Didattica conversazionale
strategie utili per la comprensione a scuola
 In una situazione di insegnamento/apprendimento,
è impossibile distinguere il ruolo di chi insegna e
il ruolo di chi apprende
 Se un insegnante non conosce come uno studente
apprende/insegna fa più fatica ad insegnare, se uno
studente non conosce come un insegnante
insegna/apprende fa più fatica a imparare
 All’interno di un rapporto istituzionalmente
asimmetrico esiste una profonda simmetria tra
insegnare e apprendere
 Non chi parla (o chi ascolta) insegna (apprende)
ma la conversazione dell’uno con l’altro
 Un insegnamento di ritorno è sempre in corso
 Gli imprevisti, gli sbagli, gli elementi inattesi sono
una risorsa per perfezionare la qualità dell’attesa e
dell’attenzione fra i partecipanti alla
conversazione
 Una comprensione emerge attraverso la qualità del
domandare e del rispondere tra partecipanti a una
dinamica conversazionale, attraverso la
reversibilità dell’insegnamento/apprendimento che
consente di rispettare l’integrità di ogni distinzione
prodotta
TEACH BACK
Insegnamento di ritorno
FORME
 Diretta - abilità del domandare
 Indiretta - capacità di spostarsi in un altro
contesto (narrativo, metaforico…)
 Riflessiva - rivolgendosi a se stessi
 Relazionale - considerando la relazione e il
ruolo giocato in essa dall’altro
TEACH BACK
classe 1a elementare
 INS - se non ci ascoltiamo non ci capiamo
 AL - Tu ci fai ripetere sempre le cose
 AL - così le impariamo
 AL - no, così le capiamo
 INS - cosa vuoi dire?
 AL - se io le ripeto le capisco
 INS - perché succede questo secondo te?
 AL - per dirle a te ci devo pensare, così me
le spiego anche a me
CLASSE QUARTA
 INS.
Propongo ad Emanuele di fare da tutor ad
Opoku (Opoku è stato inserito quest’anno in
classe, proviene dal Ghana ed ha una
conoscenza nulla della lingua italiana);
Emanuele alla fine dell’attività:
 “facendo da maestro ad un bambino che
viene da lontano si capisce che è molto
dura per lui. Ha difficoltà anche il maestro
ma il bambino di più.”
 Anna riferendosi al suo ruolo di insegnante
durante La Settimana Fantastica ( )
“Per certi bambini bisogna usare certe parole facili.
Quando io ho fatto la maestra solo alcuni bambini
hanno capito, molti hanno fatto una cosa
totalmente diversa da quella che io volevo.
Bisogna spiegare in modo diverso a bambini
diversi”.
 Giulia a proposito dell’esperienza de La
Settimana Fantastica
“Un insegnante deve essere disponibile a cambiare
il proprio progetto di lavoro; se ci si accorge che
qualcosa non va bisogna cambiare il proprio
percorso e non continuare per forza nello stesso
modo, bisogna fare delle modifiche perché
altrimenti gli alunni si annoiano e non imparano”.
ERRORE
 ipotesi, punto di vista corretto
dell’osservatore, in quel momento
 ombra della conoscenza
 Spia - fibrillazione nella rete della
comunicazione
 occasione di passaggio dalla
comunicazione alla conversazione
 occasione di pedinamento cognitivo
ERRORE DI FEDERICO
CLASSE 4a ELEMENTARE
 Il papà di Luca percorre ogni giorno con la sua auto 15
chilometri per recarsi in ufficio. Al ritorno percorre la
stessa strada. Quanti chilometri percorre in una settimana?
 Dati
15 N.Km che percorre all’andata
15 N. Km che percorre al ritorno
? Km in una settimana

RISPOSTA
In una settimana il papà di Luca percorre 150 chilometri.
Il risultato “atteso” era 210 chilometri
Federico spiega, il suo procedimento:
la settimana che lui considera non è di sette giorni
ma, poiché è lavorativa, di cinque giorni;
AVENDO A PRIORI IN MENTE UN
RISULTATO CUI L’ALUNNO DEVE
GIUNGERE, UNA RISPOSTA PER COSÌ
DIRE ATTESA, SI CORRE IL RISCHIO AL
PRIMO IMPATTO DI VEDER BALZARE
SUBITO AGLI OCCHI I PRESUNTI
ERRORI E FORTE PUÒ ESSERE LA
TENTAZIONE, L’IMPULSO IMMEDIATO
DELLA CORREZIONE
(ins. Classe 4a)
L’ERRORE DI CARMINE
CLASSE 3a ELEMENTARE
 Gli alunni devono colorare una tabella
classificando NOMI COMUNI DI PERSONAANIMALE-COSA
 Francesco: sole non è una persona, non è un
animale…è un nome comune di cosa
 Carmine: Maestra tu avevi detto che nome proprio
è proprio il suo, non ce n’è un altro, allora SOLE
E’ NOME PROPRIO
 Alia: ma non si chiama per nome
 Guardiamo il dizionario
 Il dizionario conferma che Sole, nell’uso
scientifico astronomico è nome proprio
Gli errori visti dagli alunni
 Lo sbaglio è l’istinto, per esempio, se io sono abituata a




scrivere 10 può capitare di scrivere 10 anche quando devo
scrivere 100 e così sbaglio.
Sbagliamo perché crediamo che quello sia il modo esatto
di fare le cose;
Quando uno sbaglia un compito non se ne accorge, è sicuro
che è giusto perciò o la maestra non ha spiegato bene o lui
non aveva capito bene.
Alcuni non sono errori perché io faccio nella mia mente un
ragionamento che è giusto, altri sono invece proprio degli
errori
Sbagliare è anche una cosa giusta perché così fai capire
alla maestra cosa non hai capito bene, per cui io non ho
paura di sbagliare tranne alcune volte.
 L’errore è un ragionamento, non è un errore vero e proprio
perché un bambino non la fa a caso un’operazione di
matematica che poi, quando correggiamo, non è esatta ma
fa un suo ragionamento
 La maestra dovrebbe spiegare in modo diverso a secondo
dei bambini perché se alcuni capiscono e altri no non
significa che non spiega bene ma che deve spiegare in
modi diversi a bambini diversi. Per evitare molti errori le
consegne dovrebbero essere più chiare.
 errori di ortografia – ( lettere maiuscole) io ho guardato il
cartellone delle lettere ma ho sbagliato ugualmente…. è
come se non avessi visto il cartellone….. ero concentrato
sulla mia mano per sentire se mi faceva male…. ho
dimenticato le lettere….... non le ho viste
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