Marialuisa Vallino 2009
Modulo n. 9  Psicologia del cinema e
dell’audiovisivo
Docente: Marialuisa Vallino
Marialuisa Vallino 2009
• I fratelli Auguste Marie Louis Nicholas Lumière e
Louis Jean Lumière sono stati gli inventori del
proiettore cinematografico e tra i primi cineasti
della storia.
Produssero un singolo strumento che funzionava
sia
da
camera
che
da
proiettore,
il
cinématographe che brevettarono il 13 febbraio
1894. La prima pellicola venne girata con questo
strumento il 19 marzo 1895; Il film era L'uscita
dalle officine Lumière (La sortie des usines
Lumière)
• Nel 1895, l'anno in cui a Parigi veniva proiettato il
primo film dei fratelli Lumière, a Vienna Freud
eseguiva la prima interpretazione di un sogno e
nel 1899 pubblicava “L’interpretazione dei
sogni”. I rapporti fra le due discipline, da quel
momento in poi, sono stati molteplici.
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• Il cinema, nella sua qualità di medium audiovisivo, ha la capacità di trasporre
sullo schermo la realtà nei suoi multiformi aspetti;
• A differenza dell’opera scritta, in cui possiamo solo immaginare personaggi,
ambienti, voci dei protagonisti, il film offre una forma a questa realtà;
• Seleziona una porzione di essa e la consegna allo spettatore;
• Questa realtà è sempre soggettiva, vale a dire condizionata dalla personalità
del regista e dal tipo di vissuto che lo induce a fare un film;
• Appare chiaro che il narrare è un atto ben più complesso del semplice ordinare
visivamente delle immagini;
• I suoni, i silenzi, le voci, il montaggio, le dissolvenze, gli stacchi sono tutti
elementi che assegnano una gamma di significati differenti alle immagini,
evidenziando la drammaticità, la comicità, la sorpresa, la distanza, la
riflessione;
• Lo spettatore interagisce con questo rappresentato, mettendo in scena i propri
fantasmi interni, predisponendosi o negandosi ad accogliere un determinato
personaggio.
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• Per ambiente intendiamo tutti gli elementi che ospitano la vicenda e le fanno
da sfondo. L'ambiente rinvia a due cose: “all'intorno” (il décor architettonico)
ovvero lo spazio entro cui il personaggio agisce e la “situazione ” entro cui il
personaggio opera ovvero: le coordinate spazio-temporali. L'ambiente ha
dunque due funzioni: arreda la scena e la situa. In analisi le due funzioni
dell'ambiente danno vita a due serie di categorie diverse.
• Nel primo caso l'ambiente è ricco e dettagliato, a volte ingombrante, o povero
cioè spoglio e discreto. Ma esiste anche un ambiente armonico che fonde gli
elementi diversi e opposti o un ambiente disarmonico giocato sul
disequilibrio e il contrasto.
• Nel secondo caso c'è un ambiente storico costruito su riferimenti precisi,
opposto a una ambiente metastorico in cui i riferimenti si stemperano sulla
generalità o addirittura nell'astrazione. Esiste anche un ambiente
caratterizzato dotato di proprietà specifiche, opposto a un ambiente tipico in
cui prevale il riferimento a una situazione canonica.
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• Il personaggio come persona implica l'esistenza di
un individuo dotato di un proprio profilo reale, sia
che si consideri come “unità psicologica” o come
“unità d'azione”.
• I personaggi possono essere distinti in base al
loro carattere, cioè al loro modo di essere (unità
psicologica) o al loro atteggiamento (unità
d'azione). Senza dimenticare la determinazione
fisica del personaggio: uomo, donna, ecc.
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• L’entità che offre complessità alla storia e la porta avanti è il
personaggio, il quale, mosso da un obiettivo, impone una direzione
al racconto.
• Lo sviluppo del personaggio, nella maggior parte dei casi, muove da
un conflitto:
• questo può essere interiore (quando vi è insicurezza delle proprie
azioni e della propria volontà, ci si proietta al di fuori verso le altre
persone),
• di relazione (quando con l'antagonista esistono obiettivi
reciprocamente esclusivi),
• sociale (quando il tema ha a che vedere con la giustizia, la
corruzione, l'oppressione),
• situazionale ( quando il contrasto è di una persona con altri e diversi
punti di vista),
• cosmico ( quando abbiamo lo scontro tra il personaggio ed una
forza sovrannaturale e il conflitto ricade comunque sull'essere
umano).
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I personaggi sono organizzati in una gerarchia particolare, a seconda del loro ruolo
essenziale e specifico:
il protagonista compie l'azione, è colui che muove la storia in avanti, è il centro del
film: lo spettatore deve seguirlo, deve tifare per lui, con lui deve simpatizzare e,
elemento molto più importante, suo è il punto di vista dal quale si racconta;
i personaggi secondari permettono al protagonista di non attraversare la storia da
solo, collaborano con lui o si oppongono alle sue scelte ed alle sue azioni; molto
spesso tali personaggi sono sfruttati per fornire informazioni al pubblico o per
diventare elemento catalizzatore per il cambio di direzione nella narrazione;
i personaggi che aggiungono altre dimensioni spezzano la linearità della storia, il
più delle volte allentando la tensione del film, altre volte creando un ulteriore
contrasto: in tal modo lo spettatore viene aiutato a comprendere meglio il
protagonista poiché, attraverso le differenze con gli altri, ne emerge la profondità;
i personaggi tematici servono a manifestare e ad esprimere il tema del film,
evitando talvolta le mal interpretazioni o manifestando il punto di vista dell'autore;
i personaggi massa e peso servono a dimostrare il prestigio, il potere o la statura
del protagonista o dell'antagonista, in modo da offrire un contributo allo svolgersi
della storia.
In un film, quindi, oltre al protagonista (o ai protagonisti), possiamo riconoscere
una serie più o meno ampia di personaggi secondari, caratterizzati da un ruolo ben
preciso o semplicemente contorno alla narrazione:
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• In questo caso mettiamo l'accento sul “tipo” che il personaggio incarna e
le “classi di azioni” che compie. Non ci troviamo più di fronte ad un
individuo unico ma il personaggio diviene una “parte” o meglio assume un
“ruolo” nel corso della narrazione.
• Alcuni tratti che determinano un ruolo sono i seguenti: attivo o passivo.
Attivo è fonte diretta dell'azione, egli opera in prima persona. Passivo è un
personaggio che subisce l'iniziativa altrui.
• Personaggio protagonista e antagonista, entrambi fonti sia di “far fare”
sia di “fare”, ma secondo logiche contrapposte. Il protagonista sostiene
l'orientamento del racconto, mentre l'antagonista manifesta la possibilità
di un orientamento inverso.
• Dobbiamo sempre tenere a mente che un personaggio nel corso della
narrazione può assumere più determinazioni. Ogni ruolo nasce infatti da
un sovrapporsi dei tratti. Se prendiamo in esame alcuni dei grandi ruoli
codificati del cinema classico americano degli Anni Trenta e Quaranta,
quasi tutte le dinamiche narrative che si sviluppano attorno ai personaggi
sono riconducibili alla dialettica tra due poli: l' official hero e l' outlaw hero
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• L'official hero esprime i valori riconosciuti dalla collettività e gli ideali delle
vecchie generazioni. Si incarna in figura come: l'avvocato, l'insegnante,
ecc.
• L'outlaw invece esprime le aspirazioni dell'individuo e le esigenze della
gioventù. Si incarna nell'avventuriero, nell'esploratore, ecc. Esso sta per
quella parte dell'immaginazione americana che dà valore alla volontà di
realizzarsi.
• Nel cinema americano classico queste figure creano un contrasto netto e
riconoscibile, anche se talvolta c'è un tentativo di avvicinare i due opposti.
• A nessuno dei due eroi spetta un primato definitivo, si punta sempre al
raggiungimento dell'equilibrio. Nel corso della storia i due ruoli diventano
più “malleabili”, meno rigidi, ciascuno fa all'altro delle concessioni. Il
rifiuto da parte dell'immaginario americano di scegliere uno dei due eroi a
scapito dell'altro si inscrive nella funzione riconciliatrice di ogni mito.
• I “tipi” classici sono riportati a polarità ideali: bene e male. Ma queste
figure non sono mai veramente al centro della narrazione. Di solito chi si
muove di fatto è colui che combina diversi atteggiamenti, al punto di
mostrarsi capace di passare da un fronte all'altro. Ecco allora le figure di
detectives che agiscono al limite della legge o, i sacerdoti sul filo
dell'ortodossia, per fare degli esempi.
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• La psicoanalisi privilegiata da Hitchcock è la
protopsicoanalisi, quella ipnotico-catartica,
quella che produceva un risultato, forse non
duraturo, ma immediato.
Filmografia essenziale:
• Io ti salverò (1945) con Ingrid Bergman e
Gregory Peck. Alla sceneggiatura, fra l'altro,
collaborò anche il pittore surrealista Salvator
Dalì.
• Hitchcock proseguirà con Psycho nel '60.
• Il regista inglese proporrà elementi desunti
dalla psicoanalisi anche in La donna che visse
due volte nel '58 e in Marnie nel '64
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•
MARNIE (Alfred HITCHCOCK)
•
•
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•
•
U.S.A. - 1964
TIT.OR.: Marnie
CAST: Tippi Hedren, Sean Connery, Diane Baker, Martin Gabel, Bruce Dern
DURATA: 120'
GENERE: Thriller
•
Un ricco uomo d'affari si innamora di una ragazza che si rivela una cleptomane.
Dopo essere riuscito a sposarla l'uomo deve vedersela con lo strano
comportamento della moglie che sembra terrorizzata dagli uomini...
Marnie è uno di quei film di Hitchcock in cui la psicanalisi costituisce il vero e
proprio fondamento dell'intreccio e della personalità dei personaggi (fanno parte
della categoria “Psycho” e “Io ti salverò”) e non solo un irrinunciabile sottofondo.
Tutta la suspance (come sempre efficace e raffinata) deriva dal personaggio della
protagonista, in cui il regista concentra la più tipica ambiguità del suo cinema, il
continuo gioco tra colpevolezza ed innocenza.
Marnie è al tempo stesso potenziale carnefice, ladra, aspirante suicida, vittima di
qualcosa di sconosciuto, preda delle sue paure. Una figura tanto inquietante
quanto fragile quindi, il cui mistero trova una spiegazione solo alla fine in un
trauma infantile (forse trattato troppo schematicamente, come anche in Io ti
salverò, ma con grande classe). Neanche in questo caso Hitchcock rinuncia
all'elemento sentimentale, e la giovane donna che ruba per mancanza d'amore
Marialuisa Vallino
supererà lo shock, non solo ricordando
il 2009
passato ma anche grazie all'aiuto del
marito. ..
•
•
•
Psycho (Alfred HITCHCOCK)
•
U.S.A. - 1960
•
•
Genere: Horror / Thriller
Cast: Anthony Perkins, Janet Leigh ....
Sinossi:
Marion, impiegata di una società immobiliare, fugge dalla città per raggiungere il
suo fidanzato, con quarantamila dollari sottratti ad un cliente. Prima però di
raggiungere la casa di Sam, il fidanzato, si ferma a pernottare in un motel gestito
da Norman, uno strano tipo di giovane oppresso dall'autoritario carattere della
madre. Mentre sta facendo una doccia, prima di andare a letto, Marion viene
uccisa. Preoccupata per la scomparsa di Marion, sua sorella Lila si reca da Sam per
averne notizie, ma il ragazzo non ha visto arrivare Marion. Della scomparsa
s'interessa un detective privato che, dopo aver visitato tutti gli alberghi, si reca
anche nel motel di Norman, dove però viene ucciso e fatto scomparire. Lila e Sam,
per scoprire il mistero, si recano presso il motel e riescono ad appurare la verità.
Mentre Lila sta per cadere in una mortale insidia Sam giunge in tempo e scopre
che l'autore dei precedenti misfatti è Norman, il quale, sconvolto dalla morte della
madre - da lui stesso uccisa in uno scatto di gelosia - ne ha assimilato la personalità
fino al punto di travestirsi da donna prima di compiere i suoi delitti.
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• Volevo solo girare il primo film di psicoanalisi…
• Ho lavorato con Ben Hecht che aveva frequenti contatti
con psicanalisti famosi. Quando siamo arrivati alle
sequenze oniriche, ho voluto rompere nella maniera più
assoluta con il modo tradizionale in cui il cinema presenta i
sogni, con la nebbia che confonde i contorni delle
immagini, lo schermo che trema, ecc. Ho chiesto a Selznick
di assicurarsi la collaborazione di Salvador Dalì... Volevo
Dalì per il segno netto e affilato della sua architettura... le
ombre lunghe, le distanze che sembrano infinite, le linee
che convergono nella prospettiva... i volti senza forma.
(A.H.)
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•
•
IO TI SALVERO’(A. HITCHCOCK, 1945)
Dall’Angelo Pictures, DVD, ed. restaurata.
•
Compilazione scheda analisi film
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• Jung sostiene che esista un elemento essenziale
nell’inconscio che integra ed esprime immagini e
temi universali e collettivi chiamati “archetipi”.
• Le immagini archetipiche hanno sempre
rappresentato i bisogni universali dell’uomo,
trovando una loro rappresentazione nella
mitologia, nella religione, nelle leggende,
nell’arte.
• Oggi è il cinema ad aver raccolto questa eredità,
per farsi strumento di espressione degli archetipi.
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La struttura della Psiche
Io
Inconscio personale
Inconscio Collettivo
Sé
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• In termini di funzione archetipica del film, l’attore
che diventa typecast è talmente credibile nel
personaggio che interpreta che diventa
effettivamente quel personaggio.
• Egli mantiene il suo impegno di corrispondere
appieno ai requisiti del personaggio e del ruolo
che interpreta, compiendo il miracolo di
diventare Persona. La maschera che separa
l’attore dal ruolo impedisce agli spettatori di
scindere le due identità.
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• Nel sogno, nel mito e nel cinema l’individuo-Persona deve
incontrare l’Ombra ed integrarla nel proprio Sé per poter
giungere alla risoluzione del conflitto.
• La dualità contrastante dell’eroe e dell’antagonista in Cape
Fear (1962) è un esempio di ciò:
• Sam Bowden (Gregory Peck) è un tipo onesto, gentile, calmo.
Max Cady (Robert Mitchum) è dissoluto, crudele, violento.
• Eroi positivi come Sam devono integrare dentro di sé
qualcuno degli aspetti violenti d’Ombra per poter accedere ad
un più elevato livello di consapevolezza.
• Perché il tema della dualità contrastante funzioni, l’eroePersona deve affrontare l’antagonista- Ombra faccia a faccia,
diversamente il conflitto psicologico non potrà considerarsi
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risolto.
• La figura dell’antagonista può anche convivere nell’eroe
e simboleggiare il lato oscuro del personaggio buono.
In questo caso assistiamo all’emergere di due opposte
polarità all’interno di un unico personaggio.
• E’il caso di dr. Jekyll e Mr. Hyde, di Spiderman, dove
coesistono Norman Osborne e Green Goblin.
• In Psycho, Norman Bates è se stesso e la sua perfida
madre.
• Anche Dracula ha in sé questa dualità contrastante che
ingenera nello spettatore intense reazioni emozionali.
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• L’Ombra di un personaggio può essere
rappresentata anche da un passato misterioso,
tragico, traumatico.
• Generalmente nei film non vengono forniti
dettagli, ma solo vaghi riferimenti che si evincono
dal vissuto del personaggio.
• Il meccanismo narrativo che elicita l’interesse
dello spettatore sta proprio nella parsimonia del
dettaglio e nella vaghezza.
• Lo sceneggiatore non dice esattamente cosa sia
successo, ma assegna allo spettatore il compito di
immaginare, ricreando personalmente il simbolo.
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• Notizie biografiche di Kim Ki-duk e trailer film
tratti dal Dvd : “Ferro 3, La casa vuota” (La visione
del film è parte essenziale del Master, ai fini di
una puntuale analisi del percorso artistico del
cineasta coreano, e di una lettura simbolica delle
sue opere).
• Spiegazione sommaria del “Ciclo dell’Eroe”
secondo la prospettiva archetipica, con esempi
tratti dalla Mitologia, e connessioni con la settima
arte.
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Elementi-chiave nella struttura del plot e
nella caratterizzazione dei personaggi:
• Alcuni esempi tratti dalle sceneggiature
Archetipi e Simboli:
• Visione di un film asiatico
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• Al di là della cinematografia, Khyentse Norbu, altresì noto
come Sua Eminenza Dzongsar Jamyang Khyentse Rinpoche, è
uno dei più importanti lama reincarnati della tradizione
buddista tibetana, nonché membro di una delle famiglie più
nobili del Bhutan. E’ il figlio del maestro buddista Thinley
Norbu Rinpoche, e nipote del yogi tantrico Lama Sonam Zangpo
e di H.H. Dudjom Rinpoche. E’ stato riconosciuto all’età di sette
anni come la terza incarnazione di Jamyang Khyentse Wangpo,
il santo che non apparteneva ad alcuna setta, studioso e lama
principale del monastero Dzongsar nel Tibet. Khyentse Norbu è
stato istruito da alcuni dei maggiori maestri viventi del
buddismo tibetano. Ha tramandato la sua eredità non settaria
fondando centri di ritiro spirituale, scuole di filosofia e
fondazioni benefiche in tutto il mondo. Quando non fa film,
insegna filosofia buddista in Asia, nel nord e nel sud America, in
Europa e in Australia.
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• Nei primi anni ’90, è diventato amico del produttore
Jeremy Thomas che all’epoca lavorava nella
preproduzione del film di Bertolucci, Il Piccolo Buddha.
Su suo suggerimento Khyentse Norbu ha seguito un corso
di tre settimane al New York Film Academy. Thomas gli
ha quindi presentato Bertolucci, che lo ha subito
arruolato come consulente ne Il Piccolo Budda,
offrendogli fra l’altro un piccolo ruolo nel film.
Durante la lavorazione, Khyentse Norbu ha prestato una
grandissima attenzione alla regia di Bertolucci,
assorbendo tutto ciò che il regista poteva insegnargli. “E’
quasi il mio guru cinematografico” afferma Khyentse
Norbu.
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• Nei primi anni ’90, è diventato amico del produttore
Jeremy Thomas che all’epoca lavorava nella
preproduzione del film di Bertolucci, Il Piccolo Buddha.
Su suo suggerimento Khyentse Norbu ha seguito un corso
di tre settimane al New York Film Academy. Thomas gli
ha quindi presentato Bertolucci, che lo ha subito
arruolato come consulente ne Il Piccolo Budda,
offrendogli fra l’altro un piccolo ruolo nel film.
Durante la lavorazione, Khyentse Norbu ha prestato una
grandissima attenzione alla regia di Bertolucci,
assorbendo tutto ciò che il regista poteva insegnargli. “E’
quasi il mio guru cinematografico” afferma Khyentse
Norbu.
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Presentato nella Sezione Controcorrente della 60° Mostra del cinema
di Venezia, "Maghi e Viaggiatori“, realizzato da Khyentse Norbu, è un
piccolo capolavoro di tecnica cinematografica. Il regista ha grande
dimestichezza nel manovrare la macchina da presa. Realizza
inquadrature sempre appropriate, capaci di enfatizzare nella giusta
misura, senza eccessivi virtuosismi, la storia che racconta. Il film è
impreziosito da una meravigliosa fotografia che raggiunge l’apice
della sua bellezza nelle sequenze fantastiche della storia che il
monaco racconta ai suoi compagni di viaggio e che intermezza la
narrazione principale, grazie ad un montaggio molto originale. Storia
emblematica ed archetipica, nella sua costruzione, è anche
caratterizzata da bellissimi effetti speciali che contribuiscono
indiscutibilmente a valorizzare l'opera. Gli interpreti sono tutti attori
non professionisti: un produttore TV, il capo della commissione del
mercato azionario del Bhutan, un colonnello che lavora come guardia
del corpo del re, un bidello, una giovane studentessa di medicina. Tutti
molto bravi e tutti ben diretti da Norbu che ha anche investito proprie
risorse finanziarie nella produzione del film da lui scritto e diretto.
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• Spiegazione del simbolismo mitologico
inerente la settima arte
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Gli Archetipi nel cinema di
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La partenza dal mondo ordinario,
La chiamata all’avventura,
L’attraversamento della prima soglia: difficoltà
raggiungere la meta,
L’iniziazione: il percorso delle prove,
L’incontro col mentore,
L’incontro col femminile,
Ampliamento dell’orizzonte esistenziale,
Integrazione dell’Ombra,
Realizzazione del proprio destino (Individuazione),
Ritorno.
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per
La struttura mitologica di Campbell ovvero
Separazione- Iniziazione- Ritorno è riscontrabile
in molte sceneggiature che affrontano il Viaggio
dell’Eroe.
Il protagonista, da uomo comune, alla fine della
storia diviene una figura imponente e ispiratrice,
testimoniando in tal modo il percorso
trasformativo interiore.
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•
Henry Turner, un ricco e cinico avvocato di New York, colleziona l'ultimo successo in
Tribunale a spese di Matthews, un povero malato, che perde così la causa contro un
ospedale per essere risarcito dei danni provocatigli da un grave errore terapeutico. Ma una
sera dal tabaccaio un rapinatore lo ferisce gravemente: uscito dal coma, Henry perde la
memoria. Lo aiutano nel faticoso recupero psicofisico un fisioterapista, Bradley, che gli
insegna i primi passi e lo sostiene con calorosa e contagiosa vitalità; la moglie Sarah, che gli
si è riavvicinata; la figlia dodicenne Rachel, che lui ha sempre trattato con crescente
distacco. A poco a poco Henry riscopre quei valori umani e sociali che la sua attività aveva
inaridito: il rapporto di amicizia e di tenerezza con la moglie; il piacere di essere padre; la
correttezza nello svolgere il suo lavoro. Rientrato in ufficio va a rivedere le sue cause
scoprendo quante ingiustizie sono state perpetrate grazie alla sua diabolica abilità.
Ritrovata la piena armonia coniugale con Sarah, tutto sembra svanire a causa della scoperta
di lettere compromettenti scritte a sua moglie da un amico e collega d'ufficio, Bruce.
Disperato, decide di prendere alloggio al Ritz, nome che gli suona familiare senza sapere
perchè; la soluzione gli viene da una collega, Linda, che gli rivela essere l'albergo luogo dei
loro incontri sentimentali. Sotto shock per la nuova rivelazione, ma convinto che il suo
passato sia decisamente da dimenticare, Henry chiede a Sarah di iniziare una nuova vita
con lui, dà ai Matthews la prova che consentirà loro di essere rimborsati dall'ospedale
annullando così l'ingiustizia da lui procurata,
e poi2009
si licenzia dall'ufficio.
Marialuisa Vallino
La partenza dal mondo ordinario: Henry esce di casa per comprare le
sigarette,
La chiamata all’avventura: Incontra i banditi e viene ferito,
L’attraversamento della prima soglia: Difficoltà per raggiungere la
meta ovvero percorso per riacquistare un’identità,
L’iniziazione: Il percorso delle prove, riabilitative e interiori,
L’incontro col mentore (il terapista),
L’incontro col femminile (moglie- figlia),
Ampliamento dell’orizzonte esistenziale: Acquisizione di nuovi valori,
Integrazione dell’Ombra (il suo passato di uomo senza scrupoli),
Realizzazione del proprio destino (Individuazione):Perdita dell’identità
precedente, abbandono del falso Sé,
Ritorno: Adesione al vero Sé:
Henry è costretto a rinnegare tutto
ciò in cui non può più riconoscersi.
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• La privazione interviene all'inizio della storia e vede qualcuno o
qualcosa sottrarre ad un personaggio ciò a cui ha diritto, per
esempio la libertà, il lavoro, ecc. Questa azione dà luogo ad una
mancanza iniziale il cui rimedio costituirà il motivo attorno a cui
ruota tutta la vicenda.
• L' allontanamento si tratta di una funzione duplice: da un lato
conferma una perdita (il personaggio è separato dal suo luogo
d'origine) mentre dall'altro dà avvio alla ricerca di una soluzione (il
personaggio è messo sulla strada di un possibile rimedio).
• Il viaggio può concretizzarsi in uno spostamento fisico, in un
trasferimento ma anche in uno spostamento mentale , in un tragitto
psicologico . Il personaggio si comincia a muovere lungo un
itinerario punteggiato da una serie di tappe decisive.
• Il divieto può essere un rafforzativo della privazione iniziale ma
anche una delle tappe che il personaggio incontra durante il suo
viaggio. Si manifesta come affermazione di precisi limiti che non si
possono varcare. Di fronte a questa funzione si ha una doppia
possibilità di risposta: il rispetto al divieto o al contrario l'infrazione .
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• L' obbligo è inverso alla funzione precedente. Il personaggio può essere
messo di fronte a un dovere che può assumere le vesti di un compito da
svolgere o di una missione da portare a termine. Anche qui abbiamo due
possibili risposte: l'adempimento di quanto prescritto o al contrario l'evasione
dai doveri.
•L' inganno si può manifestare come tranello, come travestimento , ecc. Anche
in questo caso la risposta è duplice: connivenza o smascheramento .
• La prova accorpa almeno due tipi di azione. Le prove preliminari volte
all'ottenimento di un qualche mezzo che permetta al personaggio di rafforzarsi
e di prepararsi alla sua battaglia finale. Il secondo tipo di azione è quello delle
prove definitive che portano il personaggio ad affrontare di petto la causa della
mancanza iniziale.
• La rimozione della mancanza: il successo che il personaggio ottiene nella
prova definitiva libera lui o chi aveva subito il torto dalla privazione sofferta. Si
ha un momento di restaurazione della situazione iniziale o di reintegrazione
degli oggetti perduti.
• Il ritorno del personaggio al luogo che ha lasciato. Una variazione è
l'installazione anche in un altro luogo che ormai viene sentito come proprio.
•La celebrazione il personaggio viene riconosciuto come vittorioso.
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• Lo script viene realizzato in pre-visione di una
realizzazione cinematografica;
• …quindi la sceneggiatura è un pre-testo;
• Il regista lavorerà su questa prima “visione”;
• Se lo sceneggiatore è persona diversa dal
regista, questi collaborerà col regista fino alla
realizzazione della pellicola.
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• Individuazione del
(significazione
globale della vicenda del film,
individuazione dell’Eroe che dovrà
sostenere la storia);
• Ricerca di un
; (dall’idea alla
stesura della storia, lunga massimo
dieci pagine, da proporre al regista
o al produttore);
quest’ultimo nello scenario;
Tema
Metafora
La solitudine
Taxista
metropolita
no
Intreccio
Le varie
storie
Inizio
Spaziotempo
azione
centro
di
personaggi
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fine
•
•
•
•
•
Uso della scaletta
Concetti semplici
Personaggi ridotti al minimo
Sintesi
Semplici accenni a ciò che è la sostanza del
film
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• Possiamo distinguere 2 tipi di processi
immaginativi; quello che parte dalla parola e
arriva all’immagine visiva e quello che parte
dall’immagine visiva e arriva all’espressione
verbale…(Italo Calvino)
• Sceneggiatura
• Sceneggiatura desunta (esercitazione)
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• Su un piano globale, lo sceneggiatore deve descrivere
solo ciò che è direttamente funzionale alla storia;
• La sceneggiatura descrive solo ciò che è visualizzabile,
quindi deve fornire il pro-filmico, ciò che starà davanti
all’obiettivo;
• Il personaggio può avere una sua vita interiore e una
psicologia, lo sceneggiatore, tuttavia, non può aprire
una parentesi nella narrazione per descriverle, perché
non è nelle possibilità del mezzo tradurle in immagini;
• E’ convenzione che ogni “a capo” corrisponda, nello
script, ad uno stacco, ad un cambio d’inquadratura.
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• In sceneggiatura, l’unità narrativa è la scena:
azione che si svolge in un’ unità spaziotemporale;
• Un’azione che nel suo svolgimento passi da uno
spazio all’altro o da un cambio di luce ad un altro
dovrà essere spezzata in 2 scene;
• Nel titolo di ogni scena devono essere indicati: la
posizione della macchina da presa (interno,
esterno), la location, le condizioni luministiche
(giorno, notte), il numero di scena.
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Spazio narrativo
Spazio
esplicito(ciò che
verrà
inquadrato)
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Spazio
descrittivo(lo
sfondo)
Come nasce un film
immagini mentali
sceneggiatore
Il film
compiuto
L’idea
trasposizione in script
visualizz.immagini nella
mente del regista
Fasi di
Scaletta
realizzazione Soggetto
del film
(mente sceneggiatura
regista)
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trasposizione in imm.
Fotografiche
coordinamento equipe
film in pellicola
• Scrivere in modo vivido significa permettere
all’immagine-scena di emergere dalla pagina
con efficacia, di prendere corpo nella mente
del lettore e di evocare altre immagini con
rapidità. film
immagini
originarie
dello
sceneggiator
e
aderenza del
film ad esse
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Connessione
Connessione
tra Reale
Reale ee
tra
Immaginale
Immaginale
Emersione
Emersione
dello SpiritoSpiritodello
guida
guida
Appunti
Appunti
grafici delle
delle
grafici
persone via
via
persone
via incontrate
incontrate
via
Infanzia,
Infanzia,
Ricordi,
Ricordi,
Emozioni
Emozioni
Marialuisa Vallino 2009
• Tutto è sconosciuto, privo d’intenzione, di
sintesi concettuale, affascinante e terrifico…
• La sceneggiatura emerge da tutto ciò quale
spartiacque tra Inconscio e Coscienza,
elicitando immagini che diverranno via via
sempre più distanti dall’Universo personale
che le aveva generate.
Marialuisa Vallino 2009
quale sostituto
simbolico della Grande dea madre
• (Restaurazione del culto della Dea)
•Lei governava il ciclo delle stagioni e la fertilità della terra
e del bestiame,
•Regolava i moti della luna, delle maree e del ciclo
femminile,
•Lei sola era la signora del ciclo continuo nascita-morterinascita,
•Derivava dalla necessità di rappresentare il mistico senso
d’appartenenza alla natura, la polarità della vita nella sua
completezza.
Marialuisa Vallino 2009
: L’aspetto irrazionale dell’uomo, lo specchio in
cui l’uomo si rivede in grottesca, deforme, buffa
immagine…
• Il clown è l’Ombra junghianamente intesa.
• Nel sogno, nel mito e nel cinema l’individuo-Persona
deve incontrare l’Ombra ed integrarla nel proprio Sé
per poter giungere alla risoluzione del conflitto.
• Il
e
ci parlano del conflitto tra
forze divergenti nell’uomo.
esprime i valori riconosciuti dalla
collettività e gli ideali delle vecchie generazioni.
invece esprime le aspirazioni
dell'individuo e le esigenze della gioventù.
Marialuisa Vallino 2009
• Christopher Vogler adatta il modello del
Viaggio dell’Eroe di Joseph Campbell al
cinema di successo.
• Ogni storia vissuta da un personaggio è
riconducibile a un Viaggio
esteriormente
• Un viaggio che si sviluppa:
Attraverso tappe ricorrenti
interiormente
Marialuisa Vallino 2009
Marialuisa Vallino 2009
Protagonista
(contrassegnato da un
conflitto)
Ostacolo
(crea un bivio al
person., imponendogli
una scelta)
Marialuisa Vallino 2009
Meta
fine
MARIALUISA VALLINO
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CINEMA e PSICHE - Centro Studi Psychè