‘Francescanesimo’ sociale
di Agostino Gemelli
Il coro dei lavoratori
Prima di san Francesco, la distanza tra vita attiva e vita
contemplativa era irriducibile. San Benedetto le aveva
conciliate con il suo armonioso ora et labora, ma la
conciliazione si effettuava solo nella fortezza delle
abbazie. San Francesco la riabilitò. Lui e i suoi
lavoravano per i campi, per la città, nella case, in mezzo
ai peccatori, non a servizio del proprio Ordine, ma di
tutti… la sua originalità è di aver voluto non tanto una
vita mistica, chè questa già altri santi avevano insegnata,
quanto una vita di azione soprannaturale nel mondo, nella
quale preghiera ed azione, più che fuse, sono due aspetti
della stessa elevazione a Dio…
A. Gemelli, Il francescanesimo
• Premessa: francescanesimo sociale tra Otto e Novecento
• 1. Profilo esistenziale: sulle tracce di una coscienza
sociale francescana
– Appartenenza alla modernità
– Socialismo tradotto in francescanesimo
– Lavoro: originalità del suo francescanesimo sociale
• 2. Dall ’ esistenza alla ‘ Theoria ’ : psicologia quale
antropologia... scienza totale dell’uomo
– Si delinea un percorso
– Dalla medicina alla psicologia.. antropologia
• 3. Dalla scienza alla filosofia, alla ‘religione’
– L’unità che scioglie l’angoscia della frammentarietà moderna
– Dalla riflessione accademica all’applicazione sociale, tramite il
francescanesimo
Francescanesimo sociale tra Otto e
Novecento / a. l’organizzazione
• Auspicato concessum (1882), per il centenario della nascita di
san Francesco, in cui si fa appello alla forza risanatrice del
terz’ordine come antidoto ai mali della società contemporanea:
‘pax domestica, tranquillitas publica, integritas morum’
• Lo stesso Leone XIII torna sui medesimi concetti con
Humanum genus (1884), in cui contrappone il terz’ordine alla
massoneria
• Dopo la Rerum novarum (1891), Il terz’ordine francese di Léon
Harmel, negli stabilimenti di Val de Bois, realizza un
esperimento corporativo
• Il congresso del 1921, in occasione del settimo centenario della
nascita del movimento della penitenza, sarà celebrato in Italia
per impulso dello stesso Gemelli
Francescanesimo sociale tra Otto e
Novecento /b. la pubblicistica
• François Morin, Saint François d’Assise et les
Franciscains, Paris 1853: “association gigantesque...
dans laquelle les membres, en s’astreignant à
quelques rares pratiques religieuses, s’imposaient
avant tout l’obligation de travailler vigoureusement
et en commun à l’oeuvre politique”.
• Per Gino Capponi (1875) “Nella regola di S.
Francesco era stata la consacrazione o in qualche
modo il primo indizio della italiana democrazia”.
Francescanesimo sociale tra Otto e
Novecento /b. la pubblicistica
• Da Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli san
Francesco viene letto con la lente del socialismo
cristiano
• Romolo Murri propone san Francesco come patrono
della democrazia cristiana e così anche Domenico
Conti (Francesco e la Democrazia cristiana, 1896)
• Filippo Meda esprime la proposta a livello ufficiale
nel convegno regionale lombardo del 1901
• La rivista La Verna riserva una rubrica alla
“Democrazia sanfrancescana”
• Per Alessandro Cantono, San Francesco d’Assisi e la
democrazia, 1903: “Francesco fu ai suoi tempi un
cristiano sociale La sua influenza non fu
semplicemente religiosa, fu invece intensamente ed
eminentemente sociale
• Geremia Duceschi, S. Francesco e la Democrazia
cristiana, 1904: “Sulla linea della più semplice e
schietta democrazia, tentò un primo
riavvicinamento delle varie classi sociali..
• Luigi Luzzati (1915) afferma: “Carlo Marx fondava
l’emancipazione dei lavoratori solo sul fattore
materiale; noi, seguendo le tracce del serafico,
integriamo il fattore economico coll’ideale celeste,
• Giacomo Bardi, San Francesco santo sociale, 1926:
“senza essere sociologo, compiva la più alta
sociologia.. consolidava la fratellanza universale,
affratellando la classi sociali.
• Secondo Filippo Meda “Ognuno avverte subito il
duplice aspetto della propaganda, la quale si
rivolgeva alle due classi, e si integrava così in un
sistema non solo eticamente ma socialmente
armonico: si intende che siamo sul terreno
dell’armonia in senso spirituale ..
• Pio Bondioli ritiene il francescanesimo antidoto ai
tempi moderni “pregni di dinamismo, ebbri di
velocità e rombanti di macchine”
Francescanesimo sociale tra Otto e
Novecento/ c. ‘lavoro’
• Ruggero Bonghi (1892), individua come temi
portanti della spiritualità francescana quelli
di lavoro, povertà e pace
• Per Sabatier, invece, i francescani non furono
un ordine medicante ma lavoratore
• Semeria indica il lavoro come elemento
centrale – Francesco nobilita il lavoro
mostrandolo consacrato all’amore di Dio e
compiuto fedelmente per la sua gloria
Francescanesimo sociale tra Otto e
Novecento/ ‘azione’
• Con Fortini, Mascitelli e D’Annunzio prevalgono gli
aspetti di missionarietà, azione, sacrificio, eroicità
• Per il centenario francescano (1926), con l’enciclica
“Rite expiatis” Pio XI intende ricentrare
l’immagine di s. Francesco sulla dimensione
trascendente, liberandola da contraffazioni laiciste
• Gemelli, quasi a commento dell’enciclica, scrive un
articolo dal titolo: Il vero san Francesco
nell’enciclica di Pio XI per il centenario francescano
(Vita e Pensiero 1926)
1. Sulle tracce di una coscienza
sociale francescana
• “La generazione da cui proveniva non era solo quella dei
positivisti dell’Ardigò, era pure quella disperatamente
sentimentale, avventurosa, ribelle della Scapigliatura
lombarda, che cercava il sublime nella sregolatezza... E
quando il Turati scrisse di lui: ‘Era un irritabile e un
sensitivo, indicò qualcosa che rimase sempre nell’uomo,
e fu insieme sua vulnerabilità e sua forza”.
• A Pavia, alunno e poi assistente del Golgi, sente il fascino
per il socialismo e viene invitato da Turati ad una
conferenza del Ferri subendo una sorta di folgorazione
(1 maggio 1897): “vi entrò repubblicano e ne uscì
socialista”.
Il bacio al lebbroso
• “ Alla visita serale, quel malato, un abruzzese
semianalfabeta mi disse: “ senti volontario, io
muoio lontano da tutti i miei. Se fosse qui mia
mamma mi darebbe un bacio. Me lo vuoi dare tu?
Il malato era coperto di piaghe; ad ogni istante
rovesciava. Io, che ero all’inizio del processo della
mia conversione, mi sono detto: ‘Sei un vile! Che
cosa farebbe Gesù Cristo, che è morto per gli
uomini? E abbracciai e baciai quel morente”.
Socialismo tradotto in francescanesimo
La scoperta: “Nel settembre 1903, mentre seguiva la
grandi manovre nel Veneto, lesse per la prima volta la
vita di san Francesco: quella del Sabatier, che
nonostante gli errori, è fatta per innamorare del santo
di Assisi gli spiriti romantici”
L’adesione: “Benché, per varie ragioni a molti
sembrasse indicato entrare nell’Ordine di san
Domenico, o nella Compagnia di Gesù, tanto veemente
mi prese l’amore per il serafico san Francesco, che
deliberai di entrare nell’Ordine dei Minori”
Rinuncia ai beni e rinnegamento del marxismo
“Sul piano storico si può dire che il giovane medico fu
molto coerente con il suo socialismo, quando vide la
realizzazione perfetta dell’ideale nello spogliarsi di
tutto per livellarsi ai veri proletari, non solo povero
di ricchezze materiali, ma di libri e mezzi di studio,
strumenti - per lui - di gloria”
“Egli vedeva nel francescanesimo la possibilità di
integrare quel socialismo, che, spogliato dalla
impalcatura marxista, doveva esso pure restare una
costante della sua vita, come chiaramente risulterà
anche dalla sua stessa opera di studioso”
(Bontadini).
Traduzione sociale
• … la ‘spiritualità francescana non uccide
l’uomo, ma lo lascia vivere, lo eleva, lo fa santo,
lasciandolo nella sua qualità di uomo’ (Lettera
alla Barelli, 1917), il metodo francescano è il più
adatto a evangelizzare le coscienze moderne.
Questi due aspetti: rispetto della personalità
umana e sviluppo della personalità cristiana
nello sforzo incessante dell’apostolato sociale,
come attrassero il giovane convertito così
rimasero fari sulla rotta del condottiero”
• Mentre l’elemento culturale, ossia il
rapporto scienza e fede, risulta essere
improntato alla neoscolastica, e si radica
nell’esperienza lovaniense, l’aspetto
dell’apostolato sociale, della diffusione con
il ‘regno di Cristo’ di una cultura popolare
cristiana da contrapporre a quella fascista,
ovvero la promozione di riforma sociale per
un risanamento morale etc. sembra
provenire invece dalla dimensione
francescana
Lavoro: originalità del suo
francescanesimo sociale
• “L’aspetto del francescanesimo, che più rispondeva alle sue varie
disposizioni naturali, era la valutazione religiosa del lavoro. Padre
Gemelli lo concepì non solo secondo i noti principi della morale
cristiana, ma come testimonianza dell’esistenza di Dio, ‘perché il
lavoro fatto bene e con retta intenzione conduce gli altri uomini a
scorgere in noi un movente soprannaturale; li conduce ad
ammirare la sapienza infinita di Dio, che, da creature come noi
siamo, sa cavare tesori di vita’. Il lavoro è dunque apostolato, ma
è anche un inno sacro. ‘Lavoriamo per unire il canto della nostra
operosità a quello di tutte le creature dell’universo, e in questa
guisa lodare il creatore nelle sue magnificenze e nelle sue
misericordie” (Lettera alla Barelli, 1 gennaio 1920)
“Il coro dei lavoratori”
• “Qui padre Gemelli ebbe uno dei suoi lampi
poetici, che poi non si curò di cogliere e di
approfondire. Comunque, occorre rilevare che al
coro degli astri, dell’acqua, del fuoco, della terra,
dell’uomo perdonante, penitente, morente, così
bene sentito da san Francesco, questo suo frate
del Novecento aggiunge il coro dei lavoratori,
che liberamente celebrano Dio, cooperando ai
suoi piani con la loro volontaria fatica”
• “Non è meno geniale la concezione del lavoro
come vincolo di unità fra i cristiani, desunto
evidentemente da quella individualità
d’iniziativa, pur nell’identità dello scopo, che
aveva ammirato nella tradizione francescana:
‘per sentieri diversi con occupazioni diverse,
riusciamo ad esplicare una sola attività, a
realizzare un solo disegno: il Regno di Dio
sulla terra… Sappiamo di tessere insieme una
sola tela: quella della lode e della gloria di
Dio”
“...la contemplazione: un lusso dello spirito”
• “ Si può dire che il cattolicesimo in padre
Gemelli e negli altri che lavorano con lui,
dimostra di potere stare accanto ad ogni cosa: al
microscopio e al telescopio, allo schedario e
alla citazione dei testi, agli studi psicologici e
filosofici, ma è una vicinanza tutta esteriore, un
accompagnamento senza fusione intima, e non
si può dire che ne esca fuori una creatura
vivente” (G. Prezzolini, 1924)
• “Vicinanza esteriore? Accostamento, non
fusione? Ma era proprio questo che padre
Gemelli detestava. Rispose subito
polemicamente impugnando l’arma che credette
più efficace, la compenetrazione di preghiera e
azione. Il suo apporto principale alla tradizione
francescana mi sembra l’applicazione vissuta
del lavoro come preghiera e apostolato, del
lavoro che proprio con padre Gemelli diventa
inno di battaglia: unico mezzo per sollevare
cristianamente un Novecento tutto proteso
all’azione”.
Sembra che Gemelli non sia compreso nella sua
proposta cristiana, di un cristianesimo che non
è un ‘sistema di pensiero’ collaterale ad altri,
non è un qualcosa da ‘ mediare ’ , da
‘ affiancare ’ , da ‘ combinare ’ , bensì una
‘concezione di vita’ che, lungi dall’alterare
l’autonomia delle realtà umane, le assume e le
esalta.. Per questo nel francescanesimo come
ideale di vita, sistema di pensiero e istituzione,
egli pare intenzionato a proporre una ‘unità
organica e plurale’ oltre i collateralismi e le
giustapposizioni..
2. Dall’esistenza alla ‘theoria’: psicologia quale
scienza totale dell’uomo
• 1906 – convegno FUCI rapporti tra scienza e fede
• 1908 – settimana sociale di Palermo: le malattie dei lavoratori
delle zolfare
• 1909 – fondazione della rivista di filosofia neoscolastica
• 1910 – associazione pro cultura
• 1910-1913 – perfezionamento in psicologia specie in Germania
• 1913 – libera docenza in psicologia sperimentale
• 1914 – fonda Vita pensiero: “Il medievalismo” – contro la
frammentarietà del sapere moderno, caratterizzato dal culto
dell’energia e del fatto bruto
• 1919 – Istituto di studi superiori G. Toniolo, in
collaborazione con F. Meda
• 1921 – approvazione ecclesiastica dell’Università:
facoltà di filosofia e scienze sociali
• 1924 – riconoscimento statale: Gemelli ritiene di
potere inserire i propri laureati nella carriera
accademica, nelle professioni, nella pubblica
amministrazione,
nell’insegnamento
medio,
favorendo una più larga penetrazione dei cattolici
nelle strutture dello stato e della società civile
• 1926 – scuola di scienze politiche, economiche e
sociali, poi facoltà di scienze politiche (1932)
Psicologia e lavoro
• Con la fondazione dell’università, le ricerche nel
campo della psicologia condotte da Gemelli,
prima e durante la guerra, acquistano ancor
maggiore risonanza; il suo interesse per le
condizioni psicofisiche del lavoratori e per le
malattie professionali, si accresce ancora con gli
anni trenta, in cui il G. affrontò alcuni dei più
delicati problemi connessi al mondo del lavoro e
al processo di modernizzazione industriale: la
selezione attitudinale, i ritmi di produzione, il
rapporto uomo-macchina, la formazione
professionale dei lavoratori.
• E questo in un’epoca in cui, specie in Italia, la
psicologia sociale ed applicativa incontrava uno
scarsissimo interesse da parte della cultura
universitaria, dominata dall’idealismo. Il
Gemelli, invece, si rese conto, lucidamente,
dell’importanza che la psicologia avrebbe
assunto nella vita del paese, a livello di prassi
familiare, scolastica, lavorativa, e dunque della
necessità di formare psicologi professionali e
operatori sociali, assistenti sociali, addetti agli
uffici del personale…
Più che una ‘professione’
• “Parlare di padre Gemelli psicologo, vuol dire
parlare della sua vita; e questo, non solo perché la
sua attività scientifica in psicologia ha costituito una
parte molto ampia della sua vita, ma soprattutto
perché in essa si è riversato intensamente il
contenuto della sua evoluzione esistenziale, delle sue
battaglie, delle sue successive conquiste. Per
comprendere la fisionomia scientifica di Gemelli non
si può prescindere, pertanto, dalla considerazione
dei momenti più significativi della sua vita”
(Leonardo Ancona).
• “Certamente il più significativo contributo
scientifico, il Gemelli l’ha dato nel campo della
psicologia. Accanto ai risultati ottenuti negli
studi sulla percezione e nell’analisi
elettroacustica del linguaggio, sta il vasto
campo da lui aperto della psicologia clinica
applicata ai problemi sociali: l’orientamento
professionale, la psicologia del lavoro, le
condizioni dei carcerati, la devianza giovanile,
la psicopedagogia. Si può dire che egli sia
arrivato così a prospettare la psicologia come
una integrale antropologia, una scienza totale
dell’uomo” (Nicola Raponi).
Quella totalità enunciata nel medievalismo, e
in seguito riproposta con la weltanschuung
francescana, sembra dunque avere origine da
quel monismo antropologico a cui il Gemelli
pare fosse giunto mediante i suoi studi di
psicologia. Ci chiediamo allora: e il ‘mondo
moderno’ a cui doveva rispondere il suo
francescanesimo, non potrebbe essere
ravvisato in quella serie di problematiche che
i suoi studi sulla psicologia sociale avevano
contribuito a porre sul tappeto?
3. Dalla scienza alla ‘religione’
• “Avevo perduto la fede, proprio per opera degli
uomini che, vantandomi il valore assoluto della
scienza, mi avevano mostrato il positivismo come la
posizione definitiva del pensiero umano.
Riconquistata la fede per via diversa di quella
dell’esame filosofico dei massimi problemi,
nell’apprendere, per dovere di formazione
sacerdotale, la filosofia scolastica… e nel seguire le
armoniche costruzioni di san Tommaso d’Aquino,
vidi che i dati forniti dalla scienza moderna, che io
amavo come giovane cultore, era possibile
ricomporre come elementi di quella visione filosofica
dell’universo…”
• “Aprirsi alla religione: questo è il compito, la
missione essenziale della filosofia. Nel pensiero di
Gemelli solo la religione risponde alla richiesta
vitale dell’uomo, solo essa risolve i problemi che la
filosofia elabora, solo essa sana quella crisi in cui il
mondo si dibatte e della quale egli aveva già
ravvisato un primo aspetto nel divorzio e nella
opposizione di scienza e filosofia. Perché solo la
religione dà unità. Unità di valore che si traduce,
quando è praticamente conosciuta, in unità di
esistenza umana. Questo è il pensiero dominante di
padre Gemelli, che innerva tutte le manifestazioni
della sua immensa attività” (Bontadini)
“Ma io diffido della filosofia”
• “Questi giovani che hanno desiderio di
spendere le loro energie per un ideale, si
rivolgono alla chiesa cattolica, perché sentono
che la sua unità di pensiero, di morale, di
azione, questa affermazione dell’assoluto che
il Cristianesimo fa attraverso e grazie al
soprannaturale, è una grande forza attrattiva
delle anime e offre ad esse la soluzione
veramente riposante di tutti i problemi
angosciosi che si pongono all’anima
moderna”
• “Eccomi in biblioteca chino su un libro. Sfoglio,
rintraccio notizie, date, dati, numeri, nomi. Entro in
laboratorio. Analizzo i fenomeni della natura, ne trovo le
leggi. Le formulo in linguaggio matematico. Poi vado
nelle officine, negli ingranaggi della vita civile; applico le
scoperte scientifiche e ne cavo condizioni di benessere.
No, non basta tutto questo a me che cerco di raggiungere
un fine; non basta, perché vivendo così, non posso dire di
vivere. Debbo trovare un pensiero che, come un’anima,
investa tutta questa mia attività, la trasformi, le dia
unità, l’appunti ad un fine. E’ necessario trovare il modo
di togliere alla coltura moderna il suo carattere
frammentario, atomistico. Ricorrere alla filosofia!
Esclamate voi. Benissimo!... Ma io diffido della
filosofia….” (Agostino Gemelli Francescano)
Solo alla religione
• “Iniziamo una rubrica nuova della rivista… Si tratta di
studiare dei problemi. I più diversi. Sociali, economici,
industriali, politici, educativi, religiosi, morali. Come
prospettarli? Come risolverli? C’è una indicazione di
carattere generale che possa servire di guida? Una almeno c’è
proprio: la soluzione di questi problemi non la dobbiamo
chiedere alle scienze, nè pure, nè applicate; non la dobbiamo
chiedere alla filosofia; non la dobbiamo chiedere a nessun
sapere umano, ma alla religione, solo alla religione, al
Cristianesimo, al Cattolicesimo. Prevedo obiezioni; è inutile
che le ripetiate; sono quelle messe innanzi dalle persone che
pensano con la testa altrui, con la testa di questo mondo
liberale che è la tomba della libertà, e che appunto perché
odia la libertà altrui, confina la religione o in chiesa o in
solaio” (Fra Galdino)
Il francescanesimo
• “Che cosa può dirci il Francescanesimo? Proprio
ciò che ci manca e che il progresso meccanico
esteriore dei nostri giorni è incapace di creare, ossia
il mezzo per guarire dal male che il veleno del
nostro tempo ha posto nelle nostre vene. La fede
assoluta nella nostre forze, la febbre del lavoro,
l’appagamento del presente, il disprezzo del dolore
e della morte, che sono il tormento delle anime
moderne, celano un’insoddisfazione profonda che
tutto il confort anglo-americano non vale a
distruggere…
• La civiltà moderna ottiene dalle macchine la massima
velocità e il massimo benessere materiale, ma nulla
che consoli veramente il cuore degli uomini; codesta
civiltà non si sa dare nemmeno la bellezza dell’arte,
del pensiero, perché la bellezza vuole contemplazione
e si esprime mediante un laborioso processo di amore
e di dolore, mentre a noi manca la calma per
contemplare, il tempo per meditare, il raccoglimento
e lo spirito di sacrificio per gustare la poesia
dell’amore, come per godere del beneficio del dolore.
Ora se pure abbiamo frammenti di gioia, se ci
inorgogliamo del processo meccanico.. in realtà la
nostra baldanza è una maschera sul dubbio,
sull’inquietudine, sulla domanda che rampolla dal
profondo nelle brevi soste tra corsa e corsa: perché?”
L’azione
• “Nella direzione da lui assiduamente
esercitata dei suoi missionari della Regalità
intese soprattutto coltivare una spiritualità
che facesse centro sul soprannaturale e si
modellasse sul francescanesimo, ch’egli
considerava la strada più adatta per
evangelizzare l’uomo contemporaneo”
(Bontadini)
“I quattro pilastri del nuovo edificio furono
squadrati da P. Gemelli… a.. b.. c.. d)
soprannaturalizzare la vita in tutti i suoi
atti, vivendo nella famiglia ed esercitando la
propria professione sociale. Quest’ultima
era la nota dominante. Precisando il suo
pensiero l’antico scienziato ribadiva:
‘Azione e cultura sotto l’aspetto religioso…
Non più la fisima della scienza per la scienza
o della cultura per la cultura, ma tutto per
la religione”. (Sticco)
L’emergenza del laicato
• Erasmo/Lutero mette in evidenza il ruolo del
principe, soggetto che interpreta la scrittura senza
mediazione – cuius regio eius et religio
• Giurisdizionalismi (Bossuet): con l’azione di re
-sacrestani e una secolarizzazione della chiesa
chiamata a svolgere funzione civile (costituzione
civile del clero)
• La rivoluzione francese taglia la testa al re
cristiano: si decide per testa e non più per status
L’apostolato dei laici
• Il potere politico deriva dalla base e non più
dal vertice: la chiesa gerarchica deve imparare
a relazionarsi con il laicato
• Diffidenza serpeggiante rispetto ai laici,
creduti longa manus dello stato laico – USA:
questioni economiche: una teologia con
fondamento nel battesimo giunge solo con il
Vaticano II
• Si evolve gradualmente l’associazionismo
laicale: assistenziale, culturale, e liturgico..
Dalla difesa della chiesa
alla difesa del ‘bene comune’
• Associazioni incaricate di difendere la chiesa: Amicizie
cristiane; San Vincenzo; Azione cattolica; Società
Giovanile di Azione Cattolica; Opera dei congressi
• Associazioni impegnate in ambito parlamentare (non
expedit), poi partito cattolico che sostituisce lo stato
cattolico: alleanza cattolici liberali in Belgio, Zentrum,
Partito popolare
• Al congresso del PPI di Bologna (1919) prevale la linea
aconfessionale sponsorizzata da Sturzo – Gemelli
sostiene invece il progetto Meda, favorevole ad un partito
cristianamente ispirato – solo la religione salva!
• Agostino Gemelli, un personaggio che non cessa di
far discutere. Un convertito, un ribelle, un eroe dello
spirito, un uomo libero, libero da ogni ceppo
indebito e solo vincolato, “con sua gioia e fierezza,
dalla verità, la verità totale”.
• L’allora Card. Montini (Paolo VI) confessava: “Lo
abbiamo temuto, sì, ed ammirato, prima di
conoscerlo da vicino; poi, quando ci fu maestro e
padre, quando lo ascoltammo e lo capimmo, quando
lo vedemmo volere, creare, perseverare, soffrire,
amare, lo amammo”.
• Per Bedeschi egli era uno di quelli che intendeva
costruire la società attraverso le leve del potere,
mentre, in Europa, l’evangelismo affermava con K.
Barth il potere della Parola e la Chiesa la forza della
testimonianza che si oppone al compromesso.
Il regno sociale
• Il progetto di società e stato ideato da G. faceva
appello al simbolo del regno sociale di Cristo, la
regalità celebrata lo stesso 28 ottobre della marcia
su Roma e in chiara alternativa ad essa; alla
regalità sociale di Cristo, G. aveva dedicato un
congresso internazionale, celebrato nel 1926, anno
centenario della morte di S. Francesco. E per
l’evangelizzazione del mondo contemporaneo,
egli aveva destinato due istituti di laici francescani,
perché proprio al francescanesimo aveva
riconosciuto l’attitudine a costituire la risposta più
adeguata alla contemporaneità.
Cronologia essenziale
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19 novembre 1919: Professione della regola del Terz’Ordine
20 settembre 1920: Prime professioni
1924: Autonomia dall’OFM
1925: Missionarie della Regalità di Cristo
1928: Pio Sodalizio delle Missionarie della Regalità di Cristo
1934: Schuster approva ad experimentum la Regola e gli Statuti
1939: Gemelli pubblica Le associazioni di laici consacrati, fatta
ritirare dal S. Ufficio
1945: Pio XII comunica la volontà di approvazione dell’Istituto
1947: Provida Mater Ecclesia
1948: Primo Feliciter
1952: Morte della Barelli
1953: Decreto di approvazione definitiva dell’Istituto
1959: Muore Gemelli
Terz’Ordine
• La nostra opera deve funzionare come
funzionavano le prime congregazioni del
terz’Ordine secolare, ossia riuscire a costituire
persone che, pur restando ciascuna nel proprio
stato e nelle propria condizione, si consacrino
totalmente al Signore. (A P. Cimino 1919)
• La forma è quella del terz’Ordine. E poi occorre
capire bene: non il terz’Ordine come a pia opera
fu ridotto, ossia men che vivente, ma il
terz’Ordine come era originariamente, ossia la
forma di consacrazione a Dio pur restando nel
secolo.. Questo era lo spirito primitivo (Alla
Barelli 1919)
Stato secolare
Le anime che accettano questa forma di vita si
propongono di instaurare nel mondo il Regno
Sociale del Cuore di Gesù e si propongono di
attuare questo Regno mediante la diffusione dello
spirito francescano che è spirito di amore..
Ciascuna continua, normalmente, a viere nella
propria casa, nelle proprie abituali occupazioni
[…] Non debbono dunque le sorelle ritenere di
entrare a far parte di una congregazione od ordine
religioso regolare con vita conventuale, ma di
entrare a far parte di una Congregazione del
terz’Ordine secolare di S. Francesco.. (Regola
provvisoria corretta con la Barelli a S. Damiano 1919)
Carattere di laici
• Inoltre la Congregazione era organizzata come
un terz’Ordine ed è noto che i Terzi Ordini
sono canonicamente veri Ordini. Ora in quel
tempo [1929] apparve chiaro ai promotori della
Congregazione essere necessario invece,
sviluppare nei singoli membri il carattere di
laici dedicati all’apostolato nel mondo pur
essendo legati da voti. Nacque così l’idea del
Pio Sodalizio come esso è attualmente
costituito.. (Breve cenno sull’origine 1932)
Comuni fedeli
• L’idea, allora confusamente concepita, venne tradotta
in atto con la formazione di un Gruppo di terziarie
francescane sotto l’obbedienza del Ministro generale
dei Frati Minori… Ritengo necessario che i membri del
Pio Sodalizio delle Missionarie della Regalità di Cristo,
siano laici, in quanto è concetto ispiratore di questo
Sodalizio che esse non siano religiose consacrate in un
Ordine o in una congregazione, ma laici come tutti i
fedeli.. Non ritengo opportuno fare delle Religiose, per
un’altra considerazione; ritengo cioè necessario che i
membri del sodalizio conservino la mentalità dei
comuni fedeli, onde poterne comprendere i bisogni e
poter vivere in mezzo ad essi parlando il loro
linguaggio, e mettendosi al loro livello.. (Appunti
intorno al Pio Sodalizio 1927)
• Conosco le ragioni per le quali si afferma che vi è in
questa figura giuridica del sodalizio, come da me
presentato, un intrinseca contraddizione; non sono i
membri del sodalizio, Religiosi, si dice, mancando gli
elementi necessari per essere tali; non sono semplici
fedeli, perché, nel mentre si uniscono a far parte di una
pia associazione, si obbligano con voto di castità.
Dunque si conclude, nessun canone del vigente Diritto
canonico contempla questa figura giuridica ibrida… In
questi ultimi decenni si è presentata spontanea la stessa
necessità; per esercitare efficacemente l’apostolato
nella società contemporanea, penetrando nei suoi
organismi, sono necessarie anime le quali, vivendo
come tutti i comuni fedeli, avendo le stesse abitudini di
vita dei buoni cristiani… possano per questa loro
condizione sociale giungere ad avvicinare molte anime,
esercitando un efficace apostolato.. L’efficacia di
questo apostolato sta nel fatto che è esercitato da
persone che vivono la stessa vita dei comuni fedeli
Bidagor s.j. 1944:censore statuti CC
• Hoc regimen Superiorum, de quo constanter monentur
sodales huius associationis, tamquam medium unde suam
vitae agendi rationem, quandoque totalem, memebra
solidalitatis componanat, characterem constituit
essentialem huius associationis. Ego vix intelligo,
quomodo illi dicantur statu laici.
• Questo regime di governo, intorno al quale si
ammoniscono ripetutamente i membri di questa
associazione, come si trattasse della ragione stessa della
loro vita ed azione, dal momento che esso costituisce
per i membri del sodalizio, il carattere essenziale
dell’istituzione stessa. Io stento a comprendere, in che
modo essi possano definirsi della condizione di laici.
Obbedienza
• L’obbedienza è povertà dell’io.. Noi più delle altre
donne abbiamo un tesoro = la civiltà moderna
concede alla donna l’indipendenza economica
mediante il proprio lavoro, le dà una libertà che
prima non aveva .. Sparita la vecchia zitella a carico
dei fratelli = la donna basta a se stessa.. Noi senza
obblighi di famiglia saremo liberissime = da non
rendere conto a nessuno = da farci la vita che
vogliamo: le maritate no; le Monache no; le une e le
altre sempre controllate = Non libere.. La nostra
obbedienza non è osservata né controllata = E’
quanto mai libera
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Chi è inclinata allo studio, studi
Chi al lavoro d’ufficio lo continui
Chi all’insegnamento, insegni
Chi al lavoro di massaia, continui
Chi all’arte, si perfezioni nella sua arte
Insisto sul carattere di libertà che ha la
nostra obbedienza perché sappiamo
apprezzarla ed esserne degne
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