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NUMERO 1 - 2015
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numero
- Saluto Presidente CNDA
pag. 3
- Organi Sociali CNDA
pag. 4
- Calendario CNDA
pag. 5
- RIFLEMEN di Massimo Capone
pagine 6-11
- Gara Milano
pagine 12-14
- Classifiche Tav
pag. 15
- ELIOPOLI 2015
pagine 16-22
- Il record di Vaccheri
pagine 23-24
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materiale da pubblicare
(articoli, foto, disegni, ecc...)
- ARMI SPORT
pagine 25-27
- Compro/vendo
pagine 28-29
- PEDERSOLI
pagine 30-32
- SCRIVERE
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48124 - Ravenna
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allo 0544.271417
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CONSOCIAZIONE NAZIONALE DEGLI ARCHIBUGIERI
ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA CULTURALE
Presidente: Allinovi Romeo
Strada Grande, 1 – Fontanelle Roccabianca 43010 (PR) Tel .(+39)-339-1658997
[email protected]
Segretario - Tesoriere: Cortazzi Pasquale
Via Mazzini n. 13, 84044 Albanella (SA) Tel. (+39)-335-5719885 [email protected]
Ufficio Sportivo: Valerio Andriotto
Via R. Gattinara 6, 45100 Rovigo – tel. (+39)-329-4514155 – e-mail [email protected]
ORGANI SOCIALI - ORGANIGRAMMA CNDA QUADRIENNIO 2015/2019
Presidente: Romeo Allinovi
Consigliere con carica di - Vice Presidente:
Consigliere con carica di – Segretario: Pasquale Cortazzi
Consigliere con carica di - Ufficio Sportivo Eventi, Classifiche: Valerio Andriotto
Consigliere: Calogero Sammarco
Consigliere: Franco Portesani
Tesoriere: Pasquale Cortazzi
Delegato MLAIC: Romeo Allinovi
Capitano della Nazionale:
Responsabile Tiro Storico: Massimo Capone
Responsabile Middle Range: Giorgio Cavicchi
Responsabile Tiro al Piattello: Giovanni Gentile
Ufficio Stampa: Giovanni Zaoli
Collegio dei revisori:
Ciccarone Giovanni – La Gaggia Angelo – Gentile Giovanni
Collegio dei Probiviri:
Cesari Alessandro – Ferrerio Alberto – Sifletto Piergiorgio
Commissione disciplinare di I^ istanza:
Beniamino Lavarone – Antonio Ferrerio – Teserio Biagini
supplenti - Alberto Beria – Riccardo Menegatti
Commissione Omologazione armi:
Massimo Capone – Calogero Sammarco – Gualtiero Fabbri
Commissione d’arbitraggio:
Giovanni Rusticali – Biagini Teresio - Bartolomeo De Iuri Domenico
supplenti: Gualtiero Fabbri - Valter Bertoli - Gaetano Lucchini - Roberto Vecchi
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RIFLEMEN
I TIRATORI SCELTI BRITANNICI
NELLE GUERRE CONTRO NAPOLEONE
di Massimo Capone
Non prima della metà del ‘700, e soltanto da
parte di alcune nazioni germaniche (prussiani ed
austriaci in primo luogo), si iniziò a riconoscere
l’importanza dell’arma rigata in ambito militare.
In realtà, il fucile a canna rigata non era
affatto una novità, ma veniva già ampiamente utilizzato in particolari contesti geografici e sociali.
Nel continente americano, in mano ai coloni
ed ai cacciatori nei territori centro europei per la
caccia ad animali a quattro zampe (anche piuttosto...
pesanti, come orsi e cinghiali) e per il tiro a segno,
in Europa, già dal 16° secolo circa, in possesso di
aristocratici o della ricca borghesia.
Inglesi e francesi avevano già avuto un
assaggio della micidialità di tale arma, se usata da
personale ben addestrato, durante le guerre nelle
colonie americane, nella seconda metà del ‘700.
“95th Rifles”, più estesamente operante nei teatri
bellici europei ed al quale più specificamente ci
riferiremo di seguito.
Quale modello d’ordinanza fu scelto il fucile
progettato da Ezekiel Baker (1758 - 1836) costruito
dal 1800 circa, e del quale riportiamo le caratteristiche principali (riferite alla versione base):
- acciarino a pietra focaia
- peso: 4 Kg circa
- lunghezza totale: cm 116
- lunghezza canna: cm 76
- calibro: 0,625 pollici
(tra i pieni della rigatura) (pari a circa 16 m/m)
- rigatura a 7 principi,
con pieni e vuoti della stessa ampiezza
Influenzata da tali esperienze e guardando
anche ai vicini paesi europei (germanici) che già
avevano creato corpi di soldati con fucili rigati,
la Gran Bretagna si decise finalmente, alla fine
del ‘700, ad affrontare seriamente il problema,
affidando ai propri arsenali la fabbricazione, su
larga scala, di una arma lunga rigata ed addestrare
al suo uso corpi scelti di “riflemen”.
- ampio patch-box nel calcio
(fino al 1805 era a 2 cavità, una tonda per le
pezzuole ingrassate ed una rettangolare per
gli attrezzi)
Nei decenni precedenti si era incostantemente
e quasi di malavoglia approvvigionata di poche
migliaia di pesanti fucili rigati tedeschi da spedire
nel Nuovo Mondo per le guerre contro i francesi e,
in seguito, contro gli americani.
Nei primi 6 anni di produzione (cioè fino al
1805) l’acciarino era dotato di “farfallina” o “scappamento” nella noce (per facilitare il funzionamento
con uno scatto alleggerito), omesso nella produzione successiva.
2 furono i corpi di tiratori organizzati nell’esercito britannico: il “60th Rifles“ (creato durante le
guerre franco-indiane e formato da immigrati tedeschi
e svizzeri esperti a manovrare in foreste e successivamente impiegato soprattutto oltremare) ed il
(N.B. ho constatato personalmente la presenza di
tale “farfallina”, che generalmente è accoppiata allo
stecher, nell’acciarino di un’altra carabina rigata,
tedesca, più o meno contemporanea al Baker.
- passo della rigatura: 3 metri circa
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CARABINA BAVARESE contemporanea al Baker.
Non ha l’attacco per la baionetta, ma per gli altri caratteri è molto simile all’arma inglese.
(collezione dell’autore)
Essa, pur priva di stecher, grazie a questa
farfallina ha uno sgancio molto netto e leggero).
La produzione cessò nel 1838, quando furono
costruiti gli ultimi 2000 esemplari: è riferito l’uso di
fucili a pietra Baker ancora nel 1850–51 nelle
lontane colonie dell’impero britannico.
E la Francia, direte voi, che pure aveva avuto
contro più di una volta, o quantomeno aveva
verificato, come alleata, gli effetti dei lunghi fucili
rigati americani, e che ben presto comincerà a
verificare anche gli effetti delle carabine Baker sui
propri ufficiali?
Ebbene, l’esercito francese non adottò mai,
se non molto sporadicamente e in modo del tutto
ininfluente, l’arma rigata.
L’ordine di battaglia dell’esercito francese
rimase vincolato alla mobilità ed all’assalto di grosse
masse di fanti, con l’eccezione dei “volteggiatori”,
che, marciando davanti e lateralmente ai reggimenti,
sparavano su obiettivi scelti, ma con le solite armi
lisce.
L’atteggiamento più “statico” dell’ordinamento
in battaglia delle truppe anglo-germaniche invece
favoriva posizionamento ed appoggio dei tiratori
scelti.
Torniamo ora al nostro argomento del giorno,
e vediamo come i riflemen dell’esercito inglese
usavano la loro carabina Baker.
I riflemen, sia in addestramento che in
battaglia, non erano obbligati a seguire nessun
regolamento scritto, standardizzato, sulla procedura
di caricamento.
Contrariamente alla normale fanteria con il
fucile liscio d’ordinanza (Brown Bess), era loro
lasciata un’ ampia discrezionalità.
Dei modi di caricare il Baker ci sono rimaste
purtroppo poche testimonianze dirette.
Dagli scritti che ci sono giunti si hanno notizie
di almeno sette diverse procedure, e questo lascia
immaginare quanto queste fossero affidate alla
libera scelta dei singoli tiratori.
Le posizioni di tiro erano anch’esse frutto di
scelte individuali, dettate dalle condizioni in cui
venivano a trovarsi sul terreno di scontro.
In piedi, in ginocchio (a volte anche sostenendo il fucile con la bacchetta, che ponevano con
un’estremità sotto la canna, e l’altra contro la
coscia o l’inguine), sdraiati, soprattutto nella
caratteristica posizione sulla schiena o su un fianco,
sostenendo la volata dell’arma sui piedi incrociati (e
magari con la cinghia tesa attorno ad uno dei
piedi).
Riguardo alle capacità di questi tiratori,
esistevano tre classi di merito.
(prosegue nelle pagine successive)
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PATTERN 1800 INFANTRY RIFLE
L’arma inizialmente era definita come “fucile rigato da fanteria”
o “moschetto rigato” o “carabina rigata”.
Solo successivamente assunse la più nota denominazione
di “Baker rifle”.
(prosegue delle pagine precedenti)
Per qualificarsi nella classe di base (terza) si
doveva essere in grado di colpire il bersaglio con
almeno 5 colpi su 6, sparando “ dalla spalla”, a 100
yarde, in almeno 2 giorni su 3.
Per qualificarsi nella seconda classe (e
fregiarsi di una piccola coccarda bianca) si doveva
ripetere tale livello di risultati, ma a 150 yarde.
Il corno era sostenuto da un cordoncino
verde, ed appeso a tracolla insieme con la giberna,
alla cui bandoliera di cuoio era fissato, con dei
passanti, il cordoncino stesso.
Non è però del tutto da escludere anche
l’utilizzo, sia pure saltuario o in piccole quantità, di
corni da polvere con tubetti regolabili (con la
classica levetta e valvola a molla) e/o fiasche,
anch’esse con tubetto regolabile.
Infine, per appartenere alla prima classe
(coccarda verde) si doveva essere in grado di
piazzare almeno quattro colpi su sei nel bersaglio
rotondo, o 3 colpi su 6 in una sagoma umana, in
almeno 2 giorni su 3 (purtroppo non ho trovato
riportate le dimensioni dei bersagli, nè la distanza
dell’ultima prova!).
La giberna conteneva un blocco di legno con
vani per accogliere cinquanta cartucce.
Il soldato, in divisa verde-bosco, disponeva
di un corno da polvere, dotato, per la carica
d’ordinanza, di un misurino d’ottone della capacità
di 4 dramme e ½ (cioè circa 8 grammi).
Esse erano usate soprattutto in casi di emergenza, per tiri in più rapida sequenza e/o a brevi
distanze.
(prosegue nelle pagine successiva)
Sebbene inizialmente fosse in uso caricare
con polvere e palla sciolte, dal 1808 divennero
disponibili e distribuite anche cartucce specifiche
per il fucile Baker.
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Non essendoci pervenuto alcun esemplare sicuramente utilizzato dai riflemen,
possiamo solo ipotizzare che i contenitori per polvere
(fiasche e/o corni) fossero simili a questi ritratti in foto.
(collezione dell’autore)
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Il rinculo, con le cariche d’ordinanza, era severo
e molti riflemen, per attenuarlo, riducevano deliberatamente la carica per le cartucce.
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Essi gettavano parte della polvere contenutavi),
fino a circa la metà, ritenendola sufficiente per
assicurare un alto livello d’accuratezza fino alle
150 yarde, ed evitare così contemporaneamente
l’eccessivo rinculo.
Poichè il misurino del corno non era regolabile,
molti tiratori si dotavano di vari misurini, fatti da loro
stessi, ed appesi a stringhe e cordoncini.
Un ulteriore problema era che la palla contenuta nella “cartuccia” era avvolta dalla sola carta,
senza pezzuola, verificandosi quindi due possibili
inconvenienti:
a) la carta si poteva strappare mentre essa
veniva spinta nella canna, per cui rimaneva troppo
vento.
b) parte della cartuccia poteva seguire la palla
come la coda di una cometa, disturbandone la traiettoria stessa.
Comunque molti riflemen si assicuravano
un’abbondante scorta di pezzuole da usare con le
palle.
Il diametro delle palle era, nei primi tempi,
lievemente più grande del calibro della canna.
Per questo motivo era necessario 1 martello di
legno per introdurla nella bocca della canna (e per
questo, Ezekiel Baker era stato anche incaricato, in
un certo periodo, di fornire una scorta di piccoli martelli,
al costo di 2 pence e ½ ciascuno).
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Tuttavia si ritenne ben presto preferibile usare
palle sottocalibrate, con pezzuola, per caricare le
quali il martello non era più indispensabile.
Solo alcuni continuarono ad includerlo nella
loro dotazione. Le palle contenute nelle cartucce
erano sempre sottodimensionate, per un più agevole
caricamento.
Un rifleman ci racconta che era rifornito di
cinquanta cartucce, trenta palle nude (sciolte nel
gibernino appeso alla cintura) ed il corno da polvere
con relativo misurino (oltre naturalmente alle
pezzuole ingrassate, parte delle quali contenute
anche nel patch box del fucile).
In tal modo poteva usare uno o l’altro tipo di
caricamento, a seconda che fosse preferibile la
velocità di caricamento o la precisione del tiro.
Sebbene alcuni fucili Baker fossero dotati di
rudimentale alzo a foglietta, gran parte di essi aveva
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Riferimenti bibliografici essenziali
una semplice tacca di mira.
Si riteneva infatti sufficiente aggiustare il tiro
mirando allo shakò (copricapo) per distanze
superiori alle 100 yarde, ed all’incrocio delle
bandoliere sul petto al di sotto delle 100 yarde.
E’ riferito, parlando di 2 dei migliori tiratori
che essi colpivano a distanze che comunque non
erano superiori alle 150 yarde!
Lo stesso Ezekiel Baker, nelle prove di tiro,
trovava che “200 yarde era la maggiore distanza
alla quale poteva fare fuoco con certezza”.
Nelle battaglie era già un sufficiente vantaggio
poter mettere una palla, 2 volte al minuto, nella
sagoma di un uomo a distanze fino a 150 yarde (!).
Soltanto tiratori di 1a classe, specificamente
diretti da ufficiali e protetti da altri tiratori, venivano
incaricati di sparare a bersagli particolari quali
potevano essere gli ufficiali, i tamburini ed gli
artiglieri nemici.
- British Military
Flintlock Rifles 1740-1840
De Witt Bailey
Ed. A. Mowbray Inc. – Publishers
- Small Arms of the British Forces
in America 1664-1815
De Witt Bailey
Ed. A. Mowbray Inc. – Publishers
- Rifeman
P. Ellliot-Wright
Ed. Military Illustrated – London
- Wellington’s Army
Neil Leonard Europa Militaria
Windrow & Greene
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FOTO CRONACA
37° Campionato Nazionale
di Tiro ad avancarica
Gara 2 - Milano - 7/8 febbraio 2015
a cura di Alberto Beria
pagina 13
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Gara 2 - Milano
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RICEVIAMO
E
PUBBLICHIAMO
Allego ancora
una volta le
Classifiche
del Campionato
italiano TaV
con la speranza
che vadano
finalmente
a sostituire
quelle sbagliate
e pubblicate
nei vari siti
in cui compare
il logo CNDA.
Non ho ancora
capito quale sia
quello ufficiale.
A disposizione
per ogni
chiarimento
(posso fornire
copia della
classifica
di tutte
le gare
disputate
ad Agna).
Giancarlo Moro
pagina 16
Vita nella
città fortezza
Dal venerdì 24 aprile a domenica 26 aprile 2015
Castello del Capitano della Piazza
e Bastione di San Martino
Terra del Sole (FC)
Orari: 10:00 - 24:00 Biglietto: OFFERTA LIBERA
Luogo: Terra del Sole - Coordinate navigatore:
44.18630853139566
11.960538625717163
PER INFORMAZIONI
mail - [email protected]
telefono - 388.3233857
web - www.borgoromano.com
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Entrate a capofitto nella Terra del Sole dell'inizio del 1600
quando i picchieri, i moschettieri ed i maestri delle artiglierie
dominavano gli eserciti!
ELIOPOLI, una grande Rievocazione Storica.
prosegue nelle pagine successive
pagina 20
VITA NELLA
CITTA’ FORTEZZA
pagina 21
Gruppi storici provenienti da ben 8 nazioni
(provenienti da: Italia, Francia, Germania, Repubblica Ceca,
Ungheria, Polonia, Spagna ed Inghilterra)
vi faranno immergere nella cittadella di Terra del Sole
tra rassegne militari, antichi mestieri e popolani in festa.
La città fortezza di Terra del Sole, fondata
dal Granduca Cosimo I De' Medici.
Essa rappresenta oggi uno dei meglio conservati
esempi al mondo di città-ideale.
Al contempo costituì la piazzaforte di difesa
della romagna toscana, per la città di Firenze,
dai nuovi eserciti dell'epoca,
quando i cannoni e le bombarde la facevano da padrone.
Per 3 giorni sarà possibile vivere tra gli spari degli archibugi
e delle artiglierie, tra il fumo dei fuochi degli accampamenti,
le musiche ed i balli antichi e tra
i sollazzi della locanda e della taverna nel castello.
Venerdì sera l'evento partirà con la Rassegna Militare in Piazza d'Armi
per poi proseguire fino a domenica per una 3 giorni
di rievocazione storica senza sosta.
prosegue nelle pagine successive
pagina 22
Nei pomeriggi di sabato e domenica la grande battaglia sotto la cortina del
Bastione di Sant'Andrea, per mostrare come combattevano gli eserciti
all'inizio del XVII secolo.
Il Castello del
Capitano
della Piazza,
il Bastione
di San Martino,
le garitte con le
maestose mura
completamente
terrapienate
costituiscono
le bellezze
architettoniche
dove vogliamo
ricostruire appieno la
vita nella città-fortezza.
PER INFORMAZIONI
mail - [email protected]
telefono - 388.3233857
web - www.borgoromano.com
pagina 23
Il RECORD di VACCHERI
Riceviamo da
Pier Giorgio Sifletto
e pubblichiamo
in questa pagina e
nella seguente
copia dei bersagli
e del Verbale
di record,
regolarmente
confidato e
controfirmato
dai vari
responsabili
al fine
dell'omologazione
del record ottenuto
da Vaccheri Marco
nella gara di Torino
del 21 e 22 febbraio
2015.
pagina 24
prosegue dalla pagina precedente
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Il RECORD di
VACCHERI
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pagina 26
1886 TAKE DOWN
e RIDGE RUNNER
si arricchisce la gamma di
un grande classico di
Chiappa Firearms
Dal 2010 Chiappa Firearms produce una fedele replica del classico 1886 Lever
Action, sia nella versione classica con calciatura in legno e bascula tartarugata, sia nella
versione “Kodiak” studiata per la caccia anche negli ambienti più estremi, con
calciatura “soft touch” e parti metalliche cromate.
Dal 2015 la gamma del 1886 Lever Action viene arricchita con la versione TAKE
DOWN. Sarà disponibile un “1886 TD Classic”, nella classica finitura con calcio in noce
oliato manualmente e bascula tartarugata come da tradizione, con una capacità di ben
8 colpi.
Il legno selezionato del calcio e dell’astina è zigrinato, e la canna ottagonale misura
26”. Troviamo una tipica tacca di mira stile “Buckhorn” ed un mirino inserito nello spacco
a coda di rondine.
pagina 27
Il 1886 take-down si presenta anche in una versione moderna chiamata “Ridge
Runner” con calciatura in legno verniciata in gomma nera, mentre canna, bascula e
tutte le parti metalliche a vista sono disponibili in cromo sabbiato oppure in nero opaco.
Il Ridge Runner viene fornito con la canna filettata e un rompifiamma incluso nella
confezione.
Il Ridge Runner ha solo 4 colpi, anche per via della canna più corta da 18.5”. Un
morbido calciolo in gomma, tacca di mira Skinner, mirino in fibra ottica e una leva larga
completano questo aggressivo fucile con canna semiottagonale.
La tacca di mira Skinner è inserita nella piccatinny già predisposta sull’arma così
da permettere il montaggio del cannocchiale senza dover intervenire sulle mire
metalliche.
Scheda Tecnica
Codice 920.364, 1886 Take Down Classic
920.356, 1886 Ridge Runner TD Cromo satin
920.363, 1886 Ridge Runner TD Nero opaco
Tipo di arma Fucile a percussione centrale
Calibro 45/70
Azione fucile a leva
Canna 26” (Classic) o 18,5” (Ridge Runner)
Alimentazione tubo caricatore da 8 colpi (Classic) o 4 colpi (Ridge Runner)
Grilletto Singolo
Calcio noce oliato a mano (Classic) o noce verniciato in gomma nera (Ridge Runner)
Mirino a coda di rondine (Classic) o in fibra ottica (Ridge Runner)
Tacca di mira Buckhorn (Classic) o Skinner (Ridge Runner), entrambe regolabili in altezza
e deriva
Sicura Mezza monta del cane
Peso 9 lbs (Classic) o 7,8 lbs (Ridge Runner)
Lunghezza totale 45” (Classic) o 37,5” (Ridge Runner)
Finitura tartaruga/cromo satinato/nero opaco
Note i componenti lavorati con CNC sono intercambiabili con parti originali
Winchester
pagina 28
COMPRO...
VENDO...
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cm 102,5. € 80
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AVVISO AGLI
INSERzIONISTI
LA REDAzIONE PER CERCARE DI
RIORDINARE qUESTE PAGINE, DAL
PROSSIMO NUMERO CANCELLA
TUTTE LE INSERzIONI
“VECCHIE”
PREGANDO I LETTORI DI INVIARLE
AGGIORNATE ENTRO IL MESE DI
MAGGIO 2015,
IN TEMPO PER LA PROSSIMA
EDIzIONE DI AVANCARICA MAGAzINE.
DAL
PROSSIMO NUMERO SI POSSONO
INVIARE ANCHE FOTO CORRELATE
ALL’INSERzIONE.
SARANNO
PUBBLICATE NEI LIMITI
DELLO SPAzIO DISPONIBILE.
pagina 30
BELLI E VINCENTI
Quando si studiano armi ideate per le competizioni di tiro a segno ci si concentra spesso soltanto sulle
loro potenzialità balistiche ma il caso delle repliche Davide Pedersoli è particolare: si tratta di manufatti
che, oltre ad essere performanti, sono molto curati dal punto di vista estetico e permettono davvero di
appagare i gusti degli appassionati più esigenti, che non si accontentano della pura e sola funzionalità.
di G.Tansella ed A.Wicks
Se il Gibbs della Davide Pedersoli è attualmente considerato il dominatore incontrastato delle competizioni di tiro a segno specialità “long range” occorre specificare che si tratta di un manufatto assai apprezzato anche per la propria raffinatezza costruttiva.
Una volta, per esempio, ci è capitato di visitare l’abitazione di un nostro tester di fiducia e, notando un esemplare appeso al
muro nonostante la presenza di tre cassaforti, di chiedere il motivo della scelta al nostro ospite. La risposta, pur nell’estrema sintesi,
ci ha lasciato senza dubbi: “Il Gibbs non è soltanto uno strumento balistico davvero valente, ma un manufatto da esporre con orgoglio
per la propria raffinatezza costruttiva”.
Un caso unico? Nient’affatto. La perizia realizzativa è uno dei vanti della produzione Pedersoli e, consultando il catalogo
commerciale, vi sono prodotti differenti per destinazione d’uso ma altrettanto validi sia sotto il profilo funzionale che sotto il
profilo estetico.
Se nel precedente articolo, dedicato alle armi corte, abbiamo selezionato tre prodotti con le carte in regola per eccellere nelle
competizioni ed appagare il gusto e l’orgoglio dei proprietari in questa sede ci dedichiamo alle armi lunghe ad avancarica e, in
particolare, a tre fucili da tiro davvero speciali.
Per l’esattezza ci teniamo tuttavia a specificare che la caratteristica comune alle tre armi riguarda la qualità della componentistica utilizzata, delle lavorazioni meccaniche effettuate e dell’assemblaggio ed aggiustaggi eseguiti manualmente: la destinazione di
ciascun modello è invece particolare tanto che le stesse invenzioni originali avvennero in fasi temporali e luoghi diversi.
IL BRISTLEN A MORGES
La prima replica di cui ci occupiamo è dedicata ad un vero e proprio gioiello della creazione armiera svizzera, costruito nel
1845 dall’artigiano Marc Samuel Bristlen durante il suo soggiorno nella cittadina di Morges, nel cantone francese.
Questa carabina, di chiara impostazione sportiva, segnò all’epoca una vera svolta negli studi ergonomici volti ad assicurare la
massima comodità e la massima stabilità nel tiro in
piedi, uniti ad una costruzione unica per qualità dei
“Bristlen a Morges”
materiali utilizzati e delle lavorazioni. Un’arma che,
oggi come allora, necessita dell’impegno di esperti
Il pomo di presa è situato molto artigiani per
vicino al baricentro dell’arma, a poter davvero
favore della stabilità. unire in connubio gli elementi del fascino estetico e della prestanza in termini balistici.
All’interno della gamma Pedersoli il suo ruolo è decisamente unico
e, a detta di coloro che ne curano la produzione, si tratta di una delle armi più difficili da
assemblare e mettere a punto, un’arma fatta da e per
coloro che non accettano compromessi di sorta quando si
tratta di ottenere il massimo. D’altra parte l’aspetto stesso di questo fucile imponente, da quasi 8kg di peso, è
particolare ed ogni sua caratteristica è volta all’ottenimento di un risultato squisitamente pratico.
Nonostante la destinazione quest’arma resta comunque
legata a canoni estetici classici e, pur non potendo nulla fare
il suo artefice per alleggerirne l’impatto visivo, vi sono parti- Particolare della pala del calcio del
colari costruttivi dal disegno proporzionato ed armonico, Bristlen a Morges, con il calciolo ad
come lo scheletrato dell’impugnatura o il calciolo a doppio incastro di dimensioni generose.
incastro con terminali a ricciolo.
Sotto il profilo tecnico l’arma di cui scriviamo stupisce in due particolari aspetti: l’utilizzo
di una meccanica di eccellente livello per quanto concerne le parti direttamente coinvolte nella
dinamica di sparo ed il disegno della calciatura, avveniristico pensando al momento storico
della realizzazione del Bristlen.
Per quanto concerne il primo punto possiamo tranquillamente affermare che la scelta di canne
selezionate cal.35 e .44 tipo “P.M.G.”, ottenute per foratura e brocciatura da semilavorati pieni,
scatti tipo match con stecher a doppio grilletto, organi di mira con mirino in tunnel antiriflesso e
diottra di precisione e blocchetti fondipalle dedicati lascino poco spazio a variabili impreviste.
In relazione al secondo punto sono degne di nota la particolare piega del calcio con
Particolare della volata del “Bristlen a calciolo avvolgente, che blocca l’arma alla spalla favorendo una naturale posizione del collo
Morges”, con terminale tondo e bindella del tiratore all’atto di mirare, l’impugnatura anatomica a pistola in materiali misti
inferiore con anelli porta-bacchetta.
legno/acciaio, il pomo di sostegno, posizionato molto vicino al centro di massa dell’arma, per
il braccio di supporto da tenere piegato, senza contratture muscolari, con il gomito in appoggio al bacino, la dislocazione delle
masse a vantaggio di un’eccellente stabilità.
L’arma è dedicata dunque, in modo inequivocabile alla disciplina del tiro in piedi a 50m, nelle cui competizioni ha ottenuto fino
ad ora notevolissimi successi a livello internazionale.
IL WURTTEMBERGISCHEN 1857
Se la scuola di guerra germanica è sempre stata rispettata da tutti in virtù di numerosi primati raggiunti nel campo
delle tattiche d’impiego della fanteria occorre specificare che uno dei suoi massimi esponenti, il generale Luddendorf, ebbe a dire in
un discorso che “non è il numero che conta, ma il fuoco”. In questa affermazione la sintesi di un secolo di studi, che
Wurttembergischen
attribuivano al singolo soldato ed alla propria arma
1857
una grande importanza in virtù dei progressi tecnologici ottenuti nel campo della costruzione armiera
e dell’addestramento individuale al tiro.
Grande cura dunque, per le armi del fante, come il celeberrimo “fucile federativo” Wurttembergischen del 1857, ordinanza
rimasta nella memoria dei massimi esponenti mondiali del mondo armiero fino ai giorni nostri, quando inizia la nuova storia di
pagina 31
quest’arma memorabile, legata indissolubilmente al marchio della fabbrica di Gardone V.T.
E’ la fine degli anni Novanta quando la tedesca Mauser di Oberndorf pensa ad una produzione in serie limitata, di eccezionale
qualità, del Wurttembergischen 1857. Vincitore della commessa nientemeno che la Davide
Pedersoli, unico fornitore ufficiale dell’illustre committente. Un pezzo da collezione? Non solo: le caratteristiche progettuali del fucile originale saltano
all’occhio della dirigenza aziendale, che decise di
sfruttare la piattaforma per l’ideazione di una
versione perfezionata, dedicata al tiro a segno.
Nasce così uno dei cavalli di battaglia della
produzione Pedersoli, migliorata nei materiali, nelle
finiture, nella lavorazione degli acciarini, degli scatti,
degli organi di mira.
L’impostazione generale dell’arma è identica
al fucile da fanteria (il prodotto risulta dunque
perfettamente idoneo alla rievocazione storica) ma,
sebbene le finiture siano per scelta poco appariWurttembergischen - L’acciarino a percussione, scenti, possiamo ben dire di trovarci a descrivere
con finitura tartarugata, sapientemente
un’arma assai raffinata.
incassato nel calcio.
La canna cal.54, del tipo “P.M.G.”, ha una
lunghezza totale di 39 3/8” ed un’anima solcata da 5 righe a passo d’elica costante di 1:55,
ideale per palle “Miniè”. L’acciarino, del tipo senza monta di sicura, è lavorato prima con
macchine C.N.C. e, in seguito, lappato a mano a garanzia di una fluidità di scatto unica,
agevolata anche dalla particolare forma anatomica del grilletto zigrinato. Il peso di sgancio
è di circa 3 libbre. Migliorata anche la tacca di mira, meglio fresata dell’originale, irrobu- La tacca di
stita da un ritegno filettato e dotata di un apposito congegno per verificarne il posiziona- Wurttembergischen
mira con scala graduata d’alzo è
mento corretto sul proprio supporto.
stato migliorato rispetto all’origiI destinatari ideali di quest’arma? Tutti coloro che ambiscono ad un prodotto versatile, nale, aumentandone la sezione
in grado di eccellere tanto in poligono quanto nel tiro da campagna, alle medie distanze, e nelle frenata a semicerchio. E’ prodotto
posizioni di tiro più disparate. La grande cura nei dettagli, che arriva ad interessare la bacchetta anche un’apposita dima per verifidi pulizia a sezioni tronco-coniche di diverso spessore ottenuta per tornitura e la testa delle viti, carne l’assetto in fase di taratura.
volutamente di forma ovalizzata, rende questo fucile davvero unico per potenzialità sul campo e per raffinatezza costruttiva.
IL MORTIMER “WHITWORTH”
Il fucile Mortimer in versione “Whitworth”, che si caratterizza per la percussione a capsula e la canna rigata cal.45, potrebbe
essere considerato come un prodotto ibrido tra i due prima descritti: possiede la raffinatezza estetica del “Bristlen a Morges”,
superandolo per certi aspetti che approfondiremo in seguito, e la versatilità del Wurttembergischen 1857.
La famiglia dei fucili Mortimer, in via generale, è una delle più interessanti del catalogo Pedersoli ed è composta da armi simili
per impostazione ergonomica ma assai differenti per tipologia di canna e d’acciarino: si passa dal modello “shotgun” al modello “rifle”,
da quello a pietra focaia “flint lock” a quello a percussione, dalle versioni con il solo mirino, per la mira istintiva,
Mortimer Whitworth
a quelle a mire aperte (tacca e mirino) fino ad
arrivare alla versione di cui scriviamo, con diottra
“a testa di bambola” e mirino a tunnel, dalle
versioni standard a finitura semplice alle versioni “Deluxe” dalle finiture pregiate e dalle calciature
selezionate per disposizione della venatura lignea.
La vocazione della versione “Withworth”, tuttavia, è chiaramente sportiva ed il disegno originale è riconducibile ad una delle
più celebri famiglie d’armaioli inglesi, quella dei “Mortimer”, che grazie alla propria abilità nel progettare e realizzare armi di vario
genere, dalle pistole da duello a quelle da tiro, dai fucili da caccia ad anima liscia a quelli per il tiro di precisone, divenne tra
le favorite della famiglia reale britannica. Quanti, d’altra parte, possono vantare il titolo di “Gun Maker for His Majesty”?
L’arma, tra le più prestigiose del catalogo Pedersoli, abbina alle soluzioni tecniche raffinate ed alla qualità costruttiva davvero
eccellente un disegno di grande eleganza, improntato su di uno sviluppo slanciato e su finiture lussuose.
La canna cal.45, sempre del tipo “P.M.G.”, è forata dal pieno, rigata per brocciatura a formare un sistema a 5 righe a
passo costante di 1:21 , ideale per palle long e miniè, e lavorata esternamente in modo da assumere uno sviluppo “a due
ordini”: ottagonale dalla culatta al punto terminale dell’astina lignea e tonda fino alla
volata. Disponibile inoltre una seconda versione in calibro .54 a pietra focaia con passo
di rigatura da 1.65 ideale per l'utilizzo di palla tonda.
Lo scatto, tipo “match”, è privo di stecher ma estremamente fluido e dal peso
contenuto entro le 3 libre, con acciarino sapientemente rifinito; gli organi di mira del
tipo a diottra e mirino a tunnel.
La calciatura è particolare: si tratta di
un singolo pezzo ricavato da massello selezionato in essenza di noce europeo rifinito ad olio,
caratteristico per lo sviluppo longitudinale, la
pala del calcio sottile con calciolo dritto, poggiaguancia e impugnatura “all’inglese” con guardia
del grilletto prolungata a formare una costola
semi-anatomica di appoggio per le ultime tre
L’acciarino del Mortimer “Withworth” con la
dita della mano forte, la sede della bacchetta,
diottra “a testa di bambola”.
quest’ultima con terminale in corno.
Un’arma, quest’ultima, in grado di appagare tanto l’appassionato del tiro a
segno quanto l’esteta, che pretende lavorazioni di primissima qualità e finiture eccellenti
per il proprio strumento di tiro.
Il calcio del Mortimer, con poggia-guancia.
La finitura ad olio e la calciatura selezionata
CONCLUSIONI
Le armi presentate, che hanno nell’arco della loro vita affrontato con successo i più sono uno degli elementi di forza delle versioni
impegnativi terreni di prova del mondo, non sono soltanto prodotti davvero eccellenti per “Deluxe”.
il tiro a segno ma anche tre manufatti particolarmente apprezzabili sotto il profilo costruttivo, supportati oltretutto da un apparato
logistico in grado di sostenere al meglio i bisogni dei tiratori, indipendentemente dal luogo in cui si trovano. Si tratta, dunque, di tre
icone di una filosofia costruttiva e commerciale vincente, che attira sempre più curiosi e conquista sempre più numerosi fans.
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N°1 - 2015