Nell'ambito della pittura erotico- seduttiva all'inizio del XIX secolo ci furono in particolare due dipinti che presero le distanze dalla pittura tradizionale- accademica e diedero scandalo: la "Maya desnuda" di Goya e "Olympia" di Manet. La "Maya Desnuda" di Goya (1746- 1828)è uno dei nudi più affascinanti della storia dell'arte: quella che l'artista dipinge non è una dea ma una donna vera, provocante, sensuale, invitante. Il gioco seduttivo del quadro è reso ancora più intrigante dall'esistenza di un quadro, la "Maya vestida" esattamente identico all'altro ma in cui la modella è ritratta vestita di trasparenze. L'artista sembra aver voluto ritrarre il gioco della seduzione dall'inizio alla conclusione L' "Olympia" di Manet (1832-1884) sconvolse. La sua è una Venere dal volto volgare e dal corpo gracile, che sembra sovvertire ogni canone di bellezza. Il nudo esplode di carnalità nella contrapposizione di chiaro e scuro. Paul Valery di lei dirà che è "una vestale animalesca votata al nudo assoluto, permette di sognare tutto ciò che si nasconde e si conserva di barbarie primitiva e di animalità rituale nei costumi e nelle attività della prostituzione delle grandi città". La seduzione, la perversione torbida, la femme fatale sono temi ricorrenti nell'arte decadente in bilico tra Ottocento e Novecento. Klimt è l'artista della seduzione, colui che più degli altri ha creato quadri seducenti, raffiguranti seduttrici famose, rimanendo egli stesso sedotto dal potere della bellezza femminile. Una vena palpitante e delicata, estremamente erotica vibra sotto ogni sua opera. Egli dipinge Eva in tutte le mosse, anche le più ardite: ella non seduce più con la mela ma con il suo corpo che espone consapevolmente allo sguardo. E' proprio la consapevolezza del potere della seduzione che differenzia le "femmes fatales" klimtiane dalle donne naturalmente e candidamente seducenti delle opere del passato. Sono donne feroci che decapitano l'uomo con la ghigliottina della loro sensualità. L'uomo è misero, non ha più spazio alcuno (frequenti sono i quadri raffiguranti amore lesbico come "Biscie d'acqua"). Klimt lacera in maniera non disperata ma eccitata le sue opere tra Eros e Thanatos immergendole in una liquida placenta d'oro di lusso e lussuria. In Giuditta I e Giuditta II egli non presenta il personaggio biblico, l'eroina nel suo contesto storico ma una donna del suo tempo, lussuosa, altera, sprezzante. In Giuditta I la donna imperiosa e dall'espressione chiaramente orgasmica ha a poco a che fare con l'immagine religiosa della pia vedova che si è sacrificata senza provare alcun piacere per decapitare Oloferne. Per questo nei cataloghi dell'epoca il nome del quadro diventò Salomè. I nudi di Schiele (1890-1918), artista profondamente influenzato dall'opera di Klimt non hanno quella delicatezza da bisbiglio che hanno i nudi klimtiani. Klimt spiava con una perversa tendenza voyeristica situazioni di armonica intimità che egli non modificava con il suo tocco d'artista. Schiele invece interviene pesantemente, soggioga modella e quadro alla sua forza di artista, costringe con una certa violenza la modella e poi l'osservatore a subire l'analisi sfrontata e aggressiva del corpo nudo. I corpi sono posti in posizioni più che audaci, intrappolati in linee nervose e in angoli visuali che non lasciano spazio di fuga. I corpi sono soli e contorti, artefici di una seduzione particolare, malata Particolari sono i nudi di Modigliani (18841920). Stilizzazione e astrazione, tratti essenziali di tutta la sua pittura si ritrovano anche nella raffigurazione dei bellissimi corpi nudi, brucianti di luce. Le forme femminili sbocciano nel loro quasi monocromatico color albicocca per espandersi in tutto lo spazio immaginabile, nulla distrae l'osservatore dall'eleganza e delicatezza delle linee morbidamente mosse del disegno. Si parla di "seduzione" e non solo di "bellezza" per i nudi di Modigliani perché le donne raffigurate si offrono totalmente e consapevolmente all'osservatore e talvolta cercano anche un appiglio oculare. Quando questo accade, come in "Nudo sdraiato", 1917, l'osservatore non può che precipitare nel profondo pozzo dello sguardo languido della modella ritratta. La modella attraverso l'idealizzazione e astrazione del pittore seduce gli osservatori. In questi dipinti di Modigliani esiste un alto grado di artificiosità che rimanda all'artificiosità architettata tipica della seduzione. Pagina iniziale Colombardo Mara Toso Elisa Villare Alessandra