pagina 2 NUMERO 1 - 2015 Seguici anche su Facebook in questo numero - Saluto Presidente CNDA pag. 3 - Organi Sociali CNDA pag. 4 - Calendario CNDA pag. 5 - RIFLEMEN di Massimo Capone pagine 6-11 - Gara Milano pagine 12-14 - Classifiche Tav pag. 15 - ELIOPOLI 2015 pagine 16-22 - Il record di Vaccheri pagine 23-24 Per chi volesse inviare materiale da pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) - ARMI SPORT pagine 25-27 - Compro/vendo pagine 28-29 - PEDERSOLI pagine 30-32 - SCRIVERE a X.mas s.r.l. Viale della Lirica 61 48124 - Ravenna - inviare FAX allo 0544.271417 - inviare E-MAIL a [email protected] Per tutte le altre news, classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it pagina 3 pagina 4 CONSOCIAZIONE NAZIONALE DEGLI ARCHIBUGIERI ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA CULTURALE Presidente: Allinovi Romeo Strada Grande, 1 – Fontanelle Roccabianca 43010 (PR) Tel .(+39)-339-1658997 [email protected] Segretario - Tesoriere: Cortazzi Pasquale Via Mazzini n. 13, 84044 Albanella (SA) Tel. (+39)-335-5719885 [email protected] Ufficio Sportivo: Valerio Andriotto Via R. Gattinara 6, 45100 Rovigo – tel. (+39)-329-4514155 – e-mail [email protected] ORGANI SOCIALI - ORGANIGRAMMA CNDA QUADRIENNIO 2015/2019 Presidente: Romeo Allinovi Consigliere con carica di - Vice Presidente: Consigliere con carica di – Segretario: Pasquale Cortazzi Consigliere con carica di - Ufficio Sportivo Eventi, Classifiche: Valerio Andriotto Consigliere: Calogero Sammarco Consigliere: Franco Portesani Tesoriere: Pasquale Cortazzi Delegato MLAIC: Romeo Allinovi Capitano della Nazionale: Responsabile Tiro Storico: Massimo Capone Responsabile Middle Range: Giorgio Cavicchi Responsabile Tiro al Piattello: Giovanni Gentile Ufficio Stampa: Giovanni Zaoli Collegio dei revisori: Ciccarone Giovanni – La Gaggia Angelo – Gentile Giovanni Collegio dei Probiviri: Cesari Alessandro – Ferrerio Alberto – Sifletto Piergiorgio Commissione disciplinare di I^ istanza: Beniamino Lavarone – Antonio Ferrerio – Teserio Biagini supplenti - Alberto Beria – Riccardo Menegatti Commissione Omologazione armi: Massimo Capone – Calogero Sammarco – Gualtiero Fabbri Commissione d’arbitraggio: Giovanni Rusticali – Biagini Teresio - Bartolomeo De Iuri Domenico supplenti: Gualtiero Fabbri - Valter Bertoli - Gaetano Lucchini - Roberto Vecchi pagina 5 pagina 6 RIFLEMEN I TIRATORI SCELTI BRITANNICI NELLE GUERRE CONTRO NAPOLEONE di Massimo Capone Non prima della metà del ‘700, e soltanto da parte di alcune nazioni germaniche (prussiani ed austriaci in primo luogo), si iniziò a riconoscere l’importanza dell’arma rigata in ambito militare. In realtà, il fucile a canna rigata non era affatto una novità, ma veniva già ampiamente utilizzato in particolari contesti geografici e sociali. Nel continente americano, in mano ai coloni ed ai cacciatori nei territori centro europei per la caccia ad animali a quattro zampe (anche piuttosto... pesanti, come orsi e cinghiali) e per il tiro a segno, in Europa, già dal 16° secolo circa, in possesso di aristocratici o della ricca borghesia. Inglesi e francesi avevano già avuto un assaggio della micidialità di tale arma, se usata da personale ben addestrato, durante le guerre nelle colonie americane, nella seconda metà del ‘700. “95th Rifles”, più estesamente operante nei teatri bellici europei ed al quale più specificamente ci riferiremo di seguito. Quale modello d’ordinanza fu scelto il fucile progettato da Ezekiel Baker (1758 - 1836) costruito dal 1800 circa, e del quale riportiamo le caratteristiche principali (riferite alla versione base): - acciarino a pietra focaia - peso: 4 Kg circa - lunghezza totale: cm 116 - lunghezza canna: cm 76 - calibro: 0,625 pollici (tra i pieni della rigatura) (pari a circa 16 m/m) - rigatura a 7 principi, con pieni e vuoti della stessa ampiezza Influenzata da tali esperienze e guardando anche ai vicini paesi europei (germanici) che già avevano creato corpi di soldati con fucili rigati, la Gran Bretagna si decise finalmente, alla fine del ‘700, ad affrontare seriamente il problema, affidando ai propri arsenali la fabbricazione, su larga scala, di una arma lunga rigata ed addestrare al suo uso corpi scelti di “riflemen”. - ampio patch-box nel calcio (fino al 1805 era a 2 cavità, una tonda per le pezzuole ingrassate ed una rettangolare per gli attrezzi) Nei decenni precedenti si era incostantemente e quasi di malavoglia approvvigionata di poche migliaia di pesanti fucili rigati tedeschi da spedire nel Nuovo Mondo per le guerre contro i francesi e, in seguito, contro gli americani. Nei primi 6 anni di produzione (cioè fino al 1805) l’acciarino era dotato di “farfallina” o “scappamento” nella noce (per facilitare il funzionamento con uno scatto alleggerito), omesso nella produzione successiva. 2 furono i corpi di tiratori organizzati nell’esercito britannico: il “60th Rifles“ (creato durante le guerre franco-indiane e formato da immigrati tedeschi e svizzeri esperti a manovrare in foreste e successivamente impiegato soprattutto oltremare) ed il (N.B. ho constatato personalmente la presenza di tale “farfallina”, che generalmente è accoppiata allo stecher, nell’acciarino di un’altra carabina rigata, tedesca, più o meno contemporanea al Baker. - passo della rigatura: 3 metri circa Per tutte le altre news, classifiche e varie, collegati al sito www.cnda.it pagina 7 CARABINA BAVARESE contemporanea al Baker. Non ha l’attacco per la baionetta, ma per gli altri caratteri è molto simile all’arma inglese. (collezione dell’autore) Essa, pur priva di stecher, grazie a questa farfallina ha uno sgancio molto netto e leggero). La produzione cessò nel 1838, quando furono costruiti gli ultimi 2000 esemplari: è riferito l’uso di fucili a pietra Baker ancora nel 1850–51 nelle lontane colonie dell’impero britannico. E la Francia, direte voi, che pure aveva avuto contro più di una volta, o quantomeno aveva verificato, come alleata, gli effetti dei lunghi fucili rigati americani, e che ben presto comincerà a verificare anche gli effetti delle carabine Baker sui propri ufficiali? Ebbene, l’esercito francese non adottò mai, se non molto sporadicamente e in modo del tutto ininfluente, l’arma rigata. L’ordine di battaglia dell’esercito francese rimase vincolato alla mobilità ed all’assalto di grosse masse di fanti, con l’eccezione dei “volteggiatori”, che, marciando davanti e lateralmente ai reggimenti, sparavano su obiettivi scelti, ma con le solite armi lisce. L’atteggiamento più “statico” dell’ordinamento in battaglia delle truppe anglo-germaniche invece favoriva posizionamento ed appoggio dei tiratori scelti. Torniamo ora al nostro argomento del giorno, e vediamo come i riflemen dell’esercito inglese usavano la loro carabina Baker. I riflemen, sia in addestramento che in battaglia, non erano obbligati a seguire nessun regolamento scritto, standardizzato, sulla procedura di caricamento. Contrariamente alla normale fanteria con il fucile liscio d’ordinanza (Brown Bess), era loro lasciata un’ ampia discrezionalità. Dei modi di caricare il Baker ci sono rimaste purtroppo poche testimonianze dirette. Dagli scritti che ci sono giunti si hanno notizie di almeno sette diverse procedure, e questo lascia immaginare quanto queste fossero affidate alla libera scelta dei singoli tiratori. Le posizioni di tiro erano anch’esse frutto di scelte individuali, dettate dalle condizioni in cui venivano a trovarsi sul terreno di scontro. In piedi, in ginocchio (a volte anche sostenendo il fucile con la bacchetta, che ponevano con un’estremità sotto la canna, e l’altra contro la coscia o l’inguine), sdraiati, soprattutto nella caratteristica posizione sulla schiena o su un fianco, sostenendo la volata dell’arma sui piedi incrociati (e magari con la cinghia tesa attorno ad uno dei piedi). Riguardo alle capacità di questi tiratori, esistevano tre classi di merito. (prosegue nelle pagine successive) Seguici in Facebook sulla pagina Amici dell’AVANCARICA pagina 8 PATTERN 1800 INFANTRY RIFLE L’arma inizialmente era definita come “fucile rigato da fanteria” o “moschetto rigato” o “carabina rigata”. Solo successivamente assunse la più nota denominazione di “Baker rifle”. (prosegue delle pagine precedenti) Per qualificarsi nella classe di base (terza) si doveva essere in grado di colpire il bersaglio con almeno 5 colpi su 6, sparando “ dalla spalla”, a 100 yarde, in almeno 2 giorni su 3. Per qualificarsi nella seconda classe (e fregiarsi di una piccola coccarda bianca) si doveva ripetere tale livello di risultati, ma a 150 yarde. Il corno era sostenuto da un cordoncino verde, ed appeso a tracolla insieme con la giberna, alla cui bandoliera di cuoio era fissato, con dei passanti, il cordoncino stesso. Non è però del tutto da escludere anche l’utilizzo, sia pure saltuario o in piccole quantità, di corni da polvere con tubetti regolabili (con la classica levetta e valvola a molla) e/o fiasche, anch’esse con tubetto regolabile. Infine, per appartenere alla prima classe (coccarda verde) si doveva essere in grado di piazzare almeno quattro colpi su sei nel bersaglio rotondo, o 3 colpi su 6 in una sagoma umana, in almeno 2 giorni su 3 (purtroppo non ho trovato riportate le dimensioni dei bersagli, nè la distanza dell’ultima prova!). La giberna conteneva un blocco di legno con vani per accogliere cinquanta cartucce. Il soldato, in divisa verde-bosco, disponeva di un corno da polvere, dotato, per la carica d’ordinanza, di un misurino d’ottone della capacità di 4 dramme e ½ (cioè circa 8 grammi). Esse erano usate soprattutto in casi di emergenza, per tiri in più rapida sequenza e/o a brevi distanze. (prosegue nelle pagine successiva) Sebbene inizialmente fosse in uso caricare con polvere e palla sciolte, dal 1808 divennero disponibili e distribuite anche cartucce specifiche per il fucile Baker. Ve n d i . . . c e r c h i . . . scambi? fax 0544.271417 e-mail: Armi, divise, ricambi ed accessori, buffetteria libri, ecc... inserisci il tuo ANNUNCIO GRATUITO con FOTO su Avancarica Magazine [email protected] pagina 9 Non essendoci pervenuto alcun esemplare sicuramente utilizzato dai riflemen, possiamo solo ipotizzare che i contenitori per polvere (fiasche e/o corni) fossero simili a questi ritratti in foto. (collezione dell’autore) Per tutte le altre news classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it pagina 10 (prosegue delle pagine precedenti) Il rinculo, con le cariche d’ordinanza, era severo e molti riflemen, per attenuarlo, riducevano deliberatamente la carica per le cartucce. Per chi volesse inviare materiale da pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) - SCRIVERE a X.mas s.r.l. Viale della Lirica 61 48124 - Ravenna - inviare FAX allo 0544.271417 - inviare E-MAIL a [email protected] Essi gettavano parte della polvere contenutavi), fino a circa la metà, ritenendola sufficiente per assicurare un alto livello d’accuratezza fino alle 150 yarde, ed evitare così contemporaneamente l’eccessivo rinculo. Poichè il misurino del corno non era regolabile, molti tiratori si dotavano di vari misurini, fatti da loro stessi, ed appesi a stringhe e cordoncini. Un ulteriore problema era che la palla contenuta nella “cartuccia” era avvolta dalla sola carta, senza pezzuola, verificandosi quindi due possibili inconvenienti: a) la carta si poteva strappare mentre essa veniva spinta nella canna, per cui rimaneva troppo vento. b) parte della cartuccia poteva seguire la palla come la coda di una cometa, disturbandone la traiettoria stessa. Comunque molti riflemen si assicuravano un’abbondante scorta di pezzuole da usare con le palle. Il diametro delle palle era, nei primi tempi, lievemente più grande del calibro della canna. Per questo motivo era necessario 1 martello di legno per introdurla nella bocca della canna (e per questo, Ezekiel Baker era stato anche incaricato, in un certo periodo, di fornire una scorta di piccoli martelli, al costo di 2 pence e ½ ciascuno). Seguici anche su Facebook Tuttavia si ritenne ben presto preferibile usare palle sottocalibrate, con pezzuola, per caricare le quali il martello non era più indispensabile. Solo alcuni continuarono ad includerlo nella loro dotazione. Le palle contenute nelle cartucce erano sempre sottodimensionate, per un più agevole caricamento. Un rifleman ci racconta che era rifornito di cinquanta cartucce, trenta palle nude (sciolte nel gibernino appeso alla cintura) ed il corno da polvere con relativo misurino (oltre naturalmente alle pezzuole ingrassate, parte delle quali contenute anche nel patch box del fucile). In tal modo poteva usare uno o l’altro tipo di caricamento, a seconda che fosse preferibile la velocità di caricamento o la precisione del tiro. Sebbene alcuni fucili Baker fossero dotati di rudimentale alzo a foglietta, gran parte di essi aveva pagina 11 Per tutte le altre news classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it Riferimenti bibliografici essenziali una semplice tacca di mira. Si riteneva infatti sufficiente aggiustare il tiro mirando allo shakò (copricapo) per distanze superiori alle 100 yarde, ed all’incrocio delle bandoliere sul petto al di sotto delle 100 yarde. E’ riferito, parlando di 2 dei migliori tiratori che essi colpivano a distanze che comunque non erano superiori alle 150 yarde! Lo stesso Ezekiel Baker, nelle prove di tiro, trovava che “200 yarde era la maggiore distanza alla quale poteva fare fuoco con certezza”. Nelle battaglie era già un sufficiente vantaggio poter mettere una palla, 2 volte al minuto, nella sagoma di un uomo a distanze fino a 150 yarde (!). Soltanto tiratori di 1a classe, specificamente diretti da ufficiali e protetti da altri tiratori, venivano incaricati di sparare a bersagli particolari quali potevano essere gli ufficiali, i tamburini ed gli artiglieri nemici. - British Military Flintlock Rifles 1740-1840 De Witt Bailey Ed. A. Mowbray Inc. – Publishers - Small Arms of the British Forces in America 1664-1815 De Witt Bailey Ed. A. Mowbray Inc. – Publishers - Rifeman P. Ellliot-Wright Ed. Military Illustrated – London - Wellington’s Army Neil Leonard Europa Militaria Windrow & Greene Ve n d i . . . c e r c h i . . . scambi? fax 0544.271417 e-mail: Armi, divise, ricambi ed accessori, buffetteria libri, ecc... inserisci il tuo ANNUNCIO GRATUITO con FOTO su Avancarica Magazine [email protected] pagina 12 FOTO CRONACA 37° Campionato Nazionale di Tiro ad avancarica Gara 2 - Milano - 7/8 febbraio 2015 a cura di Alberto Beria pagina 13 prosegue nella pagina successiva Per tutte le altre news, classifiche e varie, collegati al sito www.cnda.it pagina 14 prosegue dalle pagine precedenti FOTO CRONACA 37° Campionato Nazionale di Tiro ad avancarica Gara 2 - Milano 7/8 febbraio 2015 Seguici in Facebook sulla pagina Amici dell’AVANCARICA pagina 15 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Allego ancora una volta le Classifiche del Campionato italiano TaV con la speranza che vadano finalmente a sostituire quelle sbagliate e pubblicate nei vari siti in cui compare il logo CNDA. Non ho ancora capito quale sia quello ufficiale. A disposizione per ogni chiarimento (posso fornire copia della classifica di tutte le gare disputate ad Agna). Giancarlo Moro pagina 16 Vita nella città fortezza Dal venerdì 24 aprile a domenica 26 aprile 2015 Castello del Capitano della Piazza e Bastione di San Martino Terra del Sole (FC) Orari: 10:00 - 24:00 Biglietto: OFFERTA LIBERA Luogo: Terra del Sole - Coordinate navigatore: 44.18630853139566 11.960538625717163 PER INFORMAZIONI mail - [email protected] telefono - 388.3233857 web - www.borgoromano.com pagina 17 prosegue nelle pagine successive pagina 18 Per tutte le altre news, classifiche e varie, collegati al sito www.cnda.it pagina 19 Entrate a capofitto nella Terra del Sole dell'inizio del 1600 quando i picchieri, i moschettieri ed i maestri delle artiglierie dominavano gli eserciti! ELIOPOLI, una grande Rievocazione Storica. prosegue nelle pagine successive pagina 20 VITA NELLA CITTA’ FORTEZZA pagina 21 Gruppi storici provenienti da ben 8 nazioni (provenienti da: Italia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Spagna ed Inghilterra) vi faranno immergere nella cittadella di Terra del Sole tra rassegne militari, antichi mestieri e popolani in festa. La città fortezza di Terra del Sole, fondata dal Granduca Cosimo I De' Medici. Essa rappresenta oggi uno dei meglio conservati esempi al mondo di città-ideale. Al contempo costituì la piazzaforte di difesa della romagna toscana, per la città di Firenze, dai nuovi eserciti dell'epoca, quando i cannoni e le bombarde la facevano da padrone. Per 3 giorni sarà possibile vivere tra gli spari degli archibugi e delle artiglierie, tra il fumo dei fuochi degli accampamenti, le musiche ed i balli antichi e tra i sollazzi della locanda e della taverna nel castello. Venerdì sera l'evento partirà con la Rassegna Militare in Piazza d'Armi per poi proseguire fino a domenica per una 3 giorni di rievocazione storica senza sosta. prosegue nelle pagine successive pagina 22 Nei pomeriggi di sabato e domenica la grande battaglia sotto la cortina del Bastione di Sant'Andrea, per mostrare come combattevano gli eserciti all'inizio del XVII secolo. Il Castello del Capitano della Piazza, il Bastione di San Martino, le garitte con le maestose mura completamente terrapienate costituiscono le bellezze architettoniche dove vogliamo ricostruire appieno la vita nella città-fortezza. PER INFORMAZIONI mail - [email protected] telefono - 388.3233857 web - www.borgoromano.com pagina 23 Il RECORD di VACCHERI Riceviamo da Pier Giorgio Sifletto e pubblichiamo in questa pagina e nella seguente copia dei bersagli e del Verbale di record, regolarmente confidato e controfirmato dai vari responsabili al fine dell'omologazione del record ottenuto da Vaccheri Marco nella gara di Torino del 21 e 22 febbraio 2015. pagina 24 prosegue dalla pagina precedente Seguici anche su Facebook Per chi volesse inviare materiale da pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) - SCRIVERE a X.mas s.r.l. Viale della Lirica 61 48124 - Ravenna - inviare FAX allo 0544.271417 - inviare E-MAIL a [email protected] Il RECORD di VACCHERI pagina 25 pagina 26 1886 TAKE DOWN e RIDGE RUNNER si arricchisce la gamma di un grande classico di Chiappa Firearms Dal 2010 Chiappa Firearms produce una fedele replica del classico 1886 Lever Action, sia nella versione classica con calciatura in legno e bascula tartarugata, sia nella versione “Kodiak” studiata per la caccia anche negli ambienti più estremi, con calciatura “soft touch” e parti metalliche cromate. Dal 2015 la gamma del 1886 Lever Action viene arricchita con la versione TAKE DOWN. Sarà disponibile un “1886 TD Classic”, nella classica finitura con calcio in noce oliato manualmente e bascula tartarugata come da tradizione, con una capacità di ben 8 colpi. Il legno selezionato del calcio e dell’astina è zigrinato, e la canna ottagonale misura 26”. Troviamo una tipica tacca di mira stile “Buckhorn” ed un mirino inserito nello spacco a coda di rondine. pagina 27 Il 1886 take-down si presenta anche in una versione moderna chiamata “Ridge Runner” con calciatura in legno verniciata in gomma nera, mentre canna, bascula e tutte le parti metalliche a vista sono disponibili in cromo sabbiato oppure in nero opaco. Il Ridge Runner viene fornito con la canna filettata e un rompifiamma incluso nella confezione. Il Ridge Runner ha solo 4 colpi, anche per via della canna più corta da 18.5”. Un morbido calciolo in gomma, tacca di mira Skinner, mirino in fibra ottica e una leva larga completano questo aggressivo fucile con canna semiottagonale. La tacca di mira Skinner è inserita nella piccatinny già predisposta sull’arma così da permettere il montaggio del cannocchiale senza dover intervenire sulle mire metalliche. Scheda Tecnica Codice 920.364, 1886 Take Down Classic 920.356, 1886 Ridge Runner TD Cromo satin 920.363, 1886 Ridge Runner TD Nero opaco Tipo di arma Fucile a percussione centrale Calibro 45/70 Azione fucile a leva Canna 26” (Classic) o 18,5” (Ridge Runner) Alimentazione tubo caricatore da 8 colpi (Classic) o 4 colpi (Ridge Runner) Grilletto Singolo Calcio noce oliato a mano (Classic) o noce verniciato in gomma nera (Ridge Runner) Mirino a coda di rondine (Classic) o in fibra ottica (Ridge Runner) Tacca di mira Buckhorn (Classic) o Skinner (Ridge Runner), entrambe regolabili in altezza e deriva Sicura Mezza monta del cane Peso 9 lbs (Classic) o 7,8 lbs (Ridge Runner) Lunghezza totale 45” (Classic) o 37,5” (Ridge Runner) Finitura tartaruga/cromo satinato/nero opaco Note i componenti lavorati con CNC sono intercambiabili con parti originali Winchester pagina 28 COMPRO... VENDO... Fucile GARANd SPRINGFIELd anno 1942 ca. ottimo stato canna a specchio +cinghia baionetta e dies. € 1.200 tr. 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SARANNO PUBBLICATE NEI LIMITI DELLO SPAzIO DISPONIBILE. pagina 30 BELLI E VINCENTI Quando si studiano armi ideate per le competizioni di tiro a segno ci si concentra spesso soltanto sulle loro potenzialità balistiche ma il caso delle repliche Davide Pedersoli è particolare: si tratta di manufatti che, oltre ad essere performanti, sono molto curati dal punto di vista estetico e permettono davvero di appagare i gusti degli appassionati più esigenti, che non si accontentano della pura e sola funzionalità. di G.Tansella ed A.Wicks Se il Gibbs della Davide Pedersoli è attualmente considerato il dominatore incontrastato delle competizioni di tiro a segno specialità “long range” occorre specificare che si tratta di un manufatto assai apprezzato anche per la propria raffinatezza costruttiva. Una volta, per esempio, ci è capitato di visitare l’abitazione di un nostro tester di fiducia e, notando un esemplare appeso al muro nonostante la presenza di tre cassaforti, di chiedere il motivo della scelta al nostro ospite. La risposta, pur nell’estrema sintesi, ci ha lasciato senza dubbi: “Il Gibbs non è soltanto uno strumento balistico davvero valente, ma un manufatto da esporre con orgoglio per la propria raffinatezza costruttiva”. Un caso unico? Nient’affatto. La perizia realizzativa è uno dei vanti della produzione Pedersoli e, consultando il catalogo commerciale, vi sono prodotti differenti per destinazione d’uso ma altrettanto validi sia sotto il profilo funzionale che sotto il profilo estetico. Se nel precedente articolo, dedicato alle armi corte, abbiamo selezionato tre prodotti con le carte in regola per eccellere nelle competizioni ed appagare il gusto e l’orgoglio dei proprietari in questa sede ci dedichiamo alle armi lunghe ad avancarica e, in particolare, a tre fucili da tiro davvero speciali. Per l’esattezza ci teniamo tuttavia a specificare che la caratteristica comune alle tre armi riguarda la qualità della componentistica utilizzata, delle lavorazioni meccaniche effettuate e dell’assemblaggio ed aggiustaggi eseguiti manualmente: la destinazione di ciascun modello è invece particolare tanto che le stesse invenzioni originali avvennero in fasi temporali e luoghi diversi. IL BRISTLEN A MORGES La prima replica di cui ci occupiamo è dedicata ad un vero e proprio gioiello della creazione armiera svizzera, costruito nel 1845 dall’artigiano Marc Samuel Bristlen durante il suo soggiorno nella cittadina di Morges, nel cantone francese. Questa carabina, di chiara impostazione sportiva, segnò all’epoca una vera svolta negli studi ergonomici volti ad assicurare la massima comodità e la massima stabilità nel tiro in piedi, uniti ad una costruzione unica per qualità dei “Bristlen a Morges” materiali utilizzati e delle lavorazioni. Un’arma che, oggi come allora, necessita dell’impegno di esperti Il pomo di presa è situato molto artigiani per vicino al baricentro dell’arma, a poter davvero favore della stabilità. unire in connubio gli elementi del fascino estetico e della prestanza in termini balistici. All’interno della gamma Pedersoli il suo ruolo è decisamente unico e, a detta di coloro che ne curano la produzione, si tratta di una delle armi più difficili da assemblare e mettere a punto, un’arma fatta da e per coloro che non accettano compromessi di sorta quando si tratta di ottenere il massimo. D’altra parte l’aspetto stesso di questo fucile imponente, da quasi 8kg di peso, è particolare ed ogni sua caratteristica è volta all’ottenimento di un risultato squisitamente pratico. Nonostante la destinazione quest’arma resta comunque legata a canoni estetici classici e, pur non potendo nulla fare il suo artefice per alleggerirne l’impatto visivo, vi sono parti- Particolare della pala del calcio del colari costruttivi dal disegno proporzionato ed armonico, Bristlen a Morges, con il calciolo ad come lo scheletrato dell’impugnatura o il calciolo a doppio incastro di dimensioni generose. incastro con terminali a ricciolo. Sotto il profilo tecnico l’arma di cui scriviamo stupisce in due particolari aspetti: l’utilizzo di una meccanica di eccellente livello per quanto concerne le parti direttamente coinvolte nella dinamica di sparo ed il disegno della calciatura, avveniristico pensando al momento storico della realizzazione del Bristlen. Per quanto concerne il primo punto possiamo tranquillamente affermare che la scelta di canne selezionate cal.35 e .44 tipo “P.M.G.”, ottenute per foratura e brocciatura da semilavorati pieni, scatti tipo match con stecher a doppio grilletto, organi di mira con mirino in tunnel antiriflesso e diottra di precisione e blocchetti fondipalle dedicati lascino poco spazio a variabili impreviste. In relazione al secondo punto sono degne di nota la particolare piega del calcio con Particolare della volata del “Bristlen a calciolo avvolgente, che blocca l’arma alla spalla favorendo una naturale posizione del collo Morges”, con terminale tondo e bindella del tiratore all’atto di mirare, l’impugnatura anatomica a pistola in materiali misti inferiore con anelli porta-bacchetta. legno/acciaio, il pomo di sostegno, posizionato molto vicino al centro di massa dell’arma, per il braccio di supporto da tenere piegato, senza contratture muscolari, con il gomito in appoggio al bacino, la dislocazione delle masse a vantaggio di un’eccellente stabilità. L’arma è dedicata dunque, in modo inequivocabile alla disciplina del tiro in piedi a 50m, nelle cui competizioni ha ottenuto fino ad ora notevolissimi successi a livello internazionale. IL WURTTEMBERGISCHEN 1857 Se la scuola di guerra germanica è sempre stata rispettata da tutti in virtù di numerosi primati raggiunti nel campo delle tattiche d’impiego della fanteria occorre specificare che uno dei suoi massimi esponenti, il generale Luddendorf, ebbe a dire in un discorso che “non è il numero che conta, ma il fuoco”. In questa affermazione la sintesi di un secolo di studi, che Wurttembergischen attribuivano al singolo soldato ed alla propria arma 1857 una grande importanza in virtù dei progressi tecnologici ottenuti nel campo della costruzione armiera e dell’addestramento individuale al tiro. Grande cura dunque, per le armi del fante, come il celeberrimo “fucile federativo” Wurttembergischen del 1857, ordinanza rimasta nella memoria dei massimi esponenti mondiali del mondo armiero fino ai giorni nostri, quando inizia la nuova storia di pagina 31 quest’arma memorabile, legata indissolubilmente al marchio della fabbrica di Gardone V.T. E’ la fine degli anni Novanta quando la tedesca Mauser di Oberndorf pensa ad una produzione in serie limitata, di eccezionale qualità, del Wurttembergischen 1857. Vincitore della commessa nientemeno che la Davide Pedersoli, unico fornitore ufficiale dell’illustre committente. Un pezzo da collezione? Non solo: le caratteristiche progettuali del fucile originale saltano all’occhio della dirigenza aziendale, che decise di sfruttare la piattaforma per l’ideazione di una versione perfezionata, dedicata al tiro a segno. Nasce così uno dei cavalli di battaglia della produzione Pedersoli, migliorata nei materiali, nelle finiture, nella lavorazione degli acciarini, degli scatti, degli organi di mira. L’impostazione generale dell’arma è identica al fucile da fanteria (il prodotto risulta dunque perfettamente idoneo alla rievocazione storica) ma, sebbene le finiture siano per scelta poco appariWurttembergischen - L’acciarino a percussione, scenti, possiamo ben dire di trovarci a descrivere con finitura tartarugata, sapientemente un’arma assai raffinata. incassato nel calcio. La canna cal.54, del tipo “P.M.G.”, ha una lunghezza totale di 39 3/8” ed un’anima solcata da 5 righe a passo d’elica costante di 1:55, ideale per palle “Miniè”. L’acciarino, del tipo senza monta di sicura, è lavorato prima con macchine C.N.C. e, in seguito, lappato a mano a garanzia di una fluidità di scatto unica, agevolata anche dalla particolare forma anatomica del grilletto zigrinato. Il peso di sgancio è di circa 3 libbre. Migliorata anche la tacca di mira, meglio fresata dell’originale, irrobu- La tacca di stita da un ritegno filettato e dotata di un apposito congegno per verificarne il posiziona- Wurttembergischen mira con scala graduata d’alzo è mento corretto sul proprio supporto. stato migliorato rispetto all’origiI destinatari ideali di quest’arma? Tutti coloro che ambiscono ad un prodotto versatile, nale, aumentandone la sezione in grado di eccellere tanto in poligono quanto nel tiro da campagna, alle medie distanze, e nelle frenata a semicerchio. E’ prodotto posizioni di tiro più disparate. La grande cura nei dettagli, che arriva ad interessare la bacchetta anche un’apposita dima per verifidi pulizia a sezioni tronco-coniche di diverso spessore ottenuta per tornitura e la testa delle viti, carne l’assetto in fase di taratura. volutamente di forma ovalizzata, rende questo fucile davvero unico per potenzialità sul campo e per raffinatezza costruttiva. IL MORTIMER “WHITWORTH” Il fucile Mortimer in versione “Whitworth”, che si caratterizza per la percussione a capsula e la canna rigata cal.45, potrebbe essere considerato come un prodotto ibrido tra i due prima descritti: possiede la raffinatezza estetica del “Bristlen a Morges”, superandolo per certi aspetti che approfondiremo in seguito, e la versatilità del Wurttembergischen 1857. La famiglia dei fucili Mortimer, in via generale, è una delle più interessanti del catalogo Pedersoli ed è composta da armi simili per impostazione ergonomica ma assai differenti per tipologia di canna e d’acciarino: si passa dal modello “shotgun” al modello “rifle”, da quello a pietra focaia “flint lock” a quello a percussione, dalle versioni con il solo mirino, per la mira istintiva, Mortimer Whitworth a quelle a mire aperte (tacca e mirino) fino ad arrivare alla versione di cui scriviamo, con diottra “a testa di bambola” e mirino a tunnel, dalle versioni standard a finitura semplice alle versioni “Deluxe” dalle finiture pregiate e dalle calciature selezionate per disposizione della venatura lignea. La vocazione della versione “Withworth”, tuttavia, è chiaramente sportiva ed il disegno originale è riconducibile ad una delle più celebri famiglie d’armaioli inglesi, quella dei “Mortimer”, che grazie alla propria abilità nel progettare e realizzare armi di vario genere, dalle pistole da duello a quelle da tiro, dai fucili da caccia ad anima liscia a quelli per il tiro di precisone, divenne tra le favorite della famiglia reale britannica. Quanti, d’altra parte, possono vantare il titolo di “Gun Maker for His Majesty”? L’arma, tra le più prestigiose del catalogo Pedersoli, abbina alle soluzioni tecniche raffinate ed alla qualità costruttiva davvero eccellente un disegno di grande eleganza, improntato su di uno sviluppo slanciato e su finiture lussuose. La canna cal.45, sempre del tipo “P.M.G.”, è forata dal pieno, rigata per brocciatura a formare un sistema a 5 righe a passo costante di 1:21 , ideale per palle long e miniè, e lavorata esternamente in modo da assumere uno sviluppo “a due ordini”: ottagonale dalla culatta al punto terminale dell’astina lignea e tonda fino alla volata. Disponibile inoltre una seconda versione in calibro .54 a pietra focaia con passo di rigatura da 1.65 ideale per l'utilizzo di palla tonda. Lo scatto, tipo “match”, è privo di stecher ma estremamente fluido e dal peso contenuto entro le 3 libre, con acciarino sapientemente rifinito; gli organi di mira del tipo a diottra e mirino a tunnel. La calciatura è particolare: si tratta di un singolo pezzo ricavato da massello selezionato in essenza di noce europeo rifinito ad olio, caratteristico per lo sviluppo longitudinale, la pala del calcio sottile con calciolo dritto, poggiaguancia e impugnatura “all’inglese” con guardia del grilletto prolungata a formare una costola semi-anatomica di appoggio per le ultime tre L’acciarino del Mortimer “Withworth” con la dita della mano forte, la sede della bacchetta, diottra “a testa di bambola”. quest’ultima con terminale in corno. Un’arma, quest’ultima, in grado di appagare tanto l’appassionato del tiro a segno quanto l’esteta, che pretende lavorazioni di primissima qualità e finiture eccellenti per il proprio strumento di tiro. Il calcio del Mortimer, con poggia-guancia. La finitura ad olio e la calciatura selezionata CONCLUSIONI Le armi presentate, che hanno nell’arco della loro vita affrontato con successo i più sono uno degli elementi di forza delle versioni impegnativi terreni di prova del mondo, non sono soltanto prodotti davvero eccellenti per “Deluxe”. il tiro a segno ma anche tre manufatti particolarmente apprezzabili sotto il profilo costruttivo, supportati oltretutto da un apparato logistico in grado di sostenere al meglio i bisogni dei tiratori, indipendentemente dal luogo in cui si trovano. Si tratta, dunque, di tre icone di una filosofia costruttiva e commerciale vincente, che attira sempre più curiosi e conquista sempre più numerosi fans.