Gemeinderatssaal ausgestellt werden. Das Projekt entstand einst
mit dem Ziel, das kulturelle Leben zu bereichern, dabei einen Bogen zu spannen von historischer Kunst über die Gegenwart bis hin zu den Visionen der
Zukunft. Die Gemeindeverwaltung von Giubiasco zeigte sich
schnell bereit, das Projekt zu unterstützen. Innerhalb kürzester
Zeit wurde Interesse auch von
verschiedenen anderen Seiten signalisiert. Besucher werden also
wieder die Gelegenheit erhalten,
die Magie der Piazza von Giubiasco (ArteperArteintheTerritory)
erleben zu können. Darüber hinaus öffnet sich die Veranstaltung
– wie schon im Vorjahr – auch für
andere Regionen und richtet ihren Blick auf die rechte Uferseite des Fluss Ticino. So macht das Projekt Station in Monte
Carasso, verlagert sich anschliessend weiter
ins Valle Morobbia, wo es die
malerischen Gässchen von Pianezzo belebt. Danach ist es in
Orselina zu sehen (ArteperArteintheTerritory) mit seinem exklusiven Fenster (OrselinaFlash)
im Gemeinderatsaal. Später
geht die Ausstellung auf den Terrassen von Mornera weiter, zeigt
sich am Ceresio, im Ortskern von
Vico Morcote bis sie anschliessend erneut in Giubiasco auftaucht, mit ArteperArteFlash14,
dem Herbstevent im Mercato
Coperto Giubiasco. Dynamik
und grenzüberschreitende Visionen zeichnen den Kulturevent ArteperArte
also aus. Er fördert die überregionalen Synergien und Partnerschaften zwischen den
Gemeinden – wovon auch die schöne und
gelungene Mitwirkung von Orselina zeugt.
Die Tatsache, dass der Blick auf verschiedene Regionen ermöglicht wird, der Ausstellung gleichzeitig inhaltlich ein hoher künstlerischer Wert zugesprochen wird, begeistert
natürlich Künstler und Organisatoren. Die
Schönheit der Region ermöglicht also die Gestaltung der Ausstellung – und schafft eine
Art Dialog zwischen Kunst und Umgebung.
In Orselina wird es also rund zwanzig Kunstwerke geben, die auf den Park und den Gemeinderatssaal aufgeteilt sind (Eröffnung am
29. Mai 2014). Der Besucher soll die zeitgenössischen Kunstobjekte im jeweiligen Ortsbild erleben, eingebunden in dessen Architektur und Infrastruktur, so wie diese im Verlaufe der Jahrhunderte gewachsen ist. Dies
führt zu einem emotional geladenen Gegensatz zwischen historischem Ortsbild und Modernität. Der Mensch steht zwischen diesen
Welten, und die Erinnerung an die Vergangenheit hilft manchmal dabei, die Gegenwart umso bewusster zu erleben.
D
“Il Naso” 2007, Karl A. Meyer
(Monte Carasso)
“In Affioramento” 2011, Brunivo
Buttarelli (Piazza Grande, Giubiasco)
Mornera
“Ascoltare” 2012, Kurt
Schwanger (Parco Orselina)
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ORSELINA 2014 21
di/von ANDREA KELLER
Foto: DARIO ALBERTINI
Alla scoperta
delle Terre
di Pedemonte
a gita che vi proponiamo oggi ci porta a visitare le “Tre
Terre” di Pedemonte, che si
estendono da Ponte Brolla a Cavigliano. Partiamo dalla fermata di
Orselina di buon’ora e scendiamo
a Locarno con la funicolare. Ci
spostiamo a piedi verso la stazione sotterranea di Locarno-Muralto
e saliamo sulla Centovallina fino a
Ponte Brolla. Sino a inizio Novecento qui transitava la diligenza
postale per la valle Onsernone.
Dal 1907 al 1965 circolava la Valmaggina, il trenino con la sigla
FPB che sta per Locarno-Ponte
Brolla-Bignasco
Iniziamo la nostra gita a piedi e
dal ponte ammiriamo il Pozzo di
Tegna che, con le sue fresche acque, d’estate attira moltissimi bagnanti; più in là vediamo le Terre
di Pedemonte e in fondo Intragna
con il campanile più alto del Ticino (65 metri), mentre rimaniamo
affascinati dagli stupendi orridi
modellati nei secoli dalla natura.
Ci spostiamo quindi verso il Ristorante Centovalli e proseguiamo a
destra sino al Grotto America. Da
lì seguiamo il sentiero che parte
proprio a sinistra del grotto. I grotti di Ponte Brolla, molto antichi,
sono stati creati dalla natura e
adattati dall’uomo per le proprie
esigenze, in particolare per conservare al fresco derrate alimentari quali il formaggio, i salumi e il
vino. La loro temperatura interna
si aggira anche d’estate attorno ai
10°C. Sino agli anni '50 del secolo scorso, durante la bella stagione, i Locarnesi si spostavano in
massa con treni speciali ai grotti di
Ponte Brolla, dove trovavano il sospirato refrigerio.
Sul percorso si scorge l’entrata di
una galleria militare (il “fortino”),
lunga circa 550 metri, che era stata costruita negli anni 1939-40
come baluardo difensivo in caso di
attacco nemico.
Scendiamo a lato del ristorante
Michelangelo e proseguiamo verso Tegna, quartiere di Scianico.
Lungo il percorso volgiamo lo
sguardo in alto verso il Monte Castello, storicamente noto per le ro-
A lato: la
“Capelòna”sulla via tra
Verscio e Cavigliano
Sotto: il loggiato della
“Cà du Vanin” a Verscio
Links: Die “Capelóna“
auf dem Weg zwischen
Verscio und Cavigliano
Unten: Die wunderbaren
Lauben der “Cà du
Vanin” in Verscio
L
22 ORSELINA 2014
vine del Castelliere, risalenti all’epoca romana. Notiamo numerosi scalatori che risalgono la frequentatissima palestra di roccia.
Subito dopo il ristorante Giardinetto, girando a destra, osserviamo alcune abitazioni tipiche e risalendo il sentiero arriviamo a un
pregevole lavatoio. Passando attraverso il nucleo vecchio di Tegna
raggiungiamo la piazza dove si trova il ristorante alla Cantina, tipica
costruzione settecentesca con un
Una gita
alla scoperta
delle Tre Terre
che si estendono
da Ponte Brolla
a Cavigliano,
passando per
i nuclei storici
di Tegna
e di Verscio.
bel porticato. Sul retro vi si può
ammirare un affresco di Giuseppe
Antonio Felice Orelli. La chiesa del
paese, in stile barocco, è dedicata
a S.Maria Assunta. Nella cappella
di San Rocco (il Santo protettore
della peste) notiamo un cartiglio
con l'iscrizione BDL (Benefattori di
Livorno). Accanto alla chiesa si trova la casa parrocchiale (monumento protetto); nel cimitero riposa fra l’altro la celebre scrittrice Patricia Highsmith.
Ci incamminiamo ora verso il
quartiere di Predasco, dove troviamo una rinfrescante fontana.
Seguiamo la strada cantonale diretti a Verscio. Volgendo lo
sguardo verso montagna, scorgiamo il bianco oratorio di S.Anna, che si trova lungo il percorso
Tegna-Streccia-Dunzio-Aurigeno,
una delle più belle escursioni del
Ticino.
Sulla piazza di Verscio troviamo refrigerio alla fontana costruita nel
1804: il piccolo obelisco sulla colonna simbolizza la nuova libertà
repubblicana. I tubi da cui esce
l'acqua sono stati realizzati con le
canne dei fucili dei reduci napo-
leonici. Nel 1600 iniziò l’emigrazione di molti abitanti di questo
comune verso la Toscana e ancora oggi il legame, in particolare
con Livorno, è molto forte. In diversi punti del villaggio si rileva la
scritta B.D.L e molti erano i versciesi che lavoravano a Livorno come muratori, tagliapietre e facchini. La popolazione era autosufficiente e produceva latte, grano,
gli insaccati della mazza e pane
dal forno casalingo. Nei secoli successivi, molti emigrarono poi in
Australia e California.
Visitiamo il nucleo vecchio di Verscio seguendo il sentiero che sale
a est della piazza; dapprima superiamo la Vecchia Posta; poi il portale di Francesco Isidoro Leoni del
1818, raffigurante i santi Francesco d’Assisi e Francesco da Paola
e lo stemma familiare. Giungiamo
in seguito alla Casa Leoni (XVII secolo), un ampio complesso architettonico con loggiato a due piani e vasto cortile ben decorato,
che conserva numerose tracce di
affreschi dei secoli XVII-XIX.
Degno di nota è lo stupendo cancello dei fabbri locali risalente al
A lato: il campanile di Verscio
Sopra: l’orrido di Ponte Brolla
Links: die Kirche und der
Kirchturm von Verscio
Oben: die Klippen von Ponte Brolla
Auf Entdeckungstour durch
die „Terre di Pedemonte”
iesmal schlagen wir einen
Ausflug in die “Tre Terre” des
Pedemonte vor, welche sich
von Ponte Brolla bis Cavigliano erstrecken. Wir starten zu früher
Stunde an der Bergstation in Orselina und fahren mit der Standseilbahn nach Locarno hinunter. Zu
Fuss geht es zum unterirdischen
Bahnhof von Locarno-Muralto weiter, wo wir die Centovallina in Richtung Ponte Brolla besteigen. Bis zu
Beginn des 20. Jahrhunderts verkehrte hier die Postkutsche ins Onsernonetal, von 1907 bis 1965 die
“Valmaggina“, die Maggiatalbahn,
deren Abkürzung FPB für LocarnoPonte Brolla-Bignasco steht.
Wir beginnen unseren Spaziergang
und bewundern westlich der Brücke
den Pozzo di Tegna mit seinem glasklaren Wasser, das im Sommer zahlreiche Badende anlockt; dahinter erstrecken sich die Terre di Pedemonte bis Intragna mit seinem Kirchturm, dem höchsten des Tessins (65
Meter). Ausserdem bewundern wir
die über die Jahrhunderte von der
Natur ausgeschliffenen Felsen.
Nun begeben wir uns in Richtung
Ristorante Centovalli, biegen nach
D
rechts ab zum Grotto America und
folgen dem Weg, der links vom
Grotto anfängt. Die Natur hat die
uralten Grotti von Ponte Brolla geschaffen, der Mensch hat sie seinen
Bedürfnissen angepasst; insbesondere um Lebensmittel wie Käse,
Wurstwaren und Wein kühl zu lagern. In ihrem Inneren herrscht
auch im Sommer eine Temperatur
von um die 10°C. Bis in die 1950er Jahre fuhren die Locarneser in
der warmen Jahreszeit mit Sonderzügen in Massen zu den Grotti von
Ponte Brolla, wo sie die erhoffte Abkühlung fanden. Entlang dieses
Wegstücks entdeckt man den Eingang zu einem rund 550 Meter langen Stollen des Militärs, der zwischen 1939-1940 als Festung für
den Fall eines feindlichen Angriffs
gebaut wurde.
Vom Ristorante Grotto Michelangelo geht es hinunter in Richtung Tegna zum Quartier Scianico. Auf dem
Weg dahin heben wir den Blick zum
Monte Castello, der wegen der Ruine einer auf die römische Zeit zurückgehenden Befestigungsanlage
historisch bekannt ist. Ebenso sichten wir zahlreiche Kletterer, die im
sehr gut besuchten Klettergarten
unterwegs sind. Unmittelbar nach
dem Restaurant Giardinetto befinden sich einige traditionelle Gebäude. Weiter den Weg hinaufgehend,
gelangen wir zu einem historisch
wertvollen Waschbrunnen. Wir
durchqueren den alten Dorfkern
von Tegna und erreichen die Piazza
mit dem Ristorante Cantina, einem
typischen Gebäude aus dem 18. Jh.
mit einem schönen Balkon und einem Fresko von Giuseppe Antonio
Ein Ausflug
in das Gebiet
Tre Terre,
das sich von
Ponte Brolla
bis Cavigliano
erstreckt und das
Dorfzentrum von
Tegna und Verscio
durchquert.
Felice Orelli auf der Hinterseite. Die
Dorfkirche im Barockstil ist Santa
Maria Assunta gewidmet. Neben
der Kirche befindet sich das denkmalgeschützte Kirchgemeindehaus;
im Friedhof ruht unter anderem die
berühmte Krimiautorin Patricia
Highsmith. In der Kapelle San Rocco, dem Schutzheiligen gegen die
Pest, ist eine Papierrolle mit der Einschrift BDL – Benefattori (Wohltäter) di Livorno – dargestellt.
Wir spazieren nun zum Quartier Predasco, wo es einen erfrischenden
Brunnen gibt, folgen der Kantonsstrasse in Richtung Verscio. Nach
oben schauend, sticht das weisse
Oratorium S. Anna ins Auge, das
sich an der Route Tegna-StrecciaDunzio-Aurigeno befindet, einem
der schönsten Ausflüge des Tessins.
Auf der Piazza von Verscio liefert
der 1804 erbaute Brunnen Abkühlung: Ein kleiner Obelisk an der Säule symbolisiert die damals neue, republikanische Freiheit. Die Rohre,
aus denen das Wasser kommt, wurden aus den Gewehrläufen napoleonischer Veteranen geschaffen.
Die Leute hier waren Selbstversorger, produzierten Milch, Weizen,
Wurstwaren und Brot aus dem
häuslichen Ofen. Um 1600 begannen Dorfbewohner in grosser Zahl in
die Toskana auszuwandern. Bis heute besteht eine starke Verbindung –
insbesondere – zu Livorno, wo zahlreiche Männer aus Verscio als Maurer, Steinmetze oder Gepäckträger
arbeiteten. Deshalb ist an verschiedenen Stellen im Dorf die Inschrift
B.D.L (Benefattori di Livorno) zu finden. In den späteren Jahrhunderten
wanderten viele nach Kalifornien
und Australien aus.
Über den Weg, der östlich der Piazza ansteigt, begeben wir uns zum
Dorfkern von Verscio. Zunächst
kommen wir an der alten Post vorbei, dann am Portal von Francesco
Isidoro Leoni von 1818, auf dem
Francesco d‘Assisi und Francesco
da Paola sowie das Familienwappen abgebildet sind. Danach gelangen wir zur Casa Leoni (17. Jh.),
einem weitläufigen Gebäude mit
Laubengängen auf zwei Etagen
und einem schön geschmückten,
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Da sinistra a destra:
Uno degli stemmi delle famiglie Leoni a Verscio; rappresenta con la
corona sulla testa la stirpe dei Leoni benestanti (detti Capitani o Lupi)
e, con la corona sulla lingua, quella dei Leoni popolani (Leoncitt).
Von links nach rechts:
Eines der Wappen der Familien Leoni in Verscio; mit der Krone auf dem Kopf
stellt es den wohlhabenden Klan der Leoni dar (Capitani oder Lupi genannt)
und, mit der Krone auf der Zunge, jenen der einfachen Leoni (Leoncitt).
Madonna col bambino, nel nucleo di Cavigliano.
Madonna mit Kind im Zentrum von Cavigliano.
Il pregevole cancello in ferro battuto di Casa Leoni a Verscio.
Das beachtenswerte, schmiedeeiserne Tor des Hauses Leoni in Verscio.
Caraa nel nucleo di Cavigliano.
Gasse im Zentrum von Cavigliano.
1700. Il palazzo fu costruito sulle rovine di un vecchio castello
visconteo che serviva alle milizie
destinate al controllo di chi lavorava nei campi. Poco più in là,
preceduta da una fontana monolitica, ecco la Cà du Vanin, a
tre ordini di colonne e di portici
interni, costruita nella prima metà del 1600. Saliamo ancora un
poco fino al ponticello sopra il Rì
da Riei, dove a lato si trova il
vecchio mulino sulla cui parete
ammiriamo un affresco del Vanoni raffigurante la Madonna di
Re, alla quale i Pedemontesi erano molto devoti. Scendiamo lungo il lato sinistro del Rì da Riei,
dando uno sguardo al bel complesso porticato di una casa settecentesca, dal portale affrescato con uno stemma raffigurante
due soldatini e le immagini del
Santuario di Re (nella vicina Valle Vigezzo) e di quello di Caravaggio (località lombarda nei
pressi di Treviglio).
Attraversando la strada cantonale raggiungiamo una pregevole
cappella del Settecento con l'immagine della Madonna di Montenero (località sopra Livorno) e
con sullo sfondo il faro del porto di Livorno. Seguendo il sentiero acciottolato arriviamo al
Museo Comico Dimitri. La chiesa di S. Fedele merita una visita.
L'antico edificio, del 13.mo o
14.mo secolo è stato più tardi
modificato e integrato parzialmente nell’odierna chiesa barocca a forma ottagonale. Sul sagrato ammiriamo la statua di
S.Fedele, patrono della comunità pedemontese. All'interno della chiesa spicca la Crocifissione
(1963), opera di Vaquero Turcios. Del 1760 sono invece le ba-
laustre in marmo di gusto rococò, donate da benefattori di Livorno. Gli affreschi tardogotici
sulla crociera del coro primitivo,
datati 1480, sono attribuiti ad
Antonio da Tradate.
Ci incamminiamo quindi lungo il
sentiero che costeggia la ferrovia e in prossimità di Cavigliano
troviamo la Capelóna (la cappella principale fra Verscio e Cavigliano).
Giunti in paese, giriamo per le
viuzze alla scoperta di aspetti
genuini di questo villaggio. Degni di nota sono gli affreschi dedicati alla Madonna della Cintura sparsi nel villaggio, oltre a una
statua all'interno e una pittura
sulla lunetta della porta principale della chiesa. Dopo una visita al torchio comunale risalente
a inizio Seicento, ammiriamo ancora la bella chiesa di S. Michele, eretta nel 1709 nel luogo dove esisteva una cappella tardomedievale. L'altare maggiore e
quello di S. Vincenzo Ferrer con
la balaustrata di marmo, sono
stati donati nel 1755 da caviglianesi emigrati a Livorno.
La gita ci ha permesso di conoscere un bell’angolo del Ticino,
forse un po' diverso da quello
raffigurato nelle guide turistiche. Rientrando a Locarno con
la Centovallina, dal finestrino
vediamo passare come in un
piacevole film le immagini dei
posti che abbiamo visitato. Risalendo con la funicolare a Orselina ecco il Santuario della Madonna del Sasso. Un versciese ci
ha detto che nel 1949 anche la
popolazione delle Terre di Pedemonte ha seguito con grande
partecipazione la Madonna Pellegrina (Madonna del Sasso).
grossen Innenhof, in dem Reste zahlreicher Fresken des 17.-19. Jahrhunderts erhalten sind. Erwähnenswert
ist das wunderbare Tor lokaler
Schmiede, das von 1700 stammt. Das
Gebäude wurde auf der Ruine einer
alten Burg der Visconti errichtet, welche der Miliz dazu diente, die Feldarbeiter zu überwachen. Gleich in der
Nähe, bei einem zum Brunnen umgestalteten Monolithen, die in der
ersten Hälfte des 17. Jh. erbaute Cà
du Vanin mit drei internen Säulengängen. Wir steigen noch bis zur kleinen Brücke über den Riei-Bach auf,
an dessen Ufer sich die alte Mühle befindet, deren Wände ein Fresko von
Vanoni ziert, das die Madonna von Re
zeigt, der die Piemonteser sehr ergeben waren.
Wir folgen dem Bach linksseitig abwärts und werfen einen Blick auf ein
schönes Haus aus dem 18. Jh. mit einem Laubengang und einem bemalten Tor, das ein Wappen mit zwei Soldaten, Bilder der Wallfahrtskirche von
Re (im nahen Vigezzotal) sowie eines
von Caravaggio (lombardische Ortschaft nahe Treviglio) zeigt. Nachdem
wir die Kantonsstrasse überquert haben, erreichen wir eine bemerkenswerte Kapelle aus dem 18.Jh. mit einem Bild der Madonna von Montenero (Ortschaft oberhalb von Livorno)
sowie dem Leuchtturm des Hafens
von Livorno im Hintergrund. Der gepflasterten Gasse folgend gelangen
wir zum Museo Comico Dimitri.
Einen Besuch verdient die Kirche San
Fedele. Das antike Gebäude aus dem
13. oder 14. Jahrhundert wurde später verändert und teilweise in die heutige, achteckige Barockkirche integriert. Auf dem Kirchplatz bewundern wir die Statue des Heiligen Fidelis, des Patrons der Pedemonte-Gemeinde. Im Inneren der Kirche sticht
die Kreuzigung (1963) hervor, ein
Werk von Vaquero Turcios. Von 1760
stammt hingegen die Marmor-Brüstung im Rokoko-Stil, die Wohltäter
aus Livorno gespendet haben. Die
spätgotischen Fresken im Kreuzgang
des primitiven Chors von 1480 wurden Antonio da Tradate zugeordnet.
Daraufhin folgen wir dem Weg entlang der Bahnlinie und stossen nahe
bei Cavigliano auf die “Capelóna“,
die Hauptkapelle zwischen Verscio
und Cavigliano. Im Dorf angelangt,
schlendern wir durch die Gassen, um
ursprünglich erhaltene Winkel dieser
Ortschaft zu entdecken.
Erwähnenswert sind die über das
Dorf verteilten Fresken, die der Madonna della Cintura gewidmet sind,
ausserdem eine Statue im Inneren der
Kirche sowie ein Gemälde in der Lünette (Bogenfeld) über dem Haupteingang. Nach einem Besuch des Torkels der Gemeinde von Anfang des
17. Jh. bewundern wir auch die schöne, spätmittelalterliche Kirche S. Michele, die 1709 erbaut wurde. Der
Hauptaltar und jener des Heiligen
Vinzenz Ferrer mit der marmornen
Brüstung wurden 1755 von nach Livorno emigrierten Einheimischen gestiftet.
Der Ausflug hat uns ein schönes Eckchen des Tessin nähergebracht, das
sich vielleicht von dem ein bisschen
unterscheidet, was in Reiseführern
gezeigt wird. Während der Rückfahrt
nach Locarno in der “Centovallina“
sehen wir am Fenster wie in einem
Film di Stätten vorbeiziehen, die wir
besucht haben. Mit der Funicolare
nach Orselina zurückkehrend erblicken wir die Wallfahrtskirche Madonna del Sasso. Ein Einwohner von Verscio sagte uns, dass 1949 auch die Bevölkerung der Terre di Pedemonte mit
grosser Anteilnahme dabei war, als
überall die Prozessionen mit der Figur
der Madonna del Sasso stattfanden.
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ORSELINA 2014 25
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Il pilota di Formula 1
di DIEGO ERBA
oi ragazzi della scuola elementare di Orselina eravamo
attratti, negli anni Cinquanta, da un’autovettura Bugatti che
ogni tanto percorreva le strade della collina lasciando dietro di sé un
rumore assordante. Il proprietario
dell’auto abitava in una villetta sottostante la strada che dalla funicolare porta all’Hotel Orselina e frequentemente lo si vedeva trafficare
in uno dei due garage all’imbocco
di Via Caselle, dove era posteggiata l’auto da corsa di colore giallo
panna e nero. Per molti di noi il vedere da vicino la Bugatti era motivo di forte interesse e curiosità, come pure il poterci vantare con gli
amici che a Orselina abitava il pilota Ottorino Volonterio. Per la verità
del pilota noi sapevamo ben poco,
anche perché era persona schiva e
riservata che difficilmente parlava
con chi incontrava. Si sapeva solo
che il Volonterio era avvocato e che
ogni tanto gareggiava nelle competizioni automobilistiche. Suo
nonno Giuseppe fu per alcuni anni
sindaco di Locarno e deputato al
Gran Consiglio.
Le cronache del tempo ricordano
che il Volonterio – soprannominato
N
in ambito automobilistico con l’appellativo “il conte Volonterio“ – cominciò l’attività agonistica con la Bugatti 3300 cc., acquistata con i risparmi di famiglia, nel 1947, in occasione della corsa del Gempen, vicino a Basilea. Poi nell’ottobre 1950
disputò la prima edizione della corsa in salita Mitholz-Kandersteg con
un’Alfa Romeo Platé Sports arrivando secondo nella categoria esperti.
L’anno successivo eccolo impegnato
nella gara Susa-Moncenisio (vinta
dallo zurighese Dätwyler), dove con
la Bugatti finì al settimo posto, con
il tempo di 19 minuti e 27 secondi.
Nel 1952 il Volonterio acquistò una
Ferrari e corse con la monoposto a
Monza in Formula 2, una gara caratterizzata dal grave incidente a Juan
Manuel Fangio avvenuto sotto gli
occhi del pilota orselinese. Partecipò
poi alla cronoscalata del Maloja
giungendo terzo e nel 1953, dopo
aver sostituito la Ferrari con la Maserati, si classificò secondo nella Ollon-Villars. Nel 1954, finalmente arrivò il debutto in Formula 1 come
corridore privato, cioè come pilota
non appartenente a nessuna casa
automobilistica: un debutto amaro
poiché al Gran Premio di Spagna,
con la sua Maserati fu costretto ben
presto al ritiro. Un anno dopo giun-
se settimo al Gran Premio di Napoli
vinto dall’italiano Ascari. Nel 1956,
il Volonterio conseguì alterne soddisfazioni: si ritirò al Gran Premio di
Napoli, figurò come pilota di riserva
a Reims, si classificò al settimo posto
al Gran Premio di Germania del Nürburgring (e non al sesto come erroneamente indicato dal Corriere del
Ticino dell’8 agosto nell’articoletto
qui riportato). Con il titolo “Sportivo che si distingue” il quotidiano luganese annotava che “al Gran Premio automobilistico di Germania, disputatosi domenica scorsa, il signor
Ottorino Volonterio della nostra città, pilotando una Maserati è riuscito a piazzarsi al sesto posto nella gara vinta dall'argentino Fangio. Un
piazzamento onorevole se si considera il valore dei piloti di fama mondiale in lizza. Complimenti”.
Nel 1957 il Volonterio prese parte al
suo ultimo Gran Premio di Formula
1 in Italia, in coppia con il pilota francese André Simon. Dopo il ritiro della casa automobilistica Maserati, egli
gareggiò soprattutto nelle cronoscalate con un’Alfa Romeo o con una
Lancia. Il Popolo e Libertà del 23 luglio 1960 pubblicava la notizia che il
giornale “La Montagna” di Clermont
Ferrand riportava “il successo del
concittadino Ottorino Volonterio,
che si è qualificato secondo nella sua
categoria (da '1000 a 1300 c.c.), su
Alfa Romeo di grande turismo, compiendo km. 615,493 in 6 ore alla
media oraria di km. 84.249. Complimenti vivissimi al sig. Volonterio”.
Poi nel 1963 ci fu l’incidente al
Mont-Ventoux dove il pilota orselinese si ruppe una gamba andando
a sbattere violentemente contro una
pianta. Con fratture varie alla cassa
toracica e un trauma cranico con relativo e prolungato stato di coma
venne ricoverato all’Istituto Rizzoli di
Bologna per diverso tempo. Fu la fine della carriera automobilistica di
un personaggio che ha accompagnato la nostra gioventù e alimentato le nostre fantasie. Per alcuni decenni si trasferì nei pressi di Reggio
Emilia per poi rientrare negli anni Ottanta nel Luganese dove mantenne
vivo a lungo l’interesse per le gare
automobilistiche. Festeggiato nel
1989 dall’Automobile Club Svizzero
sezione Ticino come primo pilota ticinese di Formula 1, Ottorino Volonterio morì nel 2003 e fu sepolto nel
cimitero di Orselina.
Per molti di noi resta il ricordo del pilota della Bugatti dal colore giallo
panna e nero. La sua è stata indubbiamente una vita spesa interamente per i motori.
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26 ORSELINA 2014
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1) 1949: Volonterio alla guida della sua Bugatti nella Corsa
internazionale del Maloja
2) 1950: corsa in salita Mitholz-Kandersteg, secondo posto
con la Platé Sport
3) L’Allard, la Bugatti e l’Alfa Romeo esposte all’inizio di Via Caselle
4) Volonterio alla guida della Maserati nell’autodromo di Modena (1955).
5) Maloja 1949: il pilota Volonterio esegue l’ultimo controllo della sua Bugatti.
1) 1949: Volonterio am Steuer seines Bugatti am internationalen
Maloja-Rennen
2) 1950: ein zweiter Platz beim Bergrennen Mitholz-Kandersteg im Platé Sport
3) Der Allard, Bugatti und der Alfa Romeo an der Via Caselle ausgestellt
4) Volonterio am Steuer des Maserati auf dem Autodrom von Modena
5) Maloja 1949: Pilot Volonterio nimmt eine letzter Kontrolle an seinem
Bugatti vor
Der Formel-1-Pilot
von DIEGO ERBA
ns Knaben von der Primarschule Orselina faszinierte in
den 1950er Jahren ein Auto
der Marke Bugatti, das gelegentlich
unter ohrenbetäubendem Krach
durch die Strassen am Hügel fuhr.
Der Besitzer wohnte in einem Haus
unterhalb der Strasse, die von der
Standseilbahn zum Hotel Orselina
führt. Häufig sah man ihn in einer
der beiden Garagen bei der Einmündung in die Via Caselle, wo der
crème- und schwarzfarbene Rennwagen parkiert war. Gross war bei
vielen von uns das Interesse und die
Neugier, den Bugatti aus der Nähe
zu betrachten und gegenüber den
Freunden damit zu prahlen, dass in
Orselina der Rennfahrer Ottorino Volonterio wohnt. In Wahrheit wussten
wir über den Piloten recht wenig,
auch weil er eine zurückhaltende
und scheue Person war, die kaum
mit den Leuten sprach, denen er begegnete. Man wusste lediglich, dass
Volonterio Anwalt war und gelegentlich an Autorennen teilnahm.
Sein Grossvater war einige Jahre Sindaco von Locarno und Mitglied des
Grossen Rates gewesen.
Die Chroniken der Zeit erzählen,
dass Volonterio – in Rennfahrerkrei-
U
sen “Graf Volonterio“ genannt – mit
einem Bugatti 3300 ccm, den er
1947 mit den Ersparnissen der Familie gekauft hatte, beim Rennen in
Gempen bei Basel seine Karriere startete. Im Oktober 1950 nahm er mit
einem Alfa Romeo Platé Sports am
Bergrennen Mitholz-Kandersteg teil
und wurde in der Kategorie Spezialisten Zweiter. Im Jahr danach war er
beim Rennen Susa-Moncenisio (gewonnen vom Zürcher Dätwyler) mit
von der Partie und erreichte mit seinem Bugatti in einer Zeit von 19 Minuten 27 Sekunden den siebten
Rang. 1952 kaufte Volonterio einen
einsitzigen Ferrari und fuhr in Monza in der Formel 2 das Rennen, das
vom schweren Unfall Juan Manuel
Fangios überschattet wurde, welcher sich vor den Augen des Piloten
aus Orselina zutrug. Danach klassierte er sich beim Maloja-Bergrennen als Dritter und wurde 1953 beim
Ollon-Renens – er hatte den Ferrari
inzwischen durch einen Maserati ersetzt – Zweiter. 1954 erfolgte endlich das Debüt in der Formel 1 als Privatfahrer, der von keinem Werksteam unterstützt wurde. Es war eine
bittere Premiere, denn beim Grand
Prix von Spanien sah er sich in seinem Maserati bald zur Aufgabe gezwungen. Im Jahr darauf kam er bei
dem vom Italiener Ascari gewonnenen Gran Premio von Neapel auf
den siebten Rang. 1956 war für Volonterio ein Auf und Ab: Er gab beim
Gran Premio von Neapel auf, war in
Reims Ersatzpilot und holte sich im
Nürburgring den siebten Platz (und
nicht den sechsten, wie es der Corriere del Ticino vom 8. August meldete). Unter dem Titel “Ein Sportler
zeichnet sich aus“ schrieb die Tageszeitung aus Lugano, dass “es Herrn
Ottorino Volonterio aus unserer
Stadt beim Grand Prix von Deutschland, der vergangenen Sonntag
stattgefunden hat, am Steuer eines
Maserati gelungen ist, sich in dem
vom Argentinier Fangio gewonnenen Rennen als sechster zu platzieren. In Anbetracht der Piloten von
Weltruf, die daran teilnahmen, eine
achtbare Platzierung. Kompliment.“
1957 fuhr Volonterio in Italien seinen letzten Grand Prix der Formel 1,
zusammen mit dem französischen
Piloten André Simon. Als sich die Automarke Maserati dann von der Formel 1 zurückzog, fuhr er in einem
Alfa Romeo oder Lancia vor allem
Bergrennen. Der “Popolo e Libertà“
zitierte am 23. Juli 1960 eine Meldung der Zeitung “La Montagna“
aus Clermont Ferrand über “den Erfolg unseres Mitbürgers Ottorino Vo-
lonterio, der sich im Alfa Romeo
grande turismo als zweiter seiner Kategorie (von 1000 bis 1300 ccm)
klassiert hat, indem er bei einem
Durchschnitt von 84,249 km/h in 6
Stunden 615,493 Km zurücklegte.
Ein grosses Kompliment an Hr. Volonterio.“ 1963 folgte der Unfall am
Mont-Ventoux, bei dem sich der
Rennfahrer aus Orselina ein Bein
brach, als er heftig gegen einen
Baum prallte. Mit mehreren Brüchen
im Brustbereich und einem Schädeltrauma lag er längere Zeit im Istituto Rizzoli in Bologna. Es bedeutete
das Ende der Motorsport-Karriere einer Persönlichkeit, die unsere Jugend
begleitet und die Phantasie angeregt
hatte. Für einige Jahrzehnte zog er
in die Nähe von Reggio Emilia, um
in den 1980ern ins Luganese zurückzukehren. Sein Interesse am Motorsport hielt er lange aufrecht. 1989
feierte ihn die Tessiner Sektion des
Automobil Clubs der Schweiz als ersten Formel 1-Pilot des Kantons.
2003 starb Ottorino Volonterio. Er
wurde auf dem Friedhof von Orselina begraben.
Für viele von uns bleibt die Erinnerung an den Piloten mit dem cremeund schwarzfarbenen Bugatti, der
sein Leben ganz den Motoren verschrieben hatte.
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ORSELINA 2014 27
di/von GIANNI CAMINADA
Sopra: spettacolo di French Can Can
Sotto a destra: il presentatore della
serata Gianni Caminada e l’orchestra
Oben: Aufführung mit French Can Can
Unten rechts: der Moderator des Abends
Gianni Caminada und das Orchester
È
la generazione dei pensionati
che oggi può ricordare la festa
ricreativa più bella e divertente
d’un tempo ormai lontano, la Festa
d’agosto al Parco di Orselina. La prima edizione della manifestazione risale all'anno 1970, mentre l'origine
del Parco al 1964. Tra via al Parco e
via Caselle c'era infatti un grande appezzamento di terreno con piante curate adibite a parco, successivamente semiabbandonato, sul quale sorgeva una costruzione stile “castelletto” di proprietà della famiglia Brönimann, di origine bernese. Nel 1964,
la casa fu messa in vendita e il Comune di Orselina con lungimiranza e obbiettivi ben precisi l’acquistò. Si prevedeva la costruzione di una nuova
scuola e di un parco per il tempo libero. A seguito di un referendum però l'idea di una nuova scuola venne
abbandonata a favore della villa dei
Brönimann (il "Castello Bernese")
dove ancora oggi studiano gli allievi
delle elementari.
Il progetto del parco invece catturò
l'interesse dell’Ente Turistico, che sotto la presidenza di Alfonsito Varini
decise di elargire un sussidio di
400'000 franchi a favore della realizzazione di questo luogo d’incontro
destinato agli abitanti e alle manifestazioni turistiche.
Su progetto dell'architetto Eldes Rossi, nacque così un parco unico nel suo
genere, con un’arena in grado di accogliere fino a 700 persone e con ampio spazio per manifestazioni di ogni
genere. Le gradinate per esempio
permettono la posa dei tavoli, creati
appositamente dalla ditta Giugni di
Locarno e che ancor oggi sono utilizzati in occasione del carnevale.
Da allora, il Parco ospita tutte le manifestazioni organizzate dalla Pro
Orselina e da altre associazioni del
Comune.
“Per la prima edizione della Festa
d’agosto, la manifestazione regina
del Parco – ricorda Alberto Amstutz,
convinto promotore di questa iniziativa – non fu facile convincere i collaboratori a rinunciare al biglietto
d’entrata”.
Molte le caratteristiche che distinguevano la Festa d'agosto dalle altre: l'ottimo cucina cibo preparato dagli albergatori e servito ai tavoli con una
brigata di 30 camerieri; i gruppi musicali con 8 -10 elementi provenienti
dalla Germania, come la Big Band, o
dalla Svizzera tedesca, e dal Ticino,
come la Bandella Remigia; le decorazioni floreali e le lampade a petrolio
fissate sui tavoli che creavano una
particolare e intima atmosfera. C'erano poi i fuochi d’artificio che venivano sparati da una torretta del castelletto disegnando scenografie fiabesche e il famoso “bar fungo”, così
28 ORSELINA 2014
Festa d’agosto
nel Parco di Orselina
chiamato per la sua forma particolare, dove ci si divertiva fra amici spesso fino alle prime luci dell’alba. Diversi i giochi per bambini e adulti.
La partecipazione del pubblico era tale che ci si muoveva a stento; molte
signore indossavano l’abito lungo
mentre gli uomini portavano la cravatta…altri tempi.
Il manifesto pubblicitario per lanciare
la serata era di vitale importanza per
richiamare il pubblico. Nel 1972 fu
contattato un grafico tedesco abitante di Orselina, Eric Grassdorf, che disegnò il primo manifesto in bianco e
nero, raffigurante una grande chioma di capelli neri, che in parte copriva il viso di un’elegante signora , con
la scritta: “Festa d’agosto - Parco di
Orsellina / Entrata Fr. 3.- / 5-6 agosto
1972”.
Nel 1979 in occasione del 10° anniversario, fu chiamato l’allora presentatore e cabarettista della Radio Svizzera Italiana Yor Milano per allestire
un programma degno della ricorrenza. Presentò a sorpresa un balletto
“French can-can” eseguito da dieci
eleganti ballerine nei tradizionali co-
stumi dell’epoca. Fu un grande successo con scroscianti applausi. Inevitabile la richiesta dal pubblico di un
bis: sorpresa, invece delle eleganti
ballerine si presentarono dieci muscolosi e barbuti uomini con le parrucche, dai movimenti goffi e divertenti, un successo clamoroso!
Per i grandi preparativi e lo smantellamento delle infrastrutture di quella
speciale edizione della Festa d'agosto venne chiesto l’aiuto di una diecina di ragazzi dell’AGET (Associazione Giovani Esploratori Ticinesi). Alla
consueta cena dei collaboratori, (tutti volontari), il cassiere annunciò che
i conti si erano chiusi con buoni profitti e ai giovani esploratori venne corrisposto un importo di 1'500 franchi
per il lavoro svolto con grande impegno, a totale soddisfazione degli organizzatori. La stessa somma venne
offerta anche a Giorgio Piazzini, promotore e fondatore del “Gruppo
sportivo sciatori ciechi” per l’acquisto di radio rice-trasmittenti che servivano da collegamento tra lo sciatore guida e lo sciatore non vedente.
Piazzini e alcuni membri e accompa-
gnatori del Gruppo presentarono un
filmato sull’attività svolta sulle piste
da sci: si trattava di una novità assoluta, mai vista prima d’allora.
Per la 15° edizione ci voleva un’altra
forte attrazione che richiamasse un
numeroso pubblico. All’epoca era
sulla cresta dell’onda una cantante di
Brissago che vinse il primo premio all’Eurofestival. Si trattava di Nella Martinetti, che accettò di firmare un contratto e animare le due serate del 3 e
4 agosto, accompagnata dall'orchestra di Primo Pavese, composta di 4
elementi, e dalla Bandella Castellana
di Bellinzona. Il repertorio di Nella era
rigorosamente legato alla tradizione
ticinese e la sua esibizione mandò il
pubblico in visibilio. La simpatia e vivacità di Nella erano eccezionali e garantirono due serate di successo.
Sono ricordi indimenticabili per una
generazione di Orselinesi che hanno contribuito, promosso e sostenuto molti meravigliosi eventi, ma la
Festa d’agosto rimane pur sempre
la festa regina. Leggendo queste righe, forse qualcuno riaprirà l’albo
dei ricordi.
1984: un’allegra e giovane
Nella Martinetti sull’altalena del Parco.
1984: eine junge und fröhliche Nella
Martinetti auf der Schaukel im Park.
August-Fest
im Park von Orselina
n die August-Feste im Park
von Orselina kann sich heute nur noch die ältere Generation erinnern – zu lange schon liegen diese unterhaltsamen und
schönen Veranstaltungen zurück.
Ihre Ursprünge haben die AugustFeste im Jahr 1970.
Der Park war wenige Jahre zuvor, im
Jahr 1964, eröffnet worden. Das
Grundstück zwischen der Via al Parco und der Via Caselle, auf dem er
entstand, mit seiner schlossähnlichen Villa der Berner Familie Brönimann, war damals halb verwildert.
Ursprünglich verfügte es aber über
eine sehr gepflegte Bepflanzung, die
sich ideal für eine Parkanlage eignete. Als die Villa im Jahr 1964 verkauft
wurde, griff die Gemeinde zu. Es bestand die Idee, eine neue Schule zu
bauen sowie eine öffentliche Grünanlage für verschiedene Freizeitaktivitäten zu schaffen.
Ein Referendum jedoch verhinderte
den Bau eines neuen Schulgebäudes. Die Villa der Familie Brönimann (Castello Bernese) wurde gerettet. Heute drücken dort die
Grundschüler die Schulbank. Das
Parkprojekt aber weckte das Interesse des Tourismusvereins. Unter
dem damaligen Präsidenten Alfonsito Varini wurde entschieden, die
Realisierung einer solchen Anlage –
die als Ort der Begegnung und für
touristische Veranstaltungen dienen
sollte – einen Zuschuss von 400'000
Franken zu gewähren. Nach den
A
Plänen des Architekten Eldes Rossi
entstand auf diese Weise ein Park,
der in seiner Form einzigartig ist:
mit einer Arena für bis zu 700 Personen und ausreichend Platz für
Veranstaltungen aller Art.
Auf den einzelnen Rängen lassen
sich Tische aufbauen, die zu diesem
Zweck extra von der Firma Giugni
hergestellt wurden und noch heute
beim Karneval zum Einsatz kommen.
Im Park werden seitdem sämtliche
Events der Pro Orselina und der weiteren Vereine im Ort durchgeführt.
„Als das erste Fest im August auf
dem Programm stand, das Highlight
aller Veranstaltungen, war es
schwierig, die Organisatoren zu
überzeugen, auf einen Eintrittspreis
zu verzichten“, erinnert sich Alberto
Amstutz, der mit Herzblut an der
Planung mitwirkte. In vielen Punkten stach das „Festa d'agosto“ aus
den übrigens Events heraus: es gab
grossartige Speisen, die von den
Hoteliers zubereitet und an den Tischen mithilfe von rund 30 Kellnern
serviert wurden; für die Musik sorgten Bands, auch Big Bands, mit acht
bis zehn Mitgliedern, die aus
Deutschland oder der Deutschschweiz stammten sowie Gruppen
aus dem Tessin, wie die Bandella
Remigia; Blumengestecke und Petroleumlampen auf den Tischen
sorgten für stimmungsvolle und
heimelige Atmosphäre.
Die Besucher erwartete ein Feuerwerk, das von einem Turm des Ca-
stello aus entzündet wurde und märchenhafte Szenerien in den Himmel
schrieb. Nicht vergessen werden darf
ausserdem die Bar „fungo“, die ihren Namen ihrem pilzförmigen Aufbau verdankte, und wo bis in die frühen Morgenstunden unter Freunden
gefeiert wurde. Zudem standen für
Gross und Klein eine Vielzahl von
Spielen auf dem Programm. Es kamen so viele Leute zu dem Fest, dass
sich jeder nur langsam durch die
Menge schieben konnte. Die Damen
trugen lange Kleider, die Herren Krawatten – andere Zeiten eben.
Sehr viel Wert wurde auf die Gestaltung eines Werbeplakats gelegt, um
möglichst viele Besucher anzulokken. Im Jahr 1972 wurde der deutsche, in Orselina lebende Grafiker
Eric Grassdorfer mit dieser Aufgabe
betraut. In schwarz-weiss schuf er
die erste Version. Das Plakat zeigte
eine schwarze Haarmähne, die in
das Gesicht einer eleganten Signora
fiel, versehen mit der Aufschrift:
“Festa d’agosto - Parco di Orsellina
/ Entrata Fr. 3.- / 5-6 agosto 1972”.
Anlässlich des 10. Jubiläums im Jahr
1979 wurde der Schauspieler und
Kabarettist der Radio Svizzera Italiana, Yor Milano, eingeladen. Er sollte
ein dem Anlass gebührendes Programm auf die Beine stellen. Dies
gelang ihm mit einer überraschenden Einlage: Er präsentierte einen„French can-can“, vorgetragen
von zehn eleganten Tänzerinnen in
traditionellen Trachten. Das Publi-
kum war begeistert und quittierte
die Vorstellung mit einem tosenden
Applaus. Wie es zu erwarten war,
wurde eine Zugabe verlangt. Doch
statt der hübschen Tänzerinnen
sprangen plötzlich zehn kräftige
und bärtige Männer auf die Bühne,
alle mit Perücken, die eine völlig ungelenke, aber umso lustigere Tanzeinlage boten – ein Riesenerfolg
beim Publikum.
Für den Auf- und Abbau der Infrastruktur für diese Jubiläumsausgabe
des Augustfestes wurden rund zehn
junge Leute der Tessiner Pfadfinder
um Unterstützung gebeten. Bei einem nachfolgenden Nachtessen für
alle freiwilligen Helferinnen und
Helfer verkündetet der Kassenwart
die frohe Nachricht, dass bei dem
Fest gute Umsätze gemacht wurden. Ein Teil des Gewinns, 1'500
Franken, konnte daher den Pfadis
als Dank für ihren Einsatz übergeben werden.
Diesselbe Summe ging auch an den
Gründer der „Gruppe blinde Skifahrer“, Giorgio Piazzini. Dieser investierte das Geld in spezielle Funkgeräte, die den Kommunikationsaustausch zwischen Skilgruppenleiter und blinden Teilnehmern ermöglichten. Aus diesem Anlass zeigten Piazzini und mehrere Mitglieder
eine Dokumentation über ihre Aktivität auf der Piste. Es handelte sich
damals um eine absolute Neuheit.
Zur Feier der 15. Ausgabe des August-Festes war natürlich eine neue
Attraktion notwendig.
Schliesslich sollte es wieder ein grosses Publikum in den Park verschlagen. Zur damaligen Zeit eroberte
gerade eine Sängerin aus Brissago
die Herzen der Menschen – und
wurde mit dem ersten Platz beim
Eurofestival zum neuen Star: Nella
Martinetti. Sie verpflichtete sich tatsächlich für Auftritte an zwei Abenden in Orselina – am 3. und 4. August. Begleitet wurde sie vom Orchester Primo Pavese, mit vier Musikern, sowie der Bandella Castellana
aus Bellinzona. Nellas Repertoire
war fest in der traditionellen Tessiner Musik verwurzelt – und so gelang es ihr problemlos, das Publikum
in Entzücken zu versetzen. Die Sängerin strahlte eine unglaubliche
Sympathie und Lebendigkeit aus.
Beide Abende wurden ein grosser
Erfolg.
Diese Erinnerungen gelten der Generation von Orselinesern, die so
viele herrliche Veranstaltungen unterstützt, beworben und organisiert
hat. Die Königin unter den Events
wird immer das Festa d'agosto bleiben. Sicher werden auch bei anderen Menschen, die diese Zeilen lesen, alte Erinnerungen wach.
ORSELINA 2014 29
BIO-LOGICI, BIO-ATTIVI, BIO-EFFICACI
- COLORE SENZA AMMONIACA
- NO PARABENI
- NO SLS (Sodium Laureth Sulfate e Sodium Lauryl Sulfate)
- NO COLORANTI ARTIFICIALI
- OLI ESSENZIALI PURI - PROFUMI IPOALLERGENICI
- NO MINERAL OILS
- WE LOVE ANIMALS
jenni COIFFURE
Via Bramantino 22 6600 Locarno
091 752 34 32
RICORDANDO
LUIGI AGUSTONI
A 10 ANNI
DALLA SCOMPARSA
ERINNERUNG AN
LUIGI AGUSTONI
ZEHN JAHRE
NACH SEINEM TOD
di/von GIOVANNI CONTI
L'eredità
di un maestro
“H
a speso una vita alla ricerca della verità, per la comprensione dei misteri racchiusi nei
segni degli antichi manoscritti
liturgici, decodificando i meccanismi di lettura di un patrimonio culturale e spirituale altrimenti caduto nell’oblio: il
Canto Gregoriano, un canto
universale".
Così si leggeva qualche anno fa
nel volume dedicato a Orselina
( Obsculta filii praecepta magistri - Lugano, Quilisma Press
2005 ) ricordando la figura di
Luigi Agustoni, che proprio a
Orselina non solo fu parroco
per quasi mezzo secolo, ma anche uno studioso del canto sacro medievale. Uno dei più
grandi, al punto che oggi alla
sua "scuola" si formano numerosissimi giovani attraverso
l’impegno dei suoi allievi e dei
suoi collaboratori sparsi un po’
per tutto il mondo.
Luigi Agustoni ha lasciato
un’eredità forte in termini culturali, divenendo nel corso della sua vita un punto di riferimento per tutti coloro che del
Canto gregoriano hanno dovuto o voluto farne materia di
studio. Non è un caso se la sua
metodologia e le sue scoperte
sono oggi strumento di lavoro
per musicologi e musicisti at-
tenti al Medioevo e non solo. I
suoi libri costituiscono testi di
riferimento autorevolissimi e al
momento insuperati. In dieci
anni dalla sua scomparsa ne
hanno tenuto viva la memoria
i dirigenti dell’Associazione Internazionale di Canto Gregoriano di cui Agustoni fu il presidente per lunghi anni. Con
loro i soci di Cantus Gregoriani Helvetici Cultores, sodalizio
svizzero fondato da Agustoni
stesso e dedito a diffondere il
pensiero e gli studi di Luigi
Agustoni.
In questo filone si colloca anche il Comune di Orselina che,
grazie alla lungimiranza dei
suoi amministratori, ha da
qualche anno istituito il "Premio Luigi Agustoni" che viene
attribuito annualmente a personalità della ricerca musicologica e dell’interpretazione
musicale e/o a neo laureati che
si sono distinti per l’originalità e la qualità dei loro lavori
nel campo degli studi gregoriani, sia dal profilo musicale e
musicologico, sia dal profilo
storico e liturgico. Nel 2013, il
premio è andato all’uruguayuano Enrique Merello-Guilleminot, un vero pioniere nell’America del Sud della diffusione del Canto gregoriano secondo la metodologia di Agustoni,
Das Erbe
eines Meisters
„E
r hat sein Leben der Suche
nach der Wahrheit gewidmet. Um zu verstehen,
welche Geheimnisse in den Zeichen
der antiken liturgischen Handschriften stecken, decodierte er den Lesemechanismus eines spirituellen Kulturguts, das ansonsten in Vergessenheit geraten wäre. Es geht um den
Gregorianische Choral, einen universellen Gesang.“
Mit dieser Erklärung, die aus einem
Buch über Orselina stammt (Obsculta filii praecepta magistri – Lugano,
Quilisma Press 2005), wurde vor einigen Jahren der Person Luigi Agustoni gedacht. Agustoni war über ein
halbes Jahrhundert Pfarrer von Orselina, gleichzeitig Experte für mittelalterliche Kirchenmusik. Er gilt heute
noch als einer der „Grossen“ seines
Fachgebiets, sein Wissen wird dank
des Engagements ehemaliger Schüler
und Mitarbeiter weltweit an die jüngere Generation weitergegeben.
Luigi Agustoni hinterliess ein reiches
Erbe – im kulturellen Sinne. Schon zu
Lebzeiten galt er als Referenz für alle diejenigen, die den Gregorianischen Choral zum Mittelpunkt ihres
Studiums machten. Noch heute bedienen sich Musiker und Musikwissenschaftler mit Schwerpunkt Mittelalter seiner Methodologie und seiner
Forschungsergebnisse. Agustonis
Bücher gelten in der Wissenschaft
bis heute als richtungsweisend und
unerreicht.
Wachgehalten wurde die Erinnerung an den Theologen aus Orselina in den vergangenen zehn Jahren
vor allem durch die „Internationale
Gesellschaft für Studien des Gregorianischen Chorals“. Agustoni
stand diesem Verband lange Jahre
als Präsident vor. Auch die Mitglieder des „Cantus Gregoriana Helvetici Cultores“ sorgten dafür, dass
der Schweizer Kirchenmusiker nicht
in Vergessenheit geriet. Agustoni
selbst hatte diesen Verein mit dem
Ziel gegründet, sein Wissen und
seine Gedanken der Nachwelt zu
erhalten.
Auch die Gemeinde Orselina trägt –
dank der Weitsicht seiner Behörden – dazu bei, das Erbe Agustonis
zu bewahren. Dies erfolgt über die
Ausschreibung eines "Premio Luigi
Agustoni", der alljährlich an einen
Musikwissenschaftler im Bereich
Forschung oder musikalische Umsetzung respektive einen Hochschulabsolventen vergeben wird.
Voraussetzung ist, dass sich der
Preisträger in besonderer Weise durch Originalität und Qualität seiner Arbeit - auf dem Gebiet des
Gregorianischen Chorals verdient
gemacht hat. Seine Tätigkeit muss
sowohl auf musikalischer und musikwissenschaftlicher Ebene als auch
im Hinblick auf die historischen und
liturgischen Elemente überzeugen.
2013 ging der Preis an den Uruguayer Enrique Merello-Guilleminot
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Concerto
di canto
gregoriano
nella chiesa
parrocchiale.
Konzert mit
gregorianischem
Gesang in der
Kirche von
Orselina.
che ha saputo far conoscere con
iniziative di diverso genere.
È praticamente impossibile cogliere singolarmente i molteplici
aspetti che hanno caratterizzato
la personalità di Luigi Agustoni, a
partire da quello del credente, per
continuare con quelli del liturgista, biblista, celebrante, pastore,
musicista, musicologo, docente,
animatore, organizzatore; tutte
situazioni vissute
e attraversate con
quella libertà interiore che lo ha
sempre accompagnato: una libertà nata dall’amore per la verità.
Spinto da quella
curiosità intellettuale che Aristotele
definisce
“madre della filosofia”, Agustoni ha sempre voluto approfondire ogni argomento non trovando
pace se non di fronte a una risposta persuasiva agli interrogativi che
hanno originato ogni sua ricerca.
Tralasciando la miriade di contributi in riviste specializzate quali
“Revue grégorienne”, “Musica
Sacra”, “Beiträge zur Gregorianik” e “Studi Gregoriani”, l’ultima sua imponente opera in due
volumi e tre tomi, realizzata in collaborazione allo studioso tedesco
Johannes Berchmans Göschl “Einführung in die Interpretation des
Gregorianischen Chorals” datata
1992 e della quale è stata completata la traduzione italiana e francese. Un lavoro che non ha prece-
denti, dal valore inestimabile, da
cui emerge lo spessore dell’opera
della maturità nel senso più nobile del termine, nella quale Agustoni precisa i contenuti dei concetti
più raffinati e sottili della sua
esperienza di studioso, di docente e di interprete. Una “summa
gregoriana” in cui tutto il messaggio dell’insegnamento agustoniano è espresso
con forza e chiarezza. La stessa
forza con cui ha
sempre appoggiato iniziative legate alla diffusione, sotto diverse
forme, del Canto
Gregoriano.
Per chi considera
il Canto Gregoriano solo come
“musica da chiesa” sarà sempre
incomprensibile
come sia stato
possibile spendere un’esistenza per sviscerarne ogni aspetto. Se il Canto Gregoriano è invece considerato anche solo quale espressione altissima e raffinatissima di una spiritualità con tutte le implicazioni
culturali ad essa connesse, da
quella storica a quella biblica e
teologica, ecco che se ne avverte
la grandezza. Una grandezza capace di coinvolgere completamente la persona, l’individuo, il
credente, la Chiesa che attraverso la Parola cantata – recuperata
alla luce del genio di Luigi Agustoni – trova compimento alla sua
aspirazione più alta: dialogare
con l’Assoluto…
La figura
di Luigi Agustoni
che fu parroco
di Orselina
per quasi
mezzo secolo,
ma anche studioso
del canto sacro
medievale
con riconoscimenti
internazionali.
(siehe Foto), der in Südamerika
zum Pionier der Verbreitung des
Gregorianischen Chorals nach der
Methode von Agustoni wurde. Das
Wissen darüber verbreitete er mithilfe verschiedener Initiativen.
Luigi Agustoni verkörperte eine
Vielzahl von Persönlichkeiten. Es
ist fast unmöglich, die vielen Facetten seiner Person vollständig
aufzuzählen. In
Erinnerung bleibt
er als der Gläubige, der Liturgiker,
der Bibelkenner,
der Zelebrant, der
Pfarrer, der Musiker, der Musikwissenschaftler, der
Lehrer, der Organisator. Allen Lebenssituationen
begegnete er mit
der für ihn typischen inneren Freiheit, die sich aus
einer besonderen
Liebe für die Wahrheit entwickelte. Angetrieben wurde er bei seiner Forschung von jener intellektuellen Neugier, die Aristoteles
einst "die Mutter der Philosophie" nannte. Agustoni ging den
Dingen auf den Grund und ruhte nicht, bevor er nicht auf alle
Fragen eine überzeugende Antwort fand.
In diversen Fachzeitschriften, darunter der "Revue grégorienne",
"Musica sacra", “Beiträge zur
Gregorianik"und “Studi Gregoriani” veröffentlichte der Theologe
Beiträge. Zuletzt verfasste er die
"Einführung in die Interpretation
des Gregorianischen Gesangs"
(1992), ein Buch in mehreren
Bänden, das er gemeinsam mit
dem deutschen Gelehrten Johannes Berchmans Göschl herausgab. Es erschienen Übersetzungen in italienischer sowie französischer Sprache.
Dieses Werk bedeutete eine Neuheit auf dem Fachgebiet und war
somit von unschätzbarem Wert.
Agustoni führt darin sein Wissen und
seine Erfahrungen
aus seiner Tätigkeit
als Wissenschaftler
und Lehrer aus. Es
handelt sich um eine "summa Gregoriana", in der die
Lehre Agustonis mit
Klarheit und Nachdruck dargestellt
wird.
Sehr viel Energie
wandte Agustoni
auch für die Unterstützung von
Initiativen auf, die
der Verbreitung
des Gregorianischen Chorals dienten. Wer Gregorianischen Gesang einfach als „Kirchenmusik“
abtut, wird wahrscheinlich kaum
verstehen können, warum jemand
sein gesamtes Leben der Erforschung dieser Musikgattung widmet. Wer dagegen erkennt, dass
der Gregorianische Gesang die
edelste und kunstfertigste Ausdrucksform darstellt, um seinen
Glauben zu leben, nähert sich der
wahren Grösse dieser Musik an.
Der Gregorianische Choral kann
einen Menschen, einen Gläubigen, so sehr in seinen Bann ziehen, dass sich der grösste Wunsch
des Individuums erfüllt – der Dialog mit Gott.
Luigi Agustoni
war fast ein halbes
Jahrhundert lang
Pfarrer von
Orselina,
aber auch
ein international
ausgezeichneter
Forscher des
mittelalterlichen
Kirchengesangs.
Luigi Agustoni
a cui è dedicato
l’omonimo premio
istituito dal Comune
di Orselina.
Luigi Agustoni ist
der gleichnamige
Preis gewidmet,
den die Gemeinde
Orselina vergibt.
L’uruguayano
Enrique Merello-Guilleminot,
vincitore delPremio
Don Agustoni 2013
Enrique Merello-Guilleminot
(Uruguay), Gewinner
des Preises
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culturali, prende il nome
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Die Casa Al Platano, der
Sitz für Ausstellungen
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Baum, der einen Teil
des Kirchturms von Brione
versteckt.
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Brione s/Minusio,
“museo all’aperto”
rione s/Minusio nella sua
combinazione di viuzze, boschi, sentieri e tanto verde è
stato fonte di ispirazione per numerosi artisti che cercano anche di
tradurre la sua bellezza in dipinti,
fotografie e musica. Una terra d’artisti, ma anche una terra ricca di valori culturali racchiusi nei numerosi
sentieri che conducono sulle cime
delle nostre montagne. Su questa
realtà si innesta il "Percorso storico
culturale“ voluto dal Comune per
valorizzare il suo patrimonio. Un
"museo all’aperto“, fruibile tutto
l’anno, nel quale oggetti significativi testimoniano un passato quasi
dimenticato. Nel 1996 il Comune
ha così acquistato un vecchio immobile (oggi Casa al Platano), che
è stato restaurato mantenendo l’architettura originale. L'inaugurazione ufficiale di Casa al Platano risale al 1998 e da allora ospita esposizioni e attività culturali. Oltre 25
sono state le mostre presentate a
tutt’oggi e tutte hanno suscitato
curiosità, interesse e piacere. La filosofia dei promotori è quella di offrire proposte variate: dalla mostra
artistica all’esposizione delle Erbe
Aromatiche; dal mercatino delle
pulci fino alla collezione di scatole
di latta. Una piccola galleria che
sposa l’arte accademica con la cultura quotidiana e che nel suo genere si potrebbe definire unica, capace di esaltare ogni unità espositiva in grado di trasmettere emozioni e messaggi.
Nell’ambito delle iniziative proposte dal Comune, in linea con il
concetto di valorizzazione e pro-
B
mozione del territorio, spicca anche un evento musicale nell’incantevole cornice del bosco della Val
Resa. Una sintesi armoniosa tra
uomo e natura in cui le colonne
portanti di questo suggestivo anfiteatro sono gli alberi.
Kulturevents in der
Casa al Platano
it ihrer Mischung aus Gässchen, Wäldern, Pfaden und Grünflächen ist die Gemeinde Brione sopra Minusio schon immer Inspirationsquelle für Künstler gewesen. Die Schönheit des Ortes wird
in Gemälden, in Fotografien und Musik eingefangen. Doch Brione hat
nicht nur Künstlern viel zu bieten. Das Dorf ist reich an Kulturdenkmälern.
Davon können die zahlreichen Wanderwege zeugen, die bis hoch auf die
Berggipfel führen. Einer von ihnen nennt sich „Percorso storico culturale“. Er wurde eigens von der Gemeinde
eingerichtet, um das öffentliche Kulturgut
besser zur Geltung zu bringen. Der Spazierweg ist vergleichbar mit einem Freilichtmuseum, das das ganze Jahr über besucht werden kann. Die „Ausstellungsobjekte“, die es zu entdecken gibt, erzählen
Geschichten aus fast vergessenen Zeiten.
In diesem Zusammenhang kaufte die Gemeinde im Jahr 1996 ein altes Gebäude,
das sie im Stil der historischen Architektur
restaurieren liess. Die „Casa al Platano“,
wie die Einrichtung heute heisst, wurde im
Jahr 1998 eingeweiht und dient seitdem
regelmässig als Standort für Ausstellungen
und kulturelle Aktivitäten. Neugier, Interesse und jede Menge Lob brachten die Besucher den bisher rund 25 Ausstellungen
entgegen. Geboten wird ein abwechslungsreiches Programm: Die Veranstaltungen reichen von Kunst- und Kräuteraustellungen über Flohmärkte bis hin zu Expositionen von Blechdosen. Die „Casa al Platano“ wird so zu einer kleinen Galerie, in
der akademische Künste auf kulturelle
Zeugnisse des Alltags treffen. Eine einzigartige Kombination, die jeden Event zu einem emotionalen Erlebnis macht. Die Gemeinde bietet darüber hinaus auch andere Aktivitäten mit dem Ziel, die Region aufzuwerten und zu bewerben. Zu den Highlights im Programm gehört ein Musikevent
vor der märchenhaften Waldkulisse des Val
Resa. Natur und Mensch verschmelzen zu
einer Einheit, in einem Amphitheater aus
Bäumen.
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