pagina 2 Lettera... dal Presidente della C.N.D.A. Giovanni Gentile Cari amici, Dopo le elezioni del 17 marzo scorso e l'insediamento del nuovo Consiglio Direttivo, è iniziato ufficialmente il nuovo quadriennio 20132017 per la C.N.D.A. Se mi concedete una personale considerazione sull'election-day, quel giorno per me è stato un giorno di grande amarezza. Frequentando da Consigliere prima e da Presidente poi la C.N.D.A. posso solo dire di aver vissuto una pessima giornata all’insegna di cattiverie e maldicenze che non hanno fatto altro che rendere poco piacevole una giornata che avrebbe dovuto essere di piacevole aggregazione, in quello spirito che è la tradizione C.N.D.A. Essere Consigliere o Presidente della Consociazione non è altro che un modo di mettersi al servizio di essa senza che nessuno te ne dia merito. Credo invece che tutti pensino che chissà quali entrate e privileggi si abbiano ad essere impegnati quasi tutti i fine settimana, cercare di organizzare gare, trasferte, stilare classifiche nel minor tempo possibile e tutto nei ritagli di lavoro e del proprio tempo libero. Di contro, quando si chiede un aiuto per una giornata all'anno per esempio per l’attività di revisore dei conti od per altra mansione, una Inserisci il tuo annuncio gratuito su Avancarica Magazine fax 0544.271417 e-mail: [email protected] delle risposta è: “non ho tempo anche se sono in pensione”. Posso asserire, in questo periodo durato ben 10 anni, di aver conosciuto 2 C.N.D.A. Una composta da tiratori con il piacere di partecipare ad vari incontri: di Coppa Italia, di Campionato italiano di precisione, di Campionato italiano Tiro a Volo e Middle Range. Questi per fortuna sono la maggioranza, con la voglia di passare una giornata praticando l’attività che più gli aggrada. Di contro esiste un'altra piccola frangia dedita alle maldicenze ed al pettegolezzo, che ha come unico e solo scopo quello di mettere scompiglio ed insinuare dubbi di cattiva gestione della dirigenza tra tutti quei tiratori che il fine settimana cercano un momento di svago. Queste persone sono il male dell'avancarica e quindi come tali devono essere individuate ed emarginate. Questo Consiglio Direttivo come i precedenti, da me presieduti, hanno sempre cavalcato l’onda della trasparenza. In conseguenza a questo principio vi dico: CONTATTATE ME OPPURE UNO DEI MIEI CONSIGLIERI i quali hanno l'obbligo di illustrare a voi la verità dei fatti. Ve n d i ... c e r c h i ... scambi? pagina 3 Quindi, se vi arriva: - una notizia che vi lascia perplessi, - se vi danno informazioni che vi fanno sorgere dubbi di qualsiasi genere. - se leggete notizie sui social network date da fonti non ufficiali non abbiate timore, il mio telefono è sempre a vostra disposizione così come quello dei miei consiglieri. Scusate queste fondamentali ma doverose premesse, ed adesso torniamo alla sana C.N.D.A. Il prossimo non sarà un quadriennio facile, in quanto le ombre della crisi economica lambiscono tutto ciò che si definisce “superfluo” per definizione e lo sport in generale è considerato tale. Le aziende sono in crisi, le famiglie sono in crisi, l'Europa è in crisi, ma essendo la C.N.D.A. abituata alla crisi non risentirà più di tanto di essa. I dati lo dimostrano. Tra pochi mesi la rappresentativa italiana approderà ad Eisenstat/Tattendorf per la disputa del Campionato Europeo ed il mio augurio va a tutti coloro che ne prenderanno parte, con la speranza di ascoltare l'inno italiano in terra straniera. Un arrivederci in Austria ed un in bocca al lupo a tutti. Il Presidente Giovanni Gentile Per chi volesse inviare materiale da pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) inviare un fax oppure una e-mail alla redazione: Sul prossimo numero del mese di Settembre, tutte le classfiche del 15° Campionato Europeo di Eisenstadt ed i risultati dell’inchiesta C.N.D.A. Avancarica Magazine c/o X.mas srl Viale della Lirica 61 - 48124 Ravenna fax 0544.271417 e-mail: [email protected] Per tutte le altre news, classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it pagina 4 15° CAMPIONATO EUROPEO 2013 18-25 agosto - Eisenstadt AUSTRIA Vienna T.a.v. Eisenstadt pagina 5 G.P. AUSTRIA EISENSTADT 2013 prove generali per il 15° Campionato Europeo di Giovanni Gentile ed Alberto Beria Dal 10 al 12 maggio si è disputato il 7° G.P. d’Austria ad Eisenstadt, patria di Haydn, piccola e bella cittadina capitale del Burgenland situata a pochi chilometri da Vienna. Un ristretto numero di tiratori nostrani sia di palla che di Tiro a volo, ha affrontato la traferta nonostante le previsioni di brutto tempo, purtroppo avveratesi, ed ha così potuto testare il poligono cittadino. (segue nelle pagine successive) pagina 6 (segue dalla pagina precedente) In effetti il primo giorno di gara il sole tiepido ha riscaldato gli animi e le canne, tanto è vero che Stefano Caruso ha subito preso l’argento in Kuchen O con un ottimo 95/100, sorpassato da Herr Wagner (il mattatore dello squadrone austriaco) con 96/100. La nostra squadra, peraltro inserita all’ultimo minuto, ha vinto la medaglia d’oro grazie a Teresio Biagini, un ottimo 92/100 il suo ed a Pierangelo Ferrari che con un 88/100 ha garantito il successo. I due giorni successivi, entrambi piovosi e freddi hanno visto lo strapotere dei tiratori austriaci e tedeschi in tutte le specialità, con risultati commisurati all’evento. Tre 97/100 risultati a pari merito in Whitworth, un 99/100 in Tanegashima e Hizadai, ed ancora un 99/100 in Vetterli e così via. Unico neo, la classe unica nelle specialità, salvo pochissime eccezioni. Sul versante tiro a volo, giunti a destinazione e dopo i rituali convenevoli, i piattellisti, presenti numerosi, hanno cominciato a testare il campo di tiro a volo di Tattendorf (nelle vicinanze di Eisenstadt. Campo che, sin dal primo impatto, si è manifestato in tutta la sua difficoltà dovuta al vento persistente. I due giorni di gara hanno riservato alla nostra rappresentativa tempo piovoso e salti di luce che certo non ha reso facile la competizione, ma il verdetto del campo ha dato lustro al team italiano. La squadra di Hawker composta da Gentile, Moro e Ciuffi si è qualificata al terzo posto con 76/150, mentre quella di Batesville VENDI...CERCHI ...SCAMBI? Inserisci il tuo annuncio gratuito su Avancarica Magazine fax 0544.271417 e-mail: [email protected] pagina 7 composta da Gentile, Mariotti e Moro al primo posto con 119/150 battendo quella tedesca per un solo piattello. E’ da segnalare la prestazione ottima di Mariotti in Lorenzoni con 43/50 che gli ha permesso di disputare gli shoot-off per il terzo e quarto posto con una vecchia conoscenza quale Hintermayer. Però causa un “calo di piombo” (virus tipico che colpisce solo i tiratori C.N.D.A. alla ricerca sposmodica di grandi prestazionI) il terzo posto è stato aggiudicato all’austriaco. Il piacere della vittoria e lo sconforto della sconfitta sono stati annegati dai tiratori presenti in abbondante ed ottima birra. Ma per chiudere non poteva mancare Biagini che in Mariette ha fatto un ottimo risultato, 94/100 e fino all’ultimo si prevedeva una sicura medaglia ma purtroppo, ben tre 95/100 a pari merito gli hanno tolto la soddisfazione. Quindi la spedizione in Austria si è conclusa positivamente ed abbiamo salutato i successi con birra e wurstel. Ovviamente direte voi! Un grazie particolare ad Herbert Wagner, deus ex machina della organizzazione, ottimo tiratore ed organizzatore, sempre disponibile ed efficiente. Siamo sicuri che i tiratori italiani che andranno all’Europeo, troveranno un ambiente accogliente ed una organizzazione adeguate all’evento. Si prevedono infatti più di 1.500 prestazioni. Un grazie sincero e tanti auguri per l’Europeo. Per tutte le altre news, classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it pagina 8 CATTANEO! RECORD 98/100 in Miniè Originale pagina 9 TORINO 13A di campionato di P.G. Sifletto Nel primo week-end di giugno, durante 2 splendide giornate dal sapore estivo, a presso il TSN Torino si è disputata l’ultima gara del Campionato Italiano Avancaric CNDA-UITS. Buona la partecipazione dei tiratori, anche se i giochi ormai in parte fatti, il periodo di crisi e non ultimo l’ubicazione all’estremo ovest del paese ha causato la defezione di alcuni agonisti. Nei 2 giorni di gara, dove sono state effettuate circa 270 prestazioni, ed alcuni tiratori, come sempre i migliori, hanno ottenuto risultati di tutto riguardo, come 96 Pierangelo Ferrari con 92 punti in Cominazzo Replica, Alessandro Molino con punti in Lamarmora Replica, Fernanda Crippa con 95 punti in Vetterli Replica, Graziano Cattaneo con 95 punti in Miniè Originale e 97 in Withworth Replica. Punteggio eccezionale è stato poi realizzato nella categoria Kuchenreuter Originale da Antonio Orso che ha realizzato ben 98 punti. Linee 100 m. La gara è stata anche l’occasione per provare in anteprima le nuove linee si a 100 metri, le quali saranno totalmente agibili per i World Master Game che svolgeranno a Torino nel mese di agosto. Linee nelle quali, ciliegina sulla torta, è stato realizzato il Record Italiano da parte di Graziano Cattaneo che nella categoria Carcano, cartuccia metallica a 100 metri, ha realizzato ben 139 punti, inaugurando in modo degno le nuove linee. Un ringraziamento particolare va al TSN Torino, nella persona del Presidente Masino, al Consiglio Direttivo, alla Direzione di Tiro ed all’Ufficio Sportivo, per aver messo a disposizione degli Archibugieri le strutture dell’impianto e per l’ospitalità. Altro ringraziamento va alla Compagnia Archibusiè ‘d Piemont che ha risposto in modo compatto all’evento, sia nella partecipazione agonistica che per l’impegno lavorativo, dove buona parte dei Soci ha dedicato il proprio tempo ed opera per ricoprire i ruoli indispensabili alla buona riuscita dell’evento, in qualità di contacolpi, di addetti alla sostituzione bersagli, di componenti dell’ufficio classifiche e controllo bersagli. Un grosso plauso infine anche alle “Segretarie” Mariella Crosazzo e Isabella Caviasso come sempre indispensabili per il corretto funzionamento dell’ufficio Iscrizioni. (prosegue nella pagina successiva) Cambio bersagli Gettysburg pagina 10 TANTZUTSU O/R 1° GRAZIOLI PIETRO GTA 84 2° PORTESANI FRANCO AP 84 3° FERRERIO ANTONIO 3L 83 COMINAZZO O 1° MORO GIANCARLO 2° VEDANI ALFREDO 3° VECCHI ROBERTO AB 84 3L 83 SPTA 77 COMINAZZO R 1° FERRARI P.ANGELO GTA 92 2° PORTESANI FRANCO AP 86 3° ORSO ANTONIO AB 84 KUCHENREUTER O 1° ORSO ANTONIO AB 98 2° GHIRINGHELLI M. GTA 93 3° MARIANI GIULIANO SPTA 93 KUCHENREUTER R 1° ORSO ANTONIO 2° SIMONE ANGELO 3° BIAGINI TERESIO AB 94 AP 93 GTA 93 COLT 1° VECCHI ROBERTO SPTA 90 2° FERRERIO ANTONIO 3L 89 3° ORSO ANTONIO AB 88 MARIETTE 1° ORSO ANTONIO 2° CARUSO STEFANO 3° GIANDINOTO P. AB 94 GTA 94 AP 92 S&W 1° SIFLETTO P.G. AP 128 2° BRUSA PASQUE' A. 3L 126 3° ZANONI DARIO GTA 122 DONALD MALSON O 1° VEDANI ALFREDO 2° RUSSO IVAN 3° MORO GIANCARLO 3L AV AB 76 63 58 DONALD MALSON R 1° CARUSO STEFANO GTA 81 2° DISCONZI OLIMPIO 3L 74 3° VESCOVI GIUSEPPE AB 70 REMINGTON R 1° CARUSO STEFANO GTA 175 2° DISCONZI OLIMPIO 3L 164 3° VESCOVI GIUSEPPE AB 157 CL AS SIF ICH E GA RA TO RI NO TANEGASHIMA O&R 1° NAVA GUALTIERO 2° PORTESANI F. 3° BERIA ALBERTO AV 85 AP 73 GTA 50 MIQUELET O 1° PORTESANI F. 2° ALLEGRI BRUNO 3° LO TAURO S. AP AP AP 90 90 83 MIQUELET R 1° ALLEGRI BRUNO 2° MOLINO A. 3° BORLA RAIMONDO AP AP AP 87 86 85 PENNSYLVANIA O/R 1° VACCHERI MARCO APN 2° RIZZARDI IVO X 3° LAURELLA VALTER AP 93 80 75 GUARDIA NAZIONALE 1° LO TAURO S. AP 86 2° GALLI SERGIO STAP 79 3° BRUN SERGIO 3L 57 LAMARMORA O 1° FANTOLINO A. 2° ALETTI ANGELO 3° BERIA ALBERTO AP 86 3L 80 GTA 77 LAMARMORA R 1° MOLINO A. AP 2° ARRIGONI CARLO LDV 3° GROSSI EMANUELE SVL 96 91 89 VETTERLI O 1° CRIPPA FERNANDA X 2° LUCHINI ANDREA X 3° FANTOLINO A. AP 92 91 91 VETTERLI R 1° CRIPPA FERNANDA X 2° NAVA GUALTIERO AV 3° VACCHERI MARCO APN 95 94 93 MAXIMILIAM O 1° GUENZI GIANCARLO 3L 85 2° SAMMARCO C. STAP 73 3° CATTANEO G. SLV 71 GETTYSBURG O 1° DASSETTO MAURO AP 2° TAVERNARI CARLO 3L 3° BRUN SERGIO 3L 73 63 44 GETTYSBURG R 1° FABBRI FRANCESCO LARC 73 2° FUSERIO GIOVANNI 3L 69 3° CEFALI RENZO LARC 68 GETTYSBURG O x 2 1° BRUN SERGIO 3L 117 GETTYSBURG R x2 1° CEFALI RENZO LARC 147 2° FABBRI FRANCESCO LARC 145 3° PORINI ROBERTO GTA 97 MINIE' O 1° CATTANEO G. 2° ARRIGONI CARLO 3° OLANTE WALTER SLV LDV LDV 95 91 87 MINIE' R 1° SAMMARCO C. STAP 87 2° ARRIGONI CARLO LDV 84 3° CASUCCI GIULIANA LDV 81 WHITWORTH O 1° OLANTE WALTER LDV 93 2° SAMMARCO C. STAP 85 3° FERRERIO ALBERTO 3L 80 WHITWORTH R 1° CATTANEO G. SLV 2° GUENZI GIANCARLO 3L 3° OLANTE WALTER LDV 97 95 95 WALKIRIE O/R 1° SIMONE ANGELICA APN 89 SHARPSHOOTER 1° FABBRI GUALTIERO LARC 118 2° ROSATI FABRIZIO SPTA 108 CARCANO 1° CATTANEO G. SLV 2° FUSERIO GIOVANNI 3L 139 110 pagina 11 MANASSAS ...la prima battaglia di Bull Run di Vincenzo Labellarte L’autore, al centro, alla fine... dello scontro Vi è capitato mai di coronare un sogno cullato sin modo della battaglia sul Volturno che può essere considerata da bambino? Mi auguro di si. A me questo è successo e la Gettysburgh del nostro Risorgimento. precisamente nel luglio 2006. Ora vi racconto tutto. Dall’amore per la loro storia, soprattutto quella Naturalmente sono, come voi, un tiratore d’avan- militare, sono nate ormai le Associazioni di “Reenactors”. carica, grande appassionato e lettore di storia americana, Queste danno vita a rievocazioni delle più importanti soprattutto quella riguardante la loro guerra di secessione battaglie della Guerra Civile. In occasione di quelli che e che gli americani stessi, con rigido rigore storico, nonchè furono gli scontri più epici e determinanti per le sorti della onestà intellettuale, chiamano guerra civile. guerra, si schierano gli stessi reggimenti e solo quelli che all’epoca vi parteciparono, così come gli squadroni di cavalEvento grandioso e tragico al contempo che causò leria ed i reparti d’artiglieria, dando all’evento la massima oltre 750.000 morti, oltre 1 milione di feriti ed un numero fedeltà storica. imprecisato di vittime civili. Ciò significa che gli Stati Uniti d’America in questa guerra tra Nord e Sud, tra morti e feriti Anche la cinematografia moderna ha prodotto bei ha patito un numero superiore a quello registrato in tutte film sulla guerra civile come: Gods and Generals, The Blue le successive guerre combattute sui vari fronti mondiali. and the Gray, Gettysburgh, Glory, ricorrendo ad associaQuesto perchè dal 1861 al 1865 furono adottate armi già zioni di reenactors. Quello che inoltre colpisce in questi è il moderne (fucili e cannoni a canna rigata), ma negli scontri trasporto emotivo. Il senso di appartenenza al loro reparto tattiche e schieramenti risentivano ancora del retaggio delle durante la battaglia, il retaggio derivante dall’aver avuto guerre europee e napoleoniche. antenati che a quella guerra e magari a quello scontro parteciparono. Assiepato intorno al campo di battaglia c’è il L’apice di questo tremendo mix si ebbe nel mas- pubblico arrivato da ogni parte degli USA e che vive questo sacro di Gettysburgh che in 3 giorni costò alle 2 parti oltre non come semplice spettacolo ma come un’emozionante 40.000 morti, segnando la fine del conflitto le cui sorti ormai avventura a spasso nel tempo. da tempo erano compromesse per il Sud. Dalle ceneri e (prosegue nelle pagine successive) dalle macerie lasciate da questa guerra, gli americani datano la nascita della nuova nazione, dove comunque il Sud rimane ancora oggi il Sud, con i suoi edifici pubblici sui quali accanto a quella a stelle e strisce garrisce la bandiera confederata. Questa guerra inoltre, insieme a quella combattuta per l’indipendenza dagli Inglesi, è considerata dagli Americani il proprio vero patrimonio storico-culturale. Dal punto di vista narrativo viene trattata con grande rigore. Non sono i vincitori a scrivere la storia, ma solo gli storici. Per citare un esempio a Gettysburgh raccontano con la stessa precisione ed obiettività sia l’eroica sfortunata carica dei reggimenti di Pickett a Cemetery Hill, che la strenua difesa del Little Round Top da parte del Colonnello Chamberlaine e del 1° Maine. Quanto mi sarebbe piaciuto leggere allo stesso Fanteria nordista si avvicina alla linea di fuoco. pagina 12 La schiere della fanteria sudista avanzano. (prosegue dalla pagina precedente) Ebbene il mio sogno è sempre stato quello di poter assistere ad un simile evento. Il 22 luglio del 2006 sono riuscito a coronarlo in una maniera fantastica, non da semplice spettatore, ma addirittura come “reenactor”. Ho infatti partecipato in Virginia tra le file confederate, per cui ho sempre nutrito grande simpatia, alla rievocazione del 145° anniversario della prima battaglia di Manassas. Questo è appunto il nome che gli danno i sudisti, dalla cittadina nella cui stazione ferroviaria il Gen.le “Stonewall” Jackson fece arrivare truppe che colsero di sorpresa i nordisti del Gen.le McLellan accampati presso la Piantagione di Belle Grove, fattoria perfettamente conservata, oggi interessantissimo museo. I nordisti la chiamano invece la prima battaglia di Bull Run dal fiumiciattolo che vi scorreva nei pressi ed oggi quasi totalmente prosciugato. Dopo il bombardamento di Fort Sumter, questa viene considerata come la prima vera battaglia della guerra civile. Una grande vittoria confederata. I 600 morti inflitti al nemico furono un duro colpo alle certezze di vittoria dei nordisti e alla loro convinzione che la guerra potesse durare pochi mesi. Artiglieria del nord cambia posizione ad un cannone. La celebre cavalleria del sud si raduna per la carica. Pensando che lo scontro si risolvesse in una scampagnata addirittura l’aristocrazia e l’alta borghesia di Washington, distante poche miglia, erano al seguito dell’esercito. Arrivati a bordo delle loro eleganti carrozze per fare un pic-nic ed assistere alla battaglia. Ma quando le truppe nordiste, battute ed in fuga, si ritirarono precipitosamente, lo fecero anche gli atterriti gitanti, abbandonando sui verdi prati finissime argenterie, porcellane e cristalli. Voci popolari raccontano che da allora in poi nelle tende da campo di numerosi ufficiali sudisti, il lusso e lo sfarzo delle suppellettili aumentasse di molto. Vi chiederete come mi è stato possibile partecipare ad un evento del genere? Molto meno complicato di quanto immaginiate. Gli ingredienti sono stati la grande passione, un minimo di spirito d’avventura, capacità organizzativa e tanta navigazione su internet. La conoscenza dell’inglese è invece importante in quanto tutte le informazioni necessarie raccolte sui siti americani sono naturalmente in inglese di conseguenza le e-mail da inviare dovevano essere scritte in questa lingua. In ciò sono stato supportato da mia moglie e mio figlio che hanno fatto il viaggio con me e sono stati tra il pubblico il giorno della battaglia. Vi posso assicurare che assistere o addirittura partecipare ad un “reenactment” costituisce una esperienza unica ed indimenticabile. Le rievocazioni cui noi siamo abituati in Italia sono solo una lontanissima parvenza a confronto di ciò che si celebra in America. A Manassas, tra sudisti e nordisti c’erano 9.000 soldati, 300 cavalleggeri, 100 cannoni ed in più carriaggi, salmerie, cucine ed ospedali da campo esattamente tutto come all’epoca. I reparti confederati, seppur decimati, resistono. Ora voglio raccontarvi in breve la mia esperienza diretta di reenactor. Dopo varie ricerche avevo appreso che un certo Bob Tolar, 52 anni di Kinston - North Carolina, interpretava il ruolo di comandante in capo dell’Armata della pagina 13 La cavalleria confederata si appresta a caricare. Virginia del Nord. Subito gli scrissi una e-mail. In questa mi presentavo come tiratore d’avancarica e grande appassionato della Guerra Civile Americana e delle gesta del Sud. Esternai il mio grandissimo desiderio di poter partecipare alla battaglia di Manassas inquadrato in qualche reparto e gli dissi anche che avevo l’uniforme fattami fare su misura da una sartoria militare in Italia (Sartoria Equipe di Ferrara). Non ci crederete ma ero già famoso. La notizia che un italiano avesse varcato l’oceano per partecipare ad un evento che, storicamente e culturalmente lo riguardava, aveva fatto presto a diffondersi. Appena varcata la soglia di quella casetta di legno ebbi puntati addosso, tra l’incredulo e l’ammirato, gli occhi di tutti i presenti. Ritirata la lettera, un formale benvenuto da parte di Bob Tolar, salutai mia moglie, mio figlio ed i miei amici che se ne ritornarono a Ci avevo provato. La sua immediata risposta fu un Manassas. L’indomani sarebbero stati tra il pubblico a misto tra stupore e ammirazione. Bob si disse entusiasta di godersi lo spettacolo. avermi come ospite straniero ed italiano tra le sue fila. Mi pregò di rivolgermi al suo aiutante da campo Jake Jennette Attraversai la strada. Oltrepassai una staccionata per il mio inquadramento e l’organizzazione in genere. e mi ritrovai in quello che era diventato l’accampamento Anche Jake si dimostrò entusiasta di questa partecipazione dell’armata confederata. Restai esterefatto davanti alle e mi avvertì che in battaglia avrei incontrato come nemici i migliaia di tende bianche già tirate su, alle compagnie dei volontari intaliani del 39° New York City con i loro cappelli vari reparti che si esercitavano, a bande dei reggimenti che piumati e il tricolore con la scritta Dio e Popolo. suonavano marce tra cui Dixie e Bonnie Blue Flag. La cosa si faceva interessante e già cominciavo a calarmi nel ruolo. Per l’uniforme invece, saputo che la mia era di lana, mi sconsigliò vivamente di portarla, in quanto in quella zona a luglio la temperatura sforava i 40° con un tasso di umidità nell’aria dell’80% e quindi avrei rischiato una sincope. Informatosi delle mie misure, disse che lui avrebbe provveduto a farmene trovare una leggera. In ultimo si informò, con molto tatto, del livello del mio inglese parlato ma soprattutto della mia capacità di comprenderlo. Compreso che questa era di scarso livello, mi consigliò di rimanere, durante l’attacco al suo fianco, per evitare che nel frastuono non capissi gli ordini impartiti o meglio gridati dai sergenti. Mi precisò inoltre dove e quando dovevo presentarmi (avrei trovato una sua lettera) per l’iscrizione. La fase organizzativa era così terminata. La battaglia si sarebbe svolta il giorno 22 luglio con replica l’indomani 23. Io, mia moglie, mio figlio e una coppia di amici arrivammo tardissimo la notte tra il 20 e il 21 all’aeroporto di Washington. Ritirata l’auto prenotata, partimmo alla volta di Manassas. Alle tre della mattina eravamo a letto in un tipico motel americano che più tipico... non poteva essere. La mattina successiva, lauta colazione e via alla volta di un paesino a 15 miglia, Middletown, dove avrebbe avuto luogo la rievocazione. Come da istruzione mi presentai presso un qualcosa che sembrava a metà tra un ufficio e un centro d’accoglienza per lasciare il mio nome. Un’ospedale da campo era già pronto. Ed i cavalli venivano foraggiati e strigliati. Le cucine preparavano il rancio per la truppa. L’aria che si respirava era di una suggestione che faveva venire la pelle d’oca. Mi sentivo a bordo della macchina del tempo. Era il pomeriggio del 21 luglio 1861, il giorno prima della battaglia. Seguendo le istruzioni ricevute raggiunsi un gruppo di tende più grandi che ospitava il quartier generale. Lì, notandomi in borghese e con l’aria smarrita, mi venne incontro Jeke Jennette che mi abbracciò e mi parlò in uno slang di cui capii solo “Vincenzo”, ossia il mio nome. Mi portò subito da Bob che con enfasi a sua volta mi presentò agli altri. Tutti mi davano grandi pacche sulle spalle e mi facevano domande alle quali rispondevo come potevo. (prosegue nelle pagine successive) La fanteria nordista risponde al fuoco. pagina 14 (prosegue dalla pagina precedente) Ad un certo punto da una tenda uscì il mio salvatore, un americano di origini italiane che parlava l’italiano più o meno come io parlavo l’inglese e che assunse ufficialmente il ruolo di interprete. Dopo di che fui accompagnato alla mia tenda per cambiarmi. Sulla brandina da campo trovai la mia uniforme. La indossai subito ... incredibile, era da ufficiale! Ero stato assegnato nientemeno che allo staff del Comandante in Capo. Mi sentivo sempre più un ospite di riguardo. La cena, tipicamente del sud fu a base di tacchino, fagioli e pannocchie arrostite. “tigri” dai caratteristici pantaloni alla zuava a righe bianche, rosse e blu e il cappello di paglia a larghe falde. Quando il nostro schieramento ebbe a tiro la prima linea nordista iniziarono le scariche di fucileria da entrambi le parti. I nostri cannoni cominciarono a sparare a copertura dell’avanzata. Dai boschi esce la cavalleria aumentando poderosamente la nostra spinta offensiva nel momento cruciale che diventò critico per i nordisti. Vedevamo cadere molti soldati tra le file nemiche e tra questi riconobbi la bandiera e i cappelli piumati del 39° New York, formato da Italiani emigrati al nord e qui forzatamente arruolati, di cui mi aveva parlato Jake. Comunque, aprendo un inciso, anche tra i sudisti combatterono, anche se non a Manassas, molti italiani emigrati dal nostro sud, quasi tutti ex combattenti del disciolto esercito borbonico. L’unica nota stonata fu un bottiglione di vino, Montepulciano d’Abruzzo, tirato fuori dall’interprete e che grazie al quale riuscii a mandar giù l’enorme quantità di tacchino servito. Tutti eravamo stanchissimi e così andammo a dormire. La luna era alta, le sentinelle montavano la guardia con la baionetta innestata. In lontananza udii il fischio del treno proveniente dalla lontana stazioncina di Dopo alcuni tentativi di contrattacco falliti, le file Manassas. Supino sulla branda pensai. Forse è quello che unioniste cominciarono a sbandarsi, fino a ritirarsi in porta le truppe di “Stonewall” Jackson. Probabilmente disordine, incalzati dai nostri reparti. Salve di fucileria ed stavo già sognando. hurrà accompagnarono questa vittoria, mentre noi con in testa le bande che intonavano Dixie, rientrammo al campo. Ma d’improvviso fui svegliato da Jake che mi fece Prima di arrivarci, passammo attraverso 2 ali di donne segno di vestirmi e seguirlo. Così feci ed insieme entrammo festanti in costume che offrivano ai vincitori le dolci e in una tenda di fronte alla quale 2 sentinelle montavano la succose mele della Virginia. Così anch’io ebbi da una guardia. Era circa l’una di notte e su un tavolo illuminato da rubiconda ragazzotta la mia mela. 2 eleganti candelabri c’era una grande mappa. Posso terminare qui la mia narrazione, sperando Assistevo al breefing che precede la battaglia tra di non aver annoiato il lettore. A chi ha trovato interesse nel il Comandante in Capo ed i Generali “Stonewall” Jackson e mio racconto posso dire che quello della battaglia è stato il James Longstreet. L’atmosfera era inimmaginabile e quelle pezzo forte del viaggio ma ho avuto modo anche di scoprifigure al lume di candela conferivano al tutto un realismo re un’America diversa, più autentica e popolare, fuori dai incredibile. Al termine ritornammo in tenda per sfruttare le circuiti turistici tradizionali. Ho visitato la Virginia con ultime ore di sonno in attesa del fatidico giorno. Richmond, antica capitale della confederazione ed i suoi monumenti con lo splendido museo della guerra. 6 del mattino! Un grande trambusto interruppe il mio dormiveglia. Campo in fermento, reggimenti che si Ci sono i panorami mozzafiato delle Blue Ridges, formano. Le rispettive bande che suonano, cannoni portati catena montuosa che, a chi la guarda da lontano, sembra in postazione ed i cavalli che vengono sellati. Il sud stava veramente blu. C’è la valle di Shenandoah profonda e andando a combattere la sua prima battaglia ed a coprirsi sconfinata e comunque, per chi vuole rituffarsi nell’America di gloria. moderna e tecnologica, c’è la capitale federale Washington a poche miglia. Così anch’io, vestita l’uniforme e confesso con un pò di tremarella nelle gambe, mi avviai con Jake verso il A tutti quelli interessati ad un viaggio di questo luogo dove si stavano convogliando le tipo, ricordo che naturalmente non c’è solo truppe e dove finalmente avremmo la rievocazione di Manassas, ma ogni visto in faccia gli odiati yankees. battaglia della guerra civile viene celebrata annualmente con un “reenactment”. Il più Marciavamo appena qualche spettacolare rimane quello di Gettysburgh metro dietro al 1°Luisiana, le famose con una presenza di oltre 40.000 reenactors. Su internet potrete avere tutte le informazioni necessarie. Tra i siti vi consiglio www.cwreenactors.com/index.php. Per chi è interessato proprio alla battaglia di Manassas può rivolgersi a The Cedar Creek Battlefield Foundation P.O. Box 229 Middletown, Virginia 22645 www.cedarcreekbattlefield.org e-mail:[email protected] Cavalleria del sud, determinante a Manassas. pagina 15 “21 aprile 2013, la Bourse aux armes di Paris à Rungis” di Paola Andrean Serafini Da diversi anni visito la Bourse aux Armes di Parigi che si tiene due volte l’anno a Rungis, in aprile e in ottobre. Conosco alcuni venditori e so che hanno pezzi importanti o rari ma in questa edizione del 21 aprile 2013 ho avuto modo di conoscerne altri, che provengono da vari Paesi, come il greco Nicolaos Zepis, che ha voluto farsi fotografare con una coppia di pistole albanesi, che a suo dire aveva comprato l’anno scorso per 5.000 euro proprio a Rungis, e quest’anno non riusciva a venderle nemmeno per la metà! Mi disse che era a causa della crisi generale, e credo che in effetti le vendite siano diminuite non solo in Grecia! (fig. n. 1) Cose belle ed interessanti ne ho viste diverse: mi ha colpito subito uno stupendo morione, tutto lavorato a sbalzo sul banco di Vladislav Zinchenko. (fig. n. 2) Sul tavolo vicino c’era un revolver con decori di fiori e foglie ad altorilievo completamente dorato e con impugnatura in avorio (fig. n. 3) Una serie di pistole che il Fig. 1 proprietario mi ha diligentemente presentato, e che dall’alto in basso della (fig. 4) sono: 1° Prussia mod. 1813/ UM; 2° Bayern 1812 mod.38; 3° Austria 1818; 4° Bad Wuttemberg 1753; 5° Saxon 1813-43; 6° Austria 1798. Una piccola pistola di Ripoll con canna a due ordini tutta decorata con fiori intarsiati in oro e il punzone di BURSTINDUI, e con il gancio da cintura. (fig. 5) Molto belli anche due Tüfenk ben decorati ma il prezzo era decisamente alto 7.800 euro e 4.850 per quello meno decorato. (fig. 6) Una pistola della Gendarmérie An IX costava solo, si fa per dire, 1850 euro, mentre un fondi palle multiplo, per 26 palle, era venduto per 250. (fig. 7) Mr. Gabrielli, una vecchia conoscenza di origine italiana, mi ha mostrato una Simplex tedesca (fig. 8) e una ZIG-ZAG (fig. 9) e una pistola molto rara, di Marius Berger (fig. 10) Un bellissimo fucile a pietra focaia per il Fig. 2 Fig. 3 Governatore di Malta ne porta lo stemma sul dorso dell’impugnatura ed è firmato sull’acciarino, Nicola a Malta. Molto decorato ha un cane inusuale: (fig. 11 e 12) Fra le cose particolari o strane ho visto un “prova polvere” a percussione (fig. 13) e uno a miccia forse olandese, firmato “Burel”! (fig. 14 e 15) Una “Liliput” germanica cal. 4.25 del 1927 (fig. 16) ed altre che potevano stare nel palmo della mia mano (fig. 17 e 18) Un revolver con allungamento del calcio in acciaio, ripiegabile fatto da “Galand à Paris” (fig. 19 e 20) (prosegue nelle pagine successive) pagina 16 Un fucile a vento austriaco col calcio-serbatoio ricoperto da pelle di serpente, (fig. 21). Una pistola “Système Cessié”, inventato a St. Etienne, a percussione, col cane sotto la canna. (fig. 22 e 23). Una carabina Luger del 1902 cal. 30, col calcio aggiunto per un uso da spalla (fig. 24) ed una “Mauser” (fig. 25). Ed ancora un Pauly de Paris …(fig. 26) e fucili per tutti (fig. 27). Moltissimi altri pezzi che lo spazio a disposizione mi impedisce di descrivervi, molti dei quali ho già visto in edizioni precedenti, il che mi fa pensare che i proprietari non desiderino disfarsene…ma siano motivo di attrazione! Fig. 4 Fig. 5 Fig. 6 Fig. 16 Fig. 7 Fig. 8 Fig. 10 Fig. 9 pagina 17 Fig. 11 Fig. 13 Fig. 12 Fig. 14 Fig. 20 Fig. 15 Fig. 19 Fig. 17 Fig. 21 Fig. 18 (prosegue nella pagina successiva) pagina 18 Fig. 26 Fig. 24 Fig. 22 Fig. 27 Fig. 23 Fig. 25 pagina 19 IL MAZZAGATTO (THE MUFF PISTOL) di Gualtiero Fabbri, C.G. (prima parte) In apertura citiamo un paio di definizioni “ufficiali”: Enzio Malatesta nel suo testo “Armi ed Armaioli d’Italia” (E.B.B.I. Istituto Editoriale Italiano Bernardo Carlo Tosi S.A. Milano): “Mazzacani o mazzagatti. Nomi dati in alcune province d’Italia a una piccola arma da fuoco manesca, sul tipo delle pistole. Venuta in uso nel secolo XVI e proibita dovunque come arma insidiosa.“ Letterio Musciarelli nel suo “Dizionario delle armi”: “Mazzacani o mazzagatti, furono così chiamate, in alcune province italiane, le pistole con canne lunghe meno di 15 cm. Usate sin dall’inizio del Seicento, il loro impiego fu spesso proibito, essendo giudicate armi insidiose; infatti, date le loro piccole dimensioni, si potevano facilmente occultare.” Interpolando le due descrizioni possiamo avere una sufficiente definizione del tipo di arma che noi, nel proseguimento, per comodità chiameremo mazzagatto, termine maggiormente usato nella zona che comprende la Toscana e l’Emilia. Generalmente i “mazzagatti” non avevano la canna rigata ed erano sprovvisti di organi di mira. Erano armi destinate a colpire sulle brevissime distanze, quindi la precisione era inutile. il loro caricamento si poteva normalmente eseguire dalla “bocca” dell’arma, ma praticamente tutte avevano la canna agevolmente svitabile, e ciò consentiva di poterle caricare dalla parte posteriore, un sistema detto a “semiretrocarica”, infatti in quasi tutti gli esemplari sono presenti “tacche” al vivo di volata o alla base della canna che consentono di utilizzare appositi attrezzi per svitare con facilità la medesima. Va aggiunto, a conforto di quanto già detto a proposito della dimensione della canna, che il Codice del Regno di Sardegna proibiva le pistole con canne di misura inferiore ai 16 cm. Il successivo codice del Regno d’Italia, al Capo IV N°455 recita: “Fra le armi proprie hannovi le insidiose. Sono reputate tali gli stiletti, i pugnali, gli stocchi, le spade o sciabole in bastone, i coltelli fustellati, le pistole corte, la cui canna non oltrepassi i cento settantuno millimetri in lunghezza misurata internamente, i tromboni, le pistole fatte a trombone, gli schioppi o pistole a vento, i pistoni, schioppi o carabine snodati o divisi in più pezzi, e gli schioppi a foggia di canna o bastone”. Ancor prima, al loro apparire nel XVI secolo, fu riconosciuta la pericolosità e l’insidiosità di tali armi che potevano essere portate già cariche in modo occulto, tanto che Alfonso I d’Este, nel 1522, emanò un’ordinanza a loro riguardo: “… e siccome si sta diffondendo un nuovo tipo di armi da fuoco particolarmente pericolose, comunemente chiamate armi a pietra (a pirite) e con le quali possono essere commessi più facilmente omicidi: Dato tutto ciò il Serenissimo, conoscendole per armi diaboliche proibisce a chiunque di armarsene, salva esplicita autorizzazione, e sotto la pena di avere una mano mozzata pubblicamente …” Va comunque rifiutata la convinzione che i mazzagatti servissero solo per uso criminale. Ed è con questi criteri dimensionali che abbiamo scelto alcune armi illustrate di seguito, nelle quali si può riscontrare come i mazzagatti rispondessero tutti, ad uno o più requisiti proibiti dalla legge allora vigente. Com’è noto, nel periodo intercorso tra il XVI e il XIX secolo, diversi sistemi di accensione sono stati usati per innescare la carica esplosiva, a questi dedichiamo un breve accenno. Escludiamo senz’altro il più antico, il sistema a “ignizione” che abbisognava dell’intervento di due operatori, come anche è escluso il successivo sistema a “miccia”, perché rendeva impossibile uno dei requisiti primari del mazzagatto: l’occultabilità! Avendo bisogno di una miccia già accesa per approntare l’arma all’uso, era certamente inattuabile riporla in tasca o (prosegue nella pagina successiva) pagina 20 anche sotto il mantello. Oltretutto, per il fumo e l’odore della combustione, sarebbe stata individuabile già a distanza. I sistemi successivi, creando l’accensione al momento dello sparo, soddisfacevano pienamente il requisito e, viste le ridotte dimensioni, l’arma poteva essere tenuta facilmente nascosta fino all’istante dell’uso. Particolarmente in Gran Bretagna, Francia, Belgio, raramente in Germania e quasi mai in Italia, i mazzagatti erano forniti a coppie in apposita custodia, che conteneva anche una serie di accessori necessari per il caricamento e la pulizia. In questi Paesi di maggior diffusione erano portati, se di dimensione adatta, a coppia nei taschini del panciotto, più per ornamento che per difesa. Infatti, erano definiti da panciotto, da taschino o da viaggio. Gli Inglesi chiamano i mazzagatti “muff pistol”, cioè pistole da manicotto, accessorio prevalentemente indossato dalle Signore. Quando il mazzagatto era in grado di sparare più di un colpo senza ricaricare, poteva non essere parte di una coppia. Tornando ai sistemi di accensione, e ci scusino gli esperti “archibugieri”, diremo, a favore degli inesperti, che nei primi “mazzagatti” fu usato anticamente il sistema a ruota, un complicato e bel meccanismo che fa frizionare una ruota di acciaio temprato su un pezzo di pirite, le scintille che si generano, sullo stesso principio dei moderni accendini, innescano la carica propulsiva. Nel sistema a pietra è invece una pietra focaia dura, che opportunamente abbattuta su una lastra di acciaio temprato genera da questo le scintille. All’inizio del XIX secolo, con l’invenzione del fulminato, il sistema si riduce a una capsula contenente la carica d’innesco che, dopo essere stata inserita in un apposito luminello, viene percossa dal cane. Ovviamente per ogni sistema esistono diverse varianti, la cui approfondita descrizione ci allontanerebbe troppo dal tema fissato. Pertanto nell’esposizione degli esemplari, definiremo genericamente i tre sistemi rispettivamente: a ruota, a pietra focaia, a percussione, magari semplicemente indicando il tipo di variante. Un riferimento storico tra i tanti: secondo fonti avvalorate anche da rappresentazioni grafiche dell’epoca, fu con un mazzagatto a pietra focaia che Massimiliano Robespierre tentò il suicidio nella sala del Palazzo di Città la notte del 9 Termidoro (28 luglio1794). Il capo dei gendarmi (dal nome impronunciabile), accorso per arrestalo, intervenne facendogli deviare il colpo, che tuttavia lo ferì alla mascella. Due giorni dopo, Robespierre, salì i gradini della ghigliottina. Anche le “pocket pistols” americane, tra le quali primeggiavano le “deringer”, per le loro dimensioni potevano essere assimilate ai “mazzagatti”. Differivano per il calibro, solitamente molto più robusto. Tra queste pistole da tasca, la più famosa in assoluto è diventata quella utilizzata il 14 aprile 1865 da John Wilkers Booth per sparare al Presidente Abraham Lincoln, era una Philadelphia Deringer, a percussione di capsula con una canna lunga 2 pollici (5,8 cm), era in calibro 44, se pure il proiettile usato per l’attentato, pare fosse in calibro 41. La nostra descrizione si ferma a metà del XIX secolo, quando con i progressi della tecnica e l’incalzare delle necessità belliche, la cartuccia metallica introduce l’arma moderna. Verso la fine del XIX e agli inizi del XX secolo i paesi occidentali furono invasi da piccoli revolver a cartuccia metallica di piccolo calibro (solitamente 5,75 oppure 6,35mm), quasi tutti di fabbricazione belga, la loro destinazione primaria era nelle tasche dei ciclisti dell’epoca che utilizzavano l’arma per dissuadere i cani dal tentativo di azzannare loro i polpacci al passaggio davanti alle aie contadine, per questo motivo furono denominate “velo-dog”, la combinazione delle parole velocipede e il termine inglese dog (cane) le prime furono fabbricate da Galand, poi copiate da tutti. Armi di dimensione ridotte se ne fabbricano tuttora, ma non sono più denominate mazzagatti, o mazzacani, non fosse altro per il “politically correct” di non irritare gli animalisti. pagina 21 LE CARTUCCE PER ARMI AD AVANCARICA MILITARI (con particolare riguardo al contenuto in polvere delle cartucce originali) di Massimo Capone Questo non è un argomento ricorrente nell’uso attuale di armi militari ad avancarica, a pietra o luminello, originali o repliche, ma sempre di particolare interesse sia storico sia riferito all’affascinante e suggestiva specialità agonistica del TIRO STORICO. Cominciamo con una breve descrizione della tipica cartuccia militare per armi ad avancarica. Era un semplice involucro di carta (carta piuttosto spessa e robusta, ma attualmente potremmo usare anche carta più sottile qualora la palla fosse di diametro …abbondante.), contenente il proiettile e la carica di polvere. Per le armi rigate a percussione, dietro il proiettile (generalmente cilindro ogivale) la polvere era spesso contenuta in un involucro doppio, più robusto, ottenuto creando un cilindro di carta, o cartoncino, interno a quello principale, e contenente direttamente la suddetta carica. Attenzione, generalmente non c’era borraggio tra palla e polvere, e la carta, per le cartucce di fucile, di norma non era “combustibile”. Per armi ad avancarica la carta combustibile era usata per le cartucce dei revolver (comprese le famose carabine COLT a tamburo). Le armi a tamburo potevano essere caricate con cartucce, oppure inserendo separatamente polvere e proiettile, come fanno i tiratori moderni. La carta avvolgente il proiettile, generalmente, era ingrassata nelle cartucce per armi rigate: mentre, di norma, non era ingrassata in quelle per armi lisce (palla tonda). Il soldato, dopo aver estratto dalla giberna (o dal tascapane, o da qualche tasca della sua divisa, in situazioni d’emergenza…logistica) la cartuccia, ne lacerava con i denti un’estremità (quella vicina alla parte contenente la polvere), versava la polvere dentro la canna (dopo averne messa un pò nello scodellino, se l’arma era a pietra focaia), e poi vi spingeva con la bacchetta la palla ancora avvolta nella carta. Tale procedimento, semplice ed essenziale, era quello più spesso utilizzato per le armi a canna liscia e palla tonda: per le armi rigate, il proiettile cilindro ogivale veniva inserito con qualche manovra in più (ad esempio capovolgendo la cartuccia svuotata, oppure, come generalmente nella Guerra Civile americana, liberando il proiettile dall’involucro, ed inserendolo direttamente in volata). A proposito della lacerazione con Pacchetto di cartucce originali per fucile i denti dell’estremità della cartuccia, è militare a luminello canna liscia metà 800 abbastanza noto che un espediente per sfuggire alla leva militare era quello di farsi saltare parte dei denti (non era più possibile caricare correttamente il fucile!). Spesso, dopo una battaglia, sembrava che fosse nevicato per la grandissima quantità dei pezzi di carta delle cartucce sparsi sul terreno dello scontro. Per il nostro “TIRO STORICO” possiamo utilizzare della comune carta extra strong, o carta da stampa per computer o fotocopie, controllando però attentamente che, una volta confezionata, la nostra cartuccia entri agevolmente in canna, e possa essere spinta giù utilizzando la bacchetta stessa, d’ordinanza, del fucile. Se entrasse con difficoltà, potremmo utilizzare una palla di diametro lievemente minore, o carta più sottile (velina, ecc.). Ricordate che, per regolamento, è vietato utilizzare bacchette più rigide o pesanti, o munite di impugnatura. Il problema del diametro della palla non è da poco (parliamo per ora solo della palla tonda): all’epoca, per agevolare il caricamento, si usavano palle …scandalosamente…sottocalibrate! (anche di 1,5 o 2 millimetri inferiori al calibro della canna!!): in una scarica a 50 o 70 metri, la precisione era …secondaria!. Per le nostre attuali gare di tiro storico, invece, senza l’assillo di un reggimento nemico che ci stia sparando contro, possiamo permetterci la raffinatezza di una palla di diametro più giusto, che scenda agevolmente ma ben aderente in canna, senz’altro meno storica ma più competitiva! Consiglio di utilizzare palle di almeno 0,5 mm di diametro inferiore al calibro. Naturalmente, poiché la tenuta del “vento” (spazio tra palla e parete interna della canna) resta affidata ad un piccolo spessore di carta, che in parte brucia prima che il proiettile esca, la precisione sarà sempre molto relativa!. Ma di meglio non si può fare!. Nel periodo d’uso della “cartuccia” si è assistito ad un progressivo miglioramento della qualità della polvere nera, ed a tale miglioramento si è accompagnata, conseguentemente, la riduzione del suo quantitativo nella cartuccia. Nel ‘700 una cartuccia per fucile d’ordinanza ne poteva contenere anche più di 12 grammi (12,20 grammi per il fucile francese Mod.1777, anno IX ed anno XIII), ma arriviamo poi a circa 4 grammi nelle (prosegue nelle pagine successive) pagina 22 cartucce con proiettile miniè della guerra civile americana. Attenzione però: la carica delle cartucce per armi a pietra focaia era comprensiva della quantità utilizzata per innescare il bacinetto, calcolata in 1,2 grammi circa (faceva eccezione un esercito dell’Europa centrale che non prevedeva l’innesco a parte del bacinetto, in quanto parte della polvere introdotta in canna, all’atto del caricamento, fuoriusciva dal focone, auto innescando il bacinetto). Passiamo ora ad esaminare più in dettaglio tali quantitativi di carica (le cifre sono tratte da manuali d’epoca o da pubblicazioni specifiche, o dallo studio di cartucce originali giunte fino a noi), limitandoci alle cartucce per le armi più diffuse nel periodo, o più interessanti storicamente per noi. Non troverete alcune armi rigate, abbastanza famose, che venivano caricate con palla e polvere separatamente (es. carabina LaMarmora, carabina Baker, ecc.). I dosaggi di polvere che riporto non sono da considerare assolutamente fissi e costanti: c’era, all’epoca, una variabilità dei dosaggi di carica per una stessa arma a seconda dell’esercito o nazione che l’aveva in dotazione, ma spesso anche tra le varie fabbriche. Durante la Guerra Civile americana ci furono a volte lamentele da parte dei militari o degli ispettori dei due eserciti per l’incostanza delle cariche nelle cartucce fabbricate dai vari stabilimenti ( e sovente nelle cartucce prodotte da una medesima fabbrica)! Esercito americano 1812 - 1822 fucile liscio, pietra focaia, cal. ’69, palla tonda 10,4 grammi Guerra Civile americana (armi a percussione) Esercito dell’Unione (nordista): fucile rigato, cal. ’69, palla miniè fucile rigato, cal. ’58, palla miniè fucile liscio, cal. ’69, palla tonda revolver, cal. ’44, revolver, cal. ’36 fucile rigato Colt a tamburo, cal. ’56 Esercito della Confederazione (sudista): fucile rigato Mississipi, cal. ’54 fucile rigato Enfield, cal. ‘577, palla miniè fucile rigato, cal. ’58, palla miniè fucile rigato, cal. ’69, palla miniè fucile liscio, cal. ’69, palla tonda fucile iscio, cal. ’69, “buck and ball” * (* palla tonda e tre palle cal. ’31, sovrapposte) revolver – pistola da cavalleria, cal. ’54 70 grani 60 “ 110 “ 30 grani 17 “ 45 – 55 grani 70 grani 70 “ 75 “ 80 “ 100 “ 110 “ come per i nordisti 30 grani Gran Bretagna: fucile liscio, pietra focaia, India Pattern (Brown Bess), cal.’75, palla tonda fucile liscio, percussione, mod. 1842, cal. ’75, palla tonda fucile rigato, percussione, Brunswick, cal. 18 mm, palla cinturata fucile rigato, percussione, Enfield pattern 1851 (1853), cal.’577, palla miniè 10,6 grammi 8 “ 5 “ 4 – 4.4 “ Svizzera: Carab. Federale 1851, rigata, percussione, cal.10,4 mm, proiett.cilindro-ogivale Fucile rigato, percussione, mod. 1859, cal. 18 mm, proiett. cilindro-ogivale 4 grammi 4,5 “ Francia: fucile 1777 e derivati, liscio, pietra focaia, cal. 17,5 mm, palla tonda fucile 1822, liscio, pietra focaia, cal. 17,5 mm, palla tonda fucile mod. 1822 T bis, rigato, percussione, cal. 18 mm, palla miniè carabina “a camera”, rigata, percussione, 1842, cal. 17,5 mm, palla tonda carabina “a stelo”, rigata, percussione,1846, cal. 17,8 mm, pr. cil. ogivale carabina “da ramparo”, rigata, percussione, 1842, cal. 20,5 mm, palla tonda Regno di Sardegna: fucile liscio, percussione, cal. 17,5 mm, palla tonda fucile liscio, percussione, cal. 17,5 mm, proiettile cilindro-sferico Nessler Austria: Prussia: 12,20 grammi 10,5 “ 4,5 - 5 “ 6,25 “ 4,50 “ 6,25 “ 8 grammi 5,3 - 6 “ fucile liscio, pietra focaia, cal. 18,3 mm, palla tonda (ca 1770) carabina rigata, percussione, cal. 18 mm, proiett. cilindro-ogivale fucile rigato, percussione, sistema Lorenz, cal.13,9 mm, proiet. cil. ogivale 12 o 13 grammi 4 “ 4 “ fucile liscio, percussione, mod. 1839 (conversione), cal 18 mm, palla tonda 6,6 grammi Per ora mi fermo qui: l’elenco anche se parziale dovrebbe avervi dato un’idea generale e sufficiente delle quantità di polvere contenuta nelle cartucce originali. pagina 23 Cartuccia, svuotata della polvere, e proiettile per fucile ad avancarica rigato francese Vi riporto la forma e le misure del foglietto di carta utilizzabile per fabbricare cartucce per fucili militari lisci a pietra od a percussione (come i 1777 od i Guardia Nazionale). Questo foglietto va arrotolato, lungo il lato di 145 mm, su un mandrino di legno (avente lo stesso diametro della palla) e poi incollato lungo il lato obliquo. Si colloca la palla tonda nell’estremità corrispondente al lato di 115 mm, incollando o legando il breve tratto di carta libera sopra la palla: dietro la palla si versa, infine, la polvere nera, schiacciando e ripiegando poi la coda del cartoccio. Le cartucce francesi tipicamente non avevano legature, mentre le inglesi avevano una legatura a laccio alla base della palla (parliamo sempre di palle tonde!), e le americane due legature, sopra e sotto la palla. E’ possibile naturalmente trovare esemplari difformi da queste caratteristiche di base. ATTENZIONE: usando oggi la nostra polvere nera, di attuale fabbricazione, le dosi debbono essere ragionevolmente e “giudiziosamente” ridotte: di norma è bene non superino i 4,5 o 5 grammi o poco più, considerando, peraltro, che è vietato innescare il bacinetto utilizzando parte della carica, nelle armi a pietra! Per concludere, una raccomandazione: le cartucce “originali” sono molto rare. Negli arsenali, e (prosegue nella pagina successiva) pagina 24 dai privati, venivano disfatte per recuperare polvere e piombo. In epoche successive, purtroppo, i rari esemplari sopravvissuti sono stati ulteriormente falcidiati dalla fragilità dell’involucro e, soprattutto, dalla scriteriata curiosità di coloro che le hanno aperte e distrutte per vedere come erano fatte dentro! Per carità, se doveste trovarne una intera, non apritela, ma semmai sottoponetela ad una radiografia eseguita, per esempio da un dentista (compiacente e paziente!) per poter rilevare il loro contenuto, come ho fatto io con alcune cartucce conservate nel Museo Garibaldino di Mentana. Una cartuccia è risultata smontata Altre cartucce contenute nel pacchetto Cartuccia Eley per revolver ad avancarica cal.36 Per chi volesse approfondire l’argomento, riporto alcune pubblicazioni del massimo interesse. CARTUCCE PER ARMI D’ORDINANZA AD AVANCARICA di Dario L. Toso a cura della SLVTA CENNI SUI CORPI DI FANTERIA LEGGIERA E SULLE CARABINE IN USO PRESSO LE PRINCIPALI ARMATE EUROPEE - (ristampa anastatica) - Armi Antiche 1993 - Accademia di S. Marciano, Torino READY..AIM..FIRE - Small Arms Ammunition in the Battle of Gettysburg di D. S. Thomas - Thomas Publications, 1993 THE HISTORY AND DEVELOPMENT OF SMALL ARMS AMMUNITION di G. A. Hoyem - Armory Publications: Tacoma, 1981 ROUND BALL TO RIMFIRE – A HISTORY OF CIVIL WAR SMALL ARMS AMMUNITION di D. S. Thomas Thomas Publications, 1997 pagina 26 Il fucile Zouave US Model 1863 di Pedersoli Zouave, il nome di uno dei primi fucili, se non addirittura il primo, a fare la sua comparsa nel mondo delle repliche di armi ad avancarica e conservare la propria notorietà per circa quarant’anni. Oggi quel nome è ancora attuale, e quell’arma viene proposta dalla Davide Pedersoli con particolare cura dell’aspetto storico e delle doti balistiche. (a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli) Nella “Silver Line Guns” presentata nel catalogo della Davide Pedersoli non poteva mancare una fra le armi più importanti: il fucile US1863, meglio noto come “Zouave”. Importante non perché esso fosse stato impiegato durante quei terribili cinque anni del conflitto fra gli Stati Americani, ma perché, pur se accompagnato da una storia emblematica, acquisì all’inizio del XX secolo la fama del migliore fucile da fanteria che fosse stato fabbricato a quel tempo. Il fucile Zouave Le prime ordinazioni da parte del Dipartimento d’Artiglieria di Washington furono inoltrate alla famosa Remington di Ilion, New York, sin dalla fine di luglio 1861. Ulteriori contratti sono datati 11 agosto 1862 e 13 dicembre 1863. Pare che l’esigenza non fosse prettamente bellica ma puramente commerciale e mirata a un rapporto con l’azienda di Ilion che potesse consentire l’applicazione, anche negli anni a seguire, di prezzi molto favorevoli per il Governo, considerando, specialmente, le numerose offerte provenienti da altre aziende concorrenti piuttosto rinomate. Vennero prodotti 12501 esemplari di US1863 dal 1862 al 1865 ma ne vennero forniti al Governo 10001 pezzi tra il 18 aprile 1863 e l’8 gennaio 1864, ben in ritardo rispetto alle aspettative del Dipartimento d’Artiglieria. È certo, comunque, che essi non vennero mai distribuiti alle truppe combattenti nonostante mancassero ancora parecchi mesi alla fine della guerra. Il nomignolo “Zouave” nasce sin dall’inizio, pensando forse che l’arma dovesse o potesse essere assegnata ai numerosi corpi di fanteria chiamati Zouavi per indicare un reparto estremamente mobile, come quelli già distintisi in altri contesti bellici oltreoceano. O forse gli attribuirono quel nome per via della baionetta, somigliante allo jatagan, la sciabola dei zouavi algerini alleati con i francesi nel 1830, durante la campagna d’Algeria. La vita nascosta dello “Zouave” cessa di essere tale quando, nei primi anni del XX secolo, alcuni rivenditori di surplus militare, acquistando diversi stock alle aste bandite dal Governo, lo presentarono nei loro cataloghi e cominciarono a farlo conoscere al grande pubblico. Un pubblico formato da cacciatori, collezionisti e tiratori. Vennero immediatamente alla luce le grandi qualità dell’arma: canna robusta ottenuta da fusione di ottimo acciaio, minori dimensioni rispetto al classico fucile da fanteria, lavorazione meccanica eccellente e finiture, quali incassature e bruniture, molto accurate. La riproduzione offerta dalla Davide Pedersoli Particolare dell’acciarino. evidenzia tutte le superbe caratterisctiche del suo progenitore. L’arma presenta una canna lunga 838 mm (33”), in calibro .58 e solcata da tre righe che sviluppano un passo di 1524 mm (1:60). La lunghezza totale è 1250 mm (49-1/4”). pagina 27 L’US Model 1863 è caratterizzato dal patch-box, dalle fascette di tenuta canna e dal calciolo realizzati in ottone, così come le rondelle delle viti di tenuta della cartella; la bacchetta di caricamento in acciaio termina con un calcatoio a tulipano per meglio adattarsi al profilo del proiettile Minié; la tacca di mira è del tipo con alzo a fogliette. Due magliette portacinghia in acciaio completano i fornimenti, una fissata sotto la fascetta anteriore e l’altra nella porzione anteriore dell’arco del paragrilletto. La cartella dell’acciarino evidenzia il punzone dell’aquila con le lettere US posizionate appena sotto. Dietro al cane, invece, è punzonato l’anno 1863. La data è impressa anche sulla canna, nella zona di Il vivo di volata. culatta e sulla codetta. Sulla canna, sul fianco sinistro, compaiono anche la scritta STEEL, con accanto le iniziali BH di uno degli ispettori, mentre sulla parte superiore sono presenti le lettere VP e la testa d’aquila. Sul calcio invece, nell’area della contro cartella, sono punzonati i cartigli con le iniziali degli ispettori di controllo racchiuse in una cornice: AB (presumibilmente, A. Buckminster) e ancora BH (Benjamin Hannis). Questa serie di dettagli storici contribuisce indubbiamente a rendere l’US Model 1863 un’arma estremamente gradita a tutti coloro che cercano sempre con più attenzione una riproduzione fedele di arma antica. Ma il fucile Zouave di Pedersoli, oltre che per l’aspetto estetico, sarà anche apprezzato per la sua qualità balistica, una imperante prerogativa della Casa Gardonese. Rosata di dieci colpi a 50 metri. Per testarne la precisione è stata effettuata una rosata di dieci colpi alla distanza di 50 metri con arma in appoggio. L’arma è stata caricata con 45 grani di polvere svizzera n.2 e proiettile Minié calibro .577 ingrassato con Lubriblack. A parte il colpo di aggiustamento, piazzato in alto nella zona Particolare dell’area della controcartella con i dell’8, il risultato è di tutto rispetto. punzoni sul calcio. Scheda Tecnica Fabbrica Modello Tipo Calibro Canna Congegni di mira Lunghezza totale Materiali Davide Pedersoli & C., via Artigiani 57, 25063 Gardone Val Trompia Zouave US Model 1863 fucile ad avancarica con sistema di accensione a percussione .58 lunga 838 mm (33”), solcata da tre principi con passo di 1524 mm (60”) mirino fisso saldato sulla canna e alzo con fogliette ribaltabili 1250 mm (49-1/4”) canna, acciarino, bacchetta di caricamento e porta cinghia in acciaio; calciolo, patch box, guardamano, fascette di tenuta canna, puntale calcio e rosette viti cartella in ottone; calcio in legno di noce Finitura canna brunita colore nero; acciarino colore tartaruga; calcio lucidato a olio; bacchetta di caricamento lucidata Prezzo € 926,00 Note proiettile consigliato (Minié): USA 523-577; pallottiere: USA 309-577 pagina 28 COMPRO... VENDO... FUCILI e CARABINE Fucile ENFIELD (ex ordinanza) anno 1910 SHT IV cal. 22 lr mono matricola Nuova Zelanda) rigatura canna in buone condizioni, tiro a 50 mt. preciso. € 450. Giuliano 338.7654099 Vendo splendido fucile a miccia Artax, come nuovo, preparato per gare CNDA (acciarino, impugnatura) preciso e molto bilanciato. Possibilità di prova presso poligono di Milano. Lungh. canna 85cm. lungh. totale 127 cm. circa, cal. .45Si. € 850 Emanuele 334.6404373 Vendo f u c i l e W e s s o n cal. 50 (Palmetto) come nuovo. Salvatore 338.9191096 Fucile ad avancarica marcato “TURNER’ S PATENT” e “W. SCOTT& SONS“ Birmingham, finemente inciso a motivi floreali, in condizioni eccezionali di ferri e legni, canna a specchio cal. 45, stecher regolabile ottimizzato per il tiro. Bruno Lofrese 347.7135689 Fucile avancarica ENFIELD 1869 corto, marina, due fascette, 5 righe, arsenali di TOWER, eccellenti condizioni, vincitore campionato italiano. Bruno Lofrese 347.7135689 Fucile SPRINGFIELD 1888, roundrod, sistema Allin, cal. 45/70, vincitore 4 campionati italiani Carcano e primatista italiano. Eccellenti condizioni. Bruno Lofrese 347.7135689 Fucile marca CARL GUSTAFS mod. REMINGTON ROLLING BLOCK. Bruno Lofrese 347.7135689 Fucile avancarica repl. Pedersoli cal. 45 mod. Tryon Match come nuovo a € 600 Giuliano tel. 338.7654099 Fucile avancarica replica Investarm cal. 50 mod. Country Hunter 150 A come nuovo per motivi di salute. € 200 Giuliano tel. 338.7654099 DOPPIETTA ORIG. AvANCARICA a luminello, cal. 16. Sulle cartelle: BORDONI - BRESCIA Canne punzonate VINCENZO BERNARDELLI (fondatore e capostipite dell'omon. fabbr. d'armi). Condiz. eccellenti, funz.te e completo (bacchetta originale con cavastracci), anime lisce senza corrosioni. € 1.700 Massimo Capone 338.8510997 Fucile originale per cat. G.N. cal.18, con baionetta mono matricola, con fodero in pelle e fondi palle. € 1.200 Fabio Bignotti 328.7527613 Fucile hAWkEN cal.45 mille righe, Fabb. Investarm, come nuovo. € 300 Carlo 02.93550274 Fucile GARAND SPRINGFIELD anno 1942 circa ottimo stato canna a specchio con cinghia baionetta e dies. € 1.200 tratt. Angelo 339.2771512 Fucile ZUAvE mod. 1863 cal.58 (ARMI SPORT) allestimento per tiro 100 mt. con canna svizzera, passo e rigature (7 righe) identiche al mod. originale. Luciano 347.7111480 MORTIMER hUNTER cal. 54 a pietra, vendo causa inutilizzo, buone finiture, legno eccezionale, seconda batteria ed accessori, 600 palle pronte per l’utilizzo. Possibilità di provarlo. valerio 329.4514155 Fucile vETTERLI Svizzero cal. 10,4 mod. 1881 percussione centrale, vendesi con o senza baionetta con fodero. Andrea 335.8339881 Fucile A LUMINELLO datato circa 1843 Arsenale Napoletano semi restaurato con meccanica e canna al 95% e legno al 90%, manca di asta di caricamento. € 900 trattabili Luciano 347.5967086 Fucile WESTLEY RIChARD (ZAR) cal. 577/450 (coda di scimmia), completo di n. 40 bossoli e dies. Fucile in ottime condizioni. vincenzo 335.230211 ore p. Fucile ad avancarica mod. 1842 belga per il mercato civile, assegnato ai corpo volontari della guardia nazionale di Venezia, marcato a Ch. De Loneux-Liege. € 2.500 Gasbarri 339.2266136 RIGBY cal. 45 canna corta impost. per categorie a 100 mt. WALKYRIEWHITWORTH con guanciale in cuoio, diottra, cinghia, 2a batteria, luminelli di ricambio e n. 200 palle trafilate; vendo causa inutilizzo. Possibilità di provarlo. valerio 329.4514155 Fucile MORTIMER PEDERSOLI cal.54 a pietra, con diottra, mirino + inserti intercambiabili e tutti gli accessori per sparare, praticamente nuovo, vendo x inutilizzo. E-mail: crotti.max@ libero.it Massimiliano 0382.812305 ZUAvE cal. 54 fab. Euroarms con fondipalle. € 350 trattabili Plinio 347.2434123 Fucile vETTERLI italiano fanteria mod. 1870/87/16 cal. 6,5, Brescia 1881 e fucile CARCANO mod. 1891 lungo cal. 6,5 - Terni 1918 + baionetta con fodero e dragona. Andrea tel. 335. 8339881 Fucile ENFIELD modello Volonteer cal. 451, 2 fascette Alexander Herny. Replica Euroarms. Nuovo mai usato. Luigi 339.2047464 MAUSER mod. 1871/84, cal. 11 x 60 R, con 1.000 palle, dies, 40 bossoli, fondipalle, in condizioni ottime. vincenzo 335.230211 ore pasti Fucile S. 223 Scout cal. 45 a percussione + Pistola S. 305 Charles Moore Target cal. 45 a percussione. Pedersoli, completi di tutto l’occorrente per il tiro, comprese le stecche in dotazione. Armi complete nuove, MAI USATE, ne mai uscite dall’imballo originali. Vendesi esclusivamente per motivi di salute. Sono visibili sul sito: www.davide-pedersoli.com Il tutto a € 800 Stefano Sassoli 337.558500 Fucile ad avancarica modello 1842 francese, marcato Rochat a St. Etienne. € 2.500 Gasbarri 339.2266136 Fucili numero 2 CARL GUSTAv, modello 96 € 600 modello 63 con diottra € 750 Fabio Bignotti 328.7527613 Carabina Winchester mod.94 AE cal. 30.30. € 1.200. Per informazioni 339.74458281 dopo h. 18:00 Cantonale Svizzera originale anno 1845, rifinita finemente in argentone, cal. 9,60, avancarica perfetta. Munita di diottra. € 2.700 tratt. Massimo 347.9054841 Carabina Federale Svizzera a percussione con diottra, pallottiere e trafilatore cal. 10,50 originale 1851, tenuto bene, fabbricato Winterthur - F. Bram. € 1.600 Massimo 347.9054841 Carabina CZ zkm 452 in calibro 22 sparati solo 100 colpi. Ottica Ptisan Cobra 6-9x42. Scatto modificato da Cicognani N° 2 caricatori, 1 in dotazione da 5 colpi più 1 da 10 colpi. Custodia in plastica rigida. € 520 non trattabili. Fulvio Strocchi 0544.423044 Carabina aria compressa DIANA 52 usata poco. Regalo il fodero. €. 300 valerio 349.1469267 pagina 29 Carabina da tiro G. Manzoni in Lugano 1850, canna ottagonale rigata a specchio cal. 9 mm, doppio grilletto con stecher, lunga 120 cm. peso 6,5 kg. condizioni perfette. € 1.950. Mauro 335.5062312 Winchester mod. 1892 cal.44-40, carabina del 1910 tutta orig., non ribrunita, canna tonda cm. 51, legni ottimi, brunitura 30%.€ 2.100 Orazio 06.99674394 Fucile da fanteria mod.1889 bellissimo, marcato C. Gustav, tipo rolling block, calibro 8x58R per inutilizzo. € 1100 con dies e bossoli. Piero 348.1384344 Fucile Pennsylvania “DIXI” a percussione, cal. 45 ditta Pedersoli, nuovo, con set di pulizia e caricamento e fodero in pelle, vendo. € 500. 328.5335849 Tryon Match con diottra cal. 45 replica Pedersoli con 100 palle e fondi palle €. 900, come nuovo sparati solo 100 colpi. [email protected]. Angelini 335.6627879 Sharps New Model 1863, carabina convertita dal governo U.S.A. nel 1867 da percussione a cartuccia metallica cal.50-70. Arma rara e in ottime condizioni. €. 4.000 Orazio 06.99674394 Carabina Marlin mod. COWBOYS competition 1894, cal. 45 i.c. completa di fodero in cuoio messicano lavorato+dies, 500 bossoli. €. 600 Duranti 339.8190592 Doppietta Inglese cani esterni, canne giustapp. Marcato oro hollis & Son London 1880 ca. €. 800 Duranti 339.8190592 Fucile JAGER TARGET avancarica a percussione repl. Pedersoli cal. 54 con diottra in buone condiz. cedo a € 600. Massimo 347 9054841 PISTOLE e REVOLVER Pistola a luminello originale, metà 800 bella e precisa cal. 395, calcio in noce, compl. di cassetta e accessori. Prezzo da concordare. Fabio Bignotti 328.7527613 Pistola DA SALA origine belga, cal. 22 short, chiusura tipo rolling block, in eccellenti condizioni. Revolver avancarica originale REMINGTON 1858 New Model cal. 44 in eccellenti condizioni, ottimizzato per il tiro, precisissimo. Pistola a luminello boema, epoca 1850 circa, finemente incisa, firmata STOHR IN CARLSBAD, da duello, stecher, in condizioni eccezionali ferri e legni, canna a specchio cal. 11, precisissima. Bruno Lofrese 347.713568 Pistola avancarica modello NAvY, come nuova, sparato pochissimo con cassetta in legno ed accessori. Angelo tel. 339.2771512 Pistola hAMMERLI mod. 280 cal. 22 e convers. in cal. 32 usata pochissimo in valigetta orig. con tutti gli accessori e con 2 impugnature. € 3.500 Pistola BERNARDELLI modello P ONE cal. 9x21 accuratizzata + vari ricambi. € 500 Gasbarri 339.2266136 Pistola replica avancarica Pedersoli REMINGTON PATTERN cal. 44. mod. 1863-1875 catalog. sportiva, perchè poco usata x inutilizzo. Gianni 338.353447 REvOLvER ad avancarica “Roger Spencer” cal. 44 Pedersoli. € 450 Massimo 347.9054841 Le Page (Armi Sport) cal.45 dotata di stecher, come nuova. €. 180 334 6404373 Emanuele Pistola monocolpo avanc. Pedersoli Mortimer Match come nuova con scatola originale, DVD ancora imballato+fondipalle nuovo. € 400 non tr. Monti 338.3797464 Pistola semiautomatica 9x21 modello TECNEMA con 2 caricatori, canna conica e scatola originale. Sparati 600 colpi. Luciano 347.5967086 Pistola avancarica Feinerkbau mod. history 1 nuova in cassetta cal.36 in cassetta orig. + fondipalle. € 850 Duranti 339.8190592 Pistola avancar. replica hawkins London 1780 pietra focaia, finiture in argento. Nuova. € 700 Duranti 339.8190592 Pistola monocolpo ad avancarica a pietra cal. mm.15, canna damasco, scodellino, mirino e fascia sul vitone rimessa in oro marcata Clark e Sons 62 Cheapside London. Canna liscia. Arma antica. Piero 348.1384344 Revolver Remington New Model ricerca costruzione 1860 cal.36 preciso e pronto alle gare. Revolver Roger & Spencer cal.44 preparato già alla gare. Revolver WITNEY 1857 cal.36 molto preciso. 348.313466 Enrico Rabacchin Pistola Charles Moore Cal. 45, Pedersoli. Usata pochissimo, in valigetta di legno con occorrente per il tiro, (15 colpi) € 400. Roberto 348.9149985 Revolver ROGER&SPENCER (Pedersoli) cal.44 ver. gara: Ottime finiture, precisissimo, altamente competitivo. Ottimo stato. €. 480 334 6404373 Emanuele hOWkEN RIvER (Pedersoli) cal.45, diottra regolabile ed inserti stecher. Ideale per il tiro di precisione. Condizioni pari al nuovo. €. 550 334.6404373 Emanuele Revolver Remington New Model Army cal. 44 ad avancarica a percussione, arma antica, in buonissime condizioni. Piero 348.1384344 Revolver Remington Beals cal 36 ad avancarica a percussione, arma antica, in buone condizioni. Piero 348.1384344 Pistola monocolpo ad avancarica da tiro a percussione, arma antica, cal. mm.13 canna rigata marcata Chaponen a Vignon. Piero 348.1384344 Pistola Charles Moore cal.44 avancarica a pietra focaia, Pedersoli moncolpo ad avancarica da tiro a percussione, arma antica, cal. mm.13 canna rigata marcata Chaponen a Vignon. €. 300 Pistola kuchenreuter cal.44 Pedersoli da gara, nessun segno di usura arma come nuova usata solo 500 colpi. €. 700 Giorgio 339.2845235 MISCELLANEA Vendo splendida baionetta sistema Lauckart per Fucile da Fanteria kammerbuechse 1842. Oppure cambio/compro con analoga ma per Carabina Jaeger Kammerbuechse 1842 (il manicotto deve essere lungo ca. cm 10) ottime condiz. € 400 tr. Alberto tel. 051.6368004 Vendo GIACCA DA TIRO in stoffa usata solo 3 volte, colore verde e blu, taglia 46. € 200 valerio tel. 329.4514155 Vendo volumi: “Winchester, una leggenda americana” e “Colt, una leggenda americana”, ed. Gremese. Gian Luca 329.1116980 Bacchette acciaio per armi avancarica, originali: - marcata BF per fucile svizzero da cacciatore “Jagergewehr mod. 1856” (lunghezza cm 91). € 120 - senza marchi, per carabina svizzera rigata (Gewehr mod. 1863 o 1867) fornita di bellissimo puntale portastracci, in ottone, svitabile, marcato RC, lungo 8 cm. La lunghezza totale, compreso il porta stracci, è di cm 95. € 100 - per fucile rigato tipo Enfield, lunga cm 102,5. € 80 Massimo Capone 338.8510997 AVVISO AGLI INSERZIONISTI LA REDAZIONE PER CERCARE DI RIORDINARE QUESTE PAGINE, DAL PROSSIMO NUMERO CANCELLA TUTTE LE INSERZIONI PREGANDO I LETTORI DI INVIARLE AGGIORNATE ENTRO IL MESE DI MAGGIO 2013, IN TEMPO PER LA PROSSIMA EDIZIONE DI AVANCARICA MAGAZINE. “VECCHIE” pagina 30 Mfour standard Continuiamo ad addentrarci nel mondo delle competizioni in 22Lr preparandoci per il National LSSA che si svolgerà al Poligono Orobico. L’ultima volta abbiamo preparato un Gsg5 per partecipare ad una Caccia allo Zombie organizzata dalla BAZH. Il risultato sia estetico che funzionale è stato ottimo, quindi per continuare con la saga del 22lr cerchiamo una nuova cavia da martorizzare. Rianalizziamo il mercato e scegliamo nella fascia degli Ar15 in 22lr. Metto a confronto i vari modelli analizzando le possibilità di installare accessori after market scegliendo, tra i vari candidati, l’M-For prodotto da Chiappa. La mia scelta cade su questo modello per un semplice motivo: è l’unico tra tutti (a detta del costruttore) ad essere completamente mil-spec, quindi in grado di ospitare tutti gli accessori nati per gli Ar15 in 223r. Analizziamo quindi per prima cosa l’arma. Il fusto, anche se in polimero, è ben realizzato ed ha una buona consistenza. Il calcio sembra telescopico ma in realtà si tratta di uno stampato monolitico non regolabile di lunghezza medio lungo adatto alla maggioranza dei tiratori. Lo spegni fiamma è estetico ed è bloccato da un grano. Tenendo presente che è anche il prodotto più economico sul mercato le plastiche ed i materiali, nel complesso, sono buoni; a questo punto iniziamo a smontarlo. Separiamo l’upper dal lower. Estraiamo l’otturatore e rimuoviamo le plastiche copricanna. Ora smontiamo il finto spegnifiamma allentando il grano ma, con sorpresa, scopro che la canna non è filettata; questo sarà un problema per la customizzazzione ma, per adesso, passiamo oltre. Il delta del mirino anteriore, a differenza del “vero” cha ha due spine, è bloccato sempre da un grano posizionato nella parte inferiore, lo allentiamo e lo sfiliamo dalla canna. Ora rimuoviamo lo scudo anteriore che va a trattenere le plastiche del copricanna; anche qui troviamo una soluzione alternativa: lo scudo, in mancanda del tubetto del presa gas, viene trattenuto da un o-ring bloccato a sua volta in una scanalatura della canna. Per ultima cosa svitiamo la boccola della canna liberandola dall’upper. Ecco la nostra canna e l’upper “nudi”. Per testare l’effettiva compatibilità del Chiappa con i componenti Ar15 proviamo ad installare un kit per IPSC open composto da un copricanna flottante con boccola maggiorata, un calcio regolabile, un bipiede, una leva d’armamento con orecchia maggiorata, un compensatore, sgancio caricatore maggiorato e un ottica variabile. La boccola della canna è perfettamente compatibile e si monta senza alcuna modifica, idem per il resto dell’astina, agevolati dal fatto che sui 22lr non è presente il gruppo presa gas perché utilizzano il sistema di chiusura a massa battente. Anche la leva d’armamento è perfettamente compatibile mentre per il compensatore è un’altra storia. Non essendo presente la filettatura dobbiamo fresare l’attacco fino a portarlo al diametro della canna, inserendo poi un grano come nell’originale per fissare il tutto. Non è un lavoro impeccabile ma fa la sua sporca figura. pagina 31 Installiamo l’ottica direttamente sulla rail superiore che si dimostra perfettamente compatibile con attacchi di tipo weawer. Terminato lower. l’upper passiamo al Rimuoviamo il calcio e l’impugnatura, stando attenti, “come nel vero”, a non perdere le mollettine di bloccaggio del perno e della sicura. Rimuoviamo anche quest’ultima assieme al pacchetto di scatto. Una cosa interessante si trova proprio nei perni dello scatto: questi hanno due syger (come in quelli da IPSC) che bloccano non facendoli uscire nelle cadenze di fuoco veloci. Il cane ed il grilletto sono realizzati in acciaio con una buona superfice di contatto. Rimuovendo la sicura e lo sgancio caricatore notiamo che questi ultimi sono realizzati in polimero. Andiamo ora a sostituire le componenti del lower. Rimontiamo i componenti di scatto originale sostituendo le molle con quelle della JP andando a sostituire anche la sicura con una ambidestra della DPMS. Il tutto si monta perfettamente. Per lo sgancio caricatore montiamo sempre un prodotto in acciaio della DPMS installando un pulsante JP maggiorato. Lo scatto e i leveraggi effettivamente sono intercambiabili con i “veri”. Montiamo l’impugnatura, ma nella parte posteriore non si accoppia perfettamente con il profilo del lower lasciando una lieve fessura, comunque l’inclinazione e la posizione di tiro non vengono modificate. Passiamo all’ultimo componente, il calcio. Monto questo calcio completo di tubo regolabile che si dimostra anch’esso compatibile al 100%. Ora l’arma è completa. Abbiamo sostituito praticamente tutto e, compensatore a parte, tutta la componentistica “vera” si è installata senza problemi. Ottimo lavoro dai tecnici di Chiappa che hanno realizzato un vero AR15 in 22lr. Bello è bello ma come funzionerà il giochino? Come anticipato nella parte iniziale dell’articolo vado al Poligono Orobico per partecipare alla gara organizzata dalla LSSA. La gara si sviluppa in 5 stage da circa 200 colpi. Arrivato al poligono però mi accorgo che la scarsità di luce non mi permette una buona visibilità con l’ottica, monto allora al volo un Dot della Truglo tarandolo in fretta e furia prima dell’inizio della gara. Inizio la gara e sagoma dopo sagoma la carabina si comporta in modo impeccabile; non avendo mai inceppamenti o mancate percussioni riesce a dare una sensazione di velocità pura al tiratore, facendo cercare la sagoma successiva ancora prima di aver doppiato il colpo sulla prima. L’impressione è davvero ottima e il divertimento è incredibile. Non pensavo nemmeno io di trovarmi così bene con questi giocattoli in 22lr. Da parte mia promuovo a pieno questa carabinetta e attendo con ansia il prossimo evento per poter scambiare con altri tiratori in 22lr impressioni e trucchetti. Mirko Mazza