Anno II, Numero 2 Agosto 2005 Au to ri z. T rib. Ord . T o rin o N. 5816 del 1 1/1 1/2 004 D i retto re resp onsabi le Alb e rto Me lo tto AMICI P e r s u p e r a r e l ’e m a r g i n a z i o n e e i p r e gi u d i z i c a u s a t i d a l l a m a l a t t i a m e n t a l e P e r i o d i c o d e ll ’ A s s o c ia z i o n e A m i c i P o r t a P a l a t i n a ONL U S a R eda zi o n e P ia z z a Co r pu s D o mi n i, 20 a 1 0122 Torin o Un numero un po’ speciale Appare evidente sfogliando le pagine di questo numero, che non segue l’usuale struttura. Questo è dovuto al fatto che ultimo periodo (quello che ha preceduto la lavorazione di questo foglio) è stato ricco di eventi, significativi per la vita dell’associazione: ci è sembrato quindi importante dare spazio a questi accadimenti. A fine maggio, coscienti che oltre all’aiuto diretto alle persone, è nostro compito sensibilizzare sui temi della malattia mentale per abbattere le barriere di pregiudizio e paura che circondano questa malattia, siamo riusciti a concretizzare il progetto di un convegno per unire intorno ad un tavolo le voci di diverse realtà, istituzioni ed enti impegnate sui problemi della malattia mentale. Quasi contemporaneamente ha fatto il suo ingresso ufficiale come nuovo rettore della basilica del Corpus Domini, don Alberto Piola. Questo nuovo inizio ufficializza però anche la fine della presenza nella basilica della figura di don Piero Mussino che ha ricoperto e ricopre un ruolo fondamentale per gli Amici e per l’associazione, a cui va tutta la nostra gratitudine e riconoscenza. La lampadina Il sapore della diversità Una prova generale per un futuro di riflessione e interazione: così il dott Nannini ha definito il seminario che l’Associazione Amici Porta Palatina ha realizzato il 21 maggio 2005, presso il Centro del Volontariato di v. Toselli, a Torino. Il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Torino Nord (ASL1) ha esordito con questa bella definizione, che ci piacerebbe fosse premonizione ed augurio! Abbiamo fortemente voluto questo convegno per poter dare visibilità, nella città,a tante voci e tante realtà che si occupano del “sapore della diversità”. Ed il compito che abbiamo assegnato ai relatori è stato proprio “... possiamo accrescere sempre più il nostro “sapore” e quello dei nostri Amici.” questo: dirci e darci i tanti sapori dei loro interventi multidisciplinari sulla malattia mentale, perché, come volontari, possiamo accrescere sempre più il nostro “sapore” e quello dei nostri Amici. Si sono susseguiti diversi accompagnatori, che ci hanno regalato osservazioni, domande, risposte ed ancora do- mande, echi, suggestioni, idee, spinte di lavoro futuro… Il Direttore della Caritas Diocesana, Pier Luigi Dovis, ha affrontato il cosiddetto “dolore disabitato”, cioè inespresso, non visibile,assente dai massmedia come dai salotti, sollecitando tutti a considerarlo una sofferenza “da abitare di più”, aiutando il malato e chi vive con lui a riscoprire la propria individualità, la propria coscienza, il contesto. Ha parlato della “Comunità che guarisce”, perché è l’inclusione, oltre ai farmaci, un potente alleato dello “star meglio” di chi sta male! Ha affermato l’importanza dell’educazione, della cultura e della formazione per uscire dalla marginalizzazione ed esclusione, così come della necessità della “cura” dei famigliari dei malati, del lavoro per il reinserimento organico, della rete tra associazioni e soggetti che si applicano a questi problemi, con un coordinamento aperto, di oculata strategia delle politiche sanitarie. Il Funzionario dei rapporti con le Aziende Sanitarie del Comune di Torino, P. Ingoglia, ha ribadito il ruolo della comunità locale e del sostegno alle famiglie, in un epoca di “post-welfare”, in cui si Il primo gruppo di relatori assiste ad una decostruzione della vecchia architettura dello stato sociale, schiacciato un po’ dal modello assistenzialista e da quello neo-liberale. Oggi sembra essere necessaria una visione societaria del benessere sociale, vale a dire puntare sulle famiglie come competenti ed incluse, al centro del sistema, non “pesi con un grande peso sulle spalle”, ma risorse partecipanti. Insieme a ciò, occorre ribadire la necessità di gestioni attente, valorizzazione delle eccellenze nascoste e del volontariato, maggiori finanziamenti, maggiore e migliore informazione e cooperazione. Le due Fondazioni Bancarie, Compagnia S. Paolo e CRT, nelle persone di L. Morello e M. Beretta Liverani, hanno ribadito il loro impegno sociale e culturale nel promuovere e sostenere due belle ed innovative esperienze, quali il BANDOLO e il SESTANTE. Il primo attiva una rete di associazioni che, in S t a mp a to p r es so l a t ip o g ra f i a AGB, vi a Mo mb e llo 2 6 , P ia n e zz a (T O ) PAGINA 2 AMICI ANNO II, NUMER O 2 La lampadina (continua) La platea sei mesi, hanno incontrato più di 600 persone con disagio mentale, prendendone in carico più di un centinaio, la metà delle quali non si era mai rivolta ai servizi. Il SESTANTE sta implementando la prevenzione e la cura del disagio psichico all’interno del carcere (presso l’istituto circondariale “Le Vallette” di Torino – ASL 3), a breve si pubblicheranno i risultati di tre anni di lavoro. Il Direttore Scientifico dell’associazione “Casa Bordino” ci ha stimolato sulla questione dei diritti ancora negati per tanti malati e tante loro famiglie, lavorando concretamente per fornire opzioni di vita, reali, concrete, che passano attraverso il riconoscimento dei cosiddetti “soggetti deboli”, l’offrire loro l’abitazione, piuttosto che un lavoro,così ancora delle relazioni, perché la vita è fatta di questi elementi importanti per tutti, ed ancora di più per chi soffre la malattia mentale. Per avere un rapporto con un uomo, occorre considerarlo per quello che è, uomo in quanto tale e non malato da etichettare, con una diagnosi che “bolla” e condiziona. Prendere coscienza sempre di ciò che aiuta ad aiutare davvero. Centrale resta il problema della casa, come luogo di vita e responsabilità, il migliore luogo della cura, contesto da “curare”, valutare, sostenere, con tutto ciò che comporta per “abitare” questo tipo di dolore è quanto ci ha indotto a mai trascurare M. Nannini, ribadendo per l’associazione quanto possa aver valore cosa si sta da venticinque anni facendo: offrire agli AMICI innanzitutto una casa dove poter stare con gli altri, nella semplicità di ogni giorno. Infine U. Zamburru, dell’associazione VOLPI (VOLontari Psichiatrici) ha condiviso con i partecipanti una concreta esperienza di inclusione sociale di soggetti in disagio mentale, nel quartiere Bariera di Milano, vincendo stere- “Per avere un rapporto con un uomo, occorre considerarlo per quello che è, uomo in quanto tale e non malato da etichettare” otipi, pregiudizi, fantasmi, chiedendo ai cosiddetti “malati” di essere e rendersi autonomi, nello stare insieme, nel gestire non solo un centro diurno ed un bar, ma anche la propria vita. L’obiettivo del seminario era chiederci proprio, non solo se esiste il sapore della diversità, ma quanto questo si combina con la cosiddetta vita ordinaria, per continuare ad assaporare il gusto. Più di una sessantina di persone, una quindicina di enti, istituzioni ed associazioni rappresentate, molta attenzione ed interes- Le parole per dire... Quando nel 1973 ho iniziato la mia opera di volontariato presso il Corpus Domini arrivavo da un’ esperienza all’interno del Gruppo Giovani della San Vincenzo. Mi avevano proposto allora di prestare la mia opera di volontariato nel centro storico presso l’oratorio del Corpus Domini gestito dalla casa di carità delle sorelle Pierina e Irene. Si presentava sicuramente davanti a me un’ esperienza nuova ed oltretutto interessante. Così facendo ho iniziato a lavorare con loro nelle attività dell’oratorio organizzando giochi e cercando di occupare il tempo dei ragazzi nel migliore dei modi Omaggio a don Piero possibili. Essendo collegato alla Parrocchia del Corpus Domini ecco che ho avuto la possibilità di conoscere Don Piero Mussino. La prima cosa a cui sono rimasto completamente stupito è stata la possibilità di dare del “tu” in completa amicizia ad un sacerdote e soprattutto ad un Canonico come Don Piero. Mi ricordo che fu proprio lui a propormi questo ed io restai un attimo in imbarazzo al punto tale che il cambio fu molto graduale malgrado i suoi solleciti. Questo dimostra la sua completa dispo- sante dibattito ci permettono di sostenere che il sapore della diversità non solo esiste, ma continua ad attirare i gusti di tanta gente, coltivando la cultura della “mescolanza”, della contaminazione, in una parola: dello stare insieme proprio perche differenti, diversi. “Ho ricevuto in eredità due dei più terribili nemici dell’umanità: la tubercolosi e la malattia mentale. E la malattia, come la follia e la morte, sono gli angeli neri della vita. Ma di tutte e tre, la follia è il disastro” (E. Munch). Al grande pittore fa eco la poetessa A. Merini: “Il disastro della mia vita non è la mia follia, ma non essere riuscita sempre a far capire ai ‘sani’ che c’è gusto anche nell’essere ‘matti’”. A questi due nostri amici, così come ai tanti che l’Associazione Amici Porta Palatina e altre associazioni quotidianamente continuano ad incontrare, il nostro grazie perché il vero sapore della diversità sono loro a regalarcelo sempre, donandoci così l’unico sapore che consente al mattino, ad ognuno di noi, di svegliarci, ancora e nonostante tutto, con un sorriso: il sapore della vita. Daniela Panero Il secondo gruppo di relatori nibilità a stabilire un rapporto di completa amicizia indifferentemente dalla persona che si trova a colloquiare con lui. Malgrado ciò però la figura di Don Piero resta sempre una guida con la sua fermezza nelle decisioni e nella sua prontezza di riflessione laddove necessaria. Con questo non voglio assolutamente dire che in questo modo le cose vengono sminuite ma sicuramente la partenza è sicuramente in discesa e rende l’operatività molto più facile. Nel 1973 era il periodo in cui si iniziava ad introdurre, durante la celebrazione eucaristica, l’utilizzo delle chitarre per accompagnare i canti. Mi ricordo che in una delle riunioni di coordinamento delle attività avevamo iniziato ad affrontare questo tema e fu proprio un’ idea lanciata da Don Piero AMICI PAGINA 3 ANNO II, NUMER O 2 Le parole per dire… (continua) quella di avere un grosso tabellone con i canti scritti mediante caratteri grandi. In questo modo le persone avrebbero avuto la possibilità di leggere le parole senza perdersi nella ricerca sul libretto. Indubbiamente a supportare e sostenere questa idea c’era anche Don Sandro il quale era considerato il pozzo delle idee Ogni giorno che trascorrevo operando in quella realtà mi rendevo conto della personalità e della saggezza di Don Piero. A quel tempo il centro storico era considerato un posto da frequentare il meno possibile in quanto la criminalità era concentrata proprio in quella zona. In quelle condizioni si trovava a lavorare Don Piero cercando di mediare quello che era il sacro dal profano. Oggi possiamo dire che la situazione non è cambiata ma si è solo diversificata e comunque il centro storico ha subito una trasformazione i cui problemi logistici di quel tempo sicuramente oggi sono assenti. Eppure in quelle condizioni Don Piero ha sempre saputo mantenere il suo carisma e la sua semplicità e la sua “...ha sempre saputo mantenere il suo carisma e la sua semplicità... ” voglia di rendere tutte le persone, che abitano nei dintorni, sempre partecipi a tutte le iniziative della Parrocchia. Esempio emblematico della sua attenzione ai problemi concreti e del suo stile nell’affrontarli è dato dall’impegno e dall’amore, speso fin dalla suna nascita nel 1979, nel gruppo Amici Porta Palatina. La sua voglia di fare è anche dettata dal fatto che lui proviene dalla cintura di Torino in cui i valori della Chiesa sono interpretati in modo diverso rispetto alla città. Uno dei tanti ricordi può essere anche la lotta portata avanti per gli alloggi di Via Porta Palatina 9 e soprattutto la rimozione del cassone dei rifiuti da Via Capel Verde. Avevamo messo in atto una sorta di sommossa per la rimozione del cassone dei rifiuti attraverso l’allestimento di un tavolo in Via Porta Palatina per la raccolta delle firme da portare in Comune. Don Piero presenza di resti di aglio e foglie di ortiche. Nel frattempo comunque si studiava la contromossa al fine di far valere le nostre ragioni. Il ricordo di Don Piero passa anche attraverso le sue omelie preparate diligentemente e comunque sempre ricche di accenni alla realtà della nostra Parrocchia e del nostro vivere quotidiano. Non si può dire che le sue omelie non abbiamo toccato il cuore di ogni singola persona. Nelle sue omelie Don Piero riesce sempre a calare il contenuto del passo del Vangelo con esempi che calzano alla perfezione nella vita della nostra comunità. Purtroppo abbiamo vissuto tutti insieme un periodo piuttosto grigio che ha preoccupato non poco tutte le persone che gli stavano vicino a seguito della sua depressione. Non possiamo dimenticare in questo frangente l’opera di assistenza prestata da Suor Irene e Suor Pierina che costantemente hanno saputo sostenerlo sia fisicamente che psicologicamente. Finalmente ora, aldilà degli acciacchi dovuti anche all’età, possiamo dire che si sta intravedendo una luce in fondo al tunnel e la fine di questo periodo potrebbe non essere lontana. Bisogna molto ammirare la casa di Pancalieri che lo ospita e che lo accudisce giorno dopo giorno cercando di rimetterlo di nuovo in carreggiata. Posso dire che ultimamente ho rivisto lo spirito scherzoso di Don Piero con la sua vitalità e la sua voglia di partecipazione. Molte pagine di ricordi potrebbero essere scritte ma come sempre una sola parola le raggruppa tutte: “GRAZIE” Grazie Don Piero per i momenti che stiamo trascorrendo insieme e soprattutto grazie per i suggerimenti e le riflessioni molto ricche di spiritualità e di contemporaneità allo stesso tempo. Don Piero è stato uno dei nostri maggiori sostenitori però quando da Via Milano si recava in Parrocchia passando davanti a noi si limitava a salutarci timoroso che qualche paparazzo lo immortalasse in mezzo alla mischia. Il cuore di Don Piero era comunque in mezzo a noi e ci sosteneva nella battaglia. Non possiamo dimenticare i campeggi estivi trascorsi prima ad Oropa e Frassino e di conseguenza nelle varie tornate effettuate a Massello. L’esperienza di Oropa ha messo in evidenza l’aspetto di Don Piero seminarista e non sacerdote. Dormivamo nella stessa stanza ma la sua voglia di fare gli scherzi, mandando il sottoscritto in avanscoperta, era molto forte. Purtroppo però quando la controparte reagiva le conseguenze erano pagate anche da lui. Mi ricordo le nottate trascorse con lui a Giacomo Battisti scucire i pigiami e ripulire il letto dalla to, la vicinanza fisica che c’è tra la chiesa del Corpus Domini e la sede della vostra Associazione potrà diventare una viciMi è stato chiesto di scrivere un breve stato e tuttora è una presenza importante nanza di natura diversa, più profonda e saluto agli Amici di Porta Palatina, in qua- e cara per tutti voi. sentita. Un cordiale saluto allora a tutti lità di nuovo rettore della Basilica del Tutto ciò mi “intimidisce” un po’, perché voi, nell’attesa di conoscerci meglio con il Corpus Domini. Subentrando al servizio non c’è ancora un legame tra me e voi e passare del tempo e nell’incoraggiarvi in che per molti anni è stato svolto in questa perché, non essendoci più ora un rettore questo vostro servizio prezioso e faticoso chiesa da don Piero, subito mi sono reso “a tempo pieno” per la Basilica, inevitabil- di cui in queste settimane ho già sentito conto di quale affetto si è creato tra la mente le occasioni di incontro saranno parlare bene da molte parti. vostra Associazione e la persona di don minori. Ma sono pure convinto che, sepPiero; ed ho ben percepito che è sempre pur in forme diverse da quelle del passa- don Alberto Piola Un saluto da don Alberto Piola “Tuttinsieme” Una giornata in gita Sabato 11 giugno la nostra associazione ha vissuto nuovamente uno degli appuntamenti più piacevoli e conviviali dell’intero anno. È infatti diventato ormai una consuetudine, l’invito di Adele e della sua famiglia a trovarci tutti quanti insieme nella bella casa, provvista di pergolato, in quel di Pocapaglia. Obiettivo della riunione? Una sana scorpacciata, e nessuno può dire che non ce la meritassimo, dopo aver organizzato una conferenza impegnativa come quella del maggio scorso (e della quale parliamo diffusamente nelle altre pagine del giornale). Ma andiamo con ordine nel raccontare questa bella giornata. Al mattino i partecipanti si sono mossi verso la meta utilizzando le automobili o le ferrovie. A Una passeggiata nel verde tale proposito vale la pena ricordare il gesto atletico di Simona, la quale ha fatto appena in tempo, causa la scarsità di pullman nei giorni prefestivi, a salire sul vagone in procinto di partire da Porta Nuova. Una volta giunti a Pocapaglia, e salutati i padroni di casa che ci hanno accolto con grande affetto, abbiamo ingannato l’attesa del pranzo grazie ad una salutare passeggiata nei dintorni e alle immancabili partitone a carte, tanto avvincenti quanto cariche di adrenalina e competitività. L’organizzazione del pranzo ha dato dimostrazione di quanto noi volontari sappiamo risolvere le missioni più difficili: certo l’apparecchiare si è rivelato un’operazione più laboriosa del previsto: i posti a tavola sembravano non bastare per tutti, e cominciavamo davvero a temere che gli ultimi a sedersi avrebbero trovato posto ...in cima a un pioppo. Ma con un tavolo in più tutto si é risolto, ed abbiamo dato inizio al pranzo, che si è sviluppato con grande ricchezza di temi e di portate, dalla raffinatezza dell’iniziale aperitivo analcolico fino al proflùvio di torte e crostate nel finale. A rendere ancora più gradevoli queste ore di serenità ha A pranzo sotto il pergolato provveduto il nostro suonatore di fisarmonica preferito, che ha esortato al ballo con una serie di motivi davvero invitanti: dal twist al liscio alla mazurca, niente é stato lasciato intentato pur di portare in pista quante più persone possibile. Purtroppo molti giovani, vuoi per la difficile digestione in atto, vuoi per un’acerba timidezza, hanno fatto orecchie da mercante al richiamo della musica: fra questi duole dover ricordare Ivan Raimondi, validissimo organizzatore ma alquanto latitante nel passo di danza. Al termine della giornata si è fatto ritorno a casa, chiacchierando, perché no, di attualità politica e dell’imminente tornata referendaria, ma soprattutto con l’interiore consapevolezza di avere speso bene il proprio tempo, attraverso il reciproco dono. Alberto Melotto Gli amici danno appuntamento: Settembre Novembre Gita a Bibiana (Val Pellice) Novembre Castagnata Pellegrinaggio al Santuario di S. Antonio, a Padova Dicembre Festa e pranzo di Natale Autonno Ripresa degli incontri con gli esperti su temi specifici di medicina Visita al cimitero COME CONTATTARCI Sede: Piazza Corpus Domini, 20 ~ 10122 ~ Torino Tel/Fax 011 4366031~ Cel. 340 2200360 Sito internet: www.amiciportapalatina.it E-mail: [email protected] Chiamando in sede il mercoledì dalle ore 16.30 alle ore 18.30 potrete parlare con i nostri volontari che saranno a vostra disposizione per informazioni e chiarimenti. È possibile sostenere l’Associazione tramite bonifici bancari sul c/c ABI 01025 CAB 1100 Foglio pubblicato con il contributo di IDEA SOLIDALE