Società della Salute Pratese PRATO ALLO SPECCHIO Riflessioni sul cambiamento Dr. Riccardo Poli Direttore Zona-Distretto/SdS Pratese Prato, 15 febbraio 2012 Determinanti di salute Istruzione Le persone in condizione di svantaggio sociale non riescono a sfruttare le opportunità di salute (studio SLTo) Mortalità per tutte le cause 2001-2005 nei residenti censiti nel comune di Prato per livello istruzione, classe di età 18-59 anni. Rischi relativi (riferimento: laurea + diploma) Maschi 18-59 Femmine 18-59 2.0 1.74 1.41 1.5 1.48 1 1.0 1.20 1 0.5 Percentuale di 18-24enni con la sola licenza media e non più in formazione Laurea + diploma superiore Licenza media inferiore Licenza elementare Fonte: Studio Longitudinale Toscano (SLTo) <10% UE27 (Eurostat, 2008) Italia (Eurostat, 2008) Toscana (Istat, 2009) Prato (OSP, 2010) 14,9% 19,7% 16,9% 20,0% Studio Asel/Osservatorio Scolastico Provinciale 2010 su abbandono scolastico prematuro (obiettivo Lisbona 2010: <10%) Stato di salute, assistenza territoriale e assistenza sociosanitaria Stato di Salute: Pronto Soccorso • Nel corso del 2011 gli accessi al PS della ASL di Prato sono stati 84.801, in costante aumento rispetto agli anni precedenti (7,2% rispetto al 2009 ). • Erano italiani 8 assistiti su 10 (77,8%), mentre gli stranieri che hanno fatto ricorso al Servizio nell’anno sono stati 18.825 pari al 22,2% degli accessi totali. • Tra gli stranieri, i cinesi sono la comunità che si è rivolta nel corso dell’anno più frequentemente al PS, ogni 10 stranieri che si sono presentati al PS, 4 sono cinesi (35,6%), 2 sono albanesi (18,4%), 1 è marocchino (9,5%). • Gli accessi ripetuti hanno coinvolto 13.200 pazienti che hanno effettuato in media 3,1 accessi/anno (29,4% stranieri a fronte del 26,8% degli italiani). • Gli stranieri hanno presentato una frequenza maggiore di accessi al PS con livello di urgenza al triage assente o minore, in questi gli accessi con codici bianco e azzurro hanno costituito nel 2011 il 38,2% contro il 30,5% degli italiani. Al contrario i codici critici presentano una frequenza maggiore negli italiani rispetto agli stranieri (rispettivamente 19,5% degli accessi vs 10,9%). Conclusioni: i pazienti stranieri tendono ad utilizzare con una frequenza maggiore degli italiani il Pronto Soccorso per problemi di salute non particolarmente gravi, che potrebbero essere adeguatamente trattati a livello di assistenza di base. Stato di Salute: Ospedalizzazione stranieri Nel 2011 si sono verificati: • 9.114 ricoveri di stranieri, 5.996 femmine e 3.184 maschi, 24,5% di tutti i ricoveri) in lieve aumento rispetto al 2010 (8.926 ricoveri) • Di questi 592 erano pazienti «STP» • Tasso di ospedalizzazione minore rispetto agli italiani nel periodo 2003 – 2011 (cd “effetto migrante sano”) • Si ricoverano di più per gravidanza e parto, per cause perinatali, per mal. infettive e per eventi traumatici • La più parte dei ricoverati appartiene alla comunità cinese (43,8%), seguita a distanza dall’albanese (21,4%), dalla romena (10,4%), dalla pachistana (7,5%), dalla marocchina (6,3%) e nigeriana (4,4%). • Prevalenza di persone giovani: su 10 stranieri ricoverati 9 hanno meno di 50 anni contro 4 su 10 ricoverati italiani. Le donne straniere hanno costituito 7 ricoveri stranieri (71,0%) su 10 Stato di Salute: Ospedalizzazione stranieri • Per le cause di ospedalizzazione gli stranieri presentano tassi grezzi di ricovero costantemente inferiori rispetto a quelle degli italiani, con l’eccezione dei ricoveri per gravidanza e parto e per le malattie infettive. • Il tasso grezzo di ricovero per gravidanza è risultato, infatti, di 37,7 per 1000 a fronte del 9,6 per 1000 delle italiane, mentre per le malattie infettive i valori sono di 4,0 per 1000 contro il 3,0 per 1000 degli italiani. Conclusioni: L’analisi dei ricoveri quindi conferma il buono stato di salute degli stranieri, sovrapponibile a quello dei coetanei italiani, con eccessi nei ricoveri solo per la gravidanza e parto, dato il più alto indice di fecondità delle straniere (3,2), e per le patologie infettive più strettamente legate alle condizioni di vita (abitazioni insalubri, sovraffollate e con carenze igieniche). Stato di Salute: screening oncologici L’Asl 4 ha una partecipazione ai programmi di screening tra le più alte della Toscana, nonostante ridotta adesione delle residenti straniere Stato di Salute: malattie professionali Nel 2010 nella provincia di Prato si è registrato un aumento (+24,6%) delle segnalazioni al Servizio di Prevenzione aziendale di Malattie Professionali, dai 65 casi del 2009 a 81 casi del 2010. Le malattie si sono verificate in 73 maschi (90,1%) e in 8 nelle femmine (9,9%), 9 casi sono stati rilevati a carico di lavoratori stranieri (11.1%), per la maggior parte di nazionalità albanese. Stato di Salute: salute mentale • I pazienti adulti che si sono rivolti al DSM nel 2010 sono stati 3573, 1517 maschi e 2056 femmine. • Nel 90,6% dei casi si è trattato di pazienti con cittadinanza italiana (3236), tra gli stranieri hanno prevalso, in accordo con la numerosità delle comunità presenti nel territorio aziendale, gli albanesi (14,5% degli stranieri), i cinesi (11,3%), i romeni (9,8%) i marocchini (8,0%). • Nel 2010 i pratesi ricoverati per malattie psichiche sono stati in totale 579, 270 maschi e 309 femmine. La più parte dei ricoverati per tale patologie, così come quelli che accedono ai servizi territoriali, sono italiani e solo un numero limitato sono stranieri (13,5% dei ricoveri ). Stato di Salute: area materno infantile • I parti che si sono verificati nella ASL di Prato nel 2011 sono stati 3.270, in lieve riduzione rispetto al 2010 (-212) e al 2009 (-146). • Le residenti straniere si sono ricoverate in prevalenza presso il presidio aziendale, il 95,3% a fronte dell’81,2% delle italiane. Nell’ospedale pratese hanno partorito anche 1.055 donne non residenti, 239 italiane e 816 straniere. • Il tasso di fecondità totale anno 2010 (numero medio dei figli di una donna in età fertile), è il più alto della Toscana (Prato: 1,55 figli per ogni donna vs Toscana: 1,37 figli) e superiore anche al valore italiano (1,42 figli per ogni donna). T • Questo è in gran parte attribuibile alla presenza di donne straniere che hanno un indice di fecondità di quasi tre volte superiore a quello delle italiane (straniere: 3,01 figli per donna vs italiane: 1,2 figli per donna). • Le donne straniere rappresentano il 49,4% delle partorienti nella AUSL di Prato e, limitando l’analisi al Presidio ospedaliero aziendale, le straniere costituiscono il 53,2% delle donne che partoriscono (1.579 a fronte di 1.387 italiane). • In accordo con la diversa numerosità delle comunità straniere presenti nel territorio aziendale, 69,1% delle straniere sono cinesi, l’8,6% sono le albanesi, il 5,3% sono romene, il 4,8% pachistane, il 4,3% marocchine e il 2,5% nigeriane. Stato di Salute: area materno infantile • Viene confermata la differente età al momento del parto a seconda della cittadinanza: le italiane hanno un’età media di 33,8 anni mentre le straniere sono più giovani in media di 5 anni (28,2 anni). In generale poco più di 6 straniere su 10 hanno al momento del parto meno di 30 anni (63,9%), viceversa 8 italiane su 10 hanno più di 30 anni (81,6%). • Sono soprattutto le straniere a presentare un livello di studio medio-basso, lo dichiara il 75,6% a fronte del 25,9% delle italiane. Le donne diplomate sono il 20,8% delle straniere ed il 46,4% delle italiane, mentre le laureate sono rispettivamente il 3,6% ed il 27,6%. • Le italiane presentano un maggior ricorso alla prestazioni, tra queste infatti il 95,4% ha effettuato 3 o più ecografie contro il 74,8% delle straniere. Al contrario le straniere sono maggiormente rappresentate tra chi non esegue alcuna ecografia o meno di 3 ecografie T (25,2% vs 4,6% delle italiane). Conclusioni: il quadro che emerge dall’analisi mostra che la zona sociosanitaria pratese presenta tassi di natalità e di fecondità molto elevati, a questo contribuiscono in maniera determinante le straniere che hanno rappresentato, anche nel 2011, 4 puerpere su 10. Esistono marcate differenze socio-demografiche tra le donne italiane e le straniere, queste ultime sono, infatti, mediamente più giovani e con un grado di scolarità inferiore. Questi fattori, verosimilmente, influenzano il minore accesso ai servizi sanitari delle straniere (meno ecografie e più prime visite tardive), senza però arrivare a determinare differenze significative nell’esito della gravidanza, sia per quanto riguarda i bambini con basso peso alla nascita, sia per la natimortalità. Stato di Salute: IVG • Nel 2011 le straniere hanno presentato un tasso di incidenza di IVG che è più che doppio rispetto a quello delle italiane (straniere: 15,0 per 1000 vs 6,8 per 1000 delle italiane). Il ruolo delle donne straniere è sottolineato anche a livello nazionale nella Relazione annuale sulla IVG. • Rispetto alle IVG effettuate nell’Azienda pratese nel 2011, 6 donne su 10 sono risultate straniere (64,6%), nel 2010 le straniere hanno rappresentato il 66,2% delle donne che si sono sottoposte ad aborto volontario. • Tra le straniere il 55,1% appartiene alla comunità cinese, seguite dalle albanesi (9,6%) e T dalle romene (8,1%). • Le straniere hanno presentato una maggiore frequenza di aborti ripetuti, hanno dichiarato infatti di non avere avuto aborti volontari precedenti il 46,8% delle straniere contro il 75,9% delle italiane e, viceversa, hanno dichiarato due o più aborti precedenti il 21,2% delle straniere a fronte del 7,3% delle italiane. • Come negli anni precedenti la distribuzione per titolo di studio ha evidenziato una netta prevalenza della scolarità medio bassa. Notevoli differenze si possono osservare considerando la cittadinanza della donna, tra le straniere il 77,6% ha riferito un titolo di studio medio-basso e soltanto il 22,4% un diploma di scuola media superiore o una laurea, Sono soprattutto le cinesi (88,6%) a presentare una scolarità medio-bassa. Stato di Salute: IVG • In totale quasi una su due donne che si sono sottoposte ad una interruzione volontaria di gravidanza sono risultate coniugate (49,1%); sono coniugate soprattutto le straniere (63,4% a fronte del 28,8% delle italiane) a conferma che in questo gruppo di popolazione l’intervento è ancora utilizzato come controllo delle nascite all’interno del matrimonio. Questa osservazione viene sottolineata considerando il numero dei figli, una maggiore percentuale di donne straniere infatti riferisce di avere già uno o più figli, lo hanno affermato quasi 8 straniere su 10 (77,8%) a fronte di 5 italiane su 10. T Conclusioni: dall’analisi emerge la buona assistenza alle donne che si sottopongono ad IVG, sia come tempestività che come sicurezza dell’intervento. Elemento negativo è il maggior ricorso all’IVG da parte delle donne straniere, le quali, inoltre, vanno incontro più frequentemente ad aborti ripetuti. Sebbene questo sia un comportamento che ha motivazioni complesse e diversificate, è verosimile che, almeno in parte, possa essere ricondotto a difficoltà nell’accesso ai servizi dedicati alla salute della donna e, conseguentemente, alla disponibilità di conoscenze sulla salute riproduttiva e sulla procreazione responsabile. Le barriere … • Il diverso concetto di salute e gli ostacoli frapposti da altre esigenze prioritarie (lavoro, abitazione, permesso di soggiorno…), nonché incomprensioni di lingua e culturali (relazione operatore/paziente) e la carenza di informazioni diffuse sono, probabilmente, alla base delle difficoltà di accesso dei migranti al Servizio. • Il rischio ASL ……… • Il problema «stp». • Essenzialità ed urgenza. T • Gli screening oncologici. • Le donne straniere partecipano scarsamente ai corsi di accompagnamento alla nascita e giungono al momento del parto senza o con pochi controlli clinici precedenti. • Complessità della relazione con donne e coppie straniere non solo per le difficoltà linguistiche ma anche culturali con un differente concetto di salute e di prevenzione. • Le risorse: i rimborsi dalla Prefettura (Ministero dell’Interno). « La vera patologia dell’immigrato è spesso lo sradicamento ed il disagio di chi vive senza un progetto » T GRAZIE PER L’ATTENZIONE G. De Rita