Ideaitalia Notizie e comunicazioni dall’Alleanza Evangelica Italiana Anno XVIII • n. 1 • giu. 2014 Poste Italiane S.p.A. • Spedizione in abbonamento postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 • DCB Caserta Quaranta Le chiese evangeliche lasciano in genere poco spazio ai simboli. Esse hanno ben presente l’insegnamento del Signore Gesù relativo all’adorazione in spirito e verità. Rispetto alle forme di spiritualità che danno grande valore ai simboli, la spiritualità protestante ed evangelica è sempre stata riservata. La convinzione è che il simbolo rischi di far fissare l’attenzione sulle forme anziché sulla sostanza. Le ragioni storiche per alimentare questa impostazione non mancano. Si ha dunque un certo pudore anche nei confronti degli anniversari e di tutto ciò che sembra orientare verso un passato. Nonostante le tante, legittime riserve, il simbolo ha però la capacità di dare da pensare: dilata la realtà immediata e apre a molteplici risonanze; fa perciò rimbalzare i pensieri al di là dell’elemento statico immediato. Nell’antichità, il simbolo era il frammento di osso spezzato dato all’ospite che partiva. La giustapposizione dei due frammenti spezzati avrebbe permesso il grande quantità o un lungo periodo di tempo. Basti pensare che, durante l’attraversamento del deserto, tutti gli adulti del popolo d'Israele che si erano ribellati all’Eterno morirono (Num 14,20-23). Sarebbe interessante verificare quali iniziative evangeliche abbiano superato i quarant’anni. Alcune di esse, che sembravano così promettenti all’inizio, si sono esaurite nel volgere I quarant’anni di pochi anni. Il susegnano in genere peramento dei quail momento della rant’anni non è di maturità, arriva per sé una garanzia di bontà, ma è ceril momento della tamente un motivo stabilità. Grazie di riflessione. alle premesse e Anche l’Alleanza alla fedeltà di Dio, Evangelica Italiasi può pensare di na ha raggiunto il traguardo dei quaandare avanti. rant’anni. È una bella età. I quarant’andiversi in cui si espri- ni segnano in genere il momento della mameva un “mondo”. Anche i numeri han- turità. Dopo gli entuno avuto la loro fun- siasmi degli inizi e le zione simbolica. Per inevitabili difficoltà un lettore della Scrit- della maturazione, artura il numero qua- riva il momento della ranta, come multiplo stabilità. Certe ingedi quattro, evoca una nuità sono superate. significativa serie di Si è meno angosciati episodi. Dal diluvio riguardo alla propria (Gn 7,12) fino alla sopravvivenza. Ci si tentazione di Gesù può accontentare di nel deserto (Mc 1,12), guardare indietro, ma il numero quaranta ci si può anche muoriveste un significato vere verso il futuro. simbolico. Evoca una Grazie alle premesse riconoscimento reciproco (o quello dei figli) anche a distanza di tempo. Questo aspetto rimanda alla confessione della fede come qualcosa di non semplicemente personale, ma anche di comunitario. “Noi crediamo…” Il Cristianesimo antico forgiò i propri simboli di riconoscimento: un pesce, l’agnello, l’àncora, la colomba, la barca, ecc. Erano modi “ ” Sommario Celebrazione 2L'unità evangelica è difficile, ma possibile L'unità evangelica 8Non si può più fare missione senza Losanna Dall'Italia 3Ragioni per Dio: per un confronto civile e partecipato 5I tre appuntamenti dell'Alleanza Evangelica Italiana 6Omofobia: le pericolose incertezze e i necessari chiarimenti Appuntamenti 8Anniversari Inserto Documentazione I La Scrittura e lo Spirito Santo IIILa dottrina evangelica delle Bibbia Appuntamenti In vista della prossima Assemblea federale che si terrà il prossimo aprile 2015, a Roma, si ricorda a tutti i soci di rinnovare le proprie quote associative al c/c Banco Poste avente IBAN: IT 64 N 07601 03200 000046728002. e alla fedeltà di Dio, si può pensare di andare avanti. È questo l’augurio che viene da fare. P.B. Ideaitalia 2 Celebrazione giugno ’14 L’Assemblea Federale dell’AEI a 40 anni dalla sua costituzione L'unità evangelica è difficile, ma possibile In un clima di sobria ma palpabile riconoscenza al Signore, l’assemblea annuale dell’Alleanza Evangelica Italiana ha ricordato il 40° anniversario della sua costituzione (1974) al servizio dell’unità evangelica nel nostro Paese. Il 1974 fu anche l’anno del Patto di Losanna, il più significativo documento evangelical dell’età contemporanea. I due anniversari sono, quindi, preziose occasioni per rilanciare l’impegno evangelico nel mondo. Quest’anno l’assemblea si è svolta in contemporanea con il corrispondente incontro annuale del SISE (Servizio Italiano Stampa Evangelica). La collaborazione tra i due organismi ha permesso di tenere, venerdì 4 aprile, una tavola rotonda sulle sfide che la tecnologia digitale porta alla missione cristiana di evangelizzare e fare discepoli. Andrea Bader, segretario del SISE, e Giuseppe Rizza, coordinatore del Distretto Nord-est dell’AEI, hanno animato un’interessante conversazione sui rischi e le opportunità di questo imponente cambiamento culturale. Sabato 5 aprile vi è stata la commemorazione del 40° anniversario dell’AEI. Alla presenza degli ex-presidenti Giuseppe Piccolo, Gianfranco Giuni e Roberto Mazzeschi, l’attuale presidente, Giacomo Ciccone, ha ripercorso la storia dell’Alleanza non solo a partire dagli ultimi 40 anni, ma retrodatando l’attenzione al 150° anniversario della “Proposizione d’Alleanza Evangelica” di Paolo Geymonat. Nel 1864, infatti, questo pastore valdese propose l’istituzione dell’Alleanza Evangelica che si collegasse all’Alleanza nata nel 1846 a Londra. Per l’occasione, Ciccone ha presentato un libro da lui curato, e stampato da Evangelista Media (e acquistabile su http://evangelistamedia.com/ ITA/it/index.html), in cui ha ripubblicato il testo di Geymonat e altri materiali utili per fare i conti con lo spessore spirituale e storico dell’AEI. Il titolo del libro ben riflette la fatica, ma anche la necessità, del lavoro svolto: Unità evangelica: difficile ma possibile. Questo è il titolo del volume che dice quanto sia stato, e sia tuttora, complicato coinvolgere gli evangelici (continua a pag. 7) L'unità evangelica Di recente, mi è capitato spesso di ricevere domande come: “Che cos’è l’Alleanza Evangelica Italiana?”,“Quando è nata l’AEI?” e così via. Difficile rispondere con una battuta: spiegare l’Alleanza significa riaffermare coerentemente alcune verità basilari dell’Evangelo. Verità irrinunciabili, che nessun evangelico contesterebbe mai, ma che, a volte, accettandole come teoria, accantoniamo nella pratica. Un figlio di Dio non negherebbe mai che “è buono e piacevole che fratelli dimorino insieme”, ma a volte non se ne traggono le necessarie conseguenze. Ogni “nato di nuovo” apprezza la preghiera di Gesù elevata al Padre perché “siano tutti uno […] affinché il mondo creda che tu mi hai mandato”. Facciamo nostro il santo proposito del Signore, ma a volte non percepiamo che da quella preghiera nascono, già per il presente, nostre precise responsabilità come seguaci di Cristo: se il Signore dice “tutti”, intende proprio tutti coloro che Egli stesso ha rigenerato. Quando a Londra, nel 1846, per la prima volta si costituì l’Alleanza Evangelica, lo scopo era di “proclamare l’unità che la chiesa di Gesù Cristo già possiede come Suo corpo”. Gli 800 partecipanti, provenienti da 52 gruppi di cristiani, erano “profondamente convinti di quanto sia auspicabile formare una sorta di confederazione sulla base dei grandi principî evangelici comuni tra di loro, che possa offrire un’opportunità per coltivare amore frater- no, godere della reciproca collaborazione e promuovere quegli obiettivi concordati insieme di volta in volta”. In altri termini, maturarono una disposizione conseguente alla preghiera sacerdotale di Gesù: era una chiara opera dello Spirito Santo! Ma in Italia quando è avvenuta questa presa di coscienza in modo concreto? Per rispondere adeguatamente a questo interrogativo ho pensato di raccogliere in questo volumetto alcuni documenti che aiutano a delineare la storia dell’Alleanza Evangelica Italiana. Ho selezionato il primo scritto per rispondere alla domanda: “Quando è nato il sogno, quando è sorta la visione per costituire l’Alleanza Evangelica Italiana?”. Con Proposizione d’Alleanza Evangelica in Italia, scritto nel 1864 dal pastore, evangelista e teologo Paolo Geymonat, comprendiamo che il sogno dell’AEI ha esattamente 150 anni! M’imbattei in questo scritto “per caso” nell’estate del 2012: ne rimasi subito affascinato. La Proposizione costituisce un punto fermo, una pietra miliare per comprendere la possibilità dell’unità evangelica in Italia. Essa condensa anche alcuni degli ostacoli che il proposito dell’unità incontrò durante il suo percorso. A quel tempo l’evangelismo italiano includeva, oltre alla Chiesa Valdese, anche una crescente testimonianza di derivazione Brethren e di altre chiese libere, che lo Spirito Santo suscitò anche attraverso l’impulso (continua a pag. 7) giugno ’14 Ideaitalia Tim Keller in Italia Ragioni per Dio: per un confronto civile e partecipato Una delle grandi questioni che circondano il dibattito pubblico è la possibilità o no che a questo dibattito partecipino anche voci religiose: voci, cioè, che fanno esplicitamente riferimento ad assoluti di tipo trascendente, morale o teologico. Nel nostro Paese siamo stretti in una morsa: da un lato, per molti decenni è stato consentito a una sola voce religiosa (quella della religione della maggioranza) di agire in regime di monopolio dei “valori” e di essere l’unica voce religiosa autorizzata a partecipare al dibattito pubblico. Altre voci religiose sono state neglette o emarginate. Dall’altro lato, cresce il nervosismo di chi vorrebbe eliminare in radice ogni voce religiosa in nome di un’ideologia laicista, secolarizzata, secondo la quale chi ha degli assoluti non può per definizione partecipare ad un discorso pubblico. C’è chi vorrebbe allora castrare il dibattito dalla dimensione religiosa e aprirlo solo a chi sta dentro l’ideologia della secolarizzazione. Dal monopolio di una voce religiosa su tutte le altre stiamo passando all’esclusione di tutte le voci religiose. Questo libro suggerisce e pratica un’impostazione diversa. Per Keller, siamo tutti diversamente credenti in qualcosa. Non esiste la divisione tra chi crede e chi non crede, ma tra chi crede in qualcosa/qualcuno e chi crede in un altro qualcosa/ qualcuno. La differenza è semmai, riprendendo un libro recente di Marco Ven- tura, tra i credenti e i creduli. Siamo tutti essere religiosi, cioè legati a qualche forma di assoluto: la differenza è che per alcuni la propria religione è esplicita e consapevole, per altri è implicita e inconsapevole. Benedetto Croce diceva che non possiamo non dirci cristiani, ma Keller dice che non possiamo non dirci credenti in qualcosa. Il confronto pubblico deve aprire il dibattito a tutte le voci e non può fare leva sulla esclusione della fede dal dibattito. Si tratta di dialogare sui grandi temi della vita, del male, dell’ingiustizia, del fatto che siamo tutti diversi e in un certo senso tutti uguali nella consapevolezza del nostro essere situati in qualche posto. La dimensione religiosa è ineludibile. Ci sono dei rischi per le voci religiose. Quando la fede si lega ad un’ideologia, cioè a un sistema chiuso, incapace di dialogo e di collaborazione, inetto a conversare in modo civile, allora rende un pessimo servizio al bene comune. Quando la fede diventa un ghetto ideologico settario che non sa interfacciarsi con il pluralismo e va in cortocircuito rispetto alla complessità. Questa è una fede malata, patologica. Ma Keller mostra invece, che al suo meglio, il credente è una persona che ascolta l’altro, che è interessata ad imparare dall’altro e che vuole contribuire all’incontro reciproco, essendo persuaso che la visione cristiana (in Dall'Italia 3 questo caso) sia la più ragionevole e la più efficace. Il dibattito pubblico va abitato con uno stile civile di argomentazione che Keller interpreta molto bene. Questo è un libro di apologetica. Si tratta di una parola che è stata fatta entrare nella “bad company” delle parole da non usare Keller. Una difesa gagliarda della fede, ma che non vuole manipolare l’altro. Una fede cristiana consapevole, ma che ascolta e vuole interagire con l’altro. Un’apologetica dialogica che non si sottrae alle questioni spinose. Questa apologetica non nasce nel chiuso delle aule nel linguaggio pubblico. Essa crea imbarazzo, pudore e viene rimossa. Apologetica dà l’idea di arroccamento, bigottismo e difensivismo, di una fede retrograda e asserragliata nella sua cittadella anti-moderna. Per questa ragione, l’apologetica è stata abolita dalle facoltà teologiche liberali e rinominata in quelle cattoliche nella dizione più neutra di “teologia fondamentale”. Questo libro è un tentativo di riabilitare l’apologetica nel senso alto del termine. Secondo l’uso che ne fa il Nuovo Testamento, l’apologetica è l’arte del rendere conto della fede, l’arte di parlare, dialogare, discutere sulla fede. È un compito a cui tutti i cristiani sono chiamati a essere pronti. Deve essere fatto onestamente, con rispetto e con mansuetudine. Io vedo questo tipo di apologetica nel libro di accademiche, ma nel vivo della città di New York. Non in un monastero dove l’altro è solo immaginario, ma faccia a faccia con le persone e nel crogiolo della cultura contemporanea: scettica e credula, cinica e superficiale, opulenta eppure povera. Ragioni per Dio. La fede nell'era dello scetticismo, Torino, La Casa della Bibbia 2014, parte dalle domande vive e laceranti della gente di fronte al dubbio e allo scetticismo. A partire da queste imbastisce una dialogo trasparente, profondo e ragionevole, presentando la ragionevolezza, la plausibilità e la migliore penetrazione della fede cristiana nelle questioni della vita. Questo è ciò che fa Keller in questo libro. Criticando i monopoli e le esclusioni, si tratta di un’apologetica dallo stile ragionevole che ispira un dibattito aperto e civile. LDC 4 Rendiconto/Celebrazione Il rendiconto dell’Alleanza Evangelica Italiana Quasi 6000€ per le Filippine A partire dal terremoto del Friuli del 1976 sino alla devastazione avvenuta nelle Filippine, passando per l'emergenza migranti del 2011 e da moltissime altre occasioni di bisogno nel mondo, l'AEI ha svolto il proprio servizio di sensibilizzare la fratellanza a rispondere con generosità utilizzando i canali internazionali affidabili per far fluire gli aiuti. Dopo il tifone della fine del 2013 che ha devastato le Filippine, l’Alleanza Evangelica Italiana ha raccolto la somma di 5.916 Euro da parte della fratellanza italiana per venire incontro alle necessità delle popolazioni colpite. La somma è stata inviata all’Alleanza Evangelica delle Filippine (Philipine Council of Evangelical Churches, PCEC) che ha coordinato gli interventi di aiuto umanitario. Il presidente del PCEC, Cesar Vicente P. Punzalan III, ha ringraziato l’AEI e, tramite essa, la fratellanza evangelica italiana, per il soccorso prestato in questo tempo di difficoltà. Gli aiuti raccolti sono Il Movimento di Losanna celebra il 40° anniversario del Congresso per l’evangelizzazione del 1974 Non si può più fare missione senza Losanna “A quarant’anni dal Congresso e dal Patto di Losanna, non si può più fare missione senza fare riferimento a Losanna che è una pietra miliare nella storia della chiesa”. Con queste parole, Michael Oh, direttore esecutivo del Movimento di Losanna, ha ricordato l’importanza dello “spirito” di Losanna nell’ambito di un convegno tenuto all’Istituto biblico di Emmaüs, a Vevey, nei pressi di Losanna dal 5 al 9 maggio 2014. Quasi duecento rappresentanti del variegato Movimento di Losanna si sono dati appuntamento per una 4 giorni di preghiera, celebrazione, ascolto della Parola e conversazione per ricordare e rilanciare l’eredità di Losanna. Sono state ricordate le tappe storiche (i congressi di Losanna 197, Manila 1989 e Città del Capo 2010), i documenti prodotti, le collaborazioni stabilite, i protagonisti coinvolti (su tutti Billy Graham e John Stott) e, soprattutto, la visione di evangelizzare il mondo come imperativo per la chiesa di Gesù Cristo. Nelle relazioni di Chris Wright e Linsday Brown, la chiamata a essere un popolo radicalmente diverso è stata coniugata con quella di penetrare la società col vangelo, proclamando la buona notizia e vivendola in tutte le sfere dell’esistenza. Losanna quindi è un’eredità ampia e profonda, Ideaitalia stati impiegati in progetti di fornitura gratuita di cibo e generi di prima necessità, oltre alla partecipazione di squadre di medici al soccorso e alla messa a disposizione di “pacchi casa” (comprensivi di lenzuola, coperte, pentole ecc.) per chi aveva perso tutto. Per una relazione dettagliata: http://pceconline.org/news. htm#n1 L’AEI ringrazia tutti gli evangelici che hanno voluto inviare il loro contributo tramite i canali dell’Alleanza che sono al servizio della comunione esistente tra i credenti nati di nuovo. vita e vitale. Dall’Italia, alle sessioni multiple su diversi temi missiologici hanno anche contributo Sarah Breuel (sull’evangelizzazione tra gli studenti), Giuseppe Rizza (sulle prospettive cristiane sulla crisi economica) e Leonardo De Chirico (sulla responsabilità di una “teologia pubblica”). Al convegno hanno anche partecipato Thomas Bucher, segretario dell’Alleanza Evangelica Europea, e Gordon Showell-Rogers giugno ’14 P r o s s i m i Appuntamenti dell'AEI Domenica 26 ottobre 2014 Domenica della memoria Domenica 2-9 novembre 2014 Giornata di preghiera per la chiesa perseguitata (IDOP) Domenica 11-18 gennario 2015 Settimana di Preghiera dell'Alleanza Evangelica e Wilf Gasser, segretari associati dell’Alleanza Evangelica Mondiale. Nel suo intervento, ShowellRogers ha sottolineato il partenariato proficuo e sinergico che esiste tra l’Alleanza e il Movimento di Losanna. Insieme, pur nelle loro specificità, questi due organismi sono al servizio della chiesa evangelica affinché la verità biblica di Gesù Cristo arrivi sino alle estremità della terra chiamando le nazioni all’ubbidienza della fede. Ideaitalia Documentazione I La Scrittura e lo Spirito Santo Dialogo teologico tra l'Alleanza Evangelica e la Federazione delle Chiese Pentecostale Il presente documento è frutto del lavoro compiuto congiuntamente dalla Commissione teologica dell’Alleanza Evangelica Italiana (AEI) e dalla Commissione per il Dialogo della Federazione delle Chiese Pentecostali (FCP), svoltosi tra il 2011 e il 2013. Rappresenta un’importante piattaforma di convergenza teologica all’interno dell’evangelismo italiano proprio su un locus – quello della Scrittura nel suo rapporto con lo Spirito Santo – particolarmente strategico per la fede cristiana. Inoltre, richiamando esplicitamente l’Impegno di Città del Capo (2010) e incorporandone la sezione sulla “intera Bibbia come parola di Dio”, si collega alla famiglia globale dell’evangelismo contemporaneo, che trova espressione nel Movimento di Losanna. Il presente documento nasce per amore della Parola di Dio. Il tavolo di confronto e di dialogo avviato dalle commissioni dell'AEI e della FCP è promosso in uno spirito di comunione e fraterna amicizia. La necessità di riconsiderare lo sviluppo sul tema Spirito/Scrittura alla luce di una variegata e crescente multireligiosità ha spinto le due commissioni a confermare, sul piano teologico ed ecclesiologico, il ruolo che la Scrittura ha in quanto Parola di Dio con unanime consenso. Il risultato testimonia il livello profondo di unità sostanziale nell’Evangelo di Gesù Cristo che caratterizza una consistente parte della famiglia evangelica italiana, pur in presenza di sensibilità e/o prospettive diverse su aspetti sicuramente secondari. L’augurio è che questo documento sia diffuso nelle chiese evangeliche italiane diventando motivo di incontri e oggetto di ulteriori approfondimenti. Aversa (CE), 28 ottobre 2013 La Commissione teologica dell’AEI: Roberto Mazzeschi Leonardo De Chirico Samuele Russo Gaetano Di Francia La Commissione per il dialogo della FCP: Carmine Napolitano Sandro Gianneramo Enzo Esposito Mario D’Angelo Pietro Varrazzo L’Alleanza Evangelica Italiana e la Federazione delle Chiese Pentecostali dichiarano: Ci riconosciamo nell’articolo sulla Scrittura dell’Impegno di Città del Capo (2010)1: “Riceviamo l’intera Bibbia come parola di Dio, ispirata dallo Spirito Santo, proferita e scritta tramite autori umani. Ci sottomettiamo a essa ritenendola autorevole in modo supremo e unico, tale da governare le nostre convinzioni e il nostro agire ... Affermiamo che la Bibbia è la parola scritta definitiva di Dio, non oltrepassata da alcuna ulteriore rivelazione, ma ci rallegriamo che lo Spirito Santo illumina le menti del popolo di Dio affinché la Bibbia continui a esprimere la verità di Dio in modo nuovo alle persone appartenenti a ogni cultura”. A partire da quest’affermazione comune, dopo un ampio dialogo fraterno da cui entrambe le commissioni hanno beneficiato, possiamo affermare insieme i seguenti punti che riguardano il rapporto tra lo Spirito Santo e la Scrittura. 1. Lo Spirito Santo e la rivelazione della Parola scritta 1.1 La Rivelazione biblica è opera di Dio nella Sua unità plurale di Padre e Figlio e Spirito Santo. Lo Spirito è quindi intimamente e direttamente coinvolto nell’ispirazione degli autori biblici, avendoli “sospinti” a parlare e a scrivere da parte di Dio (2 Pietro 1,21). Dopo l’ascensione di Gesù, lo Spirito ha continuato l’opera di rivelazione del Figlio (Giovanni 16,13-14) sino alla morte dei testimoni oculari e alla redazione dei testi degli scrittori ispirati. Tali testi, poi, sono entrati a far parte del canone biblico per la loro autorevolezza intrinseca che è stata riconosciuta dalla chiesa. L’opera dello Spirito Santo, che è Dio, nel processo dell’ispirazione è stata assolutamente determinante e irripetibile. 1.2 Lo Spirito ha anche contribuito in modo decisivo alla “spirazione” di tutti i testi biblici (2 Timoteo 3,16). Lo Spirito ha guidato il cuore e le parole degli autori ispirati, ma anche la formazione e la stabilizzazione dei testi biblici. Ogni Scrittura è ispirata da Dio. Il termine theopneustìa riferisce ed esprime l’azione dell’“alitare” dello Spirito di Dio nella guida della 1 Impegno di Città del Capo (2010), Roma-Chieti, GBU 2011, p. 27. Nel 2010 a Città del Capo (Sudafrica) si è tenuto il terzo Congresso mondiale per l’evangelizzazione del mondo, dopo quelli di Losanna (1974) e Manila (1989). Per questa ragione il congresso è stato chiamato Losanna III. A conclusione del Congresso, a cui hanno partecipato più di 4000 delegati, è stato diramato l’Impegno di Città del Capo. Questo documento segue il Patto di Losanna e il Manifesto di Manila e si articola in due parti. La prima è una chiara affermazione della fede evangelica, biblicamente fondata e missiologicamente orientata. La seconda parte presenta invece un invito all’azione missionale olistica e radicale. L’Impegno di Città del Capo è uno dei testi più rappresentativi dell’evangelismo contemporaneo. INSERTO giugno ’14 INSERTO II Documentazione Ideaitalia giugno ’14 rivelazione e della conseguente redazione, dal punto di vista sia testuale sia personale. La Scrittura è parola di Dio scritta in parole umane nella storia; senza sopprimere l’umanità degli scrittori biblici, Dio si è servito di loro per esprimere la sua perfetta volontà nei riguardi del suo popolo. Nell’autopresentazione della Scrittura ci sono le condizioni per l’interpretazione della stessa. La Scrittura è interprete di sé stessa; pertanto, non se ne può fare una lettura parziale: ciò che è scritto va còlto nel suo significato complessivo. La Scrittura rappresenta, infatti, un processo storico complessivo, in cui Dio e la storia sono profondamente intrecciati, ed evidenzia il carattere progressivo della rivelazione. Solo il coinvolgimento dell’interprete in questo avvenimento in cui Dio incontra l’uomo rende possibile una retta comprensione del messaggio. 1.3 Lo Spirito è anche colui che annuncerà “le cose a venire”, quelle che Gesù non ha rivelate ai discepoli, perché non erano “alla loro portata” (Giovanni 16,12-13). Non si tratta di nuove rivelazioni accanto, oltre a al di fuori di quella attestata nella Scrittura. Si tratta invece di una maggior conoscenza e di una più completa intelligenza, da parte dei discepoli, del “mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti” (Colossesi 2,2-3). Tra i carismi dello Spirito alla chiesa c’è il dono di profezia che è un dono di parola. La “profezia” è stata variamente compresa, ma, qualunque sia il modo di comprenderla, essa è sempre sottoposta a un duplice criterio regolativo: quello del discernimento di altri profeti (1 Corinzi 14,32) e, in modo ultimo, i criteri forniti dalla Parola di Dio scritta (Romani 12,6). Una volta chiuso il canone biblico, la profezia non deve andare oltre ciò che è scritto (1 Corinzi 4,6) e non deve aggiungere o togliere nulla alla Scrittura (Apocalisse 22,18-19). 1.4 L’esercizio dei doni dello Spirito richiede un discernimento idoneo, come la Scrittura insegna (1 Corinzi 14,40); tuttavia, la necessaria gestione pastorale e liturgica delle manifestazioni pneumocarismatiche non ne mette in questione la legittimità (1 Tessalonicesi 5,19). Fondamentale è anche quest’altra considerazione: lo Spirito, che è lo stesso per tutti, crea una comunità di fratelli e sorelle. Il principio di fraternità e sororità è costitutivo della comunità cristiana; carismi e ministeri non creano un clero dotato di poteri particolari sacramentalmente conferiti. Ogni potere appartiene al Signore (Matteo 28,18) che non lo delega se non al suo Spirito - che è potenza di Dio in atto (1 Corinzi 2,4) - e alla sua Parola che “chiama le cose che non sono come se fossero” (Romani 4,17). 2. Lo Spirito Santo e l’interpretazione della Parola scritta 2.1 In modo analogo all’ispirazione, anche l’interpretazione biblica è un atto trinitario che coinvolge tutti i credenti. Il Figlio ha promesso che lo Spirito avrebbe guidato la chiesa nella verità (Giovanni 16,13) dopo la sua ascensione. L’interpretazione biblica si muove in questa circolarità: la Parola rivelata del Padre è verità (Giovanni 17,17), Gesù stesso è la Parola e la verità (Giovanni 1,1 e 14,6) e lo Spirito, che è verità, guida la chiesa in tutta la verità di Gesù Cristo che è fissata nella Parola scritta. 2.2 Lo Spirito, che ha rivelato la Parola, ha anche un ruolo decisivo nell’interpretazione della Scrittura. La guida dello Spirito Santo è necessaria per conoscere le cose che Dio ci ha donato (1 Corinzi 2,6-16), le quali, altrimenti, rimarrebbero nascoste o incomprensibili. Lo Spirito Santo, che è Dio, è stato donato ai credenti per illuminare “gli occhi dei loro cuori” (Efesini 1,18) affinché, coltivando la “mente di Cristo”, possano accedere alle profondità della rivelazione, assimilarle e condividerne le ricchezze. Lo stesso Spirito che ha ispirato gli autori biblici, illumina anche gli interpreti biblici. Si può dire che la Parola è il canone interno dello Spirito, e lo Spirito è il canone interno della Parola. 2.3 La Scrittura, pertanto, può essere adeguatamente interpretata solo con l’aiuto dello Spirito Santo; il credente deve confidare sempre nella guida dello Spirito per la comprensione di ciò che è scritto. Le profondità di Dio nessuno le ha mai potute conoscere eccetto lo Spirito di Dio; il discernimento delle cose spirituali può avvenire solo per mezzo dello Spirito (1 Corinzi 2,9-14). Se è vero, come è vero, che lo Spirito è l’autore della Scrittura, allora la comprensione di essa non può che essere legata a un’azione dello Spirito stesso nell’economia trinitaria. Pertanto, è un errore ignorare le Scritture, così come è errato ignorare la potenza di Dio, che è lo stesso ieri, oggi e per sempre (Marco 12,24 con Ebrei 13,8), la cui azione non è prevedibile secondo schemi prefissati, ma è fedele all’essere proprio di Dio trino. Lo scopo della Scrittura è condurre a Cristo, ma questo scopo non lo si può raggiungere se lo Spirito non guida in tale direzione (Giovanni 16,15). L’interpretazione deve, sì, avvalersi degli strumenti, delle conoscenze, delle competenze ordinarie di tipo linguistico, storico e culturale; tuttavia, deve sempre essere “spirituale”, nel senso di “guidata dallo Spirito”. 2.4 La guida dello Spirito nell’interpretazione non può essere una scusa per evitare l’impegno ermeneutico sul testo biblico. D’altra parte, ogni “critica biblica” che non interpreti la Scrittura in modo “spirituale” rischia di ridursi a un Ideaitalia Documentazione III mero esercizio di speculazione intellettuale. Ciò comporta che l’interpretazione letteralistica, quando non è la Bibbia stessa a indicare una lettura del testo in chiave letterale, sia nociva per una corretta comprensione della Scrittura. Il letteralismo è una chiave di lettura che comprime e appiattisce la ricchezza del testo biblico, che è invece composto di vari generi letterari, tra cui: la narrazione, la poesia, i proverbi, gli inni, le epistole, l’apocalittica; e, quindi, deve essere letto rispettando questa varietà. Ciò comporta altresì che ci si debba guardare dalla tentazione in cui può incorrere il metodo storico-critico quando pretende di vivisezionare il testo biblico, mettendone in discussione l’ispirazione divina e quindi anche il carattere soprannaturale. Come dicevano i Riformatori, Scriptura sui ipsius interpres, la Scrittura è interprete di sé stessa, nel senso che vanno cercati in essa i criteri per una giusta interpretazione. 2.5 Il testo: “La lettera uccide, ma lo Spirito vivifica” (2 Corinzi 3,6) è talvolta compreso erroneamente, come se vi potesse essere una contrapposizione tra la Parola scritta e lo Spirito Santo. In realtà, il testo non parla del rapporto tra Scrittura e Spirito Santo, bensì tra un sistema religioso incentrato sulla Legge (che porta alla morte) e un patto incentrato sullo Spirito (che porta alla vita). 3. Lo Spirito Santo e la predicazione della Parola scritta 3.1 Lo Spirito Santo è per eccellenza Colui che predica l’Evangelo. Egli lo fa attraverso la strumentalità di messaggeri che annunciano la Buona Notizia di Gesù basata sulla Scrittura (1 Pietro 4,11). A questi lo Spirito può donare parole di sapienza e di conoscenza (1 Corinzi 12,8) per edificare e istruire la chiesa e per raggiungere i perduti. 3.2 La predicazione dell’Evangelo guidata dallo Spirito Santo non è solo un atto comunicativo umano o un mero esercizio retorico. La predicazione dell’Evangelo è autentica solo se le parole sono rese potenti dallo Spirito Santo (1 Tessalonicesi 1,5) per convincere le persone di peccato, di giustizia e di giudizio (Giovanni 16,8). La Scrittura e la potenza di Dio (Marco 12,24) sono associate nell’opera dello Spirito, che può accompagnare la predicazione dell’Evangelo con segni e prodigi che dimostrano la sua presenza. 3.3 Ogni divaricazione, distanziamento e smarcamento tra testo biblico ispirato e azione dello Spirito Santo lede l’integrità dell’opera di Dio e, in particolare, il ruolo dello Spirito. Lo Spirito non è collegato al testo biblico in modo oscillante e dialettico, ma, avendo sospinto gli autori e ispirato i testi, lo Spirito ha attestato e attesta l’origine divina (ispirazione) e umana (redazione) della Parola di Dio scritta. Illuminando i credenti nella lettura biblica, lo Spirito li guida nella verità permettendo loro d’interpretarla in modo responsabile. Una comprensione profonda delle Scritture passa attraverso un’ermeneutica che miri a recuperare l’esperienza cui il testo biblico rimanda e così conservare il carattere kerigmatico del testo. Questa dimensione permette oggi d’incontrare Cristo-Parola vivente. Rendendo potente la predicazione dell’Evangelo, lo Spirito trasforma un discorso umano nell’annuncio delle grandi cose di Dio. Raccolta di materiali impiegati per il dialogo tra le Commissioni teologiche della Federazione delle Chiese Pentecostali e dell’Alleanza Evangelica Italiana La dottrina evangelica della Bibbia A. Dichiarazioni del Movimento pentecostale 1. “Noi crediamo e accettiamo l’intera Bibbia come infallibile parola di Dio, ispirata dallo Spirito Santo; sola e perfetta regola della nostra fede e condotta; alla quale nulla si può aggiungere o togliere, essendo essa la potenza di Dio in salute a ogni credente. 2 Pie. 1:21; 2 Ti. 3:16,17; Rom. 1:16”. Articoli di fede risultato del Convegno delle Chiese cristiane residenti negli Stati d’Uniti d’America tenuto in Niagara Falls, New York – 30 aprile e 1 Maggio 1927, Archivio ADI, Roma. 2. “Quando affermiamo che la Bibbia è l'unica infallibile ed autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta, dichiariamo di credere nell'ispirazione verbale e plenaria delle Scritture”. Lineamenti dottrinali delle Assemblee di Dio in Italia 3. “Tutta la Bibbia è la parola ispirata da Dio”. Confessione di fede della Chiesa Apostolica in Italia 4. “La Bibbia. Noi crediamo che la Bibbia, come è stata data nei testi originali, è la Parola di Dio, senza errori, pienamente ispirata ed infallibile, e la suprema e finale autorità in ogni materia di fede e di condotta”. Articoli di fede Chiese Elim in Italia 5. “Crediamo nell'ispirazione verbale e plenaria dell'intera Bibbia”. Confessione di fede della CEIAM 6. “Noi crediamo che: La Bibbia "è" la Parola di Dio La Bibbia è l'ispirata Parola di Dio, scritta da santi uomini che hanno parlato e scritto sospinti dallo Spirito Santo (Il Pietro 1:21). Noi accettiamo la sacra Bibbia come guida infallibile in tutte le cose riguardanti la dottrina e la pratica della fede (I Tessalonicesi 2:13 e Il Tim. 3:16)”. Chiesa La Parola della Grazia, Palermo 7. “Che le Sacre Scritture (l’Antico e il Nuovo Testamento) INSERTO giugno ’14 INSERTO IV Documentazione sono l’infallibile Parola di Dio: unica Autorità, in materia di fede e di condotta, valida per tutti i tempi”. Chiesa evangelica pentecostale di Secondigliano (NA) 8. “La Bibbia – Crediamo e accettiamo l'intera Bibbia come Parola di Dio ispirata, unica, infallibile ed autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta”. Chiesa evangelica pentecostale di Giugliano (NA) 9. “Crediamo nell'ispirazione verbale e plenaria dell'intera Bibbia” (II Timoteo 3:16 – II Pietro 1:21). Chiesa Ministero Sabaoth Milano 10. “Noi crediamo e accettiamo l'intera Bibbia come infallibile Parola di Dio, ispirata dallo Spirito Santo, sola e perfetta regola della nostra fede e condotta alla quale nulla si può aggiungere o togliere, essendo essa la potenza di Dio in salvezza a ogni credente (II Pietro 1:21; II Tim. 3:16,17; Rom. 1:16)”. Congregazione cristiana pentecostale di Vittoria (RG) B. Dichiarazioni dell'Alleanza Evangelica o di organismi collegati 1. “Noi crediamo: - nelle Sacre Scritture date originalmente da Dio, divinamente ispirate, infallibili, completamente affidabili e suprema autorità in tutte le materie di fede e condotta”. Confessione di fede dell’Alleanza Evangelica: cfr. P. Bolognesi – L. De Chirico, Il movimento evangelicale, Brescia, Queriniana 2002, p. 93. 2. “Affermiamo la divina ispirazione, la verità e l’autorità della Scrittura, dell’Antico e del Nuovo Testamento nella loro totalità. Essa è la sola Parola scritta di Dio, senza errore in tutto ciò che afferma, e unica ed infallibile regola di fede e di condotta. Affermiamo anche che questa Parola è potente per compiere il piano di salvezza di Dio. Il messaggio della Bibbia è rivolto a tutta l’umanità perché la rivelazione di Dio in Cristo, così come la troviamo nella Scrittura, non può cambiare. Attraverso di essa lo Spirito Santo continua a parlarci ancora oggi. In ognuna delle diverse culture Egli illumina l’intelligenza del popolo di Dio perché esso colga in modo nuovo e personale la verità divina e sia manifestata a tutta la chiesa l’infinitamente varia sapienza di Dio”. Patto di Losanna (1974) in Dichiarazioni evangeliche. Il movimento evangelicale 1966-1996 (a cura di P. Bolognesi), Bologna, EDB 1997, pp. 50-51. 3. “La santa Scrittura, che è la Parola stessa di Dio, scritta da uomini preparati e guidati dallo Spirito Santo, ha un’autorità divina infallibile su tutti gli argomenti che tratta. Noi dobbiamo crederla, come insegnamenti di Dio, in tutto ciò che prescrive; noi dobbiamo attaccarci a essa, come impegno di Dio, in tutto ciò che promette”. Dichiarazione di Chicago (1978) in Dichiarazioni evangeliche. Il movimento evangelicale 1966-1996 (a cura di P. Bolognesi), Bologna, EDB 1997, pp. 134. Ideaitalia giugno ’14 4. “Al centro della fede evangelicale c’è l’autorità della Scrittura riconosciuta e assunta come referenza fondativa. La sua autorità è quella di Dio stesso. La Scrittura va dunque confessata come Parola di Dio, e non lo diventa in un particolare momento. Essa si fonda infatti sull’iniziativa di Dio stesso di rivelarsi senza alienarsi e come tale impone un atteggiamento previo al di là dell’esperienza religiosa, pure notevole, degli uomini. La sua sufficienza libera dalla relatività e rimanda ad una verità indubitabile e oggettiva di cui è garante Dio stesso. Questa concezione respinge una fede dominata dalle opinioni del momento, o nutrita dall’ideologia che suppone una limitazione di Dio nella rivelazione a causa della finitudine dei mezzi umani. Infatti una fede che si pone come istanza autonoma rispetto alla Scrittura rischia di essere costantemente dipendente dal soggettivismo e dal fideismo del proprio tempo perdendo la radicalità dell’aggancio al Sola Scriptura della rivelazione biblica. La posizione evangelicale corrisponde a quella dei Padri e dei Riformatori. Anch’essi ritenevano che la Scrittura avesse piena autorità, fosse totalmente ispirata da Dio e perfettamente chiara come testimonianza che Dio rende di sé stesso. Il carattere plenario dell’ispirazione impedisce un’ipotetica distinzione tra ciò che sarebbe ispirato da Dio e ciò che sarebbe invece semplicemente umano. Questa concezione esclude l’ipotesi che si debba considerare la Scrittura come una semplice “testimonianza” umana dell’esperienza della rivelazione. Significa altresì che è illecito sottoporre la Scrittura al lavoro della critica biblica per spogliare il testo da quelle che si ritengono inutili incrostazioni del tempo di cui le Scritture furono redatte. La fede evangelicale riconosce nell’autopresentazione della Scrittura le condizioni per l’interpretazione stessa. Il fatto che essa si presenti come divina e umana detterà i criteri per la sua interpretazione (Scriptura sui ipsius interpres). Si eviterà quindi di assumere criteri esterni a essa. La Scrittura rappresenta infatti un processo storico complessivo in cui Dio e la storia sono profondamente intrecciati. Questa concezione respinge la tentazione di fare una lettura tendenzialmente storicizzante della Scrittura, o se si vuole storico-critica, che sulla base di presunte acquisizioni sostiene il superamento di certe concezioni troppo elementari e una pluralità di posizioni tra loro incompatibili all’interno stesso della Scrittura. L’interprete evangelicale accetta il travaglio connesso al riconoscimento dell’autorità della Scrittura, cercando di studiarla ed ubbidirle, senza cercare rifugio in altri tipi di “garanzia”. Lo Spirito Santo che ha ispirato gli autori biblici è anche all’opera per suscitare la fede nel suo messaggio e farne comprendere il senso. Cercherà dunque di rispettare i generi letterari senza imporre al testo le proprie chiavi interpretative, siano esse letterali, simboliche o altro e si farà guidare dalla Scrittura stessa. Questa concezione respinge il tentativo d’assumere e fidarsi della capacità critica umana. Malgrado l’apparente rischio, il primato riconosciuto alla ragione anziché alla Scrittura è un modo sofisticato per garantirsi davanti alla lotta col dubbio della ricerca e dell’ubbidienza. Tesine introduttive dell’AEI; Colloquio AEI-FCEI su “La Bibbia: parola di uomini, Parola di Dio” (28/1/2000). giugno ’14 Ideaitalia Dall'Italia 5 Notizie dai distretti - Cresce la partecipazione dei distretti agli appuntamenti dell’Alleanza Evangelica Italiana. I tre appuntamenti dell'Alleanza Evangelica Italiana I tre appuntamenti che ogni anno caratterizzano la vita dell’AEI nel periodo da ottobre a gennaio, rappresentano ormai la spina dorsale di un’agenda con cui si intende perseguire e promuovere il grande sogno di vivere l’unità attorno al pro- getto vincente della crescita del Regno di Dio. Dai vari distretti ci sono giunti diversi segnali di parte- cipazione a questo tentativo di tenere uniti in maniera significativa passato, presente e futuro del popolo di Dio Settimana di Preghiera dell'Alleanza Evangelica 2014 te segnaliamo gli incontri di preghiera speciali nelle singole chiese, ma anche raduni di due o più chiese della stessa area geografica, a Pescara, Roma, Teramo, Montesilvano (CH), Padova, Badia Polesine (RO), Vasto, Campagna (SA), Imola (BO), Misterbianco e Lineri (CT), Trepuzzi (LE), Vicenza, Trento, Rovereto (TN). La crescita numerica dei luoghi in cui le chiese hanno risposto all’appello annuale dell’Alleanza Evangelica, è un segnale positivo che indica la crescita di una consapevolezza radicata nei cristiani autentici di ogni epoca: il popolo di Dio non ha bisogno di costruire l’unità con espedienti umani, come un punto di arrivo, ma ha il privilegio di partire dalla base comune della dichiarazione di Cristo “che siano tutti uno”. tre chiese (Riformata Battista, Internazionale di Sant’Agostino e di Via della Scola) per “condividere la celebrazione del culto con la predicazione su Mt 22,21”. Il coordinatore del Distretto Sicilia ci ha riferito di un incontro serale a Enna, presso i locali della Chiesa Apostolica, con la presenza della Chiesa Riformata Battista di Caltanissetta, il cui pastore Ulfo “ha trattato l'argomento della serata facendo riferimento all'Editto di Milano, che di fatto sancì l'alleanza tra l'Impero e la Chiesa, poi divenuta ‘di Stato’ così com'è ai giorni nostri. Siamo stati incoraggiati a mantenere ferma la fede nella Scrittura e a vivere una vita cristiana autentica all'insegna del ravvedimento e della conversione. In conclusione alcuni momenti di preghiera e la raccolta di un'offerta.” Nel Distretto Centro-Nord, la chiesa di Formigine (MO) “nel contesto del culto di lode e adorazione al Signore, ha utilizzato le indicazioni del Documento finale delle Giornate teologiche 2005 "Le sfide della laicità", nel quale è sottolineata la volontà di riscoprire un vangelo autenticamente imperniato sull'autorità della Scrittura, la centralità del Signore Gesù Cristo, la gratuità della salvezza e la necessità che tutta la vita sia vissuta per la gloria di Dio". tecipazione anche attraverso la raccolta di un’offerta, devoluta in favore dei progetti dell’AEI e di Porte Aperte”. A Reggio Emilia, “una cinquantina di persone, provenienti da quattro chiese delle province di Modena e Reggio, si sono incontrate presso la Chiesa Evangelica di via Fenulli. Dopo una riflessione sul tema della persecuzione e della privazione della libertà per motivi religiosi, abbiamo pregato per i molteplici motivi di sofferenza che affliggono i cristiani nel mondo e richiedono il massimo dell’impegno e dell’attenzione. Nonostante la drammaticità della situazione, il Signore regna sovrano, il Suo progetto procede inarrestabile e Cristo continua a edificare la Sua chiesa (Salmo 96,10 e 10,17-18)”. Nel Distretto Centro l’incontro ha avuto luogo “presso la Chiesa Apostolica di via Caneva, con la presenza di circa 50 persone, provenienti da otto chiese evangeliche della città. Dopo aver introdotto la Giornata, la predicazione di René Breuel su Apocalisse 1 si è incentrata sull’affermazione di Gesù Cristo: ‘Non temere, io sono il primo e l’ultimo’. Il 2014 dell’Alleanza Evangelica è iniziato con la Settimana di preghiera, che rappresenta il modo migliore con cui milioni di credenti in tutta Europa e in varie parti del mondo possono iniziare l’anno solare. Quest’anno il programma, inserito nel precedente numero d’Ideaitalia, era stato preparato dall’Alleanza Evangelica della Repubblica Ceca. L’esortazione principale, espressa dallo titolo stesso, era: “avere uno spirito diverso”, e prendeva spunto dall’esempio di vita e di fede di Caleb. Tra le informazioni ricevu- Domenica della Memoria 2013 La Domenica della memoria, celebrata il 27 ottobre 2013, rappresenta invece il primo dei due appuntamenti autunnali. Il ricordo della proclamazione dell’Editto di Milano (anno 313) “ha offerto lo spunto per riflettere sul valore della libertà religiosa per la nostra società sempre più plurale, ma anche sul rischio di confondere tra loro la vocazione politica dello Stato e quella missionaria della chiesa”, dalle parole di un partecipante siciliano. Per quest’occasione, diverse chiese locali hanno adattato il programma del culto domenicale, inserendovi la cele- brazione a Dio per la saggezza e la costanza con cui porta avanti il suo impegno nella storia dell’umanità in generale e del suo popolo in particolare. Da Udine, nel Distretto Nord-Est, un membro della locale chiesa evangelica, ha espresso la propria “gratitudine al Signore per averci dato l’opportunità di celebrarlo insieme alla Chiesa Evangelica di Padova, con cui, durante il culto ed altri momenti di comunione, abbiamo condiviso la comune appartenenza a un grande popolo e una grande storia”. Sempre nel Triveneto, a Vicenza si sono incontrate Giornata Internazionale di Preghiera per la Chiesa Perseguitata (IDOP) 2013 Dopo la Memoria, per rimanere collegati al popolo di Dio del passato, la Giornata internazionale di preghiera per la chiesa perseguitata, aiuta a prendere coscienza dei combattimenti attuali della chiesa del Signore. Quest’anno la continuità tra i due appuntamenti è stata ancora più marcata, grazie al comune tema della libertà religiosa. Nel Distretto Centro-Nord, a Imola, “le Chiese della Roma- gna si sono incontrate il 17/11 per condividere la comunione fraterna unendosi in preghiera a favore della Chiesa perseguitata. Con la collaborazione di un rappresentante dell’agenzia Porte Aperte, abbiamo pregato per la drammatica situazione in alcuni Paesi africani e asiatici. È stato utile inoltre ricevere aggiornamenti su ‘La sfida di Michea’ e l’iniziativa anticorruzione Exposed. I presenti hanno mostrato la loro par- (continua a pag. 6) Ideaitalia 6 Dall'Italia Un confronto aperto con politici italiani promosso dall’Alleanza Evangelica Italiana Omofobia: le pericolose incertezze e i necessari chiarimenti Il disegno di legge contro l’omofobia, attualmente in discussione al Senato, rischia di avere un effetto contraddittorio: mentre vuole proteggere una categoria di persone contrassegnate dall’orientamento omosessuale o transessuale, corre il rischio di ledere il diritto di tutti di esprimere liberamente convinzioni che contrastano con una visione “politicamente corretta” della sessualità. Un predicatore potrebbe ancora parlare di “peccato” senza essere accusato di omofobia? Si potrebbe ancora proporre un cammino di cambiamento senza essere etichettati come omofobi? Nella scuola sarebbe ancora possibile sostenere l’idea che il matrimonio è tra un uomo e una donna senza essere bollati come omofobi? Questa è la premessa che ha fatto da sfondo alla tavola rotonda organizzata dall’Alleanza Evangelica Italiana (AEI) a Roma il 16 gennaio. L’AEI aveva già espresso queste preoccupazioni in un documento de 21/7/2013 e ha colto l’occasione del passaggio in Senato del ddl per animare un dibattito pubblico cui hanno partecipato Irene Tinagli (Scelta Civica), Lucio Malan (Forza Italia), Mario Staderini (Radicali Italiani) e Giacomo Ciccone (presidente AEI). Tinagli (tra i primi firmatari del ddl) ha esposto le motivazioni di un intervento legislativo per contrastare l’omofobia. Esistono ancora sacche di pregiudizio contro gli omosessuali che spesso si tramutano in discriminazione. Questa situazione inaccettabile rende necessario un intervento legislativo. Malan ha criticato l’attuale ddl perché, pur volendo colpire la discriminazione, non la definisce in modo chiaro e apre quindi alla possibilità di un’interpretazione discrezionale nella quale cadano anche opinioni che sono contrarie all’ideologia gender. Ciccone ha affermato che il problema dell’omofobia c’è. Secondo la visione biblica, nessuno è “sessualmente normale” in quanto tutti vivono la sessualità in modo distorto. È anche vero che la cultura cristiana considera il matrimonio la relazione pattizia entro cui vivere in modo pieno la sessualità. Ciccone ha convenuto che l’attuale ddl non definisce cosa sia discriminazione e cosa non lo sia. Per questo ha suggerito di considerare l’emendamento Waddington che è entrato a far parte della legge britannica sull’omofobia. Questo emendamento recita che “il dibattere o il criticare condotte o pratiche sessuali o incoraggiare persone ad astenersi o modificare tali condotte o pratiche non sono considerabili, di per sé, minacciose o destinate a fomentare l’odio”. Invece di proteggere le opinioni sulla base di appartenenza a una “casta” religiosa o politica (come fa l’attuale emendamento Gitti) l’emendamento Waddington richiama il principio della libertà di espressione personale. Questa precisazione potrebbe benissimo essere integrata nell’articolato in discussione favorendo un necessario chiarimento e proteggendo la libertà di espressioni di visioni della sessualità diverse, senza criminalizzarne alcuna. Staderini ha riconosciuto che il ddl attualmente in discussione è una tipica espressione della “incertezza del diritto” in cui ampio margine è lasciato alla discrezionalità del giudice. Urgono definizioni chiare di discriminazione e incitamento all’odio, prevedendo sanzioni civili e amministrative e lasciando stare la sfera penale. Nelle conclusioni, Leonardo De Chirico, vicepresidente AEI, ha sottolineato come gli evangelici non siano angosciati dal loro problema “particolaristico”, ma desiderino contribuire al bene della società in una direzione di pieno riconoscimento del pluralismo e di piena libertà di parola. Dopo essere stata vittima di un’ideologia religiosa di stato, l’Italia corre il rischio di piombare in un’ideologia di genere imposta per legge. A farne le spese è la possibilità di una società plurale in cui le diverse visioni si confrontino senza criminalizzazioni. Questo è il contributo che la minoranza evangelica vuole dare alla discussione in corso. giugno ’14 (segue da pag.5) L’Apocalisse è una lettera della chiesa perseguitata per la chiesa perseguitata ed è incentrata sulla vittoria del Figlio di Dio. Ciò orienta la nostra preghiera per i credenti perseguitati. Enrico D’Eusebi ha introdotto due blocchi di preghiera sulla Siria e sul Pakistan. Andrea Diprose ha presentato l’opera de ‘Il Soggiorno’, un centro diurno di ascolto e di testimonianza per profughi nel centro di Roma, mentre Leonardo De Chirico ha esposto alcuni annosi problemi riguardanti la libertà religiosa in Italia. La risposta dei presenti alle notizie è stata caratterizzata dalla preghiera, dalle petizioni a favore dei credenti in Siria e in Pakistan e da una colletta a favore della chiesa perseguitata tramite l’Alleanza Evangelica Italiana e Porte Aperte. Il Signore ha infuso in tutti i partecipanti il senso del privilegio d’intercedere per chi soffre e di appartenere al popolo di Dio sparso in tutto il mondo." Nel distretto Nord-Est l’incontro si è tenuto presso la Chiesa Evangelica di Villafranca (VR), dove “un centinaio di persone dalle chiese di Trento, Rovereto (TN), Verona, Vicenza e Padova, hanno pregato confermando l’impegno verso le chiese perseguitate in tutto il mondo, ma anche per l’affermazione di una vera libertà religiosa nella nostra nazione. L’offerta raccolta è stata inviata alla Commissione per la Libertà Religiosa dell’Alleanza Evangelica Mondiale”. Come già riportato sul sito www.alleanzaevangelica.org, altri incontri si sono tenuti nei vari distretti, a San Romano (PI), Seriate (BG), Chieti, Comiso (RG), Caltanissetta, S.Giovanni Rotondo (FG). S.D.B. giugno ’14 (segue da pag.2) italiani nel realizzare l’unità già data tra i credenti nati di nuovo, ma anche come questo sogno non sia un’utopia. L’AEI è un organismo che, nei suoi 40 anni di vita, con alti e bassi, limiti e precarietà, continua a testimoniare che l’unità evangelica è possibile, sostenibile e benefica. L’unità sul “cuore” dell’Evangelo, nella libertà sugli aspetti secondari, è ciò che anima la visione dell’Alleanza, oltre gli steccati dei particolarismi di ciascuno. L’assemblea è stata un momento in cui ringraziare il Signore per la sua fedeltà e rinnovare l’impegno dell’Alleanza al servizio dell’unità evangelica. Nella relazione del presidente è stato registrato un significativo aumento del numero degli iscritti e una grande vitalità di questo organismo, dagli appuntamenti istituzionali consolidati (Settimana di Preghiera, Domenica della memoria, Giornata Internazionale di Preghiera per la Chiesa Perseguitata) alle iniziative sulla libertà religiosa, all’accoglienza dei migranti, alla solidarietà evangelica, ecc. Nel presentare la relazione, Ciccone ha affermato: “Il sogno espresso 150 anni fa da Geymonat si è realizzato 40 anni fa, nel 1974. L’Alleanza Evangelica Italiana è una realtà. Come evangelici possiamo scegliere di vivere come prima del 1864, se pensiamo che l’unità evangelica sia inutile. Oppure possiamo scegliere di vivere nel lungo intermezzo tra il 1864 e il 1974, se pensiamo che l’unità evangelica sia utile ma impossibile da realizzare. Infine, possiamo scegliere di vivere dopo il 1974, consci che l’unità evangelica sia biblica, utile, difficile, ma possibile, per la grazia del Signore Gesù Cristo”. Ideaitalia (segue da pag.2) determinante di esuli italiani in Inghilterra. Essendo stata realizzata l’Unità d’Italia, quello fu pure il periodo di arrivo di molte delle missioni che avrebbero svolto un compito determinante per la testimonianza evangelica: il metodismo wesleyano, quello episcopaliano dall’America, il movimento avventista, il battismo, l’Esercito della Salvezza... arrivarono tutti e si diffusero proprio in quegli anni. Geymonat comprese la necessità di promuovere l’unità evangelica in un contesto così fluido e dinamico. Anche se proveniva dalla chiesa che aveva all’epoca il maggior radicamento, si preoccupò con tutto il cuore di definire il “principio evangelico puro” sul quale poter corrispondere al mandato dell’unità in Cristo. Come secondo documento ho scelto due brevi stralci della “Nona Conferenza Internazionale dell’Alleanza Evangelica” che si tenne a Firenze nel 1891, per impulso dello stesso Geymonat. La “Proposizione” non fu una fissa passeggera del pastore valdese (la conferenza si tenne ben 27 anni dopo). Piuttosto, essa rappresenta – unitamente all’attività evangelistica – il principale obiettivo della sua vita. Nel darsi da fare strenuamente affinché l’assemblea internazionale dell’Alleanza si tenesse in Italia, Geymonat dimostrò di portare avanti con serietà e perseveranza i propositi che il Signore gli aveva posto nel cuore. Ho adattato questi due primi documenti del XIX secolo cercando di Celebrazione 7 agevolare una lettura fluente, ma senza perdere il caldo sapore del tempo in cui furono scritti. Le citazioni bibliche le ho “accomodate” secondo la revisione della Diodati compiuta nel 1894 dalla Società Biblica. Cambi di parole o di espressioni sono riportati in corsivo. Laddove necessari, ho aggiunto alcuni commenti o precisazioni in nota. Come conseguenza di quanto appena detto, sorge naturalmente un altro interrogativo. Quando si è veramente concretizzato il sogno dell’Alleanza Evangelica Italiana? La risposta è: esattamente 40 anni fa. Era il 1974 quando il primo comitato esecutivo, composto da fratelli in Cristo di diverse denominazioni evangeliche, si costituì a Firenze “per testimoniare di essere uniti in Cristo”. Un fatto di una valenza enorme nel piano di Dio per l’Italia, utile per comprendere anche le sfide del nostro tempo. Furono la Conferenza Missionaria di Amsterdam (1971) e il Congresso sull’Evangelizzazione del mondo, tenutosi a Losanna nel luglio del 1974, a suscitare in alcuni italiani il desiderio di costituire l’AEI. Di lì in poi, nel nostro Paese si è assistito a una più ampia (e biblicamente fondata) cooperazione tra chiese di diverse denominazioni, della quale l’Alleanza è testimone diretta dal principio. Una rinnovata fedeltà alle Scritture, che offre l’opportunità di discernere l’ampiezza del popolo di Dio e di avere criteri spirituali per scorgerne i contorni. In questo modo, è quindi possibile aprire una collaborazione organica di tutta la Chiesa. Per offrire una veduta di questo significativo risultato, ho incluso un saggio di Leonardo De Chirico: “La ripresa del sogno dell’Alleanza Evangelica Italiana e la sua costituzione nel 1974”. Infine, per dare un quadro schematico delle significative iniziative dell’Alleanza Evangelica Italiana, ho inserito una Tavola Cronologica. In appendice è riportata la Dichiarazione di Fede dell’AEI. Spero tanto che queste poche pagine possano suscitare, in ogni cuore arreso a Gesù Cristo il desiderio d’impegnarsi con fedeltà e determinazione per scoprire, promuovere e difendere l’unità nella Verità o – come dice Geymonat – il principio puro della fede in Gesù Cristo. Il sogno, espresso 150 anni fa da Geymonat, si è realizzato 40 anni fa, nel 1974. L’Alleanza Evangelica Italiana è una realtà. Come evangelici possiamo scegliere di vivere come prima del 1864, se pensiamo che sia inutile l’unità evangelica. Oppure, possiamo scegliere di vivere nel lungo intermezzo tra il 1864 e il 1974, se pensiamo che l’unità evangelica sia utile, ma impossibile da realizzare. Infine, possiamo scegliere – e questo auspico – di vivere dopo il 1974, consci che l’unità evangelica sia utile, biblica, difficile, ma possibile, per la grazia del Signore Gesù Cristo. Giacomo Ciccone Presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana Ideaitalia 8 Anniversari Anniversari 2013 64 Ha luogo l’incendio di Roma, che, dai quartieri più poveri, in breve tempo, avvolge tutta la città. Di esso fu incolpato Nerone, che a sua volta proiettò sui cristiani la responsabilità dell’incendio. I cristiani furono così condannati a essere crocifissi, decapitati, buttati in pasto alle belve e fatti morire come torce viventi per i giochi notturni dei giardini imperiali. 1514 Nasce uno dei più grandi Riformatori scozzesi, John Knox, un uomo dalla tempra straordinaria e con un grande coraggio. Sopravvisse a due anni di schiavitù in Francia. Fu poi a Ginevra, “la più perfetta scuola di Cristo dal tempo degli apostoli”, e predicò per due anni nell’Auditorio di Calvino affidato alle comunità inglese e italiana. Fu poi a Francoforte, prima di diventare una delle figure-chiave della Riforma nella Chiesa di Scozia. 1564 All’età di 77 anni moriva in Moravia un Riformatore come Bernardino Ochino. Era un frate francescano del più rigoroso ordine dei Capuccini e fu anche Vicario Generale. La sua predicazione fu molto apprezzata per la passione e la forza delle sue argomentazioni. Chiamato a Roma per chiarimenti, viene incoraggiato a fuggire (con Pietro Martire Vermigli) per “non negare Christo o esser crocifisso”. Andrà a Ginevra, ad Augusta, Costanza, Strasburgo, Londra, Chiavenna, Zurigo. All’età di 55 anni muoriva Giovanni Calvino, il maggior pensatore della Riforma del XVI secolo e una delle figure più significative della storia europea. 1714 Il Signore chiama Matthew Henry (il 22 giugno). Il suo Commentario di tutta la Bibbia in forma espositiva, che esiste pure in italiano in dodici volumi, avrebbe influenzato generazioni di credenti. L’AEI ha evocato la sua nascita (1662) nella Domenica della memoria del 2012. Il 16 dicembre nasceva George Whitefield. Convertitosi mentre studiava a Oxford, divenne uno dei maggiori predicatori del XVIII secolo, non solo in Gran Bretagna ma anche negli Stati Uniti. L’opposizione dei vertici della chiesa lo indussero a predicare all’aperto a migliaia di ascoltatori. 1764 Il 28 febbraio nasceva Robert Haldane. Nato in un’antica famiglia scozzese, vendette la proprietà di Airthrey House per raccogliere fondi per il lavoro missionario. Si dedicò all’evangelizzazione in Svizzera e in Francia. 1864 Charles Haddon Spurgeon predicava il 5 giugno al Metropolitan Tabernacle di Londra un sermone su “La rigenerazione del battesimo” in cui affermava che “il battesimo senza fede non salva”. Era una chiara affermazione polemica nei confronti dell’insegnamento del Prayer Book sul battesimo della Chiesa d’Inghil- terra. Il sermone fu accompagnato da un’accesa controversia. 1914 Il 15 marzo nasceva Leon Morris, uno studioso di Nuovo Testamento originario del sud della Scozia, andato con il Signore nel 2006. Per diversi anni fu Rettore della Tyndale House di Cambridge, poi preside del Ridley College in Australia. Autore di The Apostolic Preaching of the Cross (1955), ma anche di diversi Commentari alla Bibbia (1-2 Tessalonicesi, 1956; 1 Corinzi, 1958; Apocalisse, 1987; Luca, 1988; Romani 1988; Matteo, 1992; Galati, 1996) e di una New Testament Theology, 1986. Di lui sono stati tradotti in italiano dai GBU Il Vangelo secondo Luca, La I Epistola ai Corinzi, La I e II Epistola ai Tessalonicesi. 1964 Il Signore chiamava John Herman Bavinck all’età di 69 anni. Dopo il pastorato in una chiesa olandese in Indonesia, fu missionario nell’isola di Giava. Dal 1939 divenne professore di missiologia in Olanda. Fu anche attivo nella resistenza antinazista. Tra i testi più significativi, che forniscono coordinate significative per la missione, la Introduction to the Science of Missions (1960). 1984 Trenta anni fa aveva luogo la firma dell'Intesa tra lo Stato italiano e la Tavola valdese (Unione delle chiese metodiste Le opinioni espresse su Ideaitalia sono esclusivamente dei loro autori, e non impegnano pertanto necessariamente l’AEI. I testi possono essere ripresi citando la fonte. Un’informazione che forma non può essere un compito di pochi: ha bisogno anche del tuo sostegno. Sottoscrivi un abbonamento a Ideaitalia! giugno ’14 e valdesi) secondo l’art. 8 della Costituzione. Frutto di un’importante riflessione teologica, giuridica e politica sviluppatasi nel dopoguerra, essa fu seguita poi da intese con altre confessioni. Nello stesso anno aveva avuto luogo il rinnovo del Concordato con la Chiesa cattolica. 2014 Il 17 gennaio era chiamato alla casa del padre il prof. José Grau. Nato nel 1931, può essere considerato il teologo del Protestantesimo spagnolo e maestro di una fede fondata sulla Parola di Dio. Benché molti libri siano stati tradotti in spagnolo da altre lingue, le sue opere rimangono un contributo sostanziale alla fisionomia dell’Evangelismo spagnolo. Ideaitalia Notiziario trimestrale della Direttore responsabile: Leonardo De Chirico Direttore: Pietro Bolognesi Redattori e collaboratori: Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Roberto Mazzeschi, Gianfranco Piccirillo, Gianluca Piccirillo, Giuseppe Rizza Amministrazione: Ettore Calanchi, Gian Piero Marussich Tel. amministrazione: (+39) 059 556496 E-mail: [email protected] Internet: www.alleanzaevangelica.org Ufficio abbonamenti: aei Vicolo Sant’Agata, 20 00153 Roma Tel. redazione (+39) 333 8558174 Abbon. annuale: Euro 10,00 Abbon. sostenitore: Euro 15,00 c/c postale n. 46728002 intestato a: aei... 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