STERILITA’
 Notevole incremento nelle società occidentali, sia
maschile che femminile
Cause sociali e ambientali
tendenza a posporre in età più avanzata il periodo
della vita in cui avere figli
aumento delle annessiti di origine infettiva
conseguente a aumento di mst
inquinamento ambientale
definizione
Sterilità è l’assenza della capacità riproduttiva, nell’uomo o
nella donna o in entrambi o come coppia, per cause che
impediscono la fecondazione e va considerata come un
problema di coppia.
Una coppia è definita sterile dopo un anno di rapporti
sessuali regolari senza uso di metodi contraccettivi non
seguiti da una gravidanza, tale periodo viene ridotto a sei
mesi nelle coppie in età più avanzata. Dopo tale periodo si
può iniziare l’iter diagnostico terapeutico.
La sterilità va distinta dalla infertilità, che comprende tutti
quei casi in cui non si ha la prosecuzione della gravidanza
fino ad un’epoca in cui il feto è vitale e in genere è
conseguente a un difetto dell’annidamento dell’uovo
fecondato o nello sviluppo dell’embrione
Approccio clinico all’infertilità e sterilità
 È un approccio di coppia
 Cause maschili femminili o di coppia
 Importanza del colloquio
 Esami di laboratorio. Ematici e spermatici
 Post coital test
 Valutazione dell’apparato genitale femminile
(morfologia, colture,esami istologici)
Nursing infermieristico
 Basato prevalentemente sul sostegno alla coppia in
questo percorso molto tortuoso e lungo, dai
risultati spesso abbastanza imprevedibili e non
monitorizzabili in tutte le sue fasi.
 Per quanto riguarda l’assistenza alle tecniche di
prelevamento e transfer, eseguire correttamente la
tecnica come previsto in tutte le sue parti e con
assoluta sterilità.
IVG
 Regolamentata dalla legge 194 /78
 Importanza di una corretta informazione e accertarsi
che la donna abbia compreso a fondo sia la legge che le
procedure relative alla ivg
 Situazione molto influenzata anche dalla situazione
socio economica e dallo stile di vita e relazionale
(situazione familiare stabile/instabile)
Assistenza alla donna con ivg
 Prevenire le infezioni e le possibili complicanze
 Facilitare l’adattamento alla decisione presa
 Comprendere e accettare l’ansia della donna e della
coppia
 Monitorare i segni vitali
STRUTTURE per l’assistenza alla gravidanza
 Primo livello standard assistenziali minimi e
capacità di gestire l’emergenza ostetrica
 Secondo livello strutture ad alta
specializzazione,gestiscono la nascita fisiologica e
le complicanze prevedono il trasporto del neonato
 Terzo livello con uti neonatale e alta
specializzazione affronta qualunque complicanza
materna e neonatale
OSTETRICA
professionista che in possesso del diploma
universitario abilitante e l’iscrizione all’albo
professionale, assiste e consiglia la donna nel periodo
della gravidanza, durante il parto e nel puerperio,
conduce e porta a termine parti eutocici con propria
responsabilità e presta assistenza al neonato
PARTO
 NON E’ UNA MALATTIA
 NONOSTANTE CIO’ SI ASSISTE IN OSPEDALE NEL
98% CIRCA DEI CASI
 CONDIZIONAMENTI
TIPI DI PARTO
 A TERMINE
 PRETERMINE
 POST TERMINE
 GRAVIDA
 PARTORIENTE
 PUERPERA
 Notevoli diversità etniche, ambientali e socio economiche
Patologia
ginecologica
condizionano la prevalenza
di vari agenti patogeni e quindi
delle patol. ginecologiche
 Costume sessuale influisce sulla natura e sull’incidenza delle
flogosi genitali e sui metodi di controllo della fertilità
 Anatomia e biologia concorrono a difendere l’apparato
genitale dall’invasione microbica (rima vulvare, imene, muco
cervicale, istmo uterino) e spessore e struttura dell’epitelio
squamoso stratificato,(dipend. dalla stimolazione estrogenica)
acidità molto elevata (pH 3-4,7) da trasformazione del
glicogeno nell’epitelio che si trasforma in acido lattico, e
presenza del bacillo di Döderlein o lattobacillo e di numerosi
saprofiti.
 Esistono in vagina come ospiti abituali altri germi acidotolleranti tra i quali: difteroidi, streptococco e molti anaerobi e
microaerofili.
 Flora vaginale:entità dinamica influenzata da fattori ormonali ma anche
traumatici, interventi chirurgici, nonché le infezioni.
 Le flogosi vaginali possono insorgere per:
a Trasmissione sessuale :
MALATTIE TRASMESSE SESSUALMENTE (Trichomonas vaginalis,
Candida albicans,Gardnerella vaginalis, Chlamydia tracomatis,
Neisseria gonorrhoeae –gonococco- Virus Herpes di tipo 2 -più
raramente tipo 1-Papilloma Virus , Streptococco di gruppo B beta
emolitico)
Altri germi piogeni, gram negativi e positivi,
Mycoplasmi,ecc.Treponema pallidum
Nelle MST vengono considerate sia le infezioni a localizzazione genitale
sia le infezioni sistemiche (HIV,epatiti,ecc) che trovano una via di
trasmissione nel rapporto sessuale
b Presenza di IUD
c Per trasmissione attraverso oggetti ambientali o
indumenti
d Per interventi praticati a seguito di parto,aborti o a fini
diagnostici
e Condizioni biologiche od ormonali che rendono facile
l’instaurarsi di germi patogeni e il loro prevalere
sull’abituale flora vaginale saprofita
RUOLO IMPORTANTE DEGLI OPERATORI SANITARI:
PREVENZIONE PRIMARIA. EDUCAZIONE
SANITARIA/INSEGNAMENTO
1 – Informazione su fattori di rischio, condizioni predisponenti e criteri
generali di comportamento per la prevenzione primaria e secondaria
riferiti a precoce attività sessuale, presenza di partner multipli,
diffusione di MST, abitudini di vita.
Per il carcinoma dell’endometrio p.e età, fattori di rischio in ambito
ostetrico-ginecologico, familiare e presenza di obesità.
2 – sensibilizzazione sulla necessità dei controlli periodici e sui vantaggi
della diagnosi precoce
3 – insegnamento delle tecniche più corrette per l’autoesame del seno, p.e.
4 – sensibilizzazione all’esecuzione del pap-test per la diagnosi precoce del
carcinoma della cervice
5 – indirizzo circa le campagne di screening effettuale dal ssn , gratuite,
con chiamata nominale a scadenze fisse
Flogosi vulvari e vaginali
 Frequentemente associate a infiammazioni di altri organi genitali
interni e/o esterni
 Alcuni microorganismi prediligono alcune sedi, o si sviluppano a
partire da alcuni tratti (pe gonococco predilige uretra, ghiandole
periuretrali e endocervice, gardnerella localizzazione prevalentemente
vaginale, Clamydia endocervicale, Candida e Trichomonas perlopiù
vulvo-vagino-cervicali.Virus Herpetici e Papilloma danno manif.
Vulvari e perineali
 Bisogna ricordare le forme allergiche, irritative (assorbenti esterni ed
interni)traumatiche. Su queste forme si possono secondariamente
instaurare infiammazione da germi patogeni talora favoriti da lesioni
da grattamento, azione macerante od irritante di inadeguati
trattamenti terapeutici
Nursing ginecologico
Educazione sanitaria
 Informazione sull’individuazione dei sintomi, non sottovalutare perdite soprattutto
quando durature,pruriti,bruciore
 Evitare trattamenti fai da te
 Evitare uso improprio di assorbenti usa e getta
 Ricordare che alcune forme possono cronicizzare, recidivare,essere blande o
asintomatiche
 Enfatizzare il pericolo del contagio del partner e del suo trattamento concomitante
(pericolo che sia la fonte della reinfezione)
 Portare a termine i cicli di trattamento farmacologico sia locale che per via generale
 Educare all’uso di biancheria ed asciugamani personali, uso corretto del bagno
 Alcuni soggetti sono maggiormente a rischio, predisposti per condizioni immunitarie,
HIV) dismetaboliche,(diabete)presenza di altre infezioni
 Stati particolari che influenzano l’ambiente vaginale e lo rendono più recettivo (in
particolare alle micosi) Pe fase premestruale,assunzione di contraccettivi ep e gravidanza
(1/3 delle gravide positivo e asintomatico) presenza di DIU, uso di antibiotici,
chemioterapici, corticosteroidi
PID o malattia infiammatoria pelvica
 Tutte le forme infiammatorie che coinvolgono gli
organi della pelvi (endometrio,
tube,ovaie,peritoneo) che possono determinare
alterazioni anatomiche e funzionali a carico degli
organi interessati
 Nella PID non trattata possono essere presenti
infertilità, aderenze e dolore pelvico (PID cronica)
eziopatogenesi
 Fattori di rischio: inizio precoce attività
sessuale,partners multipli,contraccezione con IUD
 Gli agenti patogeni possono dare
vaginite,vulvite,cervicite e successivamente
risalgono le vie genitali fino alla cavità pelvica
 Ci vuole un fattore scatenante o predisponente
 Agenti eziologici: Nisseria gonorrhoeae, Clamydia,
alcuni microorganismi saprofiti vaginali (Proteus,
streptococco e altri) e micoplasma.
Clinica
 Sintomi non sempre corrispondenti alla gravità
dell’infiammazione
 Devono fare sospettare:
-Dolore pelvico o al basso addome
-Sensibilità o dolore cervicale all’esplorazione
-iperpiressia,leucocitosi,sintomi infiammatori
leucoxantorrea,disuria ,dispareunia
-Esami colturali positivi per Clamydia o gonococco
COMPLICANZE DELLA PID
 Ascessi tubarici o ovarici
 Ostruzione tubarica con conseguente infertilità
 Aderenze pelviche e addominali
 Dolore cronico
 Disturbi invalidanti che possono compromettere la
buona qualità della vita della donna e la capacità
lavorativa
Trattamento
 Specifico, dipendendo da tipo, entità e sede del
problema
 Spesso richiede diagnosi con interventi piuttosto
invasivi (laparoscopia,isteroscopia)
 Non di rado richiede trattamento chirurgico
NURSING INFERMIERISTICO
 Educazione sanitaria (stili di vita,partners
multipli,contraccezione)
 Accompagnamento all’esecuzione delle indagini
diagnostiche
 Spesso cronicizzazione: pazienti molto sofferenti,
provate.
 Corretta assunzione della terapia (tempi,modi,
partner)
Endometriosi
endometriale in sedi anomale (eterotopia)
 Patologia provocata dalla disseminazione o dalla crescita di tessuto
 Si distingue una patologia infiammatoria ed una neoplastica
 L’endometrio ectopico subisce,come la mucosa uterina, gli stimoli da parte




degli ormoni ovarici, soprattutto estrogeni, ed assume atteggiamenti
proliferativi e funzionali (compreso lo sfaldamento ed il sanguinamento in
epoca mestruale) simili a quelli che si verificano nell’endometrio normale
Quasi sempre malattia dell’età feconda, nella quale è presente l’attività
ovarica, si verifica eccezionalmente prima della pubertà e tende a regredire
nella post-menopausa o dopo la castrazione
È più frequente nelle nullipare
A seconda della localizzazione del nodo endometriosico si avra’ adenomiosi o
endometriosi interna quando la sede è nel tessuto uterino, nello spessore del
miometrio,o endometriosi esterna quando l’endometrio ectopico si trova
negli organi pelvici o sul peritoneo pelvico
L’endometriosi si può reperire anche al di fuori della cavità pelvica (su
cicatrici di interventi laparotomci,appendice,vulva,ombelico,polmoni) e
viene definita edometriosi di quel determinato organo. Questa forma è molto
rara.
Patogenesi
 Reflusso tubarico di sangue mestruale ed impianto di
frustoli endometriali nei vari tessuti
 Disseminazione per via ematica, linfatica
 Disseminazione chirurgica
 Predisposizione genetica
 Alterazioni del sistema immunitario
Sintomatologia
 Una percentuale ,circa 20-25% è asintomatica e diagnosticata





casualmente durante una laparoscopia eseguita per altri motivi
(sterilità inspiegata, rimozione di fibromi uterini)
Dolore inizialmente in epoca mestruale,spesso in paziente che non
aveva mai avuto in precedenza mestruazioni dolorose (dismenorrea
secondaria)
Col passare del tempo i sintomi si accentuano, iniziando prima e
terminando anche dopo la fine delle mestruazioni. Il dolore diventa
ciclico nella sua comparsa,di tipo gravativo, come un permanente
malessere,nel quale si inseriscono le crisi dolorose mestruali,sempre
più intense
Molto frequente la dispareunia profonda
Sterilità nel 30-35% dei casi (spesso aderenze)
Segnalata una % maggiore di gravidanze extrauterine
Diagnosi
 Visita ginecologica ripetuta, per apprezzare le
differenti caratteristiche dei noduli in diversi
momenti del ciclo
 Diagnosi istologica dopo laparoscopia, con
prelievo bioptico
 Ecografia
 Esami rx dell’addome
 Esami specifici con relazione agli organi interessati
dai noduli
 Importante fare diagnosi differenziale dalle forme
infettive o tumorali
 Esiste una suddivisione in 4 classi dipendendo dagli
stadi della malattia
 Il trattamento può essere farmacologico o chirurgico
 La gravidanza ha effetti favorevoli sulla malattia e la
menopausa o la castrazione, medica o chirurgica,
induce una progressiva riduzione delle lesioni nella
maggioranza delle pazienti.
trattamento
 Conservativo, con eventuale uso di ep o ormoni di altro
tipo che riducono la sintomatologia
(dolore,metrorraggia)
 Chirurgico quando il trattam farmacologico risulta
inefficace con rimozione della parte interessata o di
tutto l’utero .
Sintomi
 Leucorrea o fluor, da distinguerne vari tipi (Delle
adolescenti,postmestruale,ovulatoria
gravidica,senile,iatrogena…)
 Perdite vaginali di diverso aspetto,colore,odore..
 Bruciore
 Prurito
 Dispareunia
 Segni di infezione urinaria
Patologia ginecologica chirurgiche
classificate a seconda del tipo istologico:
fibromi,miomi,polipi, che sono rimossi
chirurgicamente per via laparoscopica o laparotomica.
Si possono refertare forme benigne o maligne di misure
diverse, che interessano anche tutto l’utero .
Analgesia in travaglio di parto
 Varie tecniche, modificate nel tempo
 Posizioni diversificate rispetto all’utilizzo di queste tecniche
 Obbiettivo:ridurre o togliere il dolore mantenendo lo stato di coscienza e non
recando danno al feto
 Tecniche diverse:
farmacologiche :
analgesia epidurale
farmaci per via inalatoria
meperidina per via im
non farmacologiche:
tecniche di respirazione
massaggio
immersione in acqua
movimento e posizione materna
supporto continuo durante il travaglio
blocco con acqua intradermica
 Molto diffuso in altri paesi (regno unito 25% USA 35% italia 10%)
Tecniche non farmacologiche
 Non vi sono studi clinici sufficienti per affermare la loro reale efficacia
 Il loro utilizzo può modificare l’evoluzione del travaglio e le caratteristiche del
parto
 Fattori che sembrano influire sul dolore del parto sono l’ambiente, la paura,
l’ansietà, le aspettative circa l’esperienza, le capacità della donna nel superare
l’esperienza, la stima che la donna ha in se stessa e nelle proprie capacità di
reagire allo stress del dolore, la paura e l’ignoranza delle procedure
(informazione, educazione sul processo nascita, presenza del compagno o di
una persona di famiglia riducono la tensione emotiva e l’ansia => necessità di
analgesia
 Il dolore e il suo superamento creano nella donna l’attitudine a guardare dentro
sè, mettendosi alla prova davanti alle sue paure e ai suoi limiti. Si risvegliano
istinti sepolti, competenze sorprendenti, che la aiutano a superare il dolore,
dandole forza, potenza, facendola sentire in grado di assumersi le nuove
responsabilità che derivano dalla grande esperienza della nascita, che ella stà
attraversando durante il travaglio.
Analgesia epidurale
 Metodo efficace
 Riduce l’intensità del dolore a un livello accettabile e consente una
partecipazione attiva della partoriente al trav e parto
 Non è fornita da tutte le strutture, non rientra nei LEA
 La lotta al dolore rientra nei compiti primari della medicina e della
società (comitato bioetica 2001) quindi anche la donna in travaglio deve
poter scegliere un’analgesia efficace…
 Ostacoli alla diffusione più ampia di questa tecnica: assenza di
personale dedicato nelle sale parto, mancanza di rimborso o
finanziamento per le az che offrono gratuitamente questa tecnica
 Controindicazioni assolute :
- Paziente affetta da coagulopatia pe preeclampsia, sdr
HELLP
- Sepsi locale nel punto di introduzione dell’ago
- Ipovolemia grave non corretta
- Piastrinopenia non corretta
 Controindicazioni relative
-Malattie neuromuscolari (sclerosi multipla)
-Pregressi interventi alla colonna
-Infezioni sistemiche
-Gravid trattata con aspirina
 Effetti indesiderati (spesso ben controllati)
- Ipocinesia uterina secondaria
- Ritardata progressione del feto
- Insufficienza dei riflessi espulsivi
- Sindrome da ipovolemia
Assistenza al posizionamento di catetere per
analgesia peridurale
 Paziente in posizione seduta o laterale sinistra
 Piedi appoggiati in modo da formare un angolo di 45° fra coscia e








gamba
Raccogliere i capelli in una cuffia
Spiegare dettagliatamente alla donna come deve partecipare
Liberare la schiena da indumenti, cinghie del cardiotocografo, fino
all’altezza delle scapole
Fissare con un cerotto eventuale camicia (non deve cadere)
Fare abbracciare un cuscino posto verticalmente di fronte alla donna
Invitare la paziente a piegare la testa sul tronco come per toccare lo
sterno col mento e offrire all’anestesista la zona lombare
Ricordare alla partoriente l’importanza di non compiere movimenti
finchè l’operatore sta cercando lo spazio epidurale
Invitare l’operatore a fermarsi durante le contrazioni
Tecnica di introduzione del catetere per ap e
assistenza alla donna con ap










Assicurarsi che la paziente abbia un accesso venoso e una perfusione in atto
Predisporre il materiale sterile sul server
Assistere sterilmente l’operatore (cuffia-guanti)
Fissare adeguatamente il catetere a posizionamento terminato
Invitare la paziente a stendersi dopo la somministrazione di farmaci per via
epid.
Controllare parametri vitali materni e bcf e attività contrattile uterina
Assicurarsi che il cerotto sia fissato adeguatamente e che non ci siano perdite
ematiche attorno alla zona di introduzione del catetere
Riferire le anomalie (sintomi da ipotensione, perdite dal catetere-filtro o
attorno alla zona di introduzione del cat., parestesie, analgesie monolaterali)
Verificare con gli altri operatori l’intensità del dolore con VAS
Sollecitare eventuale ulteriore dose quando il livello di VAS raggiunga 6-7.
Assistenza infermieristica alla donna durante il
travaglio e il parto fisiologici
 Gravidanza a basso rischio
Donna in buone condizioni di salute fisica,
psicoemotiva e sociale, non presenta fatt di rischio
durante i nove mesi di g
Parto fisiologico
Iniziato spontaneamente
Eg fra 37 e 42 sett compiute
Feto singolo pres cefalica
Assenza di patol fetale o materna nota
Assenza di perdite ematiche importanti
Durante il travaglio di parto
 Collaborare con l’equipe assistenziale al fine di
-soddisfare i bisogni di base della donna individuabili nell’alimentazione, nel rispetto delle
posizioni percepite come migliori per la partoriente, (fianco sinistro se distesa a letto)
nella tutela della privacy, garantendo il più possibile la presenza di una persona di fiducia
della donna, tenendo presenti le esigenze culturali della donna in relazione al travaglio
(donne di culture diverse)
-assicurarsi che la donna vuoti la vescica circa ogni due ore e che l’ampolla rettale sia vuota.
Un microclisma è indicato solo se la donna avverte disagio ,non come pratica di routine
-controllare i parametri vitali con scadenze fisse quando ce ne sia indicazione
-garantire sostegno : affettivo (partner), fisico (massaggi, sostegno fisico, cura del
corpo,alimentazione) informativo (modalità di assistenza, progressione del travaglio) per
aiutarla a scegliere che cosa è meglio per lei e per il suo bambino, emozionale
(incoraggiamento, accoglienza, ascolto e contenimento emotivo degli stati d’animo
vissuti dall’inizio del travaglio)ambientale (ambiente protetto, intimo dove si possa
esprimere liberamente soddisfacendo i suoi bisogni)
-somministrare eventuale terapia prescritta
-posizionamento di catetere per ap
Assistenza a parto spontaneo
 Collaborare con gli altri operatori a:
Favorire la migliore posizione per la donna durante il periodo
espulsivo
Preparare il materiale di medicazione, teleria,ferri chirurgici
e assistere gli operatori (farmaci,anestesia locale)
Procedere al prelievo di sangue cordonale e rispettare i
protocolli previsti
Controllare il materiale per la rianimazione neonatale
Supportare gli altri operatori o agire autonomamente per
l’assistenza al neonato : asciugatura, riscaldamento e
pulizia del neonato
Manovre rianimatorie minori
Secondamento e post partum
 Espulsione della placenta:
Se previsto esame istologico raccogliere il materiale ,
identificarlo riporlo per l’invio al laboratorio di
riferimento.
Controllo delle condizioni generali della puerpera
Nel post partum sorvegliare i parametri vitali:PAO,
polso,perdite ematiche finchè la paziente non è
trasferibile nel reparto di puerperio.
PER LEGGE DUE ORE DOPO IL PARTO
Assistenza al puerperio
 Definizione: arco di tempo della durata di 6-8
settimane che intercorre fra il post partum e il ritorno
dell’organismo della donna, particolarmente
dell’apparato genitale, alle condizioni preesistenti alla
gestazione
 Fase di adattamento psico fisico ed emotivo della
donna e della coppia
 Si crea il legame genitori-figlio
Assistenza alla puerpera
 Controllare le condizioni generali e locali della puerpera, compresi i parametri vitali: tc x
3 volte al dì, PAO,polso.
 eseguire i prelievi per il controllo dell’ht e hb
 alla donna con gruppo sanguigno D- non immunizzata e con neonato D+ somministrare
entro 72 ore dal parto le immunoglobuline anti D. SU PRESCRIZIONE MEDICA
 Informarsi circa l’evoluzione del parto:tipo,tempi,parità,e sullo stato di salute del
neonato
 Assistere la donna nella ripresa delle normali funzioni corporee :facilitare la minzione,
spontanea o mediante cateterismo vescicale
 Favorire il recupero delle condizioni fisiche generali e locali: normale involuzione
uterina,cicatrizzazione delle ferite
 Garantire l’igiene personale intima e la cura della sutura perineale o laparotomica
 Igiene dei genitali: fornire indicazioni alla donna circa le modalità
e vigilare su sepsi e antisepsi dell’ambiente. Se si deve fare a letto usare materiale sterile ,
percorrere i genitali sempre solo dall’alto verso il basso e dall’interno verso l’esterno senza
mai tornare sulla stessa zona anatomica.
controllare le caratteristiche dei lochi: colore ed odore (perdite maleodoranti) e quantità
puerperio
 Favorire la mobilizzazione precoce
 Favorire la funzione intestinale (import della dieta,




dell’assunzione di liquidi)
Ridurre le complicanze legate alle emorroidi
informazione-educazione alimentare
Garantire riposo-sonno
Vigilare con gli altri operatori sulla fase transitoria
depressiva nel post partum (entro il 3°-6° giorno post
partum il 50% delle donne accusa disturbi dell’umore)
»»psicosi puerperale 1 ogni 1000 parti (perdita del contatto
con la realtà)
Rooming in
 Permanenza del neonato con la madre in ambito ospedaliero, durante
il maggior tempo possibile
 Modello di assistenza post partum basato su interventi volti a favorire il
legame precoce e continuo fra madre e bambino
 Fondamentale per incoraggiare l’allattamento al seno: l’OMS lo include
fra i 10 passi per il successo dell’allattamento al seno, contenuti nelle
principali raccomandazioni della Dichiarazione congiunta OMS ed
UNICEF.
 Facilita il bonding, consente una migliore conoscenza madre bambino,
promuove l’allattamento al seno, previene infezioni crociate
ospedaliere per riduzione delle manipolazioni da parte del personale
sanitario e la depressione transitoria post partum
Assistenza al parto distocico
 Ventosa ostetrica
 Forcipe
Assistenza al taglio cesareo
 Incisione sovrapubica che permette di estrarre il
feto quando non ci sono le condizioni per il parto
vaginale
 Gli infermieri si attivano sia come strumentisti che
nella preparazione della donna
 Per la preparazione della donna
 -tricotomia della zona sovrapubica
 -posizionamento di catetere vescicale
 -adeguato accesso venoso 14 o 16 gauge, una o due
vie venose
 Posizionamento di piastra e elettrodi
Taglio cesareo
 In sala assistere l’anestesista per le manovre anestesiologiche (anestesia






spinale o generale)
Posizionare la donna sul lettino con cuneo sotto alla coscia dx per
prevenire la sindrome della cava
Raccogliere e identificare eventuale materiale da inviare per ei
Effettuare la raccolta di sangue cordonale e provvedere all’invio al
centro raccolta secondo protocolli interni all’UO
Al termine dell’intervento controllare i parametri vitali, monitorizzarli
in forma intensiva durante le prime due ore post partum
Redigere cartella infermieristica da consegnare alle infermiere del
reparto di puerperio
Somministrare terapie nell’immediato post operatorio
Assistenza alla coppia madre neonato
 Favorire e sostenere il rooming in
 Sostenere l’allattamento materno
 Dare consulenza alla mamma in relazione alle cure del
neonato: cura del moncone ombelicale,toilette-bagno,
cure igieniche, abbigliamento
 Garantire il nutrimento del neonato (allattamento al
seno-artificiale)
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prevenzione dei tumori dell`apparato genitale femminile