01 FRANCESCO DOLZA Torino 30.06.1925 - Torino 26.01.2005 Laurea Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, 1950 Iscrizione all’Albo 1951 Profilo biografico a cura di Luca Gibello e Mauro Sudano 069 He belongs to the generation that graduated in the post-war period. He is bound in profound friendship to Giorgio Raineri, Roberto Gabetti and Aimaro Isola, with whom he seems to share a commitment to regional architecture. Nonetheless, when analysing in particular his works from an early period, we see above all an interest in the modernisation of the languages and the techniques that draws him to the research of Gino Becker or Carlo Alberto Bordogna. The industrial buildings such as the Usa factory (1954-56) or the Morando factory (1958-60), but also one of his first works such as the Red Cross Sanatorium in Eremo di Lanzo (1950-65), adopt a language that owes much to rationalist architecture. The work on Cieloalto, a residence with services in Cervinia (1973-78), appears indifferent to the landscape and distant from traditional building methods. The idea, not unlike what was happening elsewhere in the same period, was an appropriation of the mountain as an extension of the city and all its comforts, according to the principle of ski-total. Dolza’s commitment is mostly linked to a territory, to dialogue with the workers and the commissioning party, to circulation of experiences. However, when it is a question of real society, the topics of architectural composition are not interchangeable: those suitable for office or production buildings do not coincide with those of residences, above all in the case of detached houses. And this is where the lesson of Mario Passanti can re-emerge. This is where we can find the many affinities with the work of his contemporaries who did not intend to follow the canons of a hackneyed International Style. This change in language was also affected by the long-lasting cooperation with Mario Megna from 1959 to 1974. Following his degree in architecture Dolza began working in the family construction business. This connotation strongly affected Francesco’s activities, although the company was mainly in the hands of his brother Casimiro. Most of the works designed by Dolza were in fact commissioned from the family business. Moreover, the founding of the company Coimpre, involved in the construction of council housing using heavy prefabricated systems involved him as a planner aware of the aspects of composition but battling with the rigidity of the system and the lack of awareness of the public commissioners. In fact, the prefabricated buildings constructed by Coimpre in prestigious residential areas gave totally different results. In any case, Dolza and his family were part of an important phase of Turin’s entrepreneurial history, characterised by considerable technical skill aimed at the industrialisation of the construction industry. FRANCESCO DOLZA Appartiene alla generazione laureatasi nel secondo dopoguerra. Una profonda amicizia lo lega a Giorgio Raineri, Roberto Gabetti e Aimaro Isola, con i quali sembrerebbe condividere l’impegno intorno ai temi di un’architettura regionale. Tuttavia, analizzando in particolare le opere del primo periodo, emerge soprattutto un interesse per l’aggiornamento dei linguaggi e delle tecniche che lo accosterebbero alle ricerche di Gino Becker o Carlo Alberto Bordogna. Gli edifici industriali come le officine Usa (1954-56) o le officine Morando (1958-60), ma anche la sua prima opera, il Sanatorio della Croce Rossa all’Eremo di Lanzo (1950-65), adottano un linguaggio debitore dell’architettura razionalista. L’intervento di Cieloalto, residence e servizi a Cervinia (1973-78), appare indifferente al confronto con il paesaggio e distante dai modi del costruire tradizionale. L’idea, non diversamente da come avveniva altrove negli stessi anni, era di un’appropriazione della montagna come in un’estensione della città e dei suoi comfort, secondo il principio dello ski total. L’impegno di Dolza è prevalentemente legato a un territorio, al dialogo con maestranze e committenze, alla circolazione delle esperienze. Tuttavia, in rapporto con la società reale, i temi della composizione architettonica non sono intercambiabili: quelli degli edifici per gli uffici e per la produzione non coincidono con quelli dell’abitare, soprattutto nelle case unifamiliari. È lì che può riemergere la lezione di Mario Passanti e che si moltiplicano le affinità con l’opera dei coetanei che non intendono omologarsi ai canoni di un ormai trito International Style. In questa virata di linguaggio, incide anche la collaborazione duratura con Mario Megna dal 1959 al 1974. Con la laurea in Architettura inizia per Dolza anche l’attività di costruttore all’interno dell’impresa di famiglia. Questa connotazione colora molto del fare di Francesco, seppure la gestione dell’impresa sia soprattutto in mano al fratello Casimiro. La maggior parte delle opere progettate da Dolza sono infatti commesse dell’impresa di famiglia. Inoltre, la costituzione della società Coimpre attiva nella realizzazione dei quartieri di edilizia popolare con sistemi di prefabbricazione pesante lo impegna come progettista attento agli aspetti della composizione ma in difficoltà sia per le rigidezze del sistema sia per la scarsa attenzione del committente pubblico. Infatti la prefabbricazione operata dalla stessa Coimpre per quartieri residenziali di pregio sortisce ben altri risultati. In ogni caso Dolza con la sua famiglia partecipa di un passaggio importante della storia dell’imprenditoria torinese, caratterizzato dal tendere con un grande sforzo, anche tecnico, all’industrializzazione dell’edilizia. Opere principali esistenti Sanatorio della Croce Rossa all’Eremo di Lanzo, Torino (1950-65) Casa Marbri in via san Marino 50, oggi intonacata, Torino (1953-55) Officine Usa, via Sette Comuni 56, Torino (1954-56) Quartiere Iacp, corso Sebastopoli, via G. Reni, via Castelgomberto, corso Siracusa, Torino (1956-59; con C. Mollino capogruppo, C.A. Bordogna, F. Campo, C. Graffi, N. Rosani) Casa Sit, via Roma, via XXIV maggio, Trofarello (Torino, 1959-60; con M. Megna) Casa De Ruschi, via C. Priocca, via C. Noè, piazza don P. Albera, Torino (1963-65; con M. Megna) Palazzine Merli-Maino, corso Appio Claudio 229/5, Torino (1965-68; con M. Megna) Quartiere Iacp di Falchera nuova, lotti 1 e 2, via degli Abeti, via delle Querce, via degli Ulivi, Torino (1972-74; con G. Barba Navaretti) Villaggio ski-total Cieloalto, Cervinia (Aosta, 1973-78; con M. Coletti, M. Megna, R. Piramide) 02 03 Most important existing works Red Cross Sanatorium at Eremo di Lanzo, Turin (1950-65) The Marbri building in via San Marino 50, now plastered, Turin (1953-55) Usa factory, via Sette Comuni 56, Turin (1954-56) Iacp district, corso Sebastopoli, via G. Reni, via Castelgomberto, corso Siracusa, Turin (1956-59; group headed by C. Mollino, with C.A. Bordogna, F. Campo, C. Graffi, N. Rosani) The Sit building, via Roma, via XXIV maggio, Trofarello (Turin, 1959-60; with M. Megna) The De Ruschi building, via C. Priocca, via C. Noè, piazza don P. Albera, Turin (1963-65; with M. Megna) The Merli-Maino buildings, corso Appio Claudio 229/5, Turin (1965-68; with M. Megna) Iacp district of Falchera Nuova, lots 1 and 2, via degli Abeti, via delle Querce, via degli Ulivi, Turin (1972-74; with G. Barba Navaretti) Cieloalto Residence, Cervinia (Aosta, 1973-78; with M. Coletti, M. Megna, R. Piramide) Riferimenti bibliografici R. Gabetti, A. Isola, Alcune opere torinesi di Francesco Dolza, in “L’architettura” n. 136, 1967 E. Bona, Opere recenti di Francesco Dolza, in “Casabella” n. 348, 1970 Holiday village. Cervinia, Italy, in “The Architectural review”, n. 911, 1973 G. Raineri, Stazione ski-total “Cielo Alto” a Cervinia, in “L’architettura” n. 266, 1977 A. Magnaghi, M. Monge, L. Re, Guida all’architettura moderna di Torino, Torino 1982 G. Muratore, A. Capuano, F. Garofalo, E. Pellegrini, Guida all’architettura moderna. Italia. Gli ultimi trent’anni, Bologna 1988 L. Gibello, M. Sudano, Francesco Dolza. L’architetto e l’impresa, Torino 2002 04 05 Villaggio ski-total Cieloalto, Cervinia (Aosta), 1973-78 Sanatorio all’Eremo di Lanzo (Torino), 1950-65 (foto di Moncalvo) Officine Uspit, Grugliasco (Torino), 1958-60 Palazzine Merli-Maino, Torino, 1965-68 Casa di via San Marino, Torino, 1953-55 Officine Meccaniche Morando. Lo stabilimento prima della sopraelevazione del 1961, Torino 01 02 03 04 05 06 Ski total Cieloalto Village, Cervinia (Aosta), 1973-78 Red Cross Sanatorium at Eremo di Lanzo, Turin, 1950-65 (photo by Moncalvo) Uspit factory, Grugliasco (Turin), 1958-60 The Merli-Maino buildings, Turin, 1965-68 House in via San Marino, Turin, 1953-60 Officine Meccaniche Morando. The factory before the addition of a floor in 1961, Turin 071 01 02 03 04 05 06 FRANCESCO DOLZA 06