Ideaitalia
Notizie e comunicazioni dall’Alleanza Evangelica Italiana
Anno XVIII • n. 1 • giu. 2014
Poste Italiane S.p.A. • Spedizione in abbonamento postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 • DCB Caserta
Quaranta
Le chiese evangeliche lasciano in genere poco spazio ai
simboli. Esse hanno
ben presente l’insegnamento del Signore
Gesù relativo all’adorazione in spirito e
verità. Rispetto alle
forme di spiritualità che danno grande
valore ai simboli, la
spiritualità protestante
ed evangelica è sempre stata riservata. La
convinzione è che il
simbolo rischi di far
fissare l’attenzione
sulle forme anziché sulla sostanza.
Le ragioni storiche per alimentare
questa impostazione non mancano. Si
ha dunque un certo
pudore anche nei
confronti degli anniversari e di tutto ciò che sembra
orientare verso un
passato. Nonostante le tante, legittime riserve, il simbolo
ha però la capacità di
dare da pensare: dilata la realtà immediata e apre a molteplici
risonanze; fa perciò
rimbalzare i pensieri
al di là dell’elemento
statico immediato.
Nell’antichità,
il
simbolo era il frammento di osso spezzato dato all’ospite
che partiva. La giustapposizione dei due
frammenti
spezzati
avrebbe permesso il
grande quantità o un
lungo periodo di tempo. Basti pensare che,
durante l’attraversamento del deserto,
tutti gli adulti del popolo d'Israele che si
erano ribellati all’Eterno morirono (Num
14,20-23).
Sarebbe interessante
verificare quali iniziative evangeliche abbiano superato i quarant’anni. Alcune di
esse, che sembravano così promettenti
all’inizio, si sono
esaurite nel volgere
I quarant’anni
di pochi anni. Il susegnano in genere
peramento dei quail momento della
rant’anni non è di
maturità, arriva
per sé una garanzia
di bontà, ma è ceril momento della
tamente
un motivo
stabilità. Grazie
di riflessione.
alle premesse e
Anche l’Alleanza
alla fedeltà di Dio,
Evangelica Italiasi può pensare di
na ha raggiunto il
traguardo dei quaandare avanti.
rant’anni. È una bella età. I quarant’andiversi in cui si espri- ni segnano in genere
il momento della mameva un “mondo”.
Anche i numeri han- turità. Dopo gli entuno avuto la loro fun- siasmi degli inizi e le
zione simbolica. Per inevitabili difficoltà
un lettore della Scrit- della maturazione, artura il numero qua- riva il momento della
ranta, come multiplo stabilità. Certe ingedi quattro, evoca una nuità sono superate.
significativa serie di Si è meno angosciati
episodi. Dal diluvio riguardo alla propria
(Gn 7,12) fino alla sopravvivenza. Ci si
tentazione di Gesù può accontentare di
nel deserto (Mc 1,12), guardare indietro, ma
il numero quaranta ci si può anche muoriveste un significato vere verso il futuro.
simbolico. Evoca una Grazie alle premesse
riconoscimento reciproco (o quello dei figli) anche a distanza di
tempo. Questo aspetto
rimanda alla confessione della fede come
qualcosa di non semplicemente personale,
ma anche di comunitario. “Noi crediamo…”
Il Cristianesimo antico
forgiò i propri simboli
di riconoscimento: un
pesce, l’agnello, l’àncora, la colomba, la
barca, ecc. Erano modi
“
”
 Sommario
Celebrazione
2L'unità evangelica è
difficile, ma possibile
L'unità evangelica
8Non si può più fare
missione senza
Losanna
Dall'Italia
3Ragioni per Dio: per
un confronto civile e
partecipato
5I tre appuntamenti
dell'Alleanza Evangelica Italiana
6Omofobia: le pericolose incertezze e i
necessari chiarimenti
Appuntamenti
8Anniversari
Inserto
Documentazione
I La Scrittura e lo
Spirito Santo
IIILa dottrina evangelica delle Bibbia
 Appuntamenti
In vista della prossima Assemblea federale che si terrà il prossimo aprile 2015,
a Roma, si ricorda a tutti
i soci di rinnovare le proprie quote associative al c/c
Banco Poste avente IBAN:
IT 64 N 07601 03200
000046728002.
e alla fedeltà di Dio,
si può pensare di andare avanti.
È questo l’augurio
che viene da fare.
P.B.
Ideaitalia
2 Celebrazione
giugno ’14
L’Assemblea Federale dell’AEI a 40 anni dalla sua costituzione

L'unità evangelica è
difficile, ma possibile
In un clima di sobria ma
palpabile riconoscenza al
Signore, l’assemblea annuale dell’Alleanza Evangelica
Italiana ha ricordato il 40°
anniversario della sua costituzione (1974) al servizio
dell’unità evangelica nel nostro Paese. Il 1974 fu anche
l’anno del Patto di Losanna,
il più significativo documento evangelical dell’età
contemporanea. I due anniversari sono, quindi, preziose occasioni per rilanciare
l’impegno evangelico nel
mondo. Quest’anno l’assemblea si è svolta in contemporanea con il corrispondente
incontro annuale del SISE
(Servizio Italiano Stampa
Evangelica). La collaborazione tra i due organismi ha
permesso di tenere, venerdì
4 aprile, una tavola rotonda
sulle sfide che la tecnologia
digitale porta alla missione
cristiana di evangelizzare e
fare discepoli. Andrea Bader, segretario del SISE, e
Giuseppe Rizza, coordinatore del Distretto Nord-est
dell’AEI, hanno animato
un’interessante conversazione sui rischi e le opportunità
di questo imponente cambiamento culturale.
Sabato 5 aprile vi è stata la
commemorazione del 40° anniversario dell’AEI. Alla presenza degli ex-presidenti Giuseppe
Piccolo, Gianfranco Giuni e
Roberto Mazzeschi, l’attuale
presidente, Giacomo Ciccone,
ha ripercorso la storia dell’Alleanza non solo a partire dagli
ultimi 40 anni, ma retrodatando
l’attenzione al 150° anniversario della “Proposizione d’Alleanza Evangelica” di Paolo
Geymonat. Nel 1864, infatti,
questo pastore valdese propose l’istituzione dell’Alleanza
Evangelica che si collegasse
all’Alleanza nata nel 1846 a
Londra. Per l’occasione, Ciccone ha presentato un libro da lui
curato, e stampato da Evangelista Media (e acquistabile su
http://evangelistamedia.com/
ITA/it/index.html), in cui ha ripubblicato il testo di Geymonat e altri materiali utili per
fare i conti con lo spessore
spirituale e storico dell’AEI.
Il titolo del libro ben riflette
la fatica, ma anche la necessità, del lavoro svolto: Unità
evangelica: difficile ma possibile. Questo è il titolo del
volume che dice quanto sia
stato, e sia tuttora, complicato coinvolgere gli evangelici
(continua a pag. 7)

L'unità evangelica
Di recente, mi è capitato spesso di ricevere domande come: “Che cos’è
l’Alleanza
Evangelica
Italiana?”,“Quando è nata
l’AEI?” e così via. Difficile
rispondere con una battuta:
spiegare l’Alleanza significa
riaffermare coerentemente
alcune verità basilari dell’Evangelo. Verità irrinunciabili,
che nessun evangelico contesterebbe mai, ma che, a volte,
accettandole come teoria, accantoniamo nella pratica. Un
figlio di Dio non negherebbe
mai che “è buono e piacevole che fratelli dimorino insieme”, ma a volte non se ne
traggono le necessarie conseguenze. Ogni “nato di nuovo” apprezza la preghiera di
Gesù elevata al Padre perché
“siano tutti uno […] affinché
il mondo creda che tu mi hai
mandato”. Facciamo nostro
il santo proposito del Signore, ma a volte non percepiamo che da quella preghiera
nascono, già per il presente,
nostre precise responsabilità
come seguaci di Cristo: se il
Signore dice “tutti”, intende
proprio tutti coloro che Egli
stesso ha rigenerato.
Quando a Londra, nel
1846, per la prima volta si
costituì l’Alleanza Evangelica, lo scopo era di “proclamare l’unità che la chiesa
di Gesù Cristo già possiede
come Suo corpo”. Gli 800
partecipanti,
provenienti
da 52 gruppi di cristiani,
erano “profondamente convinti di quanto sia auspicabile formare una sorta di
confederazione sulla base
dei grandi principî evangelici comuni tra di loro, che
possa offrire un’opportunità
per coltivare amore frater-
no, godere della reciproca
collaborazione e promuovere quegli obiettivi concordati insieme di volta in volta”.
In altri termini, maturarono
una disposizione conseguente alla preghiera sacerdotale di Gesù: era una chiara opera dello Spirito Santo!
Ma in Italia quando è avvenuta questa presa di coscienza in modo concreto?
Per rispondere adeguatamente a questo interrogativo ho pensato di raccogliere
in questo volumetto alcuni
documenti che aiutano a delineare la storia dell’Alleanza Evangelica Italiana.
Ho selezionato il primo
scritto per rispondere alla
domanda: “Quando è nato
il sogno, quando è sorta la
visione per costituire l’Alleanza Evangelica Italiana?”.
Con Proposizione d’Alleanza Evangelica in Italia,
scritto nel 1864 dal pastore,
evangelista e teologo Paolo
Geymonat, comprendiamo
che il sogno dell’AEI ha
esattamente 150 anni! M’imbattei in questo scritto “per
caso” nell’estate del 2012:
ne rimasi subito affascinato.
La Proposizione costituisce
un punto fermo, una pietra
miliare per comprendere la
possibilità dell’unità evangelica in Italia. Essa condensa anche alcuni degli ostacoli che il proposito dell’unità
incontrò durante il suo percorso. A quel tempo l’evangelismo italiano includeva,
oltre alla Chiesa Valdese,
anche una crescente testimonianza di derivazione Brethren e di altre chiese libere,
che lo Spirito Santo suscitò
anche attraverso l’impulso
(continua a pag. 7)
giugno ’14
Ideaitalia
Tim Keller in Italia

Ragioni per Dio: per un confronto civile e partecipato
Una delle grandi questioni
che circondano il dibattito
pubblico è la possibilità o no
che a questo dibattito partecipino anche voci religiose:
voci, cioè, che fanno esplicitamente riferimento ad
assoluti di tipo trascendente, morale o teologico. Nel
nostro Paese siamo stretti in
una morsa: da un lato, per
molti decenni è stato consentito a una sola voce religiosa (quella della religione
della maggioranza) di agire
in regime di monopolio dei
“valori” e di essere l’unica
voce religiosa autorizzata a
partecipare al dibattito pubblico. Altre voci religiose
sono state neglette o emarginate. Dall’altro lato, cresce
il nervosismo di chi vorrebbe eliminare in radice ogni
voce religiosa in nome di
un’ideologia laicista, secolarizzata, secondo la quale
chi ha degli assoluti non può
per definizione partecipare
ad un discorso pubblico. C’è
chi vorrebbe allora castrare
il dibattito dalla dimensione
religiosa e aprirlo solo a chi
sta dentro l’ideologia della
secolarizzazione. Dal monopolio di una voce religiosa
su tutte le altre stiamo passando all’esclusione di tutte
le voci religiose.
Questo libro suggerisce
e pratica un’impostazione
diversa. Per Keller, siamo
tutti diversamente credenti
in qualcosa. Non esiste la
divisione tra chi crede e chi
non crede, ma tra chi crede
in qualcosa/qualcuno e chi
crede in un altro qualcosa/
qualcuno. La differenza è
semmai, riprendendo un
libro recente di Marco Ven-
tura, tra i credenti e i creduli. Siamo tutti essere religiosi, cioè legati a qualche
forma di assoluto: la differenza è che per alcuni la
propria religione è esplicita
e consapevole, per altri è
implicita e inconsapevole.
Benedetto Croce diceva
che non possiamo non dirci cristiani, ma Keller dice
che non possiamo non dirci
credenti in qualcosa. Il confronto pubblico deve aprire
il dibattito a tutte le voci
e non può fare leva sulla
esclusione della fede dal
dibattito. Si tratta di dialogare sui grandi temi della
vita, del male, dell’ingiustizia, del fatto che siamo tutti
diversi e in un certo senso
tutti uguali nella consapevolezza del nostro essere
situati in qualche posto.
La dimensione religiosa
è ineludibile. Ci sono dei
rischi per le voci religiose. Quando la fede si lega
ad un’ideologia, cioè a un
sistema chiuso, incapace
di dialogo e di collaborazione, inetto a conversare
in modo civile, allora rende un pessimo servizio al
bene comune. Quando la
fede diventa un ghetto ideologico settario che non sa
interfacciarsi con il pluralismo e va in cortocircuito
rispetto alla complessità.
Questa è una fede malata, patologica. Ma Keller
mostra invece, che al suo
meglio, il credente è una
persona che ascolta l’altro,
che è interessata ad imparare dall’altro e che vuole
contribuire all’incontro reciproco, essendo persuaso
che la visione cristiana (in
Dall'Italia 3
questo caso) sia la più ragionevole e la più efficace.
Il dibattito pubblico va abitato con uno stile civile di
argomentazione che Keller
interpreta molto bene.
Questo è un libro di apologetica. Si tratta di una
parola che è stata fatta entrare nella “bad company”
delle parole da non usare
Keller. Una difesa gagliarda della fede, ma che non
vuole manipolare l’altro.
Una fede cristiana consapevole, ma che ascolta e
vuole interagire con l’altro. Un’apologetica dialogica che non si sottrae alle
questioni spinose.
Questa apologetica non
nasce nel chiuso delle aule
nel linguaggio pubblico. Essa crea imbarazzo,
pudore e viene rimossa.
Apologetica dà l’idea di
arroccamento, bigottismo
e difensivismo, di una
fede retrograda e asserragliata nella sua cittadella
anti-moderna. Per questa
ragione, l’apologetica è
stata abolita dalle facoltà
teologiche liberali e rinominata in quelle cattoliche
nella dizione più neutra di
“teologia fondamentale”.
Questo libro è un tentativo di riabilitare l’apologetica nel senso alto del termine. Secondo l’uso che
ne fa il Nuovo Testamento,
l’apologetica è l’arte del
rendere conto della fede,
l’arte di parlare, dialogare, discutere sulla fede.
È un compito a cui tutti i
cristiani sono chiamati a
essere pronti. Deve essere fatto onestamente, con
rispetto e con mansuetudine. Io vedo questo tipo
di apologetica nel libro di
accademiche, ma nel vivo
della città di New York.
Non in un monastero dove
l’altro è solo immaginario,
ma faccia a faccia con le
persone e nel crogiolo della cultura contemporanea:
scettica e credula, cinica e
superficiale, opulenta eppure povera. Ragioni per Dio.
La fede nell'era dello scetticismo, Torino, La Casa della
Bibbia 2014, parte dalle domande vive e laceranti della
gente di fronte al dubbio e
allo scetticismo. A partire da
queste imbastisce una dialogo trasparente, profondo e
ragionevole, presentando la
ragionevolezza, la plausibilità e la migliore penetrazione della fede cristiana nelle
questioni della vita. Questo
è ciò che fa Keller in questo
libro. Criticando i monopoli e le esclusioni, si tratta di
un’apologetica dallo stile
ragionevole che ispira un
dibattito aperto e civile.
LDC
4 Rendiconto/Celebrazione
Il rendiconto dell’Alleanza Evangelica Italiana

Quasi 6000€ per le Filippine
A partire dal terremoto del
Friuli del 1976 sino alla
devastazione avvenuta nelle Filippine, passando per
l'emergenza migranti del
2011 e da moltissime altre
occasioni di bisogno nel
mondo, l'AEI ha svolto il
proprio servizio di sensibilizzare la fratellanza a
rispondere con generosità
utilizzando i canali internazionali affidabili per far
fluire gli aiuti.
Dopo il tifone della fine
del 2013 che ha devastato le Filippine, l’Alleanza Evangelica Italiana
ha raccolto la somma di
5.916 Euro da parte della
fratellanza italiana per venire incontro alle necessità
delle popolazioni colpite.
La somma è stata inviata
all’Alleanza Evangelica
delle Filippine (Philipine
Council of Evangelical
Churches, PCEC) che ha
coordinato gli interventi di aiuto umanitario. Il
presidente del PCEC, Cesar Vicente P. Punzalan
III, ha ringraziato l’AEI e,
tramite essa, la fratellanza
evangelica italiana, per il
soccorso prestato in questo
tempo di difficoltà.
Gli aiuti raccolti sono
Il Movimento di Losanna celebra il 40° anniversario del Congresso per
l’evangelizzazione del 1974

Non si può più fare missione
senza Losanna
“A quarant’anni dal Congresso e dal Patto di Losanna, non si può più fare missione senza fare riferimento
a Losanna che è una pietra
miliare nella storia della
chiesa”. Con queste parole, Michael Oh, direttore
esecutivo del Movimento
di Losanna, ha ricordato
l’importanza dello “spirito” di Losanna nell’ambito di un convegno tenuto
all’Istituto biblico di Emmaüs, a Vevey, nei pressi di
Losanna dal 5 al 9 maggio
2014. Quasi duecento rappresentanti del variegato
Movimento di Losanna si
sono dati appuntamento per
una 4 giorni di preghiera,
celebrazione, ascolto della Parola e conversazione
per ricordare e rilanciare
l’eredità di Losanna. Sono
state ricordate le tappe storiche (i congressi di Losanna 197, Manila 1989
e Città del Capo 2010),
i documenti prodotti, le
collaborazioni stabilite, i
protagonisti coinvolti (su
tutti Billy Graham e John
Stott) e, soprattutto, la visione di evangelizzare il
mondo come imperativo
per la chiesa di Gesù Cristo. Nelle relazioni di Chris
Wright e Linsday Brown,
la chiamata a essere un popolo radicalmente diverso
è stata coniugata con quella
di penetrare la società col
vangelo, proclamando la
buona notizia e vivendola
in tutte le sfere dell’esistenza. Losanna quindi è un’eredità ampia e profonda,
Ideaitalia
stati impiegati in progetti di fornitura gratuita
di cibo e generi di prima
necessità, oltre alla partecipazione di squadre di
medici al soccorso e alla
messa a disposizione di
“pacchi casa” (comprensivi di lenzuola, coperte, pentole ecc.) per chi
aveva perso tutto. Per
una relazione dettagliata:
http://pceconline.org/news.
htm#n1
L’AEI ringrazia tutti
gli evangelici che hanno voluto inviare il loro
contributo tramite i canali
dell’Alleanza che sono al
servizio della comunione
esistente tra i credenti nati
di nuovo.
vita e vitale. Dall’Italia,
alle sessioni multiple su
diversi temi missiologici
hanno anche contributo
Sarah Breuel (sull’evangelizzazione tra gli studenti),
Giuseppe Rizza (sulle prospettive cristiane sulla crisi economica) e Leonardo
De Chirico (sulla responsabilità di una “teologia
pubblica”).
Al convegno hanno anche
partecipato Thomas Bucher, segretario dell’Alleanza Evangelica Europea,
e Gordon Showell-Rogers
giugno ’14
P r o s s i m i
Appuntamenti
dell'AEI
Domenica
26 ottobre 2014
Domenica della memoria
Domenica
2-9 novembre 2014
Giornata di preghiera
per la chiesa perseguitata
(IDOP)
Domenica
11-18 gennario 2015
Settimana di Preghiera
dell'Alleanza Evangelica
e Wilf Gasser, segretari associati dell’Alleanza
Evangelica Mondiale. Nel
suo intervento, ShowellRogers ha sottolineato il
partenariato proficuo e
sinergico che esiste tra
l’Alleanza e il Movimento
di Losanna. Insieme, pur
nelle loro specificità, questi due organismi sono al
servizio della chiesa evangelica affinché la verità biblica di Gesù Cristo arrivi
sino alle estremità della
terra chiamando le nazioni
all’ubbidienza della fede.

Ideaitalia
Documentazione I
La Scrittura e lo Spirito Santo 
Dialogo teologico tra l'Alleanza Evangelica e la Federazione delle Chiese Pentecostale
Il presente documento è frutto del lavoro compiuto congiuntamente dalla Commissione teologica dell’Alleanza Evangelica Italiana (AEI) e dalla Commissione per il Dialogo della Federazione delle Chiese Pentecostali (FCP), svoltosi tra il 2011 e il 2013.
Rappresenta un’importante piattaforma di convergenza teologica all’interno dell’evangelismo italiano proprio su un locus –
quello della Scrittura nel suo rapporto con lo Spirito Santo – particolarmente strategico per la fede cristiana. Inoltre, richiamando
esplicitamente l’Impegno di Città del Capo (2010) e incorporandone la sezione sulla “intera Bibbia come parola di Dio”, si collega alla famiglia globale dell’evangelismo contemporaneo, che trova espressione nel Movimento di Losanna.
Il presente documento nasce per amore della Parola di Dio. Il tavolo di confronto e di dialogo avviato dalle commissioni
dell'AEI e della FCP è promosso in uno spirito di comunione e fraterna amicizia. La necessità di riconsiderare lo sviluppo sul
tema Spirito/Scrittura alla luce di una variegata e crescente multireligiosità ha spinto le due commissioni a confermare, sul piano
teologico ed ecclesiologico, il ruolo che la Scrittura ha in quanto Parola di Dio con unanime consenso.
Il risultato testimonia il livello profondo di unità sostanziale nell’Evangelo di Gesù Cristo che caratterizza una consistente parte della famiglia evangelica italiana, pur in presenza di sensibilità e/o prospettive diverse su aspetti sicuramente secondari. L’augurio è che
questo documento sia diffuso nelle chiese evangeliche italiane diventando motivo di incontri e oggetto di ulteriori approfondimenti.
Aversa (CE), 28 ottobre 2013
La Commissione teologica dell’AEI:
Roberto Mazzeschi
Leonardo De Chirico
Samuele Russo
Gaetano Di Francia
La Commissione per il dialogo della FCP:
Carmine Napolitano
Sandro Gianneramo
Enzo Esposito
Mario D’Angelo
Pietro Varrazzo
L’Alleanza Evangelica Italiana e la Federazione delle Chiese Pentecostali dichiarano:
Ci riconosciamo nell’articolo sulla Scrittura dell’Impegno di Città del Capo (2010)1:
“Riceviamo l’intera Bibbia come parola di Dio, ispirata dallo Spirito Santo, proferita e scritta tramite autori umani. Ci sottomettiamo a essa ritenendola autorevole in modo supremo e unico, tale da governare le nostre convinzioni e il nostro agire ...
Affermiamo che la Bibbia è la parola scritta definitiva di Dio, non oltrepassata da alcuna ulteriore rivelazione, ma ci rallegriamo che lo Spirito Santo illumina le menti del popolo di Dio affinché la Bibbia continui a esprimere la verità di Dio in modo
nuovo alle persone appartenenti a ogni cultura”.
A partire da quest’affermazione comune, dopo un ampio dialogo fraterno da cui entrambe le commissioni hanno beneficiato,
possiamo affermare insieme i seguenti punti che riguardano il rapporto tra lo Spirito Santo e la Scrittura.
1. Lo Spirito Santo e la rivelazione della Parola scritta
1.1 La Rivelazione biblica è opera di Dio nella Sua unità plurale di Padre e Figlio e Spirito Santo. Lo Spirito è quindi intimamente e direttamente coinvolto nell’ispirazione degli autori biblici, avendoli “sospinti” a parlare e a scrivere da parte
di Dio (2 Pietro 1,21). Dopo l’ascensione di Gesù, lo Spirito ha continuato l’opera di rivelazione del Figlio (Giovanni
16,13-14) sino alla morte dei testimoni oculari e alla redazione dei testi degli scrittori ispirati. Tali testi, poi, sono entrati a
far parte del canone biblico per la loro autorevolezza intrinseca che è stata riconosciuta dalla chiesa. L’opera dello Spirito
Santo, che è Dio, nel processo dell’ispirazione è stata assolutamente determinante e irripetibile.
1.2 Lo Spirito ha anche contribuito in modo decisivo alla “spirazione” di tutti i testi biblici (2 Timoteo 3,16). Lo Spirito ha
guidato il cuore e le parole degli autori ispirati, ma anche la formazione e la stabilizzazione dei testi biblici. Ogni Scrittura
è ispirata da Dio. Il termine theopneustìa riferisce ed esprime l’azione dell’“alitare” dello Spirito di Dio nella guida della
1 Impegno di Città del Capo (2010), Roma-Chieti, GBU 2011, p. 27. Nel 2010 a Città del Capo (Sudafrica) si è tenuto il terzo Congresso mondiale per
l’evangelizzazione del mondo, dopo quelli di Losanna (1974) e Manila (1989). Per questa ragione il congresso è stato chiamato Losanna III. A conclusione del
Congresso, a cui hanno partecipato più di 4000 delegati, è stato diramato l’Impegno di Città del Capo. Questo documento segue il Patto di Losanna e il Manifesto
di Manila e si articola in due parti. La prima è una chiara affermazione della fede evangelica, biblicamente fondata e missiologicamente orientata. La seconda parte
presenta invece un invito all’azione missionale olistica e radicale. L’Impegno di Città del Capo è uno dei testi più rappresentativi dell’evangelismo contemporaneo.
INSERTO
giugno ’14
INSERTO
II Documentazione
Ideaitalia
giugno ’14
rivelazione e della conseguente redazione, dal punto di vista sia testuale sia personale. La Scrittura è parola di Dio scritta
in parole umane nella storia; senza sopprimere l’umanità degli scrittori biblici, Dio si è servito di loro per esprimere la sua
perfetta volontà nei riguardi del suo popolo. Nell’autopresentazione della Scrittura ci sono le condizioni per l’interpretazione
della stessa. La Scrittura è interprete di sé stessa; pertanto, non se ne può fare una lettura parziale: ciò che è scritto va còlto nel suo
significato complessivo. La Scrittura rappresenta, infatti, un processo storico complessivo, in cui Dio e la storia sono profondamente
intrecciati, ed evidenzia il carattere progressivo della rivelazione. Solo il coinvolgimento dell’interprete in questo avvenimento in cui
Dio incontra l’uomo rende possibile una retta comprensione del messaggio.
1.3 Lo Spirito è anche colui che annuncerà “le cose a venire”, quelle che Gesù non ha rivelate ai discepoli, perché non
erano “alla loro portata” (Giovanni 16,12-13). Non si tratta di nuove rivelazioni accanto, oltre a al di fuori di quella attestata nella Scrittura. Si tratta invece di una maggior conoscenza e di una più completa intelligenza, da parte dei discepoli,
del “mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti” (Colossesi 2,2-3).
Tra i carismi dello Spirito alla chiesa c’è il dono di profezia che è un dono di parola. La “profezia” è stata variamente
compresa, ma, qualunque sia il modo di comprenderla, essa è sempre sottoposta a un duplice criterio regolativo: quello
del discernimento di altri profeti (1 Corinzi 14,32) e, in modo ultimo, i criteri forniti dalla Parola di Dio scritta (Romani
12,6). Una volta chiuso il canone biblico, la profezia non deve andare oltre ciò che è scritto (1 Corinzi 4,6) e non deve
aggiungere o togliere nulla alla Scrittura (Apocalisse 22,18-19).
1.4 L’esercizio dei doni dello Spirito richiede un discernimento idoneo, come la Scrittura insegna (1 Corinzi 14,40); tuttavia, la necessaria gestione pastorale e liturgica delle manifestazioni pneumocarismatiche non ne mette in questione la
legittimità (1 Tessalonicesi 5,19). Fondamentale è anche quest’altra considerazione: lo Spirito, che è lo stesso per tutti,
crea una comunità di fratelli e sorelle. Il principio di fraternità e sororità è costitutivo della comunità cristiana; carismi e
ministeri non creano un clero dotato di poteri particolari sacramentalmente conferiti. Ogni potere appartiene al Signore
(Matteo 28,18) che non lo delega se non al suo Spirito - che è potenza di Dio in atto (1 Corinzi 2,4) - e alla sua Parola
che “chiama le cose che non sono come se fossero” (Romani 4,17).
2. Lo Spirito Santo e l’interpretazione della Parola scritta
2.1 In modo analogo all’ispirazione, anche l’interpretazione biblica è un atto trinitario che coinvolge tutti i credenti. Il
Figlio ha promesso che lo Spirito avrebbe guidato la chiesa nella verità (Giovanni 16,13) dopo la sua ascensione. L’interpretazione biblica si muove in questa circolarità: la Parola rivelata del Padre è verità (Giovanni 17,17), Gesù stesso è la
Parola e la verità (Giovanni 1,1 e 14,6) e lo Spirito, che è verità, guida la chiesa in tutta la verità di Gesù Cristo che è fissata
nella Parola scritta.
2.2 Lo Spirito, che ha rivelato la Parola, ha anche un ruolo decisivo nell’interpretazione della Scrittura. La guida
dello Spirito Santo è necessaria per conoscere le cose che Dio ci ha donato (1 Corinzi 2,6-16), le quali, altrimenti,
rimarrebbero nascoste o incomprensibili. Lo Spirito Santo, che è Dio, è stato donato ai credenti per illuminare “gli
occhi dei loro cuori” (Efesini 1,18) affinché, coltivando la “mente di Cristo”, possano accedere alle profondità della
rivelazione, assimilarle e condividerne le ricchezze. Lo stesso Spirito che ha ispirato gli autori biblici, illumina anche
gli interpreti biblici. Si può dire che la Parola è il canone interno dello Spirito, e lo Spirito è il canone interno della
Parola.
2.3 La Scrittura, pertanto, può essere adeguatamente interpretata solo con l’aiuto dello Spirito Santo; il credente deve
confidare sempre nella guida dello Spirito per la comprensione di ciò che è scritto. Le profondità di Dio nessuno le
ha mai potute conoscere eccetto lo Spirito di Dio; il discernimento delle cose spirituali può avvenire solo per mezzo
dello Spirito (1 Corinzi 2,9-14). Se è vero, come è vero, che lo Spirito è l’autore della Scrittura, allora la comprensione di essa non può che essere legata a un’azione dello Spirito stesso nell’economia trinitaria. Pertanto, è un errore
ignorare le Scritture, così come è errato ignorare la potenza di Dio, che è lo stesso ieri, oggi e per sempre (Marco
12,24 con Ebrei 13,8), la cui azione non è prevedibile secondo schemi prefissati, ma è fedele all’essere proprio di
Dio trino. Lo scopo della Scrittura è condurre a Cristo, ma questo scopo non lo si può raggiungere se lo Spirito non
guida in tale direzione (Giovanni 16,15). L’interpretazione deve, sì, avvalersi degli strumenti, delle conoscenze, delle
competenze ordinarie di tipo linguistico, storico e culturale; tuttavia, deve sempre essere “spirituale”, nel senso di
“guidata dallo Spirito”.
2.4 La guida dello Spirito nell’interpretazione non può essere una scusa per evitare l’impegno ermeneutico sul testo
biblico. D’altra parte, ogni “critica biblica” che non interpreti la Scrittura in modo “spirituale” rischia di ridursi a un
Ideaitalia
Documentazione III
mero esercizio di speculazione intellettuale. Ciò comporta che l’interpretazione letteralistica, quando non è la Bibbia
stessa a indicare una lettura del testo in chiave letterale, sia nociva per una corretta comprensione della Scrittura. Il
letteralismo è una chiave di lettura che comprime e appiattisce la ricchezza del testo biblico, che è invece composto
di vari generi letterari, tra cui: la narrazione, la poesia, i proverbi, gli inni, le epistole, l’apocalittica; e, quindi, deve
essere letto rispettando questa varietà. Ciò comporta altresì che ci si debba guardare dalla tentazione in cui può incorrere il metodo storico-critico quando pretende di vivisezionare il testo biblico, mettendone in discussione l’ispirazione divina e quindi anche il carattere soprannaturale. Come dicevano i Riformatori, Scriptura sui ipsius interpres,
la Scrittura è interprete di sé stessa, nel senso che vanno cercati in essa i criteri per una giusta interpretazione.
2.5 Il testo: “La lettera uccide, ma lo Spirito vivifica” (2 Corinzi 3,6) è talvolta compreso erroneamente, come se vi
potesse essere una contrapposizione tra la Parola scritta e lo Spirito Santo. In realtà, il testo non parla del rapporto
tra Scrittura e Spirito Santo, bensì tra un sistema religioso incentrato sulla Legge (che porta alla morte) e un patto
incentrato sullo Spirito (che porta alla vita).
3. Lo Spirito Santo e la predicazione della Parola scritta
3.1 Lo Spirito Santo è per eccellenza Colui che predica l’Evangelo. Egli lo fa attraverso la strumentalità di messaggeri che
annunciano la Buona Notizia di Gesù basata sulla Scrittura (1 Pietro 4,11). A questi lo Spirito può donare parole di sapienza
e di conoscenza (1 Corinzi 12,8) per edificare e istruire la chiesa e per raggiungere i perduti.
3.2 La predicazione dell’Evangelo guidata dallo Spirito Santo non è solo un atto comunicativo umano o un mero esercizio
retorico. La predicazione dell’Evangelo è autentica solo se le parole sono rese potenti dallo Spirito Santo (1 Tessalonicesi
1,5) per convincere le persone di peccato, di giustizia e di giudizio (Giovanni 16,8). La Scrittura e la potenza di Dio (Marco
12,24) sono associate nell’opera dello Spirito, che può accompagnare la predicazione dell’Evangelo con segni e prodigi
che dimostrano la sua presenza.
3.3 Ogni divaricazione, distanziamento e smarcamento tra testo biblico ispirato e azione dello Spirito Santo lede l’integrità
dell’opera di Dio e, in particolare, il ruolo dello Spirito. Lo Spirito non è collegato al testo biblico in modo oscillante e dialettico, ma, avendo sospinto gli autori e ispirato i testi, lo Spirito ha attestato e attesta l’origine divina (ispirazione) e umana
(redazione) della Parola di Dio scritta. Illuminando i credenti nella lettura biblica, lo Spirito li guida nella verità permettendo
loro d’interpretarla in modo responsabile. Una comprensione profonda delle Scritture passa attraverso un’ermeneutica che
miri a recuperare l’esperienza cui il testo biblico rimanda e così conservare il carattere kerigmatico del testo. Questa dimensione permette oggi d’incontrare Cristo-Parola vivente. Rendendo potente la predicazione dell’Evangelo, lo Spirito trasforma
un discorso umano nell’annuncio delle grandi cose di Dio.
Raccolta di materiali impiegati per il dialogo tra le Commissioni teologiche
della Federazione delle Chiese Pentecostali e dell’Alleanza Evangelica Italiana

La dottrina evangelica della
Bibbia
A. Dichiarazioni del Movimento pentecostale
1. “Noi crediamo e accettiamo l’intera Bibbia come infallibile parola di Dio, ispirata dallo Spirito Santo; sola e perfetta
regola della nostra fede e condotta; alla quale nulla si può
aggiungere o togliere, essendo essa la potenza di Dio in salute
a ogni credente. 2 Pie. 1:21; 2 Ti. 3:16,17; Rom. 1:16”.
Articoli di fede risultato del Convegno delle Chiese cristiane
residenti negli Stati d’Uniti d’America tenuto in Niagara
Falls, New York – 30 aprile e 1 Maggio 1927, Archivio ADI,
Roma.
2. “Quando affermiamo che la Bibbia è l'unica infallibile ed autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta, dichiariamo di credere nell'ispirazione verbale e plenaria delle Scritture”.
Lineamenti dottrinali delle Assemblee di Dio in Italia
3. “Tutta la Bibbia è la parola ispirata da Dio”.
Confessione di fede della Chiesa Apostolica in Italia
4. “La Bibbia. Noi crediamo che la Bibbia, come è stata data nei
testi originali, è la Parola di Dio, senza errori, pienamente ispirata
ed infallibile, e la suprema e finale autorità in ogni materia di
fede e di condotta”.
Articoli di fede Chiese Elim in Italia
5. “Crediamo nell'ispirazione verbale e plenaria dell'intera Bibbia”.
Confessione di fede della CEIAM
6. “Noi crediamo che:
La Bibbia "è" la Parola di Dio
La Bibbia è l'ispirata Parola di Dio, scritta da santi uomini che
hanno parlato e scritto sospinti dallo Spirito Santo (Il Pietro 1:21).
Noi accettiamo la sacra Bibbia come guida infallibile in tutte le
cose riguardanti la dottrina e la pratica della fede (I Tessalonicesi
2:13 e Il Tim. 3:16)”.
Chiesa La Parola della Grazia, Palermo
7. “Che le Sacre Scritture (l’Antico e il Nuovo Testamento)
INSERTO
giugno ’14
INSERTO
IV Documentazione
sono l’infallibile Parola di Dio: unica Autorità, in materia di
fede e di condotta, valida per tutti i tempi”.
Chiesa evangelica pentecostale di Secondigliano (NA)
8. “La Bibbia – Crediamo e accettiamo l'intera Bibbia come
Parola di Dio ispirata, unica, infallibile ed autorevole regola
della nostra fede e della nostra condotta”.
Chiesa evangelica pentecostale di Giugliano (NA)
9. “Crediamo nell'ispirazione verbale e plenaria dell'intera Bibbia” (II Timoteo 3:16 – II Pietro 1:21).
Chiesa Ministero Sabaoth Milano
10. “Noi crediamo e accettiamo l'intera Bibbia come infallibile
Parola di Dio, ispirata dallo Spirito Santo, sola e perfetta regola
della nostra fede e condotta alla quale nulla si può aggiungere
o togliere, essendo essa la potenza di Dio in salvezza a ogni
credente (II Pietro 1:21; II Tim. 3:16,17; Rom. 1:16)”.
Congregazione cristiana pentecostale di Vittoria (RG)
B. Dichiarazioni dell'Alleanza Evangelica o di
organismi collegati
1. “Noi crediamo:
- nelle Sacre Scritture date originalmente da Dio, divinamente ispirate, infallibili, completamente affidabili e suprema autorità in tutte le materie di fede e condotta”.
Confessione di fede dell’Alleanza Evangelica:
cfr. P. Bolognesi – L. De Chirico, Il movimento evangelicale, Brescia, Queriniana 2002, p. 93.
2. “Affermiamo la divina ispirazione, la verità e l’autorità della
Scrittura, dell’Antico e del Nuovo Testamento nella loro totalità.
Essa è la sola Parola scritta di Dio, senza errore in tutto ciò che
afferma, e unica ed infallibile regola di fede e di condotta. Affermiamo anche che questa Parola è potente per compiere il piano di
salvezza di Dio. Il messaggio della Bibbia è rivolto a tutta l’umanità perché la rivelazione di Dio in Cristo, così come la troviamo nella Scrittura, non può cambiare. Attraverso di essa lo Spirito Santo
continua a parlarci ancora oggi. In ognuna delle diverse culture
Egli illumina l’intelligenza del popolo di Dio perché esso colga in
modo nuovo e personale la verità divina e sia manifestata a tutta la
chiesa l’infinitamente varia sapienza di Dio”.
Patto di Losanna (1974) in Dichiarazioni evangeliche. Il
movimento evangelicale 1966-1996 (a cura di P. Bolognesi), Bologna, EDB 1997, pp. 50-51.
3. “La santa Scrittura, che è la Parola stessa di Dio, scritta da uomini preparati e guidati dallo Spirito Santo, ha un’autorità divina
infallibile su tutti gli argomenti che tratta. Noi dobbiamo crederla,
come insegnamenti di Dio, in tutto ciò che prescrive; noi dobbiamo
attaccarci a essa, come impegno di Dio, in tutto ciò che promette”.
Dichiarazione di Chicago (1978) in Dichiarazioni evangeliche. Il movimento evangelicale 1966-1996 (a cura di P.
Bolognesi), Bologna, EDB 1997, pp. 134.
Ideaitalia
giugno ’14
4. “Al centro della fede evangelicale c’è l’autorità della Scrittura riconosciuta e assunta come referenza fondativa. La sua autorità è quella di Dio stesso. La Scrittura va dunque confessata
come Parola di Dio, e non lo diventa in un particolare momento.
Essa si fonda infatti sull’iniziativa di Dio stesso di rivelarsi senza alienarsi e come tale impone un atteggiamento previo al di
là dell’esperienza religiosa, pure notevole, degli uomini. La sua
sufficienza libera dalla relatività e rimanda ad una verità indubitabile e oggettiva di cui è garante Dio stesso.
Questa concezione respinge una fede dominata dalle opinioni
del momento, o nutrita dall’ideologia che suppone una limitazione di Dio nella rivelazione a causa della finitudine dei mezzi
umani. Infatti una fede che si pone come istanza autonoma rispetto alla Scrittura rischia di essere costantemente dipendente
dal soggettivismo e dal fideismo del proprio tempo perdendo la
radicalità dell’aggancio al Sola Scriptura della rivelazione biblica.
La posizione evangelicale corrisponde a quella dei Padri e dei
Riformatori. Anch’essi ritenevano che la Scrittura avesse piena
autorità, fosse totalmente ispirata da Dio e perfettamente chiara
come testimonianza che Dio rende di sé stesso. Il carattere plenario dell’ispirazione impedisce un’ipotetica distinzione tra ciò che
sarebbe ispirato da Dio e ciò che sarebbe invece semplicemente
umano.
Questa concezione esclude l’ipotesi che si debba considerare
la Scrittura come una semplice “testimonianza” umana dell’esperienza della rivelazione. Significa altresì che è illecito sottoporre la Scrittura al lavoro della critica biblica per spogliare il
testo da quelle che si ritengono inutili incrostazioni del tempo di
cui le Scritture furono redatte.
La fede evangelicale riconosce nell’autopresentazione della
Scrittura le condizioni per l’interpretazione stessa. Il fatto che
essa si presenti come divina e umana detterà i criteri per la sua
interpretazione (Scriptura sui ipsius interpres). Si eviterà quindi
di assumere criteri esterni a essa. La Scrittura rappresenta infatti
un processo storico complessivo in cui Dio e la storia sono profondamente intrecciati.
Questa concezione respinge la tentazione di fare una lettura
tendenzialmente storicizzante della Scrittura, o se si vuole storico-critica, che sulla base di presunte acquisizioni sostiene il superamento di certe concezioni troppo elementari e una pluralità di
posizioni tra loro incompatibili all’interno stesso della Scrittura.
L’interprete evangelicale accetta il travaglio connesso al riconoscimento dell’autorità della Scrittura, cercando di studiarla ed
ubbidirle, senza cercare rifugio in altri tipi di “garanzia”. Lo Spirito Santo che ha ispirato gli autori biblici è anche all’opera per
suscitare la fede nel suo messaggio e farne comprendere il senso.
Cercherà dunque di rispettare i generi letterari senza imporre al
testo le proprie chiavi interpretative, siano esse letterali, simboliche o altro e si farà guidare dalla Scrittura stessa.
Questa concezione respinge il tentativo d’assumere e fidarsi
della capacità critica umana. Malgrado l’apparente rischio, il primato riconosciuto alla ragione anziché alla Scrittura è un modo
sofisticato per garantirsi davanti alla lotta col dubbio della ricerca
e dell’ubbidienza.
Tesine introduttive dell’AEI; Colloquio AEI-FCEI su “La
Bibbia: parola di uomini, Parola di Dio” (28/1/2000).
giugno ’14
Ideaitalia
Dall'Italia 5
Notizie dai distretti - Cresce la partecipazione dei distretti agli appuntamenti dell’Alleanza Evangelica Italiana.

I tre appuntamenti dell'Alleanza Evangelica Italiana
I tre appuntamenti che ogni
anno caratterizzano la vita
dell’AEI nel periodo da ottobre
a gennaio, rappresentano ormai
la spina dorsale di un’agenda
con cui si intende perseguire
e promuovere il grande sogno
di vivere l’unità attorno al pro-
getto vincente della crescita del
Regno di Dio.
Dai vari distretti ci sono
giunti diversi segnali di parte-
cipazione a questo tentativo di
tenere uniti in maniera significativa passato, presente e futuro del popolo di Dio

Settimana di Preghiera
dell'Alleanza Evangelica 2014
te segnaliamo gli incontri di
preghiera speciali nelle singole chiese, ma anche raduni
di due o più chiese della stessa area geografica, a Pescara,
Roma, Teramo, Montesilvano
(CH), Padova, Badia Polesine
(RO), Vasto, Campagna (SA),
Imola (BO), Misterbianco e
Lineri (CT), Trepuzzi (LE),
Vicenza, Trento, Rovereto
(TN). La crescita numerica
dei luoghi in cui le chiese
hanno risposto all’appello
annuale dell’Alleanza Evangelica, è un segnale positivo
che indica la crescita di una
consapevolezza radicata nei
cristiani autentici di ogni epoca: il popolo di Dio non ha bisogno di costruire l’unità con
espedienti umani, come un
punto di arrivo, ma ha il privilegio di partire dalla base
comune della dichiarazione
di Cristo “che siano tutti uno”.
tre chiese (Riformata Battista,
Internazionale di Sant’Agostino
e di Via della Scola) per “condividere la celebrazione del culto
con la predicazione su Mt 22,21”.
Il coordinatore del Distretto Sicilia ci ha riferito di un incontro
serale a Enna, presso i locali della
Chiesa Apostolica, con la presenza della Chiesa Riformata Battista di Caltanissetta, il cui pastore
Ulfo “ha trattato l'argomento
della serata facendo riferimento
all'Editto di Milano, che di fatto
sancì l'alleanza tra l'Impero e la
Chiesa, poi divenuta ‘di Stato’
così com'è ai giorni nostri. Siamo
stati incoraggiati a mantenere
ferma la fede nella Scrittura e a
vivere una vita cristiana autentica all'insegna del ravvedimento
e della conversione. In conclusione alcuni momenti di preghiera e la raccolta di un'offerta.”
Nel Distretto Centro-Nord, la
chiesa di Formigine (MO) “nel
contesto del culto di lode e adorazione al Signore, ha utilizzato le
indicazioni del Documento finale
delle Giornate teologiche 2005
"Le sfide della laicità", nel quale
è sottolineata la volontà di riscoprire un vangelo autenticamente
imperniato sull'autorità della
Scrittura, la centralità del Signore
Gesù Cristo, la gratuità della salvezza e la necessità che tutta la vita
sia vissuta per la gloria di Dio".
tecipazione anche attraverso
la raccolta di un’offerta, devoluta in favore dei progetti
dell’AEI e di Porte Aperte”.
A Reggio Emilia, “una cinquantina di persone, provenienti da quattro chiese delle
province di Modena e Reggio,
si sono incontrate presso la
Chiesa Evangelica di via Fenulli. Dopo una riflessione
sul tema della persecuzione e
della privazione della libertà
per motivi religiosi, abbiamo
pregato per i molteplici motivi
di sofferenza che affliggono i
cristiani nel mondo e richiedono il massimo dell’impegno
e dell’attenzione. Nonostante
la drammaticità della situazione, il Signore regna sovrano, il Suo progetto procede
inarrestabile e Cristo continua a edificare la Sua chiesa
(Salmo 96,10 e 10,17-18)”.
Nel Distretto Centro l’incontro ha avuto luogo “presso la Chiesa Apostolica di via
Caneva, con la presenza di circa 50 persone, provenienti da
otto chiese evangeliche della
città. Dopo aver introdotto la
Giornata, la predicazione di
René Breuel su Apocalisse 1 si
è incentrata sull’affermazione
di Gesù Cristo: ‘Non temere,
io sono il primo e l’ultimo’.
Il 2014 dell’Alleanza Evangelica è iniziato con la Settimana di preghiera, che rappresenta il modo migliore con cui
milioni di credenti in tutta Europa e in varie parti del mondo
possono iniziare l’anno solare.
Quest’anno il programma, inserito nel precedente numero
d’Ideaitalia, era stato preparato dall’Alleanza Evangelica
della Repubblica Ceca. L’esortazione principale, espressa dallo titolo stesso, era:
“avere uno spirito diverso”,
e prendeva spunto dall’esempio di vita e di fede di Caleb.
Tra le informazioni ricevu-

Domenica della Memoria 2013
La Domenica della memoria,
celebrata il 27 ottobre 2013, rappresenta invece il primo dei due
appuntamenti autunnali. Il ricordo
della proclamazione dell’Editto di
Milano (anno 313) “ha offerto lo
spunto per riflettere sul valore della libertà religiosa per la nostra
società sempre più plurale, ma
anche sul rischio di confondere
tra loro la vocazione politica dello Stato e quella missionaria della
chiesa”, dalle parole di un partecipante siciliano. Per quest’occasione, diverse chiese locali hanno
adattato il programma del culto
domenicale, inserendovi la cele-
brazione a Dio per la saggezza e
la costanza con cui porta avanti il
suo impegno nella storia dell’umanità in generale e del suo popolo in particolare. Da Udine, nel
Distretto Nord-Est, un membro
della locale chiesa evangelica, ha
espresso la propria “gratitudine al
Signore per averci dato l’opportunità di celebrarlo insieme alla
Chiesa Evangelica di Padova,
con cui, durante il culto ed altri
momenti di comunione, abbiamo
condiviso la comune appartenenza a un grande popolo e una
grande storia”. Sempre nel Triveneto, a Vicenza si sono incontrate

Giornata Internazionale
di Preghiera per la Chiesa
Perseguitata (IDOP) 2013
Dopo la Memoria, per rimanere collegati al popolo di
Dio del passato, la Giornata
internazionale di preghiera
per la chiesa perseguitata,
aiuta a prendere coscienza dei
combattimenti attuali della
chiesa del Signore. Quest’anno la continuità tra i due appuntamenti è stata ancora più
marcata, grazie al comune
tema della libertà religiosa.
Nel Distretto Centro-Nord, a
Imola, “le Chiese della Roma-
gna si sono incontrate il 17/11
per condividere la comunione
fraterna unendosi in preghiera
a favore della Chiesa perseguitata. Con la collaborazione di
un rappresentante dell’agenzia
Porte Aperte, abbiamo pregato
per la drammatica situazione
in alcuni Paesi africani e asiatici. È stato utile inoltre ricevere aggiornamenti su ‘La sfida
di Michea’ e l’iniziativa anticorruzione Exposed. I presenti
hanno mostrato la loro par-
(continua a pag. 6)
Ideaitalia
6 Dall'Italia
Un confronto aperto con politici italiani promosso dall’Alleanza Evangelica Italiana

Omofobia: le pericolose
incertezze e i necessari
chiarimenti
Il disegno di legge contro
l’omofobia,
attualmente
in discussione al Senato,
rischia di avere un effetto contraddittorio: mentre
vuole proteggere una categoria di persone contrassegnate dall’orientamento
omosessuale o transessuale, corre il rischio di ledere
il diritto di tutti di esprimere liberamente convinzioni che contrastano con
una visione “politicamente
corretta” della sessualità.
Un predicatore potrebbe
ancora parlare di “peccato” senza essere accusato
di omofobia? Si potrebbe
ancora proporre un cammino di cambiamento senza essere etichettati come
omofobi? Nella scuola sarebbe ancora possibile sostenere l’idea che il matrimonio è tra un uomo e una
donna senza essere bollati
come omofobi? Questa è
la premessa che ha fatto da
sfondo alla tavola rotonda
organizzata dall’Alleanza
Evangelica Italiana (AEI)
a Roma il 16 gennaio.
L’AEI aveva già espresso queste preoccupazioni in un documento de
21/7/2013 e ha colto l’occasione del passaggio in
Senato del ddl per animare
un dibattito pubblico cui
hanno partecipato Irene Tinagli (Scelta Civica), Lucio
Malan (Forza Italia), Mario
Staderini (Radicali Italiani)
e Giacomo Ciccone (presidente AEI). Tinagli (tra i
primi firmatari del ddl) ha
esposto le motivazioni di
un intervento legislativo
per contrastare l’omofobia.
Esistono ancora sacche di
pregiudizio contro gli omosessuali che spesso si tramutano in discriminazione.
Questa situazione inaccettabile rende necessario un
intervento legislativo. Malan ha criticato l’attuale ddl
perché, pur volendo colpire
la discriminazione, non la
definisce in modo chiaro
e apre quindi alla possibilità di un’interpretazione
discrezionale nella quale
cadano anche opinioni che
sono contrarie all’ideologia gender. Ciccone ha
affermato che il problema
dell’omofobia c’è. Secondo la visione biblica, nessuno è “sessualmente normale” in quanto tutti vivono la
sessualità in modo distorto.
È anche vero che la cultura
cristiana considera il matrimonio la relazione pattizia
entro cui vivere in modo
pieno la sessualità. Ciccone
ha convenuto che l’attuale
ddl non definisce cosa sia
discriminazione e cosa non
lo sia. Per questo ha suggerito di considerare l’emendamento Waddington che
è entrato a far parte della
legge britannica sull’omofobia. Questo emendamento recita che “il dibattere o
il criticare condotte o pratiche sessuali o incoraggiare persone ad astenersi o
modificare tali condotte o
pratiche non sono considerabili, di per sé, minacciose
o destinate a fomentare l’odio”. Invece di proteggere
le opinioni sulla base di
appartenenza a una “casta”
religiosa o politica (come
fa l’attuale emendamento
Gitti) l’emendamento Waddington richiama il principio della libertà di espressione personale. Questa
precisazione potrebbe benissimo essere integrata
nell’articolato in discussione favorendo un necessario
chiarimento e proteggendo
la libertà di espressioni
di visioni della sessualità
diverse, senza criminalizzarne alcuna. Staderini ha
riconosciuto che il ddl attualmente in discussione è
una tipica espressione della
“incertezza del diritto” in
cui ampio margine è lasciato alla discrezionalità del
giudice. Urgono definizioni
chiare di discriminazione e
incitamento all’odio, prevedendo sanzioni civili e
amministrative e lasciando stare la sfera penale.
Nelle conclusioni, Leonardo De Chirico, vicepresidente AEI, ha sottolineato come gli evangelici
non siano angosciati dal
loro problema “particolaristico”, ma desiderino
contribuire al bene della
società in una direzione di
pieno riconoscimento del
pluralismo e di piena libertà di parola. Dopo essere
stata vittima di un’ideologia religiosa di stato, l’Italia corre il rischio di piombare in un’ideologia di
genere imposta per legge.
A farne le spese è la possibilità di una società plurale
in cui le diverse visioni si
confrontino senza criminalizzazioni. Questo è il
contributo che la minoranza evangelica vuole dare
alla discussione in corso.
giugno ’14
(segue da pag.5)
L’Apocalisse è una lettera
della chiesa perseguitata per
la chiesa perseguitata ed è
incentrata sulla vittoria del
Figlio di Dio. Ciò orienta la
nostra preghiera per i credenti perseguitati. Enrico D’Eusebi ha introdotto due blocchi
di preghiera sulla Siria e sul
Pakistan. Andrea Diprose ha
presentato l’opera de ‘Il Soggiorno’, un centro diurno di
ascolto e di testimonianza per
profughi nel centro di Roma,
mentre Leonardo De Chirico
ha esposto alcuni annosi problemi riguardanti la libertà
religiosa in Italia. La risposta
dei presenti alle notizie è stata
caratterizzata dalla preghiera, dalle petizioni a favore dei
credenti in Siria e in Pakistan
e da una colletta a favore della chiesa perseguitata tramite
l’Alleanza Evangelica Italiana e Porte Aperte. Il Signore
ha infuso in tutti i partecipanti il senso del privilegio
d’intercedere per chi soffre e
di appartenere al popolo di
Dio sparso in tutto il mondo."
Nel distretto Nord-Est l’incontro si è tenuto presso la
Chiesa Evangelica di Villafranca (VR), dove “un centinaio di persone dalle chiese
di Trento, Rovereto (TN),
Verona, Vicenza e Padova,
hanno pregato confermando l’impegno verso le chiese
perseguitate in tutto il mondo,
ma anche per l’affermazione
di una vera libertà religiosa
nella nostra nazione. L’offerta raccolta è stata inviata
alla Commissione per la Libertà Religiosa dell’Alleanza Evangelica Mondiale”.
Come già riportato sul sito
www.alleanzaevangelica.org,
altri incontri si sono tenuti
nei vari distretti, a San Romano (PI), Seriate (BG), Chieti,
Comiso (RG), Caltanissetta,
S.Giovanni Rotondo (FG).
S.D.B.
giugno ’14
(segue da pag.2)
italiani nel realizzare l’unità
già data tra i credenti nati di
nuovo, ma anche come questo sogno non sia un’utopia.
L’AEI è un organismo che, nei
suoi 40 anni di vita, con alti e
bassi, limiti e precarietà, continua a testimoniare che l’unità
evangelica è possibile, sostenibile e benefica. L’unità sul
“cuore” dell’Evangelo, nella
libertà sugli aspetti secondari, è ciò che anima la visione
dell’Alleanza, oltre gli steccati
dei particolarismi di ciascuno.
L’assemblea è stata un
momento in cui ringraziare
il Signore per la sua fedeltà e
rinnovare l’impegno dell’Alleanza al servizio dell’unità
evangelica. Nella relazione
del presidente è stato registrato un significativo aumento
del numero degli iscritti e una
grande vitalità di questo organismo, dagli appuntamenti
istituzionali consolidati (Settimana di Preghiera, Domenica
della memoria, Giornata Internazionale di Preghiera per la
Chiesa Perseguitata) alle iniziative sulla libertà religiosa,
all’accoglienza dei migranti,
alla solidarietà evangelica,
ecc. Nel presentare la relazione, Ciccone ha affermato: “Il
sogno espresso 150 anni fa da
Geymonat si è realizzato 40
anni fa, nel 1974. L’Alleanza
Evangelica Italiana è una realtà. Come evangelici possiamo
scegliere di vivere come prima del 1864, se pensiamo che
l’unità evangelica sia inutile.
Oppure possiamo scegliere di
vivere nel lungo intermezzo
tra il 1864 e il 1974, se pensiamo che l’unità evangelica
sia utile ma impossibile da realizzare. Infine, possiamo scegliere di vivere dopo il 1974,
consci che l’unità evangelica
sia biblica, utile, difficile, ma
possibile, per la grazia del Signore Gesù Cristo”.
Ideaitalia
(segue da pag.2)
determinante di esuli italiani in Inghilterra. Essendo
stata realizzata l’Unità d’Italia, quello fu pure il periodo di arrivo di molte delle missioni che avrebbero
svolto un compito determinante per la testimonianza
evangelica: il metodismo
wesleyano, quello episcopaliano dall’America, il
movimento avventista, il
battismo, l’Esercito della Salvezza... arrivarono
tutti e si diffusero proprio
in quegli anni. Geymonat
comprese la necessità di
promuovere l’unità evangelica in un contesto così
fluido e dinamico. Anche
se proveniva dalla chiesa
che aveva all’epoca il maggior radicamento, si preoccupò con tutto il cuore di
definire il “principio evangelico puro” sul quale poter
corrispondere al mandato
dell’unità in Cristo.
Come secondo documento ho scelto due brevi stralci della “Nona Conferenza
Internazionale dell’Alleanza Evangelica” che si tenne
a Firenze nel 1891, per impulso dello stesso Geymonat. La “Proposizione” non
fu una fissa passeggera del
pastore valdese (la conferenza si tenne ben 27
anni dopo). Piuttosto, essa
rappresenta – unitamente
all’attività evangelistica –
il principale obiettivo della
sua vita.
Nel darsi da fare strenuamente affinché l’assemblea
internazionale dell’Alleanza si tenesse in Italia,
Geymonat dimostrò di
portare avanti con serietà
e perseveranza i propositi
che il Signore gli aveva posto nel cuore. Ho adattato
questi due primi documenti
del XIX secolo cercando di
Celebrazione 7
agevolare una lettura fluente, ma senza perdere il caldo sapore del tempo in cui
furono scritti. Le citazioni
bibliche le ho “accomodate” secondo la revisione
della Diodati compiuta nel
1894 dalla Società Biblica. Cambi di parole o di
espressioni sono riportati
in corsivo. Laddove necessari, ho aggiunto alcuni
commenti o precisazioni in
nota.
Come conseguenza di
quanto appena detto, sorge naturalmente un altro
interrogativo. Quando si è
veramente concretizzato il
sogno dell’Alleanza Evangelica Italiana? La risposta
è: esattamente 40 anni fa.
Era il 1974 quando il
primo comitato esecutivo, composto da fratelli
in Cristo di diverse denominazioni evangeliche, si
costituì a Firenze “per testimoniare di essere uniti
in Cristo”. Un fatto di una
valenza enorme nel piano
di Dio per l’Italia, utile per
comprendere anche le sfide
del nostro tempo. Furono
la Conferenza Missionaria
di Amsterdam (1971) e il
Congresso sull’Evangelizzazione del mondo, tenutosi a Losanna nel luglio del
1974, a suscitare in alcuni
italiani il desiderio di costituire l’AEI. Di lì in poi, nel
nostro Paese si è assistito
a una più ampia (e biblicamente fondata) cooperazione tra chiese di diverse
denominazioni, della quale l’Alleanza è testimone
diretta dal principio. Una
rinnovata fedeltà alle Scritture, che offre l’opportunità di discernere l’ampiezza
del popolo di Dio e di avere
criteri spirituali per scorgerne i contorni. In questo
modo, è quindi possibile
aprire una collaborazione
organica di tutta la Chiesa. Per offrire una veduta
di questo significativo risultato, ho incluso un saggio di Leonardo De Chirico: “La ripresa del sogno
dell’Alleanza Evangelica
Italiana e la sua costituzione nel 1974”. Infine, per
dare un quadro schematico
delle significative iniziative dell’Alleanza Evangelica Italiana, ho inserito
una Tavola Cronologica.
In appendice è riportata
la Dichiarazione di Fede
dell’AEI.
Spero tanto che queste
poche pagine possano suscitare, in ogni cuore arreso
a Gesù Cristo il desiderio
d’impegnarsi con fedeltà
e determinazione per scoprire, promuovere e difendere l’unità nella Verità o
– come dice Geymonat – il
principio puro della fede in
Gesù Cristo.
Il sogno, espresso 150
anni fa da Geymonat, si è
realizzato 40 anni fa, nel
1974. L’Alleanza Evangelica Italiana è una realtà.
Come evangelici possiamo
scegliere di vivere come
prima del 1864, se pensiamo che sia inutile l’unità
evangelica. Oppure, possiamo scegliere di vivere
nel lungo intermezzo tra il
1864 e il 1974, se pensiamo che l’unità evangelica
sia utile, ma impossibile
da realizzare. Infine, possiamo scegliere – e questo
auspico – di vivere dopo
il 1974, consci che l’unità
evangelica sia utile, biblica, difficile, ma possibile,
per la grazia del Signore
Gesù Cristo.
Giacomo Ciccone
Presidente dell’Alleanza
Evangelica Italiana
Ideaitalia
8 Anniversari

Anniversari 2013
64
Ha luogo l’incendio di
Roma, che, dai quartieri più
poveri, in breve tempo, avvolge tutta la città. Di esso fu incolpato Nerone, che a sua volta
proiettò sui cristiani la responsabilità dell’incendio. I cristiani
furono così condannati a essere
crocifissi, decapitati, buttati in
pasto alle belve e fatti morire
come torce viventi per i giochi
notturni dei giardini imperiali.
1514
Nasce uno dei più grandi
Riformatori scozzesi, John
Knox, un uomo dalla tempra
straordinaria e con un grande
coraggio. Sopravvisse a due
anni di schiavitù in Francia.
Fu poi a Ginevra, “la più perfetta scuola di Cristo dal tempo degli apostoli”, e predicò
per due anni nell’Auditorio di
Calvino affidato alle comunità inglese e italiana. Fu poi a
Francoforte, prima di diventare
una delle figure-chiave della
Riforma nella Chiesa di Scozia.
1564
All’età di 77 anni moriva in
Moravia un Riformatore come
Bernardino Ochino. Era un
frate francescano del più rigoroso ordine dei Capuccini
e fu anche Vicario Generale.
La sua predicazione fu molto
apprezzata per la passione e
la forza delle sue argomentazioni. Chiamato a Roma per
chiarimenti, viene incoraggiato a fuggire (con Pietro Martire Vermigli) per “non negare
Christo o esser crocifisso”.
Andrà a Ginevra, ad Augusta, Costanza, Strasburgo,
Londra, Chiavenna, Zurigo.
All’età di 55 anni muoriva
Giovanni Calvino, il maggior
pensatore della Riforma del XVI
secolo e una delle figure più significative della storia europea.
1714
Il Signore chiama Matthew
Henry (il 22 giugno). Il suo Commentario di tutta la Bibbia in forma espositiva, che esiste pure in
italiano in dodici volumi, avrebbe
influenzato generazioni di credenti. L’AEI ha evocato la sua nascita
(1662) nella Domenica della memoria del 2012.
Il 16 dicembre nasceva George Whitefield. Convertitosi
mentre studiava a Oxford, divenne uno dei maggiori predicatori del XVIII secolo, non
solo in Gran Bretagna ma anche negli Stati Uniti. L’opposizione dei vertici della chiesa lo
indussero a predicare all’aperto a migliaia di ascoltatori.
1764
Il 28 febbraio nasceva Robert Haldane. Nato in un’antica famiglia scozzese, vendette
la proprietà di Airthrey House
per raccogliere fondi per il lavoro missionario. Si dedicò
all’evangelizzazione in Svizzera e in Francia.
1864
Charles Haddon Spurgeon
predicava il 5 giugno al Metropolitan Tabernacle di Londra un
sermone su “La rigenerazione del
battesimo” in cui affermava che
“il battesimo senza fede non salva”. Era una chiara affermazione
polemica nei confronti dell’insegnamento del Prayer Book sul
battesimo della Chiesa d’Inghil-
terra. Il sermone fu accompagnato
da un’accesa controversia.
1914
Il 15 marzo nasceva Leon
Morris, uno studioso di Nuovo
Testamento originario del sud
della Scozia, andato con il Signore nel 2006. Per diversi anni
fu Rettore della Tyndale House
di Cambridge, poi preside del
Ridley College in Australia.
Autore di The Apostolic Preaching of the Cross (1955), ma
anche di diversi Commentari
alla Bibbia (1-2 Tessalonicesi,
1956; 1 Corinzi, 1958; Apocalisse, 1987; Luca, 1988; Romani 1988; Matteo, 1992; Galati,
1996) e di una New Testament
Theology, 1986. Di lui sono stati tradotti in italiano dai GBU
Il Vangelo secondo Luca, La
I Epistola ai Corinzi, La I e II
Epistola ai Tessalonicesi.
1964
Il Signore chiamava John
Herman Bavinck all’età di 69
anni. Dopo il pastorato in una
chiesa olandese in Indonesia, fu
missionario nell’isola di Giava.
Dal 1939 divenne professore di
missiologia in Olanda. Fu anche
attivo nella resistenza antinazista.
Tra i testi più significativi, che forniscono coordinate significative
per la missione, la Introduction
to the Science of Missions (1960).
1984
Trenta anni fa aveva luogo
la firma dell'Intesa tra lo Stato italiano e la Tavola valdese
(Unione delle chiese metodiste
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giugno ’14
e valdesi) secondo l’art. 8 della
Costituzione. Frutto di un’importante riflessione teologica,
giuridica e politica sviluppatasi
nel dopoguerra, essa fu seguita
poi da intese con altre confessioni. Nello stesso anno aveva
avuto luogo il rinnovo del Concordato con la Chiesa cattolica.
2014
Il 17 gennaio era chiamato alla
casa del padre il prof. José Grau.
Nato nel 1931, può essere considerato il teologo del Protestantesimo spagnolo e maestro di una
fede fondata sulla Parola di Dio.
Benché molti libri siano stati tradotti in spagnolo da altre lingue,
le sue opere rimangono un contributo sostanziale alla fisionomia dell’Evangelismo spagnolo.
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Ideait. n.1 / giugno - Alleanza Evangelica Italiana